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CAMPIONATO GIORNALISMO 19 GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014 •• SCUOLA MEDIA EZIO COMPARONI BAGNOLO Laboratori creativi e divertenti Realizzati borse, orecchini, ciondoli: oggetti super per un super regalo AMARCORD Quando si andava nei canali a fare il bagno SPESSO i nostri nonni ci raccontano la loro gioventù: amicizie, difficoltà, tradizioni. Ricordano come svaghi e divertimenti, all’epoca della loro adolescenza, fossero davvero scarsi. Ci colpisce sentire che uno dei più diffusi era quello dei bagni nei canali. L’acqua era pulita e genitori e bambini, alla domenica, si ritrovavano lungo il corso dei canali per divertirsi e trovare un po’ di refrigerio dalla calura estiva. Oggi ci sembra impossibile che ciò avvenisse. L’acqua di fiumi e torrenti è molto inquinata e, sempre più spesso, muoiono pesci per colpa dell’insalubrità delle acque. Come sappiamo, poco tempo fa, anche nel canale di Correggio sono morti centinaia di pesci (soprattutto carpe e lucci) a causa di una schiuma densa e maleodorante che non si sa da cosa sia stata provocata. L’Arpa (l’ente che si occupa dell’inquinamento di acqua, aria e suolo) è intervenuta per cercare le ragioni di questa situazione. L’acqua dolce è abbondante sul nostro pianeta, ma, per colpa dello spreco dell’uomo, le riserve stanno diminuendo. Inoltre, i gas rilasciati dalle industrie e dalle automobili inquinano l’acqua, che, percorrendo il suo ciclo, va a finire nei fiumi. A causa del grande inquinamento, anche la pesca nei canali è diventata un’attività poco diffusa ai giorni nostri e gli appassionati sono costretti a pescare nei laghetti controllati. Eppure si tratta di uno sport così divertente! Speriamo che le nuove generazioni comprendano l’importanza di tutelare l’ambiente, che l’ inquinamento diminuisca e che i bambini possano tornare a fare il bagno nei canali. Delia Cavalca e Giada Rubagotti IIA LABORATORI divertenti? È possibile, creando oggetti da mettere in vendita. Questo è quello che i ragazzi delle classi prime della scuola media di Bagnolo hanno fatto nel mese di dicembre, ogni mercoledì e giovedì pomeriggio, per quattro settimane, sotto la supervisione di alcuni professori che si sono prestati ad insegnare ai ragazzi come realizzare gli oggetti. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi. In quello dei “Bijoux” hanno creato borse, orecchini, collane e ciondoli, in quello di “Manualità creativa” portachiavi, palline e ciondoli da appendere sull’albero di Natale. I laboratori si sono conclusi con un mercatino, svoltosi appena prima delle feste natalizie all’interno della nostra scuola, dando la possibilità ai genitori e agli insegnanti di poter acquistare gli ultimi regali. Linda Perna I E LA “CREATIVITÀ” è la capacità di inventare con la propria fantasia e di creare. “Operatività” significa fare con efficacia. I nostri professori hanno messo insieme queste qualità e hanno organizzato un laboratorio, dove gli alunni potessero esprimersi proprio con la creatività e l’operatività, realizzando oggetti, dipingendo e decorando.Io mi sono iscritta perché volevo sfruttare l’occasione di lavorare insieme ai miei compagni, esprimendo me stessa e la mia fantasia. Matilde Gabrielli I B IO MI sono iscritta per provare un’esperienza nuova, insieme ai miei amici e ai miei compagni di classe.Durante questo laboratorio mi sono divertita un sacco e spero che anche le future prime medie abbiano l’occasione di partecipare a questa iniziativa della scuola. Serena Carpi I B QUANDO la nostra insegnante ci ha annunciato la novità del laboratorio di manualità eravamo molto eccitati dall’idea. Questa iniziativa è stata una buona opportunità per mettere alla prova le nostre capacità di ideare, progettare e creare invenzioni tutte nostre e magari conoscere meglio alcuni nostri compagni con i quali non scoprire talenti nascosti in tutti noi. Claudia Costa IA I ragazzi al lavoro durante i laboratori creativi comunichiamo molto. Il nostro impegno ha permesso di realizzare un mercatino di Natale, per le “addette alla vendita” è stato molto emozionante vedere i genitori e gli insegnanti comprare le nostre creazioni. Sapere che abbia- mo guadagnato è stato bello, ma pensare che gli adulti hanno capito i nostri sforzi per realizzare cose che spesso sono state un po’ complicate, è stato super! Questo laboratorio è stato utilissimo per capire capacità, esprimere idee e MI È SEMPRE piaciuta l’arte, disegnare o costruire oggetti, anche se non sono molto portata. Quest’anno, quando si è proposto questo laboratorio io mi sono subito offerta di partecipare. Le professoresse ci aiutavano nei lavori di precisione e ci davano tanti consigli. Ogni giorno che passava le nostre creazioni diventavano sempre più belle e colorate. Però, secondo me, qualcosa da migliorare per i prossimi anni ci sarebbe. Io, ad esempio, avrei realizzato il mercatino una domenica nelle piazze, così avrebbero comprato le nostre creazioni non solo i genitori, ma tutti. Questa esperienza mi è piaciuta molto perché ho capito che la scuola non prevede solo l’insegnamento di materie, ma può insegnare anche cose più pratiche, attraverso attività divertenti! Viola IB L’ESPERIENZA Che emozione servire alla mensa della Caritas UN GIORNO la nostra insegnante di Religione ci ha parlato di un progetto che avremmo fatto quest’anno: l’uscita alla mensa Caritas di via Adua. La proposta ha creato subito lo scompiglio generale: «Ah no, io non sono mica lo schiavo di nessuno!», «Se mi rispondono male io alzo le mani», «Lavare i piatti a me fa schifo!» Sono state le frasi di alcuni di noi. Noi giovani di oggi non siamo capaci di metterci al servizio degli altri, di aiutare, perché abbiamo sempre tutto a portata di mano, tutto pronto. La nostra professoressa ci ha spiegato che non era questo lo spirito giusto perché non si andava a fare gli schiavi di nessuno e se a noi non piaceva fare squadra e aiutare gli altri, potevamo stare a casa. È strano, ma ci siamo andati tutti. Il 19 dicembre siamo partiti, pieni di dubbi e preoccupazioni. Appena entrati l’aria che si respirava era piena di voglia di mettersi in gioco e di aiutare gli altri, ci si sentiva a casa. Ci siamo organizzati in gruppo e abbiamo cominciato a lavorare. Le persone intorno a noi erano pronte ad aiutare, disponibili, cordiali e premurose. Non c’era mai un momento vuoto e tutti collaboravano senza mai fermarsi. Alle 11 e mezza siamo usciti dalla cucina e abbiamo incominciato a preparare le ultime cose per iniziare a servire a mezzogiorno. IO ERO ADDETTA ai dolci e mi sentivo bene, sicura, pronta per dare una mano alla prima persona che ne avesse avuto bisogno. Vedevo le persone in fila dietro al cancello che aspettavano di entrare per prendere da mangiare e mi salivano le lacrime agli occhi, non riuscivo a darmi pace. Perché io potevo andare a casa e trovare il pasto pronto, due genitori che lavorano, una bella casa, una famiglia felice e loro no? Perché il mondo era così ingiusto? Gli ospiti hanno cominciato ad entrare e a me sono venuti i brividi. Ognuno di loro aveva una storia diversa. Mi sentivo triste e afflitta, ma al tempo stesso felice perché il Signore mi aveva fatto nascere in una famiglia fortunata. Servivo le persone sorridendo, facendo vedere loro che ero lì per aiutarli e gli auguravo buona giornata, anche se non sapevo se lo sarebbe stata. Provavo dolore dentro di me, non capivo perché il mondo non potesse accontentare tutti. Alcuni ti ignoravano, altri salutavano e sorridevano, altri ancora si vergognavano, uno si è anche arrabbiato. Credo fosse uno sfogo per l’astio che aveva contro il mondo intero.Una donna è venuta a prendere il dolce con una bambina e quando ha visto il gelato si è come illuminata. È stata un’emozione bellissima. Quando abbiamo finito di servire mi sentivo bene per aver compiuto la mia missione: aiutare gli altri. E non volevo andare a casa. Credo che una giornata così piena di emozioni non la scorderò mai. Mi ha fatto capire che è necessario aiutare gli altri per migliorare il mondo in cui viviamo. Chiara Piccinini III A