tropa de elite – gli squadroni della morte
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tropa de elite – gli squadroni della morte
TROPA DE ELITE – GLI SQUADRONI DELLA MORTE Anno 2007 Titolo Originale Tropa de elite Altri titoli The Elite Squad Durata 115 Origine ARGENTINA, BRASILE Colore C Genere DRAMMATICO, POLIZIESCO Specifiche tecniche 35 MM (1:1.85) Tratto da romanzo omonimo di André Batista e Luiz Eduardo Soares (ed. Bompiani) Produzione JOSÉ PADILHA, MARCOS PRADO E ELIANA SOÁREZ PER ZAZEN PRODUÇÕES, POSTO 9, FEIJÃO FILMES, UNIVERSAL PICTURES, CONSTANTINI FILMES, THE WEINSTEIN COMPANY, ESTÚDIOS MEGA, QUANTA CENTRO DE PRODUÇÃO Distribuzione MIKADO (2008) Data uscita 06-06-2008 Regia José Padilha Attori Wagner Moura Capitano Nascimento Caio Junqueira Neto André Ramiro André Matias Milhem Cortaz Capitano Fábio Fernanda Machado Maria Maria Ribeiro (II) Rosane Fábio Lago Baiano Fernanda de Freitas Roberta Paulo Vilela Edu Marcelo Valle Capitano Oliveira Marcelo Escorel Colonnello Otávio André Mauro Rodrigues Paulo Hamilton Soldato Paulo Thogun Caporale Tião Ricardo Sodré Caporale Bocão Rafael D'Avila Xuxa Alexandre Mofatti Carvalho Patrick Santos Tinho Erick Oliveira Marcinho Emerson Gomes Xaveco Thelmo Fernandes Sargente Alves Bruno Delia Capitano Azevedo André Santinho Tenente Renan Soggetto Luiz Eduardo Soares (libro) André Batista (libro) Sceneggiatura José Padilha Bráulio Mantovani Rodrigo Pimentel Fotografia Lula Carvalho Musiche Pedro Bromfman Montaggio Daniel Rezende Scenografia Tulé Peak Arredamento Odair Zani Costumi Cláudia Kopke Effetti Phil Neilson Bruno Van Zeebroeck Trama: Rio de Janeiro, 1997. Il capitano Nascimento, comandante di una squadra speciale della polizia brasiliana, il Batalhão de Operações Especiais (Bope) si vede assegnata la missione di riportare l'ordine in una favela governata dagli spacciatori di droga. Il poliziotto vorrebbe essere dispensato dal pericoloso incarico, anche perché sua moglie sta per dare alla luce il loro primogenito, ma non riesce a trovare un collega all'altezza del compito. Un giorno, però, Nascimento si imbatte in Neto e Matias, due poliziotti coinvolti in una sparatoria che, dopo aver visto i suoi metodi di lavoro, decidono di farsi assegnare alla sua squadra speciale, mettendosi subito in evidenza uno per il coraggio e l'altro per l'intelligenza. Certo che se Nascimento riuscisse a combinare entrambe le qualità in un solo uomo avrebbe finalmente trovato il suo successore. Critica: "'Tropa de Elite', che segna il debutto alla regia di finzione di José Padilha, senza 'brave persone' di mezzo, arrotolati come si è tra poliziotti corrotti, studenti spacciatori e boss di quartiere; fatto che ha suscitato grandi controversie in patria del film per la propaganda con cui si può leggere l'eroismo fanatico delle teste di cuoio. Se poi i sanguinosi scontri vengono alimentati da una retorica urlata di immagini e da un punto di vista narrativo che aderisce simbioticamente alla mentalità 'fascista' dei suoi protagonisti senza conferire alla storia nessun tipo di distanza prospettica, l'effetto ambiguo complessivo partorisce logiche e visioni irritanti." (Lorenzo Buccella, 'L'Unità', 12 febbraio 2008) "A rendere il film una leggenda ancora prima di vedere la luce ha contribuito inoltre lo sceneggiatore Rodrigo Pimentel, ex.integrante del corpo di polizia che due anni fa, insieme a un collega e al sociologo Luiz Eduardo Soares, ha pubblicato un best-seller che raccontava i crudi retroscena della corporazione." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 12 febbraio 2008) "Il brasiliano esordiente, ex documentarista, José Padilha, entra con la cinepresa in una favela di Rio de Janeiro e pedina un superpoliziotto che, tentando di mettere ordine nella generale corruzione dei trafficanti di droga, come dei colleghi, incontra, o provoca, sparatorie, omicidi, duelli all'ultimo sangue, un ritmo da action movie che colloca 'Tropa de Elite' in un contesto realistico che non ammette reticenze." (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 12 febbraio 2008) "Accolto freddamente dalla stampa, in 'Truppa d'Elite' avvilisce la troppa violenza." (Salvatore Trapani, 'Il Giornale', 12 febbraio 2008) "Neanche de Hadeln avrebbe mai inserito un noioso e volgare film brasiliano come la bufala fasciodark 'Tropa de elite', tsunami ideologico a luci caravaggesche ma inneggiante alla tortura, alla tolleranza sotto zero, all'uomo della provvidenza e allo sbeffeggiamento di ogni atteggiamento umanitario liberal-democratico dalle favelas di Rio." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 12 febbraio 2008) "' Tropa de Elite', scritto dallo sceneggiatore di 'City of God' (Braulio Mantovani), è un film spettacolare, dinamico, dalla palese analisi sociale e con le fattezze del racconto storico, visto che i fatti narrati sono datati 1997. Undici anni fa e sembra ieri. (...) I giornalisti brasiliani presenti a Berlino, al seguito di 'Tropa de Elite', giurano che la realtà raccontata non è per niente inventata. Nessuna invidia per il cast e la troupe del film che hanno rischiato la pelle (e qualche auto e macchinario della produzione rubato ci sono stati) per portare a termine una controversa e durissima opera di denuncia, che ha lasciato la Berlinale senza fiato." (Davide Turrini, 'Liberazione', 12 febbraio 2008) "Ciò che fa di La tropa d'Elite una vera sorpresa è la sua capacità di coniugare i modi del cinema d'azione a un'ambizione tematica più alta e non mancheranno di certo le polemiche sulla violenza delle scene e la dolorosa veridicità dell'ambientazione. Cineasta formatosi nel documentario, produttore del suo lavoro, Padilha ha mano ferma e credibilità nella messa in scena. Ma beneficia soprattutto di fare oggi da inatteso capofila a un movimento cinematografico assai variegato e originale. Sono molti i film brasiliani che si annunciano per i prossimi mesi e si avverte ovunque la curiosità per un nuovo cinema in grado di conquistare un'attenzione pari all'importanza della nazione." (L'Unione Sarda.it, 17 febbraio 2008) Più di undici milioni di persone, tra cui il ministro della Cultura Gilberto Gil, l’avevano visto in Brasile prima ancora che uscisse nelle sale, dove poi ha richiamato altri due milioni e mezzo di spettatori. Piratato durante la post-produzione, è finito infatti in Internet e sulle bancarelle dei dvd, diventando una moda trasversale diffusa in tutte le classi sociali, dalle favelas, che mostra come un territorio di guerra controllato dall’esercito dei narcotrafficanti, all’alta società che vorrebbe tenersi fuori da tutto questo, come ha dimostrato benissimo un altro film latinoamericano, La zona di Rodrigo Plà. Stiamo parlando di Tropa de elite – Gli squadroni della morte, il film che ha vinto, un po’ a sorpresa, l’Orso d’oro all’ultimo festival di Berlino. Un’opera seconda firmata da Josè Padilha dopo il documentario Bus 174 sulla vita dei ragazzi di strada, scritta dallo sceneggiatore Braulio Mantovani, già candidato all'Oscar per Cidade de deus, e coprodotta dai fratelli Weinstein con l’occhio già puntato al mercato internazionale. Con uno stile urlato e un uso massiccio della camera a mano, il film racconta la vita del reparto speciale della polizia di Rio de Janeiro, il Bope, a partire dal libro del sociologo Luiz Eduardo Soares e dalle testimonianze di due ex agenti, André Batista e Rodrigo Pimentel. Il Bope viene impegnato nella battaglia contro i narcotrafficanti nelle favelas, ma anche nella sfida alla corruzione che dilaga all’interno della polizia stessa e nel film si vedono poliziotti che trafficano pezzi di ricambio rubati per le auto, un graduato che chiede una tangente per mandare in licenza un collega, altri militari che scendono a patti con i criminali proteggendoli in cambio di una percentuale sui proventi dello spaccio di cocaina: sono 30mila i tutori dell’ordine collusi con il crimine, mentre a Rio si contano in un anno più omicidi che nei Territori Occupati. Ma l’aspetto documentaristico è totalmente fagocitato dal “cinema” più spettacolare. Padilha mette al centro della narrazione due eroi classici: il Capitano Nascimento (Wagner Moura), diventato un mito per molti brasiliani affascinati da questa figura, è un capo che vede vacillare la sua ideologia machista alla nascita del primo figlio e perde la brocca perché non ce la fa a reggere alla pressione di ripulire la favela in fretta e furia in vista della visita del Papa (siamo nel ’97), né riesce più ad accettare i metodi violenti e illegali del Bope. L’altro eroe a tutto tondo è un giovane agente che studia Foucault e difende i valori morali della sua missione contro ogni evidenza, coltivando anche l’amicizia con un gruppo di universitari di sinistra. Con loro tuttavia Tropa de elite è piuttosto severo: tra loro figurano i rampolli della buona società carioca che comprano la droga senza rischiare nulla, alimentando un’industria criminosa con la sua scia di sangue (un presunto traditore viene arso vivo dentro una “gabbia” di copertoni d’auto). E qui il regista si è attirato accuse, non ingiustificate, di ambiguità a cui ha risposto sottolineando come, a suo parere, parlare di questi fenomeni non sia né di destra né di sinistra e propugnando la soluzione antiproibizionista. “L’unica strada – dice l’abile cineasta, che cita Martin Scorsese tra i suoi idoli – è legalizzare la droga, ma ovunque e non in un solo paese”.(www.fice.it) Note: - ORSO D'ORO AL 58MO FESTIVAL DI BERLINO (2008). Per vedere il trailer: http://www.mymovies.it/trailer/?id=55847 ********************************************************************