NOVITA febbraio 2016
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NOVITA febbraio 2016
La leggenda del trombettista bianco New York, anni venti. Tra i club dalle insegne luminose e gli ampere degli studi di registrazione, quello di Rick Martin è un nome che viene pronunciato con rispetto, quasi sottovoce. Degli altri musicisti si dice che sì, sono bravi, ma non sono certo lui, come se il suo talento fosse il metro di paragone per quello degli altri. Sul suo conto girano tante storie: fin da giovanissimo ha sempre frequentato i neri, anche se è bianco, per questo è così indisciplinato: per imparare a suonare marinava la scuola e andava a esercitarsi in una chiesa abbandonata. È stato nientemeno che il grande Art Hazard a insegnargli i segreti della tromba. Voci, dicerie, leggende. Ma chi è davvero Rick Martin?. In questo romanzo dalle atmosfere notturne e fumose, ambientato nell'epoca del proibizionismo e dei jazz club e ispirato alla leggendaria figura di Bix Beiderbecke. Dorothy Baker - qui al suo esordio accompagna il lettore nel cuore e nella mente di un ragazzino nato nei bassifondi della provincia americana, tra le case fatiscenti di periferia e le backroad che portano verso il nulla, con un dono che è anche un fardello: quello di un talento soverchiante, che ti spinge a non dormire la notte pur di inseguire la perfezione, così schiacciante da lasciarti fuori dalle file di quelli che la società ha educato, che sanno controllarsi e recitare la loro parte... Un romanzo molto diverso, lirico, sulla ricerca di ciò che è in grado di incantare in un mondo che sembra aver dimenticato l’esistenza stessa dell’incanto. Ricco di personaggi indimenticabili, Vita degli elfi è una meditazione poetica sull’arte, la natura, i sogni e il ruolo dell’immaginazione. Maria vive in uno sperduto villaggio in Borgogna, dove scopre di avere il dono di saper comunicare con la natura. Centinaia di chilometri più lontano, in Italia, Clara scopre di possedere uno sbalorditivo genio musicale e viene spedita dalla campagna a Roma per sviluppare queste sue portentose abilità. Vita degli elfi racconta la storia di due ragazzine in contatto con mondi magici e forze maligne grazie ai loro straordinari talenti. Se, a dispetto di tutti gli ostacoli, riusciranno a unire i loro destini, questo incontro potrebbe cambiare il corso della storia. "A nove anni dal bestseller L'eleganza del riccio la scrittrice francese sconfina nel fantasy con un romanzo onirico che è una riflessione sull'incanto della bellezza minacciata dalle miserie umane e una meditazione affabulatoria sulla potenza della narrazione, l'unico fattore, sostiene uno dei personaggi, in grado di cambiare il reale". Marzia Fontana, Venerdì di Repubblica sui vestiti? Donato Carrisi ci ammalia con una storia scritta di getto, senza più il giorno e la notte: un romanzo che si imprime con forza nei nostri cuori e sfida le nostre paure. «La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro… E io le do quello che vuole.» La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l’indagine grazie all’attenzione e alle pressioni del «pubblico a casa». Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua «firma». Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un’audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha Nella prima metà del XIX secolo James e Sadie Goodenough giungono nella Palude Nera dell'Ohio dopo aver abbandonato la fattoria dei Goodenough nel Connecticut. La legge dell'Ohio prevede che un colono possa fare sua la terra se riesce a piantarvi un frutteto di almeno cinquanta alberi. Una sfida irresistibile per James Goodenough che ama gli alberi più di ogni altra cosa, poiché gli alberi durano e tutte le altre creature invece attraversano il mondo e se ne vanno in fretta. In quella terra, dove gli acquitrini si alternano alla selva più fitta, James pianta e cura con dedizione i suoi meli. Un frutteto che diventa la sua ossessione; la prova, ai suoi occhi, che la natura selvaggia della terra, con il suo groviglio di boschi e pantani, si può domare. La malaria si porta via cinque dei dieci figli dei Goodenough, ma James non piange, scava la fossa e li seppellisce. Si fa invece cupo e silenzioso quando deve buttare giù un albero. Finché, un giorno, la natura selvaggia non della terra, ma della moglie di James, Sadie, esplode e segna irrimediabilmente il destino dei Goodenough nella Palude Nera. Romanzo che si iscrive nella tradizione della grande narrativa americana di frontiera, "I frutti del vento" è un'opera in cui Tracy Chevalier penetra nel cuore arido, selvaggio e inaccessibile della natura e degli uomini, là dove crescono i frutti più ambiti e più dolci che sia dato cogliere. Mickey Haller è un uomo complicato, con una vita complicata. Deve fare i conti con un passato di eccessi, con una figlia che non vuole più saperne di lui e, più prosaicamente, con le necessità quotidiane, tra cui quella di guadagnare quel tanto che basta a mandare avanti il suo studio. È per questo che, quando riceve un messaggio sul cellulare mentre è in un'aula di tribunale, impegnato a difendere il suo cliente dall'accusa di aggressione, la sua attenzione viene immediatamente catturata. A mandarglielo è Lorna, la sua segretaria, e il testo è questo: "Chiamami subito. Si tratta di un 187". Il numero, che in California corrisponde al codice dell'omicidio, cattura immediatamente la sua attenzione. Occuparsi della difesa in un caso di omicidio significa guadagnare un bel mucchio di soldi e l'eventualità non lo lascia certo indifferente. Quando poi scopre che la vittima, una prostituta che pensava di aver rimesso sulla retta via, era già stata sua cliente, non ha più dubbi sull'opportunità di accettare l'incarico. A muoverlo però non è solo il bisogno di guadagnare, ma i fantasmi di un passato che gli si rivela diverso da come l'aveva vissuto e una sete di giustizia che nasconde un forte desiderio di redenzione personale. Il volume, che esce in occasione del settantesimo compleanno dell’autore, propone – oltre a un nutrito gruppo di testi inediti – tutte le sue raccolte poetiche: L’Oceano e il Ragazzo (1983), Le stagioni (1988), Dialogo del poeta e del messaggero (1991), Canti d’Oriente e d’Occidente (1997), Ferite e rifioriture (2006, premio Viareggio). "Gli inediti che completano questo volume confermano l'inesausta energia lirica e metaforica di Giuseppe Conte e ne proseguono l''incessabile' inerrogazione, cominciata negli anni Settanta, sul valore di mito, natura e destino nella realtà contemporanea. Erede della tradizione del primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e Borges, la scrittura poetica di Conte si è consolidata nel tempo seguendo i sentieri paralleli della prosa, come dimostrano l'insieme dell'opera romanzesca e gli scritti di viaggio raccolti in 'Terre del mito' (1991). Si profila una soggettività forte, estranea a qualunque minimalismo o sperimentalismo, capace di mediare fra la passione della forma e la profonda conoscenza e frequentazione di culture e mitologie lontane, orientali e occidentali, e di coniugare una vena erotica con una vena metafisica e con la passione civile. Nel 1994, con l'invasione simbolica di Santa Croce e la fondazione del 'mitomodernismo'; Conte ha segnato un momento di riflessione importante nel panorama culturale italiano ed europeo, coinvolgendo intorno alle sue tesi sul primato etico e spirituale della poesia artisti, pensatori e poeti italiani e stranieri di diverse generazioni." Introduzione di Giorgio Ficara. La speranza è durata poco più di un battito di ciglia. La speranza di potere, un giorno, dimenticare il cielo plumbeo e l'atmosfera opprimente dell'Oltre. La speranza di essersi lasciati per sempre alle spalle il mondo dove sono confinati tutti i malvagi vissuti sulla Terra dall'inizio dei tempi. Invece, non appena si rendono conto di avercela fatta, di essere nuovamente a casa, John Camp ed Emily Loughty sono costretti ad affrontare una realtà agghiacciante. L'incubo non è finito. Come previsto, l'avvio dell'acceleratore di particelle ha aperto il varco grazie al quale John ed Emily si sono ritrovati nel laboratorio di Dartford, in Inghilterra, ma allo stesso tempo ha inghiottito un numero imprecisato d'innocenti. Tra cui ci sono anche la sorella e i nipotini di Emily. Lei quindi non ha scelta: per salvarli, deve attraversare ancora una volta la Porta delle Tenebre e tornare all'Inferno. E mentre a Londra c'è chi è determinato a smascherare le menzogne del governo su quanto sta accadendo a Dartford, Emily e John si preparano con una squadra di recupero ad affrontare un viaggio ancor più pericoloso e ricco d'insidie del precedente. Un viaggio durante il quale incontreranno nuovi, terribili nemici, e stringeranno alleanze con coloro che li hanno aiutati a sopravvivere all'Inferno. Ma ci si può veramente fidare di chi, in vita, ha ceduto alle seduzioni del Male ed è da secoli relegato nella terra dei Dannati? Cambridge, Massachusetts. Kay Scarpetta riceve un messaggio sul suo telefono che sembra arrivare dal computer di sua nipote Lucy. A questo è collegato un link con un filmato girato da un apparecchio di sorveglianza che riprende Lucy e risale ad almeno vent'anni prima. Ma come è possibile? Kay comincia così a scoprire dei terribili segreti che riguardano la nipote che lei ha tanto amato e cresciuto come una figlia. A questo filmato ne seguono altri, che hanno chiare e pericolose implicazioni legali, che lasciano Kay molto turbata e sola come non lo è mai stata. Non sa cosa fare, né a chi rivolgersi. Non può dirlo a suo marito Benton Wesley, né a Pete Marino e ovviamente non a Lucy. Tutto il suo universo e quello di tutti coloro che lei ama viene messo a repentaglio da questi video misteriosi, mentre Kay è alle prese con il caso della misteriosa morte della figlia di un mogul di Hollywood e il ritrovamento del relitto di un aereo nel triangolo delle Bermude. Dietro tutto questo ovviamente c'è un piano diabolico per distruggere Lucy e non solo lei. “Poter scrivere in modo indipendente è ciò che mi permette di affrontare il mio lavoro ogni mattina. Se dalla scrittura dipendessero le mie condizioni di vita così come le aspettative di un grosso editore, dubito che riuscirei ad andare avanti. Come i poeti, noi scrittori di racconti viviamo in un mondo più sicuro. Non dobbiamo venderci a nessuno, non dobbiamo affrettarci a scrivere per nessuno; il nostro solo debito è contro noi stessi e verso quelle storie che vivono da qualche parte, dentro di noi, fino a quando non decidiamo di metterle per iscritto” (Andre Dubus) Non cercate paesaggi nei suoi racconti, e neanche dettagli temporali precisi. I paesaggi interiori, invece, sono descritti con minuzia di particolari, così come i gesti e i pensieri, uomini e donne che escono con le ossa rotte dai loro rapporti ma che vedono comunque l’amore come unico strumento di riscatto.A differenza di molti altri autori, Dubus si espone direttamente, è coinvolto totalmente dai suoi personaggi. Lo scrittore statunitense mette in scena l’amore coniugale, tra amanti, paterno, materno, filiale e tra adolescenti. Non manca quasi mai la fede in Dio, soprattutto come atto d’amore verso gli esseri umani. In tutti e nove racconti è presente quella “delicata violenza” che permea sempre l’opera di Dubus: i suoi personaggi vivono fatti tragici descritti con uno stile sobrio e potente al tempo stesso, a cui non occorre la drammatizzazione della scrittura per colpire il lettore con un pugno. Il superfluo non esiste nella sua letteratura: nonostante i dettagli siano accuratamente tracciati, nonostante alcuni personaggi, bevendo un caffè in veranda, ripassino anni e anni delle loro esistenze, analizzano fatti che hanno cambiato radicalmente le loro vite, non c’è mai una parola di troppo. L’autore americano, oltre a raccontare, riesce a mostrarci sempre qualcosa che abbiamo e che non sapevamo di avere: le pieghe più oscure e inconfessabili che vengono alla luce non sono altro che lo specchio fastidioso di nostre realtà interiori. L’ambientazione preferita da Andre Dubus è la provincia americana, ma il suo sguardo è così ampio e profondo che le sue storie hanno un orizzonte universale, una vista così assoluta che può essere riportata in ogni angolo di mondo. Ci vorrebbero migliaia di parole per dare un’idea precisa del lavoro fatto in ogni racconto. Raffinato ed essenziale, colto e potente, delicato e violento, chi si imbatte nei suoi testi ne rimane ammaliato, affascinato. Rileggersi i suoi testi o affrontarne di nuovi diventa una dipendenza da cui è difficile staccarsi. Finalista Premio Sinbad 2015 - Narrativa straniera. Come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? È questo il nodo affrontato da "Gli anni", romanzo autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile attraverso la fusione della voce individuale con il coro della Storia. Annie Ernaux convoca la Liberazione, l'Algeria, la maternità, de Gaulle, il '68, l'emancipazione femminile, Mitterrand; e ancora l'avanzata della merce, le tentazioni del conformismo, l'avvento di internet, l'undici settembre, la riscoperta del desiderio. Scandita dalla descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di festa, questa "autobiografia impersonale" immerge anche la nostra esistenza nel flusso di un'inedita pratica della memoria che, spronata da una lingua tersa e affilatissima, riesce nel prodigio di "salvare" la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo. Il libro caposaldo di una nuova forma d’autobiografia, impersonale e collettiva. Con questo romanzo, riconosciuto da subito come uno degli eventi letterari del decennio, Annie Ernaux raggiunge la forma definitiva del disegno che ha sempre perseguito: condensare nella pagina scritta la mutazione storica e sociale, cercare nella propria esperienza un elemento universale che permetta di decodificare l’universo comune. Attraverso foto e ricordi di avvenimenti, parole e cose, si ricompone un esemplare paesaggio famigliare e collettivo degli anni dal dopoguerra a oggi… Eroe di guerra, diplomatico, cineasta, Romain Gary si suicidò il 3 dicembre 1980. La sua scomparsa fece scalpore ma il vero colpo di scena arrivò quando, pochi mesi dopo la morte, si scoprì che Gary ed Emile Ajar, autore del romanzo "La vita davanti a sé", erano in realtà la stessa persona. Il libro, che narra le vicende di Momo, ragazzo arabo nella banlieu di Belleville, figlio di nessuno, accudito da una vecchia prostituta ebrea, vinse il Goncourt inaugurando uno stile gergale da banlieu e da emigrazione, cantore di quella Francia multietnica che cominciava a cambiare il volto di Parigi. È il 1840 a Canton e l’opera del commissario Lin, inviato dall’Imperatore a porre fine al contrabbando dell’oppio per salvare le terre del Celeste Impero, ha già mutato il volto della città. Dell’antica Fanqui-town, l’enclave straniera, è rimasto poco o nulla. La factory britannica, un tempo l’edificio più affaccendato e grandioso dell’enclave, è chiusa e sbarrata, le verande deserte, le lancette dell’orologio del campanile ferme. I mercanti inglesi sono stati espulsi; non prima, però, d’aver consegnato l’intero carico celato nelle stive delle loro navi. Le confische imperiali cinesi, tuttavia, non passano affatto sotto silenzio a Londra. Troppo importante l’oppio per le casse della regina, e troppo grandi e innumerevoli le opportunità di profitto in quella zona del mondo, per non scatenare una guerra sotto l’insegna della libertà di commercio. Gli uomini della Ibis – ciurma, passeggeri e coolies – si ritrovano nel cuore del conflitto sotto bandiere diverse, a rappresentare le opposte culture, tradizioni, costumi in gioco in quel confronto globale. Convinto che una spedizione britannica, favorita dal denaro dei mercanti, possa non soltanto generare enormi profitti, ma inaugurare anche un nuovo tipo di guerra in cui gli uomini d’affari siano protagonisti a pieno titolo, il proprietario della Ibis, Mr Burnham, spedisce la goletta, carica d’oppio, nelle acque del Mar Cinese Meridionale. E nomina commissario di bordo l’americano Zachary Reid, risoluto nel suo nuovo compito al servizio degli inglesi, ma sempre ossessionato dal ricordo dell’enigmatica Paulette Lambert. Neel, l’ex raja di Raskhali caduto in rovina e artefice di una rocambolesca fuga dalla Ibis in compagnia di un gruppo di detenuti, i famigerati coolies, sceglie, invece, la sponda opposta, e a Canton figura tra gli informatori di rilievo del commissario Lin, e del suo tentativo di dotare la marina del Celeste Impero di imbarcazioni adeguate al confronto con la potente flotta britannica. Perso ogni contatto col padre, Raju, il figlio di Neel, parte alla volta di Canton deciso a ritrovarlo e finisce arruolato come pifferaio nella Bengal Native Infantry, il corpo dei sepoy nelle cui fila milita, orgoglioso e impettito nella sua impeccabile divisa, l’havildar Kesri Singh, fratello di Deeti, la vedova ribelle. Il giovane lascaro Jodu, infine, convertitosi agli insegnamenti del Profeta, decide di combattere dalla parte degli infedeli che adorano idoli e animali piuttosto che di quelli che adorano macchine e bandiere. Capitolo finale dell’epica trilogia della Ibis, con la sua imponente ricostruzione storica e il suo ritmo da avvincente romanzo d’avventura, Diluvio di fuoco mostra come la grande narrativa sia in grado di illuminare il senso più profondo degli eventi della Storia attraverso le vite e il destino di personaggi indimenticabili. È la vigilia di Natale nella cittadina di Gracetown. Una tempesta di neve ricopre il paesaggio di una candida coltre e porta scompiglio nelle vite di Jubilee, Addie e Tobin. Sono loro i protagonisti dei tre romanzi brevi che s'intrecciano nella raccolta "Let it snow". Jubilee, bloccata dalla tempesta su un treno, finisce per passare la vigilia con Stuart, un ragazzo appena conosciuto che cambierà la sua vita con un bacio. Tobin si avventura con un gruppo di amici in mezzo alla neve per raggiungere un locale, attirato da un gruppo di cheerleader, ma scoprirà che il suo vero amore è una vecchia amica, Angie, alias The Duke. Addie si occupa di un maialino nano, pensando alla fine del suo amore con Jeb, ma in realtà la loro storia non è affatto chiusa. E in un finale che riunisce i personaggi delle tre storie, si ha la conclusione perfetta di un romantico Natale. Anche il peggior criminale merita di essere giudicato da un tribunale imparziale: questo è il leitmotiv dell’ultimo romanzo di John Grisham, L’avvocato canaglia, che vede Sebastian Rudd vestire i panni del difensore in casi giudiziari apparentemente a senso unico. Questo suo atteggiamento, per quanto nobile, non sembra avere nessun vantaggio: la vita di Sebastian è costantemente in pericolo, riceve minacce di morte ed è sempre in movimento. La sua base operativa è un furgone nero con vetri oscurati antiproiettile, dotato di tutte le comodità, dentro al quale passa la maggior parte del suo tempo insieme al suo autista e unico amico, Partner, un uomo che ha salvato da un processo che lo avrebbe condannato a un’ingiusta detenzione. John Grisham ci accompagna nel mondo americano della giustizia, dove a farla da padrone sono i giochi di potere e l’ingiustizia, dove un uomo potente per ottenere una rielezione a una carica politica sacrificherebbe un essere umano, la cui unica colpa è essere malvisto da una comunità, che lo accusa di un omicidio non commesso e che lo vorrebbe vedere con un ago nel braccio. Un mondo in cui un’operazione di polizia può finire in tragedia inaspettatamente, e la volontà di insabbiare tutto e di trovare un capro espiatorio è così forte da scavalcare i principi di giustizia che regolano la professione di chi dovrebbe tutelare l’ordine. Sebastian Rudd non ci sta, e ricorre se necessario anche a modalità non convenzionali per far emergere la verità, secondo l’antico motto machiavelliano “il fine giustifica i mezzi”. In questo romanzo la narrazione in prima persona di Sebastian è cruda, graffiante: Grisham non usa mezzi termini per delineare le storture di una società americana basata sul consenso e sull’apparenza, soprattutto nell’ambito giudiziario, nel quale sono in gioco le vite delle persone coinvolte. La figura del protagonista appare, quindi, come un antieroe: sebbene sia inserito nel sistema, è determinato a combatterlo dall’interno, costi quel che costi. Sebastian Rudd è un protagonista verosimile e reale: traspare che non ha sempre vinto nella sua vita, né ha sempre perso, ma lotta sempre e comunque, al massimo delle sue possibilità. Solo così può considerarsi un vero uomo, senza rimpianti né rimorsi. Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie Mary e la figlia Lorraine gli sono amorevolmente accanto, mentre gli amici si alternano nel dare omaggio a una figura rispettata della comunità. Ma nel passato di Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank, che è fuggito di casa per mai più tornare, e il commesso del negozio di ferramenta, che aveva tradito la sua fiducia. Nella casa accanto, una ragazzina orfana viene a vivere dalla nonna, e in paese arriva il reverendo Lyle, che predica con passione la verità e la non violenza e porta con sé un segreto. Nella piccola e solida comunità abituata a espellere da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non sarà l'unico a dover fare i conti con la vera natura del rimpianto, della vergogna, della dignità e dell'amore. Kent Haruf affronta i temi delle relazioni umane e delle scelte morali estreme con delicatezza, senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima con il lettore che ha il tocco della poesia. Il romanzo che ha generato il celeberrimo Il buio oltre la siepe, scritto da Harper Lee qualche anno prima dell'opera che l'ha resa famosa ma dove incontriamo per la prima volta alcuni degli stessi protagonisti, tra cui l'indomita Scout (Jean Louise Finch) e suo padre, l'avvocato Atticus Finch. “Il testo è stato dimenticato per più di sessant'anni e oggi ritrovato in una cassetta di sicurezza dove era stato sbadatamente archiviato come appendice. Ma perché è un caso editoriale? Senza dubbio perché è da questo "nuovo vecchio romanzo" che ha preso vita una delle opere più celebrate del Novecento americano, Il buio oltre la siepe. Pubblicato per la prima volta nel 1960, To Kill a Mockingbird (questo il titolo originale, alla lettera "uccidere un usignolo") vince l'anno dopo il premio Pulitzer per la letteratura e nel 1962 ne viene tratto l'omonimo film con Gregory Peck, che ottiene l'Oscar per la sua interpretazione di Atticus Finch. Nel catalogo Feltrinelli entra in quello stesso anno, perché Giangiacomo Feltrinelli decide immediatamente di pubblicarlo in Italia, a dispetto di qualsiasi previsione sullo scarso interesse del pubblico italiano per i temi del libro e per la critica del razzismo. Da allora, quel libro è diventato un insostituibile compagno di strada per l'editore e per i suoi tantissimi lettori, con infinite ristampe e un passaggio del testimone di generazione in generazione per oltre cinquant'anni. Ideata autonomamente, nel 1869, da Dmitrij Mendeleev e Julius Lothar Meyer, la "tavola periodica degli elementi" continua a restare per lo più congelata nell'inerzia dei ricordi scolastici. Con il libro di Sam Kean dietro ogni simbolo e ogni numero atomico si spalancano sequenze inimmaginabili in tutti gli ambiti dell'esperienza e della conoscenza umana. Come quelle arcaico-antropologiche sull'antimonio, elemento che troviamo nel giallo del Palazzo di Nabucodonosor e nel mascara delle donne egizie, usato sia per sedurre che per incutere terrore. O, ancora, quelle medico-sanitarie sulla tossicità del nitrato d'argento contrapposta alle qualità terapeutiche dello zolfo, alla base del "prontosil rosso", sulfaminide e primo chemioterapico antibatterico. O, infine, quelle fisico-cosmologiche: tutti gli elementi della tavola, infatti, condividono la stessa genesi stellare (l'esplosione di una supernova) in una fase di contrazione della materia che ha scremato la Terra e gli altri pianeti, oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa. Punteggiato di sorprendenti aneddoti (come quello, evocato nel titolo, del cucchiaino di gallio che si scioglie al contatto del tè, permettendo trucchi alla Houdini) e digressioni narrative, il libro di Kean è un'introduzione alla conoscenza di ciò che costituisce il nostro pianeta. Dopo la guerra è una storia dai mille intrecci di odio e vendetta, un romanzo con ambientazioni in una Bordeaux evocativa e affascinante quanto la Marsiglia di JeanClaude Izzo. Bordeaux, anni Cinquanta. Una città che ancora porta le stimmate della Seconda guerra mondiale e dove si aggira l’inquietante figura del commissario Darlac, uno sbirro corrotto arricchitosi durante l’occupazione nazista quando collaborava con i tedeschi. Eppure, appena finita una guerra già un’altra inizia e i primi giovani sono chiamati alle armi per combattere in Algeria. Daniel sa che questa è anche la sua sorte. Ha perso entrambi i genitori deportati nei campi di sterminio, è stato adottato da una coppia e lavora come apprendista meccanico. Un giorno uno sconosciuto si presenta in officina per riparare la moto. L’uomo non sembra di Bordeaux, eppure ha qualcosa di familiare. Daniel non sa che quell’uomo è suo sopravvissuto ai lager e tornato in città sotto mentite spoglie per portare a termine la sua terribile vendetta. Uno dopo l’altro vengono misteriosamente assassinati dei poliziotti che avevano collaborato con i nazisti e il cerchio si stringe attorno al commissario Darlac, che era stato uno dei capofila dei collaborazionisti. Intanto Daniel parte per l’Algeria dove, dopo aver assistito a un’orribile strage di civili in un villaggio, decide di disertare e rientrare clandestinamente a Bordeaux. Lì i destini di padre e figlio, ambedue braccati e ossessionati dalla vendetta, s’incrociano nuovamente in uno sviluppo altamente drammatico. Sta in silenzio il lottatore di Rossella Milone. Il suo silenzio affolla questo libro. È un tonfo abissale, asciutto. La cassa di risonanza di un ventre contratto, di un gemito trattenuto. E a questo silenzio segue il respiro placido del lottatore che si è appena alzato da terra, un gusto ferroso in bocca, negli occhi la collera della vita che ha ripreso il suo posto. Una raccolta di racconti che racchiude le vite di lottatrici, donne dalle diverse età e sparse in epoche differenti. Donne che hanno in comune la stessa luccicanza. Donne imprescindibili dai loro corpi, sfigurate dalle loro battaglie, dalle loro esistenze. Un libro fatto di negazione, un’ode alla forza, uno specchio che trattiene a indugiare sul nostro riflesso. Sei storie non dette che rimangono sospese e che non hanno bisogno di alcuna soluzione. Sei donne che lottano contro i loro limiti e contro la battaglia più complessa: quella delle relazioni umane. Eroine in guerra, che si difendono, che resistono. Cos’è quest’assenza? È la storia di un tempo che corre e che si nasconde nelle stanze della memoria. È un’anziana donna di nome Erminia, accompagnata in un ricovero, senza che possa rendersi conto di dove sia finito quel tempo, senza temerne la paura, perché il suo tempo è esattamente lì, dove nessuno lo può toccare. È il marito Amedeo, incontrato in ogni volto; è il soldato Paul con cui si accalda a ritmo di charleston, sono le sue anche dure in contrasto con la guerra, addolcita da quel corpo. È con Operazione Avalanche che si apre la prima voragine del libro. Dov’è quest’assenza? È in un’adolescente, Marianna, che nel pieno della sua bellezza scopre le reti del sesso e vi rimane incagliata, con il corpo. È in tutto Il peso del mondo che la schiaccia, nella fine di un’amicizia lunga una vita intera, nelle tante porte che chiuderà, lasciandosi dietro un letto sfatto, nemmeno un cenno, un saluto, solo un altro uomo a riempire lo spazio di quel corpo capace di avere un senso solo nella solitudine. Di cosa parla quest’assenza? Sono Le domande di un uomo e quelle mai fatte di una donna in età avanzata, che cerca di riprendersi il suo matrimonio, di riavvicinare due letti separati, due corpi maturi. Parla di una madonnina colma di acqua santa, ferma, immobile, che osserva quei letti tanto distanti. Parla dell’odore del pesce in un mercato nel centro di Napoli, lo sguardo di un cane che cerca l’assenza maschile che affolla la casa. È la Luccicanza, «quel flusso, quell’ammuina che si ammassa nelle ossa, dentro alla testa, e pure nelle mura e nelle case. Tutta quella roba che non vediamo ma che non ci fa dormire la notte». È una madre che dimentica il figlio, che dimentica di sentirsi, che annaspa alla ricerca del suo spazio. È l’assenza di tutte queste donne che hanno perso qualcosa nel loro passaggio e stanno cercando di riprenderselo. Il linguaggio della Milone scarnifica, non ha unguenti perché è qualcosa che fora la pagina e si attacca agli occhi. I dialoghi, i gesti di ogni personaggio scaturiscono da un’energia conflittuale che porta costantemente ai limiti della tensione. Ci sono le perdite, gli squarci, il silenzio. Ma non si cade mai da quell’effimero equilibrio: tutto è sul punto di sfaldarsi, ma niente si distrugge del tutto. Al centro dell’opera le relazioni umane, la volubilità che le caratterizza. E i letti. Letti ancora caldi, letti consumati, inamidati, letti su cui si compiono tutte le lotte fisiche di queste relazioni. È tutto il peso del mondo che grava su queste donne; la responsabilità della carne, l’ardore nelle pupille, la pesantezza di anime che si contraggono al sole. Rossella Milone le salverà. O, forse, ci salverà. Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla luna, a Telévras, piccolo paese dell'entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l'altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico, da tutti considerato poco più che un minus habens. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a comprendere le logiche del luogo, inizia a indagare con l'aiuto dell'appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l'avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere... Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni vengono scanditi a ritmo battente in un romanzo dalle tinte gialle... Una valigia contenente un ordigno esplosivo viene trovata nel giardino di un asilo nido in un tranquillo sobborgo di Tel Aviv. Una voce femminile al telefono dice che "questo è solo l'inizio"; apparentemente il bersaglio è la proprietaria della scuola. Ma la polizia non può permettersi di sbagliare, specie considerato che sono in gioco delle vite innocenti. L'ispettore Avraham Avraham è appena rientrato in Israele dopo una lunga vacanza a Bruxelles insieme alla compagna Marianke, che presto lascerà il lavoro per andare a vivere con lui: una vacanza necessaria anche per riprendersi dal trauma di un caso irrisolto. Mentre aspetta la sua donna per cominciare con lei una nuova vita, Avi vuole dimostrare a se stesso di poter condurre un'indagine senza farsi influenzare dalle sue sensazioni: l'antipatia per un indiziato dall'atteggiamento sprezzante; la diffidenza verso una maestra reticente, accusata di aver maltrattato i bambini; la pietà per un padre laconico e un po' avanti con gli anni che si occupa da solo dei suoi due figli... Raccontato da punti di vista diversi, "Un'ipotesi di violenza" è un giallo sfaccettato, segnato da drammatici cambiamenti di prospettiva e di direzione. Ancora una volta l'ispettore Avraham deve confrontarsi con le infinite sfumature dell'animo umano, ma anche con la propria voglia di riscatto, che rischia di essere il più temibile degli avversari. Mettiamo che uno scrittore voglia raccontare la favola di Cenerentola e mettiamo che quello scrittore sia Chuck Palahniuk, quale storia ci capiterebbe tra le mani? La storia di Penny Harrigan, giovane impiegata dall'aspetto scialbo e i desideri opachi che passa le sue giornate a servire caffè in uno studio di avvocati. È lì che un giorno incontra Cornelius Linus Maxwell, bellissimo, ricchissimo, divorziatissimo. Sorprendentemente, Maxwell la invita a cena nel ristorante più alla moda di New York e di lì nella suite di un albergo da miliardari a Parigi dove, taccuino alla mano, le fa sperimentare il più alto grado di piacere. Tutto magnifico, vero? Non esattamente. Perché Penny scopre presto di essere la cavia per il collaudo di "Beautiful You", una linea di sex toys only for ladies che Maxwell sta per lanciare sul mercato globale. È un successo assoluto dalle conseguenze devastanti: famiglie distrutte, bambini abbandonati, uomini ignorati, donne inchiodate alla dipendenza pressoché ininterrotta dai fantastici, e micidiali, giocattoli Maxwell. E Penny? Deciderà di essere complice del più grande spacciatore di piacere mai esistito o proverà a salvare il mondo dalla sua dipendenza cieca da prodotti genialmente confezionati? È la notte della vigilia. I bambini di tutto il mondo dormono beati nei loro letti, ma Mad e Pi, due fratelli di 9 e 12 anni, non riescono proprio a prendere sonno... È la notte del 24 dicembre, ma il vecchio Niklas Kristmas, alias Babbo Natale, non può consegnare i regali. Ha una febbre da cavallo e una tosse da paura. Se uscisse al gelo - sentenzia l'elfo dottore - ci lascerebbe le penne. Così, a malincuore, l'incarico viene affidato a Luciano, il fratello minore di Niklas. I due hanno litigato anni prima. Luciano è un uguagliatore: per lui gli uomini sono tutti uguali, figurarsi i bambini, e quindi vuole portare a ciascuno lo stesso numero di regali. Mentre lo gnomo orologiaio rallenta il tempo, Luciano ed Efisio, il nano picchiatore, rivoluzionano il Natale inseguiti su e giù per il pianeta da gnomi grassi e valchirie affamate di carne umana al soldo di Panicus Flynch, l'avido industriale dei giocattoli che vuole impadronirsi del Natale e che rapisce il vecchio Niklas. Al fianco di Luciano ed Efisio si schierano gnomi operai e nani da giardino. Ma insieme a loro, sulla slitta, a combattere le valchirie a mani nude, ci sono due bambini coraggiosi di 9 e 12 anni, Pi e sua sorella Mad, che li aiuteranno a portare a termine la movimentata impresa di consegnare i regali prima dell'alba, salvando il Natale e rendendo il mondo, almeno per un giorno, un posto un pochino più giusto. «Sai cosa sono le stelle cadenti? Sono quelle stelle, più luminose di altre, che s'incendiano per attrito, attraversano il cielo con tutta la loro energia, bruciano ciò che le circonda e poi arrivano a spegnersi consumate dalle loro stesse fiamme.» 10 agosto 1981: Nora dà alla luce due gemelli, Francesco e Gloria. Achille Vicentini, il neo padre, sta tornando a casa dopo la notte in ospedale, a bordo della sua Giulietta, euforico. Attraversa il panorama di "case e aziende, case e aziende" che ben conosce: così è tutta la campagna veneta dove vive, popolosa e operosa. Lui stesso vi contribuisce da quando con suo padre ha trasformato il forno di famiglia, nel centro di Borgo San Bartolomeo, in una piccola azienda dolciaria. Alla ditta e ai figli Achille intende dedicare ogni suo giorno. È uno tutto d'un pezzo, un uomo di destra pervaso però da un senso di responsabilità di marca socialista nei confronti di chi lavora per lui: i dipendenti sono parte della famiglia. È con loro che Achille escogita il modo più bello di festeggiare la notte in cui i suoi figli sono nati: una nuova merendina a forma di stella cadente, la Tortina San Lorenzo, destinata ad avere grande successo. Achille già immagina Francesco e Gloria che crescono mangiando quei dolci genuini, che diventano bimbi paffuti, adolescenti sereni, studenti d'eccellenza pronti a prendere in mano le sorti della ditta. Dagli anni Ottanta a oggi le vite di Achille e Nora, di Gloria e Francesco e di tutta la comunità che li circonda vengono narrate come in un album di fotografie, pieno di luci, di sorrisi e di ombre. Nulla, o quasi, sarà come Achille lo aveva previsto. Libro dell'anno 2015 per la trasmissione di Radio Rai 3 Fahrenheit. Questa è una storia d'amore. Si tratta dell'amore più antico e più forte, forse il più puro che esista in natura: quello che unisce una madre e un figlio. Lei è malata, ha poco tempo, e lui, Mattia - sapendo che non potrà salvarla, eppure ostinandosi contro tutto e tutti - dà il via a un'avventura privatissima e universale: non sprecare nemmeno un istante. Ma in una situazione simile non è facile superare gli ostacoli della quotidianità. La provincia in cui Mattia abita, il lavoro in videoteca che manda avanti senza troppa convinzione, il rapporto con la fidanzata e con il padre: ogni aspetto della sua vita per nulla eccezionale è ridisegnato dal tempo immobile della malattia. Un rifugio sicuro sembrano essere i ricordi: provare a riavvolgere come in un film la memoria di ciò che è stato diventa un esercizio che gli permette di sopportare il presente. Ma è davvero possibile sfuggire a se stessi? In questo viaggio dove tutto è scandalosamente fuori posto, è sempre il rapporto con la madre a far immergere Mattia nella dimensione più segreta e preziosa in cui sente di essere mai stato. Raccontando di questo 'everyman', Marco Peano ridà senso all'aspetto più inaccettabile dell'esperienza umana: imparare a dire addio a ciò che amiamo. A venti anni esatti dalla scomparsa del suo creatore, Corto Maltese torna in una nuova, attesissima avventura, la trentesima della sua saga, sceneggiata da Juan Dìaz Canales e disegnata da Rubén Pellejero; un’opera che regalerà agli appassionati un racconto fedele al tratto e allo spirito dello storico Maestro di Malamocco e farà scoprire a una nuova generazione di lettori il personaggio più amato della storia del fumetto. Il 25 maggio del 1944 – ultimo giorno di guerra a Littoria – Diomede Peruzzi entra nella Banca d'Italia devastata e ne svaligia il tesoro. È qui che hanno inizio la sua folgorante carriera imprenditoriale e lo sviluppo stesso di Latina tutta. Ma sarà vero? Il Canale Mussolini intanto – dopo essere stato per mesi la dura linea del fronte di Anzio e Nettuno – può tornare a essere quello che era, il perno della bonifica pontina. In un nuovo grande esodo, che ricorda quello epico colonizzatore di dodici anni prima, gli sfollati lasciano i rifugi sui monti e tornano a popolare la città e le campagne circostanti. I poderi sono distrutti, ogni edificio porta i segni dei bombardamenti. Ma il clima adesso è diverso, inizia la ricostruzione. Nel resto d'Italia però la guerra continua e si sposta man mano verso il nord, mentre gli alleati – col decisivo ausilio delle brigate partigiane e del ricostituito esercito italiano – costringono alla ritirata i tedeschi e le milizie fasciste. È una guerra di liberazione, ma anche una guerra civile crudele e fratricida. E la famiglia Peruzzi è schierata su tutti i fronti di questo conflitto. Paride al nord nella RSI rastrella ed insegue i partigiani. Suo fratello Statilio combatte i tedeschi in Corsica con il Regio esercito, poi a Cassino e fino alla linea Gotica. Il cugino Demostene è partigiano, e combatte anche lui per liberare l'Italia. Accanto a loro ritroviamo lo zio Adelchi, che vigila sulle ceneri di una Littoria piena di spettri e di sciacalli, in attesa che nasca Latina; il mite Benassi e zia Santapace, collerica e bellissima; l'Armida con le sue api, e la nonna Peruzzi, che attribuisce compiti e destini alle nuove generazioni via via che vengono al mondo. E su tutti c'è Diomede, il vero demiurgo della nuova città.... Ottavio Tondi lavora nel mondo dell’editoria come lettore di manoscritti. Ma non è un lettore qualunque. Per tutti è il miglior lettore in circolazione. Le case editrici se lo contengono in una lotta sotterranea senza esclusione di colpi anche se lui preferisce rimanere libero e svincolato. Le sue non sono semplici letture, Ottavio legge ciò che si nasconde tra le righe, quel che sta dentro e fuori le pagine, quel che sta nella testa di chi scrive. Legge lo spazio tra realtà e immaginazione e questo fa del suo mestiere un’arte. Sino a quando, in un giorno di primavera, un incidente gli cambierà la vita. Incapace di leggere si troverà per la prima volta a mettere in discussione la sua vita, le sue certezze, i suoi affetti, mentre nel mondo il nuovo social network Panorama, dalle strabilianti applicazioni, sta coinvolgendo e conquistando velocemente le vite degli esseri umani. Gli italiani non sono portati per la rivoluzione. Bravissimi nel tiro al piattello e irraggiungibili nell'arte culinaria, la rivoluzione non rientra però nell'elenco delle loro specialità. In centinaia d'anni, mentre francesi, americani e russi si ribellavano all'andamento della propria Storia, gli italiani sceglievano strade alternative quali la diplomazia, l'iniziativa individuale, l'attesa della dipartita naturale del nemico, il superenalotto. "Il piantagrane" si svolge in un Paese che somiglia molto all'Italia dei giorni nostri. Narra la vicenda di un individuo qualunque che, suo malgrado, si trova a innescare un grande, strabiliante, radicale cambiamento. A causa della sua semplice presenza, tutti cominciano ad agire secondo logica e buonsenso. Addirittura secondo coscienza. Si tratta di un pericolo enorme, che nessuna società occidentale può permettersi di affrontare: il pover'uomo, quindi, diventerà ben presto oggetto di una feroce caccia da parte dei servizi segreti. Qualcuno cercherà di aiutarlo, inviandogli l'angelo custode più grottesco e maldisposto che si possa immaginare: un omino forzutissimo, che frulla parole storpiate dall'ignoranza e da un'oscura sapienza. E così il destino del pianeta e la possibilità stessa di una rivoluzione saranno nelle piccole mani di una coppia stralunata. Per ripagare i sacrifici dei genitori, Maria ha lavorato giorno e notte fino a diventare quello che è: il ritratto del successo. Lei è bella, di quella bellezza scura e appassionata che hanno le donne latine, eppure non ha una relazione, tutta presa prima dalla laurea e poi dal posto nello studio legale più importante della zona. Qualcosa, però, mette in pericolo la sua carriera e Maria sente il bisogno di rientrare a Wilmington e cercare la protezione della sua famiglia. Colin sta facendo del suo meglio per ridare un significato alla propria esistenza. Non ha ancora trent'anni, ma la violenza lo ha già segnato profondamente e lui non vuole più correre il rischio di finire in prigione. Le sue giornate sono scandite dallo studio, dalla palestra, e dal lavoro nel bar di Wilmington, la città dove vive ora grazie a una coppia di amici che gli fa da famiglia, proteggendolo da se stesso. È affascinante e lo sa, ma in questo momento una relazione è l'ultimo dei suoi pensieri. Come sempre il destino mescola le carte, e lo fa in una notte di pioggia torrenziale, quando Maria rimane con una gomma a terra e Colin non può fare a meno di fermarsi ad aiutarla... Elf è sempre stata la più bella. Ha stile, idee geniali, ti fa morir dal ridere; le capitali del mondo la ricoprono allegramente di dollari per farle suonare il pianoforte e gli uomini si innamorano perdutamente di lei. Yoli è la sorella squinternata. Ha messo al mondo figli con padri diversi, ha un amante avvocato, se si rompe la macchina fa sesso con il meccanico, ha il conto sempre in rosso e una carriera mancata. E cos’è adesso questa storia che Elf vuole morire? Proprio in questo momento, poi, a due settimane da un’importantissima tournée. “Elfie, ma ti rendi conto di quanto mi mancheresti?” Quali sono le cose giuste da dire per salvare una vita? Yoli la prende in giro, la consola, la sgrida, aggredisce lo psichiatra dell’ospedale, cammina lungo il fiume tumultuoso del disgelo, non sa più che pesci pigliare. Cospira con la madre, con zia Tina, con il tenero marito scienziato di Elf, con Claudio, il suo agente italiano, e tra cene alcoliche, sms di figli ed ex mariti, sorrisi e ultime frontiere del pianto, lottano tutti per convincere Elf a restare. E in questo lungo duello di parole, carezze, umorismo nero si celebra la grazia e l’energia che occorrono per accettare il dono fragile della vita. Scritto per dare forma a un dolore vero, I miei piccoli dispiaceri è un’esplosione di intelligenza, comicità e calore. Mosca, 14 aprile 1930. Intorno alle undici del mattino i telefoni si mettono a suonare tutti insieme, come indemoniati, diffondendo "l'oceanica notizia" del suicidio di Vladimir Majakovskij: uno sparo al cuore, che immediatamente trasporta il poeta nella costellazione delle giovani leggende. Per alcuni quella fine appare come un segno: è morta l'utopia rivoluzionaria. Ma c'è anche il coro dei filistei: si è ucciso perché aveva la sifilide; perché era oppresso dalle tasse; perché in questo modo i suoi libri andranno a ruba. E ci sono l'imbarazzo e l'irritazione della nomenklatura di fronte a quella "stupida, pusillanime morte", inconciliabile con la gioia di Stato. Ma che cosa succede davvero quella mattina nella minuscola stanza di una 'kommunalka' dove Majakovskij è da poco arrivato in compagnia di una giovane e bellissima attrice, sua amante? Studiando con acribia e passione le testimonianze dei contemporanei, i giornali dell'epoca, i documenti riemersi dagli archivi dopo il 1991 (dai verbali degli interrogatori ai "pettegolezzi" raccolti da informatori della polizia politica), sfatando le varie, pittoresche congetture formulate nel tempo, Serena Vitale ha ricostruito quello che ancora oggi è considerato, in Russia, uno dei grandi misteri - fu davvero suicidio? dell'epoca sovietica. E regala al lettore un romanzo-indagine che è anche un fervido omaggio a Majakovskij, realizzazione del suo estremo desiderio: parlare ai posteri - e "ai secoli, alla storia, al creato" -in versi. Serena Vitale punta la lente del suo cannocchiale sulle lancette di un orologio russo, su una rivoltella, su una giacca macchiata di sangue all’altezza del cuore di colui che la indossava. Come già aveva fatto con Puskin e il suo proverbiale bottone, dall’osservazione di oggetti apparentemente trascurabili scaturisce un’indagine capace di mettere a nudo un intero momento storico, in tutta la sua grandiosa complessità. Attorno ad un “momento fatale”, l’autrice intesse una febbrile elegia per l’anima mercuriale di un grande poeta, veloce e onnivoro nella sua poesia quanto fu irrequieto nel vivere. Nell’aura delle cose e dei fatti che segnarono quella vicenda umana straordinaria, Serena Vitale addensa l’intero clima di un’epoca terribile, e ce ne restituisce l’implacabile incedere con la passione del narratore e il rigore dello storico. 2014. Adán Barrera, capo di El Federación, la piú potente rete di cartelli della droga al mondo, si trova in isolamento in una prigione di San Diego. Art Keller, l'agente della Dea che dopo avergli ucciso il fratello e il nipote lo ha sbattuto li dentro, si è ritirato in un monastero in New Mexico, dove vive in solitudine e semplicità facendo l'apicoltore e cercando di dimenticare la sua precedente "vita di menzogne". La tregua si incrina quando Barrera riesce a farsi trasferire in un carcere messicano e l'accordo tra i vari cartelli della droga salta, innescando una guerra intestina di efferatezza mai vista. Con Barrera di nuovo in azione e pronto a qualunque atrocità, pur di riprendere il controllo perduto, Keller finisce risucchiato nel gorgo. Onesti e corrotti, vittime e assassini si trovano dall'una e dall'altra parte della barricata e della frontiera tra Messico e Stati Uniti. Che cosa sta cercando veramente Keller? Giustizia o vendetta? voler protestare contro una società che richiede di essere protagonisti a ogni costo. Cent’anni fa l’Italia entrava nella prima guerra mondiale, la “Grande Guerra” che ha coinvolto tutta l’Europa (e gli Stati Uniti d’America) dal 1914 al 1918. Milioni di uomini hanno partecipato al conflitto, sebbene non tutti fossero felici di abbandonare la propria vita per difendere un ideale, la patria o, più crudamente, un pezzo di terreno, nel quale vi era scavata una trincea. Il nuovo libro del collettivo Wu Ming raccoglie quattro storie, di altrettanti protagonisti, ambientate tra il confine italiano e quello francese. Le vicende narrate hanno tutte in comune la volontà, da parte dei protagonisti, di sfuggire all’orrore della guerra, e ognuno in maniera diversa. C’è chi non vuole passare le sue giornate in attesa della morte in trincea, e decide di arruolarsi in un reparto speciale per riscattarsi in un ipotetico futuro, che prevede la sopravvivenza; c’è chi vuole scampare in toto al conflitto, fingendosi pazzo e passando di ospedale in ospedale; c’è chi odia l’idea di morire in tempo di guerra, e cerca paradossalmente di vivere a ogni costo come se la guerra non esistesse; infine c’è chi teorizza l’invisibilità, in modo tale che utopicamente agli uomini venga impedito di combattere l’uno contro l’altro. Lo stile di questa curiosa opera, definibile a malapena come “romanzo storico”, è plurimo, così come i punti di vista: si passa da un punto di vista interno, di chi combatte la guerra, a uno di tipo epistolare; da una narrazione surrealista a una di stampo saggistico. Il risultato è sorprendente: è la definizione di un orrore da ogni lato, attuata da coloro i quali non vogliono in nessun modo esserne protagonisti. Invisibili, appunto, ma con una sensibilità abbastanza alta da SAGGISTICA Perché complicare a tal punto un'esperienza che facciamo più volte ogni giorno: l'esperienza di guardare una foto? Perché l'ingenuità con cui di solito la affrontiamo è dispendiosa e disorientante. Pensiamo alle fotografie come a opere d'arte, come prova di una particolare verità, come simulacri, come nuovi oggetti. Di fatto ogni fotografia è un mezzo per verificare, confermare e costruire una visione totale della realtà Oggi, di fronte alla straordinaria quantità di documenti accessibili in Rete, è indispensabile saper distinguere le banali ricerche quotidiane dai processi di ricerca documentale veri e propri. Questo volume tratta, con un approccio pratico, delle metodologie di ricerca documentale, con particolare attenzione al processo di indagine documentale e alla sua didattica nelle biblioteche, nella scuola superiore e nell'università. Chi sarà in grado di distinguere e usare documenti rilevanti a seconda del contesto, sarà sempre più avvantaggiato rispetto a chi ignora le differenze e la complessità dell'uso dei documenti. Attraverso la presentazione di esempi concreti, questo manuale si propone a insegnanti e bibliotecari che intraprendono percorsi didattici per supportare gli studenti nell'analisi dei documenti, nell'individuazione di domande di ricerca, nell'impiego intelligente di strumenti per elaborare contenuti originali e ben documentati. Evita gli impegni mondani, il potere è per lui un piacere fiacco; è sempre in cerca di cose nuove e sconosciute. Ha un amico, La Boétie. Con lui, si abitua a essere in due dappertutto, e la sua morte lo lascia a metà. Non siamo mai un uno, siamo sempre la metà di qualcos'altro, siamo tante metà, dieci metà o quindici metà. Un navigatore porta tre indigeni americani alla corte del re: Montaigne vuol sapere cosa pensano di noi. Pensano che è strano che metà della popolazione sia satura di agi, e l'altra metà sia bisognosa, smagrita dalla fame e dalla povertà; ancora più strano che le metà bisognose non diano fuoco alle case delle metà agiate. La giustizia del resto non funziona, troppe leggi allontanano dalla verità. Adottiamo una nuova formula di sentenza: "La corte non ci capisce niente". In tempi di guerre civili, spiazza i nemici trattandoli da amici, vuole inventare possibilità di 'non guerra'. Il padre era un uomo forte, e d'ingegno molto fine; invece di lasciargli in eredità il suo senso pratico, gli lascia il mal della pietra. Le coliche sono lunghe e penose, gli tolgono la voglia delle donne. Montaigne diffida dei medici, dice che ci insegnano a star male per imporci la loro autorità. Quel che ci piace ci fa bene, così lui si mette in viaggio: Parigi, Svizzera, Germania e poi l'Italia. E di locanda in locanda, di terme in terme, un susseguirsi di acque, dolori, stranezze e meraviglie; la felicità di un uomo curioso del mondo fino all'ultimo respiro... Come gestire i tanti problemi (sonno, inappetenza, paura del distacco...) che sorgono nei primi anni di vita di vostro figlio? Moltissimi genitori in ansia hanno chiesto aiuto a Tracy Hogg, ottenendo sempre consigli e indicazioni fondamentali. In questo libro è racchiusa tutta l'esperienza della famosa puericultrice e il suo celebre metodo per comunicare con i più piccoli e capirne le vere esigenze. Perché per ottenere la giusta risposta, bisogna prima di tutto sapere come porre la giusta domanda. Ecco allora le utili informazioni per riconoscere i potenziali problemi e le tecniche per risolverli nella vita quotidiana, oltre ai suggerimenti per evitare quei comportamenti e quegli atteggiamenti genitoriali, per lo più inconsapevoli, che possono innescare dinamiche negative. Sempre ricordando che ogni bambino è una persona unica e che la chiave per crescerlo sereno (e rimanere sereni) è creare delle strategie "su misura" per lui. Jack London è stato lo scrittore leggendario di inizio Novecento: il famoso, prolifico, discusso, rivoluzionario Jack London, una delle figure più affascinanti emerse dalle vene dell’America. Ma non solo. Nella sua vita, Jack London è stato anche un fotografo (chiamava le sue immagini documenti umani) e la macchina fotografica è stata la compagna inseparabile di avventure e reportage in tutto il mondo. Il volume presenta un’ampia selezione delle sue fotografie, accompagnate da brani tratti da alcuni dei suoi capolavori di narrativa e giornalismo: tappe fondamentali in cui l’autore diventa testimone di grandi eventi del suo tempo, vicende i cui contorni si ampliano e fanno capolino dai documenti umani de Il popolo dell’abisso di Londra, della guerra russo-giapponese, del terremoto di San Francisco e dell’incredibile viaggio dello Snark. London è dunque autore anche delle fotografie di questo libro. I testi proposti nel volume sono estratti da diversi scritti: Il popolo degli abissi (1903), lucido e impeccabile reportage sociologico sulle classi emarginate dell’East End londinese; La guerra russo-giapponese (1904), con due articoli del San Francisco Examinier per cui era corrispondente di guerra; Terremoto San Francisco (1906), con l’articolo del Collier’s Weekly dal celeberrimo incipit “San Francisco is gone. Nothing remains of it but memories”; La crociera dello Snark, il diario della traversata del Pacifico compiuta a vela, di cui nel libro si riporta il capitolo introduttivo e altri estratti. Tutte le immagini che accompagnano i testi permettono al lettore di immergersi ancora più a fondo nella prosa dello scrittore e ne rivelano uno sguardo consapevole e attento tipico del fotogiornalista. Le discriminazioni e la violenza contro le donne e le persone omosessuali e transessuali sono oggi, almeno a parole, unanimemente condannati in Italia. Una frattura profonda divide invece il Paese quando si discute dei mezzi per combattere questi mali. Al centro del durissimo dibattito c'è la cosiddetta "teoria del gender". Da un lato, i sostenitori sentono tutta l'ingiustizia di una società in cui una persona può ancora essere considerata inferiore a causa del proprio diverso orientamento sessuale, del proprio sesso, della propria identità di genere. Dall'altro, gli oppositori vedono nella teoria una pericolosa deriva morale, il tentativo di scardinare i valori fondamentali del vivere umano. È una questione sulla quale esiste, come diceva il cardinale Martini, un "conflitto di interpretazioni" perché ha a che fare con "le caverne oscure, i labirinti impenetrabili" che ci sono dentro ognuno di noi. Sulla questione, Michela Marzano spiega al lettore la genesi e le implicazioni dell'idea di gender e, senza mai rinnegare le sue radici cattoliche, decostruisce le letture che ne danno oggi molte associazioni religiose. Soprattutto non esita mai a mettersi in gioco direttamente, raccontando se stessa e identificandosi nell'esperienza di chi ha vissuto da vittima innocente il dramma dell'esclusione. «La maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare.» Perché comunicano a ognuno qualcosa di personale e accompagnano diversi momenti della nostra vita, innescando con noi un dialogo intimo al di sopra dello spazio e del tempo. Per questo Cees Nooteboom, nel corso di trent’anni di viaggi per il mondo e attraverso i cieli della letteratura, ha visitato le tombe dei grandi scrittori e filosofi che lo hanno segnato, raccogliendo quello che, dietro una lapide di marmo, un monumento bizzarro, un’epigrafe toccante o l’incanto di un’atmosfera, hanno ancora da raccontare. Dal famoso Père-Lachaise di Proust e Oscar Wilde alla pittoresca collina sopra Napoli che ospita Leopardi, dalla cima del monte Vaea, nelle isole Samoa, dove è sepolto R.L. Stevenson, a Joyce e Nabokov in Svizzera. Calvino a Castiglione della Pescaia, Melville in un angolo sperduto del Bronx, e Kawabata nel suo Giappone; Keats e Shelley accanto a Gregory Corso nel romantico Cimitero Acattolico di Roma; Brecht a due passi da Hegel a Berlino est; Brodskij insieme a Pound nell’isola veneziana di San Michele, e il Montparnasse di Baudelaire, Beckett e Sartre, a cui ha scelto di unirsi anche Susan Sontag. Ogni tomba è un lampo sul mondo dello scrittore che la occupa, rievocando una poesia, un frammento di vita o di libro, ispirando folgoranti riflessioni e inattesi collegamenti, in un appassionante pellegrinaggio indietro e avanti nella storia della letteratura e del pensiero, che con Nooteboom diventa una meditazione poetica sull’uomo, il tempo e l’arte. Mentre a ogni pagina cresce il desiderio di andare a leggere e rileggere le opere dei suoi cari immortali. Con fotografie di Simon Sassen. In "Senza volo" si battono strade diverse. Si seguono i percorsi e si affrontano i modi di viaggiare per chi ha paura di volare. E per chi vuole smettere di inquinare. Senza usare mai alcun velivolo si recupera, lontani dalla precarietà del ciclo, il viaggio di terra e di mare. Ci si libera per sempre dalla noia e dall'alienazione del volo. Per chi è stanco dei viaggi mordi e fuggi. Per chi vuole vedere i paesaggi, le città e i paesi. Per chi vuole ascoltare la natura, scoprire i fiumi, i monti perduti e quei tenitori di mezzo a cui non si presta alcuna attenzione. Quello che c'è in serbo fuori dalle rotte delle linee low-cost. I luoghi dove si pensava di non potere mai arrivare. I modi per muoversi da un luogo all'altro impiegando il tempo necessario per osservare, conoscere e vivere. Ogni singolo capitolo del libro svela i segreti di un mezzo di trasporto e le tante specie in cui si diversifica. I pregi e gli inevitabili difetti. I viaggi possibili e quelli impossibili. Tra riferimenti cinematografici, rimandi letterari e testimonianze, i percorsi storici e le nuove vie. Obiettivo ambiguo la raccolta di riflessioni sulla fotografia il cui titolo si ispirava a una rubrica giornalistica tenuta da Ferdinando Scianna, arricchisce ora la collana “In Parole”. Proprio l’ambiguità è parsa a Scianna il filo d’Arianna da porgere a chi si sarebbe inoltrato nel dedalo delle considerazioni sul suo mestiere. Il calembour giocato sulla parola “obiettivo”, che racchiude non solo lo strumento, ma anche lo scopo nascosto dietro lo scatto, e persino la sempre meno presunta imparzialità del messaggio in fotografia, non fa che ribadire il concetto. Sono articoli, usciti su L’Europeo, Photo, Quinzaine littérarie, Per Lui, Lei e in Domenica de Il Sole 24 ore. In questi scritti, quale che sia stata l’originaria destinazione, ricorrono “tematiche e piccole ossessioni” di Ferdinando Scianna. Nel tempo, è diventato a suo modo un classico, un raro esempio di osservazione attiva nei confronti di autori, progetti editoriali, mostre, consuetudini e teorie nel campo della fotografia. Con l'aggiunta di nuovi testi e di un apparato iconografico, dopo quindici anni "Obiettivo ambiguo" torna in libreria: lo sguardo di Scianna, lucido e insieme partecipe, fa di questo libro uno strumento per conoscere e utilizzare sempre meglio il linguaggio fotografico e la sua sintassi e, nello stesso tempo, offre al lettore una galleria di personaggi memorabili - da Cartier-Bresson ad Avedon, da Giacomelli a Diane Arbus e Sebastiao Salgado -, restituiti in tutta la loro affascinante umanità. Questa volta Vittorio Sgarbi ci conduce dalla lunga e fervida stagione del Manierismo, che ha tentato di rielaborare la lezione di Michelangelo, Raffaello e Tiziano, sino alla grandi rivoluzioni di Caravaggio, all'aurora di Guido Reni, al barocco di Bernini. Un secolo di pittura e scultura, tra artisti più noti (Giulio Romano, Parmigianino, Romanino, Veronese, Tintoretto, Caravaggio) e artisti meno noti e altrettanto imprescindibili e grandi: Altobello Melone, Campi, Savoldo, per citarne una minima parte. Una storia dell'arte, "Il tesoro d'Italia", che è sempre anche una geografia dell'arte: ovviamente Firenze, Venezia, Roma, ma anche Brescia, Ferrara, Cremona, Genova, Napoli, fino ai comuni più piccoli. "Dal ciuccio su misura alle scarpe senza lacci, dal termometro a infrarossi ai baby monitor: una miriade di 'cose' oggi accompagna i bambini nei normali processi della crescita. Così gli autori, senza puntare l'indice contro i genitori, ma piuttosto mettendoli in guardia dai falsi alleati, affrontano il 'linguaggio delle cose', riflettendo sul mondo privo di ostacoli che gli adulti hanno creato per i loro figli, ormai indiscussi sovrani, e insieme vittime inconsapevoli, di tante e varie futilità. Passando in rassegna l'impareggiabile Catalogo dei genitori di Claude Ponti, dai confortevoli ai fifoni, dagli avviluppanti ai cicciomou, l'appello e i suggerimenti dei due autori si rivolgono a chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia ancora posto nell'educazione e che serva restituire al bambino un suo fondamentale diritto: la giusta fatica di crescere! Le pagine in cui Manuela Trinci con Paolo Sarti raccontano e si raccontano, riflettono e analizzano, si commuovono o si adirano, sono amorose nella difesa del diritto dei bambini al rispetto e aspre nell'accusa, sia quando ironica sia quando veemente, a chi dice di amarli mentre va accanitamente tarpando le potenzialità e i talenti di cui sono portatori, in particolare, i bambini." (Goffredo Fofi)