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anno I n.0 | settembre 2015
Dolomiticert world
Dolomiticert world
D
D
olomiticert è un ente di certificazione notificato a Bruxelles con
numero identificativo 2008, accreditato ACCREDIA con numero 1539,
autorizzato dal Ministero delle attività Produttive a certificare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
del capo, del corpo, le calzature di
sicurezza e sportive, gli indumenti
protettivi, i dispositivi contro l’annegamento e i dispositivi per la protezione dalle cadute dall’alto di II e III
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categoria.
Dolomiticert rilascia rapporti di prova, attestati di certificazione CE e di
conformità dei prodotti, sulla base
dei test che rispondono agli standard
nazionali, europei ed internazionali.
Dolomiticert è un laboratorio dotato
di strumentazioni all’avanguardia e
formato da un team giovane, motivato e competente.
Dolomiticert è uno dei pochi laboratori al mondo accreditato dall’UIAA
(Unione Internazionale delle Associazioni di Alpinismo), e abilitato, per
tutte le protezioni relative all’alpinismo, a rilasciarne il marchio in conformità con gli standard dell’associazione.
Dolomiticert, consapevole della
propria responsabilità nei confronti
di produttori e consumatori, è scrupoloso garante della qualità e della
sicurezza dei prodotti Dolomiticert è
sinonimo di garanzia.
olomiticert is a laboratory notified in Brussels whose ID number is 2008, it is authorized by the
Ministry of Productive Activities to
certify Personal Protective Equipment (PPE) for the head, the body,
safety and sports shoes, protective
clothing, equipment designed to
prevent drowning and devices to
protect from falls from a height of II
and III category.
Dolomiticert issues test reports,
CE and compliance certificates for
products on the basis of tests complying with national, European and
international standards.
Dolomiticert is a laboratory
equipped with stateof-the-art equipment and it has young, dedicated
and highly skilled staff.
Dolomiticert is one of few laboratories in the world accredited by UIAA
(International Mountaineering and
Climbing Federation) and it is enabled to issue its marking in compliance with the association standards
for all protectors regarding mountaineering.
Dolomiticert, aware of its responsibility towards manufacturers and
users, is a conscientious guarantor
of the quality and safety of products.
Dolomiticert means guarantee.
In questo numero
4 GUARDIAMO IN ALTO | Luigino Boito
5 LOOKING AHEAD | Luigino Boito
40 RICERCA E INNOVAZIONE | PROGETTI
RESEARCH AND INNOVATION | PROJECTS
42PRO-FIT-BOOT
43PRO-FIT-BOOT
60 UN OSSERVATORIO COSTANTE
SULLE NORME
A CONSTANT OBSERVATION POST ON STANDARDS
61LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA
NORMATIVA EN 795 E LA NUOVA UNI 11578
STANDARD EN 795 AND THE NEW UNI 11578
62THE MAIN DIFFERENCES BETWEEN
78 LABORATORIO CERTIFICAZIONE
CERTIFICATION LAB
79LINEE VITA – LE NUBI INTERPRETATIVE SULLA CORRETTA CERTIFICAZIONE SI DIRADANO
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Dolomiticert world
Guardiamo
in Alto
di Luigino Boito, Direttore Generale
C
on Dolomiticert guardiamo in alto. Dolomiticert, la
nuova rivista, interpreta il carattere e svela l’anima
della nostra terra da cui nasce: le Dolomiti. Un universo
di bellezza in cui noi operiamo. Terra di montagna che ci
incoraggia a guardare verso il cielo dove si accendono
pulsioni creative.
E’ una nuova sfida e, come tale, diceva Seneca, non si raggiunge percorrendo strade facili, ma puntando verso vie
ardite. Ad astra per aspera.
La nuova rivista è la voce di Dolomiticert, Organismo
accreditato e notificato a Bruxelles per la certificazione
dei dispositivi di protezione individuale e delle linee vita.
Prima di tutto non si è voluto fare un periodico tecnico,
che avrebbe interessato non più di 50 lettori del mondo
legato alla certificazione di prodotto.
Sì, anche questo aspetto tecnico-normativo non verrà
trascurato, ma solo come inserto specialistico.
Dolomiticert si propone invece di essere uno scrigno prezioso di riflessioni ed originali contributi di storia, etica,
cultura e costume di ambiente alpino. E le pulsioni che
può dare il mondo alpino sono potenzialmente infinite,
sia volgendo lo sguardo al passato che al divenire. Una
rivista da conservare.
L’ambizione è quella di dimostrare che anche in una zona
marginale, sotto i primi baluardi delle Prealpi bellunesi,
in Longarone, può crescere un polo tecnologico avanzato, attrattivo per il mondo produttivo internazionale. Alta
tecnologia abbinata alla forte coesione del personale,
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Dolomiticert world
selezionatissimo e motivato, vera garanzia per il futuro.
E’ una sfida complessa, di grande fatica, che non consente distrazioni, che passo dopo passo, con decisioni ed
investimenti mirati può assumere un ruolo di assoluto
rilievo nel Parco Scientifico del Nord Est.
Se questa è la missione di Dolomiticert, la rivista si propone qualcosa in più: di emozionare e di regalare momenti di ricreazione spirituale e culturale, estraniando il
lettore dagli affanni del presente, per condurlo alla fonte
di quei valori di cui tanto è radicato e ricco l’ambiente
alpino. Basta guardare in alto, dove le pendici dei monti
stillano la bellezza del creato e ogni fiore apre ai cuori
semplici ciò che Dio ha nascosto ai superbi.
E’ con questo spirito che vi porgiamo questo fiore.
Looking
ahead
di Luigino Boito, General Manager
W
ith Dolomiticert we look ahead. Dolomiticert, the
new magazine, interprets the character and uncovers the soul of the land it originates from: the Dolomites.
A world of beauty where we work. It is a mountain land,
which encourages to look towards the sky inspiring us.
It is a new challenge and, as Seneca said, it cannot be met
by going along easy ways, but only by following the daring ones. Ad astra per aspera.
The new magazine is the voice of Dolomiticert, a Body
which is accredited and notified in Brussels for the certification of personal protective equipment and safety lines.
First of all, we did not want to create a technical magazine
regarding product certification which would be interesting for no more than 50 readers in the world.
The technical-standardization aspect will not be overlooked, but it will be dealt with in a specialist supplement.
Dolomiticert aims at being a precious source of reflection
and original essays on history, ethics, culture and traditions of the Alpine environment. The inspiration the Alpine
world can give is potentially endless, both if we look at the
past and at the future. It will be a magazine to keep.
Our ambition is demonstrating that an advanced technological centre can grow also in a marginal area, at the foot
of Belluno’s Prealps, in Longarone, and it can be appealing also to international manufacturers. Our strengths are
high technology combined with the solid cohesion of our
staff, who are carefully selected and driven, and they are a
reliable guarantee for the future.
The challenge we are meeting is complex, demanding, it
does not allow for distractions and, step by step, with focused decisions and investments, it can make us take on a
role of pre-eminence in the Scientific Park of North Eastern
Italy.
If this is Dolomiticert’s role, the magazine sets itself a bigger goal: giving emotions and offering moments of spiritual and cultural recreation, by freeing the readers from the
worries of present time to take them to the source of those
values, which stand at the root of the Alpine environment
and are its wealth. It is enough just to look up, where the
mountain slopes declare the beauty of the creation and
every flower shows to simple hearts what God hides to
proud people.
It is with this friendly attitude that we offer you such flower.
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Dolomiticert world
Dolomiticert world
Il Primario del SUEM 118,
stroncato dalla SLA, ha lasciato
a tutto il Bellunese un vuoto
difficile da colmare
PIONIERE DELL’ELISOCCORSO E
DETERMINATO NEI SUOI
OBIETTIVI: ECCO IL RITRATTO
DEL TENACE ANGELO COSTOLA
di Giuditta Bolzonello
E
ra intuito e grinta. Era capacità e
determinazione nel portare avanti gli obiettivi. E che obiettivi. Non
guardava in faccia nessuno, in nome
della sicurezza della sua gente: “non
c’è prezzo che valga una vita” rispondeva a chi riteneva troppo oneroso il
costo del “suo” servizio, il Suem 118.
Angelo Costola, il primario, era tutto
questo e tanto altro.
Un cadorino talmente orgoglioso
delle sue radici da non cambiare mai
residenza, ma tanto aperto alle novità da sperimentarle per il suo chiodo fisso: l’emergenza medica. Se n’è
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andato dopo due anni di malattia, la
peggiore per chi come lui non stava
mai fermo: la SLA.
Quando si dice il destino.
Angelo Costola, di Lorenzago di Cadore, medico anestesista, prestava
la sua opera all’ospedale Rizzardi di
Auronzo, ma gli andava stretta quella dimensione, mal sopportava le limitazioni della periferia, le distanze,
le minori opportunità.
Ed ecco la prima idea.
Negli anni ‘80 era ancora operativa
l’Ulss 1 Cadore e Costola studia un
sistema di soccorso mettendo in
campo le ambulanze. Continua con
ambiziosa tenacia la sperimentazione e, forte dell’appoggio della direzione, progetta il salto di qualità nel
servizio: l’utilizzo dell’elicottero.
Da qui la seconda idea: l’eliambulanza che diventerà anche elisoccorso.
Ad accelerare il progetto di Costola è
un avvenimento eccezionale: per la
prima volta, nel 1987, Lorenzago viene scelta come luogo delle vacanze
estive del Papa.
Va da sé che il territorio deve offrire il
miglior servizio di soccorso in caso di
urgenza ed emergenza medica.
L’anno dopo inizia il servizio: il 1° giugno del 1988 l’elicottero vola sui cieli
delle Dolomiti e da quel momento
la carriera di Costola è scandita da
obiettivi perseguiti e raggiunti. Il
primario trova in Angelo Devich - responsabile provinciale del Soccorso
Alpino - il collaboratore ideale e il Cadore con il Suem si piazza alle spalle
solo del Milanese, pur non avendo
ancora il numero unico 118.
Da allora, ad accogliere Papa Giovanni Paolo II, oltre alle autorità, è il Primario del Suem, in grado di vegliare
anche sulla sicurezza del Pontefice.
Quanto a idee, Costola non lo batteva nessuno: la sua esperienza vien
esportata in tutta Italia, dove vengono copiati anche i servizi delle automediche, e delle motomediche per
superare i problemi di code nei rientri domenicali. In parallelo, lavora al
volo notturno, presentato nel 1998
all’allora Ministro della sanità Rosy
Bindi: dopo le molteplici sperimentazioni, nel 2007 vengono attivati sei
mesi di operatività in area vasta, nelle province di Belluno e Treviso. Poi
i tempi sono diventati “avari” e, purtroppo, di notte non si vola più, nonostante le tante piazzole attrezzate
allo scopo, grazie alla campagna di
sensibilizzazione che Costola puntualmente diffondeva tra cittadini
ed amministratori. Che dire poi della
massiccia diffusione dei defibrillatori
semiautomatici e della formazione
al loro uso di centinaia e centinaia di
volontari? Altre vite salvate.
Nonostante i tempi difficili, tutto
sembrava andare al meglio, tanto
che il primario si concede alla politica e nel 2004 diventa assessore provinciale.
Ma nel 2009 sogni, serenità e progetti ambiziosi si frantumano con il
fragore silente della morte contro il
Cristallo a Cortina. È il 22 agosto. In
un giro di ricognizione su una frana
dove potevano esserci delle persone
coinvolte, Falco cade: per l’equipaggio è la fine e per Costola un dolore
terribile.
Dolore che non lascia trasparire ma
che lo segna indelebilmente: nella
tragedia perde i suoi fidati collaboratori ed il collega, Fabrizio Spaziani,
che riteneva il suo erede ideale alla
guida del Suem 118.
A quella tragedia si susseguono attestazioni di stima e cordoglio, la Medaglia d’Oro al Valor Civile, il premio
San Martino e tanti altri riconoscimenti, ma quel dolore continuerà a
covare come la brace sotto la cenere.
Costola sceglie la pensione e si butta
in altre sfide: consulente, il più esperto sulla piazza, per portare il Suem
118 in regioni dove ancora non c’è.
Spera nell’appoggio dei sindaci per
la presidenza della Magnifica Comunità di Cadore, ma sarà un’altra delusione e così diventa attento osser-
vatore esterno della sanità cadorina
che inizia a perdere pezzi. Pungola
le amministrazioni locali affinché
vigilino di più e in modo adeguato
ed è questa sorta di testamento che
lascia a tutti noi che abitiamo la periferia: difendere i servizi a tutti i costi
così come ha sempre fatto Angelo
Costola, primario del Suem 118.
Se n’è andato lasciando un vuoto difficile da colmare. Così il figlio
Jacopo: “Tanti anni fa, quando ero
ancora un ragazzo, mio padre mi diceva che, quando fosse stata la sua
ora, avrebbe voluto un bel funerale,
con tanta gente al seguito. Portava
con sé la convinzione, o comunque
il timore, che se ne sarebbe andato
da giovane. Ed ha avuto un signor
funerale. Il più bel funerale della storia di Lorenzago. Tutto ciò che lui ha
seminato gli è tornato sotto forma di
stima, affetto e riconoscenza”. Così il
personale del Suem a Costola: “Oggi
il suo Falco ha voluto partecipare
alla silenziosa processione che l’ha
accompagnato verso il riposo eterno. Il rombo che squarciava l’aria ha
suscitato in tutti i presenti una forte emozione, rendendo tangibile il
frutto delle sue idee e battaglie, dei
suoi successi e dei momenti difficili.
Dopo quasi sei anni, potrà riabbracciare Marco, Fabrizio, Stefano e Dario. Arrivederci Primario, continui a
vegliarci e ad infonderci consigli da
lassù”.
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cesi, a sostegno di tesi troppo lontane per essere conciliate dalla forza dei decibel.
Lui non desisteva dal difendere i suoi incrollabili principi
gestionali ed operativi e neppure io ero disposto a cedere rispetto a quelle che ritenevo ragioni inconfutabili, da
appoggiare senza alcun “se” o “ma”: due filosofie che si
stavano confrontando in modo aspro, senza mediazione
e, soprattutto, senza finzione.
Poi, ad un tratto, dopo un lungo momento di silenzioso
impasse, un suo cenno del capo, quasi a dire di smetterla con quell’insensato dialogo lasciato più alla gola ed ai
suoi acuti che non alla riflessione. Ed un sorriso profondo ad incorniciare la frase: “Adesso proviamo a fare come
vuole il Soccorso Alpino. Ma se non funziona, si torna
indietro di corsa, e si va avanti come si fa adesso, senza
cambiare neppure una virgola. Ora vai!”.
ANGELO COSTOLA
Il ricordo di Fabio “Rufus” Bristot delegato Cnsas Dolomiti bellunesi
I
l nostro primo incontro avvenne nel suo studio dell’Ospedale Civile di Pieve di Cadore in una giornata che
ricordo particolarmente calda e solare, con il contrasto
netto del verde dei boschi sull’azzurro del cielo.
Una volta arrivato nei pressi della Centrale Operativa del
Suem 118, parcheggiai l’auto, attento a non sconfinare
dalla segnaletica orizzontale che delimitava i vari stalli.
Quindi salii le scale con una certa ansia e bussai timoroso
alla sua porta con l’incertezza propria del nuovo ruolo di
Delegato del Soccorso Alpino, che solo da qualche settimana mi accingevo a ricoprire. Teso, quasi agitato, alla
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sola idea di vederlo.
Alla fine vi furono poche, soffuse, battute di circostanza,
esternate con tono assolutamente moderato, oltremodo
pacato, e distaccato: quasi inverosimile rispetto a quanto
preconizzato, e reale motivo del mio iniziale timore reverenziale.
Il secondo incontro, invece, a distanza di qualche settimana, avvenne con modalità decisamente e profondamente diverse.
Urla al limite dell’invettiva reciproca, toni sempre più ac-
Compresi allora che avevo incontrato un uomo certamente impulsivo ed emotivo, ma anche estremamente
intelligente e forte. Un uomo caparbio e determinato
nel suo agire che gli aveva permesso di creare, seconda
in Italia dopo Bologna, la Centrale Operativa del Suem
118, ed uno dei primi servizi di elisoccorso operanti in
montagna. Servizio nato in via sperimentale nel 1984/85
e ufficializzato nel 1988, con il definitivo avvio.
della consegna del Premio San Martino al SUEM 118 e
al Soccorso Alpino. Sembrava ritornato a sorridere dopo
due mesi di autentica sofferenza, liberato di un peso insopportabile da gestire emotivamente.
E voglio anche dirgli “grazie” a nome di tutti, per quanto si è speso a favore delle fragili comunità delle nostre
Dolomiti.
Grazie Angelo. Ciao Dott. Costola.
Angelo Costola con
Papa Giovanni Paolo II
Il ricordo più autentico che ho di Angelo - che è poi la
cifra della sua storia recente - è però quello del drammatico 22 agosto 2009, a Cortina, in attesa di quattro amici
che non c’erano più, volati via con Falco.
Ricordo come Angelo rimase fermo – pietrificato - per oltre un’ora, con lo sguardo perso tra il cielo ed il Cristallo,
tra il passato ed un impietoso futuro che c’era già, ma che
non poteva accettare: sembrava quasi guardasse l’immagine di un figlio volato via per sempre.
In quest’occasione, però, voglio ricordarlo con la gioia sul
viso e con la serenità nel cuore che svelò a tutti il giorno
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Dolomiticert world
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sons, to be backed up without any “ifs” nor “buts”: two philosophies which were facing each other in a harsh way,
without mediation and, above all, without pretence.
Then, suddenly, after a long moment of silent impasse, he
nodded, almost as if he were saying to stop that foolish
dialogue led by our loud voices rather than by reflection.
And then he smiled and said: “Now let’s try and do things
as the Mountain Rescue wants them. But if it doesn’t work,
we’ll double back right away and do things as we do them
now, without changing a word. Now go!”.
ANGELO COSTOLA
As Fabio “Rufus” Bristot remebers him
W
e first met in his office at Pieve di
Cadore Hospital in a day which
was particularly hot and sunny, with
the green woods silhouetted against
the blue sky.
Once I got near the Suem 118 Operation Headquarters, I parked my car
carefully to avoid going out of the
parking markings.
Then I climbed the stairs with a certain
anxiety and I knocked timidly on his
door with the uncertainty due to my
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new position of Mountain Rescue Delegate, which I had been holding only
for some weeks. I was tense, almost
worried only at the idea of meeting
him.
In the end there were only few, soft and
suitable words, said in an absolutely
moderate, very calm and detached
tone: it was almost improbable if compared with what I had expected, which
was the real reason of my initial awe.
Our second meeting, some weeks
later, took place in a decidedly and
deeply different way.
Screams sailing close to tirades
against each other, more and more
heated tones, supporting arguments
too far away to be reconciled by the
strength of decibels.
He didn’t give up defending his firm
managing and operational principles,
and neither was I ready to surrender
what I believed were indisputable rea-
And I would also like to say “thanks” to him on behalf of everybody, for all he did in favour of the fragile communities of
our Dolomites.
Thank you Angelo. Goodbye Dr Costola.
Then I understood that I had met a man who was certainly
impulsive and excitable, but also extremely intelligent and
strong. He was a man who was stubborn and determined
in his actions, and these qualities had made it possible for
him to set up the second Operation Headquarters in Italy
after Bologna’s and one of the first helicopter rescue service working in a mountain area. The service was set up
experimentally in 1984/85 and made official in 1988 with
the definitive start.
My most genuine memory of Angelo – which was also
a key moment in his recent history - is that of 22nd August 2009 in Cortina, a dramatic day spent waiting for
four friends who were no more, flown away on helicopter
Falco.
I remember how Angelo stood still – petrified - for over an
hour, looking up between the sky and Mount Cristallo, between the past and a ruthless future, which was already
present but he could not accept: he seemed to be looking
at the picture of a child flown away forever.
On this occasion, I would like to remember him on the
day in which SUEM 118 and the Mountain Rescue were
awarded Premio San Martino, when he showed everyone
joy on his face and peace in his heart. He seemed to be
smiling again after two months of real grief, relieved of a
load which was unbearable to manage emotionally.
Angelo Costola in una
delle sue rare apparizioni
pubbliche
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Dolomiticert world
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OLTRE OGNI LIMITE
Sciare-Guida Tecnica all’Acquisto 2005/2006
"Gli sci di nuova generazione permettono prestazioni impensabili fino a qualche stagione fa. Nell'immagine vediamo Simone
Stiletto agli Ski Test impegnato in un'uscita "al limite", che ci fa
intuire quanto si possa "tirare" con questi sci".
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Dolomiticert world
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Questa rubrica é riservata ai gioielli delle nostre terre. La prossima vedrà protagonista Mattia
Bortoluzzi, Pony 6 della PAN,
Pattuglia Acrobatica Nazionale,
le grandi Frecce Tricolori orgoglio d’Italia, per intenderci.
In questo primo numero dedichiamo lo spazio a Simone Stiletto, un talento incredibile che
nel sangue aveva i paletti dei
tracciati dove oggi allena le giovani promesse conducendole
alla Nazionale.
Buona lettura!
SIMONE “STILLO” STILETTO
MAESTRO A 19 ANNI
E ALLENATORE A 21
“Ciao Simone, non ti si vede mai,
sei sempre in ferie”, quante volte ha
sentito pronunciare queste parole
dai suoi compaesani tambresi, ignari del mondo che, da 11 anni, gestisce con minuziosa precisione e con
la severità di un guru.
Simone Stiletto, classe 1970, affronterà nel prossimo inverno la dodicesima stagione come Istruttore del
Comitato Alpi Centrali, fucina di at-
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leti pronti per volare ai vertici dello
sci mondiale.
Ma vediamo la sua storia.
Simone nasce in Lussemburgo, da
madre egubina e papà tambrese
doc, ma presto ritorna nella terra
paterna perché i genitori iniziano la
gestione di una pizzeria nella piccola frazioncina di Pianon, dove però,
al tempo, si stagliava imponente
una pista da sci con l’arrivo all’in-
gresso del locale.
A Simone il talento scorre nelle
vene. Inizia a sciare “grandicello”, a 7
anni, rivelando da subito la propensione a puntare i pali e ad aggredire
i tracciati.
A 10 anni entra nello Sci Club Alpago e nelle sue categorie fa tabula
rasa.
Il comitato Veneto lo adocchia, passa un mese a Roma con il suo mister,
Roberto Fullin, per le selezioni dirette dalla capitale.
Fino a 17 anni, compete, conosce
e si lega ad atleti dai nomi illustri
come la Compagnoni e Ghedina. La
storia dello sci degli ultimi anni.
Poi la svolta. L’astro non più nascente, ma consolidato, dopo alcune tristi vicende, decide di destinare agli
altri le sue abilità. Diventa nel 1989
maestro di sci e, primo in Italia per
l’età, nel ‘91 è allenatore.
Marcia dritto e impartisce trucchi
e suggerimenti a tutti i suoi allievi.
Trasmette grinta, tenacia e passione. Il mago In pista, diventa il mago
dei suoi ragazzi in pista.
Il Comitato Alpi Centrali, lo adocchia, lo coccola e lo strappa a tutti
per portarlo a casa...La loro casa
lombarda, dove Franco Zecchini,
magistrale Presidente, stabilisce
subito gli obiettivi e striglia Simone
fino a caricarlo al massimo.
Tra le tante stelle nella galassia di
Simone, Roberto Nani, che ha esordito in coppa del mondo, ha lasciato al suo coach SIMONE “STILLO”
STILETTO una foto con dedica visti
i risultati raggiunti.
Trasferte estive, stagioni invernali,
l’allenatore della squadra maschile
del comitato, con sacrifici e testa
bassa, continua a mettere anima e
corpo per infondere nei ragazzi di
oggi i suoi valori e le sue capacità!
Grande Simone!
SOPRA
la foto con dedica di
Roberto Nani
SOTTO
Simone Stiletto premiato
con Maurilio De Zolt come
miglior atleta bellunese
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Il sottosegretario Simona Vicari,
ospite di Dolomiticert-Certottica, detta la tabella di marcia
per il primo grande piano straordinario a tutela dei prodotti
italiani e assicura incentivi per
le imprese.
Il Sottosegretario di
Stato Sen. Simona Vicari
in visita al laboratorio di
Certottica, in compagnia
del Direttore Tecnico,
Giorgio Sommariva
MADE IN ITALY
SOTTO ATTACCO
“I
l made in Italy” è uno dei brand
più famosi, riconosciuti e apprezzati al mondo, eppure questa sua
forza è anche la sua debolezza, risultando costantemente sotto attacco,
invidiato e copiato.
Col Patent Box abbiamo cercato di
tutelare i marchi e brevetti creando
un felice connubio tra agevolazioni
fiscali e tutele. Da quest’anno infatti, grazie all’Investment Compact, le
imprese possono beneficiare dell’esclusione dalla base imponibile delle imposte sui redditi e dell’IRAP di
una quota del reddito derivante
dall’utilizzo indiretto di opere dell’ingegno, di marchi e brevetti del 30%
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che nel 2017 arriverà progressivamente al 50%.”
A dirlo è il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari che
a Dolomicert World spiega le azioni
che il Governo sta intraprendendo
per rilanciare il “made in Italy” attraverso un piano straordinario introdotto con il decreto SbloccaItalia del
settembre 2014.
Per le aziende dell’occhialeria e dello
Sportsystem, che ruotano attorno a
Dolomiticert-Certottica, si tratta di
uno strumento in più per confermare
la bontà dei propri prodotti di fronte
a un mercato fatto troppo spesso di
grandi numeri ma di scarsa qualità.
“Con lo SbloccaItalia”, spiega Simona
Vicari, ospite di Dolomiticert, “il Governo vuole potenziare la presenza
delle imprese italiane, soprattutto
Pmi, sui mercati internazionali. Quello che vogliamo portare avanti è un
vero e proprio piano per la promozione straordinaria dell’Italia mirato
all’internazionalizzazione ma anche all’attrazione degli investimenti
esteri nel nostro Paese”.
Tra le linee prioritarie di intervento,
il Piano identifica la formazione e
messa a disposizione delle impre-
se di temporary export manager
(esperti in management internazionale), la realizzazione di campagne
di comunicazione contro il fenomeno dell’Italian sounding, il rafforzamento dell’immagine del Made
in Italy in quelli che sono chiamati
“mercati di attacco”, il sostegno ad
alcune fiere settoriali italiane caratterizzate da particolare visibilità a
livello internazionale, accordi con
le reti di distribuzione estere, senza
dimenticare Expo. “Da ultimo, voglio
ricordare che il Ministero dello Sviluppo Economico di recente ha messo a disposizione singoli voucher a
fondo perduto di 10mila euro per
l’inserimento in azienda di un temporary export manager per almeno
sei mesi. Le istanze potranno essere
presentate dalle pmi interessate a
partire dal 22 settembre 2015. Non
mancherà supporto per chi vorrà
investire nel commercio elettronico”
annuncia il sottosegretario.
aziende che oggi si affacciano all’estero solo abitualmente”.
Del resto, è il mercato a imporre una
internazionalizzazione a tappe forzate. Nei prossimi 15 anni si stima
che la classe media aumenterà di
800 mila unità: “Si tratta di un mercato molto vicino al modello di specializzazione produttiva dell’export
italiano”, rimarca il sottosegretario
allo Sviluppo economico.
Il piano straordinario è già partito: sono
in atto le prime campagne promozionali
e quelle contro l’Italian sounding.
Soggetto attuatore di tutta questa
operazione è l’ICE, che, a sua volta, sta
attraversando una profonda fase di
razionalizzazione ed efficientamento:
“Nell’ultimo triennio sono stati ridotti
del 25% i costi di struttura, passati da
106 ad 80 milioni di euro. Sono state
riviste anche alcune sedi all’estero
con l’apertura di uffici in zone prima
non coperte ma che oggi sono importanti mercati emergenti”.
Gli obiettivi sono ambiziosi, la stessa
Vicari snocciola dati significativi:
“Incrementare il volume dell’export
è una assoluta priorità, specialmente
in quei mercati esteri dove il potenziale è maggiore. Abbiamo previsto l’incremento dei flussi di export
di beni e servizi per un valore di 50
miliardi di euro. Grazie al pacchetto di incentivi previsti dal Governo
puntiamo, in particolare, a rendere
abituale e stabile l’export di quelle
Strettamente connesso al Made in
Italy è il supporto alla tutela e valorizzazione economica dei titoli della
proprietà industriale.
“Sostenere l’innovazione significa
tutelare il Made in Italy. Il Ministero
dello sviluppo economico ha negli
ultimi anni ideato e messo in campo
specifici incentivi per complessivi 55
milioni di euro; “Brevetti +”, “Disegni
+”, “Disegni + 2” e “Marchi +”. Questi
strumenti saranno rivitalizzati prevedendo tra l’altro la messa a punto di
una nuova misura specificatamente
dedicata alla valorizzazione dei cosiddetti marchi storici. Con un mix tra
i nuovi strumenti e quelli già consolidati vogliamo aprire una nuova fase
di sostegno alle nostre imprese. Importante, a questo riguardo, è anche
la lotta alla contraffazione che il Ministero dello Sviluppo economico e
il Cnac – che presiedo- hanno ingaggiato. Tutti gli effetti discorsivi che la
contraffazione provoca sul mercato
hanno inevitabilmente effetti devastanti sulla concorrenza. Sono due
facce della stessa medaglia: la tutela
della proprietà industriale è non solo
un presidio di sicurezza e garanzia
di qualità per il consumatore finale ma anche una grande occasione
per il Paese per crescere e rilanciarsi.
A breve il Ministero dello Sviluppo
Economico e il Ministero dell’Interno presenteranno le “linee guida in
materia di prevenzione e contrasto
al fenomeno della contraffazione”
che mirano a implementare le due
Direttive del Ministro Alfano dell’8
agosto e del 19 novembre nonché le
strategie messe in campo dal CNAC
in materia di enforcement, al fine
di promuovere il massimo coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionalmente interessati, soprattutto in
ambito locale, alla lotta alla contraffazione”, conclude Vicari.
settembre 2015 | 17
Dolomiticert world
Dolomiticert world
Vuoti normativi, vigilanza
del mercato, e iniziative
dal versante russo:
questi i problemi che
attanagliano il mondo
dell’abbigliamento
da motociclismo che
sta vivendo una fase
piuttosto intricata.
Per Dolomiticert ha risposto ai più importanti quesiti Federico Vitale, International Affairs
and Regulatory Affairs Manager di CONFINDUSTRIA ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo
Motociclo Accessori.
Può illustrarci la proposta che
ANCMA ha presentato al Governo
per incrementare l’utilizzo dei DPI
e quali sono le motivazioni della
stessa?
Confindustria ANCMA ha proposto
l’introduzione di agevolazioni fiscali
per favorire l’acquisto di abbigliamento protettivo da parte di conducenti e passeggeri di ciclomotori,
scooter e motocicli.
L’Italia è il Paese europeo a più alta
densità di veicoli motorizzati a due
ruote circolanti: per questo la riduzione dell’incidentalità di ciclomotori e motocicli assume grande
importanza. Un utilizzo più diffuso
dell’abbigliamento protettivo da
parte dei motociclisti consentirebbe
un significativo abbattimento della
18 | settembre 2015
gravità e del numero delle lesioni.
Invece, la diffusione di alcuni capi di
abbigliamento tecnico è piuttosto
marginale, sia per motivi di ordine
economico, sia per la resistenza culturale diffusa tra gli utenti dei mezzi
a due ruote.
L’introduzione di sgravi fiscali favorirebbe un maggiore utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale,
con evidenti ricadute positive sulle
conseguenze degli incidenti, quali la
riduzione delle fatalità e la mitigazione delle lesioni.
E’ evidente, a questo punto, che
l’impegno richiesto alle pubbliche
finanze, sarebbe ampiamente compensato: da un lato, grazie agli sgravi
fiscali, si registrerebbero maggiori
introiti IVA derivanti dall’incremento
delle vendite, dall’altro, la diffusione
dell’abbigliamento protettivo porterebbe ad una significativa diminuzione dei costi sociali e, in particolare, sanitari.
Il vuoto normativo destabilizzante
che si riscontra oggi nel mercato
degli indumenti da motociclismo,
palesa la necessità di stabilire nuovi disciplinari per la certificazione
dei prodotti. Secondo la Direttiva,
infatti, tali indumenti devono essere marcati CE, ma non esiste ancora
una normativa appropriata: cosa
implica questa situazione?
In primis, è necessario regolamentare il mercato degli indumenti protettivi per motociclisti in modo da
contenere la diffusione di prodotti di
scarsa qualità, che comporta ricadute assolutamente negative in fatto di
sicurezza. In secondo luogo, occorre
definire una regolamentazione congruente con la realtà dei prodotti
esistenti sul mercato: è ovvio che chi
guida uno scooter in città sul percorso casa-lavoro ha esigenze diverse
dal motociclista sportivo o dal pilota
in fuori strada.
I fabbricanti cercano di soddisfare
le diverse esigenze degli utilizzatori con una gamma di prodotti dalle
performance variabili, ma finalizzati
ad assicurare sempre il livello maggiore di protezione.
La Commissione a breve dovrà stabilire se gli indumenti che offrono
una parziale protezione contro gli
urti o contro l’abrasione sono da
considerarsi DPI: come la pensa a
tal proposito?
La possibilità di inquadrare nella legislazione europea indumenti che
offrono una primaria protezione
contro l’impatto o contro l’abrasione
tiene conto dei diversi prodotti esistenti oggi sul mercato.
Se i costruttori dovessero essere obbligati a progettare un’unica tipologia di abbigliamento protettivo per
coprire tutti i possibili rischi, il risultato sarebbe un prodotto talmente
pesante e poco confortevole che
molti motociclisti rifiuterebbero di
indossare, a scapito della sicurezza.
Occorre, pertanto, garantire un’offerta modulare di indumenti protettivi
per moto, in grado di soddisfare le
specifiche esigenze del cliente, conciliando l’obiettivo primario della sicurezza.
Un’unica categoria di indumenti col
massimo livello di protezione sarebbe controproducente e pericolosa.
Oggi non esiste un’efficace vigilanza di mercato in grado di verificare
la presenza di dispositivi non certificati o contraffatti. Dispositivi
che, oltre a essere un danno per i
produttori “seri”, sono un pericolo
concreto per gli utilizzatori: qual è
la sua opinione in merito?
Le risorse limitate a disposizione
degli Stati membri per effettuare
un’efficace vigilanza sul mercato
rappresentano il vero problema. E’
necessario trovare degli strumenti
operativi che agevolino il controllo
di mercato. Fra questi, potrebbe essere efficace un sistema di etichettatura user-friendly - simile ai certificati bianchi per l’efficienza energetica,
per intenderci - tarato sulle categorie definite nel nuovo standard CEN
13595 di prossima emanazione.
Il mercato russo: qual è la situazione per i caschi e gli indumenti da
motociclismo?
Vorrei soffermarmi in particolare sui
caschi. La decisione dell’amministrazione russa di introdurre una certificazione nazionale sui caschi moto,
non è conforme alla normativa internazionale.
Infatti, la Russia e le altre ex-repubbliche sovietiche (ad eccezione del
Kazakistan) sono firmatarie dell’Accordo Internazionale 1958 in sede
ONU/WP29, e hanno recepito il Regolamento ONU-ECE 22.05 che sono
tenute ad applicare in tutti i suoi
aspetti.
Tale Regolamento definisce le caratteristiche tecniche e le prove di
omologazione dei caschi, ed anche
la procedura di conformità e di marcatura degli stessi. La Russia non può
applicare in parallelo altre prescrizioni nazionali che prevedano una
diversa procedura di certificazione
di conformità.
Il problema che ha interessato anche
i caschi da moto, potrebbe derivare
dal fatto che fanno parte dello stesso codice doganale riguardante tutti
i diversi copricapo di sicurezza.
Dal punto di vista della conformità,
del collaudo e dell’approvazione,
le norme di riferimento ed i requisiti prestazionali sono però diversi.
Molti dei copricapo di sicurezza per
uso sportivo/ricreazionale ed anche
professionale sono regolati in Europa dalla Direttiva CEE 89/686 sui
Dispositivi di Protezione Individuale,
mentre, come abbiamo detto prima, i caschi da motociclista, che alla
prima stesura erano compresi nella
Direttiva DPI, sono stati stralciati da
essa e ora la norma di riferimento
è il Regolamento ECE/ONU nr. 22
emend. 05.
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Dolomiticert world
Dolomiticert world
Regulatory vacuum, market
surveillance and initiatives
from the Russian front: these
are the problems gripping the
world of motorcycling
clothing which is going
through quite a complex stage.
Mr Federico Vitale, International Affairs and Regulatory Affairs Manager of CONFINDUSTRIA ANCMA, (National Association of Cycling and Motorcycling Accessories) has answered
to the most important questions asked by Dolomiticert.
Could you tell us about the proposal that ANCMA has made to the
Government in order to increase
the use of PPE and which are the
reasons behind it?
Confindustria ANCMA has proposed
the introduction of tax concessions to
encourage the purchase of protective
clothing by riders and passengers of
moped, scooters and motorcycles.
Italy is the European country with the
highest density of circulating twowheel motor vehicles: this is why reducing the number of motorcycle accidents is of paramount importance. A
widespread use of protective clothing
by motorcyclists would significantly reduce the number and gravity of lesions.
On the contrary, the diffusion of this
kind of technical garments is quite
20 | settembre 2015
limited, both for economic reasons
and for the cultural resistance which is
common among motorcycle users.
Introducing tax concessions would
foster a wider use of Personal Protective Equipment, with obvious positive
effects on the consequences of accidents, such as reduction of mortality
and alleviation of lesions.
At this point it is clear that the commitment required to public finances
would be widely compensated: on the
one hand, thanks to tax allowances,
there would be higher VAT revenues
due to the increase in sales, on the
other hand, the diffusion of protective
clothing would significantly reduce
social costs, in particular health expenses.
The destabilizing regulatory vacuum, which can be found in the market of motorcycling clothing today,
reveals the need of establishing new
rules and regulations for the certification of products. Indeed, according to the Directive such garments
must bear the CE mark, but an applicable rule is still missing: what are
the implications of this situation?
First of all it is necessary to regulate
the market of motorcycling protective
clothing in order to contain the diffusion of poor quality products, which
have utterly negative consequences
on safety. Secondly, it is necessary to
set rules and regulations consistent
with the reality of products existing
in the market: obviously who rides a
scooter in town from home to work
has different needs to the sports motorcyclists or to the off-road rider.
Manufacturers try and meet the different needs of the users with a range of
products with variable performances,
which always aim at guaranteeing the
maximum level of protection.
The Commission will soon have to
establish if garments offering partial protection against impacts or
abrasion must be considered PPE:
what is your opinion?
The possibility of introducing garments which offer a primary protection against impacts and abrasion
into the European law, takes into account various products currently in
the market.
If manufacturers had to design only
one kind of protective clothing to cover all possible risks, the result would
be such a heavy and uncomfortable
product that a lot of riders would not
wear it at the expense of safety.
It is therefore necessary to guarantee a
modular offer of motorcycling protective garments, in order to meet the specific needs of customers, reconciling the
primary target of safety.
One single category of garments with
the maximum level of protection would
be counterproductive and dangerous.
Nowadays there is not an effective
market surveillance which can detect the presence of devices which
are not certified or counterfeited.
Such devices, besides damaging
“serious” manufacturers, are a concrete danger for users: what is your
opinion on the subject?
The actual problems are the limited resources Member States can use to carry
out an effective market surveillance. It
is necessary to find operative tools to
ease market controls. Among them, it
could be effective to have a user-friendly labelling system – similar to the white
certificates for energy efficiency, just to
give you an idea – based on the categories defined in the new CEN 13595
standard which will be issued soon.
The Russian market: what is the
situation for helmets and motorcy-
cling clothing?
I would like to dwell specifically on
helmets. The decision of the Russian
administration to introduce a national
certification on motorcycling helmets is
not compliant with international rules.
Indeed, Russia and the other former
Russian Republics (apart from Kazakhstan) have signed International
Agreement 1958 at UN/WP29, and
have implemented UN RegulationECE 22.05 which they must apply in all
its aspects.
Such Regulation defines the technical
features and the type-approval tests of
the helmets, as well as their compliance
and marking procedure. Russia cannot
apply other parallel national prescriptions which provide for a different compliance certification procedure.
The problem with motorcycling helmets may come from the fact that
they have the same customs code as
all other safety headgear.
Under the point of view of conformity, testing and approval, the reference
standards and the performance requirements are different. A lot of safety
headgear for sports/recreational purposes as well as those for professional
use are regulated in Europe by Directive CEE 89/686 on Personal Protective
Equipment while, as already said, motorcycling helmets, which fell within
the PPE Directive in its first version,
have been removed from it and now
their reference standard is Regulation
ECE/UN no. 22 amend. 05.
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Dolomiticert world
DAL K2 ALLE MURA
DI BASSANO:
L’ECCELLENZA
ITALIANA NELLE
CORDE GOTTIFREDI
E MAFFIOLI
U
n mondo vasto, con confini ben più dilatati rispetto
a quelli che i non addetti ai lavori possono immaginare: è il settore delle corde e dei cordami, una nicchia di
pochi produttori con incredibili potenzialità e un comune denominatore, la “specializzazione”.
In quest’edizione prenderemo in considerazione la GOTTIFREDI MAFFIOLI, azienda che da novant’anni produce
corde nel cuore di Novara.
Definirle semplicemente “corde”, però, è riduttivo: per
capire i molteplici impieghi e le svariate tipologie di prodotti è necessario ripercorrere la storia dell’azienda.
Fondata nel 1926 da una donna, la pionieristica Maria
Gottifredi - come sostegno all’industria tessile - l’azienda
è stata vera e propria protagonista di vicende che hanno
caratterizzato il nostro Paese.
Dopo l’unione con il marito Ettore Luigi Maffioli, il nome
divenne quello dei nostri tempi, ma il logo attuale cambiò proprio in occasione di un’impresa mai dimenticata e
indimenticabile.
La Gottifredi Maffioli, infatti, è stata protagonista dell’av-
22 | settembre 2015
Dolomiticert world
Gottifredi Maffioli:
ricerca e sviluppo anche
nel settore nautico
vento delle prime corde sintetiche, mai realizzate in precedenza. E queste corde, per le caratteristiche tecniche
all’’avanguardia, nel 1954 furono determinanti per il successo della spedizione italiana che conquistò la vetta del
K2. L’impresa memorabile di Achille Compagnoni e Lino
Lacedelli, ancor oggi ricordata come uno tra gli eventi
che hanno segnato l’alpinismo mondiale, si mescolò alla
vita della Gottifredi Maffioli: da allora il logo dell’azienda
è diventato la sagoma della catena dell’Himalaya, teatro
della scalata.
Da quel 1954 di tempo ne è passato, ma l’azienda ha
mantenuto due princìpi insiti nel proprio DNA: “innovazione e diversificazione”. Solo ascoltando i racconti del
patron Pierangelo possiamo capire sin dove la Gottifredi
e Maffioli si è spinta in tal senso: “All’inizio degli anni 80
ci fu un’altra fortunata occasione che riuscimmo a cogliere. Grazie alla nostra sperimentazione con il kevlar, fibra
assolutamente nuova in quel periodo, fummo incaricati
a produrre le corde da regata per “Azzurra”, la prima barca italiana a partecipare alla prestigiosa Coppa America.
Sancimmo in quel momento l’ingresso nel mondo della
nautica che ci ha portati a fornire nomi come il Moro di
Venezia, Alinghi e Luna Rossa”.
Ma la Gottifredi Maffioli è andata oltre: collabora con
la società Ardea Progetti e Sistemi, del Prof. Lino Antonio Credali, sulla messa a punto e progettazione di cavi
con fibre speciali per applicazioni strutturali in edilizia.
Tali applicazioni, mai realizzate prima, risolvono infatti
in modo semplice e di facile esecuzione problemi difficilmente superabili con tecniche tradizionali. Esempi di
impiego possiamo trovarli nella messa in sicurezza del
timpano della Basilica delle Anime Sante a L’Aquila, nel
rinforzo strutturale delle Mura di Bassano, o nella Basilica
di San Petronio a Bologna.
Mare, montagna, edilizia e molto altro: grazie al bagaglio
di esperienze acquisite, la Gottifredi Maffioli è in grado
di traslare ricerca ed innovazione sui materiali superando
gli standard e le performance.
SOPRA
Alcune corde realizzate
dall’azienda di Novara
SOTTO
Il Notiziario Artigiano del
1954, con la notizia della
trionfale impresa italiana
sul K2
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Dolomiticert world
Dolomiticert world
FROM K2 TO BASSANO
WALLS: ITALIAN EXCELLENCE
IN GOTTIFREDI MAFFIOLI
ROPES
T
he sector of ropes and cordage is a wide world, whose
boundaries are much broader than laymen may imag-
24 | settembre 2015
ine; it is a niche of few manufacturers with incredible potential and a common element, “specialization”.
In this issue we will talk about GOTTIFREDI MAFFIOLI, a
company which for 90 years has been producing ropes in
the centre of Novara.
Describing their products simply as “ropes” is reductive: in order to understand the various uses and the several kinds of
goods one has to go over the whole company history.
Set up in 1926 by a woman, the pioneer Maria Gottifredi –
as a support to the textile industry – the company became
protagonist of events which characterized the history of Italy.
After Maria married Ettore Luigi Maffioli, the company
took up its current name but the logo changed on the
occasion of a deed which has never been forgotten and
never will.
Indeed, Gottifredi Maffioli was the protagonist of the advent of the first synthetic ropes, which had never been
made before. Thanks to their cutting-edge technological
features, these ropes were decisive for the success of the
Italian expedition which conquered the top of the K2 in
1954. The momentous deed by Achille Compagnoni and
Lino Lacedelli, which is still remembered as one of the
landmarks of world mountaineering, was linked to the
history of Gottifredi Maffioli: since then the logo of the
company is the outline of the Himalaya range, scene of
the climb.
A long time has gone by since 1954, but the company has
kept two principles set in its own DNA: “innovation and
diversification”. Only by listening to Pierangelo stories
can we understand how far Gottifredi Maffioli has gone
along this way: “At the beginning of the 80s there was another important opportunity which we were able to seize.
Thanks to our experiments with kevlar, an absolute innovation at the time, we were asked to produce regatta ropes
for “Azzurra”, the first Italian sailing boat to take part in the
prestigious America’s Cup. In that moment we entered the
world of sailing which led us to supply boats such as Moro
di Venezia, Alinghi and Luna Rossa”.
But Gottifredi Maffioli has moved on: it is working with
company Ardea Progetti e Sistemi, of Prof. Lino Antonio
Credali, on the setting-up and design of cables with special fibres for structural applications in the construction
sector. Indeed, such applications, which had never been
realized before, can solve in an easy and effective way
problems which are difficult to overcome with traditional techniques. Examples of application can be found in
securing the tympanum of Basilica delle Anime Sante in
L’Aquila, in the structural reinforcement of Bassano Walls
or in Basilica di San Petronio in Bologna.
Sea, mountains, construction and much more: thanks to
its wealth of experience, Gottifredi Maffioli can transfer research and innovation on materials, and excel standards
and performances.
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Dolomiticert world
Dolomiticert world
La Valanga Azzurra in
una foto del 1974
SICUREZZA IN PISTA:
L’OPINIONE DELLA
“VALANGA AZZURRA”
C
inquant’anni in pista e non sentirli. Carattere altoatesino, creatività italiana, passione e attenzione
per i dettagli: Helmuth Schmalzl è un
concentrato di energia e disponibilità.
Il 7 gennaio 1974 entrò nella leggenda dello sci quando si classificò
quarto nello slalom gigante di Berchtesgaden, preceduto dai connazionali Piero Gros, Gustav Thöni ed
26 | settembre 2015
Erwin Stricker e seguito dall’altro
azzurro Tino Pietrogiovanna. Grazie
a questa prodezza vennero definiti
la “Valanga azzurra”, termine poi rimasto nel gergo giornalistico e nel
linguaggio comune.
Da lì una carriera inarrestabile: direttore di stazione a Piancavallo prima,
direttore tecnico dei Mondiali di sci
tra il 1994 e il 2015 poi. E’ di queste
settimane l’addio al circo bianco, ma
non chiamatela pensione. “Mi dedicherò all’alpinismo, andrò a sciare,
ma soprattutto dipingerò”, confida
con lo sguardo di chi vuole ancora
mettersi alla prova.
Ospite di Dolomiticert, Schmalzl ha
visitato i laboratori e toccato con
mano le tante attività della società
nata nel 2008 e che proprio nella certificazione e nella ricerca negli sport
invernali vede una delle sue attività
fondamentali.
Con lui abbiamo toccato tanti temi,
dalla sicurezza sulle piste all’atteggiamento degli sciatori e dei fruitori
della montagna più in generale, dalle complicanze derivanti dall’attività
agonistica alla necessità di materiali
adeguati.
“E’ da cinquant’anni che vivo in questo ambiente, ho fatto l’atleta, il direttore di stazione a Piancavallo e il
direttore tecnico. E’ un mondo affascinate e complesso”, comincia a raccontare.
Inevitabile iniziare da una panoramica sulla legge 363 del 2003, la
normativa che in Italia è andata a
regolare – per la prima volta in maniera organica – la pratica degli sport
invernali da discesa e da fondo.
“E’ una legge che introduce diversi
obblighi, molto circostanziata, ma
che allo stesso tempo non delinea in
maniera netta le responsabilità dei
vari soggetti, dallo sciatore al gestore della pista”, afferma Schmalzl. “La
legge italiana se da un lato introduce
requisiti di sicurezza generali che in
altri Paesi – anche europei - vengono
solo adottati nelle gare di Coppa del
Mondo, dall’altro lato nulla dice sui
materiali utilizzabili per la sicurezza
in pista. In America e in altri Paesi è
tutto molto più chiaro: il principio
generale è quello dell’autoresponsabilità degli sciatori e di tutti i fruitori della montagna. In queste zone
gli uomini sono completamente responsabili delle proprie azioni. Siamo davanti a due approcci comple-
tamente diversi”.
Nel nostro ordinamento c’e’ quindi il rischio di una deresponsabilizzazione dello sciatore?
“Diciamo di sì. Le piste italiane sono
protette in modo notevole ma il
punto di domanda è dove mettiamo
la responsabilità dello sciatore e del
gestore. I confini sono molto labili.
Per quanto riguarda i materiali è da
un po’ di anni che si raccolgono informazioni e si studiano le caratteristiche specifiche di come usarli in
modo proprio o improprio. C’è molto
interesse su questo fronte ma deve
essere chiaro che le diverse conoscenze oggi a disposizione derivano
dall’osservazione della realtà e delle
esperienze passate.
Di fatto, dovrebbe essere trovato il
Helmut Schmalzl: un
uomo sempre in pista
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Dolomiticert world
Dolomiticert world
Un’altra immagine della
Valanga Azzurra all’apice
del successo.
giusto equilibrio tra la responsabilità
dei gestori e quella di chi va in montagna”
La certificazione dei materiali usati in pista potrebbe essere una soluzione?
“Servono prima delle regole e ancora prima una conoscenza sempre più precisa e specifica dei materiali. Sono stati fatti sforzi diversi
per migliorare le caratteristiche del
materiale, soprattutto nel mondo
dell’agonismo. Da quando ho iniziato a lavorare in Coppa del Mondo è
triplicata la quantità del materiale a
disposizione. Aumentando l’osservazione e le esperienze si amplia la
gamma delle informazioni sulle quali possiamo contare. Tutto questo
aumento di quantità e conseguente
aumento di impegno non è appoggiato su regole e su norme tecniche
precise. Sono state fatte delle simu-
28 | settembre 2015
lazioni, ma siamo lontani dal poter
fissare una normativa. Se il nostro
obiettivo è quello di arrivare in breve
tempo a una normativa sui materiali
da usare in pista, probabilmente abbiamo chiuso il capitolo sci agonistico. E’ molto problematica la cosa: la
certificazione dovrebbe servire più
per conoscere le caratteristiche dei
materiali piuttosto che come verifica
di una norma preesistente”.
A chi fa paura la normazione?
“Ognuno sta facendo la propria parte ma la normazione richiede una
grande esperienza, che è in corso di
accumulo. I tempi non sono ancora
maturi. In questo territorio, tra Longarone e Cortina, sia in estate che in
inverno, è stata eseguita la maggior
parte dei test condotti a livello mondiale, questo anche con il coinvolgimento del vostro Istituto. L’80 per
cento dei test effettuati sul materia-
le e sulle modalità di installazione è
stato portato avanti in quest’area.
Sarà complesso arrivare a una normativa, non bisogna avere troppa
fretta: prima di arrivare a una norma
bisogna essere sicuri che la cosa sia
attuabile. Quello che serve è una
normazione sostenibile.
In una recente gara di Coppa del
mondo in solo due giorni si sono registrati 30 centimetri in meno sulla
pista: per la base delle reti, lunghe
spesso alcuni chilometri, si tratta di
una belle differenza.
Anche qui l’esperienza fa la differenza”.
Ci sono anche altri fattori che possono incidere?
“Direi di sì, a cominciare dalle problematiche di trasporto e di stoccaggio
del materiale, elementi che non vanno sottovalutati. Un materasso usato
nelle piste per l’agonismo può avere
diversi spessori e quindi essere più o
meno facile da trasportare.
Non vi è disinteresse o mancanza di
attenzione: chi produce ha un interesse economico, chi deve farne uso
ha costi notevoli e vuole che quello
che usa corrisponda a esigenze reali.
Quando parliamo di gare importanti
ci sono in ballo centinaia di migliaia
di euro: chi fa questo genere di investimenti pretende una buona qualità”.
Alcuni operatori lamentano che
spesso i lavori per le piste vengo-
no affidati a ditte non specializzate…e’ un problema?
“L’importante come in altri settori è
non andare al massimo ribasso. Se si
vuole una buona qualità dei materiali non si può scendere sotto una
determinata soglia”.
Nella sua lunga attivita’ ha riscontrato anche altre questioni che
dovrebbero essere approfondite e
studiate?
Al di là dei materiali in pista ci sarebbero approfondimenti da portare
avanti anche sui materiali utilizzati
nel vestiario e nei vari dispositivi di
protezione. Il materiale tecnico e
performante utilizzato in particolare
dagli agonisti spesso può provocare
nel medio e lungo periodo danni al
fisico degli atleti. Ecco, mi soffermerei su questi aspetti anche perché
sempre più appassionati acquistano
questi materiali altamente performanti. Anche questo va a incidere
sul benessere delle persone al pari di
una pista sicura e anche qui il principio dell’autoresponsabilità fa la
differenza”.
SAFETY ON THE SLOPE:
THE OPINION OF
“VALANGA AZZURRA”
F
ifty years on the slopes and still
sprightly. Character typical of Alto
Adige, Italian creativity, passion and
attention to details: Helmuth Schmalzl
is energetic and helpful.
On 7th January 1974 he entered into
the skiing legend when he ranked 4th
in the giant slalom in Berchtesgaden
preceded by his fellow countrymen
Piero Gros, Gustav Thöni and Erwin
Stricker and followed by another Italian, Tino Pietrogiovanna. Thanks to
this exploit they were called “Valanga
azzurra”, the Italian avalanche, and
this definition then persisted in journalistic jargon and in common lan-
guage.
That was the beginning of an unstoppable career: he became director of
Piancavallo skiing resort, team manager at the Ski World Cup from 1994
and 2015. Some weeks ago he left the
World Cup circle, but he does not want
to hear about pension. “I’ll devote my-
settembre 2015 | 29
Dolomiticert world
Dolomiticert world
Schmalzl in compagnia del
Direttore Commerciale
Dolomiticert, Tommaso
Morandin
self to mountaineering, I’ll go skiing,
but above all I’ll paint”, he says with
the look of a man who still wants to
put himself to the test.
When he was a guest at Dolomiticert,
he visited the laboratories and saw for
himself the many activities of the company which was set up in 2008 and for
which certification and research in
winter sports is one of the main activities.
We touched on many subjects with
him, from safety on the slopes to skiers’ and mountain-goers’ behaviour,
from complications of competitive
sport to the need of suitable materials.
He begins saying: “I have been living in
this world for 50 years, I have been an
athlete, the director of Piancavallo skiing resort and a team manager. It is a
30 | settembre 2015
fascinating and complex set”.
It is impossible not to begin with an
overview on Law 363 of 2003, which
in Italy regulated winter sports (alpine
and cross-country skiing) in an organized way for the first time.
Schmalzl says that “it is a law which
has introduced several duties, it is
very detailed but, at the same time,
it does not outline in a clear way the
responsibilities of the various parties,
from the skier to the slope manager”.
“If on the one hand the Italian law introduces general safety requirements
that in other countries- even European ones- are adopted only in World
Cup competitions, on the other it says
nothing about which materials to use
for safety on the slopes. In America
and in other countries everything is
much clearer: the general principle
is the self-responsibility of skiers and
mountain-goers. In these areas people
are completely responsible for their
actions. We are facing two completely
different approaches”.
DO YOU MEAN IN OUR REGULATIONS THERE IS THE RISK OF RELIEVING SKIERS OF THEIR RESPONSIBILITIES?
“I think so. Italian slopes are protected
considerably well, but the question is
what are the responsibilities of skiers
and managers? The boundaries are
very faint.
As for materials, information have
been collected and specific characteristics have been studied for some years
now, in order to know how to use them
in a correct or incorrect way. There is a
lot of interest in this subject but it must
be clear that the knowledge we have
available today comes from the observation of reality and from past experiences.
Indeed, it would be necessary to find
the right balance between the managers’ responsibility and the mountaingoers’”.
COULD THE CERTIFICATION OF MATERIALS USED ON THE SLOPES BE A
SOLUTION?
“First we need rules, and even before
that we need a more and more precise
and specific knowledge of materials.
Efforts have been made to improve
the characteristics of materials, above
all in the sector of competitive sport.
Since I began working in the World
Cup, the quantity of available material
has tripled. By increasing observation
and experience you can broaden the
range of information you can rely on.
All this increase in quantity, and the
consequent rise in commitment does
not rest on precise rules and technical standards. Some simulations have
been made, but we are far from setting a standard. If our target is getting
to a standard on materials to be used
on the slope in a short time, we have
probably closed the competitive skiing
chapter. It is really awkward: a certification should be used to get to know
the features of materials, rather than
to test a pre-existing standard”.
WHO IS AFRAID OF STANDARDS?
“Everybody is playing a role but creat-
ing a standard requires great experience, which we are gaining. The time
is not yet ripe. Both in winter and in
summer, most of the tests carried out
at world level have taken place in this
territory, between Longarone and
Cortina, also with the participation of
your Company. 80% of the tests made
on materials and on installation methods have been performed in this area.
It will be difficult to create a standard,
but you must not hurry: before getting
to a standard one must be sure that it
is enforceable. What we need is a sustainable standard.
In a recent World Cup competition in
only two days they have recorded a
decrease of 30 cm on the slope: for the
base of the nets, which are often some
kilometres long, it is a significant difference.
Also in this case, what makes the difference is experience”.
ARE THERE ALSO OTHER FACTORS
WHICH CAN HAVE A REPERCUSSION?
“I would say so, starting with problems
linked to material transportation and
storage, which must not be underestimated. A mattress used on competitive ski slopes can have different thicknesses and can be more or less difficult
to transport.
There is no lack of interest nor of care:
the manufacturers have an economic
interest, those who use the products
have a considerable price to pay and
want the product to meet their specific
needs.
When we talk of important competitions the expense is of hundreds of
thousands of Euros: who makes this
kind of investments demands good
quality”.
SOME OPERATORS COMPLAIN
THAT OFTEN WORKS ARE ENTRUSTED TO FIRMS WHICH ARE NOT SPECIALIZED…IT THIS A PROBLEM?
“As in other sectors, what is important
is not choosing the cheapest option. If
you want good quality materials, you
cannot go below a certain threshold”.
IN YOUR LONG EXPERIENCE HAVE
YOU FOUND ALSO OTHER QUESTIONS WHICH SHOULD BE ADDRESSED AND INVESTIGATED?
Besides studying materials used on
the slopes, it would be necessary to
investigate also those used in clothing
and protection devices. The technical
and high-performance materials used
especially in competitive sport may
damage the athletes’ body in the medium and long term. I would dwell on
these aspects also because more and
more amateur skiers buy this highperformance materials. This affects
the wellbeing of people as much as
a safe slope, and also in this case the
principle of self-responsibility makes
all the difference”.
settembre 2015 | 31
Dolomiticert world
Dolomiticert world
La storia di un successo
imprenditoriale e umano:
Marco Bonaiti,
patron della Kong
CINQUANT’ANNI DI LAVORO
E ANCORA TANTA VOGLIA DI
VOLARE ALTO
N
el dicembre scorso i suoi dipendenti gli hanno organizzato una
festa a sorpresa per i “primi” cinquant’anni di lavoro. Da queste parti
il “dottore”, così lo chiamano, non è
un semplice imprenditore. E’ molto
di più: è il simbolo di una generazione che ha lavorato sodo senza però
perdere di vista che tutto attorno c’è
un mondo che va ascoltato, guarda-
32 | settembre 2015
to, indagato ma soprattutto vissuto.
Marco Bonaiti, patron della Kong di
Monte Marenzo in provincia di Lecco, è un “curioso” dichiarato, uno che
non si accontenta e che ama “volare”
alto. Del resto la sua passione per gli
ultraleggeri parla più di qualsiasi altra cosa.
Dott. Bonaiti, non capita tutti i giorni
che dei dipendenti facciano la festa in senso buono si intende – ai propri
datori di lavoro. Una festa a sorpresa
poi. Che emozioni si porta dentro di
quella sera?
“Evidentemente emozionato con
il dubbio atroce che se riescono a
organizzarmi una festa a sorpresa,
chissà quante cose mi combinano di
nascosto. A parte gli scherzi, in ogni
società dove ho lavorato ho sempre
puntato sul fattore umano e sull’educazione dei giovani, entrambi imprescindibili. Ai giovani ho sempre
insegnato che ogni scelta è come un
cubo, esistono sei facce. Nella vita
non esiste il bello o il brutto, il bianco o il nero: c’è una infinita varietà di
grigi che bisogna sapere valutare ed
apprezzare”.
Vale nella vita come nel lavoro…
“Assolutamente sì e i giovani devono capirlo; per questo li lascio sempre fare nella convinzione che solo
“sbattendo” la testa contro il muro
possano maturare. Il mio compito è
quello di mettere un po’ di gommapiuma in modo che non si facciano
troppo male o che – nella peggiore
delle ipotesi – buttino giù il muro. E’
la filosofia che ho sempre applicato
nel mio lavoro di direttore generale,
figura che accomuno a quella dello
psicologo. Bisogna infatti essere un
po’ psicologi con i propri collaboratori, i propri clienti e i propri fornitori.
In un settore come il nostro, fortemente internazionalizzato, bisogna
anche capire che la psicologia di un
cinese non è quella di un americano
e che quindi le trattative vanno svolte in maniera diversa”.
L’ha sbattuta anche lei la testa?
“Come no, diciamo che ho quasi
smesso quando ho cominciato a riconoscere le varie sfumature di grigi”.
Lei però ha mantenuto uno spirito
giovane…
“La mia caratteristica principale è la
curiosità, in tutto, nel lavoro come
nella vita. Quando ho cominciato a
lavorare con la Cina ho iniziato ad indagare sul loro afflato religioso, politico, culturale. Ho cercato di capire e
di trovare delle strade per avvicinarmi con rispetto alla loro mentalità. Il
cliente deve poter avere fiducia nella
controparte, non essere considerato
solo un numero”.
Queste sue mosse però non sembrano dettate da un intento strumentale, quanto da una vera empatia…
“Esatto. Quando io vado in uno Stato
nuovo, continuo a voler capire: questo lo faccio in via primaria per mia
curiosità, poi se tutto questo può
servire dal punto di vista lavorativo è
sicuramente un vantaggio”.
Parlando di curiosità non si può non
parlare di innovazione.
“Inevitabilmente.
Personalmente
accolgo ed ascolto tutti quelli intenzionati a propormi le loro idee, ciò
capita almeno tre-quattro volte al
mese. Magari la proposta non sta in
piedi, ma io ascolto tutti. A volte mi è
capitato che un’idea peregrina si rivelasse utile, magari in altri contesti
e magari dopo qualche anno. Fortunatamente ho una buona memoria. Per fare innovazione poi occorre
saper collaborare con tutti. Come
Kong abbiamo sempre avuto un ampio confronto con gli operatori del
soccorso partendo dalle loro esigen-
ze. L’input deve venire dalle richieste
del mercato, noi dobbiamo recepirle
in maniera corretta ed aiutare ad ottimizzarle e realizzarle”.
Guardando alla vostra storia, oltre
al fattore umano è stato importante
anche il fattore territorio…
“La nostra storia è iniziata nel 1830
e si è sempre assestata su questo
meccanismo: la prima generazione
crea, la seconda mantiene e la terza
distrugge per il semplice fatto che
se è già difficile andare d’accordo
tra fratelli, figuriamoci tra cugini. Per
questo, a intervalli regolari, abbiamo
ingrandito le aziende e poi le abbiamo divise in settori non concorrenti fra loro, affidate a rami famigliari
diversi, in maniera tale da creare
sempre una nuova generazione.
settembre 2015 | 33
Dolomiticert world
Dalla Bonaiti originale sono quindi
nate tante realtà: la Kong è la linea
diretta perché i moschettoni sono
stati il nostro vero punto di forza fin
dall’inizio quando venivano utilizzati praticamente solo in agricoltura.
Abbiamo seguito l’evoluzione del
moschettone, che faceva parte della nostra tradizione, sempre con un
occhio all’innovazione: il merito è
stato inizialmente di mio padre che
ha industrializzato la fabbricazione dei moschettoni in lega leggera,
che, alla sua epoca, era un’idea semplicemente rivoluzionaria. Poi io ho
portato avanti altre innovazioni, dai
colori ai sistemi di chiusura. La Kong
è nata nella seconda metà degli anni
Settanta come scorporo del ramo
aziendale del settore moschettoni
della G.ppe & F.lli Bonaiti SpA, guardando all’internazionalizzazione e
alla crescita dell’alpinismo”.
C’è sempre stata una fortissima capacità di adattamento…
“Direi totale. La Kong non è una società, è un grossissimo artigiano. Noi
siamo in grado di ottemperare alle
esigenze dei nostri clienti anche per
un pezzo solo. In un settore come
quello del Soccorso non parliamo
mai di grandi numeri: nella migliore
delle ipotesi parliamo di un centinaio di pezzi per modello”
Questo da un lato non vi ha fatto
crescere in termini esponenziali sul
fronte quantitativo ma sicuramente
dal punto di vista qualitativo…
34 | settembre 2015
Dolomiticert world
“Se si vanno a vedere i bilanci, la
Kong è sempre cresciuta moderatamente. Non ci sono stati mai salti
pindarici, anche perché, parliamoci
chiaramente: se ci mettiamo nelle
grandi serie resta attaccato un centesimo al pezzo, conviene allora fare
girare dieci pezzi e attaccarci mille.
Puntare sulla qualità e personalizzare il prodotto”.
E’ questa la ricetta per un corretto
Made in Italy?
“Il 95 per cento di quello che esce
dalla Kong è rigorosamente made in
Italy, solo alcuni componenti – come
quelli di microfusione – arrivano
dall’estero. Trattando piccole serie o
pezzi unici siamo in grado di proporre un prodotto di qualità e di assoluta sicurezza. Quando si parla, invece,
di grandi numeri, per contenere i
costi, si tira anche sul grammo e sul
centesimo”.
Dal made in Italy al quadro normativo. Quanto incide sulla vostra attività?
“Io sono delegato italiano presso la
CEE e faccio parte di un paio di Working Group CEN (i WG sono gli organismi che scrivono e revisionano gli
standard/norme CEE dei Dispositivi
di Protezione Individuale , cioè quei
prodotti coinvolti nella sicurezza
personale) ed anche lì è sempre una
questione di giochi di potere tra i
vari stati membri o i vari produttori.
Il problema è che troppo spesso la
modifica di una norma non deriva da
reali esigenze riscontrate nella pratica, quanto da discussioni teoriche
poco connesse alla realtà. Queste
cose mi innervosiscono.
Afnor, Onorm, Din (gli istituti di normazione francese, austriaco, tedesco, ndr) ascoltano produttori e fabbricanti e non prescindono dalle loro
esigenze, mentre in Italia capita il
contrario: se un industriale va all’Uni
a chiedere una modifica viene guardato storto, come un rompiscatole.
Quando vado, per esempio, alle riunioni del Din a Berlino vedo una
forte attenzione nei confronti dei
produttori: si nota anche nell’accoglienza, dal caffè al panino per non
perdere tempo nel caso di riunioni
prolungate. All’Uni è tutta un’altra
musica: i caffè ti arrivano nei bicchierini thermos.
Io sono socio dell’Uni: l’essere socio
dà diritto a partecipare a due commissioni, partecipare ad una terza
comporta il raddoppio della quota
associativa. Si noti che la partecipazione dell’imprenditore alle varie
commissioni è assolutamente volontaria e non remunerata senza neppure un rimborso spese. E’ un sistema
che andrebbe assolutamente rivisto.
Un ultima domanda: dov’è la piccozza che le hanno regalato i suoi
dipendenti per i 50 anni di vita lavorativa?
“Nel mio studio ovviamente”.”
FIFTY YEARS OF WORK AND
STILL WILLING TO FLY HIGH
L
ast December his employees organized a surprise party for his
“first” fifty years of work. In this area
the “dottore”, as they call him, is not
just a businessman. He is much more:
he is the symbol of a generation who
has worked hard without losing sight
of the surrounding world, which must
be listened to, looked at, investigated
but ,above all, experienced.
Marco Bonaiti, owner of Kong of Mon-
te Marenzo in the province of Lecco, is
a self-confessed “curious”, he is never
satisfied and he loves “flying higher”.
In any case, his passion for microlights
speaks louder than words.
Mr Bonaiti, it is not very common
to have employees who organize
parties for their employers. And a
surprise party even. What are the
emotions of that evening that you
can remember?
“I was clearly thrilled, but I also had
the awful suspicion that, if they succeed in organizing a surprise party,
who knows how many other things
they are secretly up to. Joking apart, in
every company where I have worked
I have always stacked on the human
aspect and on the education of young
people: both aspects are essential.
I have always taught young people
The history of a business and
human success: Marco Bonaiti,
owner of Kong.
settembre 2015 | 35
Dolomiticert world
that every choice is like a cube, there
are six sides. In life there is no good or
bad, black or white: there is an endless range of grey which one should be
able to evaluate and appreciate”.
And this is true both in life and
work...
“Absolutely, and young people must
understand it; this is why I always let
them try, it is my belief that they can
mature only by “banging” their head
against a brick wall. My task is applying just a bit of foam so they don’t get
hurt too badly or that – at worst – they
don’t knock down the wall. This is the
philosophy I have always applied in
my job as general manager, a figure
I equalize to a psychologist. Indeed,
one must be a bit of a psychologist
with one’s collaborators, customers
and suppliers. In a sector such as ours,
which is highly internationalized, it is
necessary to understand that the psychology of a Chinese is not the same
as an American’s, and therefore bargaining must be carried out in a different way”.
Have you banged your head, too?
“Of course, let’s say I have almost
stopped doing it when I began recognizing the various shades of grey”.
But your spirit is still young...
“My main characteristic is curiosity,
in everything, in my job as well as in
my life. When I started working with
China, I began investigating their religious, political, cultural beliefs. I have
tried to understand and to find ways
36 | settembre 2015
Dolomiticert world
to approach their mindset respectfully. Customers must be able to trust
their counterparty, and they must not
be considered just as a number”.
These actions seems to be inspired
by true empathy and not just by a
pragmatic goal...
“That’s correct. When I go to a new
country, I go on wanting to know: I do
this first of all because of my curiosity,
then if all this can be useful in my job,
it certainly is an advantage”.
Talking about curiosity, you cannot
but talk of innovation.
“Inevitably. Personally, I welcome and
listen to all those who want to propose
their ideas to me, and this happens at
least three-four times a month. Maybe
the proposal does not hold water, but
I listen to everyone. Sometimes it has
happened that a weird idea turned
out to be useful, maybe in a different
context and maybe after some years.
Luckily I have a strong memory. Moreover, to be innovative, you must be
able to collaborate with everyone. As
Kong we have always had comprehensive communication with Mountain
Rescue operators, starting from their
needs. Inputs must come from market
demands, we must understand them
correctly and help to optimize and realize them”.
Looking back at your history, besides the human factor, also the
territory in which you moved has
been important...
“Our history began in 1830 and it has
always been based on this mechanism: the first generation creates, the
second keeps and the third destroys
for the simple fact that, if it is difficult
to get along with siblings, imagine
with cousins. This is why we have periodically enlarged the companies, and
then we have divided them into sectors which were not in competition.
We have entrusted them to different
family branches in order to create a
constantly new generation. A lot of different companies have stemmed from
the original Bonaiti: Kong is the direct
line because carabiners have been
our true strength since the beginning
,when they were used practically just
in agriculture. We have followed the
evolution of carabiners, which were
part of our tradition, keeping always
in touch with innovation: the merit
has initially been of my father, who industrialized the manufacturing of carabiners in light alloy which, in his time,
were a truly revolutionary idea. Then
I have brought about other innovations, from colours to locking systems.
Kong was set up in the second half of
the 70s as demerger of the carabiner
sector of company G.ppe & F.lli Bonaiti
SpA, aiming at internationalization
and at the growth of mountaineering”.
You have always had a very strong
ability to adjust...
“I would say total. Kong is not a company, it is a very large craftsman shop.
We can meet the needs of our customers even just for one single piece. In the
Rescue sector you will never have large
numbers: at best you can have a hundred pieces per item”.
On the one hand this has not made
you grow exponentially in quantity, but it certainly has in quality...
“If you have a look at our accounts,
Kong has always grown moderately.
There have never been abrupt changes because, to be clear, if you work with
large numbers you may gain one cent
per piece, so it is better to make ten
pieces and gain one thousand each.
Aiming at quality and customizing the
product”.
Is this the recipe for a correct Made
in Italy?
“95% of what Kong markets is strictly
made in Italy, just some components –
as those made through precision casting - come from abroad. Since we deal
with small series or one-offs we can
offer quality products which are absolutely safe. On the contrary, if you deal
with large numbers, in order to curb
spending, you cut down also on grams
and cents”.
From Made in Italy to standards.
How much do they affect your activity?
“I am an Italian delegate at EEC and I
belong to some CEN Working Groups
(WGs are the bodies which draw up
and review EEC standards/regulations regarding PPE, i.e. those devices connected with personal safety)
and, there, it is always a question of
power play among the various Mem-
ber States or manufacturers, too. The
problem is that too often the alteration of a standard does not stem from
needs found in practice, but from theoretical discussions which have little
bearing on reality. These things get on
my nerves.
Afnor, Onorm, Din (the French, Austrian and German standardization bodies, editor’s note) listen to producers
and manufacturers and they do not
set aside their needs, while in Italy the
opposite happens: if a manufacturer
goes to Uni to ask for a change, he is
given a dirty look, and considered a
pain in the neck.
For example, when I go to Din meetings in Berlin, I see they pay a lot of attention to manufacturers: this is clear
also in the reception, in the fact that
you are given coffee and a sandwich
to avoid wasting time in case of long
meetings. At Uni it is a different tune:
coffee is served in thermos cups.
I am a member of Uni: this entitles me
to take part in two commissions, if you
want to take part in a third one your
membership fee gets doubled. And
consider that the attendance of a businessman to the various commissions
is absolutely voluntary and unpaid,
you don’t even get an allowance. This
system should absolutely be changed”.
One last question: where is the iceaxe your employees have given you
for your 50 years of working life?
“In my office, of course”.”
settembre 2015 | 37
Dolomiticert world
DOLOMITICERT
all’ OUTDOOR
2015
Dolomiticert world
Hall: 11 | Stand: C37
FOTO SX:
Hans Kammerlander, leggenda
dell’alpinismo
italiano
negli
anni ‘80, con Elisabetta, moglie
di GIoacchino Gobbi, titolare di
Grivel
FOTO CENTRALE:
Manrico Dell’Agnola, fotografo
e scalatore, già collaboratore di
Dolomiticert
38 | settembre 2015
lo staff dolomiticert sarà presente
allo stand certottica hall:11 | stand:c37
settembre 2015 | 39
Dolomiticert world
RICERCA E
INNOVAZIONE
Un’equipe di preparati tecnici può
supportare le aziende nello studio
di materiali, componenti e prodotti
innovativi grazie ad apparecchiature
di prova e strumenti per la valutazione strutturale e dinamica dei dispositivi di sicurezza e degli attrezzi
sportivi e di acquisitori dati portatili
per la rilevazione sul campo delle
sollecitazioni meccaniche.
RESEARCH AND
INNOVATION
A team of skilled technician can support companies in the study of materials, components and innovative
products thanks to testing equipment
and instruments for the structural and
dynamic evaluation of safety devices
and sports gear, and to portable data
acquisition devices to detect mechanical stress in the field.
40 | settembre 2015
Dolomiticert world
progetti
L’Ufficio Europrogettazione Dolomiticert si avvale di personale specializzato in grado di accompagnare –
passo dopo dopo passo, ed in base
alle specifiche richieste – i committenti (aziende private, enti pubblici) nella presentazione di proposte
progettuali sia nei bandi regionali
che nell’ambito della cooperazione
transfrontaliera.
PROJECTS
Dolomiticert project and Europroject
area has specialized staff who can
follow the client (private companies,
public bodies) – step by step and depending on specific requests – to enter
project proposals both for regional
bids and in the sector of across-theborder cooperation.
settembre 2015 | 41
Dolomiticert world
Dolomiticert world
Tale progetto, che come leader ha
il Centro Tecnologico di Sci e Sport
Alpini di Innsbruck e come partner
Dolomiticert e l’Università di Padova, ha studiato i protocolli di valutazione delle caratteristiche anatomiche e funzionali degli utilizzatori
degli scarponi da sci, assieme alla
caratterizzazione sia meccanica che
cinematica degli scarponi stessi.
Il laboratorio Dolomiticert si è occupato del reperimento dei dati
inerenti alle casistiche di incidente
in pista per quanto riguarda gli infortuni dovuti agli scarponi da sci e
dell’attività di ricerca bibliografica
annessa, della stesura di protocolli
di prova in laboratorio cui sottopor-
re gli scarponi da sci, e dell’esecuzione di test preliminari sullo scarpone
(prevalentemente determinazione
della freccia nella mezzeria della
suola e determinazione del parametro FLEX dello scarpone).
Questo lavoro sinergico ha portato
a definire delle linee guida concrete
(disponibili dal 1° luglio) con le quali
negozi, noleggi e centri assistenza
potranno consentire allo sciatore
una scelta più mirata dello scarpone
e ottenere una migliore conoscenza
del dispositivo e della sua regolazione. Le stesse linee tecniche forniranno un aiuto ai produttori nella fase
di progettazione degli scarponi e
consentiranno di realizzare disposi-
tivi sempre più accurati in relazione
alle esigenze degli sciatori.
In prospettiva, questo consentirà
agli utenti di disporre di una scheda personale di caratterizzazione
anatomica e funzionale con cui
procedere alla scelta ottimale dello
scarpone di caratteristiche note, in
modo da ridurre i rischi di incidente e massimizzare la fruibilità degli
attrezzi in pista, a vantaggio dello
sviluppo del turismo invernale nelle
aree alpine e dei servizi di noleggio
e vendita di scarponi.
Non va poi sottovalutato che, la diminuzione degli infortuni nelle piste
da sci porterà ad una diminuzione
dei costi sociali per la collettività.
pro-fit-boot
N
el campo degli scarponi per lo sci
alpino vi sono delle motivazioni
specifiche che inducono a prendere in considerazione la possibilità
di operare per un miglioramento di
tali dispositivi al fine di diminuire il
numero di infortuni. Tali motivazioni
si possono riassumere nel seguente
modo: insufficienza di informazioni sulle reali caratteristiche degli
utilizzatori nei diversi segmenti del
settore sci alpino, assenza di una
42 | settembre 2015
metodologia unitaria di prova e di
caratterizzazione degli scarponi tra
i diversi produttori, mancanza di linee guida per la corretta selezione e
regolazione degli scarponi a seconda delle fasce di utenza. Questo porta a delle conseguenze sfavorevoli,
in quanto una scelta inefficace dello
scarpone da parte dell’utilizzatore si
traduce in una maggiore possibilità
di lesioni in pista dovute all’imperfetto mix tra sciatore, scarpone e sci.
Per tali motivi, è nato il progetto
PRO-FIT-BOOT “Metodologie integrate di caratterizzazione di scarponi da sci e sciatori per l'incremento
di sicurezza e comfort in pista - Integrierte Verfahren zur Einstufung
der Skischuhe und Skifahrer mit
dem Ziel einer Verbesserung der
Sicherheit und des Komforts auf
der Piste” inserito nel Programma
Interreg IV Italia-Austria (Cod. ID n.
6602)..
pro-fit-boot
W
ithin the field of Alpine ski boots
there are specific reasons that
lead to consider the possibility of improving these devices in order to reduce the number of accidents. Such
reasons can be summed up as follow:
insufficient information on the actual
characteristics of users in the various
segments of the Alpine ski sector, lack
of unified testing and characterization
methods of the boots among the various manufacturers, lack of guidelines
for the correct selection and regulation of the boots depending on the
users’ segments. This leads to negative consequences, since an ineffec-
tive choice of boots by the users turns
into higher likelihood of lesions on the
slopes due to the unbalanced combination of skier, ski boots and skis.
This is what stands at the basis of
the PRO-FIT-BOOT project “Integrated characterization methods of ski
boots and skiers to increase safety
settembre 2015 | 43
Dolomiticert world
and comfort on the slopes - Integrierte Verfahren zur Einstufung der
Skischuhe und Skifahrer mit dem Ziel
einer Verbesserung der Sicherheit und
des Komforts auf der Piste” within the
Interreg IV Programme Italy- Austria
(Cod. ID n. 6602)..
The Technological Centre for Skiing
and Alpine Sport of Innsbruck is the
lead partner of the project and Dolomiticert and Padua University are
partners. The project has studied the
evaluation protocols of anatomical
and functional features of ski boots
users, together with the mechanical
and kinematic characterization of the
boots.
Dolomiticert’s laboratory has been in
charge of finding data regarding the
case record of accidents on the slopes
connected with ski boots and of carrying out the relevant bibliographic research, drawing up reports for laboratory tests to be done on ski boots and
conducting preliminary tests on the
boots (mainly to determine the camber in the central part of the sole and
the FLEX parameter of the boot).
This synergetic work has led to the definition of concrete guidelines (available from 1st July) through which
shops, rental firms and service centres
will be able to offer skiers a more targeted choice of boots and get a better
knowledge of the device and its settings. The same technical guidelines
will help manufacturers in the boot
design stage and will make it possible
44 | settembre 2015
Dolomiticert world
to make devices which are more and
more suitable to the needs of the skiers.
Prospectively, this will allow users to
have a personal anatomic and functional characterization file thanks to
which they can choose the perfect
boots whose features are known. In
this way it will be possible to reduce
Attutire le cadute sulle piste da sci
è possibile? Ora sì, grazie all’Airbag
sperimentato nel progetto AIR SKI
“Sviluppo di metodologie di prova
e qualificazione di sistemi con tecnologie Airbag applicati a sciatori in
pista” Cod. ID n. 6362.
risks of accident and maximize the
use of devices on the slope, thus helping the development of winter tourism
in Alpine areas, as well as of ski boots
sale and rental services.
Let’s not forget that the reduction of
accidents on ski slopes will lead to a
decrease in social costs for society.
Is it possible to break falls on ski slopes?
Now it is, thanks to the Airbag tested
in the project AIR SKI “Development
of testing and qualification methods
of systems with Airbag technologies
applied to skiers on the slope”.
Cod. ID n. 6362.
Dipartimento di
Ingegneria Industriale
PROFITBOOT
Programma Interreg IV Italia-AustriaInterreg IV Programm Italien-Österreich
Cod. ID n. 6602
Metodologie integrate di caratterizzazione di scarponi da sci e
sciatori per l’incremento di sicurezza e comfort in pista
Integrierte Verfahren zur Einstufung der Skischuhe und Skifahrer mit dem Ziel einer
Verbesserung der Sicherheit und des Komforts auf der Piste
30 marzo 2015, ore 16.30
30.März 2015, 16.30 Uhr
Museo dello Scarpone · Vicolo Zuccareda, 5 · 31044 Montebelluna (TV)
“AIR-SKI”: UN PROGETTO PER
ATTUTIRe LE CADUTE DEGLI
SCIATORI IN PISTA
L
o studio – inserito e co-finanziato nel Programma Interreg IV Italia Austria e condotto da Dolomiticert, in
sinergia con i partner delle Università di Salisburgo e Padova - ha preso vita dalla considerazione che gli incidenti
in pista hanno raggiunto cifre esorbitanti (20-25.000 casi
a stagione nelle aree alpine italiane e 70.000 in quelle austriache).
Per questo sono stati studiati protocolli di prova per va-
settembre 2015 | 45
Dolomiticert world
Dolomiticert world
lidare i dispositivi Airbag - che vengono utilizzati attualmente soprattutto nel campo del motociclismo e che
presentano notevoli vantaggi in termini di ingombro,
comodità ed efficacia rispetto ai protettori classici - in
modo da incentivarne l’applicazione nelle discipline alpine.
L’idea, infatti, è quella di avviare l’utilizzo anche nell’ambito dello sci alpino dei protettori del corpo che seguono la tecnica dell’Airbag, in modo da favorire l’utilizzo da
parte degli sciatori di simili dispositivi per il corpo e conseguentemente di diminuire il numero di infortuni nelle
piste da sci.
Il ruolo principale di Dolomiticert è stato quello di definire i protocolli di prova per la valutazione delle caratteristiche funzionali, strutturali e di protezione degli Airbag
e di eseguire i corrispondenti test di laboratorio in base
a tali protocolli. Tale tecnologia potrà essere applicata
per proteggere quelle parti del corpo che, in caso di collisione o caduta nella pratica dello sci alpino, vengono
interessate da contusioni importanti come collo, spalla,
gomito, ginocchio, schiena.
Poi, grazie ad un’attività coordinata tra i partner, le Università di Salisburgo e Padova hanno eseguito delle prove in pista cha hanno permesso di acquisire importanti
dati necessari al secondo grande obiettivo del progetto:
caratterizzare gli sciatori sia dal punto di vista antropometrico che biomeccanico, per definire dei parametri
che gli Airbag dovranno soddisfare sia per ergonomia
che per sicurezza. I dati raccolti potranno essere utilizzati
sia dalle aziende produttrici, per lo sviluppo dei nuovi dispositivi in modo da renderli più sicuri e confortevoli, che
dagli sciatori, per la scelta di un dispositivo appropriato
alle personali caratteristiche atletiche e fisiche.
Possono essere richieste le linee guida complete dei
risultati contattando Dolomiticert via mail ad [email protected] o al numero +390437573407
“AIR-SKI”: A PROJECT TO
BREAK SKIERS’ FALLS
ON THE SLOPE
T
he study – part of and funded by Program Interreg IV Italy Austria and led by Dolomiticert together with partners from Salzburg and Padua Universities – has stemmed
from the consideration that the number of accidents on
the slopes has rocketed (20-25,000 cases every season in
Italian Alpine areas and 70,000 in the Austrian ones).
That is why testing protocols to validate Airbag devices
have been studied in order to stimulate their application
to winter sports. Such devices are currently used above all
in motorcycling and offer remarkable advantages in terms
of size, comfort and effectiveness compared to classic protectors.
Indeed, the idea is beginning to use body protectors which
apply the Airbag technique also in the field of Alpine ski, in
order to encourage skiers to use similar body devices, thus
reducing the number of accidents on ski slopes.
The main role of Dolomiticert has been defining testing
protocols to evaluate the Airbags functional, structural
and protection features and carrying out the relevant
laboratory tests based on such protocols. This technology could be applied to protect those body parts which, in
case of impacts or fall while skiing, are subject to serious
contusions such as the neck, the shoulders, the elbows, the
knees and the back.
Then, thanks to a coordinated activity among the partners, Salzburg and Padua Universities have carried out
tests on the slope which have made it possible to collect
important data necessary for the second central target
of the project: characterizing skiers under the anthropometric and biomechanical point of view, in order to set
the parameters which the Airbags must meet in terms of
ergonomics and safety. The data collected can be used
both by manufacturers to develop new devices in order to
make them safer and more comfortable, and by the skiers
to choose a device suitable to their personal athletic and
physical characteristics.
You can ask for the guidelines with the results by contacting Dolomiticert by email [email protected] or on
the phone +390437573407.
AIR SKI
Sviluppo di metodologie di prova e qualificazione di sistemi
con tecnologie Airbag applicati a sciatori in pista
Erarbeitung von Test- und Eignungsnachweismethodologien
für Systeme mit Airbag-Technik für den Einsatz auf Skipisten
Programa Interreg IV IT-AU - Progetto Cod. ID n. 6362
Vi invitiamo a confermare la Vostra partecipazione contattando Dolomiticert al
numero 0437/573407, o via mail ad [email protected]
46 | settembre 2015
Wir bitten Sie, Ihre Teilnahme zu bestätigen, indem Sie Dolomiticert unter der
Nummer 0437/573407 oder über die E-Mail-Adresse [email protected]
settembre 2015
kontaktieren
| 47
Dolomiticert world
Dolomiticert world
DAL PROGETTO SAFERALPS
UN METODO UNIFORME
PER REALIZZARE E
MONITORARE LE VIE FERRATE
U
na via ferrata con finalità didattiche sta per sorgere nella Valle
del Vajont: questo è infatti uno tra gli
obiettivi del Progetto SAFERALPS
“Studio di una Linea Guida per la
messa in sicurezza delle vie ferrate e di sentieri attrezzati nell’arco
alpino” Cod. ID 6782, finanziato nel
48 | settembre 2015
Programma Interreg IV Italia-Austria.
La ricerca, capitanata dal Soccorso
Alpino e Speleologico del Veneto –
2^ Zona Delegazione Dolomiti Bellunesi, appoggiato dall’Università
di Salisburgo, da Dolomiticert e dal
CAI Veneto, parte da una tendenza
che ha registrato un boom nella fre-
quentazione delle vie ferrate: basti
pensare che, secondo i dati raccolti,
nelle sole Dolomiti Bellunesi sono
centinaia di migliaia i passaggi degli
escursionisti che ogni anno si affidano a 40 km di cavi delle 56 ferrate e
dei 73 km di sentieri attrezzati. Ciò
accade in parallelo anche sul ver-
sante austriaco e questo ha sancito
la partnership transfrontaliera che
ha lavorato intensamente per appianare le problematiche insorte da
questo incremento massiccio degli
appassionati. L’ultimo step dello studio, infatti, è stata la stesura di una
linea guida per uniformare in tutto
l’arco alpino la realizzazione, l’installazione, il collaudo e la manutenzione dei nuovi tratti attrezzati, o di
quelli già esistenti. Proprio per questa specifica ragione, e considerate
le competenze delle Guide Alpine,
si è instaurata una forte sinergia tra
tutti i soggetti coinvolti - protagonisti della montagna veneta - che porterà indubbi benefici sul piano strettamente tecnico, e, di conseguenza,
su quello legato alla sicurezza e al
turismo.
A dare il “la” al progetto è stata un’analisi puntuale delle caratteristiche
e differenze delle vie attualmente
presenti, accompagnata dalla valutazione delle diverse modalità di
gestione. Poi i partner hanno vagliato i materiali più idonei alla realizzazione delle ferrate, puntando anche
all’ecosostenibilità degli stessi, fino
ad arrivare alla definizione dei protocolli di prova per la caratterizzazione
dei materiali e dei componenti utilizzati.
Questo si tradurrà nella caratterizzazione da una parte dei materiali
e dall’altra dell’intera struttura in
parete, così da consentire ai respon-
sabili dell’installazione e della manutenzione delle vie ferrate di avere a
disposizione uno strumento qualiquantitativo che certifica tutta la filiera delle lavorazioni atte ad aumentarne i livelli di sicurezza.
Ma dalla teoria alla pratica, il passo è
stato breve: dopo aver redatto il manuale di fondamentale importanza
per la sicurezza, il team italo-austriaco ha scelto di allestire un tratto di
via ferrata, secondo i canoni precedentemente individuati.
Come cornice all’itinerario, di comune accordo, i partner hanno eletto il
Vajont: questo per il valore simbolico del tratto, che verrà dedicato alla
memoria della tragedia.
Incaricati del collaudo saranno, ovviamente, oltre alle Guide Alpine
coinvolte nella realizzazione dei
vari tratti di via ferrata e di parte
delle prove, gli uomini del Soccorso
Alpino, che eseguiranno prove di
evacuazione e simulazioni di intervento: l’idea è di concludere il progetto – che come scadenza prevista
ha il mese di settembre 2015 - in
quest’occasione, creando un suggestivo evento aperto al pubblico.
Il beneficio che deriverà dal progetto
sarà l’accrescimento del know-how
sulle caratteristiche dei materiali,
dei componenti e di funzionalità da
parte dei responsabili della realizzazione delle vie ferrate che avranno
modo di potersi basare su una metodologia efficace ed unitaria per
l’installazione ed il collaudo di nuovi tratti attrezzati e per la revisione
di quelli già esistenti. Tali risultati
potranno essere estesi ad altre realtà legate al turismo alpino come le
palestre di roccia e gli ancoraggi su
roccia.
settembre 2015 | 49
Dolomiticert world
Dolomiticert world
FROM SAFERALPS PROJECT A
COMMON METHOD
TO REALIZE AND MONITOR
VIA FERRATAS
A
via ferrata with didactic purposes
is going to be opened in the Vajont
Valley: this is one of the aim of Project
SAFERALPS “Study of a Guideline to
implement safety measures in via
50 | settembre 2015
ferratas and assisted trails along
the Alps” Cod. ID 6782, funded by the
Interreg IV Programme Italy-Austria.
The research, led by Soccorso Alpino
e Speleologico del Veneto (Mountain
and Speleological Rescue of Veneto)
– 2nd Area Belluno Dolomites delegation, supported by the University of
Salzburg, Dolomiticert and CAI (Italian Alpine Club) Veneto, stems from
a booming trend in the use of via ferratas: just think that, according to the
data collected, in Belluno Dolomites
alone there are hundreds of thousands
of hikers who every year use the 40
km of ropes of the 56 via ferratas and
the 73 km of assisted trails. The same
trend is recorded also on the Austrian
side, this has strenghtened the crossborder partnership which has worked
hard to iron out the difficulties linked
to this massive increase in the number
of enthusiasts. Indeed, the last step of
the study is the drawing up of guidelines to unify the realization, installation, testing and maintenance of new
or already existing via ferratas and assisted trails all along the Alps. This, together with the skills of Alpine Guides,
is precisely why a strong synergy has
set in among all the parties involved,
who are the leading actors in Veneto
mountain. This partnership will surely
be beneficial under the technical point
of view and, consequently, under the
point of view of safety and tourism,
too.
The starting point of the project has
been a punctual analysis of the characteristics and differences of the existing via ferratas and trails, together
with the assessment of the various
management methods. Then the
partners have examined the most
suitable materials to realize via ferratas, by aiming at their environmental
sustainability, too, and in the end they
have defined test protocols for the
characterization of the materials and
components used.
This will turn into characterization
of materials on the one hand and of
the whole structure on the cliff on the
other. Thus, those in charge of installing and maintaining via ferratas will
have a quantitative-qualitative tool
certifying the whole process in order
to increase its safety levels.
In a short time they have moved from
theory to practice: after drawing up
the manual, which is essential for
safety, the Italian-Austrian team has
chosen to realize a stretch of via ferrata in compliance with the previously
set criteria.
Together the partners have chosen
Vajont as the location of the itinerary:
this has been done for the symbolic
value of the trail which will be dedicated to Vajont disaster.
Besides the Alpine Guides involved in
the realization of the various stretches
of the via ferrata and in some of the
checks, those in charge of the testing
will be people of the Mountain Rescue
who will carry out some evacuation
tests and mock interventions: the idea
is to close the project – whose set expiration is in September 2015 – on this
occasion, by creating an attractive
event open to the public.
The benefit of the project will be an
increase in the know-how regarding
the characteristics of materials, components and functionalities for those
in charge of realizing via ferratas, who
will be able to use an effective and unified method to install and test new
stretches and maintain the existing
ones. Such results could then be applied also to other sectors of Alpine
tourism such as practice walls and
rock anchor points.
settembre 2015 | 51
Dolomiticert world
Dolomiticert world
Fondo Europeo di
Sviluppo Regionale
IL VENETO UNA REGIONE DELL’EUROPA
Dolomiticert indaga il campo delle
tecnologie di sinterizzazione delle
polveri per un’applicazione al settore
calzaturiero: l’Istituto ha ottenuto il
finanziamento per il progetto “Sintering Technologies for Shoes” presentato nel bando 2013 del POR CRO
parte FESR 2007-2013, azione 5.1.1
“Cooperazione Interregionale” - cofinanziato dall’Unione europea, dallo
Stato Italiano e dalla Regione del Veneto in applicazione del reg.to (CE) n.
1083/06 e reg.to n. 1828/06 nonché
del Piano di Comunicazione del POR,
con capofila Dolomiticert e come
partner il Technologiezentrum Ski und
Alpinsport.
LA SINTERIZZAZIONE DELLE
POLVERI NEL SETTORE DELLE
CALZATURE
Cos’è la sinterizzazione?
Per comprendere l’ambito del progetto è necessario spiegare che con il
termine “sinterizzazione” si indicano
tutte quelle tecniche che consistono
52 | settembre 2015
nella lavorazione di speciali polveri
metalliche, mescolate con opportuni
“leganti” in modo da ottenere un oggetto compatto.
Nel processo di sinterizzazione clas-
sico, i prodotti assumono la forma
voluta attraverso un’operazione di
compattamento in uno stampo, sotto pressioni molto elevate e con una
“cottura” in forni speciali ad una tem-
peratura inferiore a quella di fusione
del componente principale. Tuttavia
,si sono sviluppate recentemente delle
tecniche alternative di sinterizzazione,
denominate “tecniche di sinterizzazione laser” che rendono possibile la produzione -in poche ore e senza l’ausilio
di stampi- di oggetti di geometria comunque complessa, direttamente dal
modello matematico dell’oggetto realizzato con l’ausilio di un sistema CAM
tridimensionale: si tratta, in definitiva,
di una tecnologia di prototipazione
rapida.
Le macchine per la sinterizzazione laser diretta delle polveri lavorano per
strati come tutte le macchine con logica additiva. Ciò è reso possibile da un
opportuno fascio laser che viene pilotato attraverso processi non presidiati
e completamente automatici. Con tali
sistemi è possibile la costruzione rapida di parti tecniche in materiali definitivi, sia di plastica che di metallo.
Nel ciclo produttivo della sinterizzazione, il punto di partenza è costituito
dalla scelta delle polveri, che possono
avere diversa composizione e granulometria e che devono essere miscelate
nelle percentuali richieste dalla composizione chimica del prodotto finale.
La scelta della composizione e del dosaggio influisce in modo determinante sulla qualità del risultato finale ed
è quindi un aspetto critico dell’intero
procedimento. Le caratteristiche di un
componente realizzato per sinterizzazione laser sono un’ottima accuratez-
za dimensionale, una buonissima finitura superficiale, ed una caratteristica
di robustezza, il tutto con la possibilità
di usufruire di un’ampia gamma di
materiali.
L
’idea progettuale è di applicare
tale tecnologia al mondo delle
calzature: il vantaggio sta nel fatto
che si possono realizzare vari componenti utilizzando diverse tipologie di polveri, liquidi o resine senza
l’utilizzo di supporto e stampi (generalmente costosi e necessari per ogni
componente differente). Inoltre, la
bassa percentuale di scarti di produzione ed il limitato livello di energia
richiesto per la fabbricazione rendono tale tecnica molto apprezzata in
ambito industriale.
Il progetto ha sinora portato a risultati importanti sui diversi piani di
azione. I soggetti coinvolti hanno
aumentato le proprie competenze
ed il lavoro svolto è risultato qualitativamente efficiente.
La fase di ricerca sui materiali e sulle
tecnologie ha offerto un complessivo incremento di know-how sia per
la stampa 3D, che per la sinterizzazione. La tecnologia più performante per l’applicazione considerata è
risultata essere la tecnologia SLS Selective Laser Sintering - che sfrutta
appunto la sinterizzazione di polveri
polimeriche per la realizzazione di
componenti.
In sostanza, un laser porta le polveri
ad una temperatura di poco inferiore a quella di fusione facendo coalescere (consolidare) le particelle di
polvere. Altre tecnologie sono state
escluse per ragioni economiche o
prestazionali. Il lavoro eseguito sui
materiali, unito a quello svolto sulle
tecnologie, ha portato a considerare i materiali per la sinterizzazione.
Scelte di tipo prestazionale e decisioni d’ordine ipo economico hanno
portato a considerare come materiali adatti allo scopo la poliammide
(PA) e il poliuretano (TPU) in quanto
elastomerico.
Lo step successivo è stato quello di
decidere quale componente fosse
necessario sviluppare, prendendo in
considerazione la calzatura protettiva per motociclisti: il pool di studiosi
ha optato per il sottopiede, punto
da cui partire per concepire l’intero
prodotto con il processo di sinterizzazione.
Per individuare le esigenze del componente è stata effettuata una caratterizzazione di tipo qualitativo e,
in seguito, sono state prodotte delle
mappature dedicate.
Uno studio approfondito è servito
ad individuare le prestazioni delle
calzature in commercio, ad aiutare
la progettazione dei componenti e a
definire degli obiettivi da raggiungere. Il lavoro è stato svolto in un’ottica
di utilizzo-adattamento delle tecnologie di sinterizzazione alla produzione di calzature, ma anche allo
settembre 2015 | 53
Dolomiticert world
scopo di migliorarne le prestazioni.
Prove caratterizzanti dedicate sono
state messe a punto per testare determinate caratteristiche ed i test
sono stati effettuati su due tipi di calzature in commercio. La fase di implementazione, studio e creazione
dei file eseguibili ha visto coinvolti i
soggetti dedicati nello studio delle
soluzioni da adottare. Diverse opzioni sono state studiate, disegnate
e poi testate per definirne le prestazioni.
È stata raccolta una notevole mole
di informazioni che si sono rivelate utili per lo sviluppo progressivo
delle varie parti, e che saranno utili
per gli sviluppi futuri. I componenti
mandati in stampa sono stati testati
secondo le metodologie prestabilite
ed i risultati per le soluzioni ritenute
più idonee sono in linea con gli ob-
Dolomiticert world
biettivi imposti inizialmente a addirittura, li superano.
Questo progetto ha dimostrato
come le tecnologie di sinterizzazione siano adatte ad un futuro impiego nella produzione di calzature
protettive per motociclismo. Il gap
prestazionale rispetto ai materiali
tradizionalmente impiegati esiste,
ma la possibilità di creare strutture
complesse (nervature, strutture alleggerite, strutture intelaiate, ammortizzanti) permette di sopperire
a questo divario che comunque si
rivela minimo. La tecnologia di sinterizzazione risulta lenta, ma la questione è soggettiva.
Una disposizione ottimale degli oggetti in macchina permette un ottimo rendimento.
Evitare di costruire stampi per i com-
SINTERING OF POWDERS IN
THE SHOE SECTOR
What is sintering?
In order to understand the scope of the
project it is necessary to explain that
54 | settembre 2015
the term “sintering” is used to describe
all the techniques which imply working with special metal powders mixed
Dolomiticert investigates the field of
technologies for the sintering of powders for an application in the shoe industry: the Body has obtained funding
for the project “Sintering Technologies
for Shoes” presented in the 2013 call
of POR CRO part FESR 2007-2013, action 5.1.1 “Interregional Cooperation”
– co-funded by the European Union,
the Italian State and Veneto Region
in pursuance of regulation (EC) no.
1083/06 and regulation no. 1828/06
as well as of the Communication Plan
of the POR, with Dolomiticert as Lead
Partner and Technologiezentrum Ski
und Alpinsport as Partner.
ponenti spinge fortemente verso la
scelta di queste tecnologie soprattutto per piccoli lotti di produzione (si pensi al settore Racing). Altro
punto di forza è la possibilità di creare strutture e componenti altrimenti
non realizzabili con altre tecnologie
(vedere il tacco a colonne ideato in
questo progetto, oppure le soluzioni
di snodo anteriore).
I componenti realizzati rappresentano la base per sviluppi futuri. Una
delle grandi potenzialità di queste
tecnologie è che le modifiche sul
componente sono facilmente realizzabili sul file eseguibile (senza quindi modificare stampi). I file eseguibili creati per questo progetto sono
quindi adattabili e modificabili, e
rappresentano un punto di partenza
immediato per i soggetti interessati.
with suitable “binders” in order to obtain a compact object.
In the classic sintering process, prod-
ucts take the desired shape through a
process of compacting in a mould, under very high pressure and a stage of
“cooking” in special ovens at a temperature lower than the fusion temperature of the main component. Nonetheless, recently alternative sintering
techniques have been developed: they
are called “laser sintering techniques”
and they make it possible to manufacture objects with a complex geometry in just a few hours and without
moulds, starting directly from the
mathematical model of the object by
using a 3D Cam system. In conclusion
it is a rapid prototyping technique.
Machines for the direct laser sintering
of powders work through successive
layers as all machines with additive
processes. This is possible thanks to a
suitable laser beam which is guided
through unmanned and completely
automatic processes. Through these
systems it is possible to manufacture
technical parts in final materials (both
plastic and metal) in a quick way.
In the sintering production cycle, the
starting point is the choice of powders
which may have a different composition and granulometry, and which
must be mixed according to the percentages required by the chemical
composition of the final product. The
choice of composition and dosage affects the quality of the final result in a
crucial way and it is therefore a critical
aspect of the whole process.
The characteristics of a component
made with laser sintering are excellent
dimensional accuracy, very good surface finish, and solidity together with
the opportunity of using a wide range
settembre 2015 | 55
Dolomiticert world
of materials.
T
he project idea is applying this
technology to the shoe sector: the
advantage is the fact that various elements can be made by using different kinds of powders, liquids or resins
without needing supports or moulds
(which are generally expensive and
different for every component). Moreover, the low percentage of rejected
items and the limited level of energy
required for manufacturing make this
technique highly appreciated in the
industrial sector.
So far the project has led to important
results on various action plans. The
parties involved have increased their
56 | settembre 2015
Dolomiticert world
skills and the work done has been
qualitatively efficient.
The research stage on materials and
technologies has offered an overall
increase in the know-how for both 3D
printing and sintering. The most performing technology for the considered
application has turned out to be SLS
technology (Selective Laser Sintering)
which exploits the sintering of polymeric powders to make components.
Essentially, a laser takes the powders
to a temperature just below fusion,
thus making the particles of powder
coalesce (consolidate). Other technologies have been excluded for economical or performance reasons. The work
carried out both on materials and
technologies has led us to take into
account which materials would be
suitable for sintering. Choices based
on performance and decisions of a
hypo-economic nature have led us to
consider materials such as polyamide
(PA) and polyurethane (TPU) since it is
elastomeric.
The following step has been deciding
which component should be developed, taking into account protective
motorcycling shoes: the pool of experts has chosen the insole, the starting point to develop the whole product through sintering.
In order to detect the needs of the
component, a qualitative characterization has been carried out, followed
by dedicated mapping.
An in-depth study has been conducted
to understand the performance of the
shoes on the market, to help planning
components and set the targets to
reach. The work has been carried out
in the perspective of using-adapting
sintering technologies for the manufacturing of shoes, but also to improve
their performances.
Dedicated characterizing tests have
been defined to assess certain features and tests have been carried out
on two kinds of shoes on the market.
The stage of implementation, study
and creation of executable files saw
the participation of parties dedicated
to the study of the solutions to adopt.
Different options have been studied,
designed and then tested to define
their performance.
A considerable amount of information useful for the progressive development of the various parts has been
collected, and it will be useful also
for future developments. The printed
parts have been tested in compliance
with the set methods, and the results
for the best suited solutions are ameliorative or in line with the targets set
initially.
This project has shown how sintering
technologies are suitable for future
use in the production of motorcycling
protective shoes. There is a performance gap compared to the materials
traditionally used in the sector, but the
possibility of creating complex structures (ribs, lighter structures, framed
and cushioning structures) makes it
possible to make up for the gap which
is nonetheless minimum. Sintering
technology is slow, but this is a subjective issue.
An optimal layout of the objects in the
machine allows for excellent performance.
Avoiding to make moulds for components leads towards the choice of
these technologies above all for small
batches (e.g. for the Racing sector).
Another strength is the possibility of
creating structures and components
which would be impossible to realize
with other technologies (see the column heel designed in this project, or
the solution for the front joint).
The components which have been
made lay the foundations for future
developments. One of the great potentials of these technologies is that
changes on the component are easy
to realize on the executable file (without having to change the moulds). The
executable files created for this project
are therefore adaptable and modifiable and are a direct starting point for
those interested.
settembre 2015 | 57
Dolomiticert world
LA RETE INNOVATIVA
REGIONALE:
UNA NUOVA
OPPORTUNITà PER
LE IMPRESE
DEL VENETO
L
a rete innovativa regionale è la grande novità introdotta dalla Legge Regionale 13 del 2014 che, contemporaneamente, ha rivisto la disciplina dei
Distretti Industriali del Veneto, portandoli da oltre 40 a 17.
Per rete innovativa regionale si intende “un sistema di imprese e soggetti
pubblici e privati, presenti in ambito regionale ma non necessariamente
territorialmente contigui, che operano anche in settori diversi e sono in
grado di sviluppare un insieme coerente di iniziative e progetti rilevanti
per l’economia regionale”.
I progetti di intervento, così li chiama l’articolo 7 della Legge, sono otto.
1 – la ricerca e l’innovazione
Ricerca e Innovazione sono, tra l’altro, gli ambiti più sostenuti – anche finanziariamente – dall’Ue nella programmazione comunitaria 2014-2020 (da Horizon 2020 ai programmi specifici per le aree alpine e transfrontaliere, come
AlpineSpace e Interreg);
2 – l’internazionalizzazione
3 – le infrastrutture
4 – Lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia ambientale
5 – La difesa dell’occupazione e lo sviluppo di nuova occupazione
6 – Lo sviluppo di imprenditorialità innovativa e di nuova o rinnovata imprenditorialità
7 – La partecipazione a progetti promossi dall’Unione Europea, anche in materia di “cluster”
8 – Ogni ulteriore iniziativa finalizzata al rafforzamento competitivo delle imprese.
58 | settembre 2015
Dolomiticert world
COME SI INDIVIDUA
UNA RETE INNOVATIVA
REGIONALE?
L’articolo 4 della Legge Regionale 13 del 2014 stabilisce che “ciascuna rete innovativa regionale è individuata con provvedimento
della giunta regionale su istanza del soggetto che rappresenta l’insieme delle imprese e dei soggetti pubblici e privati componenti la
rete stessa”.
Il soggetto “rappresentante”, stando invece all’articolo 6, 1° comma, viene individuato dalle imprese aderenti secondo le forme
del codice civile.
LE LINEE DIRETTIVE
Tra i punti salienti del regolamento ci sono:
a. la previsione di una partnership collaborativa con centri di
ricerca, Università e Istituzioni della conoscenza;
b. la coerenza della rete con gli obiettivi fissati da Regione e
Ue con la strategia della cosiddetta SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE;
c. possono partecipare alla rete anche le grandi imprese e
le aziende fuori Regione (anche se queste ultime non potranno
accedere a nessun finanziamento regionale);
Un ruolo cruciale viene riservato alla sezione Ricerca e Innovazione della Regione in collaborazione con Veneto Innovazione.
E’ quest’ultima che segue la domanda e convoca, se necessario,
i soggetti.
Ogni rete innovativa sarà inserita
nel “Catalogo regionale della Ricerca” che sarà compito di Veneto Innovazione aggiornare.
L’8 maggio scorso la Direzione competente ha emanato i decreti dirigenziali attuativi.
Lo spirito delle reti innovative era
stato illustrato dall’assessore competente Maria Luisa Coppola nel corso
di un incontro tenutosi in Dolomiticert - Certottica a Longarone davanti
a numerosi imprenditori e ai massimi rappresentanti delle categorie
economiche, dell’occhialeria e dello
Sportsystem.
Il punto 8 del Regolamento individua i punteggi per ogni voce
specifica (ad esempio l’adesione alla rete di una Università vale
3 punti, la capacità di porsi come “cluster” regionale 2 punti, il
coinvolgimento in progetti comunitari 2 punti e via discorrendo). Il punteggio massimo è di 28, quello minimo 10.
settembre 2015 | 59
Dolomiticert world
Dolomiticert world
UN
OSSERVATORIO
COSTANTE SULLE
NORME
Dolomiticert è un importante osservatorio per le aziende poiché monitora costantemente e contribuisce
alla formulazione delle norme in
vigore, partecipando ai gruppi di lavoro dei settori di interesse a livello
UNI, CEN ed ISO.
A CONSTANT
OBSERVATION
POST
ON STANDARDS
Dolomiticert is an important observation post for companies since it constantly monitors and helps to formulate the standards in force, by taking
part in working groups of the relevant
sectors at UNI, CEN and ISO level.
60 | settembre 2015
LE PRINCIPALI DIFFeRENZE
TRA LA NORMATIVA EN 795 E
LA NUOVA UNI 11578
Queste le differenze principali riscontrate:
-- La nuova normativa UNI 11578 contempla sia l’utilizzo
da parte di un operatore che da parte di più operatori, a
differenza della EN 795 che è esclusivamente per 1 utilizzatore.
-- Nella nuova normativa UNI 11578 viene data in maniera specifica la definizione di “dispositivo di ancoraggio
temporaneo, rimovibile e trasportabile” che definisce la
differenze tra un dispositivo da trattare con le classiche
EN 795 e CEN 16415 ed i dispositivi da trattare con la
nuova UNI 11578.
-- Nella nuova normativa UNI 11578 non si fa più riferimento ai dispositivi di tipo B ed E.
-- La clausola 4.1 “Generalità” presenta qualche differenza
non particolarmente sostanziale.
-- Si ha una differenza a livello di test di DEFORMAZIONE, in cui ora, a livello generale, si esegue la prova su
ogni parte del dispositivo “che non sia stato progettato
anche per l’uso in trattenuta”, non andando a specificare la caratteristica di “parte intesa a deformarsi” presente
nella normativa EN 795; per esempio, il requisito per un
tipo C secondo la EN 795 era posto nel seguente modo
settembre 2015 | 61
Dolomiticert world
“nessuna parte degli ancoraggi di estremità, ancoraggi
intermedi e punti di ancoraggio mobili DESTINATI A DEFORMARSI, deve presentare una deformazione permanente maggiore di 10 mm” mentre lo stesso requisito con
la nuova normativa UNI 11578 si presenta nel seguente
modo “nessuna parte degli ancoraggi di estremità, ancoraggi intermedi e punti di ancoraggio mobili CHE NON
SIANO STATI PROGETTATI PER L’USO IN TRATTENUTA,
deve presentare una deformazione permanente maggiore di 10 mm”.
-- Nella nuova normativa UNI 11578, per i test dinamici,
c’è la possibilità di utilizzare, con la massa da 100 kg, un
cordino con terminazioni asolate invece del classico cordino con nodi a gassa d’amante, a patto che questo venga riportato nel rapporto di prova.
-- Durante i test dinamici, prima del lancio della massa, si
richiede di abbassare la massa fino a che la cella di carico
non registra un carico minimo di 0,7 kN, mentre con la EN
795 e la CEN 16415 la massa in prova (da 100 kg o 200 kg
rispettivamente) viene rilasciata completamente (carico
fisso di circa 1000 N e 2000 N).
Dolomiticert world
-- La prova di resistenza statica per il tipo C non richiede
come punto di prova il test in corrispondenza dell’ancoraggio di estremità.
-- La marcatura è uguale a quella prevista dalla CEN
16415 ed, in aggiunta, si inserisce un obbligo di riportare
una targhetta all’accesso della copertura con delle informazioni precise (pag. 21).
-- Nelle informazioni fornite dal fabbricante si fa ora riferimento anche ad una raccomandazione circa la periodicità delle ispezioni relative non solo il sistema di ancoraggio ma anche per i controlli relativi alla struttura di
supporto ed agli ancoranti.
-- Nelle informazioni fornite dal fabbricante viene inserito l’obbligo di dichiarare il carico di rottura minimo garantito dalla fune ed il coefficiente di riduzione del carico
di rottura connesso al sistema di intestatura della stessa.
-- Nelle informazioni fornite dal fabbricante viene inserito l’obbligo di dichiarare se il dispositivo di ancoraggio è
progettato anche per l’utilizzo in trattenuta.
-- Nella nuova normativa UNI 11578 vengono inseriti dei
requisiti specifici per il rapporto di prova.
THE MAIN DIFFERENCES
BETWEEN STANDARD EN 795
AND THE NEW UNI 11578
These are the main differences found:
-- The new standard UNI 11578 considers the use by one
62 | settembre 2015
and more operators, on the contrary standard EN795 considered only one user.
-- In the new UNI 11578 there is a specific definition of “temporary, removable and transportable anchor device” which
sets out the differences between devices covered by standards EN 795 and CEN 16415 and those covered by the new
UNI 11578.
-- In the new standard UNI 11578 reference is no longer
made to devices of type B and E.
-- Clause 4.1 “General points” has some differences which
are not remarkable.
-- There is a difference in the DEFORMATION test which now,
generally, is carried out on every part of the device “which
has not been designed to be used also for retention” and
there is not a specification of “part meant to deform”, a
wording which was used in standard EN 795. For example,
in EN 795 requirements for type C said that “no parts of the
end anchor points, middle anchor points and mobile anchor points MEANT TO DEFORM, must show a permanent
deformation of more than 10mm”. In the new standard UNI
11578, the same requirement is worded as follows “no parts
of the end anchor points, middle anchor points and mobile
anchor points WHICH HAVE NOT BEEN DESIGNED TO BE
USED IN RETENTION, can have a permanent deformation of
more than 10 mm”.
-- According to the new standard UNI 11578, in dynamic
tests with 100kg mass it is possible to use a sling with eyelets
at the ends instead of the classic sling with bowline knots,
provided this is mentioned in the test report.
-- During dynamic tests, before dropping the mass, this
must be lowered until the loading cell records a minimum
charge of 0.7 kN, while according to standards EN 795 and
CEN 16415 the testing mass (100 and 200 kg respectively) is
dropped completely (dead load of about 1000 N and 2000
N).
-- The static resistance test for type C does not require to
carry out the test at the end anchor as testing point.
-- The marking is the same as provided for by CEN 16415
and, moreover, there is the obligation of applying a label at
the covering entry with specific information (page 21).
-- Now, in the information provided by the manufacturers reference is made to a warning about the regularity of
checks regarding not only the anchoring system but also
the support structure and the anchors.
-- Among the information supplied by the manufacturers it
is now compulsory to declare the minimum breaking load
guaranteed by the rope, and the coefficient of reduction of
the breaking load connected to its butting system.
-- Among the information supplied by the manufacturers
it is now compulsory to declare if the anchoring system is
designed to be used also for retention.
-- In the new standard UNI 11578 there are specific requirements for the test report.
settembre 2015 | 63
Dolomiticert world
Dolomiticert world
EN 13138-1
LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA
LA VECCHIA VERSIONE (2008)
E LA NUOVA VERSIONE (2014)
Principali differenze riscontrate:
-- Un dispositivo per il galleggiamento può esser solo un dispositivo
di classe A, B o C
-- Modificati i requisiti di galleggiabilità residua (nella versione precedente: 50% ± 10%; nella nuova versione:
non meno del 50%).
-- Nella nuova versione non ci sono
i requisiti per la migrazione di certi
elementi.
-- Nella clausola riferita ai test sulle
valvole e tappi è stato aggiunto un
riferimento ad un test aggiuntivo in
accordo con lo standard EN 156491:2009 + A2:2013, punto 5.5.
-- C’è probabilmente un errore nella
nuova versione perché non ci sono
riferimenti alla clausola “Resistenza
all’assorbimento di acqua di schiuma ed altri materiali per il galleggiamento inerenti”, ma il requisito
(quasi identico alla versione precedente) è presente nella clausola di
“Resistenza alla Perforazione”.
-- C’è anche una mancanza nella nuova versione poiché non vi è
nessun riferimento al metodo per
testare il punto 5.5.3 “Resistenza di
64 | settembre 2015
EN 13138-1
Main differences between old version (2008)
and new version (2014)
Main diffrences evaluated:
-- A buoyant device shall only be a class A, class B or class C device.
-- Modified the requirement of the residual buoyancy (old version: 50% ± 10%;
new version: not less than 50%).
-- In the new version there isn’t the requirement for migration of certain elements.
-- In the clause referred to the valves and stoppers test, it’s added a reference to an
additional test in accordance with standard EN 15649-1:2009 + A2:2013, clause 5.5.
-- There is probably a mistake in the new version because there isn’t the reference
to the clause “Resistance of foam and other inherent buoyant material to water absorption”, but there is the requirement (almost identical to the old version)
listed into the clause “Resistance to puncturing”.
-- There is probably a carelessness in the new version because there isn’t any reference to the test method to test the clause 5.5.3 “Resistance of foam and other
inherent buoyant material to compression”.
-- Some difference in the evaluation of mechanical and chemical properties of
schiume ed altri materiali inerenti di
galleggiamento alla compressione”
-- Alcune differenze nella valutazione delle proprietà meccaniche e chimiche delle marcature.
-- Aggiunta di nuovi simboli grafici
nella marcatura dei prodotti; nella
nuova versione non è possibile avere marcature in rilievo sulla superfice
(solo stampate o impresse) .
-- Aggiunta di due ulteriori informazioni alla nota informativa.
-- Modifica della tabella delle informazioni al consumatore nei punti
vendita, con l’aggiunta dei simboli
grafici in accordo con gli standard
EN 15649-1:2009 + A2:2013.
-- Alcune altre modifiche nella numerazione dei requisiti.
the markings.
-- Add new graphical symbols in the
marking of the product; in the new
version, is not permitted to have embossed markings above the mean surface (only printed or debossed).
-- Added two more information into
the attached leaflet.
-- Modified the table of the consumer
information at the point of sale, with
the addition of the graphical symbols in accordance with standard EN
15649-1:2009 + A2:2013.
-- Some other modifications in clause
numbering.
settembre 2015 | 65
Dolomiticert world
Dolomiticert world
EN 13138-2
LE PRINCIPALI DIFFERENZE TRA
LA VECCHIA VERSIONE (2008)
E LA NUOVA VERSIONE (2014)
Principali differenze riscontrate:
-- Un dispositivo per il galleggiamento può esser solo un dispositivo
di classe A, B o C.
-- Probabilmente c’è un errore al
punto 5.2 “Galleggiamento” perché il
metodo di prova si riferisce allo standard EN ISO 12402-9:2006, Allegato
B che non contiene una metodologia per valutare il galleggiamento.
-- Nella nuova versione non esistono
requisiti per la prova di “galleggiabilità residua” e la prova di “mantenimento della funzionalità”.
-- Nella nuova versione non ci sono
i requisiti per la prova di “resistenza
della schiuma e di altri materiali di
galleggiamento alla compressione”
-- Nella nuova versione non ci sono i
requisiti per la prova di “migrazione
di certi elementi”.
-- Nel punto riferito ai test per le
valvole ed i tappi, è aggiunto il riferimento ad un test aggiuntivo in
accordo con lo standard EN 156491:2009 + A2:2013, punto 5.5.
-- Alcune differenze nella valutazione delle proprietà meccaniche e chimiche delle marcature.
66 | settembre 2015
-- Aggiunta di nuovi simboli grafici
nella marcatura dei prodotti; nella
nuova versione non è possibile avere marcature in rilievo sulla superfice
(solo stampate o impresse).
-- Aggiunta di due ulteriori informazioni al foglietto informativo allegato al prodotto (nota informativa).
-- Modifica della tabella delle informazioni al consumatore nei punti
vendita, con l’aggiunta dei simboli
grafici in accordo con gli standard
EN 15649-1:2009 + A2:2013.
-- Nella nuova versione, manca l’allegato riguardante la procedura di
prova per la valutazione dell’adat-
tabilità, il mantenimento della funzionalità, i bordi, gli angoli ed i punti
attraverso il team di valutazione.
-- Alcune altre modifiche nella numerazione dei requisiti.
EN 13138-2
Main differences between old version
(2008) and new version (2014)
Main diffrences evaluated:
-- A buoyant device shall only be a
class A, class B or class C device.
-- There is probably a mistake at clause
5.2 “Buoyancy” because the test method refers to standard EN ISO 124029:2006, Annex B, which not contain a
test method for the evaluation of the
buoyancy.
-- There isn’t in the new version any requirements for the residual buoyancy
and the retention of function.
-- In the new version there isn’t the
requirement for migration of certain
elements.
-- In the clause referred to the valves
and stoppers test, it’s added a reference to an additional test in accordance with standard EN 15649-1:2009
+ A2:2013, clause 5.5.
-- There isn’t in the new version any requirement for resistance of foam and
other inherent buoyant material to
compression.
-- Some difference in the evaluation of
mechanical and chemical properties
of the markings.
-- Add new graphical symbols in the
marking of the product; in the new
version, is not permitted to have embossed markings above the mean surface (only printed or debossed).
-- Added two more information into
the attached leaflet.
-- Modified the table of the consumer
information at the point of sale, with
the addition of the graphical symbols in accordance with standard EN
15649-1:2009 + A2:2013.
-- In the new version, miss the annex
regarding procedures for testing adjustability, retention of function, edges, corners and points by assessment
panel.
-- Some other modifications in clause
numbering.
settembre 2015 | 67
Dolomiticert world
Dolomiticert world
UNA SINERGIA TUTTA
ITALIANA PER IL NUOVO
DISCIPLINARE SULL’ABBIGLIAMENTO PROTETTIVO PER
MOTOCICLISTI
“I
talian disciplinary: protective
clothing for motorcycle riders –
Safety requirements” è il nome del
nuovo disciplinare dedicato all’abbigliamento protettivo per motociclisti,
redatto da Dolomiticert in sinergia con
altri laboratori di prova e con i nomi
illustri dell’abbigliamento sportivo,
come Dainese, Alpinestars, Spike,…
Considerate le figure coinvolte, è comprensibile come questo disciplinare
sia in grado di tener conto sia delle
esigenze del mercato in ambito certificativo e legislativo, sia dei requisiti di
sicurezza che un indumento da moto
deve avere per garantire un livello di
protezione adeguato. In più, c’è da
precisare che la base di partenza del
documento è stata l’ultima versione
discussa in sede normativa dal gruppo di lavoro CEN/TC162/VG9, al quale
partecipano più di trenta produttori e
laboratori di prova di tutta Europa.
Ma torniamo al nuovo disciplinare:
la novità più importante rispetto alla
68 | settembre 2015
normativa in vigore “EN 13595:2002
Indumenti di protezione per motociclisti professionali - Giacche, pantaloni
e tute intere o divisibili” è la suddivisione degli indumenti in cinque classi.
Le prime tre sono relative agli indumenti di classe A: dall’AAA, che raccoglie quelli che detengono i valori più
elevati di sicurezza contro l’abrasione,
di resistenza delle cuciture e di resistenza contro il taglio a fronte di una
minore ergonomia e portabilità del
capo, fino alla classe A che ha un livello
di sicurezza inferiore ma maggiore ergonomia e portabilità dell’indumento.
Nella classe B si trovano gli indumenti
che offrono solamente una protezione
contro l’abrasione e nella C i dispositivi che contengono tutte le protezioni
dalla spalla alle ginocchia, ma non offrono alcuna protezione contro l’abrasione o il taglio.
Ecco le 5 classi:
-- Class AAA: Heavy-duty protective
garments;
-- Class AA: Medium-duty protective
garments;
-- Class A: Light-duty protective garments;
-- Class B: Abrasion protection garments;
-- Class C: Impact protector ensemble
garments;
PROVE
Nell’ambito delle prove, il disciplinare
introduce delle novità molto importanti:
-- Le zone di protezione sono state ridotte da 4 a 3 ed è stata introdotta una
metodologia rapida, semplice e ripetibile per la loro definizione e tracciatura
nel capo
-- E’ stata eliminata la prova di scoppio
sostituita dalla prova di trazione per le
cuciture e i materiali.
-- La prova di abrasione è stata modificata con l’adozione del metodo messo
a punto per lo standard dei materiali
da kart, che garantisce una migliore ripetibilità rispetto alla precedente presente nella vecchia normativa.
A completamento del quadro, riportiamo lo schema con i requisiti e le
caratteristiche degli indumenti nelle
5 classi.
Per ogni ulteriore informazione o
chiarimento, non esitate a contattare lo Staff Tecnico del laboratorio
Dolomiticert al numero
+390437573407
o via mail ad [email protected]
settembre 2015 | 69
Dolomiticert world
Dolomiticert world
AN ALL-ITALIAN SYNERGY
FOR THE NEW
SPECIFICATIONS FOR
MOTORCYCLE PROTECTIVE
CLOTHING
“Italian specifications: protective
clothing for motorcycle riders – Safety
requirements” is the name of the new
regulations for motorcycle protective
clothing drawn up by Dolomiticert together with other testing laboratories
and with famous manufacturers of
sports clothes such as Dainese, Alpinestars, Spike,…
If one considers the parties involved,
it is understandable how these regulations can allow both for the needs
of the market in the certification and
law sectors, and for the safety requirements that motorcycle garments must
have in order to guarantee a suitable
level of protection. Moreover, it is necessary to clarify that the starting point
of the document has been the latest
version discussed at standard level by
working group CEN/TC162/VG9, attended by more than thirty European
manufacturers and laboratories.
But let’s go back to the regulations: the
most important novelty compared to
the law in force “EN 13595:2002 Protective clothing for professional mo-
70 | settembre 2015
torcycle riders - Jackets, trousers and
one piece or divided suits” is the division of garments into five classes.
The first three regard class A clothing:
from AAA which includes those having
the highest values of safety against
abrasion, resistance of the seaming
and resistance to cut, but lower ergonomics and wearability of the garment, to class A which has a lower
level of safety but higher ergonomics
and wearability of the garment.
In class B there are garments which
offer only protection against abrasion, and in C devices which contain
all protections from shoulder to knee,
but have no protection against abrasion or cut.
These are the five classes:
-- Class AAA: Heavy-duty protective
garments;
-- Class AA: Medium-duty protective
garments;
-- Class A: Light-duty protective garments;
-- Class B: Abrasion protection garments;
-- Class C: Impact protector ensemble
garments;
TESTS
As far as tests are concerned, the specifications introduce very important
novelties:
-- The protection areas have been
reduced from 4 to 3 and a rapid, simple and repeatable method has been
introduced to define them and mark
them in the garment.
-- The burst test has been removed
and replaced with the traction test for
seaming and materials.
-- The abrasion test has been changed
with the adoption of the method set
for the standard for kart materials,
which guarantees a better repeatability compared to the previous one
included in the old standard.
To complete the outline, below you can
find the table with the requirements of
the garments in the five classes.
For any further information or explanation do not hesitate to contact
Dolomiticert laboratory Technical
Staff on the phone +390437573407
or by e-mail [email protected].
settembre 2015 | 71
Dolomiticert world
Dolomiticert world
Il CEN/TC162/VG9 studia anche i protettori del torace
a uso motociclistico: entro il 2015 il gruppo di lavoro
metterà a punto la prima versione ufficiale del progetto
di norma (“pr”) per uso motociclistico dal titolo
“prEN1621-3:2015 Motorcyclists’ protective clothing
against mechanical impact — Part 3: Motorcyclists’
chest protectors - Requirements and test methods”.
Il contenuto prevede le prove di:
-- innocuità, in accordo con la EN 13688 e la EN 11642,
-- determinazione dell’area protettiva,
-- assorbimento d’urto,
-- distribuzione,
-- ergonomia
Inoltre è prevista la verifica sia della marcatura che delle
informazioni presenti sul dispositivo.
CEN IS REVIEWING EN 13594
REGARDING MOTORCYCLE GLOVES AND
IS STUDYING CHEST PROTECTORS
IL CEN RIVEDE LA EN 13594 RELATIVA AI
GUANTI DA MOTOCICLISMO E STUDIA I
PROTETTORI PER IL TORACE
E
ntro il 12 agosto il CEN pubblicherà la nuova normativa EN 13594:2015 dal titolo “Protective gloves for
motorcycle riders - Requirements and test methods”:
questo è il frutto di lungo lavoro portato avanti dal CEN/
TC162/VG9, composto da più di trenta produttori e laboratori di prova europei.
La nuova normativa - completamente rivista rispetto alla
vecchia EN13594:2002 - ha importanti novità relative in
primis alle prove di abrasione - che dovranno seguire una
nuova metodologia e utilizzare una tipologia differente
di carta abrasiva e all’attenuazione dell’energia di impatto seguendo una nuova metodologia.
72 | settembre 2015
L’EN 13594:2015 prevede anche l’eliminazione della prova di scoppio e la modifica della procedura di prova e dei
limiti per la resistenza delle cuciture, il cambio della geometria dei coni per la prova di trattenuta, e il cambio dei
valori di resistenza per la prova di taglio.
Inoltre, come già avviene per le protezioni da motociclismo, sono stati introdotti due livelli di protezione: i guanti di livello I garantiranno una protezione inferiore, ma
una migliore vestibilità e confortevolezza, mentre quelli
di livello II, avranno un maggiore livello di protezione, a
scapito dell’ergonomia.
B
y 12th August CEN will publish the new standard EN
13594:2015 whose title is “Protective gloves for motorcycle riders - Requirements and test methods”: this is the
result of a long work carried out by CEN/TC162/VG9, made
up by more than thirty European manufacturers and testing laboratories.
The new standard – which is completely reviewed compared
to the old EN13594:2002 – has important novelties regarding first of all abrasion tests – which will have to follow a
new method and use a different kind of abrasive paper –
and impact energy reduction by following a new method.
EN13594:2015 provides also for the elimination of the burst
test and for the change of the testing procedure and of the
seaming resistance limit, for the change of geometry of the
restraint test cones and for the change of the cut test resistance values.
Moreover, as already happens for motorcycle protections,
two levels of protection have been introduced: level I gloves
will offer lower protection but better fit and comfort, while
level II gloves will have a higher level of protection to the
detriment of ergonomics.
CEN/TC162/VG9 is studying also chest protectors for motorcycle riders: by 2015 the working group will define the first
official version of the standard project (“pr”) for motorcycling whose title is “prEN1621-3:2015 Motorcyclists’ protective clothing against mechanical impact — Part 3: Motorcyclists’ chest protectors - Requirements and test methods”.
It provides for the following tests:
-- innocuousness, in compliance with EN 13688 and EN
11642,
-- determination of the protective area,
-- impact absorption,
-- distribution,
-- ergonomics
Moreover, it provides for tests both on the marking and the
information on the device.
settembre 2015 | 73
Dolomiticert world
Dolomiticert world
A FINE SETTEMBRE LA
NUOVA VERSIONE DELLA
NORMA EN 958
I
l 21 settembre 2015 scadrà la votazione relativa alla
normativa per i dissipatori di energia dal titolo “EN
958 attrezzatura da alpinismo-Dissipatori di energia
utilizzati nelle ascensioni per via ferrata-Requisiti
di sicurezza e metodi di prova/Mountaineering
equipment - Energy absorbing systems for use in
klettersteig (via ferrata) climbing - Safety requirements
and test methods”.
Nella nuova versione DRAFT prEN 958:2015 sono state
aggiunte delle importanti novità rispetto alla vecchia
normativa EN 958:2006+A1:2010.
La più importante riguarda l’introduzione dell’intervallo
74 | settembre 2015
Per la verifica dei materiali elastici, sono state aggiunte la prova di fatica (50.000 cicli) e la successiva prova di trazione:
in passato la scarsa qualità di tali materiali ha dato origine a incidenti anche mortali.
Il valore della forza alla quale il dispositivo deve iniziare a lavorare è cambiato da 1.2 a 1.3 kN.
Anche i livelli di resistenza statica sono cambiati secondo la seguente tabella:
di peso tra i 40 kg e 120 kg, entro il quale i dispositivi
potranno essere utilizzati, e che dovrà essere riportato
anche nella marcatura.
Per dimostrare che i dissipatori di energia funzionano in
questo range, sono state introdotte delle nuove masse
da 40 kg e 120 kg per le prove dinamiche (non più quella
da 80 kg).
Inoltre, al fine di verificare il funzionamento in condizioni
estreme di utilizzo, è stata introdotta la prova dinamica
anche con il dispositivo bagnato.
I valori di allungamento e di rilevamento della forza dovranno rispettare la tabella a lato.
settembre 2015 | 75
Dolomiticert world
Dolomiticert world
THE NEW STANDARD ON
ENERGY ABSORBING SYSTEMS
EN 958
S
eptember 21st 2015 is the expiry date for voting the
standard on energy absorbing systems called “EN 958
mountaineering equipment – Energy absorbing systems
for use in klettersteig (via ferrata) climbing - Safety requirements and test methods”.
and which will have to be stated in the marking, too.
In order to demonstrate that energy absorption systems
work within this range, new 40kg and 120 kg masses have
been introduced to carry out dynamic tests (excluding the
80 kg one).
In the new version DRAFT prEN 958:2015 important novelties have been added compared to old standard EN
958:2006+A1:2010.
Moreover, in order to test working in extreme usage conditions, a dynamic test on the wet device has been introduced.
The elongation value and the strength detection value will
have to comply with the following table.
The most important is the introduction of the weight interval from 40 kg to 120 kg, within which devices can be used,
76 | settembre 2015
To test elastic materials, the fatigue test (50,000 cycles) and a subsequent traction test have been added: in the past the poor
quality of these materials caused accidents, even fatal ones.
The value of strength at which the device must initiate operation has changed from 1.2 to 1.3 kN.
Also the levels of static strength have changed according to the following table:
settembre 2015 | 77
Dolomiticert world
Dolomiticert world
LINEE VITA – LE NUBI
INTERPRETATIVE SULLA
CORRETTA CERTIFICAZIONE
SI DIRADANO
laboratorio
certificazione
Dolomiticert dal 2008 è riconosciuta
dal Ministero delle attività Produttive quale Ente Notificato autorizzato
al rilascio di attestati di conformità
per la certificazione CE di prodotti ai
sensi degli articoli 10 e 11 parte A e
11 parte B della Direttiva del Consiglio 89/686/CEE relativa ai dispositivi
di protezione individuale (DPI) per
le famiglie di prodotto da capo a piede escluso l’occhio.
LABORATORIO
ACCREDITATO ACCREDIA
Numero di accreditamento: 1539
È possibile verificare le prove accreditate direttamente dal sito www.
accredia.it (Consultando la pagina
Banche Dati e cliccando su
Laboratori di Prova)
T
ra lacune e interpretazioni “fantasiose”, Dolomiticert ha tentato di fare luce sulle norme tecniche che regolano gli ancoraggi.
Un tema delicatissimo visto che
ci muoviamo in un mercato etico
come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro.
L’Istituto di Longarone, nel corso di
un incontro che si è tenuto a maggio, ha messo a confronto le aziende del settore delle cosiddette
Linee Vita, con Vicenzo Correggia,
dirigente della Divisione del Mise
Normativa tecnica e Sicurezza e
conformità dei prodotti, e Niccolò
Costantini, funzionario dell’Ufficio
che a Bruxelles si occupa di DPI.
La questione principale riguarda
l’impossibilità di marchiare CE i
dispositivi fissi che, di fatto, ricadono all’interno del regolamento
(UE)305 del 2011 sui materiali da
costruzione. Manca infatti una nor-
cErtification
lab
Since 2008 Dolomiticert has been recognized by theMinistry of Productive
Activities as Notified Body authorized
to issue certificates of compliance for
the Product EC type-examination pursuant to articles 10 and 11 part A of
Council Directive 89/686/CEE regarding personal protective equipment
(PPE) belonging to the product families from head to foot.
78 | settembre 2015
Confronto a Dolomiticert tra gli
operatori del settore, il MISE e
l’Unione Europea
Un esempio di collegamento con una fune
settembre 2015 | 79
Dolomiticert world
Dolomiticert world
ma tecnica ad hoc, come invece
succede per quelli mobili.
A tal proposito, Correggia ha indicato l’opportunità di stilare un disciplinare in grado di tener conto
dei requisiti essenziali del regolamento 305, evidenziando in fase di
commercializzazione che i dispositivi sono stati testati secondo il disciplinare stesso.
Non si esclude nemmeno una seconda via: definire un marchio di
“qualità” attraverso il quale certificare che i prodotti sono conformi
al disciplinare e quindi rispettano i
requisiti essenziali del regolamento 305. Il disciplinare – così come
condiviso dalle aziende - potrà
essere portato al CEN, in sede europea, per contribuire alla stesura
della nuova norma.
Correggia ha anche esortato i produttori a partecipare ai lavori del
gruppo di lavoro UNI, che - allo
stato attuale – è l’unico modo attraverso cui interfacciarsi con gli
organismi comunitari al fine di difendere le esigenze del mercato
italiano.
Dal Ministero è arrivata, in ultima
battuta, anche una rassicurazione:
gli uffici del Dicastero verificheranno quanto la nuova norma UNI
11578 – emanata nell’aprile scorso
e che disciplina gli ancoraggi permanenti – si discosti dai requisiti
essenziali del regolamento 305. I
due documenti non sono infatti
80 | settembre 2015
coordinati fra loro: una svista che
ha aggiunto confusione a confusione.
Da Bruxelles sono poi arrivate delle
importanti rassicurazioni per bocca di Costantini: per i dispositivi fissi, infatti, la Commissione Europea
ha incaricato il CEN per la stesura
della nuova norma. Ci vorrà del
tempo ma, per lo meno, si è iniziato a lavorare.
L’altro capitolo di rilievo riguarda la
norma sui dispositivi mobili.
Sempre Costantini, nel corso del
confronto a Longarone, ha ribadito
che per gli ancoraggi mobili la norma di riferimento è la EN 795:2012
che sarà pubblicata nella Gazzetta
ufficiale dell’Unione europea dopo
il mese di luglio con restrizioni analoghe a quelle presenti nella normativa EN 795:1996.
Per quanto riguarda, invece, il nuovo regolamento per i dispositivi di
protezione individuale si ipotizza
che la pubblicazione ufficiale avverrà tra la fine del 2015 e gli inizi
del 2016. Lo stesso Costantini ha riferito che sia gli Enti Notificati, che
i fabbricanti, avranno un periodo di
2 anni di transizione dall’entrata in
vigore del regolamento stesso per
iniziare a lavorare in conformità al
nuovo documento.
A tal fine è importante rimarcare
la distinzione tra Regolamento e
Direttiva: il Regolamento non deve
essere recepito dai Paesi comunitari ma è immediatamente attuabile
in tutta Europa differentemente
dalla Direttiva che va applicata con
apposite leggi di ricezione nei singoli Stati membri.
Dolomiticert sta monitorando con
attenzione l’evolversi della situa-
zione in costante contatto con il
Mise e le Istituzioni comunitarie. La
difesa delle produzioni di qualità
e di un bene come la sicurezza sui
posti di lavoro passano per Dolomiticert!
settembre 2015 | 81
Dolomiticert world
Dolomiticert world
• EN 1077/ASTM F2040 Caschi per sci alpino
• EN 1078 Caschi per ciclisti e per utilizzatori di tavole a
rotelle (skateboards) e pattini a rotelle
• EN 1080 Caschi di protezione contro gli urti per bambini.
• EN 1384 / ASTM F 1163 Elmetti per attività equestri.
• EN 12492/UIAA 106 Caschi per alpinisti
• EN 1385 Elmetti per canoa, kayak e sport in acque torrentizie
• EN 13781 Caschi di protezione per conducenti e passeggeri di motoslitte e bob
• EN 13484 Caschi per utilizzatori di slittini
• EN 14052 Elmetti protettivi per l’industria ad alte prestazioni
• ASTM F 1447/CPSC 1203 caschi per ciclisti
• ASTM F 1492 elmetti per tavole e pattini a rotelle
• ASTM F 1952 caschi di protezione per ciclo downhill
• ASTM F 2032 caschi di protezione per utilizzatori di BMX
• Regolamento ECE/ONU 22.05: caschi per motociclisti
(processo di omologazione con Ministero del Lussemburgo – E 13 o con la supervisione del Ministero dei Trasporti Italiano E 3)
I LABORATORI DOLOMITICERT:
ECCO LE NORME APPLICATE
CASCHI
Riportiamo di seguito i dispositivi che Dolomiticert è in
grado di certificare e testare, preceduti dalla normativa
di riferimento:
82 | settembre 2015
• EN 397 Elmetti di protezione per l’industria.
• EN 443 Elmetti per vigili del fuoco.
• EN 812 Copricapo antiurto per l’industria.
• EN 966 Caschi per sport aerei.
CORDE (EN 892)
DISSIPATORI DI ENERGIA UTILIZZATI NELLE ASCENSIONI PER VIA FERRATA (EN 958)
Riportiamo di seguito anche gli altri dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto che il laboratorio può testare e certificare:
• EN 341 : Dispositivi di discesa
• EN 353-1 : Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea
di ancoraggio rigida
• EN 353-2 : Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea
di ancoraggio flessibile
• EN 354 : Cordini
• EN 355 : Dissipatori di energia
• EN 358 : Cinture e cordini di posizionamento sul lavoro
e assicurazione
• EN360: Dispositivi anticaduta di tipo retrattile
• EN 361 : Imbracature per il corpo
• EN 362 : Connettori
• EN 795 : Dispositivi d’ancoraggio
• CEN/TS 16415:2013: Dispositivi di ancoraggio Raccomandazioni per dispositivi di ancoraggio utilizzati da piu
persone contemporaneamente
• UNI11578 Dispositivi di ancoraggio destinati all’installazione pemanente - Requisiti e metodi di prova
• EN 813 : Imbracatura bassa
• EN 1496 : Attrezzature di sollevamento per il salvataggio
• EN 1498 : Cinghie di salvataggio
• EN 1891 : Corde con guaine a basso coefficiente di allungamento
• EN12841: Sistemi di accesso con fune
• ANSI/ASSE Z359.1-2007 Safety Requirements for Personal Fall Arresr System, Subsystems and Components
• ANSI/ASSE Z359.12-2009 Conecting Components for
Personal Fall Arrest Sytems
• ANSI/ASSE Z359.13-2013 Personal Energy Absorbers
and Energy Absorbing Lanyards
• ANSI/ASSE Z359.14-2012 Safety Requirements for SelfRectracting Devices for Personal Fall Arrest and Rescue
Systems
• ANSI/ASSE Z359.11-2014 Safety Requirements for Full
Body Harnesses
ATTREZZATURE PER ALPINISMO
• EN 564/UIAA 102 : Corde accessorie / Cordini
• EN 565/UIAA 103 : Fettucce
• EN 566/ UIAA 104 : Anelli di fettuccia
• EN 567/UIAA 126 : Bloccanti / Risalitori
• EN 568/UIAA 151 : Ancoraggi da ghiaccio
• EN 569/UIAA 122 : Chiodi da roccia
• EN 892: Corde dinamiche per alpinismo
• EN 893 /UIAA 153 : Ramponi da ghiaccio
• EN 958 : Dissipatori d’energia per uso in via ferrata
• EN 959/UIAA 123 : Ancoraggi da roccia
• EN 12270/UIAA 124 : Blocchi da incastro
settembre 2015 | 83
Dolomiticert world
• EN 12275/UIAA 121 : Connettori
• EN 12276/UIAA 125 : Blocchi da incastro meccanici
• EN 12277/UIAA 105 : Imbracature
• EN 12278/UIAA 127 : Pulegge
• EN 13089/UIAA 152 : Attrezzi da ghiaccio
• EN15151_1: Dispositivi di frenatura con bloccaggio manuale assistito, requisiti di sicurezza e metodi di prova
• EN15151-2: Dispositivi di frenatura manuale, requisiti di
sicurezza e metodi di prova
• UIAA 154 ancoraggi da ghiaccio per salvataggio tipo
“Dead Man”
CALZATURE
• EN 15090 Calzature per vigili del fuoco
• EN 20344 Dispositivi di protezione individuale Metodi
di prova per calzature.
• EN 20345 Dispositivi di protezione individuale. Calzature di sicurezza.
• EN 20346 Dispositivi di protezione individuale. Calzature di protezione.
• EN 20347 Dispositivi di protezione individuale. Calzature da lavoro.
• EN 13634 Calzature di protezione per motociclisti professionali – Requisiti e metodi di prova
• Ecco di seguito le tipologie di protezioni che Dolomiticert è in grado di testare e certificare, con particolare
riferimento al motociclismo:
DISPOSITIVI E INDUMENTI DI PROTEZIONE PER MOTOCICLISTI
• EN 1621-1: Indumenti di protezione contro l’impatto
meccanico per motociclisti – Requisiti e metodi di prova
per protettori contro l’impatto.
• EN 1621-2: Indumenti di protezione contro l’impatto
meccanico per motociclisti – Parte 2: paraschiena – Requisiti e metodi di prova
• EN 14021: Indumenti di protezione per motociclisti –
Pettorina per il motociclismo fuoristrada adatta a proteg-
84 | settembre 2015
Dolomiticert world
gere il motociclista da pietre e detriti-Requisiti e metodi
di prova
• EN 13594: Guanti di protezione per motociclisti professionali – Requisiti e metodi di prova
• EN 13595: Indumenti di protezione per motociclisti professionali – Giacche, pantaloni e tute intere o divisibili –
Requisiti generali
• EN 13634 Calzature di protezione per motociclisti professionali – Requisiti e metodi di prova
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE PER ARTI MARZIALI
(con riferimento alla norma EN 13277 – 1 per i requisiti
generali)
• EN 13277 – 2: Protettori del collo del piede, della tibia e
dell’avambraccio
• EN 13277 – 3: Protettori del torso
• EN 13277 – 4: Protettori della testa
• EN 13277 – 5: Conchiglie e protettori addominali
• EN 13277 – 6: Protettori del petto per donne
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE AD USO SPORTIVO
• EN 14120: protettori del polso, del palmo, del ginocchio
e del gomito per utilizzatori di pattini a rotelle ed in linea.
SALVAGENTE
• EN 13138 – 1: Aiuti al galleggiamento per l’apprendimento delle tecniche di nuoto – Parte 1: Requisiti di sicurezza e metodi di prova per aiuti al galleggiamento
destinati ad essere indossati
• EN 13138 – 2: Aiuti al galleggiamento per l’apprendimento delle tecniche di nuoto – Parte 2: Requisiti di sicurezza e metodi di prova per aiuti al galleggiamento da
tenere con sé
sionali – Requisiti e metodi di prova
• UNI EN 374-1 Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi – Parte 1: Terminologia e requisiti
prestazionali.
• UNI EN 374-2 Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi – Parte 2: Determinazione della
resistenza alla penetrazione.
• UNI EN 374-3 Guanti di protezione contro prodotti chimici e microorganismi – Parte 3: Determinazione della
resistenza alla permeazione dei prodotti chimici.
SCI DA FONDO
• ISO 7138: Determinazione massa e balance point
• ISO 7139: Determinazione proprietà elastiche
• ISO 7797: Determinazione carico di rottura
• ISO 7798: Determinazione indici di fatica
SNOWBOARD
• ISO 10958 -1: Requisiti e metodi di prova per tavole senza inserti
• ISO 10958 -2: Requisiti e metodi di prova per tavole con
inserti
SCI DA DISCESA
• ISO 5902: Determinazione proprietà elastiche
• ISO 6265: Determinazione carico di rottura e di deformazione permanente
• ISO 6266: Determinazione indici di fatica
• ISO 6267: Misura vibrazioni flessionali
BASTONCINI DA SCI
• ISO 7331: Bastoncini da sci
GUANTI
• UNI EN 388 – 420 Guanti di protezione contro rischi
meccanici.
• EN 13594: Guanti di protezione per motociclisti profes-
settembre 2015 | 85
Dolomiticert world
Dolomiticert world
OLTRE 200 PROVE ACCREDITATE DA
ACCREDIA: IL LABORATORIO DOLOMITICERT
ORA E’ AUTORIZZATO ANCHE PER
ALCUNE NORME ANSI
D
olomiticert promosso da Accredia anche per alcune
norme ANSI: a fine giugno l’attività del laboratorio
è stata analizzata al microscopio in un audit di 3 giorni,
passando l’esame a pieni voti.
L’esame degli ispettori dell’ente di accreditamento ha
interessato le competenze, l’imparzialità, la serietà e la
professionalità nell’applicazione delle normative, sia
europee che internazionali - come l’ANSI -, e la valutazione delle attrezzature presenti nei laboratori dell’istituto.
Grazie alle qualità dimostrate e alle apparecchiature
all’avanguardia, Dolomiticert ha ottenuto il sì all’accreditamento del laboratorio per oltre 200 prove, che coprono alcune tra le più richieste normative europee per
i dispositivi di protezione del capo (caschi da sci, ciclo,
alpinismo e moto e caschi industriali), per le protezioni
di arti e schiena ad uso motociclistico, per le calzature
di sicurezza e di protezione, per i dispositivi per l’alpinismo, quali i moschettoni, gli anelli e le imbracature, e
per i dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto.
Oltre alle normative europee, il laboratorio ha ricevuto
l’accreditamento per alcune normative ANSI che interessano le protezioni contro le cadute dall’alto, come le
imbracature e moschettoni.
Entro il mese di settembre l’elenco delle prove accreditate sarà completato dall’estensione dell’accreditamento ai dispositivi retrattili e ai dissipatori secondo la
normativa ANSI.
Riportiamo di seguito l’elenco delle norme accreditate.
MORE THAN 200 TESTS ACCREDITED BY ACCREDIA:
NOW DOLOMITICERT LABORATORY IS CERTIFIED
ALSO FOR SOME ANSI STANDARDS
Dolomiticert has been authorized by Accredia also for some
ANSI standards: at the end of June the laboratory activities
86 | settembre 2015
were analyzed carefully in a three-day audit, and the company passed the test with flying colours.
The exam of the accrediting body inspectors evaluated
the skills, fairness, reliability and professional competence
in applying both European and international standards –
such as ANSI – and they assessed also the company equipment.
Thanks to the qualities displayed and its cutting-edge
equipment, Dolomiticert has obtained the accreditation
of the laboratory for over 200 tests which cover some of
the most popular European standards for head protection
equipment (ski, cycle, mountaineering and motorcycle helmets and industrial helmets), for the protection of limbs
and back for motorcycle riders, for safety and protection
footwear, for mountaineering equipment, such as carabiners, rings and harnesses, and for protective equipment
Materiale / Prodotto / Matrice
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Metodo di prova ed anno di
emissione (4)
EN1621-1:2012 clausola 5.1
EN1621-1:2012 clausola 5.3
EN1621-1:2012 clausola 5.4
EN1621-1:2012 clausola 7
EN1621-1:2012 clausola 8
EN1621-2:2014 clausola 4.1
EN1621-2:2014 clausola 4.3
against fall from a height.
Besides European standards, the laboratory got accreditation for some ANSI standards referring to protective equipment against fall from a height, such as harnesses and
carabiners.
By the month of September the list of accredited tests will
be completed by the extension of the accreditation to selfretracting devices and energy absorbing systems in compliance with ANSI standard.
Below you can find the list of accredited tests:
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Indumenti di protezione contro
l’impatto meccanico per motociclisti
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
EN1621-2:2014 clausola 4.4
EN1621-2:2014 clausola 4.6
EN1621-2:2014 clausola 6
EN1621-2:2014 clausola 7
EN1077:2007 clausola 4.2.1
EN1077:2007 clausola 4.2.2.2
EN1077:2007 clausola 4.2.2.3
EN1077:2007 clausola 4.3
EN1077:2007 clausola 4.4
EN1077:2007 clausola 4.5
EN1077:2007 clausola 4.6
EN1077:2007 clausola 4.7.1
EN1077:2007 clausola 4.7.2
EN1077:2007 clausola 4.8
settembre 2015 | 87
Dolomiticert world
Elmetti per sci alpino e snowboard
Elmetti per sci alpino e snowboard
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi per ciclisti e per utilizzatori
di tavole a rotelle (skateboards) e
pattini a rotelle
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
88 | settembre 2015
Dolomiticert world
EN1077:2007 clausola 6
EN1077:2007 clausola 7
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.2
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.3
Caschi industriali di sicurezza
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.4
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.5
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.1
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.2
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.3
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.4
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.5
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.6
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 4.6.7
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 6
EN 1078:2012+A1 2012
clausola 7
EN 397+A1 2012 clausola 4.2
EN 397+A1 2012 clausola 4.3
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi industriali di sicurezza
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
Caschi per alpinisti
EN 397+A1 2012 clausola 4.4
EN 397+A1 2012 clausola 4.5
EN 397+A1 2012 clausola 4.6
EN 397+A1 2012 clausola
4.7.1
EN 397+A1 2012 clausola
4.7.2
EN 397+A1 2012 clausola
4.7.3
EN 397+A1 2012 clausola 4.8
EN 397+A1 2012 clausola
5.1.1
EN 397+A1 2012 clausola
5.1.2
EN 397+A1 2012 clausola
5.1.3
EN 397+A1 2012 clausola
5.1.5
EN 397+A1 2012 clausola
5.2.1
EN 397+A1 2012 clausola
5.2.3
EN 397+A1 2012 clausola
5.2.4
EN 397+A1 2012 clausola 7.1
EN 397+A1 2012 clausola 7.2
EN12492:2012 clausola 4.1.2
EN12492:2012 clausola
4.2.1.1
EN12492:2012 clausola
4.2.1.2
EN12492:2012 clausola
4.2.1.3
EN12492:2012 clausola
4.2.1.4
EN12492:2012 clausola 4.2.2
EN12492:2012 clausola 4.2.4
EN12492:2012 clausola 6.1
EN12492:2012 clausola 6.2
EN12492:2012 clausola 7
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Scarpe protettive per motociclisti
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
EN 13634:2010 clausola 4.2.1
EN 13634:2010 clausola 4.2.3
EN 13634:2010 clausola 4.3.1
EN 13634:2010 clausola 4.3.2
EN 13634:2010 clausola 4.4.4
EN 13634:2010 clausola 4.4.5
EN 13634:2010 clausola 4.5.2
EN 13634:2010 clausola 4.5.3
EN 13634:2010 clausola 4.6.2
EN 13634:2010 clausola
4.6.3.2
EN 13634:2010 clausola 4.7.1
EN 13634:2010 clausola 4.7.2
EN 13634:2010 clausola 4.7.3
EN 13634:2010 clausola 4.7.4
EN 13634:2010 clausola 4.9
EN 13634:2010 clausola 5.1
EN 13634:2010 clausola 7
EN 13634:2010 clausola 8
EN 13634:2010 clausola 9
EN ISO 20345:2011 clausola
5.2.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.2.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.3.1.1
EN ISO 20345:2011 clausola
5.3.1.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.3.2.1
EN ISO 20345:2011 clausola
5.3.2.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.3.2.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.3.2.4
EN ISO 20345:2011 clausola
5.4.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.4.4 solo pelle
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
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Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
EN ISO 20345:2011 clausola
5.4.6
EN ISO 20345:2011 clausola
5.5.1
EN ISO 20345:2011 clausola
5.5.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.5.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.6.1
EN ISO 20345:2011 clausola
5.7.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.7.4.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.1.1
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.1.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.1.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.2
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.3
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.5
EN ISO 20345:2011 clausola
5.8.6
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.1.1.1
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.1.1.2
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.1.2
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.1.4
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.1.5.2
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.3.2
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.4
settembre 2015 | 89
Dolomiticert world
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature di sicurezza
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
90 | settembre 2015
Dolomiticert world
EN ISO 20345:2011 clausola
6.2.5
EN ISO 20345:2011 clausola
6.3
EN ISO 20345:2011 clausola
6.4.2
EN ISO 20345:2011 clausola 7
EN ISO 20345:2011 clausola
8.1
EN ISO 20345:2011 clausola
8.2
EN ISO 20345:2011 clausola
8.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.2.2
EN ISO 20347:2012 clausola
5.2.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.3.1.1
EN ISO 20347:2012 clausola
5.3.1.2
EN ISO 20347:2012 clausola
5.4.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.4.4 solo pelle
EN ISO 20347:2012 clausola
5.4.6
EN ISO 20347:2012 clausola
5.5.1
EN ISO 20347:2012 clausola
5.5.2
EN ISO 20347:2012 clausola
5.5.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.6.1
EN ISO 20347:2012 clausola
5.7.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.7.4.2
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.1.1
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
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Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
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Calzature da lavoro
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Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
Calzature da lavoro
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.1.2
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.1.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.2
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.3
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.5
EN ISO 20347:2012 clausola
5.8.6
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.1.1.1
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.1.1.2
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.1.2
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.1.4
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.1.5.2
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.3.2
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.4
EN ISO 20347:2012 clausola
6.2.5
EN ISO 20347:2012 clausola
6.3
EN ISO 20347:2012 clausola
6.4.2
EN ISO 20347:2012 clausola 7
EN ISO 20347:2012 clausola
8.1
EN ISO 20347:2012 clausola
8.2.1
EN ISO 20347:2012 clausola
8.2.2
EN ISO 20347:2012 clausola
8.3
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
Protettori del piede e della gamba
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Connettori da alpinismo
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Connettori da alpinismo
Connettori da alpinismo
Connettori da alpinismo
Connettori da alpinismo
Connettori da alpinismo
Connettori da alpinismo
Connettori da alpinismo
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Connettori da lavoro
Connettori da lavoro
Connettori da lavoro
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Connettori da lavoro
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imbragature da alpinismo
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imbragature da alpinismo
imbragature da alpinismo
imbragature da alpinismo
imbragature da alpinismo
imbragature da alpinismo
Anelli per alpinismo
EN12568:2010 clausola 4.2.1
EN12568:2010 clausola 4.2.2
EN12568:2010 clausola 4.2.3
EN12568:2010 clausola 4.2.4
EN12568:2010 clausola 4.4
EN12568:2010 clausola 6.2.1
EN12568:2010 clausola 6.2.2
EN12568:2010 clausola 6.3.1
EN12568:2010 clausola 6.4
EN12275:2013 clausola 4.1
EN12275:2013 clausola
4.2.1.1
EN12275:2013 clausola
4.2.1.2
EN12275:2013 clausola
4.2.1.3
EN12275:2013 clausola
4.2.2.1 - metodo 5.3.2.2.1
EN12275:2013 clausola
4.2.2.3
EN12275:2013 clausola
4.2.3.1
EN12275:2013 clausola
4.2.3.2
EN12275:2013 clausola 6
EN12275:2013 clausola 7
EN362:2004 clausola 4.1
EN362:2004 clausola 4.2
EN362:2004 clausola 4.3
EN362:2004 clausola 4.4.1
EN362:2004 clausola 4.4.2
EN362:2004 clausola 4.6
EN 12277:2007 clausola 4.1.1
EN 12277:2007 clausola 4.1.2
EN 12277:2007 clausola 4.1.3
EN 12277:2007 clausola 4.1.4
EN 12277:2007 clausola 4.2
EN 12277:2007 clausola 6
EN 12277:2007 clausola 7
EN 566:2006 clausola 4.1
Anelli per alpinismo
Anelli per alpinismo
Anelli per alpinismo
Anelli per alpinismo
Biocombustibili
Biocombustibili
Biocombustibili
Biocombustibili
Biocombustibili
Caschi da motociclismo
Caschi da motociclismo
Caschi da motociclismo
Connector (hardware) Components and Elements
Connector (hardware) Components and Elements
Connector (hardware) Components and Elements
Connector (hardware) Components and Elements
Connector (hardware) Components and Elements
Connector (hardware) Components and Elements
Full Body Harnesses
Full Body Harnesses
Full Body Harnesses
Full Body Harnesses
Full Body Harnesses
Full Body Harnesses
EN 566:2006 clausola 4.2
EN 566:2006 clausola 4.3
EN 566:2006 clausola 6
EN 566:2006 clausola 7
EN15149-1:2010
EN14774-1:2009
EN14775:2009
EN14918:2009
EN15103:2009
ECE/ONU 22-05 clausola 7.3
ECE/ONU 22-05 clausola 7.6
ECE/ONU 22-05 clausola 7.7
ANSI/ASSE Z359.1-2007
clausola 3.2.1.2
ANSI/ASSE Z359.1-2007
clausola 3.2.1.3
ANSI/ASSE Z359.1-2007
clausola 3.2.1.4
ANSI/ASSE Z359.1-2007
clausola 3.2.1.5
ANSI/ASSE Z359.1-2007
clausola 3.2.1.6
ANSI/ASSE Z359.1-2007
clausola 3.2.1.7
ANSI/ASSE Z359.11-2014
clausola 3.1 con eccezione
del punto 3.1.8
ANSI/ASSE Z359.11-2014
clausola 3.2
ANSI/ASSE Z359.11-2014
clausola 3.3.1 ad eccezione
dei punti 3.3.1.2
ANSI/ASSE Z359.11-2014
clausola 3.3.2
ANSI/ASSE Z359.11-2014
clausola 5
ANSI/ASSE Z359.11-2014
clausola 6
settembre 2015 | 91
World
Z.I. Villanova, 7/A
32013 Longarone (BL)
Tel. +39.0437.573407
Fax +39.0437.573131
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Periodico di informazioni tecniche
Autorizzazione del Tribunale di Belluno
del 13/03/2015
Num. R.AG. 267/2015
Num. Reg. Stampa 4
Sped. in abb. Post. – 70%
Filiale di Belluno
Direttore responsabile
Luigino Boito
IN REDAZIONE:
Angela Da Rolt
HANNO COLLABORATO:
Cristian Arboit, Nicola Conedera, Melany
Dalle Ceste, Isabelle De Angeli, Roberta
De Felip, Luana Fullin, Tommaso
Morandin, Michele Olivier, Anna Pierobon,
Luca Tamburlin, Paola Trvisson, Leano Viel
COLLABORATORI ESTERNI:
Giuditta Bolzonello
Fabio “Rufus” Bristot
ANNO I EDIZIONE 0 - SETTEMBRE 2015
Per ogni ulteriore informazione Vi invitiamo a contattare lo Staff Dolomiticert
al numero +390437573407 o via mail ad [email protected]
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