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anno I n.0 | settembre 2015 Dolomiticert world Dolomiticert world D D olomiticert è un ente di certificazione notificato a Bruxelles con numero identificativo 2008, accreditato ACCREDIA con numero 1539, autorizzato dal Ministero delle attività Produttive a certificare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) del capo, del corpo, le calzature di sicurezza e sportive, gli indumenti protettivi, i dispositivi contro l’annegamento e i dispositivi per la protezione dalle cadute dall’alto di II e III 2 | settembre 2015 categoria. Dolomiticert rilascia rapporti di prova, attestati di certificazione CE e di conformità dei prodotti, sulla base dei test che rispondono agli standard nazionali, europei ed internazionali. Dolomiticert è un laboratorio dotato di strumentazioni all’avanguardia e formato da un team giovane, motivato e competente. Dolomiticert è uno dei pochi laboratori al mondo accreditato dall’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni di Alpinismo), e abilitato, per tutte le protezioni relative all’alpinismo, a rilasciarne il marchio in conformità con gli standard dell’associazione. Dolomiticert, consapevole della propria responsabilità nei confronti di produttori e consumatori, è scrupoloso garante della qualità e della sicurezza dei prodotti Dolomiticert è sinonimo di garanzia. olomiticert is a laboratory notified in Brussels whose ID number is 2008, it is authorized by the Ministry of Productive Activities to certify Personal Protective Equipment (PPE) for the head, the body, safety and sports shoes, protective clothing, equipment designed to prevent drowning and devices to protect from falls from a height of II and III category. Dolomiticert issues test reports, CE and compliance certificates for products on the basis of tests complying with national, European and international standards. Dolomiticert is a laboratory equipped with stateof-the-art equipment and it has young, dedicated and highly skilled staff. Dolomiticert is one of few laboratories in the world accredited by UIAA (International Mountaineering and Climbing Federation) and it is enabled to issue its marking in compliance with the association standards for all protectors regarding mountaineering. Dolomiticert, aware of its responsibility towards manufacturers and users, is a conscientious guarantor of the quality and safety of products. Dolomiticert means guarantee. In questo numero 4 GUARDIAMO IN ALTO | Luigino Boito 5 LOOKING AHEAD | Luigino Boito 40 RICERCA E INNOVAZIONE | PROGETTI RESEARCH AND INNOVATION | PROJECTS 42PRO-FIT-BOOT 43PRO-FIT-BOOT 60 UN OSSERVATORIO COSTANTE SULLE NORME A CONSTANT OBSERVATION POST ON STANDARDS 61LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA NORMATIVA EN 795 E LA NUOVA UNI 11578 STANDARD EN 795 AND THE NEW UNI 11578 62THE MAIN DIFFERENCES BETWEEN 78 LABORATORIO CERTIFICAZIONE CERTIFICATION LAB 79LINEE VITA – LE NUBI INTERPRETATIVE SULLA CORRETTA CERTIFICAZIONE SI DIRADANO settembre 2015 | 3 Dolomiticert world Guardiamo in Alto di Luigino Boito, Direttore Generale C on Dolomiticert guardiamo in alto. Dolomiticert, la nuova rivista, interpreta il carattere e svela l’anima della nostra terra da cui nasce: le Dolomiti. Un universo di bellezza in cui noi operiamo. Terra di montagna che ci incoraggia a guardare verso il cielo dove si accendono pulsioni creative. E’ una nuova sfida e, come tale, diceva Seneca, non si raggiunge percorrendo strade facili, ma puntando verso vie ardite. Ad astra per aspera. La nuova rivista è la voce di Dolomiticert, Organismo accreditato e notificato a Bruxelles per la certificazione dei dispositivi di protezione individuale e delle linee vita. Prima di tutto non si è voluto fare un periodico tecnico, che avrebbe interessato non più di 50 lettori del mondo legato alla certificazione di prodotto. Sì, anche questo aspetto tecnico-normativo non verrà trascurato, ma solo come inserto specialistico. Dolomiticert si propone invece di essere uno scrigno prezioso di riflessioni ed originali contributi di storia, etica, cultura e costume di ambiente alpino. E le pulsioni che può dare il mondo alpino sono potenzialmente infinite, sia volgendo lo sguardo al passato che al divenire. Una rivista da conservare. L’ambizione è quella di dimostrare che anche in una zona marginale, sotto i primi baluardi delle Prealpi bellunesi, in Longarone, può crescere un polo tecnologico avanzato, attrattivo per il mondo produttivo internazionale. Alta tecnologia abbinata alla forte coesione del personale, 4 | settembre 2015 Dolomiticert world selezionatissimo e motivato, vera garanzia per il futuro. E’ una sfida complessa, di grande fatica, che non consente distrazioni, che passo dopo passo, con decisioni ed investimenti mirati può assumere un ruolo di assoluto rilievo nel Parco Scientifico del Nord Est. Se questa è la missione di Dolomiticert, la rivista si propone qualcosa in più: di emozionare e di regalare momenti di ricreazione spirituale e culturale, estraniando il lettore dagli affanni del presente, per condurlo alla fonte di quei valori di cui tanto è radicato e ricco l’ambiente alpino. Basta guardare in alto, dove le pendici dei monti stillano la bellezza del creato e ogni fiore apre ai cuori semplici ciò che Dio ha nascosto ai superbi. E’ con questo spirito che vi porgiamo questo fiore. Looking ahead di Luigino Boito, General Manager W ith Dolomiticert we look ahead. Dolomiticert, the new magazine, interprets the character and uncovers the soul of the land it originates from: the Dolomites. A world of beauty where we work. It is a mountain land, which encourages to look towards the sky inspiring us. It is a new challenge and, as Seneca said, it cannot be met by going along easy ways, but only by following the daring ones. Ad astra per aspera. The new magazine is the voice of Dolomiticert, a Body which is accredited and notified in Brussels for the certification of personal protective equipment and safety lines. First of all, we did not want to create a technical magazine regarding product certification which would be interesting for no more than 50 readers in the world. The technical-standardization aspect will not be overlooked, but it will be dealt with in a specialist supplement. Dolomiticert aims at being a precious source of reflection and original essays on history, ethics, culture and traditions of the Alpine environment. The inspiration the Alpine world can give is potentially endless, both if we look at the past and at the future. It will be a magazine to keep. Our ambition is demonstrating that an advanced technological centre can grow also in a marginal area, at the foot of Belluno’s Prealps, in Longarone, and it can be appealing also to international manufacturers. Our strengths are high technology combined with the solid cohesion of our staff, who are carefully selected and driven, and they are a reliable guarantee for the future. The challenge we are meeting is complex, demanding, it does not allow for distractions and, step by step, with focused decisions and investments, it can make us take on a role of pre-eminence in the Scientific Park of North Eastern Italy. If this is Dolomiticert’s role, the magazine sets itself a bigger goal: giving emotions and offering moments of spiritual and cultural recreation, by freeing the readers from the worries of present time to take them to the source of those values, which stand at the root of the Alpine environment and are its wealth. It is enough just to look up, where the mountain slopes declare the beauty of the creation and every flower shows to simple hearts what God hides to proud people. It is with this friendly attitude that we offer you such flower. settembre 2015 | 5 Dolomiticert world Dolomiticert world Il Primario del SUEM 118, stroncato dalla SLA, ha lasciato a tutto il Bellunese un vuoto difficile da colmare PIONIERE DELL’ELISOCCORSO E DETERMINATO NEI SUOI OBIETTIVI: ECCO IL RITRATTO DEL TENACE ANGELO COSTOLA di Giuditta Bolzonello E ra intuito e grinta. Era capacità e determinazione nel portare avanti gli obiettivi. E che obiettivi. Non guardava in faccia nessuno, in nome della sicurezza della sua gente: “non c’è prezzo che valga una vita” rispondeva a chi riteneva troppo oneroso il costo del “suo” servizio, il Suem 118. Angelo Costola, il primario, era tutto questo e tanto altro. Un cadorino talmente orgoglioso delle sue radici da non cambiare mai residenza, ma tanto aperto alle novità da sperimentarle per il suo chiodo fisso: l’emergenza medica. Se n’è 6 | settembre 2015 andato dopo due anni di malattia, la peggiore per chi come lui non stava mai fermo: la SLA. Quando si dice il destino. Angelo Costola, di Lorenzago di Cadore, medico anestesista, prestava la sua opera all’ospedale Rizzardi di Auronzo, ma gli andava stretta quella dimensione, mal sopportava le limitazioni della periferia, le distanze, le minori opportunità. Ed ecco la prima idea. Negli anni ‘80 era ancora operativa l’Ulss 1 Cadore e Costola studia un sistema di soccorso mettendo in campo le ambulanze. Continua con ambiziosa tenacia la sperimentazione e, forte dell’appoggio della direzione, progetta il salto di qualità nel servizio: l’utilizzo dell’elicottero. Da qui la seconda idea: l’eliambulanza che diventerà anche elisoccorso. Ad accelerare il progetto di Costola è un avvenimento eccezionale: per la prima volta, nel 1987, Lorenzago viene scelta come luogo delle vacanze estive del Papa. Va da sé che il territorio deve offrire il miglior servizio di soccorso in caso di urgenza ed emergenza medica. L’anno dopo inizia il servizio: il 1° giugno del 1988 l’elicottero vola sui cieli delle Dolomiti e da quel momento la carriera di Costola è scandita da obiettivi perseguiti e raggiunti. Il primario trova in Angelo Devich - responsabile provinciale del Soccorso Alpino - il collaboratore ideale e il Cadore con il Suem si piazza alle spalle solo del Milanese, pur non avendo ancora il numero unico 118. Da allora, ad accogliere Papa Giovanni Paolo II, oltre alle autorità, è il Primario del Suem, in grado di vegliare anche sulla sicurezza del Pontefice. Quanto a idee, Costola non lo batteva nessuno: la sua esperienza vien esportata in tutta Italia, dove vengono copiati anche i servizi delle automediche, e delle motomediche per superare i problemi di code nei rientri domenicali. In parallelo, lavora al volo notturno, presentato nel 1998 all’allora Ministro della sanità Rosy Bindi: dopo le molteplici sperimentazioni, nel 2007 vengono attivati sei mesi di operatività in area vasta, nelle province di Belluno e Treviso. Poi i tempi sono diventati “avari” e, purtroppo, di notte non si vola più, nonostante le tante piazzole attrezzate allo scopo, grazie alla campagna di sensibilizzazione che Costola puntualmente diffondeva tra cittadini ed amministratori. Che dire poi della massiccia diffusione dei defibrillatori semiautomatici e della formazione al loro uso di centinaia e centinaia di volontari? Altre vite salvate. Nonostante i tempi difficili, tutto sembrava andare al meglio, tanto che il primario si concede alla politica e nel 2004 diventa assessore provinciale. Ma nel 2009 sogni, serenità e progetti ambiziosi si frantumano con il fragore silente della morte contro il Cristallo a Cortina. È il 22 agosto. In un giro di ricognizione su una frana dove potevano esserci delle persone coinvolte, Falco cade: per l’equipaggio è la fine e per Costola un dolore terribile. Dolore che non lascia trasparire ma che lo segna indelebilmente: nella tragedia perde i suoi fidati collaboratori ed il collega, Fabrizio Spaziani, che riteneva il suo erede ideale alla guida del Suem 118. A quella tragedia si susseguono attestazioni di stima e cordoglio, la Medaglia d’Oro al Valor Civile, il premio San Martino e tanti altri riconoscimenti, ma quel dolore continuerà a covare come la brace sotto la cenere. Costola sceglie la pensione e si butta in altre sfide: consulente, il più esperto sulla piazza, per portare il Suem 118 in regioni dove ancora non c’è. Spera nell’appoggio dei sindaci per la presidenza della Magnifica Comunità di Cadore, ma sarà un’altra delusione e così diventa attento osser- vatore esterno della sanità cadorina che inizia a perdere pezzi. Pungola le amministrazioni locali affinché vigilino di più e in modo adeguato ed è questa sorta di testamento che lascia a tutti noi che abitiamo la periferia: difendere i servizi a tutti i costi così come ha sempre fatto Angelo Costola, primario del Suem 118. Se n’è andato lasciando un vuoto difficile da colmare. Così il figlio Jacopo: “Tanti anni fa, quando ero ancora un ragazzo, mio padre mi diceva che, quando fosse stata la sua ora, avrebbe voluto un bel funerale, con tanta gente al seguito. Portava con sé la convinzione, o comunque il timore, che se ne sarebbe andato da giovane. Ed ha avuto un signor funerale. Il più bel funerale della storia di Lorenzago. Tutto ciò che lui ha seminato gli è tornato sotto forma di stima, affetto e riconoscenza”. Così il personale del Suem a Costola: “Oggi il suo Falco ha voluto partecipare alla silenziosa processione che l’ha accompagnato verso il riposo eterno. Il rombo che squarciava l’aria ha suscitato in tutti i presenti una forte emozione, rendendo tangibile il frutto delle sue idee e battaglie, dei suoi successi e dei momenti difficili. Dopo quasi sei anni, potrà riabbracciare Marco, Fabrizio, Stefano e Dario. Arrivederci Primario, continui a vegliarci e ad infonderci consigli da lassù”. settembre 2015 | 7 Dolomiticert world Dolomiticert world cesi, a sostegno di tesi troppo lontane per essere conciliate dalla forza dei decibel. Lui non desisteva dal difendere i suoi incrollabili principi gestionali ed operativi e neppure io ero disposto a cedere rispetto a quelle che ritenevo ragioni inconfutabili, da appoggiare senza alcun “se” o “ma”: due filosofie che si stavano confrontando in modo aspro, senza mediazione e, soprattutto, senza finzione. Poi, ad un tratto, dopo un lungo momento di silenzioso impasse, un suo cenno del capo, quasi a dire di smetterla con quell’insensato dialogo lasciato più alla gola ed ai suoi acuti che non alla riflessione. Ed un sorriso profondo ad incorniciare la frase: “Adesso proviamo a fare come vuole il Soccorso Alpino. Ma se non funziona, si torna indietro di corsa, e si va avanti come si fa adesso, senza cambiare neppure una virgola. Ora vai!”. ANGELO COSTOLA Il ricordo di Fabio “Rufus” Bristot delegato Cnsas Dolomiti bellunesi I l nostro primo incontro avvenne nel suo studio dell’Ospedale Civile di Pieve di Cadore in una giornata che ricordo particolarmente calda e solare, con il contrasto netto del verde dei boschi sull’azzurro del cielo. Una volta arrivato nei pressi della Centrale Operativa del Suem 118, parcheggiai l’auto, attento a non sconfinare dalla segnaletica orizzontale che delimitava i vari stalli. Quindi salii le scale con una certa ansia e bussai timoroso alla sua porta con l’incertezza propria del nuovo ruolo di Delegato del Soccorso Alpino, che solo da qualche settimana mi accingevo a ricoprire. Teso, quasi agitato, alla 8 | settembre 2015 sola idea di vederlo. Alla fine vi furono poche, soffuse, battute di circostanza, esternate con tono assolutamente moderato, oltremodo pacato, e distaccato: quasi inverosimile rispetto a quanto preconizzato, e reale motivo del mio iniziale timore reverenziale. Il secondo incontro, invece, a distanza di qualche settimana, avvenne con modalità decisamente e profondamente diverse. Urla al limite dell’invettiva reciproca, toni sempre più ac- Compresi allora che avevo incontrato un uomo certamente impulsivo ed emotivo, ma anche estremamente intelligente e forte. Un uomo caparbio e determinato nel suo agire che gli aveva permesso di creare, seconda in Italia dopo Bologna, la Centrale Operativa del Suem 118, ed uno dei primi servizi di elisoccorso operanti in montagna. Servizio nato in via sperimentale nel 1984/85 e ufficializzato nel 1988, con il definitivo avvio. della consegna del Premio San Martino al SUEM 118 e al Soccorso Alpino. Sembrava ritornato a sorridere dopo due mesi di autentica sofferenza, liberato di un peso insopportabile da gestire emotivamente. E voglio anche dirgli “grazie” a nome di tutti, per quanto si è speso a favore delle fragili comunità delle nostre Dolomiti. Grazie Angelo. Ciao Dott. Costola. Angelo Costola con Papa Giovanni Paolo II Il ricordo più autentico che ho di Angelo - che è poi la cifra della sua storia recente - è però quello del drammatico 22 agosto 2009, a Cortina, in attesa di quattro amici che non c’erano più, volati via con Falco. Ricordo come Angelo rimase fermo – pietrificato - per oltre un’ora, con lo sguardo perso tra il cielo ed il Cristallo, tra il passato ed un impietoso futuro che c’era già, ma che non poteva accettare: sembrava quasi guardasse l’immagine di un figlio volato via per sempre. In quest’occasione, però, voglio ricordarlo con la gioia sul viso e con la serenità nel cuore che svelò a tutti il giorno settembre 2015 | 9 Dolomiticert world Dolomiticert world sons, to be backed up without any “ifs” nor “buts”: two philosophies which were facing each other in a harsh way, without mediation and, above all, without pretence. Then, suddenly, after a long moment of silent impasse, he nodded, almost as if he were saying to stop that foolish dialogue led by our loud voices rather than by reflection. And then he smiled and said: “Now let’s try and do things as the Mountain Rescue wants them. But if it doesn’t work, we’ll double back right away and do things as we do them now, without changing a word. Now go!”. ANGELO COSTOLA As Fabio “Rufus” Bristot remebers him W e first met in his office at Pieve di Cadore Hospital in a day which was particularly hot and sunny, with the green woods silhouetted against the blue sky. Once I got near the Suem 118 Operation Headquarters, I parked my car carefully to avoid going out of the parking markings. Then I climbed the stairs with a certain anxiety and I knocked timidly on his door with the uncertainty due to my 10 | settembre 2015 new position of Mountain Rescue Delegate, which I had been holding only for some weeks. I was tense, almost worried only at the idea of meeting him. In the end there were only few, soft and suitable words, said in an absolutely moderate, very calm and detached tone: it was almost improbable if compared with what I had expected, which was the real reason of my initial awe. Our second meeting, some weeks later, took place in a decidedly and deeply different way. Screams sailing close to tirades against each other, more and more heated tones, supporting arguments too far away to be reconciled by the strength of decibels. He didn’t give up defending his firm managing and operational principles, and neither was I ready to surrender what I believed were indisputable rea- And I would also like to say “thanks” to him on behalf of everybody, for all he did in favour of the fragile communities of our Dolomites. Thank you Angelo. Goodbye Dr Costola. Then I understood that I had met a man who was certainly impulsive and excitable, but also extremely intelligent and strong. He was a man who was stubborn and determined in his actions, and these qualities had made it possible for him to set up the second Operation Headquarters in Italy after Bologna’s and one of the first helicopter rescue service working in a mountain area. The service was set up experimentally in 1984/85 and made official in 1988 with the definitive start. My most genuine memory of Angelo – which was also a key moment in his recent history - is that of 22nd August 2009 in Cortina, a dramatic day spent waiting for four friends who were no more, flown away on helicopter Falco. I remember how Angelo stood still – petrified - for over an hour, looking up between the sky and Mount Cristallo, between the past and a ruthless future, which was already present but he could not accept: he seemed to be looking at the picture of a child flown away forever. On this occasion, I would like to remember him on the day in which SUEM 118 and the Mountain Rescue were awarded Premio San Martino, when he showed everyone joy on his face and peace in his heart. He seemed to be smiling again after two months of real grief, relieved of a load which was unbearable to manage emotionally. Angelo Costola in una delle sue rare apparizioni pubbliche settembre 2015 | 11 Dolomiticert world Dolomiticert world OLTRE OGNI LIMITE Sciare-Guida Tecnica all’Acquisto 2005/2006 "Gli sci di nuova generazione permettono prestazioni impensabili fino a qualche stagione fa. Nell'immagine vediamo Simone Stiletto agli Ski Test impegnato in un'uscita "al limite", che ci fa intuire quanto si possa "tirare" con questi sci". 12 | settembre 2015 settembre 2015 | 13 Dolomiticert world Dolomiticert world Questa rubrica é riservata ai gioielli delle nostre terre. La prossima vedrà protagonista Mattia Bortoluzzi, Pony 6 della PAN, Pattuglia Acrobatica Nazionale, le grandi Frecce Tricolori orgoglio d’Italia, per intenderci. In questo primo numero dedichiamo lo spazio a Simone Stiletto, un talento incredibile che nel sangue aveva i paletti dei tracciati dove oggi allena le giovani promesse conducendole alla Nazionale. Buona lettura! SIMONE “STILLO” STILETTO MAESTRO A 19 ANNI E ALLENATORE A 21 “Ciao Simone, non ti si vede mai, sei sempre in ferie”, quante volte ha sentito pronunciare queste parole dai suoi compaesani tambresi, ignari del mondo che, da 11 anni, gestisce con minuziosa precisione e con la severità di un guru. Simone Stiletto, classe 1970, affronterà nel prossimo inverno la dodicesima stagione come Istruttore del Comitato Alpi Centrali, fucina di at- 14 | settembre 2015 leti pronti per volare ai vertici dello sci mondiale. Ma vediamo la sua storia. Simone nasce in Lussemburgo, da madre egubina e papà tambrese doc, ma presto ritorna nella terra paterna perché i genitori iniziano la gestione di una pizzeria nella piccola frazioncina di Pianon, dove però, al tempo, si stagliava imponente una pista da sci con l’arrivo all’in- gresso del locale. A Simone il talento scorre nelle vene. Inizia a sciare “grandicello”, a 7 anni, rivelando da subito la propensione a puntare i pali e ad aggredire i tracciati. A 10 anni entra nello Sci Club Alpago e nelle sue categorie fa tabula rasa. Il comitato Veneto lo adocchia, passa un mese a Roma con il suo mister, Roberto Fullin, per le selezioni dirette dalla capitale. Fino a 17 anni, compete, conosce e si lega ad atleti dai nomi illustri come la Compagnoni e Ghedina. La storia dello sci degli ultimi anni. Poi la svolta. L’astro non più nascente, ma consolidato, dopo alcune tristi vicende, decide di destinare agli altri le sue abilità. Diventa nel 1989 maestro di sci e, primo in Italia per l’età, nel ‘91 è allenatore. Marcia dritto e impartisce trucchi e suggerimenti a tutti i suoi allievi. Trasmette grinta, tenacia e passione. Il mago In pista, diventa il mago dei suoi ragazzi in pista. Il Comitato Alpi Centrali, lo adocchia, lo coccola e lo strappa a tutti per portarlo a casa...La loro casa lombarda, dove Franco Zecchini, magistrale Presidente, stabilisce subito gli obiettivi e striglia Simone fino a caricarlo al massimo. Tra le tante stelle nella galassia di Simone, Roberto Nani, che ha esordito in coppa del mondo, ha lasciato al suo coach SIMONE “STILLO” STILETTO una foto con dedica visti i risultati raggiunti. Trasferte estive, stagioni invernali, l’allenatore della squadra maschile del comitato, con sacrifici e testa bassa, continua a mettere anima e corpo per infondere nei ragazzi di oggi i suoi valori e le sue capacità! Grande Simone! SOPRA la foto con dedica di Roberto Nani SOTTO Simone Stiletto premiato con Maurilio De Zolt come miglior atleta bellunese settembre 2015 | 15 Dolomiticert world Dolomiticert world Il sottosegretario Simona Vicari, ospite di Dolomiticert-Certottica, detta la tabella di marcia per il primo grande piano straordinario a tutela dei prodotti italiani e assicura incentivi per le imprese. Il Sottosegretario di Stato Sen. Simona Vicari in visita al laboratorio di Certottica, in compagnia del Direttore Tecnico, Giorgio Sommariva MADE IN ITALY SOTTO ATTACCO “I l made in Italy” è uno dei brand più famosi, riconosciuti e apprezzati al mondo, eppure questa sua forza è anche la sua debolezza, risultando costantemente sotto attacco, invidiato e copiato. Col Patent Box abbiamo cercato di tutelare i marchi e brevetti creando un felice connubio tra agevolazioni fiscali e tutele. Da quest’anno infatti, grazie all’Investment Compact, le imprese possono beneficiare dell’esclusione dalla base imponibile delle imposte sui redditi e dell’IRAP di una quota del reddito derivante dall’utilizzo indiretto di opere dell’ingegno, di marchi e brevetti del 30% 16 | settembre 2015 che nel 2017 arriverà progressivamente al 50%.” A dirlo è il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari che a Dolomicert World spiega le azioni che il Governo sta intraprendendo per rilanciare il “made in Italy” attraverso un piano straordinario introdotto con il decreto SbloccaItalia del settembre 2014. Per le aziende dell’occhialeria e dello Sportsystem, che ruotano attorno a Dolomiticert-Certottica, si tratta di uno strumento in più per confermare la bontà dei propri prodotti di fronte a un mercato fatto troppo spesso di grandi numeri ma di scarsa qualità. “Con lo SbloccaItalia”, spiega Simona Vicari, ospite di Dolomiticert, “il Governo vuole potenziare la presenza delle imprese italiane, soprattutto Pmi, sui mercati internazionali. Quello che vogliamo portare avanti è un vero e proprio piano per la promozione straordinaria dell’Italia mirato all’internazionalizzazione ma anche all’attrazione degli investimenti esteri nel nostro Paese”. Tra le linee prioritarie di intervento, il Piano identifica la formazione e messa a disposizione delle impre- se di temporary export manager (esperti in management internazionale), la realizzazione di campagne di comunicazione contro il fenomeno dell’Italian sounding, il rafforzamento dell’immagine del Made in Italy in quelli che sono chiamati “mercati di attacco”, il sostegno ad alcune fiere settoriali italiane caratterizzate da particolare visibilità a livello internazionale, accordi con le reti di distribuzione estere, senza dimenticare Expo. “Da ultimo, voglio ricordare che il Ministero dello Sviluppo Economico di recente ha messo a disposizione singoli voucher a fondo perduto di 10mila euro per l’inserimento in azienda di un temporary export manager per almeno sei mesi. Le istanze potranno essere presentate dalle pmi interessate a partire dal 22 settembre 2015. Non mancherà supporto per chi vorrà investire nel commercio elettronico” annuncia il sottosegretario. aziende che oggi si affacciano all’estero solo abitualmente”. Del resto, è il mercato a imporre una internazionalizzazione a tappe forzate. Nei prossimi 15 anni si stima che la classe media aumenterà di 800 mila unità: “Si tratta di un mercato molto vicino al modello di specializzazione produttiva dell’export italiano”, rimarca il sottosegretario allo Sviluppo economico. Il piano straordinario è già partito: sono in atto le prime campagne promozionali e quelle contro l’Italian sounding. Soggetto attuatore di tutta questa operazione è l’ICE, che, a sua volta, sta attraversando una profonda fase di razionalizzazione ed efficientamento: “Nell’ultimo triennio sono stati ridotti del 25% i costi di struttura, passati da 106 ad 80 milioni di euro. Sono state riviste anche alcune sedi all’estero con l’apertura di uffici in zone prima non coperte ma che oggi sono importanti mercati emergenti”. Gli obiettivi sono ambiziosi, la stessa Vicari snocciola dati significativi: “Incrementare il volume dell’export è una assoluta priorità, specialmente in quei mercati esteri dove il potenziale è maggiore. Abbiamo previsto l’incremento dei flussi di export di beni e servizi per un valore di 50 miliardi di euro. Grazie al pacchetto di incentivi previsti dal Governo puntiamo, in particolare, a rendere abituale e stabile l’export di quelle Strettamente connesso al Made in Italy è il supporto alla tutela e valorizzazione economica dei titoli della proprietà industriale. “Sostenere l’innovazione significa tutelare il Made in Italy. Il Ministero dello sviluppo economico ha negli ultimi anni ideato e messo in campo specifici incentivi per complessivi 55 milioni di euro; “Brevetti +”, “Disegni +”, “Disegni + 2” e “Marchi +”. Questi strumenti saranno rivitalizzati prevedendo tra l’altro la messa a punto di una nuova misura specificatamente dedicata alla valorizzazione dei cosiddetti marchi storici. Con un mix tra i nuovi strumenti e quelli già consolidati vogliamo aprire una nuova fase di sostegno alle nostre imprese. Importante, a questo riguardo, è anche la lotta alla contraffazione che il Ministero dello Sviluppo economico e il Cnac – che presiedo- hanno ingaggiato. Tutti gli effetti discorsivi che la contraffazione provoca sul mercato hanno inevitabilmente effetti devastanti sulla concorrenza. Sono due facce della stessa medaglia: la tutela della proprietà industriale è non solo un presidio di sicurezza e garanzia di qualità per il consumatore finale ma anche una grande occasione per il Paese per crescere e rilanciarsi. A breve il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Interno presenteranno le “linee guida in materia di prevenzione e contrasto al fenomeno della contraffazione” che mirano a implementare le due Direttive del Ministro Alfano dell’8 agosto e del 19 novembre nonché le strategie messe in campo dal CNAC in materia di enforcement, al fine di promuovere il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionalmente interessati, soprattutto in ambito locale, alla lotta alla contraffazione”, conclude Vicari. settembre 2015 | 17 Dolomiticert world Dolomiticert world Vuoti normativi, vigilanza del mercato, e iniziative dal versante russo: questi i problemi che attanagliano il mondo dell’abbigliamento da motociclismo che sta vivendo una fase piuttosto intricata. Per Dolomiticert ha risposto ai più importanti quesiti Federico Vitale, International Affairs and Regulatory Affairs Manager di CONFINDUSTRIA ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori. Può illustrarci la proposta che ANCMA ha presentato al Governo per incrementare l’utilizzo dei DPI e quali sono le motivazioni della stessa? Confindustria ANCMA ha proposto l’introduzione di agevolazioni fiscali per favorire l’acquisto di abbigliamento protettivo da parte di conducenti e passeggeri di ciclomotori, scooter e motocicli. L’Italia è il Paese europeo a più alta densità di veicoli motorizzati a due ruote circolanti: per questo la riduzione dell’incidentalità di ciclomotori e motocicli assume grande importanza. Un utilizzo più diffuso dell’abbigliamento protettivo da parte dei motociclisti consentirebbe un significativo abbattimento della 18 | settembre 2015 gravità e del numero delle lesioni. Invece, la diffusione di alcuni capi di abbigliamento tecnico è piuttosto marginale, sia per motivi di ordine economico, sia per la resistenza culturale diffusa tra gli utenti dei mezzi a due ruote. L’introduzione di sgravi fiscali favorirebbe un maggiore utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale, con evidenti ricadute positive sulle conseguenze degli incidenti, quali la riduzione delle fatalità e la mitigazione delle lesioni. E’ evidente, a questo punto, che l’impegno richiesto alle pubbliche finanze, sarebbe ampiamente compensato: da un lato, grazie agli sgravi fiscali, si registrerebbero maggiori introiti IVA derivanti dall’incremento delle vendite, dall’altro, la diffusione dell’abbigliamento protettivo porterebbe ad una significativa diminuzione dei costi sociali e, in particolare, sanitari. Il vuoto normativo destabilizzante che si riscontra oggi nel mercato degli indumenti da motociclismo, palesa la necessità di stabilire nuovi disciplinari per la certificazione dei prodotti. Secondo la Direttiva, infatti, tali indumenti devono essere marcati CE, ma non esiste ancora una normativa appropriata: cosa implica questa situazione? In primis, è necessario regolamentare il mercato degli indumenti protettivi per motociclisti in modo da contenere la diffusione di prodotti di scarsa qualità, che comporta ricadute assolutamente negative in fatto di sicurezza. In secondo luogo, occorre definire una regolamentazione congruente con la realtà dei prodotti esistenti sul mercato: è ovvio che chi guida uno scooter in città sul percorso casa-lavoro ha esigenze diverse dal motociclista sportivo o dal pilota in fuori strada. I fabbricanti cercano di soddisfare le diverse esigenze degli utilizzatori con una gamma di prodotti dalle performance variabili, ma finalizzati ad assicurare sempre il livello maggiore di protezione. La Commissione a breve dovrà stabilire se gli indumenti che offrono una parziale protezione contro gli urti o contro l’abrasione sono da considerarsi DPI: come la pensa a tal proposito? La possibilità di inquadrare nella legislazione europea indumenti che offrono una primaria protezione contro l’impatto o contro l’abrasione tiene conto dei diversi prodotti esistenti oggi sul mercato. Se i costruttori dovessero essere obbligati a progettare un’unica tipologia di abbigliamento protettivo per coprire tutti i possibili rischi, il risultato sarebbe un prodotto talmente pesante e poco confortevole che molti motociclisti rifiuterebbero di indossare, a scapito della sicurezza. Occorre, pertanto, garantire un’offerta modulare di indumenti protettivi per moto, in grado di soddisfare le specifiche esigenze del cliente, conciliando l’obiettivo primario della sicurezza. Un’unica categoria di indumenti col massimo livello di protezione sarebbe controproducente e pericolosa. Oggi non esiste un’efficace vigilanza di mercato in grado di verificare la presenza di dispositivi non certificati o contraffatti. Dispositivi che, oltre a essere un danno per i produttori “seri”, sono un pericolo concreto per gli utilizzatori: qual è la sua opinione in merito? Le risorse limitate a disposizione degli Stati membri per effettuare un’efficace vigilanza sul mercato rappresentano il vero problema. E’ necessario trovare degli strumenti operativi che agevolino il controllo di mercato. Fra questi, potrebbe essere efficace un sistema di etichettatura user-friendly - simile ai certificati bianchi per l’efficienza energetica, per intenderci - tarato sulle categorie definite nel nuovo standard CEN 13595 di prossima emanazione. Il mercato russo: qual è la situazione per i caschi e gli indumenti da motociclismo? Vorrei soffermarmi in particolare sui caschi. La decisione dell’amministrazione russa di introdurre una certificazione nazionale sui caschi moto, non è conforme alla normativa internazionale. Infatti, la Russia e le altre ex-repubbliche sovietiche (ad eccezione del Kazakistan) sono firmatarie dell’Accordo Internazionale 1958 in sede ONU/WP29, e hanno recepito il Regolamento ONU-ECE 22.05 che sono tenute ad applicare in tutti i suoi aspetti. Tale Regolamento definisce le caratteristiche tecniche e le prove di omologazione dei caschi, ed anche la procedura di conformità e di marcatura degli stessi. La Russia non può applicare in parallelo altre prescrizioni nazionali che prevedano una diversa procedura di certificazione di conformità. Il problema che ha interessato anche i caschi da moto, potrebbe derivare dal fatto che fanno parte dello stesso codice doganale riguardante tutti i diversi copricapo di sicurezza. Dal punto di vista della conformità, del collaudo e dell’approvazione, le norme di riferimento ed i requisiti prestazionali sono però diversi. Molti dei copricapo di sicurezza per uso sportivo/ricreazionale ed anche professionale sono regolati in Europa dalla Direttiva CEE 89/686 sui Dispositivi di Protezione Individuale, mentre, come abbiamo detto prima, i caschi da motociclista, che alla prima stesura erano compresi nella Direttiva DPI, sono stati stralciati da essa e ora la norma di riferimento è il Regolamento ECE/ONU nr. 22 emend. 05. settembre 2015 | 19 Dolomiticert world Dolomiticert world Regulatory vacuum, market surveillance and initiatives from the Russian front: these are the problems gripping the world of motorcycling clothing which is going through quite a complex stage. Mr Federico Vitale, International Affairs and Regulatory Affairs Manager of CONFINDUSTRIA ANCMA, (National Association of Cycling and Motorcycling Accessories) has answered to the most important questions asked by Dolomiticert. Could you tell us about the proposal that ANCMA has made to the Government in order to increase the use of PPE and which are the reasons behind it? Confindustria ANCMA has proposed the introduction of tax concessions to encourage the purchase of protective clothing by riders and passengers of moped, scooters and motorcycles. Italy is the European country with the highest density of circulating twowheel motor vehicles: this is why reducing the number of motorcycle accidents is of paramount importance. A widespread use of protective clothing by motorcyclists would significantly reduce the number and gravity of lesions. On the contrary, the diffusion of this kind of technical garments is quite 20 | settembre 2015 limited, both for economic reasons and for the cultural resistance which is common among motorcycle users. Introducing tax concessions would foster a wider use of Personal Protective Equipment, with obvious positive effects on the consequences of accidents, such as reduction of mortality and alleviation of lesions. At this point it is clear that the commitment required to public finances would be widely compensated: on the one hand, thanks to tax allowances, there would be higher VAT revenues due to the increase in sales, on the other hand, the diffusion of protective clothing would significantly reduce social costs, in particular health expenses. The destabilizing regulatory vacuum, which can be found in the market of motorcycling clothing today, reveals the need of establishing new rules and regulations for the certification of products. Indeed, according to the Directive such garments must bear the CE mark, but an applicable rule is still missing: what are the implications of this situation? First of all it is necessary to regulate the market of motorcycling protective clothing in order to contain the diffusion of poor quality products, which have utterly negative consequences on safety. Secondly, it is necessary to set rules and regulations consistent with the reality of products existing in the market: obviously who rides a scooter in town from home to work has different needs to the sports motorcyclists or to the off-road rider. Manufacturers try and meet the different needs of the users with a range of products with variable performances, which always aim at guaranteeing the maximum level of protection. The Commission will soon have to establish if garments offering partial protection against impacts or abrasion must be considered PPE: what is your opinion? The possibility of introducing garments which offer a primary protection against impacts and abrasion into the European law, takes into account various products currently in the market. If manufacturers had to design only one kind of protective clothing to cover all possible risks, the result would be such a heavy and uncomfortable product that a lot of riders would not wear it at the expense of safety. It is therefore necessary to guarantee a modular offer of motorcycling protective garments, in order to meet the specific needs of customers, reconciling the primary target of safety. One single category of garments with the maximum level of protection would be counterproductive and dangerous. Nowadays there is not an effective market surveillance which can detect the presence of devices which are not certified or counterfeited. Such devices, besides damaging “serious” manufacturers, are a concrete danger for users: what is your opinion on the subject? The actual problems are the limited resources Member States can use to carry out an effective market surveillance. It is necessary to find operative tools to ease market controls. Among them, it could be effective to have a user-friendly labelling system – similar to the white certificates for energy efficiency, just to give you an idea – based on the categories defined in the new CEN 13595 standard which will be issued soon. The Russian market: what is the situation for helmets and motorcy- cling clothing? I would like to dwell specifically on helmets. The decision of the Russian administration to introduce a national certification on motorcycling helmets is not compliant with international rules. Indeed, Russia and the other former Russian Republics (apart from Kazakhstan) have signed International Agreement 1958 at UN/WP29, and have implemented UN RegulationECE 22.05 which they must apply in all its aspects. Such Regulation defines the technical features and the type-approval tests of the helmets, as well as their compliance and marking procedure. Russia cannot apply other parallel national prescriptions which provide for a different compliance certification procedure. The problem with motorcycling helmets may come from the fact that they have the same customs code as all other safety headgear. Under the point of view of conformity, testing and approval, the reference standards and the performance requirements are different. A lot of safety headgear for sports/recreational purposes as well as those for professional use are regulated in Europe by Directive CEE 89/686 on Personal Protective Equipment while, as already said, motorcycling helmets, which fell within the PPE Directive in its first version, have been removed from it and now their reference standard is Regulation ECE/UN no. 22 amend. 05. settembre 2015 | 21 Dolomiticert world DAL K2 ALLE MURA DI BASSANO: L’ECCELLENZA ITALIANA NELLE CORDE GOTTIFREDI E MAFFIOLI U n mondo vasto, con confini ben più dilatati rispetto a quelli che i non addetti ai lavori possono immaginare: è il settore delle corde e dei cordami, una nicchia di pochi produttori con incredibili potenzialità e un comune denominatore, la “specializzazione”. In quest’edizione prenderemo in considerazione la GOTTIFREDI MAFFIOLI, azienda che da novant’anni produce corde nel cuore di Novara. Definirle semplicemente “corde”, però, è riduttivo: per capire i molteplici impieghi e le svariate tipologie di prodotti è necessario ripercorrere la storia dell’azienda. Fondata nel 1926 da una donna, la pionieristica Maria Gottifredi - come sostegno all’industria tessile - l’azienda è stata vera e propria protagonista di vicende che hanno caratterizzato il nostro Paese. Dopo l’unione con il marito Ettore Luigi Maffioli, il nome divenne quello dei nostri tempi, ma il logo attuale cambiò proprio in occasione di un’impresa mai dimenticata e indimenticabile. La Gottifredi Maffioli, infatti, è stata protagonista dell’av- 22 | settembre 2015 Dolomiticert world Gottifredi Maffioli: ricerca e sviluppo anche nel settore nautico vento delle prime corde sintetiche, mai realizzate in precedenza. E queste corde, per le caratteristiche tecniche all’’avanguardia, nel 1954 furono determinanti per il successo della spedizione italiana che conquistò la vetta del K2. L’impresa memorabile di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, ancor oggi ricordata come uno tra gli eventi che hanno segnato l’alpinismo mondiale, si mescolò alla vita della Gottifredi Maffioli: da allora il logo dell’azienda è diventato la sagoma della catena dell’Himalaya, teatro della scalata. Da quel 1954 di tempo ne è passato, ma l’azienda ha mantenuto due princìpi insiti nel proprio DNA: “innovazione e diversificazione”. Solo ascoltando i racconti del patron Pierangelo possiamo capire sin dove la Gottifredi e Maffioli si è spinta in tal senso: “All’inizio degli anni 80 ci fu un’altra fortunata occasione che riuscimmo a cogliere. Grazie alla nostra sperimentazione con il kevlar, fibra assolutamente nuova in quel periodo, fummo incaricati a produrre le corde da regata per “Azzurra”, la prima barca italiana a partecipare alla prestigiosa Coppa America. Sancimmo in quel momento l’ingresso nel mondo della nautica che ci ha portati a fornire nomi come il Moro di Venezia, Alinghi e Luna Rossa”. Ma la Gottifredi Maffioli è andata oltre: collabora con la società Ardea Progetti e Sistemi, del Prof. Lino Antonio Credali, sulla messa a punto e progettazione di cavi con fibre speciali per applicazioni strutturali in edilizia. Tali applicazioni, mai realizzate prima, risolvono infatti in modo semplice e di facile esecuzione problemi difficilmente superabili con tecniche tradizionali. Esempi di impiego possiamo trovarli nella messa in sicurezza del timpano della Basilica delle Anime Sante a L’Aquila, nel rinforzo strutturale delle Mura di Bassano, o nella Basilica di San Petronio a Bologna. Mare, montagna, edilizia e molto altro: grazie al bagaglio di esperienze acquisite, la Gottifredi Maffioli è in grado di traslare ricerca ed innovazione sui materiali superando gli standard e le performance. SOPRA Alcune corde realizzate dall’azienda di Novara SOTTO Il Notiziario Artigiano del 1954, con la notizia della trionfale impresa italiana sul K2 settembre 2015 | 23 Dolomiticert world Dolomiticert world FROM K2 TO BASSANO WALLS: ITALIAN EXCELLENCE IN GOTTIFREDI MAFFIOLI ROPES T he sector of ropes and cordage is a wide world, whose boundaries are much broader than laymen may imag- 24 | settembre 2015 ine; it is a niche of few manufacturers with incredible potential and a common element, “specialization”. In this issue we will talk about GOTTIFREDI MAFFIOLI, a company which for 90 years has been producing ropes in the centre of Novara. Describing their products simply as “ropes” is reductive: in order to understand the various uses and the several kinds of goods one has to go over the whole company history. Set up in 1926 by a woman, the pioneer Maria Gottifredi – as a support to the textile industry – the company became protagonist of events which characterized the history of Italy. After Maria married Ettore Luigi Maffioli, the company took up its current name but the logo changed on the occasion of a deed which has never been forgotten and never will. Indeed, Gottifredi Maffioli was the protagonist of the advent of the first synthetic ropes, which had never been made before. Thanks to their cutting-edge technological features, these ropes were decisive for the success of the Italian expedition which conquered the top of the K2 in 1954. The momentous deed by Achille Compagnoni and Lino Lacedelli, which is still remembered as one of the landmarks of world mountaineering, was linked to the history of Gottifredi Maffioli: since then the logo of the company is the outline of the Himalaya range, scene of the climb. A long time has gone by since 1954, but the company has kept two principles set in its own DNA: “innovation and diversification”. Only by listening to Pierangelo stories can we understand how far Gottifredi Maffioli has gone along this way: “At the beginning of the 80s there was another important opportunity which we were able to seize. Thanks to our experiments with kevlar, an absolute innovation at the time, we were asked to produce regatta ropes for “Azzurra”, the first Italian sailing boat to take part in the prestigious America’s Cup. In that moment we entered the world of sailing which led us to supply boats such as Moro di Venezia, Alinghi and Luna Rossa”. But Gottifredi Maffioli has moved on: it is working with company Ardea Progetti e Sistemi, of Prof. Lino Antonio Credali, on the setting-up and design of cables with special fibres for structural applications in the construction sector. Indeed, such applications, which had never been realized before, can solve in an easy and effective way problems which are difficult to overcome with traditional techniques. Examples of application can be found in securing the tympanum of Basilica delle Anime Sante in L’Aquila, in the structural reinforcement of Bassano Walls or in Basilica di San Petronio in Bologna. Sea, mountains, construction and much more: thanks to its wealth of experience, Gottifredi Maffioli can transfer research and innovation on materials, and excel standards and performances. settembre 2015 | 25 Dolomiticert world Dolomiticert world La Valanga Azzurra in una foto del 1974 SICUREZZA IN PISTA: L’OPINIONE DELLA “VALANGA AZZURRA” C inquant’anni in pista e non sentirli. Carattere altoatesino, creatività italiana, passione e attenzione per i dettagli: Helmuth Schmalzl è un concentrato di energia e disponibilità. Il 7 gennaio 1974 entrò nella leggenda dello sci quando si classificò quarto nello slalom gigante di Berchtesgaden, preceduto dai connazionali Piero Gros, Gustav Thöni ed 26 | settembre 2015 Erwin Stricker e seguito dall’altro azzurro Tino Pietrogiovanna. Grazie a questa prodezza vennero definiti la “Valanga azzurra”, termine poi rimasto nel gergo giornalistico e nel linguaggio comune. Da lì una carriera inarrestabile: direttore di stazione a Piancavallo prima, direttore tecnico dei Mondiali di sci tra il 1994 e il 2015 poi. E’ di queste settimane l’addio al circo bianco, ma non chiamatela pensione. “Mi dedicherò all’alpinismo, andrò a sciare, ma soprattutto dipingerò”, confida con lo sguardo di chi vuole ancora mettersi alla prova. Ospite di Dolomiticert, Schmalzl ha visitato i laboratori e toccato con mano le tante attività della società nata nel 2008 e che proprio nella certificazione e nella ricerca negli sport invernali vede una delle sue attività fondamentali. Con lui abbiamo toccato tanti temi, dalla sicurezza sulle piste all’atteggiamento degli sciatori e dei fruitori della montagna più in generale, dalle complicanze derivanti dall’attività agonistica alla necessità di materiali adeguati. “E’ da cinquant’anni che vivo in questo ambiente, ho fatto l’atleta, il direttore di stazione a Piancavallo e il direttore tecnico. E’ un mondo affascinate e complesso”, comincia a raccontare. Inevitabile iniziare da una panoramica sulla legge 363 del 2003, la normativa che in Italia è andata a regolare – per la prima volta in maniera organica – la pratica degli sport invernali da discesa e da fondo. “E’ una legge che introduce diversi obblighi, molto circostanziata, ma che allo stesso tempo non delinea in maniera netta le responsabilità dei vari soggetti, dallo sciatore al gestore della pista”, afferma Schmalzl. “La legge italiana se da un lato introduce requisiti di sicurezza generali che in altri Paesi – anche europei - vengono solo adottati nelle gare di Coppa del Mondo, dall’altro lato nulla dice sui materiali utilizzabili per la sicurezza in pista. In America e in altri Paesi è tutto molto più chiaro: il principio generale è quello dell’autoresponsabilità degli sciatori e di tutti i fruitori della montagna. In queste zone gli uomini sono completamente responsabili delle proprie azioni. Siamo davanti a due approcci comple- tamente diversi”. Nel nostro ordinamento c’e’ quindi il rischio di una deresponsabilizzazione dello sciatore? “Diciamo di sì. Le piste italiane sono protette in modo notevole ma il punto di domanda è dove mettiamo la responsabilità dello sciatore e del gestore. I confini sono molto labili. Per quanto riguarda i materiali è da un po’ di anni che si raccolgono informazioni e si studiano le caratteristiche specifiche di come usarli in modo proprio o improprio. C’è molto interesse su questo fronte ma deve essere chiaro che le diverse conoscenze oggi a disposizione derivano dall’osservazione della realtà e delle esperienze passate. Di fatto, dovrebbe essere trovato il Helmut Schmalzl: un uomo sempre in pista settembre 2015 | 27 Dolomiticert world Dolomiticert world Un’altra immagine della Valanga Azzurra all’apice del successo. giusto equilibrio tra la responsabilità dei gestori e quella di chi va in montagna” La certificazione dei materiali usati in pista potrebbe essere una soluzione? “Servono prima delle regole e ancora prima una conoscenza sempre più precisa e specifica dei materiali. Sono stati fatti sforzi diversi per migliorare le caratteristiche del materiale, soprattutto nel mondo dell’agonismo. Da quando ho iniziato a lavorare in Coppa del Mondo è triplicata la quantità del materiale a disposizione. Aumentando l’osservazione e le esperienze si amplia la gamma delle informazioni sulle quali possiamo contare. Tutto questo aumento di quantità e conseguente aumento di impegno non è appoggiato su regole e su norme tecniche precise. Sono state fatte delle simu- 28 | settembre 2015 lazioni, ma siamo lontani dal poter fissare una normativa. Se il nostro obiettivo è quello di arrivare in breve tempo a una normativa sui materiali da usare in pista, probabilmente abbiamo chiuso il capitolo sci agonistico. E’ molto problematica la cosa: la certificazione dovrebbe servire più per conoscere le caratteristiche dei materiali piuttosto che come verifica di una norma preesistente”. A chi fa paura la normazione? “Ognuno sta facendo la propria parte ma la normazione richiede una grande esperienza, che è in corso di accumulo. I tempi non sono ancora maturi. In questo territorio, tra Longarone e Cortina, sia in estate che in inverno, è stata eseguita la maggior parte dei test condotti a livello mondiale, questo anche con il coinvolgimento del vostro Istituto. L’80 per cento dei test effettuati sul materia- le e sulle modalità di installazione è stato portato avanti in quest’area. Sarà complesso arrivare a una normativa, non bisogna avere troppa fretta: prima di arrivare a una norma bisogna essere sicuri che la cosa sia attuabile. Quello che serve è una normazione sostenibile. In una recente gara di Coppa del mondo in solo due giorni si sono registrati 30 centimetri in meno sulla pista: per la base delle reti, lunghe spesso alcuni chilometri, si tratta di una belle differenza. Anche qui l’esperienza fa la differenza”. Ci sono anche altri fattori che possono incidere? “Direi di sì, a cominciare dalle problematiche di trasporto e di stoccaggio del materiale, elementi che non vanno sottovalutati. Un materasso usato nelle piste per l’agonismo può avere diversi spessori e quindi essere più o meno facile da trasportare. Non vi è disinteresse o mancanza di attenzione: chi produce ha un interesse economico, chi deve farne uso ha costi notevoli e vuole che quello che usa corrisponda a esigenze reali. Quando parliamo di gare importanti ci sono in ballo centinaia di migliaia di euro: chi fa questo genere di investimenti pretende una buona qualità”. Alcuni operatori lamentano che spesso i lavori per le piste vengo- no affidati a ditte non specializzate…e’ un problema? “L’importante come in altri settori è non andare al massimo ribasso. Se si vuole una buona qualità dei materiali non si può scendere sotto una determinata soglia”. Nella sua lunga attivita’ ha riscontrato anche altre questioni che dovrebbero essere approfondite e studiate? Al di là dei materiali in pista ci sarebbero approfondimenti da portare avanti anche sui materiali utilizzati nel vestiario e nei vari dispositivi di protezione. Il materiale tecnico e performante utilizzato in particolare dagli agonisti spesso può provocare nel medio e lungo periodo danni al fisico degli atleti. Ecco, mi soffermerei su questi aspetti anche perché sempre più appassionati acquistano questi materiali altamente performanti. Anche questo va a incidere sul benessere delle persone al pari di una pista sicura e anche qui il principio dell’autoresponsabilità fa la differenza”. SAFETY ON THE SLOPE: THE OPINION OF “VALANGA AZZURRA” F ifty years on the slopes and still sprightly. Character typical of Alto Adige, Italian creativity, passion and attention to details: Helmuth Schmalzl is energetic and helpful. On 7th January 1974 he entered into the skiing legend when he ranked 4th in the giant slalom in Berchtesgaden preceded by his fellow countrymen Piero Gros, Gustav Thöni and Erwin Stricker and followed by another Italian, Tino Pietrogiovanna. Thanks to this exploit they were called “Valanga azzurra”, the Italian avalanche, and this definition then persisted in journalistic jargon and in common lan- guage. That was the beginning of an unstoppable career: he became director of Piancavallo skiing resort, team manager at the Ski World Cup from 1994 and 2015. Some weeks ago he left the World Cup circle, but he does not want to hear about pension. “I’ll devote my- settembre 2015 | 29 Dolomiticert world Dolomiticert world Schmalzl in compagnia del Direttore Commerciale Dolomiticert, Tommaso Morandin self to mountaineering, I’ll go skiing, but above all I’ll paint”, he says with the look of a man who still wants to put himself to the test. When he was a guest at Dolomiticert, he visited the laboratories and saw for himself the many activities of the company which was set up in 2008 and for which certification and research in winter sports is one of the main activities. We touched on many subjects with him, from safety on the slopes to skiers’ and mountain-goers’ behaviour, from complications of competitive sport to the need of suitable materials. He begins saying: “I have been living in this world for 50 years, I have been an athlete, the director of Piancavallo skiing resort and a team manager. It is a 30 | settembre 2015 fascinating and complex set”. It is impossible not to begin with an overview on Law 363 of 2003, which in Italy regulated winter sports (alpine and cross-country skiing) in an organized way for the first time. Schmalzl says that “it is a law which has introduced several duties, it is very detailed but, at the same time, it does not outline in a clear way the responsibilities of the various parties, from the skier to the slope manager”. “If on the one hand the Italian law introduces general safety requirements that in other countries- even European ones- are adopted only in World Cup competitions, on the other it says nothing about which materials to use for safety on the slopes. In America and in other countries everything is much clearer: the general principle is the self-responsibility of skiers and mountain-goers. In these areas people are completely responsible for their actions. We are facing two completely different approaches”. DO YOU MEAN IN OUR REGULATIONS THERE IS THE RISK OF RELIEVING SKIERS OF THEIR RESPONSIBILITIES? “I think so. Italian slopes are protected considerably well, but the question is what are the responsibilities of skiers and managers? The boundaries are very faint. As for materials, information have been collected and specific characteristics have been studied for some years now, in order to know how to use them in a correct or incorrect way. There is a lot of interest in this subject but it must be clear that the knowledge we have available today comes from the observation of reality and from past experiences. Indeed, it would be necessary to find the right balance between the managers’ responsibility and the mountaingoers’”. COULD THE CERTIFICATION OF MATERIALS USED ON THE SLOPES BE A SOLUTION? “First we need rules, and even before that we need a more and more precise and specific knowledge of materials. Efforts have been made to improve the characteristics of materials, above all in the sector of competitive sport. Since I began working in the World Cup, the quantity of available material has tripled. By increasing observation and experience you can broaden the range of information you can rely on. All this increase in quantity, and the consequent rise in commitment does not rest on precise rules and technical standards. Some simulations have been made, but we are far from setting a standard. If our target is getting to a standard on materials to be used on the slope in a short time, we have probably closed the competitive skiing chapter. It is really awkward: a certification should be used to get to know the features of materials, rather than to test a pre-existing standard”. WHO IS AFRAID OF STANDARDS? “Everybody is playing a role but creat- ing a standard requires great experience, which we are gaining. The time is not yet ripe. Both in winter and in summer, most of the tests carried out at world level have taken place in this territory, between Longarone and Cortina, also with the participation of your Company. 80% of the tests made on materials and on installation methods have been performed in this area. It will be difficult to create a standard, but you must not hurry: before getting to a standard one must be sure that it is enforceable. What we need is a sustainable standard. In a recent World Cup competition in only two days they have recorded a decrease of 30 cm on the slope: for the base of the nets, which are often some kilometres long, it is a significant difference. Also in this case, what makes the difference is experience”. ARE THERE ALSO OTHER FACTORS WHICH CAN HAVE A REPERCUSSION? “I would say so, starting with problems linked to material transportation and storage, which must not be underestimated. A mattress used on competitive ski slopes can have different thicknesses and can be more or less difficult to transport. There is no lack of interest nor of care: the manufacturers have an economic interest, those who use the products have a considerable price to pay and want the product to meet their specific needs. When we talk of important competitions the expense is of hundreds of thousands of Euros: who makes this kind of investments demands good quality”. SOME OPERATORS COMPLAIN THAT OFTEN WORKS ARE ENTRUSTED TO FIRMS WHICH ARE NOT SPECIALIZED…IT THIS A PROBLEM? “As in other sectors, what is important is not choosing the cheapest option. If you want good quality materials, you cannot go below a certain threshold”. IN YOUR LONG EXPERIENCE HAVE YOU FOUND ALSO OTHER QUESTIONS WHICH SHOULD BE ADDRESSED AND INVESTIGATED? Besides studying materials used on the slopes, it would be necessary to investigate also those used in clothing and protection devices. The technical and high-performance materials used especially in competitive sport may damage the athletes’ body in the medium and long term. I would dwell on these aspects also because more and more amateur skiers buy this highperformance materials. This affects the wellbeing of people as much as a safe slope, and also in this case the principle of self-responsibility makes all the difference”. settembre 2015 | 31 Dolomiticert world Dolomiticert world La storia di un successo imprenditoriale e umano: Marco Bonaiti, patron della Kong CINQUANT’ANNI DI LAVORO E ANCORA TANTA VOGLIA DI VOLARE ALTO N el dicembre scorso i suoi dipendenti gli hanno organizzato una festa a sorpresa per i “primi” cinquant’anni di lavoro. Da queste parti il “dottore”, così lo chiamano, non è un semplice imprenditore. E’ molto di più: è il simbolo di una generazione che ha lavorato sodo senza però perdere di vista che tutto attorno c’è un mondo che va ascoltato, guarda- 32 | settembre 2015 to, indagato ma soprattutto vissuto. Marco Bonaiti, patron della Kong di Monte Marenzo in provincia di Lecco, è un “curioso” dichiarato, uno che non si accontenta e che ama “volare” alto. Del resto la sua passione per gli ultraleggeri parla più di qualsiasi altra cosa. Dott. Bonaiti, non capita tutti i giorni che dei dipendenti facciano la festa in senso buono si intende – ai propri datori di lavoro. Una festa a sorpresa poi. Che emozioni si porta dentro di quella sera? “Evidentemente emozionato con il dubbio atroce che se riescono a organizzarmi una festa a sorpresa, chissà quante cose mi combinano di nascosto. A parte gli scherzi, in ogni società dove ho lavorato ho sempre puntato sul fattore umano e sull’educazione dei giovani, entrambi imprescindibili. Ai giovani ho sempre insegnato che ogni scelta è come un cubo, esistono sei facce. Nella vita non esiste il bello o il brutto, il bianco o il nero: c’è una infinita varietà di grigi che bisogna sapere valutare ed apprezzare”. Vale nella vita come nel lavoro… “Assolutamente sì e i giovani devono capirlo; per questo li lascio sempre fare nella convinzione che solo “sbattendo” la testa contro il muro possano maturare. Il mio compito è quello di mettere un po’ di gommapiuma in modo che non si facciano troppo male o che – nella peggiore delle ipotesi – buttino giù il muro. E’ la filosofia che ho sempre applicato nel mio lavoro di direttore generale, figura che accomuno a quella dello psicologo. Bisogna infatti essere un po’ psicologi con i propri collaboratori, i propri clienti e i propri fornitori. In un settore come il nostro, fortemente internazionalizzato, bisogna anche capire che la psicologia di un cinese non è quella di un americano e che quindi le trattative vanno svolte in maniera diversa”. L’ha sbattuta anche lei la testa? “Come no, diciamo che ho quasi smesso quando ho cominciato a riconoscere le varie sfumature di grigi”. Lei però ha mantenuto uno spirito giovane… “La mia caratteristica principale è la curiosità, in tutto, nel lavoro come nella vita. Quando ho cominciato a lavorare con la Cina ho iniziato ad indagare sul loro afflato religioso, politico, culturale. Ho cercato di capire e di trovare delle strade per avvicinarmi con rispetto alla loro mentalità. Il cliente deve poter avere fiducia nella controparte, non essere considerato solo un numero”. Queste sue mosse però non sembrano dettate da un intento strumentale, quanto da una vera empatia… “Esatto. Quando io vado in uno Stato nuovo, continuo a voler capire: questo lo faccio in via primaria per mia curiosità, poi se tutto questo può servire dal punto di vista lavorativo è sicuramente un vantaggio”. Parlando di curiosità non si può non parlare di innovazione. “Inevitabilmente. Personalmente accolgo ed ascolto tutti quelli intenzionati a propormi le loro idee, ciò capita almeno tre-quattro volte al mese. Magari la proposta non sta in piedi, ma io ascolto tutti. A volte mi è capitato che un’idea peregrina si rivelasse utile, magari in altri contesti e magari dopo qualche anno. Fortunatamente ho una buona memoria. Per fare innovazione poi occorre saper collaborare con tutti. Come Kong abbiamo sempre avuto un ampio confronto con gli operatori del soccorso partendo dalle loro esigen- ze. L’input deve venire dalle richieste del mercato, noi dobbiamo recepirle in maniera corretta ed aiutare ad ottimizzarle e realizzarle”. Guardando alla vostra storia, oltre al fattore umano è stato importante anche il fattore territorio… “La nostra storia è iniziata nel 1830 e si è sempre assestata su questo meccanismo: la prima generazione crea, la seconda mantiene e la terza distrugge per il semplice fatto che se è già difficile andare d’accordo tra fratelli, figuriamoci tra cugini. Per questo, a intervalli regolari, abbiamo ingrandito le aziende e poi le abbiamo divise in settori non concorrenti fra loro, affidate a rami famigliari diversi, in maniera tale da creare sempre una nuova generazione. settembre 2015 | 33 Dolomiticert world Dalla Bonaiti originale sono quindi nate tante realtà: la Kong è la linea diretta perché i moschettoni sono stati il nostro vero punto di forza fin dall’inizio quando venivano utilizzati praticamente solo in agricoltura. Abbiamo seguito l’evoluzione del moschettone, che faceva parte della nostra tradizione, sempre con un occhio all’innovazione: il merito è stato inizialmente di mio padre che ha industrializzato la fabbricazione dei moschettoni in lega leggera, che, alla sua epoca, era un’idea semplicemente rivoluzionaria. Poi io ho portato avanti altre innovazioni, dai colori ai sistemi di chiusura. La Kong è nata nella seconda metà degli anni Settanta come scorporo del ramo aziendale del settore moschettoni della G.ppe & F.lli Bonaiti SpA, guardando all’internazionalizzazione e alla crescita dell’alpinismo”. C’è sempre stata una fortissima capacità di adattamento… “Direi totale. La Kong non è una società, è un grossissimo artigiano. Noi siamo in grado di ottemperare alle esigenze dei nostri clienti anche per un pezzo solo. In un settore come quello del Soccorso non parliamo mai di grandi numeri: nella migliore delle ipotesi parliamo di un centinaio di pezzi per modello” Questo da un lato non vi ha fatto crescere in termini esponenziali sul fronte quantitativo ma sicuramente dal punto di vista qualitativo… 34 | settembre 2015 Dolomiticert world “Se si vanno a vedere i bilanci, la Kong è sempre cresciuta moderatamente. Non ci sono stati mai salti pindarici, anche perché, parliamoci chiaramente: se ci mettiamo nelle grandi serie resta attaccato un centesimo al pezzo, conviene allora fare girare dieci pezzi e attaccarci mille. Puntare sulla qualità e personalizzare il prodotto”. E’ questa la ricetta per un corretto Made in Italy? “Il 95 per cento di quello che esce dalla Kong è rigorosamente made in Italy, solo alcuni componenti – come quelli di microfusione – arrivano dall’estero. Trattando piccole serie o pezzi unici siamo in grado di proporre un prodotto di qualità e di assoluta sicurezza. Quando si parla, invece, di grandi numeri, per contenere i costi, si tira anche sul grammo e sul centesimo”. Dal made in Italy al quadro normativo. Quanto incide sulla vostra attività? “Io sono delegato italiano presso la CEE e faccio parte di un paio di Working Group CEN (i WG sono gli organismi che scrivono e revisionano gli standard/norme CEE dei Dispositivi di Protezione Individuale , cioè quei prodotti coinvolti nella sicurezza personale) ed anche lì è sempre una questione di giochi di potere tra i vari stati membri o i vari produttori. Il problema è che troppo spesso la modifica di una norma non deriva da reali esigenze riscontrate nella pratica, quanto da discussioni teoriche poco connesse alla realtà. Queste cose mi innervosiscono. Afnor, Onorm, Din (gli istituti di normazione francese, austriaco, tedesco, ndr) ascoltano produttori e fabbricanti e non prescindono dalle loro esigenze, mentre in Italia capita il contrario: se un industriale va all’Uni a chiedere una modifica viene guardato storto, come un rompiscatole. Quando vado, per esempio, alle riunioni del Din a Berlino vedo una forte attenzione nei confronti dei produttori: si nota anche nell’accoglienza, dal caffè al panino per non perdere tempo nel caso di riunioni prolungate. All’Uni è tutta un’altra musica: i caffè ti arrivano nei bicchierini thermos. Io sono socio dell’Uni: l’essere socio dà diritto a partecipare a due commissioni, partecipare ad una terza comporta il raddoppio della quota associativa. Si noti che la partecipazione dell’imprenditore alle varie commissioni è assolutamente volontaria e non remunerata senza neppure un rimborso spese. E’ un sistema che andrebbe assolutamente rivisto. Un ultima domanda: dov’è la piccozza che le hanno regalato i suoi dipendenti per i 50 anni di vita lavorativa? “Nel mio studio ovviamente”.” FIFTY YEARS OF WORK AND STILL WILLING TO FLY HIGH L ast December his employees organized a surprise party for his “first” fifty years of work. In this area the “dottore”, as they call him, is not just a businessman. He is much more: he is the symbol of a generation who has worked hard without losing sight of the surrounding world, which must be listened to, looked at, investigated but ,above all, experienced. Marco Bonaiti, owner of Kong of Mon- te Marenzo in the province of Lecco, is a self-confessed “curious”, he is never satisfied and he loves “flying higher”. In any case, his passion for microlights speaks louder than words. Mr Bonaiti, it is not very common to have employees who organize parties for their employers. And a surprise party even. What are the emotions of that evening that you can remember? “I was clearly thrilled, but I also had the awful suspicion that, if they succeed in organizing a surprise party, who knows how many other things they are secretly up to. Joking apart, in every company where I have worked I have always stacked on the human aspect and on the education of young people: both aspects are essential. I have always taught young people The history of a business and human success: Marco Bonaiti, owner of Kong. settembre 2015 | 35 Dolomiticert world that every choice is like a cube, there are six sides. In life there is no good or bad, black or white: there is an endless range of grey which one should be able to evaluate and appreciate”. And this is true both in life and work... “Absolutely, and young people must understand it; this is why I always let them try, it is my belief that they can mature only by “banging” their head against a brick wall. My task is applying just a bit of foam so they don’t get hurt too badly or that – at worst – they don’t knock down the wall. This is the philosophy I have always applied in my job as general manager, a figure I equalize to a psychologist. Indeed, one must be a bit of a psychologist with one’s collaborators, customers and suppliers. In a sector such as ours, which is highly internationalized, it is necessary to understand that the psychology of a Chinese is not the same as an American’s, and therefore bargaining must be carried out in a different way”. Have you banged your head, too? “Of course, let’s say I have almost stopped doing it when I began recognizing the various shades of grey”. But your spirit is still young... “My main characteristic is curiosity, in everything, in my job as well as in my life. When I started working with China, I began investigating their religious, political, cultural beliefs. I have tried to understand and to find ways 36 | settembre 2015 Dolomiticert world to approach their mindset respectfully. Customers must be able to trust their counterparty, and they must not be considered just as a number”. These actions seems to be inspired by true empathy and not just by a pragmatic goal... “That’s correct. When I go to a new country, I go on wanting to know: I do this first of all because of my curiosity, then if all this can be useful in my job, it certainly is an advantage”. Talking about curiosity, you cannot but talk of innovation. “Inevitably. Personally, I welcome and listen to all those who want to propose their ideas to me, and this happens at least three-four times a month. Maybe the proposal does not hold water, but I listen to everyone. Sometimes it has happened that a weird idea turned out to be useful, maybe in a different context and maybe after some years. Luckily I have a strong memory. Moreover, to be innovative, you must be able to collaborate with everyone. As Kong we have always had comprehensive communication with Mountain Rescue operators, starting from their needs. Inputs must come from market demands, we must understand them correctly and help to optimize and realize them”. Looking back at your history, besides the human factor, also the territory in which you moved has been important... “Our history began in 1830 and it has always been based on this mechanism: the first generation creates, the second keeps and the third destroys for the simple fact that, if it is difficult to get along with siblings, imagine with cousins. This is why we have periodically enlarged the companies, and then we have divided them into sectors which were not in competition. We have entrusted them to different family branches in order to create a constantly new generation. A lot of different companies have stemmed from the original Bonaiti: Kong is the direct line because carabiners have been our true strength since the beginning ,when they were used practically just in agriculture. We have followed the evolution of carabiners, which were part of our tradition, keeping always in touch with innovation: the merit has initially been of my father, who industrialized the manufacturing of carabiners in light alloy which, in his time, were a truly revolutionary idea. Then I have brought about other innovations, from colours to locking systems. Kong was set up in the second half of the 70s as demerger of the carabiner sector of company G.ppe & F.lli Bonaiti SpA, aiming at internationalization and at the growth of mountaineering”. You have always had a very strong ability to adjust... “I would say total. Kong is not a company, it is a very large craftsman shop. We can meet the needs of our customers even just for one single piece. In the Rescue sector you will never have large numbers: at best you can have a hundred pieces per item”. On the one hand this has not made you grow exponentially in quantity, but it certainly has in quality... “If you have a look at our accounts, Kong has always grown moderately. There have never been abrupt changes because, to be clear, if you work with large numbers you may gain one cent per piece, so it is better to make ten pieces and gain one thousand each. Aiming at quality and customizing the product”. Is this the recipe for a correct Made in Italy? “95% of what Kong markets is strictly made in Italy, just some components – as those made through precision casting - come from abroad. Since we deal with small series or one-offs we can offer quality products which are absolutely safe. On the contrary, if you deal with large numbers, in order to curb spending, you cut down also on grams and cents”. From Made in Italy to standards. How much do they affect your activity? “I am an Italian delegate at EEC and I belong to some CEN Working Groups (WGs are the bodies which draw up and review EEC standards/regulations regarding PPE, i.e. those devices connected with personal safety) and, there, it is always a question of power play among the various Mem- ber States or manufacturers, too. The problem is that too often the alteration of a standard does not stem from needs found in practice, but from theoretical discussions which have little bearing on reality. These things get on my nerves. Afnor, Onorm, Din (the French, Austrian and German standardization bodies, editor’s note) listen to producers and manufacturers and they do not set aside their needs, while in Italy the opposite happens: if a manufacturer goes to Uni to ask for a change, he is given a dirty look, and considered a pain in the neck. For example, when I go to Din meetings in Berlin, I see they pay a lot of attention to manufacturers: this is clear also in the reception, in the fact that you are given coffee and a sandwich to avoid wasting time in case of long meetings. At Uni it is a different tune: coffee is served in thermos cups. I am a member of Uni: this entitles me to take part in two commissions, if you want to take part in a third one your membership fee gets doubled. And consider that the attendance of a businessman to the various commissions is absolutely voluntary and unpaid, you don’t even get an allowance. This system should absolutely be changed”. One last question: where is the iceaxe your employees have given you for your 50 years of working life? “In my office, of course”.” settembre 2015 | 37 Dolomiticert world DOLOMITICERT all’ OUTDOOR 2015 Dolomiticert world Hall: 11 | Stand: C37 FOTO SX: Hans Kammerlander, leggenda dell’alpinismo italiano negli anni ‘80, con Elisabetta, moglie di GIoacchino Gobbi, titolare di Grivel FOTO CENTRALE: Manrico Dell’Agnola, fotografo e scalatore, già collaboratore di Dolomiticert 38 | settembre 2015 lo staff dolomiticert sarà presente allo stand certottica hall:11 | stand:c37 settembre 2015 | 39 Dolomiticert world RICERCA E INNOVAZIONE Un’equipe di preparati tecnici può supportare le aziende nello studio di materiali, componenti e prodotti innovativi grazie ad apparecchiature di prova e strumenti per la valutazione strutturale e dinamica dei dispositivi di sicurezza e degli attrezzi sportivi e di acquisitori dati portatili per la rilevazione sul campo delle sollecitazioni meccaniche. RESEARCH AND INNOVATION A team of skilled technician can support companies in the study of materials, components and innovative products thanks to testing equipment and instruments for the structural and dynamic evaluation of safety devices and sports gear, and to portable data acquisition devices to detect mechanical stress in the field. 40 | settembre 2015 Dolomiticert world progetti L’Ufficio Europrogettazione Dolomiticert si avvale di personale specializzato in grado di accompagnare – passo dopo dopo passo, ed in base alle specifiche richieste – i committenti (aziende private, enti pubblici) nella presentazione di proposte progettuali sia nei bandi regionali che nell’ambito della cooperazione transfrontaliera. PROJECTS Dolomiticert project and Europroject area has specialized staff who can follow the client (private companies, public bodies) – step by step and depending on specific requests – to enter project proposals both for regional bids and in the sector of across-theborder cooperation. settembre 2015 | 41 Dolomiticert world Dolomiticert world Tale progetto, che come leader ha il Centro Tecnologico di Sci e Sport Alpini di Innsbruck e come partner Dolomiticert e l’Università di Padova, ha studiato i protocolli di valutazione delle caratteristiche anatomiche e funzionali degli utilizzatori degli scarponi da sci, assieme alla caratterizzazione sia meccanica che cinematica degli scarponi stessi. Il laboratorio Dolomiticert si è occupato del reperimento dei dati inerenti alle casistiche di incidente in pista per quanto riguarda gli infortuni dovuti agli scarponi da sci e dell’attività di ricerca bibliografica annessa, della stesura di protocolli di prova in laboratorio cui sottopor- re gli scarponi da sci, e dell’esecuzione di test preliminari sullo scarpone (prevalentemente determinazione della freccia nella mezzeria della suola e determinazione del parametro FLEX dello scarpone). Questo lavoro sinergico ha portato a definire delle linee guida concrete (disponibili dal 1° luglio) con le quali negozi, noleggi e centri assistenza potranno consentire allo sciatore una scelta più mirata dello scarpone e ottenere una migliore conoscenza del dispositivo e della sua regolazione. Le stesse linee tecniche forniranno un aiuto ai produttori nella fase di progettazione degli scarponi e consentiranno di realizzare disposi- tivi sempre più accurati in relazione alle esigenze degli sciatori. In prospettiva, questo consentirà agli utenti di disporre di una scheda personale di caratterizzazione anatomica e funzionale con cui procedere alla scelta ottimale dello scarpone di caratteristiche note, in modo da ridurre i rischi di incidente e massimizzare la fruibilità degli attrezzi in pista, a vantaggio dello sviluppo del turismo invernale nelle aree alpine e dei servizi di noleggio e vendita di scarponi. Non va poi sottovalutato che, la diminuzione degli infortuni nelle piste da sci porterà ad una diminuzione dei costi sociali per la collettività. pro-fit-boot N el campo degli scarponi per lo sci alpino vi sono delle motivazioni specifiche che inducono a prendere in considerazione la possibilità di operare per un miglioramento di tali dispositivi al fine di diminuire il numero di infortuni. Tali motivazioni si possono riassumere nel seguente modo: insufficienza di informazioni sulle reali caratteristiche degli utilizzatori nei diversi segmenti del settore sci alpino, assenza di una 42 | settembre 2015 metodologia unitaria di prova e di caratterizzazione degli scarponi tra i diversi produttori, mancanza di linee guida per la corretta selezione e regolazione degli scarponi a seconda delle fasce di utenza. Questo porta a delle conseguenze sfavorevoli, in quanto una scelta inefficace dello scarpone da parte dell’utilizzatore si traduce in una maggiore possibilità di lesioni in pista dovute all’imperfetto mix tra sciatore, scarpone e sci. Per tali motivi, è nato il progetto PRO-FIT-BOOT “Metodologie integrate di caratterizzazione di scarponi da sci e sciatori per l'incremento di sicurezza e comfort in pista - Integrierte Verfahren zur Einstufung der Skischuhe und Skifahrer mit dem Ziel einer Verbesserung der Sicherheit und des Komforts auf der Piste” inserito nel Programma Interreg IV Italia-Austria (Cod. ID n. 6602).. pro-fit-boot W ithin the field of Alpine ski boots there are specific reasons that lead to consider the possibility of improving these devices in order to reduce the number of accidents. Such reasons can be summed up as follow: insufficient information on the actual characteristics of users in the various segments of the Alpine ski sector, lack of unified testing and characterization methods of the boots among the various manufacturers, lack of guidelines for the correct selection and regulation of the boots depending on the users’ segments. This leads to negative consequences, since an ineffec- tive choice of boots by the users turns into higher likelihood of lesions on the slopes due to the unbalanced combination of skier, ski boots and skis. This is what stands at the basis of the PRO-FIT-BOOT project “Integrated characterization methods of ski boots and skiers to increase safety settembre 2015 | 43 Dolomiticert world and comfort on the slopes - Integrierte Verfahren zur Einstufung der Skischuhe und Skifahrer mit dem Ziel einer Verbesserung der Sicherheit und des Komforts auf der Piste” within the Interreg IV Programme Italy- Austria (Cod. ID n. 6602).. The Technological Centre for Skiing and Alpine Sport of Innsbruck is the lead partner of the project and Dolomiticert and Padua University are partners. The project has studied the evaluation protocols of anatomical and functional features of ski boots users, together with the mechanical and kinematic characterization of the boots. Dolomiticert’s laboratory has been in charge of finding data regarding the case record of accidents on the slopes connected with ski boots and of carrying out the relevant bibliographic research, drawing up reports for laboratory tests to be done on ski boots and conducting preliminary tests on the boots (mainly to determine the camber in the central part of the sole and the FLEX parameter of the boot). This synergetic work has led to the definition of concrete guidelines (available from 1st July) through which shops, rental firms and service centres will be able to offer skiers a more targeted choice of boots and get a better knowledge of the device and its settings. The same technical guidelines will help manufacturers in the boot design stage and will make it possible 44 | settembre 2015 Dolomiticert world to make devices which are more and more suitable to the needs of the skiers. Prospectively, this will allow users to have a personal anatomic and functional characterization file thanks to which they can choose the perfect boots whose features are known. In this way it will be possible to reduce Attutire le cadute sulle piste da sci è possibile? Ora sì, grazie all’Airbag sperimentato nel progetto AIR SKI “Sviluppo di metodologie di prova e qualificazione di sistemi con tecnologie Airbag applicati a sciatori in pista” Cod. ID n. 6362. risks of accident and maximize the use of devices on the slope, thus helping the development of winter tourism in Alpine areas, as well as of ski boots sale and rental services. Let’s not forget that the reduction of accidents on ski slopes will lead to a decrease in social costs for society. Is it possible to break falls on ski slopes? Now it is, thanks to the Airbag tested in the project AIR SKI “Development of testing and qualification methods of systems with Airbag technologies applied to skiers on the slope”. Cod. ID n. 6362. Dipartimento di Ingegneria Industriale PROFITBOOT Programma Interreg IV Italia-AustriaInterreg IV Programm Italien-Österreich Cod. ID n. 6602 Metodologie integrate di caratterizzazione di scarponi da sci e sciatori per l’incremento di sicurezza e comfort in pista Integrierte Verfahren zur Einstufung der Skischuhe und Skifahrer mit dem Ziel einer Verbesserung der Sicherheit und des Komforts auf der Piste 30 marzo 2015, ore 16.30 30.März 2015, 16.30 Uhr Museo dello Scarpone · Vicolo Zuccareda, 5 · 31044 Montebelluna (TV) “AIR-SKI”: UN PROGETTO PER ATTUTIRe LE CADUTE DEGLI SCIATORI IN PISTA L o studio – inserito e co-finanziato nel Programma Interreg IV Italia Austria e condotto da Dolomiticert, in sinergia con i partner delle Università di Salisburgo e Padova - ha preso vita dalla considerazione che gli incidenti in pista hanno raggiunto cifre esorbitanti (20-25.000 casi a stagione nelle aree alpine italiane e 70.000 in quelle austriache). Per questo sono stati studiati protocolli di prova per va- settembre 2015 | 45 Dolomiticert world Dolomiticert world lidare i dispositivi Airbag - che vengono utilizzati attualmente soprattutto nel campo del motociclismo e che presentano notevoli vantaggi in termini di ingombro, comodità ed efficacia rispetto ai protettori classici - in modo da incentivarne l’applicazione nelle discipline alpine. L’idea, infatti, è quella di avviare l’utilizzo anche nell’ambito dello sci alpino dei protettori del corpo che seguono la tecnica dell’Airbag, in modo da favorire l’utilizzo da parte degli sciatori di simili dispositivi per il corpo e conseguentemente di diminuire il numero di infortuni nelle piste da sci. Il ruolo principale di Dolomiticert è stato quello di definire i protocolli di prova per la valutazione delle caratteristiche funzionali, strutturali e di protezione degli Airbag e di eseguire i corrispondenti test di laboratorio in base a tali protocolli. Tale tecnologia potrà essere applicata per proteggere quelle parti del corpo che, in caso di collisione o caduta nella pratica dello sci alpino, vengono interessate da contusioni importanti come collo, spalla, gomito, ginocchio, schiena. Poi, grazie ad un’attività coordinata tra i partner, le Università di Salisburgo e Padova hanno eseguito delle prove in pista cha hanno permesso di acquisire importanti dati necessari al secondo grande obiettivo del progetto: caratterizzare gli sciatori sia dal punto di vista antropometrico che biomeccanico, per definire dei parametri che gli Airbag dovranno soddisfare sia per ergonomia che per sicurezza. I dati raccolti potranno essere utilizzati sia dalle aziende produttrici, per lo sviluppo dei nuovi dispositivi in modo da renderli più sicuri e confortevoli, che dagli sciatori, per la scelta di un dispositivo appropriato alle personali caratteristiche atletiche e fisiche. Possono essere richieste le linee guida complete dei risultati contattando Dolomiticert via mail ad [email protected] o al numero +390437573407 “AIR-SKI”: A PROJECT TO BREAK SKIERS’ FALLS ON THE SLOPE T he study – part of and funded by Program Interreg IV Italy Austria and led by Dolomiticert together with partners from Salzburg and Padua Universities – has stemmed from the consideration that the number of accidents on the slopes has rocketed (20-25,000 cases every season in Italian Alpine areas and 70,000 in the Austrian ones). That is why testing protocols to validate Airbag devices have been studied in order to stimulate their application to winter sports. Such devices are currently used above all in motorcycling and offer remarkable advantages in terms of size, comfort and effectiveness compared to classic protectors. Indeed, the idea is beginning to use body protectors which apply the Airbag technique also in the field of Alpine ski, in order to encourage skiers to use similar body devices, thus reducing the number of accidents on ski slopes. The main role of Dolomiticert has been defining testing protocols to evaluate the Airbags functional, structural and protection features and carrying out the relevant laboratory tests based on such protocols. This technology could be applied to protect those body parts which, in case of impacts or fall while skiing, are subject to serious contusions such as the neck, the shoulders, the elbows, the knees and the back. Then, thanks to a coordinated activity among the partners, Salzburg and Padua Universities have carried out tests on the slope which have made it possible to collect important data necessary for the second central target of the project: characterizing skiers under the anthropometric and biomechanical point of view, in order to set the parameters which the Airbags must meet in terms of ergonomics and safety. The data collected can be used both by manufacturers to develop new devices in order to make them safer and more comfortable, and by the skiers to choose a device suitable to their personal athletic and physical characteristics. You can ask for the guidelines with the results by contacting Dolomiticert by email [email protected] or on the phone +390437573407. AIR SKI Sviluppo di metodologie di prova e qualificazione di sistemi con tecnologie Airbag applicati a sciatori in pista Erarbeitung von Test- und Eignungsnachweismethodologien für Systeme mit Airbag-Technik für den Einsatz auf Skipisten Programa Interreg IV IT-AU - Progetto Cod. ID n. 6362 Vi invitiamo a confermare la Vostra partecipazione contattando Dolomiticert al numero 0437/573407, o via mail ad [email protected] 46 | settembre 2015 Wir bitten Sie, Ihre Teilnahme zu bestätigen, indem Sie Dolomiticert unter der Nummer 0437/573407 oder über die E-Mail-Adresse [email protected] settembre 2015 kontaktieren | 47 Dolomiticert world Dolomiticert world DAL PROGETTO SAFERALPS UN METODO UNIFORME PER REALIZZARE E MONITORARE LE VIE FERRATE U na via ferrata con finalità didattiche sta per sorgere nella Valle del Vajont: questo è infatti uno tra gli obiettivi del Progetto SAFERALPS “Studio di una Linea Guida per la messa in sicurezza delle vie ferrate e di sentieri attrezzati nell’arco alpino” Cod. ID 6782, finanziato nel 48 | settembre 2015 Programma Interreg IV Italia-Austria. La ricerca, capitanata dal Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto – 2^ Zona Delegazione Dolomiti Bellunesi, appoggiato dall’Università di Salisburgo, da Dolomiticert e dal CAI Veneto, parte da una tendenza che ha registrato un boom nella fre- quentazione delle vie ferrate: basti pensare che, secondo i dati raccolti, nelle sole Dolomiti Bellunesi sono centinaia di migliaia i passaggi degli escursionisti che ogni anno si affidano a 40 km di cavi delle 56 ferrate e dei 73 km di sentieri attrezzati. Ciò accade in parallelo anche sul ver- sante austriaco e questo ha sancito la partnership transfrontaliera che ha lavorato intensamente per appianare le problematiche insorte da questo incremento massiccio degli appassionati. L’ultimo step dello studio, infatti, è stata la stesura di una linea guida per uniformare in tutto l’arco alpino la realizzazione, l’installazione, il collaudo e la manutenzione dei nuovi tratti attrezzati, o di quelli già esistenti. Proprio per questa specifica ragione, e considerate le competenze delle Guide Alpine, si è instaurata una forte sinergia tra tutti i soggetti coinvolti - protagonisti della montagna veneta - che porterà indubbi benefici sul piano strettamente tecnico, e, di conseguenza, su quello legato alla sicurezza e al turismo. A dare il “la” al progetto è stata un’analisi puntuale delle caratteristiche e differenze delle vie attualmente presenti, accompagnata dalla valutazione delle diverse modalità di gestione. Poi i partner hanno vagliato i materiali più idonei alla realizzazione delle ferrate, puntando anche all’ecosostenibilità degli stessi, fino ad arrivare alla definizione dei protocolli di prova per la caratterizzazione dei materiali e dei componenti utilizzati. Questo si tradurrà nella caratterizzazione da una parte dei materiali e dall’altra dell’intera struttura in parete, così da consentire ai respon- sabili dell’installazione e della manutenzione delle vie ferrate di avere a disposizione uno strumento qualiquantitativo che certifica tutta la filiera delle lavorazioni atte ad aumentarne i livelli di sicurezza. Ma dalla teoria alla pratica, il passo è stato breve: dopo aver redatto il manuale di fondamentale importanza per la sicurezza, il team italo-austriaco ha scelto di allestire un tratto di via ferrata, secondo i canoni precedentemente individuati. Come cornice all’itinerario, di comune accordo, i partner hanno eletto il Vajont: questo per il valore simbolico del tratto, che verrà dedicato alla memoria della tragedia. Incaricati del collaudo saranno, ovviamente, oltre alle Guide Alpine coinvolte nella realizzazione dei vari tratti di via ferrata e di parte delle prove, gli uomini del Soccorso Alpino, che eseguiranno prove di evacuazione e simulazioni di intervento: l’idea è di concludere il progetto – che come scadenza prevista ha il mese di settembre 2015 - in quest’occasione, creando un suggestivo evento aperto al pubblico. Il beneficio che deriverà dal progetto sarà l’accrescimento del know-how sulle caratteristiche dei materiali, dei componenti e di funzionalità da parte dei responsabili della realizzazione delle vie ferrate che avranno modo di potersi basare su una metodologia efficace ed unitaria per l’installazione ed il collaudo di nuovi tratti attrezzati e per la revisione di quelli già esistenti. Tali risultati potranno essere estesi ad altre realtà legate al turismo alpino come le palestre di roccia e gli ancoraggi su roccia. settembre 2015 | 49 Dolomiticert world Dolomiticert world FROM SAFERALPS PROJECT A COMMON METHOD TO REALIZE AND MONITOR VIA FERRATAS A via ferrata with didactic purposes is going to be opened in the Vajont Valley: this is one of the aim of Project SAFERALPS “Study of a Guideline to implement safety measures in via 50 | settembre 2015 ferratas and assisted trails along the Alps” Cod. ID 6782, funded by the Interreg IV Programme Italy-Austria. The research, led by Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto (Mountain and Speleological Rescue of Veneto) – 2nd Area Belluno Dolomites delegation, supported by the University of Salzburg, Dolomiticert and CAI (Italian Alpine Club) Veneto, stems from a booming trend in the use of via ferratas: just think that, according to the data collected, in Belluno Dolomites alone there are hundreds of thousands of hikers who every year use the 40 km of ropes of the 56 via ferratas and the 73 km of assisted trails. The same trend is recorded also on the Austrian side, this has strenghtened the crossborder partnership which has worked hard to iron out the difficulties linked to this massive increase in the number of enthusiasts. Indeed, the last step of the study is the drawing up of guidelines to unify the realization, installation, testing and maintenance of new or already existing via ferratas and assisted trails all along the Alps. This, together with the skills of Alpine Guides, is precisely why a strong synergy has set in among all the parties involved, who are the leading actors in Veneto mountain. This partnership will surely be beneficial under the technical point of view and, consequently, under the point of view of safety and tourism, too. The starting point of the project has been a punctual analysis of the characteristics and differences of the existing via ferratas and trails, together with the assessment of the various management methods. Then the partners have examined the most suitable materials to realize via ferratas, by aiming at their environmental sustainability, too, and in the end they have defined test protocols for the characterization of the materials and components used. This will turn into characterization of materials on the one hand and of the whole structure on the cliff on the other. Thus, those in charge of installing and maintaining via ferratas will have a quantitative-qualitative tool certifying the whole process in order to increase its safety levels. In a short time they have moved from theory to practice: after drawing up the manual, which is essential for safety, the Italian-Austrian team has chosen to realize a stretch of via ferrata in compliance with the previously set criteria. Together the partners have chosen Vajont as the location of the itinerary: this has been done for the symbolic value of the trail which will be dedicated to Vajont disaster. Besides the Alpine Guides involved in the realization of the various stretches of the via ferrata and in some of the checks, those in charge of the testing will be people of the Mountain Rescue who will carry out some evacuation tests and mock interventions: the idea is to close the project – whose set expiration is in September 2015 – on this occasion, by creating an attractive event open to the public. The benefit of the project will be an increase in the know-how regarding the characteristics of materials, components and functionalities for those in charge of realizing via ferratas, who will be able to use an effective and unified method to install and test new stretches and maintain the existing ones. Such results could then be applied also to other sectors of Alpine tourism such as practice walls and rock anchor points. settembre 2015 | 51 Dolomiticert world Dolomiticert world Fondo Europeo di Sviluppo Regionale IL VENETO UNA REGIONE DELL’EUROPA Dolomiticert indaga il campo delle tecnologie di sinterizzazione delle polveri per un’applicazione al settore calzaturiero: l’Istituto ha ottenuto il finanziamento per il progetto “Sintering Technologies for Shoes” presentato nel bando 2013 del POR CRO parte FESR 2007-2013, azione 5.1.1 “Cooperazione Interregionale” - cofinanziato dall’Unione europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione del Veneto in applicazione del reg.to (CE) n. 1083/06 e reg.to n. 1828/06 nonché del Piano di Comunicazione del POR, con capofila Dolomiticert e come partner il Technologiezentrum Ski und Alpinsport. LA SINTERIZZAZIONE DELLE POLVERI NEL SETTORE DELLE CALZATURE Cos’è la sinterizzazione? Per comprendere l’ambito del progetto è necessario spiegare che con il termine “sinterizzazione” si indicano tutte quelle tecniche che consistono 52 | settembre 2015 nella lavorazione di speciali polveri metalliche, mescolate con opportuni “leganti” in modo da ottenere un oggetto compatto. Nel processo di sinterizzazione clas- sico, i prodotti assumono la forma voluta attraverso un’operazione di compattamento in uno stampo, sotto pressioni molto elevate e con una “cottura” in forni speciali ad una tem- peratura inferiore a quella di fusione del componente principale. Tuttavia ,si sono sviluppate recentemente delle tecniche alternative di sinterizzazione, denominate “tecniche di sinterizzazione laser” che rendono possibile la produzione -in poche ore e senza l’ausilio di stampi- di oggetti di geometria comunque complessa, direttamente dal modello matematico dell’oggetto realizzato con l’ausilio di un sistema CAM tridimensionale: si tratta, in definitiva, di una tecnologia di prototipazione rapida. Le macchine per la sinterizzazione laser diretta delle polveri lavorano per strati come tutte le macchine con logica additiva. Ciò è reso possibile da un opportuno fascio laser che viene pilotato attraverso processi non presidiati e completamente automatici. Con tali sistemi è possibile la costruzione rapida di parti tecniche in materiali definitivi, sia di plastica che di metallo. Nel ciclo produttivo della sinterizzazione, il punto di partenza è costituito dalla scelta delle polveri, che possono avere diversa composizione e granulometria e che devono essere miscelate nelle percentuali richieste dalla composizione chimica del prodotto finale. La scelta della composizione e del dosaggio influisce in modo determinante sulla qualità del risultato finale ed è quindi un aspetto critico dell’intero procedimento. Le caratteristiche di un componente realizzato per sinterizzazione laser sono un’ottima accuratez- za dimensionale, una buonissima finitura superficiale, ed una caratteristica di robustezza, il tutto con la possibilità di usufruire di un’ampia gamma di materiali. L ’idea progettuale è di applicare tale tecnologia al mondo delle calzature: il vantaggio sta nel fatto che si possono realizzare vari componenti utilizzando diverse tipologie di polveri, liquidi o resine senza l’utilizzo di supporto e stampi (generalmente costosi e necessari per ogni componente differente). Inoltre, la bassa percentuale di scarti di produzione ed il limitato livello di energia richiesto per la fabbricazione rendono tale tecnica molto apprezzata in ambito industriale. Il progetto ha sinora portato a risultati importanti sui diversi piani di azione. I soggetti coinvolti hanno aumentato le proprie competenze ed il lavoro svolto è risultato qualitativamente efficiente. La fase di ricerca sui materiali e sulle tecnologie ha offerto un complessivo incremento di know-how sia per la stampa 3D, che per la sinterizzazione. La tecnologia più performante per l’applicazione considerata è risultata essere la tecnologia SLS Selective Laser Sintering - che sfrutta appunto la sinterizzazione di polveri polimeriche per la realizzazione di componenti. In sostanza, un laser porta le polveri ad una temperatura di poco inferiore a quella di fusione facendo coalescere (consolidare) le particelle di polvere. Altre tecnologie sono state escluse per ragioni economiche o prestazionali. Il lavoro eseguito sui materiali, unito a quello svolto sulle tecnologie, ha portato a considerare i materiali per la sinterizzazione. Scelte di tipo prestazionale e decisioni d’ordine ipo economico hanno portato a considerare come materiali adatti allo scopo la poliammide (PA) e il poliuretano (TPU) in quanto elastomerico. Lo step successivo è stato quello di decidere quale componente fosse necessario sviluppare, prendendo in considerazione la calzatura protettiva per motociclisti: il pool di studiosi ha optato per il sottopiede, punto da cui partire per concepire l’intero prodotto con il processo di sinterizzazione. Per individuare le esigenze del componente è stata effettuata una caratterizzazione di tipo qualitativo e, in seguito, sono state prodotte delle mappature dedicate. Uno studio approfondito è servito ad individuare le prestazioni delle calzature in commercio, ad aiutare la progettazione dei componenti e a definire degli obiettivi da raggiungere. Il lavoro è stato svolto in un’ottica di utilizzo-adattamento delle tecnologie di sinterizzazione alla produzione di calzature, ma anche allo settembre 2015 | 53 Dolomiticert world scopo di migliorarne le prestazioni. Prove caratterizzanti dedicate sono state messe a punto per testare determinate caratteristiche ed i test sono stati effettuati su due tipi di calzature in commercio. La fase di implementazione, studio e creazione dei file eseguibili ha visto coinvolti i soggetti dedicati nello studio delle soluzioni da adottare. Diverse opzioni sono state studiate, disegnate e poi testate per definirne le prestazioni. È stata raccolta una notevole mole di informazioni che si sono rivelate utili per lo sviluppo progressivo delle varie parti, e che saranno utili per gli sviluppi futuri. I componenti mandati in stampa sono stati testati secondo le metodologie prestabilite ed i risultati per le soluzioni ritenute più idonee sono in linea con gli ob- Dolomiticert world biettivi imposti inizialmente a addirittura, li superano. Questo progetto ha dimostrato come le tecnologie di sinterizzazione siano adatte ad un futuro impiego nella produzione di calzature protettive per motociclismo. Il gap prestazionale rispetto ai materiali tradizionalmente impiegati esiste, ma la possibilità di creare strutture complesse (nervature, strutture alleggerite, strutture intelaiate, ammortizzanti) permette di sopperire a questo divario che comunque si rivela minimo. La tecnologia di sinterizzazione risulta lenta, ma la questione è soggettiva. Una disposizione ottimale degli oggetti in macchina permette un ottimo rendimento. Evitare di costruire stampi per i com- SINTERING OF POWDERS IN THE SHOE SECTOR What is sintering? In order to understand the scope of the project it is necessary to explain that 54 | settembre 2015 the term “sintering” is used to describe all the techniques which imply working with special metal powders mixed Dolomiticert investigates the field of technologies for the sintering of powders for an application in the shoe industry: the Body has obtained funding for the project “Sintering Technologies for Shoes” presented in the 2013 call of POR CRO part FESR 2007-2013, action 5.1.1 “Interregional Cooperation” – co-funded by the European Union, the Italian State and Veneto Region in pursuance of regulation (EC) no. 1083/06 and regulation no. 1828/06 as well as of the Communication Plan of the POR, with Dolomiticert as Lead Partner and Technologiezentrum Ski und Alpinsport as Partner. ponenti spinge fortemente verso la scelta di queste tecnologie soprattutto per piccoli lotti di produzione (si pensi al settore Racing). Altro punto di forza è la possibilità di creare strutture e componenti altrimenti non realizzabili con altre tecnologie (vedere il tacco a colonne ideato in questo progetto, oppure le soluzioni di snodo anteriore). I componenti realizzati rappresentano la base per sviluppi futuri. Una delle grandi potenzialità di queste tecnologie è che le modifiche sul componente sono facilmente realizzabili sul file eseguibile (senza quindi modificare stampi). I file eseguibili creati per questo progetto sono quindi adattabili e modificabili, e rappresentano un punto di partenza immediato per i soggetti interessati. with suitable “binders” in order to obtain a compact object. In the classic sintering process, prod- ucts take the desired shape through a process of compacting in a mould, under very high pressure and a stage of “cooking” in special ovens at a temperature lower than the fusion temperature of the main component. Nonetheless, recently alternative sintering techniques have been developed: they are called “laser sintering techniques” and they make it possible to manufacture objects with a complex geometry in just a few hours and without moulds, starting directly from the mathematical model of the object by using a 3D Cam system. In conclusion it is a rapid prototyping technique. Machines for the direct laser sintering of powders work through successive layers as all machines with additive processes. This is possible thanks to a suitable laser beam which is guided through unmanned and completely automatic processes. Through these systems it is possible to manufacture technical parts in final materials (both plastic and metal) in a quick way. In the sintering production cycle, the starting point is the choice of powders which may have a different composition and granulometry, and which must be mixed according to the percentages required by the chemical composition of the final product. The choice of composition and dosage affects the quality of the final result in a crucial way and it is therefore a critical aspect of the whole process. The characteristics of a component made with laser sintering are excellent dimensional accuracy, very good surface finish, and solidity together with the opportunity of using a wide range settembre 2015 | 55 Dolomiticert world of materials. T he project idea is applying this technology to the shoe sector: the advantage is the fact that various elements can be made by using different kinds of powders, liquids or resins without needing supports or moulds (which are generally expensive and different for every component). Moreover, the low percentage of rejected items and the limited level of energy required for manufacturing make this technique highly appreciated in the industrial sector. So far the project has led to important results on various action plans. The parties involved have increased their 56 | settembre 2015 Dolomiticert world skills and the work done has been qualitatively efficient. The research stage on materials and technologies has offered an overall increase in the know-how for both 3D printing and sintering. The most performing technology for the considered application has turned out to be SLS technology (Selective Laser Sintering) which exploits the sintering of polymeric powders to make components. Essentially, a laser takes the powders to a temperature just below fusion, thus making the particles of powder coalesce (consolidate). Other technologies have been excluded for economical or performance reasons. The work carried out both on materials and technologies has led us to take into account which materials would be suitable for sintering. Choices based on performance and decisions of a hypo-economic nature have led us to consider materials such as polyamide (PA) and polyurethane (TPU) since it is elastomeric. The following step has been deciding which component should be developed, taking into account protective motorcycling shoes: the pool of experts has chosen the insole, the starting point to develop the whole product through sintering. In order to detect the needs of the component, a qualitative characterization has been carried out, followed by dedicated mapping. An in-depth study has been conducted to understand the performance of the shoes on the market, to help planning components and set the targets to reach. The work has been carried out in the perspective of using-adapting sintering technologies for the manufacturing of shoes, but also to improve their performances. Dedicated characterizing tests have been defined to assess certain features and tests have been carried out on two kinds of shoes on the market. The stage of implementation, study and creation of executable files saw the participation of parties dedicated to the study of the solutions to adopt. Different options have been studied, designed and then tested to define their performance. A considerable amount of information useful for the progressive development of the various parts has been collected, and it will be useful also for future developments. The printed parts have been tested in compliance with the set methods, and the results for the best suited solutions are ameliorative or in line with the targets set initially. This project has shown how sintering technologies are suitable for future use in the production of motorcycling protective shoes. There is a performance gap compared to the materials traditionally used in the sector, but the possibility of creating complex structures (ribs, lighter structures, framed and cushioning structures) makes it possible to make up for the gap which is nonetheless minimum. Sintering technology is slow, but this is a subjective issue. An optimal layout of the objects in the machine allows for excellent performance. Avoiding to make moulds for components leads towards the choice of these technologies above all for small batches (e.g. for the Racing sector). Another strength is the possibility of creating structures and components which would be impossible to realize with other technologies (see the column heel designed in this project, or the solution for the front joint). The components which have been made lay the foundations for future developments. One of the great potentials of these technologies is that changes on the component are easy to realize on the executable file (without having to change the moulds). The executable files created for this project are therefore adaptable and modifiable and are a direct starting point for those interested. settembre 2015 | 57 Dolomiticert world LA RETE INNOVATIVA REGIONALE: UNA NUOVA OPPORTUNITà PER LE IMPRESE DEL VENETO L a rete innovativa regionale è la grande novità introdotta dalla Legge Regionale 13 del 2014 che, contemporaneamente, ha rivisto la disciplina dei Distretti Industriali del Veneto, portandoli da oltre 40 a 17. Per rete innovativa regionale si intende “un sistema di imprese e soggetti pubblici e privati, presenti in ambito regionale ma non necessariamente territorialmente contigui, che operano anche in settori diversi e sono in grado di sviluppare un insieme coerente di iniziative e progetti rilevanti per l’economia regionale”. I progetti di intervento, così li chiama l’articolo 7 della Legge, sono otto. 1 – la ricerca e l’innovazione Ricerca e Innovazione sono, tra l’altro, gli ambiti più sostenuti – anche finanziariamente – dall’Ue nella programmazione comunitaria 2014-2020 (da Horizon 2020 ai programmi specifici per le aree alpine e transfrontaliere, come AlpineSpace e Interreg); 2 – l’internazionalizzazione 3 – le infrastrutture 4 – Lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia ambientale 5 – La difesa dell’occupazione e lo sviluppo di nuova occupazione 6 – Lo sviluppo di imprenditorialità innovativa e di nuova o rinnovata imprenditorialità 7 – La partecipazione a progetti promossi dall’Unione Europea, anche in materia di “cluster” 8 – Ogni ulteriore iniziativa finalizzata al rafforzamento competitivo delle imprese. 58 | settembre 2015 Dolomiticert world COME SI INDIVIDUA UNA RETE INNOVATIVA REGIONALE? L’articolo 4 della Legge Regionale 13 del 2014 stabilisce che “ciascuna rete innovativa regionale è individuata con provvedimento della giunta regionale su istanza del soggetto che rappresenta l’insieme delle imprese e dei soggetti pubblici e privati componenti la rete stessa”. Il soggetto “rappresentante”, stando invece all’articolo 6, 1° comma, viene individuato dalle imprese aderenti secondo le forme del codice civile. LE LINEE DIRETTIVE Tra i punti salienti del regolamento ci sono: a. la previsione di una partnership collaborativa con centri di ricerca, Università e Istituzioni della conoscenza; b. la coerenza della rete con gli obiettivi fissati da Regione e Ue con la strategia della cosiddetta SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE; c. possono partecipare alla rete anche le grandi imprese e le aziende fuori Regione (anche se queste ultime non potranno accedere a nessun finanziamento regionale); Un ruolo cruciale viene riservato alla sezione Ricerca e Innovazione della Regione in collaborazione con Veneto Innovazione. E’ quest’ultima che segue la domanda e convoca, se necessario, i soggetti. Ogni rete innovativa sarà inserita nel “Catalogo regionale della Ricerca” che sarà compito di Veneto Innovazione aggiornare. L’8 maggio scorso la Direzione competente ha emanato i decreti dirigenziali attuativi. Lo spirito delle reti innovative era stato illustrato dall’assessore competente Maria Luisa Coppola nel corso di un incontro tenutosi in Dolomiticert - Certottica a Longarone davanti a numerosi imprenditori e ai massimi rappresentanti delle categorie economiche, dell’occhialeria e dello Sportsystem. Il punto 8 del Regolamento individua i punteggi per ogni voce specifica (ad esempio l’adesione alla rete di una Università vale 3 punti, la capacità di porsi come “cluster” regionale 2 punti, il coinvolgimento in progetti comunitari 2 punti e via discorrendo). Il punteggio massimo è di 28, quello minimo 10. settembre 2015 | 59 Dolomiticert world Dolomiticert world UN OSSERVATORIO COSTANTE SULLE NORME Dolomiticert è un importante osservatorio per le aziende poiché monitora costantemente e contribuisce alla formulazione delle norme in vigore, partecipando ai gruppi di lavoro dei settori di interesse a livello UNI, CEN ed ISO. A CONSTANT OBSERVATION POST ON STANDARDS Dolomiticert is an important observation post for companies since it constantly monitors and helps to formulate the standards in force, by taking part in working groups of the relevant sectors at UNI, CEN and ISO level. 60 | settembre 2015 LE PRINCIPALI DIFFeRENZE TRA LA NORMATIVA EN 795 E LA NUOVA UNI 11578 Queste le differenze principali riscontrate: -- La nuova normativa UNI 11578 contempla sia l’utilizzo da parte di un operatore che da parte di più operatori, a differenza della EN 795 che è esclusivamente per 1 utilizzatore. -- Nella nuova normativa UNI 11578 viene data in maniera specifica la definizione di “dispositivo di ancoraggio temporaneo, rimovibile e trasportabile” che definisce la differenze tra un dispositivo da trattare con le classiche EN 795 e CEN 16415 ed i dispositivi da trattare con la nuova UNI 11578. -- Nella nuova normativa UNI 11578 non si fa più riferimento ai dispositivi di tipo B ed E. -- La clausola 4.1 “Generalità” presenta qualche differenza non particolarmente sostanziale. -- Si ha una differenza a livello di test di DEFORMAZIONE, in cui ora, a livello generale, si esegue la prova su ogni parte del dispositivo “che non sia stato progettato anche per l’uso in trattenuta”, non andando a specificare la caratteristica di “parte intesa a deformarsi” presente nella normativa EN 795; per esempio, il requisito per un tipo C secondo la EN 795 era posto nel seguente modo settembre 2015 | 61 Dolomiticert world “nessuna parte degli ancoraggi di estremità, ancoraggi intermedi e punti di ancoraggio mobili DESTINATI A DEFORMARSI, deve presentare una deformazione permanente maggiore di 10 mm” mentre lo stesso requisito con la nuova normativa UNI 11578 si presenta nel seguente modo “nessuna parte degli ancoraggi di estremità, ancoraggi intermedi e punti di ancoraggio mobili CHE NON SIANO STATI PROGETTATI PER L’USO IN TRATTENUTA, deve presentare una deformazione permanente maggiore di 10 mm”. -- Nella nuova normativa UNI 11578, per i test dinamici, c’è la possibilità di utilizzare, con la massa da 100 kg, un cordino con terminazioni asolate invece del classico cordino con nodi a gassa d’amante, a patto che questo venga riportato nel rapporto di prova. -- Durante i test dinamici, prima del lancio della massa, si richiede di abbassare la massa fino a che la cella di carico non registra un carico minimo di 0,7 kN, mentre con la EN 795 e la CEN 16415 la massa in prova (da 100 kg o 200 kg rispettivamente) viene rilasciata completamente (carico fisso di circa 1000 N e 2000 N). Dolomiticert world -- La prova di resistenza statica per il tipo C non richiede come punto di prova il test in corrispondenza dell’ancoraggio di estremità. -- La marcatura è uguale a quella prevista dalla CEN 16415 ed, in aggiunta, si inserisce un obbligo di riportare una targhetta all’accesso della copertura con delle informazioni precise (pag. 21). -- Nelle informazioni fornite dal fabbricante si fa ora riferimento anche ad una raccomandazione circa la periodicità delle ispezioni relative non solo il sistema di ancoraggio ma anche per i controlli relativi alla struttura di supporto ed agli ancoranti. -- Nelle informazioni fornite dal fabbricante viene inserito l’obbligo di dichiarare il carico di rottura minimo garantito dalla fune ed il coefficiente di riduzione del carico di rottura connesso al sistema di intestatura della stessa. -- Nelle informazioni fornite dal fabbricante viene inserito l’obbligo di dichiarare se il dispositivo di ancoraggio è progettato anche per l’utilizzo in trattenuta. -- Nella nuova normativa UNI 11578 vengono inseriti dei requisiti specifici per il rapporto di prova. THE MAIN DIFFERENCES BETWEEN STANDARD EN 795 AND THE NEW UNI 11578 These are the main differences found: -- The new standard UNI 11578 considers the use by one 62 | settembre 2015 and more operators, on the contrary standard EN795 considered only one user. -- In the new UNI 11578 there is a specific definition of “temporary, removable and transportable anchor device” which sets out the differences between devices covered by standards EN 795 and CEN 16415 and those covered by the new UNI 11578. -- In the new standard UNI 11578 reference is no longer made to devices of type B and E. -- Clause 4.1 “General points” has some differences which are not remarkable. -- There is a difference in the DEFORMATION test which now, generally, is carried out on every part of the device “which has not been designed to be used also for retention” and there is not a specification of “part meant to deform”, a wording which was used in standard EN 795. For example, in EN 795 requirements for type C said that “no parts of the end anchor points, middle anchor points and mobile anchor points MEANT TO DEFORM, must show a permanent deformation of more than 10mm”. In the new standard UNI 11578, the same requirement is worded as follows “no parts of the end anchor points, middle anchor points and mobile anchor points WHICH HAVE NOT BEEN DESIGNED TO BE USED IN RETENTION, can have a permanent deformation of more than 10 mm”. -- According to the new standard UNI 11578, in dynamic tests with 100kg mass it is possible to use a sling with eyelets at the ends instead of the classic sling with bowline knots, provided this is mentioned in the test report. -- During dynamic tests, before dropping the mass, this must be lowered until the loading cell records a minimum charge of 0.7 kN, while according to standards EN 795 and CEN 16415 the testing mass (100 and 200 kg respectively) is dropped completely (dead load of about 1000 N and 2000 N). -- The static resistance test for type C does not require to carry out the test at the end anchor as testing point. -- The marking is the same as provided for by CEN 16415 and, moreover, there is the obligation of applying a label at the covering entry with specific information (page 21). -- Now, in the information provided by the manufacturers reference is made to a warning about the regularity of checks regarding not only the anchoring system but also the support structure and the anchors. -- Among the information supplied by the manufacturers it is now compulsory to declare the minimum breaking load guaranteed by the rope, and the coefficient of reduction of the breaking load connected to its butting system. -- Among the information supplied by the manufacturers it is now compulsory to declare if the anchoring system is designed to be used also for retention. -- In the new standard UNI 11578 there are specific requirements for the test report. settembre 2015 | 63 Dolomiticert world Dolomiticert world EN 13138-1 LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA VECCHIA VERSIONE (2008) E LA NUOVA VERSIONE (2014) Principali differenze riscontrate: -- Un dispositivo per il galleggiamento può esser solo un dispositivo di classe A, B o C -- Modificati i requisiti di galleggiabilità residua (nella versione precedente: 50% ± 10%; nella nuova versione: non meno del 50%). -- Nella nuova versione non ci sono i requisiti per la migrazione di certi elementi. -- Nella clausola riferita ai test sulle valvole e tappi è stato aggiunto un riferimento ad un test aggiuntivo in accordo con lo standard EN 156491:2009 + A2:2013, punto 5.5. -- C’è probabilmente un errore nella nuova versione perché non ci sono riferimenti alla clausola “Resistenza all’assorbimento di acqua di schiuma ed altri materiali per il galleggiamento inerenti”, ma il requisito (quasi identico alla versione precedente) è presente nella clausola di “Resistenza alla Perforazione”. -- C’è anche una mancanza nella nuova versione poiché non vi è nessun riferimento al metodo per testare il punto 5.5.3 “Resistenza di 64 | settembre 2015 EN 13138-1 Main differences between old version (2008) and new version (2014) Main diffrences evaluated: -- A buoyant device shall only be a class A, class B or class C device. -- Modified the requirement of the residual buoyancy (old version: 50% ± 10%; new version: not less than 50%). -- In the new version there isn’t the requirement for migration of certain elements. -- In the clause referred to the valves and stoppers test, it’s added a reference to an additional test in accordance with standard EN 15649-1:2009 + A2:2013, clause 5.5. -- There is probably a mistake in the new version because there isn’t the reference to the clause “Resistance of foam and other inherent buoyant material to water absorption”, but there is the requirement (almost identical to the old version) listed into the clause “Resistance to puncturing”. -- There is probably a carelessness in the new version because there isn’t any reference to the test method to test the clause 5.5.3 “Resistance of foam and other inherent buoyant material to compression”. -- Some difference in the evaluation of mechanical and chemical properties of schiume ed altri materiali inerenti di galleggiamento alla compressione” -- Alcune differenze nella valutazione delle proprietà meccaniche e chimiche delle marcature. -- Aggiunta di nuovi simboli grafici nella marcatura dei prodotti; nella nuova versione non è possibile avere marcature in rilievo sulla superfice (solo stampate o impresse) . -- Aggiunta di due ulteriori informazioni alla nota informativa. -- Modifica della tabella delle informazioni al consumatore nei punti vendita, con l’aggiunta dei simboli grafici in accordo con gli standard EN 15649-1:2009 + A2:2013. -- Alcune altre modifiche nella numerazione dei requisiti. the markings. -- Add new graphical symbols in the marking of the product; in the new version, is not permitted to have embossed markings above the mean surface (only printed or debossed). -- Added two more information into the attached leaflet. -- Modified the table of the consumer information at the point of sale, with the addition of the graphical symbols in accordance with standard EN 15649-1:2009 + A2:2013. -- Some other modifications in clause numbering. settembre 2015 | 65 Dolomiticert world Dolomiticert world EN 13138-2 LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA VECCHIA VERSIONE (2008) E LA NUOVA VERSIONE (2014) Principali differenze riscontrate: -- Un dispositivo per il galleggiamento può esser solo un dispositivo di classe A, B o C. -- Probabilmente c’è un errore al punto 5.2 “Galleggiamento” perché il metodo di prova si riferisce allo standard EN ISO 12402-9:2006, Allegato B che non contiene una metodologia per valutare il galleggiamento. -- Nella nuova versione non esistono requisiti per la prova di “galleggiabilità residua” e la prova di “mantenimento della funzionalità”. -- Nella nuova versione non ci sono i requisiti per la prova di “resistenza della schiuma e di altri materiali di galleggiamento alla compressione” -- Nella nuova versione non ci sono i requisiti per la prova di “migrazione di certi elementi”. -- Nel punto riferito ai test per le valvole ed i tappi, è aggiunto il riferimento ad un test aggiuntivo in accordo con lo standard EN 156491:2009 + A2:2013, punto 5.5. -- Alcune differenze nella valutazione delle proprietà meccaniche e chimiche delle marcature. 66 | settembre 2015 -- Aggiunta di nuovi simboli grafici nella marcatura dei prodotti; nella nuova versione non è possibile avere marcature in rilievo sulla superfice (solo stampate o impresse). -- Aggiunta di due ulteriori informazioni al foglietto informativo allegato al prodotto (nota informativa). -- Modifica della tabella delle informazioni al consumatore nei punti vendita, con l’aggiunta dei simboli grafici in accordo con gli standard EN 15649-1:2009 + A2:2013. -- Nella nuova versione, manca l’allegato riguardante la procedura di prova per la valutazione dell’adat- tabilità, il mantenimento della funzionalità, i bordi, gli angoli ed i punti attraverso il team di valutazione. -- Alcune altre modifiche nella numerazione dei requisiti. EN 13138-2 Main differences between old version (2008) and new version (2014) Main diffrences evaluated: -- A buoyant device shall only be a class A, class B or class C device. -- There is probably a mistake at clause 5.2 “Buoyancy” because the test method refers to standard EN ISO 124029:2006, Annex B, which not contain a test method for the evaluation of the buoyancy. -- There isn’t in the new version any requirements for the residual buoyancy and the retention of function. -- In the new version there isn’t the requirement for migration of certain elements. -- In the clause referred to the valves and stoppers test, it’s added a reference to an additional test in accordance with standard EN 15649-1:2009 + A2:2013, clause 5.5. -- There isn’t in the new version any requirement for resistance of foam and other inherent buoyant material to compression. -- Some difference in the evaluation of mechanical and chemical properties of the markings. -- Add new graphical symbols in the marking of the product; in the new version, is not permitted to have embossed markings above the mean surface (only printed or debossed). -- Added two more information into the attached leaflet. -- Modified the table of the consumer information at the point of sale, with the addition of the graphical symbols in accordance with standard EN 15649-1:2009 + A2:2013. -- In the new version, miss the annex regarding procedures for testing adjustability, retention of function, edges, corners and points by assessment panel. -- Some other modifications in clause numbering. settembre 2015 | 67 Dolomiticert world Dolomiticert world UNA SINERGIA TUTTA ITALIANA PER IL NUOVO DISCIPLINARE SULL’ABBIGLIAMENTO PROTETTIVO PER MOTOCICLISTI “I talian disciplinary: protective clothing for motorcycle riders – Safety requirements” è il nome del nuovo disciplinare dedicato all’abbigliamento protettivo per motociclisti, redatto da Dolomiticert in sinergia con altri laboratori di prova e con i nomi illustri dell’abbigliamento sportivo, come Dainese, Alpinestars, Spike,… Considerate le figure coinvolte, è comprensibile come questo disciplinare sia in grado di tener conto sia delle esigenze del mercato in ambito certificativo e legislativo, sia dei requisiti di sicurezza che un indumento da moto deve avere per garantire un livello di protezione adeguato. In più, c’è da precisare che la base di partenza del documento è stata l’ultima versione discussa in sede normativa dal gruppo di lavoro CEN/TC162/VG9, al quale partecipano più di trenta produttori e laboratori di prova di tutta Europa. Ma torniamo al nuovo disciplinare: la novità più importante rispetto alla 68 | settembre 2015 normativa in vigore “EN 13595:2002 Indumenti di protezione per motociclisti professionali - Giacche, pantaloni e tute intere o divisibili” è la suddivisione degli indumenti in cinque classi. Le prime tre sono relative agli indumenti di classe A: dall’AAA, che raccoglie quelli che detengono i valori più elevati di sicurezza contro l’abrasione, di resistenza delle cuciture e di resistenza contro il taglio a fronte di una minore ergonomia e portabilità del capo, fino alla classe A che ha un livello di sicurezza inferiore ma maggiore ergonomia e portabilità dell’indumento. Nella classe B si trovano gli indumenti che offrono solamente una protezione contro l’abrasione e nella C i dispositivi che contengono tutte le protezioni dalla spalla alle ginocchia, ma non offrono alcuna protezione contro l’abrasione o il taglio. Ecco le 5 classi: -- Class AAA: Heavy-duty protective garments; -- Class AA: Medium-duty protective garments; -- Class A: Light-duty protective garments; -- Class B: Abrasion protection garments; -- Class C: Impact protector ensemble garments; PROVE Nell’ambito delle prove, il disciplinare introduce delle novità molto importanti: -- Le zone di protezione sono state ridotte da 4 a 3 ed è stata introdotta una metodologia rapida, semplice e ripetibile per la loro definizione e tracciatura nel capo -- E’ stata eliminata la prova di scoppio sostituita dalla prova di trazione per le cuciture e i materiali. -- La prova di abrasione è stata modificata con l’adozione del metodo messo a punto per lo standard dei materiali da kart, che garantisce una migliore ripetibilità rispetto alla precedente presente nella vecchia normativa. A completamento del quadro, riportiamo lo schema con i requisiti e le caratteristiche degli indumenti nelle 5 classi. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento, non esitate a contattare lo Staff Tecnico del laboratorio Dolomiticert al numero +390437573407 o via mail ad [email protected] settembre 2015 | 69 Dolomiticert world Dolomiticert world AN ALL-ITALIAN SYNERGY FOR THE NEW SPECIFICATIONS FOR MOTORCYCLE PROTECTIVE CLOTHING “Italian specifications: protective clothing for motorcycle riders – Safety requirements” is the name of the new regulations for motorcycle protective clothing drawn up by Dolomiticert together with other testing laboratories and with famous manufacturers of sports clothes such as Dainese, Alpinestars, Spike,… If one considers the parties involved, it is understandable how these regulations can allow both for the needs of the market in the certification and law sectors, and for the safety requirements that motorcycle garments must have in order to guarantee a suitable level of protection. Moreover, it is necessary to clarify that the starting point of the document has been the latest version discussed at standard level by working group CEN/TC162/VG9, attended by more than thirty European manufacturers and laboratories. But let’s go back to the regulations: the most important novelty compared to the law in force “EN 13595:2002 Protective clothing for professional mo- 70 | settembre 2015 torcycle riders - Jackets, trousers and one piece or divided suits” is the division of garments into five classes. The first three regard class A clothing: from AAA which includes those having the highest values of safety against abrasion, resistance of the seaming and resistance to cut, but lower ergonomics and wearability of the garment, to class A which has a lower level of safety but higher ergonomics and wearability of the garment. In class B there are garments which offer only protection against abrasion, and in C devices which contain all protections from shoulder to knee, but have no protection against abrasion or cut. These are the five classes: -- Class AAA: Heavy-duty protective garments; -- Class AA: Medium-duty protective garments; -- Class A: Light-duty protective garments; -- Class B: Abrasion protection garments; -- Class C: Impact protector ensemble garments; TESTS As far as tests are concerned, the specifications introduce very important novelties: -- The protection areas have been reduced from 4 to 3 and a rapid, simple and repeatable method has been introduced to define them and mark them in the garment. -- The burst test has been removed and replaced with the traction test for seaming and materials. -- The abrasion test has been changed with the adoption of the method set for the standard for kart materials, which guarantees a better repeatability compared to the previous one included in the old standard. To complete the outline, below you can find the table with the requirements of the garments in the five classes. For any further information or explanation do not hesitate to contact Dolomiticert laboratory Technical Staff on the phone +390437573407 or by e-mail [email protected]. settembre 2015 | 71 Dolomiticert world Dolomiticert world Il CEN/TC162/VG9 studia anche i protettori del torace a uso motociclistico: entro il 2015 il gruppo di lavoro metterà a punto la prima versione ufficiale del progetto di norma (“pr”) per uso motociclistico dal titolo “prEN1621-3:2015 Motorcyclists’ protective clothing against mechanical impact — Part 3: Motorcyclists’ chest protectors - Requirements and test methods”. Il contenuto prevede le prove di: -- innocuità, in accordo con la EN 13688 e la EN 11642, -- determinazione dell’area protettiva, -- assorbimento d’urto, -- distribuzione, -- ergonomia Inoltre è prevista la verifica sia della marcatura che delle informazioni presenti sul dispositivo. CEN IS REVIEWING EN 13594 REGARDING MOTORCYCLE GLOVES AND IS STUDYING CHEST PROTECTORS IL CEN RIVEDE LA EN 13594 RELATIVA AI GUANTI DA MOTOCICLISMO E STUDIA I PROTETTORI PER IL TORACE E ntro il 12 agosto il CEN pubblicherà la nuova normativa EN 13594:2015 dal titolo “Protective gloves for motorcycle riders - Requirements and test methods”: questo è il frutto di lungo lavoro portato avanti dal CEN/ TC162/VG9, composto da più di trenta produttori e laboratori di prova europei. La nuova normativa - completamente rivista rispetto alla vecchia EN13594:2002 - ha importanti novità relative in primis alle prove di abrasione - che dovranno seguire una nuova metodologia e utilizzare una tipologia differente di carta abrasiva e all’attenuazione dell’energia di impatto seguendo una nuova metodologia. 72 | settembre 2015 L’EN 13594:2015 prevede anche l’eliminazione della prova di scoppio e la modifica della procedura di prova e dei limiti per la resistenza delle cuciture, il cambio della geometria dei coni per la prova di trattenuta, e il cambio dei valori di resistenza per la prova di taglio. Inoltre, come già avviene per le protezioni da motociclismo, sono stati introdotti due livelli di protezione: i guanti di livello I garantiranno una protezione inferiore, ma una migliore vestibilità e confortevolezza, mentre quelli di livello II, avranno un maggiore livello di protezione, a scapito dell’ergonomia. B y 12th August CEN will publish the new standard EN 13594:2015 whose title is “Protective gloves for motorcycle riders - Requirements and test methods”: this is the result of a long work carried out by CEN/TC162/VG9, made up by more than thirty European manufacturers and testing laboratories. The new standard – which is completely reviewed compared to the old EN13594:2002 – has important novelties regarding first of all abrasion tests – which will have to follow a new method and use a different kind of abrasive paper – and impact energy reduction by following a new method. EN13594:2015 provides also for the elimination of the burst test and for the change of the testing procedure and of the seaming resistance limit, for the change of geometry of the restraint test cones and for the change of the cut test resistance values. Moreover, as already happens for motorcycle protections, two levels of protection have been introduced: level I gloves will offer lower protection but better fit and comfort, while level II gloves will have a higher level of protection to the detriment of ergonomics. CEN/TC162/VG9 is studying also chest protectors for motorcycle riders: by 2015 the working group will define the first official version of the standard project (“pr”) for motorcycling whose title is “prEN1621-3:2015 Motorcyclists’ protective clothing against mechanical impact — Part 3: Motorcyclists’ chest protectors - Requirements and test methods”. It provides for the following tests: -- innocuousness, in compliance with EN 13688 and EN 11642, -- determination of the protective area, -- impact absorption, -- distribution, -- ergonomics Moreover, it provides for tests both on the marking and the information on the device. settembre 2015 | 73 Dolomiticert world Dolomiticert world A FINE SETTEMBRE LA NUOVA VERSIONE DELLA NORMA EN 958 I l 21 settembre 2015 scadrà la votazione relativa alla normativa per i dissipatori di energia dal titolo “EN 958 attrezzatura da alpinismo-Dissipatori di energia utilizzati nelle ascensioni per via ferrata-Requisiti di sicurezza e metodi di prova/Mountaineering equipment - Energy absorbing systems for use in klettersteig (via ferrata) climbing - Safety requirements and test methods”. Nella nuova versione DRAFT prEN 958:2015 sono state aggiunte delle importanti novità rispetto alla vecchia normativa EN 958:2006+A1:2010. La più importante riguarda l’introduzione dell’intervallo 74 | settembre 2015 Per la verifica dei materiali elastici, sono state aggiunte la prova di fatica (50.000 cicli) e la successiva prova di trazione: in passato la scarsa qualità di tali materiali ha dato origine a incidenti anche mortali. Il valore della forza alla quale il dispositivo deve iniziare a lavorare è cambiato da 1.2 a 1.3 kN. Anche i livelli di resistenza statica sono cambiati secondo la seguente tabella: di peso tra i 40 kg e 120 kg, entro il quale i dispositivi potranno essere utilizzati, e che dovrà essere riportato anche nella marcatura. Per dimostrare che i dissipatori di energia funzionano in questo range, sono state introdotte delle nuove masse da 40 kg e 120 kg per le prove dinamiche (non più quella da 80 kg). Inoltre, al fine di verificare il funzionamento in condizioni estreme di utilizzo, è stata introdotta la prova dinamica anche con il dispositivo bagnato. I valori di allungamento e di rilevamento della forza dovranno rispettare la tabella a lato. settembre 2015 | 75 Dolomiticert world Dolomiticert world THE NEW STANDARD ON ENERGY ABSORBING SYSTEMS EN 958 S eptember 21st 2015 is the expiry date for voting the standard on energy absorbing systems called “EN 958 mountaineering equipment – Energy absorbing systems for use in klettersteig (via ferrata) climbing - Safety requirements and test methods”. and which will have to be stated in the marking, too. In order to demonstrate that energy absorption systems work within this range, new 40kg and 120 kg masses have been introduced to carry out dynamic tests (excluding the 80 kg one). In the new version DRAFT prEN 958:2015 important novelties have been added compared to old standard EN 958:2006+A1:2010. Moreover, in order to test working in extreme usage conditions, a dynamic test on the wet device has been introduced. The elongation value and the strength detection value will have to comply with the following table. The most important is the introduction of the weight interval from 40 kg to 120 kg, within which devices can be used, 76 | settembre 2015 To test elastic materials, the fatigue test (50,000 cycles) and a subsequent traction test have been added: in the past the poor quality of these materials caused accidents, even fatal ones. The value of strength at which the device must initiate operation has changed from 1.2 to 1.3 kN. Also the levels of static strength have changed according to the following table: settembre 2015 | 77 Dolomiticert world Dolomiticert world LINEE VITA – LE NUBI INTERPRETATIVE SULLA CORRETTA CERTIFICAZIONE SI DIRADANO laboratorio certificazione Dolomiticert dal 2008 è riconosciuta dal Ministero delle attività Produttive quale Ente Notificato autorizzato al rilascio di attestati di conformità per la certificazione CE di prodotti ai sensi degli articoli 10 e 11 parte A e 11 parte B della Direttiva del Consiglio 89/686/CEE relativa ai dispositivi di protezione individuale (DPI) per le famiglie di prodotto da capo a piede escluso l’occhio. LABORATORIO ACCREDITATO ACCREDIA Numero di accreditamento: 1539 È possibile verificare le prove accreditate direttamente dal sito www. accredia.it (Consultando la pagina Banche Dati e cliccando su Laboratori di Prova) T ra lacune e interpretazioni “fantasiose”, Dolomiticert ha tentato di fare luce sulle norme tecniche che regolano gli ancoraggi. Un tema delicatissimo visto che ci muoviamo in un mercato etico come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. L’Istituto di Longarone, nel corso di un incontro che si è tenuto a maggio, ha messo a confronto le aziende del settore delle cosiddette Linee Vita, con Vicenzo Correggia, dirigente della Divisione del Mise Normativa tecnica e Sicurezza e conformità dei prodotti, e Niccolò Costantini, funzionario dell’Ufficio che a Bruxelles si occupa di DPI. La questione principale riguarda l’impossibilità di marchiare CE i dispositivi fissi che, di fatto, ricadono all’interno del regolamento (UE)305 del 2011 sui materiali da costruzione. Manca infatti una nor- cErtification lab Since 2008 Dolomiticert has been recognized by theMinistry of Productive Activities as Notified Body authorized to issue certificates of compliance for the Product EC type-examination pursuant to articles 10 and 11 part A of Council Directive 89/686/CEE regarding personal protective equipment (PPE) belonging to the product families from head to foot. 78 | settembre 2015 Confronto a Dolomiticert tra gli operatori del settore, il MISE e l’Unione Europea Un esempio di collegamento con una fune settembre 2015 | 79 Dolomiticert world Dolomiticert world ma tecnica ad hoc, come invece succede per quelli mobili. A tal proposito, Correggia ha indicato l’opportunità di stilare un disciplinare in grado di tener conto dei requisiti essenziali del regolamento 305, evidenziando in fase di commercializzazione che i dispositivi sono stati testati secondo il disciplinare stesso. Non si esclude nemmeno una seconda via: definire un marchio di “qualità” attraverso il quale certificare che i prodotti sono conformi al disciplinare e quindi rispettano i requisiti essenziali del regolamento 305. Il disciplinare – così come condiviso dalle aziende - potrà essere portato al CEN, in sede europea, per contribuire alla stesura della nuova norma. Correggia ha anche esortato i produttori a partecipare ai lavori del gruppo di lavoro UNI, che - allo stato attuale – è l’unico modo attraverso cui interfacciarsi con gli organismi comunitari al fine di difendere le esigenze del mercato italiano. Dal Ministero è arrivata, in ultima battuta, anche una rassicurazione: gli uffici del Dicastero verificheranno quanto la nuova norma UNI 11578 – emanata nell’aprile scorso e che disciplina gli ancoraggi permanenti – si discosti dai requisiti essenziali del regolamento 305. I due documenti non sono infatti 80 | settembre 2015 coordinati fra loro: una svista che ha aggiunto confusione a confusione. Da Bruxelles sono poi arrivate delle importanti rassicurazioni per bocca di Costantini: per i dispositivi fissi, infatti, la Commissione Europea ha incaricato il CEN per la stesura della nuova norma. Ci vorrà del tempo ma, per lo meno, si è iniziato a lavorare. L’altro capitolo di rilievo riguarda la norma sui dispositivi mobili. Sempre Costantini, nel corso del confronto a Longarone, ha ribadito che per gli ancoraggi mobili la norma di riferimento è la EN 795:2012 che sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dopo il mese di luglio con restrizioni analoghe a quelle presenti nella normativa EN 795:1996. Per quanto riguarda, invece, il nuovo regolamento per i dispositivi di protezione individuale si ipotizza che la pubblicazione ufficiale avverrà tra la fine del 2015 e gli inizi del 2016. Lo stesso Costantini ha riferito che sia gli Enti Notificati, che i fabbricanti, avranno un periodo di 2 anni di transizione dall’entrata in vigore del regolamento stesso per iniziare a lavorare in conformità al nuovo documento. A tal fine è importante rimarcare la distinzione tra Regolamento e Direttiva: il Regolamento non deve essere recepito dai Paesi comunitari ma è immediatamente attuabile in tutta Europa differentemente dalla Direttiva che va applicata con apposite leggi di ricezione nei singoli Stati membri. Dolomiticert sta monitorando con attenzione l’evolversi della situa- zione in costante contatto con il Mise e le Istituzioni comunitarie. La difesa delle produzioni di qualità e di un bene come la sicurezza sui posti di lavoro passano per Dolomiticert! settembre 2015 | 81 Dolomiticert world Dolomiticert world • EN 1077/ASTM F2040 Caschi per sci alpino • EN 1078 Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle • EN 1080 Caschi di protezione contro gli urti per bambini. • EN 1384 / ASTM F 1163 Elmetti per attività equestri. • EN 12492/UIAA 106 Caschi per alpinisti • EN 1385 Elmetti per canoa, kayak e sport in acque torrentizie • EN 13781 Caschi di protezione per conducenti e passeggeri di motoslitte e bob • EN 13484 Caschi per utilizzatori di slittini • EN 14052 Elmetti protettivi per l’industria ad alte prestazioni • ASTM F 1447/CPSC 1203 caschi per ciclisti • ASTM F 1492 elmetti per tavole e pattini a rotelle • ASTM F 1952 caschi di protezione per ciclo downhill • ASTM F 2032 caschi di protezione per utilizzatori di BMX • Regolamento ECE/ONU 22.05: caschi per motociclisti (processo di omologazione con Ministero del Lussemburgo – E 13 o con la supervisione del Ministero dei Trasporti Italiano E 3) I LABORATORI DOLOMITICERT: ECCO LE NORME APPLICATE CASCHI Riportiamo di seguito i dispositivi che Dolomiticert è in grado di certificare e testare, preceduti dalla normativa di riferimento: 82 | settembre 2015 • EN 397 Elmetti di protezione per l’industria. • EN 443 Elmetti per vigili del fuoco. • EN 812 Copricapo antiurto per l’industria. • EN 966 Caschi per sport aerei. CORDE (EN 892) DISSIPATORI DI ENERGIA UTILIZZATI NELLE ASCENSIONI PER VIA FERRATA (EN 958) Riportiamo di seguito anche gli altri dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto che il laboratorio può testare e certificare: • EN 341 : Dispositivi di discesa • EN 353-1 : Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio rigida • EN 353-2 : Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio flessibile • EN 354 : Cordini • EN 355 : Dissipatori di energia • EN 358 : Cinture e cordini di posizionamento sul lavoro e assicurazione • EN360: Dispositivi anticaduta di tipo retrattile • EN 361 : Imbracature per il corpo • EN 362 : Connettori • EN 795 : Dispositivi d’ancoraggio • CEN/TS 16415:2013: Dispositivi di ancoraggio Raccomandazioni per dispositivi di ancoraggio utilizzati da piu persone contemporaneamente • UNI11578 Dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione pemanente - Requisiti e metodi di prova • EN 813 : Imbracatura bassa • EN 1496 : Attrezzature di sollevamento per il salvataggio • EN 1498 : Cinghie di salvataggio • EN 1891 : Corde con guaine a basso coefficiente di allungamento • EN12841: Sistemi di accesso con fune • ANSI/ASSE Z359.1-2007 Safety Requirements for Personal Fall Arresr System, Subsystems and Components • ANSI/ASSE Z359.12-2009 Conecting Components for Personal Fall Arrest Sytems • ANSI/ASSE Z359.13-2013 Personal Energy Absorbers and Energy Absorbing Lanyards • ANSI/ASSE Z359.14-2012 Safety Requirements for SelfRectracting Devices for Personal Fall Arrest and Rescue Systems • ANSI/ASSE Z359.11-2014 Safety Requirements for Full Body Harnesses ATTREZZATURE PER ALPINISMO • EN 564/UIAA 102 : Corde accessorie / Cordini • EN 565/UIAA 103 : Fettucce • EN 566/ UIAA 104 : Anelli di fettuccia • EN 567/UIAA 126 : Bloccanti / Risalitori • EN 568/UIAA 151 : Ancoraggi da ghiaccio • EN 569/UIAA 122 : Chiodi da roccia • EN 892: Corde dinamiche per alpinismo • EN 893 /UIAA 153 : Ramponi da ghiaccio • EN 958 : Dissipatori d’energia per uso in via ferrata • EN 959/UIAA 123 : Ancoraggi da roccia • EN 12270/UIAA 124 : Blocchi da incastro settembre 2015 | 83 Dolomiticert world • EN 12275/UIAA 121 : Connettori • EN 12276/UIAA 125 : Blocchi da incastro meccanici • EN 12277/UIAA 105 : Imbracature • EN 12278/UIAA 127 : Pulegge • EN 13089/UIAA 152 : Attrezzi da ghiaccio • EN15151_1: Dispositivi di frenatura con bloccaggio manuale assistito, requisiti di sicurezza e metodi di prova • EN15151-2: Dispositivi di frenatura manuale, requisiti di sicurezza e metodi di prova • UIAA 154 ancoraggi da ghiaccio per salvataggio tipo “Dead Man” CALZATURE • EN 15090 Calzature per vigili del fuoco • EN 20344 Dispositivi di protezione individuale Metodi di prova per calzature. • EN 20345 Dispositivi di protezione individuale. Calzature di sicurezza. • EN 20346 Dispositivi di protezione individuale. Calzature di protezione. • EN 20347 Dispositivi di protezione individuale. Calzature da lavoro. • EN 13634 Calzature di protezione per motociclisti professionali – Requisiti e metodi di prova • Ecco di seguito le tipologie di protezioni che Dolomiticert è in grado di testare e certificare, con particolare riferimento al motociclismo: DISPOSITIVI E INDUMENTI DI PROTEZIONE PER MOTOCICLISTI • EN 1621-1: Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti – Requisiti e metodi di prova per protettori contro l’impatto. • EN 1621-2: Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti – Parte 2: paraschiena – Requisiti e metodi di prova • EN 14021: Indumenti di protezione per motociclisti – Pettorina per il motociclismo fuoristrada adatta a proteg- 84 | settembre 2015 Dolomiticert world gere il motociclista da pietre e detriti-Requisiti e metodi di prova • EN 13594: Guanti di protezione per motociclisti professionali – Requisiti e metodi di prova • EN 13595: Indumenti di protezione per motociclisti professionali – Giacche, pantaloni e tute intere o divisibili – Requisiti generali • EN 13634 Calzature di protezione per motociclisti professionali – Requisiti e metodi di prova DISPOSITIVI DI PROTEZIONE PER ARTI MARZIALI (con riferimento alla norma EN 13277 – 1 per i requisiti generali) • EN 13277 – 2: Protettori del collo del piede, della tibia e dell’avambraccio • EN 13277 – 3: Protettori del torso • EN 13277 – 4: Protettori della testa • EN 13277 – 5: Conchiglie e protettori addominali • EN 13277 – 6: Protettori del petto per donne DISPOSITIVI DI PROTEZIONE AD USO SPORTIVO • EN 14120: protettori del polso, del palmo, del ginocchio e del gomito per utilizzatori di pattini a rotelle ed in linea. SALVAGENTE • EN 13138 – 1: Aiuti al galleggiamento per l’apprendimento delle tecniche di nuoto – Parte 1: Requisiti di sicurezza e metodi di prova per aiuti al galleggiamento destinati ad essere indossati • EN 13138 – 2: Aiuti al galleggiamento per l’apprendimento delle tecniche di nuoto – Parte 2: Requisiti di sicurezza e metodi di prova per aiuti al galleggiamento da tenere con sé sionali – Requisiti e metodi di prova • UNI EN 374-1 Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi – Parte 1: Terminologia e requisiti prestazionali. • UNI EN 374-2 Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi – Parte 2: Determinazione della resistenza alla penetrazione. • UNI EN 374-3 Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi – Parte 3: Determinazione della resistenza alla permeazione dei prodotti chimici. SCI DA FONDO • ISO 7138: Determinazione massa e balance point • ISO 7139: Determinazione proprietà elastiche • ISO 7797: Determinazione carico di rottura • ISO 7798: Determinazione indici di fatica SNOWBOARD • ISO 10958 -1: Requisiti e metodi di prova per tavole senza inserti • ISO 10958 -2: Requisiti e metodi di prova per tavole con inserti SCI DA DISCESA • ISO 5902: Determinazione proprietà elastiche • ISO 6265: Determinazione carico di rottura e di deformazione permanente • ISO 6266: Determinazione indici di fatica • ISO 6267: Misura vibrazioni flessionali BASTONCINI DA SCI • ISO 7331: Bastoncini da sci GUANTI • UNI EN 388 – 420 Guanti di protezione contro rischi meccanici. • EN 13594: Guanti di protezione per motociclisti profes- settembre 2015 | 85 Dolomiticert world Dolomiticert world OLTRE 200 PROVE ACCREDITATE DA ACCREDIA: IL LABORATORIO DOLOMITICERT ORA E’ AUTORIZZATO ANCHE PER ALCUNE NORME ANSI D olomiticert promosso da Accredia anche per alcune norme ANSI: a fine giugno l’attività del laboratorio è stata analizzata al microscopio in un audit di 3 giorni, passando l’esame a pieni voti. L’esame degli ispettori dell’ente di accreditamento ha interessato le competenze, l’imparzialità, la serietà e la professionalità nell’applicazione delle normative, sia europee che internazionali - come l’ANSI -, e la valutazione delle attrezzature presenti nei laboratori dell’istituto. Grazie alle qualità dimostrate e alle apparecchiature all’avanguardia, Dolomiticert ha ottenuto il sì all’accreditamento del laboratorio per oltre 200 prove, che coprono alcune tra le più richieste normative europee per i dispositivi di protezione del capo (caschi da sci, ciclo, alpinismo e moto e caschi industriali), per le protezioni di arti e schiena ad uso motociclistico, per le calzature di sicurezza e di protezione, per i dispositivi per l’alpinismo, quali i moschettoni, gli anelli e le imbracature, e per i dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto. Oltre alle normative europee, il laboratorio ha ricevuto l’accreditamento per alcune normative ANSI che interessano le protezioni contro le cadute dall’alto, come le imbracature e moschettoni. Entro il mese di settembre l’elenco delle prove accreditate sarà completato dall’estensione dell’accreditamento ai dispositivi retrattili e ai dissipatori secondo la normativa ANSI. Riportiamo di seguito l’elenco delle norme accreditate. MORE THAN 200 TESTS ACCREDITED BY ACCREDIA: NOW DOLOMITICERT LABORATORY IS CERTIFIED ALSO FOR SOME ANSI STANDARDS Dolomiticert has been authorized by Accredia also for some ANSI standards: at the end of June the laboratory activities 86 | settembre 2015 were analyzed carefully in a three-day audit, and the company passed the test with flying colours. The exam of the accrediting body inspectors evaluated the skills, fairness, reliability and professional competence in applying both European and international standards – such as ANSI – and they assessed also the company equipment. Thanks to the qualities displayed and its cutting-edge equipment, Dolomiticert has obtained the accreditation of the laboratory for over 200 tests which cover some of the most popular European standards for head protection equipment (ski, cycle, mountaineering and motorcycle helmets and industrial helmets), for the protection of limbs and back for motorcycle riders, for safety and protection footwear, for mountaineering equipment, such as carabiners, rings and harnesses, and for protective equipment Materiale / Prodotto / Matrice Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Metodo di prova ed anno di emissione (4) EN1621-1:2012 clausola 5.1 EN1621-1:2012 clausola 5.3 EN1621-1:2012 clausola 5.4 EN1621-1:2012 clausola 7 EN1621-1:2012 clausola 8 EN1621-2:2014 clausola 4.1 EN1621-2:2014 clausola 4.3 against fall from a height. Besides European standards, the laboratory got accreditation for some ANSI standards referring to protective equipment against fall from a height, such as harnesses and carabiners. By the month of September the list of accredited tests will be completed by the extension of the accreditation to selfretracting devices and energy absorbing systems in compliance with ANSI standard. Below you can find the list of accredited tests: Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Indumenti di protezione contro l’impatto meccanico per motociclisti Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard EN1621-2:2014 clausola 4.4 EN1621-2:2014 clausola 4.6 EN1621-2:2014 clausola 6 EN1621-2:2014 clausola 7 EN1077:2007 clausola 4.2.1 EN1077:2007 clausola 4.2.2.2 EN1077:2007 clausola 4.2.2.3 EN1077:2007 clausola 4.3 EN1077:2007 clausola 4.4 EN1077:2007 clausola 4.5 EN1077:2007 clausola 4.6 EN1077:2007 clausola 4.7.1 EN1077:2007 clausola 4.7.2 EN1077:2007 clausola 4.8 settembre 2015 | 87 Dolomiticert world Elmetti per sci alpino e snowboard Elmetti per sci alpino e snowboard Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a rotelle (skateboards) e pattini a rotelle Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza 88 | settembre 2015 Dolomiticert world EN1077:2007 clausola 6 EN1077:2007 clausola 7 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.2 Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.3 Caschi industriali di sicurezza EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.4 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.5 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.1 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.2 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.3 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.4 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.5 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.6 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 4.6.7 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 6 EN 1078:2012+A1 2012 clausola 7 EN 397+A1 2012 clausola 4.2 EN 397+A1 2012 clausola 4.3 Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi industriali di sicurezza Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti Caschi per alpinisti EN 397+A1 2012 clausola 4.4 EN 397+A1 2012 clausola 4.5 EN 397+A1 2012 clausola 4.6 EN 397+A1 2012 clausola 4.7.1 EN 397+A1 2012 clausola 4.7.2 EN 397+A1 2012 clausola 4.7.3 EN 397+A1 2012 clausola 4.8 EN 397+A1 2012 clausola 5.1.1 EN 397+A1 2012 clausola 5.1.2 EN 397+A1 2012 clausola 5.1.3 EN 397+A1 2012 clausola 5.1.5 EN 397+A1 2012 clausola 5.2.1 EN 397+A1 2012 clausola 5.2.3 EN 397+A1 2012 clausola 5.2.4 EN 397+A1 2012 clausola 7.1 EN 397+A1 2012 clausola 7.2 EN12492:2012 clausola 4.1.2 EN12492:2012 clausola 4.2.1.1 EN12492:2012 clausola 4.2.1.2 EN12492:2012 clausola 4.2.1.3 EN12492:2012 clausola 4.2.1.4 EN12492:2012 clausola 4.2.2 EN12492:2012 clausola 4.2.4 EN12492:2012 clausola 6.1 EN12492:2012 clausola 6.2 EN12492:2012 clausola 7 Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Scarpe protettive per motociclisti Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza EN 13634:2010 clausola 4.2.1 EN 13634:2010 clausola 4.2.3 EN 13634:2010 clausola 4.3.1 EN 13634:2010 clausola 4.3.2 EN 13634:2010 clausola 4.4.4 EN 13634:2010 clausola 4.4.5 EN 13634:2010 clausola 4.5.2 EN 13634:2010 clausola 4.5.3 EN 13634:2010 clausola 4.6.2 EN 13634:2010 clausola 4.6.3.2 EN 13634:2010 clausola 4.7.1 EN 13634:2010 clausola 4.7.2 EN 13634:2010 clausola 4.7.3 EN 13634:2010 clausola 4.7.4 EN 13634:2010 clausola 4.9 EN 13634:2010 clausola 5.1 EN 13634:2010 clausola 7 EN 13634:2010 clausola 8 EN 13634:2010 clausola 9 EN ISO 20345:2011 clausola 5.2.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.2.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.3.1.1 EN ISO 20345:2011 clausola 5.3.1.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.3.2.1 EN ISO 20345:2011 clausola 5.3.2.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.3.2.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.3.2.4 EN ISO 20345:2011 clausola 5.4.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.4.4 solo pelle Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza EN ISO 20345:2011 clausola 5.4.6 EN ISO 20345:2011 clausola 5.5.1 EN ISO 20345:2011 clausola 5.5.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.5.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.6.1 EN ISO 20345:2011 clausola 5.7.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.7.4.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.1.1 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.1.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.1.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.2 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.3 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.5 EN ISO 20345:2011 clausola 5.8.6 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.1.1.1 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.1.1.2 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.1.2 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.1.4 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.1.5.2 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.3.2 EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.4 settembre 2015 | 89 Dolomiticert world Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature di sicurezza Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro 90 | settembre 2015 Dolomiticert world EN ISO 20345:2011 clausola 6.2.5 EN ISO 20345:2011 clausola 6.3 EN ISO 20345:2011 clausola 6.4.2 EN ISO 20345:2011 clausola 7 EN ISO 20345:2011 clausola 8.1 EN ISO 20345:2011 clausola 8.2 EN ISO 20345:2011 clausola 8.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.2.2 EN ISO 20347:2012 clausola 5.2.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.3.1.1 EN ISO 20347:2012 clausola 5.3.1.2 EN ISO 20347:2012 clausola 5.4.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.4.4 solo pelle EN ISO 20347:2012 clausola 5.4.6 EN ISO 20347:2012 clausola 5.5.1 EN ISO 20347:2012 clausola 5.5.2 EN ISO 20347:2012 clausola 5.5.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.6.1 EN ISO 20347:2012 clausola 5.7.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.7.4.2 EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.1.1 Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro Calzature da lavoro EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.1.2 EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.1.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.2 EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.3 EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.5 EN ISO 20347:2012 clausola 5.8.6 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.1.1.1 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.1.1.2 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.1.2 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.1.4 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.1.5.2 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.3.2 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.4 EN ISO 20347:2012 clausola 6.2.5 EN ISO 20347:2012 clausola 6.3 EN ISO 20347:2012 clausola 6.4.2 EN ISO 20347:2012 clausola 7 EN ISO 20347:2012 clausola 8.1 EN ISO 20347:2012 clausola 8.2.1 EN ISO 20347:2012 clausola 8.2.2 EN ISO 20347:2012 clausola 8.3 Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Protettori del piede e della gamba Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da alpinismo Connettori da lavoro Connettori da lavoro Connettori da lavoro Connettori da lavoro Connettori da lavoro Connettori da lavoro imbragature da alpinismo imbragature da alpinismo imbragature da alpinismo imbragature da alpinismo imbragature da alpinismo imbragature da alpinismo imbragature da alpinismo Anelli per alpinismo EN12568:2010 clausola 4.2.1 EN12568:2010 clausola 4.2.2 EN12568:2010 clausola 4.2.3 EN12568:2010 clausola 4.2.4 EN12568:2010 clausola 4.4 EN12568:2010 clausola 6.2.1 EN12568:2010 clausola 6.2.2 EN12568:2010 clausola 6.3.1 EN12568:2010 clausola 6.4 EN12275:2013 clausola 4.1 EN12275:2013 clausola 4.2.1.1 EN12275:2013 clausola 4.2.1.2 EN12275:2013 clausola 4.2.1.3 EN12275:2013 clausola 4.2.2.1 - metodo 5.3.2.2.1 EN12275:2013 clausola 4.2.2.3 EN12275:2013 clausola 4.2.3.1 EN12275:2013 clausola 4.2.3.2 EN12275:2013 clausola 6 EN12275:2013 clausola 7 EN362:2004 clausola 4.1 EN362:2004 clausola 4.2 EN362:2004 clausola 4.3 EN362:2004 clausola 4.4.1 EN362:2004 clausola 4.4.2 EN362:2004 clausola 4.6 EN 12277:2007 clausola 4.1.1 EN 12277:2007 clausola 4.1.2 EN 12277:2007 clausola 4.1.3 EN 12277:2007 clausola 4.1.4 EN 12277:2007 clausola 4.2 EN 12277:2007 clausola 6 EN 12277:2007 clausola 7 EN 566:2006 clausola 4.1 Anelli per alpinismo Anelli per alpinismo Anelli per alpinismo Anelli per alpinismo Biocombustibili Biocombustibili Biocombustibili Biocombustibili Biocombustibili Caschi da motociclismo Caschi da motociclismo Caschi da motociclismo Connector (hardware) Components and Elements Connector (hardware) Components and Elements Connector (hardware) Components and Elements Connector (hardware) Components and Elements Connector (hardware) Components and Elements Connector (hardware) Components and Elements Full Body Harnesses Full Body Harnesses Full Body Harnesses Full Body Harnesses Full Body Harnesses Full Body Harnesses EN 566:2006 clausola 4.2 EN 566:2006 clausola 4.3 EN 566:2006 clausola 6 EN 566:2006 clausola 7 EN15149-1:2010 EN14774-1:2009 EN14775:2009 EN14918:2009 EN15103:2009 ECE/ONU 22-05 clausola 7.3 ECE/ONU 22-05 clausola 7.6 ECE/ONU 22-05 clausola 7.7 ANSI/ASSE Z359.1-2007 clausola 3.2.1.2 ANSI/ASSE Z359.1-2007 clausola 3.2.1.3 ANSI/ASSE Z359.1-2007 clausola 3.2.1.4 ANSI/ASSE Z359.1-2007 clausola 3.2.1.5 ANSI/ASSE Z359.1-2007 clausola 3.2.1.6 ANSI/ASSE Z359.1-2007 clausola 3.2.1.7 ANSI/ASSE Z359.11-2014 clausola 3.1 con eccezione del punto 3.1.8 ANSI/ASSE Z359.11-2014 clausola 3.2 ANSI/ASSE Z359.11-2014 clausola 3.3.1 ad eccezione dei punti 3.3.1.2 ANSI/ASSE Z359.11-2014 clausola 3.3.2 ANSI/ASSE Z359.11-2014 clausola 5 ANSI/ASSE Z359.11-2014 clausola 6 settembre 2015 | 91 World Z.I. Villanova, 7/A 32013 Longarone (BL) Tel. +39.0437.573407 Fax +39.0437.573131 [email protected] www.dolomiticert.it Periodico di informazioni tecniche Autorizzazione del Tribunale di Belluno del 13/03/2015 Num. R.AG. 267/2015 Num. Reg. Stampa 4 Sped. in abb. Post. – 70% Filiale di Belluno Direttore responsabile Luigino Boito IN REDAZIONE: Angela Da Rolt HANNO COLLABORATO: Cristian Arboit, Nicola Conedera, Melany Dalle Ceste, Isabelle De Angeli, Roberta De Felip, Luana Fullin, Tommaso Morandin, Michele Olivier, Anna Pierobon, Luca Tamburlin, Paola Trvisson, Leano Viel COLLABORATORI ESTERNI: Giuditta Bolzonello Fabio “Rufus” Bristot ANNO I EDIZIONE 0 - SETTEMBRE 2015 Per ogni ulteriore informazione Vi invitiamo a contattare lo Staff Dolomiticert al numero +390437573407 o via mail ad [email protected] For any further information do not hesitate to contact Dolomiticert Staff on the phone +390437573407 or by e-mail info@dolomiticert