NOVITA ottobre 2014

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NOVITA ottobre 2014
Sul pianeta Terra è tempo di contare i
sopravvissuti al Diluvio Senz'Acqua, il
devastante flagello scatenato dall'azione
sconsiderata dell'uomo, illuso di poter
controllare la propria esistenza abusando della
scienza.
I
pochi
umani
scampati,
accompagnati dai Craker, la specie pacifica,
creata in laboratorio, tentano di riprendere la
propria vita nel villaggio-rifugio. Ma la
convivenza di questi mondi, l'umano e il
transgenico, si regge su un equilibrio molto
precario, che rischia di spezzarsi sotto il peso
di incomprensioni e sospetti reciproci, e delle
terribili minacce di morte che continuano a
giungere dall'esterno. E mentre Toby, ex
Giardiniera di Dio, esperta di funghi e api,
tenta di mediare tra le parti, sostenuta dalle
amiche Ren e Amanda, Zeb, l'uomo che lei
ama, in un disperato atto di rivincita parte alla
ricerca di Adamo 1, fondatore della religione
dei Giardinieri.
Clara studia "storia della psicanalisi". La sera,
seduta in cucina, rimane sveglia fino a tardi
ad analizzare i casi delle "grandi isteriche" e
le cronache del rapporto con i medici che le
ebbero in cura: Freud, Jung, Charcot... In quei
momenti sospesi, il piccolo appartamento in
cui vive con il padre, il fratello e la nonna
sembra spalancarsi in un abisso notturno,
capace di riportarla indietro nel tempo e
trascinarla nelle profondità di queste grandi
narrazioni. Perché questo sono, prima di tutto:
storie di vita, di corpi e di amori; ossessioni e
incomprensioni, guarigioni e scacchi. Storie
di donne. Ma poi, per curiosità più che per
bisogno, Clara comincia a lavorare nel bar del
fratello. E sarà allora che, tutt'a un tratto, la
vita vera spazzerà via, con la sua forza e i suoi
spigoli, gli anni di isolamento e di studio
solitario. Abituata a confrontarsi con la teoria
di un inconscio remoto, già catalogato e
raffreddato, Clara si troverà alle prese con una
vicenda misteriosa e ambigua, un omicidio
che affonda le radici in un vortice di
sentimenti incandescenti, di violenza e di
colpa. Nel territorio violato delle periferie di
oggi l'attende l'incontro con Mirella, una di
quelle donne sopraffatte che per lei sono
sempre state soltanto personaggi da studiare
sui libri: scoprirà per la prima volta
l'emozione e la paura di ascoltare, lei per
prima, un cuore che si schiude, e che esige da
lei una risposta.
Ovi ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo
chiama "un vicino amaro come una
medicina". Solo perché non si aggira con un
sorriso stampato sulle labbra? Non
esattamente. Ovi ce l'ha un po' con tutti nel
quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli
spazi appositi, con chi sbaglia a fare la
differenziata, con la tizia che gira con i tacchi
alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con
il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì
davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ovi
va a fare la sua ispezione poliziesca nel
quartiere, affinché le regole siano rispettate.
Ma il mondo è talmente indisciplinato e privo
di senso che Ovi decide di farla finita. Ha
preparato tutto nei minimi dettagli: chiuso
l'acqua e la luce, pagato le bollette, sistemato
lo sgabello... Ma... anche in Svezia accadono
gli imprevisti che mandano a monte i piani. In
questo caso è l'arrivo di nuova famiglia di
vicini che piomba accanto a Ovi e subito fa
impazzire tutta la sua vita regolata. Tra
imprevisti e disagi, Ovi non solo riuscirà a
farsi inaspettatamente degli amici, ma anche a
capire che questa vita imperfetta, caotica,
ingiusta non è poi così male.
Il dottor Peter Brown è tornato. Il comico e
spiazzante medico-killer protagonista del
romanzo di esordio di Josh Bazell, "Vedi di
non morire", torna per affrontare pazienti,
criminali ma, questa volta, soprattutto un
mostro omicida che si nasconde nelle acque di
un piccolo lago del Minnesota. È li che viene
spedito insieme alla paleontologa supersexy
Violent Hurst, su incarico del misterioso
miliardario Ree Bill, per verificare l'esistenza
del mostro. Il dottor Brown si ritrova così
catapultato a Ford, una minuscola cittadina
della moderna provincia americana in cui gli
eventi si susseguono al ritmo di un film di
Quentin Tarantino, con la comicità dei
Soprano e personaggi e paesaggi che
sembrano presi in prestito da Twin Peaks. A
incombere su tutti, la presenza inquietante
quanto improbabile di un mostro simile a
quello di Loch Ness, in apparenza
responsabile della brutale morte di due
ragazzi della cittadina. È stato davvero lui a
ucciderli? O quella del mostro è solo una
trovata turistica a beneficio di pochi? Perché
il miliardario Ree Bill ha mandato Peter
Brown a Indagare? Cosa nascondono Ree Bill
e gli abitanti del paesino di Ford? Cosa si
nasconde dietro la creatura del lago?
Come può l'amore essere insieme la forza più
creatrice e più distruttrice? Cosa siamo
disposti a perdere per l'amore, cosa siamo
disposti a mettere in gioco? È possibile che la
completa felicità si riveli solo nella assoluta
infelicità? A Ferrara, Alma e Maio, due
fratelli adolescenti, vivono in una reciproca,
incantata dipendenza. La loro famiglia è
molto unita. La scuola è finita, l'estate inizia.
Alma e Maio non lo sanno, di essere felici.
Per Alma è un gioco quando propone al
fratello di provare l'eroina. Una sola volta,
l'ultima sera di libertà prima di raggiungere i
genitori per le vacanze. Ma mentre lei passa
indenne attraverso il veleno, Maio resta
segnato. E un giorno scompare. Bologna,
trent'anni dopo. Antonia che tutti chiamano
Toni, è l'unica figlia di Alma. Vive con Leo,
commissario di polizia conosciuto durante un
sopralluogo per i gialli che scrive. Ignora tutto
di Maio, la madre non le ha mai raccontato
nulla: forse per proteggerla o forse troppo
grande è il senso di colpa. Quando Alma
viene a sapere che Antonia aspetta il suo
primo figlio, non riesce più a mantenere il
silenzio di cui si è fatta scudo. Toni si misura
con una vertigine improvvisa: che cosa può
fare di fronte a un segreto che ha cancellato
ogni traccia del passato di sua madre, e quindi
anche del proprio? Toni torna a Ferrara per
cercare Maio. E nell'inchiesta su Maio si
riflette il gioco delle generazioni, la cifra degli
anni bui a cavallo tra Settanta e Ottanta, fino
al destino stesso di Antonia. Come si fa a
meritarsi l'amore?
Donne fiere che non cedono a minacce né a
lusinghe, pronte ad affrontare il loro destino.
Donne misteriose che compaiono e
scompaiono nel volgere di un viaggio in nave.
Donne soavi e inebrianti, come la Sicilia.
Donne scandalose, perché non hanno paura di
prendere ciò che è loro, compresa la libertà.
Semplicemente, donne. Sono loro le
protagoniste di questo libro, viste da un
Andrea Camilleri in carne e ossa, prima di
diventare lo scrittore più amato d'Italia. È il
ragazzino timido che scopre il piacere di
riaccompagnare a casa una compagna di
classe, magari tenendola per mano. È il
diciassettenne che di fronte al volto intenso e
tenero di una diva del cinema scoppia in
lacrime e decide di abbandonare la sua terra.
È il giovane che in piena notte corre ad
Agrigento in bicicletta, sotto il diluvio, per
raggiungere una statuaria bellezza tedesca
ossessionata dall'igiene. È il marinaio
improvvisato che, nell'estate del '43, durante
un bombardamento soccorre una bambina, e
grazie al miracolo di un abbraccio riesce a
dimenticare orrori e distruzione. Un intimo,
giocoso catalogo delle donne che nel corso
dei secoli gli uomini hanno di volta in volta
amato e odiato. Un viaggio di scoperta della
seduzione, del sesso e di quel formidabile,
irrisolvibile enigma che è l'universo
femminile. Da Angelica a Zina, sono ben 39
le donne a cui è dedicata questa godibile
raccolta di racconti. Spigolando tra le pagine
emergono affascinanti ritratti di donne,
descritte attraverso lo sguardo di un uomo
appassionato e dedito alla bellezza. L’amore
per il femmineo tuttavia, non è solo amore
carnale, benché l’aspetto carnale prevalga
nettamente su quello spirituale, ma si declina
anche nell’affetto e nella stima per le
numerose donne di successo, volitive,
emancipate, che qui vengono ritratte con
fervore. La Carmen di Bizet e le attrici mute
di inizio secolo ne sono un luminoso esempio.
Scopriamo in questo modo tratti sconosciuti
del personaggio di Antigone, dilaniata dal
dolore tanto da uccidersi o uccidere, e di
Beatrice, più bella nella sua realtà in carne e
ossa che nella versione edulcorata di Dante.
Ma anche Ingrid e Francesca, donne
dell’infanzia di Camilleri, che hanno ballato
con lui nelle terrazze sul mare di Agrigento o
che lo hanno accompagnato per le strade di
Roma, quando da giovane aspirante regista si
aggirava
affamato
e
curioso.
Con il nome di Elvira ci sono due donne. La
prima è la sua nonna, una donna che sembra
uscita dal un racconto di Fedro, che vive in
campagna e parla con gli animali e le cose,
come Alice nel paese delle meraviglie. La
seconda è Elvira Sellerio, la sua prima editrice
e “amica del cuore” che con affetto e pazienza
ha seguito la gestazione del suo personaggio
più noto, il commissario Montalbano.
Un libro che è come una grande e profonda
miniera di saggezza e curiosità, scritto come
sempre magistralmente da un Camilleri
ispirato, capace di rendere omaggio
all’universo femminile rivelandone gli aspetti
più preziosi e segreti.
Tra la fine del 1959 e i primi mesi del 1960,
con una borsa della Ford Foundation, Calvino
trascorre alcuni mesi negli Stati Uniti.
Durante il soggiorno annota impressioni e
incontri; confronta abitudini e modi di vivere
e di pensare; registra stravaganze, paesaggi e
caratteri. Questi sketch - la misura è perlopiù
breve-spediti sotto forma di lettere agli amici
in Italia, le pubblicherà poi su testate
giornalistiche. Nel maggio del 1960
"L'Espresso Mese" annuncia che Calvino ha
intenzione di rimpastare queste lettere:
"Vorrei farne un libro come i Viaggi di
Gulliver.
Avventure,
e
soprattutto
disavventure, non mi sono certo mancate".
Secondo un procedimento "architettonico"
che caratterizzerà molte opere successive,
Calvino si dedica a costruire il libro, a dare la
migliore disposizione ai singoli tasselli. Ma
nei primi mesi del 1961, dopo aver
scrupolosamente corretto le seconde bozze,
decide di non pubblicarlo. In Un ottimista in
America, ritrovato dopo oltre cinquant'anni,
Calvino mette a confronto New York, "città
impregnata di elettricità", e la provincia
americana col suo uniforme "color
parcheggio". Scopre i fast food, i
supermercati, i paperback e il televisore a
colori, ma affronta anche l'attualità sociale e
politica, la rivolta dei neri e Martin Luther
King, il lavoro femminile, i beatniks e i
sindacati
La vita di Violette è uguale a quella di tante
bambine. Due fratelli, Jean e Augustin, una
madre premurosa, un padre completamente
assorbito dal lavoro. Un cane, Javert,
conosciuto per caso e amato all’istante. E
tante case: la prima a Roma, poi a Parigi,
infine a Plouzané, in Bretagna, a pochi metri
dal mare, il posto migliore per curare le ferite
dei sogni non realizzati. Le giornate di
Violette corrono leggere, come quelle di tanti
bambini, tra passeggiate, chiacchiere, giochi e
letture. Le notti sono diverse. Perché Violette
non dorme, cammina al buio, i piedi scalzi,
l’abito celeste. Riempie le ore contando i libri
dei genitori, tremilaottocentosettantotto per
l’esattezza, sistema tutti i ricordi nel
ricordario, per non perderli più. E ogni giorno
guarda il mondo e lo vede cambiare, le
persone vanno a una velocità differente,
crescono, invecchiano, spariscono. Invece lei
rimane sempre la stessa, le stesse mani, lo
stesso viso. Perché Violette è la bambina che
non c’è. Non è mai nata, è il desiderio perfetto
di tutti loro, mamma, papà, Jean e Augustin.
Eppure vive, ride, corre, esiste, almeno fino a
quando qualcuno continuerà a pensarla. Sulla
linea sottile che divide la realtà dal sogno
Violette ci racconta un mondo normale e
fantastico con una leggerezza pensosa,
raccogliendo gli attimi, le emozioni, e i gesti
che nessuno riuscirebbe mai a pensare.
"Se non sarà fermato, non si fermerà." Non
esistono indizi, ma segni. Non esistono
crimini, solo anomalie. E ogni morte è l'inizio
di un racconto. Questo è il romanzo di un
uomo che non ha più niente - non ha identità,
non ha memoria, non ha amore né odio - se
non la propria rabbia... E un talento segreto.
Perché Marcus è l'ultimo dei penitenzieri: è
un prete che ha la capacità di scovare le
anomalie e di intravedere i fili che intessono
la trama di ogni omicidio. Ma questa trama
rischia di essere impossibile da ricostruire,
anche per lui. Questo è il romanzo di una
donna che sta cercando di ricostruire se stessa.
Anche Sandra lavora sulle scene del crimine,
ma diversamente da Marcus non si deve
nascondere, se non dietro l'obiettivo della sua
macchina fotografica. Perché Sandra è una
fotorilevatrice della polizia: il suo talento è
fotografare il nulla, per renderlo visibile. Ma
stavolta il nulla rischia di inghiottirla. Questo
è il romanzo di una follia omicida che
risponde a un disegno, terribile eppure
seducente. E ogni volta che Marcus e Sandra
pensano di aver afferrato un lembo della
verità, scoprono uno scenario ancora più
inquietante e minaccioso. Questo è il romanzo
che leggerete combattendo la stessa lotta di
Marcus, scontrandovi con gli stessi enigmi
che attanagliano Sandra, vivendo delle stesse
speranze e delle stesse paure fino all'ultima
riga.
Sveva rivive il suo passato stimolata dai suoi
nipoti, cui dedica questo libro, che le offrono
lo spunto per rivivere le esperienze passate.
Attraverso uno stile di narrazione quasi
liberatorio che coinvolge il lettore, spinge a
riflettere sui diversi temi raccontati e
ambientati nella Milano del dopoguerra: la
ripresa della vita dopo la tragedia della guerra,
la nuova realtà di una società stremata,
impoverita emarginata. Ma anche la scuola e
l'educazione, il rapporto con gli adulti, il
pudore, il perbenismo legato alla chiesa, il
ruolo degli uomini ma anche altri temi che
offrono al lettore la possibilità di valutare
come si siano evoluti nel tempo usi e costumi.
Uno spunto prezioso per ripensare la nostra
contemporaneità con le sue conquiste e le sue
perdite.
Linda ha 31 anni e, agli occhi di tutti, la sua
vita è perfetta: vive in Svizzera, uno dei paesi
più sicuri del mondo, ha un matrimonio solido
e stabile, un marito molto affettuoso, figli
dolci e educati, e un lavoro da giornalista di
cui non si può lamentare. Ma non è una donna
che si accontenta, ed è decisa a mettere in
discussione la monotonia delle sue giornate,
non vuole più fingere di essere felice quando
tutto ciò che sente nella vita è noia.
Tutto cambia quando incontra l'ex fidanzato.
Jacob è un politico di successo e, durante
un'intervista, finisce per risvegliare un
sentimento che la donna non provava da
ormai troppo tempo: la passione. Ora Linda
sarà disposta a tutto per conquistare
quell'amore impossibile, e dovrà esplorare
fino in fondo tutte le emozioni umane per
poter poi trovare la redenzione.
Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi
offro volontaria come tributo!" sa di aver
appena firmato la sua condanna a morte. È il
giorno dell'estrazione dei partecipanti agli
Hunger Games, un reality show organizzato
ogni anno da Capitol City con una sola
regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti
deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra
i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a
combattere fino alla morte. Ne sopravvive
uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche
quello che si conquista il pubblico, gli
sponsor, l'audience. Katniss appartiene al
Distretto 12, quello dei minatori, quello che
gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in
73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di
farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella
minore e farà di tutto per tornare da lei. Da
quando è nata ha lottato per vivere e lo farà
anche questa volta. Nella sua squadra c'è
anche Peeta, un ragazzo gentile che però non
ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a
mantenere integri i propri sentimenti e
dichiara davanti alle telecamere di essere
innamorato di Katniss. Ma negli Hunger
Games non esistono gli amici, non esistono
gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna
saper scegliere e, soprattutto, per vincere
bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò
che ti rende Uomo.
C'è un popolo che vive di stenti in una terra
ostile. Una terra in cui nevica sempre, anche
d'estate, le valanghe incombono dalle giogaie
dei monti e le api sono bianche. E gli uomini
hanno la carnagione pallida, il carattere
chiuso, le parole congelate in bocca. Però è
gente capace di riconoscenza, di solidarietà
silenziosa, uomini e donne con un istinto
operoso che li fa resistere senza lamentarsi,
anzi, addirittura lavorare con creativa alacrità,
con una fierezza gioiosa, talvolta, pronti a
godere dei rari momenti di requie, della
bellezza severa del paesaggio, della voce
allegra del loro "campo liquido", il torrente
che, scorrendo sul fondo della valle, dà
impulso a segherie e mulini. Il torrente è una
delle voci di questi uomini freddi solo
all'apparenza, ed è l'acqua - neve allo stato
liquido, si potrebbe dire, che, se da un lato
mette in moto tutte le attività, dall'altro
innesca il dramma che sta sospeso su quelle
vite grame eppure, in qualche modo, felici.
Corona ci ha abituato alle narrazioni corali,
alle epopee umili di gente che avanza
compatta con le proprie storie senza storia
solo perché nessuno ha voluto abbassare
l'orecchio al livello del suolo per ascoltarne la
voce flebile eppure emozionante. Vite che,
come scriveva Ungaretti dei morti: "Non
fanno più rumore del crescere dell'erba, lieta
dove non passa l'uomo". All'armonia di una
vita aspra ma equilibrata si contrappone il
ritmo disumano delle "città fumanti"...
Juan
Cabrillo,
comandante
della
fantascientifica Oregon e braccio armato della
CIA nelle più sporche operazioni segrete al
servizio della libertà e della giustizia, non è
certo il tipo che lascia un vecchio amico
innocente a languire in un carcere di massima
sicurezza in Siberia. Soprattutto se l'amico è
quello che lo ha aiutato nei suoi cantieri, a
camuffare la sua ipertecnologica nave da
vecchia e innocua bagnarola. Così, con
un'azione spericolata e degna di lui, Cabrillo,
curioso di conoscere il motivo per cui è stato
rinchiuso ingiustamente, libera il russo Jurij
Borodin. Purtroppo però nella fuga qualcosa
va storto e Jurij riesce a dirgli solo poche,
confuse parole e un nome, Tesla... Si tratta,
come Cabrillo scopre molto presto, di Nikola
Tesla, lo scienziato serbo trasferitosi negli
Stati Uniti, noto per i suoi esperimenti
sull'elettromagnetismo considerati all'epoca al
limite della magia e costatigli la reputazione e
la morte in miseria. Forse gli avveniristici
esperimenti di Tesla non erano solo leggende
metropolitane: Cabrillo e la sua ciurma di
mercenari superaddestrati stanno per scoprirlo
affrontando la loro impresa più adrenalinica e
difficile di sempre, tra navi che
misteriosamente scompaiono (e riappaiono
dove non dovrebbero) e traditori pronti a tutto
pur di ottenere il loro scopo. Ma la posta in
gioco è molto più alta di quanto Cabrillo
stesso immagina..
Un bambino è scomparso in un parco alla
periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del
suo ultimo avvistamento, la madre è stata
trovata morta, decapitata. Gli inquirenti
credono che il responsabile sia il marito della
donna, che in preda a un raptus avrebbe
ucciso anche il figlio nascondendone il corpo.
Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo
del delitto capisce che nella ricostruzione c'è
qualcosa che non va. Colomba ha trent'anni, è
bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio.
Si è presa un congedo dopo un evento tragico
cui ha assistito, impotente. Eppure non può
smettere di essere ciò che è: una poliziotta,
una delle migliori. E il suo vecchio capo lo sa.
Le chiede di lavorare senza dare nell'occhio al
caso e la mette in contatto con Dante Torre,
soprannominato "l'uomo del silos", esperto di
persone scomparse e abusi infantili. Di lui si
dice che è un genio, ma che le sue capacità
deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie
e paranoie. Perché da bambino Dante è stato
rapito e, mentre il mondo lo credeva morto,
cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva
educato dal suo unico contatto col mondo, il
misterioso individuo che da Dante si faceva
chiamare "Il Padre". Adesso la richiesta di
Colomba lo costringerà ad affrontare il suo
incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa
del bambino Dante riconosce la mano del
"Padre". Ma se è così, perché il suo carceriere
ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di
distanza? E Colomba può fidarsi davvero
dell'intuito del suo "alleato"?
Mara Abbiati, scultrice di grandi gatti in
pietra, e suo marito Craig Nolan, famoso
antropologo inglese, hanno una piccola casa
di vacanza vicino a Canciale, paesino ligure
arrampicato tra il mare e l'Appennino. Un
mattino d'estate Craig sale sul tetto per
controllare da dove sia entrata la pioggia di un
temporale estivo, e ci cade attraverso, quasi
spezzandosi una gamba. Alla disperata ricerca
di qualcuno che aggiusti la loro casa, vengono
in contatto con Ivo Zanovelli, un costruttore
dall’aspetto ribelle e con molte ombre nella
vita. Nel corso di pochi giorni di un luglio
incandescente l'equilibrio già precario di
ognuno dei tre si rompe, e fa emergere con
violenza dubbi, contraddizioni, desideri fino a
quel momento dormienti. In "Cuore
primitivo", il suo diciottesimo romanzo,
Andrea De Carlo utilizza le tecniche di
spostamento della prospettiva sviluppate in
"Giro di vento", "Leielui" e "Villa
Metaphora”, per raccontare a capitoli alterni
le ragioni dei tre protagonisti in tutta la loro
complessa, incontrollabile verità.
Erri De Luca e la scoperta della musica. La
musica della scrittura, certo, ma anche la
musica che si ascolta, che colma le nostre
giornate, la musica che si canta. Questa
"musica provata" comincia sui banchi del
liceo con il celebre invito omerico alla musa
"cantami o diva del pelide Achille", con la
Napoli delle canzoni ottocentesche, con
Ciccio Formaggio, con le incisioni
beethoveniane di Arturo Toscanini, e
prosegue dentro i canti di Pete Seeger negli
anni Sessanta, Il disertore di Boris Vian, le
canzoni scritte o rimaneggiate insieme
all'amico Gian Maria Testa, l'armonica di
Mauro Corona. Ci sono le bombe di Sarajevo
e la memoria dei canti della fatica, quelli
legati alla terra, quelli legati al lavoro operaio,
c'è la musica di Stefano Di Battista e la voce
di Nicky Nicolai. C'è il Mediterraneo. C'è
tutta una vita che prova a intonare la voce.
La storia di tre generazioni della famiglia
Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva
all'Italia dei giorni nostri. A parlare è Hilde,
testimone della sua stessa esistenza, ribelle
inerte nel mondo progettato dal padre, dai
padri. La sua voce, ora laconica ora
straripante, narra ottant'anni di vicende
private intimamente intrecciate al Novecento,
"all'alba dei grandi magazzini", al turismo di
massa, all'ossessione del corpo. Fino a
innescare un cortocircuito che fa esplodere il
nostro presente, denudandolo come mai prima
era stato fatto. Se "I Buddenbrock"
ripercorreva la decadenza di una famiglia
tedesca dell'Ottocento, "La gemella H" non
può che registrare il giornaliero "assecondare
il flusso di eventi travestiti da soldi" di una
famiglia ossessionata dai beni e compromessa
con il Male. Decisa a dimenticare, pur di
salvarsi.
David, giovane ebreo sudafricano figlio di
una ricca famiglia di gioiellieri e
Shira, adolescente israeliana di origini
modeste s’incontrano a Londra nel
maggio 1973 ed è subito colpo di fulmine.
Dopo qualche mese i due riveleranno
alle famiglie il loro amore segreto e il
desiderio di sposarsi. Né la Guerra
del Kippur, né i dubbi di Simon, uno dei
fratelli di David, riusciranno a impedire
il loro matrimonio, che si celebrerà nel
febbraio
1974,
in
un’atmosfera
carica di funesti presagi. I due giovani sposi
sono
entusiasti
di
cominciare
a
Valenza, in Italia, un nuovo capitolo della
loro vita, ma le divergenze caratteriali
e la distanza dagli affetti familiari incrinano
molto
presto
il
matrimonio,
nonostante la nascita di due figlie e il
successo imprenditoriale di David. Un
giorno del novembre 1982 Shira fa un
incontro che si rivelerà fatale: Baruch,
seguace di un movimento mistico ebraico, le
apparirà
come
la
risposta
al
vuoto interiore che scava dentro di lei.
L’aspro conflitto che scaturisce tra la
rigida osservanza delle regole religiose e le
ragioni del cuore fa sì che in poco
tempo la coppia arrivi allo scontro aperto. Ma
un
giorno
di
aprile
del
1983
accade
qualcosa
di
drammatico
e
irreparabile… Una scelta che può cambiare
la vita – quella da cui spesso è impossibile
tornare indietro – porterà le due
bambine a diventare protagoniste di
un’intricata vicenda internazionale che
si concluderà con un inaspettato finale a
sorpresa…
Follett segue il destino di cinque famiglie
legate tra loro: una americana, una tedesca,
una russa, una inglese e una gallese, nel corso
del Novecento. Qui si giunge all'epoca più
tumultuosa di tutte: il periodo che va dai
primi anni Sessanta fino agli anni Novanta,
attraverso tutti gli sconvolgimenti sociali,
politici ed economici e i momenti più critici
della Guerra Fredda: dai diritti civili, agli
omicidi politici, ai movimenti di massa
ideologici, al Vietnam, al Muro di Berlino,
alla crisi dei missili di Cuba, alla rivoluzione
e all'impeachment presidenziale, fino alla
nascita del rock'n'roll... Quando Rebecca
Hoffman, insegnante nella Germania dell'Est,
scopre di essere stata spiata dalla Stasi per
anni prende una decisione avventata che avrà
delle pesanti conseguenze sulla sua famiglia.
In America, George Jakes, figlio di una
coppia mista, rinuncia a una promettente
carriera legale in una importante azienda per
unirsi al dipartimento di Giustizia di Robert F.
Kennedy, e resta coinvolto nella battaglia per
i diritti civili. Cameron Dewar, nipote di un
senatore, non si lascia scappare l'occasione di
fare spionaggio per poi scoprire che il mondo
è molto più pericoloso di quanto non
pensasse. Dimka Dvorkin, giovane assistente
di Nikita Khrushchev, diventa un agente di
spicco proprio mentre America e Russia si
ritrovano sull'orlo della guerra nucleare e
Tania, la sua sorella gemella, avrà anche lei
una missione che la porterà da Mosca a Cuba,
a Praga e a Varsavia.
Vincitore
Premio
Campiello
2014
Milano, estate 1981: nella fase più tarda, e più
feroce, della stagione terroristica. Giacomo
Colnaghi è un magistrato sulla linea del
fronte. Coordinando un piccolo gruppo di
inquirenti, indaga da tempo sulle attività di
una nuova banda armata, responsabile
dell'assassinio di un politico. Il dubbio e
l'inquietudine lo accompagnano da sempre.
Egli è intensamente cattolico, ma di una
religiosità intima e tragica. È di umili origini,
ma convinto che la sua riuscita personale sia
la prova di vivere in una società aperta. È
sposato con figli, ma i rapporti con la famiglia
sono distanti e sofferti. Ha due amici
carissimi, con i quali incrocia schermaglie
polemiche, ama le periferie, il calcio, gli
incontri nelle osterie. Dall'inquietudine è
avvolto anche il ricordo del padre Ernesto,
che lo lasciò bambino morendo in un'azione
partigiana e che la famiglia cattolica
conformista non potè mai perdonare per la sua
ribellione all'ordine, la cui storia eroica
Colnaghi ha sempre inseguito, per sapere, e
per trattenere quell'unica persona che ha forse
amato davvero, pur senza conoscerla.
L'inchiesta che svolge è complessa e
articolata ed andrà a buon fine. Ma la sua
coscienza aggiunge alla caccia all'uomo una
corsa per capire le ragioni profonde, l'origine
delle ferite che stanno attraversando il Paese...
Si risveglia così il bisogno di immergersi
nella condizione degli altri per riconciliare la
giustizia che amministra con l’esercizio della
compassione. Una corsa e un’immersione
pervase da un sentimento dominante di morte.
Un lento disvelarsi che segue parallelo il
ricordo della vicenda del padre che, come
Giacomo Colnaghi, fu dominato dal desiderio
di trovare un senso, una verità. Anche a costo
della vita.
Gli "invincibili" di questa storia sono un
padre e un figlio: un giovane imprenditore
pieno d'impegni e un neonato ancora da
svezzare che si ritrovano improvvisamente
soli, e imparano insieme a stare al mondo. Ci
sono i primi passi e le prime parole, c'è la
paura di sbagliare tutto, l'improvvisazione, e
poi a poco a poco l'esperienza che tesse le sue
maglie protettive. C'è l'energia che a volte
sembra mancare ma poi da qualche parte salta
sempre fuori, e c'è il coraggio. Il coraggio
anche di raccontarla, questa storia. Perché
trovarsi soli davanti a quella calamita
portentosa che è un bambino scompagina la
vita. Le serate con gli amici, la carriera, i
viaggi, possono diventare un ricordo, ma
bando ai rimpianti "perché un padre triste ti
resta attaccato addosso come un vestito
troppo stretto". E allora ecco che si apre un
universo di emozioni e gratificazioni
inaspettate: la tenerezza del contatto fisico, la
calma rigenerante che infondono i giri in
macchina la sera per farlo addormentare, il
sabato al parco dove un padre solo può
scoprire di essere molto attraente per le madri
degli altri bambini, una vacanza in Grecia che
diventa un viaggio di iniziazione per
entrambi. Ma se poi un giorno - il primo
giorno di scuola - si rifà viva la donna che
tanti anni prima li ha abbandonati? Cosa
succede a quel legame esclusivo tenacemente
costruito e difeso?
È la storia di Allegra Lunare: vent'anni, una
famiglia complicata e bizzarra alle spalle,
occhi speciali sul mondo. Allegra scrive una
lettera ai nuovi inquilini che abiteranno la
casa dove ha vissuto tutta la vita. Una lettera
che parla degli oggetti che rimangono
nell'appartamento e di quei pochi che porterà
con sé. Ognuno di essi racconta una storia:
quella
di
suo
padre,
universitario
rivoluzionario, e della mamma, giovanissima
modella americana; la nascita di suo fratello
Giuliano, down; l'amore profondo tra Adriana
e Matilde; l'incontro strepitoso con Zuellen,
che sa trasformare tutto in qualcos'altro; e
molti altri... Una lettera che va oltre la
superficie delle cose e dei sentimenti,
impolverati o segnati dall'uso quotidiano, e
procede sicura verso la vita che brilla lì sotto,
invisibile fino a che la lente della scrittura,
con coraggio e lunare allegria, non riesce a
liberarla.
François nasce a Metz nel 1593, in una
famiglia popolana. Suo padre muore quando
lui è ancora in fasce e sua madre è costretta ad
allontanarlo, appena cresce, nella speranza
che trovi un mestiere. Lo manda così a Roma,
sperando che impari a fare il pittore. Il
ragazzo, arrivato a Roma, va a bottega e
partecipa alla tumultuosa vita della città: la
corruzione lo sfiora più volte, le passioni lo
travolgono, frequenta gli ambienti artistici ma
anche i bassifondi, scopre il sesso, ma poco a
poco inizia a imporsi alla sua sensibilità come un basso continuo - il senso della
caducità, della transitorietà di ogni cosa. Le
rovine diventano il suo tema iconografico
preferito. Nel 1610, spinto dal desiderio di
indipendenza e dalle parole della sua amanteprostituta, si trasferisce a Napoli, dove
finalmente i suoi quadri vengono notati e
apprezzati. Lì pare anche trovare l'amore:
Isabella - che finalmente riesce a dargli un
senso di pienezza e di quiete. Ma la pace non
dura a lungo, perché il suo destino di nuovo
segue il filo dell'imprevisto. L'Italia sembra
non destinarlo alla felicità e François decide
di lasciare il Paese, scomparendo per sempre
nel mistero.
Miles Halter, sedici anni, colto e introverso,
comincia a frequentare un'esclusiva prep
school dell'Alabama. Qui lega subito con
Chip, povero e brillantissimo, ammesso alla
scuola grazie a una borsa di studio, e con
Alaska Young, divertente, sexy, attraente,
avventurosa studentessa di cui tutti sono
innamorati. Insieme bevono, fumano, stanno
svegli la notte e inventano scherzi brillanti e
complicati. Ma Miles non ci mette molto a
capire che Alaska è infelice, e quando lei
muore schiantandosi in auto vuole sapere
perché. È stato davvero un incidente? O
Alaska ha cercato la morte?
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un
vero miracolo: grazie a un farmaco
sperimentale, la malattia che anni prima le
hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha
però anche imparato che i miracoli si pagano:
mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e
lunghe degenze, il mondo correva veloce,
lasciandola indietro, sola e fuori sincrono
rispetto alle sue coetanee, con una vita in
frantumi in cui i pezzi non si incastrano più.
Un giorno però il destino le fa incontrare
Augustus, affascinante compagno di sventure
che la travolge con la sua fame di vita, di
passioni, di risate, e le dimostra che il mondo
non si è fermato, insieme possono
riacciuffarlo. Ma come un peccato originale,
come una colpa scritta nelle stelle avverse
sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo
che hanno a disposizione è un miracolo, e in
quanto tale andrà pagato.
L'alba di un giorno qualsiasi della primavera
2009, davanti all'ufficio di collocamento di
una cittadina americana, si è formata una
lunga coda di giovani, donne, uomini che
sperano di trovare un lavoro. All'improvviso
su di loro piomba una rombante Mercedes
grigia, che spazza decine di persone per poi
sparire alle prime luci del giorno. Il killer non
sarà mai trovato. Un anno dopo, un poliziotto
che sta per andare in pensione, William
Hodges, riceve il beffardo messaggio di Mr.
Mercedes, che lo sfida a trovarlo prima che
lui compia la prossima strage. Nella disperata
corsa contro il tempo e contro il mostro, il
vecchio
Hodges
può
contare
solo
sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il
suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante
caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene
e male costruita da uno Stephen King maestro
della suspense.
Becky è tornata! Non sta più nella pelle, si è
appena trasferita con la piccola Minnie
nientemeno che a Hollywood, per stare al
fianco del marito Luke che ha una nuova
importante cliente, Sage Seymour, l'attrice del
momento, di cui lui curerà carriera e
immagine. Per Becky è un sogno che si
trasforma in realtà, ed è più che comprensibile
che sia molto gasata: è convinta infatti che
d'ora in poi potrà dare una svolta decisiva al
suo lavoro di personal shopper per diventare
invece la personal stylist di Sage... e perché
no, la stilista più acclamata e ricercata da tutte
le star... E poi ci sono così tante cose da fare e
da vedere! Per fortuna arriva a darle una mano
Suze, la sua fedele amica di sempre, che
decide di raggiungerla con il marito. Tra
location alla moda, red carpet, centri di
meditazione e yoga per multimilionari e set
cinematografici, Becky non vuole perdersi
niente, d'altra parte non esiste solo lo
shopping, ma spinta da troppo entusiasmo
finisce per complicarsi la vita alleandosi con
la grande rivale di Sage. Luke non lo sa,
naturalmente, e Hollywood non perdona. Ben
presto Becky scopre che le cose non sono
affatto come sembrano. Riuscirà ancora una
volta a tirarsi fuori dai guai grossi nei quali si
è cacciata?
In una notte d'inizio estate, un'auto percorre a
gran velocità la strada che collega Stoccolma
alla costa occidentale. La donna al volante ha
le mani sporche di sangue. Insieme al figlio,
Annie sta fuggendo verso Gråskär,
nell'arcipelago di Fjällbacka. Quell'isola
scabra, con il faro bianco e la vecchia casa del
guardiano dove crescono le malvarose,
appartiene alla sua famiglia, ed è l'unico posto
in cui lei si sente al sicuro, lontano da tutto.
La leggenda popolare vuole che lì si aggirino
gli spiriti dei morti, ma questo non la turba,
anzi, in quel luogo così solitario, dove il suo
sguardo può spaziare solo su scogli e mare
salato, ad Annie piace pensare che i fantasmi
siano rimasti per farle compagnia. Intanto, a
Fjällbacka, Erica Falck è totalmente assorbita
dai suoi gemelli di pochi mesi, tanto più che
Patrik, da poco rientrato in servizio, è alle
prese con un'indagine piuttosto spinosa: il
dirigente del settore finanze del comune è
stato ucciso nel suo appartamento con un
colpo di pistola alla nuca. Il movente
dell'omicidio sfugge e la vittima, che poco
prima di morire aveva fatto visita ad Annie
all'isola degli spettri, sembra essere stato un
uomo dai mille segreti. Sfidando un muro di
silenzi, la polizia di Tanum scava nel suo
passato e trova un collegamento con
un'associazione di sostegno a donne
maltrattate...
Immaginate il più grande drivein mai esistito:
l'Orbit. Siamo in Texas, è un venerdì sera e
l'Orbit è stipato di gente che sgomita per
popcorn e cocacola, pregustando la Grande
Nottata Horror. Ma sul più bello, il drivein
stesso si trasforma in un film dell'orrore: gli
spettatori diventano gli involontari ed
esterrefatti protagonisti di un incubo
orchestrato dal mostruoso Re del Popcorn,
sintesi
delle
peggiori
conseguenze
dell'ossessione al consumo. E se in "Drivein
2" vediamo i personaggi sopravvissuti
aggirarsi in un paesaggio irriconoscibile, "La
notte del drive-in 3" ci catapulterà
definitivamente in un microcosmo ancora più
delirante, un mondo di misteriose e
inclassificabili meraviglie, in cui ci si imbatte
in inondazioni di proporzioni bibliche, in un
pesce gatto che aspira a ingoiarsi la balena di
Giona e in una schiera di creature oscure, di
una malvagità paragonabile solo a quella
dell'essere umano al suo peggio.
Jackie Brown arrotonda il suo magro
stipendio da hostess lavorando per Ordell
Robbie, un trafficante d'armi con manie di
grandezza e una passione per i vestiti "glam".
Di tutti gli sciagurati criminali da quattro
soldi di cui Ordell si circonda, l'unica che ci
sappia fare davvero è proprio lei. Complice il
suo fascino, Jackie sugli aerei riesce a
trasportare per Ordell proprio di tutto.
Purtroppo però sulle tracce del boss ci sono
naturalmente la polizia ma anche due
investigatori federali. Così Jackie dovrà
trovare il modo di salvare se stessa e magari
pure i soldi del boss. L'abilità e il fascino per
farcela non le mancano.
Un classico, reso celebre dalla trasposizione
filmica di Quentin Tarantino. Qui si trovano,
al completo, tutti gli ingredienti che hanno
fatto di Leonard un maestro della crime novel.
Bassifondi metropolitani, un boss con che
gestisce tre amanti diverse preferendo a due
biondone quella più anziana, traffico d'armi e
soprattutto una donna dal cervello svelto.
Ambientazioni perfette, gusto per l'ironia e
grande capacità di fotografare l'America più
godereccia.
Cartongesso è un'invettiva viscerale e
drammatica contro il Veneto attuale e contro
un intero paese, l'Italia tutta. Michele Tessari
è un avvocato che avvocato non vuole essere,
ex necroforo, affetto da un disturbo bipolare,
intrappolato nella vita come una cavia isterica
ma consenziente, persino complice. Un
"complice debole" del mondo in cui è
immerso. Il disfacimento della sua terra si
rispecchia in quello della sua esistenza,
inquinata da un odio "che cammina come
l'infezione, dalle caviglie alla bocca", dove si
trasforma in grido. Un grido che investe la
classe politica, le carceri, la giustizia, il
sistema universitario, giù giù fino ai singoli
individui, fino al narratore stesso, imbibito
degli stessi mali contro cui si scaglia. Non c'è
consolazione in queste pagine, nessuna
catarsi: solo letteratura. E, in letteratura,
"coraggio" è soprattutto raccontare la verità.
senza fili il problema iniziale diventa un’altra
cosa, più inquietante e paradossale.
Tempi duri per i senatori, sia quelli ufficiali
della Repubblica che quelli ufficiosi di Pineta.
I quattro vecchietti del BarLume sono da mesi
costretti ad inattività forzata; ormai da più di
un anno da queste parti non ammazzano più
nessuno. In tale calma piatta, ci si accontenta
di notizie di qualsiasi tipo: come la truffa da
quattro soldi messa in piedi da Spartaco
Benedettini e la moglie Vanessa, due umbri
piovuti a Pineta qualche mese prima, che pur
vivendo insieme risultano a tutti gli effetti
divorziati a norma di legge. In questo modo,
Spartaco deve pagare alla moglie un congruo
assegno mensile che, in quanto mantenimento
del coniuge, è esentasse. Il paese, scoperta la
magagna l’ha segnalata a chi di dovere, e i
coniugi Benedettini sono al momento indagati
per truffa. Dalla loro villetta cominciano a
sentirsi litigi quotidiani che si fanno di giorno
in giorno più tremendi, fino al giorno in cui la
donna sparisce. A quel punto, le voci di paese
si scatenano: tanto più che, la notte precedente
alla scomparsa, più di un testimone sostiene
di aver visto il Benedettini trasportare nel
baule dell’automobile un sacco dalle
dimensioni
inquietanti,
apparentemente
pesante e, secondo i testi, paragonabili a
quelle della signora Vanessa. Così i vecchietti
vanno dalla commissaria Martelli a
denunciare il Benedettini per omicidio ma
mentre proseguono le infruttuose ricerche del
cadavere della donna a sorpresa di cadavere
se ne scopre un altro… Ora sì che i vecchietti
hanno di che indagare, così come Massimo,
attento e razionale come sempre. Di bocca in
bocca le voci del paese si trasformano, si
ingigantiscono,
nascono
nuove
interpretazioni, e come nel gioco del telefono
Atene, 17 novembre 1973. Un eminente
archeologo muore misteriosamente subito
dopo aver ritrovato il vaso d'oro dell'indovino
Tiresia. Poche ore più tardi, mentre scoppiano
i disordini di Piazza del Politecnico, una
giovane e bella studentessa viene catturata,
stuprata e uccisa dalla polizia sotto gli occhi
del fidanzato, Claudio Setti. Dieci anni dopo,
una catena di efferati delitti sconvolge la
Grecia. Riti annunciati da oscure profezie.
Omicidi senza spiegazione per chi non abbia
vissuto i giorni della rivolta studentesca e non
conosca il segreto del vaso di Tiresia, sul
quale era raffigurata la profezia riguardante
l'ultimo viaggio di Ulisse: una seconda
odissea durante la quale l'eroe omerico
sarebbe arrivato fino alla fine del mondo, a
interrogare il misterioso "oracolo dei morti"...
Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra
furfanti e ubriaconi all'Oca Rossa, locanda
con annesso bordello. Quando la madre
muore il signor Jones, il proprietario, pensa
bene di cacciarlo: quello che entrambi
ignorano è che nel destino di Roderick c'è
un'immensa fortuna, poiché è l'unico erede
della nobile famiglia Pemberton. Il ragazzino
si ritrova alle calcagna una folla di balordi,
mentecatti, loschi uomini di legge e
amministratori, assassini, prostitute, suore non
proprio convenzionali, ognuno deciso a
impadronirsi in un modo o nell'altro di una
parte del bottino. E cosi Roderick fugge, per
terra e per mare, in un crescendo di
imprevisti, omicidi, equivoci e false piste.
"Roderick Duddle" è insieme summa e
reinvenzione del percorso letterario di
Michele Mari: guardando a Dickens e
Stevenson, mai cosi amati, disegna una
parabola sulla cupidigia e sulla stupidità
dell'uomo, ma anche sulla sua capacità di
stupirsi di fronte al meraviglioso.
Per il famoso scrittore di libri gialli Gian
Claudio Vasco, il nuovo romanzo si rivela
un'impresa quasi impossibile. Perché questa
volta non c'è finzione, deve scrivere di
un'indagine vera. Anzi, di una vita intera
passata a seguire tracce, a smascherare
intrighi criminali. La vita di Bacci Pagano.
L'investigatore dei carruggi ha un conto
aperto con la morte. L'ultima indagine l'ha
messo in pericolo al punto che ora è costretto
a casa in una convalescenza forzata e
complicata. Ma i suoi amici, il senatore
Almansi e l'avvocato Gina Aliprandi, non si
sono dimenticati di lui e hanno pensato fosse
arrivato il momento di rendere onore a
un'esistenza trascorsa a cercare la verità a
ogni costo. E Vasco è l'uomo giusto per
raccontarla. Eppure il giallista deve faticare
non poco per convincerlo. Bacci Pagano non
ha nessuna intenzione di finire in un libro.
Fino a quando il suo intuito infallibile non gli
dice di fidarsi di quello scrittore che fa poche
domande e con cui trova un'intesa inaspettata.
I due scavano nel passato di Bacci Pagano, tra
rimpianti, rimorsi e donne a cui ha spezzato il
cuore. E piano piano arrivano a ricostruire
quel fatidico giorno in cui qualcuno ha tentato
di ucciderlo, per toglierlo di mezzo. Bacci
Pagano deve sapere. E se non può indagare di
persona, in Vasco ha trovato un valido alleato.
Un alleato che a sue spese scopre che il male
esiste davvero, che gli incubi peggiori a volte
si avverano.
I suoi lettori ormai lo sanno: oltre che una
romanziera, Irene Némirovsky è stata una
eccellente autrice di racconti. Ne scrisse per
tutta la vita, fino ai mesi che precedettero
l'arresto (quando era costretta a firmarli con
uno pseudonimo e a farli pagare alla balia
delle sue figlie). D'altronde, fra i suoi modelli
letterari c'erano Cechov, Maupassant e la
Mansfield, dei quali Irene amava l'asciuttezza,
il cinismo venato di pietà, l'abilità nel
delineare in poche pagine un intero mondo.
Qualità che ritroviamo nei racconti riuniti in
questo volume - nove narrazioni dove la
Némirovsky ripercorre ancora una volta i temi
che le sono cari: il destino di rassegnazione e
di attesa che segna la vita di molte donne, la
solitudine astiosa in cui invecchiano molte
altre, gli oltraggi che il tempo infligge alla
bellezza, la nostalgia del passato, il rapporto
tra madri e figlie.
Nell'Italia del Duemila può presentarsi
l'avventura autoritaria di un nuovo Benito
Mussolini? Anche oggi siamo un paese
strozzato da una crisi pesante, con una casta
di partiti imbelli e un possibile conflitto tra
ceti diversi. Sono queste assonanze con gli
anni Venti del Novecento che hanno spinto
Giampaolo Pansa a scrivere "Eia eia alalà", un
antico grido di vittoria riesumato dallo
squadrismo fascista. Il racconto inizia con la
lotta di classe esplosa tra il 1919 e il 1922,
guidata
dai
socialisti
e
sconfitta
dall'inevitabile reazione della borghesia. Il
nero nacque dal rosso: l'estremismo violento
delle sinistre non poteva che sfociare nella
marcia su Roma di Mussolini, il primo passo
di una dittatura ventennale. La ricostruzione
di Pansa ruota attorno a un personaggio
esemplare anche se immaginario: Edoardo
Magni, un agrario padrone di una tenuta tra il
Monferrato e la Lomellina. Coraggioso
ufficiale nella Prima guerra mondiale,
finanziatore delle squadre in camicia nera,
all'inizio convinto della necessità di una
rivoluzione fascista ma via via sempre più
disincantato. Sino a diventare un sostenitore
del leader squadrista dissidente Cesare Forni,
ritenuto da Mussolini un nemico da
sopprimere. Magni è il protagonista di un
dramma a metà tra il romanzo e la
rievocazione storica, gremito delle tante
figure che attorniano il Duce, una
nomenclatura potente descritta con realismo...
Ad Alejandra Varela, detta Lex, specialista in
arte urbana, piacciono le donne, e non ne fa
mistero. Ma ora che ha perso la sua
compagna, Lita, non le resta che il lavoro. Un
incarico editoriale la mette sulle tracce di
Sniper, uno dei writer più famosi al mondo,
un ribelle apparentemente indomabile,
protagonista di "interventi" ben oltre i limiti
della legalità, con conseguenze in qualche
caso fatali per i giovani che chiama all'azione.
Quasi nessuno ne ha mai visto il volto,
nessuno conosce la sua vera identità. Un
artista? Lui dice di non esserlo, ripete che i
suoi "pezzi" sono "guerriglia urbana". Eppure,
se qualcuno lo convincesse a esporre le sue
opere e a farne un libro, sarebbero in molti ad
arricchirsi. Almeno all'inizio, è per questo che
Lex lo insegue da Madrid a Lisbona, da
Verona a Napoli, immergendosi sempre più
nel mondo dei "graffitari", nei loro codici e
nei loro valori. Anche qualcun altro, però, sta
cercando Sniper, con tutt'altre intenzioni. E
pedina Lex per arrivare fino a lui. Quello che
allora si scatena è un duello di intelligenze, un
gioco di specchi tra cacciatori e prede, tra
schermitori che cercano il fianco debole
dell'avversario. E poi colpiscono. Sempre.
Perché "il Fato è un cacciatore paziente" che
non perdona. Mai.
In questo libro non troverete grandi discorsi
filosofici sulle scelte della vita, ma troverete
molte storie, e uno sguardo che le attraversa, e
vera scrittura. E molte apparenti digressioni,
ad esempio su un piccolo Museo degli Amori
Finiti, o su un documentario inglese che ha
seguito nel tempo la vita di 14 bambini:
perché la digressione è il mezzo di chi sa che
stando ai bordi si vede il centro. Tutto parte
da un assunto: quando facciamo una scelta,
che si tratti di amore, lavoro, casa, figli, il più
delle volte non è il 100% di noi a decidere:
spesso, anzi, è un risicatissimo 51%. Una
parte non piccola di noi continua a essere
innamorata dell'uomo che stiamo lasciando,
dell'appartamento da cui stiamo traslocando,
delle pause caffè con i colleghi di sempre, del
mondo che stiamo abbandonando. Nella vita,
le scelte che non abbiamo fatto continuano a
esistere accanto a noi. Pulsano debolmente,
come potenzialità inespresse. E non occorre
arrivare a provare rimpianto per volere un po'
di bene a quelle vite scartate per un soffio.
Sono lì, a portata di mano, e può capitare
persino di andare a cercarle, come succede
appunto in questo libro, nelle facce e nelle
storie delle persone che hanno scelto di fare
proprio le cose a cui noi abbiamo rinunciato.
Per scoprire qualcosa a cui forse non eravamo
del tutto preparati, perché il gioco degli
specchi, si sa, non è mai scontato. "Io cercavo
pezzi della mia storia, ho incontrato altre
storie. E mi sono piaciute".
New York, 2001, nel breve intervallo tra il
crollo delle società dot-com e l'11 settembre.
Maxine Tarnow, separata, due figli piccoli da
crescere, ha una piccola agenzia di
investigazioni a Manhattan, specializzata in
frodi. Da quando le hanno tolto la licenza,
può permettersi di fare il mestiere come più le
aggrada,
girando
con
una
Beretta,
frequentando un mondo ai margini della
legalità, dedicandosi a piccole operazioni di
hackeraggio. Indagando su una società
specializzata in servizi di sicurezza
informatici e sul suo direttore, uno
stravagante miliardario che si è arricchito con
la bolla speculativa di fine millennio, Maxine
si imbatte in una serie di delitti, e in una realtà
sotterranea fatta di spacciatori che viaggiano
su barche a motore in stile art déco, nostalgici
hitleriani, liberisti sfegatati, mafiosi russi,
blogger, imprenditori.
Due scatole colme di libri, pupazzi e tante
fotografie. Tutto il mondo di Margherita è
racchiuso in quelle poche cose. In spalla il suo
adorato violino e tra le mani un biglietto aereo
per una terra lontana: l'Italia. La terra dove è
nata e che non rivede da quando è piccola. Ma
ora è lì che deve tornare. Perché a soli
quindici anni Margherita ha scoperto che a
volte è la vita a decidere per noi. Perché c'è
qualcuno che non aspetta altro che poterle
stare accanto: Francesco, suo padre.
Finalmente può tornare a fare quello che
desidera più di tutto: occuparsi della sua
bambina. Il suono assordante dell'assenza di
Margherita ha riempito i suoi giorni per dieci
anni. Da quando sua moglie è scappata in
Danimarca con la loro figlia senza
permettergli di vederla, di parlarle, di
abbracciarla mai più. Francesco credeva fosse
solo un viaggio, pochi giorni e poi avrebbe
rivisto i suoi sorrisi, le sue facce buffe. Non
avrebbe mai pensato di vivere l'incubo
peggiore della sua vita. Eppure, ora che
Margherita è di nuovo con lui, è difficile
ricucire quello che tanto tempo prima si è
spezzato. Francesco ha davanti a sé non più
una bambina, ma un adolescente in cerca di sé
stessa. Margherita si sente straniera. Straniera
a scuola dove è isolata dai suoi compagni.
Straniera in una casa in cui passa le giornate
chiusa nella sua stanza. Ma Francesco giorno
dopo giorno cerca la strada per il suo cuore.
Una strada fatta di piccoli ricordi insieme che
riaffiorano.
Paesaggi lontani e luoghi della memoria,
storie di ombre, incontri con gli amici di una
vita, riflessioni personali, letterarie ed
artistiche si intrecciano in questo libro, il cui
tono diaristico e spesso confidenziale riesce
ad assumere valore di metafora. L'itinerario di
Lalla Romano finisce col coincidere, ora con
la peculiare tradizione europea, ora con le
inquietudini contemporanee. Sentimenti,
immagini intime, ricordi dell'infanzia, gesti e
accadimenti, narrazioni scritte nell'arco di
quarant'anni si attraggono reciprocamente
grazie alla forza magnetica di una prosa
allusiva e in apparenza reticente. Ma il non
detto ("luoghi, persone, infiniti incontri, storie
intraviste o sofferte") è presente come una
"nostalgia" o un mistero tali da aggiungere a
questi scritti un sapore poetico che trascende
il ritratto personale. Completano il volume
una antologia critica e una cronologia delle
opere e della vita di Lalla Romano a cura di
Antonio Ria e la preziosa postfazione di
Giovanni Tesio.
La crisi ha centrifugato Clay Jannon fuori
dalla sua vita di rampante web designer di
San Francisco, e la sua innata curiosità, la sua
abilità ad arrampicarsi come una scimmia su
per le scale, nonché una fortuita coincidenza
l'hanno fatto atterrare sulla soglia di una
strana libreria, dove viene immediatamente
assunto per il turno... di notte. Ma dopo pochi
giorni di lavoro, Clay si rende conto che la
libreria è assai più bizzarra di quanto non gli
fosse sembrato all'inizio. I clienti sono pochi,
ma tornano in continuazione e soprattutto non
comprano mai nulla: si limitano a consultare e
prendere in prestito antichi volumi collocati
su scaffali quasi irraggiungibili. È evidente
che il negozio è solo una copertura per
qualche attività misteriosa... Clay si butta a
capofitto
nell'analisi
degli
strani
comportamenti degli avventori e coinvolge in
questa ricerca tutti i suoi amici più o meno
nerd, più o meno di successo, fra cui una
bellissima ragazza, geniaccio di Google... E
quando alla fine si decide a confidarsi con il
proprietario della libreria, il signor Penumbra,
scoprirà che il mistero va ben oltre i confini
angusti del negozio in cui lavora... Fra codici
misteriosi, società segrete, pergamene antiche
e motori di ricerca, Robin Sloan ha cesellato
un romanzo d'amore e d'avventura sui libri
che lancia una sfida alla nostra curiosità, al
nostro desiderio di un'esperienza nuova ed
elettrizzante. Un viaggio in quell'universo
magico che è una libreria.
Tra la direzione della "Rivista di Etica
Applicata", il compagno Jamie, ormai
promesso sposo, e il loro piccolo Charlie,
Isabel Dalhousie non ha certo il tempo di
annoiarsi. Eppure, quando una donna dall'aria
distinta l'avvicina nella gastronomia della
nipote per chiederle aiuto, non sa tirarsi
indietro. È una questione delicata: alla Bishop
Forbes, prestigiosa scuola maschile di
Edimburgo, deve essere nominato un nuovo
preside, ma una lettera anonima rischia di
compromettere il processo di selezione dei
candidati e il futuro dell'istituto. Uno dei
possibili prescelti ha qualcosa da nascondere
e tocca a Isabel, con il suo acume e la sua
proverbiale discrezione, scoprire di chi si
tratti e perché. A rendere il terreno più labile e
insidioso, intervengono alcuni spinosi
problemi personali, che minano la serenità e
le certezze della "detective per caso": fino a
che punto dobbiamo fidarci di coloro che
amiamo? Qual è il confine tra le piccole
debolezze,
le
manie
che
ci
contraddistinguono, e in certa misura possono
anche risultare affascinanti, e la colpa, il
crimine vero e proprio? Sullo sfondo, gli
affetti e le passioni di sempre - i buoni amici;
la ruvida ed energica governante Grace; la
nipote Cat e il suo nuovo fidanzato, meno
improbabile del solito; l'acquisto di un
prezioso cimelio di famiglia -, e una
Edimburgo più affascinante e sfaccettata che
mai, che Isabel descrive con gli occhi di
un'innamorata disposta a perdonarle tutto.
Nel 1610 Zardino è un piccolo borgo immerso
tra le nebbie e le risaie a sud del Monte Rosa.
Un villaggio come tanti, e come tanti
destinato a essere cancellato senza lasciare
tracce. C'è però una storia clamorosa,
soffocata sotto le ceneri del tempo, che
Sebastiano Vassalli ha riportato alla luce: la
storia di una donna intorno alla quale si
intrecciano tutte le illusioni e le menzogne di
un secolo terribile e sconosciuto. Antonia, una
trovatella cresciuta nella Pia Casa di Novara,
un giorno viene scelta da due contadini e
portata a Zardino, dove cerca di vivere con la
fede e la semplicità che le hanno insegnato le
monache. Ma la ragazza è strana, dice la
gente. Perché è scura d'occhi, pelle e capelli,
come una strega, e una volta è svenuta al
cospetto del vescovo Bascapè, l'uomo che
doveva diventare Papa e che si è messo in
testa di trasformare in santo chiunque abiti
quelle terre. E poi perché Antonia è bella,
troppo bella, ed è innamorata, ed è
indipendente: in lei ci dev'essere per forza
qualcosa di diabolico... Vassalli illumina gli
angoli più oscuri di un secolo senza Dio e
senza Provvidenza, ricostruendo un episodio
che è stato crocevia di molti destini e che, in
un turbine di menzogne e fanatismi, ci dice
molto di come si è formato il carattere degli
italiani.
In una Parma innevata, il marcio sembra
nascondersi ovunque: la corruzione dilaga, il
crimine è fuori controllo e la rabbia cresce.
Soneri è il più arrabbiato di tutti perché crede
ancora nella giustizia e se la vede sfuggire. Il
commissario, infatti, segue una serie di piste
confuse: un telefonino abbandonato sul greto
del fiume; un vecchio morto di freddo nei
sotterranei di un ospizio; la misteriosa
scomparsa del sindaco. Sembrano indizi
scollegati, eppure Soneri sente che dietro tutti
quei casi si cela un'unica strategia. La
strategia della lucertola, che depista i
predatori lasciandosi dietro la coda. Ma
questa volta l'inseguitore non si fa ingannare.
Parma, estate del 1989: le prime pagine dei
giornali sono riempite dal caso di un'intera
famiglia, i Rocchetta, inghiottita nel nulla.
Unica traccia, un camper abbandonato alla
periferia di Milano. Uno dei figli è un ex
tossico, e la polizia comincia a indagare nel
mondo della droga. Ma il commissario Franco
Soneri, schivo, taciturno, segnato dalla vita,
batte da subito una pista diversa. Chi è il
capofamiglia, il grigio e anonimo ragionier
Rocchetta? Si è davvero limitato a contare per
anni i soldi del padrone nella ricca azienda di
provincia? E soprattutto: come ha fatto a
sparire senza lasciare traccia, insieme alla
moglie e ai due figli? Con uno stile asciutto
ed essenziale Varesi ci guida in un labirinto di
intrighi, ricatti, silenzi omertosi, dove i
protagonisti tentano di affrancarsi dal grigiore
quotidiano per ritrovarsi comunque in un
meccanismo più grande di loro, fino a
rimanerne stritolati. Ispirato a un fatto di
cronaca, "Ultime notizie" di una fuga è la
ricostruzione di una scomparsa rimasta
misteriosa. Ed è anche il primo giallo di
Valerio Varesi, che sancisce la nascita del
commissario Soneri, l'inarrestabile indagatore
delle verità nascoste.
Nel giro di 24 ore un uomo perde il controllo
della propria vita: fa un grave errore sul
lavoro, gli viene sequestrata la patente, trova
l'ufficio sigillato dalla Finanza, scopre che il
suo socio è fuggito lasciandolo nei guai,
rompe definitivamente con la sua compagna e nel frattempo sua figlia è scappata da casa.
Credendosi braccato, fugge a sua volta, alla
cieca, ma lo sfacelo cui si è di colpo ridotta la
sua vita si rivela sempre più chiaramente un
approdo, fatale e familiare - secondo una
mappa interiore che era stata tenacemente
rimossa. Quest'uomo è Pietro Paladini, l'eroe
immobile di "Caos calmo", che nove anni
dopo ritroviamo nella situazione opposta, roso
dall'ansia e senza più un posto dove stare,
costretto a vagare alla ricerca di quella pace
improvvisamente perduta, o meglio - e questa
sarà la sua scoperta - mai veramente avuta. La
rimozione, la fuga, la famiglia che si disgrega,
il confuso declino dell'Occidente, lo sforzo
tragicomico di restare onesti in un tempo che
spinge continuamente verso l'illegalità - e poi,
di colpo, la verità. Alla fine di "Caos calmo"
Paladini rispondeva a un celebre verso di
Dylan Thomas affermando che "la palla che
lanciammo giocando nel parco è tornata giù
da un pezzo. Dobbiamo smettere di
aspettarla". Si sbagliava, la palla era ancora
per aria. Torna giù ora, in "Terre rare".
Firenze, dicembre 1967. L'Alluvione è passata
da poco più di un anno, lasciando a sua
memoria una spessa riga nera sui muri dei
palazzi, ma la vita in città ha ripreso a
scorrere con i ritmi di sempre. Il commissario
Bordelli è appesantito dai rimorsi di una
faccenda non lontana nel tempo e dal
desiderio struggente di una donna che ha
perduto. Il ricordo di sua madre, scomparsa
ormai da diversi anni, lo avvolge di dolce
malinconia. Nel freddo di dicembre, in una
villa sulle colline, un uomo molto ricco e
benvoluto da tutti viene ucciso con un
fioretto, e l'assassino non lascia nessuna
traccia. Alle prese con questo difficile caso,
Bordelli cercherà di scovare un minimo
indizio che possa metterlo sulla buona strada
per inchiodare il colpevole, ma nel frattempo
si troverà a vivere situazioni del tutto
inaspettate... e a dominare ogni cosa saranno i
fantasmi del passato. Piace il commissario
Bordelli, ai lettori, ai librai e soprattutto agli
scrittori come Andrea Camilleri, che ancora
una volta si esprime in favore di questo
personaggio: “Il commissario Bordelli, un
eroe disilluso ma assolutamente autentico
nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che
riconosci come vero e che non è facile
dimenticare”.
Ex combattente del battaglione San Marco ed
ex partigiano, il commissario Franco Bordelli
è un poliziotto vecchio stile. La sua vita è una
lunga infilata di fallimenti, le sue amicizie si
aggirano nelle bettole e nei quartieri
malfamati. Combatte perennemente contro il
vizio del fumo, indugia nell’abitudine di
fantasticare su giovani bellissime donne che
incrocia per strada, continua ad indagare
stancamente sui morti ammazzati di Firenze.
Il suo collaboratore è un giovanissimo
poliziotto sardo, Piras, un ragazzo che Franco
Bordelli tratta come un figlio, capace di
osservazioni acute e silenziose congetture.
Sarà lui il suo braccio destro in questa nuova
indagine.
Un noto imprenditore, vedovo di mezza età,
Antonio Migliorini, viene trovato morto nella
sua bellissima villa sulle colline fiorentine.
Apparentemente è un uomo tranquillo, ricco e
generoso, un uomo senza macchia.
Il commissario Bordelli piace ai lettori ma fa
rabbia. Indaga stancamente, si trascina per le
strade, rimugina su ogni particolare, quasi
volesse aprire una breccia nell’indagine e
anche nella sua vita. Il ricordo di Eleonora, la
studentessa che salvava i libri durante
l’alluvione, è ancora vivo e fa male, così
come il ricordo di sua madre e di tutti i
fantasmi di un passato impossibile da
dimenticare, in cui la giustizia si confonde
con
la
vendetta.
La trama del romanzo è la trama di una vita in
cui l’uomo cerca di mettere insieme e a fatica
tutti i pezzi. La ricerca degli indizi e l’esame
dei testimoni si snodano lentamente lungo il
racconto, intrecciandosi con la descrizione di
una città sempre affascinante sebbene oscura.
Anche questa volta Bordelli incontrerà lungo
la sua strada il colonnello Bruno Arcieri, un
personaggio creato dallo scrittore Leonardo
Gori e già protagonista di altri suoi romanzi,
come L'angelo del fango e Morte a Firenze.
Saranno le loro lunghe e appassionanti
chiacchierate davanti a un caffè bollente o a
un bicchiere di Chianti a gettar luce su questa
indagine.
Fino alla fine Marco Vichi tiene il lettore
appeso all’esile filo della verità. Uno dopo
l’altro una carrellata di personaggi, descritti
magistralmente
soprattutto
nelle
loro
espressioni di profonda umanità, prenderanno
forma componendo un quadro affascinante in
cui i fantasmi del passato diventeranno
pericoli concreti e attuali. Le passioni, ancora
una volta, saranno la chiave di lettura
dell’indagine e anche della vita del
commissario. Con le passioni, prima o poi,
bisognerà fare i conti.
Che cosa spinge un bambino a strappare una
pagina di un quaderno di scuola e, armato di
una semplice bic blu, riempirla di una storia?
Per quale magia quello che sembra un
foglietto qualunque diventa lo scrigno di
storie lontane, che si formano in modo quasi
inspiegabile nell’immaginazione, intrecciando
ambientazioni esotiche e vicende quotidiane,
frammenti di racconti di viaggio sentiti nel
salotto di casa e colorite fantasie? In questo
saggio che è quasi un romanzo, presentandosi
come un vero e proprio racconto –
autobiografico – sul mestiere di scrivere, il
romanziere Roberto Cotroneo torna alle
origini della sua vocazione per ricavare un
personalissimo prontuario di consigli,
indicazioni, strategie di scrittura, che non
sono mai aridi trucchi del mestiere bensì utili
insegnamenti per imparare a vedere il mondo
che ci circonda con uno sguardo nuovo. E
farlo rivivere nel modo migliore sulla pagina.
Viviamo in un mondo veloce, dove il tempo
sembra via via contrarsi: continuamente
connessi, chiamati a rispondere in tempi brevi
a email, tweet e SMS, bombardati da una
informazione che passa per il nostro canale
più veloce e diretto, ovvero quello visivo.
Dimentichiamo così che il cervello è una
macchina lenta e, nel tentativo di imitare le
macchine veloci, andiamo incontro a
frustrazioni e affanni. In queste pagine Maffei
ci porta nel mondo della lentezza e della
riflessività e ci fa esplorare i meccanismi
cerebrali che guidano le reazioni rapide
dell'organismo umano, sia quelle di origine
genetica,
sia
quelle
selezionate
dall'evoluzione e dall'uomo stesso con il
progresso culturale. Conosceremo i vantaggi e
gli svantaggi di una civiltà dove sembra
dominare la rapidità dei rapporti e delle
decisioni e dove il fare sembra prevalere sul
pensare. Un antidoto alle richieste e alle
pressioni di oggigiorno.
Nel corso della vita tutti abbiamo vissuto quel
sentimento euforico e doloroso, carico di
paura e di felicità, chiamato amore. Ma dove
ha origine e come agisce la sua forza
misteriosa che sempre attrae e rapisce? Come
possiamo viverlo nel modo più vero? E qual è
il messaggio che esso porta con sé? Sono le
domande fondamentali a cui Vito Mancuso
risponde con la profonda intensità che da
sempre caratterizza il suo pensiero,
accogliendo tra le pagine la dolcezza e la
potenza di una straordinaria avventura umana
affrontata nelle sue forme più diverse:
dall'amore sensuale dei corpi a quello del puro
sentimento, dall'amore per la natura e gli
animali a quello della mistica e della
spiritualità. In questo libro, puro ma mai
puritano, si ragiona così senza paura di
controversie a proposito di rapporti
prematrimoniali, adulterio, masturbazione,
omosessualità,
bisessualità.
Rimanendo
sempre fedele al primato della coscienza e
della libertà individuale ed esponendo tutti i
limiti della morale tradizionale cattolica,
l'autore propone una prospettiva etica in grado
di orientare dal basso un esercizio giusto e
insieme libero della sessualità. Anche se mai
come nel nostro tempo infatti il divertimento
e lo svago sembrano rappresentare il fine
ultimo a cui tendere, in "lo amo" sono
indicate le tracce per raggiungere l'amore vero
e purificatore, l'unica esperienza capace di
dare un senso autentico al nostro essere al
mondo.
“Se ho tutta la fede per spostare le montagne,
ma non ho l’amore, non ho niente”. Si
esprime così l’Apostolo Paolo per descrivere
il rapporto complesso tra fede e amore ed è
questo il punto di partenza da cui prende le
mosse
questo
saggio.
Un tentativo ammirevole di descrivere in
poche pagine quello che non basta una vita ad
imparare.
Attraverso
l’amore
l’uomo
partecipa al miracolo della creazione e fa
esperienza della natura di Dio. “L’impulso
erotico è il caos che bussa alla porta. Anzi,
che la abbatte”. Per spiegare questo vento
impetuoso che arriva a sconvolgere la nostra
natura, Vito Mancuso utilizza esempi tangibili
della vita quotidiana ma anche testi letterari e
poetici dalla tradizione classica greca e latina
e soprattutto elementi della mitologia, della
filosofia e dell’arte. Il risultato è un viaggio
affascinante alla scoperta del sentimento in
tutte le sue declinazioni, anche quelle più
oscure e apparentemente incomprensibili in
cui la moralità e la severità del giudizio
cattolico vengono in queste pagine presentate
nel dettaglio e poi, pezzo dopo pezzo, del
tutto smantellate. Come sa chi conosce e
apprezza il punto di vista di Vito Mancuso, è
il primato della coscienza a fungere da faro
nella vita quotidiana dell’autentico cristiano,
cioè di colui che si ispira alla tradizione
giudaica.
Ancora una volta farà discutere questo saggio
che mette in dubbio la morale cattolica
dominante a favore di un’etica della sessualità
originata dal basso. Un punto di vista
alternativo e interessante per tutti coloro che
della libertà di pensiero hanno fatto la loro
bandiera e che vedono nel caos originato
dall’amore il segno tangibile della potenza e
insieme della dolcezza divina.
Federico Rampini ha vissuto nella Silicon
Valley nei primi tempi della new economy e
ha sempre seguito con attenzione i temi del
digitale e della rete. Ma quello che una volta
sembrava contenere in sé i semi di una nuova
economia, più favorevole al consumatore e
più competitiva, e di una nuova società, più
aperta e informata, oggi si presenta ai suoi
occhi in modo molto diverso. Ormai siamo
tutti connessi, sempre, e la nostra attenzione è
diventata sempre più superficiale, la nostra
vita sempre più multitasking, la nostra privacy
sempre più esposta allo sguardo virtuale di
amici e non solo. Intanto i cosiddetti "nativi
digitali" vivono in un mondo dominato da
"app" che sembrano poter colonizzare ogni
aspetto della loro vita. I giganti del web
sembrano non porsi limiti nella loro corsa alla
supremazia: vogliono mappare tutte le
informazioni del mondo, connettere tutte le
persone del mondo, essere il negozio unico
per tutto il mondo, occupare il tempo libero di
tutti. Ma possiamo permettere che tutto sia
nelle mani di pochissimi? Che le nostre vite
intime, professionali, politiche siano affidate
alle grandi aziende digitali? E che
succederebbe se dovessimo scoprire che
alcune di loro sono diventate davvero cattive?
Periferia di Milano, anni Settanta. Gli anni del
terrorismo e della droga, dei sogni di Oriente
e di liberazione. Una mattina, nella classe di
un Istituto Agrario, fa la sua apparizione
Giulia, una giovane professoressa di lettere
che parla di letteratura e di poesia con una
passione sconosciuta. È quell'incontro a
«salvare» Massimo Recalcati che, in questo
libro dedicato alla pratica dell'insegnamento,
riflette su cosa significa essere insegnanti in
una società senza padri e senza maestri,
svelandoci come un bravo insegnante sia
colui che sa fare esistere nuovi mondi, che sa
fare del sapere un oggetto del desiderio in
grado di mettere in moto la vita e di allargarne
l'orizzonte. È il piccolo miracolo che può
avvenire nell'ora di lezione: l'oggetto del
sapere si trasforma in un oggetto erotico, il
libro
in
un
corpo.
Un
elogio
dell'insegnamento che non può accontentarsi
di essere ridotto a trasmettere informazioni e
competenze. Un elogio della stortura della
vite che non deve essere raddrizzata ma
coltivata con cura e riconquistata nella sua
singolare bellezza.
“chi sono gli insegnanti che non abbiamo mai
dimenticato? Sono quelli che hanno saputo
incarnare un sapere, sono quelli che
ricordiamo non tanto per ciò che ci hanno
insegnato ma per come ce lo hanno insegnato.
Ciò che conta nella formazione di un bambino
o di un giovane non è tanto il contenuto del
sapere, ma la trasmissione dell' amore per il
sapere”.