164-172 Rassegna - Recenti Progressi in Medicina
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164 Rassegna Recenti Prog Med 2012; 103: 164-172 Attività motoria adattata nella prevenzione secondaria dell’osteoporosi Claudia Frangella1, Albino Isabella1, Erika Montuori1, Saverio Giampaoli1, Laura Buggiotti1, Benedetta Marigliano2, Vincenzo Gianturco2, Rosaria Romanelli3, Renato Giordano3, Vincenzo Marigliano2, Vincenzo Romano Spica1 Riassunto. Uno stile di vita fisicamente attivo rappresenta un fattore significativo nella prevenzione dell’osteoporosi. Evidenze epidemiologiche sull’interazione tra fattori di rischio genetico, ambientale e comportamentale consentono di proporre uno schema riassuntivo per sviluppare interventi integrati di screening. L’attività motoria, anche in piscina, può svolgere un ruolo rilevante nella prevenzione secondaria. Adapted physical activity: the role in secondary prevention of the osteoporosis. Parole chiave. Attività motoria, osteoporosi/prevenzione. Key words. Osteoporosis/prevention, physical activity. Introduzione post-menopausali e senili, e forme “secondarie” determinate da una vasta gamma di farmaci3. Si stima che solo una frattura vertebrale su tre sia nota ai soggetti colpiti1. Tali fratture sono associate a disabilità gravi ed a tassi di mortalità segnalati fino al 20-24% nel primo anno dopo il trauma. Le fratture dell’anca sono associate ad un rischio 2,5 volte maggiore di future fratture e solo il 40% dei soggetti riesce a recuperare pienamente il livello di indipendenza pre-frattura5. Ogni anno si verificano circa 1,6 milioni di fratture all’anca in tutto il mondo ed entro il 2050 questa cifra potrebbe aggirarsi tra i 4,5 e i 6,3 milioni. Le fratture osteoporotiche rappresentano un enorme onere finanziario per i servizi sanitari. In Europa, i costi medici per le fratture osteoporotiche sono stimati a più di 36 miliardi di euro annui. I costi elevati associati alle fratture dell’anca includono i costi di ricovero ospedaliero e la cura di riabilitazione. La durata della degenza in ospedale può variare da 3 giorni a molte settimane o addirittura mesi, con una media di circa 10 giorni. Il numero di giorni di riabilitazione in strutture è compreso tra i 10 ed i 48 giorni, con una media di 20 giorni6. La valutazione del peso economico delle fratture non è facilmente effettuabile, soprattutto a causa della mancanza di registri nazionali per questi traumi o dei sistemi standardizzati di monitoraggio. È però possibile parlare di costi diretti, indiretti e immateriali. I primi, che includono le spese di ospedalizzazione propriamente dette, differiscono dai costi di assistenza sanitaria e dai costi indiretti: quelli, ad esempio, relativi al trasporto dei pazienti e quelli per integratori. L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro e rientra fra i principali obiettivi per la salute dell’Unione Europea. È caratterizzata dalla progressiva diminuzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. È una patologia di vasta rilevanza sociale che interessa oltre 75 milioni di persone in Europa, Stati Uniti e Giappone, circa 70 milioni in Cina e circa 30 milioni in India, e provoca più di 2,3 milioni di fratture ogni anno in Europa e Stati Uniti e più di 2 milioni in Cina1,2. In Italia si stima una prevalenza di circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini affetti da osteoporosi. Poiché si calcola che nei prossimi 20 anni la percentuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni di età aumenterà del 25%, è prevedibile un incremento proporzionale dell’incidenza della patologia3. Un recente studio epidemiologico multicentrico nazionale sull’osteoporosi, ESOPO (Epidemiological Study On the Prevalence of Osteoporosis), ha riportato che il 23% delle donne di oltre 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni sono affetti da osteoporosi; tuttavia soltanto una donna su due è affetta da osteoporosi e solo un uomo su cinque ne è consapevole4. L’osteoporosi è caratterizzata da una riduzione della densità e qualità dell’osso, indebolisce lo scheletro e predispone ad un aumento del rischio di frattura a carico della colonna vertebrale, del polso, dell’anca, del bacino e della parte superiore del braccio. I costi sanitari associati a tale patologia aumentano parallelamente all’invecchiamento della popolazione. L’osteoporosi è classificata in forme “primitive”, Summary. An active lifestyle represents a significant factor in prevention of osteoporosis. Evidences on multifactorial etiology allowed to develop a plan for risk evaluation and for an integrated screening approach. Adapted physical activity plays a relevant role in secondary prevention, also when performed in swimming pools. 1Dipartimento Scienze della Salute, Università di Roma Foro Italico; 2Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche e Geriatriche, Sapienza Università di Roma; 3Dipartimento Scienze Mediche e Riabilitative, ASL RME, Roma. Pervenuto il 12 luglio 2011. C. Frangella et al.: Attività motoria adattata nella prevenzione secondaria dell’osteoporosi Inoltre, i costi indiretti sono solitamente associati alla perdita di giornate lavorative. Non è da sottovalutare anche l’impatto a lungo termine su carriera e famiglia. I costi immateriali, per definizione, sono quelli difficili da quantificare: principalmente quelli della morbilità associata alle fratture osteoporotiche. Identificazione dei soggetti a rischio L’identificazione dei pazienti osteoporotici si basa sul riconoscimento di fattori di rischio o sulla presenza di una precedente frattura da fragilità. Età, sesso, basso indice di massa corporea (BMI), pregressa frattura da fragilità principalmente a carico del femore, avambraccio, omero prossimale e colonna, storia di frattura femorale, trattamento con cortisonici, tabagismo, consumo di alcool oltre le tre unità giornaliere rappresentano i principali fattori di rischio connessi allo sviluppo di osteoporosi. Cause secondarie di tale patologia possono essere riconducibili ad artrite reumatoide, ipogonadismo maschile e femminile non trattato, malattie infiammatorie intestinali, immobilità prolungata, trapianto d’organo, diabete di tipo I, tireopatie connesse ad ipertiroidismo non trattato e/o terapia soppressiva con ormoni tiroidei, pneumopatia ostruttiva cronica6. L’indagine densitometrica consente oggi di misurare in modo accurato e preciso la massa ossea ed in particolare la sua densità minerale (Bone Mineral Density = BMD) in g/cm2 di superficie ossea proiettata. La BMD è responsabile della resistenza meccanica dell’osso per il 60-80%. Secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la diagnosi densitometrica di osteoporosi si basa sulla valutazione con tecnica ad assorbimetria a raggi X a doppia energia (DEXA) della densità minerale, confrontata a quella media di soggetti adulti sani dello stesso sesso (picco di massa ossea). L’unità di misura è rappresentata dalla Deviazione Standard (DS) e dal picco medio di massa ossea (T-score). È stato osservato che il rischio di frattura inizia ad aumentare in maniera esponenziale con valori densitometrici di T-score < 2,5 DS, che, secondo l’OMS, rappresenta la soglia per diagnosticare la presenza di osteoporosi3. Nell’interpretare i risultati della BMD è necessario tenere in considerazione che: 1) la BMD normale è definita da un T-score compreso fra +2,5 e -1,0 (la BMD del paziente si colloca cioè fra 2,5 DS sopra la media e 1 DS sotto la media di un giovane adulto sano dello stesso sesso, 2) l’osteopenia (bassa BMD) è definita ad un T-score compreso tra -1,0 e -2,5 DS, 3) l’osteoporosi è definita da un T-score inferiore a -2,5 DS, 4) l’osteoporosi conclamata è definita da un Tscore inferiore a -2,5 DS con la contemporanea presenza di una o più fratture da fragilità3-5,7. L’osteoporosi è una malattia multifattoriale silente e rende difficile la diagnosi precoce in quanto il fenotipo non è facilmente determinabile, se non a seguito di specifiche indagini e/o a seguito di eventi acuti (frattura). Gli studi genetici sull’osteoporosi si sono principalmente concentrati su due fenotipi: densità minerale ossea e rischio di frattura8. Da questi studi si evince che l’effetto del singolo polimorfismo è spesso molto limitato e solo la combinazione di più varianti genetiche, che secondo un modello poligenico regolano l’espressione dei caratteri legati allo sviluppo della patologia, potrebbe portare alla comprensione di quanto effettivamente la frazione genetica sia implicata nell’osteoporosi. In casi rari l’osteoporosi può essere ereditata come semplice carattere mendeliano (tabella 1), rappresentando una forma secondaria all’interno di sindromi più complesse. Tabella 1. Descrizione delle patologie rare connesse all’osteoporosi. Patologia Trasmissibilità Gene Meccanismo OMIM Spondilite anchilosante Autosoma dominante HLA-B7 Immunologico-autoimmune #106300 Glicogenosi Autosoma recessiva AGL Metabolico, assenza di uno o più enzimi coinvolti nella sintesi/catabolismo del glicogeno #232400, +232200 Omocistinuria Autosoma recessiva CBS Metabolico, disordine del metabolismo dello zolfo #236200, #277410 Sindrome di Marfan Autosoma dominante/recessivo FBN1 Alterazione del tessuto connettivo #154700 Sindrome di Menkes X-linked recessivo ATP7A Alterazione del metabolismo del rame #309400 Osteogenesi imperfetta Autosoma dominante COL1A1COL1A2 Difetto di sintesi del collagene #166210 Polidistrofia pseudo-Hurler Autosoma recessiva GNPTAB Difetto nella localizzazione e fosforilazione enzimatica del lisosoma #252600 LRP5 Non definito #259770 Sindrome Autosoma recessiva pseudoglioma-osteoporosi 165 166 Recenti Progressi in Medicina, 103 (4), aprile 2012 Tali sindromi hanno contribuito alla identificazione di alcuni meccanismi e quadri molecolari che regolano la formazione dell’osso, la sua funzionalità cellulare, e la sua qualità e possono quindi essere presi come basi per ulteriori investigazioni. La determinazione e il mantenimento della BMD sono evidentemente influenzati anche da fattori ambientali; comunque studi su gemelli e famiglie osteoporotiche indicano che il contributo genetico alla patogenesi dell’osteoporosi è responsabile del 50-80% della variabilità interindividuale della BMD9; infatti l’ereditabilità stimata per BMD è nell’intervallo di 0,6-0,85, mentre quella per il rischio di frattura è 0,2-0,68. Questi ultimi dati evidenziano come sia importante individuare varianti genetiche che possano essere utilizzate quali potenziali marcatori per poter prevedere il rischio di frattura o per lo sviluppo di nuove molecole da utilizzare come farmaci mirati nella cura e prevenzione individualizzata dell’osteoporosi. Attività motoria ed osteoporosi Uno stile di vita fisicamente attivo e un moderato-alto grado di capacità cardiorespiratoria rappresentano fattori significativi nella prevenzione delle malattie cronico-degenerative. Da un’analisi della letteratura si evince che l’inattività fisica è un fattore di rischio modificabile per le malattie cardiovascolari e per diverse altre malattie croniche quali diabete mellito, cancro (al colon e al seno), obesità, ipertensione, malattie ossee e articolari (osteoporosi e osteoartrite) e depressione. I vantaggi fisici di una regolare e costante pratica motoria includono un miglioramento/incremento dell’equilibrio, della forza, della coordinazione, flessibilità e resistenza; l’attività fisica migliora anche la salute mentale, aiuta a prevenire e a controllare l’ansia e la depressione e migliora la funzione cognitiva. L’attività fisica adattata all’età ed alle condizioni psicofisiche assume un ruolo fondamentale nella gestione del soggetto con osteoporosi e si articola in più aree di intervento. Queste consistono nella correzione dei fattori di rischio modificabili, nel mantenimento/miglioramento della massa e/o della qualità dell’osso, nell’analgesia, nell’incremento del trofismo muscolare e della funzionalità articolare, nell’evitare posture e gestualità a rischio, nel controllo dei fattori ambientali sfavorevoli, nella prevenzione delle cadute, nella protezione delle zone più esposte al rischio di traumi e nel trattamento e riabilitazione dei postumi di frattura10. L’esercizio motorio, oltre che per la prevenzione primaria (riduzione dell’incidenza della patologia), è necessario per quella secondaria (evitare le sequele: per es. lesioni ossee) ed anche per la terziaria (garantire l’autonomia/ridurre l’invalidità, facilitando il recupero e il reinserimento socio-familiare). Sebbene non vi siano prove certe che l’esercizio fisico possa prevenire la comparsa delle fratture, alcuni studi clinici randomizzati hanno dimostra- to che l’esercizio fisico regolare può ridurre il rischio di cadute del 25% circa11. Recenti studi prospettici condotti in Danimarca hanno dimostrato che il mantenimento di un’attività fisica moderata, effettuata nel tempo libero, può fornire una protezione contro le fratture dell’anca per il prosieguo della vita e che la diminuzione dell’attività fisica è associata ad un maggiore rischio di frattura in tale regione anatomica11. L’esercizio fisico regolare è riconosciuto come cardine dei programmi d’intervento nella gestione della “salute ossea”. Nella popolazione femminile in pre/post-menopausa l’attività motoria aumenta la massa ossea, sia nelle donne con densità ossea normale sia in quelle osteopeniche e/o osteoporotiche10. Tuttavia, dopo la menopausa, l’esercizio fisico non è in grado di compensare da solo la riduzione di massa ossea che si verifica in questo periodo (1,5% al rachide e 1,1-1,4% al collo femorale nei primi 4-5 anni). Successivamente, nel momento in cui la perdita ossea si stabilizza all’1% annuo, l’esercizio rappresenta una prevenzione efficace, purché sia effettuato con continuità10,12. Le tematiche emergenti dalla letteratura selezionata È stata condotta una selezione sistematica degli studi pubblicati dal 1950 al 6 novembre del 201013,14 sul database medline utilizzando il provider internet Pub-Med (Public Medline, banca dati gestita dalla National Center for Biotechnology Information, NCBI). Sono state considerate tutte le pubblicazioni, in lingua inglese ed italiana, contenenti uno dei seguenti termini di ricerca: osteoporosi (Osteoporosis), esercizio fisico (Physical Exercise), nuoto (Swimming), attività motoria adattata (Adapted Physiscal Activity), esercizio adattato (Exercise Adapted), esercizio sotto carico gravitazionale (Weight-bearing Exercise), terapia motoria (Physical Therapy), esercizio post-menopausale (Exercise Post-menopause), attività motoria (Physical Activity). È stata inoltre svolta una revisione degli studi presenti su riviste indicizzate che affrontavano aspetti connessi all’applicazione dell’attività motoria nella prevenzione dell’osteoporosi. Dall’analisi della letteratura si evince un incremento esponenziale dell’interesse verso questa patologia a partire dagli anni ’80 (figure 1 e 2). Parallelamente anche gli studi sull’attività motoria e il suo potenziale benefico nel prevenire la patologia si sono affermati con crescente attenzione. Il legame tra osteoporosi e attività motoria si è rafforzato e continua a crescere, nonostante rappresenti ancora solo circa il 3% dell’interesse totale relativo sull’osteoporosi (figura 2). Il presupposto su cui si fonda la teoria che l’attività fisica migliori il trofismo e quindi la densità ossea sta nell’osservazione che il carico meccanico sull’osso determina un aumento della massa dello stesso tramite un effetto piezoelettrico, ossia attraverso un modello meccano-statico. C. Frangella et al.: Attività motoria adattata nella prevenzione secondaria dell’osteoporosi 200 Physical Activity Osteoporosis 180 Physical Exercise Osteoporosis 160 Swimming Osteoporosis 140 Adapted Physical Activity Osteoporosis N. Studi 120 Exercise Adaptated - Osteoporosis 100 c Weight-bearing exercise osteoporosis 80 Physical Therapy Osteoporosis 60 Exercise Postmenopause Osteoporosis 40 20 0 20 10 05 95 00 20 20 19 90 19 85 19 75 80 19 19 65 70 19 19 60 55 19 19 50 19 Anno Figura 1. Trend relativi agli studi sull’osteoporosi, dal 1950 al 2010, in combinazione con i seguenti termini di ricerca: esercizio fisico, nuoto, attività motoria adattata, esercizio adattato, esercizio sotto carico gravitazionale, terapia motoria, esercizio post-menopausale, attività motoria. 3400 Physical Activity - Osteoporosis 3200 3000 Physical Exercise Osteoporosis 2800 Swimming Osteoporosis 2600 2400 Adapted Physical Activity - Osteoporosis 2200 N. Studi 2000 Exercise Adaptated Osteoporosis 1800 Weight-bearing exercise osteoporosis 1600 1400 Physical Therapy Osteoporosis 1200 1000 800 Exercise Postmenopause - Osteoporosis 600 Osteoporosis 400 200 0 5 10 20 5 00 0 20 20 90 9 19 19 85 80 19 19 75 19 70 19 65 19 60 19 55 19 50 19 Anno Figura 2. Trend relativi agli studi sull’osteoporosi, dal 1950 al 2010, e quelli in cui il termine osteoporosi è in combinazione con i seguenti termini di ricerca: esercizio fisico, nuoto, attività motoria adattata, esercizio adattato, esercizio sotto carico gravitazionale, terapia motoria, esercizio postmenopausale, attività motoria. Altri fattori che regolano il rapporto tra esercizio fisico e massa ossea sono: contrazione muscolare, variazioni circolatorie, respiratorie, ormonali, psichiche, stimolazioni locali enzimatiche e di fattori di crescita; la risposta scheletrica al carico meccanico è altamente sito-specifica10. In tabella 2 (pagina seguente) sono i risultati degli studi che dimostrano come anche l’attività motoria svolta in acqua possa essere un metodo utile e alternativo per la gestione dell’osteoporosi15-23. L’esercizio fisico sembra contribuire a diversi beneficî indiretti quali miglioramento dell’equilibrio e qualità della vita. Sembra inoltre ridurre la depressione delle donne in post-menopausa. È stato anche evidenziato che esso migliora le capacità funzionali fisiche, riduce la perdita ossea fisiologica e mantiene la qualità dell’osso nelle donne in post-menopausa con bassa densità minerale ossea24. Molti aspetti dell’osteoporosi restano da chiarire sia per i meccanismi patogenetici che per le strategie di prevenzione. Appare oggi evidente la necessità di integrare i risultati e trasferirli in un contesto olistico e di multidisciplinarietà. Nell’ultimo decennio, ad esempio, si è stati spettatori di una esponenziale crescita di informazione genetica nell’uomo, soprattutto grazie al progetto genomaumano che ha ispirato numerosi studi volti alla ricerca delle basi genetiche legate alla malattia25. Conseguentemente diverse regioni del genoma umano sono state associate allo sviluppo dell’osteoporosi (tabella 3 a pagina 169)26-31. 167 168 Recenti Progressi in Medicina, 103 (4), aprile 2012 Tabella 2. Evidenze scientifiche che valutano un protocollo di esercizio in acqua in studi nell’uomo e nell’animale. Bibliografia Numero soggetti Gruppo studio (Gs) Rotstein et al.15 20 (uomo) Devereux et al.16 23 (uomo) Tipo esercizio Luogo Durata Risultati Gruppo controllo (Gc) 10 (uomo) 24 (uomo) Test Aerobico, Israele postura, potenziamento muscolare, flessibilità 7 mesi Riscaldamento Australia stretching, aerobico, Tai Chi, forza, postura, andature, propriocezione equilibrio 10 settimane Inizio Fine BMD§ colonna Gs = 1.11±0.157 lombare (g/cm2) Gc = 1.11±0.233 Gs = 1.12±0.165 Gc = 1.08±0.215 BMC (g) Gs = 45.13±7.77 Gc = 45.95±12.55 Gs = 45.38±7.57 Gc = 44.13±12.10 Step Gs = [Left] 13.0±3.6 Gs = [Right] 13.3±2.8 Gc = [Left] 15.6±3.4 Gc = [Right] 15.4±3.3 Gs = [Left] 15.6±3.2 Gs = [Right] 15.8±3.4 Gc = [Left] 15.6±3.3 Gs = [Right] 15.8±3.3 Physical function Gs = 60.6 ± 24.0 Gc = 67.1 ± 23.3 Gs = 64.6 ± 23.0 Gc = 63.4 ± 20.5 Physical role Gs = 42.4 ± 44.9 Gc = 56.5 ± 40.7 Gs = 56.5 ± 45.4 Gc = 56.5 ±45.3 Bodily pain Gs = 55.6 ± 63.5 Gc = 62.9 ± 24.1 Gs = 63.5 ± 23.0 Gc = 66.4 ± 24.9 General health Gs = 62.7 ± 15.1 Gc = 61.6 ±19.0 Gs = 59.8 ± 15.1 Gc = 62.4 ± 7.8 Vitality Gs = 58.8 ± 21.1 Gc = 58.5 ± 18.6 Gs = 68.9 ±17.0 Gc = 56.5 ±21.7 Social function Gs = 73.4 ± 26.2 Gc = 83.7 ± 22.1 Gs = 88.6 ± 8.0 Gc = 84.8 ± 23.8 Emozional role Gs = 63.6 ± 43.5 Gc = 69.7 ± 42.3 Gs = 80.3 ± 32.0 Gc = 71.2 ± 41.5 Mental health Gs = 75.9 ± 17.5 Gc = 79.9 ± 15.2 Gs = 85.6 ± 10.6 Gc = 79.5 ± 17.6 MFES No differenze Ay et al.17 24 Gs1 23 (uomo) (uomo-nuoto) 24 Gs2 (uomo-Es gravitazionale) Gs1 salti, Turchia camminata, nuoto, stretching. Gs2 stretching, salti, camminata 6 mesi BUA^ (dB/MHz) Gs1 = 34.5 ± 8.82 calcagno Gs2 = 37.3 ± 12.45 Gc = 38.4 ± 9.12 Gs1 = 35.6 ±11.21 Gs2 = 38.9 ± 9.09 Gc = 37.9 ± 8.96 Melton et al.18 6 Gs1 (ratto) 6 Gs2 (ratto) 6 Gc1 (ratto) 6 Gc2 (ratto) Aerobico (nuotointensità incrementale) USA 6 settimane BMD (g/cm3) Gs1 = 1.6201 ± 0.01 Gs2 = 1.5813 ± 0.01 Gc1 = 1.5632 ± 0.01 Gc2 = 1.5282 ± 0.01 Huang et al.19 9 Gs1 (ratto-corsa) 10 Gs2 (ratto-nuoto) 10 (ratto) Gs1 Aerobico (corsa) Gs2 Aerobico con sovraccarico 2% (nuoto) Giappone 8 settimane BMD tibia (g/cm2) Total Gs1 = 0.109±0.004 Gs2 = 0.104±0.008 Gc = 0.105±0.003 Prox Gs1 = 0.128±0.006 Gs2 = 0.115±0.010 Gc = 0.120±0.007 Diafi Gs1 = 0.101±0.004 Gs2 = 0.098± 0.007 Gc=0.096±0.005 Dist Gs1 = 0.096±0.008 Gs2 = 0.096±0.014 Gc = 0.097±0.008 BMD femore (g/cm2) Total Gs1 = 0.133±0.004 Gs2 = 0.132±0.004 Gc = 0.133±0.005 Prox Gs1 = 0.133±0.005 Gs2 = 0.132±0.007 Gc = 0.136±0.004 Diafi Gs1 = 0.124±0.007 Gs2 = 0.125±0.005 Gc = 0.120±0.007 Dist Gs1 = 0.146±0.006 Gs2 = 0.139±0.006 Gc = 0.141±0.007 BMD femore (g/cm2) Gs = 0.199* ± DA* Gc = 0.18 ± DA Hart et al.20 8 (ratto) 9 (ratto) Aerobico (nuoto) Giappone 12 settimane segue C. Frangella et al.: Attività motoria adattata nella prevenzione secondaria dell’osteoporosi segue Tabella 2. Evidenze scientifiche che valutano un protocollo di esercizio in acqua in studi nell’uomo e nell’animale. Bibliografia Numero soggetti Gruppo studio (Gs) Tipo esercizio 8 (ratto) Tsukahara et al.21 27 Gs1 (uomo) 30 Gc (uomo) 40 Gs2 (uomo) Swissa-Sivan et al.22 12 Gs1 (nuoto-ratto) 12 Gs2 (nuoto & prend-ratto) 9 (ratto) 14 (nuotoratto) Durata Risultati Gruppo controllo (Gc) Hart et al.20 Swissa-Sivan et al.23 Luogo 14 (ratto) Test Aerobico (nuoto) Fine Gs = 0.199* ± DA* Gc = 0.18 ± DA 12 settimane BMD femore (g/cm2) Nuoto, Giappone camminata, salti, ginnastica dolce 1 anno BMD colonna lombare (g/cm2) Gs1 = 0.806±0.017 Gs2 = 0.780±0.035 Gc = 0.783±0.017 Gs1 = 0.810±0.021 Gs2 = 0.784±0.032 Gc = 0.762±0.016 12 Gc1 (ratto) 12 Gc2 (prend-ratto) Israele 10 settimane BMC L4-L5 (g/cm2) Gs1 = 0.236 ± 0.006 Gs2 = 0.225 ± 0.005 Gc1 = 0.204 ± 0.005 Gc2 = 0.202 ± 0.008 BMD omeroprox# (g/cm3) Gs1 = 1.40 ± 0.02 Gs2 = 1.30 ± 0.03 Gc1 = 1.30 ± 0.004 Gc2 = 1.20 ± 0.03 Gs1 = 1.40 ± 0.08 Gs2 = 1.30 ± 0.09 Gc1 = 1.30 ± 0.15 Gc2 = 1.20 ± 0.1 BMD omerodist+ (g/cm3) Gs1 = 1.60 ± 0.02 Gs2 = 1.53 ± 0.02 Gc1 = 1.48 ± 0.02 Gc2 = 1.53 ± 0.04 Gs1 = 1.60 ± 0.05 Gs2 = 1.53 ± 0.15 Gc1 = 1.48 ± 0.06 Gc2 = 1.53 ± 0.1 Aerobico con sovraccarico 2% (nuoto) Giappone Inizio Aerobico con sovraccarico 2% (nuoto) Israele 12 settimane BMD omeroprox (g/cm3) Gs = 1.46 ± 0.03 Gc = 1.365 ± 0.03 BMD omerodist (g/cm3) Gs = 1.53 ± 0.03 Gc = 1.377 ± 0.03 BMC omeroprox (g/cm2) Gs = 0.160 ± 0.006 Gc = 0.143 ± 0.003 BMC omerodist (g/cm2) Gs = 0.196 ± 0.005 Gc = 0.180 ± 0.006 § BMD, densità minerale ossea; * DA, dato assente; ^ BUA, broadband ultrasound attenuation; # prox, prossimale; + dist, distale. Tabella 3. Regioni cromosomiche potenzialmente associate allo sviluppo dell’osteoporosi. Cromosoma Gene candidato Pathway e funzione molecolare 4 OPN 5 ITGA1 8 OPG RANK/RANKL/OPG pathway: regola la formazione, la differenziazione e l’attivazione degli osteoclasti 6 ESR1 Estrogeno endocrino: regola la massa ossea Rivadeneira et al.27 11 LRP5 Regola la formazione degli osteoblasti e la formazione dell’osso Duncan et al.28 17 SOST Proteina prodotta quasi esclusivamente dagli osteociti che inibisce la formazione dell’osso 18 RANK RANK/RANKL/OPG pathway: regola la formazione, la differenziazione e l’attivazione degli osteoclasti 13 RANKL RANK/RANKL/OPG pathway: regola la formazione, la differenziazione e l’attivazione degli osteoclasti 12 SP7 16 ClCN7 17 COL1A1 Proteina della matrice extracellulare: forma una parte integrale della matrice mineralizzata Referenze Richards et al.26 Recettore per il collagene Fattore di trascrizione coinvolto nella differenziazione degli osteoblasti Timpson et al.29 Canale voltaggio dipendente altamente espresso negli osteoclasti Pettersson et al.30 Codifica per il collagene, proteina che forma parte della matrice organica dell’osso Ralston et al.31 169 170 Recenti Progressi in Medicina, 103 (4), aprile 2012 l’anno: il 70% si manifesta dopo i 74 anni e l’incidenza delle stesse aumenta progressivamente con l’età; si registrano incrementi anche del 20% dopo gli 85 anni. Almeno 1,5 milioni di donne italiane di età superiore a 50 anni presentano una frattura vertebrale e circa un milione di fratture è di natura osteoporotica; poiché solo una frattura vertebrale su tre è evidenziata clinicamente, l’incidenza è tre volte maggiore di quanto rilevato7. Le fratture all’anca (a differenza di quelle a carico delle vertebre o del polso) nella maggior parte dei casi hanno come conseguenza un ricovero ospedaliero ed un intervento chirurgico, con rilevanti conseguenze sull’economia sanitaria. Ad Figura 3. Principali elementi che possono contribuire a realizzare uno screening sulla base delle eviesempio, in Slovacchia, la denze scientifiche e delle nuove prospettive offerte dalle applicazioni di tecniche di AMPA. durata media di degenza ospedaliera a seguito di una frattura dell’anca è di 8 giorni, di 13,9 in Francia e di 26 nel Regno Unito, con Si stima che il genoma umano sia caratterizzacosti di ricovero rispettivamente di 38 €, 720 € e 426 to da circa 20 milioni di polimorfismi e che solo una €/ per giorno1. frazione di questi (un massimo di 2-4,5 milioni) è stata analizzata in termini di funzionalità genetiUno degli obiettivi prioritari è quello di svilupca. Per quanto concerne l’osteoporosi, per esempio, pare, attraverso azioni sinergiche, strategie presu uno studio di circa 0,5 milione di SNPs (Single ventive e trattamenti appropriati individualizzati. Nucleotide Polymorphism), è risultata un’associaUna strategia preventiva secondaria è rappresenzione, con p-value < 1,0-08, in circa il 0,005% delle tato dall’applicazione di un protocollo di intervenvariazioni analizzate27. to multi- ed interdisciplinare, da eseguire in modo integrato secondo progetti riabilitativi individuaSulla base delle recenti acquisizioni, l’intervenlizzati, protocollo costituito da programmi oriento preventivo motorio può svolgere un ruolo riletati ad aree specifiche di intervento: equilibrio vante all’interno di un approccio multidisciplinare. osteometabolico, funzioni motorie, postura, coorIn figura 3 vengono riassunti schematicamente i dinazione motoria, mobilità articolare, deambulaprincipali elementi che possono contribuire a reazione, qualità della vita. Tali interventi vanno inlizzare uno screening sulla base delle evidenze tegrati in un approccio biopsicosociale. Soggetti scientifiche e delle nuove prospettive offerte dalle con uno stile di vita prevalentemente sedentario applicazioni di tecniche di Attività Motoria Prerisultano più esposti alle fratture all’anca rispetventiva e Adattata (AMPA). to alla popolazione più attiva. Ad esempio, le donne che trascorrono sedute oltre nove ore al giorno, Considerazioni hanno una probabilità del 50% superiore di fratturarsi l’anca rispetto a quelle che rimangono seL’osteoporosi è un disordine multifattoriale deldute per un periodo di tempo inferiore a sei ore al lo scheletro e l’invecchiamento della popolazione lo giorno. rende uno dei maggiori problemi di sanità pubblica nei paesi occidentali. La patologia risulta tre volte più comune nelle donne rispetto agli uomini, sia perché queste presentano un picco di massa ossea MINERALIZZAZIONE ED ESERCIZIO FISICO più basso sia per i cambiamenti ormonali cui vanno naturalmente incontro durante la menopausa1. La funzione principale dell’osso è quella di fornire la resistenza meccanica per la locomozione e protezione; di conseguenza, la massa ossea e l’arIL CONTESTO EPIDEMIOLOGICO E DI SANITÀ PUBBLICA chitettura sono regolati per controllare le tensioIn Italia, nelle donne di oltre cinquanta anni di ni prodotte da carichi meccanici e l’attività muetà, si verificano più di 38.000 fratture femorali alscolare. C. Frangella et al.: Attività motoria adattata nella prevenzione secondaria dell’osteoporosi La diminuzione della massa ossea, in particolare nelle donne in post-menopausa, porta ad una diminuzione dell’integrità strutturale e ad un aumento del rischio di fratture. La massa ossea risulta superiore negli atleti che competono in gare di forza e potenza, come il sollevamento pesi ed i saltatori, rispetto ad atleti coinvolti in attività sportive meno pesanti. L’esercizio fisico sembra essere più efficace durante la crescita: in alcuni studi clinici il guadagno medio del contenuto minerale osseo (BMC) e della densità ossea (BMD) è dell’ordine del 2-5% all’anno. Altri studi dimostrano come il guadagno netto di BMD dopo alcuni specifici interventi di esercizio fisico tra gli anziani sia più modesto, evidenziando che il miglioramento è di circa 1-3% all’anno. Tuttavia non è ancora chiaro se gli effetti positivi possano essere mantenuti per tempi più lunghi. Con la terapia farmacologica, quale l’utilizzo di estrogeni e bifosfonati, il guadagno netto di BMD è nell’ordine del 2-6%32. Anche se l’esercizio aerobico è importante per la salute globale dell’individuo, l’esercizio di resistenza alla forza rispecchia meglio le regole di base dell’adattamento osseo e gli effetti sito-specifico dell’attività fisica, gli effetti favorevoli a mantenere o migliorare la massa e l’architettura ossea; può quindi, essere sicuro e fattibile per le persone anziane, se adattato alle loro capacità e funzionalità. Appropriate tipologie di allenamento possono ridurre il rischio di cadute e la gravità delle lesioni da caduta, costituendo anche una terapia potenziale per migliorare la capacità funzionale e la qualità della vita nei soggetti osteoporotici33. Attualmente non è semplice fornire regole universali sulla posologia esatta dell’esercizio efficace (tipo, intensità, durata; composizione, frequenza ed intervallo delle sedute), e quali siano gli esercizi che permettano di migliorare il potenziale osteogenico7,34. Tuttavia l’American College of Sport Medicine fornisce le linee guida per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi, focalizzando l’attenzione su un programma di attività motoria basato fondamentalmente su esercizi di tipo aerobico, di forza, di flessibilità e di funzionalità. Un aspetto interessante è relativo all’attività in acqua, per la quale non è stato presentato un protocollo comprendente come unica attività il nuoto, bensì un protocollo di esercizi misti, comprendenti anche attività podistica, salti, potenziamento muscolare e stretching. Alcuni studi effettuati sui ratti non hanno preso in considerazione il nuoto naturale ma hanno considerato protocolli di nuoto con carico. Il corpo dei ratti era stato infatti appesantito da un carico pari al 2% della propria massa corporea. In un altro studio si evidenzia l’effetto positivo di un protocollo di esercizio in acqua applicato a soggetti con osteopenia e/o osteoporosi per 12 mesi. In esso i soggetti del gruppo di esercizio hanno mantenuto lo stesso grado di BMD rispetto all’inizio del programma, mentre i membri del gruppo di controllo hanno manifestato un decremento. Anche dallo studio di Ay et al.17 si rilevano risultati positivi; si è notato un miglioramento delle capacità meccaniche delle ossa ed anche un incremento di alcuni ormoni in circolo come IGF-1, GH e della calcitonina. Inoltre, paragonando un protocollo di esercizio acquatico con uno svolto su terra, si può concludere che l’uso più marcato delle braccia contro la resistenza dell’acqua può aver contribuito ad un aumento della BMD a livello del polso nel gruppo che seguiva il programma motorio in acqua rispetto a quello che lo faceva su terra. Tuttavia, nello studio della fondazione IOF2 non si trova lo stesso riscontro positivo sulla gestione dell’osteoporosi con l’esercizio in acqua, e si sottolinea come l’argomento sia ancora controverso e necessiti di ulteriori ricerche. Conclusioni Diversi studi sostengono il valore aggiunto di un programma di attività motoria (svolto anche in acqua), ponendo l’accento sul miglioramento della qualità della vita, di autonomia e di autostima. Soggetti che praticano attività motoria in acqua si sentono più protetti dal rischio di cadute e più sicuri nell’effettuare una tipologia di esercizi che altrimenti non si sentirebbero in grado di praticare. Un protocollo di lavoro in acqua sviluppato su esercizi diversificati, con e senza l’utilizzo di attrezzi – esercizi di rinforzo muscolare globale e specifico per alcuni distretti corporei, esercizi di salto ed esercizi in grado di migliorare la mobilità articolare – può rappresentare un efficace potenziale preventivo. L’AMPA può svolgere un ruolo sinergico con le varie discipline verso una più ampia comprensione e prevenzione secondaria dell’osteoporosi. Bibliografia 1. World Health Organization Scientific Group. Prevention and management of osteoporosis. 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