Bovino da carne: tendenze e dinamiche recenti
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Bovino da carne: tendenze e dinamiche recenti
Bovino da carne: tendenze e dinamiche recenti In Italia la situazione resta pesante La situazione in Italia nel comparto del bovino da carne resta caratterizzata da una evidente accelerazione del processo di contrazione della produzione. Il calo delle importazioni dei ristalli bovini registrato nell’ultimo trimestre del 2014 riflette una inevitabile riduzione dell’offerta di capi pronti per la macellazione almeno fino a tutto il mese di giugno. Di pari passo si è riscontrata un’inversione di tendenza delle importazioni di carni bovine nel primo bimestre 2015 (-6% rispetto a gennaio-febbraio dell’anno scorso), dopo un 2014 che aveva fatto registrare invece una crescita del 4,1%. Se si guarda alla dinamica delle macellazioni, i numeri parlano di un settore che da tempo ha imboccato la strada del declino produttivo. Secondo la Banca dati nazionale zootecnica (BDN), solo nell’ultimo quinquennio sono diminuite di oltre 14 punti percentuali, passando tra il 2010 e il 2014 da 3,01 a 2,58 milioni di capi e accusando negli ultimi tre anni contrazioni di maggior entità rispetto ai precedenti. Le cause sono da ricercarsi nelle poche certezze sugli sviluppi del settore, soprattutto in termini di redditività già fortemente compressa. Nel medio termine i rincari delle materie prime (ultimamente rientrati) e l’aumento del costo dei ristalli francesi spiegano in buona parte la caduta della produzione. Dai dati di macellazione relativi ai primi due mesi di quest’anno emerge una evidente contrazione per i vitelli ed i vitelloni, solo in parte compensata da un aumento del numero di vacche abbattute, superiore del 20% rispetto allo scorso anno. L’attività appare ovunque rallentata e inferiore alle capacità degli impianti, altro fattore, questo, che implica un maggior costo per l’attività di macellazione, pesando sulla redditività finale degli attori coinvolti lungo l’intera filiera. Import di bovini vivi da ingrasso (000 capi) 120000 100000 80000 60000 2013 40000 2014 20000 2015 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Fonte: elaborazione. Ismea su dati ISTAT Importazioni carni bovine (000 tec) 500 4,1% 400 -10% Francia e +6% 300 Polonia nei primi due mesi 2015 200 5,5% 100 18,6% 2013 2014 -4,7% 0,4% Paesi Bassi Germania -2,7% 20,9% 0 carni bovine Francia Polonia Brasile Irlanda Fonte: Elab. ISMEA su dati ISTAT ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015 Meno produzione, più incertezza A fronte di tale situazione, per l’allevamento da carne intensivo si prospettano tempi ancora difficili, con costi espliciti di produzione elevati e difficilmente comprimibili. Una possibile risposta potrebbe venire dallo sviluppo di una linea di produzione vacca-vitello nazionale, già in fase di sperimentazione. Un progetto, promosso a livello istituzionale, che prevede anche l’introduzione di un marchio di garanzia certificata (SQN) a tutela del consumatore. Vitelli Vitelloni maschi e manzi Vitelloni femmine Vacche Bovini Macellazioni Nazionali (000 capi) 2015 cumulato 2014 cumulato gennaio-febbraio gennaio-febbraio 98.502 111.405 140.198 153.698 75.283 81.844 86.669 72.111 406.654 424.231 Var. % -11,6% -8,8% -8,0% 20,2% -4,1% Fonte: elaborazione ISMEA su dati ISTAT Macellazioni di animali della specie bovina 80.000 70.000 250 .000 capi 60.000 200 50.000 150 40.000 30.000 100 20.000 50 10.000 gen feb mar apr capi (.000) - sx 2013 peso morto (t) - dx 2014 Fonte: Elab. ISMEA su dati ISTAT Costi in flessione per gli allevamenti nazionali tonnellate peso morto 300 mag giu lug ago set capi (.000) - sx 2014 peso morto (t) - dx ott nov dic capi (.000) - sx Per quanto riguarda l’evoluzione più recente dei costi di produzione, nel primo quadrimestre 2015 si è assistito ad un leggero ridimensionamento dell’indice dei prezzi dei mezzi correnti cui hanno contribuito i minori costi per l’acquisto dei mangimi e per energia e carburanti. Al contrario si è assistito ad un forte aumento dei costi dei ristalli dovuto alle scarse disponibilità negli allevamenti francesi. Nella prima frazione dell’anno i costi delle aziende zootecniche, pur evidenziando una crescita rispetto alla fase conclusiva del 2014, si sono mantenuti su livelli mediamente più contenuti nel confronto tendenziale: in particolare, nel periodo gennaio-aprile 2015 l’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti per gli allevamenti bovini ha registrato una variazione negativa su base annua del 2,2%, prevalentemente come conseguenza del calo dei prezzi dei mangimi (-3,3%). ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015 Indice Ismea dei mezzi correnti -1,4% 190 170 150 -3,3% 3,5% 130 110 90 gen feb mar apr mag giu lug ago 2014 ANIMALI ALLEVAM. set ott nov dic gen feb mar apr 2015 MANGIMI PROD.ENERGETICI Fonte: ISMEA Prezzi in ripresa…ma ancora inferiori allo scorso anno Riguardo ai prezzi di vendita, nel primo quadrimestre 2015 l’indice Ismea ha fatto segnare per i bovini da macello una lenta e costante crescita, dopo un trend negativo protrattosi per tutto il 2014. Indice dei prezzi alla produzione (2010=100) 140,0 130,0 114,4 120,0 116,5 110,0 100,0 apr feb gen dic nov ott set lug VITELLI/E DA MACELLO ago giu mag apr mar feb gen dic nov ott set lug ago giu mag apr VACCHE DA MACELLO mar 101,1 98,0 90,0 VITELLONI/MANZI DA MACELLO Fonte: ISMEA La ripresa ha riguardato in particolare le vacche, mentre i prezzi dei vitelloni, malgrado il ridimensionamento dell’offerta nazionale, hanno manifestato solo una lenta risalita, mantenendosi però su livelli inferiori allo scorso anno. I prezzi degli Charolaise registrano nella media dei 4 mesi una flessione tendenziale del 3,3%, contro il meno 1,4% dei Limousine. Invariati, o in lieve rivalutazione, su base annua i prezzi della razze autoctone, in particolare dei vitelloni Piemontesi e Chianina. Riguardo infine ai vitelli, i prezzi hanno subito in media un calo del 3,5% rispetto allo scorso anno. In questo caso le maggiori perdite si registrano per i capi di razza Frisona (-12%), penalizzati dalla più ampia disponibilità a livello europeo. Prezzi medi vitelli (Euro/Kg Peso vivo) 6,00 FRISONA/PEZZ. NERA 2014 5,00 4,00 INCROCI 2014 3,00 PIEMONTESE/COSCIA 2014 2,00 FRISONA/PEZZ. NERA 2015 1,00 INCROCI 2015 0,00 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic PIEMONTESE/COSCIA 2015 Fonte: ISMEA ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015 Le vendite di carni presso la distribuzione moderna Nel 2014, secondo i dati Nielsen sugli acquisti domestici, resta stabile il grado di penetrazione delle carni nelle famiglie italiane, confermandosi al 93,7%; malgrado ciò si contraggono sia i volumi d’acquisto (-3,2%) che i corrispettivi monetari (-5,4%). La contrazione della spesa è trasversale e coinvolge principalmente il segmento della carne bovina (7,3%), ma non risparmia pollame (-2,9%) e tagli suini (-4,3%). In generale emerge una maggiore attenzione e sensibilità nei confronti delle promozioni cui ricorrono quasi all’80% delle famiglie italiane. La Gdo concentra circa il 79% degli acquisti totali di carni. Da rilevare che nel caso del pollame cresce il peso dei discount i cui gli acquisti sono aumentati del 14%, a scapito del dettaglio tradizionale. Per il bovino il ruolo delle macellerie resta elevato (25%), mentre il discount si ferma a un 8% di quota. Il panel dei prezzi alla Grande distribuzione Ismea, evidenzia comunque, nei primi 4 mesi del 2015, al netto delle promozioni, prezzi in tenuta per le carni bovine rispetto al 2014. Solo gli hamburger, taglio che, insieme al macinato, sta acquistando sempre più spazio nei banchi frigo della Gdo, segnano una flessione determinata da una maggiore pressione concorrenziale a monte della distribuzione. Prezzi alla Grande Distribuzione (Euro/Kg) 2014 2015 gennaio febbraio marzo aprile ARROSTO DI BOVINO ADULTO 15,60 16,80 16,54 16,51 16,56 ARROSTO DI VITELLO 15,76 15,57 16,94 17,75 16,21 BISTECCA DI BOVINO ADULTO 16,59 16,48 16,52 16,53 16,51 FETTINE DI BOVINO ADULTO 13,91 13,87 13,89 14,00 14,00 FETTINE DI VITELLO 18,68 19,10 19,18 19,24 19,30 FILETTO DI BOVINO ADULTO 28,09 26,97 27,04 27,10 27,03 HAMBURGER DI BOVINO ADULTO 8,93 9,35 8,57 8,33 8,42 LOMBATA DI VITELLO 18,64 18,25 18,40 18,41 18,46 MACINATO DI BOVINO ADULTO 9,50 9,75 9,67 9,77 9,71 Fonte: Rete di rilevazione ISMEA __________________________ Export mondiale di carne bovina 000 ton CWE 65.000 10.200 55.000 12.000 10.000 45.000 59.006 8.000 35.000 6.000 25.000 4.000 15.000 2.000 5.000 2011 2012 Totale produzioni 2013 2014 Totale esportazioni 2015 (Previsione) Fonte: elaborazione ISMEA su dati USDA Previsione record per l’export mondiale di carne nel 2015 Contrariamente a quanto rilevato in Italia, il mercato internazionale delle carni bovine resta vivace grazie all’incremento della domanda nei Paesi asiatici, in Nord Africa e negli Stati Uniti. Dopo la crescita del 9,6% del 2014, l’export di carni bovine manterrà un trend espansivo anche nel 2015 secondo gli analisti dell’Usda, seppure a un tasso più contenuto (+2%). In particolare, le esportazioni di carni bovine totali raggiungeranno il livello record di 10,2 milioni di tonnellate, grazie soprattutto alle spinte di Brasile e India (anche se in quest’ultimo caso si tratta ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015 prevalentemente di carne di bufalo), che compenseranno le minori esportazioni di Usa e Australia. La domanda sarà invece trainata dai paesi asiatici, in particolare dalla Cina e da Hong Kong. Principali esportatori di carne bovina (000 ton CWE) 2500 2000 1500 1000 500 0 India Brasile Australia Stati Uniti 2013 Nuova Zelanda 2014 Paraguay Canada Uruguay EU 2015 (Previsione) Fonte: FAS-USDA Nel 2015 l’India si confermerà - per il secondo anno consecutivo, il maggior esportatore mondiale, superando il Brasile che lo era stato fino al 2013. I volumi esportati dall’India e dal Brasile da soli rappresenteranno il 24% delle esportazioni globali. In particolare, nel 2014, il Brasile si è avvantaggiato dell’embargo sulle carni nordamericane, conquistando spazi importanti nel mercato russo. Il dollaro forte e la scarsa disponibilità di prodotto hanno fatto perdere competitività alla carne statunitense (-4,1% in volume nel primo trimestre 2015), lasciando spazi di mercato alle produzioni australiane. In particolare, l’Australia è divenuto il primo fornitore degli Usa (+80% nei primi tre mesi del 2015) con circa un terzo del mercato. Nel panorama mondiale, emerge inoltre l’evoluzione delle importazioni della Cina, dove nel corso del degli ultimi tre anni i volumi si sono più che decuplicati. Beneficiano di questo nuovo mercato di sbocco in primis l’Australia (con una quota prossima al 50%) seguita da Uruguay e Nuova Zelanda. Per quanto riguarda la Russia, un tempo principale importatore, in parte a causa dell’embargo in parte per la situazione economica molto critica (svalutazione del rublo, recessione e alta inflazione), si registra invece una calo degli acquisti dall’estero del 27% per le carni fresche e del 48% per le congelate (dati del primo trimestre 2015). L’effetto-cambio, che sta causando problemi agli Usa, sta invece avvantaggiando i produttori europei per i quali si prevede una più intensa attività di esportazione contestuale a una riduzione dell’import. Prezzi ancora su A livello globale le produzioni di carni bovine (in tonnellate equivalente carcasse) sono previste in lieve nelle previsioni contrazione (-1,1%). del 2015 I prezzi saranno probabilmente destinati a crescere; già nel 2014 nei tre principali player (Australia, Brasile, Usa) avevano segnato un aumento di 8 punti percentuali rispetto al precedente anno. Produzioni (Animali e carni - 000 Tons -CWE) Stati Uniti Brasile Unione Europea Cina India Argentina Australia Altri Totale 2011 11.983 9.030 8.114 6.475 3.308 2.530 2.129 14.580 58.149 2012 11.848 9.307 7.708 6.623 3.491 2.620 2.152 14.762 58.511 2013 11.752 9.675 7.388 6.730 3.800 2.850 2.359 14.958 59.512 2014 11.078 9.723 7.410 6.890 4.125 2.700 2.595 15.169 59.690 2015 (P) 11.055 9.820 7.440 6.825 4.500 2.700 2.275 14.391 59.006 % -0,2% 1,0% 0,4% -0,9% 9,1% 0,0% -12,3% -5,1% -1,1% Fonte: FAS/USDA ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015 A livello comunitario l’apertura dei mercati con la vicina Turchia offre alcune opportunità aggiuntive alle esportazioni; tuttavia l’accordo per l’importazione di carni dal Nord America, ancora in fase di definizione, potrebbe comportare un appesantimento del mercato domestico. Si consolida la mandria europea Nel 2014 il patrimonio bovino dell’EU-28 è cresciuto dello 0,9% rispetto all’anno prima; questo è il terzo aumento consecutivo dopo il punto di minimo toccato nel dicembre 2011. Il lieve aumento è in buona parte ascrivibile alla stabilizzazione della mandria da latte dopo l’aumento registrato negli ultimi tre anni. Al contempo - secondo gli ultimi dati Eurostat - anche le consistenze di vitelli e vitelloni in Europa sono cresciute nel 2014, pur rimanendo nel complesso scarse rispetto alla domanda interna. Tra i principali Paesi produttori, secondo i dati di dicembre, solo Italia ed Irlanda hanno segnato una flessione delle consistenze bovine totali (rispettivamente del -2% e -1%). Sostanzialmente stabile invece le mandria nei due principali Paesi produttori: Francia e Germania (+0,6% circa), in aumento solo in Spagna ed in Polonia. Probabilmente continuerà anche nel 2015 l’espansione della mandria da latte, considerando che le manze con più di due anni risultano nell’indagine di dicembre in crescita del 2%. EU-28- Mandria bovina a dicembre (000 capi) 25.000,00 91.000,0 90.000,0 20.000,00 89.000,0 15.000,00 88.000,0 10.000,00 87.000,0 5.000,00 0,00 2005 Germany 86.000,0 85.000,0 2006 2007 2008 France 2009 2010 Ireland 2011 Poland 2012 2013 Italy 2014 European Union - 28 Fonte: elaborazione Ismea su dati Eurostat Nello specifico il numero delle vacche nutrici sebbene segni nel 2014 una lieve crescita rispetto al 2013 (+1,5%) resta stabile negli ultimi 15 anni (TVMA=-0,1%), ma in Italia, Inghilterra ed Irlanda si registra un tasso di decrescita medio dal 2000, più marcato rispetto a quello medio europeo. In Spagna i dati indicano invece una maggior attenzione alla linea produttiva indigena del bovino da carne, le vacche nutrici segnano infatti nell’ultimo anno un balzo in avanti del 6,4%. 2000 EU-28 Francia FR Spagna ES Regno Unito UK Irlanda IE Germania DE Italia IT Polonia PL Fonte: DG Agricultura su dati Eurostat Macellazioni comunitarie in lieve recupero Patrimonio vacche nutrici 2013 2014s 12279,5 4.214,1 1.880,0 1.783,1 1.155,2 823,8 446,0 64,7 11915,6 4.106,0 1.770,6 1.554,0 1.085,1 673,1 335,1 142,9 12089,1 4.138,0 1.884,3 1.536,0 1.041,2 673,6 328,7 155,2 2014/2000 2014/2013 2000-2014 -1,6 -1,8 0,2 -13,9 -9,9 -18,2 -26,3 1,5 0,8 6,4 -1,2 -4,0 0,1 -1,9 -0,1 -0,1 0,0 -1,1 -0,7 -1,4 -2,2 139,8 8,6 6,4 Nel 2014 le macellazioni di capi bovini nell’Ue-28 hanno superato i 7,3 milioni di tonnellate (equivalente peso carcassa) risultando in lieve recupero (+1%) dopo la flessione del 4% registrata nel 2013 sull’anno precedente. ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015 Le dinamiche nei principali paesi produttori si sono differenziate. In Spagna ed Italia si sono registrati cali produttivi dovuti in parte alla debolezza della domanda ed in parte alla trattenuta in stalla di vacche da latte e giovenche; tale situazione potrebbe favorire un aumento dell’offerta di carne nei mesi a venire. Le macellazioni sono aumentate, invece, in maniera evidente in Irlanda (+12%), Polonia (+21,7%) e Germania (+2%). In particolare per la Polonia l’evidente crescita delle macellazioni è dipesa, oltre che da un maggior numero di vacche avviate al macello, da una tendenza ad ingrassare e macellare internamente i vitelli che fino allo scorso anno venivano esportati per il ristallo in altri paesi. Macellazioni bovine nell'UE-28 000 tonnellate eq. carcassa 1.600 0,9% 1.400 2,0% 1.200 1.000 -4,9% 3,5% 800 12,4% 600 -0,9% 21,7% 400 -0,8% 200 0 Francia Germania Regno Unito Italia 2013 Irlanda Spagna Polonia Netherlands 2014 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Eurostat Salgono i prezzi Nel 2014 gli incrementi produttivi in Germania, Irlanda e Polonia e l’embargo Russo hanno appesantito europei, ma non il mercato europeo delle carni provocando un generale ridimensionamento dei prezzi. L’offerta in in Francia eccesso è senza dubbio rappresentata dalle carni di vacca, ma inevitabilmente ha impattato anche su quella dei vitelloni. Il mercato Europeo dei vitelloni (R3) nel primo quadrimestre 2015 mostra tuttavia in prevalenza una lieve ripresa. La tendenza resta flessiva solo in Francia anche a causa delle difficoltà del mercato italiano. Prezzi Vitelloni R3 410,0 euro/100 kg 370,0 350,0 330,0 384,17 380,8 390,0 368,20 367,7 347,69 334,6 310,0 290,0 326,80 306,5 Germania Francia Olanda Polonia 270,0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr 2014 2015 Fonte: elaborazione Ismea su dati DG-AGri ____________________________ Direzione Servizi per il Mercato Redazione a cura di: Paola Parmigiani e-mail: [email protected] www.ismeaservizi.it www.ismea.it ___________________________________________________________________________________________________________ Giugno 2015