SISTEMA INTIMO E PERIODICO

Transcript

SISTEMA INTIMO E PERIODICO
SISTEMA INTIMO E PERIODICO
Di Enzo Ronco
I miei sudati studi scientifici mi hanno trascinato in più occasioni al cospetto di argomenti di
insidiosa comprensione e talvolta così estranei alle mie intimità, da indurmi ad escogitare rapidi
stratagemmi dolciastri necessari ad affrontare la prova l'indomani insieme ai miei compagni di
studio ben più determinati. Studenti egregi, dotati del guizzo dell'intuizione, locomotive incessanti
senza vane soste a far festa tra un esame e l'altro come purtroppo solevo far io, si laurearono con
tutte le lodi del caso.
Ancora a distanza di anni però, continuo a ricordarli dubbioso, più che convinto che sia un limite
circoscrivere l'attitudine personale per una costola della conoscenza, tuffandosi a peso morto in uno
studio universitario forse un po' troppo settoriale. La Scienza deve condurre a maggior ragione_
anche verso gli studi umanistici, in modo da far luce, oltre che sull'essenza dei fenomeni, anche su
ciò che li lega alla realtà viva.
Della vita parlo, e se parlo della vita parlo anche della chimica.
Al mio primo impatto con la struttura tridimensionale di una molecola relativamente semplice come
l'etano ad esempio, ci fu da comprendere come il legame trai due carboni potesse ruotare e variare
così alcune caratteristiche energetiche della molecola.
Che vorrà dire?
Beh, a guardarla bene, non è altro che un cavallino dalle zampe ben tese e dalla coda ritta in alto.
Tutto lì, basta poco a farsene un'idea, con un atomo di idrogeno stretto trai denti, un altro legato in
punta alla coda e gli altri quattro fissati agli zoccoli. I due carboni poi, magari uno ben in vista sui
pettorali, l'altro sul sedere. Ed il gioco è fatto.
Poi, se si desidera eventualmente far ruotare il legame trai due atomi di carbonio, il cavallino non
deve fare altro che adattarsi ad una torsione magari un po' innaturale per lui, ma che rende bene
l'idea: dalla vita in giù il corpo va, come dire, ribaltato, con le zampe posteriori dritte in alto e la
coda a toccare terra. Spaventoso, ma non si è fatto nulla, non temete. Il mio era un gioco, per colpire
qualche ragazza in nome della scienza, niente più.
Poi la Cromatografia, ecco un altro degli scogli insidiosi, Scilla e Cariddi in agguato sullo stretto.
La Cromatografia credo non sia altro che un insieme di metodi d'analisi attraverso i quali è possibile
separare una miscela di sostanze, .facendo loro attraversare un percorso affine più a qualcuna che
alle altre, in modo -che queste escano dal percorso in tempi diversi e possano essere così
riconoscibili e dosabili.
Per averne ragione feci scendere ai miei amici più cari le scale di un grande condominio cittadino.
Popolai ogni appartamento soltanto con inquilini di sesso maschile, dal fisico prestante e
dall'interiorità leggera, poi diedi il via all'esperimento.
Scendendo le scale, i miei amici maschietti un po' progressisti ignorarono i condòmini addirittura
sbeffeggiandoli, fino a uscire in fretta per starsene giù da basso a fumare. Le ragazze invece,
iniziarono piano piano a separarsi tra loro, intrattenendosi sulla porta con i fustacchioni.
La mia amica A, un po' più intellettuale, si stancò presto del linguaggio del corpo e uscì dal portone
qualche minuto dopo i ragazzi.
Già separata dalle altre, quindi.
B
invece, aperta a tutti i connubi, intravide F. dalla porta socchiusa intento a specchiarsi
vanitoso. Entrò giusto per qualcosa da bere e per un bacio sulla guancia. Niente di che, e niente di
impegnativo certo, ma quanto basta per aspettarla giù dopo A.
E' C che mi diede dei grattacapi. Lei dei libri se ne sbatte, e pure dei film impegnati. Quindi niente
di meglio che un giovane dall'aspetto statuario tutto per lei.
Si, vabbè C, dai. Ricordati che c'è gente che aspetta.
Quella non cambierà mai. Uscì un'ora dopo, sbattendosene di noi.
Io però l'attesi entusiasta tra il borbottio generale, l'esperimento ebbe successo e potei sperare in un
riconoscimento dalle alte vette della scienza.
Lo stesso condominio mi servì ancora per un modello surreale, adatto così bene a rappresentare gli
orbitali dello ione idrogeno.
Un condominio deserto, tutto per un solo abitante, l'elettrone, che passa gran parte del tempo ad
annoiarsi al primo piano. Ma quando alla porta si presenta la fidanzata un po' sofisticata, sale con lei
ai piani superiori, dove ha arredato lussuosi ambienti per dar sfogo a fantasie prima celate dal
pudore: armadietti che custodiscono bottiglie di Borgogna, tappeti tigrati, filodiffusione e tavole di
Picasso e Guttuso.
Felici, esausti ed appagati quindi. Da trovare l'idea, all'apice della passione, di salire abbracciati fin
sul terrazzo dell'ultimo piano a guardare il mondo ventoso.
E magari liberarsi in volo.
Ho decine di altri accostamenti, ma quasi tutti fanno parte della sfera a luci rosse e quindi preferisco
tenerli in serbo per allegre serate con amici. Posso però dire che sono colpito, nonostante la
volgarità, da quanto siano vicini al vero.
Trovo davanti a me una chimica umana, spietatamente umana: Atomi prepotenti che desiderano con
ardore estremo gli elettroni, tanto da strapparli con violenza ai compagni della stessa molecola
finendo col romperla. Affinità ed amore tra due atomi, odio estremo tra altri.
Spietata, ma_appassionante, la chimica. Coinvolgente addirittura, davanti alle difficoltà che
incontrano le sostanze durante il percorso di_ reazione, nella ricerca del valico più agevole quasi
fosse la reazione una ripida montagna.
Non so quanto sia questa la mia strada, ma è entrata in me così tanto, da avermi reso cinico ed
appassionato allo stesso tempo. Che sia immerso negli odori dei campi, al cospetto del miracolo
della fermentazione del mosto, o intento al gusto delle caramelle più languide, provo turbamento,
paura e meraviglia.
Gli amori, persino loro. Cerco ormai di darne spiegazione grazie agli equilibri fisiologici e
all'effetto di tali concentrazioni di sostanze attive, da essere di difficile e lunga metabolizzazione.