N°14 del 14/04/2012
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N°14 del 14/04/2012
0828. 720114 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it € 1, 00 Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - CapaccioPoste Italiane - Spedizione in a. p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€ L’ANALISI di Aurelio Di Matteo Un piede in due staffe LA STORIA 1966, DUE FIDANZATI UCCISI NELLA PINETA DIANO TRIBUNALE: PARLA IL PRESIDENTE ROBUSTELLA MOTTOLA A PAG. 8 CITRO A PAG. 17 7 L’EDITORIALE ARTICOLO A PAG. 4 di Edi Cembalo* Schiaffi ai forestali ARTICOLO A PAG. 6 La questione degli operai forestali in Campania è davvero una storia triste e senza fine. Nemmeno il clima di passione e resurrezione della Settimana Santa è riuscito a sciogliere il nodo stretto che stringe alla gola i 4390 operai delle Comunità Montane della Campania. L’ennesima farsa si è conclusa a Napoli il 05 aprile 2012, l’ennesimo schiaffo in faccia ai tanti lavoratori forestali che CONTINUA A PAGINA PROSSIMA USCITA IL 21 APRILE SQUECCO C’E’ L A SCU O LA EL EMEN TARE “ D’ACQU I STO ” Chiedere un po’ di chiarezza politica anche a Capaccio, come il commissario del PDL campano On. Francesco Nitto Palma ha fatto per la Giunta regionale di Caldoro, si sta rivelando non una mia monotona insistenza, ma un’urgenza che potrà mettere subito in crisi la maggioranza che uscirà dalle urne di maggio prossimo. Non saprei se è politicamente più condannabile il voltagabbana o chi sta a metà del guado, volgendosi una volta indieCONTINUA A PAGINA Anno XIV n° 14 del 14 Aprile 2012 11 Presente alle elezioni 2012 CAPACCIO. C’è un incendiario che devasta il paese BATTIPAGLIA EBOLI di Ernesto Giacomino di Francesco Faenza Gioventù bruciacchiata Sanità pubblica, solo i primi 35 ce la faranno... “Scintilla è stato qui”, s’è trovato scritto su un muro della scuola media “Fiorentino”, oggetto di un tentativo d’incendio nel giorno di Pasquetta. Che dire, ci si augura che quella stessa scritta la ritroviamo presto su una parete del carcere di Fuorni, o – se il vandalo ha tal deretano da trovarsi ancora al di sotto dei diciott’anni – del centro di rieducazione di Eboli. Che poi: Scintilla, pensa un po’ l’originalità. I primi pazienti arrivano alle cinque di mattina. Sono pensionati o disoccupati. Prendono un foglio, una penna, scrivono il loro nome, compongono la lista degli speranzosi e aspettano. Alle sei arriva l'alba, le prime luci del sole nemmeno tanto caldo negli ultimi giorni. Alle sette si vede uno spicchio di sole dietro i monti Alburni e la speranza diventa meno raggelante. Alle otto arrivano i dipendenti dell'Asl ancora stravolti CONTINUA A PAGINA 20 CONTINUA A PAGINA 18 2 N° 14 14 Aprile 2012 A proposito del Cilento della Campbell, Clooney e Middleton… e Troiano Chi è il giornalista della “ficazza cu’ li frinfuli”? Di chi è la regia dei falsi scoop sul matrimonio di Naomi Cambell nelle grotte di Pertosa e Clooney disposto ad accasarsi, nel vero senso della parola, a Cicerale o Polla? C’entra certo Klaus Davi, così come in questi giorni ha documentato la Ferpi, l’associazione professionale dei pr, e il quotidiano “Italia Oggi”, e più modestamente da questo giornale, ma non è da escludere l’aiuto di un giornalista specializzato, originario di questa zona. Il nome è sulla bocca di tutti ma nessuno osa pronunciarlo per non incorrere nelle sue ire (tanto mite non è diciamo noi che lo conosciamo). Dopo l’ultima boutade (casa per Clooney nel paese dei ceci) si spera solo che Troiano, presidente del Parco per concorde volontà di Bassolino e Berlusconi, non ci si butti come al solito, con partenopeo sprezzo del pericolo. Fa specie come giornalisti di vaglia siano caduti in questo vero e proprio pesce d’aprile e invece di abbozzare un sorriso e dire “chapeau” continuino a registrare dichiarazioni di sindaci e di produttori di “ficazza cu’ li frinfuli” (copyright Lucio Capo). Intelligente e molto arguta la reazione dello scrittore cilentano Paolo Abbate : “Io mangio mediterraneo da una vita, vivo non proprio a Cicerale ma sempre nel Cilento però con la salute non va proprio benino, con questi malanni per lo più di natura psicosomatica. Me la prendo con tutte le sofferenze inferte dalla specie umana a Gaia, il Pianeta vivente, e la notte faccio GIOVANI CUOCHE INTENTE A SCEGLIERE GLI INGREDIENTI PER LA FAMOSA “FICAZZA CU’ LI FRINFULI” spesso brutti sogni, dei quali ne fa le spese Bibò, il mio cagnolino, costretto a fuggire dal letto perché raggiunto da fasi agitate dei miei continui incubi. Poi però rimonta sul letto fiducioso, sapendo che non l’ho fatto a posta. Come si fa a vivere cent’anni in queste condizioni? E tu come farai con la paura di morire che ti assilla? Sarebbero cent’anni di tortura i tuoi. I centenari di Cicerale, famoso per i longevi e per la Fiera nazionale dei prodotti biologici in agosto, sanno che la morte è una naturale fase della vita e quindi non ne hanno paura. Guarda come sono contenti e come ridono quando masticano senza i denti la torta offerta dal Sindaco per il loro compleanno! A proposito, se compri casa a Cicerale (la bella e antica Polla non è per sua scelta nel Parco nazionale) devi abitarci con costanza e non fare come a Como da dove te ne sei andato, forse perché come dicono i miei amici comaschi non eri molto gradito. A parte il fatto che è la Sardegna la zona del mondo in cui è più alta la percentuale di persone che hanno superato il secolo, la first lady americana non ti ha informato bene, o almeno esaurientemente. Non è questione solo di cosa si mangia il fatto di vivere a lungo. La longevità dipende dallo stile di vita. Non angustiarsi cioè di quello che succede nel mondo, accarezzare il cane, discutere al bar o ai giardini con gli amici del tempo degli amori passati o della squadra del cuore, oppure del raccolto be- vendosi un bicchiere di vino rosso ( uno solo però). Infine pettegolare e prendersi in giro e quindi farsi delle belle risate. Fumare magari la pipa o il sigaro davanti al caminetto, ma soprattutto camminare. Lo faresti tu tutto questo? Ma se vai solo in moto! Ti confido che sono d’accordo con i soliti maligni. Tu vivi molto di pubblicità, pagata benissimo, e questa della tua voglia di longevità, della dieta mediterranea, fatta propria dal Parco nazionale, è molto probabilmente una bella trovata pubblicitaria, dopo quella del carciofo bianco e dei fagioli di Casalbuono, serviti ogni giorno sulla mensa dei reali inglesi. Adesso era la volta di lanciare oltre oceano i famosi ceci di Cicerale”. Un solo appunto a Abbate: Clooney, Campbell e Kate Middleton (sì anche la principessa è stata tirata dentro a queste storie…) non c’entrano niente. C’entrano eccome certi vecchi bucanieri del denaro pubblico che con queste tecniche da magliari sperano di recuperare un po’ della perduta virginità. Rosario Di Marco Capaccio N° 14 14 Aprile 2012 3 Dalla stazione di Capaccio a Fonte di Roccadaspide: realtà, sogno e degrado Rettifilo e le sue tante storie e eccellenze Alla Stazione di Capaccio/Roccadaspide è spettacolo da terzomondo lo spiazzo antistante con l'ingorgo delle macchine (numerose in coincidenza con l'arrivo e la partenza dei treni), che si destraggiano a stento tra buche ed avvallamenti nelle giornate di pioggia, terriccio polveroso e stridente alle sgommate nella stagione calda. E "Benvenuti nel regno del degrado" con il muraglione di cinta a conquista di un florido canneto, di un tiglio profumato e di una ficaia lussureggiante di vegetazione spontanea e con il cancello malfermo a protezione(!?) di materiale ferroviario di risulta ad invasione di rovi de "La piccola", come si chiamava quella parte di stazione..Che peccato i vecchi locali da deposito con i tetti cadenti e gli infissi sbrindellati! E grida vendetta, per il colpevole abbandono, l'enorme patrimonio edilizio, che, invece, potrebbe essere immesso nel circuito fecondo di attività produttive. Colpa di certo delle Ferrovie dello Stato, che con la trovata delle stazioni "impresenziate" si lavano mani e coscienza, ma anche della latitanza irresponsabile e della tacità complicità degli Enti Locali (comuni di Capaccio e Roccadaspide, innanzitutto, titolari almeno di nome, della stazione), che non ne reclamano un riuso intelligente. Per la verità si potrebbe attivare anche la Comunità Montana ed avviare un procedimento amministrativo di appropriazione attraverso un opportuno protocollo di intesa con la Società delle Ferrovie, che troverebbe utile e conviente, suppongo, immettere nel circuito della fruizione un patrimonio diversamente destinato al degtrado totale.Si potrebbe configurare, così, un polo funzionale con:punti di accoglienza con tanto di pannelli luminosi e poster, uffici/informazioni e vetrina di prodotti tipici artigianali ed enogastronomici di tutto il territorio della Comunità lungo i due versanti:da Capaccio a Stio, da un lato, e da Roccadaspide a Sacco, dall'altro. Sarebbe questa una strada da percorrere fino in fondo per i giovani che vogliano correre l'avventura stimolante del rischio di impresa. Se ne potrebbe occupare anche il Patto Magna Grecia così come il Parco del Cilento o il Corsozio di Bonifica o un organismo che faccia rete e sinergia di produttività di tutti questi enti messi insieme. Una cosa è certa:urge procedere speditamente ad una bonifica della zona anche come supporto di "servizi" (Bar, tavola calda, cartolibreria, edicola, ecc.) come reclama ed impone un importante plesso scolastico, l'attiguo Liceo Scientifico, con una popolazione scolastica con mille utenti o giù di lì. Nei lontani anni della mia giovinezza la statale dalla Stazione per Capaccio era un nastro rettilineo fino al Petrale: Senza la barriera della variante a scorrimento veloce la pianura spaziava a perdita d'occhio verso le colline popolate di paesi, da un lato e dall'altro. Di fronte, la Madonna del Granato vegliava su uomini e campagne dalla balconata luminosa del Calpaziol Masserie e casali.radi,scandivano i ritmi del lavoro con i sudori dei salariati a gonfiare il portafogli dei latifondisti nell'alternarsi delle stagioni e delle colture. Oggi " Il Rettifilo" è una contrada popolosa e vivace, con l'animazione civettuale delle attività commerciali e di servizi sul fronte strada e la paciosa aria di paese nell'interno, con orti e giardini ad arredo di case basse, linde, ordinate, lungo brevi rettangoli di vie a conquista di chiesa e/o ad incrocio di viale che ostenta con disinvoltura siepi di ulivi di geometrica fattura a guida verso l'Azienda Vannulo, santuario di prodotti di nicchia con l'oro bianco della mozzarella d'autore a farla da padrone, E', forse, la contrada più compatta delle tante di pianura. Gli "esploratori" della prima generazione scesi dai paesi delle colline reclamano da tempo, con determinata motivazione, un "comitato di quartiere" promesso e mai realizzato da qualche "cacicco" interessato a mantenere lo status quo per garantarsi consensi elettorali. Forse sarebbe tempo di valorizzare un "territorio a quadrilatero" che trovi nella Stazione, nel Rettifilo, nell'Azienda Vannullo e nel Cafasso gli angoli di un raccordo fecondo, sempre che si bonifichi l'intera area con una funzionale rete stradale, a cominciare dalla valorizzazione dell'esistente, e si recuperi un patrimonio edilizio rurale in abbandono. Sarebbe, tanto per fare un esempio, uno straordinario contenitore di attivitàdi so- cializzazione e/o di area espositiva il cadente "casino" D'Alessio in posizione centrale e a margine di strada interpoderale tra Rettifilo-Vannulo, da un lato, e Stazione-Cafasso, dall'altro. E ciò senza ipotizzare stravolgimenti di piano regolatore prossimo venturo, ma semplicemente recuperando e valorizzando l'esistente. La vasta contrada sarebbe così destinata ad un grande sviluppo se solo si attivassero i tanti contenitori esistenti inutilizzati, facendone un polo di eccellenza articolato e vario nella prismaticità dell'offerta, che spazi dall'agricoltura di qualità, al commercio di nicchia, ai Beni Culturali ed Ambientali, al recupero della civiltà contadina e della memoria storica.Quanti, soprattutto delle nuove generazioni, sanno che da queste parti ci fu un "cimitero di guerra" e, un pò più giù, addirittura un tentativo di "aeroporto militare"!? (E l'ottimo e colto amico Enzo Di Sirio, che mi legge, di questa recente pagina di storia è cultore e maestro).Quella stagione del nostro vissuto collettivo, "Operazione Avalanche" e "Sbarco degli Alleati" è tutta da recuperare e potrebbe offrire una occasione straordinaria per attivare un filone turistico verso Inghilterra e “MARMI PIETRE E MATERIALI RICOMPOSTI NELLE NUOVE ESPRESSIONI DELL’ARCHITETTURA MODERNA” S. S 18 Km 91, 150 > 84047 Capaccio Paestum (Sa) tel +39 0828 723617 > fax +39 0828 723618 www. marmisacco. it > info@marmisacco. it Stati Uniti, che qui persero e seppellirono, anche se per breve tempo, i loro soldati caduti nella II Guerra Mondiale. Certo ci vuole fantasia, spirito di intraprendenza e determnazione innanzitutto da Parte dell'Amministrazione Comunale, sempre che possa contare su intelligenze e competenze professionali all'altezza del ruolo e con un profilo di credibilità così come storia, cultura, tradizione, passato, presente e, soprattutto, futuro di Paestum consigliano e consentono. Lo reclamano i cittadini della popolosa contrada.Lo reclamano i ragazzi del Lico Scientifico che sono la nostra speranza e i cittadini,ci auguriamo operosi, di domani. Ci dovrebbero pensare con serietà ed impegno i candidati focalizzando queste tematiche più che le ammucchiate raccogliticce senza il collante/anima di una progettualità affidabile e convicente. Vorrei tanto che succedesse!!! Così come vorrei che che si tenesse conto che non c'è soluzione di continuità, ormai,tra gli -insediamenti abitati del Rettifilo e del Petrale, che è, da sempre, approdo e snodo di strade, quella d'acqua del fiume, che ferisce e feconda i campi, quella che, in comodi tornanti, scala la collina verso il capoluogo e quella, infine, che galoppa spedita alla conquista di Seude, Vuccolo Maiorano, Tempa San Paolo e Scigliati, isole di un arcipelago senza raccordi e connesioni. Ma questa è un'altra storia e con altre problematiche. P.S. Chiedo scusa della lunghezza dell'intervento, ma la passione civile e l'amore per il territorio mi hanno preso la mano. Giuseppe Liuccio [email protected] 4 N° 14 14 Aprile 2012 Capaccio ELEZIONI. Il Tar riammette Roberto Squecco Riparte la lista di Castaldo e Monzo ROBERTO SQUECCO Come ampiamente previsto il Tar decreta la riammissione di Roberto Squecco. Sarà pertanto una sfida a tre quella alla poltrona di sindaco di Capaccio Paestum alle prossime elezioni Comunali del 6-7 maggio. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dal candidato sindaco Roberto Squecco (nella foto) in merito all’esclusione della sua unica lista “Popolari Capaccio Domani” dalla competizione elettorale. La lista, facente capo a Squecco, era stata esclusa perché ritenuta non idonea dalla commissione circondariale di Eboli, che aveva riscontrato vizi di forma legati al fatto che la stessa non era stata collegata al L’ANGOLO DELL’INFORMATICO. candidato sindaco con relativo atto scritto. In merito, il Tar si è espresso favorevolmente circa la riammissione alla competizione elettorale della lista “Capaccio Popolari Domani”, poichè, in quanto unica della coalizione, non può far altro che capo al candidato sindaco Squecco. Una risposta che è giunta repentina e ha confermato le aspettative dello stesso Squecco, che si era detto fiducioso nell’accoglimento del ricorso da lui presentato. L’imprenditore 38enne svolge attività che vanno da diversi campi: dalla distribuzione all’ingrosso di prodotti alimentari alle onoranze funebri, dalla distribuzione di carburanti alla gestione di un lido balneare. Squecco è DI stato anche oggetto di vicissitudini giudiziarie ed è titolare di una società che opera in Romania. Di seguito la lista di Roberto Squecco: Lista “Popolari Capaccio Domani” (16 candidati) Agati Silvano (13-2-74), Andriuolo Francesco (1-3-2-86), Ariete Carlo (28-2-92), Calamusa Salvatore (14-8-86), Cantalupo Teresa (18-11-68), Casella Giuseppe (19-3-49), Castagna Antonio (14-1153), Castaldo Giuseppe detto Pinello (3-7-58), Grimaldi Maria (21-8-75), Puca Mario (1-12-61), Massa Teresa (1710-84), Mauro Tommaso Michele (29-9-87), Monzo Vincenzo detto Enzo (1-758), Ricco Antonio (1-6-59), Santonicola Maria detta Mery (8-4-88), Strafella Antonio (25-9-84). GIUSEPPE MIGLIORINO La libreria più grande del mondo? Nelle nostre case! Leggere fa bene, e non solo alla mente. Secondo recenti studi, infatti, la lettura apporta benefici a tutto il corpo, ci fa sentire meglio e ci rende anche più felici. Insomma, un libro non fa mai male. Purtroppo nelle nostre zone non è sempre facile trovare il libro che più ci interessa, il saggio che volevamo tanto leggere o la biografica di quel personaggio che tanto abbiamo ammirato. E ancora più difficile è scoprire nuovi autori, libri sconosciuti e manuali che potrebbero interessarci, dato che le librerie si contano sulle dita di una mano. Fortunatamente, però, da qualche mese anche in Italia si stanno diffondendo gli e-book, letteralmente “libri elettronici”: dei testi in formato digitale che possono essere acquistati e scaricati direttamente online e letti su qualsiasi smartphone, tablet o computer in nostro possesso. Le più grandi case editrici nostrane già oggi propongono migliaia di libri in formato digitale, trasformando letteralmente la nostra casa in una immensa libreria. Alcuni esempi? Su Amazon.it si possono trovare tantissimi libri in lingua italiana, dai best seller alle ultime uscite, dai libri di autori sconosciuti ai manuali per i professionisti. Basta effettuare una ricerca, trovare il libro digitale che ci interessa, leggerne magari un’anteprima e, infine, procedere con l’acquisto. I prezzi sono di solito inferiori del 10-15% rispetto alla controparte cartacea. Una volta completato l’acquisto, l’e-book viene automaticamente scaricato e in pochissimi minuti, senza muoverci da casa, avremo a disposizione il libro tanto desiderato. Oltre ad Amazon, anche Apple propone migliaia di libri che possono essere acquistati e scaricati direttamente da un iPhone o un iPad grazie all’applicazione gratuita iBooks. In entrambi i casi, sia su Amazon che nel negozio online di Apple, tutti gli ebook acquistati e scaricati possono essere copiati sul computer, su un altro telefono o su un tablet e possono quindi essere letti in qualsiasi momento. Certo, il piacere di sfogliare una pagina è intramontabile, ma avere la possibilità di acquistare qualsiasi libro direttamente da casa è un vantaggio non trascurabile. Giuseppe Migliorino Paestum CRONACHE DI CETRIOLI E CARCIOFI Il 20/09/ 2010, con delibera di G.C., il Comune di Capaccio approvò il progetto preliminare per la riqualificazione di Torre di Mare, così come era scaturito dal Concorso Internazionale d’Idee per Paestum. Da quella data nulla si è saputo del progetto, dell’idea e del 1.000.000 di euro che il sen. Gaetano Fasolino fece inserire nella finanziaria del 2006. L’iniziativa fu pubblicizzata con una esaustiva mostra nel Museo Archeologico di Paestum e risultò vincitore il gruppo di progetto, guidato dall’architetto Paolo 5 L’INVIATO “MR NEURO” CONTRO GLI SPRECHI E PER IL PROGETTO DI LEGAMBIENTE Vale 2.803.389,61 idee riqualificanti Vitti. L’importo complessivo del progetto ammontava a 2.803.389,61 così suddivisi: 908.000euro, della succitata finanziaria e ad occhio ne mancano già 92.000, più 1.895.389,61euro reperiti mediante l’istituto del leasing in costruendo. L’intervento proposto esprimeva, intervenendo sulle diverse potenzialità individuate nell’area di Torre di Mare, molteplici azioni riqualificanti che potevano raggiungere l’unico e concreto risultato di tramandare ai posteri i valori di Paestum, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, ma tutto questo non è accaduto. Mentre gli accidenti, dalla nuova SS 18 e alla ferrovia hanno reciso,per sempre, l’antica relazione tra Paestum e il suo territorio, formando una barriera oramai consolidata, con l’aggravio della chiusura del passaggio a livello e della mancata costruzione del sottopasso ferroviario, ancora i cittadini di Capaccio si chiedono, stupefatti, che fine hanno fatto i 4.500.000 di euro versati nelle casse del Comune e mai utilizzati per la realizzazione dello stesso. A ciò si aggiunga l’edificazione indiscriminata di caseggiati che N° 14 14 Aprile 2012 Anche Striscia per Paestumanità circondano l’Area Archeologica, che hanno alterato e compromesso i valori paesaggistici e storici della Chora. Stendiamo un velo pietoso sulla viabilità, vecchia e nuova, attorno alle Mura di Paestum, che pone di fatto una limitazione alla valorizzazione del bene archeologico. E il dolce in fondo, la fascia costiera, oramai compromessa dall’edificazione realizzata, a cavolo di cane, tutto intorno all’antico borgo di Torre di Mare, compromettendo, di fatto i flussi turistici “Culturali”, gravitanti sull’area archeologica con quelli balneari-elioterapici. Ancora oggi la stragrande maggioranza dei turisti che visitano Paestum, non sanno che Poseidonia fu edificata su un banco di travertino che emergeva dal mare e da esso era bagnata e servita. “Milioni che vanno e che vengono. Milioni che entrano ed escono. Milioni di sotto e Milioni di sopra. Se tutti sti Milioni fossero andati alla gloriosa cucurbitacea che a nascondino fa giuoco tra le gole dell’evacuo…..sarebbe stato meglio!!!” “ Poeta unescato” Lucio Capo In una giornata uggiosa Paestum ha accolto l’inviato di Striscia la notizia, Mr Neuro (al secolo Charlie Gnocchi, fratello del più noto Gene), giunto fino alla città dei templi per raccontare gli sprechi avvenuti negli ultimi anni sul fronte turistico e insieme per manifestare la sua adesione al progetto Paestumanità Comprare per Salvaguardare, lanciato da Legambiente nelle ultime settimane. L’attenzione di Striscia è stata attirata dall’articolo di Gian Antonio Stella apparso la scorsa settimana sulle pagine del Corriere della Sera. Così, il tg satirico di Antonio Ricci ha contattato il circolo pestano di Legambiente per farsi accompagnare nei luoghi dello spreco. E allora, l’anfiteatro coperto dalla strada borbonica, i parcheggi abbandonati e vandalizzati, lo spreco dell’acquisto della Cirio, la strada “soprelevata” con la pista in tek, sono finiti nell’obbiettivo delle telecamere Mediaset. Nelle prossime settimane andrà in onda il servizio, con Charlie Gnocchi e Lucio Capo (direttore di Legambiente Paestum) a fare da ciceroni tra le rovine antiche, bellissime e ammirate, e quelle moderne, sdegnanti e malcelate. Ma la presenza di Gnocchi è stata, come detto, l’occasione per far conoscere al grande pubblico (Striscia conta in media 7 milioni di spettatori a puntata) il progetto Paestumanità. Lo stesso Gnocchi ha versato i suoi 50 euro per aderire alla colletta per acquistare i terreni privati che insistono all’interno della cinta muraria. L’adesione di Charlie Gnocchi si aggiunge a quella di altre numerose personalità del mondo della stampa, della cultura e dello spettacolo: da Gian Antonio Stella a Gillo Dorfles, da Antonello Caporale a Gianluigi Nuzzi, da Ermete Realacci a Giovanni De Luna. La lista completa dei sostenitori e le modalità per aderire sono sul sito www.paestumanita.org. Valerio Calabrese 6 Capaccio N° 14 14 Aprile 2012 LA POLITICA. Consigliere o assessore, questo è il dilemma! Chiuse le liste, aperte le urne la campagna elettorale al via L’elenco è stato stilato. Le truppe sono state schierate. La “battaglia” elettorale entra nel vivo. I candidati a sindaco hanno risolto, bene o male, la questione della composizione delle liste tagliando o cucendo in base alla necessità di garantire un “certo” equilibrio tra tutti i concorrenti. È del tutto evidente che, fatti i dovuti confronti, non saranno in molti i candidati consiglieri presenti in ogni lista che potranno entrare in consiglio. Mentre sono in tanti a sperare in recuperi a seguito di ingressi in giunta da parte dei “big” del voto. Allo stato dell’esperienza passata, sia con Enzo Sica sia con Pasquale Marino, il fatto di affidare agli eletti più votati le responsabilità degli assessorati si è rivelato ferale per le maggioranze, per quanto ampie, che le ultime due amministrazioni disponevano. Ecco perché, sarebbe opportuno che i candidati sindaci si facciano carico del problema e lo affrontino con i candidati a sedere in consiglio comunale stabilendo che saranno loro ad avere il ruolo centrale nella fase come prevede la legge. Sarà il consiglio che dovrà programmare e controllare l’azione amministrativa. Gli assessori dovranno, invece, attuare quel programma nel migliore dei modi possibili e renderne conto ad un consiglio vigile e pronto a sanzionare. In realtà, questo aspetto della ri- partizione dei carichi di responsabilità è il principio su cui si basa lo spirito della legge che impone ai consiglieri chiamati a ruoli operativi in seno alla giunta l’obbligo di dimettersi dal consiglio. I consiglieri eletti, così si troveranno spogliati dell’investitura popolare per vestirsi di quella che il sindaco vorrà assegnare loro. È il prezzo (rischio) che in tanti, finora, sono stati disponibilissimi a pagare pur di mettere le mani sul potere di fare più che sentirsi appagati del potere di programmare, controllare e di rendere conto ai propri elettori delle “promesse” fatte in campagna elettorale. Certo, questo metterà in difficoltà quanti si presenteranno ad amici e parenti quali potenziali “supplenti” di quanti potrebbero essere chiamati a dimettersi per assumere la carica più ambita. Questa è la “tattica” per convincerli (o convincersi) che c’è spa- zio anche per le seconde linee. C’è da aggiungere che, con la riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori, i posti in “palio” si sono ridotti e, contestualmente, sono aumentati i “candidati” che potenzialmente possono aspirare alla cariche in “concorso”. Sarà una caccia spietata al voto di preferenza e gli elettori saranno sottoposti a pressioni sempre più accentuate. Dalla parte degli elettori, però, c’è l’opportunità concessa dalla legge elettorale che consente di “nascondersi” nel grande mare della segretezza del voto depositando nell’urna un voto nell’interesse generale della città. velina LA CURIOSITÀ Una simulazione sulla futura composizione del consiglio Tanto per mettere un po’ di pepe nella competizione proviamo a prevedere, senza alcune pretesa di scientificità ma andando a sensazioni, la possibile composizione del prossimo consiglio se a prevalere dovesse essere Italo Voza come sindaco: All’Altra città 3/4 seggi: Nicola Ragni, Franco Longo, Marilena Montefusco, se dovesse scattare il quarto consigliere, sarebbero diversi i L’INCENDIO DELLA possibili “fortunati”: Vincenzo Taddeo, Gerardo Rega, Tonino Pepe, Antonio Di Filippo e Maria Vicidomini. Alla lista Nuova primavera 2/3 seggi: Roberto Voza, Franco Sica e Domenico Nese Per la Lista Lab. Futura 3/4 seggi: Enzo Di Lucia, Leopoldo Marandino, Franco Petraglia; se dovesse scattare il 4 seggio i favoriti sarebbero Nino Pagano o Luciano Farro. Alla lista Vota col Cuore ½ seggi: Paolo Paolino, Bruno Giuseppe e Voza Eustachio. Per la lista A voce alta 2/3 seggi: Ciuccio Roberto, Mauro Gabriele, il terzo seggio potrebbe toccare a Pasquale Mazza o a Paolillo Maurizio. Se a prevalere dovesse essere Gennaro De Caro, il consiglio potrebbe essere composto così: Lista Alternativa Democratica: D'Amico Giuseppe, La Manna Carlino, Gorga Mi- chele. Tutti gli altri si dividerebbero i posti assegnati alla lista per i voti riportati grazie ad una manciata di voti. Lista Nuovo Municipio: Gnazzo Mauro, Tarallo Franco, Monzo Giovanni, Miglino Gianpiero. Tutti gli altri si dividerebbero i posti assegnati alla lista per ai voti riportati in una manciata di voti. Lista Popolari Capaccio Domani: Castaldo Giuseppe detto Pinello, Monzo Vin- cenzo detto Enzo, Tutti gli altri si dividerebbero i posti assegnati alla lista per ai voti riportati in una manciata di voti. Ribadiamo che questa è solo una esercitazione accademica basata su sensazioni e su dati relativi a precedenti consultazioni elettorali. Ovviamente, tutto può cambiare in base alla volontà del corpo elettorale che è sovrano … noi saremo qui a registrarlo. “SALVO D’ACQUISTO” Inascoltato dal commissario l’appello di dirigente e genitori Ennesimo raid vandalico a Capaccio Scalo. Per la seconda volta in pochi mesi è stato preso di mira il plesso che ospita le Scuole Elementari "Salvo D'Acquisto". Questa volta i malfattori hanno appiccato il fuoco a molto materiale didattico e a parte degli arredi scolastici, provocando ingenti danni in tutte le classi e rendendo necessaria un'imponente opera di bonifica, attraverso le fasi della pulizia prima e della ritinteggiatura poi. Nel frattempo, al momento, sono ancora incerti i tempi di rientro a scuola dei bambini, anche in attesa di qualche solu- zione alternativa. Per i vandali entrare nell'edificio è stato un gioco da ragazzi. Nella parte posteriore infatti c'è un cancello rotto ed aperto da anni, poi hanno rotto un vetro di una porta e in pochi secondi hanno potuto esibire tutto il loro repertorio, con tanto di incendio e di allagamento. Il tutto consentito anche grazie alla mancanza della videosorveglianza, dato che la telecamera di cui è dotata la scuola è perennemente fuori uso. E dire che circa due mesi fa si era verificato un altro episodio simile che aveva tenuto i bambini lontani dai banchi per un'intera settimana. In quella occasione i genitori dei circa trecento alunni avevano stilato e firmato un documento nel quale chiedevano l'intervento immediato del Commissario Prefettizio Donniacuo, attraverso la messa in sicurezza dell'istituto con telecamere, inferriate e sorveglianza diurna e notturna. Richieste rimaste completamente inascoltate e ritenute indegne di risposta fino ad oggi. L'iniziativa dei genitori era stata pensata a supporto delle richieste della Dott.ssa Enrica Paolino, Dirigente Scolastica del Circolo di Ca- paccio Scalo, che da più tempo aveva chiesto al Comune interventi mirati a tutelare la struttura e la sicurezza degli alunni, interventi mai arrivati e richieste sistematicamente disattese. Inutile dire che oggi, come genitori, non possiamo che apprezzare il lavoro svolto dalla Dirigente, dagli insegnanti e dal personale, anche questa volta giunti sul posto a constatare, con sgomento, l'accaduto e a cercare di rimboccarsi le maniche per trovare l'ennesima soluzione all'ennesima emergenza. Manco se fossimo nella più squinternata scuola di periferia, Capac- cio Scalo oggi per gli operatori, per i genitori e per gli alunni è una vera e propria " SCUOLA DI TRINCEA". Resta l'amarezza per quanto accaduto, per quanto si poteva fare e per quanto non si è fatto. Il tutto nell' assordante silenzio delle istituzioni, stancamente ripiegate nello svolgimento delle proprie mansioni di ordinaria amministrazione, e della politica, assorta in tutt'altre beghe e in tutt'altre faccende. Nel frattempo la cultura e l'istruzione languono, ferite a morte dall'ignoranza, dal disagio e dal vuoto. Giuseppe Lascaleia Capaccio N° 14 14 Aprile 2012 7 AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA L’assemblea ordinaria dei Soci della Banca di Credito Cooperativo di Aquara è indetta in prima convocazione per il 29 Aprile 2012, alle ore 8.00, in apposita sala allestita presso il Savoy Beach Hotel in via Poseidonia, n. 41, 84063 Capaccio-Paestum (SA), e qualora nel suddetto giorno non si raggiungesse il numero legale prescritto per la valida costituzione dell’assemblea, in seconda convocazione per venerdì 11 Maggio 2012, alle ore 19.00 nella medesima sala prevista in prima convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: PARTE STRAORDINARIA 1.modifica degli articoli 2, 3, 8, 9, 13, 14, 15, 21, 25, 28, 30, 32, 33, 34, 35, 37, 40, 42, 44, 46 e introduzione dell’art. 52 dello statuto sociale; 2.attribuzione al Presidente del Consiglio di Amministrazione, nonché a chi lo sostituisce a norma di statuto, del potere di apportare alla delibera assembleare, e al relativo testo statutario, limitate variazioni per l’ipotesi in cui la Banca d’Italia - ai fini dell’accertamento, mediante attestazione di conformità, ex art. 56 del d. lgs. n. 385/1993 - riscontrasse differenze rispetto al testo dello statuto-tipo delle banche di credito cooperativo; PARTE ORDINARIA 3. bilancio al 31 dicembre 2011: deliberazioni inerenti e conseguenti; 4.determinazione del fido massimo diretto ed indiretto concedibile a ciascun obbligato; 5.adempimenti in materia di politiche di remunerazione. Potranno prendere parte alla riunione ed esercitare il diritto di voto tutti i Soci che, alla data di svolgimento dell’assemblea, risulteranno iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. Le operazioni di verifica (identificazione dei Soci) prenderanno avvio un’ora prima dell’orario fissato per l’inizio dell’assemblea. La trattazione della parte straordinaria (punti 1 e 2) inizierà appena raggiunto il relativo quorum costitutivo stabilito dallo statuto, e quindi anche se ciò comporti l’esame degli argomenti secondo un ordine diverso da quello di cui sopra. Ai sensi dell’art. 25 dello statuto sociale, i Soci che volessero farsi rappresentare in assemblea da altro Socio dovranno rilasciare apposita delega scritta, la cui firma potrà essere autenticata da un notaio ovvero – presso gli uffici della sede e degli sportelli - dal Presidente della Banca previo appuntamento. Presso la sede sociale e gli sportelli della Banca resta depositata sino alla data della riunione assembleare la documentazione relativa alle modifiche statutarie e al bilancio. I Soci interessati potranno richiederne copia gratuitamente. Lo svolgimento dei lavori assembleari sono disciplinati dal Regolamento assembleare approvato il 16 Maggio 2009, del quale i Soci che non l’abbiano ancora fatto potranno chiedere copia gratuita presso la sede e gli sportelli della Banca. Aquara (SA), lì 10/04/2012 p. il Consiglio di amministrazione Il Presidente Banca di Credito Cooperativo di Aquara - Società cooperativa Sede legale in Aquara (SA), via Garibaldi, n 5 Registro Imprese di SALERNO - Codice fiscale n. 00639000652 Iscritta all’Albo delle Società Cooperative al n. A163655 Iscritta all’Albo delle banche al n. 4831/4 CAPACCIO. Coalizione “Voza” Tenere un piede in due staffe in futuro potrebbe non essere consentito DALLA PRIMA tro e una avanti o, come suol dirsi, chi mantiene un piede in due staffe. Io protendo per comprendere e giustificare il voltagabbana, chi opera un cambiamento di casacca alla luce del sole, perché indipendentemente dal sostantivo usato pregiudizialmente nei suoi confronti, egli resta pur sempre una persona che a un certo punto del suo percorso decide di cambiare idea. Per lui vale ciò che diceva James Russell Lowell: solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione. Il fatto che non si usi un simbolo o che non sia stato ufficialmente autorizzato il suo uso, non significa che le esigenze dei partiti e una precisa collocazione non emergano, con tutta l’irruenza e le conse- guenze che comportano, fra qualche mese, quando i rappresentanti locali saranno chiamati a scelte di coerenza e di appartenenza. Il problema di certo non sarà del Presidente Cirielli né dell’assessore Antonio Fasolino, come non lo sarà del dottor Franco Sica, le cui scelte sono state chiare e coerenti: a Capaccio il candidato sindaco del PDL è il dottor Voza, senza bisogno che ci sia il simbolo! Il problema sarà per chi si ostina dopo tre anni di Amministrazione Cirielli a tenere ancora un piede in due staffe, a dichiararsi UDC ma non a seguirne la linea e sentirsi dire da un benevolo ma sarcasticamente acido De Mita: la sua presenza al Congresso UDC è a titolo personale! La sorte dell’ex presidente della Provincia Villani dovrebbe servire da monito. Egli da essere assiduo, quotidiano e ossequente frequentatore di casa Nusco, e per questo ricompensato oltre i propri meriti, pensò di amoreggiare anche con De Luca. Ma l’amore, da che mondo è mondo, si fa in due; diversamente è trasgressione etica, sociale e politica. Ebbe a dire il prof. Angelo Panebianco: “Ma in politica quelli che tengono il piede in due staffe rischiano molto: rischiano di essere considerati da chi li osserva «né carne né pesce». È la condizione peggiore che si possa immaginare quando si tratta di andare a chiedere ai cittadini consensi e voti.” Che cosa succederà se tra qualche giorno il Presidente Stefano Caldoro, come chiesto dal Commissario Nitto Palma, dovesse cacciare gli assessori centristi o imporre alla delega- zione del PDL di far votare contro ogni proposta centrista? O il segretario Luigi Cobellis dovesse espellere dall’UDC gli amministratori che sosterranno maggioranze non riconosciute dal partito? E ciò vale anche per quei dirigenti del PD che nel quadro politico provinciale e regionale sono all’opposizione e in quello locale saranno maggioranza. Dal prossimo anno, infatti, l’esperienza ipocrita e opportunistica dell’ABC è destinata a finire, comunque sarà la nuova legge elettorale. Al cittadino capaccese è doveroso dirlo con chiarezza prima che si vada al voto, senza ricorrere alla banale e insignificante risposta che si è “dalla parte dei cittadini”. Lasciare una delle due staffe è necessario, se non altro per evitare che il voto di opinione faccia arenare la barca che ondeggia in mezzo al guado o, nel corso dell’attività amministrativa, una sopraggiunta chiarezza di appartenenza comporti l’affondamento della stessa barca. Lo scambio di opinioni di questi giorni, non certo tenero e conciliante, tra i commissari Angela Pace, Giuseppe Agresti, da una parte, e l’assessore Mario Miano e gli altri transfughi UDC, dall’altra, fa presagire un’evoluzione metereologica tempestosa con sicure e dannose precipitazioni. A meno che, nel lasso di tempo che precede il voto, non si abbia una volta per sempre il coraggio di una scelta di appartenenza, sia per rassicurare l’elettore sia per garantire la continuità, la coerenza, la produttività e l’efficacia dell’attività amministrativa. Aurelio Di Matteo 8 N° 14 14 Aprile 2012 Paestum in Noir 1966: LITORALE DI CAMPOLONGO. L’assassino verrà arrestato a Cicerale tre giorni dopo I due fidanzati uccisi dall’austriaco arrivato in barca Tel 0828. 720114 Fax 0828. 720859 e-mail: redazione@unicosettimanale. it url: www. unicosettimanale. it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola L’ASSASSINO, WERNER Grafica ed Impaginazione SCHEEWEISS Stampa STIEM Via delle Industrie 5 Fisciano Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 25, 00 Euro Abbonamento a I Piccoli € 10, 00 Unico + I Piccoli € 30, 00 Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s. r. l. Tiratura: 5000 copie Gli arretrati € 2, 00 + le spese di spedizione Il N° 14 di Unico è stato inviato in tipografia il giorno 11 Aprile 2012, ed è stato avviato alla spedizione agli abbonati il 13 Aprile 2012 alle ore 9, 30 presso il CPO di Salerno I FIDANZATI, ROSETTA CALASCIONE E ANTONIO BRUNO A Vietri rubò una barca con la quale raggiunse il litorale di Eboli, qui uccide due ragazzi e con la loro 500 si darà alla fuga verso il Cilento. Verrà catturato a Cicerale, dove ha un conflitto a fuoco con il maresciallo dei carabinieri Arcangelo Pepicella. Il protagonista di questo film dell’orrore, datato 1966, è Werner Scheeweiss, un barcaiolo austriaco che da oltre un anno attraversa l’Italia. “A morte. Kaputt” gli andarono a gridare fin nell’aula del tribunale di Salerno dove veniva processato, mentre a Eboli una folla di oltre cinquecento persone prese d’assalto il furgone dei carabinieri che lo trasportava. SOGNI SPENTI CON IL FUCILE Contro i sogni di due giovani di Salerno fa esplodere tutti sei colpi del fucile ru- bato al vicino poligono di tiro. Si fermarono così per sempre alle 13 della domenica mattina del 19 maggio del 1966 giorologi di Antonio e Rosetta. Il resto d’Italia segue con passione il ciclista Taccone che conquista la maglia rosa al Giro d’Italia, ma Rosetta Calascione, 22 anni, commessa in un negozio di calzature, e Antonio Bruno, 24 anni, geometra già impiegato all’ufficio tecnico del comune, pensano alla loro futura vita di coppia. Per il momento la libertà è la loro 500, un mare da favola, pulito e pieno di pesci. Quella domenica hanno scelto il mare di Eboli. Il loro matrimonio è imminente, fissato per l’inizio dell’autunno. Questa è la loro ultima estate da fidanzati. La spiaggia di Campolongo era un paradiso. L’avevano scelta per que- sto. Gli ebolitani sarebbero arrivati in massa un paio di settimane dopo con un fischio d’inizio che era scandito dalla fine delle scuole dell’obbligo e prendendo d’assalto i bus di Miceli, l’Atec. Con loro sarebbero arrivati gli insediamenti estivi fatti di capanne e di baracche lungo tutto l’arenile A Campolongo non ci passava nemmeno la SITA. Qui, adattandosi le vacanze erano davvero a costo zero. DUE GIOVANI BELLI E BRAVI Antonio e Rosetta sono descritti come due giovani, entrambi molto belli e con la testa a posto. Antonio è alto un metro e ottanta, mentre Rosetta Calascione è ragazza bionda, commessa in un negozio di calzature. Sono arrivati di prima mattina e hanno preso il sole sulla spiaggia. Alle 13 i due si avviarono alla «500» lasciata in sosta in pineta per rivestirsi. Devono rientrare a Salerno, per il pranzo domenicale. Stanno rivestendosi, quando li avvicina un giovane male in arnese ma armato dì fucile. A gesti fa capire di voler soldi e le chiavi della macchina. Antonio Bruno non ci sta, confida nella sua forza fisica, tenta di reagire e lo fa con forza. QUELL’ASSASSINO VENUTO DA LONTANO Werner Schneweiss, quello strano giovane venuto da lontano, 25 anni, a bruciapelo, spara un colpo, e lo ferisce gravemente al torace. Di striscio venne colpita anche la ragazza. Su Antonio spara altri colpi alla testa e alle braccia. Rosetta tenta una disperata fuga. Werner Scheeweiss non gli lascia scampo: la raggiunta e massacra con altri colpi di fucile. L'assassino, in pieno delirio barbarico, sottopone la salma della giovane a sevizie e violenze di ogni tipo. Sono questi ultimi particolari ad alimentare la rabbia della gente. La difesa d’ufficio, sostenuta gratuitamente dall'avvocato Giovan Battista Ferrazzano, chiese e ottenne allora dalla Corte, dopo cinque udienze spesso combattute e movimentate, che Werner Schneweiss fosse sottoposto a perizia psichiatrica. DIFESO DALL’AVVOCATO FERRAZZANO Trattenuto per oltre un anno nel manicomio giudiziario di Napoli, i medici incaricati della delicata indagine, conclusero che l'imputato al momento del feroce crimine non era incapace di intendere e volere e che non presentava alcuna debilitazione mentale, né disturbi della sfera volitiva e psichica. L'imputato, nel tentativo di sottrarsi alle sue responsabilità, dichiarò di essere ammalato di gravi disturbi nervosi ed epilettici e di aver in passato cercato di togliersi la vita. Il processo andrà avanti per diverse udienze. Il padre e i tre fratelli del geometra assassinato seguono con attenzione. Assente invece la madre di Maria Calascione, che è sofferente di cuore. Ammanettato e scortato da un ufficiale e dieci carabinieri Werner Schneeweiss non ha niente della tradizionale fierezza teutonica: basso e tarchiato, ha una cicatrice in fronte che gli conferisce un aspetto ancora più malvagio. Veste miseramente: una giacca scura prestatagli da un detenuto, pantaloni di tela grigia, le scarpette, estive con cui giunse in Italia. Un uomo da dimenticare sì, ma in una galera per il resto dei suoi giorni. Oreste Mottola Varie L’ARCO DI ULISSE N° 14 14 Aprile 2012 9 di OSCAR NICODEMO La zizzona di Battipaglia! Si chiama proprio così, e non è una femmina dal presente di seni enormi, ma una mozzarella. Osannata, ormai, come in un culto religioso, tanto che prima, o poi, sostituirà il “granato” nella mano della Grande Madre (Hera), e decantata come se rappresentasse il genuino pallore di Laura agli occhi di Petrarca, questo derivato del latte di bufala rischia di assurgere a simbolo emblematico di un intero territorio, quello della piana del Sele, naturalmente. A Pestùmme esiste un “Salone della mozzarella”, ma si dubita che sia stato istituito per far concorrenza al “Salone del libro” di Torino”; e sempre nel locus amoenus si celebrano “Le strade della mozzarella”, ma non vi è motivo per dedurre che la baraccopoli lungo la via Magna Graecia, allestita durante la ricercata rassegna, sia una risposta a quelle “Strade della cultura” che almeno in 100 comuni d’Italia rappresentano uno studio ambizioso e lungimirante per la valorizzazione del territorio, prendendo ispirazione dall’interessante progetto commissionato anni addietro da Autostrade S.p.a. Parbleu, la mozzarella de bufflonne è l’effigie più sintomatica della cultura locale, non un eccellente prodotto alimentare tipico della zona! Ne è diventata l’immagine iconografica, tant’è che si crede di accostarla all’architettura dorica dei coloni greci per veicolare un mes- saggio promozionale dei resti archeologici, come a dire che “scoprendo” il latticino si prenderà visione anche di Paestum. Mangiatori di mozzarelle, dunque, che dovrebbero trasformarsi, grazie alle mille iniziative a sostegno della stessa, in curiosi visitatori della storia antica del territorio dei bufali, a sancire l’uniformità dell’appetito alimentare con quello culturale e la corrispondenza delle prelibatezze casearie con le ricercatezze artistiche delle civiltà del passato. Bah, per quanto riguarda l’impressionabilità dei palati fini, si ha notizia che Paestum risulti facilmente associabile all’odore della macchia mediterranea, oppure ad un vino dal colore intenso di rubini e granati, e dal sapore dato da un’armonia di profumi, da gustare in un vero concerto di ciliegia nera, pesca con una traccia di rosa appassita e vaniglia. Ma, non si vuole certo dissertare sull’argomento ridimensionando la mozzarella, che a quanto pare potrebbe pure assurgere a stemma comunale, senza che ci si trovi niente di male, o di provinciale. In fondo, anche questa sarebbe un’idea, come le altre, sempre ad utile e consumo dei buffalomen del luogo. Tornando alla Zizzona di Battipaglia, se la terminologia kitsch che definisce un prodotto ne facilita la vendita, gli esteti non storceranno il naso nel vedere associata la loro città ad una smisurata mozzarella, tanto più che il luogo d’origine del pornoalimento in discussione è un’ex città industriale con aspirazioni commerciali non indifferenti. E la pubblicità, si sa, grottesca o fine che sia, è l’anima del commercio. Per finire, una domanda retorica, ma insinuante: chissà se le mozzarelle pestane verranno zizzonate, così come il territorio dove si producono sta per essere battipagliesizzato? A Pasquale, Vito e Fabio un grande in bocca al lupo! Tre nostri collaboratori candidati nelle prossime elezioni comunali PASQUALE QUAGLIA CAPACCIO. Pasquale Quaglia, responsabile della nostra pagina sportiva, è in lizza a Capaccio. Corre per “Alternativa Democratica” che candida a sindaco Gennaro De Caro. Nato a il 04/07/1989, consegue la maturità scientifica nell’anno 2008. E’ iscritto presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Salerno. Gioca a calcio nella squadra del paese, il Capaccio Paestum, iscritta al campionato di Promozione girone D. Dal 2010 è allenatore presso la Scuola Calcio Herajon-Paestum. Sempre dallo stesso anno collabora con il giornale specializzato “Capaccio nel Pallone”. ROSCIGNO. Vito Roberto Gerardo è un informatico. E’ candidato nella lista “giovane” guidata da Mimmo Stasio. Al suo attivo, nonostante la giovane età, ha numerose esperienze di tipo politico e associativo. E’ anche un originale studioso delle radici italiane del famoso pellegrinaggio che si conclude a Santiago de Compostela del quale ha ritrovato numerose tracce sia nella Valle del Calore che nel Vallo di Diano. E’ un roccioso combattente politico, sempre all’opposizione dei vari sindaci succedutisi nel suo paese. VITO GERARDO ROBERTO FABIO CINNADAIO PIAGGINE. Il sociologo Fabio Cinnadaio ha scelto di sostenere il candidato a sindaco Guglielmo Vairo. Appassionato di calcio, Fabio ha sempre sostenuto le istanze di rinnovamento provenienti dal mondo giovanile chiainaro. 10 N° 14 14 Aprile 2012 Albanella VIABILITÀ. L’assessore Feola sui lavori pubblici “Iscalonga, il cantiere procede spedito” Sopralluogo dell'assessore provinciale ai Lavori Pubblici Marcello Feola la settimana scorsa al cantiere dei lavori sulla Strada Provinciale n. 11, in località Iscalonga. Ad accoglierlo il Sindaco di Albanella, Giuseppe Capezzuto, e alcuni amministratori comunali. L'assessore era in visita annunciata per verificare in prima persona lo stato dei lavori di "ristrutturazione" dell'importante asse viario provinciale di collegamento tra i paesi a valle della Piana del Sele e i comuni dell'entroterra collinare. Feola si è complimentato con le ditte al lavoro per la celerità con cui stanno procedendo queste importanti opere di rifacimento e manutenzione della "provinciale 11". Particolarmente soddisfatto il primo cittadino di Albanella: «Abbiamo verificato insieme all'assessore Feola che i lavori stanno procedendo molto bene. Siamo assolutamente in linea con il cronoprogramma dei lavori, cosa che ci consentirà, quasi sicuramente e salvo imprevisti, di asfaltare la strada già nel mese di Luglio prossimo». Il che sta a significare che ci sono grosse speranze che i lavori siano ultimati entro tempi molto brevi. «Ci tengo a ribadire - ha sottolineato Capezzuto che questi lavori rappresentano un evento storico per il nostro Comune, sia per la portata del finanziamento provinciale ottenuto (un milione di € circa, n.d.r.), sia per l'importanza dei lavori, che renderanno più sicura e moderna una fondamentale arteria stradale del nostro paese. E questo è rilevante non solo per la sicurezza dei cittadini che percorrono ogni giorno questa trafficata strada, ma anche per facilitare i collegamenti tra i paesi dell'alta Valle del Calore e la Piana del Sele». Ha concluso poi il Sindaco: «Ho approfittato della visita dell'Assessore Feola per ribadire con forza quanto ho già rappresentato con diverse lettere inviate alla Provincia». Si parla della necessità di procedere alla sistemazione e manutenzione anche di altre strade provinciali che attraversano i centri urbani del Comune di Albanella: «Ho ottenuto che venga finalmente asfaltata la strada provinciale che collega Albanella a Tempalta e la sistemazione dell'annosa frana nei pressi dell'Istituto Alberghiero di Albanella. Ho inoltre concordato con l'assessore un programma di interventi per la manutenzione straordinaria ed ALTAVILLA. LA STORIA. urgente di altri tratti di strade provinciali: il tratto della S.P. n° 11 Ponte Barizzo – Rotatoria di Matinella con la sistemazione di altri punti luce; il tratto della S.P. n° 420, Ponte su fiume Cosa - San Nicola; il tratto della S.P. n° 314, Altavilla Silentina - rotatoria di Matinella e il tratto della S.P. n° 316 da Matinella a Fravita. Con la crisi economica che sta affliggendo l'Italia, ritengo con orgoglio che nel nostro piccolo stiamo facendo ad Albanella davvero dei miracoli». Pochi i commenti, invece, raccolti tra i cittadini in strada ieri mattina e oggi. L'attenzione della gente va immancabilmente, e comprensibilmente, su altri tristi argomenti in questo periodo. E per lo più tra i pensieri di alcuni che si fermano a parlare si percepisce - come un pò ovunque in questi mesi - un forte sentimento di "antipolitica", uno stato d'animo con cui ormai si condisce quasi ogni considerazione e opinione. Sui lavori della S.P. 11, quindi, non molti pareri, anche se positivi ovviamente: "Finalmente la Provincia s'interessa del nostro territorio", ci dice soddisfatto un commerciante di Matinella. E sulla stessa linea anche un MARCELLO FEOLA cliente di un bar dove prima l'assessore Feola si è intrattenuto con i politici locali: "I lavori erano necessari: quella strada è responsabile di tanti incidenti". Qualcuno quasi risentito sbuffa un "era quasi ora che intervenissero per mettere in sicurezza quella strada! Ma mò dobbiamo aspettare altri 10 anni per vedere aggiustata la strada della Fravita che porta a Capaccio?", mentre qualcun altro pur apprezzando l'importanza e l'utilità dei lavori ad Iscalonga è rimasto "solo dispiaciuto per il taglio di qualche albero e di un pò di verde effettuato in alcuni tratti" (tagli necessari per l'ampliamento della sede stradale e il "raddrizzamento", come ci è stato spiegato, di alcune curve pericolose). GP&VC Associazione sotto accusa dalla Procura Cosa c’era dietro quei viaggi in Russia? Il comune di Altavilla, negli anni che vanno dal 2006 al 2009, avrebbe finanziato un’associazione ufficialmente “culturale” ma specializzata in viaggi in Russia. Nessuna nostalgia sovietica fuori tempo massimo ma “missioni culturali” che in realtà celerebbero viaggi di turismo sessuale. Che potrebbero essere stati celati agli “elargitori”. A dare contributi al sodalizio anche la Provincia di Salerno, per 115 mila euro, il comune di Eboli e altre istituzioni. Sulla vicenda sta indagando la Procura di Salerno che ha ricevuto una circostanziata denuncia di un imprenditore promotore di una cooperativa di riabilitazione. E’ lui ad aver scoperchiato il vaso di Pandora. “Ai viaggi di turismo sessuale” – accusa – avrebbero partecipato anche alcuni politici della zona”. La vicenda che presenta ancora numerose zone d’ombra è sotto l’occhio d’ingrandimento del gip Bruno De Filippis. Cronache BATTIPAGLIA. Aumentano i disagi per gli occupanti delle case popolari Via Manfredi: braccio di ferro col sindaco Gli occupanti delle case popolari di viale Manfredi sono da ieri sono senza luce ed energia elettrica. Un black out dovuto alla chiusura, che sperano sia solo temporanea, del cantiere per la realizzazione dei fabbricati. “Il Sindaco ci ha detto di lasciare le case per far completare i lavori, ma noi non lasciamo gli appartamenti che ci spettano, e che sono tra l'altro finiti”, ci dice Concetta Caprio, la rappresentante delle 18 famiglie che da febbraio hanno occupato l'edificio. Non li lasciano per paura di vederli occupati da altre famiglie senza diritto di assegnazione. “Ci hanno lasciato senza energia, vogliono costringerci ad andare via, ma ci organizzeremo con i gruppi elettrogeni, lo abbiamo già fatto in passato”. La situazione è diventata ormai inestricabile. Le case occupate stanno pian piano diventando vere abitazioni e proseguono i traslochi, tanto che alcuni IL PARCO OCCUPATO IN VIA MANFREDI degli occupanti, quelli che risultano assegnatari hanno anche fatto richiesta di trasferimento della residenza. Mancano però i contratti e allora gli assegnatari non consegnano le case dei vecchi appartamenti che via via stanno lasciando e per i quali il Comune paga fitti molto alti, fino a 550 euro al mese. “La casa in cui ho vissuto finora con mio figlio – ci racconta Concetta – è pericolante e più volte sono intervenuti i vigili del fuoco e gli stessi tecnici comunali che hanno firmato precise relazioni sulla fatiscenza dei luoghi. Eppure il Comune paga un fitto al proprietario. Un fitto per una casa invasa dalla muffa e dall'umidità e a rischio crollo”. Ma nemmeno le nuove case sono poi un granchè. La Caprio ci mostra le mattonelle già sollevatesi sui ballatoi, l'erba che emerge dall'asfalto del cortile, le tubature che perdono acqua creando umidità alle pareti e così via. “Le case sono finite, ma sono fatte male. Ad ogni modo non esiste il problema: per noi gli operai possono venire a lavorare quando vogliono”. Intanto, senza energia elettrica sarà im- possibile controllare gli appartamenti ancora vuoti: “Da stasera non faremo più le ronde nel parco”. Gli occupanti di via Manfredi dal giorno dell'occupazione vigilano sullo stabile affinchè nessun altro si impossessi degli appartamenti ancora liberi, e che nessuno porti via nulla da quel che resta del cantiere. Una minaccia, poco velata, che mandano al Sindaco per sollecitare un qualunque intervento dell'amministrazione per sbrogliare quella che sta diventando una complicata matassa. Lo fanno anche in segno di protesta per lo stato di abbandono che denunciano di vivere. “Se non avessimo controllato noi giorno e notte – dice Concetta Caprio - qui avrebbero portato via anche le mattonelle. Ma da oggi noi non vogliamo saperne più nulla. Ci sentiamo dimenticati e trattati con sufficienza. Eppure ci sono bambini di pochi mesi e anziane donne.” Valerio Calabrese Domenica 15 il convegno a Pertosa SUD – Liberare le energie, far vincere le idee Il gotha della politica e della cultura italiana a confronto a Pertosa, domenica 15 alle ore 11.00, presso l’auditorium del Museo “MIdA 01”. Il giornalista di Repubblica, Antonello Caporale, che dirige l’Osservatorio sul dopo sisma istituito nel 2010 dalla fondazione MIdA, ha chiamato a raccolta politici e intellettuali per discutere di Sud e degli strumenti per uscire dalla crisi. Tra gli ospiti, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro e il suo omologo lucano Vito De Filippo. Con loro, il senatore Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e presidente della Fondazione Symbola, lo scrittore CONTINUA A PAG. 22 MINISTRO FABRIZIO BARCA N° 14 14 Aprile 2012 11 12 N° 14 14 Aprile 2012 Cilento LA RIFLESSIONE. Religione e società In cerca di Risurrezione nel tempo di Pasqua Mai come in questo momento non è pleonastico farsi gli auguri di risurrezione. In un contesto nazionale e locale di morte apparente, e abbastanza certa, tutto sembra anelare ad una vita migliore. Dalle telenovelas quotidiane di partiti lontani dal fine di migliorare le condizioni di vita dell’elettorato, ma interessati a garantirsi vitalizie e cariche anche inutili, indispensabili a uno stile di vita tutt’altro che sobrio, agli enti locali che vivacchiano senza progettare nulla di veramente nuovo e significativo per i cittadini. Una stasi che, affossata dalla crisi internazionale, sembra avanzare paurosamente verso la distruzione dei risparmi dei poveri comuni mortali che per anni sono stati brave formiche risparmiatrici, ed ora vedono minacciati i piccoli e medi capitali messi da parte per i ROSCIGNO momenti di necessità. Risurrezione anche nella messa di mezzanotte della mia parrocchia dove il sacerdote ha ringraziato perché, dopo più di tre anni, è stato possibile celebrare nella notte di Pasqua, la più solenne dell’anno, come in ogni parrocchia di questo mondo. Eppure il santuario vallese è dedicato a Maria, ha commentato, e il Risorto, ribaltando la comune concezione dell’epoca sul mondo femminile (che non sembra cambiata di molto anche dopo 2000 anni) è apparso alle donne. Guardiamo avanti, senza fermarci in giudizi sul passato. Un bisogno di risurrezione che non risparmia nessuno, laici e presbiteri, insieme per una sintetica analisi del territorio in questo momento particolare. L’incontro dei giornalisti è stato promosso da mons. Ciro Miniero per gli auguri pa- squali, e la partecipazione non è mancata. Diversi i momenti di confronto, da quello sul parroco di Stella e Pollica in perenne conflitto con i parrocchiani a causa dei suoi metodi poco condivisi e molto decisi, alle congreghe riunitesi per presentare un corposo libro che racconta la vita dei numerosi sodalizi capaci di riunire migliaia di aderenti. Anche qui non sono mancate le domande volte a far sì che non ci sia solo il ritrovo nel triduo pasquale, ma anche una continuità di adesione alla confraternita negli altri giorni dell’anno, e in favore di poveri, carcerati e bisognosi, così come stabilito dalle antiche costituzioni. Ce n’è per tutti, dunque, in questo paese sempre più in cerca di se stesso. Dove si stenta a campare, e in cui escono sempre soldi per eventi che dovrebbero attirare turisti, Lista di destra copia programma da lista di sinistra...toscana Lista di Roscigno con il cuore a destra clona il suo programma da una lista toscana e di estrema sinistra: dalla “Sinistra per Lamporecchio, con inequivocabile simbolo con falce e martello stile vecchio partito comunista. “Il centro è sempre più vuoto, gli spazi di aggregazione sempre meno aggreganti, l’unica cosa che aumenta è un po’ di traffico e la solitudine”, quando a Roscigno, 860 abitanti, hanno letto questo passo nello striminzito programma elettorale della lista “Roscigno Unita” hanno sorriso. “Passi per la solitudine, ma il traffico dov’è?”. “Un paese dove si possa trovare spazio per costruirsi un futuro attraente e dove sia desiderabile organizzarsi per avere “il pane” ma anche per godere delle “rose”. Molto bello. E poetico. Le altre parole d’ordine sono tutte rigorosamente di sinistra e molto radicali. Sotto, ecco le firme autografe dei candidati alle prossime elezioni comunali di “Roscigno Unita” e soprattutto quella di Pino Palmieri, candidato a sindaco dl paese di origine ma in carica già come consigliere regionale del Lazio, vicinissimo a Maurizio Gasparri, il presidente di senatori del Pdl. Google, che è impietosa con chi copia, fa scoprire come l’intera paginetta non è nemmeno originale ma proviene dalla “Sinistra per Lamporecchio”. Cittadina dove la popolazione cresce mentre a Roscigno si lamenta il veloce decremento demografico. Il candidato a sindaco Palmieri, tra l’altro è sottoufficiale della guardia di ma che invece sembra la solita torta spartita dai soliti noti. In cui si organizzano meravigliose feste della natura mentre questa è violata da Paestum al golfo di Policastro, e gli enti preposti alla sua promozione sono chiusi nei loro storici palazzi. In cui i corrispondenti dei quotidiani locali devono fare il gioco delle tre carte se scrivere di crisi della Sanità, Rifiuti o Comunità Montane. In cui le politiche per l’infanzia e la cultura sono tabù storici, e in cui nonostante gli spazi ridotti rispetto alle grandi città, le distanze tra chi comanda in strutture pubbliche e l’utenza, sembrano farsi sempre maggiori. Ecco, c’è davvero bisogno di risurrezione, e anche rapidamente, perché la fine (ricordate la storia del 2012?), quella la sentiamo abbastanza bene. Auguri! Nicola Nicoletti finanza, non nasconde la gaffe. “ Il programma? Ho firmato un foglio in bianco, tra l’altro alle 5 di mattina qui a Roma, con l’intesa che quelli della mia lista, in paese, dovevano redigervi un programma di massima e poi portarlo in municipio. Eravamo all’ultimo giorno utile per la presentazione. Sono già al lavoro per un volumetto dove esprimo le mie idee per Roscigno. Su quello chiederemo i voti. L’altro è già cancellato. Carta straccia. Spero che non si vorrà speculare su quella che è una stupidaggine compiuta per la fretta”. Cilento L’EDITORIALE N° 14 14 Aprile 2012 13 Operai forestali: Storia infinita. (Lupi e Agnelli sono la stessa cosa, come Dottor Jekyll e Mister Hyde). DALLA PRIMA vivono, momenti di grave difficoltà economica perché da 9-10 mesi senza stipendio e un’angosciante situazione psico-fisica perché le forze intellettive stanno venendo meno. Non è il solito piangersi addosso ma pura costatazione dei fatti. (…) E’ proprio il caso di dire che i Lupi e le Pecore sono la stessa entità. La triplice sindacale (flaiCGIL – faiCISL – uilaUIL) e l’UNCEM con tutte le Comunità Montane soffrono della sindrome di doppia personalità come il Dottor Jekyll e Mister Hyde. Si perché fanno la voce grossa da Lupi con i miseri e poveri operai e poi diventano mansueti Agnelli con gli assessori e dirigenti regionali. Questo mi viene da pensare osservando quello che sta avvenendo intorno alla forestazione in Campania. La triplice diventa lupo quando avverte che nascono nuove realtà spontanee, dissenzienti da questo modo di fare e di affrontare la questione, sono nati dei comitati spontanei che hanno intrapreso la protesta dei tetti e loro per salvare la faccia prima si sono accodati e poi hanno fatto morire l’iniziativa. C’è stato l’intervento dei Sindaci e anche questa per loro non andava bene perchè li facevano fessi, sono sorti i Comitati di Base e il Sindacato Autonomo anche per questi no, si è preteso di escluderli dai tavoli delle trattative sia locali che regionali, perché avrebbero potuto acquistare forza sottraendo iscritti e tessere e poi sicuramente avrebbero rotto le uova nel paniere, alla faccia della bandiera dell’unità sindacale che tante volte viene sventolata. L’UNCEM e le CC.MM. troppo attaccati alla propria poltrona per affrontare con forza e serenità l’intera vicenda umana degli operai. Lo dimostra il fatto che hanno pensato bene di trattare anticipatamente, separatamente e silenziosamente la parte che riguarda gli Enti stessi rilegando in secondo piano gli idraulici forestali. Paradossalmente per le spese correnti e la parte impiegati che ha sempre preso lo stipendio, gli incentivi, i premi di produzione e valutazione (tranne qualche caso sporadico), ha risolto in quattro e quattrotto il problema con un’ ulteriore aumento di finanziamento perché si è passati da 10 mil e 800 mila euro del 2011 ai 17 mil e 400 mila euro del 2012. Forse è un ulteriore premio alla loro produttività. Mentre noi miseri operai che non percepiamo lo stipendio da 9-10 mesi dobbiamo attendere e stare buoni chissà per quanto ancora. Giudicate voi. Tutti insieme poi Trilice, Uncem e presidenti delle CC.MM. rifanno i Lupi con chi in questo momento di forte sofferenza economica per salvaguardare e tutelare un suo diritto si rivolge all’avvocato per fare gli atti ingiuntivi. In coro ad unica voce minacciano sospensioni e licenziamenti per scoraggiare e umiliare ulteriormente gli operai, togliendogli di dosso anche la dignità di far rivalere in sede giudiziaria il sacrosanto diritto ad essere pagati. Tutti coloro che hanno fatto gli atti ingiuntivi, hanno atteso tanto tempo e meditato EDI CEMBALO a lungo prima di farli, chissà quanti altri li avrebbero fatti se non fossero stati condizionati e spaventati. Per la cronaca i Giudici del Tribunale di Salerno hanno accolto tutti gli atti ingiuntivi già presentati avviando la successiva e scontata fase di messa in liquidazione degli stessi, ribadendo (a chi non lo sapesse) che lo stipendio è un diritto irrinunciabile per il lavoratore. Vi siete mai chiesti perché si sono fatte solo iniziative sporadiche a macchia di leopardo, frammentando il territorio e le iniziative, pur sapendo che il problema è unico e solo? Troppe discordanze e incongruenze nei comportamenti sindacali e dell’Uncem, pochi volenterosi con buone intenzioni. Solo le buone intenzioni non bastano se non sono accompagnate da iniziative adeguate al risultato che si deve ottenere. In ogni occasione si è invocata l’unità per evitare le fughe in avanti. Tutti sono stati e sono d’accordo con l’unità delle iniziative e dei comportamenti ma in sostanza poi ogni uno ha pensato a se stesso. Sappiamo tutti che l’unica grande responsabile di questa crisi è la Regione Campania ma nessuno ha il coraggio di inchiodarla alle sue responsabilità attuando iniziative unitarie con proteste adeguate ai suoi comportamenti irresponsabili. Da ex democristiano e senza preconcetti mi piace citare Ernesto Che Guevara che diceva “Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso”. Questo doveva e deve essere lo spirito animatore della rivendicazione, ma così non è stato per il passato e speriamo che avvenga per il futuro. Forse nulla è ancora perso. Purtroppo, il Che Guevara di turno, l’elemento catalizzatore capace di proporre iniziative valide e condurre le trattative in modo decoroso non c’è stato prima e cosa più triste non c’è adesso. Anche alcuni politici regionali, provinciali e i sindaci sono disarmati, eccezion fatta per qualche episodio sporadico e isolato, che ha fatto solo notizia ma che in sostanza ha prodotto ben poco perché mancante di forza, incisività e continuità. Il balletto di cifre per chiudere il finanziamento del 2011 a cui stiamo assistendo in questo ultimo periodo è vergognoso. Le CC. MM. dicono una cosa, la Regione ne dice un’altra. Mi hanno insegnato che la matematica non è un’opinione e quanto tale è una scienza perfetta. Chi sta dando veramente i numeri? Chi sta facendo il furbo cercando di approfittare della situazione caotica in atto? Perché non si vuole fare chiarezza? Perché le CC. MM. non hanno intrapreso azioni legali contro la Regione? Se le CC. MM. ritengono di essere nel giusto perché non hanno rimesso la delega alla Re- PRODOTTI PER Bar, Ristoranti, Pizzerie, Osterie, Pub, Wine Bar, Birrerie, Rummerie, Alberghi e Discoteche INFO&CONTATTI tel 0828 730510 / fax 0828 72805 S. S 18, Km 89, 700 Capaccio info@planetbeverage. it www. planetbeverage. it gione? Se la Regione Campania sostiene cose diverse da quelle dichiarate dalle CC. MM. perché non invia un ispettore in ogni Comunità Montana per verificare quanto dichiarato dalle stesse? Perché la triplice sindacale non ha ipotizzato forme di protesta consistenti e demanda sempre ad incontri e attivi sindacali futuri? Conoscendo la reticenza della Regione, perché alla riunione del 5 aprile non si è andati già con un piano di lotta preciso? A cosa sono servite tutte le riunioni preparatorie alla riunione del 5 aprile? Perché dell’incontro del 5 aprile non c’è un comunicato ufficiale ma solo singole dichiarazioni? Tante altre domande si potrebbero formulare, per il momento fermiamoci qui. Concentriamoci sul da farsi. (…) Bisogna svergognare Caldoro a casa sua a Napoli e stanarlo in ogni modo e con ogni mezzo, “ il fine giustifica i mezzi “ importante è ottenere il risultato sperato. A che servono i presidi provinciali come si pensa di fare? Si contribuirebbe solo a frammentare il movimento. Sicuramente ci vorrà un tempo tecnico per organizzare questa tanto attesa lotta unitaria, nel mentre si potrebbero riprendere le proteste dei tetti in tutte le Comunità Montane e in contemporanea occupare tutte le sedi comunitarie, solo così si attirerebbe l’attenzione dei Prefetti che sicuramente farebbero sentire la loro autorevole voce. Edi Cembalo * Opreaio forestale comunità montana Calore salernitano 14 N° 14 14 Aprile 2012 Roccadaspide ALL’OSPEDALE. Il Pronto Soccorso Luciano Scorza: “Pericolo ingolfamento” Il viaggio di Unico, all’interno dell’ospedale di Roccadaspide, arriva al pronto soccorso, diretto dal dott. Luciano Scorza. Ogni volta che si paventa la chiusura dell’ ospedale, è proprio il pronto soccorso la prima vittima designata alla soppressione. «Ma ciò non deve accadere, tuona il dott. Scorza, perché è il pronto soccorso a dover funzionare insieme a tutto il presidio. Cosa che avviene e che garantisce un’adeguata assistenza sanitaria al territorio perché l’ospedale funziona». E parla della scarsa considerazione di cui gode la Valle del Calore, che rischia di perdere anche l’ospedale. «Il nostro territorio non ha mai avuto nulla, continua il direttore responsabile del pronto soccorso e della chirurgia d’urgenza. Per non parlare della situazione viaria: se una strada frana, infatti, siamo sicuri che non verrà mai aggiustata. E, dopo oltre trent’anni, abbiamo avuto questo ospedale e ci vogliono togliere anche questo. Ma ringrazio il sindaco Auricchio per il suo impegno per il presi- AQUARA. dio». Situazione viaria e zona montana che, invece, dovrebbero garantire la permanenza dell’ ospedale di Roccadaspide, viste le note distanze dagli altri presidi. Ma intanto il plesso mantiene le sue attuali funzioni, compreso il pronto soccorso, su cui Scorza ha qualcosa da ridire riguardo gli accessi impropri dei pazienti. «Il pronto soccorso assiste bene l’utenza, ma potrebbe fare meglio se la gente non vi afferisse anche impropriamente, continua il medico. A volte, esso diventa un ambulatorio con gli “ansiosi” che pretendono di essere assistiti per primi anche per la misurazione della pressione. Così si intasa il pronto soccorso e capita che arrivino, contemporaneamente, pazienti gravi come quelli oncologici per cui occorre la massima discrezione. Ciò può far si che i medici si innervosiscano, ma alla fine, vengono assistiti tutti, naturalmente». Anche i pazienti hanno le loro ragioni. «Mio figlio è venuto al pronto soccorso, tempo fa, con dei forti do- Il ringraziamento Banca regala ai bambini La Scuola dell' Infanzia di Aquara e la rappresentante dei genitori ringraziano la Banca di Credito Cooperativo di Aquara per aver donato ai bambini materiale didattico e ludico al fine di regalare un momento di gioia. lori, racconta una madre. Non ce la faceva più ad aspettare e voleva andarsene. L’ho detto ai medici che mi hanno risposto anche male. Ma quando hanno visto dalle analisi che la cosa era seria e che il ragazzo necessitava di ricovero e intervento mi hanno chiesto scusa». «Sono stata assistita subito, racconta una ragazza, ma ho dovuto aspettare per l’esito delle analisi. Un macchinario del laboratorio era guasto, ed il campione di sangue è stato analizzato ad Agropoli. Il personale era spiacente, ma non c’entrava nulla». Secondo Scorza, inoltre, per evitare gli accessi impropri: «Occorre riorganizzare la medicina di base, ed il 118 per non fare arrivare in ospedale gente che non ne necessiti. E, se il paziente viene al pronto soccorso, dovrebbe essere munito di impegnativa del medico curante e pagare un ticket minimo uguale per tutti, che non tenga conto di esenzioni». Secondo una psichiatra «Può capitare che arrivino più persone col mal di pancia al pronto soccorso. E che LUCIANO SCORZA proprio l’ultimo arrivato sia grave, afferma la dottoressa. Occorrerebbe una formazione a riguardo sia per i medici che per i malati. Ma, alla fine, il paziente ha sempre ragione e vale la massima secondo cui un bravo medico per essere tale deve curare spesso, guarire qualche volta e consolare sempre». E sul pronto soccorso, Scorza conclude che «Ci sono delle carenze, ma si tratta di cose interne». Come il timore di aspettare tanto, se si guasta qualche apparecchiatura, aggiunge la cronista, ascoltando voci deluse in un giro precedente al pronto soccorso. Francesca Pazzanese N° 14 14 Aprile 2012 15 16 N° 14 14 Aprile 2012 Cilento LA STORIA. Considerazioni sparse Roscigno e altro, un paese senza tacchi “Terracarne”: parola di amore, dolore e fatica; definizione perfetta del legame che prova solo una madre verso un figlio, o un figlio verso la sua terra. E’ il titolo dell’intenso libro di Franco Arminio, edito da Mondadori, del suo “viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti” d’Italia. Ero stata a Roscigno il primo Novembre di un anno fa, e ci torno oggi, come richiamata dalle pagine di Arminio a continuare il mio viaggio. Roscigno è uno di quei paesi che raggiungi in due ore e visiti in venti minuti. Ma anche uno di quelli in cui il tragitto è parte integrante della méta. Oggi, per esempio, ho osservato per la prima volta le ghiandaie, uccelli visti finora solo impagliati sulla libreria di mio padre. La Salerno-Reggio Calabria è vuota. Così, in breve tempo, raggiungo un paesaggio che si fa presto Lucania: basso, quasi fiammingo, fatto di silenzi, poiane, prati e grano, con cieli alti davanti e, di lato, la maestà selvatica delle montagne. Ogni tanto, ecco i veri tesori del demanio, non meno importanti di un museo o di un parco archeologico: piccole case abbandonate, casolari, antichi rifugi di contadini e pastori, vuoti e come riassorbiti dalla vegetazione. (…). Arrivo a Roscigno. Il clima è quello giusto per visitare posti come questo: coperto, tiepido, immobile. Il vecchio borgo è un agglomerato circolare di case diroccate, oggi adibite a ricovero per mucche e vitelli. In quella che una GIUSEPPE SPAGNUOLO volta era una cucina, è stata fissata la ringhiera di un balcone; dietro, tre maiali. Un museo della vita contadina, chiuso. Nel prato accanto alla fontana, un tronco svuotato al centro giace accasciato a ridosso di pochi muri di cui sono rimasti solo le pietre e i balconi, col legno degli infissi sbiancato e fibroso come le ossa, oramai, di chi vi abitava. Nella piazza, si è cercato di ricostruire qualche abitazione nel rispetto dei materiali di un tempo. Ma questa è una pietra senza rughe e senza sale che non interessa a nessuno. I pochi visitatori vengono qui apposta per visitare il più nulla, il mai più. Roscigno è un paese senza tacchi. E’ una vecchia che ha fatto i suoi anni e che non vuole viverne altri. Qui si vengono a guardare le gambe spezzate dei solai, le cataste di vecchie mattonelle come un mucchio di scarpe in guerra, la finestra sventrata che si apre su un paesaggio fatto solo di distanze e di ulivi, la manopola di por- cellana rimasta attaccata al muro, le ossa di un cane, i cocci di un piatto. Si viene a passeggiare lungo vicoli diventati col tempo torrenti di un’erba che non perde la sua incandescenza nemmeno nell’uggia di novembre. In questo borgo non vive nessuno, a parte il signor Giuseppe, un vecchio che avevo notato accanto alla fontana al mio arrivo ma che poi era sparito, e che mi aveva colpito per il suo aspetto garibaldino; pipa, cappello, barba, una camicia bianca, pantaloni e gilet in feltro nero. Lo ritrovo poco dopo, di nuovo accanto alla fontana. Gli chiedo come mai il museo è chiuso, se è lui il custode. Mi risponde che non è il custode, ma un “libero abusivo autorizzato”, e che quindi sì, il museo lo apre lui. Prima però, vuole che visiti la sua casa. Nelle sue stanze, tutto l’essenziale è rimasto come prima che il cuore del paese si arrestasse: uno sgabello per la mungitura, un camino con la bocca in pietra ed una pentola in rame piena di riso al pomodoro. Sulle mensole di legno: otri, fiaschi, tegami, utensili, cesti pieni di frutta secca. Appesi in alto, grappoli di agli e di peperoncino, un caciocavallo, due salami. Accanto alla cucina, un soggiorno con un giaciglio sistemato a terra, una credenza con vecchi piatti accatastati, lampade ad olio in terracotta, una damigiana per il vino accanto a tre paia di scarpe in cuoio. E poi un lungo tavolo interamente coperto da libri, cartoline, e dalle centinaia di fotografie che i visitatori gli hanno scattato e da più parti spedito. Giuseppe mi mostra con orgoglio un libro con dedica a penna, scritto dall’Onorevole Gasparri che è originario di Roscigno e di cui, quand’era muratore, Giuseppe aveva curato le proprietà in paese. Mi fa vedere il calendario che un fotografo tedesco ha realizzato con le sue foto. Accetta con piacere che lo fotografi anch’io. Non sorride e non è serio. Si mette in posa, ma non guarda mai l’obiettivo. Anche se glie lo chiedo, lui d’istinto alza la testa, la pipa in bocca, e fissa un punto lontano ben oltre l’orizzonte. Gli domando se vengono molti turisti. Giuseppe sorride e, roteando la mano in aria dice: “ Turisti, parola grossa!”. Io, invece, sono arrivata a Roscigno proprio per il passaparola di molti che, attratti dal turismo nei paesi fantasma, vi sono stati e tornati. Giuseppe mi racconta che qualche mese fa un giornalista di Repubblica è andato ad intervistarlo ed ha scritto un articolo su di lui. Da qui, uno dietro l’altro, sono arrivati Studio Aperto, Rai Tre, la Rai di Napoli, poi quella di Roma, Canale Cinque e Magaldi. Dice che l’aveva persino chiamato Frizzi per i “Soliti Ignoti”, che gli pagavano tutte le spese, ma che a lui non glie ne fregava niente di andare a Roma solo per ventiquattro ore; che stava bene dove sta e che Frizzi, se voleva, scendeva lui. Eliana Petrizzi Vallo di Diano “Occorre guardare alla situazione oggettiva” sima situazione del tribunale di Sala Consilina. Nel corso di recenti incontri si è aperta una trattativa nei confronti del tribunale di Lagonegro per permettere la sopravvivenza del ANTONIO ROBUSTELLA nostro presidio di giustizia. Anche su questo punto, allo stato, la situazione è in stallo nel senso che sicuramente, per lo meno da parte mia c’è la massima disponibilità a prendere in considerazione una eventualità di questo tipo e potrebbe essere anche razionale perché consentirebbe di dare innanzitutto un tribunale a un territorio così vasto e nello stesso tempo mettere insieme una serie di risorse che potrebbero garantire una efficienza e funzionalità del tribunale unificato. E proprio su questo possibile accorpamento la classe forense si è scissa dichiarandosi a favore o contraria. Cosa dire in merito? Ritengo che si dovrebbe guardare oggettivamente la Una risposta a Di Muria Quanto trovo scritto nella rubrica “In farmacia” nel numero 13 del 7 aprile di “Unico”, contrariamente al solito, mi lascia molto perplesso e mi induce a fare alcune brevi considerazioni. Non sono un nutrizionistadietologo, ma non occorre la laurea per capire che il peso di una persona è dato dal rapporto tra entrate e uscite delle calorie: se introduciamo con l'alimentazione più calorie di quante ne consumiamo, queste si accumulano sotto forma di grasso; se ne introduciamo meno di quante ne occorrono, l'organismo attinge alle riserve di grasso accumulato e si dimagrisce. Per dimagrire, dunque, o si mangia di meno o ci si muove di più. Sembra incredibile, ma la diffusa ignoranza di questo semplice concetto è alla base del proliferare di diete miracolose e di “dietologi” e “nutrizioni- 17 IN FARMACIA Soppressione del tribunale. Risponde il Presidente Robustella Antonio Robustella è nato a Verona il 17/6/1953 e risiede a Napoli. A 23 anni, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza con 110 e lode, ha collaborato con le Università di Napoli, Ferrara, Parma e Milano. A 25 anni ha vinto il concorso ed è entrato in Magistratura. Ha avuto come sedi di lavoro Ferrara, Milano, Napoli e, da ultimo, Sala Consilina. Ha espletato funzioni di Giudice del Lavoro (per oltre 20 anni), di Presidente e di Giudice penale di Presidente e di Giudice civile, e questo in primo grado ed in grado di Appello. A Napoli, per diversi anni, è stato dapprima Presidente di una Sezione Lavoro e poi Presidente Coordinatore di tutte le Sezioni Lavoro. E’ autore di numerose pubblicazioni e sono edite almeno 400 sue sentenze. E’ stato relatore in numerosi convegni e corsi di formazione anche indetti dal Consiglio Superiore della Magistratura. Nelle questione legata alla paventata soppressione del tribunale di Sala Consilina, oggi a che punto siamo? In questo momento siamo in attesa delle determinazioni del Ministero, sappiamo che la commissione che si occupa specificamente del problema delle revisioni delle circoscrizioni ha lavorato e probabilmente ha anche completato i suoi lavori. Ora siamo in attesa di sapere l’esito di questi lavori e in particolare come è stata considerata la particolaris- N° 14 14 Aprile 2012 situazione. Non è un problema campanilistico privilegiare una sede piuttosto che un’altra, si dovrebbe valutare freddamente e con atteggiamento distaccato la reale situazione e verificare qual è la soluzione più opportuna e in altre parole qual è il tribunale che deve incorporare l’altro, tuttavia questa dovrebbe essere una situazione che prescinde dalla passionalità e dal campanilismo. La posta in gioco è ben più alta. Se il tribunale è nell’occhio del ciclone invece la sua efficienza come possiamo classificarla? Con molto orgoglio posso dire che il tribunale di Sala Consilina ha un livello di efficienza e modernità assolutamente al di sopra della media. Io sono diventato presidente di questo tribunale da poco tempo e quindi quando parlo non mi approprio di meriti che non ho ma semplicemente fotografo una situazione che ho trovato. Dal punto di vista dell’efficienza, i tempi dei vari processi sia nel settore civile che penale, stanno diventando più che ragionevoli, per quanto riguarda il livello di modernizzazione siamo addirittura in testa nel panorama nazionale per quanto riguarda l’applicazione dei nuovi sistemi che consentono una velocizzazione di tutto il processo e addirittura di poter fare il processo da casa, il cosiddetto processo telematico. Con un eventuale accorpa- mento possiamo sperare nella stessa ragionevolezza dei tempi processuali? Dipende questo accorpamento come sarà fatto e in che tempi. Certamente poter contare su più risorse, aggregare situazioni e considerato che i nostri margini di miglioramento proprio perché abbiamo raggiunto questo livello di efficienza particolarmente alto e quindi in grado di espandersi, mi lasciano molto ottimista in una prospettiva di questo tipo. Cosa si augura per questo tribunale e per questo territorio? Mi auguro anzitutto che questo tribunale venga mantenuto, questo territorio deve avere un presidio di giustizia perché è troppo lontano da tutte le altre sedi che potrebbero garantire lo stesso livello di giustizia ma soprattutto quello che è fondamentale è che questo territorio non deve essere privato di un baluardo, di difesa rispetto alla possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Questo territorio che già inizia a manifestare segni di cedimento però deve avere una presenza forte dello Stato, un segno di allontanamento verrebbe vissuto dalla popolazione e dalla criminalità organizzata come un segno di cedimento e forse lascerebbe lo spazio a possibili infiltrazioni in una realtà che è già tanto depressa e difficile. sti” che le propongono e propinano, magari dopo aver sottoposto i malcapitati pazienti a costose indagini per scoprire eventuali cosiddette “intolleranze alimentari”. Se si è grassi vuol dire che, a parte i rari casi dovuti a vere e proprie patologie, si hanno abitudini alimentari sbagliate: mettersi a dieta significa correggerle modificando il proprio stile di vita perché, se dimagrire è facile, il difficile è restare magri. Una dieta come quella proposta nell'articolo è innaturale perché esclude i carboidrati e i grassi, che sono essenziali, non può durare a lungo ed è quindi diseducativa: altro che “si abitua il nostro corpo a mangiare meglio”! Come ci ha insegnato il celebre professor Ancel Keys, citato in un altro articolo nello stesso numero del suo settimanale, per stare bene bisogna nutrirsi con il pane, l'olio, il pesce, gli ortaggi e la frutta della nostra terra. E non mi risulta, non me ne voglia il dottor Di Muria al quale va tutta la mia stima e la mia simpatia, che questi prodotti si trovino in farmacia. Antonella Citro Fausto Bolinesi Attenzione ai sedativi della tosse! Risale a qualche anno fa il primo avviso riguardante i farmaci sedativi per la tosse come codeina e destrometorfano utilizzati nei bambini. Proprio in seguito alla morte di un neonato la cui madre aveva assunto codeina nel periodo post-partum è stata sollevata la questione sui potenziali danni che la codeina può provocare se utilizzata durante l'allattamento e non solo. L'episodio ha così aperto la strada a molteplici riflessioni sulla sicurezza della codeina specie nei bambini e negli anziani. Proprio i bambini hanno un'aumentata suscettibilità agli effetti avversi degli oppioidi. L'Agenzia inglese che regola i farmaci ha stabilito che i prodotti a base di codeina utilizzati per la tosse non vengano impiegati al di sotto dei 18 anni di età, proprio in virtù dei loro potenziali effetti collaterali che indubbiamente superano i benefici attesi. Anche in Italia i farmaci contenenti codeina o suoi derivati (es. Paracodina) sono indicati al di sopra dei bambini di due anni e comunque sempre sotto stretto controllo del medico. Oltre ai bambini anche gli anziani hanno un'aumentata suscettibilità agli effetti avversi degli oppioidi anche per il fatto che gli over 65 possono assumere in concomitanza più farmaci che interagiscono. In generale, gli effetti avversi più frequenti associati alla codeina includono nausea, vomito, stipsi, sonnolenza e vertigini. Tali reazioni si manifestano maggiormente quando le dosi sono più elevate o ripetute. Si consiglia di controllare opportunamente la dose di codeina e di monitorarne gli eventuali effetti avversi. Alberto Di Muria 18 ASL. N° 14 14 Aprile 2012 Eboli Il rito annuale delle esenzioni ticket Ecco i pensionati che pagano il disastro sanitario campano DALLA PRIMA dal sonno e quasi disperati nell'intravedere la marea umana che li aspetta. C'è già la ressa, infatti, quando apre l'ufficio per l'esenzione dai ticket farmaceutici. Gli ebolitani in bolletta, quelli senza reddito, e gli ultrasessantacinquenni non devono pagare farmaci e ricette. A fine marzo, ogni anno, scade il termine dell'esenzione. Ad aprile bisogna rinnovare l'autorizzazione per avere i farmaci gratis. Lunghe file davanti all'Asl senza la certezza nemmeno di farcela: "viene assicurata la prestazione solo ai primi 35 pazienti, gli altri possono anche tornare a casa" è l'accusa di Massimo Del Pilato, ebolitano esperto di file all'alba. In attesa non ci sono solo ebolitani. Arriva gente anche dai comuni limitrofi. Partono di notte per entrare nella lista dei 35 fortunati: "stare in lista non significa avere la certezza dell'esenzione dal ticket farmaceutico" spiega sempre Del Pilato. Molte persone si presentano con la documentazione sbagliata. Dopo tre ore di fila all'esterno dell'Asl e un'ora di fila all'interno dell'androne di via Sacro Cuore, i pazienti in attesa dell'esenzione sono anche costretti a tornare a casa per rifare la domanda. Un vero incubo. C'è gente che dal primo aprile è venuta all'Asl POESIA. di via Sacro Cuore anche tre volte: "A una donna hanno strappato i documenti in faccia, non si fa così- protesta Del Pilato- perchè i dipendenti in questa struttura sono privi del cartellino di identificazione? Perchè ci trattano come malviventi e persone senza dignità?". Vincenzo R. è tornato già due volte: "Dobbiamo annotare ogni cambiamento familiare altrimenti addio esenzione dal ticket". La sanità fallita in Campania per gli sprechi politici la pagano i pensionati e la gente senza reddito. Il figlio di Bassolino sicuramente non si alzerà alle cinque di mattina per vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto. Una fila all'Asl non sa nemmeno cosa sia, così come il padre dello sfascio nella sanità campana, l'amato don Antonio di Afragola. I politici sfasciano, i cittadini pagano. La prima domanda che ci sorge spontanea è la seguente: se l'andazzo annuale è questo, perchè viene delegato un solo dipendente dell'Asl a esaminare le pratiche per i ticket sanitari? Se mettessero due impiegati si potrebbero licenziare 70 pratiche al giorno. Con tre dipendenti si supererebbero i cento carteggi esaminati. E' così difficile spostare un pò la pianta organica a seconda delle esigenze dei cittadini? Pochi giorni fa sono arrivati L’ASL DI EBOLI i vigili urbani a rimettere un pò di pace e un pò di ordine nel gran marasma di via Sacro Cuore. Poi è arrivato anche un ambulanziere. L'anno scorso un cittadino esasperato e un pò alticcio per la stretta e quotidiana amicizia con il Tavernello, nel chiedere l'esenzione dal ticket mostrò una pistola al dipendente dell'Asl che gli bocciò la pratica. Ne nacque un parapiglia disordinato per una pistola che forse era una scacciacani. In quel caso intervennero i carabinieri. Ogni aprile è la storia di sempre. Urla e spintoni, proteste e parolacce nella sede dell'Asl al rione Pescara. La fila parte calma e tranquilla alle cinque di mattina, alle otto la gente è già infervorata. Alle nove la tensione non si controlla più. E' la storia di ogni aprile, dove un solo dipendente dell'Asl si deve immolare a esaminare tutte le pratiche, ben sapendo che una bocciatura potrebbe costargli un'unghiata in faccia, mille improperi, una pistola in bella mostra, una miriade di bestemmie e tante minacce fumose, querule e querelanti. Nel settore pubblico capita di vedere questa scena. Un ufficio con 50 persone davanti la porta in attesa dell'esame della pratica e altri dipendenti della stessa struttura sanitaria che se ne vanno in giro, tranquilli e rilassati, a passeggiare per i corridoi. Perchè questi dipendenti non vengono utilizzati in mansioni diverse, magari all'ufficio esenzione dal ticket, visto che sono pagati ma non certo per passeggiare serafici per i corridoi della sede dell'Asl al rione Pescara? Qualche cittadino ha denunciato l'interruzione di pubblico servizio. I dirigenti della struttura si difendono così: "facciamo una lista di 35 persone per permettere agli altri di fare altro mentre aspettano il loro turno, invece che ammassarsi tutti davanti lo stesso ufficio in attesa di una chiamata. Con quei 35 nomi non significa che il lavoro del responsabili dell'ufficio finisca lì. Una volta smaltita la lista, se è ancora in orario di lavoro, il dipendente esamina le altre pratiche. Ma quale interruzione di pubblico servizio, qui si lavora senza fermarsi un attimo. Pochi giorni fa il collega ha concluso il lavoro della mattina alle tre del pomeriggio". Perchè non venga assistito e coadiuvato da un collega l'unico dipendente delegato alle esenzioni ticket, resterà un mistero irrisolto. Due volte a settimana, l'ufficio è aperto anche di pomeriggio. La lista dei beati in questo caso è di 15 persone. A loro viene garantita la prestazione certa. Dal sedicesimo posto in poi è una scommessa con la sorte. Così vanno le cose nella Campania con la sanità fallita, dove i poveri cristo pagano il conto dei politici che non sanno nemmeno cosa sia una fila o una levataccia alle cinque di mattina per esercitare un diritto sacrosanto alla salute. Francesco Faenza Nuovo racconto poetico del mondo di Piaggine “Poesie dal mio Cilento” Gianfranco Petraglia presenta Arcaro Carmelo, nei giorni della fanciullezza, si distingueva già per la sua vivacità del carattere e la scioltezza della lingua usata per comporre calembour a danno di tutta la comunità, prendendo in giro i malcapitati con rime scanzonate, allegre e intrise di intelligente ironia. Che fosse anche un animo sensibile lo testimoniano le sue scelte di vita e il suo impegno sociale, praticato con discrezione e dedizione. Riscoprirlo cantore di un mondo e di un tempo che hanno accompagnato i miei sogni di bambino e le mie fanciullesche illusioni non è stata una gran sorpresa, ma una forte emozione che, riportando indietro la macchina del tempo, mi ha ricollocato in uno spazio/tempo in cui anch’io sognavo di scrivere romanzi e diventare uno scrittore. Quando ho avuto tra le mani la sua raccolta di “Poesie del mio Cilento” le ho lette d’un fiato per poi ritornare su di esse con maggior attenzione, soffermandomi con intensità su luoghi familiari, atmosfere mai scomparse dalla mente, personaggi di cui oggi resta solo un nostalgico ricordo. LA COPERTINA DEL LIBRO Ho rivisto nelle poesie di Carmelo e nella preziosa introduzione di Gianfranco Petraglia, i miei calzoncini corti, la borsa della scuola, la vita dei vicoli animata soprattutto da voci femminili che comunicavano gli accadimenti quotidiani e scandivano i tempi della giornata. Nei tempi in cui Carmelo ha collocato molte delle sue poesie percorrevo quotidianamente la strada che porta a casa di Gianfranco Petraglia ed Angelo Di Perna, miei amici di infanzia, e, inevitabilmente, passavo davanti casa di Carmelo, dei cui scherzi ero talvolta vittima. Carmelo, detto Zaccheo, era ai confini del teppismo con le sue imprese e, nonostante la sua arguzia e scioltezza di lingua, mai avremmo immaginato potesse cimentarsi nella poesia. Ma la saggezza popolare ne ha battezzato non solo la sua statura fisica ma anche morale e oggi si è elevato sul sicomoro per mostrarci la sua purezza d’animo. Le sue poesie scandiscono con precisione e lucidità i luoghi, le atmosfere, i personaggi che hanno animato la nostra gioventù. Il tema nodale del suo lavoro è incentrato nelle due poesie dedicate al nostro piccolo CONTINUA A PAG. 19 Eboli Le pagelle ebolitane Raffaele La Padula, voto 7: i politici predicano pulizia e trasparenza nella gestione della Multiservizi. Ma il risultato finale è poco meno abominevole della corrotta Lega Nord, dei crociati che urlavano "Roma Ladrona" e poi hanno rubato poco meno del Psi di Bettino Craxi. A Eboli l'opera moralizzatrice della società municipalizzata, la Multiservizi da quasi tre milioni di euro (di debiti), sbatte sempre contro qualche scoglio disonesto o imbarazzato. E' il caso di Raffaele La Padula, novello Don Chischiotte eburino. Il sindacalista-operaio-dipendente della Multiservizi, prossimo a un procedimento disciplinare per eccesso di trasparenza e onestà, ha iniziato una crociata contro gli abbonamenti tarocco. Si tratta delle autorizzazioni a parcheggiare nelle aree a pagamento senza sganciare un euro alla Multiservizi. La vicenda riguarda i ticket da esporre sul parabrezza dell'auto senza che la società di via dell'Atletica ne tragga benefici economici. La Padula ha iniziato i controlli contro i privilegi della casta e degli amici lecchini della casta, ma è stato subito stoppato. Gli abbonamenti in ospedale non devono essere analizzati. Gli amici degli amici pagano gratis. Eboli come Corleone, Cristo sarà andato in vacanza sull'Adriatica. Troppi privilegi. Troppi beneficiari a sbafo. Troppi ammanchi nelle casse multiservizie. Troppa casta in ospedale. Già il posto riservato al direttore sanitario super pagato ci sembra un inutile riconoscimento. Chi guadagna di più dovrebbe pagare un contributo di soli- PIAGGINE. darietà agli operai quasi licenziati. E invece il direttore sanitario viene trattato come la regina d'Inghilterra, sprecando soldi pubblici e aggravando la situazione finanziaria della Multiservizi. Che poi il direttore Minervini si faccia parcheggiare l'auto dal vigilantes dell'ospedale, trattandolo come uno zerbino maggiordomo e in spregio al contratto che è stato stipulato con il vigilantes, che poi Minervini litighhi con i vigili urbani per una multa sacrosanta presa in divieto di sosta, parcheggiando l'auto davanti l'ingresso dell'ospedale come Cetto Laqualunque, è una questione di stile che non si compra nemmeno con uno stipendio da manager. Tra i privilegiati a danno della Multiservizi (e dei cittadini ebolitani) ci sono diverse persone. La Padula ha iniziato l'opera di bonifica dei privilegi della casta. Ma gli è stato intimato di fermarsi. Troppa pulizia al parcheggio multipiano. Alla Multiservizi di Eboli, a quanto pare, nuoce alla salute disonesta di qualche intrallazziere senza pudore. Aspettando che la trasparenza trionfi, ci godiamo le dimissioni della famiglia ladrona, dei Bossi di Gemonio padre e figlio e della tata Rosy Mauro. Sembravano intoccabili, sono crollati come mele marce. Morale della favola...tirate voi le conclusioni. Il nostro voto positivo va al prode La Padula. Speriamo che il sindacato non lo lasci solo nel momento di ribattere al preannuciato provvedimento disciplinare per eccesso di onestà non gradito alla società municipalizzata. Martino Melchionda, voto La poesia... Il mondo di Carmelo... SEGUE DA PAG. 18 paese. Piaggine (era) e Piaggine (è). È un piccolo ma grande esempio di scandaglio della nostra memoria, dove la ciambottola si sostituisce alla madeleine per dare il la ad una ricerca del tempo per- duto in versione cilentana. L’amore e la leggerezza con cui presenta la sua famiglia, o ricorda una festa di compleanno o descrive i luoghi in cui giocavamo a pallone o a lotte tra bande rendono questa raccolta uno scrigno prezioso non solo per noi suoi N° 14 14 Aprile 2012 19 di Francesco Faenza 4: vinta la contesa con gli ex compagni liberi e riformisti (i contiani) nella settimana di passione e resurrezione il sindaco di Eboli si ritrova coinvolto in una vicenda paradossale. La sua giunta dispone l'illuminazione di via San Donato. Troppi furti in zona, troppi danni ai cittadini in collina, due volte i ladri sono addirittura entrati in casa del senatore Franaco Cardiello. E fin qui ci siamo. La sicurezza pubblica va garantita ai contribuenti dello Stato e del Comune. Il problema lo hanno creato i lavori. Il cantiere si è fermato davanti casa del senatore Cardiello lasciando al buio altre dimore provincialotte. Tra i residenti "rabbuiati" e incazzati come il Bossi anni 90 ci sono diversi dipendenti comunali, addirittura un ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista, qualche dipenente dell'Asl, tanti onesti cittadini, nessun altro senatore. La strada illuminata a metà per il cantiere strozzato sotto la villa del senatore ha indignato i residenti. L'assessore Enzo Consalvo ha assicurato tutti, i lavori verranno completati, la collina di San Donato sarà illuminata come la Broadway di New York. Promessa fatta, si attendono operai, pali e ruspe prima che tornino i ladri e non esploda una rivolta popolare come in Libia. Un problema, raccontano in comune, c'è stato. I pali installati dopo la villa senatoriale dovranno essere più bassi a causa dell'alta tensione. Bisognerà ridurli da sette a cinque metri. Il lavoro di taglio e cucito elettrico dovrebbe essere breve. Il condizionale è d'obbligo per rispetto ai rabbuiati cittadini che hanno comprato, improvvidi e poco furbi, la casa dopo la villa del senatore. La fiaba del lupo e dell'agnello è sempre di attualità... Medici dell'Hospice e Marcia Verde, voto 8: la sinergia italo marocchina ha funzionato. La collaborazione tra medici dell'Hospice il "Giardino dei Girasoli" e i marocchini dell'associazione Marcia Verde ha permesso a un 45enne maghrebino di poter tornare in Africa ad abbracciare i suoi sei figli. Giunto in Italia sei anni fa, il maghrebino ha fatto il venditore ambulante in provincia di Napoli. Una mattina, nel risvegliarsi, non è più riuscito a muovere un braccio. Dopo l'arto superiore sinistro si è bloccata la gamba. In pochi giorni è arrivata la diagnosi: tumore alla testa. Operato all'ospedale di Nocera, il maghrebino è stato ricoverato al "Giardino dei Girasoli" di Eboli. Poche speranze di vivere a lungo, la diagnosi della malattia fatale per il suo destino, la certezza di concludere il suo cammino esistenziale di lì a pochi mesi hanno spinto il maghrebino a vivere un'ultima esperienza importante: "voglio rivedere i miei figli, mi riaccompagnate a casa?" Con i pochi spiccoli rimasti in tasca, Mohamed non ce l'avrebbe mai fatta. I medici dell'Hospice di Eboli (dottori De Martino e Marra) hanno contattato prima il consolato marocchino poi l'associazione Caritas. Sulla vicenda è intervenuta anche l'associazione Marcia Verde, un gruppo spontaneo che raccoglie centinaia di marocchini della Piana del Sele. I contatti hanno prodotto gli effetti sperati. Il sabato di Pa- squa Mohamed è stato accompagnato a Fiumicino a bordo di un'ambulanza. Dall'aeroporto di Roma è poi partito in direzione del Marocco. Ad attenderlo in patria, la moglie, sei figli e un abbraccio che non dimenticherà più. Vigili urbani, voto 6,5: la multa da 800 euro al consigliere comunale di opposizione che non ha bonificato il cantiere edile e non ha rispettato le norme di sicurezza ci sta tutta. Creato il precedente, ora però bisogna evitare la vergogna che resti un fatto episodico e isolato. Ora vanno rimossi tutti gli abusi, vannno sanzionati tutti i fuorilegge, nel centro storico e nei quartieri limitrofi. Altrimenti l'opposizione parleràdi azione mirata e strumentale. Basterebbe chiedere qualche informazione in giro per scoprire le decine di atti illegali nella zona antica di Eboli. Da anni i residenti sperano nella rimozione e nella punizione dei responsabili. Per anni le loro richieste sono finite nel dimenticatoio. Stessa storia nel centro della città. Cosa rallenta e intimidisce i vigili urbani dal rimuovere opere abusive nel cuore della city eburina? L'applauso ai vigili urbani per la multa al consigliere comunale di opposizione ci sta tutto. Ora viene la parte più difficile. Non guardare in faccia a nessuno, non fare sconti a nessuno, fingere di non vedere, non concedere troppo a chi ha sbagliato a lungo, a chi reitera lo sfregio al codice penale. I vigili urbani hanno dimostrato di avere coraggio. Dopo Pasqua speriamo prosegua il repulisti morale e legale. coetanei e compagni di avventure, ma, soprattutto, per chi oggi frequenta piazze virtuali e non ha avuto la fortuna di penetrare gli intensi odori, colori e sapori di una vita che documenta se stessa attraverso l’ultima stagione del bianco e nero, travolta dal chiacchiericcio assordante di un brusio sin troppo colorato. Perché i ricordi non siano qualcosa che abbiamo perso, ma qualcosa che abbiamo ri- trovato e liberati dalla “pappatana” possano aiutare le giovani generazioni a recuperare quel senso di appartenenza, il rispetto, la solidarietà, la capacità di divertirsi con poco, di avere speranza in un futuro, io mi auguro che questa raccolta di poesie trovi spazio tra le nuove generazioni perché la costruzione di un futuro nasce solo sulla conoscenza del passato. Me se anche questo è un mondo che alle nuove generazioni dovesse non interessare, come scriveva Cesare Pavese: Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Angelo Prinzo 20 N° 14 14 Aprile 2012 Battipaglia LO SCRITTORE DI ERNESTO GIACOMINO Gioventù bruciacchiata... DALLA PRIMA Tipo che se, anziché un incendio, il tizio avesse optato per un allagamento, si sarebbe firmato “Goccia” o “Fialetta”. O, al massimo, peccando in megalomania, “Mezzolitro”. Da condannare anche per abuso di banalità, allora. O soprattutto per quello. Un micro-guappetto che – mo’ che lo arrestate, per carità, spiegateglielo per bene – non lo affilieranno di certo tra i camorristi più feroci, per aver dato fuoco a due banchi e un cassino. Entrando, peraltro, da una finestra già aperta (per inciso: il fatto che ci fosse una finestra aperta in una scuola chiusa è più imbarazzante dello stesso incendio) e quindi non dando nemmeno prova di sufficienza in materia di effrazioni e scassinature. Un puro dilettante allo sbaraglio, balzato ai disonori della cronaca per una serie di circostanze fortuite. Vergogna, t’urlerebbe dietro non dico Arsenio Lupin, ma pure il più tonto dei tre fratelli Bassotti. Per il resto, solita solfa. Di fronte a episodi del genere pochi prendono pragmaticamente atto che – come succede da secoli – l’umanità si divide tra esseri normali e inguaribili imbecilli. Di ogni sesso, età, nazionalità, religione e ceto sociale, come Costituzione crea. I più, invece, rattrappiti dalle loro mancate lauree in sociologia e demagogia, salgono sul palchetto del sentito dire e urlano di campanelli d’allarme circa il disagio sociale, e l’assenza dei valori e bla bla vari. Ma tanto è cosa risaputa: per la nostra, di opinione pubblica, allontanarsi oltre i luoghi comuni è acrobazia lessicale. Pericolosa, se non dialetticamente mortale. Se Battipaglia non fosse un Comune ma una s.r.l. privata, nel primo rigo dell’oggetto sociale troveremmo come attività principale la produzione di chiacchiere. Tornando al nostro Luther Blissett dei poveracci, comunque. Assaltare una scuola media il giorno di Pasquetta, a città nuda e deserta, sai l’eroismo. Sai la simbologia assoluta del gesto, ah sì. C’era da fare più bella figura a tirare su qualche spicciolo dalla colletta in piazza e passarsi la giornata a Ischia. Magari il traghetto, da costa a costa, ballava un po’ sulle onde e potevi spacciarlo, al rientro, per uno scampato naufragio in pieno Oceano. Io gli darei subito una prova concreta, al piromane sfigato, della considerazione in cui è tenuto il suo gesto. Allestirei un sondaggio tra gli studenti di quella scuola, sotto forma di compito in classe: che ne pensi di questo Scintilla che t’ha dato fuoco all’armadietto con le cartine e il mappamondo? Poi, ritirati gli elaborati, li Ernesto Giacomino TEATRO L CIGNO ROSA. Quando la creatività fa bene all’ambiente Il Cigno Rosa è un gruppo di lavoro interno al circolo Legambiente “Vento in faccia” Battipaglia, nato a seguito dell’approvazione della campagna di sensibilizzazione “Riduci! Ricicla! Risparmia!”, sostenuta dal CSV Sodalis Salerno ed inaugurata lo scorso 9 febbraio con la presentazione del libro di Roberto Cavallo “Meno 100kg. Ricette per la dieta della nostra pattumiera”, presso il cittadino Hotel Palace. Di cosa si tratta? Autoproduzione di detersivo, saponette e sali da bagno, tutto rigorosamente eco-compatibile e con un elevato indice di recupero – dall’olio esausto, ai tessuti dismessi, dai barattoli degli omogeneizzati alle bottigline di crodino, dall’acqua di cottura della pasta ai contenitori in plastica del formaggio grattuggiato. Il gruppo costituito da Valentina Del Pizzo, Valentina Siano, Simona Schipani, Simona Vicedomini, Emanuela Grilli e Azzurra Cesario cura in prima persona tutte le fasi dalle raccolta, dalle materie prime al packaging, ed ha allestito un vero e proprio laboratorio partendo dalle ricette della nonna per approdare appenderei sullo stesso muro dove lo sciagurato ha apposto la sua firma oscena. Gli direi: anonimamente come sei venuto a scrivere, ora vieni a leggere. Lo vedrai, che pensano di te i ragazzini, quelli dagli undici a tredici anni, quelli che hai creduto d’impressionare ma con cui ti sei messo solo in ridicolo. Vedrai che non lanci nessun messaggio sociale, né imprimi alcun disagio mentale. Sei roba che passa, presto annoverata tra i cattivi ricordi come il morbillo o un’insufficienza in matematica. Appena più traumatico – fidati – d’una partita persa alla playstation. alle più moderne letture del green job dell’era di Obama. Presuntuose? Intanto il lavoro, oltre che manuale, è intellettuale. Chiedersi come reagisce la soda con l’acqua, ispirarsi ad una ricetta piuttosto che ad un’altra, elaborare una confezione che tenga conto delle esigenze di naturale conservazione dei prodotti, rispondere alle istanze delle nostre consuetudini quotidiane, ma senza trascurare quelle dell’ambiente. Interrogare la pattumiera è un gioco divertente, ma pone delle domande. E se ci guardiamo intorno la soluzione è probabilmente di imparare ad interagire con il mondo che vorremmo tutelare, sporcarsi le mani, assumerci rispetto ad esso una responsabilità diretta e ritornare a dialogarci. L’ambiente non come qualcosa da tutelare, percepito come altro rispetto al fortissimo isolamento in cui ci ha indotto il progresso tecnologico, l’unico che sembra siamo in grado di perseguire, ma come il prodotto diretto delle nostre azioni, di tutti, nessuno escluso. Il bene comune per eccellenza dopotutto. Solo così probabilmente potremmo riuscire a viverlo non come un problema da risolvere, ma come una risorsa da valorizzare. Così il Cigno Rosa lavora per dimostrare come si fa: LimoniAmo è la vecchia jotta delle nonne, composta da aceto bianco, sale fino, acqua di cottura della pasta, buccia e succo di limone, per piatti a mano ed in lavastoviglie, rispettosa dell’ambiente e gentile con le manine delle signore; Il Boschetto è una linea di Sali da bagno per il piacere della circolazione del maschietti; Simbuccia iradia un profumo accattivante grazie alla buccia d’arancia ed alla cannella; Il Cigno Verde ed Il Cigno Rosa sono saponi di vari formati, i primi di una lunga serie ancora in fase di maturazione. È divertente e non costa niente, dal momento che occorrono i consueti utensili da cucina. Il risultato? Cambia la prospettiva. Le nostre pattumiere ed i nostri sgabuzzini non sono più un ammasso informe di resti anonimi, ma risorse preziose da trasformare con amore, convinte come sono le Cigne che sia il non-consumo la chiave di volta per ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Inizieranno con la primavera degli incontri laboratoriali aperti al pubblico presso la sede del Circolo Legambiente ‘Vento in faccia’, in via Olevano a Battipaglia, sì da consentire a tutti di apprendere le tecniche di saponificazione e soprattutto rendersi conto di quanto sia facile e conveniente, in tempi come questi di austerità, autoprodurre per il proprio fabbisogno. Intanto il Cigno Rosa sarà impegnato domenica 22 aprile con le Scuole A. Menna di Battipaglia e sabato 19 maggio con l’Associazione Menti Gloriose a Roccagloriosa (SA). Per info: http://www.legambienteventoinfaccia.it/progetti/cigno-rosa/. Valentina Del Pizzo 21 E 22 Regia di Alfredo Crisci L'Associazione teatrale SAMARCANDA di Battipaglia metterà in scena la commedia comica SARTO PER SIGNORA di G. Feydeau il 21 e 22 aprile 2012 presso il Teatro Bertoni di Battipaglia per la regia di Alfredo Crisci. Si tratta di una esilarante commedia in cui le situazioni piccanti, gli intrighi e i colpi ad effetto sono gli ingredienti principali della sua drammaturgia il cui profilo geometrico è impeccabile. Per questo motivo, Georges Feydeau, autore dall'estro comico e dall'inesauribile vena creativa, è oggi universalmente riconosciuto come il più grande esponente della pochade. Tutta la vicenda ruota intorno alla figura del dottor Sciosciammocca inguaribile marpione che intrattiene una relazione clandestina con una sua avvenente paziente e per coprire un suo tentativo di scappatella extraconiugale, inventa bugie sempre più inverosimili finchè, invischiato nelle sue stesse finzioni, si trova obbligato a farsi passare per sarto per signora. CONTINUA A PAG. 21 Sele N° 14 14 Aprile 2012 La Zizzona di Battipaglia protagonista nella nuova fiction di Canale 5 Ciociola prepara il 1° “Festival della Zizzona di Battipaglia” Dopo Benvenuti al Nord e Benvenuti al Sud, la “zizzona” di Battipaglia, sarà l’ospite d’onore della prima puntata della fiction Benvenuti a tavola – Nord vs Sud, pronta a debuttare Giovedì 12 Aprile su Canale 5. Una notizia, questa, trapelata durante la conferenza stampa tenutasi a Roma nei giorni scorsi, dove è stata proiettata una breve sintesi di quello che vedremo nel primo episodio della serie che vanta un cast stellare da Fabrizio Bentivoglio, a Giorgio Tirabassi e Teresa Mannino. La fiction, prodotta da Taodue e Mediaset, vuole celebrare la parte “buona” dell’Italia prendendo il pubblico, come si suol dire, per la gola, stuzzicandone i palati già con il trailer che mostra, tra riso, tortellini e verdure fresche, una golosa mozzarella zizzona che al taglio libera tutta la sua perlacea bontà.Donato Ciociola, direttore del Salone della Mozzarella di Paestum, sottolinea “il positivo risultato di una importante azione di comunicazione per la valo- rizzazione della mozzarella di Battipaglia chiamata “zizzona” sia per la forma che per il contenuto, partita nel 2010 all’indomani della proiezione del film “Benvenuti al Sud”. Con il supporto del Caseificio La fattoria dei fratelli Paraggio – continua Ciociola - sono stato presente più volte in eventi del settore cinematografico ed enogastronomico, per fare apprezzare il prodotto in questa forma molto “accattivante”. Una azione che sta dando i suoi frutti anche a livello di vendite, perché la richiesta di mercato di “zizzona di Battipaglia” è cresciuta in modo esponenziale e, dopo un primo momento di scetticismo, ne stanno beneficiando tutti i produttori caseari del territorio, non solo La Fattoria dei fratelli Paraggio che per prima ha creduto nelle potenzialità comunicative oltre che gustative della “zizzona” Un’altra importante notizia è destinata agli estimatori della mozzarella. Il successo ottenuto sul ENZO SALVI, DONATO CIOCIOLA E MASSIMO BOLDI piano nazionale, dal cinema alla televisione, passando per le più importanti testate giornalistiche italiane sarà celebrato questa estate nel primo Festival della Zizzona di Battipaglia, dal 27 al 29 Luglio 2012. Ideato dallo stesso direttore del Salone internazionale della Mozzarella, l’evento più importante del settore, e patrocinato dal Comune di Battipaglia, il Festival si annuncia ricco di interessanti appuntamenti gastronomici e culturali, ma anche goliardici e di intrattenimento. Pur senza confermare nel dettaglio il programma della kermesse, Donato Ciociola ha accennato alla sempre più probabile presenza proprio di Claudio Bisio come padrino dell’evento, ed ha anticipato l’elezione di Miss Zizzona di Battipaglia, colei che incarna al meglio la genuinità e l’autenticità del territorio e dei suoi prodotti, ed il divertentissimo campionato dei Mangiatori di Zizzona. Da non perdere, quindi, il ricco calendario di eventi televisivi ed itineranti di cui la mozzarella di Battipaglia sarà indiscussa protagonista nei prossimi mesi. “Sarto per signora” al teatro Bertoni di Battipaglia SEGUE DA PAG. 20 Intorno a lui agiscono e si dibattono l'ingenua e fragile moglie, la pedante e guastafeste suocera, un domestico impiccione, una potenziale amante e due mariti traditi, uno vanesio e l'altro invadente. Il tutto è condito da un ritmo serrato e travolgente, elemento proprio della farsa. Questo lavoro gode di una originale riscrittura in lingua napole- ASSOCIAZIONE SAMARCANDA tana allo scopo di dargli maggiore forza comica. Molto è stato attinto da quella tradizione i cui caratteri e i tipi sono riconoscibilissimi nella caratterizzazione degli stessi personaggi. Naturalmente questo è avvenuto nel rispetto dell'idea creativa di Feydeau, prestando molta attenzione a non snaturarla, ma al contrario, esaltandola maggiormente. Sede 84020 ROSCIGNO (SA) tel 0828963131- fax 0828963247 Sede Amm. va e Filiale: 84037 SANT’ARSENIO (SA) - tel 0975 398611 - fax 0975 398630 Filiali: 84065 PIAGGINE (SA) - tel 0974 942700 - fax 0975 942238 84069 TEGGIANO (SA) - tel 0975 510610 - fax 0975 510608 84036 S. CONSILINA (SA) - tel 0975 521282 - fax 0975 21949 84057 LAURINO (SA) - tel 0974 941252 - fax 0974 941544 84070 ROFRANO (SA) - tel 0974952511 - fax 0974 952433 85052 MARSICO NUOVO (PZ) - tel 0975 344244 - fax 0975 342431 21 22 N° 14 14 Aprile 2012 Sele Un progetto del CNR a Borgo Cioffi AMICA si è fermata ad Eboli e osserverà il tempo C’è un nuovo acronimo che ha fatto da poco il suo ingresso nel mondo della ricerca: è I-AMICA (Infrastruttura di Alta Tecnologia per il Monitoraggio Int e g r a t o Climatico-Ambientale), un progetto nato dalla collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) con l'Associazione "Comitato Ev-K2-CNR", Ente privato di ricerca, per lo sviluppo del Sud Italia. Il progetto, approvato nell'ambito del PON Ricerca e Competitività 2007-2013 e cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per le Regioni Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), è stato avviato nel gennaio 2012 grazie alla sinergia sviluppatasi tra 7 Istituti del C.N.R. (IAMC, IREA, ISAC, ICAR, ISAFoM, IIA, IBAF), tutti con elevata esperienza, ognuno per il proprio settore, nel campo delle scienze del clima, dei sistemi agroforestali, dell'ambiente costiero, dell'inquinamento atmosferico e marino, del rilevamento elettromagnetico e delle reti informatiche. Partendo dal presupposto che il cambiamento climatico globale ed i suoi effetti a scala regionale hanno conseguenze significative non solo sull’ambiente e la salute in generale, ma anche importanti ripercussioni sul mondo produttivo, il progetto I-AMICA si pone tra i suoi obiettivi primari il potenziamento e rafforzamento delle strutture osservative per il monitoraggio climaticoambientale e la possibilità di favorire in loco lo sviluppo tecnologico ed il trasferimento industriale. In Campania, oltre ad un sito serra. I dati acquisiti dalla stazione verranno periodicamente conferiti ad una banca dati mondiale, parte della rete FLUXNET, che provvede, mediante routine automatiche, ai necessari controlli di qualità ed a generare grandezze derivate – quali i tassi di respirazione – cosiddette di quarto livello. La rete FLUXNET comprende centinaia di siti permanenti, come quello di VELIVOLI PER LA RICERCA AMBIENTALE E I SENSORI PER LA MISURA DELLA RADIAZIONE SOLARE di rilevamento che sarà realizzato nella città di Napoli, ci sarà una sede operativa a Eboli – Borgo Cioffi, esattamente all’interno dell’azienda agricola zootecnica del dr. Gaetano Iemma (dove sono già presenti laboratori del C.N.R.), area altamente rappresentativa della realtà agricola della Piana del Sele e caratterizzata da produzioni ortofrutticole ad elevato contenuto tecnologico ed imprenditoriale. Le scelte che hanno portato ad individuare il Borgo Cioffi come base delle attività di ricerca del progetto I-AMICA sono essenzialmente due: la prima è dovuta alla vicinanza dell'aeroporto di Pontecagnano dove sono di stanza i velivoli leggeri da ricerche Sky Arrow ERA, di proprietà del C.N.R., attrezzati con sensoristica avanzata che consente di studiare la produttività degli ecosistemi agrari e forestali e sono quindi in grado in pochi minuti di effettuare rilevamenti sopra il sito di Borgo Cioffi; la seconda è che il dr. Iemma collabora già da vari anni con strutture di ricerca scientifica e molto spesso offre una preziosa ospitalità a studiosi e tirocinanti nelle scienze agrarie. L’acquisizione dei dati climatici-ambientali, condotta in loco dall’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (il Direttore è il dr. Riccardo D’Andria ed il coordinatore del gruppo di ricerca è il dr. Vincenzo Magliulo), sarà effettuata grazie a sofisticate attrezzature quali: analizzatori di gas operanti nell'infrarosso ed ultravioletto, spettrometri laser a cascata quantica, sensori, radiometri, solarimetri, termocoppie e piastre di flusso per il suolo, termometri ad infrarosso per la misura della temperatura del manto vegetale, anemometro sonico triassiale, analizzatore veloce a percorso aperto e quant’altro necessario per le delicate misurazioni di assorbimento e scambio gas- Eboli, situati nei cinque continenti e ubicati in tutti gli ecosistemi terrestri: dalle foreste alle terre umide, dalle praterie e campi agricoli fino a deserti, savana e foresta pluviale. Le informazioni elaborate dalla stazione di Eboli saranno, inoltre, rese disponibili sia ai singoli imprenditori agricoli e/o alle loro Associazioni di categoria, per il miglioramento delle loro produzioni agricole, che agli Enti pubblici e privati a fini della gestione del territorio Per la sopravvivenza futura del sito sarà, però, necessario reperire risorse ad hoc in quanto, dopo la fine dei progetti europei e nazionali, non sono previsti altri finanziamenti. Pertanto, la gestione e l’esistenza stessa della stazione sperimentale potrebbe non essere più sostenibile nel medio termine. Salvatore Patrizio C.N.R./IBAF UOS di Napoli Il 15 convegno a Pertosa SEGUE DA PAG. 11 “meridionalista” Pino Aprile e il giornalista Gianluigi Paragone. Ma su tutti, la maggiore attesa si vive per l’arrivo a Pertosa del Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca. Come da alcuni anni a questa parte, la fondazione MIdA porta nel Vallo di Diano momenti di discussione e riflessione di livello nazionale. Ma la giornata di domenica è solo la punta di un iceberg di appuntamenti che si terranno tra Auletta e Pertosa, i Comuni su cui opera prevalentemente la fondazione. Partirà sabato mattina e si protrarrà fino a lunedì, infatti, il workshop finale del progetto “Co/Auletta – Le tue idee abitano qui”, innovativo concorso d’idee sulla rivitalizzazione di una parte del centro storico di Auletta, abbandonato dopo la sera del 23 novembre 1980: il cosiddetto “Parco a Ruderi”. Al workshop parteciperanno oltre ai 5 finalisti del concorso (Vida+facil di Barcellona, Aste e Nodi di Torre Orsaia, Qart progetti di Firenze, Allies and Morrison di Londra, Lucchetti&Sghendoni di Reggio Emilia) molti dei 54 gruppi di progetto che hanno partecipato al bando, oltreché la popolazione locale, così da trovare la sintesi dei cinque progetti finalisti e compiere un unica ottimale idea di recupero e rifunzionalizzazione. Per questo durante la tre giorni i partecipanti al workshop incontreranno diversi protagonisti della vita pubblica italiana, come Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento Europeo e lo stesso Ministro Fabrizio Barca. Valerio Calabrese CHI CERCA. .. . . . TROVA Vendesi: Appartamento uso studio o abitazione MQ 100 in via Molina, 13 Roccadaspide. Prezzo € 1.500 al MQ Tel. 329/6023326 Gastronomia N° 14 14 Aprile 2012 23 Viaggi e Assaggi La 44ª tappa del VendittiWineTour al Mec Hotel di Paestum Il Venditti – Wine – Tour, l’interessante e seguito evento enogastronomico, fa tappa a Paestum. Giovedì 19 aprile, con inizio alle 20 e 30, nel prestigioso cinque stelle, il Mec Hotel Paestum, l’enologo Nicola Venditti, titolare dell’Antica Masseria Venditti, promuove la migliore ristorazione italiana, abbinando la gastronomia tipica locale ai vini doc e biologici di Venditti. L’evento si terrà nella sala più incantevole dell’albergo, la “Sole di Mezzanotte”, situata al 5° piano, con una vista suggestiva sul mare dove si può ammirare la Costiera Amalitana e l’isola di Capri. La serata della 44ª tappa del VendittiWineTour avrà inizio con i saluti di Luigi Acanfora, uno dei titolari della struttura, e seguirà con l’enologo Nicola Venditti, che presenterà la sua azienda illustrandone la filosofia. Sarà aiutato dalle bellissime immagini proiettate su uno schermo, che vanno dalla bella cantina in legno lamellare alle foto dell’innesto a gemma e a spacco inglese realizzate nel “vigneto didattico”, per finire le suggestive foto della vendemmia notturna. Il “vigneto didattico” è un’idea originale di Nicola Venditti realizzato nel 2005. Saranno proiettate anche molte foto delle venti uve autoctone presenti nel “vigneto didattico” con cui l’azienda produce i suoi ottimi vini doc biologici. Venti minuti circa di belle immagini e racconti di vita per conoscere direttamente l’Antica Masseria Venditti con l’invito finale alla visita aziendale a Castelvenere all’Isola di cultura del vino. Sarà spiegato nei particolari la coltivazione biologica e le scelte che tali normative comportano. Si definisce biologico il prodotto così ottenuto e diventa veritiero solo se le autorizzazioni sono riportate sull’etichetta del vino. A seguire, un menu enogastronomico molto inte- LE RICETTE Suggerimenti per cucinare i nostri carciofi... Il carciofo è da sempre il “Re” del nostro orto. Personalmente li coltivo e li mangio il più spesso possibile. Non mi stancherei mai di consumarli. Ecco tre semplici ricette: NELLA FOTO: NICOLA VENDITTI CON IL “NOSTRO” DIODATO BUONORA ALL’ULTIMO VINITALY ressante coniugherà ricercate specialità culinarie ai vini biologici dell’Antica Masseria Venditti. Un benvenuto con “Pane e Olio” extra vergine d’oliva di Venditti. Il menu preparato dallo Chef inizia con “L’acqua sale ricomposta e alici di menaica, cornucopia di crespellina con uova di salmone, blinis alla spuma di baccalà al molossol“. In abbinamento il Vàndari Falanghina 2010 Doc bianco insignito della Gran Menzione all’ultimo Concorso enologico Internazionale del Vinitaly di Verona e Medaglia d’Argento a Biodivino 2011, concorso internazionale riservato esclusivamente ai vini biologici. “Involucro di semola ai crostacei nella bisque di lupini e vongole veraci” con il Bacalàt 2010, cru ottenuto dall’omonima vigna con tutti i dati catastali dichiarati in etichetta, compresa la mappa. “Il carrè di coniglio alle erbe aromatiche in crosta di olive pisciottane e cuore di carciofo stufato” sarà abbinato al Barbetta 2009 Doc rosso, vino ottenuto dall’originale ed unico vitigno salvato dalla fillossera negli anni ’30 da un antenato Venditti, su consiglio delle “cattedre ambulanti”, segnalato con 90/100 da Wine Spectator. “La ricotta bufalina e pera spadona dell’alto cilento al mosto cotto di Venditti” chiuderà la serata abbinata alla Grappa di Barbetta, un distillato unico nel suo genere che ci saluterà magnificamente. Il servizio vini sarà curato dal sommelier professionista AIS Enzo Di Donna. Sarà presente la delegata AIS Cilento – Vallo di Diano Dott.ssa Maria Sarnataro. Il costo della serata è di euro 35 a persona. Chi ha già vissuto quest’esperienza può confermare che sarà una serata veramente da ricordare. Info: 0828 722444 [email protected] Diodato Buonora [email protected] Carciofi al prezzemolo Ingredienti per 4 persone: 8 carciofi, olio extravergine d’oliva, pangrattato, aglio, limone, prezzemolo, sale. Procedimento: mondare i carciofi delle foglie dure e delle punte e metterli in acqua acidulata con succo di limone per qualche minuto. Tritare l'aglio e il prezzemolo, metterne un cucchiaino fra le foglie di ciascun carciofo, disporli dritti in una teglia con l'olio e un bicchiere di acqua, cospargerli di pangrattato e sale e farli cuocere a fiamma bassa. Vino consigliato: Pietrarosa 2009, Greco di Tufo Docg, Di Prisco. Carciofi al caciocavallo Ingredienti per 4 persone: 4 carciofi, 3 uova, 200 g di caciocavallo stagionato grattugiato, 25 g di burro, sale. Procedimento: cuocere i carciofi per 10 minuti in acqua bollente salata. Scolarli, dimezzarli e disporli sul piatto di portata. Mettere in una casseruolina, a fuoco bassissimo, nel burro già sciolto, i soli tuorli e il caciocavallo grattugiato. Mescolare finché il composto sarà legato ed omogeneo. Versare la salsa sui carciofi e servire. Vino consigliato: Paistom 2011, Aglianico rosato Paestum Igt, I Vini del Cavaliere. Rigatoni ai carciofi alla carbonara Ingredienti per 4 persone: 320 g di rigatoni, il cuore di 4 carciofi, 150 g di pancetta a dadini, 4 cucchiai di olio evo, 60 g di caciocavallo stagionato grattugiato, pepe, 1 cipolla piccola, 2 uova, 2 tuorli d’uova. Procedimento: Pulite i carciofi eliminando le foglie esterne e tagliateli a lamelle sottili. Tritate la cipolla. Mettete in una padella l’olio, la pancetta e la cipolla tritata e rosolate gli ingredienti aggiungendo anche i carciofi e, infine, il sale. In una grande ciotola a parte, sgusciate le uova (2 intere e 2 tuorli), sbattetele e aggiungete il caciocavallo grattugiato e il pepe macinato, quindi amalgamate gli ingredienti fino a formare una crema densa. Lessate i rigatoni in abbondante acqua salata, quindi, scolateli, uniteli al condimento e fateli saltare qualche secondo in padella con la pancetta e i carciofi. Versate il tutto nella ciotola contenente il composto di uova, amalgamate velocemente, impiattate e servite immediatamente. Dibbì