N°14 del 14/04/2012

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N°14 del 14/04/2012
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L’ANALISI
di Aurelio Di Matteo
Un piede in
due staffe
LA STORIA
1966, DUE
FIDANZATI
UCCISI NELLA PINETA
DIANO
TRIBUNALE:
PARLA IL PRESIDENTE
ROBUSTELLA
MOTTOLA A PAG. 8
CITRO A PAG. 17
7
L’EDITORIALE
ARTICOLO A PAG. 4
di Edi Cembalo*
Schiaffi ai
forestali
ARTICOLO A PAG. 6
La questione degli operai forestali in
Campania è davvero una storia triste
e senza fine. Nemmeno il clima di
passione e resurrezione della Settimana Santa è riuscito a sciogliere il
nodo stretto che stringe alla gola i
4390 operai delle Comunità Montane della Campania. L’ennesima
farsa si è conclusa a Napoli il 05
aprile 2012, l’ennesimo schiaffo in
faccia ai tanti lavoratori forestali che
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PROSSIMA USCITA IL 21 APRILE
SQUECCO C’E’
L A SCU O LA EL EMEN TARE “ D’ACQU I STO ”
Chiedere un po’ di chiarezza politica anche a Capaccio, come il
commissario del PDL campano On.
Francesco Nitto Palma ha fatto per
la Giunta regionale di Caldoro, si
sta rivelando non una mia monotona insistenza, ma un’urgenza che
potrà mettere subito in crisi la maggioranza che uscirà dalle urne di
maggio prossimo. Non saprei se è
politicamente più condannabile il
voltagabbana o chi sta a metà del
guado, volgendosi una volta indieCONTINUA A PAGINA
Anno XIV
n° 14 del 14 Aprile 2012
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Presente alle
elezioni 2012
CAPACCIO. C’è un incendiario
che devasta il paese
BATTIPAGLIA
EBOLI
di Ernesto Giacomino
di Francesco Faenza
Gioventù
bruciacchiata
Sanità pubblica, solo
i primi 35 ce la faranno...
“Scintilla è stato qui”, s’è trovato scritto su un muro
della scuola media “Fiorentino”, oggetto di un tentativo d’incendio nel giorno di Pasquetta. Che dire, ci si
augura che quella stessa scritta la ritroviamo presto su
una parete del carcere di Fuorni, o – se il vandalo ha
tal deretano da trovarsi ancora al di sotto dei diciott’anni – del centro di rieducazione di Eboli. Che poi:
Scintilla, pensa un po’ l’originalità.
I primi pazienti arrivano alle cinque di mattina. Sono
pensionati o disoccupati. Prendono un foglio, una
penna, scrivono il loro nome, compongono la lista
degli speranzosi e aspettano. Alle sei arriva l'alba, le
prime luci del sole nemmeno tanto caldo negli ultimi
giorni. Alle sette si vede uno spicchio di sole dietro i
monti Alburni e la speranza diventa meno raggelante.
Alle otto arrivano i dipendenti dell'Asl ancora stravolti
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N° 14
14 Aprile 2012
A proposito del Cilento della Campbell, Clooney e Middleton… e Troiano
Chi è il giornalista della “ficazza cu’ li frinfuli”?
Di chi è la regia dei falsi
scoop sul matrimonio di
Naomi Cambell nelle
grotte di Pertosa e Clooney
disposto ad accasarsi, nel
vero senso della parola, a
Cicerale o Polla? C’entra
certo Klaus Davi, così
come in questi giorni ha
documentato la Ferpi, l’associazione professionale
dei pr, e il quotidiano “Italia Oggi”, e più modestamente da questo giornale,
ma non è da escludere
l’aiuto di un giornalista
specializzato, originario di
questa zona. Il nome è
sulla bocca di tutti ma nessuno osa pronunciarlo per
non incorrere nelle sue ire
(tanto mite non è diciamo
noi che lo conosciamo).
Dopo l’ultima boutade
(casa per Clooney nel
paese dei ceci) si spera
solo che Troiano, presidente del Parco per concorde volontà di Bassolino
e Berlusconi, non ci si
butti come al solito, con
partenopeo sprezzo del
pericolo. Fa specie come
giornalisti di vaglia siano
caduti in questo vero e
proprio pesce d’aprile e invece di abbozzare un sorriso e dire “chapeau”
continuino a registrare dichiarazioni di sindaci e di
produttori di “ficazza cu’ li
frinfuli” (copyright Lucio
Capo). Intelligente e molto
arguta la reazione dello
scrittore cilentano Paolo
Abbate : “Io mangio mediterraneo da una vita, vivo
non proprio a Cicerale ma
sempre nel Cilento però
con la salute non va proprio benino, con questi
malanni per lo più di natura psicosomatica. Me la
prendo con tutte le sofferenze inferte dalla specie
umana a Gaia, il Pianeta
vivente, e la notte faccio
GIOVANI CUOCHE INTENTE A SCEGLIERE GLI
INGREDIENTI PER LA FAMOSA
“FICAZZA CU’ LI FRINFULI”
spesso brutti sogni, dei
quali ne fa le spese Bibò, il
mio cagnolino, costretto a
fuggire dal letto perché
raggiunto da fasi agitate
dei miei continui incubi.
Poi però rimonta sul letto
fiducioso, sapendo che
non l’ho fatto a posta.
Come si fa a vivere cent’anni in queste condizioni? E tu come farai con
la paura di morire che ti
assilla? Sarebbero cent’anni di tortura i tuoi. I
centenari di Cicerale, famoso per i longevi e per la
Fiera nazionale dei prodotti biologici in agosto,
sanno che la morte è una
naturale fase della vita e
quindi non ne hanno
paura. Guarda come sono
contenti e come ridono
quando masticano senza i
denti la torta offerta dal
Sindaco per il loro compleanno! A proposito, se
compri casa a Cicerale (la
bella e antica Polla non è
per sua scelta nel Parco
nazionale) devi abitarci
con costanza e non fare
come a Como da dove te
ne sei andato, forse perché
come dicono i miei amici
comaschi non eri molto
gradito.
A parte il fatto che è la Sardegna la zona del mondo
in cui è più alta la percentuale di persone che
hanno superato il secolo,
la first lady americana non
ti ha informato bene, o almeno esaurientemente.
Non è questione solo di
cosa si mangia il fatto di
vivere a lungo. La longevità dipende dallo stile di
vita. Non angustiarsi cioè
di quello che succede nel
mondo, accarezzare il
cane, discutere al bar o ai
giardini con gli amici del
tempo degli amori passati
o della squadra del cuore,
oppure del raccolto be-
vendosi un bicchiere di
vino rosso ( uno solo
però). Infine pettegolare e
prendersi in giro e quindi
farsi delle belle risate. Fumare magari la pipa o il sigaro davanti al caminetto,
ma soprattutto camminare.
Lo faresti tu tutto questo?
Ma se vai solo in moto! Ti
confido che sono d’accordo con i soliti maligni.
Tu vivi molto di pubblicità,
pagata benissimo, e questa
della tua voglia di longevità, della dieta mediterranea, fatta propria dal Parco
nazionale, è molto probabilmente una bella trovata
pubblicitaria, dopo quella
del carciofo bianco e dei
fagioli di Casalbuono, serviti ogni giorno sulla
mensa dei reali inglesi.
Adesso era la volta di lanciare oltre oceano i famosi
ceci di Cicerale”. Un solo
appunto a Abbate: Clooney, Campbell e Kate Middleton (sì anche la
principessa è stata tirata
dentro a queste storie…)
non c’entrano niente.
C’entrano eccome certi
vecchi bucanieri del denaro pubblico che con
queste tecniche da magliari sperano di recuperare un po’ della perduta
virginità.
Rosario Di Marco
Capaccio
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Dalla stazione di Capaccio a Fonte di Roccadaspide: realtà, sogno e degrado
Rettifilo e le sue tante storie e eccellenze
Alla
Stazione
di
Capaccio/Roccadaspide è
spettacolo da terzomondo lo
spiazzo antistante con l'ingorgo delle macchine (numerose in coincidenza con
l'arrivo e la partenza dei
treni), che si destraggiano a
stento tra buche ed avvallamenti nelle giornate di pioggia, terriccio polveroso e
stridente alle sgommate nella
stagione calda. E "Benvenuti
nel regno del degrado" con il
muraglione di cinta a conquista di un florido canneto, di
un tiglio profumato e di una
ficaia lussureggiante di vegetazione spontanea e con il
cancello malfermo a protezione(!?) di materiale ferroviario di risulta ad invasione
di rovi de "La piccola", come
si chiamava quella parte di
stazione..Che peccato i vecchi locali da deposito con i
tetti cadenti e gli infissi sbrindellati! E grida vendetta, per
il colpevole abbandono,
l'enorme patrimonio edilizio,
che, invece, potrebbe essere
immesso nel circuito fecondo
di attività produttive. Colpa di
certo delle Ferrovie dello
Stato, che con la trovata delle
stazioni "impresenziate" si lavano mani e coscienza, ma
anche della latitanza irresponsabile e della tacità
complicità degli Enti Locali
(comuni di Capaccio e Roccadaspide, innanzitutto, titolari almeno di nome, della
stazione), che non ne reclamano un riuso intelligente.
Per la verità si potrebbe attivare anche la Comunità
Montana ed avviare un procedimento amministrativo di
appropriazione attraverso un
opportuno protocollo di intesa con la Società delle Ferrovie, che troverebbe utile e
conviente, suppongo, immettere nel circuito della fruizione
un
patrimonio
diversamente destinato al
degtrado totale.Si potrebbe
configurare, così, un polo
funzionale con:punti di accoglienza con tanto di pannelli
luminosi e poster, uffici/informazioni e vetrina di prodotti
tipici artigianali ed enogastronomici di tutto il territorio
della Comunità lungo i due
versanti:da Capaccio a Stio,
da un lato, e da Roccadaspide a Sacco, dall'altro. Sarebbe questa una strada da
percorrere fino in fondo per i
giovani che vogliano correre
l'avventura stimolante del rischio di impresa. Se ne potrebbe occupare anche il
Patto Magna Grecia così
come il Parco del Cilento o il
Corsozio di Bonifica o un organismo che faccia rete e sinergia di produttività di tutti
questi enti messi insieme.
Una cosa è certa:urge procedere speditamente ad una
bonifica della zona anche
come supporto di "servizi"
(Bar, tavola calda, cartolibreria, edicola, ecc.) come reclama ed impone un
importante plesso scolastico,
l'attiguo Liceo Scientifico,
con una popolazione scolastica con mille utenti o giù di
lì. Nei lontani anni della mia
giovinezza la statale dalla
Stazione per Capaccio era un
nastro rettilineo fino al Petrale: Senza la barriera della
variante a scorrimento veloce
la pianura spaziava a perdita
d'occhio verso le colline popolate di paesi, da un lato e
dall'altro. Di fronte, la Madonna del Granato vegliava
su uomini e campagne dalla
balconata luminosa del Calpaziol
Masserie
e
casali.radi,scandivano i ritmi
del lavoro con i sudori dei salariati a gonfiare il portafogli
dei latifondisti nell'alternarsi
delle stagioni e delle colture.
Oggi " Il Rettifilo" è una contrada popolosa e vivace, con
l'animazione civettuale delle
attività commerciali e di servizi sul fronte strada e la paciosa
aria
di
paese
nell'interno, con orti e giardini ad arredo di case basse,
linde, ordinate, lungo brevi
rettangoli di vie a conquista
di chiesa e/o ad incrocio di
viale che ostenta con disinvoltura siepi di ulivi di geometrica fattura a guida verso
l'Azienda Vannulo, santuario
di prodotti di nicchia con
l'oro bianco della mozzarella
d'autore a farla da padrone,
E', forse, la contrada più
compatta delle tante di pianura. Gli "esploratori" della
prima generazione scesi dai
paesi delle colline reclamano
da tempo, con determinata
motivazione, un "comitato di
quartiere" promesso e mai
realizzato da qualche "cacicco" interessato a mantenere lo status quo per
garantarsi consensi elettorali.
Forse sarebbe tempo di valorizzare un "territorio a quadrilatero" che trovi nella
Stazione, nel Rettifilo, nell'Azienda Vannullo e nel Cafasso gli angoli di un
raccordo fecondo, sempre
che si bonifichi l'intera area
con una funzionale rete stradale, a cominciare dalla valorizzazione dell'esistente, e
si recuperi un patrimonio
edilizio rurale in abbandono.
Sarebbe, tanto per fare un
esempio, uno straordinario
contenitore di attivitàdi so-
cializzazione e/o di area
espositiva il cadente "casino"
D'Alessio in posizione centrale e a margine di strada interpoderale
tra
Rettifilo-Vannulo, da un lato,
e Stazione-Cafasso, dall'altro.
E ciò senza ipotizzare stravolgimenti di piano regolatore
prossimo venturo, ma semplicemente recuperando e
valorizzando l'esistente. La
vasta contrada sarebbe così
destinata ad un grande sviluppo se solo si attivassero i
tanti contenitori esistenti inutilizzati, facendone un polo
di eccellenza articolato e
vario nella prismaticità dell'offerta, che spazi dall'agricoltura di qualità, al
commercio di nicchia, ai
Beni Culturali ed Ambientali,
al recupero della civiltà contadina e della memoria storica.Quanti, soprattutto delle
nuove generazioni, sanno
che da queste parti ci fu un
"cimitero di guerra" e, un pò
più giù, addirittura un tentativo di "aeroporto militare"!?
(E l'ottimo e colto amico
Enzo Di Sirio, che mi legge,
di questa recente pagina di
storia
è
cultore
e
maestro).Quella stagione del
nostro vissuto collettivo,
"Operazione Avalanche" e
"Sbarco degli Alleati" è tutta
da recuperare e potrebbe offrire una occasione straordinaria per attivare un filone
turistico verso Inghilterra e
“MARMI PIETRE E MATERIALI
RICOMPOSTI NELLE NUOVE
ESPRESSIONI DELL’ARCHITETTURA MODERNA”
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Stati Uniti, che qui persero e
seppellirono, anche se per
breve tempo, i loro soldati
caduti nella II Guerra Mondiale. Certo ci vuole fantasia,
spirito di intraprendenza e
determnazione innanzitutto
da Parte dell'Amministrazione Comunale, sempre che
possa contare su intelligenze
e competenze professionali
all'altezza del ruolo e con un
profilo di credibilità così
come storia, cultura, tradizione, passato, presente e,
soprattutto, futuro di Paestum
consigliano e consentono. Lo
reclamano i cittadini della
popolosa contrada.Lo reclamano i ragazzi del Lico
Scientifico che sono la nostra
speranza e i cittadini,ci auguriamo operosi, di domani. Ci
dovrebbero pensare con serietà ed impegno i candidati
focalizzando queste tematiche più che le ammucchiate
raccogliticce senza il collante/anima di una progettualità affidabile e convicente.
Vorrei tanto che succedesse!!! Così come vorrei che
che si tenesse conto che non
c'è soluzione di continuità,
ormai,tra gli -insediamenti
abitati del Rettifilo e del Petrale, che è, da sempre, approdo e snodo di strade,
quella d'acqua del fiume,
che ferisce e feconda i
campi, quella che, in comodi
tornanti, scala la collina
verso il capoluogo e quella,
infine, che galoppa spedita
alla conquista di Seude, Vuccolo Maiorano, Tempa San
Paolo e Scigliati, isole di un
arcipelago senza raccordi e
connesioni. Ma questa è
un'altra storia e con altre problematiche. P.S. Chiedo
scusa della lunghezza dell'intervento, ma la passione
civile e l'amore per il territorio mi hanno preso la mano.
Giuseppe Liuccio
[email protected]
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N° 14
14 Aprile 2012
Capaccio
ELEZIONI.
Il Tar riammette Roberto Squecco
Riparte la lista di Castaldo e Monzo
ROBERTO SQUECCO
Come ampiamente previsto il Tar decreta la riammissione
di
Roberto
Squecco. Sarà pertanto una
sfida a tre quella alla poltrona di sindaco di Capaccio Paestum alle prossime
elezioni Comunali del 6-7
maggio. Il Tar ha accolto il
ricorso presentato dal candidato sindaco Roberto
Squecco (nella foto) in merito all’esclusione della sua
unica lista “Popolari Capaccio Domani” dalla
competizione elettorale. La
lista, facente capo a
Squecco, era stata esclusa
perché ritenuta non idonea
dalla commissione circondariale di Eboli, che aveva
riscontrato vizi di forma legati al fatto che la stessa
non era stata collegata al
L’ANGOLO DELL’INFORMATICO.
candidato sindaco con relativo atto scritto. In merito,
il Tar si è espresso favorevolmente circa la riammissione alla competizione
elettorale della lista “Capaccio Popolari Domani”,
poichè, in quanto unica
della coalizione, non può
far altro che capo al candidato sindaco Squecco. Una
risposta che è giunta repentina e ha confermato le
aspettative dello stesso
Squecco, che si era detto fiducioso nell’accoglimento
del ricorso da lui presentato.
L’imprenditore
38enne svolge attività che
vanno da diversi campi:
dalla distribuzione all’ingrosso di prodotti alimentari alle onoranze funebri,
dalla distribuzione di carburanti alla gestione di un
lido balneare. Squecco è
DI
stato anche oggetto di vicissitudini giudiziarie ed è
titolare di una società che
opera in Romania.
Di seguito la lista di Roberto Squecco:
Lista “Popolari Capaccio Domani” (16 candidati)
Agati Silvano (13-2-74), Andriuolo Francesco (1-3-2-86),
Ariete Carlo (28-2-92), Calamusa Salvatore (14-8-86),
Cantalupo Teresa (18-11-68),
Casella Giuseppe (19-3-49),
Castagna Antonio (14-1153), Castaldo Giuseppe detto
Pinello (3-7-58), Grimaldi
Maria (21-8-75), Puca Mario
(1-12-61), Massa Teresa (1710-84), Mauro Tommaso Michele (29-9-87), Monzo
Vincenzo detto Enzo (1-758), Ricco Antonio (1-6-59),
Santonicola Maria detta
Mery (8-4-88), Strafella Antonio (25-9-84).
GIUSEPPE MIGLIORINO
La libreria più grande del mondo?
Nelle nostre case!
Leggere fa bene, e non
solo alla mente. Secondo
recenti studi, infatti, la lettura apporta benefici a
tutto il corpo, ci fa sentire
meglio e ci rende anche
più felici. Insomma, un
libro non fa mai male. Purtroppo nelle nostre zone
non è sempre facile trovare
il libro che più ci interessa,
il saggio che volevamo
tanto leggere o la biografica di quel personaggio
che tanto abbiamo ammirato. E ancora più difficile
è scoprire nuovi autori,
libri sconosciuti e manuali
che potrebbero interessarci, dato che le librerie si
contano sulle dita di una
mano.
Fortunatamente,
però, da qualche mese
anche in Italia si stanno
diffondendo gli e-book,
letteralmente “libri elettronici”: dei testi in formato
digitale che possono essere
acquistati e scaricati direttamente online e letti su
qualsiasi smartphone, tablet o computer in nostro
possesso. Le più grandi
case editrici nostrane già
oggi propongono migliaia
di libri in formato digitale,
trasformando letteralmente
la nostra casa in una immensa libreria. Alcuni
esempi? Su Amazon.it si
possono trovare tantissimi
libri in lingua italiana, dai
best seller alle ultime
uscite, dai libri di autori
sconosciuti ai manuali per
i professionisti. Basta effettuare una ricerca, trovare il
libro digitale che ci interessa, leggerne magari
un’anteprima e, infine,
procedere con l’acquisto. I
prezzi sono di solito inferiori del 10-15% rispetto
alla controparte cartacea.
Una volta completato l’acquisto, l’e-book viene automaticamente scaricato e
in pochissimi minuti,
senza muoverci da casa,
avremo a disposizione il
libro tanto desiderato.
Oltre ad Amazon, anche
Apple propone migliaia di
libri che possono essere
acquistati e scaricati direttamente da un iPhone o un
iPad grazie all’applicazione gratuita iBooks. In
entrambi i casi, sia su
Amazon che nel negozio
online di Apple, tutti gli ebook acquistati e scaricati
possono essere copiati sul
computer, su un altro telefono o su un tablet e possono quindi essere letti in
qualsiasi momento. Certo,
il piacere di sfogliare una
pagina è intramontabile,
ma avere la possibilità di
acquistare qualsiasi libro
direttamente da casa è un
vantaggio non trascurabile.
Giuseppe Migliorino
Paestum
CRONACHE DI
CETRIOLI E
CARCIOFI
Il 20/09/ 2010, con delibera
di G.C., il Comune di Capaccio approvò il progetto preliminare
per
la
riqualificazione di Torre di
Mare, così come era scaturito dal Concorso Internazionale d’Idee per Paestum.
Da quella data nulla si è saputo del progetto, dell’idea e
del 1.000.000 di euro che il
sen. Gaetano Fasolino fece
inserire nella finanziaria del
2006. L’iniziativa fu pubblicizzata con una esaustiva
mostra nel Museo Archeologico di Paestum e risultò vincitore il gruppo di progetto,
guidato dall’architetto Paolo
5
L’INVIATO “MR NEURO” CONTRO GLI SPRECHI
E PER IL PROGETTO DI LEGAMBIENTE
Vale
2.803.389,61 idee
riqualificanti
Vitti. L’importo complessivo
del progetto ammontava a
2.803.389,61 così suddivisi:
908.000euro, della succitata
finanziaria e ad occhio ne
mancano già 92.000, più
1.895.389,61euro reperiti
mediante l’istituto del leasing
in costruendo. L’intervento
proposto esprimeva, intervenendo sulle diverse potenzialità individuate nell’area
di Torre di Mare, molteplici
azioni riqualificanti che potevano raggiungere l’unico e
concreto risultato di tramandare ai posteri i valori di Paestum, dichiarata dall’Unesco
Patrimonio dell’Umanità, ma
tutto questo non è accaduto.
Mentre gli accidenti, dalla
nuova SS 18 e alla ferrovia
hanno reciso,per sempre,
l’antica relazione tra Paestum
e il suo territorio, formando
una barriera oramai consolidata, con l’aggravio della
chiusura del passaggio a livello e della mancata costruzione
del
sottopasso
ferroviario, ancora i cittadini
di Capaccio si chiedono, stupefatti, che fine hanno fatto i
4.500.000 di euro versati
nelle casse del Comune e
mai utilizzati per la realizzazione dello stesso. A ciò si
aggiunga l’edificazione indiscriminata di caseggiati che
N° 14
14 Aprile 2012
Anche Striscia per Paestumanità
circondano l’Area Archeologica, che hanno alterato e
compromesso i valori paesaggistici e storici della
Chora. Stendiamo un velo
pietoso sulla viabilità, vecchia e nuova, attorno alle
Mura di Paestum, che pone
di fatto una limitazione alla
valorizzazione del bene archeologico. E il dolce in
fondo, la fascia costiera, oramai compromessa dall’edificazione realizzata, a cavolo
di cane, tutto intorno all’antico borgo di Torre di Mare,
compromettendo, di fatto i
flussi turistici “Culturali”, gravitanti sull’area archeologica
con quelli balneari-elioterapici. Ancora oggi la stragrande maggioranza dei
turisti che visitano Paestum,
non sanno che Poseidonia fu
edificata su un banco di travertino che emergeva dal
mare e da esso era bagnata e
servita.
“Milioni che vanno e che
vengono. Milioni che entrano ed escono. Milioni di
sotto e Milioni di sopra. Se
tutti sti Milioni fossero andati
alla gloriosa cucurbitacea
che a nascondino fa giuoco
tra le gole dell’evacuo…..sarebbe stato meglio!!!” “
Poeta unescato”
Lucio Capo
In una giornata uggiosa Paestum ha accolto l’inviato di
Striscia la notizia, Mr Neuro
(al secolo Charlie Gnocchi,
fratello del più noto Gene),
giunto fino alla città dei templi per raccontare gli sprechi
avvenuti negli ultimi anni sul
fronte turistico e insieme per
manifestare la sua adesione
al progetto Paestumanità Comprare per Salvaguardare, lanciato da Legambiente
nelle
ultime
settimane. L’attenzione di
Striscia è stata attirata dall’articolo di Gian Antonio
Stella apparso la scorsa settimana sulle pagine del Corriere della Sera. Così, il tg
satirico di Antonio Ricci ha
contattato il circolo pestano
di Legambiente per farsi accompagnare nei luoghi dello
spreco. E allora, l’anfiteatro
coperto dalla strada borbonica, i parcheggi abbandonati e vandalizzati, lo spreco
dell’acquisto della Cirio, la
strada “soprelevata” con la
pista in tek, sono finiti nell’obbiettivo delle telecamere
Mediaset. Nelle prossime
settimane andrà in onda il
servizio, con Charlie Gnocchi e Lucio Capo (direttore
di Legambiente Paestum) a
fare da ciceroni tra le rovine
antiche, bellissime e ammirate, e quelle moderne, sdegnanti e malcelate. Ma la
presenza di Gnocchi è stata,
come detto, l’occasione per
far conoscere al grande pubblico (Striscia conta in
media 7 milioni di spettatori
a puntata) il progetto Paestumanità. Lo stesso Gnocchi
ha versato i suoi 50 euro per
aderire alla colletta per acquistare i terreni privati che
insistono all’interno della
cinta muraria. L’adesione di
Charlie Gnocchi si aggiunge
a quella di altre numerose
personalità del mondo della
stampa, della cultura e dello
spettacolo: da Gian Antonio
Stella a Gillo Dorfles, da Antonello Caporale a Gianluigi
Nuzzi, da Ermete Realacci a
Giovanni De Luna.
La lista completa dei sostenitori e le modalità per aderire
sono
sul
sito
www.paestumanita.org.
Valerio Calabrese
6
Capaccio
N° 14
14 Aprile 2012
LA POLITICA.
Consigliere o assessore, questo è il dilemma!
Chiuse le liste, aperte le urne la campagna elettorale al via
L’elenco è stato stilato. Le
truppe sono state schierate.
La “battaglia” elettorale
entra nel vivo. I candidati a
sindaco hanno risolto, bene
o male, la questione della
composizione delle liste tagliando o cucendo in base
alla necessità di garantire un
“certo” equilibrio tra tutti i
concorrenti.
È del tutto evidente che, fatti
i dovuti confronti, non saranno in molti i candidati
consiglieri presenti in ogni
lista che potranno entrare in
consiglio. Mentre sono in
tanti a sperare in recuperi a
seguito di ingressi in giunta
da parte dei “big” del voto.
Allo stato dell’esperienza
passata, sia con Enzo Sica
sia con Pasquale Marino, il
fatto di affidare agli eletti più
votati le responsabilità degli
assessorati si è rivelato ferale
per le maggioranze, per
quanto ampie, che le ultime
due amministrazioni disponevano. Ecco perché, sarebbe opportuno che i
candidati sindaci si facciano
carico del problema e lo affrontino con i candidati a sedere in consiglio comunale
stabilendo che saranno loro
ad avere il ruolo centrale
nella fase come prevede la
legge. Sarà il consiglio che
dovrà programmare e controllare l’azione amministrativa. Gli assessori dovranno,
invece, attuare quel programma nel migliore dei
modi possibili e renderne
conto ad un consiglio vigile
e pronto a sanzionare. In realtà, questo aspetto della ri-
partizione dei carichi di responsabilità è il principio su
cui si basa lo spirito della
legge che impone ai consiglieri chiamati a ruoli operativi in seno alla giunta
l’obbligo di dimettersi dal
consiglio. I consiglieri eletti,
così si troveranno spogliati
dell’investitura popolare per
vestirsi di quella che il sindaco vorrà assegnare loro.
È il prezzo (rischio) che in
tanti, finora, sono stati disponibilissimi a pagare pur
di mettere le mani sul potere
di fare più che sentirsi appagati del potere di programmare, controllare e di
rendere conto ai propri elettori delle “promesse” fatte in
campagna elettorale. Certo,
questo metterà in difficoltà
quanti si presenteranno ad
amici e parenti quali potenziali “supplenti” di quanti
potrebbero essere chiamati
a dimettersi per assumere la
carica più ambita. Questa è
la “tattica” per convincerli
(o convincersi) che c’è spa-
zio anche per le seconde
linee. C’è da aggiungere
che, con la riduzione del
numero dei consiglieri e
degli assessori, i posti in
“palio” si sono ridotti e,
contestualmente, sono aumentati i “candidati” che
potenzialmente
possono
aspirare alla cariche in
“concorso”. Sarà una caccia
spietata al voto di preferenza e gli elettori saranno
sottoposti a pressioni sempre più accentuate. Dalla
parte degli elettori, però,
c’è l’opportunità concessa
dalla legge elettorale che
consente di “nascondersi”
nel grande mare della segretezza del voto depositando
nell’urna un voto nell’interesse generale della città.
velina
LA CURIOSITÀ
Una simulazione sulla futura composizione del consiglio
Tanto per mettere un po’ di
pepe nella competizione proviamo a prevedere, senza alcune pretesa di scientificità
ma andando a sensazioni, la
possibile composizione del
prossimo consiglio se a prevalere dovesse essere Italo Voza
come sindaco:
All’Altra città 3/4 seggi: Nicola Ragni, Franco Longo,
Marilena Montefusco, se dovesse scattare il quarto consigliere, sarebbero diversi i
L’INCENDIO DELLA
possibili “fortunati”: Vincenzo
Taddeo, Gerardo Rega, Tonino
Pepe, Antonio Di Filippo e
Maria Vicidomini.
Alla lista Nuova primavera 2/3
seggi: Roberto Voza, Franco
Sica e Domenico Nese
Per la Lista Lab. Futura 3/4
seggi: Enzo Di Lucia, Leopoldo Marandino, Franco Petraglia; se dovesse scattare il 4
seggio i favoriti sarebbero
Nino Pagano o Luciano Farro.
Alla lista Vota col Cuore ½
seggi: Paolo Paolino, Bruno
Giuseppe e Voza Eustachio.
Per la lista A voce alta 2/3
seggi: Ciuccio Roberto, Mauro
Gabriele, il terzo seggio potrebbe toccare a Pasquale
Mazza o a Paolillo Maurizio.
Se a prevalere dovesse essere
Gennaro De Caro, il consiglio
potrebbe essere composto
così:
Lista Alternativa Democratica: D'Amico Giuseppe, La
Manna Carlino, Gorga Mi-
chele. Tutti gli altri si dividerebbero i posti assegnati alla
lista per i voti riportati grazie
ad una manciata di voti.
Lista Nuovo Municipio:
Gnazzo Mauro,
Tarallo
Franco, Monzo Giovanni, Miglino Gianpiero. Tutti gli altri
si dividerebbero i posti assegnati alla lista per ai voti riportati in una manciata di voti.
Lista Popolari Capaccio Domani: Castaldo Giuseppe
detto Pinello, Monzo Vin-
cenzo detto Enzo, Tutti gli altri
si dividerebbero i posti assegnati alla lista per ai voti riportati in una manciata di voti.
Ribadiamo che questa è solo
una esercitazione accademica
basata su sensazioni e su dati
relativi a precedenti consultazioni elettorali. Ovviamente,
tutto può cambiare in base
alla volontà del corpo elettorale che è sovrano … noi saremo qui a registrarlo.
“SALVO D’ACQUISTO”
Inascoltato dal commissario l’appello di dirigente e genitori
Ennesimo raid vandalico a
Capaccio Scalo. Per la seconda volta in pochi mesi è
stato preso di mira il plesso
che ospita le Scuole Elementari "Salvo D'Acquisto".
Questa volta i malfattori
hanno appiccato il fuoco a
molto materiale didattico e
a parte degli arredi scolastici, provocando ingenti
danni in tutte le classi e rendendo necessaria un'imponente opera di bonifica,
attraverso le fasi della pulizia prima e della ritinteggiatura poi. Nel frattempo, al
momento, sono ancora incerti i tempi di rientro a
scuola dei bambini, anche
in attesa di qualche solu-
zione alternativa. Per i vandali entrare nell'edificio è
stato un gioco da ragazzi.
Nella parte posteriore infatti
c'è un cancello rotto ed
aperto da anni, poi hanno
rotto un vetro di una porta e
in pochi secondi hanno potuto esibire tutto il loro repertorio, con tanto di
incendio e di allagamento. Il
tutto consentito anche grazie alla mancanza della videosorveglianza, dato che la
telecamera di cui è dotata la
scuola è perennemente fuori
uso.
E dire che circa due mesi fa
si era verificato un altro episodio simile che aveva tenuto i bambini lontani dai
banchi per un'intera settimana. In quella occasione i
genitori dei circa trecento
alunni avevano stilato e firmato un documento nel
quale chiedevano l'intervento immediato del Commissario
Prefettizio
Donniacuo, attraverso la
messa in sicurezza dell'istituto con telecamere, inferriate e sorveglianza diurna e
notturna. Richieste rimaste
completamente inascoltate
e ritenute indegne di risposta fino ad oggi.
L'iniziativa dei genitori era
stata pensata a supporto
delle richieste della Dott.ssa
Enrica Paolino, Dirigente
Scolastica del Circolo di Ca-
paccio Scalo, che da più
tempo aveva chiesto al Comune interventi mirati a tutelare la struttura e la
sicurezza degli alunni, interventi mai arrivati e richieste
sistematicamente disattese.
Inutile dire che oggi, come
genitori, non possiamo che
apprezzare il lavoro svolto
dalla Dirigente, dagli insegnanti e dal personale,
anche questa volta giunti sul
posto a constatare, con sgomento, l'accaduto e a cercare di rimboccarsi le
maniche per trovare l'ennesima soluzione all'ennesima
emergenza. Manco se fossimo nella più squinternata
scuola di periferia, Capac-
cio Scalo oggi per gli operatori, per i genitori e per gli
alunni è una vera e propria
" SCUOLA DI TRINCEA".
Resta l'amarezza per quanto
accaduto, per quanto si poteva fare e per quanto non si
è fatto. Il tutto nell' assordante silenzio delle istituzioni, stancamente ripiegate
nello svolgimento delle proprie mansioni di ordinaria
amministrazione, e della
politica, assorta in tutt'altre
beghe e in tutt'altre faccende.
Nel frattempo la cultura e
l'istruzione languono, ferite
a morte dall'ignoranza, dal
disagio e dal vuoto.
Giuseppe Lascaleia
Capaccio
N° 14
14 Aprile 2012
7
AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA
L’assemblea ordinaria dei Soci della Banca di Credito Cooperativo di Aquara è indetta in prima convocazione per il 29 Aprile 2012, alle ore 8.00, in
apposita sala allestita presso il Savoy Beach Hotel in via Poseidonia, n. 41, 84063 Capaccio-Paestum (SA), e qualora nel suddetto giorno non si raggiungesse il numero legale prescritto per la valida costituzione dell’assemblea, in seconda convocazione per venerdì 11 Maggio 2012, alle ore 19.00
nella medesima sala prevista in prima convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
PARTE STRAORDINARIA
1.modifica degli articoli 2, 3, 8, 9, 13, 14, 15, 21, 25, 28, 30, 32, 33, 34, 35, 37, 40, 42, 44, 46 e introduzione dell’art. 52 dello statuto sociale;
2.attribuzione al Presidente del Consiglio di Amministrazione, nonché a chi lo sostituisce a norma di statuto, del potere di apportare alla delibera assembleare, e al relativo testo statutario, limitate variazioni per l’ipotesi in cui la Banca d’Italia - ai fini dell’accertamento, mediante attestazione di
conformità, ex art. 56 del d. lgs. n. 385/1993 - riscontrasse differenze rispetto al testo dello statuto-tipo delle banche di credito cooperativo;
PARTE ORDINARIA
3. bilancio al 31 dicembre 2011: deliberazioni inerenti e conseguenti;
4.determinazione del fido massimo diretto ed indiretto concedibile a ciascun obbligato;
5.adempimenti in materia di politiche di remunerazione.
Potranno prendere parte alla riunione ed esercitare il diritto di voto tutti i Soci che, alla data di svolgimento dell’assemblea, risulteranno iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. Le operazioni di verifica (identificazione dei Soci) prenderanno avvio un’ora prima dell’orario fissato per l’inizio dell’assemblea.
La trattazione della parte straordinaria (punti 1 e 2) inizierà appena raggiunto il relativo quorum costitutivo stabilito dallo statuto, e quindi anche se
ciò comporti l’esame degli argomenti secondo un ordine diverso da quello di cui sopra.
Ai sensi dell’art. 25 dello statuto sociale, i Soci che volessero farsi rappresentare in assemblea da altro Socio dovranno rilasciare apposita delega
scritta, la cui firma potrà essere autenticata da un notaio ovvero – presso gli uffici della sede e degli sportelli - dal Presidente della Banca previo appuntamento.
Presso la sede sociale e gli sportelli della Banca resta depositata sino alla data della riunione assembleare la documentazione relativa alle modifiche
statutarie e al bilancio. I Soci interessati potranno richiederne copia gratuitamente.
Lo svolgimento dei lavori assembleari sono disciplinati dal Regolamento assembleare approvato il 16 Maggio 2009, del quale i Soci che non l’abbiano ancora fatto potranno chiedere copia gratuita presso la sede e gli sportelli della Banca.
Aquara (SA), lì 10/04/2012
p. il Consiglio di amministrazione Il Presidente
Banca di Credito Cooperativo di Aquara - Società cooperativa
Sede legale in Aquara (SA), via Garibaldi, n 5
Registro Imprese di SALERNO - Codice fiscale n. 00639000652
Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n. A163655
Iscritta all’Albo delle banche al n. 4831/4
CAPACCIO.
Coalizione “Voza”
Tenere un piede in due staffe in futuro potrebbe non essere consentito
DALLA PRIMA
tro e una avanti o, come
suol dirsi, chi mantiene un
piede in due staffe. Io protendo per comprendere e
giustificare il voltagabbana, chi opera un cambiamento di casacca alla
luce del sole, perché indipendentemente dal sostantivo
usato
pregiudizialmente nei suoi
confronti, egli resta pur
sempre una persona che a
un certo punto del suo percorso decide di cambiare
idea.
Per lui vale ciò che diceva
James Russell Lowell: solo
i morti e gli stupidi non
cambiano mai opinione. Il
fatto che non si usi un simbolo o che non sia stato ufficialmente autorizzato il
suo uso, non significa che
le esigenze dei partiti e
una precisa collocazione
non emergano, con tutta
l’irruenza e le conse-
guenze che comportano,
fra qualche mese, quando i
rappresentanti locali saranno chiamati a scelte di
coerenza e di appartenenza. Il problema di certo
non sarà del Presidente Cirielli né dell’assessore Antonio Fasolino, come non
lo sarà del dottor Franco
Sica, le cui scelte sono
state chiare e coerenti: a
Capaccio il candidato sindaco del PDL è il dottor
Voza, senza bisogno che ci
sia il simbolo! Il problema
sarà per chi si ostina dopo
tre anni di Amministrazione Cirielli a tenere ancora un piede in due staffe,
a dichiararsi UDC ma non
a seguirne la linea e sentirsi dire da un benevolo
ma sarcasticamente acido
De Mita: la sua presenza al
Congresso UDC è a titolo
personale!
La sorte dell’ex presidente
della Provincia Villani dovrebbe servire da monito.
Egli da essere assiduo,
quotidiano e ossequente
frequentatore
di
casa
Nusco, e per questo ricompensato oltre i propri meriti, pensò di amoreggiare
anche con De Luca.
Ma l’amore, da che mondo
è mondo, si fa in due; diversamente è trasgressione
etica, sociale e politica.
Ebbe a dire il prof. Angelo
Panebianco: “Ma in politica quelli che tengono il
piede in due staffe rischiano molto: rischiano di
essere considerati da chi li
osserva «né carne né
pesce». È la condizione
peggiore che si possa immaginare quando si tratta
di andare a chiedere ai cittadini consensi e voti.”
Che cosa succederà se tra
qualche giorno il Presidente Stefano Caldoro,
come chiesto dal Commissario Nitto Palma, dovesse
cacciare gli assessori centristi o imporre alla delega-
zione del PDL di far votare
contro ogni proposta centrista? O il segretario Luigi
Cobellis dovesse espellere
dall’UDC gli amministratori che sosterranno maggioranze non riconosciute
dal partito? E ciò vale
anche per quei dirigenti
del PD che nel quadro politico provinciale e regionale sono all’opposizione
e in quello locale saranno
maggioranza.
Dal prossimo anno, infatti,
l’esperienza ipocrita e opportunistica dell’ABC è destinata a finire, comunque
sarà la nuova legge elettorale. Al cittadino capaccese è doveroso dirlo con
chiarezza prima che si
vada al voto, senza ricorrere alla banale e insignificante risposta che si è
“dalla parte dei cittadini”.
Lasciare una delle due
staffe è necessario, se non
altro per evitare che il voto
di opinione faccia arenare
la barca che ondeggia in
mezzo al guado o, nel
corso dell’attività amministrativa, una sopraggiunta
chiarezza di appartenenza
comporti l’affondamento
della stessa barca.
Lo scambio di opinioni di
questi giorni, non certo tenero e conciliante, tra i
commissari Angela Pace,
Giuseppe Agresti, da una
parte, e l’assessore Mario
Miano e gli altri transfughi
UDC, dall’altra, fa presagire un’evoluzione metereologica tempestosa con
sicure e dannose precipitazioni.
A meno che, nel lasso di
tempo che precede il voto,
non si abbia una volta per
sempre il coraggio di una
scelta di appartenenza, sia
per rassicurare l’elettore
sia per garantire la continuità, la coerenza, la produttività
e
l’efficacia
dell’attività amministrativa.
Aurelio Di Matteo
8
N° 14
14 Aprile 2012
Paestum in Noir
1966: LITORALE DI CAMPOLONGO. L’assassino verrà arrestato a Cicerale tre giorni dopo
I due fidanzati uccisi dall’austriaco arrivato in barca
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L’ASSASSINO, WERNER
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Gli arretrati € 2, 00 + le spese di
spedizione
Il N° 14 di Unico è stato
inviato in tipografia il
giorno 11 Aprile 2012, ed è
stato
avviato alla spedizione agli
abbonati
il 13 Aprile 2012
alle ore 9, 30
presso il CPO di Salerno
I FIDANZATI, ROSETTA CALASCIONE E ANTONIO BRUNO
A Vietri rubò una barca con
la quale raggiunse il litorale
di Eboli, qui uccide due ragazzi e con la loro 500 si
darà alla fuga verso il Cilento.
Verrà catturato a Cicerale,
dove ha un conflitto a
fuoco con il maresciallo dei
carabinieri Arcangelo Pepicella. Il protagonista di
questo film dell’orrore, datato 1966, è Werner Scheeweiss,
un
barcaiolo
austriaco che da oltre un
anno attraversa l’Italia.
“A morte. Kaputt” gli andarono a gridare fin nell’aula
del tribunale di Salerno
dove veniva processato,
mentre a Eboli una folla di
oltre cinquecento persone
prese d’assalto il furgone
dei carabinieri che lo trasportava.
SOGNI SPENTI CON IL
FUCILE
Contro i sogni di due giovani di Salerno fa esplodere
tutti sei colpi del fucile ru-
bato al vicino poligono di
tiro. Si fermarono così per
sempre alle 13 della domenica mattina del 19 maggio
del 1966 giorologi di Antonio e Rosetta.
Il resto d’Italia segue con
passione il ciclista Taccone
che conquista la maglia
rosa al Giro d’Italia, ma Rosetta Calascione, 22 anni,
commessa in un negozio di
calzature, e Antonio Bruno,
24 anni, geometra già impiegato all’ufficio tecnico
del comune, pensano alla
loro futura vita di coppia.
Per il momento la libertà è
la loro 500, un mare da favola, pulito e pieno di
pesci.
Quella domenica hanno
scelto il mare di Eboli. Il
loro matrimonio è imminente, fissato per l’inizio
dell’autunno. Questa è la
loro ultima estate da fidanzati. La spiaggia di Campolongo era un paradiso.
L’avevano scelta per que-
sto. Gli ebolitani sarebbero
arrivati in massa un paio di
settimane dopo con un fischio d’inizio che era scandito dalla fine delle scuole
dell’obbligo e prendendo
d’assalto i bus di Miceli,
l’Atec.
Con loro sarebbero arrivati
gli insediamenti estivi fatti
di capanne e di baracche
lungo tutto l’arenile A Campolongo non ci passava
nemmeno la SITA. Qui,
adattandosi le vacanze
erano davvero a costo zero.
DUE
GIOVANI BELLI E
BRAVI
Antonio e Rosetta sono descritti come due giovani,
entrambi molto belli e con
la testa a posto.
Antonio è alto un metro e
ottanta, mentre Rosetta Calascione è ragazza bionda,
commessa in un negozio di
calzature. Sono arrivati di
prima mattina e hanno
preso il sole sulla spiaggia.
Alle 13 i due si avviarono
alla «500» lasciata in sosta
in pineta per rivestirsi.
Devono rientrare a Salerno,
per il pranzo domenicale.
Stanno
rivestendosi,
quando li avvicina un giovane male in arnese ma armato dì fucile.
A gesti fa capire di voler
soldi e le chiavi della macchina. Antonio Bruno non
ci sta, confida nella sua
forza fisica, tenta di reagire
e lo fa con forza.
QUELL’ASSASSINO VENUTO DA LONTANO
Werner Schneweiss, quello
strano giovane venuto da
lontano, 25 anni, a bruciapelo, spara un colpo, e lo
ferisce gravemente al torace. Di striscio venne colpita anche la ragazza. Su
Antonio spara altri colpi
alla testa e alle braccia. Rosetta tenta una disperata
fuga. Werner Scheeweiss
non gli lascia scampo: la
raggiunta e massacra con
altri colpi di fucile. L'assassino, in pieno delirio barbarico, sottopone la salma
della giovane a sevizie e
violenze di ogni tipo. Sono
questi ultimi particolari ad
alimentare la rabbia della
gente.
La difesa d’ufficio, sostenuta gratuitamente dall'avvocato Giovan Battista
Ferrazzano, chiese e ottenne allora dalla Corte,
dopo cinque udienze
spesso combattute e movimentate,
che Werner
Schneweiss fosse sottoposto a perizia psichiatrica.
DIFESO DALL’AVVOCATO
FERRAZZANO
Trattenuto per oltre un
anno nel manicomio giudiziario di Napoli, i medici
incaricati della delicata indagine, conclusero che
l'imputato al momento del
feroce crimine non era incapace di intendere e volere e che non presentava
alcuna debilitazione mentale, né disturbi della sfera
volitiva e psichica.
L'imputato, nel tentativo di
sottrarsi alle sue responsabilità, dichiarò di essere
ammalato di gravi disturbi
nervosi ed epilettici e di
aver in passato cercato di
togliersi la vita. Il processo
andrà avanti per diverse
udienze. Il padre e i tre fratelli del geometra assassinato
seguono
con
attenzione.
Assente invece la madre di
Maria Calascione, che è
sofferente di cuore. Ammanettato e scortato da un ufficiale e dieci carabinieri
Werner Schneeweiss non
ha niente della tradizionale
fierezza teutonica: basso e
tarchiato, ha una cicatrice
in fronte che gli conferisce
un aspetto ancora più malvagio. Veste miseramente:
una giacca scura prestatagli
da un detenuto, pantaloni
di tela grigia, le scarpette,
estive con cui giunse in Italia.
Un uomo da dimenticare
sì, ma in una galera per il
resto dei suoi giorni.
Oreste Mottola
Varie
L’ARCO DI ULISSE
N° 14
14 Aprile 2012
9
di OSCAR NICODEMO
La zizzona di Battipaglia!
Si chiama proprio così, e
non è una femmina dal presente di seni enormi, ma
una mozzarella.
Osannata, ormai, come in
un culto religioso, tanto che
prima, o poi, sostituirà il
“granato” nella mano della
Grande Madre (Hera), e decantata come se rappresentasse il genuino pallore di
Laura agli occhi di Petrarca,
questo derivato del latte di
bufala rischia di assurgere a
simbolo emblematico di un
intero territorio, quello della
piana del Sele, naturalmente.
A Pestùmme esiste un “Salone della mozzarella”, ma
si dubita che sia stato istituito per far concorrenza al
“Salone del libro” di Torino”; e sempre nel locus
amoenus si celebrano “Le
strade della mozzarella”, ma
non vi è motivo per dedurre
che la baraccopoli lungo la
via Magna Graecia, allestita
durante la ricercata rassegna, sia una risposta a
quelle “Strade della cultura”
che almeno in 100 comuni
d’Italia rappresentano uno
studio ambizioso e lungimirante per la valorizzazione
del territorio, prendendo
ispirazione dall’interessante
progetto
commissionato
anni addietro da Autostrade
S.p.a.
Parbleu, la mozzarella de
bufflonne è l’effigie più sintomatica della cultura locale, non un eccellente
prodotto alimentare tipico
della zona!
Ne è diventata l’immagine
iconografica, tant’è che si
crede di accostarla all’architettura dorica dei coloni
greci per veicolare un mes-
saggio promozionale dei
resti archeologici, come a
dire che “scoprendo” il latticino si prenderà visione
anche di Paestum.
Mangiatori di mozzarelle,
dunque, che dovrebbero trasformarsi, grazie alle mille
iniziative a sostegno della
stessa, in curiosi visitatori
della storia antica del territorio dei bufali, a sancire
l’uniformità dell’appetito alimentare con quello culturale e la corrispondenza
delle prelibatezze casearie
con le ricercatezze artistiche
delle civiltà del passato.
Bah, per quanto riguarda
l’impressionabilità dei palati
fini, si ha notizia che Paestum risulti facilmente associabile all’odore della
macchia mediterranea, oppure ad un vino dal colore
intenso di rubini e granati, e
dal sapore dato da un’armonia di profumi, da gustare in
un vero concerto di ciliegia
nera, pesca con una traccia
di rosa appassita e vaniglia.
Ma, non si vuole certo dissertare sull’argomento ridimensionando la mozzarella,
che a quanto pare potrebbe
pure assurgere a stemma comunale, senza che ci si trovi
niente di male, o di provinciale.
In fondo, anche questa sarebbe un’idea, come le
altre, sempre ad utile e consumo dei buffalomen del
luogo.
Tornando alla Zizzona di
Battipaglia, se la terminologia kitsch che definisce un
prodotto ne facilita la vendita, gli esteti non storceranno il naso nel vedere
associata la loro città ad una
smisurata mozzarella, tanto
più che il luogo d’origine
del pornoalimento in discussione è un’ex città industriale con aspirazioni
commerciali non indifferenti.
E la pubblicità, si sa, grottesca o fine che sia, è l’anima
del commercio.
Per finire, una domanda retorica, ma insinuante: chissà
se le mozzarelle pestane
verranno zizzonate, così
come il territorio dove si
producono sta per essere
battipagliesizzato?
A Pasquale, Vito e Fabio un grande in bocca al lupo!
Tre nostri collaboratori candidati nelle prossime elezioni comunali
PASQUALE QUAGLIA
CAPACCIO.
Pasquale Quaglia, responsabile della nostra pagina sportiva, è in lizza a Capaccio.
Corre per “Alternativa Democratica” che candida a
sindaco Gennaro De Caro.
Nato a il 04/07/1989, consegue la maturità scientifica
nell’anno 2008. E’ iscritto
presso la facoltà di Scienze
della Comunicazione dell’Università di Salerno.
Gioca a calcio nella squadra
del paese, il Capaccio Paestum, iscritta al campionato
di Promozione girone D. Dal
2010 è allenatore presso la
Scuola Calcio Herajon-Paestum. Sempre dallo stesso
anno collabora con il giornale specializzato
“Capaccio nel Pallone”.
ROSCIGNO.
Vito Roberto Gerardo è un
informatico. E’ candidato
nella lista “giovane” guidata
da Mimmo Stasio.
Al suo attivo, nonostante la
giovane età, ha numerose
esperienze di tipo politico e
associativo.
E’ anche un originale studioso delle radici italiane del
famoso pellegrinaggio che si
conclude a Santiago de
Compostela del quale ha ritrovato numerose tracce sia
nella Valle del Calore che nel
Vallo di Diano.
E’ un roccioso combattente
politico, sempre all’opposizione dei vari sindaci succedutisi nel suo paese.
VITO GERARDO ROBERTO
FABIO CINNADAIO
PIAGGINE. Il sociologo
Fabio Cinnadaio ha scelto di
sostenere il candidato a sindaco Guglielmo Vairo. Appassionato di calcio, Fabio
ha sempre sostenuto le
istanze di rinnovamento provenienti dal mondo giovanile
chiainaro.
10
N° 14
14 Aprile 2012
Albanella
VIABILITÀ.
L’assessore Feola sui lavori pubblici
“Iscalonga, il cantiere procede spedito”
Sopralluogo dell'assessore
provinciale ai Lavori Pubblici Marcello Feola la settimana scorsa al cantiere
dei lavori sulla Strada Provinciale n. 11, in località
Iscalonga. Ad accoglierlo il
Sindaco di Albanella, Giuseppe Capezzuto, e alcuni
amministratori comunali.
L'assessore era in visita annunciata per verificare in
prima persona lo stato dei
lavori di "ristrutturazione"
dell'importante asse viario
provinciale di collegamento tra i paesi a valle
della Piana del Sele e i comuni dell'entroterra collinare.
Feola si è complimentato
con le ditte al lavoro per la
celerità con cui stanno
procedendo queste importanti opere di rifacimento e
manutenzione della "provinciale 11". Particolarmente soddisfatto il primo
cittadino di Albanella:
«Abbiamo verificato insieme all'assessore Feola
che i lavori stanno procedendo molto bene. Siamo
assolutamente in linea con
il cronoprogramma dei lavori, cosa che ci consentirà, quasi sicuramente e
salvo imprevisti, di asfaltare la strada già nel mese
di Luglio prossimo». Il che
sta a significare che ci sono
grosse speranze che i lavori siano ultimati entro
tempi molto brevi.
«Ci tengo a ribadire - ha
sottolineato Capezzuto che questi lavori rappresentano un evento storico
per il nostro Comune, sia
per la portata del finanziamento provinciale ottenuto
(un milione di € circa,
n.d.r.), sia per l'importanza
dei lavori, che renderanno
più sicura e moderna una
fondamentale arteria stradale del nostro paese. E
questo è rilevante non solo
per la sicurezza dei cittadini che percorrono ogni
giorno questa trafficata
strada, ma anche per facilitare i collegamenti tra i
paesi dell'alta Valle del Calore e la Piana del Sele».
Ha concluso poi il Sindaco: «Ho approfittato
della visita dell'Assessore
Feola per ribadire con
forza quanto ho già rappresentato con diverse lettere
inviate alla Provincia». Si
parla della necessità di
procedere alla sistemazione e manutenzione
anche di altre strade provinciali che attraversano i
centri urbani del Comune
di Albanella: «Ho ottenuto
che venga finalmente
asfaltata la strada provinciale che collega Albanella
a Tempalta e la sistemazione dell'annosa frana nei
pressi dell'Istituto Alberghiero di Albanella.
Ho inoltre concordato con
l'assessore un programma
di interventi per la manutenzione straordinaria ed
ALTAVILLA. LA STORIA.
urgente di altri tratti di
strade provinciali: il tratto
della S.P. n° 11 Ponte Barizzo – Rotatoria di Matinella con la sistemazione
di altri punti luce; il tratto
della S.P. n° 420, Ponte su
fiume Cosa - San Nicola; il
tratto della S.P. n° 314, Altavilla Silentina - rotatoria
di Matinella e il tratto della
S.P. n° 316 da Matinella a
Fravita. Con la crisi economica che sta affliggendo
l'Italia, ritengo con orgoglio che nel nostro piccolo
stiamo facendo ad Albanella davvero dei miracoli». Pochi i commenti,
invece, raccolti tra i cittadini in strada ieri mattina e
oggi.
L'attenzione della gente va
immancabilmente, e comprensibilmente, su altri tristi argomenti in questo
periodo. E per lo più tra i
pensieri di alcuni che si
fermano a parlare si percepisce - come un pò ovunque in questi mesi - un
forte sentimento di "antipolitica", uno stato d'animo
con cui ormai si condisce
quasi ogni considerazione
e opinione.
Sui lavori della S.P. 11,
quindi, non molti pareri,
anche se positivi ovviamente: "Finalmente la Provincia s'interessa del
nostro territorio", ci dice
soddisfatto un commerciante di Matinella. E sulla
stessa linea anche un
MARCELLO FEOLA
cliente di un bar dove
prima l'assessore Feola si è
intrattenuto con i politici
locali: "I lavori erano necessari: quella strada è responsabile
di
tanti
incidenti". Qualcuno quasi
risentito sbuffa un "era
quasi ora che intervenissero per mettere in sicurezza quella strada!
Ma mò dobbiamo aspettare altri 10 anni per vedere aggiustata la strada
della Fravita che porta a
Capaccio?", mentre qualcun altro pur apprezzando
l'importanza e l'utilità dei
lavori ad Iscalonga è rimasto "solo dispiaciuto per il
taglio di qualche albero e
di un pò di verde effettuato
in alcuni tratti" (tagli necessari per l'ampliamento
della sede stradale e il
"raddrizzamento", come ci
è stato spiegato, di alcune
curve pericolose).
GP&VC
Associazione sotto accusa dalla Procura
Cosa c’era dietro quei viaggi in Russia?
Il comune di Altavilla,
negli anni che vanno dal
2006 al 2009, avrebbe finanziato un’associazione
ufficialmente “culturale”
ma specializzata in viaggi
in Russia. Nessuna nostalgia sovietica fuori tempo
massimo ma “missioni culturali” che in realtà celerebbero viaggi di turismo
sessuale.
Che potrebbero essere
stati celati agli “elargitori”.
A dare contributi al sodalizio anche la Provincia di
Salerno, per 115 mila
euro, il comune di Eboli e
altre istituzioni. Sulla vicenda sta indagando la
Procura di Salerno che ha
ricevuto una circostanziata denuncia di un imprenditore promotore di
una cooperativa di riabilitazione.
E’ lui ad aver scoperchiato
il vaso di Pandora. “Ai
viaggi di turismo sessuale”
– accusa – avrebbero partecipato anche alcuni politici della zona”.
La vicenda che presenta
ancora numerose zone
d’ombra è sotto l’occhio
d’ingrandimento del gip
Bruno De Filippis.
Cronache
BATTIPAGLIA.
Aumentano i disagi per gli occupanti delle case popolari
Via Manfredi: braccio di ferro col sindaco
Gli occupanti delle case
popolari di viale Manfredi
sono da ieri sono senza
luce ed energia elettrica.
Un black out dovuto alla
chiusura, che sperano sia
solo temporanea, del cantiere per la realizzazione
dei fabbricati. “Il Sindaco
ci ha detto di lasciare le
case per far completare i
lavori, ma noi non lasciamo gli appartamenti
che ci spettano, e che sono
tra l'altro finiti”, ci dice
Concetta Caprio, la rappresentante delle 18 famiglie che da febbraio hanno
occupato l'edificio. Non li
lasciano per paura di vederli occupati da altre famiglie senza diritto di
assegnazione. “Ci hanno
lasciato senza energia, vogliono costringerci ad andare
via,
ma
ci
organizzeremo con i
gruppi elettrogeni, lo abbiamo già fatto in passato”.
La situazione è diventata
ormai inestricabile. Le
case occupate stanno pian
piano diventando vere abitazioni e proseguono i traslochi, tanto che alcuni
IL PARCO OCCUPATO IN VIA MANFREDI
degli occupanti, quelli che
risultano
assegnatari
hanno anche fatto richiesta
di trasferimento della residenza. Mancano però i
contratti e allora gli assegnatari non consegnano le
case dei vecchi appartamenti che via via stanno
lasciando e per i quali il
Comune paga fitti molto
alti, fino a 550 euro al
mese. “La casa in cui ho
vissuto finora con mio figlio – ci racconta Concetta
– è pericolante e più volte
sono intervenuti i vigili del
fuoco e gli stessi tecnici
comunali che hanno firmato precise relazioni
sulla fatiscenza dei luoghi.
Eppure il Comune paga un
fitto al proprietario. Un
fitto per una casa invasa
dalla muffa e dall'umidità
e a rischio crollo”. Ma
nemmeno le nuove case
sono poi un granchè. La
Caprio ci mostra le mattonelle già sollevatesi sui
ballatoi, l'erba che emerge
dall'asfalto del cortile, le
tubature che perdono
acqua creando umidità
alle pareti e così via. “Le
case sono finite, ma sono
fatte male. Ad ogni modo
non esiste il problema: per
noi gli operai possono venire a lavorare quando vogliono”. Intanto, senza
energia elettrica sarà im-
possibile controllare gli
appartamenti ancora vuoti:
“Da stasera non faremo
più le ronde nel parco”.
Gli occupanti di via Manfredi dal giorno dell'occupazione vigilano sullo
stabile affinchè nessun
altro si impossessi degli
appartamenti ancora liberi,
e che nessuno porti via
nulla da quel che resta del
cantiere. Una minaccia,
poco velata, che mandano
al Sindaco per sollecitare
un qualunque intervento
dell'amministrazione per
sbrogliare quella che sta
diventando una complicata matassa. Lo fanno
anche in segno di protesta
per lo stato di abbandono
che denunciano di vivere.
“Se non avessimo controllato noi giorno e notte –
dice Concetta Caprio - qui
avrebbero portato via
anche le mattonelle. Ma
da oggi noi non vogliamo
saperne più nulla. Ci sentiamo dimenticati e trattati
con sufficienza. Eppure ci
sono bambini di pochi
mesi e anziane donne.”
Valerio Calabrese
Domenica 15 il convegno a Pertosa
SUD – Liberare le energie, far vincere le idee
Il gotha della politica e
della cultura italiana a
confronto a Pertosa, domenica 15 alle ore 11.00,
presso l’auditorium del
Museo “MIdA 01”. Il giornalista di Repubblica, Antonello Caporale, che
dirige l’Osservatorio sul
dopo sisma istituito nel
2010 dalla fondazione
MIdA, ha chiamato a raccolta politici e intellettuali
per discutere di Sud e degli
strumenti per uscire dalla
crisi.
Tra gli ospiti, il presidente
della Regione Campania,
Stefano Caldoro e il suo
omologo lucano Vito De
Filippo. Con loro, il senatore Ermete Realacci, presidente
onorario
di
Legambiente e presidente
della Fondazione Symbola, lo scrittore
CONTINUA A PAG.
22
MINISTRO FABRIZIO BARCA
N° 14
14 Aprile 2012
11
12
N° 14
14 Aprile 2012
Cilento
LA RIFLESSIONE.
Religione e società
In cerca di Risurrezione nel tempo di Pasqua
Mai come in questo momento non è pleonastico
farsi gli auguri di risurrezione. In un contesto nazionale e locale di morte
apparente, e abbastanza
certa, tutto sembra anelare
ad una vita migliore. Dalle
telenovelas quotidiane di
partiti lontani dal fine di migliorare le condizioni di
vita dell’elettorato, ma interessati a garantirsi vitalizie
e cariche anche inutili, indispensabili a uno stile di
vita tutt’altro che sobrio,
agli enti locali che vivacchiano senza progettare
nulla di veramente nuovo e
significativo per i cittadini.
Una stasi che, affossata
dalla crisi internazionale,
sembra avanzare paurosamente verso la distruzione
dei risparmi dei poveri comuni mortali che per anni
sono stati brave formiche risparmiatrici, ed ora vedono
minacciati i piccoli e medi
capitali messi da parte per i
ROSCIGNO
momenti di necessità. Risurrezione anche nella
messa di mezzanotte della
mia parrocchia dove il sacerdote ha ringraziato perché, dopo più di tre anni, è
stato possibile celebrare
nella notte di Pasqua, la più
solenne dell’anno, come in
ogni parrocchia di questo
mondo. Eppure il santuario
vallese è dedicato a Maria,
ha commentato, e il Risorto, ribaltando la comune
concezione dell’epoca sul
mondo femminile (che non
sembra cambiata di molto
anche dopo 2000 anni) è
apparso alle donne. Guardiamo avanti, senza fermarci in giudizi sul passato.
Un bisogno di risurrezione
che non risparmia nessuno,
laici e presbiteri, insieme
per una sintetica analisi del
territorio in questo momento particolare. L’incontro dei giornalisti è stato
promosso da mons. Ciro
Miniero per gli auguri pa-
squali, e la partecipazione
non è mancata. Diversi i
momenti di confronto, da
quello sul parroco di Stella
e Pollica in perenne conflitto con i parrocchiani a
causa dei suoi metodi poco
condivisi e molto decisi,
alle congreghe riunitesi per
presentare un corposo libro
che racconta la vita dei numerosi sodalizi capaci di
riunire migliaia di aderenti.
Anche qui non sono mancate le domande volte a far
sì che non ci sia solo il ritrovo nel triduo pasquale,
ma anche una continuità di
adesione alla confraternita
negli altri giorni dell’anno,
e in favore di poveri, carcerati e bisognosi, così come
stabilito dalle antiche costituzioni. Ce n’è per tutti,
dunque, in questo paese
sempre più in cerca di se
stesso. Dove si stenta a
campare, e in cui escono
sempre soldi per eventi che
dovrebbero attirare turisti,
Lista di destra copia programma
da lista di sinistra...toscana
Lista di Roscigno con il
cuore a destra clona il suo
programma da una lista toscana e di estrema sinistra:
dalla “Sinistra per Lamporecchio, con inequivocabile simbolo con falce e
martello stile vecchio partito comunista. “Il centro è
sempre più vuoto, gli spazi
di aggregazione sempre
meno aggreganti, l’unica
cosa che aumenta è un po’
di traffico e la solitudine”,
quando a Roscigno, 860
abitanti, hanno letto questo passo nello striminzito
programma elettorale della
lista “Roscigno Unita”
hanno sorriso. “Passi per la
solitudine, ma il traffico
dov’è?”. “Un paese dove
si possa trovare spazio per
costruirsi un futuro attraente e dove sia desiderabile organizzarsi per avere
“il pane” ma anche per godere delle “rose”.
Molto bello.
E poetico. Le altre parole
d’ordine sono tutte rigorosamente di sinistra e molto
radicali. Sotto, ecco le
firme autografe dei candidati alle prossime elezioni
comunali di “Roscigno
Unita” e soprattutto quella
di Pino Palmieri, candidato
a sindaco dl paese di origine ma in carica già come
consigliere regionale del
Lazio, vicinissimo a Maurizio Gasparri, il presidente
di senatori del Pdl. Google, che è impietosa con
chi copia, fa scoprire come
l’intera paginetta non è
nemmeno originale ma
proviene dalla “Sinistra per
Lamporecchio”.
Cittadina dove la popolazione cresce mentre a Roscigno si lamenta il veloce
decremento demografico.
Il candidato a sindaco Palmieri, tra l’altro è sottoufficiale della guardia di
ma che invece sembra la
solita torta spartita dai soliti
noti. In cui si organizzano
meravigliose feste della natura mentre questa è violata
da Paestum al golfo di Policastro, e gli enti preposti
alla sua promozione sono
chiusi nei loro storici palazzi. In cui i corrispondenti dei quotidiani locali
devono fare il gioco delle
tre carte se scrivere di crisi
della Sanità, Rifiuti o Comunità Montane. In cui le
politiche per l’infanzia e la
cultura sono tabù storici, e
in cui nonostante gli spazi
ridotti rispetto alle grandi
città, le distanze tra chi comanda in strutture pubbliche e l’utenza, sembrano
farsi sempre maggiori.
Ecco, c’è davvero bisogno
di risurrezione, e anche rapidamente, perché la fine
(ricordate la storia del
2012?), quella la sentiamo
abbastanza bene. Auguri!
Nicola Nicoletti
finanza, non nasconde la
gaffe. “ Il programma?
Ho firmato un foglio in
bianco, tra l’altro alle 5 di
mattina qui a Roma, con
l’intesa che quelli della
mia lista, in paese, dovevano redigervi un programma di massima e poi
portarlo in municipio.
Eravamo all’ultimo giorno
utile per la presentazione.
Sono già al lavoro per un
volumetto dove esprimo le
mie idee per Roscigno.
Su quello chiederemo i
voti.
L’altro è già cancellato.
Carta straccia.
Spero che non si vorrà speculare su quella che è una
stupidaggine compiuta per
la fretta”.
Cilento
L’EDITORIALE
N° 14
14 Aprile 2012
13
Operai forestali: Storia infinita.
(Lupi e Agnelli sono la stessa cosa, come Dottor Jekyll e Mister Hyde).
DALLA PRIMA
vivono, momenti di grave
difficoltà economica perché
da 9-10 mesi senza stipendio e un’angosciante situazione psico-fisica perché le
forze intellettive stanno venendo meno. Non è il solito
piangersi addosso ma pura
costatazione dei fatti. (…)
E’ proprio il caso di dire che
i Lupi e le Pecore sono la
stessa entità. La triplice sindacale (flaiCGIL – faiCISL –
uilaUIL) e l’UNCEM con
tutte le Comunità Montane
soffrono della sindrome di
doppia personalità come il
Dottor Jekyll e Mister Hyde.
Si perché fanno la voce
grossa da Lupi con i miseri
e poveri operai e poi diventano mansueti Agnelli con
gli assessori e dirigenti regionali.
Questo mi viene da pensare
osservando quello che sta
avvenendo intorno alla forestazione in Campania. La
triplice diventa lupo quando
avverte che nascono nuove
realtà spontanee, dissenzienti da questo modo di
fare e di affrontare la questione, sono nati dei comitati spontanei che hanno
intrapreso la protesta dei
tetti e loro per salvare la faccia prima si sono accodati
e poi hanno fatto morire
l’iniziativa. C’è stato l’intervento dei Sindaci e anche
questa per loro non andava
bene perchè li facevano
fessi, sono sorti i Comitati di
Base e il Sindacato Autonomo anche per questi no,
si è preteso di escluderli dai
tavoli delle trattative sia locali che regionali, perché
avrebbero potuto acquistare
forza sottraendo iscritti e tessere e poi sicuramente
avrebbero rotto le uova nel
paniere, alla faccia della
bandiera dell’unità sindacale che tante volte viene
sventolata. L’UNCEM e le
CC.MM. troppo attaccati
alla propria poltrona per affrontare con forza e serenità
l’intera vicenda umana degli
operai. Lo dimostra il fatto
che hanno pensato bene di
trattare anticipatamente, separatamente e silenziosamente la parte che riguarda
gli Enti stessi rilegando in secondo piano gli idraulici forestali. Paradossalmente per
le spese correnti e la parte
impiegati che ha sempre
preso lo stipendio, gli incentivi, i premi di produzione e
valutazione (tranne qualche
caso sporadico), ha risolto
in quattro e quattrotto il problema con un’ ulteriore aumento di finanziamento
perché si è passati da 10 mil
e 800 mila euro del 2011 ai
17 mil e 400 mila euro del
2012. Forse è un ulteriore
premio alla loro produttività.
Mentre noi miseri operai
che non percepiamo lo stipendio da 9-10 mesi dobbiamo attendere e stare
buoni chissà per quanto ancora. Giudicate voi. Tutti insieme poi Trilice, Uncem e
presidenti delle CC.MM. rifanno i Lupi con chi in questo momento di forte
sofferenza economica per
salvaguardare e tutelare un
suo diritto si rivolge all’avvocato per fare gli atti ingiuntivi. In coro ad unica
voce minacciano sospensioni e licenziamenti per
scoraggiare e umiliare ulteriormente gli operai, togliendogli di dosso anche la
dignità di far rivalere in sede
giudiziaria il sacrosanto diritto ad essere pagati.
Tutti coloro che hanno fatto
gli atti ingiuntivi, hanno atteso tanto tempo e meditato
EDI CEMBALO
a lungo prima di farli, chissà
quanti altri li avrebbero fatti
se non fossero stati condizionati e spaventati.
Per la cronaca i Giudici del
Tribunale di Salerno hanno
accolto tutti gli atti ingiuntivi
già presentati avviando la
successiva e scontata fase di
messa in liquidazione degli
stessi, ribadendo (a chi non
lo sapesse) che lo stipendio
è un diritto irrinunciabile
per il lavoratore. Vi siete mai
chiesti perché si sono fatte
solo iniziative sporadiche a
macchia di leopardo, frammentando il territorio e le
iniziative, pur sapendo che
il problema è unico e solo?
Troppe discordanze e incongruenze nei comportamenti
sindacali
e
dell’Uncem, pochi volenterosi con buone intenzioni.
Solo le buone intenzioni
non bastano se non sono accompagnate da iniziative
adeguate al risultato che si
deve ottenere. In ogni occasione si è invocata l’unità
per evitare le fughe in
avanti.
Tutti sono stati e sono d’accordo con l’unità delle iniziative e dei comportamenti
ma in sostanza poi ogni uno
ha pensato a se stesso. Sappiamo tutti che l’unica
grande responsabile di questa crisi è la Regione Campania ma nessuno ha il
coraggio di inchiodarla alle
sue responsabilità attuando
iniziative unitarie con proteste adeguate ai suoi comportamenti irresponsabili.
Da ex democristiano e
senza preconcetti mi piace
citare Ernesto Che Guevara
che diceva “Chi lotta può
perdere chi non lotta ha già
perso”.
Questo doveva e deve essere lo spirito animatore
della rivendicazione, ma
così non è stato per il passato e speriamo che avvenga
per il futuro. Forse nulla è
ancora perso. Purtroppo, il
Che Guevara di turno, l’elemento catalizzatore capace
di proporre iniziative valide
e condurre le trattative in
modo decoroso non c’è
stato prima e cosa più triste
non c’è adesso. Anche alcuni politici regionali, provinciali e i sindaci sono
disarmati, eccezion fatta per
qualche episodio sporadico
e isolato, che ha fatto solo
notizia ma che in sostanza
ha prodotto ben poco perché mancante di forza, incisività e continuità. Il balletto
di cifre per chiudere il finanziamento del 2011 a cui
stiamo assistendo in questo
ultimo periodo è vergognoso. Le CC. MM. dicono
una cosa, la Regione ne
dice un’altra. Mi hanno insegnato che la matematica
non è un’opinione e quanto
tale è una scienza perfetta.
Chi sta dando veramente i
numeri? Chi sta facendo il
furbo cercando di approfittare della situazione caotica
in atto? Perché non si vuole
fare chiarezza?
Perché le CC. MM. non
hanno intrapreso azioni legali contro la Regione? Se le
CC. MM. ritengono di essere
nel giusto perché non hanno
rimesso la delega alla Re-
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gione? Se la Regione Campania sostiene cose diverse
da quelle dichiarate dalle
CC. MM. perché non invia
un ispettore in ogni Comunità Montana per verificare
quanto dichiarato dalle
stesse? Perché la triplice sindacale non ha ipotizzato
forme di protesta consistenti
e demanda sempre ad incontri e attivi sindacali futuri?
Conoscendo la reticenza
della Regione, perché alla
riunione del 5 aprile non si
è andati già con un piano di
lotta preciso?
A cosa sono servite tutte le
riunioni preparatorie alla
riunione del 5 aprile? Perché
dell’incontro del 5 aprile
non c’è un comunicato ufficiale ma solo singole dichiarazioni?
Tante altre domande si potrebbero formulare, per il
momento fermiamoci qui.
Concentriamoci sul da farsi.
(…) Bisogna svergognare
Caldoro a casa sua a Napoli
e stanarlo in ogni modo e
con ogni mezzo, “ il fine
giustifica i mezzi “ importante è ottenere il risultato
sperato. A che servono i presidi provinciali come si
pensa di fare?
Si contribuirebbe solo a
frammentare il movimento.
Sicuramente ci vorrà un
tempo tecnico per organizzare questa tanto attesa lotta
unitaria, nel mentre si potrebbero riprendere le proteste dei tetti in tutte le
Comunità Montane e in
contemporanea occupare
tutte le sedi comunitarie,
solo così si attirerebbe l’attenzione dei Prefetti che sicuramente farebbero sentire
la loro autorevole voce.
Edi Cembalo
* Opreaio forestale comunità
montana Calore salernitano
14
N° 14
14 Aprile 2012
Roccadaspide
ALL’OSPEDALE.
Il Pronto Soccorso
Luciano Scorza: “Pericolo ingolfamento”
Il viaggio di Unico, all’interno dell’ospedale di Roccadaspide, arriva al pronto
soccorso, diretto dal dott.
Luciano Scorza. Ogni volta
che si paventa la chiusura
dell’ ospedale, è proprio il
pronto soccorso la prima
vittima designata alla soppressione. «Ma ciò non
deve accadere, tuona il
dott. Scorza, perché è il
pronto soccorso a dover
funzionare insieme a tutto
il presidio. Cosa che avviene e che garantisce
un’adeguata assistenza sanitaria al territorio perché
l’ospedale funziona». E
parla della scarsa considerazione di cui gode la Valle
del Calore, che rischia di
perdere anche l’ospedale.
«Il nostro territorio non ha
mai avuto nulla, continua
il direttore responsabile del
pronto soccorso e della
chirurgia d’urgenza. Per
non parlare della situazione viaria: se una strada
frana, infatti, siamo sicuri
che non verrà mai aggiustata. E, dopo oltre trent’anni, abbiamo avuto
questo ospedale e ci vogliono togliere anche questo.
Ma ringrazio il
sindaco Auricchio per il
suo impegno per il presi-
AQUARA.
dio». Situazione viaria e
zona montana che, invece,
dovrebbero garantire la
permanenza dell’ ospedale
di Roccadaspide, viste le
note distanze dagli altri
presidi.
Ma intanto il plesso mantiene le sue attuali funzioni, compreso il pronto
soccorso, su cui Scorza ha
qualcosa da ridire riguardo
gli accessi impropri dei pazienti. «Il pronto soccorso
assiste bene l’utenza, ma
potrebbe fare meglio se la
gente non vi afferisse
anche impropriamente,
continua il medico.
A volte, esso diventa un
ambulatorio con gli “ansiosi” che pretendono di
essere assistiti per primi
anche per la misurazione
della pressione. Così si intasa il pronto soccorso e
capita che arrivino, contemporaneamente,
pazienti gravi come quelli
oncologici per cui occorre
la massima discrezione.
Ciò può far si che i medici
si innervosiscano, ma alla
fine, vengono assistiti tutti,
naturalmente».
Anche i pazienti hanno le
loro ragioni. «Mio figlio è
venuto al pronto soccorso,
tempo fa, con dei forti do-
Il ringraziamento
Banca regala ai bambini
La Scuola dell' Infanzia di Aquara e la rappresentante
dei
genitori ringraziano la
Banca di Credito Cooperativo di Aquara per
aver donato ai bambini materiale didattico e ludico al fine di
regalare un momento
di gioia.
lori, racconta una madre.
Non ce la faceva più ad
aspettare e voleva andarsene. L’ho detto ai medici
che mi hanno risposto
anche male. Ma quando
hanno visto dalle analisi
che la cosa era seria e che
il ragazzo necessitava di ricovero e intervento mi
hanno chiesto scusa».
«Sono stata assistita subito,
racconta una ragazza, ma
ho dovuto aspettare per
l’esito delle analisi. Un
macchinario del laboratorio era guasto, ed il campione di sangue è stato
analizzato ad Agropoli. Il
personale era spiacente,
ma non c’entrava nulla».
Secondo Scorza, inoltre,
per evitare gli accessi impropri: «Occorre riorganizzare la medicina di base,
ed il 118 per non fare arrivare in ospedale gente che
non ne necessiti. E, se il
paziente viene al pronto
soccorso, dovrebbe essere
munito di impegnativa del
medico curante e pagare
un ticket minimo uguale
per tutti, che non tenga
conto di esenzioni». Secondo una psichiatra «Può
capitare che arrivino più
persone col mal di pancia
al pronto soccorso. E che
LUCIANO SCORZA
proprio l’ultimo arrivato sia
grave, afferma la dottoressa. Occorrerebbe una
formazione a riguardo sia
per i medici che per i malati.
Ma, alla fine, il paziente ha
sempre ragione e vale la
massima secondo cui un
bravo medico per essere
tale deve curare spesso,
guarire qualche volta e
consolare sempre».
E sul pronto soccorso,
Scorza conclude che «Ci
sono delle carenze, ma si
tratta di cose interne».
Come il timore di aspettare
tanto, se si guasta qualche
apparecchiatura, aggiunge
la cronista, ascoltando voci
deluse in un giro precedente al pronto soccorso.
Francesca Pazzanese
N° 14
14 Aprile 2012
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16
N° 14
14 Aprile 2012
Cilento
LA STORIA.
Considerazioni sparse
Roscigno e altro, un paese senza tacchi
“Terracarne”: parola di
amore, dolore e fatica; definizione perfetta del legame che prova solo una
madre verso un figlio, o un
figlio verso la sua terra. E’
il titolo dell’intenso libro di
Franco Arminio, edito da
Mondadori, del suo “viaggio nei paesi invisibili e nei
paesi giganti” d’Italia. Ero
stata a Roscigno il primo
Novembre di un anno fa, e
ci torno oggi, come richiamata dalle pagine di Arminio a continuare il mio
viaggio. Roscigno è uno di
quei paesi che raggiungi in
due ore e visiti in venti minuti. Ma anche uno di
quelli in cui il tragitto è
parte integrante della méta.
Oggi, per esempio, ho osservato per la prima volta
le ghiandaie, uccelli visti
finora solo impagliati sulla
libreria di mio padre. La
Salerno-Reggio Calabria è
vuota. Così, in breve
tempo, raggiungo un paesaggio che si fa presto Lucania:
basso,
quasi
fiammingo, fatto di silenzi,
poiane, prati e grano, con
cieli alti davanti e, di lato,
la maestà selvatica delle
montagne. Ogni tanto,
ecco i veri tesori del demanio, non meno importanti
di un museo o di un parco
archeologico: piccole case
abbandonate, casolari, antichi rifugi di contadini e
pastori, vuoti e come riassorbiti dalla vegetazione.
(…). Arrivo a Roscigno. Il
clima è quello giusto per
visitare posti come questo:
coperto, tiepido, immobile. Il vecchio borgo è un
agglomerato circolare di
case diroccate, oggi adibite a ricovero per mucche
e vitelli. In quella che una
GIUSEPPE SPAGNUOLO
volta era una cucina, è
stata fissata la ringhiera di
un balcone; dietro, tre maiali. Un museo della vita
contadina, chiuso. Nel
prato accanto alla fontana,
un tronco svuotato al centro giace accasciato a ridosso di pochi muri di cui
sono rimasti solo le pietre
e i balconi, col legno degli
infissi sbiancato e fibroso
come le ossa, oramai, di
chi vi abitava. Nella
piazza, si è cercato di ricostruire qualche abitazione
nel rispetto dei materiali di
un tempo. Ma questa è una
pietra senza rughe e senza
sale che non interessa a
nessuno. I pochi visitatori
vengono qui apposta per
visitare il più nulla, il mai
più. Roscigno è un paese
senza tacchi. E’ una vecchia che ha fatto i suoi
anni e che non vuole viverne altri. Qui si vengono
a guardare le gambe spezzate dei solai, le cataste di
vecchie mattonelle come
un mucchio di scarpe in
guerra, la finestra sventrata
che si apre su un paesaggio
fatto solo di distanze e di
ulivi, la manopola di por-
cellana rimasta attaccata al
muro, le ossa di un cane, i
cocci di un piatto. Si viene
a passeggiare lungo vicoli
diventati col tempo torrenti
di un’erba che non perde
la sua incandescenza nemmeno nell’uggia di novembre. In questo borgo non
vive nessuno, a parte il signor Giuseppe, un vecchio
che avevo notato accanto
alla fontana al mio arrivo
ma che poi era sparito, e
che mi aveva colpito per il
suo aspetto garibaldino;
pipa, cappello, barba, una
camicia bianca, pantaloni
e gilet in feltro nero. Lo ritrovo poco dopo, di nuovo
accanto alla fontana. Gli
chiedo come mai il museo
è chiuso, se è lui il custode. Mi risponde che non
è il custode, ma un “libero
abusivo autorizzato”, e che
quindi sì, il museo lo apre
lui. Prima però, vuole che
visiti la sua casa. Nelle sue
stanze, tutto l’essenziale è
rimasto come prima che il
cuore del paese si arrestasse: uno sgabello per la
mungitura, un camino con
la bocca in pietra ed una
pentola in rame piena di
riso al pomodoro. Sulle
mensole di legno: otri, fiaschi, tegami, utensili, cesti
pieni di frutta secca. Appesi in alto, grappoli di agli
e di peperoncino, un caciocavallo, due salami. Accanto alla cucina, un
soggiorno con un giaciglio
sistemato a terra, una credenza con vecchi piatti accatastati, lampade ad olio
in terracotta, una damigiana per il vino accanto a
tre paia di scarpe in cuoio.
E poi un lungo tavolo interamente coperto da libri,
cartoline, e dalle centinaia
di fotografie che i visitatori
gli hanno scattato e da più
parti spedito. Giuseppe mi
mostra con orgoglio un
libro con dedica a penna,
scritto dall’Onorevole Gasparri che è originario di
Roscigno e di cui, quand’era muratore, Giuseppe
aveva curato le proprietà in
paese. Mi fa vedere il calendario che un fotografo
tedesco ha realizzato con
le sue foto. Accetta con
piacere che lo fotografi anch’io. Non sorride e non è
serio. Si mette in posa, ma
non guarda mai l’obiettivo.
Anche se glie lo chiedo, lui
d’istinto alza la testa, la
pipa in bocca, e fissa un
punto lontano ben oltre
l’orizzonte. Gli domando
se vengono molti turisti.
Giuseppe sorride e, roteando la mano in aria dice:
“ Turisti, parola grossa!”.
Io, invece, sono arrivata a
Roscigno proprio per il
passaparola di molti che,
attratti dal turismo nei
paesi fantasma, vi sono
stati e tornati. Giuseppe mi
racconta che qualche mese
fa un giornalista di Repubblica è andato ad intervistarlo ed ha scritto un
articolo su di lui. Da qui,
uno dietro l’altro, sono arrivati Studio Aperto, Rai
Tre, la Rai di Napoli, poi
quella di Roma, Canale
Cinque e Magaldi. Dice
che l’aveva persino chiamato Frizzi per i “Soliti
Ignoti”, che gli pagavano
tutte le spese, ma che a lui
non glie ne fregava niente
di andare a Roma solo per
ventiquattro ore; che stava
bene dove sta e che Frizzi,
se voleva, scendeva lui.
Eliana Petrizzi
Vallo di Diano
“Occorre guardare alla situazione oggettiva”
sima situazione del tribunale di Sala Consilina.
Nel corso di recenti incontri si è aperta una trattativa
nei confronti del tribunale
di Lagonegro per permettere la sopravvivenza del
ANTONIO ROBUSTELLA
nostro presidio di giustizia.
Anche su questo punto, allo
stato, la situazione è in
stallo nel senso che sicuramente, per lo meno da parte
mia c’è la massima disponibilità a prendere in considerazione una eventualità di
questo tipo e potrebbe essere anche razionale perché
consentirebbe di dare innanzitutto un tribunale a un
territorio così vasto e nello
stesso tempo mettere insieme una serie di risorse
che potrebbero garantire
una efficienza e funzionalità
del tribunale unificato.
E proprio su questo possibile accorpamento la classe
forense si è scissa dichiarandosi a favore o contraria. Cosa dire in merito?
Ritengo che si dovrebbe
guardare oggettivamente la
Una risposta a Di Muria
Quanto trovo scritto nella
rubrica “In farmacia” nel
numero 13 del 7 aprile di
“Unico”, contrariamente al
solito, mi lascia molto perplesso e mi induce a fare alcune brevi considerazioni.
Non sono un nutrizionistadietologo, ma non occorre
la laurea per capire che il
peso di una persona è dato
dal rapporto tra entrate e
uscite delle calorie: se introduciamo con l'alimentazione più calorie di quante
ne consumiamo, queste si
accumulano sotto forma di
grasso; se ne introduciamo
meno di quante ne occorrono, l'organismo attinge
alle riserve di grasso accumulato e si dimagrisce. Per
dimagrire, dunque, o si
mangia di meno o ci si
muove di più. Sembra incredibile, ma la diffusa ignoranza di questo semplice
concetto è alla base del proliferare di diete miracolose e
di “dietologi” e “nutrizioni-
17
IN FARMACIA
Soppressione del tribunale. Risponde il Presidente Robustella
Antonio Robustella è nato a
Verona il 17/6/1953 e risiede a Napoli. A 23 anni,
ha conseguito la laurea in
Giurisprudenza con 110 e
lode, ha collaborato con le
Università di Napoli, Ferrara, Parma e Milano. A 25
anni ha vinto il concorso ed
è entrato in Magistratura. Ha
avuto come sedi di lavoro
Ferrara, Milano, Napoli e,
da ultimo, Sala Consilina.
Ha espletato funzioni di
Giudice del Lavoro (per
oltre 20 anni), di Presidente
e di Giudice penale di Presidente e di Giudice civile,
e questo in primo grado ed
in grado di Appello. A Napoli, per diversi anni, è stato
dapprima Presidente di una
Sezione Lavoro e poi Presidente Coordinatore di tutte
le Sezioni Lavoro. E’ autore
di numerose pubblicazioni
e sono edite almeno 400
sue sentenze. E’ stato relatore in numerosi convegni e
corsi di formazione anche
indetti dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Nelle questione legata alla
paventata soppressione del
tribunale di Sala Consilina,
oggi a che punto siamo? In
questo momento siamo in
attesa delle determinazioni
del Ministero, sappiamo che
la commissione che si occupa specificamente del
problema delle revisioni
delle circoscrizioni ha lavorato e probabilmente ha
anche completato i suoi lavori.
Ora siamo in attesa di sapere l’esito di questi lavori e
in particolare come è stata
considerata la particolaris-
N° 14
14 Aprile 2012
situazione. Non è un problema campanilistico privilegiare una sede piuttosto
che un’altra, si dovrebbe valutare freddamente e con atteggiamento distaccato la
reale situazione e verificare
qual è la soluzione più opportuna e in altre parole
qual è il tribunale che deve
incorporare l’altro, tuttavia
questa dovrebbe essere una
situazione che prescinde
dalla passionalità e dal campanilismo. La posta in gioco
è ben più alta.
Se il tribunale è nell’occhio
del ciclone invece la sua efficienza come possiamo
classificarla?
Con molto orgoglio posso
dire che il tribunale di Sala
Consilina ha un livello di efficienza e modernità assolutamente al di sopra della
media. Io sono diventato
presidente di questo tribunale da poco tempo e
quindi quando parlo non mi
approprio di meriti che non
ho ma semplicemente fotografo una situazione che ho
trovato.
Dal punto di vista dell’efficienza, i tempi dei vari processi sia nel settore civile
che penale, stanno diventando più che ragionevoli,
per quanto riguarda il livello
di modernizzazione siamo
addirittura in testa nel panorama nazionale per quanto
riguarda l’applicazione dei
nuovi sistemi che consentono una velocizzazione di
tutto il processo e addirittura di poter fare il processo
da casa, il cosiddetto processo telematico.
Con un eventuale accorpa-
mento possiamo sperare
nella stessa ragionevolezza
dei tempi processuali?
Dipende questo accorpamento come sarà fatto e in
che tempi. Certamente
poter contare su più risorse,
aggregare situazioni e considerato che i nostri margini
di miglioramento proprio
perché abbiamo raggiunto
questo livello di efficienza
particolarmente alto e
quindi in grado di espandersi, mi lasciano molto ottimista in una prospettiva di
questo tipo.
Cosa si augura per questo
tribunale e per questo territorio?
Mi auguro anzitutto che
questo tribunale venga
mantenuto, questo territorio
deve avere un presidio di
giustizia perché è troppo
lontano da tutte le altre sedi
che potrebbero garantire lo
stesso livello di giustizia ma
soprattutto quello che è fondamentale è che questo territorio non deve essere
privato di un baluardo, di
difesa rispetto alla possibili
infiltrazioni da parte della
criminalità
organizzata.
Questo territorio che già inizia a manifestare segni di
cedimento però deve avere
una presenza forte dello
Stato, un segno di allontanamento verrebbe vissuto
dalla popolazione e dalla
criminalità
organizzata
come un segno di cedimento e forse lascerebbe lo
spazio a possibili infiltrazioni in una realtà che è già
tanto depressa e difficile.
sti” che le propongono e
propinano, magari dopo
aver sottoposto i malcapitati
pazienti a costose indagini
per scoprire eventuali cosiddette “intolleranze alimentari”. Se si è grassi vuol dire
che, a parte i rari casi dovuti
a vere e proprie patologie, si
hanno abitudini alimentari
sbagliate: mettersi a dieta
significa correggerle modificando il proprio stile di
vita perché, se dimagrire è
facile, il difficile è restare
magri. Una dieta come
quella proposta nell'articolo
è innaturale perché esclude
i carboidrati e i grassi, che
sono essenziali, non può
durare a lungo ed è quindi
diseducativa: altro che “si
abitua il nostro corpo a
mangiare meglio”! Come ci
ha insegnato il celebre professor Ancel Keys, citato in
un altro articolo nello stesso
numero del suo settimanale,
per stare bene bisogna nutrirsi con il pane, l'olio, il
pesce, gli ortaggi e la frutta
della nostra terra. E non mi
risulta, non me ne voglia il
dottor Di Muria al quale va
tutta la mia stima e la mia
simpatia, che questi prodotti
si trovino in farmacia.
Antonella Citro
Fausto Bolinesi
Attenzione
ai sedativi
della tosse!
Risale a qualche anno fa il
primo avviso riguardante i farmaci sedativi
per la tosse
come codeina e destrometorfano utilizzati nei bambini.
Proprio in seguito alla
morte di un neonato la cui
madre aveva assunto codeina nel periodo post-partum è stata sollevata la
questione sui potenziali
danni che la codeina può
provocare se utilizzata durante l'allattamento e non
solo. L'episodio ha così
aperto la strada a molteplici
riflessioni sulla sicurezza
della codeina specie nei
bambini e negli anziani.
Proprio i bambini hanno
un'aumentata suscettibilità
agli effetti avversi degli oppioidi.
L'Agenzia inglese che regola i farmaci ha stabilito
che i prodotti a base di codeina utilizzati per la tosse
non vengano impiegati al di
sotto dei 18 anni di età,
proprio in virtù dei loro potenziali effetti collaterali
che indubbiamente superano i benefici attesi. Anche
in Italia i farmaci contenenti
codeina o suoi derivati (es.
Paracodina) sono indicati al
di sopra dei bambini di due
anni e comunque sempre
sotto stretto controllo del
medico.
Oltre ai bambini anche gli
anziani hanno un'aumentata suscettibilità agli effetti
avversi degli oppioidi
anche per il fatto che gli
over 65 possono assumere
in concomitanza più farmaci che interagiscono. In
generale, gli effetti avversi
più frequenti associati alla
codeina includono nausea,
vomito, stipsi, sonnolenza e
vertigini.
Tali reazioni si manifestano
maggiormente quando le
dosi sono più elevate o ripetute.
Si consiglia di controllare
opportunamente la dose di
codeina e di monitorarne
gli eventuali effetti avversi.
Alberto Di Muria
18
ASL.
N° 14
14 Aprile 2012
Eboli
Il rito annuale delle esenzioni ticket
Ecco i pensionati che pagano il disastro sanitario campano
DALLA PRIMA
dal sonno e quasi disperati
nell'intravedere la marea
umana che li aspetta. C'è già
la ressa, infatti, quando apre
l'ufficio per l'esenzione dai
ticket farmaceutici. Gli ebolitani in bolletta, quelli
senza reddito, e gli ultrasessantacinquenni non devono
pagare farmaci e ricette. A
fine marzo, ogni anno,
scade il termine dell'esenzione. Ad aprile bisogna rinnovare l'autorizzazione per
avere i farmaci gratis. Lunghe file davanti all'Asl senza
la certezza nemmeno di farcela: "viene assicurata la
prestazione solo ai primi 35
pazienti, gli altri possono
anche tornare a casa" è l'accusa di Massimo Del Pilato,
ebolitano esperto di file all'alba. In attesa non ci sono
solo ebolitani. Arriva gente
anche dai comuni limitrofi.
Partono di notte per entrare
nella lista dei 35 fortunati:
"stare in lista non significa
avere la certezza dell'esenzione dal ticket farmaceutico" spiega sempre Del
Pilato. Molte persone si presentano con la documentazione sbagliata. Dopo tre
ore di fila all'esterno dell'Asl
e un'ora di fila all'interno
dell'androne di via Sacro
Cuore, i pazienti in attesa
dell'esenzione sono anche
costretti a tornare a casa per
rifare la domanda. Un vero
incubo. C'è gente che dal
primo aprile è venuta all'Asl
POESIA.
di via Sacro Cuore anche tre
volte: "A una donna hanno
strappato i documenti in faccia, non si fa così- protesta
Del Pilato- perchè i dipendenti in questa struttura sono
privi del cartellino di identificazione? Perchè ci trattano
come malviventi e persone
senza dignità?".
Vincenzo R. è tornato già
due volte: "Dobbiamo annotare ogni cambiamento familiare altrimenti addio
esenzione dal ticket". La sanità fallita in Campania per
gli sprechi politici la pagano
i pensionati e la gente senza
reddito. Il figlio di Bassolino
sicuramente non si alzerà
alle cinque di mattina per
vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto. Una fila all'Asl non sa nemmeno cosa
sia, così come il padre dello
sfascio nella sanità campana, l'amato don Antonio
di Afragola. I politici sfasciano, i cittadini pagano.
La prima domanda che ci
sorge spontanea è la seguente: se l'andazzo annuale è questo, perchè viene
delegato un solo dipendente
dell'Asl a esaminare le pratiche per i ticket sanitari? Se
mettessero due impiegati si
potrebbero licenziare 70
pratiche al giorno.
Con tre dipendenti si supererebbero i cento carteggi
esaminati. E' così difficile
spostare un pò la pianta organica a seconda delle esigenze dei cittadini?
Pochi giorni fa sono arrivati
L’ASL DI EBOLI
i vigili urbani a rimettere un
pò di pace e un pò di ordine
nel gran marasma di via
Sacro Cuore. Poi è arrivato
anche un ambulanziere.
L'anno scorso un cittadino
esasperato e un pò alticcio
per la stretta e quotidiana
amicizia con il Tavernello,
nel chiedere l'esenzione dal
ticket mostrò una pistola al
dipendente dell'Asl che gli
bocciò la pratica. Ne nacque un parapiglia disordinato per una pistola che
forse era una scacciacani. In
quel caso intervennero i carabinieri.
Ogni aprile è la storia di
sempre. Urla e spintoni, proteste e parolacce nella sede
dell'Asl al rione Pescara. La
fila parte calma e tranquilla
alle cinque di mattina, alle
otto la gente è già infervorata. Alle nove la tensione
non si controlla più. E' la
storia di ogni aprile, dove un
solo dipendente dell'Asl si
deve immolare a esaminare
tutte le pratiche, ben sapendo che una bocciatura
potrebbe costargli un'unghiata in faccia, mille improperi, una pistola in bella
mostra, una miriade di bestemmie e tante minacce fumose, querule e querelanti.
Nel settore pubblico capita
di vedere questa scena. Un
ufficio con 50 persone davanti la porta in attesa dell'esame della pratica e altri
dipendenti della stessa struttura sanitaria che se ne
vanno in giro, tranquilli e rilassati, a passeggiare per i
corridoi. Perchè questi dipendenti non vengono utilizzati in mansioni diverse,
magari all'ufficio esenzione
dal ticket, visto che sono pagati ma non certo per passeggiare serafici per i
corridoi della sede dell'Asl
al rione Pescara?
Qualche cittadino ha denunciato l'interruzione di
pubblico servizio. I dirigenti
della struttura si difendono
così: "facciamo una lista di
35 persone per permettere
agli altri di fare altro mentre
aspettano il loro turno, invece che ammassarsi tutti
davanti lo stesso ufficio in attesa di una chiamata. Con
quei 35 nomi non significa
che il lavoro del responsabili
dell'ufficio finisca lì. Una
volta smaltita la lista, se è
ancora in orario di lavoro, il
dipendente esamina le altre
pratiche. Ma quale interruzione di pubblico servizio,
qui si lavora senza fermarsi
un attimo. Pochi giorni fa il
collega ha concluso il lavoro
della mattina alle tre del pomeriggio".
Perchè non venga assistito e
coadiuvato da un collega
l'unico dipendente delegato
alle esenzioni ticket, resterà
un mistero irrisolto. Due
volte a settimana, l'ufficio è
aperto anche di pomeriggio.
La lista dei beati in questo
caso è di 15 persone.
A loro viene garantita la prestazione certa. Dal sedicesimo posto in poi è una
scommessa con la sorte.
Così vanno le cose nella
Campania con la sanità fallita, dove i poveri cristo pagano il conto dei politici che
non sanno nemmeno cosa
sia una fila o una levataccia
alle cinque di mattina per
esercitare un diritto sacrosanto alla salute.
Francesco Faenza
Nuovo racconto poetico del mondo di Piaggine
“Poesie dal mio Cilento” Gianfranco Petraglia presenta Arcaro
Carmelo, nei giorni della fanciullezza, si distingueva già
per la sua vivacità del carattere e la scioltezza della lingua usata per comporre
calembour a danno di tutta la
comunità, prendendo in giro
i malcapitati con rime scanzonate, allegre e intrise di intelligente ironia.
Che fosse anche un animo
sensibile lo testimoniano le
sue scelte di vita e il suo impegno sociale, praticato con
discrezione e dedizione.
Riscoprirlo cantore di un
mondo e di un tempo che
hanno accompagnato i miei
sogni di bambino e le mie
fanciullesche illusioni non è
stata una gran sorpresa, ma
una forte emozione che, riportando indietro la macchina del tempo, mi ha
ricollocato
in
uno
spazio/tempo in cui anch’io
sognavo di scrivere romanzi e
diventare uno scrittore.
Quando ho avuto tra le mani
la sua raccolta di “Poesie del
mio Cilento” le ho lette d’un
fiato per poi ritornare su di
esse con maggior attenzione,
soffermandomi con intensità
su luoghi familiari, atmosfere
mai scomparse dalla mente,
personaggi di cui oggi resta
solo un nostalgico ricordo.
LA COPERTINA DEL LIBRO
Ho rivisto nelle poesie di Carmelo e nella preziosa introduzione di Gianfranco Petraglia,
i miei calzoncini corti, la
borsa della scuola, la vita dei
vicoli animata soprattutto da
voci femminili che comunicavano gli accadimenti quotidiani e scandivano i tempi
della giornata. Nei tempi in
cui Carmelo ha collocato
molte delle sue poesie percorrevo quotidianamente la
strada che porta a casa di
Gianfranco Petraglia ed Angelo Di Perna, miei amici di
infanzia, e, inevitabilmente,
passavo davanti casa di Carmelo, dei cui scherzi ero talvolta vittima. Carmelo, detto
Zaccheo, era ai confini del
teppismo con le sue imprese
e, nonostante la sua arguzia e
scioltezza di lingua, mai
avremmo immaginato potesse
cimentarsi nella poesia. Ma la
saggezza popolare ne ha battezzato non solo la sua statura
fisica ma anche morale e oggi
si è elevato sul sicomoro per
mostrarci la sua purezza
d’animo.
Le sue poesie scandiscono
con precisione e lucidità i
luoghi, le atmosfere, i personaggi che hanno animato la
nostra gioventù.
Il tema nodale del suo lavoro
è incentrato nelle due poesie
dedicate al nostro piccolo
CONTINUA A PAG.
19
Eboli
Le pagelle ebolitane
Raffaele La Padula, voto 7: i
politici predicano pulizia e
trasparenza nella gestione
della Multiservizi. Ma il risultato finale è poco meno
abominevole della corrotta
Lega Nord, dei crociati che
urlavano "Roma Ladrona" e
poi hanno rubato poco
meno del Psi di Bettino
Craxi. A Eboli l'opera moralizzatrice della società municipalizzata, la Multiservizi
da quasi tre milioni di euro
(di debiti), sbatte sempre
contro qualche scoglio disonesto o imbarazzato. E' il
caso di Raffaele La Padula,
novello Don Chischiotte
eburino. Il sindacalista-operaio-dipendente della Multiservizi, prossimo a un
procedimento disciplinare
per eccesso di trasparenza e
onestà, ha iniziato una crociata contro gli abbonamenti
tarocco. Si tratta delle autorizzazioni a parcheggiare
nelle aree a pagamento
senza sganciare un euro alla
Multiservizi. La vicenda riguarda i ticket da esporre sul
parabrezza dell'auto senza
che la società di via dell'Atletica ne tragga benefici
economici. La Padula ha iniziato i controlli contro i privilegi della casta e degli
amici lecchini della casta,
ma è stato subito stoppato.
Gli abbonamenti in ospedale non devono essere analizzati. Gli amici degli amici
pagano gratis. Eboli come
Corleone, Cristo sarà andato
in vacanza sull'Adriatica.
Troppi privilegi. Troppi beneficiari a sbafo. Troppi ammanchi
nelle
casse
multiservizie. Troppa casta
in ospedale. Già il posto riservato al direttore sanitario
super pagato ci sembra un
inutile riconoscimento. Chi
guadagna di più dovrebbe
pagare un contributo di soli-
PIAGGINE.
darietà agli operai quasi licenziati. E invece il direttore
sanitario viene trattato come
la regina d'Inghilterra, sprecando soldi pubblici e aggravando la situazione
finanziaria della Multiservizi. Che poi il direttore Minervini
si
faccia
parcheggiare l'auto dal vigilantes dell'ospedale, trattandolo come uno zerbino
maggiordomo e in spregio al
contratto che è stato stipulato con il vigilantes, che poi
Minervini litighhi con i vigili
urbani per una multa sacrosanta presa in divieto di
sosta, parcheggiando l'auto
davanti l'ingresso dell'ospedale come Cetto Laqualunque, è una questione di stile
che non si compra nemmeno con uno stipendio da
manager. Tra i privilegiati a
danno della Multiservizi (e
dei cittadini ebolitani) ci
sono diverse persone. La Padula ha iniziato l'opera di
bonifica dei privilegi della
casta. Ma gli è stato intimato
di fermarsi. Troppa pulizia al
parcheggio multipiano. Alla
Multiservizi di Eboli, a
quanto pare, nuoce alla salute disonesta di qualche intrallazziere senza pudore.
Aspettando che la trasparenza trionfi, ci godiamo le
dimissioni della famiglia ladrona, dei Bossi di Gemonio
padre e figlio e della tata
Rosy Mauro. Sembravano
intoccabili, sono crollati
come mele marce. Morale
della favola...tirate voi le
conclusioni. Il nostro voto
positivo va al prode La Padula. Speriamo che il sindacato non lo lasci solo nel
momento di ribattere al preannuciato provvedimento
disciplinare per eccesso di
onestà non gradito alla società municipalizzata.
Martino Melchionda, voto
La poesia...
Il mondo di Carmelo...
SEGUE DA PAG.
18
paese. Piaggine (era) e Piaggine (è). È un piccolo ma
grande esempio di scandaglio
della nostra memoria, dove la
ciambottola si sostituisce alla
madeleine per dare il la ad
una ricerca del tempo per-
duto in versione cilentana.
L’amore e la leggerezza con
cui presenta la sua famiglia, o
ricorda una festa di compleanno o descrive i luoghi in
cui giocavamo a pallone o a
lotte tra bande rendono questa raccolta uno scrigno prezioso non solo per noi suoi
N° 14
14 Aprile 2012
19
di Francesco Faenza
4: vinta la contesa con gli ex
compagni liberi e riformisti
(i contiani) nella settimana
di passione e resurrezione il
sindaco di Eboli si ritrova
coinvolto in una vicenda paradossale. La sua giunta dispone l'illuminazione di via
San Donato. Troppi furti in
zona, troppi danni ai cittadini in collina, due volte i
ladri sono addirittura entrati
in casa del senatore Franaco
Cardiello. E fin qui ci siamo.
La sicurezza pubblica va garantita ai contribuenti dello
Stato e del Comune. Il problema lo hanno creato i lavori. Il cantiere si è fermato
davanti casa del senatore
Cardiello lasciando al buio
altre dimore provincialotte.
Tra i residenti "rabbuiati" e
incazzati come il Bossi anni
90 ci sono diversi dipendenti comunali, addirittura
un ex consigliere comunale
di Rifondazione Comunista,
qualche dipenente dell'Asl,
tanti onesti cittadini, nessun
altro senatore. La strada illuminata a metà per il cantiere
strozzato sotto la villa del senatore ha indignato i residenti. L'assessore Enzo
Consalvo ha assicurato tutti,
i lavori verranno completati,
la collina di San Donato sarà
illuminata come la Broadway di New York. Promessa
fatta, si attendono operai,
pali e ruspe prima che tornino i ladri e non esploda
una rivolta popolare come
in Libia. Un problema, raccontano in comune, c'è
stato. I pali installati dopo la
villa senatoriale dovranno
essere più bassi a causa dell'alta tensione. Bisognerà ridurli da sette a cinque metri.
Il lavoro di taglio e cucito
elettrico dovrebbe essere
breve. Il condizionale è
d'obbligo per rispetto ai rabbuiati cittadini che hanno
comprato, improvvidi e
poco furbi, la casa dopo la
villa del senatore. La fiaba
del lupo e dell'agnello è
sempre di attualità...
Medici dell'Hospice e Marcia Verde, voto 8: la sinergia
italo marocchina ha funzionato. La collaborazione tra
medici dell'Hospice il "Giardino dei Girasoli" e i marocchini
dell'associazione
Marcia Verde ha permesso a
un 45enne maghrebino di
poter tornare in Africa ad abbracciare i suoi sei figli.
Giunto in Italia sei anni fa, il
maghrebino ha fatto il venditore ambulante in provincia di Napoli. Una mattina,
nel risvegliarsi, non è più
riuscito a muovere un braccio. Dopo l'arto superiore sinistro si è bloccata la
gamba. In pochi giorni è arrivata la diagnosi: tumore
alla testa. Operato all'ospedale di Nocera, il maghrebino è stato ricoverato al
"Giardino dei Girasoli" di
Eboli. Poche speranze di vivere a lungo, la diagnosi
della malattia fatale per il
suo destino, la certezza di
concludere il suo cammino
esistenziale di lì a pochi
mesi hanno spinto il maghrebino a vivere un'ultima
esperienza importante: "voglio rivedere i miei figli, mi
riaccompagnate a casa?"
Con i pochi spiccoli rimasti
in tasca, Mohamed non ce
l'avrebbe mai fatta. I medici
dell'Hospice di Eboli (dottori
De Martino e Marra) hanno
contattato prima il consolato
marocchino poi l'associazione Caritas. Sulla vicenda
è intervenuta anche l'associazione Marcia Verde, un
gruppo spontaneo che raccoglie centinaia di marocchini della Piana del Sele. I
contatti hanno prodotto gli
effetti sperati. Il sabato di Pa-
squa Mohamed è stato accompagnato a Fiumicino a
bordo di un'ambulanza.
Dall'aeroporto di Roma è
poi partito in direzione del
Marocco. Ad attenderlo in
patria, la moglie, sei figli e
un abbraccio che non dimenticherà più.
Vigili urbani, voto 6,5: la
multa da 800 euro al consigliere comunale di opposizione che non ha bonificato
il cantiere edile e non ha rispettato le norme di sicurezza ci sta tutta. Creato il
precedente, ora però bisogna evitare la vergogna che
resti un fatto episodico e isolato. Ora vanno rimossi tutti
gli abusi, vannno sanzionati
tutti i fuorilegge, nel centro
storico e nei quartieri limitrofi. Altrimenti l'opposizione parleràdi azione
mirata e strumentale. Basterebbe chiedere qualche informazione in giro per
scoprire le decine di atti illegali nella zona antica di
Eboli. Da anni i residenti
sperano nella rimozione e
nella punizione dei responsabili. Per anni le loro richieste
sono
finite
nel
dimenticatoio. Stessa storia
nel centro della città. Cosa
rallenta e intimidisce i vigili
urbani dal rimuovere opere
abusive nel cuore della city
eburina? L'applauso ai vigili
urbani per la multa al consigliere comunale di opposizione ci sta tutto. Ora viene
la parte più difficile. Non
guardare in faccia a nessuno, non fare sconti a nessuno, fingere di non vedere,
non concedere troppo a chi
ha sbagliato a lungo, a chi
reitera lo sfregio al codice
penale. I vigili urbani hanno
dimostrato di avere coraggio. Dopo Pasqua speriamo
prosegua il repulisti morale
e legale.
coetanei e compagni di avventure, ma, soprattutto, per
chi oggi frequenta piazze virtuali e non ha avuto la fortuna di penetrare gli intensi
odori, colori e sapori di una
vita che documenta se stessa
attraverso l’ultima stagione
del bianco e nero, travolta dal
chiacchiericcio assordante di
un brusio sin troppo colorato.
Perché i ricordi non siano
qualcosa che abbiamo perso,
ma qualcosa che abbiamo ri-
trovato e liberati dalla “pappatana” possano aiutare le
giovani generazioni a recuperare quel senso di appartenenza, il rispetto, la
solidarietà, la capacità di divertirsi con poco, di avere
speranza in un futuro, io mi
auguro che questa raccolta di
poesie trovi spazio tra le
nuove generazioni perché la
costruzione di un futuro
nasce solo sulla conoscenza
del passato.
Me se anche questo è un
mondo che alle nuove generazioni dovesse non interessare, come scriveva Cesare
Pavese:
Un paese ci vuole, non fosse
che per il gusto di andarsene
via. Un paese vuol dire non
essere soli, sapere che nella
gente, nelle piante, nella terra
c'è qualcosa di tuo, che
anche quando non ci sei resta
ad aspettarti.
Angelo Prinzo
20
N° 14
14 Aprile 2012
Battipaglia
LO SCRITTORE
DI ERNESTO GIACOMINO
Gioventù bruciacchiata...
DALLA PRIMA
Tipo che se, anziché un incendio, il tizio avesse optato
per un allagamento, si sarebbe firmato “Goccia” o
“Fialetta”. O, al massimo,
peccando in megalomania,
“Mezzolitro”. Da condannare anche per abuso di banalità, allora. O soprattutto
per quello. Un micro-guappetto che – mo’ che lo arrestate,
per
carità,
spiegateglielo per bene –
non lo affilieranno di certo
tra i camorristi più feroci,
per aver dato fuoco a due
banchi e un cassino.
Entrando, peraltro, da una finestra già aperta (per inciso:
il fatto che ci fosse una finestra aperta in una scuola
chiusa è più imbarazzante
dello stesso incendio) e
quindi non dando nemmeno
prova di sufficienza in materia di effrazioni e scassinature.
Un puro dilettante allo sbaraglio, balzato ai disonori
della cronaca per una serie
di circostanze fortuite.
Vergogna, t’urlerebbe dietro
non dico Arsenio Lupin, ma
pure il più tonto dei tre fratelli Bassotti. Per il resto, solita solfa.
Di fronte a episodi del genere pochi prendono pragmaticamente atto che –
come succede da secoli –
l’umanità si divide tra esseri
normali e inguaribili imbecilli. Di ogni sesso, età, nazionalità, religione e ceto
sociale, come Costituzione
crea. I più, invece, rattrappiti
dalle loro mancate lauree in
sociologia e demagogia, salgono sul palchetto del sentito dire e urlano di
campanelli d’allarme circa il
disagio sociale, e l’assenza
dei valori e bla bla vari. Ma
tanto è cosa risaputa: per la
nostra, di opinione pubblica, allontanarsi oltre i luoghi comuni è acrobazia
lessicale. Pericolosa, se non
dialetticamente mortale. Se
Battipaglia non fosse un Comune ma una s.r.l. privata,
nel primo rigo dell’oggetto
sociale troveremmo come
attività principale la produzione di chiacchiere.
Tornando al nostro Luther
Blissett dei poveracci, comunque.
Assaltare una scuola media
il giorno di Pasquetta, a città
nuda e deserta, sai l’eroismo. Sai la simbologia assoluta del gesto, ah sì. C’era da
fare più bella figura a tirare
su qualche spicciolo dalla
colletta in piazza e passarsi
la giornata a Ischia. Magari
il traghetto, da costa a costa,
ballava un po’ sulle onde e
potevi spacciarlo, al rientro,
per uno scampato naufragio
in pieno Oceano.
Io gli darei subito una prova
concreta, al piromane sfigato, della considerazione
in cui è tenuto il suo gesto.
Allestirei un sondaggio tra
gli studenti di quella scuola,
sotto forma di compito in
classe: che ne pensi di questo Scintilla che t’ha dato
fuoco all’armadietto con le
cartine e il mappamondo?
Poi, ritirati gli elaborati, li
Ernesto Giacomino
TEATRO L
CIGNO ROSA.
Quando la creatività fa bene all’ambiente
Il Cigno Rosa è un gruppo
di lavoro interno al circolo
Legambiente “Vento in faccia” Battipaglia, nato a seguito
dell’approvazione
della campagna di sensibilizzazione “Riduci! Ricicla!
Risparmia!”, sostenuta dal
CSV Sodalis Salerno ed
inaugurata lo scorso 9 febbraio con la presentazione
del libro di Roberto Cavallo
“Meno 100kg. Ricette per
la dieta della nostra pattumiera”, presso il cittadino
Hotel Palace. Di cosa si
tratta? Autoproduzione di
detersivo, saponette e sali
da bagno, tutto rigorosamente eco-compatibile e
con un elevato indice di recupero – dall’olio esausto,
ai tessuti dismessi, dai barattoli degli omogeneizzati
alle bottigline di crodino,
dall’acqua di cottura della
pasta ai contenitori in plastica del formaggio grattuggiato. Il gruppo costituito da
Valentina Del Pizzo, Valentina Siano, Simona Schipani, Simona Vicedomini,
Emanuela Grilli e Azzurra
Cesario cura in prima persona tutte le fasi dalle raccolta, dalle materie prime al
packaging, ed ha allestito
un vero e proprio laboratorio partendo dalle ricette
della nonna per approdare
appenderei sullo stesso
muro dove lo sciagurato ha
apposto la sua firma oscena.
Gli direi: anonimamente
come sei venuto a scrivere,
ora vieni a leggere.
Lo vedrai, che pensano di te
i ragazzini, quelli dagli undici a tredici anni, quelli che
hai creduto d’impressionare
ma con cui ti sei messo solo
in ridicolo.
Vedrai che non lanci nessun
messaggio sociale, né imprimi alcun disagio mentale.
Sei roba che passa, presto
annoverata tra i cattivi ricordi come il morbillo o
un’insufficienza in matematica.
Appena più traumatico – fidati – d’una partita persa alla
playstation.
alle più moderne letture del
green job dell’era di
Obama. Presuntuose? Intanto il lavoro, oltre che
manuale, è intellettuale.
Chiedersi come reagisce la
soda con l’acqua, ispirarsi
ad una ricetta piuttosto che
ad un’altra, elaborare una
confezione che tenga conto
delle esigenze di naturale
conservazione dei prodotti,
rispondere alle istanze delle
nostre consuetudini quotidiane, ma senza trascurare
quelle dell’ambiente. Interrogare la pattumiera è un
gioco divertente, ma pone
delle domande. E se ci
guardiamo intorno la soluzione è probabilmente di
imparare ad interagire con
il mondo che vorremmo tutelare, sporcarsi le mani, assumerci rispetto ad esso
una responsabilità diretta e
ritornare a dialogarci. L’ambiente non come qualcosa
da tutelare, percepito come
altro rispetto al fortissimo
isolamento in cui ci ha indotto il progresso tecnologico, l’unico che sembra
siamo in grado di perseguire, ma come il prodotto
diretto delle nostre azioni,
di tutti, nessuno escluso. Il
bene comune per eccellenza dopotutto. Solo così
probabilmente potremmo
riuscire a viverlo non come
un problema da risolvere,
ma come una risorsa da valorizzare. Così il Cigno
Rosa lavora per dimostrare
come si fa: LimoniAmo è la
vecchia jotta delle nonne,
composta da aceto bianco,
sale fino, acqua di cottura
della pasta, buccia e succo
di limone, per piatti a mano
ed in lavastoviglie, rispettosa dell’ambiente e gentile
con le manine delle signore; Il Boschetto è una
linea di Sali da bagno per il
piacere della circolazione
del maschietti; Simbuccia
iradia un profumo accattivante grazie alla buccia
d’arancia ed alla cannella;
Il Cigno Verde ed Il Cigno
Rosa sono saponi di vari
formati, i primi di una lunga
serie ancora in fase di maturazione. È divertente e
non costa niente, dal momento che occorrono i consueti utensili da cucina. Il
risultato? Cambia la prospettiva. Le nostre pattumiere ed i nostri sgabuzzini
non sono più un ammasso
informe di resti anonimi,
ma risorse preziose da trasformare con amore, convinte come sono le Cigne
che sia il non-consumo la
chiave di volta per ridurre il
nostro impatto sull’ambiente.
Inizieranno con la primavera degli incontri laboratoriali aperti al pubblico
presso la sede del Circolo
Legambiente ‘Vento in faccia’, in via Olevano a Battipaglia, sì da consentire a
tutti di apprendere le tecniche di saponificazione e soprattutto rendersi conto di
quanto sia facile e conveniente, in tempi come questi
di
austerità,
autoprodurre per il proprio
fabbisogno. Intanto il Cigno
Rosa sarà impegnato domenica 22 aprile con le Scuole
A. Menna di Battipaglia e
sabato 19 maggio con l’Associazione Menti Gloriose
a Roccagloriosa (SA). Per
info:
http://www.legambienteventoinfaccia.it/progetti/cigno-rosa/.
Valentina Del Pizzo
21 E 22
Regia di Alfredo
Crisci
L'Associazione teatrale SAMARCANDA di Battipaglia
metterà in scena la commedia comica SARTO PER SIGNORA di G. Feydeau il 21
e 22 aprile 2012 presso il
Teatro Bertoni di Battipaglia
per la regia di Alfredo Crisci.
Si tratta di una esilarante
commedia in cui le situazioni piccanti, gli intrighi e
i colpi ad effetto sono gli ingredienti principali della sua
drammaturgia il cui profilo
geometrico è impeccabile.
Per questo motivo, Georges
Feydeau, autore dall'estro
comico e dall'inesauribile
vena creativa, è oggi universalmente riconosciuto come
il più grande esponente
della pochade.
Tutta la vicenda ruota intorno alla figura del dottor
Sciosciammocca inguaribile
marpione che intrattiene
una relazione clandestina
con una sua avvenente paziente e per coprire un suo
tentativo di scappatella extraconiugale, inventa bugie
sempre più inverosimili finchè, invischiato nelle sue
stesse finzioni, si trova obbligato a farsi passare per
sarto per signora.
CONTINUA A PAG.
21
Sele
N° 14
14 Aprile 2012
La Zizzona di Battipaglia protagonista nella nuova fiction di Canale 5
Ciociola prepara il 1° “Festival della Zizzona di Battipaglia”
Dopo Benvenuti al Nord e
Benvenuti al Sud, la “zizzona” di Battipaglia, sarà
l’ospite d’onore della prima
puntata della fiction Benvenuti a tavola – Nord vs Sud,
pronta a debuttare Giovedì
12 Aprile su Canale 5. Una
notizia, questa, trapelata
durante la conferenza
stampa tenutasi a Roma nei
giorni scorsi, dove è stata
proiettata una breve sintesi
di quello che vedremo nel
primo episodio della serie
che vanta un cast stellare
da Fabrizio Bentivoglio, a
Giorgio Tirabassi e Teresa
Mannino. La fiction, prodotta da Taodue e Mediaset, vuole celebrare la parte
“buona” dell’Italia prendendo il pubblico, come si
suol dire, per la gola, stuzzicandone i palati già con
il trailer che mostra, tra riso,
tortellini e verdure fresche,
una golosa mozzarella zizzona che al taglio libera
tutta la sua perlacea
bontà.Donato Ciociola, direttore del Salone della
Mozzarella di Paestum, sottolinea “il positivo risultato
di una importante azione di
comunicazione per la valo-
rizzazione della mozzarella di Battipaglia chiamata “zizzona” sia per la
forma che per il contenuto,
partita nel 2010 all’indomani della proiezione del
film “Benvenuti al Sud”.
Con il supporto del Caseificio La fattoria dei fratelli Paraggio – continua Ciociola
- sono stato presente più
volte in eventi del settore
cinematografico ed enogastronomico, per fare apprezzare il prodotto in
questa forma molto “accattivante”. Una azione che
sta dando i suoi frutti anche
a livello di vendite, perché
la richiesta di mercato di
“zizzona di Battipaglia” è
cresciuta in modo esponenziale e, dopo un primo
momento di scetticismo, ne
stanno beneficiando tutti i
produttori caseari del territorio, non solo La Fattoria
dei fratelli Paraggio che per
prima ha creduto nelle potenzialità
comunicative
oltre che gustative della
“zizzona” Un’altra importante notizia è destinata
agli estimatori della mozzarella.
Il successo ottenuto sul
ENZO SALVI, DONATO CIOCIOLA E MASSIMO BOLDI
piano nazionale, dal cinema alla televisione, passando per le più importanti
testate giornalistiche italiane sarà celebrato questa
estate nel primo Festival
della Zizzona di Battipaglia, dal 27 al 29 Luglio
2012. Ideato dallo stesso
direttore del Salone internazionale della Mozzarella,
l’evento
più
importante del settore, e
patrocinato dal Comune di
Battipaglia, il Festival si annuncia ricco di interessanti
appuntamenti gastronomici
e culturali, ma anche goliardici e di intrattenimento.
Pur senza confermare nel
dettaglio il programma
della kermesse, Donato
Ciociola ha accennato alla
sempre più probabile presenza proprio di Claudio
Bisio come padrino dell’evento, ed ha anticipato
l’elezione di Miss Zizzona
di Battipaglia, colei che incarna al meglio la genuinità
e l’autenticità del territorio
e dei suoi prodotti, ed il divertentissimo campionato
dei Mangiatori di Zizzona.
Da non perdere, quindi, il
ricco calendario di eventi
televisivi ed itineranti di cui
la mozzarella di Battipaglia
sarà indiscussa protagonista
nei prossimi mesi.
“Sarto per signora” al teatro Bertoni di Battipaglia
SEGUE DA PAG.
20
Intorno a lui agiscono e si dibattono l'ingenua e fragile moglie,
la pedante e guastafeste suocera,
un domestico impiccione, una
potenziale amante e due mariti
traditi, uno vanesio e l'altro invadente.
Il tutto è condito da un ritmo serrato e travolgente, elemento proprio della farsa.
Questo lavoro gode di una originale riscrittura in lingua napole-
ASSOCIAZIONE SAMARCANDA
tana allo scopo di dargli maggiore forza comica.
Molto è stato attinto da quella
tradizione i cui caratteri e i tipi
sono riconoscibilissimi nella caratterizzazione degli stessi personaggi.
Naturalmente questo è avvenuto
nel rispetto dell'idea creativa di
Feydeau, prestando molta attenzione a non snaturarla, ma al
contrario, esaltandola maggiormente.
Sede
84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247
Sede Amm. va e Filiale:
84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630
Filiali:
84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238
84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608
84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949
84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544
84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433
85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431
21
22
N° 14
14 Aprile 2012
Sele
Un progetto del CNR a Borgo Cioffi
AMICA si è fermata ad Eboli e osserverà il tempo
C’è un nuovo acronimo che
ha fatto da poco il suo ingresso nel mondo della ricerca:
è
I-AMICA
(Infrastruttura di Alta Tecnologia per il Monitoraggio Int e g r a t o
Climatico-Ambientale), un
progetto nato dalla collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.)
con l'Associazione "Comitato Ev-K2-CNR", Ente privato di ricerca, per lo
sviluppo del Sud Italia.
Il progetto, approvato nell'ambito del PON Ricerca e
Competitività 2007-2013 e
cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
per le Regioni Convergenza
(Campania, Puglia, Calabria
e Sicilia), è stato avviato nel
gennaio 2012 grazie alla sinergia sviluppatasi tra 7 Istituti del C.N.R. (IAMC, IREA,
ISAC, ICAR, ISAFoM, IIA,
IBAF), tutti con elevata esperienza, ognuno per il proprio
settore, nel campo delle
scienze del clima, dei sistemi
agroforestali, dell'ambiente
costiero, dell'inquinamento
atmosferico e marino, del rilevamento elettromagnetico
e delle reti informatiche.
Partendo dal presupposto
che il cambiamento climatico globale ed i suoi effetti a
scala regionale hanno conseguenze significative non
solo sull’ambiente e la salute
in generale, ma anche importanti ripercussioni sul
mondo produttivo, il progetto I-AMICA si pone tra i
suoi obiettivi primari il potenziamento e rafforzamento
delle strutture osservative per
il monitoraggio climaticoambientale e la possibilità di
favorire in loco lo sviluppo
tecnologico ed il trasferimento industriale.
In Campania, oltre ad un sito
serra. I dati acquisiti dalla
stazione verranno periodicamente conferiti ad una
banca dati mondiale, parte
della rete FLUXNET, che
provvede, mediante routine
automatiche, ai necessari
controlli di qualità ed a generare grandezze derivate –
quali i tassi di respirazione –
cosiddette di quarto livello.
La rete FLUXNET comprende centinaia di siti permanenti, come quello di
VELIVOLI PER LA RICERCA
AMBIENTALE
E I SENSORI PER LA MISURA
DELLA RADIAZIONE SOLARE
di rilevamento che sarà realizzato nella città di Napoli,
ci sarà una sede operativa a
Eboli – Borgo Cioffi, esattamente
all’interno
dell’azienda
agricola
zootecnica del dr. Gaetano
Iemma (dove sono già presenti laboratori del C.N.R.),
area altamente rappresentativa della realtà agricola della
Piana del Sele e caratterizzata da produzioni ortofrutticole ad elevato contenuto
tecnologico ed imprenditoriale.
Le scelte che hanno portato
ad individuare il Borgo Cioffi
come base delle attività di ricerca del progetto I-AMICA
sono essenzialmente due: la
prima è dovuta alla vicinanza dell'aeroporto di Pontecagnano dove sono di
stanza i velivoli leggeri da ricerche Sky Arrow ERA, di
proprietà del C.N.R., attrezzati con sensoristica avanzata che consente di studiare
la produttività degli ecosistemi agrari e forestali e sono
quindi in grado in pochi minuti di effettuare rilevamenti
sopra il sito di Borgo Cioffi;
la seconda è che il dr. Iemma
collabora già da vari anni
con strutture di ricerca scientifica e molto spesso offre
una preziosa ospitalità a studiosi e tirocinanti nelle
scienze agrarie.
L’acquisizione dei dati climatici-ambientali, condotta
in loco dall’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del
Mediterraneo (il Direttore è il
dr. Riccardo D’Andria ed il
coordinatore del gruppo di
ricerca è il dr. Vincenzo Magliulo), sarà effettuata grazie
a sofisticate attrezzature
quali: analizzatori di gas
operanti nell'infrarosso ed
ultravioletto, spettrometri
laser a cascata quantica, sensori, radiometri, solarimetri,
termocoppie e piastre di
flusso per il suolo, termometri ad infrarosso per la misura
della temperatura del manto
vegetale, anemometro sonico triassiale, analizzatore
veloce a percorso aperto e
quant’altro necessario per le
delicate misurazioni di assorbimento e scambio gas-
Eboli, situati nei cinque continenti e ubicati in tutti gli
ecosistemi terrestri: dalle foreste alle terre umide, dalle
praterie e campi agricoli fino
a deserti, savana e foresta
pluviale.
Le informazioni elaborate
dalla stazione di Eboli saranno, inoltre, rese disponibili sia ai singoli imprenditori
agricoli e/o alle loro Associazioni di categoria, per il miglioramento delle loro
produzioni agricole, che agli
Enti pubblici e privati a fini
della gestione del territorio
Per la sopravvivenza futura
del sito sarà, però, necessario
reperire risorse ad hoc in
quanto, dopo la fine dei progetti europei e nazionali,
non sono previsti altri finanziamenti. Pertanto, la gestione e l’esistenza stessa
della stazione sperimentale
potrebbe non essere più sostenibile nel medio termine.
Salvatore Patrizio
C.N.R./IBAF UOS di Napoli
Il 15 convegno
a Pertosa
SEGUE DA PAG.
11
“meridionalista” Pino Aprile e il
giornalista Gianluigi Paragone.
Ma su tutti, la maggiore attesa si
vive per l’arrivo a Pertosa del
Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca.
Come da alcuni anni a questa
parte, la fondazione MIdA porta
nel Vallo di Diano momenti di
discussione e riflessione di livello nazionale.
Ma la giornata di domenica è
solo la punta di un iceberg di
appuntamenti che si terranno tra
Auletta e Pertosa, i Comuni su
cui opera prevalentemente la
fondazione.
Partirà sabato mattina e si protrarrà fino a lunedì, infatti, il
workshop finale del progetto
“Co/Auletta – Le tue idee abitano qui”, innovativo concorso
d’idee sulla rivitalizzazione di
una parte del centro storico di
Auletta, abbandonato dopo la
sera del 23 novembre 1980: il
cosiddetto “Parco a Ruderi”.
Al workshop parteciperanno
oltre ai 5 finalisti del concorso
(Vida+facil di Barcellona, Aste e
Nodi di Torre Orsaia,
Qart progetti di Firenze, Allies
and Morrison di Londra, Lucchetti&Sghendoni di Reggio
Emilia) molti dei 54 gruppi di
progetto che hanno partecipato
al bando, oltreché la popolazione locale, così da trovare la
sintesi dei cinque progetti finalisti e compiere un unica ottimale idea di recupero e
rifunzionalizzazione.
Per questo durante la tre giorni
i partecipanti al workshop incontreranno diversi protagonisti
della vita pubblica italiana,
come Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento Europeo e
lo stesso Ministro Fabrizio
Barca.
Valerio Calabrese
CHI CERCA. ..
. . . TROVA
Vendesi:
Appartamento uso studio
o abitazione MQ 100
in via Molina, 13
Roccadaspide.
Prezzo € 1.500 al MQ
Tel. 329/6023326
Gastronomia
N° 14
14 Aprile 2012
23
Viaggi e Assaggi
La 44ª tappa del VendittiWineTour al Mec Hotel di Paestum
Il Venditti – Wine – Tour,
l’interessante e seguito
evento enogastronomico,
fa tappa a Paestum.
Giovedì 19 aprile, con inizio alle 20 e 30, nel prestigioso cinque stelle, il Mec
Hotel Paestum, l’enologo
Nicola Venditti,
titolare dell’Antica Masseria Venditti, promuove la
migliore ristorazione italiana, abbinando la gastronomia tipica locale ai vini
doc e biologici di Venditti.
L’evento si terrà nella sala
più incantevole dell’albergo, la “Sole di Mezzanotte”, situata al 5° piano,
con una vista suggestiva
sul mare dove si può ammirare la Costiera Amalitana e l’isola di Capri.
La serata della 44ª tappa
del VendittiWineTour avrà
inizio con i saluti di Luigi
Acanfora, uno dei titolari
della struttura, e seguirà
con l’enologo Nicola Venditti, che presenterà la sua
azienda illustrandone la filosofia.
Sarà aiutato dalle bellissime immagini proiettate
su uno schermo, che
vanno dalla bella cantina
in legno lamellare alle
foto dell’innesto a gemma
e a spacco inglese realizzate nel “vigneto didattico”,
per
finire
le
suggestive foto della vendemmia notturna. Il “vigneto didattico” è un’idea
originale di Nicola Venditti realizzato nel 2005.
Saranno proiettate anche
molte foto delle venti uve
autoctone presenti nel “vigneto didattico” con cui
l’azienda produce i suoi
ottimi vini doc biologici.
Venti minuti circa di belle
immagini e racconti di vita
per conoscere direttamente l’Antica Masseria
Venditti con l’invito finale
alla visita aziendale a Castelvenere all’Isola di cultura del vino.
Sarà spiegato nei particolari la coltivazione biologica e le scelte che tali
normative comportano. Si
definisce biologico il prodotto così ottenuto e diventa veritiero solo se le
autorizzazioni sono riportate sull’etichetta del vino.
A seguire, un menu enogastronomico molto inte-
LE RICETTE
Suggerimenti per cucinare
i nostri carciofi...
Il carciofo è da sempre il “Re” del nostro orto. Personalmente li coltivo e li mangio il più spesso possibile. Non mi
stancherei mai di consumarli. Ecco tre semplici ricette:
NELLA FOTO: NICOLA VENDITTI CON IL “NOSTRO”
DIODATO BUONORA ALL’ULTIMO VINITALY
ressante coniugherà ricercate specialità culinarie ai
vini biologici dell’Antica
Masseria Venditti.
Un benvenuto con “Pane e
Olio” extra vergine d’oliva
di Venditti.
Il menu preparato dallo
Chef inizia con “L’acqua
sale ricomposta e alici di
menaica, cornucopia di
crespellina con uova di
salmone, blinis alla spuma
di baccalà al molossol“. In
abbinamento il Vàndari
Falanghina 2010 Doc
bianco insignito della
Gran Menzione all’ultimo
Concorso enologico Internazionale del Vinitaly di
Verona e Medaglia d’Argento a Biodivino 2011,
concorso internazionale
riservato esclusivamente ai
vini biologici.
“Involucro di semola ai
crostacei nella bisque di
lupini e vongole veraci”
con il Bacalàt 2010, cru
ottenuto
dall’omonima
vigna con tutti i dati catastali dichiarati in etichetta,
compresa la mappa. “Il
carrè di coniglio alle erbe
aromatiche in crosta di
olive pisciottane e cuore
di carciofo stufato” sarà
abbinato al Barbetta 2009
Doc rosso, vino ottenuto
dall’originale ed unico vitigno salvato dalla fillossera negli anni ’30 da un
antenato Venditti, su consiglio delle “cattedre ambulanti”, segnalato con
90/100 da Wine Spectator.
“La ricotta bufalina e pera
spadona dell’alto cilento
al mosto cotto di Venditti”
chiuderà la serata abbinata alla Grappa di Barbetta, un distillato unico
nel suo genere che ci saluterà magnificamente.
Il servizio vini sarà curato
dal sommelier professionista AIS Enzo Di Donna.
Sarà presente la delegata
AIS Cilento – Vallo di
Diano Dott.ssa Maria Sarnataro. Il costo della serata è di euro 35 a
persona.
Chi ha già vissuto quest’esperienza può confermare che sarà una serata
veramente da ricordare.
Info: 0828 722444
[email protected]
Diodato Buonora
[email protected]
Carciofi al prezzemolo
Ingredienti per 4 persone: 8 carciofi, olio extravergine
d’oliva, pangrattato, aglio, limone, prezzemolo, sale.
Procedimento: mondare i carciofi delle foglie dure e delle
punte e metterli in acqua acidulata con succo di limone
per qualche minuto. Tritare l'aglio e il prezzemolo, metterne un cucchiaino fra le foglie di ciascun carciofo, disporli dritti in una teglia con l'olio e un bicchiere di acqua,
cospargerli di pangrattato e sale e farli cuocere a fiamma
bassa. Vino consigliato: Pietrarosa 2009, Greco di Tufo
Docg, Di Prisco.
Carciofi al caciocavallo
Ingredienti per 4 persone: 4 carciofi, 3 uova, 200 g di caciocavallo stagionato grattugiato, 25 g di burro, sale.
Procedimento: cuocere i carciofi per 10 minuti in acqua
bollente salata. Scolarli, dimezzarli e disporli sul piatto di
portata. Mettere in una casseruolina, a fuoco bassissimo,
nel burro già sciolto, i soli tuorli e il caciocavallo grattugiato. Mescolare finché il composto sarà legato ed omogeneo. Versare la salsa sui carciofi e servire.
Vino consigliato: Paistom 2011, Aglianico rosato Paestum
Igt, I Vini del Cavaliere.
Rigatoni ai carciofi alla carbonara
Ingredienti per 4 persone: 320 g di rigatoni, il cuore di 4
carciofi, 150 g di pancetta a dadini, 4 cucchiai di olio evo,
60 g di caciocavallo stagionato grattugiato, pepe, 1 cipolla
piccola, 2 uova, 2 tuorli d’uova.
Procedimento: Pulite i carciofi eliminando le foglie esterne
e tagliateli a lamelle sottili. Tritate la cipolla. Mettete in una
padella l’olio, la pancetta e la cipolla tritata e rosolate gli
ingredienti aggiungendo anche i carciofi e, infine, il sale.
In una grande ciotola a parte, sgusciate le uova (2 intere e
2 tuorli), sbattetele e aggiungete il caciocavallo grattugiato
e il pepe macinato, quindi amalgamate gli ingredienti fino
a formare una crema densa. Lessate i rigatoni in abbondante acqua salata, quindi, scolateli, uniteli al condimento
e fateli saltare qualche secondo in padella con la pancetta
e i carciofi. Versate il tutto nella ciotola contenente il composto di uova, amalgamate velocemente, impiattate e servite immediatamente.
Dibbì