Fermiamoci davanti al presepe - Parrocchia di Canneto sull`Oglio

Transcript

Fermiamoci davanti al presepe - Parrocchia di Canneto sull`Oglio
Vien dietro a me, e lascia dir le genti
sta come TORRE ferma che non crolla
giammai la cima per soffiar de venti
DANTE
Dicembre 2014 • A NNO LX V • N. 4 (357) • Canneto sull’Oglio • Ta riffa Associazioni Senza Fini di Lucro: «Poste Italiane s.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB - Conto acceso presso C.P.O. Mantova.
Direttore responsabile: Regis Mons. Benito • Stampa: Arti Grafiche La Torre, Canneto sull’Oglio, MN - Testata registrata presso il Tribunale di Mantova l’11 febbraio 1949, n° 10 Parrocchia di Canneto sull’Oglio (Mn)-46013 Via B. De Canal, 11-Tel. 0376/70122-C.C.P. N. 12737466
Fermiamoci davanti al presepe
Carissimi,
vi offro una domanda provocatoria:
è ancora attuale fermarci davanti a
Gesù Bambino oggi? Io vi dico di
sì… oggi entro nelle vostre case con
questo messaggio augurale per un Natale dove tutte le creature siano uguali
davanti al nostro Dio Misericordioso.
C’è una poesia di Umberto Saba, con
un titolo molto semplice e un testo di
grande tenerezza: “A Gesù Bambino”, così l’ha chiamata il suo autore.
“La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa' ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa' che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda nel Tuo nome”.
Mi piace e invito a leggere questi versi davanti al presepe, simbolo di pace,
di amore, di salvezza.
Con un momento di silenzio prolungato posso provare ad incontrare
Gesù; Lui si fa presente se l’accolgo… poi mi lascio illuminare da quel
Suo sguardo, con la preghiera esso si
incrocia con il mio e percepisco nel
profondo dell’anima lo stupore per un
Dio che diventa uomo per amore.
- Gli apro il mio cuore, con la certezza e la fiducia che solo Lui può sollevarlo dai pesi e renderlo più saldo
nella fede.
- Gli affido le mie preghiere, chiedendogli, oltre alla bontà e alla dolcezza, anche la forza di affrontare
le difficoltà e l’umiltà per saper
perdonare.
- Chiedo uno spirito presente che
non si lasci intimorire dal peccato,
un animo coraggioso che sappia
donarsi al prossimo, un cuore limpido che abbia chiare le vere ricchezze della vita alle quali aspirare.
Molte volte rimaniamo confusi davanti alla proposta di felicità del mon-
Preghiera per la cena della Vigilia e per il giorno di Natale
La sera della Vigilia o il giorno di Natale,
prima di metterti a tavola con la tua famiglia, o anche se sei da solo, ti invitiamo a leggere questo brano del Vangelo
di Natale. È il Signore che viene ad abitare la nostra vita e la riempie di luce…
Il Bambino Gesù, Chiesa di Santa Caterina, Betlemme
do di oggi, ma l’unica cosa che veramente ci permette di vivere sereni è la
gioia nel cuore, un tesoro immenso e
un’arma vincente per affrontare ogni
difficoltà, per cambiare tanti punti
di vista e rientrare nella conoscenza
delle priorità. Una gioia donata, nella preghiera, dallo Spirito Santo che
è amore e sapienza non umana e fa
aumentare lo “spessore” della nostra
vita: ecco allora la carità verso gli altri, la fiducia, la positività, il sorriso. Essere persone che donano fiducia
è già camminare con il Cristo.
Don Primo Mazzolari scriveva: “Gesù
è venuto e noi non siamo ancora né
giusti, né buoni, né pacifici, né misericordiosi, ma siccome Lui è venuto, la giustizia, la bontà, la pace, la
misericordia, si affacciano oggi nel
cuore e sul volto di ognuno. Quasi
un anticipo di quella gioia per la quale
sospirano i nostri cuori e che, ricchi
e poveri, domandiamo al Povero del
presepio”
L’invito che rivolgo a tutti è quello di
fare altrettanto.
- Di fermarsi un minuto davanti al
presepe, parlare con Gesù offrendogli le proprie debolezze e il desiderio di superarle; chiedendogli
di essere illuminati dalla sua beatitudine e di saperne fare tesoro ogni
giorno, domandandogli la gioia,
l’unico ingrediente indispensabile
per rendere davvero ricca la vita.
- Di lasciarsi ispirare dalla dolcezza
di Maria, di abbandonare il cuore
alla commozione che la visita al
Bambino sa suscitare, all’emozione
per il mistero che questa nascita
porta in sé.
- Di contemplare l’intimità della
grotta, di respirare quel senso di
pace, di lasciarsi catturare dalla
letizia di Gesù e, nel silenzio, far
affiorare spontaneamente dal cuore
le parole da rivolgergli, con una preghiera semplice, ma vera.
L’augurio che faccio a ciascuno è di
riscoprire e sperimentare, in questo
Natale, lo stupore. Non facciamoci
togliere il desiderio di stupirci davanti
al mistero del Figlio di Dio fatto Bambino, gustiamoci la Festa del Natale
come momento di incontro e condivisione nelle nostre famiglie e nella
nostra Comunità, ma anche come momento di autentica Grazia.
Don Giovanni Tosoni
Nell’anno del Signore 2015
•
•
•
•
Domenica 15 marzo, ore 15,30:
Prima Confessione.
Domenica 3 maggio, ore 10,30:
Sacramento della Confermazione.
Domenica 10 maggio, ore 10,30:
Santa Messa di Prima Comunione.
Domenica 24 maggio, ore 10,30:
Festa degli Anniversari di Matrimonio.
Dal Vangelo di Matteo (1,18-25)
“Ecco come avvenne la nascita di
Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe,
prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello
Spirito Santo. Giuseppe suo sposo,
che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando
a queste cose, ecco che gli apparve
in sogno un angelo del Signore e
gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te
Maria, tua sposa, perché quel che
è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e
tu lo chiamerai Gesù: egli infatti
salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo avvenne perché si
adempisse ciò che era stato detto
dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio
che sarà chiamato Emmanuele,
che significa Dio con noi. Destatosi
dal sonno, Giuseppe fece come gli
aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la
quale, senza che egli la conoscesse,
partorì un figlio, che egli chiamò
Gesù”.
A Gesù Bambino, segno
piccolo e fragile
(san Giovanni Paolo II)
Segno piccolo e fragile,
umile e silenzioso,
ma ricco della potenza di Dio,
che per amore si è fatto uomo.
Signore Gesù, con i pastori
noi ci accostiamo al tuo presepe
per contemplarti avvolto in fasce
e giacente nella mangiatoia.
O Bambino di Betlemme,
Ti adoriamo in silenzio con Maria,
tua Madre sempre Vergine.
A Te la gloria e la lode nei secoli,
divin Salvatore del mondo!
Amen.
2 • LA TORRE • Dicembre 2014
L'Educatore in parrocchia
Traditio Symboli
Venerdi 21 novembre gli animatori delle parrocchie dell’unità pastorale si sono riuniti in
oratorio ad Acquanegra per riflettere su come essere “educatori alla fede” in oratorio. L’incontro, guidato da don Giampaolo Ferri, direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile della
diocesi si è svolto in un clima di serenità, confronto e voglia di mettersi in gioco per il
bene dei nostri adolescenti, perché possano crescere bene dal punto di vista umano e
cristiano. Sono i cristiani di domani! Dalla riflessione sono emersi i seguenti aspetti che
ogni educatore in oratorio deve tener presente.
1 L’ educatore è uno che ha scelto di fare un cammino personale di fede e che pur con tutte
le fatiche, prova a viverlo nel quotidiano...
2 E’ uno che vive una vita di fede con la sua comunità cristiana.: la prima e più fondamentale formazione avviene dentro la comunità..
3 L’educatore, sull’esempio di Gesù, è uno che vuol bene ai ragazzi che gli vengono affidati …
4 L’educatore è uno che cura la propria formazione, nella consapevolezza del ruolo che è
chiamato a svolgere.
5 L’educatore alla fede, oggi più che mai, è consapevole di essere missionario non solo
nella sua parrocchia, l’esperienza delle unità pastorali sta facendo luce su una certa
chiusura che non dovrebbe appartenerci come cristiani …
6 L’apertura a Cristo e al vangelo ci porta ad ampliare la nostra esperienza di chiesa partecipando alla vita della diocesi insieme al nostro vescovo Roberto.
Ci auguriamo che questo primo incontro sia l’inizio di un cammino che vedrà gli animatori
della fede diventare “lievito” delle nostre realtà parrocchiali.
Carlo Zanoni
Percorrere la via del piacere, o quella della bellezza? Con questo interrogativo si è aperta la
bellissima e preziosa testimonianza di Michele, un ragazzo di 18 anni intervenuto durante
la Traditio Symboli, tenutasi in seminario a Mantova, sabato 22 novembre a partire dalle
16. Anche i ragazzi delle parrocchie della nostra unità pastorale hanno partecipato insieme
ai loro animatori accompagnati dal seminarista Carlo. Quasi 350 ragazzi, provenienti da
tutte le parrocchie della diocesi, hanno ascoltato le parole di incoraggiamento del nostro
vescovo Roberto, che, felicissimo per la grande affluenza di ragazzi, ha esortato tutti a
percorrere la via di Gesù. Una via sicuramente non facile, colma di difficoltà, ma che al
termine ci mostra il più bel traguardo: la gioia eterna, insieme a Lui nel suo Paradiso. Ci
ha esortati a credere, e a non vergognarci del nostro essere cristiani. Non sono poi mancati
i momenti di svago, primo tra tutti quello iniziale, in cui ogni parrocchia doveva rappresentare con una scenetta, una frase del Credo, professione di fede che i cristiani tutte le
domeniche recitano durante la celebrazione dell’Eucaristia. Al termine dell’incontro, tutte
le scenette sono state proiettate e una giuria ha premiato le due scenette più originali;
ebbene, Canneto e Ostiano sono risultate vincitrici! Una bella soddisfazione per tutti noi
e per i nostri amici. Terminata la premiazione, dopo esserci rifocillati in seminario, siamo
tornati a Canneto e in oratorio abbiamo finito la giornata in amicizia condividendo la cena
preparata da alcuni genitori. Una giornata divertente, che segna l’inizio di un percorso
impegnativo, ma bello, soprattutto se fatto insieme.
Marco Sala
Sinodo: lavori in corso
della Diocesi (circa 1.500) confluirà nell’Assemblea Sinodale. L'Assemblea del Sinodo è
composta da presbiteri, religiosi, religiose e
fedeli laici (circa 200 componenti) che sono
scelti per “prestare aiuto al Vescovo in ordine
al bene di tutta la comunità diocesana”(Can.
460). L'Assemblea (formatasi solennemente con l'apertura del sinodo avvenuta lo scorso 14 settembre 2014, e suddivisa in tante
commissioni di studio, tante quante sono le
questioni) avrà il compito di affrontare, dal
prossimo anno, le Questioni che il Vescovo
ha affidato, studiandole e approfondendole,
Continua il percorso degli otto Piccoli Gruppi Sinodali nella nostra Parrocchia: in questi tre mesi, da ottobre a dicembre, siamo
stati impegnati nella riflessione, per ciascun
gruppo diversa, di una delle quindici Questioni Pastorali proposte dalla Commissione
preparatoria. Le Questioni Pastorali individuate sono aspetti particolari, sfaccettature
per una piena e autentica vita di fede e testimonianza cristiana. I piccoli Gruppi sinodali
sono luoghi in cui ciascuno può ascoltare ed
essere ascoltato in un clima di fraternità, in
cui sia importante non solo la qualità della
riflessione che si sviluppa, ma anche l'intensità dell'esperienza di comunione che si
realizza. Infatti, il cammino delle nostre comunità è davvero sinodale se si situa in un
contesto di relazioni di comunione, capace
di coinvolgere tutti in un clima di partecipazione e di condivisione reale. Da questi tre
incontri di riflessione e di dialogo scaturirà
un consiglio, una proposta da inviare al Vescovo sulla Questione Pastorale analizzata.
Il lavoro svolto da tutti i Gruppi Sinodali
In cammino verso l'Accolitato
Carissimi, vi giungano queste poche righe per farvi partecipi del nuovo passo
che sto per compiere. Lunedì 8 Dicembre, festa dell’Immacolata Concezione,
alle ore 15 a Verona, alla presenza del Vescovo Mons. Giuseppe Zenti, riceverò
il Ministero dell'Accolitato. È un ulteriore passo verso quella meta definitiva
che è il presbiterato. Questo ministero è destinato a mettere in risalto l’intimo
legame che esiste tra l’Eucarestia e la carità. Il ministero dell’accolito acquista
pienezza di significato e una notevole importanza proprio nel contesto di una
Chiesa che vive il mistero della carità. La funzione dell’accolito è soprattutto
quella di aiutare il diacono e il sacerdote durante le funzioni liturgiche. Quindi
ha il compito di curare il servizio dell’altare, distribuire la santa Comunione
in assenza dei ministri, o quando il
numero dei fedeli è elevato. A questi
compiti i vescovi italiani ne aggiungono un altro e precisamente “aver
cura dei deboli e degli infermi”, questo compito stimola l’accolito a farsi
strumento dell’amore di Cristo e della
Chiesa nei loro confronti. Le funzioni
che un accolito è chiamato a svolgere
lo portano ad essere promotore della
vita liturgica di una comunità e ministro straordinario della comunione,
che si affianca al sacerdote portando
l’Eucarestia ai malati; caratterizzante
è il suo servizio di carità verso i poveri, i sofferenti, i malati, gli emarginati. Con l’aiuto del Signore spero di
essere degno di svolgere questa funzione, con umiltà e spirito di servizio.
Rimanendo uniti nella preghiera, auguro a tutti voi un santo Natale. Con
affetto e gratitudine.
Daniele Leonelli
attraverso la lettura della sintesi dei contributi provenienti dalla consultazione di tutti
i «piccoli gruppi sinodali». I componenti
dell’Assemblea Sinodale scelti nella nostra
Unità Pastorale “Santa Maria ai Campi Bonelli”, sono cinque laici: Antonio Pezzini e
G. Carlo Veronesi della Parrocchia di Canneto, Premi Vincenzo della Parrocchia di Mariana, Cerchiari Bruno e Sala Marco (componente giovane) della Parrocchia di Mosio;
più il sacerdote coordinatore dell’U.P. il nostro Parroco Don Giovanni Tosoni.
Antonio Pezzini
Il consiglio Pastorale "rinforzato"
Rinforzato: è questa la parola che secondo me descrive il nuovo consiglio pastorale
per gli anni 2014-2018. Ad una prima rapida lettura la parola “rinforzato” potrebbe
suggerire l'idea della presenza nella nostra
comunità di un consiglio pastorale stanco,
demotivato, e quindi bisognoso di una sorta di sostegno per proseguire la propria attività. Ma non è così! Alla fine dello scorso
anno pastorale, il consiglio ha effettuato,
come di consuetudine, una valutazione
dell'anno appena concluso, rilevando, tra le
altre, la necessità di approfondire la situazione della pastorale giovanile nella nostra
parrocchia, in quanto erano emersi alcuni
spunti positivi ma anche diverse criticità,
tra le quali la scarsa partecipazione dei
giovani alle attività della parrocchia e alla
messa domenicale. Una delle iniziative per
cercare di dare una risposta a questa, che
riteniamo essere una questione decisiva per
la vita della nostra comunità, è stata quella
di coinvolgere i giovani animatori inserendo una loro rappresentanza all'interno del
consiglio (4 giovani). Questo per permettere anche a loro di dare il proprio contributo
nelle decisioni che il consiglio assume.
Il progetto sui giovani animatori, inoltre,
ha visto alcuni adulti assumere il ruolo di
educatori per guidare la comunità animatori nel cammino di formazione, oltre a coordinarne le varie attività. Anche queste persone sono entrate a far parte del consiglio
pastorale, che ad oggi conta 28 membri in
rappresentanza delle varie aree di attività
che la parrocchia svolge. Tuttavia, partecipare al consiglio pastorale non significa
semplicemente rappresentare un gruppo o
un settore della parrocchia, è molto di più:
significa far parte di un gruppo di persone che si prende cura della comunità e che
collabora al proprio interno per costruire un
progetto comune, assumendosi la responsabilità, insieme al parroco, delle scelte
che vengono fatte. È certamente un ruolo
impegnativo ed è per questo che voglio ringraziare a nome di tutto il consiglio i nuovi
consiglieri per aver accettato questa sfida,
in particolare i più giovani; la loro presenza
darà ancora maggiore forza ed entusiasmo
a tutto il gruppo e ci permetterà di affrontare con rinnovato impegno il cammino di
un nuovo anno pastorale. A tutti voi chiediamo di accompagnarci con la vostra preghiera e di sostenere con la partecipazione
le attività che la parrocchia propone nei
vari ambiti. Oltre a don Giovanni, il diacono Ivan, il seminarista Carlo e le nostre
suore, il Consiglio è composto da: Luigina
Rizzardi, Marina Milani, Chiara Pancera, Kevin Dalzini, Vanessa de Pietri, Cristian Vento, Patrizia Moraschini, Ornella Zinetti, Luciana Nicoli, Luca Provvedini, Fulvia Negri,
Maurizio Vezzoni, Sergio Ghisini, Luciano
Barisani, Stefano Alberini, Roberta Broglia,
Antonio Pezzini, Nives Ugoletti, Francesco
Zucca, Alberto De Orsi, Barbara Redini, Paolo Freretti, Diego Redini.
Stefano Alberini
Dicembre 2014 • LA TORRE • 3
La Chiesa dei Morti
La Chiesa dei Morti, così chiamata nella vulgata popolare, riassume un patrimonio culturale e
una tradizione religiosa singolare che si protrae
nel tempo. Si tratta di un luogo familiare per i
cannetesi, attraverso il quale, generazione dopo
generazione, sono stati trasmessi i ricordi che
hanno formato la nostra identità, il nostro album di famiglia. La Chiesa della Santa Croce,
nella sua denominazione originale, venne eretta
in memoria dei cannetesi morti durante la terribile pestilenza del 1630, che fu così catastrofica da uccidere quasi la totalità degli abitanti,
già sconvolti dalle vicende politiche europee
di quegli anni, che videro il nostro paese impegnato nella guerra dei Trent’anni. Grazie ad
una serie di documenti conservati all’archivio
di Mantova si è potuta ricostruire la vicenda relativa alla realizzazione dell’edificio.
L’idea dei cannetesi di costruire una chiesa in
ricordo di quelle vittime non tardò ad arrivare, perché la maggior parte dei defunti, causa
la mancanza di tempo e la paura del contagio,
non aveva ricevuto degna sepoltura. È il 1697
l’anno in cui gli abitanti di Canneto chiedono al
vescovo di Brescia la fondazione di un oratorio dedicato ai morti. Un documento datato 13
maggio può essere considerato il vero contratto per la costruzione della chiesa, con il quale
l’Arciprete Giuseppe Marchesi e i reggenti del
Comune commissionano il progetto al cremonese Giacomo Malio. Si fissano dimensioni e
caratteristiche secondo il disegno, come l’altezza e larghezza o lo spessore dei muri. Inoltre si
indica la ricompensa per i lavoratori e si dichiara che i lavori dovranno cominciare la settimana
successiva.
La costruzione della chiesa dovette durare più
di cinquant’anni e giunse a conclusione il 23
Aprile dell’anno 1745 con la solenne consacrazione del Vescovo di Brescia.
Essendo stato edificato sul sito dell’antico
lazzaretto, al momento della sua costruzione
l’oratorio dei morti fu collocato fuori dal centro
abitato. L’aumento della popolazione e il conseguente allargamento del paese hanno fatto sì
che oggi si trovi invece nel centro storico, nel
quartiere “Piccola Regona”. La chiesa presenta
una pianta ad aula unica. Il perimetro esterno
è privo di decorazioni e la regolarità dei muri
laterali è interrotta, in prossimità del tetto, solamente da tre ampie finestre. Anche la semplice facciata, seppur solcata da lesene, non
presenta elementi decorativi e solo il timpano
spezza l’uniformità esteriore dell’edificio. Questa eccessiva povertà decorativa e semplicità
degli esterni non si riscontra invece all’interno
dell’edificio, che è ricco di decorazioni e stipato
di oggetti. Quattro coppie di lesene scanalate
dividono l’aula in cinque campate, coperte da
volte a crociera. Delle otto finestre originarie,
sulle quali si impostano le volte, cinque sono
state tamponate, pertanto la chiesa risulta poco
illuminata. Le pareti laterali sono dipinte in fin-
to marmo per i due terzi dell’altezza. Appena
sopra, un fregio continuo a disegni geometrici
crea un netta divisione tra la zona delle finestre
e le pareti sottostanti. Ovunque è impiegato il
trompe l’oeil, in particolare dietro l’altare baroccheggiante, dove la parete è dipinta con
motivi floreali e geometrizzanti e l’uniformità
della decorazione si interrompe solo al centro,
in prossimità della finestra murata. Le tinte scure, per lo più grigie, utilizzate nella decorazione
interna della chiesa contribuiscono a ridimensionare lo spazio. A ciò si aggiungono gli effetti
del tempo e del fumo delle candele, che hanno
annerito ulteriormente i muri.
Nella seconda metà del Settecento in Europa si
apre quel dibattito sulle sepolture che porterà
alla nascita dei cimiteri extraurbani. Da un lato
le idee illuministe contribuirono a divulgare
una concezione laica della morte; a ciò si aggiunse la questione dell’igiene pubblica, divenuta urgente con l’aumento della popolazione
ed il peggioramento delle condizioni sanitarie.
In Europa, i primi emendamenti in questa direzione furono le leggi mortuarie asburgiche,
emanate nel 1743 da Maria Teresa d’Austria e
Francesco Stefano d’Asburgo che vietavano le
tumulazioni nelle chiese. Nel 1770, con grande anticipo rispetto a Napoleone e all’editto
di Saint-Cloud del 1804, queste leggi vennero
estese ai territori lombardi soggetti al dominio
asburgico e nel 1788, per ordine governativo,
a Canneto venne abolita la sepoltura dei cadaveri all’interno del centro abitato e deliberata
la costruzione di un nuovo cimitero. Il nuovo
camposanto comincerà a funzionare, dopo la
benedizione di rito, nel 1810.
L’allontanamento del cimitero creò non pochi
timori e risentimenti tra la popolazione che si
sentì privata della vicinanza dei propri cari. La
risposta degli abitanti fu quella di ‘riportare’ la
memoria dei defunti all’interno del paese, scegliendo un luogo che già era adibito al ricordo:
la chiesa di Santa Croce. L’atipicità di questa
chiesa si coglie già dall’inusuale spazio concesso per l’inserimento di lapidi commemorative
che, solitamente, venivano poste sulle pareti
esterne delle chiese. Ciò può essere inteso come
il desiderio, da un lato di una maggior visibilità, dall’altro di una vicinanza più forte con i
defunti, e quindi di un ricordo più vivo, quasi
a voler proteggere la “memoria dei propri cari”
dall’erosione delle intemperie e dallo scorrere
del tempo.
Le prime lapidi che trovarono spazio all’interno
della chiesa furono quelle delle famiglie ricche,
opera di abili scultori. Gli ornati sono ispirati ai
canoni estetici del Romanticismo e mostrano il
particolare rapporto tra la cultura ottocentesca
e l’antichità classica. Ricca è la simbologia, e
alcuni esempi denunciano la propensione per
un gusto colto; ad esempio si pensava che la
farfalla fosse in grado di abbandonare la sua natura corporea e ascendere in cielo, allude quindi
alla resurrezione e alla leggerezza dell’anima. Il
teschio è il simbolo non solo della parte più alta
dell’uomo, ma anche della sua caducità. L’uroburo (il serpente che si morde la coda o che la
inghiotte) rappresenta in figura di animale il
cerchio nel suo personificare l’eterno ritorno.
Dopo la metà del XIX secolo le lapidi si semplificano notevolmente e da vere e proprie sculture
diventano semplici incisioni.
La gente più povera utilizzò materiali meno costosi e, quasi sempre, costruì da sé gli oggetti
da esporre. Si tratta in prevalenza quadri con
motivi vegetali e corone di fiori. Nella maggior
parte di questi quadretti, che sono anche i più
antichi, sono ricamati o dipinti dei fiori colorati su di uno sfondo di seta nera. I ricami sono
eseguiti con filati preziosi su modello delle decorazioni dei paramenti sacri. Lo sfondo scuro
è un chiaro richiamo al colore nero, colore del
lutto e della penitenza e contemporaneamente
promessa della futura resurrezione e simbolo
della negazione della vanità terrena e dello sfarzo. I fiori sono il simbolo della vita, il simbolo
di sentimenti d’amore e di armonia, ma soprattutto delle anime dei Morti. Nel “linguaggio dei
fiori” ogni specie esprime un suo messaggio:
la rosa, il giglio, l’alloro, la quercia, l’edera, il
cipresso, la felce sono solo alcune delle specie
rappresentate nei quadretti. Troviamo anche
delle decorazioni in cartone, compensato, ceramica, legno e cuoio. Altro genere di manufatti
sono le corone di fiori, per le quali si utilizzò
per lo più porcellana e metalli, ma che talvolta
vennero costruite intrecciando in un sottile fil di
ferro delle perline vitree.
Dalle fine dell’Ottocento gli abitanti hanno
cominciato ad inserire fotografie nei quadretti
della propria famiglia che già erano esposti nella chiesa, gli sfondi sono stati tagliati per fare
spazio alle immagini, i volti hanno sostituito i
simboli. La fotografia, mezzo espressivo alla
portata di tutti, è diventata il tramite tra le generazioni, proiezione dei morti e dei vivi senza distinzione di classe sociale. La chiesa dei morti
è uno dei pochi esempi in cui si è lasciato libero
spazio alla tradizione popolare, al sentimento
religioso, ma anche alla creatività degli abitanti
di Canneto. La decorazione della chiesa non è
frutto del lavoro di artisti, scultori e pittori, ma
è un complesso di oggetti che si sono accumulati nel tempo per volontà della popolazione e
che testimoniano l’evoluzione del culto della
memoria.
Un tempo la comunità si poteva considerare
tale se la comunità dei vivi era unita a quella
dei morti in un rapporto di mutuo aiuto. La costruzione stessa della Chiesa di Santa Croce,
voluta dalla pietà popolare attraverso la raccolta
delle elemosine, è un esempio di questo legame. Le pareti raccolgono i simboli, i messaggi
e le immagini, che, a partire dall’Ottocento, i
cannetesi hanno cominciato ad accumulare in
memoria dei propri defunti ed è l’emblema di
una comunità in cammino verso una porta che
conduce all’eternità.
Burato Dorothea
Per eventuali visite guidate alla Chiesa, contattare l'Associazione A.E.M.O.C tel. 333 6399737
La Parrocchia di Canneto ringrazia Dorothea
Burato per il suo prezioso e competente intervento durante la serata del 7 novembre, in
cui è stata illustrata la chiesa di Santa Croce
ed esprime alla neo dottoressa le congratulazioni per la laurea brillantemente conseguita.
Coglie inoltre l'occasione per ringraziare tutti
coloro che hanno contribuito alla realizzazione della serata.
Portare Gesù povero e servo, una carità senza fine !
«Da coloro che vivono nelle discariche del
terzo mondo, fra gli uccelli rapaci che si contendono con gli uomini i rifiuti, sale il grido:
“Vogliamo vedere Gesù ! Camminare con noi,
pregare con noi, gioire con noi…”. Dai marciapiedi lungo la spiaggia, negli angoli oscuri
attorno a paesi e città, le ragazze schiave degli aguzzini che vendono il loro corpo, gridano: “Vogliamo vedere Gesù ! Vogliamo averlo
a fianco di noi, quando siamo aggredite e
ferite nella nostra dignità”. I drogati scoppiati, i senzatetto, i barboni vilipesi nelle sale
d’aspetto delle stazioni gridano: “Vogliamo
vedere Gesù ! Stare con Lui, vogliamo che Lui
stia con noi!”. I carcerati innocenti, i carcerati colpevoli, gli ubriachi sotto i grandi cavalcavia delle grandi metropoli, gli “ubriachi”
perché disperati dalla grande indifferenza
del mondo, gridano: “Vogliamo vedere Gesù
! Lo vogliamo a fianco a noi”. Gli ammalati
nel loro letto di dolore, i disabili collocati in
moderni lazzaretti, i minori senza famiglia,
i profughi costretti ad abbandonare la loro
famiglia e la loro terra, ci gridano: “Vogliamo
vedere Gesù ! Solo Lui ci può salvare !”. La
Chiesa deve essere lì, dove Gesù è straziato,
umiliato, abbandonato e crocifisso…i nostri
palazzi semivuoti possono rimanere sbarrati
mentre premono alle porte i diseredati ? Chi
sta con la massa dolorante perché Gesù
sia incarnato in mezzo a loro?»
In occasione delle prossime festività natali-
zie, ho voluto condividere con voi questo incisivo brano di don Oreste Benzi, prete riminese scomparso nel 2007 che ha dedicato la
sua vita al servizio dei reietti dalla società:
“il parroco dalla tonaca lisa”, come amavano
chiamarlo. La sua riflessione sposa efficacemente il tema del sinodo della nostra chiesa
mantovana (Vogliamo vedere Gesù) con la
sostanza del nostro essere e fare carità.
Ci abbiamo provato e ci proviamo come comunità ad essere presenti nelle “periferie”,
a portare Gesù, Lui sola vera speranza, che
per primo si è donato a noi. Continuiamo
a farlo anche attraverso le persone che si
sono prestate a sostenere le attività del centro di accoglienza di Casa Maria, attraverso
chi visita i tanti ammalati della nostra comunità, o attraverso le opere, le iniziative e
le preghiere spese per i più bisognosi fra noi
e nelle terre più lontane.
Confidiamo che la Provvidenza, insieme
all’aiuto e al sostegno di tante persone nella
nostra comunità, ci aiutino a portare avanti questi segni in modo sempre più decisivo
per il destino di tanti fratelli. Nella società
dell’apparire e delle tante immagini, il Dio
che si fa uomo in mezzo a noi ci dice che,
più che mai, l’umanità ha bisogno della carità che passa dalla testimonianza in prima
persona.
Ivan Arienti – gruppi caritativi
Festa della Luce
Quando abbiamo pensato la prima volta ad una festa che avvicinasse i bambini al culto
dei santi e dei defunti, ci è venuto subito in mente di associarla all’idea della luce.
La luce, che nella tradizione cristiana è inizio della vita, strumento di conoscenza e
scoperta, “guardiano” contro la paura delle tenebre, anticipo della festa, ci è sembrato
l’emblema ideale. Ma come avvicinare i bambini al culto dei santi? Il modo che ci è parso
più adatto è il racconto della vita quotidiana dei singoli. Paolo e Francesco, prima di
diventare “santi” ovvero “amici di Gesù”, sono stati uomini che hanno vissuto le gioie ed
i dolori della vita di ogni giorno. La loro santità è diventata così, grazie al racconto, non
eccezione e meraviglia, ma vita normale condotta seguendo la luce della fede. In questo
modo la festa di Ognissanti è diventata la festa di tante persone normali che, anche se
non ricordate dal calendario, hanno desiderato diventare “amici di Gesù” a tal punto da
vivere le gioie e i dolori della vita come una sorta di dono che a Lui potevano offrire.
Ragionando, abbiamo concluso che se la santità è normalità nella vita di ogni giorno, allora tutti i cristiani possono ambire ad essere santi e condividere questa festa. Più facile
è stato pensare a come avvicinare il culto dei defunti al mondo dei bambini. La morte,
che ci ha portato via persone care facendoci soffrire, ci ha comunque lasciato il ricordo
e l’affetto che ci aveva legato a loro, garantendoci una compagnia sempre consolatrice.
Abbiamo quindi pensato ai nostri nonni scomparsi e alle ore spensierate passate con
loro, con i loro giochi e la loro musica. Li abbiamo riproposti affinché questa gioia fosse rivissuta. Così è stato... e così è nata la Festa della Luce che venerdì 31 Ottobre ha
coinvolto in oratorio più di cinquanta bambini. La festa è nata da tutte queste idee e,
soprattutto, dal desiderio di accendere nella mente dei nostri invitati la curiosità per un
modo diverso, un modo cristiano di passare e festeggiare l’ultimo giorno di Ottobre. La
festa è stata bella, molto più di quanto speravamo organizzandola, ma molto più bello è
stato il saluto di tanti bambini:” Ciao, ci vediamo l’anno prossimo”.
Marina Longhi Ferri
4 • LA TORRE • Dicembre 2014
Il rito della stella e dei magi
Una tradizione del territorio dell'Ecomuseo Valli Oglio Chiese
È l’evangelista Matteo che parla dei Magi provenienti dall’Oriente, saggi in grado di leggere
le stelle, forse Re, come afferma l’Antico Testamento. Il messaggio è chiaro: Gesù, il Dio che
si fa uomo, supera confini e barriere arrivando ai più lontani. Il culto dei Magi si diffonde
nel IV secolo, prima in Lombardia e poi in Europa con Sant’ Eustorgio che da Costantinopoli
porta a Milano le reliquie dei famosi tre Magi. Nel 1164 Federico Barbarossa, tra le numerose
umiliazioni inflitte ai lombardi, trafuga i corpi dalla chiesa di Sant’Eustorgio e le trasferisce
a Colonia. In ambito milanese il culto si afferma nel 1336 con l’istituzione della festa dei tre
Re, fortemente voluta dai Visconti. Numerose nei secoli le richieste di restituzioni dei corpi,
ma soltanto nel 1903 il cardinal Ferrari ottenne qualche frammento di quelle venerate ossa.
L’antica tradizione della stella oggi è diffusa in particolare in Val Sabbia, nell’alto Garda, nel
Trentino e nel Tirolo, più rara in pianura Padana. Nel nostro territorio lungo la valle dell’Oglio
i Re Magi, unitamente a San Cristoforo, erano i protettori dei pellegrini, di chi si accingeva a
guadare un fiume, ad intraprendere un pellegrinaggio, disposti quindi a mettersi in discussione, sacrificarsi anche a rischio della vita per cambiare se stessi. Una tradizione che si ripete
da sempre nella simbologia del presepe: i Re Magi, unitamente ai pastori, rappresentano il
travagliato cammino alla ricerca della vera luce. Anche quest’anno, per l’Epifania, il Rito della
stella si rinnoverà con la sfilata dei pastori seguita dai Magi, la dolce melodia della pastorella
accompagnerà il tradizionale rito. Una comunità in cammino nel desiderio di un mondo di fratellanza e di pace. L’accoglienza, la condivisione, l’appartenenza ad una comunità si manifesta
anche attraverso una tradizione. E’ un invito rivolto alle famiglie e alle Associazioni Cannetesi
a partecipare. Per chi volesse prendere parte alla sfilata in costume può rivolgersi alla Parrocchia, oppure alla sede dell’Associazione Ecologica Museo Oglio Chiese.
Associazione Ecologica Museo Oglio-Chiese
Era Natale...…
Quando si mettevano le letterine dei buoni propositi sotto il piatto.
Quando si andava a trovare alcune persone in difficoltà per un augurio, portando un piccolo dono.
Quando da studenti si ritornava a casa per le vacanze ed era sempre festa.
Quando la “Pastorella”, in quelle notti gelide, andava in alcune case dove già si lavorava, i musicanti si riscaldavano poi riprendevano il giro per suonare in tutte le strade del paese… io,
da bambino, abitavo in cascina ed anche con tanta neve, dopo mezzanotte, non mancavano mai
quelle magiche note ed il tepore della stalla e l'accoglienza della casa.
Quando la sera della vigilia, in alcune famiglie si invitava a cena un’anziana vicina sola, così a
casa mia, a volte, eravamo in quattordici o quindici… Era una grande festa!
Quando da militare sono riuscito ad arrivare prima della cena della vigilia, prendendo tre treni, un
autobus ed infine ricorrendo all’autostop: sulla porta di casa, mia mamma piangeva dalla gioia.
Quando alla chiesa delle suore, alla S. Messa per soli uomini, l’arciprete ricordava che Betlemme
significava “la casa del pane”.
Quando alcuni gruppi di amici andavano a cantare sotto le finestre delle ragazze “Astro del ciel”.
Quando, per la prima volta per le strade di Canneto, in anticipo sulla messa di mezzanotte, si sentì
“la Pastorella” ed il timpano di Giulietto: era la campanella che accompagnava la musica.
È sempre Natale ogni volta che si pensa a chi ha più bisogno di noi, ci si commuove ai ricordi
del passato, si crede che questi ricordi, queste tradizioni, la fede e la speranza del Natale non
finiranno mai. Tuoi affezionati lettori
Nella splendida cornice
del Teatro Mauro Pagano
Con rinnovato entusiasmo, anche per la stagione teatrale 2014-’15, si riapre il sipario dello
splendido Teatro Comunale “Mauro Pagano”.
L’Amministrazione Comunale è lieta di presentare un interessante cartellone che, compatibilmente con la difficile situazione che stiamo
vivendo, presenta una varietà di appuntamenti
in grado di suscitare l’attenzione di uno svariato pubblico, nell’intento di mantenere viva
la tradizione teatrale quale importante mezzo
di diffusione della cultura, capace di stimolare
profonde riflessioni e infondere il fascino e la
magia che solo il teatro è in grado di regalarci.
Si auspica una numerosa partecipazione della
Cittadinanza, invitata a condividere emozioni
ed amore per la cultura.
L’amministrazione Comunale desidera, inoltre,
sollecitare tutta la Comunità a partecipare ai
consueti eventi natalizi, per dare il giusto risalto alle antiche tradizioni locali, che meritano di
essere tramandate quali inestimabili ricchezze
portatrici di fondamentali valori umani.
IL SINDACO E L’INTERA AMMINISTRAZIONE
COMUNALE AUGURANO, DI CUORE,
BUONE FESTE A TUTTI I CITTADINI.
A sipario aperto... Si parte!
...E alla fine il sipario si apre e lo spettacolo
può cominciare... Il sogno di far rinascere il
teatro parrocchiale si è trasformato prima in
un progetto, ora in una realtà che, passando
attraverso l'entusiasmo del nostro gruppo di
volontari, vuole crescere e arrivare al cuore
della comunità. Finalmente questo luogo, che
ormai viveva solo nei ricordi di alcuni, viene
restituito ai cannetesi in tutta la sua bellezza
ed accoglienza, per diventare luogo di incontro
e di condivisione. Ora sta a tutti noi, per primi
i giovani, cogliere l'opportunità che ci viene offerta dal nostro oratorio, così che frequentare
il teatro si trasformi da interessante novità in
piacevole abitudine e, attraverso la partecipazione di ognuno, cresca e si rafforzi nel tempo.
Con questi propositi presentiamo il frutto del
lavoro fin qui svolto, che si sviluppa sia in una proposta di stagione teatrale, sia in tante belle
iniziative curate e gestite dai ragazzi dell'oratorio, che di volta in volta verranno presentate
alla comunità. E allora, perché perdersi tutto
ciò? Non mancate! Vi aspettiamo!
Il gruppo teatro
Don Giò, Carlo, Alex, Omar, Rosy,
Mariangela, Claudio, Francesco, Riccardo.
Calendario delle Festività Natalizie 2014
Tutte le celebrazioni eucaristiche si terranno alla Chiesa del Carmine
Venerdì 19 Dicembre
- Chiesa del Carmine, ore 21.00: "Concerto di Natale" promoso dal Complesso
Bandistico Cannetese
Sabato 20 Dicembre
- Casa Maria, ore 15.30: Ritiro del Natale per adolescenti e giovani (3ª media,
superiori, giovani)
- Chiesa del Carmine, ore 17.00: Santa messa prefestiva
Domenica 21 Dicembre, Quarta domenica di Avvento
- Sante Messe: ore 7.30 - 10.30 - 17.00
- Chiesa del Carmine, ore 15.30: Ritiro spirituale per la comunità
Lunedì 22 Dicembre
- Chiesa del Carmine, Ore 15.00: confessioni dei ragazzi/e di catechismo della 1^ e
2^ media
- Ore 15.30: santa Messa alla Casa di riposo
Martedì 23 Dicembre
- Chiesa del Carmine, ore 15.00: confessioni dei ragazzi/e di catechismo della 4^ e
5^ elementare
- Chiesa del Carmine, ore 20.45: Celebrazione Penitenziale Comunitaria
Mercoledì 24 Dicembre, Vigilia di Natale
- Chiesa del Carmine, ore 15.00 – 18.00: confessioni
- Ore 21.45: fiaccolata della Pastorella con arrivo in piazza Gramsci per l’accensione
del falò
- Chiesa del Carmine, ore 23.15: Veglia di preghiera
- Chiesa del Carmine, ore 24.00: S. MESSA DELLA NOTTE DI NATALE 2014
Giovedì 25 Dicembre, Natale del Signore
- Sante Messe: Chiesa del Carmine: ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 17.00
- Ore 16.30: Vespri
Venerdì 26 Dicembre: S. Stefano, primo martire
Sante Messe: ore 7.30 - 10.30 - 17.00
Sabato 27 Dicembre, Festa della Santa Famiglia
- Chiesa del Carmine, ore 15.30: confessioni
- Ore 17.00: Santa Messa Prefestiva
Domenica 28 Dicembre
Sante Messe: ore 7.30 - 10.30 - 17.00
Mercoledì 31 Dicembre
- Ore 17.00: Santa Messa di ringraziamento per l’anno trascorso e canto dell’inno
TE DEUM
Giovedì 1 Gennaio 2015, Maria Ss. Madre di Dio; Giornata Mondiale della Pace;
Sante Messe, Chiesa del Carmine, ore 10.30 - 17.00
Domenica 4 Gennaio
Sante Messe, Chiesa del Carmine, ore 7.30 - 10.30 - 17.00
Lunedì 5 Gennaio
- Ore 17.00: Santa Messa Vigilia dell'Epifania del Signore
Martedì 6 Gennaio: Epifania del Signore
- Sante Messe: 7.30 – 10.30 – 17.00
- Ore 15.30 Benedizione di tutti i bambini e ragazzi della parrocchia. Consegna
dell’arancia benedetta e rito della Stella
Domenica 11 gennaio 2015 - Festa del Battesimo di Gesù
- Sante Messe: 7.30 - 10.30 (celebrazione comunitaria del Battesimo) - 17.00.
Laurea
Il giorno 2 ottobre 2014 MARTINA LIPRERI
ha conseguito presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, facoltà di Scienze
linguistiche e Letterature straniere la laurea in Esperto linguistico d'impresa conseguendo
la valutazione di 110/110. I genitori, il fratello ed i parenti tutti si congratulano con la
neodottoressa e le augurano un brillante futuro.
L’ASSOCIAZIONE VOLONTARI
CANNETESI A.V.C. AUGURA
A TUTTA LA CITTADINANZA
BUON NATALE E SERENO 2015
È con sincera riconoscenza che, attraverso
il nostro giornalino, il Parroco e la
comunità porgono a tutti i cannetesi
extramuros affettuosi auguri di un sereno
Natale e un buon 2015.
Ringraziamenti
Ringraziamo tutti coloro che in questo
anno 2014 hanno fatto pervenire la loro
offerta per "La Torre” e per tutte le opere
parrocchiali. Il nostro grazie va anche
alle famiglie che hanno voluto ricordare
i loro cari defunti con una offerta alla
Parrocchia.
A tutti AUGURI sinceri di Buon Natale e
Buon anno nuovo!
Anagrafe parrocchiale
I NOSTRI FRATELLI DEFUNTI
Merlo Maria (anni 92) - Calvetti Stellio (anni 90)
- Ghidotti Italo (anni 89) - Ghisini Angelo (anni
74) - Tosi Anna Maria ved. Grazioli (anni 83).
NECROLOGI
I nipoti, i cugini ed i parenti tutti, con grande affetto ricordano nella preghiera Pietro
G. Carolfi, tornato alla casa del Padre il 6
ottobre 2014 da Collingswood, N.J. U.S.A.
Le figlie ricordano la mamma Virginia Carolfi
e il papà Angelo Capelli, che da tanti anni,
come angeli custodi, le proteggono dal cielo.
La moglie e i figli ricordano il caro Giuseppe Capelli, che troppo presto è stato chiamato in cielo.
"Non il nulla, ma un'altra dimora ci aspetta,
che assomiglia a quella terrena, popolata di affetti, di consuetudini e di invisibili abbracci".
Lunedì 5 gennaio 2015 ricorrerà il nono anniversario della scomparsa di Dolores Magnani Cavalli. La figlia Carla con Benoit e
Alessandro la ricordano con immutato amore.
Una santa messa di suffragio sarà officiata lo
stesso giorno alle ore 17 nella Chiesa del Carmine.
Il 23 dicembre ricorre l'ottavo anniversario della
morte della cara Beatrice Zanotti, di soli 25 anni.
La mamma, il papà, il fratello ed i parenti tutti la ricordano con immutato amore e la affidano alla bontà di Dio Padre.
Il 22 dicembre ricorre il decimo anniversario della scomparsa di Luigi Arienti.
“Dopo tanti anni il nostro amore per te non è mutato, possiamo dire che il tempo non cancellerà mai
il tuo ricordo che è sempre vivo nei nostri cuori”.
I tuoi cari
Ad Arnaldo - Il 23 dicembre di 11 anni fa, una
mattina come tante ti abbiamo salutato: “Ci
sentiamo dopo!” E tu: “ Ci vediamo stasera!”
Ma qualcosa di ingiusto si è messo fra noi e
ha spezzato le nostre famiglie. Un dolore mai
provato prima ci unirà per sempre, dolore che è
rimasto immutato. E il nostro rapporto affettivo non si interromperà mai. Ieri, oggi, domani,
sempre nei nostri cuori. La tua mamma, Fabrizio, Roberto, Rosaria e Maria. Saremo vicini a
te, Arnaldo, ricordandoti con una santa messa
domenica 21 dicembre, alle ore 17, nella Chiesa
del Carmine.
Il 12 novembre ricorreva il quindicesimo anniversario della scomparsa di Cesare Caprini.
“Sei sempre nel nostro cuore, il tuo ricordo non
potrà mai morire”.
Tua moglie Daniela, tua figlia Elena e i tuoi cari.
Il 21 dicembre ricorre l'undicesimo anniversario della scomparsa del caro Uriano
Spitti. La moglie, le figlie e i familiari tutti lo ricordano sempre con immutato affetto.
Il 15 dicembre ricorre il 1° anniversario della morte di Tabarri Maria. I figli la ricordano
e la affidano alla misericordia di Dio Padre.