Scienze e Ricerche News, 15 febbraio 2016
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Scienze e Ricerche News, 15 febbraio 2016
ISSN 2283-5873 Scienze e Ricerche news SR SUPPLEMENTO AL N. 23, 15 FEBBRAIO 2016 L’Agenzia di verificare alcuni principi di base della Spaziale Italiana meccanica quantistica, come il mantenimento dello stato di un fotone su un e l’Università di canale di telecomunicazioni. Padova effettuano la prima trasmissione Nasce il satellitare quantistica Coordinamento della storia nazionale degli enti L’Università di Padova e il Centro di monitoraggio di Geodesia Spaziale di Matera dell’Agenzia Spaziale Italiana hanno dimo- dell’ambiente marino strato nel corso di un esperimento che è possibile inviare informazioni protette, praticamente inviolabili, fino alla distanza record di 1700 km utilizzando un fascio di fotoni ‘sparato’ nello spazio e rispedito a terra in un nanosecondo. Le informazioni viaggiano oggi in fibra o in onde radio, utilizzando i bit. Ogni bit può essere memorizzato, copiato, intercettato. I bit matematici dunque non si prestano per le comunicazioni sicure senza una chiave crittografica conosciuta dai legittimi corrispondenti, che può comunque essere violata. La soluzione è offerta dalla comunicazione quantistica che utilizza la luce come ‘messaggera’, ovvero i fotoni, microparticelle indivisibili, che generano impulsi di luce al posto di quelli elettrici. Il bit classico viene sostituito dal quantum bit - o qubit – incaricato di trasferire da un trasmettitore verso un ricevitore gli stati quantistici di singoli fotoni. «Grazie all’esperimento, frutto di 12 anni di ricerche» ha detto Paolo Villoresi, team leader dei ricercatori dell’Università di Padova e docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione «è stato possibile dimostrare la fattibilità dello scambio di un messaggio cifrato inviolabile via satellite a una distanza mai raggiunta e I responsabili di alcuni tra i maggiori Enti di ricerca italiani si sono incontrati per costituire la Joint Research Unit EMSO Italia (JRU), un organismo di coordinamento a livello nazionale di laboratori, strumentazione e apparecchiature sofisticate, volte al monitoraggio e allo studio dell’ambiente marino, con cui l’Italia rafforza la sua leadership all’interno di un programma di ricerca di lunghissimo termine. Si tratta di un’alleanza tra enti di ricerca con lo scopo di monitorare lo stato di salute del Mediterraneo centrale. Con questa alleanza si uniranno le forze e le risorse di ciascun ente per rilevare dati relativi anche ai rischi naturali e all’effetto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità. Gli Enti che partecipano a questa iniziativa sono: INGV, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) e Istituto di Scienze Marine (ISMAR), Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ (SZN), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa), Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (INOGS), e l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA). La costituzione della JRU coincide con la fase conclusiva di un importante progetto denominato EMSO-MedIT che ha avuto proprio lo scopo di aggiornare e ampliare infrastrutture di ricerca già operative in Campania, Puglia e Sicilia. Queste infrastrutture permettono di monitorare l’attività sismica e vulcanica a fondo mare, la dinamica e lo stato di salute del mare e degli organismi che lo abitano e gli scambi con l’atmosfera, permettono di seguire i cambiamenti indotti sulla biodiversità dalle variazioni climatiche e dall’attività umana, di effettuare test in laboratorio e di sostenere lo sviluppo di tecnologie per applicazioni in ambiente marino. EMSO è un’infrastruttura di ricerca europea su scala continentale nel campo delle scienze ambientali. E’ composta da osservatori in oceano aperto il cui obiettivo è quello di fornire flussi di dati al fine di affrontare le complessità dei cambiamenti climatici, la difesa dell’ecosistema marino e la mitigazione dei rischi naturali. I dieci paesi che partecipano al consorzio che gestisce questa infrastruttura (Italia, coordinamento, Spagna, Francia, Romania, Grecia, Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Germania, Olanda) intendono così promuovere attivamente la ricerca scientifica europea in ambiente marino, sotto l’egida della Commissione Europea. EMSO ha al suo attivo 11 osservatori marini e 4 siti per test in acque basse per il monitoraggio a lungo termine, anche in tempo reale, di processi ambientali che riguardano la geosfera, la biosfera e l’idrosfera e le loro interazioni. I siti sono posizionati in 1 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 acque europee dall’Artico all’Atlantico al Mediterraneo fino al Mar Nero, formando così una infrastruttura europea su vasta scala al servizio della comunità scientifica internazionale L’Università di Cassino lancia una piattaforma robotica per i beni culturali L’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale ha lanciato “HeritageBot”, un progetto di valorizzazione tecnologica e di mercato nell’ambito dei beni culturali. La nuova piattaforma robotica sarà utilizzata in attività dimostrative sul campo per la realizzazione di nuovi prototipi e l’identificazione di un’amplia gamma di applicazioni (come la cessione di brevetti o licenze, servizi di supporto, realizzazione di spin-off, facilitazione di start-up locali, valorizzazione delle conoscenze e competenze maturate, ecc.). L’unità di ricerca attivata annovera le diverse competenze di natura tecnica, economica e giuridica necessarie. Le attività del progetto prevedono studi delle applicazioni possibili, progettazione di soluzioni e loro operatività, implementazioni con test di validazione, coinvolgimento di end-users e stakeholders, contestualizzazione dell’utilizzo della piattaforma robotica nel contesto specifico dei beni culturali. Partecipano al programma ricercatori del DART (Laboratorio di Documentazione, Analisi, Rilievo dell’Architettura e del Territorio), del FINLAB (il Laboratorio di Finanza Aziendale) e del LARM (laboratorio di Robotica e meccatronica) L’Università di Sassari presiede il comitato per l’Opera Omnia di Grazia Deledda L’Università di Sassari sarà il cuore dell’Edizione nazionale dell’Opera Omnia di Grazia Deledda. Il Comitato, che si è riunito per la prima volta a gennaio, 2 è presieduto da Aldo Maria Morace, da oltre quindici anni titolare della cattedra di Letteratura Italiana nell’ateneo turritano e già preside della facoltà di Lettere. Le Edizioni Nazionali rispondono alla fondamentale esigenza scientifica di garantire la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio letterario e di pensiero costituito dagli scritti degli autori più rilevanti della ricchissima tradizione italiana. Queste iniziative assicurano la pubblicazione dell’Opera omnia di un autore in edizione critica, fondata sulla ricognizione e sulla trascrizione dei testi editi e inediti, e chiarendone – attraverso ogni possibile documentazione – la storia testuale. Sono edizioni che rimangono per decenni e decenni come opera di riferimento imprescindibile e che, nel caso di Grazia Deledda, prevedono la pubblicazione di oltre trenta volumi. Per la prima volta una edizione nazionale è riservata a un autore sardo; per la prima volta è dedicata a una donna. Neuroprotesi: un altro premio assegnato all’Istituto Superiore di Sanità Un gruppo di ricercatori ISS in collaborazione con i colleghi dell’Università di Tel Aviv si è aggiudicato il secondo premio della Brain Computer Interface Research Award. Il lavoro dei ricercatori è consistito nella progettazione di una “neuroprotesi”, un dispositivo cioè in grado di sostituire la funzione di un circuito nervoso danneggiato. In particolare il chip, progettato presso i laboratori dell’ISS da Simeon Bamford e testato in collaborazione con il laboratorio di Matti Mintz dell’Università di Tel Aviv, realizza un modello di plasticità sinaptica che si pensa associata ad alcune forme di apprendimento. La “neuroprostetica” è un settore di ricerca in rapida espansione in cui si stanno esplorando diversi approcci. In uno di questi, si esaminano le relazioni inputoutput del circuito nervoso da sostituire, in un sistema intatto, per poi progettare un dispositivo in grado di riprodurre tali relazioni. “Il nostro gruppo, nell’ambito del progetto RENACHIP finanziato dall’Unione Europea - afferma Paolo Del Giudice, responsabile per l’ISS - ha esplorato un diverso approccio basato su un modello matematico del circuito nervoso da sostituire e finalizzato alla sua realizzazione in un microchip che può essere connesso in tempo reale con il sistema nervoso”. Il circuito in questione è quello che all’interno del cervelletto permette di apprendere in modo opportuno la risposta condizionata ad uno stimolo avverso. La neuroprostetica è uno dei tre filoni principali con i quali si cerca di interfacciare il sistema nervoso con dispositivi artificiali. Il secondo riguarda dispositivi programmabili per la stimolazione diretta del tessuto nervoso, ad esempio per il controllo dei sintomi di patologie neurologiche; mentre il terzo concerne la “brain-computer interface” (BCI), in cui si cerca di decodificare l’attività del cervello legata alla intenzione e alla programmazione di un’azione, per pilotare un dispositivo artificiale che esegua tale azione in presenza di lesioni che ne impediscano la realizzazione attraverso gli effettori biologici. L’Isola Bella di Taormina: un tour virtuale realizzato dall’Università di Catania E’ stato pubblicato sul portale dell’Università di Catania un video e un tour virtuale realizzati dagli esperti del Centro di ricerca dell’Università, Cutgana, per conoscere meglio la flora, la fauna e i paesaggi dell’Isola Bella di Taormina, considerata la “Perla del Mediterraneo”. L’Isola Bella rappresenta un’area di straordinaria bellezza, dichiarata nel 1984 monumento di interesse storicoartistico di particolare pregio, e protetta come “riserva naturale orientata” che ne tutela il valore paesaggistico. L’isola è stata affidata nel 2012 alla gestione del centro di ricerca dell’Università di Catania, Cutgana. La riserva si estende per oltre dieci ettari e include sia l’isola SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS vera e propria, sia il Capo di Sant’Andrea e il Capo Taormina. La riserva offre anche un ambiente marino di straordinaria varietà. Il virtual tour dell’Università di Catania è teso a diffondere la conoscenza dell’Isola Bella e dei suoi tesori naturalistici. Identificati dai ricercatori dell’Università di Siena oltre 250 legni fossili Sono in viaggio sulla nave Italica dall’Antartide alla Nuova Zelanda i tre ricercatori dell’Università di Siena che hanno partecipato alla trentunesima Spedizione italiana del Programma Nazionale Ricerche in Antartide, studiando una delle più vaste e rilevanti foreste fossili del Polo Sud. Gianluca Cornamusini, Matteo Perotti e Sonia Sandroni hanno svolto la parte principale dell’attività di ricerca utilizzando un campo remoto ad Allan Hills, in rilievi distanti oltre 200 km dalla base scientifica italiana Mario Zucchelli, nella Terra Vittoria. Nonostante le avverse condizioni ambientali la ricerca geologica nell’area di Allan Hills ha dato ottimi risultati e ha permesso di conoscere a fondo una antica e vasta foresta fossile, antica di circa 245 milioni di anni.L’attività è stata svolta nel progetto di ricerca PNRA AZ2.08, coordinato da Franco Talarico, docente del dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’Ambiente, che prevede collaborazioni internazionali con ricercatori americani e tedeschi e coinvolge anche ricercatori degli atenei di Padova, Perugia e di Roma Tre e del CNR. L’Università di Ferrara apre le porte ai detenuti E’ stato siglato il protocollo d’intesa tra l’Università di Ferrara e il carcere cittadino, che consentirà ai detenuti di esercitare il proprio diritto all’istruzio- ne, intraprendendo o completando i percorsi di studio. L’accordo, sottoscritto a dicembre, sancisce l’impegno reciproco a favorire le iscrizioni in Ateneo e a rimuovere gli ostacoli economici per garantire l’accesso all’istruzione alle persone sottoposte a privazione di libertà. In base alle peculiarità dei percorsi formativi e delle attività per acquisire le competenze necessarie per il rilascio del titolo, quali la frequenza di laboratori o altre attività difficilmente effettuabili in regime detentivo, i detenuti potranno iscriversi ai corsi di studio di Giurisprudenza, Studi Umanistici, Economia e Management, Matematica e Informatica. Ricercatori dell’Università di Torino cercano sull’Himalaya l’origine dei cambiamenti climatici In circa tre settimane un gruppo dei ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, formato da Rodolfo Carosi, Franco Rolfo, Chiara Groppo e Giulia Rapa, assieme a colleghi del CNR-IGG Torino e delle Università di Padova e Pisa, hanno percorso a piedi centinaia di chilometri sull’Himalaya per eseguire misure e prelevare campioni di rocce. Dopo aver presentato i risultati delle ricerche al congresso internazionale “30th Himalaya-Karakoram-Tibet workshop”, che si è tenuto a Dehradun (India) all’inizio di ottobre, i ricercatori sono partiti alla volta delle montagne indiane, in prossimità delle sorgenti del fiume Gange (massiccio del Bhagirathi e Shviling), e nepalesi (Nepal orientale). Il team di ricercatori ha rilevato che i processi di trasformazione di alcuni tipi di rocce sono in grado di produrre quantità significative di CO2 che, se immesse nell’atmosfera, possono contribuire - e aver contribuito in passato - ai cambiamenti climatici. I campioni di rocce raccolti e traspor- tati in Italia contengono preziose informazioni sulla storia del pianeta e solo un’attenta analisi con le più moderne metodologie di indagine permetterà ai geologi di “leggere” e “tradurre” la storia scritta in esse e di decifrare le informazioni che racchiudono. Presentato all’Università di Genova un progetto pilota di sviluppo delle startup Si chiama “Innovation HUB” il programma pilota di sviluppo per startup che l’Università di Genova ha costruito insieme alla Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, Confindustria Genova, e Genova 2021. L’iniziativa si pone due obiettivi: favorire lo sviluppo di spin-off e start-up nell’area di Genova e, più in prospettiva, fornire un ambito unitario al fiorire di iniziative nel campo dell’imprenditorialità innovativa. Innovation HUB è stato già presentato a studenti, dottorandi, assegnisti e giovani ricercatori insieme ad alcuni esempi di spin-off e start-up attive nel territorio. Nuovo progetto di nanoelettronica dell’Università di Udine La Taiwan Semiconductors Manufactoring Company, multinazionale per la fabbricazione di circuiti integrati a semiconduttore, ha finanziato un nuovo progetto di ricerca biennale che sarà svolto presso il Dipartimento di ingegneria elettrica, gestionale e meccanica dell’Università di Udine. Il progetto riguarda la modellistica di transistori nanometrici a nanofilo, realizzati in silicio o con semiconduttori alternativi al silicio, che rappresentano oggi la frontiera per le future potenzialità della nanoelettronica. I componenti elementari, o transistori, dei dispositivi elettronici, integrati in un medesimo chip nel numero di molti miliardi, fino a pochi anni fa sono stati utilizzati secondo una strut3 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 tura planare, sulla superficie dei materiali semiconduttori che li ospitano. Una drastica e recente innovazione, ha invece trasformato la struttura dei transistori in una architettura tridimensionale. Lo sviluppo di questi nuovi sistemi avrà importanti ricadute sia per le applicazioni elettroniche di larghissimo consumo, da un punto di vista di prestazioni e autonomia delle batterie, sia per l’avanzamento dei cosiddetti sistemi elettronici energeticamente autonomi, con applicazioni potenziali che spaziano dalla diagnostica a minima invasività al controllo della somministrazione di farmaci personalizzati, all’assistenza in caso di disabilità temporanee o permanenti. La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, che in sei anni ha investito complessivamente 240 mila euro sulla ricerca svolta dal gruppo di nanoelettronica dell’Università di Udine. Inaugurata la nuova Biblioteca dell’Università di Enna. Tra le più grandi d’Italia È una delle più grandi strutture universitarie del genere realizzate negli ultimi decenni in Italia: 9.000 metri quadri distribuiti su cinque livelli più due piani interrati per parcheggi e archivi, mille posti a sedere ai tavoli di lettura, ai divanetti di relax e alle 150 postazioni informatiche per i collegamenti ai network scientifici di tutto il mondo, 800 armadietti individuali apribili con le card personalizzate, una capienza di 250.000 volumi, un’emeroteca cartacea e on line. E poi, materiali il più possibile locali, come la pietra lavica ell’Etna, illuminazione interamente a led, wi-fi a banda larga, climatizzazione ecocompatibile grazie a coni di luce verticali e alle finestrature a specchio che impediscono l’effetto serra all’interno pur mantenendo per quanto possibile la luce naturale, un centro di documentazione europea, un caffè letterario e servizi di accoglienza di prim’ordine. Sono questi i dati essenziali della nuova Biblioteca dell’Università Kore di Enna, inaugurata a 4 gennaio. L’impianto architettonico e il progetto ingegneristico sono stati curati direttamente dalla Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università. L’università ha anche provveduto a realizzare nello spazio antistante una grande area pedonale - la “Piazza dell’Università” - interrando il preesistente parcheggio e regalando in tal modo agli studenti e alla città uno spazio di aggregazione di notevole pregio architettonico. Inattendibili i sondaggi telefonici. Uno studio alla Milano-Bicocca I sondaggi telefonici condotti in Italia non sono attendibili perché si basano su campioni estratti da liste di campionamento (gli elenchi telefonici) che escludono più della metà degli italiani. È quanto emerge da una ricerca condotta da Emanuela Sala e Roberto Lillini del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca volta a indagare la qualità dei dati ottenuti attraverso indagini campionarie telefoniche (CATI). I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Public Opinion Research (“Undercoverage bias in telephone surveys in Europe. The Italian case”). Tra gli obiettivi della ricerca vi è innanzitutto la quantificazione del tasso di copertura telefonica, cioè il calcolo della percentuale degli italiani esclusi dagli elenchi telefonici utilizzati ancora oggi per selezionare gli individui da intervistare durante i sondaggi, la comparazione della qualità dei dati che si ottengono utilizzando diversi tipi di campione e la valutazione dell’efficacia di alcune procedure statistiche utilizzate per ridurre l’impatto dell’errore di copertura. Lo studio ha messo in luce che al 2012 circa il 50% degli italiani è escluso da tali elenchi (di questi, il 32% non dispone di una linea fissa, mentre il 18% ha scelto di non comparire negli elenchi), e che i soggetti esclusi hanno caratteristiche socio-demografiche differenti rispetto a quelle dei soggetti inclusi negli elenchi. L’Università Carlo Bo lancia BPLab, la prima competizione per idee di business Siete studenti dell’Università di Urbino e pensate di avere nel cassetto l’intuizione giusta, appetibile per il mercato? Volete far crescere la vostra startup? Allora correte a consultare il bando BpLab, la prima competizione per idee di business organizzata dalla Carlo Bo, dall’incubatore d’impresa BpCube, l’unico certificato della Provincia di Pesaro e Urbino, insieme con Intesa Sanpaolo e Banca dell’Adriatico. Una commissione di esperti valuterà i progetti e selezionerà il vincitore. L’idea migliore non riceverà un premio in denaro, ma un periodo di incubazione. Il progetto più interessante avrà infatti l’opportunità di condividere per sei mesi la sede di BpCube, i servizi, le attrezzature. “Questa iniziativa – spiega Fabio Musso, prorettore alle Attività di Terza Missione – rivolta agli studenti dell’Università di Urbino Carlo Bo aiuta a mettere a fuoco il proprio progetto imprenditoriale. Nel valutare le potenzialità delle idee terremo conto non solo della spinta all’innovazione, ma anche della capacità del gruppo di essere coeso e determinato, dell’attitudine a interagire al suo interno. Talvolta infatti un’intuizione giusta rischia di essere vanificata dalla mancanza di un team forte. Il messaggio che l’Ateneo lancia attraverso il BpLab è importante: l’Università accompagna i suoi studenti anche dopo il percorso formativo”. Arriva Goldfinger: il guanto che fa muovere gli oggetti a distanza Comandare una macchina a distanza con il semplice movimento di una mano. Sarà possibile in modo naturale ed economico grazie a GoldFinger, un innovativo prototipo di interfaccia uomo-macchina progettato e costruito grazie alla collaborazione fra il Politecnico di Torino e il Massachusetts Institute of SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS Technology di Boston sotto la guida di Giorgio De Pasquale del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’ateneo italiano. Il sistema nasce per rispondere alle esigenze, comuni a molti settori, di semplificare la comunicazione di dati e comandi dall’utente alle macchine. In questo caso, l’interfaccia ha la forma di un guanto, perfettamente indossabile e confortevole, che integra al suo interno tutti i componenti elettronici e meccanici necessari al suo funzionamento. I settori a cui è rivolta questa applicazione sono molteplici, ma in primo luogo quello industriale, per la gestione ad esempio di impianti e macchine, nei casi in cui le norme di sicurezza lo consigliano, quello medico, fornendo ad esempio al chirurgo un controller ergonomico che non altera i normali movimenti delle mani, oppure quelli legati alla realtà virtuale (simulazione di ambienti di lavoro, addestramento del personale, ecc.). Il principale punto di innovazione rispetto ad altri dispositivi consiste nella capacità di GoldFinger di autoalimentarsi mediante la generazione di energia elettrica dal movimento delle dita, garantendo quindi un’autonomia di funzionamento molto maggiore e l’assenza di fili elettrici per l’alimentazione. Un nuovo algoritmo tutto italiano per generare numeri casuali Un docente del Dipartimento di Informatica dell’Università di Milano, Sebastiano Vigna, ha sviluppato un algoritmo per risolvere i problemi di generazione di numeri pseudocasuali. Si è così riscritta una funzione fondamentale del linguaggio di programmazione web JavaScript, il linguaggio utilizzato dalle pagine web per la creazione di effetti dinamici. Un’importante funzionalità del linguaggio è infatti la possibilità di generare numeri pseudocasuali, le cui sequenze sono fondamentali per generare identificatori di transazioni commerciali, eseguire certe classi di algoritmi e introdurre casualità nei videogiochi, per esempio per estrarre i biglietti di una lotteria o scegliere come distribuire le carte nel poker online. Fino a poche settimane fa le sequenze di numeri pseudocasuali fornite dai browser più comuni (Chrome, Safari e Firefox) erano basate su un algoritmo che poteva creare seri problemi, adesso sostituito in tutti i browser da xorshift128+, un algoritmo sviluppato da Sebastiano Vigna, docente presso l’Università Statale di Milano. Il codice dell’algoritmo sarà installato sulla stragrande maggioranza dei terminali esistenti. Con il Progetto Merit la biomedicina punta sulla rigenerazione dei tessuti Riparare tessuti e organi danneggiati da malattie, traumi o semplicemente dall’invecchiamento attraverso l’autorigenerazione da parte del corpo stesso del paziente. È l’obiettivo del Progetto MERIT (Modelli innovativi di riparazione e rigenerazione di tessuti in traumi ortopedici), del quale l’ENEA è responsabile scientifico, che apre nuovi orizzonti per la cura di gravi patologie come il cancro, la distrofia muscolare, il diabete ma anche per la realizzazione di nuovi farmaci. La ricerca sviluppata nell’ambito del Progetto MERIT ha ottenuto numerosi riconoscimenti. I progressi compiuti grazie alla ricerca sull’ingegneria tissutale hanno portato alla creazione di un nuovo campo di applicazione delle biotecnologie che, secondo stime dell’Unione Europea, sarà in grado di muovere un giro d’affari di oltre 300 miliardi di euro nei prossimi 15 anni. L’ingegneria dei tessuti rappresenta la nuova frontiera della biomedicina, in alternativa al trapianto, con l’obiettivo la riparazione o la sostituzione di tessuti e organi come muscoli, ossa e cartilagini, danneggiati da malattie, traumi o anche dall’invecchiamento, restituendone l’integrità e la funzionalità. Oltre all’ENEA, il Progetto MERIT ha potuto contare su una partnership di livello internazionale, che annovera la Fondazione San Raffaele, che scommet- te da anni sull’ingegneria dei tessuti, il CNR, a cui si deve il coordinamento del progetto, la “Sapienza” di Roma, l’Università di Pittsburgh, Sorbonne Université Marie & Pierre Curie, l’Università di Lipsia e l’Indian Institute of Technology. “Grazie a tecnologie sempre più innovative e ai progressi della ricerca nel campo dei biomateriali e in altre scienze correlate, questo settore apre la strada a nuove possibilità di cura e si candida a rivoluzionare la medicina” afferma la ricercatrice Laura Teodori, responsabile scientifica del progetto per l’ENEA. I progressi compiuti nella ricerca sull’ingegneria tissutale hanno già portato alla creazione di un nuovo settore commerciale delle biotecnologie in Europa: secondo stime dell’Unione europea nei prossimi 15 anni l’ingegneria dei tessuti e la medicina rigenerativa in generale muoveranno un giro d’affari di circa 300 miliardi di euro. L’Università di Pavia sponsor istituzionale del Pavia Calcio. Per la prima volta in Italia il logo di una università apparirà sulla maglia ufficiale di una squadra di calcio. L’accordo, in nome della formazione dei giovani e della promozione della città è stato siglato presso l’Università di Pavia, diventata ufficialmente sponsor istituzionale del Pavia calcio. Per la prima volta in Italia, il logo di un Ateneo campeggia sulla maglia dei giocatori di calcio. Un simbolo che sancisce l’accordo tra due realtà storiche del territorio, nel nome della formazione dei giovani, dei valori dello sport e del legame con la città di Pavia. L’accordo e la nuova maglia della quadra (nelle versioni bianca e azzurra) sono state presentate all’Università di Pavia dal Rettore Fabio Rugge e dal vice presidente del Pavia Calcio, Qiangming Wang. “E’ un gesto importante che non ha precedenti, ha dichiarato il rettore. Associarci alla squadra del Pavia significa collegare l’Università allo sport e ai suoi valori: vogliamo che lo sport entri sempre di più nella quotidianità degli studenti”. 5 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 6 Seconda missione spaziale per gli studenti di Ingegneria di Pisa Oxford. L’Università di Brescia premiata come “Best Regional University” Il team U-PHOS dell’Università di Pisa costruirà un ‘termosifone spaziale’ che sarà lanciato nello spazio da un razzo sonda nel 2017. In questo modo, per la seconda volta consecutiva, gli studenti dell’università si sono guadagnati un posto a bordo del razzo sonda che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà nello spazio a Kiruna, in Svezia, a marzo 2017, dove potranno montare una versione aggiornata e migliorata del loro “termosifone spaziale” da testare in condizioni di assenza di gravità. I ragazzi del team “U-PHOS Project” sono studenti dell’Università di Pisa selezionati dall’ESA per partecipare al programma REXUS/BEXUS (Rocket and Balloon Experiments for University Students). Il loro obiettivo è costruire entro marzo 2017 un innovativo tipo di Heat Pipe, un tubo di calore in grado di funzionare solo a gravità ridotta. Il dispositivo che verrà testato raggiungerà circa 100 km di altezza per poi rientrare a terra. «L’obiettivo del progetto è investigare il funzionamento di un dispositivo per lo scambio termico – spiega Pietro Nannipieri, team leader di U-PHOS – Questo dispositivo deve trasportare in modo efficiente il calore da una parte all’altra, è una specie di condizionatore, anche se la sua forma ricorda quella di un termosifone. Il mondo scientifico e spaziale, ESA compresa, è molto interessato a questa tecnologia in quanto molto leggera, economica e resistente ai guasti». I team selezionati dall’ESA si ritroveranno a Kiruna nel prossimo mese di marzo per la “PDR”, la Preliminary Design Review, dove gli esperti di tutte le organizzazioni partecipanti valuteranno il “disegno preliminare”. Il team U-PHOS dell’Università di Pisa è l’unico italiano a essere stato selezionato nella categoria “Rocket” dall’ESA, ramo Educational, che ogni anno offre la possibilità, agli studenti di tutte le nazioni appartenenti alla comunità europea, di partecipare al programma REXUS/BEXUS. Il Premio “Oxford Socrates Award” è stato assegnato quest’anno all’Università degli Studi di Brescia, riconosciuta come “The best Regional University”, per il “carattere originale e innovativo e l’impatto sul territorio del Programma strategico Health&Wealth”. Hanno ritirato il premio alla conferenza della European Business Assembly di Oxford il Rettore, Sergio Pecorelli e il Prorettore alla Ricerca e all’Internazionalizzazione, prof. Maurizio Memo. Ogni anno, vengono selezionate Istituzioni pubbliche e private che si sono distinte nel mondo nel campo della ricerca, dell’educazione e dell’imprenditorialità. gravi disturbi legati alla rapida decompressione, sia per la possibilità che l’Ots venga scaraventato contro le strutture subacquee dell’impianto o per il rischio che l’ombelicale si strappi”. Per questo è stato ideato un connettore, oggetto del brevetto, formato da due conchiglie metalliche che ospitano i contatti idraulici ed elettrici, da posizionare sul cavo in prossimità dell’operatore. Il connettore può essere sganciato manualmente, attraverso un comando, o automaticamente, su trazioni predefinite. Prima di poter procedere all’utilizzo effettivo del dispositivo sarà necessario comunque attendere del tempo. L’impiego del connettore dovrà essere associato a una cellula di salvamento subacquea, ancora in fase di messa a punto. Pubblicato sul sito Polaris il Rapporto Un brevetto dell’Ifc- 2015 su frane e Cnr per migliorare il inondazioni nel lavoro dei palombari nostro Paese Per garantire maggiore sicurezza ai palombari- che eseguono interventi fino a 300 metri di profondità sul fondale marino collegati all’imbarcazione di appoggio solo tramite un cavo - l’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa (Ifc-Cnr), in collaborazione con la Compagnia nazionale sommozzatori, società italiana di Avenza leader nel settore del Commercial Diving, ha sviluppato un nuovo dispositivo di emergenza. A causa delle grandi profondità alle quali si devono eseguire gli interventi, il battello che dirige le operazioni e che fornisce ai palombari, attraverso un cavo ombelicale, l’elettricità, il’ossigeno e l’acqua calda all’interno della tuta, necessari per poter lavorare al buio e alle basse temperature del fondale marino, non può ancorarsi e mantiene fissa la propria posizione tramite un collegamento satellitare. “Se l’imbarcazione perde il controllo anche solo per poco tempo - spiega Remo Bedini dell’Ifc-Cnr - trascina con sé il palombaro. Questa eventualità è molto pericolosa, a volte fatale, sia per l’improvviso innalzamento di quota, che può causare Il sito Polaris, curato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) di Perugia (www.polaris.irpi. cnr.it), ha pubblicato l’ultimo ‘Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni’, che contiene elenchi, statistiche ed analisi sugli eventi geo-idrologici causa di danni diretti alla popolazione nel 2015. Nel corso dell’anno, 106 frane e 33 inondazioni hanno causato in Italia 18 morti, 25 feriti e oltre 3.500 tra sfollati e senzatetto. Nel corso del 2014, 225 frane e 74 inondazioni avevano causato 33 morti, 46 feriti e oltre 10.000 tra sfollati e i senzatetto. “Questi dati indicano quanto le condizioni di rischio per la popolazione restino diffuse, anche se il numero di morti si è ridotto”, ha commentato il direttore dell’Irpi-Cnr, Fausto Guzzetti. “Nel quinquennio 20102014 gli eventi geo-idrologici hanno causato 145 morti (29 l’anno di media), 2 dispersi, 205 feriti e oltre 44.500 tra sfollati e senzatetto. Tra il 1965 e il 2014 hanno perso la vita quasi duemila persone a causa di frane (1279) e inon- SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS dazioni (717), circa 40 l’anno, oltre a 66 dispersi, 2.550 feriti e oltre 434.000 sfollati e senzatetto”. Il sito Polaris pubblica anche la sezione ‘Sei preparato?’, che contiene indicazioni su cosa fare e non fare prima, durante e dopo un’alluvione. Job Orienta 2016. Un ciclo di incontri a Napoli per l’orientamento al lavoro dei neolaureati L’Università Suor Orsola Benincasa ha programmato da febbraio ad aprile un ciclo di incontri aperto ai propri laureati e dedicato all’orientamento al lavoro. Gli incontri si svolgeranno a Napoli, all’interno dell’ateneo. Il primo sarà dedicato all’internazionalizzazione della professione legale (8 febbraio). Seguirà un incontro dedicato agli studenti delle scuole superiori ma anche agli studenti universitari UNISOB in cui alcuni giovani laureati di successo del Suor Orsola, racconteranno le loro esperienze e testimonieranno agli altri il percorso di studio e di lavoro che li ha portati a tali risultati (17 marzo). A commentare in questo caso le loro esperienze saranno manager di enti pubblici e privati, professionisti, ai quali poter rivolgere domande sulle carriere e sull’identikit del giovane laureato da accogliere nel mondo del lavoro. Il 21 marzo è in programma dal titolo “Quale futuro per il servizio pubblico radiotelevisivo? La riforma Rai e il Public Value test nell’Ordinamento Italiano, una giornata di studio organizzata dalla Facoltà di Giurisprudenza in collaborazione con l’AGCOM - Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, dedicata all’analisi dei diversi aspetti della riforma attuata dalla RAI, con particolare approfondimento del Public Value test nel sistema giuridico italiano. L’Ufficio Job Placement del Suor Orsola organizza infine per il 19 e 20 aprile un workshop gratuito di formazione e di orientamento al lavoro dedicato ai laureandi, ai laureati, e agli allievi dei corsi post lauream dell’Ateneo. Il workshop, che si svolgerà in due giornate, è articolato in diversi moduli: “la ricerca attiva del lavoro”; “il mercato del lavoro ed i processi di selezione del personale”; “la lettera di presentazione ed il colloquio di selezione”; “linee guida per il curriculum vitae ed il bilancio delle competenze”; “la contrattualistica del mercato del lavoro”. Un servizio elearning per gli studenti della Parthenope L’Università di Napoli Parthenope ha ralizzato il “Blended Teaching Parthenope”, un progetto che si prefigge di fondere la tradizionale didattica erogata in modalità frontale con materiale didattico elearning allo scopo di creare un sussidio complementare garantendo un approccio più moderno ed efficace per gli studenti. Il materiale blended elearning messo a disposizione non costituisce una duplicazione dell’insegnamento, pur trattando i medesimi argomenti, ma materiale didattico offerto in modalità alternativa sui fondamentali concetti della materia. La piattaforma di elearning è basata su software open source Moodle ed è offerta come servizio centralizzato ai docenti e agli studenti della Parthenope. Attraverso l’implementazione di un sistema di single sign-on (sistema di accesso unificato) sia i docenti sia gli studenti dei corsi di studio triennali e magistrali possono accedere all’offerta “blended” usando le medesime credenziali (username e password) necessarie per accedere alla pagina personale e alla posta elettronica di Ateneo. Il progetto “Blended Teaching Parthenope” muove dall’osservazione che l’Ateneo deve soddisfare due tipologie di utenze studentesche profondamente diverse: gli studenti lavoratori o impossibilitati a frequentare le lezioni d’aula e le attività del campus e gli studenti che frequentano e vivono con assiduità il campus. Per questi ultimi la piattaforma rappresenta un complemento alla tradizionale didattica frontale. Al via il progetto europeo Clim’Foot per calcolare l’impronta di carbonio Si chiama Clim’Foot il progetto internazionale per ‘misurare’ l’insieme delle emissioni di gas serra attribuibili a un’organizzazione, la cosiddetta CFO (Carbon Footprint for Organization). All’iniziativa partecipano istituzioni scientifiche di cinque Paesi europei Italia, Francia, Croazia, Grecia e Ungheria - fra le quali l’ENEA e il suo spin-off Ecoinnovazione srl. Al centro del progetto è la carbon footprint - o impronta di carbonio - che rappresenta l’insieme delle emissioni di gas a effetto serra attribuibili a un prodotto, un’organizzazione o un singolo individuo. Si tratta di un indicatore concepito per misurare e monitorare la quantità di emissioni di gas serra prodotte. L’ENEA ha già avviato una campagna per selezionare le organizzazioni pubbliche e private disponibili al calcolo e alla valutazione della loro ‘carbon footprint’ e definirà la metodologia per la messa a punto dei database relativi ai ‘fattori di emissione’ nazionali. Nei prossimi tre anni i cinque Paesi lavoreranno insieme per permettere ad aziende e istituzioni di valutare le emissioni di anidride carbonica associate alle loro attività. Ogni Stato coinvolto si occuperà della formazione di un policy maker nazionale per implementare le politiche per la riduzione delle emissioni: si tratta di programmi volontari che implicheranno la partecipazione di circa 90 fra organizzazioni pubbliche e private, attive in settori come trasporti, rifiuti, costruzioni, agroalimentare. Sei anni con Dante a Perugia L’occasione dei 750 anni dalla nascita del padre della lingua italiana (2015) e quella dei 700 anni dalla morte (2021) costituiscono la cornice cronologica entro la quale l’Università per Stranieri di Perugia sta organizzando una serie di 7 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 eventi dedicati a Dante che costituiranno l’occasione per una riflessione, attraverso Dante, sul presente e sulla società contemporanea. Con cadenza annuale, nel sessennio 2015-2021, al rapporto tra Dante e “noi” verranno dedicati convegni, letture pubbliche, conferenze o altre iniziative dirette alla cittadinanza perugina, agli studenti della Stranieri e al vasto pubblico internazionale con cui l’istituzione è in contatto attraverso la rete. In tale quadro, la Stranieri di Perugia ospiterà protagonisti della vita culturale italiana, che saranno di volta in volta coinvolti da docenti dell’Ateneo diversi per competenze e interessi, dalla letteratura alla lingua, al diritto e alla morale, alla storia e alla politica, alle lingue e culture straniere in chiave comparata. Nel 2015 si è partiti con un flash mob di letture dantesche intitolato Dante a Mezzogiorno, che il prof. Roberto Fedi, direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Ateneo, ha coordinato aderendo all’iniziativa promossa, tra gli altri, dal Ministero per i Beni Culturali e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per l’anno 2016 l’evento in programma è costituito dalla Lectio Magistralis di Francesco Bruni, professore emerito dell’Università di Venezia Ca’ Foscari e accademico dei Lincei, che parlerà di Dante, la giustizia e le donne. Coordinatrice dell’intero progetto è la prof.ssa Sandra Covino, ordinario di Linguistica italiana presso l’Università per Stranieri di Perugia. Vede la luce a Bologna il primo laboratorio virtuale di Google Collocato nel Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria dell’Alma Mater di Bologna, è stato inaugurato un nuovo laboratorio per sperimentare e sviluppare applicazioni basate su tecnologie Google, dedicato agli studenti e al personale del Dipartimento dell’ateneo bolognese nei campus di Bologna e di Cesena. Il laboratorio su tecnologia 8 Google for Work “Innovation Development Center” sarà accessibile anche da casa utilizzando un account accreditato, e darà la possibilità a studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico amministrativo del Dipartimento di entrare direttamente in contatto con le tecnologie e con gli strumenti utilizzati dalle aziende. “L’obiettivo del progetto - spiega Claudio Sartori, docente al Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria dell’Alma Mater e coordinatore del laboratorio - è favorire il contatto tra università e aziende: è infatti fondamentale che gli studenti sperimentino le nuove tecnologie per conoscere sin da subito le realtà che potranno incontrare una volta entrati nel mondo del lavoro”. Il laboratorio è un vero e proprio ponte tra ricerca, sperimentazione e i processi industriali utili per innovare in ambito imprenditoriale. ISS e CNR studiano le risposte dei pazienti alla chemioterapia E’ stata identificata una mutazione genetica che, laddove presente, rende inefficace uno specifico trattamento chemioterapico, a base di antracicline o oxaliplatino, nei pazienti rispettivamente con carcinoma mammario e del colon. E’ questa in sintesi la conclusione a cui è giunta un’equipe coordinata dal prof. Guido Kroemer del Gustave Roussy Cancer Campus e del Centre de Recherche des Cordeliers di Parigi, che ha visto coinvolto in prima linea un gruppo congiunto di ricercatori ISS-CNR. L’individuazione di un link genetico predittivo della risposta alle chemioterapie basate su determinati farmaci - afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità - può avere una grande importanza per lo sviluppo di nuove terapie in quanto pone le basi per strategie terapeutiche in grado di aggirare il “difetto” in quei pazienti oncologici che lo presentano. “I nostri studi - spiega Fabrizio Mattei, capofila tra i ricercatori del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell’ISS impegnati nell’indagine - hanno evidenziato come in mancanza del recettore FPR1 sulle cellule immunitarie o dell’Annessina A1 sulle cellule carcinomatose trattate con antracicline o oxaliplatino, le cellule immunitarie sono quasi inibite, o comunque meno abili a captare le cellule maligne e quindi meno attive nel migrare verso il tumore. Risultano, in altre parole, incapaci di instaurare interazioni stabili con la cellula tumorale, requisito fondamentale per l’attivazione di una risposta immunitaria efficace”. Il fondamentale contributo dell’ISS è stato quello di dimostrare il ruolo dell’interazione FPR1-Annessina A1 mediante un monitoraggio in tempo reale del movimento delle cellule del sistema immunitario verso le cellule tumorali sottoposte a chemioterapia. Ciò è stato possibile grazie all’uso di dispositivi microfluidici costruiti ad hoc nel laboratorio dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR, dal gruppo di Luca Businaro, con cui l’equipe di Fabrizio Mattei ha da tempo stabilito una fruttuosa collaborazione. Una Call for Proposals dell’Università di Genova in vista dell’edizione 2016 del Festival della Scienza È aperta la Call for proposals per la quattordicesima edizione del Festival della Scienza, che si terrà a Genova, dal 27 ottobre al 6 novembre 2016, e avrà come parola chiave ‘Segni’: “La scienza studia i segni che l’uomo ravvisa nella natura, ma anche la scienza è scritta con i segni di un linguaggio appropriato inventato dall’uomo; addirittura l’interazione razionale ed emozionale tra esseri viventi si sviluppa attraverso segni. I segni del linguaggio matematico, i segni dell’evoluzione scritti nel tempo profondo, i segni molecolari, i segni genetici, la ricerca di segni di vita su altri pianeti, i segni del linguaggio comune, SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS le prove del delitto, moltissime sono le tipologie di segni analizzati dalla scienza. Da sempre l’aspirazione dell’uomo è di segnare il proprio passaggio sulla Terra, di lasciare un segno di cambiamento sull’ambiente in cui vive. In ogni epoca l’uomo ha lasciato documentazione di una sorta di comunicazione, di testimonianza fatta secondo i segni propri di ciascuna civiltà”. Come nelle precedenti edizioni, il Festival vuole coinvolgere il maggior numero possibile di persone e istituzioni operanti sia sul territorio italiano sia in ambito internazionale fin dall’inizio del processo di ideazione dei contenuti del programma. L’invito sollecita proposte in questo spirito per le seguenti tipologie di eventi: Conferenze: lectio magistralis, dialoghi e incontri con scienziati di rilievo internazionale, con preferenza per relatori che non siano già stati ospiti del Festival. Mostre: rispettivamente esposizioni e singole installazioni a carattere didattico, scientifico, artistico e interattivo. Laboratori: iniziative nelle quali i visitatori sono protagonisti di esperimenti e di attività sotto la guida degli animatori scientifici. Eventi speciali: Open days, performance, dimostrazioni. Spettacoli: rappresentazioni teatrali, concerti, danze, proiezioni cinematografiche, cicli a tema. L’eventuale accettazione della proposta non comporta la copertura dei costi dell’evento: la concessione o meno di un contributo è a totale discrezione del Festival della Scienza. Al via la XII edizione di “Scenari di Innovazione” Scade il 23 marzo il termine per partecipare agli “Scenari di Innovazione”, il progetto/concorso nato e sviluppato con l’obiettivo di favorire l’innovazione delle produzioni artistiche e tradizionali toscane, grazie all’incontro tra imprese, mondo della formazione - con riferimento agli Istituti Superiori e alle Università a orientamento artistico - e giovani designer. Il tema di questa 12° edizione è “Artigianato e Digital Fabrication”: le potenzialità e le capacità offerte dalla “digital fabrication” (la stampa avanzata in 2D, le lavorazioni avanzate in 3D, lo scanner 3D, il laser cutter, l’elettronica) possono rappresentare, se opportunamente coniugate e applicate, una formidabile occasione per favorire la diffusione di nuovi processi, strategie e prodotti innovativi tra le imprese del settore artistico e tradizionale. Per fare questo serve, tra nuova tecnologia e impresa, il trait d’union del design, ed è proprio questo il compito dell’edizione 2016 del concorso Scenari di Innovazione. I migliori progetti saranno premiati e potranno dare vita, grazie all’incontro tra i giovani designer e le aziende, a prototipi, prodotti e collezioni. Il concorso è promosso dalla Regione Toscana in collaborazione con CNA Toscana e Confartigianato Imprese Toscana. Dorì: un consorzio europeo per il kiwi targato Università di Bologna Nasce il Consorzio Dorì Europe Srl, per la valorizzazione commerciale della varietà di kiwi messa a punto dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Università di Udine. Dorì arriva dunque in tavola, in Italia e non solo. La varietà di kiwi a polpa gialla prosegue a grandi passi il percorso verso la commercializzazione. Ultima e fondamentale tappa è stata appunto la nascita del Consorzio Dorì Europe Srl. L’iniziativa mette insieme tre importanti realtà italiane, la Granfrutta Zani di Faenza, la Kiwi Uno Spa di Verzuolo e la F.lli Clementi Di Laives, e può contare anche sulla presenza della Summerkiwi France e della Summerfruit, quest’ultima titolare di licenza della varietà di kiwi a polpa gialla AC 1536 e del marchio Dorì. La nascita di Dorì è arrivata dopo anni di ricerche, portate avanti dal Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna e dal Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine. I caratteri distintivi della nuova varietà di kiwi sono in particolare l’intensità del colore giallo, il sapore intenso e la precocità: il frutto è in grado di maturare con circa un mese di anticipo rispetto alle altre principali varietà conosciute. Il Politecnico di Milano crea un sistema di monitoraggio satellitare del Mediterraneo Monitorare la presenza di barche non autorizzate in acque internazionali e ricostruire le loro rotte, tracciando con una copertura globale i flussi migratori nel Mar Mediterraneo attraverso l’uso di satelliti già in orbita. E’ quanto consente di fare Space Shepherd, una piattaforma software ideata al Politecnico di Milano, che integra i sistemi di monitoraggio “da terra” con i segnali radar e ottici di satelliti civili attualmente in uso, riducendo drasticamente i costi per le operazioni di soccorso. Il funzionamento del sistema è stato presentato in un contesto virtuale grazie a dati satellitari reali. Se i Governi europei, attraverso le Agenzie che controllano tali flussi di dati, ne consentissero l’utilizzo a questo scopo, Space Shepherd potrebbe essere immediatamente operativo come progetto pilota. “Il sistema ha un costo stimato di 1 milione di Euro una tantum – spiega Francesco Topputo, capofila del progetto – a fronte dei 10 milioni di Euro al mese spesi per le operazioni di Mare Nostrum. Al di là dei costi, va sottolineata l’impennata di efficienza che Space Shepherd garantirebbe alle operazioni di monitoraggio, tracciamento delle rotte dei migranti e soccorso. Ciò consentirebbe un pattugliamento intelligente delle coste, limitando drasticamente falsi allarmi e ricognizioni inutili che richiedono un dispiegamento ingente di uomini e mezzi”. In concreto, la piattaforma consente di elaborare e integrare i segnali ottici e radar inviati dai numerosi satelliti in orbita, catturando i dati elaborati nel corso del loro passaggio sul Mar Mediterraneo e combinandoli per ricostruire la presenza di barche 9 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 non autorizzate. Il sistema individua inizialmente la scia lasciata dai natanti e, grazie ad elaborazioni successive, è in grado poi di “vedere” anche barche di soli cinque metri. L’individuazione non è però immediata. I satelliti, infatti, durante il loro passaggio sul Mar Mediterraneo, analizzano porzioni limitate di territorio, accrescendo tale area nelle traversate successive: le strisce fotografate nel corso dei numerosi passaggi andranno a comporre l’immagine completa. Per sveltire i tempi, le lacune di scansione territoriale vengono colmate da Space Shepherd combinando i dati di più satelliti. Torna alla IULM di Milano il Job Day Aziende e talenti. Top manager e giovani “cervelli”. Per mettere sempre più in contatto due mondi, quello dell’università e delle professioni, la IULM ha lanciato i Job Day, un ciclo di incontri che permetterà ad alcune imprese leader nel mondo di aprire le proprie porte, entrando in contatto con gli studenti che frequentano l’Ateneo. Grazie a questa formula, manager e professionisti di veri e propri colossi globali della pubblicità, del marketing, della comunicazione, dell’arte, del lusso e del settore turistico, saranno ospitati in IULM ogni mercoledì, fino alla fine di maggio. Una vetrina per le aziende, ma anche un potenziale trampolino di lancio per gli studenti: se, infatti, le imprese faranno conoscere la loro realtà e il loro brand ai professionisti del futuro, attraverso le testimonianze dei top manager, gli studenti avranno l’opportunità di capire come funziona la macchina del recruitment, assistere a simulazioni di colloqui e conoscere tutti i segreti dei processi di selezione. Così come avranno la chance di mettere in mostra il proprio talento, presentando il proprio curriculum vitae. Una formula win-to-win che ha come mission quella di costruire un ponte di collegamento tra il mondo dell’università e il mercato del lavoro. Molte delle aziende che saranno invitate al Job Day pubblicheranno, prima dell’incontro in 10 IULM, alcuni annunci di posizioni reali. Gli studenti avranno così la possibilità di inviare la propria candidatura e sostenere colloqui durante il Job Day, nel caso in cui l’azienda abbia valutato il loro curriculum in linea con le figure professionali richieste e quindi li abbia preselezionati. ACI e Politecnico di Milano insieme per la sicurezza stradale L’Automobile Club d’Italia e il Politecnico di Milano hanno sottoscritto un accordo triennale nel settore della mobilità e, in particolare, della sicurezza stradale per la realizzazione di studi e ricerche in materia di sicurezza stradale, con l’obiettivo di ridurre gli incidenti e favorire l’innovazione tecnologica di settore. Nell’ambito della collaborazione avviata saranno realizzate ricerche e metodologie di analisi e confronto, con specifico riferimento ai parametri di sicurezza e affidabilità dei veicoli, alle caratteristiche funzionali e prestazionali sia del veicolo che della relativa componentistica e accessori, allo scopo di realizzare analisi di benchmaking ad uso settoriale e sociale. Urban Design Day: città a misura d’uomo in Cina e in Italia Nell’ambito di un accordo di collaborazione tra Politecnico di Torino e South China University of TechnologySCUT, Italia e Cina hanno confrontato le rispettive esperienze nel corso della prima edizione dell’Urban Design Day realizzata a Guangzhou in Cina. Quello tra le due culture - italiana e cinese - è un rapporto antico: da un lato, l’Italia ha rappresentato il cuore della civiltà urbana europea attraverso i secoli. Il suo territorio costituisce il corpo materiale e la forma concettuale di un modo di costruire città che oggi appartiene al mondo. L’esperienza italiana non è solo inscritta nelle pietre delle sue città, ma anche nelle competenze che oggi esporta nel mondo: nel progetto urbano e nel disegno del paesaggio, nel restauro dei monumenti, ma anche nel design e nell’innovazione tecnologica. La Cina è la più grande civiltà urbana contemporanea, che ha saputo inventare nuovi modi di guidare lo sviluppo delle città. Attraverso il governo dei processi di trasformazione dei suoi territori sta indicando la strada per sfide che riguarderanno gli abitanti dell’intero pianeta. L’Urban Design Day si propone come un momento di dialogo tra culture e modi di operare che diventa sempre più centrale nell’affrontare le grandi sfide globali della nostra epoca. Gli “Italiani” sanno disegnare città vivibili, a misura d’uomo, integrate nel territorio; i “Cinesi” sanno organizzare i processi, governare le azioni di pianificazione e amministrative, rendere effettivi i progetti. L’obiettivo dell’iniziativa, oltre a quello, immediato, di effettuare un confronto critico sul tema della città contemporanea in Cina e in Italia, è di potenziare i già presenti scambi fra Politecnico, SCUT e amministrazioni locali, portando il dibattito sul piano istituzionale, oltre che scientifico, in modo da aprire a effetti reali sul territorio. Un ormone intestinale sintetico può contribuire a spegnere l’appetito Un gruppo di ricerca dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, diretto da Amalia Gastaldelli, ha studiato in collaborazione con l’Università del Texas come il Glp-1 - un ormone intestinale - agisce sulle aree del cervello che regolano il senso della fame. Il lavoro dimostra come nell’uomo, già dopo una singola somministrazione di questo ormone sintetico, vi sia un miglioramento del metabolismo del glucosio sia cerebrale che sistemico. “Si è osservato - affermano i ricercatori del CNR di Pisa - che nelle due ore successive all’assunzione di zucchero la singola somministrazione di exenatide aumenta anche il metabolismo delle SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 | NEWS aree cerebrali coinvolte nei meccanismi di controllo della fame e della sazietà e in zone deputate al sistema dell’appagamento da cibo. In sostanza, il farmaco aumenta la risposta di tali aree, mentre ‘spegne’ quelle dell’appetito (l’ipotalamo), spiegando, almeno in parte, i meccanismi già noti attraverso i quali pazienti che usano analoghi del Glp-1 perdono peso”. Secondo gli studi di questi ultimi anni, il cervello svolgerebbe un ruolo significativo nell’insorgenza di diabete e obesità. “Il cervello regola sia l’impulso della fame sia il modo in cui il cibo viene ‘metabolizzato’. I risultati della nostra ricerca evidenziano un peso determinante dell’ormone Glp-1 in questo senso e aprono nuovi scenari nella lotta a queste malattie”, conclude la direttrice dell’IFC-CNR. La Scuola di eccellenza della Sapienza consegna i primi diplomi Si è svolta nel palazzo del Rettorato della Sapienza la cerimonia di consegna dei diplomi ai primi 10 laureati della Scuola Superiore di Studi Avanzati (SSSA), il polo didattico di eccellenza dell’Università Sapienza di Roma che accoglie gli studenti più bravi e che ha preso avvio nell’anno accademico 2011-2012. Gli allievi, tutti laureati con 110 e lode, hanno seguito il percorso di approfondimento proposto dalla Scuola e alloggiato nella residenza loro riservata a due passi dal campus universitario: accanto alle lezioni tradizionali, hanno seguito seminari ad hoc tenuti da docenti italiani e stranieri, nonché svolto soggiorni all’estero nelle scuole speciali europee, ottenendo gli alti standard di risultato richiesti per continuare la permanenza nella Scuola, ciascuno nel proprio ambito disciplinare. Sono 4 le classi accademiche proposte: quella delle Scienze giuridiche, politiche, economiche e sociali; la classe delle Scienze della vita; la classe delle Scienze e tecnologie e la classe degli Studi umanistici. Ad oggi sono 80 gli studenti, provenienti da tutta Italia e anche dall’este- ro, che hanno superato la selezione e vivono questa realtà universitaria romana sul modello “college”. “In pochi anni la Scuola si è affermata come una delle iniziative di maggior prestigio nell’ambito delle Scuole Superiori Universitarie – ha affermato il rettore Eugenio Gaudio - consolidando importanti rapporti in sede nazionale e internazionale, ad esempio con le convenzioni con la Scuola Normale di Pisa e con l’École Normale Superieure di Parigi”. “Per gli studenti che ne fanno parte, la Scuola rappresenta un’esperienza composita, interessante sotto più punti di vista” – spiega Alfredo Sciortino, laureato in Fisica, uno degli allievi che riceverà il Diploma – “Comporta innegabili vantaggi materiali, dall’alloggio alla borsa di studio annuale, e didattici, con corsi aggiuntivi di ottimo livello e di vasto interesse. Se però dovessi sintetizzare cosa la Scuola mi ha offerto in questi anni, penso che l’accento vada posto sulla componente umana dell’esperienza: si entra in contatto con alcuni tra i migliori studenti, provenienti dalle discipline più disparate. La possibilità di confrontarsi sui problemi comuni da punti di vista diversi conduce ad apprezzare la potenza della propria disciplina, ma, soprattutto, comprenderne i suoi limiti: capire dove bisogna alzare le le mani e abbandonarsi all’approccio di qualcun altro e dove invece le proprie competenze sono necessarie”. La Normale scala le classifiche internazionali Secondo Times Higher Education, la rivista inglese che ogni anno stila uno tra i ranking internazionali più accreditati, il World University Ranking, la Normale di Pisa si è classificato nel 2015-2016 trentottesima a livello mondiale, e unico ateneo italiano tra i primi cento. Crescono tutti i parametri coinvolti nella valutazione: teaching, citation, research, industry income, international outlook. Per quanto riguarda le Arts&Humanities la Scuola è tra i tre atenei italiani classificati tra i primi cen- to e 60esima a livello mondiale, dopo la Sapienza di Roma (42esima posizione) e prima di Bologna (82esima). In vetta a entrambe queste graduatorie parziali si collocano le università statunitensi e britanniche. Nel World University Ranking stilato dalla rivista inglese la Scuola Normale risulta il primo ateneo italiano, avanzando nelle posizioni di due posti rispetto all’anno passato. Parla anche cinese la seconda Università di Napoli Il cinese è la nuova lingua parlata dal sito della SUN, la Seconda Università di Napoli, unina2.it, raggiungibile all’indirizzo http://international.unina2.it/index.php/zh, che si affianca alle versioni già presenti in lingua inglese, portoghese e russa. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di ampliare gli orizzonti internazionali dell’Ateneo, riducendo le barriere linguistiche e facilitando l’accesso ai programmi di studio e all’offerta didattica internazionale disponibile, e allo stesso tempo, ed agevolare i primi contatti da parte di studenti Erasmus e visiting professor che vogliano trascorrere un periodo di studio e di ricerca alla Sun. La Seconda Università di Napoli è tra i primi Atenei ad avere già ben quattro versioni in lingua estera del proprio portale, a cui si affiancherà presto anche la versione in lingua spagnola. 100mila euro l’anno dalla Bei in arrivo alla Scuola Superiore Sant’Anna Un progetto di ricerca presentato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in qualità di coordinatore, si è appena aggiudicato un finanziamento di 100 mila euro all’anno, per tre anni, bandito dalla Banca Europea degli Investimenti, nell’ambito della “University research sponsorship grant 2015”, sul tema “How can larger organisations also be innovative organisations?”. Il progetto è stato presentato insieme a KU Leven University e University of Groningen ed è stato selezionato da un comitato di esperti tra le 27 proposte giunte da università con sede in 15 paesi europei, entrando così a 11 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 23 • 15 FEBBRAIO 2016 far parte del “Knowledge programme” della Banca Europea degli Investimenti per il triennio 2015 - 2018. L’obiettivo del progetto è esaminare come le grandi imprese europee possano sviluppare approcci di successo verso l’innovazione tecnologica di tipo radicale superando le barriere tipiche delle imprese consolidate. Il gruppo di ricerca si occuperà dell’identificazione e del benchmark di modelli di innovazione radicale nelle grandi imprese europee, attraverso lo sviluppo di una metodologia originale che unisce la ricerca quantitativa a quella di tipo qualitativo. Il progetto porterà anche alla definizione di strumenti di ricerca e strumenti diagnostici per identificare i casi di successo e il supporto delle pratiche manageriali per l’innovazione radicale in Europa. Una nuova piattaforma per il food in Lombardia con la LIUC Nasce una nuova iniziativa tutta dedicata al settore food all’interno della piattaforma regionale di open innovation della Regione Lombardia: a dare il via la LIUC attraverso il suo centro di ricerca LIUC Innovazione e Brevetti, che lavorerà insieme all’associazione SIFooD, all’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, a Confindustria Como, a ComoNExT e a numerose imprese del settore. Una rete di soggetti che si costituiranno nella Community SIFooD (Science & Innovation Food District) con l’obiettivo di condividere conoscenze e opportunità di business e creare valore all’interno del sistema economico regionale e nazionale, secondo la logica dell’open innovation. A partire dalla piattaforma verranno sviluppati altri strumenti di comunicazione tra i vari partner, come blog, forum, newsletter, al fine di per rendere ancora più semplice l’interazione tra i vari soggetti della community. “Il progetto – spiega Valentina Lazzarotti che con Raffaella Manzini segue il progetto per la LIUC – vuole incentivare l’avvio di iniziative di collaborazione nel 12 settore food in Lombardia, finalizzate a monitorare e ridurre il processo di deperimento del cibo a casa tramite sistemi di tracciabilità, conservazione e cottura/ rigenerazione e per ridurre gli sprechi alimentari e di packaging lungo tutta la filiera food. L’intenzione è quella di promuovere la cosiddetta innovazione aperta attraverso uno strumento snello quale quello di una piattaforma, messa a disposizione dalla regione”. Il touchscreen rivoluziona la didattica a Ca’ Foscari Didattica sostenibile, accessibile a disabili e studenti di tutto il mondo. E’ entrata in funzione per alcuni corsi del Dipartimento di Management, al Campus economico San Giobbe della Ca’ Foscari, un’aula attrezzata con un multischermo interattivo capace di rivoluzionare le classiche lezioni frontali. Una delle aule del dipartimento di Management è stata allestita con una E-Board multiscreen, una sorta di enorme smartphone, dotata di un’eccellen- te tecnologia di visualizzazione delle immagini e massima affidabilità, che consente una comunicazione interattiva e “social” in tempo reale docentestudente e studente-studente. I due schermi interattivi consentiranno la fruizione delle lezioni da parte di studenti disabili, relatori d’eccellenza italiani e stranieri a distanza e la partecipazione di un numero potenzialmente infinito di studenti. Grazie alla tecnologia touchscreen e potenti strumenti che facilitano la collaborazione, docenti e relatori potranno offrire lezioni e presentazioni dinamiche e coinvolgenti, utilizzando tools che già si conoscono (ppt, file audio/video, ecc) con il massimo impatto visivo sul pubblico. Un’applicazione consente di collegare, tramite connessione wireless, la E-Board multiscreen a qualsiasi tipo di dispositivo mobile. I singoli utenti potranno interagire direttamente con il docente che deciderà, di volta in volta, se rendere o meno pubblici questi commenti. Questa modalità innovativa di fare didattica all’università presenta un’ampia serie di vantaggi tra cui l’accessibilità da parte di utenti disabili che non potrebbero altrimenti seguire le lezioni. ISSN 2283-5873 Scienze e Ricerche News Rivista bimensile supplemento al n. 23 di Scienze e Ricerche, 15 febbraio 2016 La rivista ospita due tipologie di contributi: • interventi, analisi, recensioni, comunicazioni e articoli di divulgazione scientifica (solitamente in italiano). • ricerche e articoli scientifici (in italiano, in inglese o in altre lingue). La direzione editoriale non è obbligata a motivare l’eventuale rifiuto opposto alla pubblicazione di articoli, ricerche, contributi o interventi. Non è previsto l’invio di estratti o copie omaggio agli autori. Scienze e Ricerche Sede legale: Via Giuseppe Rosso 1/a, 00136 Roma Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 19/2015 del 2/2/2015 Gestione editoriale: Agra Editrice Srl, Roma Tipografia: Andersen Spa, Boca Direttore responsabile: Giancarlo Dosi www.scienze-ricerche.it [email protected]