NON CI POSSO CREDERE 0,18 centesimi al chilo è il prezzo del

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NON CI POSSO CREDERE 0,18 centesimi al chilo è il prezzo del
testo aggiornato al 2 agosto 2016
NON CI POSSO CREDERE
0,18 centesimi al chilo è il prezzo del grano che affama i contadini italiani e che
distruggerà una nostra risorsa strategica.
AIAB. Bella annata per il frumento, ottime rese e buona qualità. Peccato però che non siano quest
i parametri per determinare il prezzo e tantomeno il costo di produzione. Il prezzo è il risultato
della speculazione economica autorizzata anche sul cibo. Così ci si accorge troppo tardi che le
borse merci con le migliori quotazioni, sono partte da 13 euro al quintale per arrivare ad un
massimo di quest giorni, per il meglio del meglio: "speciale di forza, con proteina non inferiore al
13%, peso ettolitrico 79/80 e senza impurità", franco partenza (cioè con il trasporto a carico del
produttore), di 18 euro al quintale, 0.18 centesimi al chilo. Per capirsi, se per comprare si
utlizzasse il baratto, ci vorrebbero più di 5 chili di ottimo grano per pagarsi un caffè al bar e poco
meno di 14 chilogrammi, per ricomprarsi un solo chilo di pane comune, fatto con quella stessa
farina, dal fornaio. Se poi il pane è un pane "speciale", si andrebbe a fare la spesa direttamente con
il carrello carico, dopo aver svuotato il silos.
L’artcolo completo aprendo http://www.aiab.it/index.php?opton=com_content&view=artcle&id=3537:ilprezzo-del-grano-che-affama-tutti-&catd=282:bioagricolturanotzie25luglio2016&Itemid=163
COSA ATTIVARE
Il libero mercato è una base importante per lo sviluppo del nostro mondo ma quando,
come in questo caso, è noto che si tratta di esportazione di merci a prezzi molto più bassi
di quelli praticati sul mercato interno o su un altro mercato, oppure addirittura sotto costo,
da parte di trust già padroni del mercato interno, generalmente condotta con l'appoggio
dello Stato, allo scopo d'impadronirsi dei mercati esteri. Il nostro Governo, i nostri
parlamentari, la UE deve intervenire per attivare immediate tasse di importazione.
Questo anche perché, se non interveniamo per tempo, lasciamo il via libero anche al
Dumping sociale (il mancato rispetto delle leggi in materia di sicurezza, diritti del lavoratore e
tutela ambientale, che consente a un'impresa di ridurre i costi di produzione e quindi di vendere le
proprie merci a prezzi molto più bassi di quelli di mercato) fautore di sfruttamento, di crisi
sociali e di guerre.
COSA DEVI FARE
Ogni cittadino ha il diritto/dovere di chiederlo ai propri rappresentanti e grazie a internet
lo può fare, subito e per meglio ribadire il concetto che ognuno può e deve intervenire in
prima persona, ricordiamo la poesia Lentamente Muore di Pablo Neruda
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non
cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto
che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per
l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se
stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti
che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga
maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
A leggervi, Pier Luigi Ciolli
[email protected]