Costiera amalfitana: pensieri

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Costiera amalfitana: pensieri
Vedo sento c’è ci sono
IL NOSTRO VIAGGIO IN CAMPANIA
III^ CLASSICO 2015-2016
Vedo nel chiarore del mattino la stazione illuminata
Sento la gioia della partenza
C’è il treno che aspetta
Ci sono i compagni, compagni di viaggio, compagni di vita
Vedo dal finestrino il paesaggio che corre con noi
Sento il sole, una volta scesa dal treno
C’è movimento e il pullman ci aspetta
Vedo rovine piene di gente
Sento risate, canzoni da noi cantate
C’è cattivo tempo
Ma ci sono i nostri racconti
Vedo il mare
Sento il vento che soffia forte
C’è unione
Ci sono gli amici.
Sara Baccanelli
Arrivata alla stazione, immediatamente vedo le valigie enormi delle compagne, quasi a nasconderle
completamente. Il treno va veloce e noi seduti in poltrona non ce ne accorgiamo, se non per delle
piccole scosse che mi fanno sbavare l’inchiostro della penna sul foglio. C’è un’atmosfera di gioia e
allegria che avvolge il vagone sette del treno grazie ai nostri giochi di carte e alle nostre canzoni.
Giunti a destinazione, sento subito il forte caldo di Napoli, ma allo stesso tempo mi accorgo del
peso della valigia che mi affatica. Tra le vie strette c’è un forte profumo di pizza che entra nelle mie
narici e a mezzogiorno il brontolio dello stomaco richiama l’attenzione. Il vento ci accompagna
ovunque andiamo. Sento l’afa sul pullman, come fosse estate, e subito, scendendo da esso, sento
fresco, ma gli occhi e la mente sono distratti dall’immensità della reggia e delle infinite fontane. I
luoghi ci riportano indietro nel tempo e mi immagino quanti hanno calpestato nei secoli quei prati,
quelle strade e quei pavimenti. C’è felicità, nonostante la fatica, nei nostri occhi leggermente chiusi
per il forte vento. Vedo gioia, amicizia, serenità e pace e ovunque andiamo insieme stiamo.
Lucrezia Carminati
Davanti a me il mare, nuvole sparse color bianco e sfumature di grigio all’orizzonte, rumore delle
onde, voci di persone estasiate dallo spettacolo, profumo di salsedine misto a profumo di
pasticceria, vento che sposta e scompiglia i capelli, in lontananza onde color blu-grigio, blu-scuro.
Dietro di me case bianche, montagne imponenti, un insieme di decorazioni e poi scatti di macchine
fotografiche, sorrisi sui volti, aria non troppo fredda che sfiora le guance.
Poi un altro mondo … sassi, polvere che mi fa starnutire, mattoni, erba verde, guide che parlano,
sole e ombra, voci di ragazzi che ridono e si divertono ...
Infine il treno sulle rotaie … tutto è finito.
Irina Cervi
Ho visto luoghi che mi hanno riportato ad un tempo passato e lontano da noi. Strade fatte di pietra
su cui circolavano dei carri, case e botteghe in cui si svolgevano le più disparate attività e paesaggi.
Diversi scenari, tra i quali una costiera, bagnata da un mare azzurrino, che con le onde mostrava
tutta la sua potenza. Giardini verdi immensi, nei quali erano presenti fontane imponenti, sale ricche
di decorazioni, a partire dalle pareti dipinte fino ad arrivare a letti e oggetti sontuosi che, per un
momento, mi hanno riportato indietro nel tempo.
Tante piccole vie, negozi tipici del posto, quelli che vendevano ogni tipo di pasta possibile,
pasticcerie al profumo di pizza proveniente da ristoranti. Di tutto questo mi rimarrà impresso il
profumo e l’immagine del mare.
Tristezza nel riprendere un treno, circondato da un cielo scuro e cupo.
Paesaggio che scorre via velocemente e ritorno a casa.
Maria Chiara Fagiani
Vedo le bianche colonne del Foro di Pompei, i colorati dipinti ormai scrostati sulle pareti brune,
sento una musica inquietante, una spaventosa tranquillità, un sentimento di decadenza. Vedo la
quiete prima della tempesta.
C’è un chiostro, ci sono tante tessere di maiolica, colori vivaci. Ci sono limoni, uva, pampini, uno
sfondo azzurro che si confonde con il cielo. Vedo un mondo che ormai non c’è più, vedo le
monache di quel convento, allegre più del dovuto, e vedo gentiluomini che tengono loro il braccio:
ci sono fiori, chiacchiere, profumi, spensieratezza.
Sento un’esplosione, c’è una granata, ci sono gli aerei, vedo le fiamme propagarsi e divorare,
inghiottire tutto quanto.
Sento le voci per le strade della città, ci sono negozi, botteghe, corni, statuette. C’è confusione. Mi
perdo. Vedo la gente passare, gli altri non vedono me. Appaio. Scompaio.
C’è una villa bianca, lucente. C’è un’atmosfera sospesa. Vedo il mare verde, azzurro, calmo: la
mente viaggia, vola. Sento una musica strana, il suono di un pianoforte. Ci sono piante esotiche,
fiori variopinti. Intorno a me c’è un forte calore che avvolge, coinvolge, inebria la mente, confonde
i sensi.
Benedetta Frizzi
Vedo “cose” già viste, ma sempre nuove.
Vedo una città caotica e disordinata, ma che si fa amare così.
Sento clacson di auto, urla di uomini arrabbiati o di mamme che chiamano i loro bambini.
Sento il suono della vita.
Vedo i colori della vita: un uomo lancia l’immondizia a un negoziante, che la ripone, forse, al suo
posto.
Vedo la Napoli sotterranea, ricordo di un tempo che fu, e penso alla vita dei Greci e dei Romani
passati di lì.
Vedo chiese e palazzi dal gusto classico e semplice e sento le voci degli avi.
Sento il silenzio del sottosuolo e l’aria viziata che quasi fa stare male.
Ci sono con me ragazzi pieni di vita, curiosi, allegri, maturi.
Ci sono i loro pensieri e i loro segreti, talvolta visibili sui loro volti, talvolta chiusi nelle chiacchiere
serali.
C’è l’accoglienza del Sud, caldissima in alcuni personaggi grotteschi e un po’ ridicoli: l’autista con
il suo tendine malato, che “non fa l’autista”, il cameriere con il suo viso tondo e simpatico, pronto
ad ascoltarci e che forse ci manda a quel paese.
Vedo un cielo grigio e carico di nuvole, che improvvisamente si trasforma in una meraviglia di luce,
la compagna silente della bellezza del nostro viaggio.
C’è il mare, un po’ cristallino e un po’ ondoso, che ci fa da cornice.
C’è un vento che a tratti trasforma in crociera il nostro viaggio.
Vedo ovunque limoni e arance e sento il loro profumo: ricordo l’infanzia, non so bene perché.
C’è quiete in me, c’è pace.
C’è il sapore della bellezza e ci sono pensieri che si rincorrono.
Margherita Ianniello
Il mare.
Non lo vedevo da tanto, troppo tempo.
Mi era mancato tantissimo e nei giorni successivi ho continuato ad ammirarlo: di sera, di giorno,
con il sole, con la pioggia e con le nuvole.
La sua immensità mi trasmette tranquillità e mi fa sentire meglio, in pace con me stessa...mi
mancava questa sensazione.
A Pompei, visitando le rovine di quella città fantasma sotto il cielo nuvoloso, e alla Reggia di
Caserta, camminando immersa nella natura e con il vento tra i capelli, mi sento malinconica e la
mia mente viaggia indietro nel tempo, sognante.
Sento le onde che si schiantano contro gli scogli, il cinguettio degli uccelli, i passi e le risate dei
miei compagni di viaggio e dei tedeschi delle camere vicine e sì, capisco di essere capace di provare
sensazioni, di fare esperienze nuove.
Capisco di essere capace di vivere veramente.
Chiara Maffeis
Vedo la stazione di Bergamo, nel buio chiaro che precede l'alba. Sento il saluto di una mamma già
un po' nostalgica. C'è una valigia rossa troppo pesante. Ci sono facce amiche che sorridono, tirate e
pallide, calde e rassicuranti. Vedo un treno che sfreccia rapido. Sento il sapore bianco e rosso di una
pizza calda. C'è una nuova avventura da vivere. Ci sono rovine non morte. Vedo una stanzetta
spazzata dal vento. Sento voci di una lingua che non so. C'è un parco verde in cui camminare. Ci
sono carte, versi di animali, pigiami e un coccodrillo caramella. Vedo un mare azzurro che si
arrampica verso il cielo. Sento il penetrante profumo dei limoni. C'è una grandinata che si rovescia
sui nostri ombrelli. Ci sono visi stanchi di lunghe ore in treno. Vedo me, sento me, ci sono io. Vedo
voi, sento voi, ci siete voi. Vedo, sento, ci sono professoresse, fotografe, cantanti e una guida dalla
voce profonda. Rimane un corno che augura buon ritorno. Emozioni che solo chi è stato con noi
comprende.
Lorenza Mangili
Rombare di motori, una sirena che ulula, in mezzo vedo rovine dei
fasti che posso solo immaginare, un'epoca scomparsa che riemerge: si
sente ancora l'odore della cenere, la tragedia non è stata
dimenticata. Vedo il mare, freddo, attraversato da barche e navi,
riflette la poca luce che le nuvole lasciano passare. Sento la pelle
che si modifica, il vento le soffia sopra, e confusione di nuovo,
lingue straniere, bottiglie che tintinnano. Vedo creazioni maestose,
mi sovrastano con la loro immensità, non posso abbracciarle con un
solo sguardo e subito minuscoli artifici mi stupiscono per la loro
perfezione. E ci sono paesi interi che sono delle opere d'arte,
incastonati tra le rocce, lambiti dall'acqua del mare. Il pasto
veloce. Un istante di piacere. Di nuovo correre, vedere, visitare,
assorbire informazioni, cioccolata al brandy, treno. Sveglia Napoli
monumenti opere gallerie pranzo treno. Un viaggio lungo, durato
troppo poco.
Paolo Masper
Vedo luci sparse che brillano nell'oscurità di un tramonto nuvoloso
Vedo una chiazza scura, il mare, che sovrasta l'orizzonte
Vedo chiese, casette, edifici, alberi, fiori sconosciuti alla mia realtà quotidiana
Sento il frastuono del vento che regna sovrano
Sento gli schiamazzi e le risate di compagne e amici
Sento versi improbabili di animali: "miao, roar, coccodè" e così via
C'è lo stupore e la meraviglia di fronte a una città disordinata e caotica ma mai noiosa
C'è la gioia nel percepire sulla pelle i primi raggi di sole, dopo due giorni di freddo e pioggia
Ci sono colori, frutti, piante di tutti i tipi
Vedo il viso sorpreso di Pasquale davanti al rifiuto di prelibatezze locali, in particolare dell'ottimo
pesce accompagnato dall'aglio.. o era aglio accompagnato dal pesce?
Ci sono profumi indescrivibili e caratteristici di una città intramontabile
C'è un gruppo di ragazzi che vive insieme una nuova avventura
Elena Moreschi
Occhi carichi di sonno, ma sento la gioia dell’attesa. C’è una città antica morta, ma ancora viva, un
foro solitario, il silenzioso Vesuvio che domina l'orizzonte e un verso di Leopardi. Vedo il mare,
una passeggiata notturna nelle vie solitarie spazzate dal vento. C’è Ravello e una foto di gruppo,
cerchiamo l’estate che ancora non c’è, ma la sento nei nostri cuori. Un cammino nel ventre di
Napoli, vedo i secoli marciare implacabili e scorrere fugaci come quei giorni, ma sento nascere il
ricordo, quello sì che vince il tempo.
Anna Giulia Nisoli
Vedo: il mare di un colore unico, magnifico, blu; le nuvole sul Vesuvio; le montagne a strapiombo
sul mare della Costiera Amalfitana; distese di aranceti e limoneti; il rosso pompeiano; i fiori di villa
Rufolo.
Sento: la musica (che ascoltavo durante il viaggio) di Peppino di Capri e Lucio Dalla; le onde del
mare; il sapore indimenticabile della pizza salsiccia e friarielli; il profumo dei Babà; il calore dei
pochi ma bellissimi raggi di sole, il vento che ci faceva compagnia nella stanza durante la notte,
come se ci fosse una quinta accompagna; le voci dei tedeschi: grosse e grasse risate.
C'è: la malinconia del ritorno; la meraviglia e lo stupore alla vista del Vesuvio fuori dalla stazione
di Napoli; gioia immensa sui volti.
Ci sono: le fotografie e i video serali nella stanza di Paolo; i ricordi indelebili delle partite a uno e a
fattoria; gli abbracci; i sorrisi; le barzellette; le risate; le lunghe camminate; i pranzi le colazioni le
cene insieme.
Marina Ruggiero
Vedo il nostro treno, vedo il paesaggio scorrere veloce davanti a me, vedo una fitta vegetazione
verde tingersi piano piano di un colore più giallastro. Vedo Napoli.
Sento i rumori tipici della città, sento aria di mare, sento le grida dei miei compagni felici di essere
giunti a destinazione.
C’è Pompei, vedo le rovine, rivedo il passato, vedo un’antica città che improvvisamente torna in
vita. Sento i passi, sento il vento, ascolto le spiegazioni.
C’è la Reggia di Caserta, sento l’acqua che scorre, sento il vento che scompiglia i capelli; ci sono
fontane, ci sono fiori, c’è vita, c’è lusso, c’è grandezza, stupore e meraviglia. C’è anche stanchezza.
Vedo il nostro hotel, vedo facce stanche, ma felici, vedo il volersi bene, vedo il divertimento per
piccole cose, vedo la capacità e la bellezza dello stare insieme.
Sento il vento, di nuovo, fedele compagno dei nostri viaggi. Finalmente sento il mare, sento il
vociferare di Amalfi e sento il profumo delle delicatezze del posto.
Poi c’è Positano, c’è Ravello, c’è bellezza. Vedo Villa Rufolo, sento l’estate addosso, vedo
l’azzurro sommergere ogni cosa, vedo il paradiso.
Vedo inoltre la pioggia, sento il suo rumore, sento le sue gocce cadere sugli ombrellini. C’è
freschezza, c’è aria pizzicante, c’è sorpresa.
E poi c’è Napoli sotterranea, ci sono le botteghe, i sassi, le pietre: c’è riscoperta.
Infine di nuovo il treno, sento saluti, vedo facce tristi, ma allo stesso tempo felici per l’esperienza
vissuta insieme. Rivedo la stessa vegetazione, rivedo la stessa città di sempre. C’è di nuovo
monotonia.
Eleonora Vitali
Sento la pressione in galleria
Ci sono delle rovine che mi danno una strana emozione
Ci sono delle pietre che mi suscitano un senso di appartenenza
Vedo distese di erba ed un imponente teatro
Ci sono molti cani, per lo più randagi
Vedo grandi limoni che quasi sembrano finti
Sento il vento forte che sbatte contro le finestre
Sento le voci dei miei amici
Ci siamo noi che siamo felici
Vedo chiese e piazze
Sento il profumo del pane e del dolci
Sento l’acqua che scorre
Vedo una piccola cittadina arroccata
Ci sono fiori e profumi
Sento la musica
Vedo le onde del mare agitato e sento il suo suono
C'è un panorama mozzafiato
C'è un gatto
Sento il profumo del caffè
Vedo i volti dei miei compagni assonnati
Sento Sara che mi dà un calcio dal letto sotto il mio, Elena e Mary che cantano
Vedo i miei amici felici di aver condiviso insieme un’avventura così.
Roberta Zilli