CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Africa Centro Orientale 2014
SCHEDA ETIOPIA - LVIA
Volontari richiesti : N 2
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: SHASHAMANE
INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo
realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di
contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo, al superamento di quelle
condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati fonte di conflitti e di
maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti
così intesi e volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della
solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni
XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha presentato nel febbraio del 2007 all’UNSC il progetto madre “Caschi
Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di
costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale,
etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti, attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo. I
conflitti infatti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, dove i diritti umani non sono tutelati, i processi
decisionali non sono democratici e partecipati e dove alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto
di servizio civile vuole essere una ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione
della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore
terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il
degrado ambientale; e che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione,
mediazione e di riconoscimento della positività dell’altro.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA
IL PROGETTO:
ETIOPIA
La Repubblica Democratica Federale d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale che vanta un'identità
plurimillenaria, tanto che è considerata il più antico stato del continente. Unica fra gli stati africani, la
monarchia etiope conservò la sua indipendenza durante tutto il periodo coloniale, fatta eccezione per
l'occupazione italiana (1936-1941). Il Paese, infatti, ha suscitato gli appetiti espansionistici dell’Italia,
soprattutto dopo l’apertura del canale di Suez che ha reso strategico il controllo del Mar Rosso. Solo in
seguito alla dura sconfitta durante la battaglia di Adua, il governo italiano ha riconosciuto l’indipendenza
dell’Etiopia. La politica estera etiope è stata dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul
confine tra i due Paesi, terminato solo nel 2000 col trattato d'Algeri, ha provocato la morte di più di 70.000
persone e non può dirsi ancora superato, visto che permangono disaccordi sulla demarcazione del confine.
L’Etiopia tuttavia ha recentemente rifiutato l’arbitrato di una commissione indipendente che aveva assegnato
alcuni territori contesi all’Eritrea, e attualmente il confine tra i due paesi è costantemente monitorato da una
missione. Ulteriore testimonianza del conflitto è ancora la presenza sul territorio di un numero considerevole
di vari tipi di ordigni non esplosi e mine antiuomo ed anticarro. Da non sottovalutare per l’equilibrio nazionale
sono anche le rivendicazioni delle varie comunità che abitano il paese: la ribellione endemica nella regione
di Gambella, al confine con il Sudan; i frequenti scontri armati nei pressi del confine somalo; e le
rivendicazioni delle comunità Afar e Oromo. Nel biennio 1984-1985 il paese è stato colpito da una carestia di
vastissime proporzioni che ha portato alla morte 1 milione di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte,
siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime venne
deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1993 venne proclamata l’indipendenza
dell’Eritrea, mentre l’EPRDF (Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front) con a capo Meles Zenawi
vara una nuova Costituzione e organizza una serie di elezioni da cui il partito esce vincitore. Zenawi viene
eletto primo ministro nel 1995 e verrà confermato alla carica anche alle consultazioni del 2000. Le elezioni
della primavera 2005 invece di consolidare il potere dell’EPRDF si sono rivelate un boomerang. I numerosi
brogli che hanno caratterizzato le consultazioni e i successivi scontri di piazza, che hanno provocato
centinaia di vittime, hanno mostrato come la questione dei diritti civili e politici nel Paese sia ancora
preoccupante. Nel 2010 le elezioni politiche sono state nuovamente vinte dal partito del primo ministro
Zenawi, nonostante le accuse di brogli e abusi mosse anche in questa occasione dalle opposizioni.
A causa della guerra prolungata con l’Eritrea, l’Etiopia si trova a dover dipendere quasi interamente dal porto
di Gibuti per le esportazioni e le importazioni. Ciò nonostante i dati indicati dalla Banca Mondiale, indicano
che il Paese ha mantenuto un tasso di crescita del PIL significativo dal 2009 al 2012, compreso tra l’8,7 e il
12,6%. Negli ultimi quattro anni, il Paese infatti ha registrato un tasso di crescita medio dell’11% annuo. Alla
forte crescita del PIL ha fatto seguito quella dell’inflazione media annuale. Il tasso di inflazione registrato nel
2013 è dell’8,4% ancora altro, nonostante la notevole riduzione rispetto al 2012, stimato al 22,9%.
Ad ogni modo, il settore trainante dell’economia etiope è ancora l’agricoltura, che rappresenta il 47% del PIL
e che è fortemente arretrata e dipendente dalle variabili precipitazioni, le quali possono dare un ottimo
raccolto o, come molto spesso accade, provocare siccità e carestie spaventose. È in crescita anche il
fenomeno del land grabbing, strettamente legato agli sgomberi forzati e all’uso eccessivo della forza da
parte di polizia e militari e che produce numerosi problemi ambientali (erosione del suolo, deforestazione,
perdita di biodiversità, desertificazione). Il risultato è che quasi ogni anno il paese deve dipendere dagli aiuti
internazionali per sfamare la popolazione (4,6 milioni di abitanti necessitano annualmente d’assistenza
alimentare, cosa che rende il Paese uno dei più insicuri del mondo a livello alimentare). L’Etiopia infatti si
colloca al 173o posto della classifica UNDP 2011 con un indice di sviluppo umano pari a 0.396 ed il 30,7%
della popolazione vive infatti ancora sotto la soglia di povertà: la maggioranza della popolazione ha un
ridottissimo introito economico, c’è una notevole scarsità di cibo, basso livello educativo specialmente tra la
popolazione femminile, scarsità di acqua potabile e servizi sanitari. Si registra inoltre un notevole incremento
demografico della popolazione.
Dal punto di vista sanitario l’Etiopia è scarsamente servita da ospedali, nonostante siano presenti molte
malattie infettive, in occidente facilmente prevenibili e curabili. Il sistema sanitario del paese non è infatti
ancora in grado di rispondere quantitativamente e qualitativamente al bisogno della popolazione. I servizi
sanitari sono mal distribuiti, con una capacità di risposta insufficiente alla richiesta della popolazione e
localizzati principalmente nelle città. Inoltre l’accesso a queste strutture è proibito ai poveri provenienti da
zone rurali del Paese.
Infine sono ancora piuttosto frequenti le violazioni dei diritti umani. Le vittime sono spesso donne, che
subiscono abusi, violenze, discriminazioni, mutilazioni genitali e molto spesso non hanno la possibilità di
adire le vie legali per vergogna o ignoranza. Anche i bambini sono una categoria a forte rischio, soprattutto
per quanto riguarda abusi sessuali e accesso all’istruzione.
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
LVIA - Associazione di Solidarietà e di Cooperazione Internazionale è nata nel 1966 con l'obiettivo di
operare per lo sviluppo umano e contro le disuguaglianze mondiali. Presente in Africa da oltre 40 anni, al
fianco delle popolazioni locali, la LVIA realizza programmi di sviluppo che valorizzano l’impegno, le capacità
e le risorse delle comunità, con l'obiettivo di sradicare la povertà e creare le condizioni economiche, sociali e
ambientali necessarie al pieno sviluppo delle potenzialità umane.
LVIA ha iniziato la sua attività in Etiopia nel 1972 con interventi idrici nella Woreda di Meki e ha
gradualmente ampliato la sua zona d’intervento nella regione OROMIA e SNNPRS, con progetti integrati,
idrici, di sviluppo rurale e capacity building. Dal 1995 lavora anche nella Liben Zone, Somali Region con
interventi prima di riabilitazione sociale dei rifugiati somali a Moyale, e poi di riduzione dei rischi collegati alle
siccità e di sicurezza alimentare, attraverso riabilitazioni di punti acqua tradizionali e moderni, promozione
della salute animale e supporto alle attività rurali. Nel 2001-02 con fondi Echo e dell’Ambasciata Italiana,
Lvia è stata impegnata in un progetto di post emergenza con una campagna di trivellazione, a seguito della
siccità del 2000. Nel 2002 ha iniziato a lavorare anche nella Zona Borana – Oromia Region e da allora ha
condotto la maggior parte degli interventi in entrambe le regioni contemporaneamente, Somali e Oromia,
sostenendo un equo accesso alle risorse naturali e favorendo la diminuzione della pressione sociali su di
esse, e di conseguenza dei conflitti ad esse legati. In particolare, opera nelle Southern Nation attraverso
l’implementazione di programmi di emergenza nel settore idrico e dal 2005 mediante un articolato intervento
di sicurezza alimentare in Alaba e Shahego Wereda, e il supporto logistico di un nuovo ufficio di appoggio in
Bonosha-Shashego Wereda. Sempre nell’area, dal 2006 è iniziato un progetto pilota di eco-turismo, in
partenariato con le realtà associative locali coinvolte nella produzione del caffè. Lvia ha condotto progetti di
sicurezza alimentare finanziati dall’Unione Europea, di sostegno alle livelihoods pastorali con fondi OFDA e
USAID, di riduzione del rischio e di preparazione all’emergenza climatica con fondi Echo e UE, di lotta
all’AWD e di igiene e salute con fondi UN-OCHA.
Dal 1° giugno 2014 ha iniziato un progetto finanziato dal MAE italiano che si propone di contribuire al
miglioramento delle condizioni socioeconomiche delle popolazioni rurali di 6 woredas delle Regioni SNNPRS
e Oromya (Etiopia), attraverso la promozione del settore agricolo locale, in modo tale che l’agricoltura di
sussistenza attuale possa fare un passo significativo verso l’agricoltura moderna, con maggiori produttività e
produzione, redditi superiori per i contadini, un più forte legame con il mercato, servizi alla produzione
adeguati e una pianificazione locale partecipata, che possa valorizzare il ruolo dei produttori e quello delle
autorità pubbliche competenti per il settore agricolo. Tutto ciò nell’ottica di aumentare il contributo
dell’agricoltura all’economia del Paese. Il primo obiettivo specifico è di contribuire a rafforzare le capacità
produttive e di commercializzazione dei prodotti agricoli dei piccoli agricoltori delle due Regioni coinvolte,
incrementando produttività, produzione e accesso ai mercati, a monte e a valle del ciclo produttivo. Il target
prioritario di questo obiettivo sono i piccoli produttori locali, che hanno la possibilità di migliorare le proprie
performance e alimentare un percorso virtuoso di crescita dell’economia agricola. Il secondo obiettivo
specifico mira al miglioramento della governance della filiera agricola locale, attraverso una maggiore
collaborazione tra attori pubblici e privati che operano nel quadro del settore agricolo. In questo caso il target
si allarga alle autorità locali e agli altri attori della filiera, visto che un maggiore coordinamento e più forti
sinergie tra questi soggetti sono condizioni imprescindibili per la crescita del settore.
Per quanto riguarda il settore WASH (water, sanitation and hygiene), inerente il seguente progetto, in questo
momento LVIA sta implementando un progetto Water Facility - in consorzio con le Ong GOAL e ACF nella
zona del West Arsi della Regione Oromiya, che si propone di migliorare l’accesso all’acqua potabile e a
servizi sanitari adeguati per circa 40.000 abitanti della zona. Il progetto è la prosecuzione del precedente
Water Facility (2006-2010).
Partner
Partner del progetto sono le Regioni Oromia e Southern Nations Nationalities and People’s Region
(SNNPRS), in particolare gli uffici regionali dell’agricoltura delle 2 Regioni in cui si realizza l’intervento,
ovvero:
¾ l’Ufficio Regionale dell’Agricoltura della Regione Oromya (BoA Oromya), con sede ad Addis
Abeba;
¾ l’Ufficio Regionale dell’Agricoltura della SNNPRS (BoA SNNPRS), con sede ad Awassa.
Entrambi sono stati costituiti dopo la riorganizzazione amministrativa del Paese nel 1994 e sono organi
governativi di rappresentanza decentrata nonché di uffici tecnici per lo sviluppo del settore agricolo a livello
regionale. L’ufficio regionale della Oromia ha una esperienza di collaborazione con la Cooperazione Italiana
in progetti agricoli, in particolare sulla promozione di alcune filiere agricole. Invece, l’ufficio regionale delle
SNNPRS ha già avuto in precedenza rapporti con la LVIA per la realizzazione di progetti di sviluppo agricolo
finanziati dalla Unione Europea nelle stesse zone di intervento. Tutti i soggetti implicati dal progetto (autorità
locali, Iddirs, cooperative e magazzini), sono stati coinvolti attivamente durante la fase di identificazione e
formulazione della presente iniziativa. Diversi incontri sono stati realizzati dal personale della LVIA in Etiopia
con i rappresentanti dei BoA delle Regioni Oromya e SNNPRS, delle cooperative e dei magazzini al fine di
raccogliere e sistematizzare le problematiche maggiori, identificando le risposte a tali bisogni. Questi incontri
specifici si sono inseriti all’interno di un percorso più ampio di collaborazione che dura da diversi anni, grazie
ai progetti che la LVIA ha realizzato sul tema della sicurezza alimentare in quest’area (UE, Caritas Italiana).
Inoltre, i rappresentanti dei BoA sono stati coinvolti nel corso dell’assessment realizzato dalla LVIA nel 2012
che ha permesso un’analisi approfondita dei principali aspetti dello sviluppo agricolo nell’area d’intervento,
contribuendo alla definizione dei bisogni e all’identificazione degli interventi prioritari.
Durante la fase d’implementazione, i BoA delle due Regioni metteranno a disposizione le proprie
competenze attraverso il proprio personale, che faciliterà la mobilitazione della popolazione locale.
Svolgeranno un ruolo di garante del processo realizzato, parteciperanno a tutti i momenti chiave del
progetto, validando le decisioni prese dallo staff di progetto. In particolare i BoA svolgeranno un ruolo chiave
nell’ambito dell’attività riguardante la creazione del quadro di concertazione tra attori pubblici e privati,
facilitando il contatto e la comunicazione tra i due gruppi (sempre con il supporto della LVIA). Inoltre, i BoA,
anche attraverso il coordinamento e la mobilitazione del personale operante a livello delle Woredas e delle
Kebeles, garantiranno la supervisione del pacchetto formativo previsto a favore delle cooperative e dei
magazzini. Il coordinamento tra lo staff di progetto della LVIA e i responsabili dei BoA (e il personale locale
da questi coordinato) sarà garantito attraverso riunioni mensili che permetteranno alle autorità locali di
monitorare l’evoluzione delle attività e le scelte operative, nonché di armonizzare le scelte del progetto
rispetto alle politiche governative.
Per quanto riguarda le attività di WASH partner del progetto sono l’Oromia e il SNNPRS Region Water
Bureau, che si occupano dell’amministrazione delle risorse idriche della Regione, l’implementazione ed
esecuzione di strategie per garantire il rifornimento di acqua e sistemi d’irrigazione, il monitoraggio e
valutazione dei progetti idrici. I due Enti hanno offerto e continuano ad offrire supporto tecnico alle Ong
presenti sul territorio, tra le quali LVIA, con cui stanno implementando il progetto idrico finanziato dall’Unione
Europea di riferimento. Il personale tecnico e amministrativo degli uffici competenti per le risorse idriche e
per i servizi sanitari, a livello di Regione, Woreda e Kebele, parteciperanno attivamente nell’identificazione
dei siti, nella valutazione dei bisogni, nella pianificazione e nel monitoraggio dell’attività fino al passaggio di
consegne finale. Inoltre, il personale dei servizi tecnici delle risorse idriche sarà coinvolto in alcune delle
attività formative previste.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio si richiede:
¾ elevato spirito di adattabilità;
¾ flessibilità oraria;
¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
sociali, ambientali e di tutela della salute;
¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati
e previsti dal progetto;
¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di
assegnazione;
¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all’estero;
¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali
locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
¾ partecipare alla valutazione finale progettuale
Inoltre, per la sede di attuazione di seguito riportata, si richiede:
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
¾ Disponibilità alla vita comunitaria con altro personale, nel rispetto della privacy di ognuno, ma con
momenti di vita comune (organizzazione della spesa, spostamenti ecc).
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO:
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle
seguenti condizioni di rischio:
Rischi di ordine pubblico e politici
¾ L’Etiopia è un Paese relativamente stabile. Si sconsiglia qualsiasi tipo di viaggio nelle zone limitrofe
alla Somalia e in particolare nella regione dei Somali, dove spesso si verificano scontri tra esercito
regolare e gruppi di opposizione armata. Si possono verificare fenomeni di micro criminalità in
contesti urbani.
Rischi sanitari
¾ Le malattie endemiche presenti sono: colera, epatite A, meningite, tifo, febbre gialla, TBC l’AIDS.
¾ La malaria non è diffusa nelle regioni più elevate dell'altopiano ma è endemica nel resto del Paese
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI
VOLONTARI A FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine
pubblico
RISCHIO
ACCORGIMENTO
¾ ai volontari verrà vietato qualunque spostamento non autorizzato dalla
sede di servizio e ogni loro azione sarà limitata alla sede accreditata di
servizio ed al rispettivo ambito territoriale di intervento, laddove ritenuto
sicuro;
GUERRIGLIA
¾ l’Ente identifica eventuali sedi alternative in cui spostare volontari in caso
quella accreditata non sia ritenuta sufficientemente sicura, in accordo con
l’Ufficio Nazionale per il servizio Civile;
¾ i volontari dovranno operare assolutamente a stretto contatto con gli OLP
e con il personale di riferimento del partner locale di progetto.
¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori
responsabili;
¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone
isolate della città.
MICROCRIMINALITÀ
¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé
oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di
denaro;
¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti
personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:
RISCHIO
ACCORGIMENTO
¾ prima della partenza durante la formazione vengono consigliate ed
eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS
PROFILASSI E
per la permanenza nel paese sede di servizio; all’arrivo nel paese d’invio
VACCINAZIONI
inoltre vengono fornite dall’OLP tutte le informazioni necessarie sulle
norme igienico/sanitarie da seguire per tutta la durata del servizio
I centri ospedalieri più vicini sono:
Ad Addis Abeba sono presenti diverse strutture sanitarie facilmente raggiungibili in automobile o con mezzi
pubblici in pochi minuti. Tra le tante si ricordano
¾ il Teklehaimanot Higher Clinic,
¾ il Balcha Hospital,
¾ il ICON Center for Special Surgery,
¾ il Pioneer Diagnostic Center Pvt.LtdCo. e
¾ il Geta Higher Clinic.
Shashamane dista 250 km. da Addis Abeba
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nel presente progetto sono soggetti alle
seguenti condizioni di disagio:
¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste
coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle
controparti locali che delle istituzioni locali;
¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal
vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare
o/e ritardare le attività previste dal progetto
¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è
sempre continuo ed assicurato.
Inoltre, per la sede di attuazione, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
¾ Il disagio legato ai frequenti momenti di isolamento della linea telefonica e alle saltuarie interruzioni
della corrente elettrica e dell’acqua corrente.
DESCRIZIONE SEDE:
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
ETIOPIA - SHASHAMANE
La Woreda di Shashemene si estende nella parte settentrionale della Rift Valley e confina a Sud Ovest con
la città di Awasa, capitale della SNNPR. Amministrativamente è suddivisa in 44 Kebele (34 rurali e 7 urbane)
delle quali 15 si trovano nei bassipiani dove si registrano indisponibilità cicliche di acqua potabile e la
popolazione rimane cronicamente vulnerabile alle epidemie dovute alle inadeguate condizioni alimentari,
igieniche e sanitarie. La popolazione rurale è stimata in 267,317 unità con un tasso di crescita annuo del
2.9%. La densità media (447 persone per km quadrato) rimane nettamente al di sopra dei valori medi per la
Zona di riferimento (182 ppk2 per la West Arsi Zone). Secondo i dati forniti dalla Livelihood Integration Unit
(LIU) del 2008, Shashemene rientra nel profilo “Arsi bale wheat, barley and potato”, in quanto la popolazione
rurale è dedita ad un’agricoltura di sostentamento principalmente basata sulla coltivazione di frumento, orzo
e legumi e sull’allevamento di bovini e ovini. La scarsa distribuzione di sistemi di irrigazione rende la
produzione agricola altamente dipendente dalle due stagioni delle piogge (Gonna and Bonna) ed espone i
nuclei familiari più vulnerabili a crisi alimentari cicliche. La woreda di Shashemene è stata classificata come
priorità 1 nella lista dei distretti più colpiti dalla crisi alimentare a luglio 2011.
Shashamane è il capoluogo della Regione Oromia e si trova a circa 30 km dal confine con la Regione
SNNPRS. Si presenta quindi come la località ideale per poter seguire correttamente le attività che vengono
realizzate dall’organizzazione nelle due Regioni.
Essendo situata lungo la Rift Valley, l'area presenta caratteristiche geomorfologiche particolari, che
caratterizzano le risorse idriche potenziali. In effetti, la complessa stratigrafia risultante dalle evoluzioni
geologiche profonde della Rift Valley ha portato alla dissoluzione di importanti quantità di fluoro con pesanti
effetti sulla salute umana. Per questo motivo le trivellazioni profonde, che hanno rischi intrinseci di riuscita ed
alti costi di investimento iniziali, sono ulteriormente frenate dalla possibilità di captare un acquifero
contenenti dosi elevate di fluoro disciolto. La situazione igienico-sanitaria che deriva dal quadro descritto è
estremamente precaria: frequenti sono le malattie legate all’acqua, in particolare la diarrea, che può
assumere carattere di epidemia di AWD (Acute Watery Diarrhoea), com’è successo nel 2006.
Nel territorio di Shashamane si interviene nel settore Ambiente e Foreste e nel settore Sicurezza Alimentare.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
AMBIENTE E FORESTE
Nel corso del biennio 2010-2011 con il fallimento di due stagioni delle piogge consecutive, il contesto
generale generatosi nel corno d’Africa è stato quello di emergenza con riferimento alla grave carenza di
acqua e allo stato di nutrizione (oltre 30% di bambini a rischio malnutrizione) e agli altri elementi di sostegno
delle popolazioni pastorali (degradazione dei pascoli e della salute animale, aumento del prezzi degli
alimenti). I principali fiumi dell’area e i loro affluenti si sono seccati e le fonti di stoccaggio delle acque
superficiali quali gli invasi si sono completamente esauriti. Gli schemi idrici funzionanti anche in periodo di
siccità si sono rivelati essere in alcuni casi a ben oltre 10 chilometri dagli insediamenti e pertanto varie
comunità hanno sofferto di una grave scarsità d’acqua sia per il consumo animale che per quello umano.
L'impatto sociale ed economico dovuto alla mancanza di accesso all'acqua potabile e scarse condizioni
igieniche ha conseguenze devastanti sulla popolazione rurale di Etiopia. La mancanza di acqua si abbina
spesso con l’insicurezza alimentare e scarso accesso all'assistenza sanitaria primaria con il risultato
aggravato di una situazione estremamente precaria in cui le famiglie molto povere riescono a stento a
raggiungere il sostentamento. Nell’area di Shashemene, la siccità del 2011 che ha colpito tutto il Corno
d’Africa ha portato grossi disagi anche in quest’area, che presenta di conseguenza grandi problemi di natura
idrica e ambientale, a causa della scarsità delle piogge e della carenza acqua. In particolare la piccola
stagione delle piogge che usualmente si verifica nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio, è stata quasi inesistente
e questo ha compromesso la produzione agricola e animale, impattando inoltre sulla flora locale e sulla
disponibilità d’acqua. Pertanto, la realizzazione di opere idriche per il consumo potabile e il conseguente
miglioramento delle condizioni di sicurezza alimentare e condizioni di vita (in particolare igienico/sanitarie)
sono al momento una priorità dei governi locali.
SICUREZZA ALIMENTARE
L’economia etiope si fonda principalmente sul settore primario, che contribuisce al 48% del PIL, al 90% delle
esportazioni (trainate soprattutto dal caffè) ed occupa l’85% della popolazione attiva. Nonostante le
potenzialità, legate in particolare alle condizioni naturali e all’interesse dello Stato per il settore, sono
numerosi i problemi che affliggono i produttori e i pastori dell’area d’intervento: l’aleatorietà e la dipendenza
dalle precipitazioni, l’inadeguato sistema fondiario, la scarsa disponibilità di sementi di qualità, l’uso di
tecniche rudimentali di produzione, la scarsa informazione sulle condizioni di mercato, la mancanza di servizi
alla produzione agricola e dell’allevamento, la debole capacità istituzionale delle organizzazioni di base
(Fonte: sito FAO). Nella zona di Shashamane, zona prioritaria d’intervento, studi agrari hanno sottolineato
che oltre il 70% degli agricoltori (in particolare quelli appartenenti alle fasce più vulnerabili), stanno
attualmente vendendo e consumando tutte le loro sementi immediatamente dopo il periodo della raccolta.
Se tradizionalmente i contadini conservavano le sementi durante la stagione intermedia, questi meccanismi
sono stati progressivamente abbandonati nel corso degli ultimi venti anni per fare fronte alla sempre più
pressante situazione d’insicurezza economica e alimentare. La pressione progressiva sui terreni e la spirale
di impoverimento affrontata dalla maggioranza delle famiglie non li ha resi in grado di preservare liquidità o
almeno una riserva di sementi dopo il raccolto. L’avvento della siccità del 2011 e il conseguente
impoverimento del raccolto ha ulteriormente aggravato questa situazione di vulnerabilità, generando una
situazione di insicurezza alimentare dovuta al fatto che non solo i più vulnerabili ma la maggior parte dei
piccoli agricoltori ha consumato le sementi raccolte per il proprio sostentamento, senza garantirsi un paniere
da poter seminare nella nuova stagione agricola.
Nei settori Ambiente e Foreste e Sicurezza Alimentare si interviene nel territorio di Shashamane con i
seguenti destinatari diretti e beneficiari.
I destinatari diretti del progetto sono:
¾ circa 15.000 persone che usufruiranno delle infrastrutture idriche e delle attività agricole promosse
dal progetto.
I beneficiari del progetto sono
¾ circa 90.000 persone, ovverosia le famiglie dei destinatari diretti dell’iniziativa.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
¾ Migliorare l’accesso all’acqua, ai servizi igienici delle popolazioni delle Regioni Oromia (la cui
capitale è Shashamane) e SNNPRS, per un totale di circa 12.000 persone.
¾ Rafforzare la sicurezza alimentare delle popolazioni rurali delle Regioni Oromia e SNNPRS, per un
totale di circa 3.000 persone.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
Azione 1. Incrementare la disponibilità di infrastrutture idriche dalla tecnologia semplice, efficiente e con
limitati costi di manutenzione/gestione
1. Riabilitazione di un pozzo profondo per il consumo umano nella località di Elala Qorke (4.500
destinatari diretti);
2. Realizzazione di linee di distribuzione idrica (compresi serbatoi e punti acqua) per i bisogni legati al
consumo umano sulla linea idrica di Shasha Goike (3.500 destinatari diretti);
3. Riabilitazione di pozzi tradizionali sia per il consumo umano che per l’abbeveraggio del bestiame
(2.500 destinatari diretti)
4. Realizzazione di sistemi di raccolta dell'acqua piovana presso scuole e dispensari, per il consumo
umano (1.500 destinatari diretti)
Azione 2. Rafforzare la disponibilità di strutture igienico/sanitarie sostenibili
1. Costruzione di 12 latrine VIP (Ventilated Improved Pit - fossa a ventilazione migliorata) presso
altrettante scuole e dispensari (1.500 destinatari diretti), di cui 6 nella Regione Oromia e 6 nella
Regione SNNPRS.
2. Distribuzione di 500 kit per la promozione dell’igiene (contenenti sapone, secchi, carta igienica)
presso le comunità coinvolte (500 famiglie coinvolte, di cui 250 in Oromia e 250 nelle SNNPRS);
3. Realizzazione di 12 incontri di sensibilizzazione comunitaria CLTS (Community Led Total Sanitation)
presso altrettanti villaggi delle due Regioni, basato sull’apprendimento di pratiche igieniche da parte
della comunità, cui si associa la costruzione di servizi igienici con materiale locale da parte della
popolazione coinvolta, a livello famigliare.
Azione 3. Aumentare la qualità e la quantità di bestiame e la produttività delle colture attraverso una
migliore erogazione del servizio sanitario, il miglioramento dei pascoli e la gestione dei servizi agricoli.
1. 6 cicli di formazione di 5 giorni ciascuno a beneficio di 240 produttori sulle tecniche di compostaggio
2. Costruzione di 240 fosse per il compostaggio per i produttori coinvolti nelle suddette formazioni.
3. Distribuzione ai produttori di attrezzi (pale, carriole) per la costruzione delle 240 fosse di
compostaggio
4. 6 cicli di formazione di 5 giorni ciascuno a beneficio di 500 produttori sulle tecniche di produzione
agricola - biologica (sulle principali varietà diffuse localmente)
5. Costruzione di 4 nuovi magazzini per lo stoccaggio e la vendita di prodotti per l’agricoltura (input,
attrezzi agricoli, ecc.) e di prodotti agricoli finiti, che verranno utilizzati da circa 2.500 produttori
(destinatari diretti)
6. 6 cicli di formazione di 5 giorni ciascuno a favore degli organi di gestione e del personale dei 4
magazzini (40 destinatari finali).
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica
delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
¾ 1 coordinatore progetto specializzato in sicurezza alimentare e settore idrico – tutte le attività
¾ 2 tecnici idrici – Azione 1 e 2
¾ 2 tecnici agronomi/veterinari – Azione 3
¾ 6 animatori rurali – Azione 2 e 3
¾ 1 amministratore – Tutte le azioni
¾ 1 autista – Tutte le azioni
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
I volontari/e in servizio civile n°1-2 saranno di supporto nelle seguenti attività:
¾ supporto all’identificazione del sito e appoggio tecnico/logistico all’esecuzione dei lavori per la
riabilitazione di un pozzo profondo per il consumo umano;
¾ supporto all’identificazione del sito e appoggio tecnico/logistico all’esecuzione dei lavori per la
realizzazione di linee di distribuzione idrica
¾ supporto all’identificazione dei siti e appoggio tecnico/logistico all’esecuzione dei lavori per la
riabilitazione di pozzi tradizionali per consumo umano che animale
¾ supporto all’identificazione dei siti e appoggio tecnico/logistico all’esecuzione dei lavori per la
realizzazione di sistemi di raccolta d’acqua piovana presso scuole e dispensari
¾ supporto all’identificazione delle scuole e dei dispensari in cui verranno realizzate le latrine e
appoggio tecnico/logistico all’esecuzione dei lavori
¾ supporto allo staff di progetto nella realizzazione della distribuzione di kit per la promozione
dell’igiene presso le comunità pastorali
¾ supporto allo staff di progetto nella realizzazione delle attività di sensibilizzazione CLTS presso le
popolazioni coinvolte
¾ supporto logistico e contenutistico alla realizzazione delle formazioni sulle tecniche agricole
¾ supporto logistico e contenutistico alla realizzazione delle formazioni sulle tecniche di compostaggio
¾ supporto logistico alle formazioni sulla gestione dei magazzini ¾ supporto all’accompagnamento dei produttori coinvolti, dal punto di vista tecnico e gestionale. REQUISITI:
I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili
requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari
andranno ad implementare:
Generici:
¾ Esperienza nel mondo del volontariato;
¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi;
¾ Competenze informatiche di base e di Internet.
Specifici:
ETIOPIA- Shashamane (LVIA 116275)
Volontario 1
¾ Preferibile laurea in ingegneria o agraria
¾ Buona conoscenza della lingua inglese
¾ Preferibile conoscenza del software ArcGIS per la mappatura delle risorse naturali.
Volontario 2
¾ Preferibile laurea in economia
¾ Buona conoscenza della lingua inglese;
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
¾
tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo
sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede
delle domande)
ENTE
CITTA’
INDIRIZZO
TELEFONO
SITO
LVIA
Cuneo
Corso IV novembre,
28 -12100
0171-696975
www.lvia.it
¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la
documentazione richiesta in formato pdf, a [email protected] e avendo cura di specificare nell'oggetto
il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI
CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM).
Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC
• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),
• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it",
utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.