gini che ad uccidere la madre e il fratel
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gini che ad uccidere la madre e il fratel
Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 163 AI RESOCONTI gini che ad uccidere la madre e il fratellino sarebbero stati due albanesi, dimostrando cosı̀, oltre a ferocia fuori del comune, un terrificante cinismo; nel corso delle successive indagini, le confessioni non sono state mai rese in modo spontaneo, il che avrebbe potuto significare almeno un parziale tardivo coinvolgimento emotivo dei due giovani omicidi; in data 14 dicembre 2001 presso il tribunale dei minori di Torino è stata emessa sentenza di condanna per Erika nella misura di 16 anni e per Omar di anni 14, sentenza confermata in Appello il 30 maggio 2002 e in Cassazione il 9 Aprile 2003 (nella sentenza Erika è definita la regista, Omar l’esecutore); che Omar, diventato maggiorenne a maggio e trasferito dal Ferrante Aporti di Torino al carcere di Asti Quarto, il 12 novembre 2004 ha chiesto il primo permesso per uscire di prigione e dal 5 gennaio 2005 potrà beneficiare dei permessi premio purché presenti un progetto legato ad attività socializzanti di recupero o di volontariato (fino ad oggi, comunque, nonè mai uscito dal carcere); Erika, invece, al compimento del 21o anno è stata trasferita dal carcere dei minori di Milano a Brescia, in un carcere per adulti e in data 21 maggio 2006 è uscita momentaneamente di prigione per un’iniziativa di risocializzazione: la gara sportiva « oltre il muro » organizzata dall’Uisp di Brescia presso la struttura dell’oratorio della Buffalora. Come riferisce la stampa, Erika non « lasciava incredibilmente trapelare la minima ombra » e ha giocato disinvoltamente con le altre compagne; la figura di Erika è da anni oggetto di studio da parte del personale del carcere, dei giudici e dei suoi avvocati. La sua, è stata definita personalità apparentemente implacabile che ha mostrato un solo cedimento in occasione del trasferimento nel carcere per adulti quando ha dichiarato di avere paura; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 6 GIUGNO 2006 la sua immagine sui giornali, che hanno riportato in massa l’evento, appare in stridente contrasto con il feroce delitto commesso ed è suggestiva per l’induzione, specie nel lettore giovane o giovanissimo, di sentimenti di emulazione e mitizzazione. L’insieme diventa, altresı̀, offensivo e provocatorio nei confronti della memoria della giovane madre e dell’innocentissimo fratellino –: se non ritenga che sarebbe necessario non consentire l’accesso per fotografi e giornalisti alle manifestazioni sportive o artistiche cui partecipano i detenuti. (4-00168) * * * INFRASTRUTTURE Interrogazioni a risposta scritta: ZANELLA e CACCIARI. — Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: il Consorzio Venezia Nuova ha in concessione allo Stato tramite il Magistrato alle acque la realizzazione di opere e interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna; il Magistrato alle acque ha il compito di vigilare affinché le risorse pubbliche destinate dallo Stato alla salvaguardia di Venezia e della sua laguna siano impiegate correttamente; già nel corso della precedente legislatura l’interrogante e altri onorevoli colleghi, anche a fronte di preoccupanti procedimenti giudiziari e al contestuale rinvio a giudizio di alti funzionari, tra i quali l’attuale Presidente della Magistratura alle acque e il suo predecessore con numerosi atti di sindacato ispettivo avevano già posto all’amministrazione la questione dell’improrogabile necessità di garantire da parte del Magistrato alle acque, cui spetta oggi come in passato, una funzione vitale per la sopravvivenza della realtà lagunare, i più elementari principi di trasparenza, correttezza e imparzialità; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 164 AI RESOCONTI le rive di San Marco, oggetto di un intervento di restauro e consolidamento (rifacimento delle rive e rialzo della pavimentazione) da poco terminato, hanno subito accusato crepe e cedimenti. In particolare, come riportato dagli organi di stampa, una grossa crepa si è aperta nel pieno della riva marciano a pochi passi dal Palazzo Ducale, l’intero fronte è scivolato per circa 50 centimetri e al centro della riva le pietre si sono sollevate di una misura equivalente. I pontili per le gondole appena costruiti sono quindi dovuti essere demoliti; a giudizio dell’interrogante è chiaro che questi interventi sono assolutamente inadeguati, in particolare l’impiego massiccio del cemento, per le sue caratteristiche fisiche e meccaniche, in genere non appare assolutamente adatto in ambiti edilizi medioevali e specialmente in laguna (come già mostrano inquietanti segni di cedimento alla Giudecca e alle Zattere), in particolare, nonostante le contraddittorie affermazioni del vicepresidente della Magistratura alle acque che individua le cause del cedimento nella « incoerenza » del terreno, è evidente che l’eccessivo peso dei materiali impiegati ha spezzato il delicato equilibrio del sottosuolo. « Danno la colpa al terreno incoerente », accusa tra gli altri l’associazione Italia Nostra, « ma la fragilità del sottosuolo veneziano è universalmente nota. Significa che quegli interventi non vanno bene »; da più parti è stata sollevata la questione delle necessità di intervenire nel contesto lagunare tenendo conto dei delicatissimi equilibri idrogeomorfologici, ambientali e anche del profilo paesaggistico, storico e architettonico, il che il più delle volte coincide con il rispetto e il recupero della tradizione. La stessa sovraintendenza si è espressa chiaramente in merito sollecitando l’uso dei metodi tradizionali che non solo risultano più sicuri e collaudati, ma anche più duraturi; in questo contesto occorre ricordare lo scandalo di Torcello del 2000, quando al posto delle tradizionali rive in mattoni gli Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 6 GIUGNO 2006 abitanti trovarono banchine « portuali » in ferro e calcestruzzo. Allora, sospesi i lavori nell’indignazione generale fu stilato un protocollo per l’impiego dei materiali tradizionali che il Consorzio sembra però aver rimosso; più recentemente la sovraintendenza ai beni archeologici è dovuta intervenire per tutelare reperti storici ovali sommersi danneggiati per incuria nel corso degli interventi di restauro; i casi sopraccitati destano grande preoccupazione perché il Mose segue, su grande scala, una logica d’intervento analoga, basti pensare alla prevista messa in opera di alcuni milioni di tonnellate di calcestruzzo sul fondale lungo alcuni chilometri –: quali misure l’amministrazione intende prendere per garantire, infine, che il Consorzio Venezia Nuova e il Magistrato alle acque, svolgano i loro rispettivi compiti nel migliore dei modi, con trasparenza e saggezza; se, in questo delicato frangente per Venezia e la sua Laguna non si ritenga necessario far svolgere ulteriori perizie e assicurare una più stretta vigilanza del loro operato al fine di evitare nuovi costosi e potenzialmente irreparabili incidenti, frutto non solo di pressapochezza ma anche di scelte radicalmente e strategicamente errate; se, infine, non si ritiene auspicabile, come suggerito dall’associazione Italia Nostra, una modificazione dei protocolli d’intesa sugli interventi di restauro al fine di favorire l’impiego dei metodi tradizionali d’intervento. (4-00182) MINARDO. — Al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: dalle dichiarazioni fatte dal Ministro delle infrastrutture su alcuni articoli di stampa si evince, ad avviso dell’interrogante, che il progetto di raddoppio della Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 165 AI RESOCONTI strada statale Ragusa-Catania è escluso dalle « grandi opere » che il Ministro intende attuare; si tratta di un’opera importantissima per la provincia di Ragusa il cui progetto è già stato approvato dal Cipe nel marzo scorso e che ad oggi ci troviamo in un fase che in pochi mesi avrebbe dovuto portare a stabilire le procedure d’appalto; si tratta di un’arteria pericolosa, teatro di gravi e mortali incidenti stradali, e per lunghi tratti impraticabile; il Ministro sconosce completamente il nostro territorio e non è forse in grado di comprendere l’importanza del raddoppio dell’arteria che è l’unica via di collegamento con le province di Catania e Siracusa; questo Governo sta ignorando in modo assoluto la Sicilia e la provincia di Ragusa, in particolare –: se il Governo intenda provvedere ad inserire il progetto di raddoppio della strada statale Ragusa-Catania tra le « grandi opere » del suo programma, rispondendo cosı̀ ad una necessità che i cittadini attendono da troppo tempo e che nel contempo promuove lo sviluppo dei trasporti interni alla Regione. (4-00184) * * * INTERNO Interrogazione a risposta orale: VICO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: nelle settimane precedenti la partita di calcio Melfi-Taranto, disputatasi il 21 maggio scorso e valida per i play-off per la promozione in serie C1, la dirigenza della squadra tarantina, tramite il prefetto di Taranto, aveva chiesto al prefetto di Potenza di ordinare lo svolgimento dell’incontro in uno stadio più adeguato al, numero dei tifosi tarantini che sarebbero affluiti nel comune lucano; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 6 GIUGNO 2006 sono stati messi in circolazione biglietti falsi che di fatto hanno consentito l’ingresso allo stadio di Melfi di un numero superiore, rispetto ai 640 posti messi a disposizione dalla stessa società ospitante, di tifosi tarantini; allo stadio del Melfi, oltre ad alcuni ultras facinorosi, erano giunte anche numerose comitive di supporters tarantini composte da famiglie con minori al seguito; lo stadio di Melfi, pur essendo omologato cosı̀ come sottolineato dal Presidente della Lega Professionisti di serie C, Macalli, anch’egli interessato nelle settimane precedenti dalla stessa società calcistica tarantina, è provvisto di recinzioni laterali che non consentono la totale sicurezza in caso di incidenti o di fuga concitata; i lacrimogeni lanciati da parte delle forze dell’ordine presenti a ridosso del settore dello stadio occupato dalle tifoserie tarantine, in risposta ad alcune provocazioni violente messe a segno solo da pochi tifosi in seguito arrestati o indagati dalla questura di Potenza, hanno raggiunto tifosi inermi, donne e bambini che non avevano assolutamente partecipato agli incidenti –: se non ritenga legittimo verificare, per quali ragioni il prefetto di Potenza non abbia deciso di ordinare lo svolgimento della partita in uno stadio in campo neutro e con maggiori requisiti di sicurezza dell’ordine pubblico; se non ritenga opportuno verificare, per quale ragione sarebbe stato autorizzato, ai fini della repressione di atteggiamenti violenti da parte di solo alcuni dei tifosi tarantini, l’utilizzo di gas lacrimogeni lanciati invece sulla folla inerme; se non ritenga opportuno intervenire al fine di evitare che, in futuro, si possano ripetere incidenti di tale rilevanza; se non ritenga opportuno verificare le eventuali responsabilità delle autorità ter-