Palinuro griffe: don Gianni Citro scomunicato

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Palinuro griffe: don Gianni Citro scomunicato
Palinuro griffe: don Gianni Citro scomunicato
Giovedì 16 Luglio 2009 18:48
SALERNO- Don Gianni Citro (nella foto a sinistra) da Lentiscosa, uno dei tanti parroci sparsi
per il pianeta che si vergognano d'esser parroci, alla fine è stato scomunicato: il posto di
direttore artistico del Palinuro griffe e forse anche del
Meeting del mare
, lo prenderà il dee-jay
Pippo Pelo
.
Cessata l'orgia dionisiaco-finanziaria, interrotto lo scialo camuffato tra acquasantiere e
falci&martelli vari, insomma finita l'epoca dell'effimero inaugurata con la prima amministrazione
provinciale guidata dal senatore del Pd
Alfonso Andria
, si apre probabilmente un nuovo scenario. Anche sotto il profilo dell'offerta artistico-musicale
pagata dall'erario: una cosa un po' sovietica, per la verità, ma tant'è. Vedremo nel corso del
tempo se e quanto la pagina sarà voltata dal nuovo presidente della Provincia. Non parliamo
(soltanto) di quanti zeri ci saranno dietro agli assegni che si staccheranno, il problema vero
sono i contenuti: non conta cioè soltanto chi sia il direttore artistico di un normalissimo
happening musicale, quanto l'offerta che l'ente pubblico si premura di fare. In parole povere,
conta poco se a far scempio del piazzale della Certosa di Padula (per non dire dei disastri
interni affidati a certi critici d'arte) sia don Gianni o Pippo Pelo: conta invece se lo si faccia o
meno. Questo, preliminarmente: ovvio che nel caso del prete-fighetto, intercambiabile con un
giovane à la page all'ingresso della discoteca, intervengano elementi ulteriori che duplicano il
problema e consegnano un quadro generale disarmante. Sia chiaro, non è solo a Salerno a
vivere sospesa in un mondo che trasforma i desideri in diritti, il problema viene da lontano, non
risparmia tanti altri posti. Sono argomenti che non trovano facile accoglimento, rubricabili nella
categoria "non frega a nessuno". Certo, in un contesto dove il meglio che ti possa accadere è
discutere su che fine fa la Salernitana, è normale che accada. Ma passiamo oltre.
Don Gianni Citro è stata la prima vittima illustre dello spoil system, com'è normale che accada.
La sensazione di disagio causata da un parroco perennemente in jeans e forse in attesa del
Concilio Vaticano III, che maneggiava un impressionante volume di danaro pubblico per
organizzare concerti rock (chi scrive si ciba di rock, pop, jazz, techno, house, etc, da almeno 30
anni
) evidentemente è cresciuta: il guaio è che don Gianni
contornava di divertenti teorie questa impresa chissà perché tollerata dal suo vescovo. Sul
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genere:
"La musica è di tutti, non appartiene a nessuno, è
movimento...le omelie in chiesa non servono a nulla...alle funzioni religiose non viene
nessuno...etc."
, queste furono le esilaranti risposte ad
altrettanto esilaranti domande di colleghi giornalisti incantati dalla "modernità" del personaggio.
Come già detto tempo prima, ovvio che in chiesa non ci vada nessuno: perché dovrebbero,
tanto vale accendere la radio. Il deputato Giancarlo Lehner, che molto si è interessato alla
faccenda (sì, esiste ancora qualche parlamentare amante delle battaglie culturali) avrà di che
esser soddisfatto adesso: almeno il pernacchio a lui indirizzato -ed anche a chi scrive- dal palco
di un concerto dinanzi a migliaia di giovani, sarà tornato indietro. E' la vita, sono cose che
capitano.
Cirielli ha fatto bene a metter mano alla cosa, speriamo solo che l'abbia fatto per convinzione
culturale piuttosto che per rappresaglia politica. Vedremo. Ci sono però altre cose che ci preme
segnalare al nuovo presidente e il modo migliore, ora, è farlo sotto forma di semplici domande:
tra l'altro vanno anche di moda tra i giornali i quesiti indirizzati alle istituzioni.
Egregio presidente, ci spiega perché ha fatto retro marcia sulla commissione pari opportunità?
Sposa anche lei i cavalli di battaglia di questa inutile sovrastruttura dove si parcheggiano
scampoli di sinistra d'annata? Ad esempio: condivide le lotte fatte dai rappresentanti della
commissione in tema di libertà d'aborto, fecondazione assistita o eutanasia? Non c'è nulla di
male se lei condivide, basta solo saperlo: al momento presumiamo di sì visto che prima è
partito per la cancellazione e poi, mistero, si è fermato. Cos'è stato, oltre a quella gay dobbiamo
ora inventarci anche una lobby femminile che condiziona ed orienta la politica? Le pari
opportunità sono materia legislativa, presidente, sul piano locale diventiamo ridicoli solo
immaginando che ne esista una commissione provinciale: una commissione di che? C'è altrove
pure? E chissenefrega se c'è, conta quel che decide lei, qui ed ora.
E ancora: lei di recente è stato a Roma per il sacrosanto omaggio della cittadinanza onoraria a
Gilad Shalit, il caporale israeliano ostaggio da 3 anni di quei pazzi di Hamas. Bene, lei può
tollerare che un ufficio di palazzo sant'Agostino sia una sezione distaccata del terzomondismo
post marxista? Lei può tollerare -e pagare 2,700 euro mensili con i nostri soldi- che a capo di un
non meglio identificato Ufficio pace ci sia chi se ne va viaggiando per il medio oriente
incontrando esponenti del partito comunista palestinese, membri di Al Fatah e Hamas, che va in
Kenia col solito Alex Zanotelli, che compra calendari zapatisti a Natale, e molto altro ancora?
Andria l'ha fatto, Villani pure. Ora tocca a lei. La politica non è solo strade, porti e progetti
economici: questi "dettagli" qualificano. E restano.
Cronache del mezzogiorno
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