47 - Marinai d`Italia

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47 - Marinai d`Italia
10 febbraio - Giorno del Ricordo
Mio zio
Vania Seccarelli
Socia del Gruppo di Todi
Seccarelli nasce il 1 Febbraio 1927 dal
Fni diranco
matrimonio tra mia nonna Giuseppina BonviciReggio Emilia e mio nonno Domenico Seccarelli che conobbe mia nonna durante il servizio a
Reggio Emilia nell’Arma dei Carabinieri.
Dal matrimonio di mio nonno e mia nonna nascono Carlo primogenito, Franco il “mediano” ed Emilio. Il più piccolo di età, mio papà.
Mio zio era il figlio “mediano” e forse non fu solo
una coincidenza quella di essere tale, perché se è
vero che “in media Virtus stat” lui che nel 1941 si
era arruolato volontario in Marina e nel 1943 aderì
alla Xa MAS (Base Est tra Isola di Brioni e Pola)
credo che abbia avuto grande coraggio, determinazione e attaccamento alla patria.
La storia della mia famiglia è simile a quella di tante altre famiglie Italiane che alla fine del secondo
conflitto mondiale hanno atteso invano di abbracciare i propri familiari; alcune famiglie, nella grande tragedia, hanno almeno avuto la triste consolazione di avere una tomba dove andare a pregare
e portare fiori al proprio caro.
Franco, come tanti altri, purtroppo non ha fatto ritorno a casa.
Insieme con i miei genitori abitavamo con i miei
nonni; mi ricordo che la mia nonna teneva la foto dello zio Franco (quella pubblicata in questo
articolo) in una cornice sopra un tavolino rotondo e vicino c’era un vaso dove lei metteva sempre dei fiori.
Io ero piccola, forse avevo 6 o 8 anni, guardavo
spesso la foto e chiedevo alla nonna:
“Nonna, chi è lui”?
“È lo zio Franco”;
“Lo zio Franco”? “Perché lui è lo zio Franco”?
“Perché è il fratello di tuo papà”;
“Dov’è lo zio Franco”?
“È lontano, lontano...”
“E quando torna a casa”?
A quel punto mia nonna si metteva a piangere e
con la voce piena di lacrime mi rispondeva: “È
lontano, lontano, non lo sò, lui non tornerà, basta
smetti di chiedere, smetti di chiedere...”
Ripetevo di tanto in tanto le stesse domande e le
risposte erano le stesse; ricordo che questa cosa,
anche se bambina, mi lasciava sempre triste anche perché non mi veniva mai data nessuna spiegazione ed io non capivo.
Franco si era arruolato in Marina ancora minorenne e i miei nonni avevano firmato per autorizzare il
suo arruolamento. Per questo motivo, credo che
quando lui non è tornato a casa, abbiano avuto
sempre un senso di colpa soprattutto mia nonna
che a quel tempo era convintissima seguace del
regime e lo rimase anche in seguito.
Da una lettera che ho ritrovato (di cui allego una
parte) tra alcuni documenti, lei scriveva: “...tu
stesso che un volontario deve dare alla Patria tutto, ora tu non puoi che darle la tua buona volontà
e un piccolo sacrificio, in confronto a chi dà la
propria vita il proprio sangue, ricordati Franco che
non si può essere bravi soldati se non c’è una volontà ferma decisa di riuscire a tutti i costi. E poi tu
hai scelto la tua strada, nessuno te lo ha imposto,
dunque per essere degno di tutta l’ammirazione
che hanno tutti i Marinai d’Italia, devi essere bravo e superare questo piccolo sacrificio, che poi ti
darà tante soddisfazioni, perciò ti dico procura di
studiare con buona volontà vedrai che anche tu
poi ne sarai contento”. Perugia, 19 Gennaio 1942.
Mi ricordo che quando i miei genitori non erano in
casa, i miei nonni spesso discutevano animatamente, e le frasi ricorrenti erano: “È colpa tua, hai
voluto firmare tu” “No è colpa tua, ho firmato perché mi hai costretto”. E la mia nonna finiva come
sempre in lacrime. Io non capivo... firmare, che cosa? Perché?
Mi ricordo che a casa non si parlava mai di Franco, era un argomento da evitare, troppo dolore,
ma oltre questo, c’era un altro motivo che ho appreso da poco leggendo una lettera indirizzata a
mio nonno, scritta da un caporale dell’esercito di
cui ne allego una parte: “Non sò se tu sei al corrente, e mi dispiace immensamente doverti comunicare che tuo figlio Franco risulta morto in Iugoslavia nel Maggio del 1945 e siccome risulta che
lui abbia collaborato con i tedeschi, cioè con la
Repubblica Sociale Italiana dopo l’8 settembre
1943, così il certificato verbale di irreperibilità non
possono rilasciarlo finché non venga discriminato...” Roma il 17 Gennaio 1948).
Ho contattato l’Associazione Combattenti della Xa
MAS e nel loro elenco, Franco Seccarelli non risulta morto, risulta solo far parte della Xa MAS.
Le uniche due cose che abbiamo di Franco è questa bellissima foto vestito da marinaio, una foto
cartolina fatta alla Ferrania, dove sul retro c’è la la
sua firma e il numero di casella postale POST
FELD 12090.
L’altra è una lettera della mia bisnonna di Reggio
Emilia, Maddalena Gramatica (tra l’altro cugina di
1° grado dell’attrice Emma Gramatica) che scrive
a mia nonna mentre mio zio Franco le sedeva accanto. In questa lettera c’è anche una frase scritta da lui che, essendo ancora un bambino di forse
6 o 7 anni, presenta qualche errore e grafia infantile: “Carissimi, io sto molto bene come spero anche di voi tutti arivederci presto saluti e baci vostro Fronco” (senza data).
C’è una cosa che mi ha colpito in particolar modo
avvicinando questa frase alla firma sul retro della
foto: è la grande differenza del tipo di grafia, cam-
biata in pochissimi anni, all’età di soli 16 anni,
Franco era già un uomo.
La mia nonna si è spenta nel 1973, ancora giovane, all’età di 68 anni, il suo cuore aveva sofferto
troppo. Era stato suo desiderio, quello di avere tutta la corrispondenza e le foto di Franco con sè.
Fin da bambina ho avuto sempre il desiderio di conoscerlo; il fatto che lui facesse parte della Marina ha avuto una certa influenza sulla mia vita, tanto che ad un certo punto volevo anche io far parte della Marina Militare, ma a casa questa mia
idea non fu accolta con molto entusiasmo e così
rimase solo un’idea.
Poco tempo fa, mentre cercavo tra vecchi documenti, mi è tornato il desiderio di sapere qualche
cosa di più di questa vicenda per ricostruire almeno dove Franco si trovasse gli ultimi giorni di
maggio 1945. Ho contattato il Ministero della Marina e dopo alcuni giorni mi hanno chiamato
informandomi che Franco Seccarelli faceva parte della Xa MAS – RSI ed era nella Base Est Isola di Brioni e il suo Comandante era l’Ammiraglio
Sergio Nesi.
Ho richiesto il Foglio Matricolare per vedere tutti
gli spostamenti dall’inizio del suo arruolamento;
per questo aspetto se ne è occupato l’Ufficio del
Personale Militare del Ministero della Difesa.
Dopo alcune ricerche fatte all’Ufficio Storico di
Roma, di Ancona e all’Ufficio Storico di Perugia,
non siamo riusciti a trovare il Foglio Matricolare.
Un responsabile dell’Ufficio del Personale Militare di Roma, mi ha inoltre informato che anche se
riuscissimo a trovare il Foglio Matricolare, avremmo notizie degli spostamenti di Franco solo fino a
quando lui era nella Regia Marina perché poi aderendo alla Xa MAS, non sono stati più registrati i
suoi spostamenti.
E così, ad oggi, le uniche cose che abbiamo di
Franco sono la sua foto da marinaio e la frase sulla lettera scritta da bambino. Questo è tutto quello che abbiamo di un ragazzo di 16 anni, che credo, da ciò che si percepisce dalla foto, aveva una
sua luce, come dice la famosa frase “Le stelle brillano soltanto in notte oscura”.
A Febbraio 2014 ho chiesto a mia mamma: “Mamma, cosa pensi ne sia stato dello zio Franco?” Lei
mi ha risposto: “Io ho sempre pensato che lui si
sia salvato perché conosco tuo papà e conosco
te, ho sempre pensato che lui si sia salvato ma
non è tornato...”.
Mio papà si à spento ormai da 5 anni e credo che
anche lui abbia sempre atteso il suo ritorno.
Quest’anno, 2015, ricorrono 70 anni dalla fine del
secondo Conflitto mondiale ; mi dicono che ci sono persone che sono tornate a casa dopo 50 anni.
Voglio ancora pensare che mio zio Franco sia vivo, in qualche posto lontano, lontano, come diceva mia nonna, piuttosto che pensarlo sepolto a
Brioni o in una foiba.
Faccio un appello a tutti coloro che stanno leggendo in questo momento, di mettersi cortesemente in contatto con l’ANMI nel caso in cui
avessero foto o notizie di mio zio Franco.
Desidero, prima di concludere, ringraziare di
cuore l’Ammiraglio di Squadra, Presidente Nazionale dell’ANMI, Paolo Pagnottella per avermi
dato la grande opportunità di scrivere questo
articolo.
A lui va tutta la mia infinita stima e ammirazione.
nnn
Marinai d’Italia Gennaio/Febbraio 2016
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