Dalla ricerca della verità attraverso la Meditazione Trascendentale

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Dalla ricerca della verità attraverso la Meditazione Trascendentale
Dalla ricerca della verità attraverso la Meditazione
Trascendentale alla verità in Cristo Gesù
Mi chiamo Enrico Maria Palumbo e ho 30 anni. Fin dall’età di 16 anni iniziai
ad essere attratto dall’ignoto, percepivo fortemente che il mondo visibile era
solo una minima parte di ciò che mi circondava e che il senso della vita non
poteva essere ridotto a ciò che questo mondo materiale mi poteva offrire.
Non essendo mai pienamente soddisfatto, iniziai così la mia personale ricerca
della verità. Il mio obiettivo era quello di capire il senso di tutte le cose e
nonostante vivessi immerso nel mondo e nella materialità assecondando
pienamente i desideri della carne, allo stesso tempo, qualcosa dentro di me
era bramoso e assetato di conoscere la verità riguardo all’esistenza.
Iniziai il mio percorso abbracciando gli insegnamenti del buddismo che
insegna la dottrina della reincarnazione, secondo la quale l’anima, dopo la
morte, va a dimorare in altri corpi, passando attraverso innumerevoli
esistenze fino al raggiungimento finale della cosiddetta “illuminazione”,
ricongiungendosi con il tutto da cui proveniva. Attraverso la pratica della
meditazione, si sarebbe accelerato il processo, saltando varie rinascite, fino
al finale raggiungimento del “Nirvana”, cioè la beatitudine eterna. Più mi
sforzavo, più meditavo seguendo i precetti del Budda, e più velocemente
avrei raggiunto il traguardo. Cominciai così, pieno di entusiasmo per la mia
nuova scoperta, a praticare la meditazione e a seguire le dottrine buddiste
(Karma, vegetarianesimo, etc.). A queste pratiche, mischiavo anche la vita
mondana a cui non riuscivo a rinunciare. Le droghe, l’alcool e le lascivie di
questo mondo continuavano ad essere parte della mia vita.
Questo periodo durò circa cinque anni, fino a quando, non trovando più
soddisfazione nelle pratiche buddiste, mi imbattei negli insegnamenti di un
guru indiano di nome “Paramahansa Yogananda” e della “Self-Realization
Fellowship”, l’organizzazione religiosa da lui fondata. Iniziai a leggere i suoi
libri e fui molto attirato dalla sua dottrina, poiché non contraddiceva, anzi,
approfondiva tutto quello in cui avevo creduto fino a quel momento. Infatti,
oltre a sostenere che tutte le religioni del mondo avevano un comune
denominatore, cioè lo stesso “dio” che poteva essere raggiunto in maniere
diverse, insegnava una pratica meditativa chiamata “Kriya Yoga”, detta anche
“la via aerea”, con la quale, praticandola otto ore al giorno e
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accompagnandola con alcune regole di vita sana, avrebbe liberato l’anima
dell’uomo dal ciclo delle reincarnazioni e gli avrebbe fatto realizzare la sua
unione con Dio in una vita soltanto. Inoltre, sosteneva che questa
potentissima tecnica spirituale era stata tramandata ai suoi antichi maestri da
Gesù Cristo stesso. Ai suoi insegnamenti faceva conciliare i veda (le scritture
indiane) con la Bibbia, prendendo un po’ di qua e un po’ di là, estrapolandone
versetti fuori dal contesto. Io però non conoscevo la Bibbia e non avendola
mai letta (avevo letto solo i vangeli, quando ero più piccolo, ma mai
ponendovi mente e senza comprenderne il significato), prendevo per buono il
fatto che la Parola di Dio, come tutte le altre scritture, potevano conciliarsi a
vicenda. Questa volta, essendo convinto di avere trovato la via giusta da
percorrere, presi davvero sul serio la faccenda e, oltre alla pratica assidua
della tecnica, abbandonai anche la vita mondana che fino a quel momento
non avevo mai completamente lasciato. Abbandonai ogni tipo di droga,
alcool, fornicazione e diventai completamente vegetariano (fino a quel
momento lo ero solo parzialmente, infatti avevo eliminato solo la carne e non
il pesce). Praticando questa nuova tecnica, accompagnandola con digiuni e
una vita sana, non feci altro che gonfiare il mio ego e insuperbirmi. Infatti,
durante le mie meditazioni (che a volte raggiungevano le 3-4 ore), provavo
stati di coscienza alterati come il distacco dal corpo fisico, sensazioni di
onnipotenza, sogni lucidi e varie piacevoli esperienze extrasensioriali, che mi
davano conferma che ciò che stavo facendo funzionava e la meta di
realizzare di essere uno con “dio” si stava avvicinando.
Inizialmente queste esperienze mi gratificavano e mi aiutavano anche nella
vita di tutti i giorni, ma con il passare del tempo divennero un laccio, nel vero
senso della parola. Infatti, ero diventato molto più irritabile poiché cercavo di
trattenere quelle sensazioni piacevoli per tutto l’arco della giornata, ma ciò mi
era impossibile e questo pensiero mi innervosiva ulteriormente. Non
manifestai mai esteriormente questo mio conflitto interiore, anche perché
spesso lo nascondevo persino a me stesso. A quel tempo ero davvero pieno
di orgoglio!
Dopo circa due anni da quando intrapresi questa via mi fidanzai e,
progressivamente abbandonai tutte le pratiche meditative, ricominciai a bere,
a fumare e a darmi ai piaceri della vita, anche se in maniera più misurata
rispetto a prima. Trovai anche un lavoro stabile, quello che svolgo tutt’ora.
Nonostante avessi abbandonato quasi del tutto la meditazione, credevo
ancora alla reincarnazione, al karma e a tutte le false dottrine di cui mi ero
imbevuto negli anni passati.
Intanto, dentro di me il vuoto e l’insoddisfazione crescevano a dismisura
giorno dopo giorno. Vedendomi dal di fuori, si poteva vedere un ragazzo
come tanti altri, con una fidanzata, un lavoro, gli amici, gli hobbies. Ma dentro,
il mio cuore era lacerato dalle delusioni di questa vita e soprattutto
dall’insoddisfazione di non avere ancora nessuna certezza riguardo alla
verità. Avevo tante teorie e pensieri in testa, ma il mio spirito non trovava
pace. La sofferenza e l’insoddisfazione interiore divennero così incontenibili
che un giorno, mentre ero al lavoro alzai gli occhi al cielo e, senza
rendermene conto, mi uscirono dalla bocca parole simili a queste: «Dio, io
non so niente e mi rendo conto di non essere niente, non so neanche se
esisti davvero, ma ti prego, se esisti, fammelo capire tirandomi fuori da
questa situazione, perché sono disperato e sto troppo male. Ti prometto che
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sarò tuo per sempre, ti prometto che, se mi fai capire la verità, ti seguirò
qualunque cosa tu mi chieda. Aiutami!».
Non avevo mai parlato con Dio, quella fu la prima volta e lo feci
sinceramente, senza nascondere nulla.
Intanto la vita continuava come sempre, mi ero completamente scordato di
quella preghiera, però dentro di me si formava sempre più forte il desiderio di
lasciare tutto e ricominciare da capo per scoprire questa verità che ancora
non ero riuscito a trovare e, munito di nuove forze, decisi di ritornare
sull’unica via che conoscevo: la via delle filosofie orientali.
Così ricominciai con la meditazione e mi iscrissi ad un corso triennale per
diventare insegnante di yoga e altre discipline esoteriche, ma frequentai solo
le prime lezioni, perché Iddio aveva formato per me altri progetti (“Si gettan
le sorti nel grembo, ma ogni decisione vien dall’Eterno.” – Proverbi
16:33 -).
A quel tempo vivevo in una grande casa di campagna con altri ragazzi, ed
essendosi liberata una stanza, proposi a un mio collega di lavoro, mio
coetaneo che aveva bisogno di aiuto, di venire ad occupare la stanza libera,
poiché l’affitto era basso e conveniente. Diventammo così buoni amici e
iniziammo ad uscire insieme. Nel frattempo mi ero lasciato con la fidanzata e,
sia io che il mio collega, eravamo single.
Una sera avevamo organizzato di uscire insieme, per andare a divertirci, così,
entrai nella sua stanza per chiamarlo ad uscire ma lo vidi strano, infatti era
più tranquillo del solito e non voleva più uscire, ma voleva stare in casa.
Vedevo che mi nascondeva qualcosa e che qualcosa era successo, però era
come se si vergognasse di dirmelo. Insistetti, ma non mi disse niente ed io
uscii senza di lui. Il giorno dopo continuai a chiedergli che cosa gli fosse
successo, proprio non riuscivo a capire. Finalmente, dopo varie insistenze mi
disse: “Ho conosciuto Dio”. Quando mi disse queste parole, mi prese subito
un senso di grande stupore, misto a curiosità. Al che gli dissi d’istinto:
“Anch’io lo voglio conoscere! non chiedo altro!”.
Domenico non mi spiegò bene che cosa gli fosse successo, ma mi disse
solamente: “Domenica vieni con me a Milano, là ho conosciuto delle persone
che pregano Dio, sono persone diverse, non voglio però dirti niente, voglio
che tu venga e basta, senza fare domande e se Dio vorrà toccherà anche
te!”. Così, ancora più incuriosito, decisi di seguirlo la domenica successiva.
Giunta la domenica, prendemmo la macchina e, dopo due ore di viaggio,
giungemmo a Milano. Suonammo al campanello di un palazzo ed entrammo
per una porta in un seminterrato, da cui giungeva della musica. Nella stanza
c’erano circa una trentina di persone che cantavano e un gruppetto di
ragazze con degli strumenti che suonavano canzoni in cui era spesso
nominato e innalzato il nome di Gesù. Così mi sedetti e d’istinto chiusi gli
occhi e mi feci trasportare dalla musica. Pensavo dentro di me: “Che strano
posto è questo? Perché cantano a Gesù?” Proprio non riuscivo a capire dove
fossi capitato, infatti, sembra assurdo, ma è la verità, in tutte le mie ricerche
non mi ero mai imbattuto in una chiesa evangelica, né tantomeno sapevo
cosa fosse. Durante i cantici mi sentivo strano, non riuscivo a sentirmi a mio
agio, anzi, per certi versi ero molto imbarazzato. Una donna, che poi ho
scoperto essere “la pastoressa” della comunità, iniziò a predicare la parola e
a parlare di Gesù come mai avevo sentito prima. Infatti, a differenza di quanto
credevo fino a quel momento, Gesù mi venne presentato per la prima volta
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come l’unigenito Figlio di Dio sceso in terra, per salvare l’uomo tramite il
sacrificio della croce, non come uomo che realizzò col tempo di essere Dio.
Questo mi colpì grandemente.
Alla fine della predica, davanti a tutti, mi chiese se volevo dare a Gesù la mia
vita e se volevo seguirlo per sempre, poiché solo tramite Lui sarei arrivato a
Dio. Risposi subito di sì, senza pensarci e con molto entusiasmo, poiché ero
molto attratto da questo nome. Così Lo pregai insieme a lei di perdonarmi e
che avrei lasciato la mia vecchia vita per servire Lui. Ero contento di avere
fatto quella preghiera, però continuavo a non sentirmi a mio agio. C’era
qualcosa che si stava muovendo in me, qualcosa mi si stava togliendo di
dosso con grande fatica e mi sentivo enormemente confuso. Dopo poco
tempo, ci sedemmo a tavola per mangiare insieme con alcuni fratelli e sorelle,
e alla fine del pranzo iniziai a parlare con il pastore e sua moglie che aveva
appena predicato, la quale mi fece questa semplice domanda: “Parlami di tuo
padre”. In quel preciso momento si squarciò un velo davanti a me. Fui
investito da una potenza fortissima e nella mia mente iniziarono a
rimbombare queste parole: “Dio è tuo padre! Io sono tuo padre!”. Questa
potenza era così forte che non riuscivo più a trattenermi, le lacrime
sgorgavano sul mio viso come mai mi era successo prima. Mi portarono in
una stanza lì vicino e continuai a piangere ininterrottamente. Mentre piangevo
sperimentavo il perdono di Dio; mentre piangevo comprendevo che Gesù era
morto sulla croce anche per me; mentre piangevo mi rendevo conto di quanto
spregevole, insensato e sporco fossi stato fino a quel momento; mentre
piangevo sapevo che Gesù mi aveva perdonato. Sperimentai l’amore di Dio;
sperimentai la salvezza mediante il sacrificio di Gesù. Qual gioia grande e
celestiale provai quel giorno; quale liberazione! Ancora adesso, a distanza di
più di due anni, mi commuovo di gioia ripensando a quel momento.
Durante il percorso in macchina verso casa Domenico ed io eravamo così
felici! Il Signore era stato così buono con noi! Prima aveva salvato lui e la
domenica dopo salvò me. La gioia era talmente grande che piangemmo
insieme e ci promettemmo che, da quel momento, avremmo lasciato tutto per
servire il nostro grande Dio.
La mattina dopo, quando mi svegliai, sapevo di non essere più la persona
che ero prima. Il peso che avevo avuto fino a quel momento era scomparso.
Mi sentivo completamente pulito, lavato, leggero e profondamente grato a Dio
per quello che aveva fatto. Ero nato di nuovo e non vedevo l’ora di raccontare
a tutti ciò che mi era successo. (Ricordo anche che, istintivamente cancellai il
mio profilo di facebook e ne feci uno nuovo), per me quello fu il mio primo
giorno di vita, di una nuova vita. Non sapevo ancora che Gesù avesse detto
che era necessaria la nuova nascita per entrare nel Suo Regno e quando
parlai con fratelli e sorelle più anziani nella fede, e lessi il capitolo 3 del
vangelo di Giovanni, trovai conferma di ciò che mi era successo. In questa
maniera Dio mi fece subito comprendere che ogni cosa che mi accadeva e
che mi sarebbe accaduta nel futuro, avrei sempre dovuto prima confrontarla e
riprovarla con la Bibbia, l’unica Parola perfetta e immutabile dell’Iddio
Creatore di tutte le cose.
Termino questa breve testimonianza in cui si parla del periodo prima della
conversione, volendo incoraggiare tutti coloro che ricercano la verità, tutti
coloro che cercano risposte al senso di questa vita, tutti coloro che sono
delusi da questo mondo e che non trovano pace nella propria anima, con
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queste parole di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita e nessuno viene al
Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Sappiate che la verità è
una sola, e la via da percorrere anche, non ci sono alternative. Abbandonate
ogni religione, ogni superstizione, ogni tecnica meditativa o respiratoria,
stregoneria, tarocchi, chiromanzia, new age; gettate via ogni idolo che sia di
gesso, bronzo o umano. Non affidatevi ad organizzazioni religiose che non
pensano ad altro che a chiedervi soldi e riempire i propri locali di culto. Niente
di tutto ciò potrà salvarvi da un’esistenza eterna separata dal vostro Creatore.
Non potrà salvarvi nè Sai Baba, né Krishna, né Budda, né il Papa, né San
Gennaro, né Padre Pio, né nessun altro; sta scritto nella Bibbia: “E in nessun
altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia
stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati.” (Atti
4:12); il Suo nome è Gesù Cristo, Egli è Dio benedetto in eterno, Colui per il
quale sono tutte le cose e ogni cosa sussiste in Lui, con Lui e per mezzo di
Lui. Non sprecate la vostra occasione, abbandonate il vostro modo di
pensare, smettetela di confidare in ciò che non dura, ma in Colui che è
Eterno. “Dio ha tanto amato il mondo che dato il Suo unigenito figlio
affinché chiunque CREDA in Lui non perisca ma abbia vita eterna
(Giovanni 3:16).” La salvezza, infatti, è per sola fede ed è gratuita, essa è
data per grazia a tutti coloro che credono in Lui. “TUTTI HANNO PECCATO
e sono privi della gloria di Dio e sono giustificati GRATUITAMENTE per
la sua grazia mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Romani
3:23-24). E tu? Ritieni di aver peccato o ti senti giusto davanti a Dio? Ti ritieni
giusto, pulito così come sei o riconosci di essere un peccatore bisognoso di
un Salvatore? Se riconosci di avere peccato e di avere bisogno di un
salvatore, allora sappi che Dio te l’ha provveduto nel Suo Figliuolo Gesù
Cristo. Egli infatti non è venuto a chiamare dei giusti ma dei peccatori. Gettate
su di Lui ogni vostro peso, ogni vostro affanno, ogni vostra preoccupazione e
ravvedetevi dai vostri peccati chiedendo perdono all’unico che può perdonarli.
Senza indugiare, aprite la bocca e invocate con tutte le vostre forze l’unico
nome che ha il potere di redimere le vostre esistenze separate dal Creatore,
e darvi vita eterna.
“Il nome dell’Eterno è una forte torre; il giusto vi corre, e vi trova un alto
rifugio. (Proverbi 18:10).
LE TECNICHE SPIRITUALI E LA MEDITAZIONE TRASCENDENTALE
Prima di continuare la parte della mia testimonianza dopo la conversione,
vorrei aprire una piccola parentesi e fare chiarezza sulle “tecniche spirituali”
insegnate dai guru orientali o sedicenti maestri che vanno tanto di moda ai
giorni nostri.
Un comune denominatore del buddismo, induismo, delle filosofie orientali in
genere, professate da questi santoni, e ultimamente anche dal nuovo e più
ampio movimento della new age, è l’insegnamento per il quale attraverso
specifiche tecniche di meditazione si possano risvegliare centri energetici
chiamati “chakra”, all’interno del nostro corpo spirituale. Risvegliando e
aprendo queste “porte” l’uomo può così gradualmente liberarsi dal ciclo delle
reincarnazioni liberando la propria anima nell’assoluto da cui proviene (il
nirvana buddista o il braman induista per intenderci). Un esempio molto usato
per far comprendere questo concetto è quello di far credere all’uomo di
essere come una goccia che deve realizzare di essere parte dell’oceano
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(dio). In questo modo l’uomo crede di essere parte di dio come una goccia è
parte dell’oceano e quindi di essere dio. Lo deve solo realizzare.
Ma cosa succede in realtà quando si aprono queste porte? Cosa succede
quando si praticano questi esercizi spirituali? Cosa sono le “energie” che
entrano nel corpo di coloro che fanno tali pratiche e che, essendo reali, fanno
provare sensazioni che vanno da un semplice benessere fisico alla
sperimentazione di stati alterati di coscienza, quali visioni, sogni lucidi ed
esperienze paranormali?
La Scrittura ci parla molto chiaramente di spiriti malvagi o demoni che
possono, non solo disturbare e indurre dall’esterno le persone a peccare e a
commettere atti abominevoli, ma anche abitare all’interno del loro corpo.
Gesù con l’aiuto dello Spirito di Dio liberò molti indemoniati tra cui “Maria
Maddalena, dalla quale aveva cacciato sette demoni” (Marco 16:9); o
l’indemoniato di Gerasa, che aveva dentro di sé una legione di demoni: “E
Gesù gli domandò: Qual è il tuo nome? Ed egli rispose: Legione, perché
molti demoni erano entrati in lui” (Luca 8:30).
Anche Paolo nell’epistola ai santi di Efeso ci ricorda che “il combattimento
nostro non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le
potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze
spirituali della malvagità, che sono ne’ luoghi celesti. (Efesini
6:12). Questi esseri o entità spirituali sono estremamente malvagi e odiano
l’uomo, essi sono gli angeli caduti ingannati da Satana quando si ribellò al
Creatore e sono la terza parte delle schiere angeliche, la terza parte
malvagia. I vari Shiva, Krishna, Kali, Bramah, Ganesh e tutte le divinità
raffigurate nella cultura indiana e new age, non sono altro che questi spiriti
che si camuffano da esseri “divini” benevoli, anche se di divino non hanno
nulla. Il loro vero scopo è quello di far allontanare l’uomo dall’unico vero Iddio
Creatore. Ricordo infatti che quando ero dedito a queste pratiche
demoniache, tutti gli studi che facevo erano l’esatto contrario di ciò che è
scritto nella Bibbia e che potevo tranquillamente unire e far conciliare
facilmente gli insegnamenti e le filosofie buddiste con quelli induiste, della
new age e dei vari guru e santoni. Basti solo pensare alla falsa dottrina della
reincarnazione, insegnata e largamente accettata come fondamento, ma
smentita dalla Sacra Scrittura: “E come è stabilito che gli uomini muoiano
una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27); o
all’insegnamento secondo il quale attraverso l’eliminazione della carne e del
pesce (vegetarianesimo) dalla propria dieta si sarebbe accumulato un buon
“karma” per le prossime vite e avrebbero migliorato le prestazioni meditative.
La dottrina del karma (azione-reazione) insegna infatti a fare buone azioni
perché esse saranno premiate nella vita successiva. Al contrario, azioni
cattive sarebbero state punite con rinascite nei regni inferiori quali il regno
animale. Ma la Scrittura ci avverte anche riguardo a questo, infatti: “lo Spirito
dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla
fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demonî per via della
ipocrisia di uomini che proferiranno menzogna, segnati di un marchio
nella loro propria coscienza; i quali vieteranno il matrimonio e
ordineranno l’astensione da cibi che Dio ha creati affinché quelli che
credono e hanno ben conosciuta la verità, ne usino con rendimento di
grazie. Poiché tutto quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da
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riprovare, se usato con rendimento di grazie” (1 Timoteo 4:1-4).
Voglio quindi esortare con forza tutti coloro che ancora si danno a queste
pratiche dannose e in abominio a Dio ad abbandonarle immediatamente,
perché, esercitandole, non stanno facendo altro che invocare indirettamente
questi spiriti malvagi. In queste pratiche rientrano non solo la meditazione
trascendentale, ma anche la recitazione di mantra e tutti i tipi di yoga che si
stanno propagando sempre più in occidente (hata yoga, kriya yoga, nada
yoga, raja yoga, etc.) e tutti i loro derivati new age(oroscopi, cartomanzia,
chiromanzia, reiki etc ec). Sappiate che, se i satanisti e i praticanti di magia
nera sanno benissimo di invocare questi spiriti direttamente; i meditatori o
new –agers, lo stanno facendo indirettamente.
Non fatevi ingannare da come si presentano e dalle belle parole d’amore con
cui tentano di sedurvi questi guru e sedicenti maestri, poiché dietro di loro si
nascondono lupi rapaci. Essi non sono altro che servitori di Satana,
mascherati da “sagge” e “amorevoli guide”. “E non c’è da maravigliarsene,
perché anche Satana si traveste da angelo di luce.” (2Corinzi 11:14).
Rigettate immediatamente queste pratiche e queste false dottrine. Smettete
di giocare con questa spiritualità da quattro soldi e date la vostra vita al Dio
Creatore di tutte le cose, l’unico che vi può salvare, mediante la fede nel
prezioso sangue del Suo unigenito Figliuolo Gesù Cristo.
“Non si trovi in mezzo a te chi faccia passare il suo figliuolo o la sua
figliuola per il fuoco, né chi eserciti la divinazione, né pronosticatore, né
augure, né mago, né incantatore, né chi consulti gli spiriti, né chi dica la
buona fortuna, né negromante; perché chiunque fa queste cose è in
abominio all’Eterno.” (Deuteronomio 18:10-12).
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