COMUNE di POZZALLO PIANO di URBANISTICA COMMERCIALE

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COMUNE di POZZALLO PIANO di URBANISTICA COMMERCIALE
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
COMUNE di POZZALLO
PIANO di URBANISTICA COMMERCIALE
progettisti incaricati
prof. Ignazio Arrabito
arch. Marilena Trovato
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
RELAZIONE
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Introduzione
Con il Piano di Urbanistica Commerciale ( d’ora in avanti, PUC, ndr ) il Comune di
Pozzallo
intende conseguire un razionale ed equilibrato assetto della rete
distributiva del commercio al dettaglio su aree private nel territorio comunale. Il
previsto insediamento delle predette attività commerciali sarà disciplinato secondo i
moderni criteri di programmazione urbanistica commerciale.
Quanto riferito sarà ottenuto per mezzo di apposite normative concernenti la
programmazione commerciale, intrecciata, ove necessario, ad una puntuale
esplicitazione delle norme del vigente strumento urbanistico generale riguardanti le
differenti zone territoriali omogenee.
L’adozione del PUC interviene in momenti decisivi per l’auspicato, ulteriore sviluppo
della rete di vendita comunale, avviata da tempo ad offrire un’offerta di qualità, che
potrà e dovrà sviluppare ulteriori elementi di innovazione in grado di soddisfare i
bisogni di consumo dei cittadini-residenti, evitando al massimo i livelli di evasione
che , pure, esistono e che naturalmente in un’economia aperta non potranno mai del
tutto essere eliminati (Peraltro, i fenomeni di evasione, in varia misura riguardano
pressoché quasi tutte le realtà commerciali comunali, per ragioni assolutamente
logiche e comprensibili riferite essenzialmente al fatto che la nostra economia, per il
punto di vista esaminato, è di tipo aperto,ndr).
La “sfida” dunque è ineludibile sia per gli imprenditori, che sulla base di forti
motivazioni dovranno impegnare risorse finanziarie e manageriali, quanto, per il
Comune, che, con la presente programmazione urbanistico-commerciale, dovrà
“accompagnare” il processo di sviluppo della rete di vendita.
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Per tale ultimo aspetto, con
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il PUC si intende offrire le “coordinate” normative
necessarie per ottenere il rinnovamento e la qualificazione più elevata possibile
della rete di vendita comunale, che, oltre a consentire un recupero di evasione della
domanda di beni presso altre reti extracomunali, per la contestuale produzione di un
maggiore valore aggiunto contribuirà a promuovere lo sviluppo dell’economia locale.
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L’attuale consistenza della rete di vendita comunale del
commercio a dettaglio su aree private
Premessa
I dati sull’attuale consistenza della rete di vendita comunale saranno presentati
secondo le differenti tipologie, ossia:
a) per gli esercizi di vicinato, a livello complessivo; distintamente per settore
merceologico;
b)
per le medie strutture. per zona urbanistico-commerciale
e per settore
merceologico.
Si richiama la circostanza che all’interno del territorio comunale non sono insediate
grandi strutture di vendita; da qui la relativa, mancata indicazione.
La ragione della differente presentazione degli esercizi di vicinato e delle medie
strutture, è data da una circostanza tanto ovvia quanto semplice: gli esercizi di
vicinato non sono sottoposti ad alcuna programmazione; il loro insediamento è
possibile col solo rispetto dei requisiti urbanistici stabiliti dalle relative norme e, del
caso, del possesso del requisito professionale; per le medie strutture, invece,
oltre al rispetto dei suddetti requisiti e, di altri, ai primi collegati, è invece stabilita
la programmazione per zona, ossia il valore della relativa superficie effettivamente
attivabile, per i due differenti settori merceologici. Da qui la necessità di conoscere
l’attuale consistenza della relativa rete in maniera più articolata, appunto per zona,
al fine della predetta programmazione in uno agli obiettivi posti per ciascun ambito.
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ESERCIZI DI VICINATO (°)
a. Settore alimentare
b. Il numero è pari a
54 ( cinquantaquattro);
La superficie media è pari a mq. 62.6
c. Settore non alimentare (°°)
Il numero è pari a 279 ( duecentosettantanove)
Infine, per individuare gli “ assi commerciali” ( è,questa, una indicazione che la vigente
normativa prevede di dover presentare e, dopo aver richiamato che con tale definizione si
intendono le strade lungo le quali , rispetto alle altre, è insediato il maggio numero di
esercizi di vicinato o, comunque, quelle in cui si registra una significativa consistenza di
detti esercizi) sono i seguenti:
a. C.so Vittorio Veneto;
b. Via Torino;
c. Via dell’Arno
d. Via Papa Giovanni XXIII;
e. Viale Europa.
(°) Per quanto concerne i differenti settori si richiama la circostanza che, per quanto riguarda il
non alimentare, ciascun esercizio interessato vende esclusivamente beni del settore de quo,
mentre, per gli esercizi del settore alimentare, nella quasi totalità dei casi, la superficie di vendita
è per la gran parte destinata appunto a detto settore ma, per una misura abbastanza significativa,
più, comunque, in termini di fatturato che, appunto di superficie, è presente anche l’offerta di beni
del settore non alimentare,in particolare “ articoli per l’igiene e la pulizia della persona e della
casa”.
(°°) il dato relativo alla superficie media non è offerto in quanto non riuscirebbe ad essere
assolutamente
segnaletico di qualsivoglia realtà ( positiva o negativa) in quanto
le
specializzazioni merceologiche di titolarità, abbisognano di distinte superfici di vendita per essere
presentate ed offerte in vendita. Pertanto, sono le più differenti fra di loro e la superficie media
sarebbe rappresentativa di una realtà che non può essere “riducibile” ad unità, almeno in una
misura accettabile.
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MEDIE STRUTTURE
SETTORE ALIMENTARE
Valori per zone:
N.ro strutture , superfici complessive, superfici medie
____________________________________________________________
Zone urbanistico commerciali
____________________________________________________
A
N.ro eserc. uno
B1
B2
B3
C1,
C2,
C3
D
(tutte)
uno
quattro
tre
uno
zero
zero
zero
Sup.vend.
( in mq.)
500
250
1750
1600
600
zero
zero
zero
Sup.media
( in mq.)
500
250
438
533
600
zero
zero
zero
SETTORE NON ALIMENTARE
All’interno del territorio comunale sono insediate 3 (tre) strutture,con la seguente
articolazione:
a) 1 ( una), di mq. 350 in Zona D2;
b) 1 ( una), di mq. 600 in Zona D2.1;
c) 1 ( una), di mq. 800 in Zona B3.
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Gli indici della rete di vendita del commercio al dettaglio su aree
private
Dalla precedente tabella si richiamano alcuni dati in uno alla presentazione
di
elaborazioni ed indici .
Per quanto riguarda i dati, per i due settori merceologi ci si è registrato quanto segue:
1) dal lato numerico:
a) Gli esercizi di vicinato sono complessivamente 333 ( trecentotrentatrè), , di cui
il 16% appartiene al settore alimentare, il restante 84% al settore non alimentare;
b)
Le medie strutture sono complessivamente 13 (tredici),
di cui: il 77%,
appartiene al settore alimentare e il 23% al settore non alimentare;
c) nel settore alimentare:
gli esercizi di vicinato rappresentano l’84% del totale, le medie strutture, il 16%,
d) nel settore non alimentare:
gli esercizi di vicinato rappresentano il 99% del totale, le medie strutture l’1%.
Tutte le unità commerciali sono pari a 346 ( trecentoquarantasei).
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2) dal lato delle superfici
a ) Superfici medie di vendita
Settore alimentare
Gli esercizi di vicinato, presentano una superficie media pari a mq. 62.6:
Le medie strutture di vendita presentano una superficie pari a mq. 470.0
Settore non alimentare
Gli esercizi di vicinato, presentano una superficie media pari a mq. 68.4
Le medie strutture di vendita presentano una superficie pari a mq. 583.0
b) Sul totale della superficie da parte delle differenti tipologie
Settore alimentare
Gli esercizi di vicinato, con una superficie complessiva pari a mq. 3380.40 coprono
il 42.0 della superficie totale di settore; le medie strutture, con una superficie
complessiva pari a mq. 4700,00, coprono il restante 58.0
Settore non alimentare
Gli esercizi di vicinato,con una superficie complessiva pari a mq.19084 coprono il
92% della superficie totale di settore, le medie strutture ( superf.compless. mq.
1749) il restante 8.00%.
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c) Su 1000 abitanti da parte delle differenti tipologie
Settore alimentare: mq. 462,00 , di cui,
a) mq. 194 da parte degli esercizi di vicinato;
b) mq. 268 da parte delle medie strutture
Settore non alimentare : mq. 1190, di cui
a) mq. 1090 da parte degli esercizi di vicinato;
b) mq. 100 da parte delle medie strutture
La superficie complessiva di vendita all’interno del territorio comunale risulta dal seguente
Prospetto
Valori in mq.
__________________________________________________________
Esercizi di vicinato
________________
Aliment.
Non aliment.
Medie strutture
_________________
Aliment.
Non aliment,
Totale
_____________________________________________________________
Superf. di
vendita
3380
19084
4700
1750
28914
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Due note a margine dei dati presentati
1^ Si sarà notato che è stato presentato anche il valore della superficie media degli
esercizi di vicinato del settore non alimentare: Ciò potrebbe sembrare in contraddizione
con quanto riferito sulla “inaffidabilità” di detto dato al fine segnaletico della realtà in
esame. Al di là del fatto che lo si potrà o meno consultare, a qualsivoglia fine, la
ragione della inclusione è da rinvenire nel fatto che dovendo presentare la superficie
complessiva il valore della superficie media risulta già dalla semplice
divisione fra
superficie complessiva e numero di esercizi.( valori entrambi, naturalmente, presentati):
Per la superficie complessiva occorre richiamare il fatto che, a differenza di quella
media, il valore corrispondente
è abbastanza segnaletico della funzione e della
consistenza del settore in questione, inoltre, la relativa disponibilità per ogni 1000
abitanti rivela un importante analisi ai fini delle analisi della rete e, soprattutto, delle
relative valutazioni. .
2^ Un richiamo “legislativo” alla prossima riflessione si rende necessario per evitare
interpretazioni, analisi o valutazioni non appropriate.
L’attuale normativa consente di offrire in vendita a chi è titolare di autorizzazione
amministrativa per la vendita di generi alimentari o di generi non alimentari i rispettivi
beni che fanno parte dell’uno o dell’altro settore.
Detti beni ( altrimenti definite specializzazioni merceologiche ) possono essere offerti
singolarmente od abbinati ad altri. Inoltre, l’offerta non è vincolata né al momento né
successivamente al rilascio della relativa autorizzazione, nel senso che il titolare della
stessa
non deve dichiarare al momento dell’ottenimento della stessa quali beni
particolari offrirà in vendita, nè le eventuali variazioni,modifiche od integrazioni al solo
bene o al ventaglio merceologico o prima offerto in vendita. Pertanto, all’interno del
settore di riferimento, l’attività di vendita può avere ad oggetto beni che potrebbero
totalmente cambiare da un giorno all’altro od essere associati ad altri in precedenza non
offerti in vendita, o, eventualmente, presentati in altre occasioni e dei quali,
successivamente , la vendita
era stata dismessa. Tutto quanto riferito è appunto
secondo appunto norma. Nella realtà, i titolari delle autorizzazioni non utilizzano le
opzioni offerte. Sono infatti abbastanza rari i casi in cui venga modificata, integrata o
totalmente cambiata la natura dei beni offerti in vendita.
Sulla base dunque del fatto che nel tempo – più o meno breve, medio o lungo –
possano essere presentati, per l’offerta, dei beni la cui composizione merceologica sia
differenti rispetto a quella costantemente presentata fino al momento od ai momenti
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precedenti - le modifiche potranno naturalmente intervenire più volte nel corso della vita
dell’azienda interessata - rassegniamo la prossima serie di dati. Con l’avvertenza,
dunque, si ripete per l’ennesima volta, che in ogni caso, per pochi o molti esercizi, in
tempi assolutamente imprevedibili, i beni offerti in vendita potrebbero anche essere
altri..
Al di là della “paventata” possibilità prima accennata, in
ogni caso, al di là della
“costanza” che caratterizza l’offerta dei beni nel corso della vita aziendale, quanto sarà
presentato vale come “fotografia” dell’attuale situazione e aiutare sia chi legge per
ragioni “istituzionali”, quanto
chi volesse eventualmente
intraprendere l’attività
commerciale nel Comune, e di meglio capire quale tipo di vendita potrebbe meglio
favorire il successo della sua eventuale iniziativa commerciale, di avere un quadro delle
attività commerciali, in grado di offrire ottimi spunti di comprensione della realtà
esaminata.
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LA SPESA PRESSO GLI ESERCIZI DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO
La situazione dal lato della spesa per settori è così distinta(°)
Spesa alimentare:
460 euro mensili/famiglia
Spesa non alimentare (°°)
445 euro mensili/famiglia
N.ro famiglie : 6850
Spesa annua delle famiglie:
a. per generi alimentari:
41,00 milioni di euro (°°)
b. per generi non alimentari : 40,6 milioni di euro (°°°)
E’ noto che nel Comune nel corso della stagione estiva affluisce un consistente numero di
turisti che ,negli ultimi anni, ha raggiunto valori di assoluto rilievo ed ha posto Pozzallo ai
vertici del turismo nella provincia iblea (, per numero appunto di turisti, quanto di presenze
( il relativo valore, come è noto , si ottiene moltiplicando il numero die turisti per le
giornate di permanenza.
Ai fini della ricerca si assume che l’attrazione esercitata dalla rete di vendita comunale sia
sostanzialmente uguale a quella dell’evasione della domanda verso altre realtà comunali.
Pertanto, i valori presentati sono quelli da assumere come definitivi.
(°) I dati sono stati ricavati dal Volume “ I Consumi delle Famiglie, Istat, 2009 “, e riguardano la
spesa a livello Regione Sicilia, assumendo, dunque, che la spesa media mensile delle famiglie di
Pozzallo sia uguale a quella analoga dell’ambito territoriale “Sicilia”. Naturalmente, i due dati,
ben difficilmente coincideranno ma, assumerli come uguali, nell’impossibilità di poter calcolare
direttamente quelli comunali , è del tutto ragionevole, ed anche dal punto di vista economico
assolutamente appropriato. Infine, si fa osservare che l’eventuale scostamento effettivo ( fra quelli
assunti e quelli reali, anche se questi ultimi non sono effettivamente disponibili), è comunque da
ritenere statisticamente inapprezzabile ai fini degli obiettivi posti con la presente ricerca.
(°°) Al netto degli “autoconsumi”.
(°°) Si tratta della quota di spesa cosidetta “commercializzata”,ossia di quella effettuata presso gli
esercizi commerciali.
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Brevi conclusioni sulla rete di vendita
Sulla base di quanto riferito si può così concludere:
A) la rete comunale del settore alimentare:
1) è strutturata in maniera appena sufficiente ;
2) dal punto di vista qualitativo ha cercato ,con qualche inserimento mirato dal
punto di vista dimensionale ed efficiente per la localizzazione scelta, di colmare
alcune carenze e rispondere in maniera positiva alle sfide poste alla distribuzione
moderna;
3) offre alcuni spunti innovativi nell’offerta da ampliare e consolidare;
4) si rivelano assai utili, diremmo necessari, ulteriori miglioramenti che potranno
essere ottenuti con l’inserzione di nuove strutture di vendita in grado di favorire i i
processi di concorrenzialità della rete, che rappresentano un fine fondamentale per
tutti ( Comune, consumatori , imprenditori);
B) la rete comunale del settore non alimentare:
1) presenta una elevata diffusione territoriale cui si associa , quasi naturalmente,
un di notevole dimensionamento quantitativo;
2) copre un ventaglio merceologico di offerta assai ampio
3) presenta dimensioni dei locali di vendita non sono sempre ottimali, quando
non
insufficienti per essere produttiva e redditizia insieme ( al riguardo, la
gravissima
carenza di medie strutture rappresenta un notevole handicap );
4) è condizionata negativamente dalle medie e grandi strutture localizzate in altri
Comuni ( in primo luogo Modica ).
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Analisi finale dell’attuale rete di vendita e prospettive future
Analizzando la rete di vendita comunale, per chi ne ha seguito l’evolversi nel corso
degli ultimi trenta anni , la conclusione da poter trarre è abbastanza semplice: il
commercio comunale non è stato “investito” da sostanziali cambiamenti, nel senso
che ha mantenuto le caratteristiche che appunto presentava all’inizio del periodo
indicato con alcune modificazioni che hanno tenuto conto dell’evoluzione della
distribuzione commerciale, ma nei limiti di una linea di “resistenza” alle sfide poste a
tale forma di attività, invece che di innovazione nell’offerta del prodotto. In termini
ancora generali si potrebbe affermare che la rete, alla luce anche di quanto è
avvenuto presso altre realtà comunale, appare ancorata ad un “profilo basso” e
non proiettata su livelli qualitativi e di dimensionamento più importanti. La riflessione
appena fatta emerge di tutta evidenza in ragione della significativa
quota di
evasione verso appunto le altre realtà in quanto queste ultime ( vedi in particolare
Modica e, a seguire, Ragusa) hanno appunto innovato profondamente l’offerta
commerciale. D’altra parte occorre dire che Pozzallo si trova, anche dal punto di
vista geografico, un po’ ai margini delle correnti del traffico e degli spostamenti dei
consumatori, Al riguardo, il meno che si possa affermare, è che la sua posizione non
baricentrica, non l’aiuta affatto. .Ancora: la sua assai limitata estensione territoriale e
la pratica impossibilità di poter disporre di grandi dimensioni territoriali ha concorso
nell’impedimento - ove naturalmente, pure, ci fossero state le energie e le forze
imprenditoriali disposte ad assecondare il relativo progetto - a modulare l’offerta su
più elevati livelli dimensionali, qualitativi e con più importanti prospettive.
In sede di analisi della spesa si è assunto che la quota di evasione esistente sia
sostanzialmente compensata dall’attrazione della domanda espressa dai turisti che,
in estate,
incrementano con le loro presenze,
il livello della spesa effettuata
all’interno del territorio comunale, il che assicura un miglioramento della redditività
complessiva ed induce , da un lato, a qualche forma di ottimismo, dall’altro, ad
invitare, quanti interessati, a saper cogliere nuove opportunità nell’offerta.
Naturalmente, sia l’attuale configurazione della rete commerciale del bacino , che
quanto
riferito in ordine ai vincoli territoriali e geografici non consentiranno
modifiche sostanziali nei livelli di offerta. Ma, questo, non è in contrasto con la
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possibilità/necessità di inserzioni commerciali mirate e più produttive, per mezzo
delle quali contribuire a soddisfare meglio i bisogni della domanda.
In questo quadro concettuale e pratico, non è dubbio inoltre che
l’attività
commerciale rappresenta un’attività produttiva che va tutelata, incentivata,
promossa, al fine di ottenere ulteriori economie di scala, nuovo valore aggiunto,
maggiore
occupazione,
in
una
parola,
che
nei
termini
ragionevoli
ed
economicamente congrui che alla stessa può e deve essere assegnato , è da
considerare un fattore essenziale di sviluppo economico e sociale.
Pertanto, In uno al rispetto di quanto stabilito dalle vigente normativa, la
progettazione
del presente Piano ,
che,
alla fine del suo
iter “compositivo”
prevede l’adozione da parte del Consiglio Comunale, vuole rappresentare il
concorso del “pubblico” ( che, dunque, “attende” l’impegno del “privato”) alla
realizzazione degli obiettivi per i quali l’attività commerciale dovrà essere
più
produttiva e maggiormente competitiva per “assecondarne” le funzioni ed il ruolo
economico e sociale.
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Criteri ed obiettivi della programmazione urbanisticocommerciale
Per la completa e piena comprensione dei criteri e degli obiettivi della
programmazione urbanistico-commerciale occorre riferirsi:
a) alla Legge Regionale n.28/99, che contiene la “Riforma della disciplina del
commercio;
b) al Decreto Presidenziale n.165,11 luglio 2000, che contiene “ Direttive e Indirizzi di
programmazione commerciale
settore commerciale”
e Criteri di programmazione urbanistica riferiti al
e prevede, tra l’altro, di esprimere in termini programmatici gli
“orientamenti” dell’Amministrazione Comunale circa l’evoluzione della rete distributiva
nelle diverse parti del territorio comunale, con particolare riguardo al centro storico e
alle altre aree urbane a forte vocazione commerciale, nonché le riconosciute
possibilità/necessità di insediamento di medie e grandi strutture di vendita nelle aree,
appositamente individuate, suscettibili di ospitare tali strutture.
Qui di seguito saranno enucleati i citati orientamenti in uno ai criteri ed agli obiettivi
generali fissati dai testi legislativi:
1) favorire la realizzazione di una rete distributiva che, in collegamento con le altre
funzioni di servizio, assicuri la migliore produttività del sistema e la qualità del servizio
da rendere al consumatore;
2) assicurare, nello stabilire i limiti dimensionali delle medie strutture di vendita, il
rispetto del principio della libera concorrenza,
3) rendere compatibile l’impatto degli insediamenti commerciali sul territorio con
particolare riguardo a fattori quali la mobilità, il traffico e l’inquinamento e valorizzando
l’attività commerciale al fine della maggiore qualificazione del tessuto urbano, in modo
da ricostituire un ambiente idoneo allo sviluppo del commercio;
4) Favorire il mantenimento delle caratteristiche morfologiche degli insediamenti
commerciali ed il rispetto dei vincoli relativi alla tutela del patrimonio artistico ed
ambientale;
5) tutelare e valorizzare le unità commerciali già operanti sul territorio interessato,
anche al fine di salvaguardare i livelli occupazionali reali, prevedendo eventuali forme
di incentivazione;
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6) migliorare la qualità urbana ed il servizio commerciale favorendo la migliore
integrazione ed armonizzazione degli insediamenti commerciali con quelli residenziali
e turistici,
7) individuare/specificare aree o parti di aree idonee, al fine degli insediamenti di
medie e grandi strutture di vendita al dettaglio;
8) individuare i vincoli di natura urbanistica ed in particolare quelli inerenti la
disponibilità di spazi pubblici o di uso pubblico e le quantità minime di spazi per
parcheggi pertinenziali per la clientela relativi alle medie e grandi strutture di vendita;
9) incentivare processi di qualificazione di area volti al rafforzamento della funzione
della struttura urbana centrale, la sua dotazione di servizi e di attrezzature in modo da
migliorare la vivibilità dei luoghi di aggregazione e l’efficacia delle attività delle imprese
della distribuzione commerciale; in uno a tale obiettivo favorire la riqualificazione del
piccolo commercio di vicinato alimentare e non alimentare puntando a potenziarne
l’integrazione e la concentrazione in mercati coperti , favorendo la continuità della
presenza di vetrine commerciali e di attività di servizio lungo i fronti delle strade
commerciali, anche attraverso apposite normative urbanistiche di controllo dei cambi
di destinazione d’uso;
10) favorire l’insediamento di medie strutture di vendita anche per mezzo di norme di
vantaggio in termini di dotazioni di parcheggi;
12) incentivare il recupero dei complessi produttivi dismessi, garantendone la tutela e
la valorizzazione consentendo di esercitare al loro interno l’attività commerciale;
13) migliorare l’assetto e l’arredo di piazze e di strade commerciali.
14) favorire, specie nelle frazioni, la formazione di mercati coperti;
15) consentire i cambi di destinazione d’uso nelle sotto-zone urbanisticocommerciali per evitare la realizzazione di nuovi volumi edilizi e
valorizzare il patrimonio immobiliare esistente;
16) relativamente alla dotazione dei parcheggi pertinenziali , consentire
l’utilizzo delle deroghe previste dalla normativa vigente, anche per
mezzo del previsto istituto della “monetizzazione” .
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Divisione in zone urbanistico-commerciali del territorio comunale.
Aspetti metodologici ed obiettivi della zonizzazione
1. La suddivisione del territorio comunale è stata effettuata facendo corrispondere
le zone urbanistico-commerciali a quelle del vigente strumento urbanistico. Tale
corrispondenza si esprime anche, in qualche caso, secondo la modalità per la
quale, in relazione alle caratteristiche ed alle destinazioni d’uso delle predette zone
del PRG, è stato possibile la loro unificazione in guisa che una zona urbanisticocommerciale comprenda più zone ( o parti di zone) territoriali omogenee del PRG.
In particolare, la suddivisione in zone, ( con gli “accorpamenti” del caso ) è la
seguente:
a) Zona A, costituita dalle Zone A e Boa;
b) Zona B1, è costituita da parte della Zona BO;
c) Zona B2, è costituita dalle Zone: Bo ( parte di ), B1, B3, C3;
d) Zona B3, è costituita dalle Zone: Bo ( parte di), Bob, B1, B3;
e) Zona C1, è costituita dalle Zone: C1, C1a, C2, C3, Cl, B3;
f) Zona C2, è costituita dalle Zone Cti;
g) ZONA C3, è costituita dalle Zone Ct2, Ct3, C3.
Per quanto infine concerne le Zone D esistenti, in esse è previsto l’insediamento
anche di impianti per il commercio al dettaglio ( medie e/o grandi strutture di
vendita). In particolare, si richiama la circostanza per ed in ragione delle loro
caratteristiche territoriali, dei collegamenti viari e della concreta possibilità di poter
effettuare i predetti insediamenti, tali zone assumeranno differenti destinazioni.
Le Zone D urbanistico-commerciali, sono dunque le Zone D1,
D2. e D3 del
PRG; più in particolare, con la variante introdotta con il presente Piano, sono così
definite:
D1.1 , che costituisce una parte della zona D1 del PRG,
D2.1 e D2.2, che costituiscono una parte della Zona D2 del PRG;
D3.1, che coincide con la D3 del PRG.
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La conclusione, in ordine alla Zone D, è che , con gli adeguamenti ai relativi
articoli delle norme tecniche di attuazione del PRG, è data la possibilità, all’interno
del territorio comunale, di poter insediare grandi strutture di vendita ( anche le
medie sono consentite, ma tale possibilità risulta essere estesa anche alle altre
zone urbanistico-commerciali, naturalmente con i limiti del caso dei quali si renderà
conto in normativa) ). Quanto riferito, da un lato impedisce di avviare la procedura
di progetti in variante ( ammessa quando non sono previste aree per insediamenti
commerciali del tipo indicati; occorre aggiungere, che tale procedura è inibita anche
quando i soggetti interessati dovessero ritenere insufficienti le dimensioni delle aree
individuate dal Comune, il quale, con il presente Piano, da un lato, definisce in
maniera incontrovertibile ed inequivoca la portata e le dimensioni consentite per
l’insediamento appunto delle grandi strutture di vendita singolarmente considerate,
dall’altro, viene impedita l’utilizzazione di altre aree oltre quelle impegnate dalle
Zone D ( che, per definizione sono zone per attività produttiva, come tale è, del
resto, l’attività di commercio,ndr) già individuate nello dello strumento urbanistico
generale vigente.
Ove, infine, si consideri che il Comune di Pozzallo soffre di una gravissima carenza
di aree , causa ed effetto della limitatezza del relativo territorio comunale e di una
popolazione i cui valori rendono il rapporto abitanti/ territorio in Kmq fra i più alti in
Sicilia, il risultato che si ottiene con la programmazione adottata è di indubbia
portata positiva e soddisfa tutte le condizioni poste dall’ordinamento e dalla tecnica
urbanistica,
in uno alla possibilità di prefigurare una rete di vendita per il
commercio al dettaglio adeguata alle esigenze ed alla salvaguardia del territorio e
della comunità locale insediata.
2. La suddivisione di cui al precedente punto 1. risulta dall’apposita tavola
planimetrica (fornita in Allegato), su cui e’ stata anche operata la localizzazione di
tutte le medie strutture di vendita ( non le
grandi in quanto sono assenti) ed
evidenziati gli assi commerciali della Città.
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3. Per la piena comprensione
degli obiettivi che si intendono ottenere con la
delimitazione delle predette zone, si richiama quanto segue:
a) le previsioni, per zona, dovranno essere interpretate tenendo presente la
prospettiva unitaria degli interventi all’interno del territorio comunale, considerato
come un’entità unitaria dal punto di vista urbanistico–commerciale, nel senso che
le previsioni e gli obiettivi sono da considerare in un quadro di interdipendenza e,
dunque, quelle formulate per ciascun ambito influenzano tutti gli altri, singolarmente
e complessivamente considerati.
b)
la
conferma
della
zonizzazione
dell’attuale
strumento
urbanistico,
sostanzialmente attuata pur con i citati “accorpamenti” o, del caso, con suddivisioni
all’interno di una medesima Zona ( ma, tale procedura riguarda solo qualche Zona D
ndr) oltre che da una necessaria semplificazione, dipende
1°) dall’orientamento espresso dall’Amministrazione Comunale di non individuare e
delimitare ulteriori zone
( che, nei fatti, dovrebbero corrispondere a delle aree
che,attualmente,sono zone agricole) dove consentire l’esercizio dell’attività di
commercio;
2°) dalla necessità legislativa di specificare quale tipologia di esercizi consentire
all’interno delle differenti zone territoriali omogenee.
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Conclusioni finali
La redazione ed adozione da parte del Consiglio Comunale del Piano di Urbanistica
Commerciale se, da un lato, soddisfa un obbligo di legge, dall’altro, consente di
individuare e realizzare strategie appropriate per lo sviluppo e la razionalizzazione
della rete di vendita comunale, mettendo a disposizione dell’Amministrazione
Comunale e degli imprenditori, programmi e norme, semplici ed al tempo stesso
efficaci.
Le idee e le motivazioni sulle quali ci si basa per poter ottenere gli obiettivi prima
indicati devono comunque poter contare:
a) sulla disponibilità degli imprenditori ad investire risorse finanziarie importanti, sia
dal lato delle quantità che lungo il versante della qualità degli interventi;
b) su figure professionali che intendono accettare la sfida per realizzare un sistema
commerciale concorrenziale , in grado di rimuovere le inefficienze e le lacune esistenti
nella rete commerciale ed innovare nella nuova offerta proposta;
c) su aree ed immobili idonei dal punto di vista dell’ampiezza, della funzionalità, della
localizzazione, dell’accessibilità, tali cioè che il loro eventuale utilizzo si potrà saldare
con la produzione di un notevole ” valore aggiunto” ottenibile per la capacità di attrarre
vaste fasce di domanda.
d) su un coinvolgimento totale, di cui una grande passione deve essere un elemento
costitutivo, di quanti sono impegnati attualmente nell’attività commerciale e di quanti
dovessero intraprenderla, per realizzare quello che in termini generali si definisce
“mercato” , da intendere come quella forma di giustizia “commutativa” con la quale i
contraenti si scambiano beni con vantaggio reciproco.
L’impegno del Comune, con la predisposizione del Piano e con la sua applicazione
(per i relativi obblighi che fanno capo all’Amministrazione ), è volto a far “esprimere”
al meglio le potenzialità esistenti e a contribuire alla realizzazione di interventi mirati
alla qualificazione della rete commerciale che, se ottenuta, contribuirà anche a
favorire l’immagine e l’identità urbana della città.
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
NORME di ATTUAZIONE del PUC
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Piano di urbanistica commerciale
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TITOLO I
NORME GENERALI
Articolo 1 -
Contenuti, validità ed obiettivi del piano
1. Il Piano di Urbanistica Commerciale (in sigla PUC) è costituito dalla
programmazione commerciale e dalla programmazione urbanistica riferita al settore
del commercio al dettaglio su aree private.
1a. La programmazione commerciale ha un contenuto strettamente commerciale, Si
esprime, in particolare, nella previsione delle superfici di vendita effettivamente
attivabili riguardanti le medie strutture di vendita e sulla disciplina per le grandi
strutture di vendita;.
1b. La programmazione urbanistica riferita al settore commerciale
adegua,
al
riguardo, gli articoli delle Norme Tecniche di Attuazione del vigente PRG.
2. Gli obiettivi del Piano sono i seguenti:
a) favorire la realizzazione di una rete distributiva che, in collegamento con le altre
fucini di servizio, assicuri la migliore produttività del sistema e la qualità del servizio da
rendere al consumatore;
b) assicurare , nell’individuare i limiti di presenza delle medie grandi strutture di
vendita, il rispetto del principio della libera concorrenza, favorendo l’equilibrato
sviluppo delle diverse tipologie distributive la pluralità delle insegne, anche al fine di
ottenere un rapporto equilibrato tra gli insediamenti commerciali e la popolazione
residente, turistica e di eventuali altri ambiti extra comunali;
c) rendere compatibile l’impatto degli insediamenti commerciali sul territorio e
valorizzare l’attività al fine della riqualificazione del tessuto urbano;
d) favorire la costituzione di almeno un Centro Commerciali Naturale, promuovendone
l’attività e l’organizzazione al fine di farlo agire come soggetto di un’offerta
commerciale integrata;
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
e) favorire, ove possibile, la formazione di gallerie commerciali, anche attraverso il
riuso di immobili dismessi;
g) consentire i cambi di destinazione d’uso nelle zone urbanistico-commerciali per
evitare la realizzazione di nuovi volumi edilizi e valorizzare il patrimonio immobiliare
esistente;
h) favorire, congiuntamente,all’obiettivo di cui alla superiore lettera f), la redazione ed
esecuzione di progetti di valorizzazione commerciale, volti alla riqualificazione ed allo
sviluppo del tessuto commerciale,artigianale di servizio e della ricettività, per
rafforzare anche l’immagine e l’identità degli ambiti urbani interessati;
i) incentivare la costituzione di mercati coperti o di centri commerciali locali urbani,
entrambi all’interno della fascia delle medie strutture, per favorire gli utili processi
di aggregazione di impresa connaturali a tali modalità di vendita;
l) utilizzare l’istituto della monetizzazione per i casi di deroghe nella dotazione di
parcheggi pertinenziali.
3. I contenuti del Piano producono diritti ed obblighi sia nei confronti dei privati
interessati che del Comune
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
TITOLO II
LA PROGRAMMAZIONE COMMERCIALE
Articolo 2
Definizioni
Ai fini del presente Piano di Urbanistica Commerciale si intendono:
a) per “Legge”, la Legge Regionale 22 dicembre 1999, n.28: “Riforma della
disciplina del commercio” ;
b) per “Decreto”, il Decreto del Presidente della Regione Siciliana 11 luglio
2000, contenente “Direttive ed Indirizzi di Programmazione Urbanistica Commerciale
e Criteri di Programmazione Urbanistica Commerciale in attuazione della Legge
Regionale 22 dicembre 1999 n. 28”;
c) per “commercio al dettaglio” l’attività svolta da chi professionalmente acquista
merci in nome e per conto proprio e le rivende su aree private in sede fissa o
mediante altre forme di distribuzione, direttamente al consumatore finale;
d) per “superfici di vendita” la misura dell’area o delle aree destinate alla vendita,
comprese quelle occupate da banchi, scaffalature, vetrine e simili.
Non costituisce superficie di vendita quella dei locali destinati a magazzini, depositi,
lavorazioni, uffici, servizi igienici, impianti tecnici, e altri servizi per i quali non è
previsto l’ingresso dei clienti (se non accompagnati da personale addetto alle
vendite), nonché gli spazi di “avancassa”;
e) per “esercizio commerciale”, il luogo o lo spazio complessivamente utilizzato ed
organizzato dall’imprenditore per lo svolgimento dell’attività di vendita. Più esercizi
commerciali con distinti titolari possono coesistere all’interno dello stesso locale o
struttura fermo restando che è la somma delle loro superfici di vendita ad
individuare la tipologia dell’insediamento e la disciplina applicabile;
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
f) per “ esercizi di vicinato” quelli aventi una superficie di vendita non superiore a
150 mq.;
g) per “medie strutture” di vendita gli esercizi aventi superficie di vendita superiore a
150 mq. e fino a 1000 mq.;
h) per “grandi strutture” di vendita gli esercizi aventi superficie superiore a
1000 mq. Nel Comune, dette strutture non possono comunque superare la superficie
di mq. 3.000.
i) per “centro commerciale” un insieme di diversi esercizi di vendita al
progettati e realizzati unitariamente, inseriti in una struttura
dettaglio
edilizia fisicamente
continua a destinazione specifica, che condividono strutture e infrastrutture comuni
gestite unitariamente.
I centri commerciali possono comprendere anche pubblici servizi e attività
paracommerciali (quali servizi bancari, servizi alle persone,ecc.).
Rientrano nella definizione di centro commerciale i centri commerciali costituiti da
punti di vendita gestiti direttamente o indirettamente da produttori di beni che vi
localizzano propri punti di vendita.
Si individuano 2 tipi di centro commerciale:
1°) mercato coperto : aggregazione di almeno 4 ese rcizi di vicinato all’interno di una
struttura comunale;
2°) centro commerciale locale urbano: è costituit o da almeno 6 esercizi di
vendita e ha una superficie di vendita complessiva inferiore a mq.3000,00.
All’interno del centro commerciale è possibile localizzare anche attività di
servizio ,
Per superficie di vendita di un centro commerciale si intende quella risultante dalla
somma delle superfici di vendita degli esercizi al dettaglio in esso presenti.
Per quanto riguarda le norme sulle procedure autorizzative, i centri commerciali sono
equiparati a singoli esercizi aventi una superficie pari alla loro superficie di
vendita complessiva.
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Il numero minimo di esercenti individuato per la costituzione di qualsivoglia Centro
Commerciale non può mai essere soggetto, nel tempo, a diminuzione nel relativo
numero ed all’effettivo svolgimento dell’attività in tutti i singoli punti di vendita, pena
la revoca dell’autorizzazione relativa al centro medesimo.
Il legale rappresentante della Società che gestisce il centro e/o tutti i titolari dei
singoli punti vendita assumono la responsabilità in solido dell’obbligo e delle
conseguenze derivanti dal mancato rispetto del disposto precedente;
l) per “requisiti morali” i requisiti prescritti dal Titolo II, articolo 5, commi 2, 3 e 4
del Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 114;
m) per ” requisiti professionali” i requisiti prescritti dall’articolo 3, e, a seconda dei
casi, commi 3 o 4, della Legge.
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Piano di urbanistica commerciale
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Articolo 3 - Le zone urbanistico-commerciali
La suddivisione del territorio comunale è stata effettuata per zone.
Le zone urbanistico-commerciali sono parti del territorio comunale corrispondenti
alle zone territoriali omogenee del PRG.
La individuazione delle rispettive zone è stata effettuata per un duplice obiettivo:
a) stabilire gli ambiti territoriali in cui è consentito, fatto salvo il rispetto di tutte le
norme di natura urbanistica e commerciale., l’insediamento di attività commerciali
al dettaglio su aree private, distinte per tipologia di esercizi;
b) stabilire i contingenti o superfici di vendita effettivamente attivabili all’interno di
ciascuna delle predette zone,
La disciplina degli insediamenti commerciali è sottoposta al doppio rispetto delle
norme tecniche di attuazione relative
alla programmazione commerciale
ed a
quelle del piano regolatore generale, queste ultime, del caso, adeguate secondo la
specifica disciplina contenuta nella programmazione urbanistica riferita al settore
del commercio al dettaglio su aree private.
Le zone urbanistico-commerciali, sono così articolate:
ZONE:
A
;
B1;
B2;
B3;
C1;
C2;
C3;
La perimetrazione di ciascuna zona,
D1.1; D2.1, D2.2, D3.1 .
è stata effettuata su apposita tavola
planimetrica ( in scala 1:5.000), sulla quale è stata anche effettuata
la
localizzazione delle attuali medie strutture di vendita e rappresentati gli assi
commerciali.
La predetta Tavola è fornita in Allegato e costituisce parte integrante del PUC.
In dette Zone sarà
consentito l’insediamento di nuove attività commerciali, in
relazione a quanto, per ciascuna, sarà disposto con la presente normativa.
Nelle altre parti, ambiti o zone del territorio comunale, non ricompresi all’interno
delle predette zone urbanistico-commerciali, in cui, eventualmente, sono già
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Piano di urbanistica commerciale
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insediati esercizi per il commercio al dettaglio su aree private, gli stessi potranno
continuare ad esercitare l’attività, anche a seguito di subingresso nella titolarità,
ma non potranno esservi localizzati nuovi esercizi appartenenti a qualsivoglia
tipologia (esercizi di vicinato, medie strutture di vendita, grandi strutture di vendita)
e settore merceologico.
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Articolo 4 L’insediamento delle differenti tipologie di esercizi: requisiti e
procedure da osservare
Esercizi di vicinato
1° caso: Nuova apertura
A. I requisiti per l’insediamento di esercizi di vicinato ( del settore alimentare o del
settore non alimentare) sono dati :
1) dal rispetto delle norme urbanistiche e di quelle relative alla d'uso ed ai
regolamenti edilizi;
2) dal rispetto dei regolamenti di polizia urbana, annonaria e igienico-sanitaria;
3) dal possesso dei requisiti morali;
4) dal
possesso dei requisiti professionali ( solo
per gli esercizi del settore
alimentare).
La procedura prevista per effettuare un nuovo insediamento è quella dell’utilizzo
dell’istituto della “ comunicazione di inizio attività”, a seguito della quale, gli esercizi,
del settore alimentare e quelli del settore non alimentare, sono avviati con effetto
immediato.
2° caso
Trasferimento di sede
La disciplina è quella stabilita per il precedente 1° caso, fatta naturalmente
eccezione per il fatto che trattasi di trasferimento di sede e che per il rispetto del
requisito professionale si potrà fare riferimento alla documentazione già in
possesso del Comune.
Medie strutture di vendita
I criteri di rilascio delle autorizzazioni per medie strutture di vendita previsti dall'articolo
8 della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28, nell'ambito del territorio comunale si
ispirano ai seguenti principi:
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Piano di urbanistica commerciale
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a. perseguire un processo di modernizzazione del sistema distributivo locale;
b. assicurare garanzie di concorrenzialità tra le diverse forme distributive;
c. mirare al mantenimento di una presenza diffusa e qualificata del servizio
commerciale di prossimità;
d. promuovere l'equilibrato sviluppo delle medie strutture di vendita nelle diverse parti
del territorio comunale
e. svolgere una funzione di tutela delle piccole e medie imprese commerciali, stante il
loro grado di radicamento sul territorio comunale ed il ruolo da queste svolte sotto il
profilo dello sviluppo dell'occupazione di manodopera locale.
1. Il procedimento amministrativo è attivato con domanda da parte del richiedente al
Comune nei casi di:
- nuovo esercizio;
- concentrazione di esercizi preesistenti;
- trasferimento di sede;
- ampliamento di superficie di vendita, oltre il limite del 20% della superficie
occupata;
- ampliamento di superficie di vendita a seguito di accorpamento
- estensione di settore merceologico.
1a. Il procedimento amministrativo è attivato con comunicazione da parte
dell’interessato all’Amministrazione Comunale nei casi di:
-ampliamento della superficie di vendita, nel limite del 20% della superficie
occupata;
- subingresso nella titolarità dell’esercizio;
-
riduzione di superficie di vendita;
-
riduzione di settore merceologico;
-
cessazione di attività.
Le domande o le comunicazioni possono essere inviate tramite lettera raccomandata
ovvero presentate all’Ufficio Protocollo del Comune, il quale, a richiesta, provvederà
al rilascio di apposita ricevuta attestante l’avvenuta presentazione della domanda.
Entro 7 giorni dal ricevimento della domanda o della comunicazione, sarà inviata al
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Piano di urbanistica commerciale
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soggetto interessato da parte del Servizio comunale competente una comunicazione
di avvio del procedimento recante le seguenti indicazioni:
- amministrazione competente;
- oggetto del procedimento promosso;
- l’Ufficio in cui si può prendere visione degli atti;
- responsabile del procedimento.
2.
Per i casi di cui al precedente punto 1. è stabilito il preventivo rilascio
dell’autorizzazione amministrativa comunale.
Qualora per i suddetti casi sia necessario l' ottenimento di concessione o
autorizzazione edilizia, l'interessato deve inoltrare, contestualmente alla domanda di
autorizzazione commerciale, la relativa domanda di concessione o autorizzazione
edilizia, ovvero dichiarazione di inizio attività facendo riferimento in ciascuna delle due
istanze alla domanda collegata
Nell'ipotesi in cui la richiesta di autorizzazione commerciale riguardi locali già esistenti
per i quali esiste regolare certificato di usabilità e l'insediamento dell'attività
commerciale non richiede modifiche alla destinazione d'uso dei locali e/o opere
edilizie, il richiedente dovrà allegare alla domanda apposita autocertificazione relativa
al possesso dei requisiti sopra elencati.
Il rilascio della concessione o autorizzazione edilizia può essere contestuale o
successivo al rilascio dell'autorizzazione commerciale per media struttura di vendita.
Il rilascio dell'autorizzazione commerciale per media struttura di vendita è
subordinato:
a) per il caso di competenza, alla presentazione della domanda sul modello regionale
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 17.08.2001.
b) alla presentazione, da parte dell'interessato, di un progetto tecnico illustrativo
dell'iniziativa nel suo complesso, da allegare al modello regionale
di cui sopra;
c) al possesso, da parte dell'interessato, dei requisiti morali di cui all'art. 3, comma 2,
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Piano di urbanistica commerciale
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e professionali (se trattasi di attività commerciale del settore alimentare) di cui
all'articolo 3, commi 3 e 4, della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28;
d) al rispetto delle norme urbanistiche e di quelle relative alla d'uso ed ai regolamenti
edilizi;
e) al rispetto dei regolamenti di polizia urbana, annonaria e igienico-sanitaria;
f) al rispetto del regolamento comunale d'igiene.;
g) alla disponibilità di superficie di vendita effettivamente attivabile di cui al
successivo Articolo 7 ( la predetta disponibilità non va verificata nei casi in cui il
trasferimento è richiesto all’interno della medesima zona urbanistico-commerciale di
precedente insediamento e la superficie di vendita richiesta non superi del 20%
quella precedentemente autorizzata).
h) alla verifica del rispetto degli standard urbanistici di parcheggio e verde pubblico e
di parcheggi pertinenziali;
i) alla verifica dell'esistenza di idonei collegamenti pedonali e viari che assicurino una
funzionale accessibilità (distintamente per il flusso merci ed il flusso della clientela)
alla struttura di vendita;
l) alla verifica della previsione di idonee aree destinate a parcheggio distinte per
classi di veicoli (autoveicoli, motoveicoli, cicli), nonché delle aree destinate ad
operazioni di carico e scarico delle merci.
il progetto tecnico illustrativo dell'iniziativa da allegare alla domanda del caso di
competenza dovrà contenere i seguenti elementi essenziali:
a) descrizione dell'area di insediamento della struttura con indicati tutti i riferimenti
relativi allo stato di fatto ed allo stato di progetto;
b) descrizione delle caratteristiche dell'iniziativa (tecniche di vendita, organizzazione
degli spazi di vendita, caratteristiche dimensionali e merceologiche, indicazione della
superficie di vendita complessiva, ecc.);
c) descrizione della struttura che si intende realizzare, riconvertire, ristrutturare,
ampliare con specificazione della destinazione dei singoli vani (superficie di vendita distinta eventualmente in alimentare e non alimentare, magazzini, uffici, servizi, ecc.),
nonché illustrazione del relativo progetto architettonico;
d) descrizione delle aree previste per i parcheggi distinti per classi di veicolo
(autoveicoli; motoveicoli; cicli), nonché delle aree destinate ad operazioni di carico e
scarico delle merci.
e) planimetria dei locali di vendita (in scala almeno 1:100), in duplice copia, con
legenda relativa al layout delle diverse zone d'intervento (in particolare con
l'indicazione della superficie di vendita e di quella destinata ad altri usi);
34
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
f) un elaborato grafico (in scala 1:200 o 1:500) relativo alla sistemazione esterna
dell'insediamento commerciale, con particolare riguardo alla viabilità (flusso merci e
persone), alle aree di carico e scarico, all'applicazione agli standard di parcheggio e
verde pubblico ed ai parcheggi pertinenziali per la clientela;
g) un estratto di mappa catastale relativo alle aree interessate dalla domanda di
autorizzazione;
h) relazione tecnica contenente la previsione dei flussi di traffico previsti a seguito
dell'apertura della nuova struttura distributiva ed illustrazione di eventuali soluzioni
che si intendono adottare per il miglioramento della mobilità sulla rete viaria di
riferimento.
Qualora parte della documentazione tecnica e cartografica di cui sopra risulti
depositata presso l'Amministrazione comunale perché già altrimenti prodotta
l'interessato potrà ometterne la presentazione a corredo della domanda di
autorizzazione commerciale dichiarando che la stessa risulta già allegata ad altra
istanza, specificandone gli estremi.
Verificata la domanda,
nel caso di incompletezza o irregolarità della stessa, il
responsabile del procedimento provvederà a richiedere all’interessato,entro 10 giorni
dal ricevimento, le necessarie integrazioni, interrompendo i termini del procedimento.
Tali termini inizieranno a decorrere ex novo al momento della presentazione della
documentazione integrativa richiesta e potranno essere interrotti una seconda volta
solo se vi è la necessità di acquisire ulteriori elementi di giudizio che non siano già
nella disponibilità del Comune e che essa non possa acquisire autonomamente. Nel
caso di richiesta di elementi integrativi i termini inizieranno a decorrere nuovamente
dalla data del ricevimento degli stessi da parte del Comune.
Il responsabile del procedimento trasmette ai competenti Uffici di Urbanistica ed al
Comando di Polizia Municipale l’insieme della documentazione di pertinenza ed
eventualmente anche l’autocertificazione, ove prodotta dall’interessato, per i
necessari controlli.
L’Ufficio
Urbanistica
e
la
Polizia
Municipale
riscontreranno
la
superiore
documentazione trasmettendo l’esito del controllo al Responsabile del procedimento.
3. Si considerano concorrenti le domande, quando la superficie di vendita
effettivamente attivabile per la zona e settore merceologico di riferimento risulta
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
insufficiente rispetto alla superficie di vendita richiesta. Le domande corredate dalla
prescritta documentazione, pervenute al Comune prima della conclusione della fase
istruttoria di una domanda per una
medesima zona urbanistico-commerciale
e
settore merceologico, devono essere esaminate non oltre il 70°(settantesimo) giorno
dei 90 (novanta) fissati come termine ultimo per la conclusione del procedimento.
L'istruttoria si ritiene conclusa quando il Comune si pronuncia nel merito della
domanda o eventualmente alla maturazione del silenzio assenso.
4. Il Comune, entro 90 giorni dalla data di ricevimento della domanda, completa e
regolare, deve procedere al rilascio dell’autorizzazione o a negarla. A tale scopo,
terminata la fase istruttoria, il Dirigente del servizio comunale competente provvederà
al riguardo. Il rilascio dell’autorizzazione commerciale,
di norma, sarà effettuato
prima di quello della concessione edilizia.
Qualora il Responsabile del procedimento ritenga necessario, potrà convocare
apposita Conferenza dei Servizi cui parteciperanno il citato Dirigente, quello
dell’Ufficio di Urbanistica e, ove ugualmente ritenuto necessario, il Comandante della
Polizia Municipale.
In questo caso, il rilascio dell’autorizzazione sarà contestuale a quello della
concessione .edilizia.
Dei lavori della Conferenza dei Servizi verrà redatto apposito verbale che costituirà
parere istruttorio non vincolante ai fini dell’emissione del provvedimento di rilascio o
diniego dell’autorizzazione commerciale per media struttura di vendita.
In caso di provvedimento di diniego, dello stesso dovrà essere data regolare notifica
all’interessato indicando le norme di legge e comunali ostative al richiesto rilascio.
La domanda completa delle informazioni contenute nella modulistica e nella
documentazione prescritta, per la quale non sia stato comunicato il diniego entro 90
giorni dal suo ricevimento, è ritenuta accolta.
5. Nel caso di domande concorrenti l'autorizzazione all'apertura di una media
struttura di vendita è concessa prioritariamente:
a.1) per il settore alimentare a domande che prevedono la concentrazione o
l'accorpamento di preesistenti medie strutture di vendita ovvero di medie strutture e di
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
esercizi di vicinato, preesistenti e operanti nel settore alimentare, e l'assunzione
dell'impegno di reimpiego del personale dipendente;
a.2) per il settore non alimentare a domande che prevedono la concentrazione o
l'accorpamento di preesistenti medie strutture ovvero di medie strutture e di esercizi
di vicinato, preesistenti ed operanti nel medesimo settore non alimentare, e siano
presentate da richiedenti che abbiano frequentato un corso di formazione
professionale per il commercio o risultino in possesso di adeguata qualificazione
professionale. Tale qualificazione può essere comprovata dall'aver esercitato in
proprio, per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, l'attività di vendita all'ingrosso o
al dettaglio di prodotti del settore non alimentare; o aver prestato la propria opera, per
almeno due anni nell'ultimo quinquennio, in qualità di dipendente qualificato addetto
alla vendita o all'amministrazione o, se trattasi di coniuge o parente o affine entro il
terzo grado dell'imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, attestata dalla
iscrizione all'I.N.P.S.; o essere in possesso di un diploma universitario o di un
diploma di istituto secondario di secondo grado.
In entrambi i settori merceologici sopraindicati a.1) e a.2) sono comunque prioritarie
le domande relative agli insediamenti, frutto di operazioni di concentrazione o di
accorpamento, inseriti nell'ambito di progetti di valorizzazione commerciale di cui al
presente piano di urbanistica commerciale;
b) trasferimento di medie strutture in altra zona urbanistico-commerciale, anche con
eventuale ampliamento nei limiti dimensionali in misura non superiore al 20% della
superficie di vendita precedentemente occupata;
c) ampliamento di medie strutture esistenti, oltre il limite del 20% della superficie di
vendita già autorizzata e comunque nel limite dimensionale della media struttura; ;
d) nuova apertura di media struttura operante nel settore non alimentare da parte di
un soggetto che abbia frequentato un corso di formazione professionale per il
commercio riconosciuto dalla Regione ovvero sia in possesso di adeguata
qualificazione professionale, secondo le modalità di cui al precedente punto a.2);
37
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
e) nuova apertura di media struttura.
In caso di concorrenza di domande i relativi procedimenti istruttori sono sospesi per
un tempo non superiore a quindici giorni, durante il quale il Comune individua la
domanda prioritaria.
6. In attuazione dell'articolo 8 della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28,
costituisce atto dovuto, nel rispetto dei requisiti urbanistici, il rilascio di autorizzazione:
all'apertura di una media struttura o) all'ampliamento (oltre il limite del 20%) della
superficie di vendita di una media struttura di vendita, ove ricorrano i seguenti casi:
1) che sia attuata la concentrazione o l'accorpamento di esercizi rientranti nei limiti
dimensionali di cui alle lettere e) ed f) del comma 1 dell'articolo 2 della legge
regionale 22 dicembre 1999, n. 28;
2) che gli esercizi accorpati o concentrati siano stati autorizzati ai sensi dell'articolo
24 della legge 11 giugno 1971, n. 426, e siano operanti nello stesso Comune;
3) che il richiedente si impegni al reimpiego del personale dipendente, con contratto
di lavoro a tempo indeterminato, negli esercizi oggetto di concentrazione o
accorpamento;
4) che la superficie di vendita del nuovo esercizio non superi la somma dei limiti
massimi indicati per gli esercizi di vicinato alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 2
della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28, tenuto conto del numero degli esercizi
oggetto accorpati o concentrati ovvero dell'effettiva superficie di vendita autorizzata,
qualora
la
superficie
di
detti
esercizi
sia
superiore
ai
predetti
limiti.
In ogni caso il rilascio della nuova autorizzazione comporta la revoca di quella relativa
agli esercizi oggetto di concentrazione o di accorpamento.
In caso di provvedimento di diniego, dello stesso dovrà essere data regolare notifica
all’interessato indicando le norme di legge e comunali ostative al richiesto rilascio.
La domanda completa delle informazioni contenute nella modulistica e nella
documentazione prescritta, per la quale non sia stato comunicato il diniego entro
giorni dal suo ricevimento, è ritenuta accolta.
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
7. L’interessato può iniziare a svolgere l’attività:
a) dopo il rilascio dell’autorizzazione; e dopo l’ottenimento della concessione edilizia,
ove prevista;
b) decorso il termine stabilito per la formazione del silenzio- assenso senza che gli
sia stato comunicato un provvedimento di diniego
8. Ai sensi dell’articolo 22, commi 4 e 5, della Legge Regionale 22 dicembre 1999, n.
28, l’autorizzazione all’apertura di una media struttura di vendita è revocata qualora il
titolare:
a) non inizi l’attività entro un anno dalla data di rilascio, salvo proroga su richiesta
motivata dell’interessato in caso di comprovata necessità dipendente da fatti non
imputabili all’impresa;
b) sospenda l’attività per un periodo superiore ad un anno;
c) venga a trovarsi nelle condizioni previste dal Titolo II, articolo 5, commi 2,
e del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114;
d)
nel caso di ulteriore violazione delle prescrizioni in materia igienico-sanitaria,
avvenuta dopo la sospensione dell’attività disposta ai sensi dell’articolo 22, comma 3,
della Legge Regionale n. 28/99.
2a. Per ciascuno dei casi di cui al precedente punto 1a., gli interessati dovranno
provvedere a comunicare al Comune la fattispecie relativa (-ampliamento della
superficie di vendita, nel limite del 20% della superficie occupata; riduzione di
superficie di vendita; riduzione di settore merceologico; cessazione di attività) ,
mentre, per il caso del sub ingresso, dovranno inoltrare copia del titolo che dà diritto
a subentrare nell’attività del dante causa. Per tale ultimo caso , ai fini del rilascio
dell’autorizzazione al nuovo titolare , lo stesso,
può non disporre dei parcheggi
pertinenziali per la clientela, ma, ove già esistenti, non possono venir meno. La
sopravvenuta loro eventuale indisponibilità, contestuale o successiva al subingresso,
costituisce, a carico del Comune,
atto dovuto
di revoca dell’autorizzazione
amministrativa.
9. Ai fini dell’accesso ai documenti relativi all’istruttoria delle domande, si applicano
le norme di cui alla Legge Regionale 30 aprile 1991, n. 10
39
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Articolo 5 - La disciplina per le grandi strutture di vendita
L’apertura, il trasferimento di sede, l’ampliamento di superficie delle grandi strutture
di vendita soggiace :
a) alle relative norme di cui alla legge n.28/99, al DPRS n.165/2000, al DPRS, n.176
/2000.
b) alle vigenti norme urbanistiche del Comune, per l’edificazione, integrate, del caso,
da quelle di cui al presente Piano ( Titolo 3° - Pr ogrammazione urbanistica riferita al
settore commerciale) riguardanti le -zone urbanistiche commerciali in cui è consentito
l’insediamento delle grandi strutture.
40
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Articolo 6 - Superfici di vendita, effettivamente attivabili per le medie
strutture di vendita, distinte per zona urbanisticocommerciale e per settore merceologico.
1. I valori delle superfici di vendita effettivamente attivabili di cui al presente Articolo
sono, per ciascun settore merceologico, aggiuntivi a quelli delle superfici delle medie
strutture di vendita esistenti alla data di adozione del Piano da parte del Consiglio
Comunale. Il rilascio delle autorizzazioni amministrative richieste sarà effettuato,
salvo le deroghe di cui al successivo punto 3, se al momento della istanza, nel
rispetto di quanto stabilito al precedente Articolo 5,
sarà disponibile un valore nelle
predette superfici almeno pari a quello della superficie di vendita che si intende
attivare con la titolarità dell’autorizzazione amministrativa richiesta.
2. Le superfici di vendita effettivamente attivabili, sono così distinte per zona e per
settore merceologico:
Zona A:
. Settore alimentare:
Settore non alimentare :
mq. 600;
mq . 1200.
Zona B1
Settore alimentare :
Settore non alimentare :
mq. 1000;
mq. 1500.
Zona B2:
Settore alimentare:
Settore non alimentare :
mq. 1800;
mq. 3000.
Zona B3:
Settore alimentare:
Settore non alimentare
mq. 1000;
mq. 2000.
41
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Zona C1:
Settore alimentare :
Settore non alimentare:
mq. 2600;
mq. 3000.
Zone C2,
Settore alimentare:
Settore non alimentare:
mq. 2600;
mq. 3000.
Zone C3,
Settore alimentare:
Settore non alimentare:
mq. 1000;
mq. 1000.
Zona D1.1
Settore alimentare:
Settore non alimentare:
mq. 1000;
mq. 2000;
Zona D2.1
Settore alimentare :
Settore non alimentare:
mq. 2000;
mq. 3000;
Zona D2.2
Settore alimentare:
mq. 1000;
Settore non alimentare: mq. 3000;
Zona D3.1
Settore alimentare :
mq. 1000;
Settore non alimentare . mq. 1000.
3. In ciascun zona urbanistico-commerciale, ad esclusione della
Zona D1.1, e
fatto salvo il rispetto di tutti gli altri requisiti richiesti, al fine del rilascio
dell’autorizzazione amministrativa, si deroga dalla disponibilità di superficie di vendita
42
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
effettivamente attivabile, nel caso in cui, l’istanza, riguardi una media struttura avente
la modalità del mercato coperto o del centro commerciale locale urbano.
Articolo 8 – Modalità di gestione delle superfici di vendita effettivamente
attivabili per le medie strutture
1. La gestione delle superfici di vendita effettivamente attivabili per le medie strutture
consiste, oltre che nel verificare la disponibilità di superficie al fine del rilascio delle
autorizzazioni amministrative richieste, consiste, nell’aggiornare, in relazione ai
differenti casi in diminuzione o in aumento dei rispettivi valori, le citate superfici al
momento esistenti.
2. Per l’aggiornamento delle superfici si stabilisce la seguente procedura a seguito
dei distinti casi, qui di sotto indicati, che si possono presentare:
a. Rilascio dell’autorizzazione per apertura di una nuova media struttura
La superficie di vendita, al momento disponibile nella
zona interessata, sarà
diminuita del valore di quella indicata sull’autorizzazione amministrativa rilasciata.
b. Rilascio dell’autorizzazione per trasferimento di sede
b.1. Nello stessa zona
La superficie al momento disponibile sarà diminuita della differenza fra la maggiore
superficie della nuova media struttura rispetto a quella di precedente insediamento o,
al contrario, aumentata, ove ricorra il caso opposto.
b.2. In altra zona
Si provvederà :
1) nella zona di nuovo insediamento, a diminuire la superficie di vendita, al momento
disponibile, così come nel caso stabilito al precedente punto a. ;
43
Piano di urbanistica commerciale
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2) nella zona di precedente insediamento, ad aumentare il valore della superficie di
vendita, al momento disponibile nell’ambito di zona di precedente insediamento, del
valore indicato nella precedente autorizzazione.
c. Rilascio delle autorizzazioni amministrative per mercati coperti
Premesso che la prevista aggregazione, in qualsivoglia zona, non deve
necessariamente riguardare
esercizi di vicinato già esistenti,
ma poter anche
riguardare esercizi il cui insediamento è contestuale al quello del mercato coperto
che si intende attivare, si provvede a diminuire la superficie, al momento disponibile
per la zona di richiesto insediamento, di quella autorizzata per il mercato coperto. Nel
caso in cui detta superficie disponibile
fosse insufficiente od inesistente,si
provvederà ad indicare il valore negativo della superficie disponibile a seguito del
rilascio dell’autorizzazione .Tale valore, a seconda dei casi, sarà pari alla differenza
fra la superficie di vendita del mercato coperto e quella esistente o alla superficie di
vendita di titolarità del mercato coperto.
d. Rilascio delle autorizzazioni per i centri commerciali locali urbani
I centri commerciali locali urbani, possono, non riguardare unità commerciali ( di
vicinato e/o medie strutture) già esistenti .
Per l’aggiornamento delle superfici effettivamente attivabili si procederà nel seguente
modo:
d.1 Il centro commerciale risulta alla aggregazione di soli esercizi di
vicinato,
d1.1. Ove esista , al momento, della superficie di vendita effettivamente attivabile,
si provvederà ad impegnarla fino al limite della superficie di vendita autorizzata
per la nuova struttura commerciale. Ove la predetta superficie attivabile dovesse
risultare inferiore a quella autorizzata per il centro commerciale locale urbano, la
prima, a seguito dell’aggiornamento, risulterà naturalmente di segno negativo, in
misura pari alla differenza con quella autorizzata
44
Piano di urbanistica commerciale
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d1.2. Ove, al momento, la superficie di vendita effettivamente attivabile dovesse
risultare di segno negativo, la stessa, dopo il rilascio dell’autorizzazione alla nuova
struttura, risulterà maggiormente negativa di un valore pari alla somma di quello
iniziale più quello relativo alla superficie di vendita autorizzata per il centro.
d.1.3
Il centro commerciale risulti alla aggregazione di esercizi di vicinato
e medie strutture già precedentemente attive nella zona di
insediamento del centro commerciale locale
In una prima fase si provvederà ad aumentare la superficie di vendita attivabile, al
momento esistente, della superficie di vendita delle medie strutture che si sono
aggregate, successivamente si procederà, applicando, del caso, il disposto di cui
al precedente punto d1.1 o d1.2.
d.1.4 Il centro commerciale risulti alla aggregazione di esercizi di vicinato
e/o medie strutture di cui, alcune, già precedentemente attive nella
zona di insediamento del centro commerciale locale , altre attive in
differenti zone.
Per le medie strutture interessate che continuano , pur aggregate, a far parte del
centro commerciale locale urbano, si procederà, per la zona di nuovo
insediamento
come stabilito al precedente punto d1.3, per le altre medie
strutture, già attive in differenti zone, si provvederà, ad aumentare, in predette,
differenti zone,
la relativa superficie di vendita effettivamente
attivabile al
momento esistente.
d1.5
Il centro commerciale risulti alla aggregazione di esercizi di vicinato
e/o medie strutture già attive in differenti zone.
Per le medie strutture interessate si provvederà ad applicare la seconda parte del
precedente punto d1.4.
e. Cessazione o revoca dell’autorizzazione amministrativa
Le superfici di vendita effettivamente attivabili , al momento disponibili, sono
aumentate, per la zona di riferimento, della superficie di vendita già di titolarità
dell’esercizio cessato o che abbia subito la revoca dell’autorizzazione.
45
Piano di urbanistica commerciale
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f. Ampliamento delle superfici di vendita:
f.1 Ampliamento inferiore al 20% della superficie precedentemente
autorizzata
Per la zona di riferimento, non si procede ad alcun aggiornamento delle superfici di
vendita effettivamente attivabili.
f.2 Ampliamento dei locali di vendita in misura superiore al 20% della
superficie precedentemente autorizzata
Per la zona di riferimento, si procede alla di diminuzione delle superfici di vendita
effettivamente attivabili, al momento disponibili, nella misura corrispondente alla
differenza fra la nuova superficie autorizzata e quella di precedente insediamento.
g) Vendita di beni di propria produzione all’interno di locali facenti parte degli
impianti artigianali od industriali in cui i beni sono stati prodotti.
1. La superficie di vendita non può superare le dimensioni previste per le medie
strutture.
2. Non si provvede a impegnare le superfici di vendita effettivamente attivabili della
zona di riferimento.
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Piano di urbanistica commerciale
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Articolo 9 Interventi per la valorizzazione commerciale di particolari zone
urbanistico-commerciali o di parti di esse
All’interno delle zone urbanistico commerciali A e B( B1, B2, B3), o di parti delle
stesse, si potranno rendere operanti :
1) dei centri commerciali naturali;
2) dei progetti di valorizzazione commerciale.
1a) Il Centro Commerciale Naturale è da intendere come un insieme di attività
terziarie private commerciali, artigianali, turistiche, di servizi fra loro vicine e
comunque ricadenti nell’ambito delle zone urbanistico-commerciali A e B ( B1. B2.
B3) o di parti di esse. Del caso, sono da intendere come facenti parte del predetto
Centro,
intere vie, piazze, quartieri, zone territoriale omogenee, in cui,
spontaneamente e storicamente si sono addensati i negozi, le botteghe artigiane, i
bar, i ristoranti, e i servizi.
Gli interessati si riuniscono in Consorzio nella forma così come individuata e
regolamentata dall’articolo 2602 e seguenti del codice civile.
I soci del Consorzio possono essere, oltre alle piccole e medie imprese di cui al
Decreto
dell’Assessore
Regionale
della
Cooperazione,
del
Commercio,
dell’Artigianato e della Pesca, dell’11 febbraio 1997 e successive modifiche ed
integrazioni, anche le imprese terziarie artigiane e turistiche, gli Enti Locali territoriali
e di Diritto Pubblico, le associazioni, senza scopo di lucro, della società civile, del
mondo dello sport e della cultura, le organizzazioni sindacali professionali di
categoria, le istituzioni private, le società e/o aziende private e/o pubbliche di
gestione trasporti, di parcheggi, sponsor privati, le organizzazioni religiose, i centri di
assistenza tecnica per le imprese.
La gestione del centro è affidata al Consorzio.
Il centro commerciale naturale ha i seguenti scopi:
. coordinare la propria autonoma iniziativa per riqualificare l’immagine e migliorare la
vivibilità urbana degli spazi in cui opera;
. accrescere le capacità attrattive delle attività svolte al suo interno;
. migliorare il servizio ai consumatori ed ai turisti.
47
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
La possibile attività del centro commerciale naturale può essere così articolata:
1) attività di comunicazione come informazione, editoria, pubblicità, propaganda,
pubbliche relazioni sui media cartacei, radio-televisivi e telematici;
2) progetti di arredo urbano;
3) accordi con enti di promozione turistica del territorio per l’offerta di pacchetti
turistici integrati con l’offerta commerciale;
4) iniziative col sistema economico e finanziario al fine di sponsorizzare iniziative del
centro;
5) accordi con la proprietà immobiliare su eventuali progetti di riconversione
funzionale di immobili inutilizzati;
6) partecipazione a bandi di finanziamento pubblico rivolti alle imprese commerciali di
vicinato per lo sviluppo delle strategie di marketing;
7) gestione di finanziamenti inerenti la sicurezza e il controllo, per la realizzazione di
impianti collettivi per la video sorveglianza esteso a tutto il territorio dei centri
commerciali naturali;
8) organizzare manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari per il
raggiungimento e la diffusione dei propri obiettivi, nonché attività di formazione per i
titolari e gli addetti, quanto, infine, per la promozione e la valorizzazione dei territori.
2a) I progetti di valorizzazione commerciale,
aventi anche di natura urbanistico-
edilizia, potranno nascere in modo contestuale al sorgere delle fondamentali attività
commerciali e di servizio o in via successiva.
Servono alla riqualificazione ed allo sviluppo del tessuto commerciale, artigianale di
servizio e della ricettività, al rafforzamento dell’immagine e dell’identità urbane
degli ambiti di zona interessati.
Possono prevedere interventi a carattere strutturale, che a titolo esemplificativo
possono essere così richiamati:
1) il riuso di contenitori esistenti per l’insediamento di nuove attività commerciali con
funzione anche di “magnete” ;
2) il rifacimento di illuminazione pubblica e ripavimentazione di vie e piazze;
3) la realizzazione di opere di arredo urbano che migliorino l’estetica, l’identità e la
capacità di richiamo degli ambiti interessati;
4) il recupero di facciate dotate di valori storici e culturali;
48
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
5) il recupero di immobili pubblici da adibire
paracommerciali e di servizio pubblico integrato;
ad
attività
commerciali,
6) il recupero di piazze e spazi pubblici da destinare all’attività di commercio su aree
pubbliche o a luoghi di esposizioni, mostre e di attività culturali di carattere periodico,
così come la creazione di spazi polifunzionali destinati all’attività di intrattenimento e
di svago;
7)
l’attuazione di azioni di promozione di marketing urbano.
La regia per avviare, promuovere, realizzare e far funzionare oltre che mettere in
opera e/o concorrervi a farlo, sia la nascita del centro commerciale naturale, quanto i
progetti di valorizzazione commerciale,è in capo al Comune che rappresenta l’Ente
proponente che promuoverà e raccorderà tutte le necessarie iniziative con gli altri
Enti pubblici e con i soggetti privati per conseguire gli scopi indicati.
A tal fine, la Giunta Municipale è delegata a dare concreta attuazione a quanto
contenuto nel presente Articolo
per mezzo di un apposito progetto tecnico e
finanziario insieme, che sia anche in grado, dal punto di vista delle risorse
necessarie, a consentire l’erogazione delle provvidenze o prevedere le eventuali,
minori entrate di cui alle complessive misure previste, per tendere comunque
all’obiettivo che, nel medio periodo, l’insieme dei provvedimenti si realizzi ”senza
oneri per il Comune”.
49
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
TITOLO III
LA PROGRAMMAZIONE URBANISTICA RIFERITA AL
SETTORE COMMERCIALE
Articolo 10 – Tipologie di esercizi consentite all’interno delle zone
urbanistico-commerciali
1. Nelle zone urbanistico-commerciali di cui all’articolo 4 della programmazione
commerciale facente parte del PUC, le destinazioni d’uso per il commercio al
dettaglio su aree private sono possibili ai piani terreni ed ai primi piani;.
2. In ciascuna delle zone di cui al precedente punto 1, sono così specificate le
sole tipologie di esercizi consentite:
Zona A:
esercizi di vicinato; medie strutture ( ma con superficie di vendita non
superiore a mq.300);
Zona B1:
esercizi di vicinato; medie strutture ( ma con superficie di vendita non
superiore a mq.600);
Zona B2 :
esercizi di vicinato; medie strutture;
Zona B3 :
esercizi di vicinato; medie strutture;
Zona C1:
esercizi di vicinato; medie strutture;
Zona C2:
esercizi di vicinato; medie strutture
Zona C3:
esercizi di vicinato; medie strutture
Zona D1.1: medie strutture ( ma con superficie di vendita non inferiore a mq.600);
Zone D2.1: medie strutture ; grandi strutture ( ma con superficie di vendita non
superiore a mq.3000);
Zone D2.2: medie strutture ; grandi strutture ( ma con superficie di vendita non
superiore a mq.3000);
Zona D3.1: medie strutture .
50
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Articolo 11 Dotazione parcheggi pertinenziali per la clientela per
trasferimento di sede, nuove aperture, ampliamenti
delle superfici di vendita, degli esercizi commerciali
al dettaglio
Con il recepimento, nel PUC, dell’art.16 del DPRS n.165/200 riguardante i
“Parcheggi pertinenziali per la clientela” , così si statuisce
1. I parcheggi pertinenziali per la clientela sono aree o costruzioni, o porzioni di aree
o costruzioni, adibiti al parcheggio dei veicoli, al servizio esclusivo di un determinato
insediamento.
Nei parcheggi pertinenziali le dimensioni lineari del singolo posto-auto, non devono
essere inferiori a ml.2,x4.8.
La superficie convenzionale di un “ posto auto”, comprensiva dei relativi spazi di
disimpegno, si considera pari a mq.25.
2. I parcheggi pertinenziali per la clientela di un esercizio commerciale devono essere
di uso comune, cioè destinati a tutti i clienti. Pertanto devono essere collocati e
organizzati in modo da essere accessibili liberamente e gratuitamente dai clienti
stessi; possono trovarsi all’interno di recinzioni, salvo norme contrarie della
disciplina urbanistica comunale, ma in tale caso le chiusure degli accessi devono
essere eventualmente operanti solo nelle ore e nei giorni in cui l’attività di cui sono
pertinenza è chiusa.
I parcheggi pertinenziali sono generalmente localizzati nello stesso complesso
edilizio che contiene l’unità o le unità immobiliari di cui sono pertinenza, possono
altresì essere localizzati anche in altra area o unità edilizia posta in un ragionevole
raggio
di
accessibilità
pedonale
(
di
norma
entro
300
metri),
purchè
permanentemente asservita alla funzione di parcheggio pertinenziale, e purchè
collegata alla struttura di vendita con un percorso pedonale protetto ( marciapiedi,
attraversamenti segnalati) e privo di barriere architettoniche.
I parcheggi pertinenziali devono essere collocati in area distinta dagli spazi pubblici
per attività collettive, verde pubblico e parcheggi pubblici, senza sovrapposizioni.
51
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
3. I parcheggi pertinenziali non sono previsti per gli esercizi di vicinato; per le medie
e per le grandi strutture di vendita sono previsti nei seguenti casi:
A) nuove aperture;
B) ampliamenti oltre il 20% delle superfici precedentemente autorizzate,
C) trasferimenti di sede.
La dotazione minima è la seguente:
a) medie strutture di vendita alimentari o miste: va richiesta una dotazione di mq.1,0
per ogni metro quadrato di superficie di vendita;
b) medie strutture di vendita non alimentari: va richiesta una dotazione di mq.0,5 per
ogni metro quadrato di superficie di vendita;
c) per le grandi strutture di vendita dalla superficie fino a quella massima prevista
con il presente Piano:
c1) grandi strutture di vendita alimentari o miste: va richiesta una dotazione di mq.2,0
per ogni metro quadrato di superficie di vendita;
c2) grandi strutture di vendita non alimentari: va richiesta una dotazione di mq.1,5 per
ogni metro quadrato di superficie di vendita;
Si precisa, che la dotazione , per il caso dell’ampliamento di cui di cui alla superiore
lettera B, anche se l’autorizzazione originaria fosse stata rilasciata in data anteriore
all’adozione del presente Piano, la dotazione del parcheggio va riferita alla superficie
totale di vendita dell’esercizio così come risulta a seguito del richiesto ampliamento.
4. La disponibilità dei parcheggi pertinenziali per la clientela nelle misure indicate,
costituisce requisito essenziale per il rilascio dell’autorizzazione per la vendita al
dettaglio per ciascuno dei tre casi di cui alle superiori corrispondenti lettere A), B),
C).
5. Il
venir meno del requisito del parcheggio pertinenziale costituisce motivo di
revoca dell’autorizzazione amministrativa.
52
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
6. Al fine di agevolare le iniziative tendenti all’ammodernamento, alla qualificazione
ed al consolidamento della rete distributiva preesistente, il Comune richiederà
dotazioni di parcheggio pertinenziale, inferiore a quelle indicate, nei seguenti casi:
a. nell’ambito di Progetti di valorizzazione commerciale di cui al punto 2a) del
precedente Articolo 9;qualora sia previsto dal progetto che l’accesso
dell’utenza avvenga in misura significativa piedi o con i mezzi leggeri, e purchè
gli interventi siano limitati alla ristrutturazione edilizia e al cambio di
destinazione d’uso.
b. nel caso di interventi di ristrutturazione o di ampliamento di preesistenti strutture
di vendita, entro il limite di un ampliamento massimo del 20% della superficie di
vendita precedentemente autorizzata;
c. per le sole Zone A e B ( B1, B2, B3), nel caso di realizzazione di mercati coperti,
o di centri commerciali locali urbani, gli uni o gli altri appartenenti al settore misto
e con superficie di vendita non superiore a mq.1000. La deroga si applica anche
nei casi in cui, nelle strutture medesime, si provveda con interventi di
ristrutturazione o di ampliamento delle preesistenti superfici.
d. nel caso in cui l’attività commerciale debba svolgersi, attraverso variazione di
destinazione d’uso, in edifici esistenti nei quali occorra eventualmente effettuare
esclusivamente interventi manutentivi senza aumento di superficie;
e. per la sola Zona A ove la superficie totale di vendita non superi i mq.300;
f. nei casi di sub-ingresso.
g. per le sole Zona B ove la superficie totale di vendita non superi i mq.600
(seicento).
In tutti i casi sopra indicati, in alternativa alla mancata disponibilità dei parcheggi, il
Comune richiederà la “monetizzazione” al 50% rapportata alla mancanza parziale o
totale delle dotazioni prescritte.
53
Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
Articolo 12– Misure di tutela e di valorizzazione di locali
1. Il Comune, fatta salva l’assenza del vincolo a parcheggio ed il solo rispetto dei requisiti
igienico-sanitari dichiarati dall’Ufficiale Sanitario, rilascerà, anche in deroga ai parametri
edilizi minimi prescritti dal Regolamento Edilizio, senza oneri per il richiedente,
l’autorizzazione per il cambio di destinazione ad uso commerciale di locali esistenti nelle
zone A e B ( B1, B2, B3):
2. Per gli impianti produttivi eventualmente esistenti, realizzati in verde agricolo con
regolare concessione edilizia o ammessi a sanatoria con il rilascio della relativa
concessione, è ammessa la variazione di destinazione d’uso commerciale, fatto salvo il
pagamento degli eventuali oneri per il rilascio del titolo edilizio.
3. Nei progetti di lottizzazione convenzionata di iniziativa pubblica o privata, presentati a
far data dall’adozione del Piano, va destinato, ad aree per locali commerciali, almeno il
15% delle aree residenziali.
Articolo 13
Adeguamento alla programmazione urbanistico – commerciale
delle norme tecniche di attuazione delle Zone D
Riguardo alle Zone D del PUC, i relativi articoli delle Norme Tecniche di Attuazione del
PRG sono così adeguati:
a) Per la Zona D1.1. ( art.43 delle N.t.A.)
1. La “definizione” è integrata con la seguente espressione: ” con suscettività d’uso
commerciale”;
2 La “descrizione” rimane invariata;
3. In “destinazione d’uso”, dopo la parola “ industriale “ si aggiunge l’espressione :
“con suscettività d’uso commerciale” ;
4 L’espressione contenuta in “ strumento di attuazione” rimane invariata;
5 Si aggiunge la seguente nuova espressione:
” Sono previsti insediamenti di medie strutture ( ma con superficie di vendita non
inferiore a mq.600) Per i relativi insediamenti si devono rispettare gli standards fissati
dall’art.16 del DPRS n.165/2000 riguardanti i parcheggi pertinenziali per la clientela”;
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
c) Per le Zone D 2.1. e D2.2 ( Art. 44 delle N.t.A)
1. La “definizione” è integrata con la seguente espressione:” commerciale –
direzionale”; ;
2. Alla espressione contenuta nella “descrizione”
“commerciale e direzionale”;
si aggiunge la seguente:
3. All’espressione contenuta in “destinazione d’uso” si aggiunge :” commerciale e
direzionale”, per le quali sono previste:
= medie strutture ;
= grandi strutture di vendita ( ma con superficie non superiore a mq.3000).
= impianti per attività direzionali( servizi amministrativi,agenzie immobiliari,bancarie,
assicurative,e simili);
= impianti per l’attività di somministrazione e di ristorazione;
= impianti per attività sportive e per il tempo libero;
= impianti per attività turistico – ricettive”.
Per gli insediamenti delle medie e delle grandi strutture di vendita si devono rispettare
gli standards distintamente fissati dall’art.16 del DPRS n.165/2000 riguardanti i
parcheggi pertinenziali per la clientela;
4. All’espressione contenuta in “ Strumento di attuazione” si aggiunge, alla fine, la
seguente: “ Per gli insediamenti commerciali si utilizzano Piani particolareggiati
convenzionati o Piani di lottizzazione convenzionata”, riferiti ad un’area di intervento
estesa almeno 2000 mq. o, se il lotto disponibile fosse inferiore, purchè siano rispettati
tutti gli altri indici stabiliti.
d) Per la Zona D3.1 ( Art. 45 delle N.t.A)
1. All’espressione contenuta in “ Definizione”, alla fine, si elimina l’espressione “ di
supporto”;
2. In “ Destinazione d’uso”, dopo la parola “ commerciali” si aggiunge : “ per medie
strutture”.
3.. All’espressione contenuta in “ Strumento di attuazione” si aggiunge, alla fine, la
seguente: “ Per gli insediamenti commerciali si utilizzano Piani particolareggiati
convenzionati o Piani di lottizzazione convenzionata”, ad iniziativa privata riferiti ad
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Piano di urbanistica commerciale
comune di Pozzallo
un’area di intervento estesa almeno 2000 mq. o, se il lotto disponibile fosse inferiore,
purchè l’intervento riguardi l’intero lotto.
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