Quartetto - Architettura Design Materiali

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Quartetto - Architettura Design Materiali
Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno IX - Numero 46 - 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP
# 46
in questo numero / in this issue
Non solo forma
Not only shape
Il luogo della conoscenza
The place of knowledge
Specialelighting
PIUARCH
Quartetto
d’archi(tetti)
String Quar(chi)tet
| Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use |
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Il rilancio del Paese deve partire da noi imprenditori della
creatività» affermava in un’intervista Claudio Luti, Presidente del
Cosmit, la società che organizza il Salone del mobile, e proprietario
di Kartell. E se lo dice lui, c’è da crederci, dal momento che con la sua azienda
incarna uno dei migliori esempi di imprenditoria italiana nel mondo,
distribuendo design in plastica in ben 130 Paesi.
Resta poi da definire il “Come” e il “Quando”: quesiti non semplici data la
situazione economica globale e quella politica squisitamente italiana.
I problemi del nostro Paese, tuttavia, non devono diventare un alibi per non affrontare il mercato. Imprenditori,
amministratori, professionisti, creativi devono collaborare per consolidare quel valore aggiunto che a tutti
gli effetti abbiamo costruito attorno al Made in Italy, o, se si preferisce, al più attuale concetto di ItalianStyle.
Possediamo davvero talento e stile. Basta però andare all’estero, anche solo in Europa, e ci si rende conto di
come si è tragicamente indietro su molti fronti, non ultimo quello progettuale ed industriale. E allora viene da
dire che il talento da solo non basta se non c’è dietro una precisa strategia
a corroborarlo e a sostenerlo. Il difetto peggiore degli italiani è proprio il
non saper far sistema verso l’estero: non ci sappiamo
vendere bene, come invece sanno fare gli altri.
Ma la creatività e l'innovazione fanno
indubbiamente parte del nostro corredo
genetico. Ebbene, ora un’occasione di
riscatto, di rinnovato slancio e di rinascita
c’è ed è concreta e si chiama Expo 2015.
Un treno che non dobbiamo assolutamente perdere perché è qui che l'Italia si gioca la sfida del prossimo futuro.
Expo deve essere l’occasione di una rinnovata immagine dell'Italia come di un Paese positivo e dinamico.
Milano deve diventare simbolo di un Paese che sa innovare e innovarsi; un modello di efficenza e creatività
capace di attrarre investimenti dall’Estero. Un porto commerciale e non solo una splendida vetrina.
E ciascuno in questa partita deve metterci del suo: gli imprenditori investendo nella creatività e
nell’innovazione; le amministrazioni rendendo il sistema Italia più snello, leggero e meno burocratizzato;
i professionisti immaginando nuovi scenari possibili.
Il Paese delle ”3 F” (Fashion, Food and Furniture) può tornare ad essere un player a livello mondiale
ed Expo, in tal senso, è il trampolino di (ri)lancio. Come diceva il Piccolo Principe nell’omonima opera
di Antoine de Saint-Exupéry: “Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare”. Credo che con
Expo ci siano molte opportunità da sfruttare e l’obiettivo è sicuramente raggiungibile: basta volerlo.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
1
Da Disney a
Leonardo
Ph. Enrico Basili
2
editorial guest
Vladimir Peric, Padiglione Serbia, Biennale di Venezia 2013 - ph. Angelo Dadda
Enrico Frigerio (Frigerio Design Group)
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
N
el corso della pausa estiva ho
organizzato con mia moglie Caterina
un viaggio a Parigi per far visitare ai
miei figli più piccoli, la Ville Lumière ed
alcuni dei suoi importanti musei, tra cui il Louvre.
Naturalmente, data l’età dei miei figli (10 e 13 anni),
non poteva mancare una puntatina a Eurodisney.
Un giusto bilanciamento tra svago e cultura.
Dopo essermi immerso per un giorno intero
tra Topolino e la Sirenetta, sono passato alla
stratificazione di storia e cultura che è racchiusa
nel Louvre; esercizio non facile, ma interessante,
che ha generato lo spunto per questo scritto.
L’ingresso per una giornata ad Eurodisney è di 74
€ per gli adulti e 66 € per i bambini (da 3 a 11 anni),
al Louvre 12 € per gli adulti, mentre i ragazzi sino
a 25 anni entrano gratuitamente! Fortunatamente
entrambi i luoghi erano pieni, segno che la capacità
attrattiva di questi spazi è di pari livello, sarebbe
stato preoccupante se il museo fosse stato vuoto.
Sorprendente però come, in un periodo come
quello che stiamo vivendo, con una turbolenza
economica e culturale così importante, ci
siano così tante persone disposte a spendere
determinate cifre per un intrattenimento che punta
esclusivamente sull’emozione e il divertimento,
mentre l’arte e la cultura siano così a buon mercato.
Le due realtà rappresentano metaforicamente
da un lato il mondo globale (Eurodisney),
consumistico, effimero e virtuale, dall’altro
(Louvre) la storia, le radici, il sapere e la
conoscenza, che da sempre contraddistinguono
il nostro paese. Senza alcuna retorica, lasciamo
perdere le valutazioni nel merito e sulla strategia
con la quale i nostri cugini francesi propongono per la
diffusione e la valorizzazione della cultura, il discorso
sarebbe troppo lungo, vorrei invece soffermarmi
sull’aspetto della conoscenza e del sapere.
Il passaggio è semplice: più conosco, più sarò
capace, quando progetto di attingere a risorse,
materiali d’uso, specifiche soluzioni eccetera, che
permettano di ampliare e ottimizzare ogni scelta.
Conoscenza quale strumento per ampliare la
creatività, l’innovazione e le opportunità.
A monte della creatività che da sempre è
sbandierata come una delle principali qualità
presenti nel nostro paese, si ripongono la
cultura e il sapere, che in Italia trovano un
concentrato unico nel suo genere e continuano
oggi a poter offrire un terreno fertile nel quale
crescere e formarsi. Per andare oltre e superare
un momento così difficile come quello che stiamo
attraversando, io credo che si debba proprio
lavorare su quanto sappiamo fare e su quello
che da sempre rappresenta un vanto e una
caratteristica del nostro paese.
Devono essere cancellati aggettivi come
demagogia e ipocrisia, per far posto a
meritocrazia e sistema, puntando davvero sulla
formazione ai vari livelli per incrementare la
capacità di innovare e creare.
Esempi e segnali incoraggianti ci sono oggi e nel
passato, dalla recente nomina a senatore a vita
dell’architetto Renzo Piano, che riconosce il valore
di un sapere, piuttosto che i Magistri Comacini
esperti architetti costruttori lariani del VII e VIII
secolo, che hanno diffuso oltre confine l’architettura
romanica, grazie alla loro arte e tecnologia.
Nota di cronaca, una delle tre persone più
importanti che dirigono il Louvre è italiana, di
Bergamo, ha 34 anni e si chiama Claudia Ferrazzi,
è il vice amministratore generale; incarico
ricevuto grazie alle sue qualità e capacità.
Continuiamo a divertirci con Disney, ma
ritorniamo a Leonardo!
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
3
CONTENTS
THIS COLOR ISSUE
Editoriale
Editorial
Editorial guest
Editorial guest
Contents
Scenarios
Arts
84 Materiali
88 Eco-Materiali
94 Green
96 Profili
98
102 Focus
106 Real Estate
110 Agenda
111 Pop art
112 Indirizzi
SPECIALE LIGHTING
Encyclopedic Palace
Storia di copertina
Cover Story
PIUARCH
Quartetto d’archi(tetti)
String Quar(chi)tet
News
News
Focus
Real Estate
Calendar
Projects|Progetti
Il progetto raccontato
Description of the Project
Pop art
Addresses
Il luogo della conoscenza
The place of knowledge
Un edificio scolastico a prova di futuro
A future-proof educational building
Cubo di luce
A cube of light
Il villaggio tra i frutteti
The village in the fruit garden
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
Reviews|Rassegna
Profiles
Arte
Palazzo Enciclopedico
4
From dream to reality
Le piante cittadine del mondo
Trends
Design? Better if self-produced
48
Giovanna Talocci.
Dal sogno alla realtà
Green
Tendenze
Design? Meglio autoprodotto
42
Previews
Eco-Materials
Not only shape
34
Campagna Abbonamenti 2014
78 Anteprime
80 Designer
Materials
Scenari
Non solo forma
28
per 8 uscite annuali
Focus
Architecture for sport
22
PANTONE MONACO BLUE
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Il tema
Architettura per lo sport
14
50%
Designer
Sommario
Current Affairs|Attualità
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Simona Finessi - [email protected]
Responsabile Redazione / Managing editor
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A+D+M architettura design materiali
Anno IX numero 46 - 2013
Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005
ISSN 1826-0985
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Publicomm S.r.l.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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IL TEMA
Text by
Filippo Pozzoli
Tecnologia, monumentalità
e innovazione per
i nuovi templi della domenica
Palazzetto dello Sport
di Roma, Pierluigi Nervi
Courtesy Associazione
Pier Luigi Nervi Project,
Bruxelles
ARCHITETTURA
ARCHITECTURE
FOR SPORT
Technology,
innovation and
monumentality for
new Sunday temples
8
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
e è pur limpido che non sono tempi, i
nostri, per cui un'Olimpiade sappia cessare
conflitti, è altrettanto solare che oggi come
allora poche manifestazioni abbiano il valore
sociale degli appuntamenti sportivi maiuscoli,
e che nulla abbia il potere di unificare, ad esempio,
l'Italia dei campanili quanto lo sventolare del Tricolore
azzurro nelle immancabili grandi occasioni. E per il più
laico e popolare dei culti domenicali non è mai venuta
meno la ricerca di basiliche adeguate, di strutture
titaniche e marcatamente iconiche che sappiano
raccogliere, sotto il rinnovato e poliedrico blasone
dello sport, l'eredità dello stadio greco e del circo romano.
Ricerca che negli ultimi anni si è spesa in opere di
eccezionale originalità e innovazione, anche nel
Bel Paese dove l’eredità delle lungimiranti opere di
Pier Luigi Nervi viene oggi celebrata da progetti che
ne riprendono la veracità e l’ardore strutturale e la
versatilità funzionale, oggi quanto mai imprescindibile.
A cominciare dal progetto per l’ex Velodromo Maspes
S
PER LO SPORT
Vigorelli di Vittorio Grassi Architetto & Partners, nel cuore
di una Milano che cambia ai piedi del futuro complesso City
Life. Una struttura integrata, multifunzionale e innovativa,
che restituisca linfa all’impronta dell’edificio esistente
rafforzandone il valore storico, simbolico e sociale con
una copertura fluida e leggera, che tributi nelle sue
curve la pista da ciclismo delle origini. Multifunzionalità
e innovazione che contraddistinguono anche il nuovo
Palazzetto dello Sport di Lamezia ad opera dello stesso
atelier, lettura italiana delle membrane in ETFE che a
partire dalla bavarese Allianz Arena hanno sviluppato
un linguaggio avveniristico e trasformista, reso vivo da
giochi di luce e dalle mutevoli ispirazioni pneumatiche.
Una filosofia iconica e monumentale, diversa da quella
perseguita da Frigerio Design Group nei suoi progetti per
il parco sportivo Bruno Federghini a La Spezia e per la
piscina della blasonata società pallanuotistica Pro Recco,
entrambi nel segno di una riqualificazione rispettosa e
leggera con la minima impronta sul suolo. Interpretando
i materiali e il linguaggio contemporaneo delle
tensostrutture e dell’edilizia industriale, le architetture
cedono la centralità della scena ai valori sociali dello
sport, con grande attenzione intellettuale e fattuale
ai temi della sostenibilità e del risparmio energetico.
Temi interpretati anche da Filippo Taidelli nell’intervento
per il centro sportivo di Appiano Gentile, santuario dei
tifosi dell’Inter che in loco dell’ala destra promessa
a Mazzarri regala una nuova ala ai propri edifici, già
vincitrice del Next Energy Award nel 2008. Le strategie
climatiche attive, lo sfruttamento esasperato delle risorse
rinnovabili e l’integrazione delle tecnologie più avanzate
rendono i nuovi ambienti dedicati agli appartamenti e
ai locali di riabilitazione per gli atleti un piccolo gioiello
d’innovazione nel filone dell’architettura sostenibile.
Le suggestioni calcistiche scomodano anche i mostri sacri
sia sulla scena sportiva che su quella architettonica, con
il Barcellona dei marziani sul campo che per rifare
il trucco al proprio Camp Nou mobilita niente meno
che lord Norman Foster: un gigantesco guscio a
scandole blaugrana misto catalano rende tributo ai
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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ARCHITETTURA PER LO SPORT
ARCHITECTURE FOR SPORT
IL TEMA
Palazzetto dello Sport
di Lamezia Terme
by Vittorio Grassi Architetto
and Partners
100
milioni di supporters nel mondo, abbracciandone
centoseimila – nuovo record per gli stadi
europei – al proprio interno in una caleidoscopica
lama di luce che accenda le serate più importanti
del calcio internazionale. Nello stesso capoluogo
catalano – sebbene architettonicamente su un altro
pianeta – troverà posto anche il complesso sportivo
a firma di Alvaro Siza, in cui la distintiva scansione
tettonica di pieni e vuoti si concede piccole digressione
plastiche, con un uso a tratti sbarazzino della luce
zenitale e dei perimetri funzionali. Tratti morbidi si
alternano a setti radicali nel chiudere i recinti delle
vasche interne ed esterne, oltre a determinare
con la medesima attenzione gli spazi serventi.
Emblematico, poi, il progetto dello studio GMP per
un complesso sportivo a matrice del nuovo assetto
urbano per l’area Ovest di Losanna, in cui tutte le
funzioni sportive e ricreative racchiuse in un unico
edificio circolare che crei una connessione tra il tessuto
variegato e disomogeneo dei quartieri limitrofi, il nuovo
quartiere residenziale e le rive del lago ginevrino.
Il risultato è un insediamento urbano spalmato su
centomila metri quadri, che ridefinisce l’ingresso
cittadino come nuova porta urbana votata ai temi
e alle forzanti dell’architettura contemporanea.
Unico nel suo genere, per concludere, è il trampolino
olimpionico del salto con gli sci sul colle Bergisel, nelle
vicinanze di Innsbruck. Opera del genio eccentrico e
decostruttivista di Zaha Hadid, riunisce in un’unica
struttura mozzafiato spazi pubblicamente fruibili
(come la terrazza, la piattaforma panoramica e il
Cafè im Turm) e i tracciati tecnici che la disciplina
richiede. | www.admnetwork.it
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A+D+M
A
A+D
+M | MAG
MAGAZINE
MAGAZI
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2013
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46
W
hile it is clear that our is not
the time for the Olympic games
to be able to cease conflicts, it
is equally true that few events
have the social value of important
sport events, and that nothing has the power to
unify, for example, a splitted Italy as the waving
of blue Tricolour in must-be-there occasions.
And for the most secular and popular Sunday
cults there have been a non-stop search for
suitable temples, including appropriate titanic
and markedly iconic structures which know how
to collect, under the multifaceted and renovated
blazon of sport, the legacy of the Greek stadium
and the Roman circus.
Research that has been spent in recent years in
works of exceptional originality and innovation,
also in Italy, where the legacy of Nervi’s works
is now celebrated by projects recalling the
structural veracity and functional versatility today
more than ever indispensable.
Beginning with the project for former Maspes
Vigorelli Velodrome by Vittorio Grassi & Partners,
in the heart of a changing Milan - just out of the
forthcoming City Life quarter. An integrated,
multi-functional and innovative structure to give
lymph back to the footprint of the existing building
by strengthening the historical, symbolic and
social value, with a fluid and light coverage, which
recalls in its curves the original cycling track.
Multi-functionality and innovation characterize
also the new Lamezia Sports Hall by the same
atelier, an Italian reading of ETFE membranes
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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A+D+M | MAGAZINE | 2013
46
||##46
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ARCHITECTURE FOR SPORT
which, starting from Bavarian Allianz Arena, have
developed a chameleonic and futuristic language,
brought to life by the play of light and inspiration
from pneumatic changing.
An iconic and monumental philosophy, different
from the one pursued by Frigerio Design Group
in their plans for Bruno Federghini sports park
in La Spezia and for Pro Recco pool, both in the
sign of a respectful and light redevelopment
with minimal new footprint on soil. Interpreting
the material and the contemporary language
of tensile structures and industrial buildings,
architectures give the centrality of the scene to
sportive social values, with great attention to the
intellectual and factual issues of sustainability
and energy consumption.
The same topics are also interpreted by Filippo
Taidelli intervention for the sports center in
Appiano Gentile, sanctuary of FC Internazionale
supporters who are given, instead of the right
winger promised to coach Mazzarri, a new wing
for their headquarter, already awarded of the Next
Energy prize in 2008. The active climate strategies,
the exploitation of renewable resources and the
exasperated integration of advanced technologies
make the new apartments a little gem of innovation
in the vein of sustainable architecture.
Football suggestions also for both sport and
architecture superstars, with the new Camp
Nou for the aliens playing for FC Barcelona
designed by none other than Lord Norman Foster:
a giant shingle shell where the Catalan flag
meet Blaugrana colors, greeting the millions of
supporters around the world, embracing one
hundred and six thousand - a new record for
European stadiums – of them in a kaleidoscopian
blade of light which illuminates the most important
evenings of international football. In the same
Catalan capital - although on another architectural
planet - will find place the sports complex signed
by Alvaro Siza, in which the distinctive tectonic
scan of full and empty portions declines in small
plastic digression, with a cheeky at times use of
the overhead light. Soft strokes alternate with
radical septa in closing the precincts of the indoor
and outdoor pools, as well as determining with the
same care all the serving spaces.
Emblematic, then, the project for a sports
complex by atelier GMP to be matrix to the
new urban plan for west Lausanne, where all
recreational functions are contained in a unique
circular building creating a connection between
the varied texture of the neighboring districts, the
new residential quarter and the shores of Lake
Geneva. The result is an urban settlement spread
over one hundred thousand square meters, which
redefines the entrance to the city as a new
urban gateway devoted to themes and forcings of
contemporary architecture.
Unique in its kind, finally, is the Olympic ski jump
on the hill Bergisel, close to Innsbruck. Signed by
Zaha Hadid’s eccentric and deconstructivist genius,
combines under a single structure the breathtaking
publicly accessible spaces (such as the terrace, the
overlook platform and the Cafe im Turm) and the
technical tracks the discipline requires.
Leo Lagrange Stadium
by archi5, Toulon (France)
courtesy Leaf International
A+D+M
A+D
+M | MAG
MAGAZINE
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13
NOT ONLY SHAPE
Sustainable growth and social
value awarded at the Aga Khan Award 2013
SCENARI
Text by
Filippo Pozzoli
←↑ Salam Cardiac Surgery Centre, Khartoum (Sudan), Studio Tamassociati, 2010 - Ph. Raul Pantaleo
↘ Islamic Cemetery, Altach (Austria), Bernardo Bader Architects, 2008-2011 - Ph. Bernardo Bader
Images courtesy of
Aga Khan Award for Architecture
CRESCITA SOSTENIBILE
E VALORE SOCIALE
PREMIATI
ALL'AGA KHAN
AWARD 2013
14
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
I
ndividuare e promuovere le eccellenze costruttive che
affrontano con successo i bisogni e le aspirazioni delle
comunità dalla significativa presenza musulmana. Questa
la mission del prestigioso Aga Khan Award, che dal 1977 ogni
tre anni premia i progetti di qualsiasi scala che si distinguono
per contenuto intellettuale e valore simbolico sulla scena
culturale islamica. Valori aggiunti ed eccezionalità del premio
consistono nel non limitare la valutazione esclusivamente
all’eccellenza architettonica delle opere selezionate, ma nel
considerare, invece, anche il ruolo che queste sanno giocare nel
miglioramento della qualità complessiva della vita in situazioni
sovente delicate. A spartirsi equamente la golosa torta di un
milione di dollari USA sono i rappresentanti di cinque progetti,
non necessariamente gli architetti che ne hanno posto la firma
in calce: il premio, unico nel suo genere, individua anche le
istituzioni, le imprese, i clienti, gli artigiani e gli ingegneri che
hanno giocato un ruolo importante nella realizzazione del
progetto e nel renderlo valevole di riconoscimento sociale.
La presentazione dei vincitori, avvenuta lo scorso 6
settembre a Lisbona alla presenza di Sua Eccellenza
Aníbal Cavaco Silva - Presidente della Repubblica portoghese
- e di Sua Altezza l'Aga Khan, sulla scorta dell’autorevole
parere di una giuria presieduta da Farrokh Derakhshani,
ha nominato cinque progetti eterogenei per tipologia,
dimensioni e linguaggio.
Primo è il centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum, in
Sudan, ad opera del veneziano Studio Tamassociati che, al
verdetto della Giuria, coi suoi sessantatré posti letto e gli oltre
cinque milioni di pazienti serviti dall’apertura nel 1994 “fornisce
un esemplare prototipo per la regione e per il settore”. Nella
sua lungimiranza tecnologica, l’ospedale risponde alle
esigenze tecniche di funzioni complesse fornendo soluzioni
eco-compatibili ai problemi più comuni, dalla gestione di luce
e ventilazione naturali a particolari tecniche d’isolamento con
ampio recupero e riciclo di materiale di scarto.
Di scala urbana è il piano per la riqualificazione del centro
storico di Birzeit, in Palestina, avviato e progettato dal Centro
Riwaq per la conservazione architettonica con sede a
Ramallah. Piano che prevede il rilancio dell’artigianato locale
in “un processo di guarigione non solo fisico, ma anche sociale,
economico e politico”, destinato a ripristinare l’appeal della
zona con politiche occupazionali in sinergia con le istituzioni.
Medesima natura per il progetto d’infrastruttura urbana tra
Rabat e Salé a firma dei parigini Marc Mimram Architecture,
con l’obiettivo di formare un connettivo che crei conurbazione
tra le città gemelle marocchine. Particolarmente apprezzata è
stata la matrice intellettuale dell’intervento, al punto da essere
interpretata come stato “un modello sofisticato e coerente
per i futuri progetti di infrastrutture, in particolare nei luoghi
di rapida urbanizzazione”. Culturalmente emblematico è
invece il progetto per la riabilitazione del bazar nell’iraniana
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
15
↑↓ Rabat-Salé Urban Infrastructure Project, Rabat (Morocco), Marc Mimram Architecture, 2007-2011 - Ph. Marc Mimram
Tabriz coordinata dalla ICHTO, ovvero l’autoctona autorità per
i beni culturali, l’artigianato e il turismo. “Notevole esempio di
coordinamento e cooperazione per ripristinare una struttura
unica delle parti interessate”, dall’inizio dei lavori avvenuto
nel 2000 ha visto numerosi complessi all’interno del bazar
completamente riabilitati, unitamente al miglioramento
delle infrastrutture e alla costruzione di adeguate strutture
pubbliche. Ultimo, non per eccezionalità, il cimitero islamico
di Altach, in Austria, completamente orchestrato dalla
municipalità locale come risposta sensibile alle volontà di
una nutrita comunità d’immigrati “di creare uno spazio che
soddisfi le loro aspirazioni spirituali, e, allo stesso tempo,
risponda al contesto del paese di adozione”. Il desiderio di
seppellire i propri morti nel luogo di nascita anziché mandare
le salme al paese d’origine ha portato alla creazione di un
gruppo di attori dai diversi credo religiosi e dalle diverse etnie,
in un’opera non comune di cooperazione sociale.
Cinque progetti assolutamente sui generis, che si uniscono ai
centodieci finora premiati nella storia dell’Aga Khan Award e
agli oltre ottomila lavori documentati nell’ambito dell’edilizia
sociale, del miglioramento della comunità e dell’ambiente,
della conservazione storica e territoriale. Un premio che è
fiore all’occhiello dell’associazione ginevrina Aga Khan Trust
for Culture (AKTC), che tra le altre promuove attività volte
alla conservazione e promozione del patrimonio materiale
e spirituale della società musulmana, come l’Historic Cities
Program per la riqualificazione delle città storiche sia a livello
culturale che socioeconomico.
Una monografia con la raccolta dei progetti dell’Aga Khan
Award 2013, dal titolo “L'architettura è vita”, è stata pubblicata
da Lars Müller Publishers e presentata contestualmente alla
cerimonia di premiazione. | www.admnetwork.it | follow us on |
16
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
L’innovazione è
una questione di
performance.
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↑↓ Rehabilitation of Tabriz Bazaar, Tabriz (Iran), ICHTO East Azerbaijan Office, 2006-ongoing - Ph. Amir Anoushfar
Cemento
e calcestruzzo.
Chiedi più
performance.
I
©ICHTO
18
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
dentify and promote the excellence of construction that successfully
address the needs and aspirations of Muslim communities. This is
the mission of prestigious Aga Khan Award, which rewards every
three years since 1977 projects at any scale that emerge for their
intellectual and symbolic value in the Islamic cultural scene. Added
value and excpetionalitis of the award are to not limit the evaluation
only to architectural excellence of selected works, but in considering
instead the whole role that they play in improving the overall quality
of life, often in delicate situations. To equally divide the tasty cake of
one million U.S. dollars are the representatives of five projects, not
necessarily the architects who have placed their signature at the
bottom: the award, only of its kind, also identifies the institutions,
the businesses, the customers, the craftsmen and the engineers
who have played an important role in the realization of the project
and making it valid for social recognition. The presentation of the
winners, which took place on 6 September in Lisbon in the presence
of His Excellency Aníbal Cavaco Silva - President of the Portuguese
Republic - and His Highness the Aga Khan, on the basis of the
authoritative opinion of a jury chaired by Farrokh Derakhshani has
appointed five heterogeneous projects by type, size and language.
First is the Salam center for Cardiac Surgery in Khartoum, Sudan, by
Venetian Studio Tamassociati that, according to the verdict of the jur ,
with its sixty-three beds and more than five million patients served by
the opening in 1994 "provides an exemplary prototype for the region
and the industry". In his foreseeing technology, the hospital meets
the technical requirements of complex functions providing ecofriendly solutions to common problems, such as the management
of natural light and ventilation to special insulation techniques with
the recovery and recycling of waste material. On a urban scale
is the plan for the redevelopment of old Birzeit town, in Palestine,
designed by Riwaq Center for Architectural Conservation based in
Ramallah. Plan that aims to the revival of local crafts in "a not only
physical but also social , economic and political process of healing",
www.i-nova.net
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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Performance
creativa.
↑Islamic Cemetery, Altach (Austria), Bernardo Bader Architects, 2008-2011 - Ph. Adolf Bereuter
↓↑Revitalisation of Birzeit Historical Centre, Birzeit (Palestine), Riwaq - Centre for
Architectural Conservation, 2009-ongoing - © Riwaq
intended to restore the appeal of the area with employment policies
in synergy with the institutions. The same nature shines in the urban
infrastructural project between Rabat and Salé, signed by Parisian Marc
Mimram Architecture with the aim of forming a connective conurbation
between the twin Moroccan cities. Particularly appreciated was the
intellectual matrix of the intervention, to the point that was interpreted
as "a sophisticated and consistent model for future infrastructure
projects , particularly in areas of rapid urbanization." Culturally significant
is the project for the rehabilitation of the bazaar in Iranian town
Tabriz, coordinated by Ichto, the native authorities for cultural heritage,
handicrafts and tourism. "Remarkable example of coordination and
cooperation to restore a unique structure of the interested parties", the
beginning of the work set up in 2000 has restored numerous complexes
inside the bazaar, along with the improvement of infrastructures and the
construction of adequate public facilities.Last but not less exceptional,
the Islamic cemetery in Altach, Austria, completely managed by local
municipality as a sensitive response to the will of a large community of
immigrants "to create a space that meets their spiritual aspirations and,
at the same time, responds to the context of their adoption country." The
desire to bury their departed in the place of birth instead of sending the
bodies to their origin country has led to the creation of a group of actors
from different religious faiths and from different ethnic groups, in a work
of uncommon social cooperation. Five projects absolutely unique, joining
one hundred and ten winners so far in the history of the Aga Khan Award
and over eight thousand projects documented in the context of social
building, of the improvement of the community and the environment, of
historic preservation and planning. An award that is flagship of the Aga
Khan Trust for Culture (AKTC) site in Geneva, which promotes among
other activities aimed at the preservation and promotion of material
and spiritual heritage of the Muslim society, such as the Historic Cities
Program for both culturally and socio-economically redevelopment
of historic cities. A monograph with the collection of the projects of
the Aga Khan Award 2013, entitled "Architecture is life," was published
by Lars Müller Publishers and presented at the same ceremony.
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20
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
21
← Raffaele by Fred&Juul, Source, Firenze
Ph Maurizio Picci
↓Operae 2013, OGR, Torino
Ph. PEPE Fotografia
Made in Slums, Mathare, Nairobi.
TENDENZE
Ph. Francesco Giusti, Filippo Romano.
Ph. Editing Pedro Almeida
Text by
Anna Nosari
Photos by courtesy of
Atelier Mendini, IFU - Instruction For Use, MIMA Milano Makers, MISIAD - Milano si Autoproduce Design, OpenDesignItalia, Operae, Source, Triennale Design Museum
DESIGN?
MEGLIO AUTOPRODOTTO
DESIGN? BETTER IF SELF-PRODUCED
DALLE ESPERIENZE STORICHE DEGLI ANNI
SETTANTA ALLA DIFFUSIONE DI TANTE
NUOVE INIZIATIVE CHE TESTIMONIANO
LA VITALITÀ DI UN PROCESSO CREATIVO,
PRODUTTIVO E DISTRIBUTIVO ALL'INSEGNA
DI UNA CULTURA DELLA CONDIVISIONE E
DELL'INDIPENDENZA.
22
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
FROM THE HISTORICAL
EXPERIENCES OF THE '70S
TO THE SPREAD OF MANY
NEW INITIATIVES THAT
TESTIFY THE VITALITY OF
A CREATIVE, PRODUCTIVE
AND DISTRIBUTIVE
PROCESS MARKED BY THE
CULTURE OF SHARING
AND INDEPENDENCE.
S
i dice autoproduzione e subito si
pensa agli anni '70, ai nomi che
hanno fatto la storia del design. Da
Alchimia, fondata da Alessandro
Guerriero nel 1976, ad Enzo Mari con la
sua “Proposta per un'autoprogettazione”
fino ad Alessandro Mendini con la celebre
poltrona Proust.
Una tendenza – o meglio, una pratica e
una strategia creativa e produttiva - che
torna a far parlare di sé, grazie al fiorire di
iniziative dedicate ai “produttori indipendenti
di design”. È questa la definizione scelta
da Cesare Castelli, da sempre attivo
nell'autoproduzione e promotore dapprima
di “MISIAD - Milano si Autoproduce Design”
e più recentemente di “MIMA - Milano
Makers”, per raccontare una svolta epocale
nel modo di produrre e di proporre design. La
crisi economica ha senza dubbio contribuito
ad accelerare e rafforzare il fenomeno ma
non ne è l'elemento fondamentale. Più
significativa la crescente sensibilità alla
condivisione in un'ottica di open source e la
creazione di reti, per superare l'isolamento
e mettere in contatto i designer indipendenti.
Ma chi sono i soggetti che scelgono
l'autoproduzione? Giovani creativi ma
anche professionisti esclusi dal processo
produttivo, che si rimettono in gioco,
accanto a grandi designer (come De Lucchi
o Mendini, ad esempio) che affiancano ad
altri progetti l'autoproduzione, più libera
da vincoli.
MIMA - Milano Makers (fondata, insieme a
Castelli, da Duilio Forte, Nuala Goodman,
Alessandro Guerriero, Maria Christina
Hamel, Francesco Mendini e Franco Raggi)
raccoglie oggi 190 associati, equamente
divisi tra uomini e donne, la cui provenienza
supera ogni confine geografico, e si propone
di lavorare su un doppio binario: culturale
– proponendo un modello di sviluppo per
il futuro – e pratico, con grande attenzione
↑Foro by Foro Officina, Open Design Italia 2013
↓Poltrona di Proust, Alessandro Mendini, 1978
↓Sedia 1 by Enzo Mari, Artek, 2010 (1974 progetto)
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
23
↑Tania by Duccio Maria Gambi, Operae 2013
$QWLFR$VRORPP0D[L
ODIRU]DGHOJUDQGH
IRUPDWRLQXQSLFFROR
VSHVVRUH,GHDOHQHOOH
ULVWUXWWXUD]LRQLRLQ
DEELQDPHQWRDLVLVWHPLGL
ULVFDOGDPHQWRDSDYLPHQWR
↑inBilico by Andrea Pascucci, IFU Instruction For Use, 2013
&33DUTXHWqXQ­D]LHQGDFHUWL´FDWD
M A D E I N I TA LY
agli aspetti concreti che hanno un ruolo non
secondario nell'autoproduzione. Tra questi, la
distribuzione e la vendita, destinate a cambiare
radicalmente nel giro di pochi anni, con uno
spostamento verso nuovi canali distributivi,
come l'e-commerce.
Varcando i confini, scopriamo un originale
processo di autoproduzione realizzato a
Mathare, Nairobi, testimoniato da “Made in
Slums”, mostra aperta alla Triennale di Milano.
Qui, sottolinea Silvana Annichiarico, direttore
del Triennale Design Museum, “le pratiche
creative trascendono l’orizzonte puramente
locale e assumono un senso e un valore più
generale”. La comunità, racconta il curatore
Fulvio Irace, “risponde ai propri bisogni
recuperando e trasformando materia di scarto
in oggetti a elevato gradiente estetico”.
La tendenza all'autoproduzione come
precisa scelta progettuale è confermata
dalle tante iniziative fiorite in questi mesi in
diverse zone d'Italia: si passa da Torino con
Operae, il festival del design autoprodotto
nell'ambito della Torino Design Week, a
Ferrara con MEmexposed, nuova iniziativa
dedicata ai “fabbricanti di idee e cose”, da
Firenze con Source a Verona con l'Atlante
dell'Autoproduzione, fino a Venezia con Open
Design, iniziativa nata dall'esperienza europea
del direttore artistico Elena Santi, colpita dal
numero crescente di designer che “facevano
da sé”, restando isolati e sconosciuti.
Insieme a Laura Succini ha creato nel 2010
una mostra-mercato dedicata al design
autoprodotto e di piccola serie, a cui accedere
24
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
tramite concorso aperto a tutti. A sottolineare
la portata culturale del fenomeno del design
indipendente è stato previsto un programma
di conferenze, mostre e dibattiti a cura di
Valentina Croci, giornalista specializzata in
design e condirettore scientifico di Open Design
Italia. A lei abbiamo chiesto dove affondano le
origini del progetto: “L’autoproduzione non è
una novità di questi ultimi anni. Tuttavia, oggi
è una forma di progetto-azione significativa
perché può dare origine a nuove forme di
impresa, coinvolgendo il territorio e le sue
specificità (piccole imprese terziste e artigiane)
in modo inedito con, ad esempio, nuove reti
d’impresa. L’autoproduzione è un fenomeno
sociale in grande espansione che utilizza
canali di produzione e promozione diversi. Una
modalità dal basso, partecipata e condivisa
che si avvale anche delle comunità sociali che
si relazionano sul web e che coinvolgono in
maniera nuova gli utenti”. Cambia quindi il ruolo
del designer, che “si occupa, registicamente, di
ideare, produrre e distribuire oggetti in serie
(pezzo unico, serie limitata, piccola-media
serie) controllando ogni fase del processo”.
Si tratta ancora, in parte, di un fenomeno
di nicchia, soprattutto a livello di volumi di
business, ma qualcosa sta rapidamente
cambiando: “Ha molte potenzialità” osserva
Valentina Croci “si sta muovendo in maniera
magmatica legandosi a doppio filo con il
digitale, non solo nella vendita online ma
anche nella produzione, avvalendosi della
fabbricazione digitale, sempre più accessibile”.
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↑ Bretelle by Georg Muehlmann, Open Design Italia 2013
↓ Dotto by ZPSTUDIO, Source, Firenze - ph Maurizio Picci
|
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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I
f we talk about self-production, we immediately
think about the '70s, about the names that made
the history of design. From Alchemy, founded in
1976 by Alessandro Guerriero, to Enzo Mari with
his "Self-planning proposal", up to Alessandro
Mendini with his famous Proust armchair.
A trend - or rather, a practice and a creative and
productive strategy - which is making a name
for itself, thanks to the development of initiatives
dedicated to the "independent producers of
design". This is the definition chosen by Cesare
Castelli, since always active in self-production
and promoter firstly of "MISIAD – Milano
si Autoproduce Design” and more recently of
"MIMA - Milan Makers", to tell a turning point
in the way we produce and propose the design.
The economic crisis has undoubtedly helped to
accelerate and strengthen the phenomenon but
that is not the essential element. According to
an open source and net creation viewpoint, the
growing sensitivity to sharing is more significant in
order to overcome the isolation and bring together
the independent designers.
But who are the people who choose selfproduction? Young creatives but also professionals
excluded from the production process, who put
themselves on the line together with big designers
(such as De Lucchi or Mendini) who, in addition
to other projects, deal with self-production,
considered as freer from constraints.
MIMA - Milan Makers (founded, together with
Castelli, by Duilio Forte, Nuala Goodman,
Alessandro Guerriero, Maria Christina Hamel,
Francesco Mendini and Franco Raggi) now
gathers 190 members, equally divided among
men and women, whose origin goes beyond
all geographical boundaries. It aims at working
on a dual track: a cultural one, proposing a
development model for the future, and a practical
one, with great attention to the concrete aspects
that have an important role in self-production.
Among these, distribution and sales, that will
radically change within a few years, with a shift
towards new distribution channels, such as
e-commerce.
While crossing the boundaries, we find an original
process of self-production carried out in Mathare,
Nairobi, witnessed by "Made in Slums", an
exhibition opened at the Triennale in Milan. Silvana
Annichiarico, director of the Triennale Design
Museum, points out that the "creative practices
transcend the purely local horizon and take on a
more general meaning and value". The curator
Fulvio Irace says that the community "responds to
its needs by recovering and converting the waste
matter into objects with a high aesthetic value."
The tendency to self-production as a precise
design choice is confirmed by the many initiatives
recently flourished in various parts of Italy: from
Turin with Operae, the festival of self-produced
design within the Torino Design Week, to Ferrara
with MEmexposed, a new initiative dedicated to
the "manufacturers of ideas and things". From
Florence with Source to Verona with the Atlas of
self-production, up to Venice with Open Design,
an initiative born from the European experience
of the artistic director Elena Santi, moved by the
increasing number of designers who "did it by
themselves", remaining isolated and unknown.
In 2010, together with Laura Succini, she created
an exhibition market dedicated to self-produced
and small sized design, to be accessed through
a competition open to everybody. In order to
emphasize the cultural significance of the
phenomenon of independent design, Valentina
Croci, a journalist specialized in design and
scientist co-director of Open Design Italia, curated
a programme of lectures, exhibitions and debates.
We asked her where the origins of the project
lie: "Self-production is not a novelty of the last
few years. However, today it is a significant form
of project-action because it can give rise to new
forms of enterprise, involving the territory and
its specificity (small subcontractors and artisans)
in a new way with, for example, new business
networks. Self-production is a social phenomenon
in great expansion that uses different production
and promotion channels. A way from the bottom,
participated and shared, which also makes use
of social communities that relate on the web and
involve users in a new way". Therefore, the role
of the designer changes, he "designs, produces
and distributes a series of objects (a unique
piece, a limited series or a small-medium series)
by controlling every stage of the process". It is
partially a niche phenomenon, especially in terms
of business volumes, but something is rapidly
changing. "It has a lot of potentials", Valentina Croci
says, "it is moving in a magmatic way, combining
with the digital sector, not only in online sales but
also in production, making use of a more and
more accessible digital fabrication".
↑ MISIAD - Milano si Autoproduce Design,
Stefano Boeri, Cesare Castelli e Alessandro Mendini
↑ Cotton Candy by Rugter de Regt con Marlies
van Putten, Open Design Italia 2013
↓ Agenda by Paolo Vallara, collezione
Animagrigia, Vincitore Open Design Italia 2012
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
27
Text edited by
Anna Masello
Photos courtesy of
Angelo Dadda
and courtesy of
La Biennale di Venezia
ENCYCLOPEDIC PALACE
THE ECLECTIC BIENNALE OF THE MUSES
Il Palazzo Enciclopedico, Marino Auriti, Arsenale,
Biennale di Venezia, 2013 - ph. Angelo Dadda
Massimiliano Gioni, ph. Giorgio Zucchiatti
Khaled Zaki, Pad. Egitto, Biennale di Venezia 2013 - ph. Angelo Dadda
Elisabetta Benassi, Pad. Italia, Biennale di Venezia 2013
ph. Angelo Dadda
Sonia Falcone, Pad. Italia, Biennale di Venezia 2013 - ph. Angelo Dadda
S
ARTE
PALAZZO
ENCICLOPEDICO
LA BIENNALE ECLETTICA DELLE MUSE
28
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
e Marino Auriti fosse riuscito davvero a farlo costruire il suo Palazzo
Enciclopedico, probabilmente Massimiliano Gioni si sarebbe divertito assieme
a lui a curarne i contenuti.
In realtà, forse un po' lo ha fatto, in occasione della 55esima Biennale d'Arte, in corso
a Venezia fino al prossimo 29 novembre.
La mostra si ispira al progetto del meccanico italiano Marino Auriti che nel 1955, dopo
essersi trasferito negli Stati Uniti, presentò all'Ufficio Brevetti della Pennsylvania
il modello per un nuovo concept di museo: un edificio di 136 piani circondato da
una piazza loggiata che racchiudesse il sapere dell'umanità. E proprio da questo
progetto Gioni fa partire la sua riflessione sulla situazione artistica contemporanea,
probabilmente mai percepibile nella sua totalità.
Il curatore ci accompagna in un percorso dove l'unica meta è il viaggio stesso, alla
riscoperta del conosciuto e alla ricerca dell'ignoto.
Artisti blasonati, pensatori, filosofi, outsider, naif ed esponenti dell'Art Brut: una
molteplicità di visioni complementari per tentare ambiziosamente di esprimerne una sola.
Abbiamo incontrato Massimiliano Gioni, il più giovane curatore nella storia della
Biennale di Venezia, per rivolgergli alcune domande.
Palazzo Enciclopedico, contenitore simbolico delle grandi scoperte dell'umanità,
della conoscenza rivelata e di quella non ancora manifesta. Quale il tuo ruolo in
questo viaggio della cultura visiva?
Non bisogna confondere questa Biennale con l'enciclopedia dell'arte diretta da
Massimiliano Gioni. Non ho alcune pretese assolutistiche né ambizioni al limite della
tracotanza... E per quanto la parola "enciclopedia" evochi atmosfere da illuminismo
francese, direi che questa mostra è quanto mai lontana da quel contesto. È più irrazionale,
proprio perchè si tratta di raccogliere in questa mostra le avventure della conoscenza
e i deliri dell'immaginazione di vari individui che nel corso del secolo scorso e del nostro
presente hanno cercato di sapere e vedere tutto. E in particolare è una mostra su come
le immagini sono utilizzate per organizzare e strutturare le nostre conoscenze e la
nostra percezione del mondo.
Quindi il mio ruolo me lo immagino come quello di una specie di cantastorie o di
biografo, che colleziona le avventure epistemologiche di artisti, scrittori, dilettanti.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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Oliver Croy e Oliver Elser - Jack Whitten, Biennale di Venezia 2013
Arthur Bispo do Rosário, Biennale di Venezia 2013
Erik van Lieshout, Biennale di Venezia 2013
Bruce Nauman, Biennale di Venezia 2013
Roberto Cuoghi, Biennale di Venezia 2013 - Ph. F. Galli
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Ecco per certi versi si potrebbe dire che "Il Palazzo Enciclopedico" è una mostra sul
dilettantismo e sull'autodidatta - tutti gli artisti sono autodidatti. E io stesso nel mio
ruolo di organizzatore mi ritrovo a interpretare il ruolo di un bricoleur che cerca - ora
disperatamente ora con grande entusiasmo - di mettere ordine tra le opere e tra i
tentativi di sapere tutto.
In questo senso questa Biennale è una riflessione sulla storia della Biennale di Venezia,
che dalla fine dell'Ottocento è il luogo in cui ci si aspetta e ci si illude di poter contenere
tutto il mondo dell'arte contemporanea: è un luogo la cui mitologia si regge su un sogno
inebriante e impossibile quanto quello di Auriti.
In mostra sono presenti in numero cospicuo nomi poco noti del panorama
artistico “sotto i riflettori”. Con quali criteri hai ricercato ed incluso i nuovi artisti?
In questa Biennale in un certo senso ho cercato di liberarmi del problema dell'arte e della
qualità. È una mostra in cui non ci sono solo artisti ma anche oggetti che non venivano
immediatamente riconosciuti come opere d'arte: più che una mostra soltanto di opere
d'arte, ho pensato di fare una mostra di testimonianze figurative, di immagini che ci
raccontano di altrettante visioni del mondo.
E quando uno pensa alle immagini, alle opere e agli oggetti come testimonianze di un
modo di vedere, comprendere e immaginare il mondo, ecco che si dissolve la questione
della qualità in un certo senso e anche la questione della fama dell'artista. La visione
del mondo di un illustre sconosciuto è altrettanto degna di essere contemplata di quella
di un artista.
A patto però che queste visioni abbiano un'intensità, una forza, che le renda uniche o
che comunque siano diverse dalle altre. A mio parere, questa Biennale è una mostra
sul ruolo delle immagini nella nostra cultura iper-visiva: viviamo cosi soffocati dalle
immagini e soprattutto da immagini dozzinali e commerciali, che è opportuno tornare a
studiare, osservare e apprezzare altre immagini, più profonde ed estreme, che ci possano
insegnare a vedere in modo diverso.
Palazzo Enciclopedico: riflessione, monito, stimolo o provocazione?
Credo che ci siano tutti questi elementi nella mostra. È una mostra sul sapere, sulla curiosità
e sull'ignoranza come motore della conoscenza. |www.admnetwork.it |follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
31
I
GOLQH:$6+52206<67(0
Studioazzurro, Biennale di Venezia 2013
Jean-Frédéric Schnyder, Biennale di Venezia 2013
Berlinde De Bruyckere, Pad. Belgio, Biennale di Venezia 2013
ph. Angelo Dadda
d line has an award winning sanitary washroom system - a highly flexible modular system that is intended for wall recessing, but also can be mounted
as a wall mounted system.
Due to the flexibility and the variety of applications
the system is ideal for use in both commercial, industrial and residential environments.
Different modules to suit different needs is of corse of the essens - so the d line washroom systems
is also available in a maxi version for low
daily maintenance and high effeciency
Consistent with the d line design rules of low
maintenance and high hygienic solutuions the
washroom panels are manufactored in grade AISI
316 satin stainless steel.
The panels are lockable in order to prevent vandaA+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
32lisme
and theft.
GOLQHLQVSLUHGE\KDQGV
Encyclopedic Palace, symbolic container of the great discoveries of mankind,
of the revealed knowledge and of is not yet manifest. What is your role in this
journey of visual culture?
Do not confuse this Biennale with the art encyclopedia directed by Massimiliano Gioni.
I don't have some absolutist pretensions or ambitions at the edge of arrogance... And
as for the word "encyclopedia" evokes French Enlightenment atmospheres, I would say
that this exhibition is extremely far from that context. It's more irrational, just because
it comes to collecting in this exhibition the adventures of the imagination and delusions
of knowledge of various individuals who in the course of the last century and our
present have sought to know and see everything. And in particular, it is an exhibition
of how images are used to organize and structure our knowledge and our perception
of the world.
So I can imagine my role as that of a species of storytellers or biographer, who collects
the adventures of epistemological artists, writers, amateurs. Here are some ways you
could say that "The Encyclopedic Palace" is an exhibition on amateurism and on selftaught - all artists are self-taught. And I myself in my role as organizer I find myself
playing the role of a bricoleur who tries - sometimes desperately, sometimes with great
enthusiasm - to tidy up the works and between attempts to know everything.
In this sense, this Biennale is a reflection on the history of the Venice Biennale, which
from the late nineteenth century is the place where you would expect and there is an
illusion of being able to hold all the world of the contemporary art: it is a place whose
mythology is based on an exciting and impossible dream as that of Auriti.
In the exhibition are present in large number of unfamiliar names views artistic
"in the spotlight”. What criteria did you researched and included new artists?
In this Biennale in a sense tried to get rid of the problem of art and quality. It is an
exhibition in which there are not only artists, but also objects that were not immediately
recognized as works of art: rather than just an exhibition of works of art, I decided to
make an exhibition of figurative testimonies, images that tell us as many worldviews.
And when someone thinks of the images, to the works and objects as evidence of a way
to see, to understand and to imagine the world, that which dissolves the issue of quality
in a sense, and also the question of the artist's fame. The world view of an illustrious
unknown is just as worthy of being contemplated to that of an artist.
Provided, however, that these visions have an intensity, a strength, which makes them
unique or that are different from the others. In my opinion, this Biennale is an exhibition
on the role of images in our hyper- visual culture: we live so choked with images and
especially images cheesy and commercial, it is necessary to go back to study, to observe
and to appreciate other images, deeper and more extreme, which can teach us to see
in a different way.
Encyclopedic Palace: reflection, warning, encouragement or provocation?
I believe there are all these elements in the exhibition. It is an exhibition on the know, on
curiosity and ignorance as an engine of knowledge. |www.admnetwork.it |follow us on |
d line as
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Denmark
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f Marino Auriti he could really do to build his Encyclopedic Palace, Massimiliano Gioni
probably would have enjoyed with him in treating the content.
In fact, maybe he did a little, on the occasion of the 55th Art Biennale in Venice in
progress until the next November 29.
The exhibition is inspired by the design of the italian mechanic Marino Auriti. In 1955,
after moving to the United States, he presented to the Patent Office of Pennsylvania
the model for a new concept of museum: a 136 storey building surrounded by a square
with arcades were that enclose the knowledge of mankind. Just from this project Gioni
starts his thought on the situation of contemporary art, will probably never be perceived
in its entirety.
The curator takes us on a journey where the only goal is the journey itself, the
rediscovery of the known and the search of the unknown.
Renowned artists, thinkers, philosophers, outsiders, naive and members of Art Brut: a
multiplicity of complementary visions for ambitiously try to express only one.
We met Massimiliano Gioni, the youngest editor in the history of the Venice Biennale,
to ask him a few questions.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
33
|
COPERTINA
|
|
Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Enrico Basili and courtesy PIUARCH
|
PIUARCH
String Quar(chi)tet
Quartetto
d’archi(tetti)
L’architetturacomevariazionemusicale
34
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
rogettare architetture come
note musicali su spartiti
limpidi, risolvendo in armonia e carattere
i vuoti e gli interludi delle cornici urbane
più imprevedibili e sincopate di un ragtime
metropolitano. Questo, in una prolissa
metafora musicale, il credo progettuale di Piuarch, al
secolo Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino
Almeno un indizio?
MT Assolutamente nessuno!
Garbellini e Monica Tricario, quartetto d’architetti
formatosi nella Milano di Gregotti e ora pulsante col
suo ritmo pulito e senza ritornelli nel cuore di Brera,
dove, tra suggestioni artistiche e velate citazioni,
compone architetture applaudite in tutto il mondo.
nostra priorità. Affrontiamo ogni occasione progettuale
curandone in primo luogo gli aspetti funzionali e
contestuali, dove la forma diviene consequenziale a
logiche di contorno. È nello studio di quanto si trova
attorno, sia spazialmente che nella natura sociale,
storica ed economica, che si trovano le risposte alla
maggior parte dei problemi, da quelli più formali, a
quelli più tecnici, a quelli più strettamente semantici. La
ricchezza dell’architettura risiede nel non concepire le
opere d’arte come sculture isolate, bensì come tasselli
logicamente inseriti in una definita cornice, della quale
dover risolvere interrogativi e mancanze.
Piuarch, ovvero, il collettivo che sfida le archistar.
Come nasce il vostro complesso e quali le origini
del nome?
Monica Tricario I Piuarch nascono diciassette
anni fa, al termine di un periodo in cui noi quattro
lavoravamo insieme presso lo studio di Vittorio
Gregotti. Per quanto riguarda il nome, nonostante
l’apparente legame con l’architettura si tratta, in
realtà, di un gioco di parole di nostra ideazione, le
cui radici teniamo gelosamente segrete.
Capisco... Ricerca estetica sopra ogni cosa: un limite
o un'opportunità? Come si può rispondere a tutte le
forzanti e le sfide dell'architettura partendo da un
rigoroso codice di stile?
Francesco Fresa In realtà la ricerca estetica non è la
Il modulo come matrice leggibile: come la
parcellizzazione dei vuoti e dei pieni diviene partitura e
sintassi estetica e funzionale dei vostri progetti?
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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Germán Fuenmayor In effetti nella nostra architettura
è ricorrente il tema delle partizioni e del ritmo. Spesso,
partendo da una maglia rigida e ortogonale, ricerchiamo
delle piccole variazioni che diano l’effetto di sincopi, di
note musicali ai progetti conclusi.
Questo perché tra i nostri riferimenti progettuali vi sono
spesso i movimenti artistici legati alle avanguardie
della metà del secolo scorso, tra cui l’Astrattismo e il
Cinetismo: in essi intravediamo spunti su cui tratteggiare
le pelli e le variazioni nel dialogo con la luce, divenendo
motivi musicali, movimenti, mutazioni.
In altri progetti, invece, partiamo proprio dal presupposto
che l’edificio debba essere letto diversamente a seconda
del punto di vista e del movimento, come la facciata del
Metropol, che si riempie e si svuota in base alla lettura
dinamica che si sperimenta.
↑ D&G Headquarters, Milano, 2005/2006 - ph. Alberto Piovano
Cifra stilistica nella variazione, dunque: come una
lettura ogni volta diversa del contesto e del registro
consolida la vostra riconoscibilità piuttosto che
sbiadirla?
Gino Garbellini Credo che l’unica nostra cifra,
paradossalmente, sia il non voler essere riconoscibili ogni
volta con un linguaggio consolidato ed evidente. A non
variare è solo il processo con cui i riferimenti intellettuali
si relazionano alle forzanti del luogo, in un percorso
tortuoso che conduca di volta in volta a un risultato unico
e semplice, riconoscibile come chiave risolutiva dei vuoti
e delle mancanze ravvisabili nelle immediate vicinanze
piuttosto che come opera di continuità con una sorta di
dogmatica filosofia progettuale a noi riconducibile.
↑ ↘ Edificio per uffici, Porta Nuova, Milano, 2006/2013. Concorso ad inviti, 1° premio - ph. A. Martiradonna
← ↓ Dolce&Gabbana Office, Milano, 2009/2012 - ph. A. Martiradonna
La vostra firma tra i titani di Porta Nuova: come una
ponderata misura d'uomo sa dialogare con le velleità
machistiche di una metropoli che annaspa per l'Europa?
FF L’intervento complessivo di Porta Nuova è
interessante perché accentua la diversità ottenibile nei
progetti urbani, testimoniata anche dall’assetto della
città storica che si articola su edifici di epoche diverse,
a consolidare nel tempo l’immagine urbana milanese.
Qui lo spazio pubblico, pedonale e vivibile, che era primo
intento programmatico, è stato circondato da architetture
iconiche, immediatamente percepibili e riconoscibili nello
skyline meneghino, a costo del rischio di essere prese
per degli alieni nell’istantanea della contemporanea
struttura cittadina. Per questa ragione il nostro progetto
prende le distanze dall’architettura delle metropoli,
portandovi all’interno la Milano che sta attorno,
riprendendone le altezze e le proporzioni, umanizzando
e armonizzando un intervento di grande frattura con la
Storia e la tradizione cittadina.
Come è stato possibile intervenire in un quartiere già
completamente progettato al contorno, al voto di una
diafana monumentalità? Come umanizzare senza
rompere né provocare?
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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↑ Bentini Headquarters, Faenza (RA), 2009/2011 - ph. A. Martiradonna
FF Noi cerchiamo sempre di proporre architetture
che sappiano guardarsi intorno, cogliendo i caratteri
e la Storia di un luogo e interpretandoli in una
contemporaneità naturale e rigorosa. Nell’immagine
della facciata, ad esempio, interpretiamo un tema
cinetico ricercando i legami con un certo tipo di
architettura milanese di grande interesse, radicata
nei suoi leggendari anni ‘50 e ’60, da tradurre in un
linguaggio contemporaneo ma non estraneo.
↑ Centro Congressi e Teatro, Riva del Garda (TN), 2007/in progress. Concorso ad inviti, 1° premio
↓ Helen Marlen Boutique, Mandarin Plaza, Kiev, 2012/2013 - ph. Brother Production
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
Piuarch e Dolce&Gabbana: come il legame con
un'ingombrante fucina di stile influenza le scelte
progettuali? Contaminazione biunivoca dei linguaggi o
piuttosto edifici-blasoni come gargantueschi esercizi
di stile?
MT Dolce e Gabbana sono stati un committente
molto stimolante per il nostro studio, loro hanno
un’idea molto precisa sulla presentazione del
loro marchio e della loro riconoscibilità. Abbiamo
ricercato delle strutture complementari alla loro
retorica, degli edifici che esaltassero il loro linguaggio
marcatamente colorato, barocco e volutamente
ridondante con architetture molto semplici, sofisticate
nei materiali trattati, però, sempre in maniera sobria.
In questo modo gli edifici esaltano le caratteristiche
del marchio senza scomparire a loro volta, trovando,
anzi, la loro efficacia proprio nel duale equilibrio che
si viene a creare.
FF Citando l’analogia musicale di cui sopra, è
come se lavorassimo sul contrappunto di una
melodia molto movimentata ed eccentrica, che
noi accompagniamo con un ritmo pulito e lineare
a comporre un’armonia efficace, naturalmente
orecchiabile.
↑ Ristorante Mansarda, San Pietroburgo, 2010 - ph. A. Martiradonna
↑ Quattro Corti, San Pietroburgo, 2006/2010. Concorso ad inviti, 1° premio - ph. A. Martiradonna
La Milano di Zanuso: come il vostro Collegio dialogherà
con un'istituzione urbana nevralgica nell'immaginario
accademico meneghino? Quale lettura e interpretazione
della cifra di Zanuso?
GG Pur essendo uno fra i suoi lavori meno noti, il collegio
di Zanuso è interessante e riconoscibile non tanto per
il linguaggio materico, quanto per la sua articolazione
volumetrica. Il confronto col contesto qui avviene
attraverso i punti di vista, con la particolare destinazione
d’uso e con la necessità di orientare gli alloggi in una
certa direzione, risultando in un edificio che si ramifica
da un nucleo estendendosi sul piano più che in altezza.
La medesima filosofia è stata perseguita nel nostro
progetto di estensione, aggiungendo la contemporaneità
dell’elemento tecnico a citare quanto esiste senza
scimmiottarlo in maniera sterile.
E il Piccolo Teatro dello stesso Zanuso, tempio
cittadino dell'opera pop, sarà citato nel vostro
progetto per Teatro ì?
GF Il progetto di Teatro ì è stato impostato con
premesse opposte rispetto al Piccolo Teatro: mentre
questo si presenta come una fortezza chiusa, con
l’uso del mattone e gli innegabili riferimenti al
castello e agli altri grandi monumenti introversi,
nel caso di Teatro ì abbiamo cercato la massima
interazione tra il concetto urbano di quartiere e
un’attività sociale come il teatro. Siamo partiti da uno
scenario molto suggestivo – ci troviamo di fronte
alla Conca di Leonardo sul Naviglio – che abbiamo
voluto completare posizionando la nuova sala su via
Ferrari, così da chiudere la cortina edilizia aprendo
al contempo la grande corte che, al momento, è
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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Designing architectures as musical notes on a
plan white music sheet, solving in harmony the
voids and the interludes of the urban frames more
unpredictable and syncopated of a metropolitan
ragtime. This, in a long-winded musical metaphor,
the design thinking of Piuarch, meaning Francesco
Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini and
Monica Tricario, a quartet of architects trained in
Gregotti’s Milan now beating its clean rhythms
and choruses in the heart of Brera, where, among
artistic suggestions and veiled references, they
compose architectures acclaimed all around the
world.
Piuarch, ie, the collective challenging that the
archistars. How were you born as a team and
what's in your name?
Monica Tricario Piuarch were born seventeen
years ago, at the end of a period in which the four
of us were working together in Vittorio Gregotti’s
atelier. Our name, despite the apparent link with
architecture is, in reality, a pun of our conception
to be kept jealously secret.
At least a clue?
MT Absolutely none!
↑ Fola Housing, Sesto San Giovanni (Mi), 1996/2000 - ph. A. Martiradonna
↑ Village, Segrate (Mi), 2006/2012
occupata dai lasciti industriali; in questo modo
citiamo anche l’assetto edilizio tipicamente milanese,
con un vuoto centrale permeabile sulle due vie che,
all’occorrenza, può divenire una terza sala esterna.
Tutti i percorsi, gli spazi d’appoggio e le connessioni
vengono gestiti come ballatoi urbani privilegiati
sull’esterno, dove saranno riciclati anche i legni da
cassero usati per l’interno, in un gioco di pieni e vuoti
che rendano la facciata-balaustra estremamente
permeabile.
↑ Teatro ì, Milano, 2010
↓ Collegio di Milano, Milano, 2007/in progress. Concorso, 1° premio
40
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Sulla scena internazionale, invece, quali progetti
in senso stretto e lato e quali ambizioni vi
contraddistinguono?
FF Lavorare all’estero regala grandi
opportunità e gratifiche. Per Dolce&Gabbana
abbiamo studiato una quarantina di negozi
in tutto il mondo, per gran parte dei quali è
stato necessario immaginare delle piccole
facciate per cui ricercare, sempre, lo spirito
delle città al contorno. L’ultimo progetto
completato, ad esempio, sulla Fifth Avenue
a New York è un piccolo edificio di tre piani
molto attento nella sua composizione di
facciata, dai tratti tipicamente americani.
In Russia abbiamo realizzato un edificio
caratterizzato da quattro corti vetrate
colorate nel centro di San Pietroburgo e che
ora ospita la sede di Gazprom. In campo
internazionale vi sono opportunità progettuali
che in Italia, oggi, mancano, e che invece
si possono cogliere laddove crescita significhi
trasformazione. |www.admnetwork.it |follow us on |
I see... Searching aesthetics above all else: a
limit or an opportunity? How can you answer all
the forcings and the challenges of architecture
starting from a strict code of style?
Francesco Fresa In fact, the aesthetic is not our
priority. We approach every design opportunity
taking care of the functional and contextual
aspects first, the shape becoming a consequential
logic of the outline. It is in the study of what lies
around, both spatially and in the social, historical
and economic sphere, that you will find answers to
most of the problems a project carries with it, from
the most formal, to the most technical, to the most
strictly semantic. The richness of the architecture
lies in not conceiving works of art such as isolated
sculptures, but as something logically placed in a
defined frame to solve questions and lacks.
The matrix as readable form: how the
fragmentation of solids and voids becomes
aesthetic and functional score and syntax of your
projects?
Germán Fuenmayor In our architecture is a
recurring theme the one of partitions and rhythm.
Often, starting from a rigid and orthogonal mesh,
we look for little variations giving the effect
of syncopation, of musical notes for our plain
projects. This is because our references are often
associated with avant-garde art movements of
the past half century, including the Abstracters
and the Kinetic Art: in them we find hints on which
outline the skin and its variations in the dialogue
with light, becoming musical motifs, movements,
mutations. In other projects we assume that the
building should be read differently depending on
your point of view and movement, as the facade
of the Metropol, which fills and empties according
to the dynamic reading that you are experiencing.
Stylistic variation as a signature, then: how
can an every time different reading of the
context strengthen your philosophy rather
than make it fade?
Gino Garbellini I think our only signature,
paradoxically, is not wanting to be recognized
each time with a consolidated and clear language.
Only the process by which the intellectual
references mingle with the boundary forcing
keeps unchanged, in a winding path that leads to a
unique and simple output, recognizable as a key to
solve the most immediate proximity rather than as
a work of continuity with a sort of dogmatic design
philosophy attributable to us.
Your signature among the titans in Porta Nuova
as a weighted man-like measure: how to dialogue
with the ambitions of a metropolis groping for
Europe?
FF The overall intervention in Porta Nuova is
interesting because it highlights the diversity
obtainable in urban projects, also testified by
the town’s historical layout which is divided into
buildings from different periods to consolidate
the image of the city of Milan. Here the public,
pedestrian and liveable space, which was first
programmatic intent, was surrounded by iconic
architecture, immediately perceptible and
recognizable in Milanese skyline, at the cost of
the risk of being taken for aliens in the snapshot of
the contemporary city structure. For this reason,
our project has distanced itself from metropolitan
architecture, bringing into the new site that Milan
laying around there, re-dimensioning heights
and proportions, humanizing and harmonizing
an intervention claiming to be a great break with
history and tradition.
and recognizable not much for its material
language, as for its volumetric articulation. The
comparison with the context here is through the
points of view, with the particular intended use
and with the need for orienting the housing in
a certain direction, resulting in a building that
branches from a core extending horizontally
rather than in height. The same philosophy has
been pursued in our extension project, adding a
contemporary technical element to quote what
already exists without mocking it in a sterile
manner.
And Zanuso’s Piccolo Teatro, city temple for pop
opera, will be quoted in your project for Teatro ì?
GF Teatro ì has been set with opposite premises
from Piccolo Teatro’s: while this looks like a
closed fortress, with the use of brick and the
undeniable references to the castle and other
great introverted monuments, in the case of
Teatro ì we looked for maximum interaction
between the concept of urban district and a social
activity such as a theatre. We started with a very
picturesque setting - we are facing on Leonardo’s
Basin – which we wanted to complete placing
the new main hall on Via Ferrari, closing the
building curtain and opening at the same time
How was it possible to intervene
in a neighborhood already
completely designed to the
boundary with the vote of a
diaphanous monumentality?
How to humanize without
breaking or provoking?
FF We always try to propose
architectures that are able
to catch glimpses around,
capturing the characters
and history of a place and
interpreting them in a natural
and rigorous contemporaneity.
In the image of the façade, for
example, we interpret a theme
kinetic seeking ties with a certain
type of Milanese architecture
of great interest, rooted in its
legendary '50s and '60s, to be
translated into a contemporary
but not unrelated language.
Piuarch and Dolce & Gabbana: how the link with
a bulky style icon affect your design choices?
A bijective contamination languages or rather
gargantuan buildings - like style exercises in
coats of arms?
MT Dolce and Gabbana have been a very inspiring
customer for our atelier, they have very clear idea
about the lodging of their brand and their public
image. We have researched the complementary
structures to their rhetoric, very simple buildings
that suited their markedly colored, baroque
and redundant language, using sophisticated
materials soberly treated. In this way, the buildings
enhance the characteristics of the brand without
disappearing, finding indeed their effectiveness in
the dual balance that comes out.
FF Quoting the musical analogy above, it is as if
we worked on the counterpoint of a very lively and
eccentric melody, to accompany with a clean and
linear rhythm to compose an effective and catchy
harmony.
Milan and Zanuso: hoe does your College dialogue
with best-known Milanese academic institution?
How do you read and interpret Zanuso’s poetry?
GG Despite being one of his less-known
works, the College by Zanuso is interesting
the great court, which at the moment is occupied
by industrial bequests - this way we also mean to
mention the typical Milanese courthouse, with a
central vacuum reachable by the two streets that,
if necessary, can become a third outdoor lounge.
All doorways, spaces of support and connections
are handled as privileged urban balconies to
the outside, where the formwork wood will be
recycled used for the interior, in a play of solids
and voids making the front - balustrade extremely
permeable.
On the international scene, at last, which projects
and ambitions will set you apart?
FF Working abroad gives great opportunities
and benefits. We designed for Dolce & Gabbana
forty stores around the world, for most of which
was necessary to think small facades in which
searching for the spirit of the city at boundary.
Our latest project for D&G, for example, in New
York is a small three-storey building very careful
in its distinctively American facade composition.
In Russia we have designed a building with four
stained glass courts in the centre of St. Petersburg,
now housing the headquarters of Gazprom. In
the international arena there are opportunities
for projects lacking in Italy today, exploitable only
where growth means transformation.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
41
1938
75 2013
75° ANNIVERSARIO
↑ Foto © 2013 ADI/Mimmo Capurso
È aperto il bando per la
nuova esposizione della
Collezione storica del più
importante premio di design
italiano. Il concorso, in due
fasi, sceglierà il miglior
progetto d’allestimento da
realizzare nella nuova sede
dell’ADI che aprirà nel 2015.
Lo spazio - di circa 600 mq
di prodotti che rappresentano
il meglio di sessant’anni
di design italiano, raccolti
secondo una prospettiva unica:
il giudizio dei contemporanei.
Il bando prevede due
fasi: la prima riguarda la
presentazione di un concept
generale per il progetto dello
spazio espositivo. Scadenza
per la presentazione degli
all’interno della nuova sede
elaborati: 18 dicembre 2013.
dell’ADI a Milano nell’area tra Dalle idee presentate
via Bramante e via Ceresio
una giuria selezionerà tre
- sarà uno dei punti forti
concept, i cui autori dovranno
del nuovo centro, destinato
presentare un progetto più
a diventare un riferimento
dettagliato. Scadenza per la
internazionale per il
presentazione delle proposte:
design. Vi saranno esposti
18 aprile 2014. Il vincitore sarà
al pubblico e conservati in
incaricato della realizzazione
forma permanente centinaia del progetto.
Il concorso è promosso
dall’ADI con il Comune di
Milano e con il patrocinio
dell’Ordine degli Architetti
della Provincia di Milano,
della Consulta Regionale
Lombarda degli Ordini degli
Architetti e delle associazioni
di design AIAP, AIPI e IDEA.
È aperto a singoli progettisti
residenti in Italia e a gruppi
di progettisti in cui almeno
uno sia residente in Italia.
I partecipanti devono essere
iscritti all’Ordine degli
Architetti o degli Ingegneri,
oppure alle associazioni
di ADI, AIAP, AIPI, IDEA.
Il bando del concorso e la
relativa documentazione sono
scaricabili dal sito web dell'ADI.
www.aiapp.net
GIOCO, GIARDINO, PAESAGGIO
INCONTRO 2.0 - IMMAGINAZIONE, NUOVI SPAZI E NUOVE SOCIALITÀ
↑ Foto © Giusi Rabotti
Nell’ambito del Festival Gioco
Giardino Paesaggio, curato
da ReGiS - Rete dei Giardini
Storici e Aiapp - Lombardia,
lo scorso 10 ottobre 2013
si è svolto all’Arena Civica
di Milano, l’”Incontro 2.0 Immaginazione, nuovi spazi,
nuove socialità”, organizzato
42
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
dall’Associazione Italiana di
Architettura del Paesaggio
- Aiapp Sezione Lombardia.
Tema del Convegno è stato
il gioco e le aree gioco negli
spazi pubblici contemporanei,
con l'obiettivo di stimolare il
dibattito sulla progettazione
e la realizzazione di
aree gioco innovative e
diversificate, inserite nel
contesto paesaggistico locale,
destinate a soddisfare la
domada di un’utenza varia
e le crescenti esigenze
di nuove socialità. Sono
intervenuti paesaggisti,
architetti, designer, docenti
universitari, dottori agronomi,
tecnici e rappresentanti delle
amministrazioni comunali.
L’attitudine a qualificare i
luoghi comuni del quotidiano
adottando in maniera estesa
e diffusa materiali, colori,
figure e sollecitazioni d’uso
tradizionalmente associati
alle aree gioco vere e proprie,
- ha spiegato l'architetto e
paesaggista Anna Lambertini
- caratterizza, ormai da
tempo, un consistente
repertorio di progetti di
riconfigurazione di paesaggi
urbani così come di interventi
temporanei e azioni di
rilettura critica di spazi
pubblici. Dal SuperKilen
Park di Copenaghen di Big/
Topotek1/Superflex alle
piazze d’acqua/playground
dalle funzioni multiple ideate
per Rotterdamm Waterstaadt,
fino alle indisciplinate e
coinvolgenti scorribande di
urban hacker, street artist e
collettivi creativi: a prendere
spessore è una progressiva
e contagiosa espansione
del campo ludico nei diversi
tempi e spazi abitabili delle
città europee.
L'OUTDOOR DESIGN VA IN SCENA A SUN 2013
↑ Picnicnelbosco by Ivo Caruso e Alessandro D'Angeli
A Rimini Fiera, dal 6 all’8 ottobre
2013, nell’ambito di SUN, il Salone
Internazionale dell’Esterno,
organizzato da Rimini Fiera
in collaborazione con Fiere e
Comunicazioni, prenderà vita la
mostra “Outdoor shopping arcade
- Alla Riscoperta del centro
urbano”, curata dall’architetto
Daniele Menichini e dedicata
alle proposte più innovative e
funzionali per l’arredo esterno
dei Centri Commerciali Naturali,
aggregazioni tra soggetti privati
e enti pubblici che, attraverso la
creazione di un soggetto giuridico
ad hoc, gestiscono un piano di
marketing urbano e territoriale
volto a rivitalizzare i centri cittadini
e il commercio di vicinato. Fornire
un’identità definita e riconoscibile
a queste nuove realtà è la sfida di
questa mostra, innovativa vetrina
sulle ultime tendenze del contract
outdoor. SUN.LAB 2013, il contest
internazionale riservato ai talenti
under 35 dell'Outdoor Design,
ideato con CarusoD’AngeliStudio,
è dedicato al tema de “l’animale
sociale”. Il concept proposto per
la sesta edizione vuole ispirare la
creazione di arredi ed accessori
per esterni, permanenti o
temporanei, pubblici o privati,
che propongano una visione
di outdoor come occasione di
socialità e antistress collettivo,
AD ALTARE, DESIGN E ARTE NEL VETRO
↑Monofono by Gumdesign
←Gumdesign con la piccola Alice
vetrai altaresi operanti nella
piccola fornace del Museo
dell’Arte vetraria di Altare
(Sv). Il primo appuntamento è
Terza edizione per Altare Vetro con ‘ALTARE VETRO DESIGN’
Design e Altare Vetro Arte,
a partire dal 14 settembre
un duplice appuntamento
fino al 20 ottobre presso gli
che intende presentare
spazi del Museo dell’arte
alcune proposte, legate alla
vetraria di Altare. Quest’anno
progettazione e alla creatività i protagonisti saranno i
artistica, realizzate dai maestri designer Laura Fiaschi e
Gabriele Pardi dello studio
GUMDESIGN, architetti e
designer di Viareggio che
si occupano di architettura,
industrial design, grafica,
art direction per aziende
ed eventi. Non nuovi al
particolare mondo del vetro,
hanno creato oggetti d’uso
come i calici “caratteriali”.
In occasione della rassegna
Laura e Gabriele hanno
progettato un Monofono,
un “amplificatore sonoro”
proposto in differenti misure,
che contiene un carillon; e
come gadget, ‘Sorsino’, un
bicchierino, che recupera la
tradizione altarese. Entrambi
sono realizzati in vetro bianco.
Dal 26 ottobre 2013 poi,
entrerà in scena l’oggetto
artistico con ‘ALTARE VETRO
ARTE’, rassegna curata da
Enzo L'Acqua, che presenterà
www.sungiosun.it
favorendo la condivisione di
azioni, spazi, esperienze, attività
e interessi e la riscoperta del
piacere della fisicità e delle
relazioni umane. Il contest ha
coinvolto numerosi designer,
italiani e stranieri, under 35
e gli studenti di università
internazionali, per creare scenari
sperimentali, concetti inediti
e progettazioni non ancora in
produzione. Fanno parte della
collezione SUN.LAB 2013 oggetti
appartenenti a diverse categorie
merceologiche, ma tutti pensati
in un’ottica di sostenibilità, di
rispetto per l’ambiente, per il
luogo che li ospita e dei suoi
abitanti, di cosciente uso delle
nuove tecnologie, di durabilità,
accessibilità, versatilità di
installazione e cura per i
particolari.
PGYU
PGYU
www.adi-design.org
“ESPORRE IL COMPASSO D’ORO”
CONCORSO PER IL PROGETTO DELLA SEDE DEL PREMIO COMPASSO D’ORO ADI
www.museodelvetro.org
tre artisti - Enzo Esposito,
Graziano Marini e Juan Segura
- che hanno affidato la loro
espressività alla vetrofusione,
realizzando le loro opere
all’interno del Museo di Altare.
Le manifestazioni, ideate da
Mariateresa Chirico ed Enzo
L’Acqua e promosse dall’ISVAV
(Istituto per lo Studio del
Vetro e dell’Arte Vetraria) e
dal Museo dell’Arte Vetraria
Altarese, coinvolgono designer
e artisti, invitati a cimentarsi
con il vetro, in un rapporto
sinergico con i maestri
altaresi, in un reciproco,
intenso e proficuo scambio di
competenze e conoscenze.
Un’occasione d’incontro, di
dialogo, di confronto in modo
che Altare possa trasmettere
e rendere ancora attuale
e vivo il proprio secolare
“saper fare”.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
43
Leading trade fair
PGYU
www.artissima.it
ARTISSIMA 2013
OVAL, LINGOTTO FIERE, TORINO. 8-10 NOVEMBRE 2013
↑ Robin Rhode, Kinderstoel
La ventesima edizione di
Artissima, Internazionale d’Arte
Contemporanea, si svolgerà
da venerdì 8 a domenica 10
novembre 2013 (preview il 7
novembre) all'Oval, Lingotto
Fiere di Torino. Fondata nel
1994, Artissima ha saputo
costruire nel tempo una
propria identità esclusiva e
un posizionamento unico nel
panorama delle grandi fiere
mondiali quale palcoscenico
della migliore ricerca nel
campo delle arti visive. Per
il 2013, attraverso il lavoro di
internazionalizzazione avviato
lo scorso anno, è stata rivolta
una speciale attenzione alle
aree più emergenti per il
contemporaneo, attraverso il
coinvolgimento di alcuni paesi
del Sud America e dell’Asia, con
l’obiettivo di introdurre nuovi e
diversi punti di vista e connotare
sempre di più la fiera come il
luogo dove scoprire e incontrare
le più interessanti proposte della
scena artistica internazionale.
Tra le novità del 2013: nasce la
prima edizione di ONE TORINO,
una grande rassegna annuale,
ideata e prodotta da Artissima
e realizzata in collaborazione
con le maggiori istituzioni
di arte contemporanea e
sedi espositive della città:
Castello di Rivoli Museo
d’Arte Contemporanea, GAM
Galleria Civica d’Arte Moderna
e Contemporanea, Fondazione
for the retail industry.
Best plan for architects.
↑ Gioberto Noro, Elogio della nuvola
Merz, Fondazione Sandretto
Re Rebaudengo e Palazzo
Cavour. Artissima 2103 ospiterà
190 gallerie (130 straniere e
60 italiane), provenienti da 38
diversi paesi, di cui 12 nuovi
rispetto alla scorsa edizione
della Fiera.
“SOFT PICTURES” IL MEDIUM TESSILE NELL'ARTE CONTEMPORANEA
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO, TORINO
22 OTTOBRE 2013 - 23 MARZO 2014
↑ Pae White, Still, Untitled, 2010
La Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo presenta, dal
22 ottobre 2013 al 23 marzo
2014, Soft Pictures, mostra
collettiva dedicata all'uso
del medium tessile nell'arte
contemporanea, a cura di Irene
Calderoni. Storicamente posto
al confine tra arti liberali e arti
applicate, l’uso del tessuto
come materiale per creare
immagini artistiche è oggi
ripreso dagli artisti nelle sue
molteplici valenze, storiche,
politiche, sociali e simboliche,
una ricca trama di significati
di cui questa mostra rende
conto. Al tempo dell’immagine
digitale, scegliere il tessuto
come materiale e antiche
tecniche per lavorarlo diviene
il primo gesto significante
che riapre un campo di
possibilità espressive per
l’arte. Il tessuto è impiegato
dagli artisti per riflettere
sulle nozioni di tradizione,
di memoria, di folklore: là
dove l’opera d’arte non ha un
autore definito, ma porta in
sé la ricchezza di un’intera
cultura, di innumerevoli mani
e menti che l’hanno forgiata
nei secoli, tramandandone
l’arte fino a noi. Ma il legame
con la cultura di un popolo
e di un’epoca richiama
anche le connotazioni
politiche e sociali di questi
manufatti: il lavoro umile
e domestico, prettamente
femminile e funzionale alle
esigenze private, è l’altra
www.fsrr.org
faccia di un’arte che arriva a
rappresentare la ricchezza e
la potenza delle corti europee.
Funzione e decorazione,
design e arte, tradizione e
modernità: tra questi diversi
poli si muovono gli artisti
in mostra per riflettere
sull’immagine e sul materiale
stesso come concentrazione di
tensioni e simboli differenti.
La mostra include opere di
artisti internazionali tra cui
Enrico David, Mike Kelley,
William Kentridge, Gabriel
Kuri, Goshka Macuga, Adele
Röder, Rosemarie Trockel,
Piotr Uklanski, Francesco
Vezzoli, Vincent Vulsma, Franz
Erhard Walther, Pae White,
Andrea Zittel.
Your
Global
Flagship
Event.
EuroShop
The World’s Leading Retail Trade Fair
16 – 20 February 2014
44
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
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Düsseldorf · Germany · www.euroshop.de
Honegger Gaspare Srl
Via F. Carlini, 1 _ 20146 Milano
Tel +39 02 4779141
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
Fax +39 02 48953748
[email protected] _ www.honegger.it
45
Photos by courtesy of
LEAF International
↑ Cristine Seilern (Seilern Architectes) e Anna Masello (A+D+M)
← Lucy Bullivant e lo studio archi5
↑ Lucy Bullivant e Sir Peter Hall
Tra i LEAF Awards segnaliamo in
particolare:
Overall Winner:
archi5, Marsan Mediatheque, Mont de
Marsan (France).
LEAF AWARDS 2013:
l'eccellenza nel panorama
internazionale del progetto
25
I prestigiosi Emirates
Glass LEAF Awards si
sono conclusi anche
quest’anno con enorme
successo. Giunti alla decima
edizione, confermano
ancora una volta la
propria autorevolezza nel
panorama dell’architettura
internazionale, selezionando
l’eccellenza e premiando
il valore degli Studi che
grazie al proprio operato
migliorano la qualità
estetica, funzionale ed etica
della nostra società.
La cerimonia di premiazione
si è svolta nella splendida
cornice del Four Season
Hotel Park Lane di Londra
lo scorso 20 settembre,
alla presenza di tutti
gli Studi di architettura
selezionati nella Shortlist.
Oltre a Lucy Bullivant,
Chair Judge, erano presenti
46
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
in giuria Paolo Brescia
(OBR), Michel Mossessian
(Mossessian & Partners),
Božana Komljenovic (Zaha
Hadid), Phil Holden (Pascall
& Watson), Leanne Tritton
(ING Media) e Enric RuizGeli (Cloud9).
Lucy Bullivant dopo aver
premiato ben 26 categorie
diverse, ha decretato
vincitore assoluto 2013
il progetto Marsan
Mediatheque, Mont de
Marsan, Francia, dello
Studio archi5.
Nell'ambito di una
partnership con Leaf
International, A+D+M è
stata invitata a presenziare
alla cerimonia, dove ha
avuto l’onore di assegnare
l'International Interior
Design Award allo Studio
Seilern Architects per il
progetto Lauenen Residence.
Best Future Building - Culture/
Education (Drawing Board):
scape, MEIS - Museo dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah, Ferrara.
Special Award:
Sellar Property Group, The Shard, London
(UK).
↑ Studio scape
↓ P. Teglgaard Jeppesen (Henning Larsen Architects) ↓ Yasuhiro Yamashita
Public Building of the Year - Culture:
Henning Larsen Architects and Batteriid
Architects, Harpa-Reykjavik Concert
Hall and Conference Centre, Reykjavik
(Iceland).
Mixed-Use Building of the Year:
Steven Holl Architects, Sliced Porossity
Block - CapitaLand Raffles City, Chengdu
(China).
Best Sustainable Development (Social):
Yasuhiro Yamashita and Atelier Tekuto,
Emergency Supply Warehouse, Miyagi
Prefecture (Japan).
Refurbishment of the Year:
Ector Hoogstad Architecten, MetaForum
at Eindhoven University of Technology,
Eindhoven (Netherlands).
International Interior Design Award:
Studio Seilern Architects, Lauenen
Residence, Lauenen (Switzerland).
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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THE PLACE
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Il enza
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IL PROGETTO RACCONTATO
Library of Birmingham, Birmingham (UK), 2013 - project by Mecanoo, photos by Christian Richters
Volumes inspired by industrial
and artisan culture
Volumi ispirati
dalla cultura industriale
ed artigiana
C
entenary Square, la più ampia piazza pubblica nel cuore
di Birmingham, manca attualmente di una coesione o
di una chiara identità o atmosfera. Il design di Mecanoo
trasforma la piazza in un'entità unica con tre aree ben distinte:
monumentale, culturale e intrattenimento.
Questi palazzi sviluppano un racconto ubano dei periodi più
importanti della storia della città; il Repertory Theatre (REP), un
edificio in calcestruzzo degli anni ’60, la biblioteca di Birmingham,
progettata nel 2009 e la Baskerville House, un edificio di interesse
storico in arenaria progettato nel 1936. Il percorso pedonale più
trafficato all’interno della città, che Mecanoo chiama la linea
rossa, conduce i pedoni nella Centenary Square.
48
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
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La scaffalatura a sbalzo della biblioteca non é solo
un’ampia volta che fornisce le mensole all'entrata
comune della biblioteca di Birmingham e del REP,
ma forma anche una grande balconata con vista sugli
eventi e su quanto avviene nella piazza. La biblioteca
di Birmingham é un edificio in vetro trasparente.
La sua raffinata struttura di rivestimento é ispirata
alla tradizione artigiana di questa cittá industriale
unica. Tappeti e scale mobili, posizionati in modo
dinamico nel cuore della biblioteca creano dei
collegamenti tra gli otto spazi circolari che si trovano
all'interno dell'edificio. Questi anelli giocano un ruolo
importante non solo per il passaggio all'interno della
biblioteca ma forniscono anche luce naturale e
adeguata ventilazione. La parte superiore cilindrica
del tetto ospita la Shakespeare Memorial Room,
progettata nel1882. Questa sala di lettura vittoriana é
rivestita con legno proveniente dalla prima biblioteca
di Birmingham. La sua posizione prominente come
roccaforte del tetto fa in modo che questa elegante
stanza sia visibile dalla piazza. Il REP con il suo unico
e bellissimo auditorium verrá restaurato.
50
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Lower Ground Floor
Ground Floor
Level 1
Nuovi laboratori, alloggi per il personale ed un teatro
condiviso con uno spazio per il foyer verranno creati
per ambedue gli edifici, il REP e la biblioteca.
La biblioteca di Birmingham è un edificio valutato
come eccellente dal BREEAM (metodologia di
valutazione ambientale del BRE) ed incorpora sistemi
di acque grigie (acque chiare leggermente inquinate
ma senza batteri fecali risultanti dall’uso domestico
che possono essere riciclate sul posto) e pompe di
calore geotermiche. Nonostante la biblioteca sia
un edificio trasparente, esso mantiene l’efficienza
energetica mediante la capacità d’immagazzinamento
della massa dell’edificio e della roccaforte. La
schermatura solare e i materiali riflettenti all’interno
del blocco della facciata, i raggi contrastanti del sole
all’apice del pomeriggio consentono nel contempo
l’entrata della luce naturale del giorno negli interni.
Il pianterreno beneficia della massa del suolo che
fornisce l’immagazzinamento e l’isolamento. Il patio
circolare ricavato dalla piazza crea uno spazio esterno
protetto e richiama la luce del giorno fino in profondità
all'interno dell'edificio. L'edificio adotterà una strategia
mista di ventilazione naturale. La facciata sarà in
grado di rispondere adeguatamente alle condizioni
esterne e le aperture permetteranno l'ingresso e
la fuoriuscita di aria fresca. L’aggiunta di spazi di
tetto verde valorizzerà poi lo stato delle immediate
vicinanze. | www.admnetwork.it | follow us on |
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Level 2
Level 3
Level 4
Level 7
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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YEAR OF FOUNDATION 1997
PARTNERS
Aart Fransen, technical director
Francesco Veenstra, architect
Ellen van der Wal, architect
Paul Ketelaars, architect
Dick van Gameren, architect
CONTACT
Oude Delft 203
2611 HD Delft
The Netherlands
lavorazioni metalliche/ architectural
metalworks
Horbury
SM Engineering
soffitti/ ceilings
entenary Square, the largest public square
in the heart of Birmingham, currently lacks
cohesion or a clear identity or atmosphere.
Mecanoo’s design transforms the square into one
with three distinct realms: monumental, cultural
and entertainment. These palazzos form an urban
narrative of important periods in the history of the
city; The Repertory Theatre (REP), a 1960s concrete
building, the Library of Birmingham, designed in
2009 and Baskerville House, a listed sandstone
building designed in 1936. The busiest pedestrian
route in the city, what Mecanoo calls the red line,
leads pedestrians into Centenary Square. The
cantilever of the library is not only a large canopy
that provides shelter at the common entrance
of the Library of Birmingham and the REP, but
additionally forms a grand city balcony with views
of the events and happenings on the square.
The Library of Birmingham is a transparent glass
building. Its delicate filigree skin is inspired by
the artisan tradition of this once industrial city.
Travelators and escalators dynamically placed in
the heart of the library forms connections between
the eight circular spaces within the building. These
rotundas play an important role not only in the
routing through the library but also provide natural
light and ventilation. The rooftop rotunda houses
the Shakespeare Memorial Room, designed in
1882. This Victorian reading room is lined with
wood from the first Birmingham Central Library.
Its prominent position as a rooftop aerie makes
this delicate room visible from the square. The REP
with its unique and beautiful auditorium will be
renovated. New workshops, staff accommodations
and a shared theatre and foyer space will be
created for both the REP and the library.
The Library of Birmingham is a BREEAM excellent
rated building and incorporates grey water
systems and ground source heat pumps. Although
the Library is a transparent building, it maintains
energy efficiency through the buffering capacity
of the building mass and the atria. Sun shading
and reflective materials within the facades block
the harsh rays of the sun during the height of
afternoon while allowing natural daylight into the
interiors. The ground floor benefits from the mass
of the soil which provides buffering and insulation.
The circular patio cut out of the square creates a
protected outdoor space and invites daylight deep
into the building. The building will incorporate a
mixed mode and natural ventilation strategy. The
façade will respond to external conditions and
openings will allow fresh air intake and outflow. The
addition of soft landscaped roof spaces will further
enhance the immediate surrounding conditions.
Titan
| www.admnetwork.it
NO. OF COLLABORATORS 120
[email protected]
www.mecanoo.nl
Ph. Marco van Rijt
Mecanoo
Arch. Francine Houben (founding partner, creative director)
CORE BUSINESS
Mecanoo, nato ufficialmente nel 1984, è uno
studio di progettazione formato da più di
120 creativi multidisciplinari provenienti da
25 diverse nazioni, che includono architetti,
interior designers, urbanisti, paesaggisti ed
ingegneri. La vasta esperienza maturata in
25 anni di attività e pianificazione strutturata
strategica emergono nei risultati progettuali
che si distinguono per eccellenza e
attenzione al dettaglio.
CORE BUSINESS
Mecanoo, officially founded in Delft in 1984, is
made up of a highly multidisciplinary staff of over
120 creative professionals from 25 nationalities
and includes architects, interior designers, urban
planners, landscape architects and architectural
technicians. The extensive experience gained
over more than 25 years, together with structured
planning processes results in designs that are
realized with technical expertise and great
attention to detail.
MAIN PROJECTS
House with Studio, Rotterdam (1991)
Technical University Delft Library, Delft (1998)
National Heritage Museum, Arnhem (2000)
Maliebaan Office Villa, Utrecht (2000)
Saint Mary of the Angels Chapel (2001)
Montevideo, Rotterdam (2005)
La Llotja Theatre and Congress Centre, Lleida,
Spain (2009)
Technical University Delft Campus, Delft (2009)
Kaap Skil, Maritime and Beachcombers Museum,
Texel (2011)
Amsterdam University College, Amsterdam (2012)
Library of Birmingham, Birmingham, U.K. (2013)
Delft City Hall and Train Station, Delft (in progress)
Wei-Wu-Ying Center for the Arts, Kaohsiung,
Taiwan (in progress)
AZIENDE / COMPANIES
coperture/ roofing
pareti vetrate/ glazed partitions
Prater
Optima Group
impianti meccanici ed elettrici/ mechanical
and electrical installations
landscaping e terrazze esterne/ landscaping
external terraces
Emcor UK
Frost & Prater
ascensori, scale mobili e e pedane mobili/
lifts, escalators and travelators
contractor
Demco Interiors
Otis
pareti/ partitions
54
C
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
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|
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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IL PROGETTO RACCONTATO
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Un edificio
scolasticoa prova
di futuro
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CSG Het Streek, Ede (NL), 2012 - project by LIAG architects, photos by Ben Vulkers
For working in a safe,
pleasant and well-organised environment
Per lavorare
in un ambiente sicuro,
piacevole
e ben organizzato
Q
uesta scuola ha ora un valido edificio scolastico a prova
di futuro: la diversità, per quanto riguarda le aule e gli
spazi, consiste nel poter lavorare in un ambiente sicuro,
piacevole e ben organizzato. L’unità per l'apprendimento pratico,
visibile attraverso aule funzionali trasparenti, con postazioni di
accoglienza quali aree di lavoro “concrete”, è situata su uno spazio
centrale continuo aperto (e pubblico).
L’aula magna è stata tramutata dagli architetti dello studio LIAG
in una piazza di paese.
56
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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I punti di forza di questa scuola - che consistono
in scala ridotta ed attenzione personale - vengono
combinati ed ampliati nella nuova scuola. In diverse
aree dell’edificio scolastico sono state create
quattro differenti piccole scuole con una capienza
massima di 250 alunni per dipartimento. Gli
scolari del primo anno e gli studenti dell’istruzione
pratica vengono accolti separatamente. Esiste un
dipartimento separato per gli alunni ad indirizzo
professionale e per l’istruzione generale secondaria.
Gli alunni lavorano, con una base di partenza
sicura, in aule situate attorno a piccoli laboratori
di apprendimento. In questo modo c’è una visione
d’insieme; la struttura può essere applicata e le
linee rimangono corte. Il grande vantaggio di un solo
edificio è quello che tutti gli alunni possono utilizzare
i laboratori, il teatro, il Grand Cafe e il dance studio.
È un bellissimo edificio scolastico con una
superficie di 10.875 mq., nella quale gli alunni
possono far uso di tutte le strutture allo stato
dell’arte. La scuola è situata alla fine dell’asse
lungo il quale si trova il Knowledge Campus.
Pertanto il cortile della scuola è il “capolinea”
della via e qui si trova anche l’ingresso principale.
I ciclisti trovano il deposito delle bici posizionato in
parte sotto l’edificio scolastico sulla ‘Zandlaan’ (la
via principale) lateralmente e parzialmente di fronte
alle attrezzature sportive con una superficie di
14.995 mq. Si è, in questo modo, creato un cortile
scolastico completamente libero dal traffico di auto
e biciclette. L’edificio abbraccia il cortile sviluppando
così uno spazio libero naturale in prossimità dei
campi sportivi dove durante le pause è possibile
tirare qualche calcio al pallone. Dato il primo piano
trasparente, le postazioni di accoglienza sono
visibili attraverso la “piazza del paese” interna.
Il piano terra è stato progettato come un plinto
in muratura, in pietra di colore marrone scuro,
realizzando larghe finestre per minimizzare la
“visibilità” verso l’interno e permettendo a più
luce possibile di penetrare. Il primo piano ha una
striscia continua di vetro, mentre il secondo piano
è realizzato con un rivestimento ripiegato di metallo
verde contenente finestre che variano sia in altezza
che in larghezza. Grazie a questo primo piano
trasparente sembra di fluttuare sul plinto marrone
scuro. Nel colore e nel design la CSG Het Streek si
distingue fortemente dagli altri edifici presenti sulla
Zandlaan e si staglia meravigliosamente sull’area
verde dei suoi dintorni. La costruzione della Het
Streek è parte integrante del Knowledge Campus,
che insieme al municipio di Ede, l’Università
Cristiana di Ede, ROC A12, le cooperative edilizie
e la Idealis Woonstede e PTC+ sono stati costruiti
sulla Zandlaan di Ede. Il Knowledge Campus è
impostato per offrire un apprendimento stimolante
in un ambiente di lavoro e di vita accattivante. Gli
obiettivi principali sono: rafforzare le funzioni
educative della zona, valorizzando la qualità dello
spazio, e migliorare l'accessibilità e la sicurezza del
traffico.| www.admnetwork.it | follow us on |
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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T
YEAR OF FOUNDATION
1919
ASSOCIATES
Erik Schotte
Thomas Bögl
Arie Aalbers
CONTACT
Koninginnegracht 97
2514AK, The Hague
The Netherlands
NO. OF COLLABORATORS
20
[email protected]
www.liag.nl
LIAG architects
Arch. Erik Schotte, Arch. Thomas Bögl
CORE BUSINESS
Architectural design, interior design, school
design, leisure, master planning. “Architettura
della felicità” è il motto dello studio LIAG. LIAG
è uno studio di architettura internazionale
con sede a L'Aia, Paesi Bassi. Si distinguono
per un approccio integrato alla realizzazione
di edifici sostenibili. Convogliano creatività e
know-how tecnico nella realizzazione di progetti
esteticamente piacevoli, funzionali e rispettosi
dell'ambiente. LIAG progetta per il benessere
dei propri clienti. La sua metodologia di lavoro si
basa su una comunicazione aperta e creatività.
In questo modo LIAG dà vita ad edifici a valore
aggiunto dal punto di vista culturale, sociale,
economico ed ecologico. LIAG crea edifici in cui
a guadagnare non sono solo i clienti, ma anche
l'ambiente.
CORE BUSINESS
Architectural design, interior design, school
design, leisure, master planning. “Architecture of
happiness” is the motto of the architectural design
studio LIAG. LIAG is an international orientated
architectural office based in The Hague, The
Netherlands. They have an integrated approach
to realize sustainable buildings. They use their
creativity and technical nous to a maximum in
creating a built surrounding that is aesthetically
pleasing, great in use and environmentally
responsible. LIAG designs for the well being of their
clients and the users. Their working methodology
is based on open communication and creativity.
By doing so LIAG creates for their clients buildings
with cultural, social, economic and ecologic added
value. LIAG designs buildings of which not only the
users but also the environment gains.
MAIN PROJECTS
Recently completed:
Lyceum Schravenlant, Schiedam, NL (school)
CSG Het Streek, Ede, NL (school)
Campus The Hague, University Leiden, The Hague, NL
MFA, Veldhoven-Noord, NL (multifunctional complex
with schools, day care)
Sports complex Strijp, Eindhoven, NL
IJburg College Amsterdam, NL (school and sport
accommodation in combination with dwellings and
parking)
Lyceum Elst, NL (school)
Mondriaan College, The Hague, NL (school)
Business buildings, Duiven, NL
Fire station Alkmaar, NL
Fire station Petroleumhaven The Hague, NL
Cluster E1 Leidschenveen The Hague, NL
(multifunctional complex with a school, sport, leisure)
ROC Rijn IJssel Arnhem, NL (school)
Facilitating education and recreation centre Niekée
Roermond, NL (school)
Currently working on/ under construction:
Prinses Máxima Child Oncology Center, Utrecht, NL
MVC-Medina Multicultural Leisure Center, The
Hague, NL
Faculty of Education, Nijmegen, NL
Liemers College, Zevenaar, NL
NBD Biblion, Zoetermeer (offices and production area)
Sports Hall Trivium, Etten Leur, NL
Villa M, Weert, NL (housing)
Kindergarten Shanghai, China (school)
Diamond Beach Resort, Sanya Hainan, China
AZIENDE / COMPANIES
ingegnerizzazione facciate/ facade montage
engineering
illuminazione/ lights
Fagerhult
Leebo
materiale tecnico per le classi/ classrooms technical
piastre rivestite/ coated plates
Eurofysica
Euramax
cucina/kitchen
scale d'acciaio/ steel stairs
Hakfoort
HTB Markelo
spazi interni/ interior learning spaces
carpenteria/ carpeting
Weja
Fama Vloeren
pareti/ walls
strumentazione impianto sportivo/f acilities sports
hall
Acoma
Bosan
his school has now a good and future-proof
educational building: diversity with regard to
rooms and spaces and working in a safe, pleasant
and well-organised environment. The unit, visible
practical learning through the transparent practical
rooms with the front offices as ‘practical’ workplaces,
is on a continuous central open (and public) space.
The assembly hall has been translated into a village
square by LIAG architects. The strong points of this
school - in the form of small scale and personal
attention - are combined and expanded in the new
school. Four different small schools have been created
in different wings of the school with a maximum of 250
pupils per department. First year pupils and practical
education students are welcomed separately. A
separate department exists for vocational pupils and
secondary general education. Pupils work in a safe
home base in classrooms situated around small
learning ateliers. In this manner there is conspectus,
structure can be applied and lines remain short. The
big advantage of one building is that all pupils are able
to make use of the workshops, the theatre, the Grand
Cafe and the dance studio. It is a beautiful school
building with a scope of 10.875 m2, in which pupils
are able to make use of state of the art facilities.
The school is situated at the end of the Knowledge
campus axis. Therefore the schoolyard will be
the ”terminus” of the route and here the main
entrance is situated.
Cyclists find the bicycle storage partially underneath
the school on the ‘Zandlaan’ (the main street) side
and partially in front of the sports facility with a scope
of 1.4995 m2. Because of this a schoolyard is created
that is completely free of cars and bicycle traffic.
The building embraces the yard making it a natural
free space near the sports grounds where during
breaks a ball can be kicked around. Because of
the transparent first floor, front offices are made
visible that are accessible through the internal “village
square”. The ground floor is designed as a masonry
plinth in black brown stone, featuring large windows
to maximize the 'visibility' inwards and allowing as
much light as possible to penetrate. The first floor has
a continuous strip of glass, while the second floor is
carried out in folded green metal plating containing
windows, which vary in height and width. Because of
this the transparent first floor seems to float above
the black brown plinth. In colour and design CSG Het
Streek will strongly distinguish itself from the other
buildings along the Zandlaan and will merge itself
beautifully in the green zone of its surroundings.
The construction of Het Streek is part of the
Knowledge Campus, which together with the
municipality of Ede, the Ede Christian University,
ROC A12, housing associations and Idealis Woonstede
and PTC + is being developed at Zandlaan in Ede.
The Knowledge Campus is set to offer a challenging
learning, working and living environment. The
main objectives are: strengthening the educational
functions in the area, improving the spatial quality
and to improve the accessibility and traffic safety.
| www.admnetwork.it
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A+D+M | MAGAZINE | 2013||##46
46
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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IL PROGETTO RACCONTATO
Nuova Sede Effedue, Imola (Bo), 2013 - project by A2 Studio, photos by Andrea Liverani
A CUBE OF LIGHT
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u
l
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b
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C
It reflects the energy of people living in
Riflette l'energia
di chi lo abita
a nuova sede dell'azienda Effedue si presenta come
un cubo di luce in cui il cielo si specchia e mostra tutti
i suoi riflessi. Si anima, prende vita.
È un edificio che, in poco più di un anno, ha modificato lo
skyline del contesto urbano di Imola, rendendosi già visibile
dall’autostrada A14 ma apprezzabile nella sua totalità
solamente percorrendo la Via Molino Rosso.
Da lontano l’effetto evoca anche un cubo di ghiaccio dai
mille riflessi di luce, man mano però che ci si avvicina
L
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l’occhio è attratto dalla complessità dei dettagli,
la superficie a rilievo, i motivi geometrici che si
ripetono in modo apparentemente casuale, il portale
rosso che si impone sul tono neutro dello sfondo.
Il progetto prevede una palazzina di sette piani, di
cui uno interrato destinato all'autorimessa (7 posti
auto), e parcheggi esterni per dipendenti e visitatori.
L'affaccio principale dell'edificio è previsto in modo
tale da favorire il collegamento con il parcheggio
pubblico di prossima realizzazione.
La pianta quadrata di lato 23,13 m è caratterizzata
dalla presenza di un pozzo luce quadrato centrale (4,20
m x 4,20 m) che permette alla luce proveniente dal
lucernaio in copertura di irradiarsi fino al piano terra,
attraverso una pavimentazione trasparente in vetro.
Al piano interrato, oltre all'autorimessa, sono
collocati anche due locali tecnici (45,95 mq e 12,32
mq) e la centrale termica (60,69 mq), favorendo
una funzionale disposizione degli impianti a servizio
degli uffici. Al piano terra, oltre la hall di ingresso e
il punto informativo, si trovano le sale riunioni e la
grande sala corsi di 100,26 mq.
Gli uffici si distribuiscono su sei piani fuori terra
per una superficie totale a piano di 535 mq. Ad
ogni piano sono previste sale riunioni, locali
tecnici, archivi, servizi igienici e spazi comuni
riservati ai dipendenti.
Il piano della copertura praticabile è stato utilizzato
per l’inserimento di un impianto fotovoltaico.
La corretta illuminazione e ventilazione dei nuovi
uffici è garantita dall'apertura di finestre sui
fronti principali dell'edificio, caratterizzandone
fortemente il prospetto.
La facciata ventilata è costituita dalla sovrapposizione dei
seguenti strati indipendenti: parete muraria di supporto,
isolante termico, struttura semiportante in alluminio,
intercapedine ventilata, rivestimento esterno.
La ventilazione dell'intercapedine tra il paramento
esterno e la struttura dell'edificio viene garantita
dall'effetto camino, che si determina attraverso il
movimento d'aria dalle aperture di adduzione situate
nell'estremità inferiore del sistema di facciata
verso le corrispondenti aperture posizionate tra
le lastre superiori della facciata e la scossalina
di copertura; le aperture inferiori permettono allo
stesso tempo il drenaggio dell'eventuale acqua
piovana all'interno dell'intercapedine.
La struttura della facciata è composta da montanti
in acciaio che supportano lastre di vetro extrachiaro
con trattamento serigrafico di colore bianco che
riporta come disegno una trama stilizzata di
differenti dimensioni a seconda della posizione della
lastra rispetto al paramento murario.
L'ingresso è sottolineato da un portale in Alucubond
di colore rosso, che funge da elemento di richiamo
sulla facciata interamente caratterizzata dal vetro
bianco. | www.admnetwork.it | follow us on |
64
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YEAR OF FOUNDATION
1994
CONTACT
Via Primo Maggio 86/c
40026 Imola (Bo)
ASSOCIATES
Antonio Gasparri
e Andrea Ricci Bitti
NO. OF COLLABORATORS
4
[email protected]
www.a2studio.it
A2 STUDIO Gasparri e Ricci Bitti Architetti Associati
Arch. Antonio Gasparri e Arch. Andrea Ricci Bitti
CORE BUSINESS
Lo Studio si occupa di edifici residenziali e
direzionali in cui lo spazio per il lavoro viene
caricato di grande importanza mettendo
al centro di tutto la persona ed il proprio
benessere. Spazia dall’allestimento alla
progettazione di interni con occhio di
riguardo all’artigianato e all’arredo su
misura; ad interventi su spazi pubblici e
su edifici storici o vincolati; dagli edifici
residenziali a quelli commerciali fino alla
progettazione urbana a piccola scala.
L’approccio progettuale è sempre privo
di preconcetti e volto a reinterpretare la
natura del luogo specifico e le esigenze della
committenza.
MAIN PROJECTS
Sistemazione outdoor del complesso
alberghiero Monte del Re (2007), allestimenti
interni dell’ampliamento dell’Hotel Ville
Panazza (1994-1995).
Di particolare importanza la realizzazione
di due sale mostre di Arredo bagno e
Ceramiche - Cagliari (2004), lo Showroom
Simei - Imola (2006/2007)e lo Showroom
GMC-Campobasso (2010).
L'edificio amministrativo per l’impresa
“CirAmbiente” (1999-2000), il centro
direzionale Mercatone Uno a Imola in
collaborazione l’arch. Francesco Coppola
(1999-2000), la sede di Akron (2008), Acantho
(2009), HeraComm (2009) e l’interior
design del quartier generale del Gruppo
Rava - Aurora a Faenza (2009).
CORE BUSINESS
The Studio works in residential architecture
and inprojects for management offices: the
workspace is at the core of the plans with the
wellness of the staff the priority factor.
The architects’ primary focus is always their
care and precision for the design. Their activities
range from stand layout arrangements to interior
design, all spiced with artisan creativity and
custom furnishings; redevelopment and design of
public amenities and historical or listed buildings;
residential and commercial properties; smallscale urban development projects.
Their design approach is always free
from preconceptions and oriented to the
reinterpretation of the specific location and the
requisites stipulated in the client’s brief.
MAIN PROJECTS
Accommodation of the outdoor complex
Monte del Re (2007) and interior trim
enlargement Hotel Ville Panazza (1994-1995).
Two exhibition halls of Bathroom and
Ceramics - Cagliari (2004), the Showroom
Simei - Imola (2006/2007) and the GMC
Showroom-Campobasso (2010).
Among the most important projects
of the administration building for the
enterprise "CirAmbiente" (1999-2000), the
administrative center Mercatone Uno at
Imola in collaboration arch. Francis Coppola
(1999-2000), the seat of Akron (2008), Acantho
(2009), HERACOMM (2009) and the interior
design of the headquarters of the Group
Rava - Aurora in Faenza (2009).
AZIENDE / COMPANIES
Impresa costruttrice / contractor
Isolante pareti uffici / insulation office walls
Cesi
CIRedilacustica
Pedana in legno / wooden platform
Placchette / plates
Greenwood
Vimar
Corpi luci facciata ventilata / lighting
ventilated façade
Arredi e tende / furniture and curtains
Mascagni
Caribon Group
Portale ingresso / entrance portal
Design facciata ventilata / design of
ventilated façade
Alucobond
CTI - 3ELLE
Rivestimento in legno / wood cladding
Parquet Diffusion
Controsoffitti / ceilings
Armstrong
Zerbino / doormat
Ponzi
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E
ffedue: a cube of light reflects visions
of the sky to everything around it.
Dynamic energy of vitality is injected into the
building and streams through the interiors.
In just over one year, this building has
modified the urban skyline of the city
of Imola; it is now visible from the Adriatic
A14 motorway (Bologna-Bari) with its full
splendor apparent only from Via Molino Rosso.
When observed from a distance, the building
resembles an ice-cube reflecting light in all
directions; the perception changes when the
facade is examined up-close; observers’ eyes are
drawn by the complexity of the design details, the
relief surfaces, the geometric patterns that are
repeated in an apparently casual manner, the red
gateway exalts against the neutral background.
The project involves a building of seven floors,
including a basement for all 'garage (7 cars),
and external parking for employees and visitors.
The view of the building is planned in such
a way as to facilitate the connection
to the public car park to be built soon.
The square of side 23,13 m is characterized
by the presence of a well light central square
(4,20 m x 4,20 m) that allows light from the
skylight in the roof to radiate to the ground
floor, through a transparent glass floor in glass.
In the basement, in addition to the garage, they
are placed are also two local engineers (45,95
sqm and 12,32 sqm) and the thermal power
plant (60,69 sqm), favoring a functional layout
of the facilities at the service of the offices.
On the ground floor, past the entrance hall
and the information point, there are meeting
rooms and a large training room of 100,26 sqm.
The offices are spread over six floors with a total
area of 535 square meters in floor. On each floor
are planned meeting rooms, technical rooms,
archives, toilets and common areas for employees.
The plane of the cover practicable has been
used for the insertion of a photovoltaic system.
Proper lighting and ventilation of the new offices is
guaranteed to open windows on the main fronts of
the building, strongly characterizing the prospectus.
The ventilate façade is made by the superposition of
the following independent layers: the masonry wall
support, thermal insulation, aluminumbearing
structure, ventilated cavity, outer coating.
The ventilated air gap between the outer and the
building structure is guaranteed by the effect
fireplace, which is determined by the movement of
air from the supply openings located at the lower
end of the façade system to the corresponding
openings located between the upper plates
of the façade and the flashing of coverage;
the lower openings at the same time allow
the drainage of rain water in the jacket.
The structure of the facade is made from
steel uprights that support plates of clear
glass with silkscreen treatment of white color
as a drawing that shows a stylized texture of
different sizes depending on the position
of the plate with respect to the masonry.
The entrance is emphasized by a portal in
Alucubond of red color, which acts as a return
element on the facade entirely characterized in
white glass. | www.admnetwork.it | follow us on |
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IL PROGETTO RACCONTATO
THE VILLAGE IN THE FRUIT GARDEN
Cantina Longen Guest Houses, Mosel (Germania), 2012 - project by Matteo Thun & partners, photos by Linda Blatzek
Olistic and
eco-friendly approach
Il villaggiotra
i
frutteti
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Approccio
olistico e sostenibile
I
n un clima di armonia e rispetto per la natura, l’azienda
vinicola Longen coltiva da generazioni, forte di una lunga
tradizione, le pendici della valle della Mosella.
Circondato da frutteti, il vigneto ospita ora la struttura
ricettiva di proprietà della famiglia Longen. Su un'area
di 6.500 mq., il nuovo complesso predispone a uno stile
di vita in armonia con la natura: una sorta di villaggio
costruito per godere pienamente dell’esperienza
della lavorazione e produzione del vino e della frutta.
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L’architetto italiano Matteo Thun ha condiviso
e sostenuto l’idea della famiglia Longen
sviluppando un progetto di ampliamento e
integrazione della struttura produttiva esistente,
in linea con il suo approccio olistico e sostenibile
all’architettura. Il complesso è stato realizzato in
collaborazione con l’architetto Stein-HemmesWirtz per la gestione del cantiere e con l’architetto
paesaggista Johannes Cox per il progetto delle
aree verdi.
Immerso tra gli alberi da frutta il nuovo intervento
riflette la filosofia della famiglia Longen. Gli ospiti
vivono circondati da alberi da frutta - limoni, noci,
tigli e castagni - all’interno di piccole costruzioni
in pietra locale, reminiscenza delle tradizionali
cantine vinicole.
Ognuna delle venti piccole abitazioni conduce
a una terrazza in legno e a un giardino privato.
Siepi di lamponi delimitano i giardini dove,
sulla terrazza, è possibile godere dei frutti del
proprio raccolto.
70
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Gli ospiti possono inoltre scegliere caratteristiche
e tipologia dei giardini che, a partire dal jardin
potager, con le classiche erbe da cucina, possono
assumere diverse caratteristiche: giardini
ombreggiati, all'inglese, con alberi da frutta, o
profumati da un roseto.
Il design dei 20 mq. delle abitazioni in ardesia,
guarda alla luminosità dello spazio, e alla purezza
e semplicità delle forme. Nella composizione degli
interni abbondano il legno e le tonalità del bianco,
accoppiate ai tessuti tradizionali e ai materiali
naturali. Il pavimento ligneo collega l’interno con
la terrazza esterna, creando uno spazio fluido e
continuo, separato solo da un’ampia porta vetrata.
Il progetto è stato insignito del premio
"Architekturpreis Wein 2013", assegnato dal Ministero
per l'ambiente, l'agricoltura, l'alimentazione, la
viticoltura e forestale del Land Renania-Palatinato,
insieme all'Associazione Viticoltori Tedeschi
e alla Camera degli Architetti dello stesso Land.
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YEAR OF FOUNDATION
1984:
opening of the studio
of Matteo Thun
since 2001:
Matteo Thun & Partners
CONTACT
Via Appiani 9
20121 Milano
www.matteothun.com
[email protected]
Ph. Francesca Lotti
Matteo Thun & Partners
Arch. Matteo Thun
CORE BUSINESS
Sotto la guida di Matteo Thun, Luca Colombo,
Herbert Rathmaier e Antonio Rodriguez,
lo studio Matteo Thun & Partners sviluppa
progetti di product design e architettura, di
piccola e di grande scala.
Il lavoro di Matteo Thun & Partners si
concentra sulla sostenibilità economica,
ecologica e socioculturale. Il design parte da
un lavoro di sottrazione, di semplificazione
e riduzione all’essenziale; un progressivo
avvicinamento alle linee iconiche
dell'archetipo. Un approccio olistico è
necessario: i palazzi richiedono una tipologia
di interni, gli interni necessitano di alcuni
prodotti, e i prodotti hanno bisogno di designer,
artigiani e utenti finali.
Un design dall’aspetto leggero e luminoso,
in grado di fondere forme pure e funzione,
caratterizza i lavori di Matteo Thun & Partners.
CORE BUSINESS
MAIN PROJECTS
MAIN PROJECTS
Vigilius Mountain Resort, Side Hotelone,
Nhow hotel, Radisson, Mövenpick, Hilton
and Falkensteiner, Firehouse and Biomass
Powerplant in Germania, il recente Longen
Guest House, i bungalows per il Camping
Marina di Venezia. Assieme ad Antonio
Rodriguez, Matteo Thun realizza prodotti di
design per alcuni tra i brand più acclamati
a livello internazionale tra cui Artemide,
FontanaArte, illy, Zucchetti, Duravit, WMF,
Zwilling.
Vigilius Mountain Resort, Side Hotelone,
Nhow hotel, Radisson, Mövenpick, Hilton
and Falkensteiner, Firehouse and Biomass
Powerplant in Germany, the recent Longen
guest houses, the bungalows for Camping
Marina di Venezia.
Together with Antonio Rodriguez, Matteo
Thun conceives product design for
internationally acclaimed companies such
as Artemide, FontanaArte, illy, Zucchetti,
Duravit, WMF, Zwilling, to name just a few.
Guided by Matteo Thun, Luca Colombo,
Herbert Rathmaier and Antonio
Rodriguez, Matteo Thun & Partners work
internationally on architectural, interior
and product design projects, ranging from
a small to large scale, in collaboration with
the partners.
Product design starts from simplification
and reduction to essential, towards an
iconic form. A constant search for sincere
purity through a holistic approach:
buildings need interiors, interiors need
products, and products need designers,
manufacturers and users.
A design revealing less weight and more
light; pure form and function.
AZIENDE / COMPANIES
72
pavimenti di legno/ wooden floors
arredi/ furniture
Parador
Gervasoni
ceramiche/ ceramic tiles
arredi outdoor/ outdoor furniture
Mosa
Fermob
ceramiche murali/ wall tiles
lampade/ lamps
Antica Ceramica Bartoli
Artemide, Manufactum
sanitari/ sanitary ceramics
tessuti/ fabrics
Duravit
Dedar
rubinetterie/ bathroom fittings
tende/ curtains
Dornbracht
Kvadrat
accessori bagno/ bathroom accessories
accessori tessili/ textile home accessories
Inda
Linum
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S
tay in a small winery lodge and be a guest
in an orchard – An idyll at river Moselle.
In harmony with nature, the family Longen
cultivates the slopes of a Moselle Valley and can
look back on a long tradition of generations.
Now they offer an idyll: an orchard - surrounded
by orchards. On their property of 6.500 sqm the
family provides its guests the most primary way
of living that permits to enjoy the structures of a
wine and fruit production, the setting of a village
and to experience a life in harmony with nature.
Italian architect Matteo Thun, well known
for his holistic and sustainable approach to
architecture and interior design, has supported
the family’s project with integral planning
and implementation. Local architect SteinHemmes-Wirtz supervised the building process
– landscape architect Johannes Cox designed
the individual gardens with attention to the detail.
Embedded in fruit trees, the new vineyard
houses convey the philosophy of the Longen
family. Surrounded by fruit and walnut, limes and
chestnuts trees, Longen's guests live in small
houses built with local stone and appearing as
typical winery lodges. Each of the 20 houses has
access to a small wooden terrace and an own
private garden. Some of them can be connected
to ‘family-houses’. “Eatable” raspberry bushes
line the gardens; the own harvest can be enjoyed
on the terrace. A classic kitchen or herb garden
serves as a basic shape – but when choosing a
house the guest can select the type of garden
- a shade garden, a simple herb-rich cottage
garden, an opulent orchard, or a fragrant rose
garden. The design of the 20 square meter slate
houses is pure, bright and clear. Lots of wood,
plenty of white, original fabrics and natural
materials determine the interior’s composition.
The wooden floor connects the indoor with the
terrace - a big glass door bridges inside and
outside. The project has been assigned with the
"Architekturpreis Wine 2013", conferred by the
Department of the Environment, Agriculture,
Nutrition, Viniculture and Forestry of RhinelandPalatinate, the Chamber of Architects of the
same state and the German Association of
Viniculture. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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Spazi Senza Tempo
IL PROGETTO RACCONTATO
TIMELESS SPACES
HIT Gallery, Hong Kong, 2012 - project by Fabio Novembre, photos courtesy of Dennis Lo
New concept
of metaphisical retail
Nuove frontiere di retail
metafisico
L
o spazio HIT Gallery di Hong Kong rappresenta solo il primo
di una lunga serie di negozi che vedrà stringersi sempre più
la collaborazione fra Ittierre e lo Studio Novembre. Entrando
nello store di Hong Kong, la prima cosa che salta all'occhio è la
matrice classica, chiaramente ispirata all'italianità, che connota
l'architettura: un forte impianto simmetrico, una quinta continua
di arcate, un unico colore predominante abbinato alla bicromia
del pavimento. Eppure la visione dello spazio non sembra affatto
lineare. Dopo aver compiuto qualche passo, quelle che in principio
sembravano certezze diventano più labili, elastiche, sfumate. Le
arcate, ricordano i cortili o le piazze cinquecentesche italiane, ma
mantengono una proporzione differente, più schiacciata, e la loro
ripetizione in uno spazio molto più ridotto come un negozio ne
accentua la concezione metafisica. Il colore che definisce tutte
le pareti non è facilmente classificabile, verde, celeste, ceruleo,
74
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
75
YEAR OF FOUNDATION
1994
CONTACT
via Perugino 26
20135 Milano
NO. OF COLLABORATORS
11
[email protected]
www.novembre.it
Ph. Emanuele Zamponi
Fabio Novembre
Arch. Fabio Novembre
CORE BUSINESS
MAIN PROJECTS
Interior design
Product design
Architecture
HIT Gallery, Hong Kong, 2012
Who's Who, Milano, 2013
TDM5 (Triennale Design Museum), Milano, 2012
Seconda Pelle exhibition, Triennale di Milano, 2012
Moscara, Milano, 2010
eppure neutro allo stesso tempo, diventando il fondale
ideale per tutti i brand che riempiono lo spazio con le
loro tonalità specifiche. Lo stesso pavimento, bianco
e nero, non è la solita scacchiera così presente nella
classicità, ma una spina di pesce contemporaneamente
spigolosa e fluida. E infine al centro di questo spazio,
due grandi busti, vis a vis, fuoriescono dal terreno
ponendo quesiti irrazionali sulla loro nascita, come
sfingi a metà strada fra la fantascienza e l'archeologia,
sembrano non voler rivelare la loro origine. Quello che
ne risulta è uno spazio astorico, fuori dal tempo, che
fa dell'italianità la sua pelle e del mondo il suo abito.
| www.admnetwork.it
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|
S
pace HIT Gallery in Hong Kong is just the first
of a long series of stores that will tie more
and more the collaboration between Ittierre and
Studio Novembre. Upon entering the store in Hong
Kong, the first thing you notice is the classical
matrix, clearly inspired by Italy, which connotes
the architecture: a strong and symmetric plan,
a fifth continuous arches, a single predominant
color matched to the two colors of the floor. Yet the
vision of space does not seem straightforward.
After completing a few steps, those that at first
seemed certainties become more porous, elastic,
soft. The arches, reminiscent of the sixteenthcentury Italian courtyards and squares, retain a
different proportion, flatter, and their repetition
in a smaller space like a store accentuates the
metaphysical aspect. The color that defines
the walls is not easily classifiable, green, blue,
cyan, yet neutral at the same time, making it the
perfect backdrop for all the brands that fill the
space with their particular key. The same floor,
black and white is not the usual chessboard
present in classical tradition, but a herringbone
simultaneously edgy fluid. And finally at the center
of this space, two large busts, face to face, out of
the ground, ask irrational questions about their
birth, as sphinxes halfway between science fiction
and archeology, do not seem to want to reveal
their origin. What results is an a historical space, out
of time. | www.admnetwork.it | follow us on |
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
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Project
Shanghai Tower
Location
Lujiazui Finance and Trade Zone, Pudong district, Shanghai (China)
CPVGRTKOG
CPVGRTKOG
Designed by
Gensler
Il secondo edificio più alto al mondo
Una torre che rimanda alla tradizione della Cina ed al suo fiorente progresso
The second tallest building in the world
A tower to reflect China's tradition and blooming progress
Con il completamento previsto nel
2014, la Shanghai Tower diverrà
un punto fermo del quartiere
commerciale della città di Lujiazui,
uno dei principali centri finanziari
di tutta l’Asia. Progettata da un
team locale di architetti dello studio
globale Gensler per incarnare la
ricca cultura di Shanghai, l’edificio
alto 632 metri ad uso promiscuo
andrà a completare il primo
complesso al mondo di super
grattacieli. La nuova torre prende
ispirazione dalla tradizione di
Shanghai di parchi e rioni rivista in
forma urbana ad alta densità. La
sua facciata incurvata e dalla forma
spiralata simboleggia la crescita
della Cina moderna come potenza
finanziaria globale, ponendo nuovi
modelli di prestazione. La portata
e la complessità della Shanghai
Tower ha creato molti “primati” per
l’industria cinese delle costruzioni,
in quanto per esaminare il design
si sono riunite più di 100 giurie di
esperti. A causa delle condizioni del
suolo a base di argilla si è dovuto
appoggiare la torre su 1.079 pali
in acciaio e calcestruzzo trivellati
nel terreno fino in profondità. Per
realizzare questa massiccia soletta
di fondazione, una flotta di camion
ha pompato calcestruzzo per 63
ore di fila. Ora la squadra di lavoro
ha raggiunto un nuovo traguardo:
la cerimonia del “topping out” per
la posa dell’ultima trave dell’edificio
a 580 metri.
La squadra di progettisti di Gensler
ha anticipato che tre importanti
strategie - la forma asimmetrica
della torre, il suo profilo affusolato
e i suoi angoli arrotondati permetteranno all’edificio di
resistere ai venti con forza tifone
molto comuni a Shanghai. Con
l’ausilio dei test nella galleria
del vento, Gensler e l’ingegnere
strutturale Thornton Tomasetti
78
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Set for completion in 2014,
Shanghai Tower will anchor
the city’s Lujiazui commercial
district, one of Asia’s leading
financial centers. Designed by a
local team of Gensler architects
to embody Shanghai’s rich
culture, the 632-meter-high
(2,073-foot) mixed-use building
will complete the world’s first
super-highrise precinct. The
new tower takes inspiration from
Shanghai’s tradition of parks
and neighborhoods, recast in
high-density urban form. Its
curved façade and spiraling
form symbolize the emergence
of modern China as a global
financial power, while setting new
standards for performance.
Shanghai Tower’s scale and
complexity created so many
“firsts” for China’s construction
industry that more than 100
expert panels were assembled to
scrutinize the design. Clay-based
soil conditions meant supporting
the tower on 1,079 concreteand-steel bore piles driven deep
into the ground. To pour the
massive mat foundation, a fleet
of trucks pumped concrete for
63 hours straight. Now the team
has reached a new milestone:
the topping out of the building
core at 580 meters. Gensler’s
design team anticipated that
three important strategies - the
tower’s asymmetrical form, its
tapering profile, and its rounded
corners - would allow the building
to withstand the typhoon-force
winds common to Shanghai.
Using wind tunnel tests, Gensler
and structural engineer Thornton
Tomasetti refined the tower’s
form, which reduced building
wind loads by 24 percent. The
result is a lighter structure that
saved $58 million in costly materials.
hanno raffinato la forma della torre
riducendo così le sollecitazioni
del vento sull’edificio del 24%.
Il risultato è una struttura più
leggera che ha fatto risparmiare
58 milioni di dollari nei costi per
i materiali. La torre è una vetrina
per le tecnologie che alzeranno
l’asticella per la prossima
generazione di grattacieli. Il nucleo
del sistema strutturale è un'anima
di calcestruzzo da 90 x 90 piedi che
agisce in accordo con un sistema di
stabilizzatori e super colonne.
Capriate “Belt trusses” alte
due piani supportano la base di
ogni zona, segnando la divisione
dell’edificio in nove zone. Questo
nell’ottica di un processo di
costruzione più veloce e meno
costoso. Evidenziando gli spazi
pubblici e collocando negozi,
ristoranti e punti di ristoro urbani
nei livelli degli atri, la Shanghai
Tower rappresenta un nuovo modo
di abitare le torri superalte. Su
ciascuna delle zone dell’edificio
sorge da uno spazio aperto
sopraelevato “sky lobby” sulla sua
base - un giardino luminoso aperto
che favorisce l’aggregazione e
supporta la vita quotidiana. Questi
spazi aperti sopraelevati uniscono
le persone per tutta la giornata in
ambient che rimandano agli storici
cortili panoramici della città.
Shanghai Tower sarà uno
dei grattacieli più avanzati e
sostenibili al mondo. Un aspetto
centrale del progetto è la
seconda pelle trasparente che
avvolge l’intero edificio. Questa
funzione crea atri che isolano
l’edificio, riducendo il consumo di
energia per il riscaldamento ed
il raffreddamento. Il progetto di
Gensler fa leva sullo stato dell’arte
per le procedure di conservazione
dell’acqua ed il sistema ad alta
efficienza dell’edificio.
The tower is a showcase for
technologies that raise the
bar for the next generation of
super-highrise buildings. The
heart of the structural system
is a 90-by-90-foot concrete
core, which acts in concert with
a system of outriggers and
supercolumns. Two-story belt
trusses support the base of each
zone, marking the divisions of
the building into nine zones. This
made for a speedier, less costly
construction process.
By emphasizing public space and
locating shops, restaurants, and
urban amenities at the atrium
levels, Shanghai Tower embodies
a new way of inhabiting supertall
towers. Each of the building’s
neighborhoods rises from a
“sky lobby” at its base - a lightfilled garden atrium that fosters
community and supports daily
life. The sky lobbies bring people
together throughout the day in
settings that recall the city’s
historic landscaped courtyards.
Shanghai Tower will be one of
the most advanced sustainable
tall buildings in the world. A
central aspect of the design is
the transparent second skin
that wraps the entire building.
This feature creates atriums
that insulate the building,
reducing energy use for heating
and cooling. Gensler’s design
leverages state-of-the-art water
conservation practices and highefficiency building system.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
79
'(6,*1(5
Text edited by Filippo Pozzoli
Photos by courtesy of Giovanna Talocci
Giovanna Talocci
From dream to reality
Ph. Angelo Margutti
E
↑ Hydrospa seaside 640, Teuco, 2009
Giovanna Talocci
Dal sogno alla realtà
saudire un sogno, a farla semplice, non è che creare
qualcosa che prima non c’era. Giovanna Talocci, designer
che nei sogni ci crede eccome, racconta di come si
possano rendere veri con un buona squadra e una solida filosofia
progettuale, arrivando anche laddove la fatalità sia tiranna.
Dal sogno alla realtà: semplice payoff o dichiarazione
d’intenti? Quale filosofia progettuale viene celata dalla
più onirica delle ambizioni?
Amo questa professione perché permette di trasformare
delle idee in prodotti che non esistono. Tutte le volte che
posso preferisco non dedicarmi all’affinamento dei dettagli
di concetti già esistenti, piuttosto capire quali possano
essere i nuovi bisogni legati a certe categorie di prodotti.
Sognare significa immaginare delle possibilità e cercare
di renderle vere. È una filosofia che va oltre il progetto,
interessando desideri, passioni e scelte di vita.
Product, Interior, Exhibition: un gruppo di lavoro coeso su
ogni fronte o una pluralità di competenze specializzate? Come
il dialogo tra output progettuali di natura estremamente
diversa riesce ad essere coerente e riconoscibile?
80
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
Un po’ entrambi. Il gruppo è unico, senza specializzazioni
assolute e insindacabili, tutti possono fare tutto e alcuni
progetti, specie quelli più complessi, è inevitabile vengano
affrontati insieme. Vi sono poi problematiche prettamente
tecniche o legate a fasi particolari del processo di
progettazione in cui emergono le inclinazioni individuali
e le potenzialità di ciascuno, ma queste non sono definite
rigidamente: reputo che la possibilità di affrontare sfide
diverse da quelle sulle quali ci si è formati all’origine sia
una grande ricchezza per uno studio come il mio.
Tra i numerosi prestigiosi clienti: Effegibi, Fratelli Guzzini,
Poltrona Frau e Teuco. Come si rinnova e attualizza
l'immagine di alcuni dei brand principi della Storia del
design italiano?
Una caratteristica del mio studio risiede nel non ricercare
ostinatamente la collaborazione con le firme prestigiose
e blasonate allo scopo di annoverare i nomi che contano
nel mio portfolio personale. M’interessano maggiormente
i rapporti che possono risultare duraturi: nel caso di Teuco
ed Effegibi, ad esempio, si tratta di una collaborazione
che dura da anni e che mi accompagna da quando ero
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
81
↑Smart Box con Touch&Steam, Effegibi, 2011
↑Serie Bucket, Scarabeo, 2012
una giovanissima designer in cerca ancora della propria identità
professionale. Questo fa sì che io conosca perfettamente la storia
di una casa, i suoi meccanismi produttivi e comunicativi e la filosofia
con cui essa sceglie di lanciare un prodotto, che in forza di tutto
questo diviene naturale mantenere attuale.
Quindi è come se s’instaurassero delle conoscenze archetipali nel
processo di design, dei fondamenti innati dai quali partire verso
qualcosa di logicamente connesso?
Sì, tenendo presente che un prodotto non deve scimmiottare
quanto già esiste sul mercato o quanto sia già presente a catalogo,
ma cogliendo le peculiarità di un’azienda e cercando di arricchire
la sua offerta con i tasselli mancanti.
Attraverso la conoscenza reciproca delle parti s’interpretano
molto meglio le esigenze dell’azienda e del suo mercato di
riferimento, riuscendo a portare all’interno del circuito produttivo
qualcosa che aleggia nell’aria di fuori.
Eventi dedicati e diffusione mediatica: come si promuove la propria
immagine e il proprio credo progettuale? Come si può creare nel
grande pubblico una cultura del design che sappia prendere le
distanze da una conoscenza generalista delle arti figurative?
Alla promozione di una cultura del design mi sono sempre dedicata
parecchio, utilizzando i media di ogni genere nella speranza di
trasmettere al pubblico quella che è la sostanziale differenza tra
design e arte, e cioè che il design non è una mera manifestazione
artistica ma una ragionata e metabolizzata risposta alle esigenze
del pubblico finale. È importante la semplicità delle parole con
cui questo messaggio di grande valore intellettuale deve essere
veicolato, non amo chi parla in “architettese” snobbando chi non è
addetto ai lavori. In alcune mie uscite televisive ho avuto la possibilità
di intervistare anche i grandi maestri del design italiano, da Sottsass
ad Alessi, sempre chiedendo d’illustrare il prodotto in maniera
semplice, comprensibile, con ampio uso di aneddoti, di modo che
si arrivasse al cuore di chi ascoltasse senza fornire l’immagine di
una disciplina astratta, da artistoidi eccentrici.
Prendendo le distanze quindi dalla macchietta del “non funziona,
quindi è design”?
Assolutamente sì! Purtroppo è un messaggio che diverte, alimentato
dalla retorica mediatica e giustificabile da episodi di disattenzione
da parte di designers e aziende, che preferiscono seguire la moda
piuttosto che la sostanza del prodotto, ma è un atteggiamento da
rinnegare totalmente. Bisogna saper comunicare cosa sta dietro il
prodotto, i suoi perché, le sue eccezionalità.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
↑Logica Twin, Effegibi, 2011
↑Serie Wish, Scarabeo, 2010
↑Arredi Outdoor, Falper, 2012
Fulfill a dream, to put it simply, is no more than creating something that
did not exist before. Giovanna Talocci, a designer who definitely believes in
dreams, tells how to make them real with a good team and a solid design
philosophy, getting to manage even the hardestsituation.
Among your many prestigious customers: Effegibi, Fratelli Guzzini, Poltrona
Frau and Teuco. How is it possible to renew and update the image of some of
the outstanding brands in the History of Italian design?
A feature of my atelier lies in not seeking doggedly collaboration with
prestigious and emblazoned brands aiming to count bold names in my
personal portfolio. I'm more interested in relationships that may result
long-lasting: in the case of Teuco and Effegibi, for example, there is a
collaboration that lasts for years and who accompanies me since I was a
young designer still in search of their own professional identity. This means
that I know well the history of a brand, its production and communication
mechanisms and the launching philosophy for each product, that, due to
it all, becomes natural for me to keep current.
↑Lavabi Paper, Teuco, 2010
From dream to reality: a simple payoff or a mission statement? Which
design philosophy is concealed in such a dreamlike ambition?
I love this profession because it makes you to turn ideas into products
that did not exist. All the times I can, I prefer understand what might be
the new needs related to certain product categories rather than paying
attention to the refinement of the details of existing concepts. Dreaming
means imagining new possibilities and trying to make them true. It is a
philosophy that goes beyond the project, involving desires, passions and
choices of life.
Product, Interior, Exhibition: a cohesive work group on every front or a
plurality of skilled specialists? How the dialogue between very different
design outputs manages to be always recognizable?
I would say both. The group is unique, without absolute and unquestionable
specializations, everyone can do it all and some of the projects, especially
the most articulated ones, have to be addressed working together. There
are also some purely technical problems or tied to particular stages of
the design process in which the individual inclinations and capabilities of
each emerge, but these are not rigidly defined: I think that the opportunity
to face different challenges is a great wealth for an atelier like mine.
↓ Set Susci&Chips, F.lli Guzzini, 2006
So, it is as if there were archetypal knowledge in the design process, some
innate basements from which begin something logically connected?
Yes, bearing in mind that a product does not have to mimic what already exists
on the market or what is already present in the catalog, but taking advantage
of the characteristics of a company and trying to enrich its offer with missing
pieces. Through mutual understanding of the parties, you shall interpret
much better the needs of the company and its target market, managing to
bring within the productive circuit something that hanging in the air outside.
Dedicated events and media coverage: how you promote your image and your
own design beliefs? How can you create in the wide public a design culture
able to distance move away from a generalist knowledge of the visual arts?
I have always devoted a lot to the promotion of a design culture, using all
media to convey to the public what is the substantial difference between design
and art, that is: design is not merely an artistic event, but a reasoned and
metabolized response to the needs of the final public. It is important to keep the
words simple with which this message of great intellectual value needs to be
conveyed, I do not love those who speak in sort of an “architectural" language,
snubbing those who are not field workers. In some of my television appearings I
had the opportunity to interview the great masters of Italian design, as Sottsass
and Alessi, always asking to illustrate the product in a simple, understandable,
with broad use of anecdotes, in order to get to the heart of those who listen
without giving the image of an abstract discipline by eccentric artists.
↑Didentro, Falper, 2011
Making some distance from the caricature of the classic "this does not work,
so it is design"?
Absolutely! Unfortunately, it is a fun message, fueled by media rhetoric and
justifiable by episodes of carelessness by designers and companies, who prefer
to follow fashion rather than the substance of the product, but it is an attitude to
be completely denied. You have to know how to communicate what lies behind the
product, its reasons, its exceptionalities.| www.admnetwork.it | follow us on |
↑Vasca Paper con Hydroline, Teuco, 2010
'(6,*1(5
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
83
La stazione di Medina
MATERIALI
Medina Station
Text by
Simonetta Pegorari
Photos by courtesy of
Foster + Partners LtD
Gurit Holding AG
Premier Composite Technologies LLC
dalla luce naturale filtrata dai pannelli
in composito delle coperture. Mouzhan
Majidi, Chief Executive di Foster + Partners,
ha dichiarato: “Il progetto ferroviario
ad alta velocità Haramain rappresenta
un importante investimento del Regno
Saudita nel trasporto pubblico sostenibile
con potenzialmente ampie conseguenze
sociali ed economiche… e il design delle
quattro nuove stazioni simboleggerà questo
approccio progressista”.
Una delle più grandi
applicazioni di materiali
compositi in architettura
One of the largest applications
of composite materials in
architecture
84
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
La ferrovia Al Haramain in Arabia
Saudita, sarà la prima ad alta
velocità in Medio Oriente, collegherà le città
sante di Medinah, Mecca e Jeddah con la
nuova King Abdullah Economic City. A 320
chilometri all'ora, i treni ridurranno il tempo
di percorrenza tra le due città sante di Medina
e La Mecca a solo due ore, diminuendo così il
traffico pesante su strada durante il periodo
di pellegrinaggio. Non saranno solo i treni e i
binari a essere super tecnologici ma la nuova
ferrovia conterrà anche stazioni ferroviarie
ultra-moderne progettate per consentire ai
passeggeri di muoversi in ampi spazi.
Le stazioni sono state progettate da Foster +
Partners e per l’ingegnerizzazione da Buro
Happold e, pur condividendo una comune
progettualità, saranno contraddistinte da un
colore specifico a rappresentere le quattro
città. I terminal di Medina e Mecca avranno
colori vivaci: Mecca sarà caratterizzata dall’oro
in quanto città santa e in riferimento alle
decorazioni della Kab'ah, mentre Medina sarà
verde come la Moschea del Profeta.
Il design, comune a tutte le stazioni, si
ispira all’architettura islamica, dove l’arco
rappresenta la base formale della copertura,
presenta una sequenza di archi alti 25 metri
che si ergono dall’atrio integrate da piccole
arcate di 9 metri a livello di piattaforma. Gli
archi si connettono a formare un tetto a volta
flessibile. Le strutture di sostegno del tetto in
composito sono di acciaio.
Ogni stazione sarà dotata di negozi, ristoranti,
moschee, parcheggi, piazzole di eliporto
e sale VIP. Le aree pubbliche comprese
le piattaforme saranno climatizzate per
migliorare il comfort e saranno illuminate
← ↑ → ↓ Haramain High-speed Railway,
Kingdom of Saudi Arabia 2009-ongoing
La costruzione
I lavori di costruzione, cominciati nel 2009,
prevedono l’inaugurazione del tratto
Mecca-Jedda-Medina nel 2014. Tempi così
stretti hanno richiesto l’utilizzo tecnologie
costruttive all’avanguardia: i progettisti
Buro Happold e Foster+Partners hanno
adottato un approccio modulare per la
progettazione delle stazioni con un alto grado
di prefabbricazione, i materiali compositi
sono stati la scelta ovvia perché consentono
non solo un notevole risparmio di peso e
permettono soluzioni di grande eleganza
formale ma sono anche perfetti per la
prefabbricazione.
I progettisti si sono rivolti a Premier
Composite Technologies (PCT) di Dubai per
sviluppare una serie di prototipi in grado di
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
85
↑ ↓ Haramain High-speed Railway,
Kingdom of Saudi Arabia 2009-ongoing
soddisfare tutte le richieste del cliente.
Dopo un attento esame delle richieste
si è arrivati a una soluzione “chiavi in
mano” che, integrando i serramenti in
alluminio delle finestre, i lucernari, i
sistemi di sospensione per la pulizia,
le coperture e le passerelle esterne
direttamente nei pannelli, permette tempi
di installazione brevissimi direttamente
in situ. I materiali compositi, le tecnologie
e l’ingegnerizzazione per questo enorme
progetto, sono stati forniti da Gurit, azienda
svizzera che già ha collaborato con PCT
per la torre dell'orologio della Mecca e
in questa occasione ha fornito i materiali
compositi per il tetto della stazione di
Medina.
La struttura
Un tetto che comprende 32 moduli ripetuti
composti da 65 pannelli che insieme formano
un grande modulo quadrato di 27 m x 27
m. Questi pannelli sono assemblati per una
superficie totale di 28.000 mq di pannelli
compositi, per questo motivo si tratta di uno
dei più grandi utilizzi di materiali compositi
avanzati nel settore architettonico mai
realizzato fino a oggi. Il peso della struttura in
composito è di sole 750 tonnellate circa. Ogni
pannello deve essere strutturale, leggero,
resistente al fuoco, alle temperature estreme
e facile da installare.
PCT fornisce il tetto e i pannelli interni della
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
copertura della stazione. I pannelli leggeri
sono fabbricati con stampi e materiali
compositi avanzati in modo che possano
essere facilmente sollevati, posizionati
e montati. La laminazione dei pannelli
è ormai ben avviata in stampi femmina,
dopo che è stato testato con successo un
modello in scala 1:1.
Infatti, le deformazioni previste dal
modello ad elementi finiti sviluppato
dai tecnici Gurit e quelle del test hanno
mostrato una differenza inferiore al 2 %.
La produzione richiede grandi quantità
di resina ignifuga Ampreg 21 FR,
adesivo Spabond e materiale d’anima
G -PET FR LiteTM.
PCT produce pannelli di circa 13 mq
che vengono successivamente spediti
in Arabia Saudita, completi di tutte le
finiture di superficie. I pannelli sono poi
preassemblati al suolo in cantiere e
successivamente posti dalla gru sulla
struttura principale in acciaio.
I rendering mostrano come la luce
naturale filtrerà attraverso i pannelli in
composito del tetto.
Per le informazioni e le immagini si
ringraziano: Foster + Partners LtD, Londra.
Gurit Holding AG, Svizzera. Premier Composite
Technologies LLC, Dubai.
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Al Haramain in Saudi Arabia will be the first high
speed railway in the Middle East. It will connect the
holy cities of Medinah, Mecca and Jeddah with the
new King Abdullah Economic City. At a speed of
320 kilometres per hour, the trains will reduce the
travel time between the two holy cities of Medina
and Mecca to just two hours, thus reducing the
road heavy traffic during the pilgrimage period.
Not only will the trains and tracks be super
technologic, but the new railway will also count
ultra-modern railway stations designed to allow
the passengers to move in large spaces.
The stations have been designed by
Foster+Partners and engineered by Buro Happold.
While sharing a common planning, they will be
identified by a specific colour representing the
four cities. The Medina and Mecca terminals will
have bright colours: Mecca will be gold since it
is an holy city and with reference to the Kab'ah
decorations, while Medina will be green as the
Prophet's Mosque. The design, common to all
stations, is inspired by the Islamic architecture,
where the arch is the formal basis of the roofing,
and has a sequence of 25-meter high arches that
rise from the atrium, supplemented with 9-meter
smaller arches at the platform level. The arches
are connected to form a vaulted flexible roof. The
supporting structures of the composite roofing are
made of steel. Each station will be equipped with
shops, restaurants, mosques, parks, helipads
and VIP rooms. The public areas, included the
platforms, will be air-conditioned to improve the
comfort and will be illuminated by natural light
filtered by the composite panels of the roofing.
Mouzhan Majidi, Foster+Partners Chief Executive,
said: "The high-speed Haramain railway project
constitutes a significant investment of the Saudi
Kingdom within the sustainable public transport
with potentially far-reaching social and economic
consequences... and the design of the four new
stations will symbolize this progressive approach".
The construction
The construction works, which began in 2009, aim
at opening the Jeddah-Mecca-Medina stretch
in 2014. Such a short time has required the use
of cutting-edge construction technologies: the
Buro Happold and Foster+Partners designers
adopted a modular approach for the design of the
stations with a high degree of prefabrication. The
composite materials have been the obvious choice
because they not only allow a significant weight
saving and solutions with a great formal elegance,
but they are also perfect for prefabrication.
The designers turned to Premier Composite
Technologies (PCT) in Dubai to develop a
series of prototypes to meet all the customer’s
requirements. After a careful consideration of
the requests, the "turnkey" solution integrates
aluminium windows frames, skylights,
suspension systems for cleaning, roofing and
external walkways directly into the panels. This
allows a very short time of installation, directly on
site. The composite materials, the technologies
and the engineering for this huge project have been
supplied by Gurit, a Swiss company that already
collaborated with PCT for the clock tower in Mecca
and on that occasion it supplied the composite
materials for the roof of the Medina station.
The structure
The roof includes 32 repeated modules consisting
of 65 panels that together form a large 27 x
27-meter square module. These panels are
assembled for a total area of 28,000 square
meters of composite panels. That is why it is
one of the greatest uses of advanced composite
materials within the architecture sector ever
employed to date. The weight of the composite
structure is only about 750 tons. Each panel must
be structural, light, resistant to fire and to extreme
temperatures and easy to install.
PCT provides the roof and the interior panels of the
station roofing. The light panels are manufactured
with moulds and advanced composite materials
so that they can be easily raised, positioned and
mounted. The lamination of the panels is now
well under way in female moulds, after a 1:1 scale
model has been successfully tested.
As a matter of facts, the deformations provided
by the finite element model developed by Gurit
technicians and those coming from the test
showed a difference of less than 2%.
The production requires large quantities of
Ampreg 21 FR flame retardant resin, Spabond
adhesive and G-PET FR LiteTM core material.
PCT produces panels of about 13 square
meters, which are then shipped to Saudi Arabia,
complete with all surface finishes. The panels
are then pre-assembled on the ground in the
building site and then placed on the main steel
structure by means of a crane. The renderings
show how the natural light filters through the
composite panels of the roof.
For the information and the images our
thanks go to: Foster+Partners Ltd, London.
Gurit Holding AG, Switzerland. Premier
Composite Technologies LLC, Dubai.
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Credits
Foster + Partners
Buro Happold
Haramain Joint Venture
Haramain High-speed Railway
Kingdom of Saudi Arabia
2009–ongoing
Foster + Partners Team
Mouzhan Majidi, Luke Fox,
Angus Campbell, Huw Thomas,
Alistair Lenczner, Angelika Kovacic
Jurgen Kuppers, Tony Miki,
Pearl Tang, Vincent Westbrook,
Young Wei-Yang Chiu, Diogo Bleck
Melissa Clinch, Perry Ip,
Dirk Jantz, Charbel Tannous
Client
Saudi Railways Organisation
Collaborating Architect
Dar Al Riyadh
Cost Consultant
Davis Langdon
Structural Engineers
Buro Happold
Mechanical Engineers
Buro Happold
Landscape Architect
Capita Lovejoy
Lighting Consultant
Jason Bruges Associates
Lift Consultant
Buro Happold
Fire Consultant
Buro Happold
Facade Consultant
Buro Happold
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
87
Eco-innovazione
dei materiali:
ECO MATERIALI
Text and photos by courtesy of
MATREC - EcoMaterials Library
Le numerose soluzioni
materiche innovative della
gomma riciclata riscuotono
l’interesse di designer e
architetti per prodotti di
arredamento e accessori.
The several innovative material
solutions of recycled rubber
attract the attention of designers
and architects for furnishing
products and accessories.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
LA GOMMA
Eco-innovation of materials: THE RUBBER
La gomma, sia naturale che
sintetica, è un materiale
caratterizzato da un’elevata elasticità,
una grande resistenza all’usura, una
buona capacità di assorbimento degli
urti ed un ottimo isolamento termoacustico. Viene generalmente impiegata
nel settore dell'edilizia e dell'ingegneria
civile e per la realizzazione di una vasta
gamma di prodotti, come pneumatici
per il settore dei trasporti, guarnizioni
per macchinari ed elettrodomestici,
suole per il settore calzaturiero e
pavimentazioni.
Mentre la gomma naturale viene
ottenuta dalla lavorazione del succo di
alberi tropicali, quella sintetica viene
realizzata a partire da materie prime
petrolchimiche, da cui è possibile
ottenere materiali con caratteristiche
simili a quelle delle gomme naturali.
Di particolare interesse, e con
enormi potenzialità di impiego, è la
gomma riciclata, che proviene in
larga maggioranza dal recupero dei
pneumatici usati o dagli scarti di
produzione di industrie come quella
calzaturiera.
Attraverso diversi processi di
triturazione, la gomma viene ridotta
in granulo o polverino; quest’ultimo
apprezzato per lo stampaggio di
manufatti a caldo o per la realizzazione
di fogli con spessori minimi fino a
1,5 - 2 o 3 mm, attraverso il processo
di calandratura.
Il metodo di triturazione meccanica
è il processo di riciclaggio più diffuso
e prevede la riduzione progressiva
dei pneumatici o di altri prodotti
in gomma dismessi in pezzature
di dimensioni minori e variabili a
seconda dell’applicazione finale.
Contestualmente la gomma viene
separata dai materiali estranei come
acciaio e fibre tessili, pulita e suddivisa
per granulometria, e quindi pronta per
essere reimpiegata in nuove mescole
per la realizzazione di altri prodotti.
Generalmente la gomma riciclata
viene lavorata a freddo attraverso
l’utilizzo di un legante, come colle
poliuretaniche in percentuale variabile
tra il 2%-15%, oppure viene lavorata
a caldo miscelando il polverino con
differenti percentuali di altri materiali
termoplastici. La lavorazione a caldo,
tramite stampaggio, deve essere
caratterizzata dal un polverino
di qualità ed una dimensione
granulometrica di pochi micron. Questo
permette di arrivare ad ottenere anche
manufatti di piccole dimensioni e senza
difetti nei dettagli.
Va comunque detto che in alcuni casi
esistono dei limiti per l’impiego della
gomma riciclata nella realizzazione di
nuovi manufatti, dovuti all’impossibilità
di rilavorare tal quale la gomma
vulcanizzata.
← ↑ Buna, linea di arredi per esterni e vasi in gomma
di pneumatici riciclati e fibra.
La qualità del materiale con cui sono realizzati gli oggetti
permette di drenare i liquidi facilmente.
Azienda: UAU, Argentina.
www.buna.com.ar
↗ → Materiale realizzato in gomma riciclata e
granuli di sughero. Impiegato come isolante acustico
per applicazioni in strutture già esistenti, in fase di
ristrutturazione, per pavimentazioni in legno.
Materiale naturale: sughero
Materiale riciclato: >92% gomma
Consumi energetici: 15,19 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,87 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RNRUBCOR0514
www.matrec.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
89
← Superficie per l'assorbimento degli urti da
impatto di caduta, realizzata da uno strato di base,
composto da granuli di pneumatici rigenerati e
collanti poliuretanici, e da uno strato superiore di
finitura, composto da granuli più fini di gomma
EPDM. Il materiale può essere anche usato per la
realizzazione di camminamenti ed in aree ricreative
per migliorarne la fruibilità e l'impatto ambientale.
Materiale vergine: 8% gomma
Materiale riciclato: 92% gomma
Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto.
Particolare attenzione è stata dedicata
alla colorazione del polverino o granulo,
all’accoppiamento dei fogli di gomma
con altri materiali ed alla creazione di
superfici personalizzate con disegni a
rilievo. L’insieme di questi tre aspetti ha
portato a soluzioni materiche innovative
che hanno riscosso l’interesse di
designer a architetti per prodotti di
arredamento e accessori.
↑ Cesto realizzato in gomma riciclata da
↓ Agglomerato di gomma espansa impiegato come
pneumatici, cucita con filo di poliestere ad
alta resistenza, con manico in legno.
Ideale come portariviste, portalegna, etc.
fonoisolante e fonoassorbente nelle intercapedini in
laterizio o in cartongesso. Utilizzato da solo o accoppiato a cartongesso, per migliorarne le prestazioni.
Particolarmente indicato per locali pubblici.
Materiale riciclato: 92% gomma espansa
Altri materiali presenti: 8% legante poliuretanico
Il materiale ha ottenuto una certificazione ambientale di prodotto.
Consumi energetici: 14,73 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,86 kg CO2 eq/kg
Azienda: Strand Design, USA.
www.stranddesign.org
MATREC code: RRUB0238
www.matrec.com
Riciclo e benefici ambientali
Dal punto di vista ambientale sono diversi
i benefici derivanti dall’utilizzo della
gomma riciclata rispetto alla materia
prima vergine: risparmio delle risorse
naturali, riduzione del 50% circa delle
emissioni di CO2 e riduzione dei consumi
energetici.
In particolare in Italia, grazie a Ecopneus,
è attivo da qualche anno il sistema
di raccolta, recupero e riciclo dei
pneumatici fuori uso, a fronte del quale
sono state intraprese una serie di azioni
finalizzate sia a promuovere progetti di
innovazione per i manufatti in gomma
riciclata, sia per la qualificazione dei
granuli e del polverino.
Applicazioni
La gomma riciclata è un materiale
con forti potenzialità di applicazione in
diversi comparti merceologici grazie
alla sua flessibilità di trasformazione e
lavorazione a freddo. Le sperimentazioni
condotte sino ad oggi hanno dimostrato
come la gomma sia un materiale che si
adatta ad essere miscelato/accoppiato
con altri materiali per aumentarne o
completarne le prestazioni. In alcuni
casi per la realizzazione di manufatti in
gomma, vengono aggiunte componenti
esterne per accrescerne specifiche
caratteristiche prestazionali; come ad
esempio i granuli di sughero che ne
90
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Riciclabile
Consumi energetici: 16,76 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,08 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB0570
www.matrec.com
potenziano la capacità di isolamento
sia termico che acustico, oppure il
polistirolo che ne accresce la capacità di
assorbimento degli urti.
In generale la gomma recuperata
attraverso il processo di riciclo entra
a far parte delle mescole utilizzate
dall’industria per la produzione di nuovi
prodotti di arredo urbano e stradale,
attrezzature per giochi e strutture
ludiche, pavimentazioni per interni ed
esterni, prodotti per florivivaistica, edilizia
ed agricoltura, opere di ingegneria civile,
infrastrutture viaria e tranviaria, superfici
sportive, manti stradali in combinazione
con i bitumi, pareti fonoisolanti, barriere
antivibranti, sottofondi di campi sportivi e
come elemento di intasamento dei campi
di calcio sintetici.
Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo
di nuove tecnologie e sperimentazioni
industriali, si è valorizzato l’impiego di
questo materiale per la realizzazione di
accessori per la moda, complementi di
arredo per la casa, articoli di cancelleria,
casalinghi, suole per calzature e ruote
per valigie e carrelli.
In alcuni paesi come Stati Uniti e
Australia, è molto comune l’utilizzo della
gomma riciclata per la realizzazione di
tegole di copertura per edifici: impiego
che non ha ancora avuto un suo sviluppo
in Europa. | www.admnetwork.it | follow us on |
↓ → Superficie per l'assorbimento degli urti da impatto
di caduta, realizzata da uno strato di base, composto da
granuli di pneumatici rigenerati e collanti poliuretanici, e
da uno strato superiore di finitura, composto da granuli
più fini di gomma EPDM. Usato per la realizzazione di
camminamenti ed in aree ricreative per migliorarne la
fruibilità e l'impatto ambientale.
Materiale: 27% gomma (vergine), 73% gomma (riciclato).
Il materiale è riciclabile e ha ottenuto una
certificazione ambientale di prodotto.
Consumi energetici: 18,53 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,40 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB0571
www.matrec.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
91
↑ Lavabo in agglomerato di gomma (380 x 140 mm).
Azienda: Simple Forms Design, Portugal.
www.simpleformsdesign.com
← Materiale composto da granuli di gomma riciclata,
derivata dai pneumatici fuori uso. Utilizzato per la
pavimentazione anti-trauma in aree gioco dove è
necessario assorbire un'altezza di caduta specifica.
Materiale riciclato post-consumo: gomma
Consumi energetici: 16,01 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,94 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB1552
www.matrec.com
← Miscela di tre differenti tipologie di granuli di gomma
EPDM agglomerati con resine poliuretaniche.
Impiegato come antivibrante ed isolante acustico dei
rumori da calpestio.
Materiale riciclato: >90% gomma EPDM
Riciclabile
Consumi energetici: 14,41 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,84 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB0279
www.matrec.com
92
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
The rubber, both natural and synthetic, is a
material characterized by a high elasticity, a
high wear resistance, a good shock absorption
capacity and an excellent thermal and
acoustic insulation. It is generally used in the
construction and civil engineering sectors and
for the creation of a wide range of products,
such as tires for the transport sector, gaskets
for machinery and electric appliances, soles
for the footwear and flooring industry. While
the natural rubber is obtained by treating the
juice of tropical trees, the synthetic rubber
is made from petrochemical raw materials,
from which it is possible to obtain materials
with characteristics similar to those of natural
rubbers. Of particular interest, and with an
enormous potential for use, is the recycled
rubber, which comes mainly from the recovery
of used tires or production waste of industries
such as the footwear sector. Through several
processes of shredding, the rubber is reduced
to granule or powder; the latter is particularly
appreciated for hot stamping of products or
for the realization of sheets with minimum
thicknesses up to 1,5 - 2 or 3 mm, through
the process of calendering. The method of
mechanical shredding is the most widespread
recycling process and includes the progressive
reduction of tires or other rubber products
disused in smaller and variable dimensions
depending on the final application. At the same
time, the rubber is separated from external
materials such as steel and textile fibres,
cleaned and divided by grain size, and then it
is ready to be reused in new compounds for
the realization of other products. Generally, the
recycled rubber is cold worked through the use
of a binder, such as polyurethane adhesives in a
variable percentage between 2% and 15%, or is
hot worked by mixing the powder with different
percentages of other thermoplastic materials.
The hot working process, through stamping,
must be characterized by a quality powder
and a grain size of a few microns. This allows
to obtain even small-sized products without
defects in the details. However, it must be said
that in some cases there are limits to the use
of recycled rubber for the realization of new
products, due to the impossibility of reworking
the vulcanized rubber as it is. Particular
attention has been paid to the colour of the
powder or granule, to the coupling of rubber
sheets with other materials and to the creation
of customized surfaces with embossed designs.
The combination of these three aspects has
led to innovative material solutions that have
attracted the interest of designers and architects
for furnishing products and accessories.
Recycling and environmental benefits
From an environmental point of view, the use
of recycled rubber brings several benefits,
compared to virgin raw materials: saving of
natural resources, reduction of about 50%
of CO2 emissions and reduction of energy
consumption. The system of collection, recovery
and recycling of inoperative tires has been
active since a few years, particularly in Italy,
thanks to Ecopneus. Thanks to this, a series
of actions has been carried out in order to
promote innovation projects for recycled rubber
products and to qualify granules and powder.
Applications
The recycled rubber is a material with great
application potentials in various commodities
sectors thanks to its processing flexibility and
cold working. The experiments conducted to
date have shown that the rubber is a material
which is suitable to be mixed/combined with
other materials to enhance or complete its
performance. In some cases, for the realization
of rubber products, external components are
added to increase the specific performance
characteristics. For example, cork granules
enhance its thermal and acoustic insulation
capacity, or polystyrene increases its shock
absorption capacity. In general, the rubber
recovered through the recycling process becomes
part of the compounds used in the industry for
the production of new urban and street furniture
products, equipment for games and recreational
structures, flooring for indoor and outdoor spaces,
products for the flower farming, construction and
agriculture sectors, civil engineering works, road
and tramway infrastructure, sports surfaces,
road surfaces in combination with bitumen,
soundproofing walls, anti-vibration barriers,
subgrades of sports fields and as an element
of clogging of synthetic soccer fields. Over the
last few years, thanks to the development of
new technologies and industrial experiments,
the use of this material has been enhanced for
the production of fashion accessories, home
furnishings, stationery, household products, shoe
soles and wheels for suitcases and trolleys. In
some countries, like the U.S. and Australia, the
use of recycled rubber for the production of roofing
tiles for buildings is very common. However, this
use has not had its development in Europe, yet.
↑ Conglomerato realizzato in granuli di gomma
riciclata provenienti da pneumatici e bitume.
Permette la riparazione delle pavimentazioni
stradali riducendo gli ammaloramenti e sigillando le
fessure esistenti. Utilizzato anche come membrana
impermeabile superficiale per migliorare l'aderenza e
ridurre i livelli di rumore.
Materiale vergine: bitume
Materiale riciclato: >15% gomma
Consumi energetici: 11,61 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,58 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB1171
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→ Pannello realizzato in gomma riciclata SBR e EPDM e
due strati di fibre di poliestere. Impiegato come isolante
acustico e termico per applicazioni in intercapedine di pareti
leggere con struttura in cartongesso.
Materiale vergine: poliestere
Materiale riciclato: >92% gomma
Consumi energetici: 15,51 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,52 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB0517
www.matrec.com
→ Materiale riciclabile costituito fino al 90% da gomma
rigenerata SBR. Utilizzato per pavimentazione sportiva, in
palestre e aree training.
Materiale riciclato: 90% gomma SBR
Altri materiali presenti: 10% collanti senza solventi
Consumi energetici: 17,51 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 1,34 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RRUB1588
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
93
GREEN
Text and photos by
Gruppo Giardini
Vannucci Piante
QUALE
PAESAGGIO?
Il nostro tempo assiste,
senza troppa coscienza,
ad una perdita di identità
di molta parte del nostro
territorio ‘usato’
senza riguardo
dalle attività umane.
94
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
L’argomento abbraccia il tema del
verde in tutte le sue espressioni
e servirebbe molto spazio per affrontarlo
ma vorremmo focalizzare l'attenzione su un
aspetto che ci sta molto a cuore.
Il nostro tempo assiste, senza troppa
coscienza, ad una perdita di identità di molta
parte del nostro territorio ‘usato’ senza
riguardo dalle attività umane. Il paesaggio
agrario, in particolare attorno alle grandi città,
si sta perdendo con una rapidità preoccupante
e poco, o nulla, viene fatto per investire sul
futuro di aree marginali che, sommate,
portano a grandi superfici alle quali dobbiamo
pensare per tempo. Certamente ne avremo
bisogno ‘fisiologicamente’ un domani ma
dobbiamo pensarci subito senza perdere
tempo (non possiamo certamente sentirci con
la coscienza a posto con i ‘wildflowers’)!
Bisogna partire dalla conoscenza approfondita
dei luoghi e della vegetazione potenziale
e organizzare un lavoro delicato che deve
procedere da attente analisi. Quindi disporre
di materiale verde con una precisa identità,
dal momento che il nostro operato avrà riflessi
importanti nel mantenimento delle peculiarità.
A questo proposito le aziende vivaistiche
del nostro comparto giocano un ruolo
determinante perché devono mettere a
disposizione degli operatori il materiale giusto
per i vari ambienti pedo-climatici.
E vorremmo anche ricordare che non
possiamo distruggere il lavoro della natura
nel tempo ma, geneticamente parlando,
dobbiamo saper conservare e riprodurre
il nostro passato. Piante giuste, quindi, ben
preparate dal punto di vista vivaistico, per
‘ricostruire’ scenari di verde possibili intorno
alle nostre città, lungo le vie di comunicazione
e dovunque rimangano spazi di resulta
abbandonati. Cominciamo a fare masse
verdi, abbattendo le polveri, facendo filtro
a tutti gli inquinanti, producendo ossigeno,
ristorando le nostre menti ‘affamate’ di verde.
Bisogna invertire il trend e piantare alberi
dove possibile e, ripeto, devono essere le
piante dei luoghi, attrezzate per vivere lì
nelle condizioni più rustiche e con grande
autosufficienza. Saranno piante giovani ma
già strutturate per aver bisogno di meno cure
e comunque capaci di crescite rapide che il
fattore giovanile consente.
Non vogliamo più vedere lo spettacolo triste
di certe ‘piantumazioni’, come troppo spesso
succede lungo le autostrade: le allucinazioni
verdi di certi interventi di ‘mitigazione
ambientale’ nelle zone autostrada - ferrovia,
magari davanti a luoghi storici, una giungla
di Robinie e Rovi che avvolge le nostre città,
il deserto di molte periferie nelle città del
centro-sud. Prendiamo spunto dalla natura
che, in certi casi, riesce ad affermarsi ancora
e aiutiamola. Al nostro paesaggio, poi, deve
essere resa giustizia; a volte è davvero
intollerabile arrivare nelle nostre splendide
città d’arte accolti da improbabili scenari
(viali!) di Magnolie e Pini neri .
Certo, dobbiamo crescere ma intanto
piantiamo alberi semplici, non perdiamo altro
tempo! | www.admnetwork.it | follow us on |
↑ Paesaggio nel Chianti
↗ Paesaggio della Pianura Padana
← Paesaggio boschivo
→ Paesaggio Sardo
↘ Vista dall'autostrada ad Orvieto
↓ Vigne e olivi
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
95
Innovation above all
PROFILI
Text edited by
Filippo Pozzoli
UNA REALTÀ
CHE HA COME
MAIN MISSION
L'INNOVAZIONE
A REALITY
WITH INNOVATION
AS MAIN MISSION
VAILLANT GROUP
ITALIA
Via Benigno Crespi, 70
20159 Milano (Mi)
Tel. +39 02 697121
www.vaillant.it
96
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Innovazione
sopra ogni cosa
Dal sogno di un produttore di
scaldabagni alla leadership
internazionale nel settore del
riscaldamento e del condizionamento domestico.
Due chiacchiere con Stefano Negri, direttore
marketing Vaillant Group Italia.
Vaillant: leader europeo di settore di proprietà
privata al 100% come alla nascita. Un modello
economico attuale e ancora perseguibile? Cosa
determina nel rapporto azienda-dipendenti?
Nei suoi centoquarant’anni di Storia, l’azienda
ha mantenuto sì la gestione famigliare, ma con
una visione manageriale molto diversa da quella
tipicamente padronale: nel CdA trovano posto tre
managing director, a garanzia di know how nel
campo dell’industry, del financial e del marketing
and sales. L’indipendenza dalle dinamiche
borsistiche fa sì che le decisioni siano intraprese
anche in contro tendenza alle soluzioni più
perseguite, scegliendo, ad esempio, di investire
laddove ovunque si taglino costi e personale. Ne
consegue una maggiore serenità per i dipendenti,
data dalla consapevolezza di essere parte di un
gruppo solido e dal volto umano e uno sviluppo
industriale coerente e lineare nel lungo periodo.
I marchi del gruppo Vaillant: strategia di brand o
acquisizioni sequenziali? Quale rapporto con la
casa madre?
L’acquisizione è avvenuta in un’unica soluzione e
ha riguardato un gruppo importante, quello dei
nostri “marchi rossi”. La logica è stata quella di
posizionare il main brand al settore premium,
coprendo con gli altri marchi - distribuiti in base
alla posizione geografica - le fasce medie di
mercato, evitando cannibalismi e deprezzamenti
di posizione. Si raggiungono così economie di
scala più importanti, mantenendo però distinte le
piattaforme produttive, con la linea principale in
Germania e altre delocalizzate in Francia, Spagna
e Slovacchia.
ZeoTherm e le eccellenze dell'innovazione: quali
scenari possibili oggi?
Per il suo posizionamento, Vaillant ha come main
mission l’innovazione, anche a fronte di scelte a
prescindere delle difficili situazioni economiche
attuali. La linea Zeotherm si rivolge a chi voglia
investire con lungimiranza sul proprio impianto di
riscaldamento; è un prodotto top di gamma, ma
l’innovazione risiede anche nelle pompe di calore
che in Italia saranno tecnologia di riferimento per
il futuro. All’avanguardia, poi, è il sistema a celle di
combustibile, attualmente in fase di test. Si tratta
di una tecnologia avanzatissima, con rendimenti
ad oggi inimmaginabili e il riguardevole plus delle
emissioni inquinanti nulle.
La normativa europea attuale e quella futura:
come Vaillant risponde alle nuove forzanti?
Nel 2015 avremo il D-Day della normativa
europea, che renderà commercializzabili solo
caldaie a condensazione o a camere aperte in
caso d’impossibilità circostanziali. Anche in Italia
il trend è corretto per quanto concerne le nuove
costruzioni, il problema è che le criticità maggiori,
in un mercato immobiliare sostanzialmente
fermo, si riscontrano sull’esistente, sul quale il
nuovo pacchetto di regole impatterà in maniera
notevole. Da segnalare anche l’estrema
regionalità del panorama normativa italiano,
con situazioni avanzate a contraltare di altre
decisamente più arretrate.
La microcogenerazione: punti di forza e
possibilità?
La microcogenerazione è un sistema diffuso in
Germania; in Italia è ancora presto, non essendo
adatta al retrofitting dell’esistente ed essendo
immobile il mercato delle nuove costruzioni. Una
tecnologia di questo genere necessita di tecnici on
field dalle competenze molto specifiche e gli oneri
di formazione, al momento, rendono il sistema
poco adatto agli scenari italiani.
pursued by choosing, for example, to invest where
anywhere else the diktat is to cut costs and staff. This
comes out in a greater peace of mind for employees,
given by the awareness of being part of a solid group
with a human face.
The Vaillant group's brands: a block strategy or
sequential acquisitions? What is the relationship
with the core brand?
The acquisition was made in a lump sum and involved
a large group, the one of our current "red marks". The
logic was to confine the main brand in the premium
sector, covering with the other brands - distributed
according to geographical location - the mid-low
market ranges, avoiding inner competition and
positioning depreciation. This way you can reach
important economies of scale while maintaining
separate production platforms, with the main line
stillin Germany and other relocated in France, Spain
and Slovakia.
ZeoTherm and the excellence of innovation: which
are the possible scenarios today?
Due to its positioning, Vaillant has innovation as its
main mission, even facing choices regardless of the
current difficult economic conditions. ZeoTherm is
addressed at those wanting to invest with foresight
on their heating system, it is a high-end product for
a pretty narrow public, but innovation also lies in
heat pumps, which is likely to become the reference
technology for the future in Italy. Cutting edge, then, is
the fuel cell system, which is currently being tested.
It is an advanced technology, with an efficiency today
unbelievable and no polluting emissions.
Current and future European legislation on: how do
Vaillant respond to the new forcings?
In 2015 we are called to the D-Day for European
legislation, which will make only condensing boilers
marketable - or open rooms boilers where the
conversion is proved to be impossible. Even in Italy
the trend is correct regarding to new construction,
the problem is that the most critical situations, in a
From the dream of a water heaters
stagnant real estate market, are found on the existing
producer to international leadership buildings, on which the new set of rules will impact up
in home heating and cooling sector. A chat with
substantially. Also noteworthy is the deep regionality
Stefano Negri, marketing manager for Vaillant Italy. of Italian legislation, with advanced situations to
Vaillant: an European leader privately owned as
counterpart others much more backward.
it was at birth. A current and still viable financial
The micro co-generation: strengths and
model? What does this mean to the employees?
possibilities?
In its hundred-and-forty-years-long history, the
The micro co-generation is a widespread system in
company has kept its family-run asset, with a
Germany, in Italy it is still early, not being suitable for
managerial vision very different from typical dwelling the retrofitting of existing buildings and being the new
one: in the board, there are industry, financial
constructions’ market completely still. A technology
and marketing managing director guaranteeing
of this kind requires skilled on-field technicians by
know-how. The independence from stock markets’
the very specific skills, and high training expenses
dynamics means that decisions are taken also
at this time make the system less suitable for Italian
against the trends, with alternative approaches
scenarios. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43
46
97
FOSCARINI
IN BREVE
SPECIALE
Edited by
Chiara Dadda
ligthting
Soluzioni tecniche per composizioni
multiple e cascate di luce
Modularità, libertà di composizione, possibilità
di creare scenari di luce sempre differenti e
ARDUINO E LA LUCE
www.achillecastiglioni.it
Photos by Zoe Romano
98
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
di definire con la massima libertà ambienti ed
atmosfere. Foscarini propone lampade progettate
per trasmettere un'emozione sempre diversa, che
consentono di reinterpretare ogni spazio, ripetendo
e amplificando - virtualmente all'infinito - effetti
e sensazioni attraverso la luce.
Una caratteristica che si esprime soprattutto
nelle versioni a sospensione dei differenti modelli,
che si prestano particolarmente bene per essere
utilizzate da sole o in scenografiche composizioni,
soprattutto in spazi contract o ambienti molto
grandi. E da oggi, grazie al particolare rosone
multiplo con kit di decentramento, le lampade
a sospensione della collezione possono essere
posizionate a piacimento, indipendentemente
dalla collocazione della fonte di alimentazione e
dall'inclinazione del soffitto.
Pensato per comprendere fino a 9 sospensioni,
permette di ottenere cascate luminose di grande
impatto con diversi modelli della collezione
Foscarini come Rituals, un'intera famiglia che
permette abbinamenti anche con le versioni da
tavolo firmata da L+R Palomba, ma anche Gregg,
Aplomb, Caboche, Havana e Maki.
www.foscarini.com
Leimu | Disegnata dal giovane designer norvegese
Magnus Pettersen, Leimu è un nuovo pezzo della linea
di illuminazione di Iittala. Come suggerisce il suo
nome (Leimu in finlandese significa fiamma), il color
rame di Leimu crea un’atmosfera rilassata. Grazie alla
sua solida base in cemento, la lampada, ispirata ai
tradizionali paralumi, rappresenta un incontro perfetto
tra forza e delicatezza.
Il cemento è un materiale attraente per Pettersen:
“L’unione tra cemento e vetro è molto comune in
architettura, ma non è necessariamente di bellezza. Volevo
unire questi materiali, diametralmente opposti, in una
lampada e dimostrare che la solidità e la leggerezza, il
caldo e il freddo, possono combinarsi bene insieme”.
Design: Magnus Pettersen.
www.iittala.com
XXXXX
PRISMA ARCHITECTURAL
Workshop alla Fondazione Achille Castiglioni per la luce
interattiva digitale
Nell’ambito della mostra dedicata alla lampada Gibigiana disegnata da Achille Castiglioni, il 15
e 16 giugno 2013 si è svolto alla Fondazione Achille Castiglioni di Piazza Castello a Milano il
workshop “Arduino e la luce”. Tenuto da Massimo Banzi, co-fondatore del progetto Arduino per
l'Open Source Hardware, il workshop ha portato i partecipanti alla realizzazione di una lampada
interattiva fabbricata digitalmente a partire da un progetto dello studio Habits (www.habits.it).
Anche senza alcuna conoscenza di elettronica, i partecipanti hanno imparato e messo in pratica
come aggiungere interazione alla lampada usando il Tinkerkit!, una raccolta di sensori e attuatori
concepita per rendere la prototipazione molto immediata. Il dialogo tra materia, forma, processi
ha condotto lo studio Habits a progettare una lampada pensata per essere realizzata facilmente:
un unico foglio di legno include tutti i pezzi da montare a incastro, senza bisogno di colle. Dalla
forma evoluta e geometrica, TinkerLamp è una lampada la cui struttura è costruibile a incastro.
È stata disegnata da Habits Studio (Innocenzo Rifino, Diego Rossi, con progetto di Mauro Piatti)
per essere condivisa online. Nasce come involucro minimo per i componenti del TinkerKit! che
ne permettono il funzionamento illuminotecnico e l’interattività. La materia prima della lampada è
una semplice tavola in legno ritagliata in forme, contenuta in un un formato rettangolare (60x40),
facile da trovare in commercio. Tagliata al laser, la lampada è resa raffinata dal taglio a fisarmonica
utilizzato per la curvatura e per il raccordo dei differenti componenti in legno. Lo studio Habits virtuoso delle lavorazioni digitali - ha sperimentato a lungo per esprimere al meglio le potenzialità
dei differenti strumenti. I disegni per il taglio della lampada sono open source: disponibili
online all’indirizzo www.habits.it/web/work_detail.php?cat=Interaction&prj=245, scaricabili,
implementabili e migliorabili da ogni singolo utente.
Il ricavato del workshop è stato devoluto totalmente alla Fondazione Achille Castiglioni.
IITTALA
ERA: il nuovo apparecchio da
esterni per l’illuminazione d’accento
di Prisma Architectural
Il prodotto fa parte di una serie di apparecchi su
palo per esterni che si distingue per l’estetica
accattivante, lineare e moderna, ma anche per la
semplicità innovativa dei dettagli. ERA è idonea
per contesti residenziali, aree pedonali, spazi
esterni pubblici, per la segnalazione di percorsi
pedonali e per illuminazione d’accento di elementi
architettonici.
Il corpo completo di flangia in alluminio, realizzato
in fusione in terra verniciato ruggine, ha diffusore
in policarbonato trasparente.
Il riflettore e vano alimentazione sono in alluminio
pressofuso verniciato nero.
Le sorgenti luminose LED multi chip BRIDGELUX
ES complete di riflettore sono state studiate per
una distribuzione luminosa diffusa ottimale.
La corretta dissipazione del calore è resa possibile
grazie all’utilizzo di adeguata interfaccia termica a
cambiamento di fase.
Le guarnizioni in silicone, le viti di chiusura in
acciaio inox, la semplicità di cablaggio grazie
alla scatola di derivazione fissata sul vano
alimentazione, la semplicità di installazione
dell’accessorio contro flangia e tirafondi, sono
le altre peculiarità che rendono ERA molto
facile da usare.
Flusso reale 294 lm. IP65.
Design: REGENT Peter Boss.
www.performance inlighting.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
99
TRECINQUEZEROLUCE
NIMBUS GROUP
PHILIPS
IN BREVE
Hang | Lampada da terra composta da una struttura
in alluminio lucidato che sostiene un’ampolla in vetro
soffiato da due litri in cui si trova posizionata la sorgente
a LED. Completamente immersa in un olio dissipatore,
emette luce morbida di tonalità calda (3000k), diffusa
grazie alla lente diffondente integrata. Suggestivo l’effetto
“moving light”: basta un semplice tocco in qualsiasi punto
della struttura metallica per l’accensione e la regolazione
dell’intensità del flusso luminoso, mentre un touch pad
dedicato permette di accendere o spegnere il flusso d’aria.
Hang fa parte di Alchemy, la linea di punta di
Trecinquezeroluce - lighting division di Elesolutions
Assembling System, una giovane realtà emergente
che si dedica alla progettazione e realizzazione di
apparecchi a LED.
Roxxane | Dall’esperienza di Nimbus nella tecnologia
dell’illuminazione nasce Roxxane, la nuova famiglia di
lampade disponibile in tre versioni, come lampade da
tavolo (in due diverse dimensioni), come lampada da terra
e, a breve, anche nella versione a parete. Sebbene in
apparenza dalla forma molto semplice e lineare, un esame
più attento rivela che Roxxane è un prodotto complesso,
di alta tecnologia, dotato di caratteristiche tecniche
interessanti come una precisa ergonomia e la gestione
touchless per l’accensione e lo spegnimento.
Le lampade da terra e da lavoro Roxxane hanno ricevuto
l’Interior Innovation Award 2013 presentato a imm 2013, oltre
ad aver ottentuo una ”Special Mention“ al German Design
Awards 2013 per la qualità del design.
Design: Rupert Kopp.
www.trecinquezeroluce.com
www.nimbus-group.com
GE LIGHTING
resistente e di facile manutenzione. In caso di
necessità, l’apparecchio consente una facile
manutenzione senza uso di attrezzi, grazie al
semplice gancio posizionato nella parte anteriore
da cui è possibile accedere direttamente al
vano ottico. Per garantire maggiore sicurezza,
l’apparecchio è isolato con un grado di protezione
IP44 e, in caso di apertura, l’alimentazione si
disconnette automaticamente.
www.gelighting.com/eu
GE Lighting amplia l'offerta di
soluzioni outdoor con Lunalys
Ideale per l’illuminazione di aree residenziali e
industriali, così come per l’illuminazione stradale
in genere, Lunalys è il sistema di illuminazione
outdoor di GE Lighting che combina alta efficienza
con bassi costi di gestione e di manutenzione.
Progettato per garantire un’alta qualità della luce
ed essere compatibile con le lampade Streetwise
di GE, Lunalys offre una luce bianca, brillante
e naturale, particolarmente adatta all’utilizzo
100
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
in aree esterne. Il portalampada ceramico con
attacco E40/E27 è stato studiato per consentire un
posizionamento multiplo della lampada, in modo
che questa possa essere regolata in direzione
longitudinale per una migliore distribuzione
luminosa. Lunalys di GE Lighting può essere
installato sui pali in verticale (testa palo) o
orizzontale (a sbraccio) attraverso la regolazione
del suo adattatore di montaggio da Ø60mm.
Grazie alla modalità in cui sono stati progettati
e costruiti il vano ottico IP66 e il riflettore ad
alta efficienza, Lunalys risulta essere un prodotto
SmartBalance a sospensione:
quando le performance
incontrano il design
Benché in molti casi le performance di
illuminazione funzionale siano essenziali,
spesso si pone anche la necessità di ricorrere
ad apparecchi che siano attraenti e discreti. In
particolare, nelle applicazioni dove le soluzioni
per illuminazione devono essere montate su
superficie o a sospensione, può essere difficile
soddisfare entrambi i requisiti. SmartBalance
rappresenta la prossima generazione di
apparecchi per illuminazione dedicata proprio
a questo specifico mercato. Infatti, questo
prodotto coniuga un’alta efficienza energetica
con un’estetica interessante. Il suo design
essenziale contribuisce a ridurre l'ingombro
sul soffitto e a soddisfare tutte le norme
pertinenti per gli uffici ma, allo stesso tempo,
SmartBalance garantisce risparmi operativi,
come maggiore efficienza energetica rispetto
alle lampade fluorescenti. Questa nuova
soluzione è ideale in applicazioni di illuminazione
generale per interni che richiedono montaggio su
superficie o a sospensione.
Caratteristiche:
• Efficacia energetica > 90 lm/W, che rende
possibile risparmi energetici pari a circa il 30%
• Compatto, leggero e discreto
• SmartBalance soddisfa UGR 19 e due livelli di
L65, nello specifico 1500/3000 cd/m2
• Controllo DALI (wireless), illuminazione
d'emergenza e parti di accoppiamento
• Sorgente luminosa Philips Fortimo LED Line 1R
• Flusso luminoso 3000, 3500 o 4000 lm
• Temperatura del colore correlata 3.000 o 4.000 K
• Indice di resa dei colori > 80
• Mantenimento flusso luminoso L90F50
30.000 ore a 25 ºC
• Mantenimento flusso luminoso L70F50
50.000 ore a 25 ºC
• Temperatura operativa da +10 a +35ºC
• Alimentatore integrato
• Tensione di alimentazione 220-240 V / 50-60 Hz
• Regolazione del flusso regolabile
• Materiale corpo: policarbonato e lamiera
• Copertura: PMMA o policarbonato
• Ottica: acrilico o policarbonato
• Colore Bianco (WH) o grigio argento (SI)
• Manutenzione modulo ottico sigillato per tutta
la durata; pulizia interna non necessaria
• Installazione montaggio a sospensione con un
set di cavi di sospensione in acciaio singoli,
con incluso cavo di alimentazione da 170 cm
PHILIPS S.p.A.
DIV. LIGHTING
Via G. Casati, 23
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 20131
www.philips.it/illuminazione
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
101
FOCUS
Tecnologia
ed
efficienza
si fondono nella luce
PHILIPS PER IL PROGETTO
D’ILLUMINAZIONE
DELLA NUOVA SEDE MBDA:
GESTIONE OTTIMALE
DELLE RISORSE ENERGETICHE
GRAZIE A SOLUZIONI AVANZATE.
PHILIPS S.P.A.
DIV. LIGHTING
Via G. Casati, 23
20900 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2031
www.philips.it/illuminazione
102
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
MBDA Italia S.p.A., società europea
leader nel settore della difesa, ha
rinnovato una delle sue sedi principali. È stata da poco
inaugurata la nuova struttura della sede di Roma,
resa oggi ancora più grande e tecnologica grazie alla
scelta di un edificio totalmente illuminato da Philips. Il
progetto ha visto l’impegno di Philips, azienda leader nel
mondo dell’illuminazione, in campo per un intervento
illuminotecnico integrale, sia interno che esterno. La
ristrutturazione di tutto l’impianto illuminotecnico sugli
uffici e le aree esterne, per un’area totale di 48.000 mq,
è stata studiata per una gestione ottimale delle risorse
energetiche grazie all’impiego di soluzioni avanzate ed
alcune tra le tecnologie più recenti. Studiando la vera
natura della struttura e le specifiche esigenze di chi la
abita, sono, infatti, stati scelti schemi di illuminazione
in grado di evolvere al passo con l'ambiente di lavoro.
Proprio in quest’ottica, il grosso progetto intrapreso
continuerà ad essere migliorato ed ampliato, nel tempo,
grazie ad interventi che porteranno la struttura ad
essere sempre più automatizzata e dinamica.
Le soluzioni Philips utilizzate.
Per le aree operative, come gli uffici, è stata scelta
una tecnologia fluorescente, con apparecchi a
sospensione modello Arano e ottiche micro lenticolari
a posizionamento libero, che consentono maggiore
libertà di adattamento delle postazioni di lavoro
rispetto alla luce artificiale. Un sistema manuale,
già installato, ed un sistema automatico permettono
una gestione intelligente ed ottimizzata della luce e
dei consumi, sulla base della luce naturale presente
e dell’abitabilità di questi spazi. L’adozione di queste
soluzioni, abbinata alla tecnologia fluorescente Eco
di Philips, ha consentito di ottenere già un risparmio
dei consumi fino al 10% rispetto all’installazione di
apparecchi tradizionali, che aumenterà fino al 40%
una volta installato il sistema automatico Dynalite.
Mentre, per le aree comuni, come i corridoi e atri,
sono stati adottati faretti della serie StyliD, che
consentono l’aggiornamento futuro della sorgente
LED installata al loro interno. Per le sale riunioni
e le aule didattiche, sono state adottate diverse
soluzioni a LED Philips della serie Celino Led, con
specifiche caratteristiche, che hanno consentito una
progettazione modulare delle varie stanze, grazie
alla loro ottica multi lenticolare come nel caso degli
uffici e alla loro caratteristica di montaggio a file
continue. Anche l’illuminazione della parte esterna
è stata realizzata a LED, con apparecchi della serie
Citysoul, che consentono un risparmio di circa il
40% rispetto ad analoga soluzione tradizionale, ad
eccezione dei garage interrati che sono stati progettati
con tecnologia fluorescente e lampade a risparmio
ECO. Tutte i sistemi adottati finora hanno garantito
un aumento del confort e una riduzione dei consumi
energetici, che verranno ulteriormente migliorati grazie
all’installazione dei sistemi automatici di regolazione
con un’accensione e spegnimento della luce controllati.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
103
FOCUS
Photos by courtesy of
Performance in Lighting
Valorizzare
l'eccellenza
PERFORMANCE IN LIGHTING
ILLUMINA I NUOVI ALLESTIMENTI
DEL MUSEO DELLA FONDAZIONE
ARENA DI VERONA
PERFORMANCE
IN LIGHTING
Viale del Lavoro 9/11
37030 Colognola ai Colli (Vr)
Tel. +39 045 6159211
www.performanceinlighting.com
104
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
Performance in Lighting,
multinazionale italiana del settore
illuminotecnico, ha avuto un ruolo importante
nell'ambito della realizzazione dei nuovi allestimenti
all'interno di ArenaMuseOpera (AMO), il museo
della Fondazione Arena dedicato alla creatività e
all’eccellenza dell’Opera Lirica Italiana: progettazione,
intervento per il suo ambito, scelta delle soluzioni in
funzione delle esigenze del cliente. Ospitato all’interno
di Palazzo Forti, edificio risalente al XIII secolo situato
nel centro storico di Verona, il museo espone lungo
un percorso che utilizza tecniche multimediali
documenti originali quali partiture, lettere, costumi,
bozzetti scenografie, che permettono al visitatore
di ripercorrere il processo creativo della messa in
scena di un’opera lirica. Particolare attenzione è
stata posta nella progettazione illuminotecnica del
percorso museale: un allestimento che si è dispiegato
su 5000 metri quadrati attraverso l'utilizzo di tre
prodotti: per gli interni sono stati utilizzati gli AS23
LED e gli FL595 LED, due prodotti Spittler (azienda
e brand tedesco del gruppo Perforformance in
Lighting). Performance in Lighting ha vinto una sfida
che si presentava piuttosto complessa, soprattutto in
considerazione dell'elevato grado di attenzione che
richiedeva provvedere all'illuminazione delle sale e dei
vari pezzi del Museo (cimeli, ricordi, schizzi, disegni,
premi, spartiti, ecc.), poiché tutti facilmente soggetti
ad alterazioni visive. Il risultato, davvero eccellente, ha
enfatizzato in maniera corretta e adeguata le direzioni
di luce nel rispetto di quella che era l'atmosfera che si
voleva arrivare a creare in ognuna delle macro-sezioni
a tema in cui sono state suddivise le diverse sale.
Performance in Lighting, quest'anno non solo
technical sponsor del museo, ma anche official
partner della stagione areniana, è intervenuta per
contribuire a valorizzare le opere del Museo con
oltre 140 AS23 LED Spittler, proiettori normalmente
utilizzati per illuminare soggetti in ambito artistico.
Rotante e orientabile, il proiettore a binario AS 23
LED dispone di riflettori in alluminio purissimo
con quattro diversi angoli di emissione del fascio
luminoso. L’assenza di emissioni ultraviolette e
infrarosse, caratteristica dei LED, contribuisce a
preservare nel tempo le opere d’arte, e la scelta
è anche ottimale in termini di durata e di ridotta
necessità di manutenzione.
All'interno dei percorsi comuni degli allestimenti
sono stati invece installati 7 pannelli in sospensione
FL595 LED (dimensioni 60 x 60), sempre prodotti a
marchio Spittler. In tecnologia LED, e dal design ultrasottile, questi pannelli garantiscono una distribuzione
omogenea della luce su tutta la superficie, e riescono
così ad esaltare interni e pareti anche dentro la parte
archeologica del Museo, per ammorbidire il contrasto
di luce e ombra dato dalle pietre antiche e dagli scavi.
L'intervento che ha coperto l'intera superficie degli
allestimenti, e tutte le fasi di installazione, sono state
seguite da Giovanni Sartori, responsabile contract di
Performance in Lighting.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
105
KVL, Società di Project Management tedesca nata 10 anni fa dalla visione lungimirante di
tre professionisti impegnati nell'insegnamento alla prestigiosa Technischen Universität
di Berlino, è oggi punto di riferimento e garanzia di successo “pulito” per molti gruppi
finanziari che scelgono di affidarsi, a scanso di equivoci, a chi ha la competenza
necessaria per trasformare un investimento immobiliare in un progetto vincente.
Ne abbiamo parlato con Dr. Markus G. Viering, Managing Partner, e Anastasija Radke,
Commercial Director KVL.
KVL, a German Project Management company born 10 years ago by the far-sighted
vision of three professionals engaged in teaching at the prestigious Technischen
Universität of Berlin, is today a reference point and a guarantee of "clean" success
for many financial groups that choose to rely, to avoid any misunderstanding,
to those people who have the competence required to transform a property
investment in a successful project. We talked about this with Dr. Markus G. Viering,
Managing Partner, and Anastasija Radke, KVL Commercial Director.
MEET
THE CHALLENGE
What is exactly the role of a Project Management company?
M.V. The activity of PM in the real estate sector is linked to the optimization of the
economic resources invested in public and private real estate transactions, in
order to produce concrete results of excellent quality without any loss of money.
Our mission is the success of the project, achieved through the complementary
activity of the whole KVL transversal structure, made up of professionals in the
fields of architecture, civil and management engineering and management.
As for the architectural design, what are your margins of action?
A.R. It depends on the circumstances. Sometimes our clients turn to us with very
clear ideas on the architecture studio to involve. But we are also often free to
choose who will deal with the design work, from the concept to the final project.
We worked with many design studios, from the most famous to the less known.
At the moment, for example, we are working with David Chipperfield to expand
and refurbish Mies Van der Rohe's Neue Nationalgalerie. We are developing
together the design project, which presumably will end in 2015, followed by the
implementation phase.
Per quanto riguarda la progettazione architettonica, quali sono i vostri
margini d'azione?
A.R. Dipende dai casi, a volte i nostri clienti si rivolgono a noi con le idee
già ben chiare sullo Studio di architettura da coinvolgere, spesso siamo
invece liberi di scegliere a chi affidare l'intero lavoro di progettazione, dal
concept al progetto esecutivo. Abbiamo lavorato con moltissimi Studi di
progettazione, dai più famosi ai meno noti. In questo momento, ad esempio,
stiamo lavorando assieme a David Chipperfield per l'ampliamento e la
ristrutturazione della Neue Nationalgalerie di Mies Van der Rohe. Stiamo
sviluppando assieme la parte di progettazione, che presumibilmente si
concluderà nel 2015, a cui seguirà la fase di realizzazione.
Com'è nata KVL?
M.V. KVL è in realtà uno spin-off della TU (Technischen Universität): è il
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
How was KVL born?
M.V. KVL is actually a spin-off of TU (Technischen Universität). It is the tangible and
productive result of an idea born in the context of university research. KVL is an
acronym which combines the initials of the founders, namely Professor Dr. Bernd
Kochendörfer (K), Dr. Markus G. Viering (V) and Dr. Jens H. Liebchen (L). All three
were committed at an academic level at the TU of Berlin, we were satisfied with our
academic career, but we had a great vocation to the concrete aspects. At the beginning,
the business began as a hobby and for the first two years we didn't get results. In 2005,
the turning point came with the Project Management and Quality Control assignment
for the realization of the IKEA site in Yekaterinburg, Russia, followed, in the same
year, by the Bundeswehrkrankenhaus Hospital, which is still under construction.
Meet
the challenge
Qual'è esattamente il ruolo di una Società di Project Management?
M.V. L'attività del PM nel settore del Real Estate è legata all'ottimizzazione
delle risorse economiche investite in operazioni immobiliari pubbliche e
private, al fine di produrre risultati concreti qualitativamente eccellenti senza
dispersione di denaro.
La nostra missione è il successo del progetto, ottenuto attraverso l'attività
complementare parallela di tutta la struttura trasversale KVL, composta da
professionisti nei settori dell'architettura, dell'ingegneria civile e gestionale,
del management.
106
Photos by courtesy of KVL
risultato concreto e produttivo di un'idea nata in un contesto di
ricerca universitaria.
KVL è un acronimo che unisce le iniziali dei fondatori, ovvero Prof. Dr. Bernd
Kochendörfer (K), Dr. Markus G. Viering (V) e Dr. Jens H. Liebchen (L).
Tutti e tre eravamo impegnati a livello accademico alla TU di Berlino,
eravamo soddisfatti della nostra carriera accademica, ma con una grande
vocazione alla concretezza.
Inizialmente l'attività nacque come un hobby, per i primi due anni di risultati
non se ne videro.
Nel 2005 la svolta si ebbe con l'incarico di Project Managment e Quality
Control per la realizzazione del sito IKEA a Ekaterinburg, in Russia, seguito
nello stesso anno dall'Ospedale Bundeswehrkrankenhaus, tutt'ora in fase
di realizzazione.
Siete stati tra i primi ad investire in Kazakistan, dove siete presenti dal
2007. Com'è nata questa opportunità?
M.V. Nel 2007 tutti concentravano l'attenzione su Dubai a causa dell'incredibile
boom economico ed edilizio che stava prendendo piede negli Emirati Arabi
in quegli anni, prima del crollo della Lehmann Brothers. KVL, che allora
stava vivendo la sua prima fase di ascesa, come strategia aziendale preferiva
dedicarsi a mercati meno noti.
La prima esperienza in Kazakistan avvenne grazie ad un incarico di PM per
un'operazione immobiliare commerciale ad Almaty. Il Kazakistan allora era
popolato da 15 milioni di abitanti, tanti quanto Mosca, per intenderci. Ad
essere onesti, prima del 2007 nessuno di noi ne conosceva l'esatta posizione
geografica. Un mercato dalle enormi potenzialità, ma subito stroncato dalla
crisi, che si manifestò in maniera precoce proprio in quel territorio, già alla
fine del 2007.
A.R. Quando in Europa ancora nessuno parlava di recessione, in Kazakistan
i cantieri erano già bloccati a causa delle banche americane che, già mesi
prima del crollo ufficiale, avevano chiuso totalmente le entrate in territorio
Kazako e, anzi, chiedevano alle banche locali di restituire i prestiti elargiti.
Nonostante la stasi totale durata più di qualche anno, KVL è rimasta
operativa e presente sul territorio, e credo che oggi anche questo sia il motivo
del nostro successo in Kazakistan.
You were among the first to invest in Kazakhstan, you have been there since
2007. How was this opportunity born?
M.V. In 2007 all the attention focused on Dubai, due to the incredible economic and
building boom that was taking place in the UAE in those years, before Lehman
Brothers' collapse. KVL was then experiencing its first boom phase and its business
strategy was to deal with the less known markets. The first experience in Kazakhstan
took place thanks to a PM assignment for a real estate business in Almaty. Kazakhstan
was then populated by 15 million inhabitants, as many as Moscow, just to make things
clear. To be honest, before 2007 none of us knew its exact geographical location. A
market with an enormous potential, but immediately struck down by the crisis, which
manifested early in that territory, towards the end of 2007.
A.R. When in Europe nobody was talking of recession, in Kazakhstan the building
sites were already blocked due to the American banks that, some months before
the official collapse, had completely closed the revenues in the Kazakh territory
and, indeed, asked the local banks to pay back the granted loans. Despite the total
stagnation that lasted some years, KVL is still operating and present in the territory,
and I think that today this is the reason for our success in Kazakhstan.
In che altri mercati siete presenti?
A.R. Russia, Austria, Svizzera e Abu Dhabi.
In which other markets are you working?
A.R. Russia, Austria, Switzerland and Abu Dhabi.
Chi sono i vostri clienti principali?
M.V. Di certo le banche e i grandi gruppi finanziari che, dopo il 2008, si sono
resi conto di avere bisogno di strutture specifiche ed esterne come la nostra
per gestire e controllare al meglio se al denaro investito corrisponde un
effettivo risultato concreto.
Who are your main customers?
M.V. Certainly banks and large financial groups that, after 2008, realized that they
needed specific and external structures such as ours to better manage and control
if the invested money corresponds to an actual concrete result.
Quali sono i principi cardine del vostro operare?
M.V. Credo che Pianificazione, Costo e Qualità siano le fondamenta e allo
stesso tempo i pilastri equivalenti che sorreggono ciascuno dei nostri progetti.
5($/(67$7(
5($/(67$7(
Text edited by Anna Masello
What are the key principles of your work?
M.V. I think Planning, Cost and Quality are the foundations and at the same time
the pillars that support each one of our projects.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
107
Project
Ospedale delle Forze Armate Generali
Location
Berlino (Germany)
Responsabilità per l'umanità
e per l'ambiente
Take responsibility for humanity
and the environment
L'opera di costruzione, ristrutturazione e ingegneria strutturale a
cura di KVL
KVL's building, refurbishment and structural engineering
L'Ospedale delle Forze Armate Federali di Berlino è, con i suoi
367 posti letto, uno dei 4 ospedali delle Forze Armate Federali in
Germania. È a disposizione dei soldati delle Forze Armate Federali,
nonché dei pazienti civili per il trattamento ambulatoriale e di
ricovero.
Il progetto è situato nel cuore di Berlino, vicino al vecchio confine
tedesco e accanto al Ministero dell'Economia e della Tecnologia. I
costi di costruzione sono circa 90,6 milioni di euro per un periodo
di costruzione 2005-2014.
KVL è stato incaricato della gestione del progetto per la ricostruzione
e la costruzione di nuove opere, con diversa durata, su tutto il
settore immobiliare dell'ospedale delle Forze Armate Federali.
Due lavori importanti sono il nuovo edificio dell'ospedale e la
ricostruzione di un edificio esistente. Tra gli altri saranno integrati
un'area operatoria (tre sale operatorie con un'area di attesa), un
reparto di terapia intensiva, nonché una stazione infettiva S3.
Radiologia, Urologia e Neurologia sono ulteriori unità funzionali
che dovranno essere costruite a breve.
Per la messa in servizio degli edifici di nuova costruzione e di quello
ricostruito, è necessario rendere funzionale la sala di controllo
tecnico (posizionamento di tutti i sistemi di comunicazione, nonché
del sistema di alimentazione d'emergenza). Inoltre a breve verrà
costruito un cantiere di lavoro con ufficio, magazzino e aree
laboratorio con lo scopo di assicurare un efficace funzionamento.
Nel corso della sistemazione del parco sarà realizzata una divisione
della esistente rete fognaria in acque pluviali e acque reflue.
Oltre a queste opere di costruzione KVL supervisiona la definizione
della pianificazione preliminare, come per esempio la nuova
costruzione di una cucina e di una farmacia centrale, così come la
ricostruzione della sezione di disinfezione.
The hospital of the Federal Armed Forces in Berlin is with 367 beds
one of 4 hospital of the Federal Armed Forces in Germany. It is at the
disposal of the soldiers of the Federal Armed Forces as well as of civil
patients for ambulant and stationary treatment.
The project is located in the heart of Berlin next to the former German
/ German border and next to the Ministry of Economics and Technology.
The construction costs are about 90.6 million Euro for a construction
period from 2005 - 2014.
KVL has been charged with the Project Management for the execution
of the substantial reconstruction and new building works with different
project duration on the whole real estate of the hospital of the Federal
Armed Forces.
Two important construction works are the new building of the hospital
and the reconstruction of an existing building. Among others an
operation area (three operation rooms with holding area), an intensive
care unit as well as a S3 infection station will be integrated. Radiology,
Urology and Neurology are further function units that will have to be
constructed newly.
For commissioning of the reconstructed and the newly constructed
buildings it is necessary to establish the technical control room (allocation
of all medias as well as emergency-power supply). Furthermore a facility
work yard with office, stock and workshop areas will be constructed
newly for the purpose of securing an effective running.
In the course of the rearrangement of the park a division of the existing
combined sewerage net into a separated rain and waste water net
will be realized.
Besides the settlement of these construction works KVL oversees the
creation of the preliminary planning as for example the new building
of a kitchen and a central pharmacy as well as the reconstruction of
the disinfection section.
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108
5($/(67$7(
5($/(67$7(
Project Management
KVL
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
109
Downtown Design
INDEX KSA
29 ottobre - 1 novembre 2013 | Dubai (UAE)
12-14 novembre 2013 | Jeddah (KSA)
Organizzata al Burj Khalifa, Downtown Design è stata
studiata dai team di Art Dubai e Design Days Dubai
come una kermesse volutamente contenuta nelle
dimensioni, per presentare una selezione di brand di
alto livello attivi nel mondo dell'arredo, degli accessori,
dell'illuminazione, del tessile, dei rivestimenti e
delle tecnologie. L'ambizione è diventare un punto di
riferimento per i produttori internazionali che vogliono
espandersi in Medio Oriente, ma anche diffondere
lo stile del design occidentale, come dimostra
il ricco calendario di incontri B2B, eventi formativi,
seminari, mostre. L'obiettivo, spiega il direttore della
fiera, Cristina Romelli Gervasoni, è fare di Downtown
un appuntamento fondamentale nel panorama
internazionale del design, al pari di Londra, New York,
Milano, Parigi, Basilea, Colonia e Miami.
INDEX KSA, la fiera internazionale dedicata ai
professionisti del design e dell'arredo per interni,
rappresenta l'evento fieristico più grande e importante
in Arabia Saudita per il mondo del design.
Forte del successo dell'edizione lancio nel 2012, che
ha visto la partecipazione di 218 espositori da 27 paesi,
con un’affluenza di oltre 4.900 visitatori, INDEX Arabia
Saudita sarà presente a Jedda ancora più grande ed
organizzata. Saranno presenti oltre 150 brand di interior
design su 8.000 mq di superficie, per esporre i migliori
prodotti di design per il settore residenziale, hospitality
e retail. Attesi gli INDEX KSA Design Talks, i workshop
e seminari gratuiti rivolti alla comunità di architetti e
interior designers dell'Arabia Saudita, su temi come le
tendenze di interior design, visual merchandising e la
progettazione sostenibile.
www.downtowndesign.com
www.indexksa.com
Restructura
REbuild
imm
21-24 novembre 2013 | Torino
26-27 novembre 2013 | Riva del Garda
13-19 gennaio 2014 | Colonia (Germany)
Recupero, ristrutturazione, riqualificazione. Questi i
temi centrali sui quali intende concentrarsi la nuova
Restructura, il più grande salone-evento del Nord
Ovest dedicato all’architettura sostenibile e all’edilizia
che lo scorso anno ha spento 25 candeline. Per
l’edizione 2013 Restructura si sposta dai padiglioni
tradizionali di Lingotto Fiere all'Oval. I primi due
giorni saranno dedicati agli operatori del settore,
per favorire il networking, con un palinsesto di eventi
collaterali progettati per gli addetti ai lavori. Oltre la
logica tradizionale degli stand, che non presenteranno
solo i prodotti ma saranno “narrazioni di progetti”,
verranno poi realizzate delle "isole progettuali”, in
cui raccontare progetti di recente realizzazione come
importanti lavori di recupero realizzati non solo in
Piemonte, ma su tutto il territorio nazionale.
Il futuro del mercato dell'edilizia e dell'immobiliare è
riqualificazione e gestione sostenibile. A REbuild, la
convention nazionale sulla riqualificazione e gestione
sostenibile dei patrimoni immobiliari, verranno
presentati casi concreti e soluzioni, con sessioni,
tavoli di lavoro e workshop, per ripensare mercati e
filiere, dal finance alle tecnologie per il retrofit. Diviso
in tre macro aree tematiche - il mercato e le policy,
il prodotto immobiliare, le tecniche - il programma
dell'edizione 2013 di REbuild, è stato elaborato
per massimizzare l'operatività e le opportunità
di business. Anche quest'anno il Premio REbuild
presenterà il progetto sostenibile dell'anno. Il premio
intende premiare gli interventi che hanno saputo
portare a termine una riqualificazione sostenibile
attraverso un approccio euristico, consapevole e
quantificabile.
Come ogni anno ad imm Cologne, verranno presentati i trend che domineranno il mercato dell’arredamento d’interni. Per sette giorni oltre 1.200 espositori provenienti da più di 50 paesi e gli oltre 140.000
visitatori attesi da tutto il mondo potranno scoprire
le ultime tendenze a Colonia. Il prossimo anno imm
Cologne si svolgerà nuovamente in concomitanza con
LivingInteriors - il salone del bagno, pavimentazioni,
rivestimenti e illuminazione.
Anche quest'anno il Pure Village, il padiglione dedicato ai brand emergenti del design, ospiterà "Das
Haus - Interiors on Stage", lo spettacolare progetto
di design walk-in di simulazione di una casa - che è
metà progetto visionario e metà ritratto di un designer. Questa volta, il progettista scelto per il progetto
sarà la designer Louise Campbell.
www.restructura.com
www.rebuilditalia.it
www.imm-cologne.com
AGENDA
110
A+D+M
A+D+M| MAGAZINE
MAGAZINE| 2013
2013| # 46
andy fluon
APPARIZIONE
acrilicofluo su tela cm. 100 x 100
anno 2012
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 46
111
Italcementi Group
INDIRIZZI
Via Camozzi 124
24121 Bergamo
Tel. +39 035 396111
www.italcementi.it
Jacuzzi Europe
CP Parquet
Via Rosset 2
31017 Crespano del Grappa (Tv)
Tel. +39 0423 53305
www.cpparquet.it
d line as
Roholmsvej 12 F
DK-2620 Albertslund
Denmark
Tel. +45 7217 0138
www.dline.com
Élitis
Via Savona, 97
20144 Milano
Tel. +39 02 42296677
www.elitis.fr
Foscarini
via delle Industrie 27
30020 Marcon (Ve)
Tel. +39 041 595 3811
www.foscarini.com
GE Lighting Italia
Pal. Andromeda B1
Centro Dir. Colleoni
Via Paracelso 16
20864 Agrate Brianza (Mb)
Tel. +39 02 37027700
www.gelighting.com/eu
GP Progroup
Loc. Bessiche 75
15070 Tagliolo Monferrato (AL)
Tel. +39 0143 882350
www.gpprogroup.com
Honegger Gaspare
Via F. Carlini 1
20146 Milano
Tel. +39 02 4779141
www.honegger.it
Icas
S.S. 415 km. 28,650
26010 Vaiano Cremasco (Cr)
Tel. +39 0373 278045
www.icas.it
S.S. Pontebbana Km. 97.200
33098 Valvasone (Pn)
Tel. +39 0434 859111
www.jacuzzi.eu
MATREC - EcoMaterials Library
Via Luigi Arnaldo Vassallo, 43 – int.20
00159 Roma
Tel. +39 06 4440286
www.matrec.com
Messe Düsseldorf Gmbh
Messeplatz
Stockhumer Kirchstraße 61
40474 Düsseldorf
Germany
Tel. +49 (0)2114560-01
www.messe-duesseldorf.de
Mitsubishi Electric Europe
Centro Direzionale Colleoni
Viale Colleoni 7
20864 Agrate Brianza (Mb)
Tel. +39 039 60531
www.mitsubishielectric.it
Performance in Lighting
Viale del Lavoro, 9/11
37030 Colognola ai Colli (Vr)
Tel. +39 045 6159211
www.performanceinlighting.com
Philips - Div. Lighting
Via G. Casati, 23
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2031
www.philips.it/illuminazione
POLI.design
Consorzio del Politecnico di Milano
Via Durando, 38/a
20158 MILANO
Tel. +39 02 2399 7206
www.polidesign.net
RiminiFiera
Via Emilia 155
47921 Rimini
Tel. +39 0541 744111
www.riminifiera.it
Vaillant Group Italia
Via Benigno Crespi, 70
20159 Milano (Mi)
Tel. +39 02 697121
www.vaillant.it
Vannucci Piante
Via della Dogaia
51039 Quarrata
(Loc. Piuvica) Pistoia
Tel. +39 0573 79701
www.vannuccipiante.it
Si ringraziano:
Piuarch
Via Palermo 1
20121 Milano
Tel. +39 02 89096130
www.piuarch.it
A2 STUDIO Gasparri e Ricci Bitti Architetti Associati
Via Primo Maggio 86/c
40026 Imola (Bo)
Tel. +39 0542 644014
www.a2studio.it
Andy Fluon
Via Montegrappa 4b
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2005973
www.fluon.it
Frigerio Design Group
Via Goito 6/6
16122 Genova
Tel. +39 010 873923
www.frigeriodesign.it
KVL Bauconsult GmbH
Spichernstraße 2
10777 Berlin
Germany
Tel. +49 30 254107-0
www.kvlgroup.com
LIAG architects
Koninginnegracht 97
2514AK, The Hague
The Netherlands
www.liag.nl
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Da 40 anni la ricerca ICAS si è mossa all’insegna dell’equilibrio tra forma, ambiente, l’uomo e le sue attività. La scelta
dell’utilizzo dell’alluminio per i suoi prodotti rientra in questo tipo di ricerca. L’alluminio, grazie alle sue specificità, garantisce infatti una durata ed una indeformabilità superiore
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a quella di altri materiali a parità di carico e di utilizzo, unite
ad una leggerezza insuperabile. L’alluminio non garantisce
solo il futuro dei nostri prodotti e della vostra attività: la possibilità di riciclaggio al 100% di questo materiale assicura a
tutti un futuro meno inquinato.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 46
D R A W E R S
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