NOVITA febbraio 2016

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NOVITA febbraio 2016
La leggenda del trombettista bianco
New York, anni venti. Tra i club dalle insegne
luminose e gli ampere degli studi di
registrazione, quello di Rick Martin è un
nome che viene pronunciato con rispetto,
quasi sottovoce. Degli altri musicisti si dice
che sì, sono bravi, ma non sono certo lui,
come se il suo talento fosse il metro di
paragone per quello degli altri. Sul suo conto
girano tante storie: fin da giovanissimo ha
sempre frequentato i neri, anche se è bianco,
per questo è così indisciplinato: per imparare
a suonare marinava la scuola e andava a
esercitarsi in una chiesa abbandonata. È stato
nientemeno che il grande Art Hazard a
insegnargli i segreti della tromba. Voci,
dicerie, leggende. Ma chi è davvero Rick
Martin?. In questo romanzo dalle atmosfere
notturne e fumose, ambientato nell'epoca del
proibizionismo e dei jazz club e ispirato alla
leggendaria figura di Bix Beiderbecke.
Dorothy Baker - qui al suo esordio
accompagna il lettore nel cuore e nella mente
di un ragazzino nato nei bassifondi della
provincia americana, tra le case fatiscenti di
periferia e le backroad che portano verso il
nulla, con un dono che è anche un fardello:
quello di un talento soverchiante, che ti
spinge a non dormire la notte pur di inseguire
la perfezione, così schiacciante da lasciarti
fuori dalle file di quelli che la società ha
educato, che sanno controllarsi e recitare la
loro parte...
Un romanzo molto diverso, lirico, sulla
ricerca di ciò che è in grado di incantare in un
mondo che sembra aver dimenticato
l’esistenza stessa dell’incanto. Ricco di
personaggi indimenticabili, Vita degli elfi è
una meditazione poetica sull’arte, la natura, i
sogni e il ruolo dell’immaginazione. Maria
vive in uno sperduto villaggio in Borgogna,
dove scopre di avere il dono di saper
comunicare con la natura. Centinaia di
chilometri più lontano, in Italia, Clara scopre
di possedere uno sbalorditivo genio musicale
e viene spedita dalla campagna a Roma per
sviluppare queste sue portentose abilità. Vita
degli elfi racconta la storia di due ragazzine in
contatto con mondi magici e forze maligne
grazie ai loro straordinari talenti. Se, a
dispetto di tutti gli ostacoli, riusciranno a
unire i loro destini, questo incontro potrebbe
cambiare il corso della storia.
"A nove anni dal bestseller L'eleganza del
riccio la scrittrice francese sconfina nel
fantasy con un romanzo onirico che è una
riflessione
sull'incanto
della
bellezza
minacciata dalle miserie umane e una
meditazione affabulatoria sulla potenza della
narrazione, l'unico fattore, sostiene uno dei
personaggi, in grado di cambiare il reale". Marzia Fontana, Venerdì di Repubblica
sui vestiti? Donato Carrisi ci ammalia con una
storia scritta di getto, senza più il giorno e la
notte: un romanzo che si imprime con forza
nei nostri cuori e sfida le nostre paure.
«La giustizia non fa ascolti. La giustizia non
interessa a nessuno. La gente vuole un
mostro… E io le do quello che vuole.» La
notte in cui tutto cambia per sempre è una
notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un
paese rintanato in una valle profonda fra le
ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa
della nebbia se l’auto dell’agente speciale
Vogel è finita in un fosso. Un banale
incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non
ricorda perché è lì e come ci è arrivato.
Eppure una cosa è certa: l’agente speciale
Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte,
lontano da Avechot. Infatti, sono ormai
passati due mesi da quando una ragazzina del
paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da
quando Vogel si è occupato di quello che, da
semplice caso di allontanamento volontario, si
è trasformato prima in un caso di rapimento e,
da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è
questa la specialità di Vogel. Non gli interessa
nulla del dna, non sa che farsene dei
rilevamenti della scientifica, però in una cosa
è insuperabile: manovrare i media. Attirare le
telecamere, conquistare le prime pagine.
Ottenere sempre più fondi per l’indagine
grazie all’attenzione e alle pressioni del
«pubblico a casa». Santificare la vittima e,
alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in
galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua
«firma». Perché ci vuole uno come lui, privo
di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì
che un crimine riceva ciò che realmente gli
spetta: non tanto una soluzione, quanto
un’audience. Sono passati due mesi da tutto
questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe
essere lontano, ormai, da quelle montagne
inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì?
Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto
che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha
Nella prima metà del XIX secolo James e
Sadie Goodenough giungono nella Palude
Nera dell'Ohio dopo aver abbandonato la
fattoria dei Goodenough nel Connecticut. La
legge dell'Ohio prevede che un colono possa
fare sua la terra se riesce a piantarvi un
frutteto di almeno cinquanta alberi. Una sfida
irresistibile per James Goodenough che ama
gli alberi più di ogni altra cosa, poiché gli
alberi durano e tutte le altre creature invece
attraversano il mondo e se ne vanno in fretta.
In quella terra, dove gli acquitrini si alternano
alla selva più fitta, James pianta e cura con
dedizione i suoi meli. Un frutteto che diventa
la sua ossessione; la prova, ai suoi occhi, che
la natura selvaggia della terra, con il suo
groviglio di boschi e pantani, si può domare.
La malaria si porta via cinque dei dieci figli
dei Goodenough, ma James non piange, scava
la fossa e li seppellisce. Si fa invece cupo e
silenzioso quando deve buttare giù un albero.
Finché, un giorno, la natura selvaggia non
della terra, ma della moglie di James, Sadie,
esplode e segna irrimediabilmente il destino
dei Goodenough nella Palude Nera. Romanzo
che si iscrive nella tradizione della grande
narrativa americana di frontiera, "I frutti del
vento" è un'opera in cui Tracy Chevalier
penetra nel cuore arido, selvaggio e
inaccessibile della natura e degli uomini, là
dove crescono i frutti più ambiti e più dolci
che sia dato cogliere.
Mickey Haller è un uomo complicato, con
una vita complicata. Deve fare i conti con un
passato di eccessi, con una figlia che non
vuole più saperne di lui e, più prosaicamente,
con le necessità quotidiane, tra cui quella di
guadagnare quel tanto che basta a mandare
avanti il suo studio. È per questo che, quando
riceve un messaggio sul cellulare mentre è in
un'aula di tribunale, impegnato a difendere il
suo cliente dall'accusa di aggressione, la sua
attenzione viene immediatamente catturata. A
mandarglielo è Lorna, la sua segretaria, e il
testo è questo: "Chiamami subito. Si tratta di
un 187". Il numero, che in California
corrisponde al codice dell'omicidio, cattura
immediatamente la sua attenzione. Occuparsi
della difesa in un caso di omicidio significa
guadagnare un bel mucchio di soldi e
l'eventualità non lo lascia certo indifferente.
Quando poi scopre che la vittima, una
prostituta che pensava di aver rimesso sulla
retta via, era già stata sua cliente, non ha più
dubbi sull'opportunità di accettare l'incarico.
A muoverlo però non è solo il bisogno di
guadagnare, ma i fantasmi di un passato che
gli si rivela diverso da come l'aveva vissuto e
una sete di giustizia che nasconde un forte
desiderio di redenzione personale.
Il volume, che esce in occasione del
settantesimo compleanno dell’autore, propone
– oltre a un nutrito gruppo di testi inediti –
tutte le sue raccolte poetiche: L’Oceano e il
Ragazzo (1983), Le stagioni (1988), Dialogo
del poeta e del messaggero (1991), Canti
d’Oriente e d’Occidente (1997), Ferite e
rifioriture (2006, premio Viareggio). "Gli
inediti che completano questo volume
confermano l'inesausta energia lirica e
metaforica di Giuseppe Conte e ne
proseguono l''incessabile' inerrogazione,
cominciata negli anni Settanta, sul valore di
mito, natura e destino nella realtà
contemporanea. Erede della tradizione del
primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai
modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e
Borges, la scrittura poetica di Conte si è
consolidata nel tempo seguendo i sentieri
paralleli della prosa, come dimostrano
l'insieme dell'opera romanzesca e gli scritti di
viaggio raccolti in 'Terre del mito' (1991). Si
profila una soggettività forte, estranea a
qualunque minimalismo o sperimentalismo,
capace di mediare fra la passione della forma
e la profonda conoscenza e frequentazione di
culture e mitologie lontane, orientali e
occidentali, e di coniugare una vena erotica
con una vena metafisica e con la passione
civile. Nel 1994, con l'invasione simbolica di
Santa Croce e la fondazione del
'mitomodernismo'; Conte ha segnato un
momento di riflessione importante nel
panorama culturale italiano ed europeo,
coinvolgendo intorno alle sue tesi sul primato
etico e spirituale della poesia artisti, pensatori
e poeti italiani e stranieri di diverse
generazioni." Introduzione di Giorgio Ficara.
La speranza è durata poco più di un battito di
ciglia. La speranza di potere, un giorno,
dimenticare il cielo plumbeo e l'atmosfera
opprimente dell'Oltre. La speranza di essersi
lasciati per sempre alle spalle il mondo dove
sono confinati tutti i malvagi vissuti sulla
Terra dall'inizio dei tempi. Invece, non
appena si rendono conto di avercela fatta, di
essere nuovamente a casa, John Camp ed
Emily Loughty sono costretti ad affrontare
una realtà agghiacciante. L'incubo non è
finito. Come previsto, l'avvio dell'acceleratore
di particelle ha aperto il varco grazie al quale
John ed Emily si sono ritrovati nel laboratorio
di Dartford, in Inghilterra, ma allo stesso
tempo ha inghiottito un numero imprecisato
d'innocenti. Tra cui ci sono anche la sorella e i
nipotini di Emily. Lei quindi non ha scelta:
per salvarli, deve attraversare ancora una
volta la Porta delle Tenebre e tornare
all'Inferno. E mentre a Londra c'è chi è
determinato a smascherare le menzogne del
governo su quanto sta accadendo a Dartford,
Emily e John si preparano con una squadra di
recupero ad affrontare un viaggio ancor più
pericoloso e ricco d'insidie del precedente. Un
viaggio durante il quale incontreranno nuovi,
terribili nemici, e stringeranno alleanze con
coloro che li hanno aiutati a sopravvivere
all'Inferno. Ma ci si può veramente fidare di
chi, in vita, ha ceduto alle seduzioni del Male
ed è da secoli relegato nella terra dei Dannati?
Cambridge, Massachusetts. Kay Scarpetta
riceve un messaggio sul suo telefono che
sembra arrivare dal computer di sua nipote
Lucy. A questo è collegato un link con un
filmato girato da un apparecchio di
sorveglianza che riprende Lucy e risale ad
almeno vent'anni prima. Ma come è possibile?
Kay comincia così a scoprire dei terribili
segreti che riguardano la nipote che lei ha
tanto amato e cresciuto come una figlia. A
questo filmato ne seguono altri, che hanno
chiare e pericolose implicazioni legali, che
lasciano Kay molto turbata e sola come non lo
è mai stata. Non sa cosa fare, né a chi
rivolgersi. Non può dirlo a suo marito Benton
Wesley, né a Pete Marino e ovviamente non a
Lucy. Tutto il suo universo e quello di tutti
coloro che lei ama viene messo a repentaglio
da questi video misteriosi, mentre Kay è alle
prese con il caso della misteriosa morte della
figlia di un mogul di Hollywood e il
ritrovamento del relitto di un aereo nel
triangolo delle Bermude. Dietro tutto questo
ovviamente c'è un piano diabolico per
distruggere Lucy e non solo lei.
“Poter scrivere in modo indipendente è ciò
che mi permette di affrontare il mio lavoro
ogni mattina. Se dalla scrittura dipendessero
le mie condizioni di vita così come le
aspettative di un grosso editore, dubito che
riuscirei ad andare avanti. Come i poeti, noi
scrittori di racconti viviamo in un mondo più
sicuro. Non dobbiamo venderci a nessuno,
non dobbiamo affrettarci a scrivere per
nessuno; il nostro solo debito è contro noi
stessi e verso quelle storie che vivono da
qualche parte, dentro di noi, fino a quando
non decidiamo di metterle per iscritto” (Andre
Dubus)
Non cercate paesaggi nei suoi racconti, e
neanche dettagli temporali precisi. I paesaggi
interiori, invece, sono descritti con minuzia di
particolari, così come i gesti e i pensieri,
uomini e donne che escono con le ossa rotte
dai loro rapporti ma che vedono comunque
l’amore come unico strumento di riscatto.A
differenza di molti altri autori, Dubus si
espone direttamente, è coinvolto totalmente
dai suoi personaggi. Lo scrittore statunitense
mette in scena l’amore coniugale, tra amanti,
paterno, materno, filiale e tra adolescenti. Non
manca quasi mai la fede in Dio, soprattutto
come atto d’amore verso gli esseri umani.
In tutti e nove racconti è presente quella
“delicata violenza” che permea sempre
l’opera di Dubus: i suoi personaggi vivono
fatti tragici descritti con uno stile sobrio e
potente al tempo stesso, a cui non occorre la
drammatizzazione della scrittura per colpire il
lettore con un pugno. Il superfluo non esiste
nella sua letteratura: nonostante i dettagli
siano accuratamente tracciati, nonostante
alcuni personaggi, bevendo un caffè in
veranda, ripassino anni e anni delle loro
esistenze, analizzano fatti che hanno cambiato
radicalmente le loro vite, non c’è mai una
parola di troppo. L’autore americano, oltre a
raccontare, riesce a mostrarci sempre qualcosa
che abbiamo e che non sapevamo di avere: le
pieghe più oscure e inconfessabili che
vengono alla luce non sono altro che lo
specchio fastidioso di nostre realtà interiori.
L’ambientazione preferita da Andre Dubus è
la provincia americana, ma il suo sguardo è
così ampio e profondo che le sue storie hanno
un orizzonte universale, una vista così
assoluta che può essere riportata in ogni
angolo di mondo. Ci vorrebbero migliaia di
parole per dare un’idea precisa del lavoro
fatto in ogni racconto. Raffinato ed essenziale,
colto e potente, delicato e violento, chi si
imbatte nei suoi testi ne rimane ammaliato,
affascinato. Rileggersi i suoi testi o
affrontarne di nuovi diventa una dipendenza
da cui è difficile staccarsi.
Finalista Premio Sinbad 2015 - Narrativa
straniera.
Come accade che il tempo che abbiamo
vissuto diviene la nostra vita? È questo il
nodo affrontato da "Gli anni", romanzo
autobiografico e al contempo cronaca
collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a
oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile
attraverso la fusione della voce individuale
con il coro della Storia. Annie Ernaux
convoca la Liberazione, l'Algeria, la
maternità, de Gaulle, il '68, l'emancipazione
femminile, Mitterrand; e ancora l'avanzata
della merce, le tentazioni del conformismo,
l'avvento di internet, l'undici settembre, la
riscoperta del desiderio. Scandita dalla
descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di
festa, questa "autobiografia impersonale"
immerge anche la nostra esistenza nel flusso
di un'inedita pratica della memoria che,
spronata da una lingua tersa e affilatissima,
riesce nel prodigio di "salvare" la storia di
generazioni coniugando vita e morte nella
luce abbagliante della bellezza del mondo.
Il libro caposaldo di una nuova forma
d’autobiografia, impersonale e collettiva. Con
questo romanzo, riconosciuto da subito come
uno degli eventi letterari del decennio, Annie
Ernaux raggiunge la forma definitiva del
disegno che ha sempre perseguito: condensare
nella pagina scritta la mutazione storica e
sociale, cercare nella propria esperienza un
elemento universale che permetta di
decodificare l’universo comune. Attraverso
foto e ricordi di avvenimenti, parole e cose, si
ricompone un esemplare paesaggio famigliare
e collettivo degli anni dal dopoguerra a
oggi…
Eroe di guerra, diplomatico, cineasta, Romain
Gary si suicidò il 3 dicembre 1980. La sua
scomparsa fece scalpore ma il vero colpo di
scena arrivò quando, pochi mesi dopo la
morte, si scoprì che Gary ed Emile Ajar,
autore del romanzo "La vita davanti a sé",
erano in realtà la stessa persona. Il libro, che
narra le vicende di Momo, ragazzo arabo nella
banlieu di Belleville, figlio di nessuno,
accudito da una vecchia prostituta ebrea,
vinse il Goncourt inaugurando uno stile
gergale da banlieu e da emigrazione, cantore
di quella Francia multietnica che cominciava
a cambiare il volto di Parigi.
È il 1840 a Canton e l’opera del commissario
Lin, inviato dall’Imperatore a porre fine al
contrabbando dell’oppio per salvare le terre
del Celeste Impero, ha già mutato il volto
della città. Dell’antica Fanqui-town, l’enclave
straniera, è rimasto poco o nulla. La factory
britannica, un tempo l’edificio più
affaccendato e grandioso dell’enclave, è
chiusa e sbarrata, le verande deserte, le
lancette dell’orologio del campanile ferme. I
mercanti inglesi sono stati espulsi; non prima,
però, d’aver consegnato l’intero carico celato
nelle stive delle loro navi. Le confische
imperiali cinesi, tuttavia, non passano affatto
sotto silenzio a Londra. Troppo importante
l’oppio per le casse della regina, e troppo
grandi e innumerevoli le opportunità di
profitto in quella zona del mondo, per non
scatenare una guerra sotto l’insegna della
libertà di commercio. Gli uomini della Ibis –
ciurma, passeggeri e coolies – si ritrovano nel
cuore del conflitto sotto bandiere diverse, a
rappresentare le opposte culture, tradizioni,
costumi in gioco in quel confronto globale.
Convinto che una spedizione britannica,
favorita dal denaro dei mercanti, possa non
soltanto generare enormi profitti, ma
inaugurare anche un nuovo tipo di guerra in
cui gli uomini d’affari siano protagonisti a
pieno titolo, il proprietario della Ibis, Mr
Burnham, spedisce la goletta, carica d’oppio,
nelle acque del Mar Cinese Meridionale. E
nomina commissario di bordo l’americano
Zachary Reid, risoluto nel suo nuovo compito
al servizio degli inglesi, ma sempre
ossessionato dal ricordo dell’enigmatica
Paulette Lambert. Neel, l’ex raja di Raskhali
caduto in rovina e artefice di una
rocambolesca fuga dalla Ibis in compagnia di
un gruppo di detenuti, i famigerati coolies,
sceglie, invece, la sponda opposta, e a Canton
figura tra gli informatori di rilievo del
commissario Lin, e del suo tentativo di dotare
la marina del Celeste Impero di imbarcazioni
adeguate al confronto con la potente flotta
britannica. Perso ogni contatto col padre,
Raju, il figlio di Neel, parte alla volta di
Canton deciso a ritrovarlo e finisce arruolato
come pifferaio nella Bengal Native Infantry, il
corpo dei sepoy nelle cui fila milita,
orgoglioso e impettito nella sua impeccabile
divisa, l’havildar Kesri Singh, fratello di
Deeti, la vedova ribelle. Il giovane lascaro
Jodu, infine, convertitosi agli insegnamenti
del Profeta, decide di combattere dalla parte
degli infedeli che adorano idoli e animali
piuttosto che di quelli che adorano macchine e
bandiere.
Capitolo finale dell’epica trilogia della Ibis,
con la sua imponente ricostruzione storica e il
suo
ritmo
da
avvincente
romanzo
d’avventura, Diluvio di fuoco mostra come la
grande narrativa sia in grado di illuminare il
senso più profondo degli eventi della Storia
attraverso le vite e il destino di personaggi
indimenticabili.
È la vigilia di Natale nella cittadina di
Gracetown. Una tempesta di neve ricopre il
paesaggio di una candida coltre e porta
scompiglio nelle vite di Jubilee, Addie e
Tobin. Sono loro i protagonisti dei tre
romanzi brevi che s'intrecciano nella raccolta
"Let it snow". Jubilee, bloccata dalla tempesta
su un treno, finisce per passare la vigilia con
Stuart, un ragazzo appena conosciuto che
cambierà la sua vita con un bacio. Tobin si
avventura con un gruppo di amici in mezzo
alla neve per raggiungere un locale, attirato da
un gruppo di cheerleader, ma scoprirà che il
suo vero amore è una vecchia amica, Angie,
alias The Duke. Addie si occupa di un
maialino nano, pensando alla fine del suo
amore con Jeb, ma in realtà la loro storia non
è affatto chiusa. E in un finale che riunisce i
personaggi delle tre storie, si ha la
conclusione perfetta di un romantico Natale.
Anche il peggior criminale merita di essere
giudicato da un tribunale imparziale: questo è
il leitmotiv dell’ultimo romanzo di John
Grisham, L’avvocato canaglia, che vede
Sebastian Rudd vestire i panni del difensore
in casi giudiziari apparentemente a senso
unico. Questo suo atteggiamento, per quanto
nobile, non sembra avere nessun vantaggio: la
vita di Sebastian è costantemente in pericolo,
riceve minacce di morte ed è sempre in
movimento.
La sua base operativa è un furgone nero con
vetri oscurati antiproiettile, dotato di tutte le
comodità, dentro al quale passa la maggior
parte del suo tempo insieme al suo autista e
unico amico, Partner, un uomo che ha salvato
da un processo che lo avrebbe condannato a
un’ingiusta detenzione. John Grisham ci
accompagna nel mondo americano della
giustizia, dove a farla da padrone sono i
giochi di potere e l’ingiustizia, dove un uomo
potente per ottenere una rielezione a una
carica politica sacrificherebbe un essere
umano, la cui unica colpa è essere malvisto da
una comunità, che lo accusa di un omicidio
non commesso e che lo vorrebbe vedere con
un ago nel braccio. Un mondo in cui
un’operazione di polizia può finire in tragedia
inaspettatamente, e la volontà di insabbiare
tutto e di trovare un capro espiatorio è così
forte da scavalcare i principi di giustizia che
regolano la professione di chi dovrebbe
tutelare l’ordine. Sebastian Rudd non ci sta, e
ricorre se necessario anche a modalità non
convenzionali per far emergere la verità,
secondo l’antico motto machiavelliano “il fine
giustifica i mezzi”. In questo romanzo la
narrazione in prima persona di Sebastian è
cruda, graffiante: Grisham non usa mezzi
termini per delineare le storture di una società
americana
basata
sul
consenso
e
sull’apparenza,
soprattutto
nell’ambito
giudiziario, nel quale sono in gioco le vite
delle persone coinvolte. La figura del
protagonista appare, quindi, come un antieroe: sebbene sia inserito nel sistema, è
determinato a combatterlo dall’interno, costi
quel che costi. Sebastian Rudd è un
protagonista verosimile e reale: traspare che
non ha sempre vinto nella sua vita, né ha
sempre perso, ma lotta sempre e comunque, al
massimo delle sue possibilità. Solo così può
considerarsi un vero uomo, senza rimpianti né
rimorsi.
Nella cittadina di Holt, in Colorado, Dad
Lewis affronta la sua ultima estate: la moglie
Mary e la figlia Lorraine gli sono
amorevolmente accanto, mentre gli amici si
alternano nel dare omaggio a una figura
rispettata della comunità. Ma nel passato di
Dad si nascondono fantasmi: il figlio Frank,
che è fuggito di casa per mai più tornare, e il
commesso del negozio di ferramenta, che
aveva tradito la sua fiducia. Nella casa
accanto, una ragazzina orfana viene a vivere
dalla nonna, e in paese arriva il reverendo
Lyle, che predica con passione la verità e la
non violenza e porta con sé un segreto. Nella
piccola e solida comunità abituata a espellere
da sé tutto ciò che non è conforme, Dad non
sarà l'unico a dover fare i conti con la vera
natura del rimpianto, della vergogna, della
dignità e dell'amore. Kent Haruf affronta i
temi delle relazioni umane e delle scelte
morali estreme con delicatezza, senza mai
alzare
la
voce,
intrattenendo
una
conversazione intima con il lettore che ha il
tocco della poesia.
Il romanzo che ha generato il celeberrimo Il
buio oltre la siepe, scritto da Harper Lee
qualche anno prima dell'opera che l'ha resa
famosa ma dove incontriamo per la prima
volta alcuni degli stessi protagonisti, tra cui
l'indomita Scout (Jean Louise Finch) e suo
padre,
l'avvocato
Atticus
Finch.
“Il testo è stato dimenticato per più di
sessant'anni e oggi ritrovato in una cassetta di
sicurezza dove era stato sbadatamente
archiviato come appendice.
Ma perché è un caso editoriale? Senza dubbio
perché è da questo "nuovo vecchio romanzo"
che ha preso vita una delle opere più celebrate
del Novecento americano, Il buio oltre la
siepe. Pubblicato per la prima volta nel 1960,
To Kill a Mockingbird (questo il titolo
originale, alla lettera "uccidere un usignolo")
vince l'anno dopo il premio Pulitzer per la
letteratura e nel 1962 ne viene tratto
l'omonimo film con Gregory Peck, che ottiene
l'Oscar per la sua interpretazione di Atticus
Finch.
Nel catalogo Feltrinelli entra in quello stesso
anno, perché Giangiacomo Feltrinelli decide
immediatamente di pubblicarlo in Italia, a
dispetto di qualsiasi previsione sullo scarso
interesse del pubblico italiano per i temi del
libro e per la critica del razzismo. Da allora,
quel libro è diventato un insostituibile
compagno di strada per l'editore e per i suoi
tantissimi lettori, con infinite ristampe e un
passaggio del testimone di generazione in
generazione per oltre cinquant'anni.
Ideata autonomamente, nel 1869, da Dmitrij
Mendeleev e Julius Lothar Meyer, la "tavola
periodica degli elementi" continua a restare
per lo più congelata nell'inerzia dei ricordi
scolastici. Con il libro di Sam Kean dietro
ogni simbolo e ogni numero atomico si
spalancano sequenze inimmaginabili in tutti
gli ambiti dell'esperienza e della conoscenza
umana. Come quelle arcaico-antropologiche
sull'antimonio, elemento che troviamo nel
giallo del Palazzo di Nabucodonosor e nel
mascara delle donne egizie, usato sia per
sedurre che per incutere terrore. O, ancora,
quelle medico-sanitarie sulla tossicità del
nitrato d'argento contrapposta alle qualità
terapeutiche dello zolfo, alla base del
"prontosil rosso", sulfaminide e primo
chemioterapico antibatterico. O, infine, quelle
fisico-cosmologiche: tutti gli elementi della
tavola, infatti, condividono la stessa genesi
stellare (l'esplosione di una supernova) in una
fase di contrazione della materia che ha
scremato la Terra e gli altri pianeti, oltre
quattro miliardi e mezzo di anni fa.
Punteggiato di sorprendenti aneddoti (come
quello, evocato nel titolo, del cucchiaino di
gallio che si scioglie al contatto del tè,
permettendo trucchi alla Houdini) e
digressioni narrative, il libro di Kean è
un'introduzione alla conoscenza di ciò che
costituisce il nostro pianeta.
Dopo la guerra è una storia dai mille intrecci
di odio e vendetta, un romanzo con
ambientazioni in una Bordeaux evocativa e
affascinante quanto la Marsiglia di JeanClaude Izzo. Bordeaux, anni Cinquanta. Una
città che ancora porta le stimmate della
Seconda guerra mondiale e dove si aggira
l’inquietante figura del commissario Darlac,
uno sbirro corrotto arricchitosi durante
l’occupazione nazista quando collaborava con
i tedeschi. Eppure, appena finita una guerra
già un’altra inizia e i primi giovani sono
chiamati alle armi per combattere in Algeria.
Daniel sa che questa è anche la sua sorte. Ha
perso entrambi i genitori deportati nei campi
di sterminio, è stato adottato da una coppia e
lavora come apprendista meccanico. Un
giorno uno sconosciuto si presenta in officina
per riparare la moto. L’uomo non sembra di
Bordeaux, eppure ha qualcosa di familiare.
Daniel non sa che quell’uomo è suo
sopravvissuto ai lager e tornato in città sotto
mentite spoglie per portare a termine la sua
terribile vendetta. Uno dopo l’altro vengono
misteriosamente assassinati dei poliziotti che
avevano collaborato con i nazisti e il cerchio
si stringe attorno al commissario Darlac, che
era
stato
uno
dei
capofila
dei
collaborazionisti. Intanto Daniel parte per
l’Algeria dove, dopo aver assistito a
un’orribile strage di civili in un villaggio,
decide
di
disertare
e
rientrare
clandestinamente a Bordeaux. Lì i destini di
padre e figlio, ambedue braccati e ossessionati
dalla vendetta, s’incrociano nuovamente in
uno sviluppo altamente drammatico.
Sta in silenzio il lottatore di Rossella Milone.
Il suo silenzio affolla questo libro. È un tonfo
abissale, asciutto. La cassa di risonanza di un
ventre contratto, di un gemito trattenuto. E a
questo silenzio segue il respiro placido del
lottatore che si è appena alzato da terra, un
gusto ferroso in bocca, negli occhi la collera
della vita che ha ripreso il suo posto. Una
raccolta di racconti che racchiude le vite di
lottatrici, donne dalle diverse età e sparse in
epoche differenti. Donne che hanno in
comune la stessa luccicanza. Donne
imprescindibili dai loro corpi, sfigurate dalle
loro battaglie, dalle loro esistenze. Un libro
fatto di negazione, un’ode alla forza, uno
specchio che trattiene a indugiare sul nostro
riflesso. Sei storie non dette che rimangono
sospese e che non hanno bisogno di alcuna
soluzione. Sei donne che lottano contro i loro
limiti e contro la battaglia più complessa:
quella delle relazioni umane. Eroine in guerra,
che
si
difendono,
che
resistono.
Cos’è quest’assenza? È la storia di un tempo
che corre e che si nasconde nelle stanze della
memoria. È un’anziana donna di nome
Erminia, accompagnata in un ricovero, senza
che possa rendersi conto di dove sia finito
quel tempo, senza temerne la paura, perché il
suo tempo è esattamente lì, dove nessuno lo
può toccare. È il marito Amedeo, incontrato
in ogni volto; è il soldato Paul con cui si
accalda a ritmo di charleston, sono le sue
anche dure in contrasto con la guerra,
addolcita da quel corpo. È con Operazione
Avalanche che si apre la prima voragine del
libro.
Dov’è quest’assenza? È in un’adolescente,
Marianna, che nel pieno della sua bellezza
scopre le reti del sesso e vi rimane incagliata,
con il corpo. È in tutto Il peso del mondo che
la schiaccia, nella fine di un’amicizia lunga
una vita intera, nelle tante porte che chiuderà,
lasciandosi dietro un letto sfatto, nemmeno un
cenno, un saluto, solo un altro uomo a
riempire lo spazio di quel corpo capace di
avere un senso solo nella solitudine.
Di cosa parla quest’assenza? Sono Le
domande di un uomo e quelle mai fatte di una
donna in età avanzata, che cerca di riprendersi
il suo matrimonio, di riavvicinare due letti
separati, due corpi maturi. Parla di una
madonnina colma di acqua santa, ferma,
immobile, che osserva quei letti tanto distanti.
Parla dell’odore del pesce in un mercato nel
centro di Napoli, lo sguardo di un cane che
cerca l’assenza maschile che affolla la casa. È
la Luccicanza, «quel flusso, quell’ammuina
che si ammassa nelle ossa, dentro alla testa, e
pure nelle mura e nelle case. Tutta quella roba
che non vediamo ma che non ci fa dormire la
notte». È una madre che dimentica il figlio,
che dimentica di sentirsi, che annaspa alla
ricerca
del
suo
spazio.
È l’assenza di tutte queste donne che hanno
perso qualcosa nel loro passaggio e stanno
cercando di riprenderselo. Il linguaggio della
Milone scarnifica, non ha unguenti perché è
qualcosa che fora la pagina e si attacca agli
occhi. I dialoghi, i gesti di ogni personaggio
scaturiscono da un’energia conflittuale che
porta costantemente ai limiti della tensione.
Ci sono le perdite, gli squarci, il silenzio. Ma
non si cade mai da quell’effimero equilibrio:
tutto è sul punto di sfaldarsi, ma niente si
distrugge del tutto. Al centro dell’opera le
relazioni umane, la volubilità che le
caratterizza. E i letti. Letti ancora caldi, letti
consumati, inamidati, letti su cui si compiono
tutte le lotte fisiche di queste relazioni. È tutto
il peso del mondo che grava su queste donne;
la responsabilità della carne, l’ardore nelle
pupille, la pesantezza di anime che si
contraggono al sole. Rossella Milone le
salverà. O, forse, ci salverà.
Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco
sulla luna, a Telévras, piccolo paese
dell'entroterra sardo, due ragazzini vengono
coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il
primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di
un sequestratore latitante; l'altro è Gesuino
Némus,
un
bambino
silenzioso
e
problematico, da tutti considerato poco più
che un minus habens. Amici per la pelle, i due
godono della protezione di don Cossu, il prete
gesuita del paese, che si prende cura di loro
come fossero figli suoi. Un giorno il padre di
Matteo, scomparso da settimane, viene
trovato morto a pochi chilometri di distanza
da casa. Il maresciallo dei carabinieri De
Stefani, un piemontese che fatica a
comprendere le logiche del luogo, inizia a
indagare con l'aiuto dell'appuntato Piras e
dello stesso don Cossu ma, con l'avanzare dei
giorni, le cose si complicano e spunta fuori un
altro cadavere... Misteri, colpe antiche, segreti
e rivelazioni vengono scanditi a ritmo battente
in un romanzo dalle tinte gialle...
Una valigia contenente un ordigno esplosivo
viene trovata nel giardino di un asilo nido in
un tranquillo sobborgo di Tel Aviv. Una voce
femminile al telefono dice che "questo è solo
l'inizio"; apparentemente il bersaglio è la
proprietaria della scuola. Ma la polizia non
può permettersi di sbagliare, specie
considerato che sono in gioco delle vite
innocenti. L'ispettore Avraham Avraham è
appena rientrato in Israele dopo una lunga
vacanza a Bruxelles insieme alla compagna
Marianke, che presto lascerà il lavoro per
andare a vivere con lui: una vacanza
necessaria anche per riprendersi dal trauma di
un caso irrisolto. Mentre aspetta la sua donna
per cominciare con lei una nuova vita, Avi
vuole dimostrare a se stesso di poter condurre
un'indagine senza farsi influenzare dalle sue
sensazioni: l'antipatia per un indiziato
dall'atteggiamento sprezzante; la diffidenza
verso una maestra reticente, accusata di aver
maltrattato i bambini; la pietà per un padre
laconico e un po' avanti con gli anni che si
occupa da solo dei suoi due figli... Raccontato
da punti di vista diversi, "Un'ipotesi di
violenza" è un giallo sfaccettato, segnato da
drammatici cambiamenti di prospettiva e di
direzione. Ancora una volta l'ispettore
Avraham deve confrontarsi con le infinite
sfumature dell'animo umano, ma anche con la
propria voglia di riscatto, che rischia di essere
il più temibile degli avversari.
Mettiamo che uno scrittore voglia raccontare
la favola di Cenerentola e mettiamo che
quello scrittore sia Chuck Palahniuk, quale
storia ci capiterebbe tra le mani? La storia di
Penny
Harrigan,
giovane
impiegata
dall'aspetto scialbo e i desideri opachi che
passa le sue giornate a servire caffè in uno
studio di avvocati. È lì che un giorno incontra
Cornelius Linus Maxwell, bellissimo,
ricchissimo,
divorziatissimo.
Sorprendentemente, Maxwell la invita a cena
nel ristorante più alla moda di New York e di
lì nella suite di un albergo da miliardari a
Parigi dove, taccuino alla mano, le fa
sperimentare il più alto grado di piacere.
Tutto magnifico, vero? Non esattamente.
Perché Penny scopre presto di essere la cavia
per il collaudo di "Beautiful You", una linea
di sex toys only for ladies che Maxwell sta
per lanciare sul mercato globale. È un
successo
assoluto
dalle
conseguenze
devastanti: famiglie distrutte, bambini
abbandonati,
uomini
ignorati,
donne
inchiodate alla dipendenza pressoché
ininterrotta dai fantastici, e micidiali,
giocattoli Maxwell. E Penny? Deciderà di
essere complice del più grande spacciatore di
piacere mai esistito o proverà a salvare il
mondo dalla sua dipendenza cieca da prodotti
genialmente confezionati?
È la notte della vigilia. I bambini di tutto il
mondo dormono beati nei loro letti, ma Mad e
Pi, due fratelli di 9 e 12 anni, non riescono
proprio a prendere sonno... È la notte del 24
dicembre, ma il vecchio Niklas Kristmas,
alias Babbo Natale, non può consegnare i
regali. Ha una febbre da cavallo e una tosse da
paura. Se uscisse al gelo - sentenzia l'elfo
dottore - ci lascerebbe le penne. Così, a
malincuore, l'incarico viene affidato a
Luciano, il fratello minore di Niklas. I due
hanno litigato anni prima. Luciano è un
uguagliatore: per lui gli uomini sono tutti
uguali, figurarsi i bambini, e quindi vuole
portare a ciascuno lo stesso numero di regali.
Mentre lo gnomo orologiaio rallenta il tempo,
Luciano ed Efisio, il nano picchiatore,
rivoluzionano il Natale inseguiti su e giù per
il pianeta da gnomi grassi e valchirie affamate
di carne umana al soldo di Panicus Flynch,
l'avido industriale dei giocattoli che vuole
impadronirsi del Natale e che rapisce il
vecchio Niklas. Al fianco di Luciano ed
Efisio si schierano gnomi operai e nani da
giardino. Ma insieme a loro, sulla slitta, a
combattere le valchirie a mani nude, ci sono
due bambini coraggiosi di 9 e 12 anni, Pi e
sua sorella Mad, che li aiuteranno a portare a
termine la movimentata impresa di
consegnare i regali prima dell'alba, salvando il
Natale e rendendo il mondo, almeno per un
giorno, un posto un pochino più giusto.
«Sai cosa sono le stelle cadenti? Sono quelle
stelle, più luminose di altre, che s'incendiano
per attrito, attraversano il cielo con tutta la
loro energia, bruciano ciò che le circonda e
poi arrivano a spegnersi consumate dalle loro
stesse
fiamme.»
10 agosto 1981: Nora dà alla luce due
gemelli, Francesco e Gloria. Achille
Vicentini, il neo padre, sta tornando a casa
dopo la notte in ospedale, a bordo della sua
Giulietta, euforico. Attraversa il panorama di
"case e aziende, case e aziende" che ben
conosce: così è tutta la campagna veneta dove
vive, popolosa e operosa. Lui stesso vi
contribuisce da quando con suo padre ha
trasformato il forno di famiglia, nel centro di
Borgo San Bartolomeo, in una piccola
azienda dolciaria. Alla ditta e ai figli Achille
intende dedicare ogni suo giorno. È uno tutto
d'un pezzo, un uomo di destra pervaso però da
un senso di responsabilità di marca socialista
nei confronti di chi lavora per lui: i dipendenti
sono parte della famiglia. È con loro che
Achille escogita il modo più bello di
festeggiare la notte in cui i suoi figli sono
nati: una nuova merendina a forma di stella
cadente, la Tortina San Lorenzo, destinata ad
avere grande successo. Achille già immagina
Francesco e Gloria che crescono mangiando
quei dolci genuini, che diventano bimbi
paffuti,
adolescenti
sereni,
studenti
d'eccellenza pronti a prendere in mano le sorti
della ditta. Dagli anni Ottanta a oggi le vite di
Achille e Nora, di Gloria e Francesco e di
tutta la comunità che li circonda vengono
narrate come in un album di fotografie, pieno
di luci, di sorrisi e di ombre. Nulla, o quasi,
sarà come Achille lo aveva previsto.
Libro dell'anno 2015 per la trasmissione di
Radio
Rai
3
Fahrenheit.
Questa è una storia d'amore. Si tratta
dell'amore più antico e più forte, forse il più
puro che esista in natura: quello che unisce
una madre e un figlio. Lei è malata, ha poco
tempo, e lui, Mattia - sapendo che non potrà
salvarla, eppure ostinandosi contro tutto e tutti
- dà il via a un'avventura privatissima e
universale: non sprecare nemmeno un istante.
Ma in una situazione simile non è facile
superare gli ostacoli della quotidianità. La
provincia in cui Mattia abita, il lavoro in
videoteca che manda avanti senza troppa
convinzione, il rapporto con la fidanzata e con
il padre: ogni aspetto della sua vita per nulla
eccezionale è ridisegnato dal tempo immobile
della malattia. Un rifugio sicuro sembrano
essere i ricordi: provare a riavvolgere come in
un film la memoria di ciò che è stato diventa
un esercizio che gli permette di sopportare il
presente. Ma è davvero possibile sfuggire a se
stessi? In questo viaggio dove tutto è
scandalosamente fuori posto, è sempre il
rapporto con la madre a far immergere Mattia
nella dimensione più segreta e preziosa in cui
sente di essere mai stato. Raccontando di
questo 'everyman', Marco Peano ridà senso
all'aspetto più inaccettabile dell'esperienza
umana: imparare a dire addio a ciò che
amiamo.
A venti anni esatti dalla scomparsa del suo
creatore, Corto Maltese torna in una nuova,
attesissima avventura, la trentesima della sua
saga, sceneggiata da Juan Dìaz Canales e
disegnata da Rubén Pellejero; un’opera che
regalerà agli appassionati un racconto fedele
al tratto e allo spirito dello storico Maestro di
Malamocco e farà scoprire a una nuova
generazione di lettori il personaggio più
amato della storia del fumetto.
Il 25 maggio del 1944 – ultimo giorno di
guerra a Littoria – Diomede Peruzzi entra
nella Banca d'Italia devastata e ne svaligia il
tesoro. È qui che hanno inizio la sua
folgorante carriera imprenditoriale e lo
sviluppo stesso di Latina tutta. Ma sarà vero?
Il Canale Mussolini intanto – dopo essere
stato per mesi la dura linea del fronte di Anzio
e Nettuno – può tornare a essere quello che
era, il perno della bonifica pontina. In un
nuovo grande esodo, che ricorda quello epico
colonizzatore di dodici anni prima, gli sfollati
lasciano i rifugi sui monti e tornano a
popolare la città e le campagne circostanti. I
poderi sono distrutti, ogni edificio porta i
segni dei bombardamenti. Ma il clima adesso
è diverso, inizia la ricostruzione. Nel resto
d'Italia però la guerra continua e si sposta man
mano verso il nord, mentre gli alleati – col
decisivo ausilio delle brigate partigiane e del
ricostituito esercito italiano – costringono alla
ritirata i tedeschi e le milizie fasciste. È una
guerra di liberazione, ma anche una guerra
civile crudele e fratricida. E la famiglia
Peruzzi è schierata su tutti i fronti di questo
conflitto. Paride al nord nella RSI rastrella ed
insegue i partigiani. Suo fratello Statilio
combatte i tedeschi in Corsica con il Regio
esercito, poi a Cassino e fino alla linea
Gotica. Il cugino Demostene è partigiano, e
combatte anche lui per liberare l'Italia.
Accanto a loro ritroviamo lo zio Adelchi, che
vigila sulle ceneri di una Littoria piena di
spettri e di sciacalli, in attesa che nasca
Latina; il mite Benassi e zia Santapace,
collerica e bellissima; l'Armida con le sue api,
e la nonna Peruzzi, che attribuisce compiti e
destini alle nuove generazioni via via che
vengono al mondo. E su tutti c'è Diomede, il
vero demiurgo della nuova città....
Ottavio Tondi lavora nel mondo dell’editoria
come lettore di manoscritti. Ma non è un
lettore qualunque. Per tutti è il miglior lettore
in circolazione. Le case editrici se lo
contengono in una lotta sotterranea senza
esclusione di colpi anche se lui preferisce
rimanere libero e svincolato. Le sue non sono
semplici letture, Ottavio legge ciò che si
nasconde tra le righe, quel che sta dentro e
fuori le pagine, quel che sta nella testa di chi
scrive. Legge lo spazio tra realtà e
immaginazione e questo fa del suo mestiere
un’arte. Sino a quando, in un giorno di
primavera, un incidente gli cambierà la vita.
Incapace di leggere si troverà per la prima
volta a mettere in discussione la sua vita, le
sue certezze, i suoi affetti, mentre nel mondo
il nuovo social network Panorama, dalle
strabilianti applicazioni, sta coinvolgendo e
conquistando velocemente le vite degli esseri
umani.
Gli italiani non sono portati per la
rivoluzione. Bravissimi nel tiro al piattello e
irraggiungibili
nell'arte
culinaria,
la
rivoluzione non rientra però nell'elenco delle
loro specialità. In centinaia d'anni, mentre
francesi, americani e russi si ribellavano
all'andamento della propria Storia, gli italiani
sceglievano strade alternative quali la
diplomazia, l'iniziativa individuale, l'attesa
della dipartita naturale del nemico, il
superenalotto. "Il piantagrane" si svolge in un
Paese che somiglia molto all'Italia dei giorni
nostri. Narra la vicenda di un individuo
qualunque che, suo malgrado, si trova a
innescare un grande, strabiliante, radicale
cambiamento. A causa della sua semplice
presenza, tutti cominciano ad agire secondo
logica e buonsenso. Addirittura secondo
coscienza. Si tratta di un pericolo enorme, che
nessuna società occidentale può permettersi di
affrontare: il pover'uomo, quindi, diventerà
ben presto oggetto di una feroce caccia da
parte dei servizi segreti. Qualcuno cercherà di
aiutarlo, inviandogli l'angelo custode più
grottesco e maldisposto che si possa
immaginare: un omino forzutissimo, che
frulla parole storpiate dall'ignoranza e da
un'oscura sapienza. E così il destino del
pianeta e la possibilità stessa di una
rivoluzione saranno nelle piccole mani di una
coppia stralunata.
Per ripagare i sacrifici dei genitori, Maria ha
lavorato giorno e notte fino a diventare quello
che è: il ritratto del successo. Lei è bella, di
quella bellezza scura e appassionata che
hanno le donne latine, eppure non ha una
relazione, tutta presa prima dalla laurea e poi
dal posto nello studio legale più importante
della zona. Qualcosa, però, mette in pericolo
la sua carriera e Maria sente il bisogno di
rientrare a Wilmington e cercare la protezione
della sua famiglia. Colin sta facendo del suo
meglio per ridare un significato alla propria
esistenza. Non ha ancora trent'anni, ma la
violenza lo ha già segnato profondamente e
lui non vuole più correre il rischio di finire in
prigione. Le sue giornate sono scandite dallo
studio, dalla palestra, e dal lavoro nel bar di
Wilmington, la città dove vive ora grazie a
una coppia di amici che gli fa da famiglia,
proteggendolo da se stesso. È affascinante e
lo sa, ma in questo momento una relazione è
l'ultimo dei suoi pensieri. Come sempre il
destino mescola le carte, e lo fa in una notte di
pioggia torrenziale, quando Maria rimane con
una gomma a terra e Colin non può fare a
meno di fermarsi ad aiutarla...
Elf è sempre stata la più bella. Ha stile, idee
geniali, ti fa morir dal ridere; le capitali del
mondo la ricoprono allegramente di dollari
per farle suonare il pianoforte e gli uomini si
innamorano perdutamente di lei. Yoli è la
sorella squinternata. Ha messo al mondo figli
con padri diversi, ha un amante avvocato, se
si rompe la macchina fa sesso con il
meccanico, ha il conto sempre in rosso e una
carriera mancata. E cos’è adesso questa storia
che Elf vuole morire? Proprio in questo
momento, poi, a due settimane da
un’importantissima tournée. “Elfie, ma ti
rendi conto di quanto mi mancheresti?” Quali
sono le cose giuste da dire per salvare una
vita? Yoli la prende in giro, la consola, la
sgrida, aggredisce lo psichiatra dell’ospedale,
cammina lungo il fiume tumultuoso del
disgelo, non sa più che pesci pigliare. Cospira
con la madre, con zia Tina, con il tenero
marito scienziato di Elf, con Claudio, il suo
agente italiano, e tra cene alcoliche, sms di
figli ed ex mariti, sorrisi e ultime frontiere del
pianto, lottano tutti per convincere Elf a
restare. E in questo lungo duello di parole,
carezze, umorismo nero si celebra la grazia e
l’energia che occorrono per accettare il dono
fragile della vita. Scritto per dare forma a un
dolore vero, I miei piccoli dispiaceri è
un’esplosione di intelligenza, comicità e
calore.
Mosca, 14 aprile 1930. Intorno alle undici del
mattino i telefoni si mettono a suonare tutti
insieme, come indemoniati, diffondendo
"l'oceanica notizia" del suicidio di Vladimir
Majakovskij: uno sparo al cuore, che
immediatamente trasporta il poeta nella
costellazione delle giovani leggende. Per
alcuni quella fine appare come un segno: è
morta l'utopia rivoluzionaria. Ma c'è anche il
coro dei filistei: si è ucciso perché aveva la
sifilide; perché era oppresso dalle tasse;
perché in questo modo i suoi libri andranno a
ruba. E ci sono l'imbarazzo e l'irritazione della
nomenklatura di fronte a quella "stupida,
pusillanime morte", inconciliabile con la gioia
di Stato. Ma che cosa succede davvero quella
mattina nella minuscola stanza di una
'kommunalka' dove Majakovskij è da poco
arrivato in compagnia di una giovane e
bellissima attrice, sua amante? Studiando con
acribia e passione le testimonianze dei
contemporanei, i giornali dell'epoca, i
documenti riemersi dagli archivi dopo il 1991
(dai
verbali
degli
interrogatori
ai
"pettegolezzi" raccolti da informatori della
polizia politica), sfatando le varie, pittoresche
congetture formulate nel tempo, Serena Vitale
ha ricostruito quello che ancora oggi è
considerato, in Russia, uno dei grandi misteri
- fu davvero suicidio? dell'epoca sovietica. E
regala al lettore un romanzo-indagine che è
anche un fervido omaggio a Majakovskij,
realizzazione del suo estremo desiderio:
parlare ai posteri - e "ai secoli, alla storia, al
creato" -in versi.
Serena Vitale punta la lente del suo
cannocchiale sulle lancette di un orologio
russo, su una rivoltella, su una giacca
macchiata di sangue all’altezza del cuore di
colui che la indossava. Come già aveva fatto
con Puskin e il suo proverbiale bottone,
dall’osservazione di oggetti apparentemente
trascurabili scaturisce un’indagine capace di
mettere a nudo un intero momento storico, in
tutta la sua grandiosa complessità.
Attorno ad un “momento fatale”, l’autrice
intesse una febbrile elegia per l’anima
mercuriale di un grande poeta, veloce e
onnivoro nella sua poesia quanto fu irrequieto
nel vivere. Nell’aura delle cose e dei fatti che
segnarono
quella
vicenda
umana
straordinaria, Serena Vitale addensa l’intero
clima di un’epoca terribile, e ce ne restituisce
l’implacabile incedere con la passione del
narratore e il rigore dello storico.
2014. Adán Barrera, capo di El Federación, la
piú potente rete di cartelli della droga al
mondo, si trova in isolamento in una prigione
di San Diego. Art Keller, l'agente della Dea
che dopo avergli ucciso il fratello e il nipote
lo ha sbattuto li dentro, si è ritirato in un
monastero in New Mexico, dove vive in
solitudine e semplicità facendo l'apicoltore e
cercando di dimenticare la sua precedente
"vita di menzogne". La tregua si incrina
quando Barrera riesce a farsi trasferire in un
carcere messicano e l'accordo tra i vari cartelli
della droga salta, innescando una guerra
intestina di efferatezza mai vista. Con Barrera
di nuovo in azione e pronto a qualunque
atrocità, pur di riprendere il controllo perduto,
Keller finisce risucchiato nel gorgo. Onesti e
corrotti, vittime e assassini si trovano dall'una
e dall'altra parte della barricata e della
frontiera tra Messico e Stati Uniti. Che cosa
sta cercando veramente Keller? Giustizia o
vendetta?
voler protestare contro una società che
richiede di essere protagonisti a ogni costo.
Cent’anni fa l’Italia entrava nella prima
guerra mondiale, la “Grande Guerra” che ha
coinvolto tutta l’Europa (e gli Stati Uniti
d’America) dal 1914 al 1918. Milioni di
uomini hanno partecipato al conflitto, sebbene
non tutti fossero felici di abbandonare la
propria vita per difendere un ideale, la patria
o, più crudamente, un pezzo di terreno, nel
quale vi era scavata una trincea. Il nuovo libro
del collettivo Wu Ming raccoglie quattro
storie, di altrettanti protagonisti, ambientate
tra il confine italiano e quello francese. Le
vicende narrate hanno tutte in comune la
volontà, da parte dei protagonisti, di sfuggire
all’orrore della guerra, e ognuno in maniera
diversa.
C’è chi non vuole passare le sue giornate in
attesa della morte in trincea, e decide di
arruolarsi in un reparto speciale per riscattarsi
in un ipotetico futuro, che prevede la
sopravvivenza; c’è chi vuole scampare in toto
al conflitto, fingendosi pazzo e passando di
ospedale in ospedale; c’è chi odia l’idea di
morire in tempo di guerra, e cerca
paradossalmente di vivere a ogni costo come
se la guerra non esistesse; infine c’è chi
teorizza l’invisibilità, in modo tale che
utopicamente agli uomini venga impedito di
combattere
l’uno
contro
l’altro.
Lo stile di questa curiosa opera, definibile a
malapena come “romanzo storico”, è plurimo,
così come i punti di vista: si passa da un
punto di vista interno, di chi combatte la
guerra, a uno di tipo epistolare; da una
narrazione surrealista a una di stampo
saggistico. Il risultato è sorprendente: è la
definizione di un orrore da ogni lato, attuata
da coloro i quali non vogliono in nessun
modo esserne protagonisti. Invisibili, appunto,
ma con una sensibilità abbastanza alta da
SAGGISTICA
Perché complicare a tal punto un'esperienza
che facciamo più volte ogni giorno:
l'esperienza di guardare una foto? Perché
l'ingenuità con cui di solito la affrontiamo è
dispendiosa e disorientante. Pensiamo alle
fotografie come a opere d'arte, come prova di
una particolare verità, come simulacri, come
nuovi oggetti. Di fatto ogni fotografia è un
mezzo per verificare, confermare e costruire
una visione totale della realtà
Oggi, di fronte alla straordinaria quantità di
documenti
accessibili
in
Rete,
è
indispensabile saper distinguere le banali
ricerche quotidiane dai processi di ricerca
documentale veri e propri. Questo volume
tratta, con un approccio pratico, delle
metodologie di ricerca documentale, con
particolare attenzione al processo di indagine
documentale e alla sua didattica nelle
biblioteche, nella scuola superiore e
nell'università. Chi sarà in grado di
distinguere e usare documenti rilevanti a
seconda del contesto, sarà sempre più
avvantaggiato rispetto a chi ignora le
differenze e la complessità dell'uso dei
documenti. Attraverso la presentazione di
esempi concreti, questo manuale si propone a
insegnanti e bibliotecari che intraprendono
percorsi didattici per supportare gli studenti
nell'analisi dei documenti, nell'individuazione
di domande di ricerca, nell'impiego
intelligente di strumenti per elaborare
contenuti originali e ben documentati.
Evita gli impegni mondani, il potere è per lui
un piacere fiacco; è sempre in cerca di cose
nuove e sconosciute. Ha un amico, La Boétie.
Con lui, si abitua a essere in due dappertutto,
e la sua morte lo lascia a metà. Non siamo
mai un uno, siamo sempre la metà di
qualcos'altro, siamo tante metà, dieci metà o
quindici metà. Un navigatore porta tre
indigeni americani alla corte del re:
Montaigne vuol sapere cosa pensano di noi.
Pensano che è strano che metà della
popolazione sia satura di agi, e l'altra metà sia
bisognosa, smagrita dalla fame e dalla
povertà; ancora più strano che le metà
bisognose non diano fuoco alle case delle
metà agiate. La giustizia del resto non
funziona, troppe leggi allontanano dalla
verità. Adottiamo una nuova formula di
sentenza: "La corte non ci capisce niente". In
tempi di guerre civili, spiazza i nemici
trattandoli da amici, vuole inventare
possibilità di 'non guerra'. Il padre era un
uomo forte, e d'ingegno molto fine; invece di
lasciargli in eredità il suo senso pratico, gli
lascia il mal della pietra. Le coliche sono
lunghe e penose, gli tolgono la voglia delle
donne. Montaigne diffida dei medici, dice che
ci insegnano a star male per imporci la loro
autorità. Quel che ci piace ci fa bene, così lui
si mette in viaggio: Parigi, Svizzera,
Germania e poi l'Italia. E di locanda in
locanda, di terme in terme, un susseguirsi di
acque, dolori, stranezze e meraviglie; la
felicità di un uomo curioso del mondo fino
all'ultimo respiro...
Come gestire i tanti problemi (sonno,
inappetenza, paura del distacco...) che
sorgono nei primi anni di vita di vostro figlio?
Moltissimi genitori in ansia hanno chiesto
aiuto a Tracy Hogg, ottenendo sempre
consigli e indicazioni fondamentali. In questo
libro è racchiusa tutta l'esperienza della
famosa puericultrice e il suo celebre metodo
per comunicare con i più piccoli e capirne le
vere esigenze. Perché per ottenere la giusta
risposta, bisogna prima di tutto sapere come
porre la giusta domanda. Ecco allora le utili
informazioni per riconoscere i potenziali
problemi e le tecniche per risolverli nella vita
quotidiana, oltre ai suggerimenti per evitare
quei comportamenti e quegli atteggiamenti
genitoriali, per lo più inconsapevoli, che
possono innescare dinamiche negative.
Sempre ricordando che ogni bambino è una
persona unica e che la chiave per crescerlo
sereno (e rimanere sereni) è creare delle
strategie "su misura" per lui.
Jack London è stato lo scrittore leggendario di
inizio Novecento: il famoso, prolifico,
discusso, rivoluzionario Jack London, una
delle figure più affascinanti emerse dalle vene
dell’America. Ma non solo. Nella sua vita,
Jack London è stato anche un fotografo
(chiamava le sue immagini documenti umani)
e la macchina fotografica è stata la compagna
inseparabile di avventure e reportage in tutto
il mondo. Il volume presenta un’ampia
selezione delle sue fotografie, accompagnate
da brani tratti da alcuni dei suoi capolavori di
narrativa e giornalismo: tappe fondamentali in
cui l’autore diventa testimone di grandi eventi
del suo tempo, vicende i cui contorni si
ampliano e fanno capolino dai documenti
umani de Il popolo dell’abisso di Londra,
della guerra russo-giapponese, del terremoto
di San Francisco e dell’incredibile viaggio
dello Snark. London è dunque autore anche
delle fotografie di questo libro. I testi proposti
nel volume sono estratti da diversi scritti: Il
popolo degli abissi (1903), lucido e
impeccabile reportage sociologico sulle classi
emarginate dell’East End londinese; La guerra
russo-giapponese (1904), con due articoli del
San Francisco Examinier per cui era
corrispondente di guerra; Terremoto San
Francisco (1906), con l’articolo del Collier’s
Weekly dal celeberrimo incipit “San
Francisco is gone. Nothing remains of it but
memories”; La crociera dello Snark, il diario
della traversata del Pacifico compiuta a vela,
di cui nel libro si riporta il capitolo
introduttivo e altri estratti. Tutte le immagini
che accompagnano i testi permettono al
lettore di immergersi ancora più a fondo nella
prosa dello scrittore e ne rivelano uno sguardo
consapevole
e
attento
tipico
del
fotogiornalista.
Le discriminazioni e la violenza contro le
donne e le persone omosessuali e transessuali
sono oggi, almeno a parole, unanimemente
condannati in Italia. Una frattura profonda
divide invece il Paese quando si discute dei
mezzi per combattere questi mali. Al centro
del durissimo dibattito c'è la cosiddetta "teoria
del gender". Da un lato, i sostenitori sentono
tutta l'ingiustizia di una società in cui una
persona può ancora essere considerata
inferiore a causa del proprio diverso
orientamento sessuale, del proprio sesso, della
propria identità di genere. Dall'altro, gli
oppositori vedono nella teoria una pericolosa
deriva morale, il tentativo di scardinare i
valori fondamentali del vivere umano. È una
questione sulla quale esiste, come diceva il
cardinale
Martini,
un
"conflitto
di
interpretazioni" perché ha a che fare con "le
caverne oscure, i labirinti impenetrabili" che
ci sono dentro ognuno di noi. Sulla questione,
Michela Marzano spiega al lettore la genesi e
le implicazioni dell'idea di gender e, senza
mai rinnegare le sue radici cattoliche,
decostruisce le letture che ne danno oggi
molte associazioni religiose. Soprattutto non
esita mai a mettersi in gioco direttamente,
raccontando se stessa e identificandosi
nell'esperienza di chi ha vissuto da vittima
innocente il dramma dell'esclusione.
«La maggior parte dei morti tace. Per i poeti
non è così. I poeti continuano a parlare.»
Perché comunicano a ognuno qualcosa di
personale e accompagnano diversi momenti
della nostra vita, innescando con noi un
dialogo intimo al di sopra dello spazio e del
tempo. Per questo Cees Nooteboom, nel corso
di trent’anni di viaggi per il mondo e
attraverso i cieli della letteratura, ha visitato le
tombe dei grandi scrittori e filosofi che lo
hanno segnato, raccogliendo quello che,
dietro una lapide di marmo, un monumento
bizzarro, un’epigrafe toccante o l’incanto di
un’atmosfera, hanno ancora da raccontare.
Dal famoso Père-Lachaise di Proust e Oscar
Wilde alla pittoresca collina sopra Napoli che
ospita Leopardi, dalla cima del monte Vaea,
nelle isole Samoa, dove è sepolto R.L.
Stevenson, a Joyce e Nabokov in Svizzera.
Calvino a Castiglione della Pescaia, Melville
in un angolo sperduto del Bronx, e Kawabata
nel suo Giappone; Keats e Shelley accanto a
Gregory Corso nel romantico Cimitero
Acattolico di Roma; Brecht a due passi da
Hegel a Berlino est; Brodskij insieme a Pound
nell’isola veneziana di San Michele, e il
Montparnasse di Baudelaire, Beckett e Sartre,
a cui ha scelto di unirsi anche Susan Sontag.
Ogni tomba è un lampo sul mondo dello
scrittore che la occupa, rievocando una
poesia, un frammento di vita o di libro,
ispirando folgoranti riflessioni e inattesi
collegamenti,
in
un
appassionante
pellegrinaggio indietro e avanti nella storia
della letteratura e del pensiero, che con
Nooteboom diventa una meditazione poetica
sull’uomo, il tempo e l’arte. Mentre a ogni
pagina cresce il desiderio di andare a leggere
e rileggere le opere dei suoi cari immortali.
Con fotografie di Simon Sassen.
In "Senza volo" si battono strade diverse. Si
seguono i percorsi e si affrontano i modi di
viaggiare per chi ha paura di volare. E per chi
vuole smettere di inquinare. Senza usare mai
alcun velivolo si recupera, lontani dalla
precarietà del ciclo, il viaggio di terra e di
mare. Ci si libera per sempre dalla noia e
dall'alienazione del volo. Per chi è stanco dei
viaggi mordi e fuggi. Per chi vuole vedere i
paesaggi, le città e i paesi. Per chi vuole
ascoltare la natura, scoprire i fiumi, i monti
perduti e quei tenitori di mezzo a cui non si
presta alcuna attenzione. Quello che c'è in
serbo fuori dalle rotte delle linee low-cost. I
luoghi dove si pensava di non potere mai
arrivare. I modi per muoversi da un luogo
all'altro impiegando il tempo necessario per
osservare, conoscere e vivere. Ogni singolo
capitolo del libro svela i segreti di un mezzo
di trasporto e le tante specie in cui si
diversifica. I pregi e gli inevitabili difetti. I
viaggi possibili e quelli impossibili. Tra
riferimenti cinematografici, rimandi letterari e
testimonianze, i percorsi storici e le nuove
vie.
Obiettivo ambiguo la raccolta di riflessioni
sulla fotografia il cui titolo si ispirava a una
rubrica giornalistica tenuta da Ferdinando
Scianna, arricchisce ora la collana “In
Parole”. Proprio l’ambiguità è parsa a Scianna
il filo d’Arianna da porgere a chi si sarebbe
inoltrato nel dedalo delle considerazioni sul
suo mestiere. Il calembour giocato sulla
parola “obiettivo”, che racchiude non solo lo
strumento, ma anche lo scopo nascosto dietro
lo scatto, e persino la sempre meno presunta
imparzialità del messaggio in fotografia, non
fa che ribadire il concetto. Sono articoli, usciti
su L’Europeo, Photo, Quinzaine littérarie, Per
Lui, Lei e in Domenica de Il Sole 24 ore. In
questi scritti, quale che sia stata l’originaria
destinazione, ricorrono “tematiche e piccole
ossessioni” di Ferdinando Scianna.
Nel tempo, è diventato a suo modo un
classico, un raro esempio di osservazione
attiva nei confronti di autori, progetti
editoriali, mostre, consuetudini e teorie nel
campo della fotografia. Con l'aggiunta di
nuovi testi e di un apparato iconografico,
dopo quindici anni "Obiettivo ambiguo" torna
in libreria: lo sguardo di Scianna, lucido e
insieme partecipe, fa di questo libro uno
strumento per conoscere e utilizzare sempre
meglio il linguaggio fotografico e la sua
sintassi e, nello stesso tempo, offre al lettore
una galleria di personaggi memorabili - da
Cartier-Bresson ad Avedon, da Giacomelli a
Diane Arbus e Sebastiao Salgado -, restituiti
in tutta la loro affascinante umanità.
Questa volta Vittorio Sgarbi ci conduce dalla
lunga e fervida stagione del Manierismo, che
ha tentato di rielaborare la lezione di
Michelangelo, Raffaello e Tiziano, sino alla
grandi rivoluzioni di Caravaggio, all'aurora di
Guido Reni, al barocco di Bernini. Un secolo
di pittura e scultura, tra artisti più noti (Giulio
Romano, Parmigianino, Romanino, Veronese,
Tintoretto, Caravaggio) e artisti meno noti e
altrettanto imprescindibili e grandi: Altobello
Melone, Campi, Savoldo, per citarne una
minima parte. Una storia dell'arte, "Il tesoro
d'Italia", che è sempre anche una geografia
dell'arte: ovviamente Firenze, Venezia, Roma,
ma anche Brescia, Ferrara, Cremona, Genova,
Napoli, fino ai comuni più piccoli.
"Dal ciuccio su misura alle scarpe senza lacci,
dal termometro a infrarossi ai baby monitor:
una miriade di 'cose' oggi accompagna i
bambini nei normali processi della crescita.
Così gli autori, senza puntare l'indice contro i
genitori, ma piuttosto mettendoli in guardia
dai falsi alleati, affrontano il 'linguaggio delle
cose', riflettendo sul mondo privo di ostacoli
che gli adulti hanno creato per i loro figli,
ormai indiscussi sovrani, e insieme vittime
inconsapevoli, di tante e varie futilità.
Passando in rassegna l'impareggiabile
Catalogo dei genitori di Claude Ponti, dai
confortevoli ai fifoni, dagli avviluppanti ai
cicciomou, l'appello e i suggerimenti dei due
autori si rivolgono a chi crede nella necessità
che l'immaginazione abbia ancora posto
nell'educazione e che serva restituire al
bambino un suo fondamentale diritto: la
giusta fatica di crescere! Le pagine in cui
Manuela Trinci con Paolo Sarti raccontano e
si raccontano, riflettono e analizzano, si
commuovono o si adirano, sono amorose
nella difesa del diritto dei bambini al rispetto
e aspre nell'accusa, sia quando ironica sia
quando veemente, a chi dice di amarli mentre
va accanitamente tarpando le potenzialità e i
talenti di cui sono portatori, in particolare, i
bambini." (Goffredo Fofi)