TELEVISORI LCD e LED Lo schermo a cristalli liquidi, in sigla LCD

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TELEVISORI LCD e LED Lo schermo a cristalli liquidi, in sigla LCD
TELEVISORI LCD e LED
Lo schermo
a cristalli
liquidi,
in sigla LCD dalla
corrispondente
espressione inglese liquid crystal display, è una tipologia di display a schermo
piatto utilizzata nei più svariati ambiti, con dimensioni dello schermo che variano da
poche decine di millimetri a oltre 100pollici. I maggiori produttori a livello mondiale di
pannelli LCD sono AU Optronics, Chi Mei Innolux Corporation, LG Display, Panasonic
Corporation, Samsung Electronics, S-LCD e Sharp Corporation. Da circa trent'anni in
particolare gli LCD sono utilizzati anche in ambito video, inizialmente nei computer
portatili, in seguito anche nei monitor e nei televisori (inizialmente in televisori
portatili con schermo di pochi pollici, in seguito anche nei normali televisori con
schermi di varie decine di pollici) riuscendo, all'inizio del secolo, insieme allo schermo
al plasma, a mandare in pensione il quasi centenario display CRT.
Il primo utilizzo dei
Heilmeier nel 1965.
cristalli
liquidi
per
uno
schermo
fu
opera
di George
Funzionamento
L'LCD è basato sulle proprietà ottiche di particolari sostanze denominate cristalli
liquidi. Tale liquido è intrappolato fra due superfici vetrose provviste di numerosissimi
contatti elettrici con i quali poter applicare un campo elettrico al liquido contenuto.
Ogni contatto elettrico comanda una piccola porzione del pannello identificabile come
un pixel (o subpixel per gli schermi a colori), pur non essendo questi ultimi
fisicamente separati da quelli adiacenti come avviene invece in uno schermo al
plasma. Sulle facce esterne dei pannelli vetrosi sono poi posti due
filtri polarizzatori disposti su assi perpendicolari tra loro. I cristalli liquidi torcono di
90° la polarizzazione della luce che arriva da uno dei polarizzatori, permettendole di
passare attraverso l'altro.
Prima che il campo elettrico sia applicato, la luce può passare attraverso l'intera
struttura, e, a parte la porzione di luce assorbita dai polarizzatori, l'apparecchio risulta
trasparente. Quando il campo elettrico viene attivato le molecole del liquido si
allineano parallelamente al campo elettrico, limitando la rotazione della luce entrante.
Se i cristalli sono completamente allineati col campo, la luce che vi passa attraverso è
polarizzata perpendicolarmente al secondo polarizzatore, e viene quindi bloccata del
tutto facendo apparire il pixel non illuminato. Controllando la torsione dei cristalli
liquidi in ogni pixel, si può dunque regolare quanta luce far passare. Si noti però che
in questo modo un pixel guasto apparirà sempre illuminato. In realtà alcune tipologie
di pannelli funzionano all'opposto, cioè sono trasparenti quando accesi ed opachi
quando
spenti
per
cui
un
pixel
guasto
resta
sempre
opaco.
Parlando di schermi a colori per PC o TV, l'unità di misura delle dimensioni dello
schermo è comunemente il pollice (un pollice corrisponde a 2,54 cm), ed è la distanza
misurata in diagonale tra due angoli opposti del pannello. Le dimensioni variano oggi
da 12 a oltre 100 pollici, con risoluzioni che, nelle TV, vanno da 640 x 480 a 1920 X
1080 pixel ed anche oltre per applicazioni speciali.
Una delle caratteristiche principali dei pannelli a cristalli liquidi (fatta salva la
retroilluminazione) è il basso consumo di potenza elettrica, che li rende di per sé
particolarmente indicati per applicazioni in apparecchiature alimentate da batterie
elettriche. Gran parte del consumo è invece attribuibile alla retroilluminazione: ad
esempio nelle TV, a causa della particolare luminosità richiesta, i consumi elettrici
complessivi sono piuttosto elevati, solo lievemente inferiori a quelli dei tubi
corrispondenti (un TV 32" ha potenze di circa 120-180W, ma attenzione: è circa 30"
effettivi), anche se le ultime generazioni di TV hanno consumi abbastanza contenuti
ed un 46" recente consuma circa quanto un 40" della generazione precedente.
Schermi trasmissivi, riflettivi e transriflettivi
Gli schermi LCD possono essere usati in due modalità denominate trasmissivo e
riflettivo. Gli schermi di tipo trasmissivo sono illuminati da un lato e vengono visti
dall'altro. In pratica una luce viene posizionata sul retro dello schermo e i cristalli
liquidi agiscono da filtro facendo passare solo la componente cromatica desiderata. In
questo modo si ottengono schermi molto luminosi, d'altro canto, però la fonte di luce
spesso consuma più energia di quella richiesta dallo schermo in sé. Questi schermi
hanno una buona leggibilità in condizioni di scarsa luce ambientale, mentre diventano
poco visibili in condizioni di forte illuminazione, risultando adatti per l'uso in interni.
Gli schermi LCD di tipo riflettivo usano la luce presente nell'ambiente che viene
riflessa da uno specchio posto dietro lo schermo. Questo schermo ha un contrasto più
basso rispetto al LCD transmissive, infatti la luce è costretta a passare due volte
attraverso il filtro. Il vantaggio principale di questo tipo di schermo è che l'assenza di
una fonte di luce artificiale mantiene i consumi energetici molto bassi. Un piccolo
schermo LCD consuma così poco che può essere alimentato da una semplice cella
fotovoltaica. Questi schermi hanno una buona leggibilità in condizioni di forte
illuminazione ambientale, mentre risultano sempre meno leggibili al diminuire
dell'illuminazione esterna.
Gli schermi transriflettivi cercano di unire le caratteristiche migliori dei trasmissivi e
dei riflettivi. Hanno un semi-specchio posto dietro il display, in grado di riflettere la
luce frontale (come i riflessivi), ma di far passare la luce proveniente da un
illuminatore posto nella parte posteriore (come i trasmissivi). Questo tipo di display si
va diffondendo rapidamente, soprattutto negli apparecchi mobili (telefoni cellulari e
computer palmari), per la sua buona leggibilità in tutte le condizioni di luce.
Schermi attivi e passivi
Gli schermi LCD con un numero modesto di segmenti, come quelli usati
nellecalcolatrici o negli orologi digitali, sono provvisti di un contatto elettrico per ogni
segmento. Il segnale elettrico per controllare ogni segmento è generato da un circuito
esterno. Questo tipo di struttura diventa improponibile man mano che il numero di
segmenti aumenta.
Gli schermi di medie dimensioni, come quelli delle agende elettroniche, hanno una
struttura a matrice passiva. Questo tipo di struttura ha un gruppo di contatti per ogni
riga e colonna dello schermo, invece che una per ogni pixel. Lo svantaggio è che può
essere controllato solo un pixel alla volta, gli altri pixel devono ricordare il loro stato
finché il circuito di controllo non si dedica nuovamente a loro. Il risultato è un
contrasto ridotto ed una certa difficoltà a visualizzare bene le immagini in rapido
movimento. Il problema chiaramente va peggiorando man mano che il numero di
pixel aumenta.
Per gli schermi ad alta risoluzione, come i monitor per computer, si usa un sistema a
matrice attiva. In questo caso lo schermo LCD contiene una sottile pellicola di
transistor (Thin Film Transistor - TFT). Questo dispositivo memorizza lo stato elettrico
di ogni pixel dello schermo mentre gli altri pixel vengono aggiornati. Questo metodo
permette di ottenere immagini molto più luminose e nitide rispetto agli LCD
tradizionali.
La durata media degli schermi LCD si attesta al giorno d'oggi intorno alle 50.000 ore.
Questo dato, unitamente alla notevole e costante riduzione del loro prezzo, rende
questa tecnologia una valida alternativa agli schermi a tubo catodico (ormai quasi
abbandonata).
Parametri di caratterizzazione di un pannello LCD
I principali parametri che caratterizzano un recente schermo LCD a matrice attiva
(TFT) per TV o PC sono contrasto, luminosità (o più propriamente luminanza),
linearità dei grigi, angolo di visuale, tempo di risposta e resa cromatica. Inoltre per la
televisione, pur non facendo parte del pannello vero e proprio, anche l'elettronica di
scalatura dell'immagine è fondamentale nel determinare la qualità video.
Contrasto nativo e contrasto dinamico, retroilluminazione fluorescente o a
led
Il rapporto fra la luminosità del bianco e la luminosità del nero è definito contrasto. Si
tratta quindi di un parametro -tipico del pannello- dipendente dalla capacità
dei cristalli liquidi di bloccare la luce proveniente dalla retroilluminazione. Il cosiddetto
"contrasto dinamico" viceversa non dipende solamente dai cristalli liquidi ma anche
dalla retroilluminazione: è infatti il rapporto fra il bianco, misurato con la
retroilluminazione alla massima intensità, ed il nero, misurato con la
retroilluminazione al valore minimo. I valori di contrasto dinamico sono pertanto
formalmente molto più alti di quello nativo dei pannelli, mediamente di un rapporto di
almeno 1 a 5. Oggi i migliori pannelli vantano contrasti nativi dello stesso ordine di
grandezza di quelli dinamici dei pannelli più vecchi; in genere comunque i contrasti
dinamici sono dell'ordine di grandezza delle diverse migliaia:1, se non delle decine di
migliaia:1, mentre quelli statici ormai partono da attorno ai 1000:1 a salire. Una
immagine che abbia sia parti chiare che scure mette tuttavia in difficoltà un pannello
che vanta alti contrasti dinamici in quanto la luminosità della retroilluminazione è
unica, per cui il reale contrasto sarà quello nativo del "cristalli liquidi" e non quello
dinamico.
Si sta velocemente affermando la retroilluminazione a LED, distinguendo due diversi
metodi per il loro posizionamento, sensibilmente diversi tra loro: la retroilluminazione
"laterale", costituita da LED posti sul bordo dello schermo e controllabili "in blocco", e
quella "a tappeto luminoso", una tecnica più recente, la quale per mezzo di un
microprocessore dedicato, permette il cosiddetto "local dimming", una funzione che
agisce dinamicamente sulle varie porzioni di retroilluminazione, ottimizzandole in base
ad ogni singolo fotogramma in riproduzione, migliorandone pertanto sensibilmente il
contrasto.
Forti contrasti sono tuttavia necessari solo per l'uso in piena luce dello schermo; si
rileva infatti che il contrasto realmente percepito dipende anche dall'illuminazione
dell'ambiente e dalla finitura superficiale dello schermo (lucido/riflettente od
opaco/diffondente). Poiché in ogni caso lo schermo non è un corpo nero e riflette una
parte della luce che lo colpisce, è intuitivo che la luminanza del nero venga alterata se
lo schermo è colpito da una forte luce ambiente. Viceversa, ad esempio per la visione
di un film in un ambiente scuro (il tipico soggiorno alla sera), contrasti elevati sono in
genere fastidiosi in quanto le parti di immagine più luminose hanno un effetto
abbagliante, riducendo la percezione dei dettagli nelle parti più scure ed aumentando
l'effetto scia percepito.
Tempi di risposta bianco-nero, grigio-grigio, tempo percepito ed effetto scia
Come noto il meccanismo di funzionamento di uno schermo a "cristalli liquidi" si basa
sul fatto che, orientati in modo opportuno, i "cristalli liquidi" possono consentire o
meno il passaggio della luce proveniente dalla retroilluminazione del pannello; il
tempo di risposta totale è in genere definito come il tempo necessario ai "cristalli
liquidi" per passare da uno stato "tutto chiuso" (nero) ad uno "tutto aperto" (bianco),
per poi tornare al "tutto chiuso". Tuttavia alcuni produttori misurano solo il passaggio
bianco>nero (o viceversa) a cui conseguono quindi valori di tempo più bassi. Inoltre,
non è detto che il passaggio bianco>nero abbia la stessa durata del passaggio
nero>bianco. In realtà, questo valore spesso vantato dai produttori non è davvero
significativo, in quanto è rarissimo che in un filmato si passi dal bianco al nero (o
viceversa): ben più frequente è che si passi da una sfumatura di grigio ad un'altra e i
tempi per le transizioni grigio-grigio (G2G) sono generalmente più lunghi di quelle
bianco-nero.[1] Oggi si è in parte corretta questa lentezza sul grigio-grigio mediante
tecniche di "overdrive" (sovratensione) dei pannelli "cristalli liquidi", al costo però di
un aumento del rumore delle immagini e/o talvolta -specie sui pannelli più vecchi- di
una riduzione dei colori riproducibili (6 bit anziché 8, simulati poi attraverso tecniche
di dithering).
Il cosiddetto "effetto scia" che spesso viene attribuito ai pannelli LCD è in realtà ormai
solo in parte riferibile al tempo di risposta dei "cristalli liquidi": in parte è infatti da
imputarsi alla persistenza della visione sulla retina, cioè dipende dalla fisiologia
dell'occhio umano. Infatti, la percezione dell'effetto scia è anche legata al fatto che i
pannelli LCD mantengono l'immagine fra un frame e l'altro e sono retroilluminati in
continuo, a differenza di un tradizionale tubo a raggi catodici in cui l'immagine è
"ricostruita" alla frequenza di refresh dello schermo (50 o 100 Hz la TV; da 60 fino a
120 Hz un monitor per PC). In altre parole, mentre i fosfori di un CRT tendono da soli
a "spegnersi" subito dopo il passaggio del pennello di elettroni, in un LCD-TFT (come
in tutti gli schermi a matrice attiva, plasma o LED) i pixel conservano la luminosità
"fino a nuovo ordine", cioè fino al successivo fotogramma del filmato. Questo è un
grande vantaggio per uno schermo PC (l'immagine è stabile e non sfarfalla), ma
diventa un problema con immagini in movimento (TV, film): ciascun fotogramma
risulta infatti in parte sovrapposto al precedente a causa sia della lentezza dei
"cristalli liquidi" a cambiare stato, sia alla persistenza della visione sulla retina. Di
fatto anche con un teorico LCD con tempo di risposta istantaneo sarebbe sempre
presente un certo effetto scia. Le soluzioni attualmente sul mercato sono
sostanzialmente tre, commercialmente spesso accomunate (anche impropriamente)
da diciture tipo 100 Hz: paradossalmente tali varie soluzioni non hanno sempre a che
fare con i 100 Hz dei CRT ed anzi talune cercano di imitare il funzionamento di un
classico CRT a 50 Hz. Tale effetto viene ottenuto mediante l'intercalamento di quadri
completamente neri (o con luminosità ridotta), quadri intermedi interpolati "calcolati"
dall'elettronica dello schermo oppure mediante spegnimenti sequenziali brevissimi
delle lampade di retroilluminazione (realizzando una sorta di "scansione" luminosa
dello schermo); per ovvi motivi i costruttori sono restii -in alcuni casi- a fornire
precise indicazioni sul funzionamento preciso di queste tecniche. Alcune di queste
soluzioni potrebbero determinare un aumento della percezione di sfarfallamento dello
schermo LCD.
Luminosità e resa cromatica della retroilluminazione
Gli schermi LCD "televisivi" sono oggi caratterizzati da una luminosità molto elevata,
dell'ordine
delle
centinaia
di candele al
metroquadro
(cd/m²):
questa
elevata
luminosità li rende ben visibili anche con una forte luce ambientale ma può risultare
persino fastidiosa per la visione in un ambiente buio o semi-buio. Il motivo per cui i
costruttori adottano retroilluminazioni così forti può essere spiegato con l'effetto che
tale forte luminosità ha sul "contrasto dinamico". Come già detto esso è, a parità di
pannello "cristalli liquidi", tanto più elevato quanto maggiore è il rapporto fra il
bianco, misurato con la massima retroilluminazione, ed il nero, misurato con la
minima retroilluminazione. Si comprende bene che l'aumento della luminosità
massima è il modo più semplice per pubblicizzare valori di contrasto dinamico molto
elevati. Inoltre, una forte luminosità tende ad aumentare la persistenza della
visione sulla retina incrementando il tempo di risposta e l'effetto scia percepiti.
Discorso a parte merita la resa cromatica del pannello, ovvero la capacità di
riprodurre una vasta gamma di colori. Premesso che nessun genere di schermo di
alcun tipo è in grado di riprodurre tutti i colori percepibili dall'occhio umano, la resa
cromatica dipende in buona parte dalla retroilluminazione, e nella fattispecie dalla
monocromaticità dei colori RGB (rosso verde e blu) dei subpixel. Con le attuali
lampade di retroilluminazione a scarica si ottengono risultati discreti ma l'uso di led
permette di migliorare ulteriormente il livello di monocromaticità dei tre colori
fondamentali, con il conseguente effetto di aumentare la superficie del gamut, cioè
del triangolo avente per vertici i tre colori RGB e che rappresenta le sfumature di
colore riproducibili dallo schermo. Tuttavia, non è detto che le sorgenti video
(compresa l'alta definizione, HD DVD e Blu-ray) possano davvero sfruttare
efficacemente questi gamut più estesi, essendo comunque codificate ad 8 bit per
canale. Va detto che comunque lo spazio colore delle sorgenti in HD come il BluRay è
ben più ampio di quello delle sorgenti in SD, anche e soprattutto in ripresa.
Angolo di visuale in relazione a luminosità e contrasto
L'angolo di visuale è un altro parametro importante: anche in questo caso esistono
diverse modalità di misurazione. Gli angoli di visuale pubblicizzati si riferiscono in
genere all'angolo massimo sotto cui si può guardare lo schermo mantenendo una
luminosità ed un contrasto "accettabili": il grado di "accettabilità" può essere
liberamente stabilito dai produttori, per cui è possibile che i dati forniti da produttori
diversi abbiano significati diversi. Ad esempio, il limite è in genere individuato da un
contrasto di 10:1, per cui si ottiene un certo angolo di visuale; se si considera invece
5:1, l'angolo di visuale aumenterà, pur riferendosi allo stesso identico pannello
"cristalli liquidi" con le stesse identiche caratteristiche.
Si noti inoltre che i valori dati dai produttori riguardano l'angolo estremo (in verticale
ed in orizzontale) a cui si ha un decadimento del contrasto ai valori sopra citati, ma
tale numero nulla dice riguardo a come questo valore decade al variare dell'angolo, a
quali valori si hanno con angoli non orizzontali/verticali ma diagonali, né alle
differenze fra angolo verso l'alto o verso il basso (per taluni pannelli fortissime).
Indicazioni di questo genere possono essere ricavate da analisi polari come quelle
rappresentate nella figura a lato, da cui si evince chiaramente che l'uniformità non è
un punto di forza degli schermi lcd.
Imperfezione della scala dei grigi
Come noto nel sistema RGB adottato da PC, DVD, DVB, alta definizione, ecc. il
grigio[1] può assumere 256 livelli pari alle combinazioni possibili con 8 bit. Un valore 0
corrisponde al nero mentre 255 corrisponde al bianco. È intuibile quindi che, se uno
schermo ha una luminosità massima -ad esempio- di 400 cd/m², tale livello di
luminosità corrisponderà al bianco, cioè ad un valore di 255 sulla scala dei grigi. Molto
meno esplicito è il fatto che al valore di 128 (metà scala) non corrisponda il valore di
200 cd/m²: il valore reale di luminosità è generalmente molto più basso ed il
parametro
che
correla
il
segnale
d'ingresso
all'emissione
luminosa
è
denominato correzione di gamma. In altri termini, la scala di grigi non è affatto
lineare, ma segue un andamento esponenziale con dilatazioni e compressioni: come
già detto -ad esempio- il nero (valore 0) non è completamente buio, e inoltre al
crescere dei valori RGB l'andamento della luminosità cresce meno marcatamente di
quanto ci si potrebbe aspettare, per poi aumentare notevolmente verso il fondo della
scala. È quindi possibile che alcuni valori di grigio vicini non siano in pratica
distinguibili fra loro, specie agli estremi della scala (basse ed alte luci). Va altresì
notato che la variazione di luminosità e contrasto in genere non è lineare con l'angolo
di osservazione, per cui questo tema si connette con quanto prima detto a proposito
dell'angolo visuale. Alcune tipologie di pannelli (le famiglie *VA) addirittura
presentano una scala dei grigi migliore (ovvero una miglior resa e distinzione delle
diverse tonalità di grigio, in particolare sulle basse luci) se guardati in posizione
leggermente angolata piuttosto che centralmente.
Difetti
Oltre ai suddetti parametri prettamente tecnici, è opportuno accennare al problema
dei pixel bruciati, cioè impossibili da controllare a causa di una difettosità al film
di transistor tipico delle matrici TFT. È importante osservare che, contrariamente a
quanto si potrebbe immaginare, non vale sempre l'equazione "pixel acceso = pixel
bianco". Infatti in alcune famiglie tecniche di pannelli lo stato acceso del pixel
corrisponde al bianco, mentre in altre corrisponde al nero (cioè nero=acceso,
bianco=spento). Ne consegue che un guasto potrà risultare in un pixel (o più
probabilmente un subpixel R, G o B) perennemente acceso oppure perennemente
spento a seconda del tipo di pannello "cristalli liquidi" installato.
Le principali famiglie di pannelli a cristalli liquidi di tipo TFT sono:

TN - twisted nematic

VA - vertical alignment
MVA

P-MVA / S-MVA

A-MVA
PVA


S-PVA
ASV
IPS - in-plane switching
S-IPS
H-IPS
AS-IPS / ES-IPS
IPS-Pro
Differenza tra LCD e LED
I televisori a LED sono dei particolari tipi di tv LCD, ma che si differenziano
da quest’ultimi per il tipo di retroilluminazione. Infatti vengono usati dei led
anzichè delle lampade per illuminare il pannello come avviene invece per i
tradizionali LCD. Questo tipo di tecnologia più moderna comporta un netto
miglioramento delle immagini, con una maggior gamma di colori, i quali
risultano anche più cristallini; si hanno inoltre minori consumi energetici e tv
più sottili. Però il costo degli schermi LCD a LED è più elevato.
Gli schermi LCD (Liquid Crystal Display), ovvero schermi a cristalli liquidi, sono
molto
diffusi
al
giorno
d’oggi
su televisori,
monitor
per
computer,
alcuni
orologi, cellulari e forni a microonde. Il principale vantaggio della tecnologia LCD sta
nelle immagini, che sono il risultato dell’orientamento dei cristalli liquidi di cui sono
composte le singole celle che formano lo schermo; inoltre altra caratteristica
fondamentale è la fonte di illuminazione esterna. Lo schermo LCD si basa sul
sistema di tre colori primari che costituiscono ogni pixel, tuttavia i cristalli liquidi
non emettono alcuna luce propria, ed è per questo motivo che necessita di una
fonte di retroilluminazione; a questo scopo vengono utilizzate delle CCFLs, ossia
delle lampade fluorescenti a catodo freddo.
Una Tv LCD.
Questi modelli di schermi LCD sono molto più sottili e più leggeri dei vecchi schermi CRT (tubo
catodico), richiedono meno energia e non emettono radiazioni elettromagnetiche; inoltre questo
tipo di tecnologia consente di ottenere immagini più chiare, risoluzioni più elevate e un
display senza sfarfallio, utile per la salute degli occhi. Per un corretto funzionamento, la luce
generata dalla retroilluminazione deve essere luce bianca non polarizzata. I principali svantaggi
degli schermi LCD riguardano la diagonale di visuale: la luce infatti deve passare attraverso due
stadi di polarizzazione prima di giungere al nostro occhio, dunque non molto ampia. Altro
problema riguarda il contrasto e l’intensità del nero, che non è eccellente: nel sistema LCD il
nero non consiste in un’assenza di luce, ma nel mascheramento della retroilluminazione. La
tecnologia LCD può avere problemi di latenza, infatti ci va un po’ di tempo prima che il cristallo
liquido cambi di stato, inoltre talvolta vi è la possibilità che si brucino dei pixel.
Una Tv LCD a LED.
Gli schermi a LED (Light Emitting Diode) sono un particolare tipo di schermo LCD,
ma
con
un
diverso
tipo
di retroilluminazione;
infatti per
illuminare
lo
schermo utilizza dei led, invece di tradizionali lampade. I LED emettono una luce
colorata utilizzando minore energia e spazio rispetto alle lampadine tradizionali. Se
utilizzati per la retroilluminazione di uno schermo LCD possono essere a luce bianca,
ma anche rossa, verde e blu (LED RGB). Questo tipo di tecnologia LED comporta la
produzione di televisori più sottili e quindi una migliore estetica, un contrasto più
elevato con un nero più intenso, una gamma di colori più ampia e più cristallini, un
minor consumo energetico, assenza di mercurio e quindi eco-sostenibilità
maggiore. Esistono due tipi di tv LCD a LED:
- LED EDGE: i led sono disposti solo ai lati, come le lampade dei comuni LCD.
Inoltre il nero è più intenso e hanno un più elevato rapporto di contrasto dinamico;
- FULL LED: hanno molti più led distribuiti uniformemente su tutto il pannello
(possono essere anche migliaia). Avere più lampade determina l’aumento dello
spessore, che negli EDGE LED è veramente minimo, ma permette di avere
una miglior gestione dei neri grazie alla possibilità di spegnere selettivamente gruppi
di pixel che dovrebbero restare neri e non soltanto di bloccare il passaggio della luce
attraverso le celle LCD.
La durata dello schermo LCD a LED è nell’ordine delle 100 mila ore mentre
quella di uno schermo tradizionale è di 50 mila ore. Tuttavia i televisori
basati su questo tipo di tecnologia hanno dei costi nettamente maggiori.
(Fonte Wikipedia)