Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno perché

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Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno perché
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno è presente in oltre 200 nazioni riconosciute dall’ONU.
Pur essendo una chiesa di minoranza è cattolica.
È sorta negli Stati Uniti d’America a metà del XIX secolo a seguito di un risveglio religioso che ha
avuto le sue ripercussioni in Europa e anche nell’America latina. I suoi padri fondatori hanno
creduto fortemente nel messaggio profetico della Scrittura ereditando la corretta comprensione di
questo aspetto della Bibbia da chi, nel corso dei secoli, ne ha fatto oggetto di studio e di riflessione
(vedere la nostra opera Quando la Profezia diventa Storia).
La Riforma protestante ha voluto ricondurre la cristianità all’origine della sua storia, ma avendo
conservato il compromesso costantiniano di essere chiesa di stato o di maggioranza, quindi non
confessante, pur avendo segnato la storia della Chiesa non ha fatto il salto qualitativo sperato. A
partire da quel momento altri movimento, continuando lo spirito della Riforma e dei pre-riformatori
del Medio Evo, hanno dato origine a variegate espressioni di fede che hanno prolungato la propria
esistenza nei secoli e hanno generando a loro volta altre chiese, che hanno anche caratterizzato
momenti particolari della storia, motivate sempre dal ritornare alla fede dei padri, «alla sana
dottrina», usando una espressione di Paolo, agli insegnamenti della Chiesa apostolica.
La Chiesa avventista – crede l’autore – è la realizzazione di questa volontà di fede e la sua dottrina
ne è la dimostrazione.
Adelio G. Pellegrini
CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA
DEL 7° GIORNO
Perché ?
A Stefano e Daniele,
papà e mamma
hanno vissuto nella Chiesa del Signore,
siete nati durante il loro servizio nella Chiesa,
continuare la strada,
ci troveremo alla fine della via.
Adelio G. PELLEGRINI
La CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA
del 7° GIORNO
Perché?
INTRODUZIONE
La spiritualità è una caratteristica della personalità umana. In questa
sfera germogliano i valori, le aspirazioni, gli ideali, la coscienza, il
senso della vita, il mistero del creato, dell’universo, dell’esistenza, della
vita, la fede, la speranza, esprime l’ammirazione e lo stupore dell’essere
di fronte al mistero, all’insondabile, al percepibile e impercettibile, al
tutto, all’infinito, all’invisibile.
Nel nome della spiritualità dal XIX secolo sono sorte in Europa dei
filosofi che hanno fatto scuola e hanno creato degli orientamenti di
pensiero. La spiritualità trascende i concetti, le contrapposizioni dialettiche e speculative, che esprimono la grandezza dell’uomo nella sua
analisi per spiegare l’insondabile. La si riscontra in tutte le culture e in
tutti i popoli. È l’elemento che unisce e caratterizza l’umanità, sia quella
che osserva il microcosmo e cerca di conoscere le leggi del ma crocosmo, ma anche di chi è all’oscuro di queste realtà dell’infinitamente
piccolo e dell’infinitamente grande e forse neppure sa che la conoscenza
è senza limiti, ma nell’osservare la luce dell’alba, i colori del tramonto,
gli occhi di un bimbo, i misteri della vita, la forza dell’amore, la donna
che ama, si commuove, canta e ha sentimenti di lode, ammirazione,
emozione, gioia.
La spiritualità pone l’uomo all’ascolto del mistero, dell’invisibile,
dell’assoluto, fa sentire la grandezza dell’uomo di fronte a qualcosa che
gli è ancora più grande e vorrebbe l’uomo libero da tutto ciò che lo
condiziona.
La spiritualità influenza le molteplici espressioni dell’uomo nelle
molteplici manifestazioni dell’arte, il vivere sociale, l’economia, la
politica e la morale.
Non c’è conflitto tra scienza e spiritualità. La scienza si occupa del
processo empirico. La spiritualità ha una influenza sull’uomo scienziato.
Gli scienziati nell’assecondare la spiritualità possono comprendere la
scienza in un modo più alto. Gli scienziati hanno una grande spiritualità.
La spiritualità apre agli scienziati grandi e nuove possibilità per la
ricerca. La scienza con indica i confini tra il bene e il male.
La spiritualità sfocia nella codificazione dei valori e la religione è la
conseguenza della spiritualità. È perché l’uomo ha nel proprio
Introduzione
patrimonio genetico la spiritualità diventa un essere religioso,1 cioè
stabilisce le regole, le norme per relazionare con colui dal quale tutto
viene e nel quale è immerso e vive.
Se la spiritualità può corrispondere alla madre che ama il proprio
figlio, la religione esprime il modo in cui questo amore-spiritualità viene
espresso vestendolo, nutrendolo, curandolo, educandolo. Le madri
discutono come meglio crescere i propri figli, alcune si difendono, altre
accusano. Come le madri pensano che il proprio modo sia quello giusto
e fanno osservazioni su quello che fanno le altre, creano, agendo in
questo modo, delle barriere, così le religioni hanno elevato steccati e nel
contrapporsi dei popoli sono anche scomparsi.
La spiritualità è privata, la religione è pubblica. Come conseguenza
la religione può snaturare la spiritualità, ma anche farla esprimere nella
sua pienezza.
Gli antropologi riconoscono che la spiritualità e la religiosità sono
sempre state manifestate dall’uomo e anche le espressioni artistiche
siano state influenzate da esse.
È pressoché impossibile trovare una definizione di religiosità e
spiritualità che soddisfi gli studiosi, così e altrettanto impossibile che ci
sia un accordo sul senso della religiosità. Le migliori definizioni che
siano state coniate hanno risentito del tempo e ancora prima che sia
passata la generazione che le ha espresse sono state corrette e
contraddette.
È perché l’uomo è un essere spirituale che è diventato un essere
religioso.
Fin dall’antichità la religione è stata considerata il legame della
persona alla pietà, all’invisibile. Il religioso conosce le regole, gli atti
che permettono questa unione. L’espressione religiosa e profana del
vivere sono inscindibile nell’uomo. Nel processo degenerativo il
religioso è diventato colui che si è distaccato dalle cose quotidiane,
considerate profane, per esprimere solo le religiose e vive delle
necessità “profane” grazie al lavoro dei profani. Ma nella veridicità il
religioso non è altro che l’uomo che esprime appieno la propria
1
Anche l’essere areligioso esprime religiosità. Rifiuto di quella esistente per
un’altra modo di credere.
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La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Introduzione
personalità. La religiosità è un aspetto della persona, la cui mancanza
non esprime la propria pienezza.
La spiritualità porta l’uomo a rispondere agli interrogativi che il
proprio essere pone e a percepire il trascendente, l’invisibile.
Il bisogno di spiritualità in Occidente è molto forte all’inizio del
XXI secolo, anche perché per diversi decenni del secolo scorso si sono
suonate le campane a morto per Dio e recitato i requiem su di lui.
L’uomo affacciato alla finestra dell’infinito si rende conto che anche la
propria campana sta suonando e non pochi sono coloro che stanno
recitando il requiem sul futuro dell’umanità a causa dell’abitat.
Nell’esprimere la propria spiritualità tramite la religione l’umanità
ha percorso due strade che spesse volte si sono intersecate, confuse ma
comunque per loro natura separate. In una, l’uomo ha cercato di capirsi,
trovarsi ed elaborando la propria memoria ha creato cosmogonie, miti
giungendo a partorire anche dio, inventandoselo, immaginandoselo,
costruendoselo; nell’altra, ha cercato di conservare il proprio passato
rendendosi disponibile ad ascoltare l’Invisibile. I primi sono dispersi
nell’universo, consapevoli sì di un inizio, ma perduti nel silenzio di Dio
lo hanno proiettato da loro stessi. Non ci si presenta come inviati
dall’Assoluto, tutt’al più ci si considera illuminato,2 dopo una riflessione
2
Sakyamuni conosciuto nella storia come Budda è uno di questi illuminati,
senz’altro il più conosciuto. «Il contrasto di natura fra l’illuminazione del Buiddha
e la rivelazione profetica è abissale: il profeta biblico viene cercato da Dio e spesso
faticosamente convinto a diventare suo portavoce. Dio litiga con Mosè per
convincerlo, insegue Giona sin nel fondo del mare, cerca Amos dietro al gregge,
convince a fatica Isaia, convince Geremia che poi dirà fiero e sconsolato: “Tu
m’hai persuaso, o Eterno, e io mi sono lasciato persuadere… Maledetto sia il
giorno ch’io nacqui” Geremia 20:7,14. Altre versioni traducono: “Signore, tu
m’hai sedotto!”
Nella rivelazione biblica è Dio che ama l’uomo, che cerca il profeta, che offre
un messaggio di rivelazione, di speranza e di salvezza.
Nell’esperienza di Gauthama abbiamo esattamente il percorso contrario: è
l’uomo che cerca, è l’uomo che scopre qualcosa dentro di lui… Al centro del piano
della salvezza cristiana c’è Dio; al centro della salvezza buddista c’è l’uomo. Gesù
è Dio che si fa uomo; Budda è un uomo che diviene dio. “Questa liberazione non
ha luogo per l’intervento o l’aiuto di un dio o di dèi, ma avviene mediante la forza
propria dell’uomo” AA.VV., Cristo e le religioni del mondo, vol. III, a cura di F.
KÖNIG, Marietti, Torino 1967, p. 670. Il N.T., con i suoi 23 libri, è una
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Introduzione
più o meno lunga nel tempo, di aver capito, risolto, saliti sull’Olimpo e
aver trovato la risposta. In contrapposizione c’è chi ha conservato
quanto è stata detto e a loro volta hanno ascoltato il Dio che parla e così
«sin dalle prime pagine della Bibbia ci viene incontro un Dio che crea
per amore e in vista della libertà. Un Dio etico che propone all’uomo, e
per tutti gli uomini, un patto, un’alleanza, cioè una relazione di fiducia e
d’amore illuminata dall’insegnamento (la legge) che scaturisce dalla
giustizia e dalla misericordia di Dio che ha come fine la felicità
dell’uomo, di tutti gli uomini».3
documentazione che i discepoli del Cristo ci hanno lasciato, come testimoni oculari
e ascoltatori diretti, o loro stretti collaboratori… Quanto si affronta lo stesso
problema riguardo a Budda incontriamo un quadro assolutamente diverso che non
offre la minima certezza sui caratteri reali della sua personalità e della sua
dottrina…
Gesù non ha fondato la sua religione solo sul suo insegnamento, ma sulla sua
resurrezione… Secondo tutti i documenti neotestamentari, non vi sarebbe stato
nessun cristianesimo senza la risurrezione, perché il cristianesimo sarebbe morto
sulla croce con il suo fondatore quel venerdì di Pasqua del 31 d.C. Il cristianesimo
nacque nei giorni dell’incontro con il risorto e si diffuse rapidamente e con forza»
RIZZO Rolando, La novità del Cristo, in AA.VV., Spiritualità fra oriente e
occidente, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Firenze 1996, pp. 139,140,143,146.
3
RIZZO Rolando, Le vie di Dio: rivelazioni e libri sacri, in AA.VV.,
Spiritualità fra oriente e occidente, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Firenze 1996, p.
126.
«La passione di Dio per l’uomo universale è assolutamente estranea ai Veda e
a tutte le presunte rivelazioni delle antiche religioni.
Sergio Quinzio scriveva: “L’amico induista che mi ha fatto conoscere il
Poema dell’ammirabile mi ha chiesto perché amo Dio e ha trovato del tutto
inaccettabile la mia risposta: ‘Lo amo perché è misericordioso’. Allora mi ha
suggerito di leggere il poema di Kareikkalammeyar, perché imparassi che Dio si
ama perché è Dio, l’inconoscibile Uno, e non perché è conforme al nostro
desiderio che lo vorrebbe buono e misericordioso verso di noi. Amare Dio perché è
misericordioso – mi ha detto – non vuole dire amare Dio, ma amare noi stessi
nell’idea interessata che abbiamo di lui.
Ma io sono rimasto convinto che amare Dio solo perché è Dio significa
semplicemente sottostare alla sua strapotenza, obbedire insomma alla brutale
necessità che ci obbliga a sottometterci a ciò che è più potente di noi; mentre
amarlo perché è misericordioso significa essere conformi alla sua volontà che ha
posto noi, a sua immagine e somiglianza, il bisogno e la speranza della
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La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Introduzione
In queste opposte posizioni il tempo viene visto in due prospettive
diverse. Nella prima viene annullato, in quanto c’è un costante ritorno
nel quale il vivere è una continua espiazione del vissuto precedente, del
quale non si conserva la memoria, malgrado i tentativi di fissare delle
regole con le quali giustificare il presente come conseguenza di ciò che
si è stati precedentemente.4 Vittorio Fantoni scrive che l’oriente colloca
«l’uomo in un ciclo eterno, in un universo che tutto accoglie e annulla,
cancellando tempo, storia e memoria nella consolazione di essere parte
di un divino che tutto pervade e identifica».5 Nella seconda prospettiva
che ha in parte caratterizzato l’occidente, patrimonio dell’umanità è
la la cultura ebraico-cristiana, l’individuo è al centro della
creazione è un essere irripetibile e unico nel tempo e
nell’eternità.
Le due concezione sono diametralmente opposte, antitetiche, inconciliabili, anche se la prima ha influenzato la seconda.
Scrive a tale proposito Suzanne de Diétrich: «La storia della
salvezza, nella Bibbia, è compresa tra due visioni che
costituiscono il prologo e l’epilogo del dramma dell’uomo: la
visione del Paradiso perduto e la visione della Città di Dio.
Sono quasi due finestre aperte sull’eternità: la rivelazione di ciò
che sarebbe potuto essere se l’uomo non si fosse separato da
Dio; la rivelazione di ciò che sarà allorché il Signore avrà
compiuto la sua opera di redenzione e l’umanità pacificata
misericordia, insegnandoci a chiederla per noi e a darla agli altri”. QUINZIO
Sergio, Il silenzio di Dio, Mondadori, Milano 1993, p. 45.
Mi commuovono le ragioni di Quinzio, ma io lo amo perché quel po’ di amore
verso gli esseri umani che riesco ad avere, l’ho imparato da lui e lo vedo compiuto
e sublimato in Gesù: l’unico essere mai esistito moralmente in grado di costruire
un universo che sarei capace di amare senza riserve». R. Rizzo, Le vie…, pp.
128,129.
4
La donna sterile è tale perché nella vita precedente aveva soppresso un/il
figlio. Altre aberrazioni analoghe sono a giustificazione dei paria, intoccabili e le
classi sociali ha creato.
5
FANTONI Vittorio, Il tempo e la storia: miti, certezze e paure, in AA.VV.,
Spiritualità fra Oriente e Occidente, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Firenze 1966, p.
15.
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Introduzione
risorgerà a nuova vita, felice di possedere la gioia divina... Per
il pensiero induista e per una parte del pensiero greco, il mondo
è un eterno ritorno: la ruota della storia gira come la ruota delle
stagioni, le civiltà nascono e muoiono. La rivelazione biblica ci
dice che il nostro mondo ha un senso, uno scopo, una meta: da
Dio, e per la gloria di Dio è stato creato. La storia biblica è a
senso unico: va dalla prima creazione alla nuova creazione in
Cristo...; e il suo episodio centrale è costituito dal dramma
dell’incarnazione. Ecco perché le prime pagine della Bibbia non
si comprendono se non alla luce delle ultime. Le une e le altre
costituiscono, rispettivamente, il prologo e l’epilogo del dramma del Calvario, della storia della nostra redenzione».6
Due concezioni del tempo: una ciclica e l’altra lineare. La
prima nega la storia… (perché), l’altra fa della storia il luogo
dove la vita si dibatte e prende forma, dove Dio scende per
incontrare l’uomo.
Nella prima l’uomo a causa della legge del karma ritorna nel
suo stato originario; nell’idea lineare del tempo l’essere ha la
sua origine e a causa dello squilibrio nel quale si trova cerca la
salvezza.
Due concezioni dell’uomo: uno lo fa divino, immortale
eterno, l’altro lo presenta come creatura a immagine del
Creatore voluta per vivere per sempre.
Nelle religioni tradizionali Dio si confonde con la natura,
nelle religioni storiche, Dio si rivela, entra nel tempo, nella
storia, s’incarna, diventa come uno di noi affinché l’umanità
possa realizzare il suo progetto iniziale. Il Cristo della Scrittura
è l’unico fondatore di religioni che si è identificato con la
divinità. Per la stessa Scrittura, se il Gesù di Nazaret non è chi
dice di essere, allora è un bestemmiatore ed è il nostro nemico e
anche di Dio; se è chi dice di essere allora ci si deve unire a chi
6
12
DIÉTRICH Suzanne de, Il Piano di Dio, ed. Borla, Torino 1963, pp. 12,22,23.
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Introduzione
Giovanni «vide e udì voci di molti angeli intorno al trono…, il
loro numero era di miriadi di miriadi, e migliaia di migliaia.
Essi dicevano a gran voce: “Degno è l’Agnello, che è stato
immolato, di ricevere la potenza, la gloria e la lode”. Tutte le
creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare,
e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: “A colui che
siede sul trono e all’Agnello, siano lode, l’onore, la gloria e la
potenza, nei secoli dei secoli» Apocalisse 5:11-13.
Il Gesù di Nazaret è il solo a manifestare il Signore. «La sua
consapevolezza è presentata nei Vangeli e nel Nuovo Testamento. Questa consapevolezza di rivelatore storico è anche
consapevolezza di essere stato oggetto di predizioni precise nei
libri sacri dell’Antico Testamento (cfr Giovanni 5:39; Luca
24:27; 6:35,44,51,54; 3:13). È “la Parola che è stata fatta
carne” Giovanni 1:14. “Iddio … in questi ultimi giorni ha
parlato a noi mediante il suo Figlio” Ebrei 1:3».7 I suoi
discepoli hanno avuto la consapevolezza di avere fatto una
esperienza unica e ne danno testimonianza (1 Giovanni 1:1-5).
«A differenza di tutti i fondatori di religione, qualche volta
divinizzati dai posteri, il Cristo afferma di essere la volontaria
incarnazione del mistero della divinità venuta a sacrificarsi per
la rinascita salvifica dell’uomo; egli afferma di se stesso: “IO
sono la via, la verità e la vita” Giovanni 14:6. “Io sono la
resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia vivrà”
Giovanni 11:25. “Chi ha veduto me, ha veduto il Padre”
Giovanni 14:9».8
Il colosso dai piedi d’argilla che viene sognato dal famoso re
Babilonese Nabucco, viene spiegato dal profeta Daniele. I
differenti metalli hanno trovato la realizzazione nella storia.
«La statua rappresenta, nei suoi componenti che si susseguono
7
8
R. Rizzo, o.c., pp. 133,134.
Idem, p. 136.
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Introduzione
dall’alto verso il basso, il succedersi degli imperi e dei poteri
umani, ognuno dei quali riprende qualcosa da chi lo precede ma
aggiunge caratteristiche irripetibilmente proprie... finché una
“pietra” colpisce i suoi piedi “senza opera di mano” (senza cioè
appartenere alla “storia”, ma ad “altro” che la vigila e la
fronteggia) e fa crollare il tutto: ambizioni, lotte, menzogne,
speranze, odii, amori e tutto ciò che è frutto dell’ingegno e delle
passioni umane, per cedere il passo “a un regno che sussisterà
in eterno”.
Finché l’occidente cristiano, pur nella parziale corruzione
dell’idea originale, ha mantenuto comunque questa idea, la
speranza ha nutrito di consolazione la nostra civiltà.
Ma da quando la storia, prima diretta “laggiù”, ha smarrito il
motivo del suo percorso, cioè l’incontro con un Dio personale,
garante della giustizia e signore del tempo, resta solo l’incedere
veloce e irrefrenabile del tempo che non porta a nulla.
Eliminato Dio con i suoi surrogati, sull’orizzonte dell’uomo
occidentale restano la solitudine e il non ritorno.
L’uomo occidentale oggi si trova dunque in uno spazio di
nessuno: il presente non è più solidale con il passato e
polarizzato al futuro, come nella tradizione ebraico-cristiana, e
non fa ancora parte di un “tutto” divino e immortale in cui
affogare dolcemente individualità e dolore, ma è diventato,
invece, uno spazio evanescente e inospitale».9
Sebbene si assista al ritorno al fondamentalismo, anche in
ambito cristiano, si assiste anche al bisogno di spiritualità che
deve essere soddisfatto,
Scrive il teologo laico Sergio Quinzio in Il silenzio di Dio:
«Dunque, il ritorno del sacro non è affatto un ritorno alla fede
cristiana, ma è piuttosto il primo vero segno di un’età postcristiana... L’opposizione tra fede cristiana e mondo moderno
9
14
V. Fantoni, o.c., pp. 16,17.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Introduzione
sussiste, ma è l’opposizione fra due realtà appartenenti a uno
stesso orizzonte, in stretto rapporto fra loro, perfettamente
confrontabili. Le antiche civiltà statiche e senza futuro erano
costruite sul fondamento della religione cosmica, che vedeva
l’eterno nel chiuso movimento dell’identico che fatalmente
ritorna; il dinamico mondo moderno è unico e diverso nei
confronti di tutti i mondi antichi, proprio perché ha il suo
fondamento nella religione storica... Il ritorno del sacro è perciò
il conseguente, completo, radicale abbandono della prospettiva
cristiana, per ritornare a monte, alla sacralità cosmica
precristiana, pagana».10
Le religioni tradizionali, del panteismo, dell’oriente
propongono un uomo divino sottratto al tempo, che è una
dimensione illusoria; l’occidente cristiano presenta l’«uomo»
nella sua dignità di creatura, con la speranza di un destino
ultimo in cui non dover pagare più alcun prezzo alla sofferenza,
alla morte.
Parafrasando il pensiero del pastore riformato Roland de Pury a
proposito della differenza tra il cattolicesimo e il protestantesimo, si
può dire che i cattolici pensano, credono quello che vogliano, sia che
abbiano fame o soffrano di inappetenza, tutti frequentano lo stesso
ristorante, ordinano il menù che preferiscono, e nei grandi momenti
storici, quelli che servendo detengono il potere dicono sì au Maitre
de sale – al Maestro di sala; i protestanti pensano e credono quello
che vogliano e per questo vanno a mangiare quello che preferiscono
nel ristorante che ognuno sceglie.
Per questo motivo il protestantesimo si presenta diviso in
migliaia di confessioni religiose delle quali si può pensare che
nell’ecumenismo costituiscano un’armoniosa orchestra o Babilonia,
confusione. Entrambi le considerazioni esprimono delle verità.
10
QUINZIO Sergio, Il silenzio di Dio, Mondadori, Milano, 1982, p. 31.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
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Introduzione
Cosa Gesù intendeva dire quando parlava di costruire la sua
Chiesa e su chi o cosa l’ha fondata. Dopo duemila anni come si
presenta oggi questa costruzione? Rispecchia quella da lui voluta, è
ancora visibile come ai tempi degli apostoli o ha preso forma e
natura diversa? Troppe voci e gruppi si considerano i continuatori di
quella realtà originaria. Si hanno sufficienti elementi, ancora validi,
proposti dalla Scrittura che permettono di avere una soddisfacente
risposta? Questo nostro lavoro vuole rispondere.
16
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Prima parte
La Chiesa Apostolica
Capitolo I
IMPORTANZA DELLA CHIESA
La Chiesa non si costituisce come una esigenza apostolica, come
il bisogno di persone che accettando il vangelo sentono la necessità
di stare assieme. È voluta, costituita da Gesù che dice: «Io costruirò
la mia Chiesa e le porte della morte non la potranno vincere» Matteo
16:18. Colui per il quale ogni cosa esiste ha voluto e costruisce la sua
Chiesa.
Gesù è animato da un progetto straordinario. Paolo scrive:
«Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla
dopo averla purificata con l’acqua della parola, per farla comparire
davanti a sé gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti,
ma santa ed irreprensibile» Efesi 5:27.
La croce non è solo la salvezza individuale del credente, ma la
costituzione di un corpo: la Chiesa, la cui vocazione, il cui scopo ha
una dimensione cosmica. È tramite la creazione della Chiesa che
l’Eterno manifesta la sua natura all’universo, a coloro che esistevano
prima della creazione dell’uomo e perché no, anche dopo. Paolo
scrive a tale proposito: «Affinché i principati e le potenze nei luoghi
celesti conoscano oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia
sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che egli ha attuato
mediante il nostro Signore, Cristo Gesù… Facciamo sì che Cristo
abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché … siate resi capaci
di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza,
l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo
amore che sorpassa ogni conoscena, affinché siate ricolmi di tutta la
pienezza di Dio» Efesi 3:10,11, 17-19.
Come Israele era il popolo in mezzo al quale l’Eterno aveva
posto la sua dimora (Esodo 25:8) e a lui erano state affidate le sue
rivelazioni, la sua Parola (Romani 3:2), così il Signore ha costituito
la Chiesa per essere «la casa di Dio, colonna e base (sostegno) della
verità» 1 Timoteo 3:15.
Riteniamo che questo soggetto sia particolarmente importante in
un tempo come il nostro in cui non c’è più spazio per la verità, per le
I parte: la Chiesa apostolica – Capitolo I
ideologie e dove, con giusti e ingiustificati motivi, tenendo conto del
trascorso, tutto è relativizzato. Il Dio della Creazione è bandito dal
mondo e dopo Auschwitz non è più creduto Signore delle storia. I
cieli sono considerati vuoti di Dio anche se si cerca di captare segnali
di vita da parte di esseri razionali. Le chiese hanno in lui dei punti
fermi, degli ideali, di fronte alla fragilità dell’uomo che sebbene
abbia acquisito il mito per il quale tutto è possibile, ha difficoltà
nell’esprimere coerenza alla Parola di Dio e a credere alla
realizzazione che il Signore, che farà nuovamente irruzione nella
storia, costituirà su questa terra il suo Regno di giustizia e di pace.
Già l’apostolo Pietro aveva annunciato questa situazione all’inizio
della storia della Chiesa (2 Pietro 3:1-13).
Per la Scrittura non ci sono cristiani alla Robinson Crusuè. «La
Bibbia non sa nulla d’una religione solitaria» diceva Wesley. Se i
membri sono isolati geograficamente sono comunque in comunione
di spirito e costituiscono una unità con i credenti lontani. Si diventa
cristiani perché si ascolta la testimonianza di chi ha fatto l’esperienza
con il Signore, di chi prima di lui lo ha conosciuto. Accettare questa
testimonianza di fede significa inserirsi nel nuvolo di testimoni che si
è costituito attraverso i secoli (Ebrei 12:1). Il Signore ha parlato ai
profeti, agli apostoli e a Giovanni, in esilio sull’isola di Patmos, ha
rivelato le cose che avrebbero dovuto compiersi e, pur parlando al
discepolo, si rivolge alla Chiesa (Apocalisse 2:7,11,17,29; 3:6, 13,
22).
«Non c’è cristianesimo individuale. Nel secolo apostolico, non
vediamo un uomo che vive della vita cristiana, isolato dai suoi simili.
Nascere alla vita cristiana, nascere alla vita della fede, è nascere nello
stesso tempo alla vita della Chiesa… E se in apparenza, ci sono altre
strade oltre a quella della Chiesa per condurre a Cristo, dobbiamo
almeno dire che il Cristo conduce alla chiesa».1 M. Boegner
prosegue riportando un pensiero di E. Brunner: «La Chiesa vera fa
necessariamente parte della vera fede cristiana; la fede cristiana e una
impossibilità senza la Chiesa, la fede cristiana non può uscire che
1
20
BOEGNER Marc, Qu’est-ce que l’Eglise, Je Sers, Paris 1931, pp. 24,25.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Importanza della Chiesa
dalla Chiesa, non può che sfociare nella Chiesa».2
A seguito dell’importanza che il N.T. dà alla Chiesa, nei primi
secoli del cristianesimo, questa si è attribuita una tale importanza da
pensare che fuori di lei, come istituzione, non ci fosse nessuna
salvezza. Questo pensare che ha attraversato i secoli è, ancora oggi,
dichiarato e creduto. A questa sovrastima che ha caratterizzato il
cattolicesimo, il protestantesimo ha contrapposto la salvezza individuale, l’esperienza personale.
A. Kuen riporta che nel 1878 nell’Encyclopedie des Sceinces
religiouses – Enciclopedia delle scienze religiose, F. Lichtenberg
scriveva: «Non esiste a nostra conoscenza opere specifiche sulla
teoria della Chiesa in lingua francese».
1926 Otto Dibelius profetizzava che «il XX secolo sarà il secolo
della Chiesa».
Nel 1935 W. Drobonitzky affermava che «il tempo dell’individualismo del cristianesimo è passato… oggi siamo davanti alla
grande ricerca della Chiesa», si parla di «riscoprire la Chiesa».
Nel 1939 i cattolici stessi constatano che «nel mezzo della
cristianità protestante si assiste a una riscoperta totale della Chiesa».
Nel 1943 il prof. Ehrenström scriveva: «Non è necessario essere
un grande profeta per predire che, nelle decadi che verranno, il
problema della Chiesa sarà il problema dominante di tutta la
cristianità».
Nel 1962 si è pubblica un’opera di bibliografia, Votum ecclesiae
che consacra centinaia di pagine alla menzione e all’analisi di opere
esclusivamente consacrate ai problemi ecclesiastici. 3
2
BRUNNER Emile, Église et Révélation, in Revue de Théologie et Philosophie,
gennaio-marzo 1930, p.7.
3
KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey
1967, p. 13. La presente opera la consideriamo ricca di riflessioni e di documentazione e viene da noi citata e a essa si ispira nei capitoli che seguono. Il presente
lavoro è fortemente influenzato e debitore dello scritto di A. Kuen. Esprimiamo al
teologo e professore A. Kuen ammirazione e gratitudine per l’impegno profuso. Ci
rammarica che l’evangelismo italiano non abbia approfittato di tale contributo.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
21
I parte: la Chiesa apostolica – Capitolo I
K. Barth nel 1964, dopo aver citato lo scritto del sopraintendente
Otto Dibelius, Le Siècle de l’Église, pubblicato nel 1929, che in quel
tempo era vescovo di Berlino, commentava: «Si è parlato della
Chiesa nei trenta anni che sono seguiti la prima guerra mondiale, più
che durante il XVIII e XIX secoli riuniti. Nel 1910… nessuno
avrebbe immaginato una simile cosa. Non è forse giunto il tempo di
dare alla Chiesa di salvare una volta per tutte questa vecchia Europa
e di resuscitarla sotto una forma rinnovata, lei che già aveva così
profondamente contribuito a darle vita?».4
Se sul piano teologico, accademico, sulla Chiesa si dicono cose
interessanti e anche contrastanti e si sente un bisogno e la volontà di
nuovo, il quotidiano sembra operi per snaturare un rapporto con Dio
vissuto e sostenuto dalla comunità dei credenti che è la Chiesa.
Sebbene i tempi di don Camillo e Peppone abbiano caratterizzato
diversi decenni della nostra storia recente, sebbene oggi la società sia
irreligiosa e il laico può vantare la propria identità, ci si rende conto
però che la religione svolge ancora una sua funzione di identità
nazionale e la chiesa tradizionale continua a essere una autorità
costituita e sembra che senza il suo appoggio non sia possibile
governare né il nostro bel Paese, né in altre Nazioni e continenti.
4
22
BARTH Karl, L’Église, Labor et Fides, Genève 1964, p. 57.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Capitolo II
LA CHIESA
Gli autori del Nuovo Testamento (N.T.) utilizzano la parola
chiesa oltre cento volte.
Significato etimologico
L’etimologia ekklesia viene dal verbo kaleo, chiamare, invitare
(Matteo 2:7; 20:8; 22:3; 22:8,9). Nella radice indoeuropea, kel
significa gridare, chiamare. In sancrito kalah è il gallo, cioè colui che
chiama l’aurora.
L’ekklesia indica colui che è stato chiamato fuori. Coloro che vi
fanno parte sono usciti da un altro ambiente, costituiscono un gruppo
distinto.
Significato storico
In Grecia questa espressione aveva un senso politico e non
religioso. Ad Atene l’ekklesia era l’assemblea regolare costituita da
tutti i cittadini. Tutti gli abitanti della città non avevano però il diritto
di essere ekklesia. Solo i veri cittadini ne facevano parte ed erano una
minoranza. C’era un araldo che chiamava e convocava le persone in
un posto convenuto e là discutevano gli affari della città (Atti 19:39).
Nominavano i magistrati, gli officianti, i governatori, valutavano e
ordinavano le operazioni militari e tutto quanto il loro status
attribuiva. Ogni incontro, pur non avendo un significato religioso,
incominciava con una preghiera e un sacrificio.
L’espressione ekklesia si contrapponeva a syllogos che indicava
la riunione occasionale.
Significato giudaico
Al significato greco si aggiunge quello religioso ebraico. La LXX
usa questa espressione circa cento volte a traduzione dell’espressione
ebraica qahal che indica l’insieme, l’assemblea d’Israele (Numeri
19:20; Deuteronomio 23:2,3), la grande convocazione del popolo
(Numeri 27:17,22; 28:18,25).
L’espressione ebraica conserva il significato greco di assemblea,
I parte – II Capitolo
ma quello della connotazione religiosa. È l’Eterno che costituisce e
riunisce la sua assemblea, la costituisce e convoca l’ekklesia di Dio.
Alla base del popolo di Dio c’è la vocazione, la chiamata che Dio
gli ha rivolto, c’è la Sua azione liberatrice.
Sia per i greci, sia per gli ebrei, l’ekklesia indica l’assemblea di
coloro che sono stati chiamati fuori da una realtà più numerosa.
L’ekklesia costituisce l’insieme di tutti i chiamati.
Significato cristiano
Nel N.T. la parola ekklesia la si trova 114 volte. Solo 6 nel senso
greco (Atti 19:39) o giudeo (Atti 7:38; Ebrei 2:12). In tutti gli altri
casi gli si dà un senso specifico particolare che ingloba e supera
quanto detto.
Il senso etimologico indica i credenti che hanno risposta alla
chiamati (Romano 8:30; 2 Tessalonicesi 2:14); si sono separati dagli
altri (Atti 2:40; 2 Corinzi 6:17; Galati 1:4; 1 Poetro 2:9; Atti 26:18)
e costituiscono una assemblea (1 Corinzi 14:26; Atti 12:12; Efesi
1:10).
Come i cittadini greci si separavano dal resto degli abitanti della
città rispondendo all’araldo che li chiamava, così i cristiani alla
chiamata del loro Signore costituiscono nella società nella quale
vivono una assemblea a parte, per parlare delle cose che
riguardavano il Regno di Dio e per occuparsi della loro cittadinanza
che è nei cieli (Filippesi 3:20).
Il significato giudaico è integrato da quello cristiano. Secondo
Isaia e Geremia Israele avrebbe avuto un resto fedele. Per gli autori
del N.T. i credenti costituiscono questo rimanente dell’Israele di Dio
(Romani 9:8; 11:1-5; Galati 3:29; 6:16). Del resto il profeta Daniele
(7:27) aveva già chiamato «popolo dei santi dell’Altissimo» i
credenti che si sarebbero confrontati con l’azione del potere che ha
caratterizzato la storia dalla caduta di Roma. La Chiesa è quindi
considerata erede e compimento dell’antica alleanza.
Quindi la Chiesa è l’assemblea degli eletti, dei chiamati, e
l’espressione della comunione dei santi. K. Barth scrive: «La Chiesa
è là – e là solamente – dove due o tre sono riuniti nel mio nome
24
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa
(Matteo 18:20), cioè nella comunità visibile – per loro e per gli altri.
Essa vive là o non vive per nulla».1 «La Chiesa è la comunità, non
solamente dei perdonati, ma ancora dei rigenerati in Gesù Cristo».
Ancora E. Brunner scrive: «Nel N.T. la Chiesa non è mai compresa
come una istituzione ma come una comunione di persone… essa è la
comunità dei riconciliati e di coloro che vivono della riconciliazione… essa non è nient’altro che comunione di uomini con Dio e
comunione gli uni con gli altri… essa è la vera fraternità visibile dei
riconciliati, pure se ha in essa quelli che gli appartengono apparentemente». «Essa non è mai altra cosa che l’insieme di uomini che
mediante la comunione con Cristo, il Signore vivente, sono uniti gli
uni agli altri in una comunione vivente».2
È la nuova famiglia dei credenti. Gesù aveva detto che chi
avrebbe lasciato padre, madre, fratello e sorella a causa di lui, ne
avrebbe trovati cento sulla terra… (…)
I Vangeli solo due volte riportano nell’insegnamento di Gesù la
parola Chiesa.
In Matteo 16:18, dopo la testimonianza di Pietro, Gesù usa il
termine Chiesa per riferirsi all’insieme dei credenti di tutti i tempi e
di tutti i luoghi, che si costituisce dopo la Pentecoste. Per Gesù è
costruita dai battezzati. Pietro riprendendo l’immagine della costruzione presenta i credenti come le pietre viventi di questo edificio
spirituale (1 Pietro 2:4,5).
In Matteo 18:17 Gesù presenta la Chiesa legata al tempo e allo
spazio i cui membri sono nominabili. È la Chiesa che si convoca, i
cui membri si parlano, si ascoltano e agiscono.
Anche negli altri scritti apostolici la parola Chiesa è presentata
con questo duplice significato. Universale; non legata al tempo e allo
spazio (Efesi 1:22; 5:23,25; Atti 9:31; ecc.); locale: la parola Chiesa
su 108 volte, 90 ha questo significato (Atti 8:1; 13:1;15:41; 14:23;
Romani 16:5; Colossesi 4:16; 1 Pietro 5:13). A. Kuen osserva: «La
1
K. Barth, cit. da KUEN Alfred, Je bâtirai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier
sur Vevy, 1967, p.48.
2
E. Brunner, cit. da A. Kuen, o.c., p.48.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
25
I parte – II Capitolo
chiesa locale non è che una riduzione, una frazione della Chiesa
universale. Nel mondo antico ogni gruppo di cittadini romani
riunendosi in qualsiasi luogo costituiscono una Convocazione Civica
Romana - Conventus Civium Romanorum, cioè una espressione di
Roma. Questo gruppo non aveva senso che per Roma e in funzione
di essa. Ogni cittadino romano che arrivava in una città dove esisteva
un tale gruppo diventava automaticamente e senza formalità membro
di questa assemblea. Geograficamente questi gruppi potevano essere
distanti diversi chilometri da Roma, nello spirito essi erano una parte
di Roma».3
Come ogni persona è l’espressione della sua famiglia, così ogni
chiesa locale è una parte, una riduzione della grande e generale
Chiesa.
Sovente la parola Chiesa è messa in relazione al suo capo e
quindi è chiamata:
- Chiesa del Dio vivente (1 Timoteo 3:15);
- Chiesa del Signore (Atti 20:28);
- le Chiese di Cristo (Romani 16:16);
- la Chiesa di Dio (2 Corinzi 1:1).
Mai le chiese sono collegate o attribuite al nome di apostoli o
altre persone.
Malgrado che le Chiese avessero dei problemi, esprimessero
delle infedeltà, delle divisioni, l’insieme della comunità è chiamata:
«chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù
Cristo» 1Tessalonicesi 1:1; «chiesa di Dio che è in Corinto, ai
santificati in Cristo Gesù, chiamati santi», 1 Corinzi 1:2-4; «chiesa di
Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l’Acaia» 2
Corinzi 1:1; «santi che sono in Efeso e ai fratelli in Cristo Gesù»
Efesi 1:1; «tutti i santi in Cristo Gesù che sono in Filippi, coi vescovi
e con i diaconi» Filippesi 1:1; «santi e fedeli fratelli in Cristo che
sono in Colosse» Colossesi 1:1; «a quanti sono in Roma, amati da
Dio, chiamati ad essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre
e dal Signore Gesù Cristo» Romani 1:7.
3
26
A. Kuen, o.c., p. 51.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa
A commento del magnifico testo di Paolo di Efesi 1:15-23, A.
Kuen scrive: «A coloro che, oggi vengono a Dio per domandargli
“Signore vorremmo vedere Gesù”, risponde mostrando la Chiesa.
Non è essa l’emblema di coloro che ha “predestinato a essere simile
all’immagine di suo Figlio” Romami 8:29? Colui che Dio chiama
profeticamente il Germoglio (Isaia 4:2; Geremia 23:5; 33:15;
Zaccaria 3:8; 6:12) è morto. Il mondo crede in un essere spazzato
via. Meno di due mesi dopo, ecco la raccolta: dei grani, numerosi,
serrati, organicamente uniti, riproducenti l’immagine del Cristo in tre
mila esemplari (Atti 4:13,32). Quei grani sono sparsi nel mondo
antico, accettano a loro volta di “morire con Cristo” sotto le diverse
forme indicate dal loro Maestro (Atti 4; 5:41; 7; 8:1-4; 16:22; 18:17;
23:14; Romani 6; Galati 2:20; 1 Pietro 4:4; …). Nascono delle
nuove piante e delle nuove spighe: la morte ha segnato il passaggio
alla vita. Alla fine di qualche decina d’anni il mondo greco-romano è
caratterizzato dal germogliare delle spighe – cioè da chiese locali – di
cui ogni grano è contemporaneamente immagine del grano originale
e nuova spiga in potenza».4
Paolo presenterà i fedeli come le membra del corpo di Cristo
(Efesi 1:22,23). S. de Diétrich parlando del corpo di Gesù scrive:
«Cosa è un corpo? In primo luogo, è un tutto organico le cui parti
sono vitalmente legate tra loro, essendo ognuna indispensabile
all’insieme, cosicchè se un membro è amputato infermo, ne risulta
turbato il funzionamento dell’intero organismo. Ma il corpo è anche
qualcosa d’altro: per mezzo dei sensi, esso ci dà modo di comunicare
con il mondo esterno. Se vengono offesi i sensi, perdiamo il contatto
con il mondo esterno, e diventiamo muti, paralizzati, ciechi e sordi.
Dire che la chiesa è il corpo del Cristo equivale, dunque, a dire, in
primo luogo, che essa non può vivere senza un’unità di fede, di
obbedienza e di amore con il suo Signore; che non può funzionare in
modo normale se non è sana e vitale in ogni sua parte e se tutte le
parti non riconoscono la loro reciproca interdipendenza. Un corpo
indipendente dal suo capo è un corpo paralizzato, ossia già
4
A. Kuen, o.c., pp. 83,84.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
27
I parte – II Capitolo
parzialmente morto. Dire che la Chiesa è il corpo di Cristo significa,
in secondo luogo, che Gesù Cristo si manifesta al mondo attraverso
la presenza della Chiesa. Perché sia conosciuto su questa terra,
occorre che vi siano bocche che annuncino il Verbo (Romani 10:1417), occhi che vedano, orecchie che ascoltino, piedi che camminino
per il mondo, mani che ne curino le piaghe. La Chiesa, sulla terra, è
il testimone visibile del Signore invisibile che la guida dai cieli; è la
sua bocca e la sua mano. Se la Chiesa tace, il mondo muore
nell’igno-ranza della salvezza che gli è offerta. Se la Chiesa permette
che qualche suo membro si atrofizzi, ne risente tutta l’efficacia della
sua testimonianza».5
Gesù aveva detto: «Il servo non è più grande del suo signore. Se
hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi…» Giovanni
15:20. Alle difficoltà che vengono dall’esterno della Chiesa, dal
mondo, si deve aggiungere quelle che si generano dal proprio
interno: «Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano»
(Luca 22:31). «Il cristiano che sa di essere membro del corpo del
Cristo non proverà sorpresa allorché dovrà subire, nello spirito e
nella carne, taluni assalti tra quelli sostenuti dal suo Signore. Vi è di
più: in questa comunione con le sofferenze del Cristo, vedrà una
grazia (Filippesi 3:10) perché l’essere partecipe alle sue lotte è,
insieme, segno e condizione di una stretta unione con lui: “Dio vi ha
fatto la grazia di credere in Cristo, non solo, ma anche di patire con
lui, sperimentando in voi lo stesso combattimento che mi avete visto
sostenere” Filippesi 1:29».6
5
6
28
DIÉTRICH Suzane de, Il Piano di Dio, Borla, Torino 1963, pp. 199,200.
Idem, p. 200.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo III
APPELLO ALLA SALVEZZA
Il Vangelo è la buona notizia della salvezza. L’uomo, anche
quello di oggi, pur non rendendosene conto, ha bisogno di essere
liberato dal suo modo sbagliato di vivere, di pensare e di credere, di
guardare al domani e all’eternità, qualora la sua immaginazione lo
proietta in questa dimensione.
Il messaggio di Gesù è straordinario, non perché è stato migliore
di quello di tanti altri uomini eccellenti che lo hanno preceduto, ma
per la sua peculiarità. Lui ha preteso di essere il Messia profetizzato,
il figlio dell’uomo che avrebbe redento l’umanità, come aspettavano
le religioni tradizionali, il redentore come lo descrive Daniele (7:9),
il giusto (Isaia 53:11), il santo d’Israele (Isaia 17:7; 30:15). Arriva a
dire che chi ha visto lui ha visto il Padre (Giovanni 14:5) e con lui si
identifica (Giovanni 5:17-47; 8:58) suscitando più volte una reazione
omicida (…), giustificata, secondo l’agire del tempo, se Gesù avesse
bestemmiato.
Gesù è venuto non per dire belle parole, ma per ridare all’uomo e
all’umanità ciò che ha perduto. È venuto a cercare l’uomo nel suo
smarrimento.
Il Vangelo è la risposta di Dio al dramma umano. Se si snatura
questa portata, la Parola di Dio ha perso la propria natura.
L’appello della salvezza nella bocca di Gesù è dei suoi discepoli,
gli apostoli, e ha un carattere individuale, condizionale e selettivo.
1. Appello individuale
Gesù diceva: «seguimi …», «Se credi, vedrai la gloria di Dio…»
Questa caratteristica individuale è espressa dalle parole: «Colui
che…», «coloro che…». Le si incontrano 130 volte nei Vangeli (70
Matteo, 30 Marco e Luca, 30 in Giovanni).
«Chiunque…», 30 volte nei vangeli, 20 nei sinottici, 10 in
Giovanni. «Se qualcuno…» 13 volte.
Circa 200 volte troviamo espressioni come: «Se un uomo… ogni
uomo che… qualcuno…, diversi…, ecc.»
I parte – Capitolo III
Queste parole fanno capire che all’uomo viene rivolto un invito
personale.
Anche gli apostoli hanno questo insegnamento: «Colui che…»,
«Chiunque…», si trovano 40 volte negli Atti e 160 volte nelle lettere
di Paolo, nella lettera agli Ebrei, nelle altre lettere e in Apocalisse.
«Se qualcuno…», 60 volte al di fuori dei vangeli.
«Ognuno…», «qualcuno…», «diversi…» 80 volte.
Per circa cinquecento volte gli apostoli usano espressioni per
indicare una salvezza individuale e per settecento volte questo
insegnamento è riportato in tutto il N.T.1 con il quale l’individuo è
posto di fronte a Dio e deve prendere una personale decisione.
«Questo individualismo è qualcosa di abbastanza nuovo sul piano
religioso».2 Si è fatto notare che «per la prima volta nel mondo
ellenico, la religione diviene individualista. Si è preoccupati della
salvezza individuale. Nelle religioni classiche l’individuo era
completamente dimentica-to».3
Osserva correttamente il teologo E. Brunner: «Solo una comunità
di uomini basati su una decisione personale della vita per Cristo può
essere chiamata cristiana – qualunque sia la sua forma».4 «La Chiesa
non è là dove il Vangelo è predicato nella sua purezza, ma è là dove
c’è la fede; dove la fede non è pura ortodossia – conforme con
l’insegnamento della Chiesa – ma nuova creazione, nuova nascita».5
2. Carattere condizionale della salvezza
Le espressioni che abbiamo presentato sopra sono seguenti
all’annuncio di una condizione da realizzare: «Colui che ha fame e
sete di giustizia», «colui che cerca, …che bussa…», «che è affaticato
1
I dati presentati in questo capitolo sono attinti da KUEN Alfred, Je bâtarai
mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, 57-62.
2
Idem, p. 58.
3
FAYE Eugène de, Esquisse de la Pensée d’Origène, Leroux, Paris 1925,
p.110.
4
BRUNNER E., Dogmatik, v. III, p. 14. p. 58
5
BRUNNER E., Le Renouveau de l’Église, Labor, Genève, Je Sers, Paris, s.d.,
p. 16. p. 58
30
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Appello alla salvezza
e caricato,…», «se qualcuno vuole fare la volontà di Dio…», «se
qualcuno vuole venire dietro me…», «chiunque ascolta la Parola e la
mette in pratica…», «coloro che obbediscono a Dio…», «coloro che
si pentono e che credono…».
Almeno 50 volte abbiamo l’annuncio di questa condizione:
«Chiunque crede in lui non perirà…», «Colui che crede nel Figlio ha
la vita eterna…».
Il carattere condizionale è sottolineato dalla piccola espressione
«se» che troviamo 42 volte seguita dalla condizione: «Se non vi
pentite, perirete…», «Se non diventate come piccoli fanciulli… non
potrete entrare nel regno di Dio», «Se voi non credete…», «Se tu
credi con tutto il tuo cuore…», «Se voi osservate i miei
comandamenti…», «Se dimorate nella mia parola…».
Un significato analogo lo si realizza anche con degli imperativi:
«Bisogna che nasciate di nuovo…», «Credi al Signore Gesù e sarai
salvato tu e …».
Sebbene sulla croce Gesù abbia gridato: «Tutto è compiuto»,
l’uomo è salvato se crede.
«La fede è la decisione dell’individuo nella sua solitudine. Il
credente è colui che osa mettersi da solo di fronte a Dio e che può
restare solo con il suo Dio nella sua camera. La Chiesa non può che
comporsi da tali individualità, di cui ciascuno porta davanti a Dio la
piena responsabilità della sua fede».6 La fede è una risposta
personale all’ascolto del messaggio (Romani 10:14; 1 Corinzi 15:
11). Giustamente A. Kuen osserva: «Notiamo che la salvezza sia
nell’Antica come nella Nuova Alleanza era acquisita mediante la
fede».7 Infatti Paolo nella sua lettera ai Romani nel difendere il suo
insegnamento sulla giustificazione per fede prende degli esempi dalla
storia del suo popolo: «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in
conto come giustizia. Così pure Davide proclama la beatitudine
dell’uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opere,
dicendo: “Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati
6
7
Idem, p. 18. p. 60.
A. Kuen, o.c., p. 60
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
31
I parte – Capitolo III
sono coperti. Beato l’uomo al quale il Signore non addebita affatto il
peccato» 4:3,6-8. Questo dono della grazia ad Abramo gli fu elargito
«non quand’era circonciso, ma quando era incirconciso; poi ricevette
il segno della circoncisione, quale sigillo della giustizia ottenuta per
fede che aveva quando era incirconciso» vv. 10,11. Ai Galiti scrive:
«Riconoscete dunque che quanti hanno la fede sono figli di
Abraamo» 3:7. Le azioni del credenti sono l’espressione del loro
rapporto con il Signore. «Fate dunque dei frutti degni di ravvedimenti» Matteo 3:8. «Gesù rispose: “Se foste figli di Abraamo fareste le
opere di Abraamo» Giovanni 8:39.
3. Carattere selettivo
L’appello è rivolto all’individuo. A chi ascolta è richiesto
l’adempimento di certe condizioni. La chiamata, a seguito della
risposta mette in risalta una selezione che si è venuta a creare tra gli
ascoltatori.
«Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, chi invece rifiuta di
credere al Figlio non vedrà la vita Giovanni 3:36; «Se uno non è nato
di acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio» v. 5. «Chi
mette in pratica la verità viene alla luce…» v. 21. «Chiunque fa cose
malvagie … non viene alla luce» v. 20.
L’ascolto della Parola crea un confine, una linea di demarcazione
tra chi crede e chi non crede.
«Molti credettero nel suo nome…» 2:23; cfr. 7:31; 8:30; 10:42;
11:45; «Molti di più … credettero» 4:41; «Quell’uomo credette…»
4:50; «Voi non credere… voi non volete venire a me per avere la
vita» 5:38,40, cfr. 43; 8:45; 10:25.
Gesù non è venuto a sfasciare le famiglie, a separare i coniugi tra
di loro o i figli dai genitori, ma la sua Parola mette in risalto la
separazione che c’è di fatto tra le persone (Luca 12:51-53).
L’appello che l’apostolo Pietro rivolge alla pentecoste ai testimoni della manifestazione dello Spirito di Dio crea due gruppi tra gli
ascoltatori: separa coloro che rispondono all’invito da coloro che
avendo ascoltato le sue parole, se non le rifiutano, non rispondono
positivamente. In quel giorno, dalla folla che ascoltava la predicazio32
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Appello alla salvezza
ne di Pietro, tremila persone si staccarono perché avevano deciso di
essere battezzate (Atti 2: 38-41).
Per 23 volte abbiamo le seguenti espressioni: «Diversi credettero», «molti», «pochi», «un certo numero», «un grande numero di
persone», «una grande moltitudine», «qualcuno credette», «una folla
abbastanza numerosa si aggiunge al Signore».
La linea di separazione tra chi annuncia la Parola e chi ascolta è
superata da coloro che l’accettano e non dagli altri che rimangono
con il cuore dove si trovano e resistono all’invito. Due gruppi divisi e
opposti si costituiscono a seguito dell’ascolto: gli uni si persuadono,
gli altri non credono (Atti 28:24).
A. Vinet, nel XIX secolo, il sostenitore svizzero della separazione stato-chiesa diceva: «Che il cristianesimo ritorni ad essere ciò che
fu sempre stato: una setta… Con questa condizione potrà misurarsi
con i secoli».
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
33
I parte – Capitolo III
34
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Capitolo IV
I DUE CAMPI
Il N.T. usa diverse espressioni e immagini per indicare i due
campi opposti: da una parte i credenti, la Chiesa e dall’altra chi non
ha conosciuto il vangelo e non ha ancora deciso di seguirlo. Il testo
biblico può assomigliare a una separazione manichea, ma è ancora il
Vangelo a ricordarci che ciò che non è Chiesa, è stato, e continua a
essere, oggetto dell’amore di Dio (Giovanni 3:16). Questa differenza
di campi è data dal fatto di aver accettato il Signore della gloria. È
quanto di meglio l’uomo possa fare perché al di fuori di Dio non c’è
vita né salvezza. Il testo non condanna i non convertiti, ma mette in
risalto il privilegio di chi ha ascoltato e ha scelto. A. Kuen presenta i
seguenti accostamenti.
Nei Vangeli Gesù pone in contrapposizione
Luce
Tenebre (Giovanni 1:4,54)
Grano
Paglia (Matteo 3:12)
Figli del regno
Figli del maligno (Matteo 13:38)
Figli della luce
Figli del secolo (Luca 16:8)
Figli del Padre
Figli del diavolo (Giovanni 8:32-44)
Uomo nato dallo spirito
Uomo nato dalla carne (Giovanni 3:6-8)
Colui che crede in me
Colui che non crede (Giovanni 3:18)
Colui che è con me e Colui che è contro di me e disperde
raccoglie con me
(Matteo 12:30)
Vergini sagge
Vergini stolte (Matteo 25:1-13)
Pecore
Capri (Matteo 25:31-33)
Stesso confronto nelle lettere apostoliche
Coloro che sono di dentro Di fuori (1 Corinzi 5:12)
Voi che credete
Gli increduli (1 Pietro 2:7)
I santi
Gli ingiusti (1 Corinzi 6:1)
I fedeli
Gli infedeli (1 Corinzi 6:6;2 Cor.6:15)
I nostri
Non erano nostri (1 Giovanni 2:19)
Noi salvati
Coloro che periscono (1 Corinzi 1:18;
2 Cor. 2:15)
L’uomo spirituale
L’uomo psichico (1 Corinzi 2:14,15)
I parte – Capitolo IV
Nato dallo Spirito
Nato dalla carne (Galati 4:29)
Figli della luce, del Figli della notte, delle tenebre (1
giorno
Tessalonicesi 5:5
Coloro che hanno fede
Coloro che si ritirano per perdersi
per salvarsi l’anima
(Ebrei 10:39)
Il giusto
L’empio (1 Pietro 4:18)
Colui che è nato da Dio,
Colui che non è nato da Dio,
crede in Dio,
non conosce Dio,
ama Dio,
non l’ama,
crede nel Figlio,
non crede nel Figlio,
ha il Figlio,
non ha il Figlio,
ha la vita
non ha la vita (1 Giovanni 5:12)
C’è contrapposizione tra i destinatari delle lettere: «voi» e gli
altri: i «pagani» (1 Pietro 2:12; 1 Corinzi 5:1; 1 Tessalonicesi 4:5;
Efesi 4:17-20).
36
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo V
PASSAGGIO DA UN CAMPO ALL’ALTRO
La Scrittura presenta il superamento della linea di demarcazione
dall’essere ascoltatore della Parola, a credente nel Signore cioè il
passare da un campo all’altro, con il termine “conversione”, che ha
come conseguenza la presa d’atto della propria situazione di
relazione con Dio, con se stesso e con il prossimo. La conversione
implica il pentimento, il credere, l’accettazione.
In tutte le religioni è l’uomo che va alla ricerca degli dèi, sale
sull’Olimpo per incontrarli, realizza la propria salvezza con il suo
fare e con il ben operare.
La Scrittura ribadisce continuamente che l’uomo si è separato da
Dio, è in una situazione di rottura della sua relazione con il Creatore,
e malato, è peccatore, è fuori, lontano della casa del Padre, non è
nelle condizioni di meritare la salvezza o fare qualcosa per essere
perdonato, neppure l’obbedienza, la realizzazione di quello che il
Signore dice, anche con le stesse «opere (richieste) della legge
nessuno sarà giustificato» Romani 3:20, ma la salvezza è possibile
«soltanto per mezzo della fede…» Galati 2:16.
L’opera dello Spirito nell’uomo
1. Convinzione di peccato e pentimento
Ancora prima che l’uomo si converta lo Spirito santo agisce nella
sua persona. È lui che lo «convince di peccato» Giovanni 16:18. Il
pentimento è la presa di distanza dal proprio vissuto, esprime la
volontà di cambiamento. Pentimento e conversione sono le due facce
della stessa medaglia.
L’Antico Testamento (A.T.) ha il termine schub per indicare la
conversione. La parola significa abbandono del cammino seguito
fino a
quel momento.
Il N.T. presenta due espressioni:
I parte – Capitolo V
- epistraphein, citata 40 volte, ha il significato di: girarsi verso,
cambiare orientamento;1
- metanoia pentimento, conversione, corrisponde allo schub dell’A.T.
La metanoia è il cambio di veduta, di mentalità, d’atteggiamento.
Chi considera il proprio passato non può non avere un
atteggiamento critico: si rammarica per gli sbagli, per i fallimenti,
per le sconfitte avute… e desidera, decide un cambiamento. Il
convertito è un morto al peccato, cioè alla sua ribellione, alla sua
autonomia nei confronti di Dio.2 Come il decesso di un colpevole
interrompe il processo che lo riguarda, così è del credente, cioè di
colui che è morto alla propria separazione da Dio, a seguito della
conversione non può più essere condannato. Dio perdona il peccatore
che accetta di non essere più ciò che era prima. Con il battesimo
testimonia la propria volontà di iniziare la nuova esperienza con il
Signore, la Scrittura definisce questa scelta di vita: morire con Gesù
(Romani 6:3) e con lui resuscitare a nuova vita (v. 4; Colossesi 3:13).
Nella conclusione del Vangelo si legge: «Nel suo nome (di Gesù)
si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte
le genti» Luca 24:47. È ciò che dice Pietro alle Pentecoste:
«Ravvedetevi» Atti 2:38 e al Sinedrio (5:31).
Prima della conversione l’io era il centro della vita, poi Gesù
diventa il Signore. Ma «la conversione non è lo scopo essenziale
della vita del cristiano; non è che una tappa; è il momento in cui la
persona realizza l’unità della sua volontà con quella di Dio».3
La parabola del figlio prodigo esprime l’esperienza che ogni
credente deve fare: rientrare in se steso e ricordare l’abbandono della
casa del Padre, prendere atto della sofferenza del Padre e della
propria, decidere di ritornare e ritornare (Luca 15).
1
Atti 9:35; 11:21,15,19; 1 Tessalonicesi 1:9
Giovanni 15:26; 6:44; 2 Corinzi 3:15; 4:3; Romani 6:3-5; 1 Corinti 11:31;
Giovanni 5:24; Colossesi 2:11; 1 Pietro 3:20.
3
BERGUER G., Traité de Psycologie de la Religion. Payot, Lausanne 1946, p.
247; cit. KUEN Alfred, Je bâtiarai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy,
1967, p.70.
38
2
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Passaggio da un campo all’altro
La conversione può essere lenta, come quella di Nicodemo
(Giovanni 3:1 e seg.; 19:39) o apparentemente repentina, come
quella di Paolo (Atti 9:1 e seg.), ma occorre che ci sia, perché come
diceva Tertuliano: «Non si nasce cristiani, si diventa».
2. Nuova nascita, resurrezione e credere
La nuova nascita è un chiaro insegnamento di Gesù e degli
apostoli. La nuova nascita è l’argomento che pone Gesù alla visita
notturna di Nicodemo che aveva tante domande da fargli (Giovanni
3:3,5,6,7). L’accettazione del Signore nella propria vita dà un nuovo
orientamento.4
Il N.T. ha una dozzina di espressioni diverse per esprimere
questo cambiamento di vita: - rigenerazione (palingenesia), generare
(gennao, apokueo), rinascere (anagennao), nuova creazione (aggettivo: nuovo nato, artigemnetos), vita nuova.
Le conseguenze della rigenerazione sono quindi: riconciliazione
con Dio, riavvicinamento a lui, adottati come suoi figli, suggellati
dallo Spirito santo, abitazione dello Spirito santo. «Tutte queste
espressioni sono delle immagini, delle parabole che vogliono cogliere la realtà spirituale da diverse prospettive».5
Questa esperienza di vita, questa rigenerazione comporta per il
credente un cambiamento del suo essere. L’apostolo Pietro arriva a
dire che quest’opera compiuta da Dio rende gli uomini «partecipi
della natura divina» (2 Pietro 1:4).
Il nuovo figlio di Dio essendo un resuscitato, è un essere che vive
sì sulla terra, ma non solo ha la sua cittadinanza nei cieli da dove
attende il ritorno del suo Signore (Filippesi 3:20), ma vive nella
consapevolezza di essere in Cristo Gesù e in Dio già sul trono della
gloria (Colossesi 3:1-3).
Da qui il nuovo rapporto di fiducia di chi crede con il proprio
Dio. Il termine ebraico credere significa: riposarsi sopra; appoggiarsi a, fidarsi e confidarsi. La parola greca, pistis, la si incontra 235
4
5
Matteo 10:38; 16:26; 18:3; Marco 8:34; Giovanni 5:24; 12:24.
A. Kuen, o.c., p. 73.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
39
I parte – Capitolo V
volte nel N.T., e indica la “fiducia” dell’uomo in Dio.
«La fede produce una rivoluzione, un ribaltamento di potere. L’io
è detronizzato, Gesù diventa Signore. Dio regna con il suo Spirito.
La fede è una comunione personale con il Dio vivente e presente.
Lontano da essere un semplice atto intellettuale, è un mezzo giro che
coinvolge tutta la vita. La parola pistis dice la stessa cosa che le
parole metanoia o/e epistrephein, evoca questo stesso cambiamento
completo di atteggiamento nei confronti di Dio, nei confronti di se
stesso e la vita che fa nascere in noi l’incontro di Gesù Cristo.
Dal secondo secolo, si chiama fede l’adesione al credo proposto
dalla Chiesa.
La prospettiva biblica, come quella dei Riformatori, ne fa un
atteggiamento nuovo, personale e cosciente nei confronti di Dio;
credere è riposarsi, per la salvezza, sull’espiazione compiuta da
Cristo sulla croce.
Pentimento, conversione e fede sono dunque tre termini con
significati molto vicini; esprimono una sola e identica realtà; ognuno
ne sottolinea un aspetto: il pentimento mette l’accento sulla rinuncia
al passato e il cambiamento di direzione, la fede definisce la relazione nuova con Dio, la conversione abbraccia il cambiamento, il
mutamento repentino, totale, visibile e nascosto.
Colui che nei primi secoli si pentiva, si convertiva e credeva, si
faceva battezzare, volendo dire, così facendo, che si considerava
come morto alla propria antica vita e resuscitato a una vita nuova».6
Non soltanto l’uomo che accetta di morire con Cristo è ritenuto
dal Padre come giusto, ma più nulla impedisce che lo Spirito prenda
possesso di lui (Giovanni 14:17,20,23).
Le conseguenze di quest’opera di guarigione di rigenerazione di
Dio sono:
1. certezza della salvezza;7
2. un progresso nella santificazione, cioè nella crescita ed esperienza
con Dio;8
6
7
40
Idem, pp. 70,71.
1 Giovanni 5:10-13; 3:14; Romani 8:10.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Passaggio da un campo all’altro
3. uno spirito di preghiera, cioè di relazione, di incontro con Dio
(Romani 8:26);
4. una permanente fame e sete della Parola e della giustizia di Dio;9
5. di amore nei confronti di Dio e di Cristo;10
6. desiderio, interesse, volontà di servire Cristo;11
7. una relazione di amore con i fratelli nella fede.12
Per questo motivo lo storico evangelico tedesco A. Harnack
scriveva che «la nuova nascita è per gli autori nel N.T. l’avvenimento
centrale del cristianesimo».13 Perché come scrive A. Kuen «è
l’avvenimento centrale della vita umana, il passaggio della morte
spirituale alla vita eterna»,14 ancora oggi è «il più grande scandalo, la
pietra d’inciampo che fa traballare il grande numero» della chiesa
moltitudinista. Si può parlare di tutto, si può dire alle persone che
dovrebbero essere più religiose, che devono pregare di più, assistere
con maggiore frequenza al culto, contribuire più efficacemente
all’opera di Dio in missione, ecc… «Ma se diciamo a loro che
dovrebbero nascere di nuovo, si comportano come Nicodemo 1900
anni fa. S’irritano, si mettono pure in collera… Si ha della stima per
un pastore che predica con tanta passione che le lacrime scaturiscono
nell’ascoltarlo. Ma, notate bene: lo si stima per tutto il tempo del suo
ministero fino a quando non parla di conversione e di nuova nascita,
fino a quando non traccia la linea di separazione tra coloro che sono
nati di nuovo e coloro che non lo sono».15
8
1 Giovanni 5:18; 3:6; 2:9; 1:8.
Giovanni 10:3; 1 Giovanni 4:6; 1 Pietro 2:2.
10
Luca 7:36-50; Romani 5:5; 1 Giovanni 4:18,19; Giovanni 21:17; 1 Pietro
1:8; Efesi 6:24.
11
Giovanni 1:40-45; 1 Giovanni 4:2,15; Romani 10:9,10.
12
Giovanni 13:35; 1 Giovanni 3:14; 4:7; 5:1; 2:11.
13
HARNACH Carl Gustav Adolph von., Terminologie der Wiedergebur,
Leipzig 1918, p. 113; cit. A. Kuhen, o.c., p. 74.
14
A. Kuen, o.c., p. 72.
15
HALLESBY O., Wie ich Christ wurde, Brockhaus, Wuppertal, pp. 79,80; cit.
A. Kuen, o.c., p. 74.
9
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
41
I parte – Capitolo V
Battesimo dello Spirito santo
«Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un
solo corpo» 1 Corinti 12:13.
A Kuen spiega questo testo dicendo che il battesimo dello Spirito
santo ci fa morire a noi stessi e nascere alla nuova vita che viene
dall’alto. Ci incorpora nel corpo di Gesù Cristo che è la Chiesa.
Con «Noi» Paolo si riferisce a se stesso e al fratello Sostene
presente e che l’apostolo accomuna nella stesura della lettera e indica
anche gli stessi Corinti che la ricevono, che «invocano Gesù Cristo
come il Signore» 1:2, che considera «salvati» 1:18, «riscattati» 7:23,
«nati di nuovo» 4:15, «lavati, giustificati» 6:11, e li definisce
«santificati in Gesù Cristo, chiamati a essere santi». La loro nuova
nascita e conversione ha diviso la loro vita in due momenti: prima e
ora16, ieri e oggi, passato e presente, morte e eternità (6:9,10).
Con «tutti» Paolo indica coloro che sono passati attraverso la
nuova nascita che il battesimo confessa e testimonia. Questa
esperienza di vita che porta il credente a fare parte del corpo di Cristo
è la conseguenza del battezzato dallo Spirito santo.
Purtroppo i carismatici, nel giustificare le proprie manifestazioni,
sostengono che il battezzato dello Spirito si riconosce dal parlare in
lingue, dal far risplendere la propria spiritualità, dall’essere ardito,
intraprendente nel parlare del Signore, dell’amore per le anime, dal
proprio amore, dalla propria migliore comprensione della Parola di
Dio.
La Scrittura ci dice proprio il contrario perché quei cristiani di
Corinto che pensavano di beneficiare, come manifestazione dello
Spirito santo, del dono delle lingue, erano mancanti di tutti questi
aspetti della vita cristiana.
«Siamo stati battezzati in un solo Spirito». In contrasto con i
carismatici si deve rilevare che «in nessuna delle lettere inviate ad
altri cristiani, Paolo esorta i nuovi convertiti a ricercare il battesimo
16
Romani 6:19, 20-22; 7:5,6; 11:30; 1 Corinti 6:10,11; 12:2; Galati 4:8,9; Efesi
2:1-6; 2:11-13; 19; 5:8,); Colossesi 1:21,22; 2:134; 3:7,8; Tito 3:3-5; 1 Pietro
2:9,10; 2:25; 4:3.
42
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Passaggio da un campo all’altro
dello Spirito. Pertanto, a giudicare dalle apparenze, cristiani che
avrebbero avuto bisogno di questo battesimo dello Spirito, come lo si
conosce oggi in certi ambienti, erano proprio i Corinti».17
Per Paolo i Corinzi erano già stati battezzati dallo Spirito santo
perché altrimenti non si sarebbero convertiti non avrebbero potuto far
parte della Chiesa locale, del corpo di Cristo (1 Corinzi 12:12), di
testimoniare di aver sperimentato la nuova nascita e di partecipare
alla Cena del Signore.
«Battezzati in un solo Spirito-da un solo Spirito». In 2 Corinti
4:10 viene detto che il credente è un testimone della morte di Cristo
nella sua vita, ma anche della vita di Gesù nel suo vivere. Oltre al
solo Spirito che è di Dio o viene da lui, ci sono gli spiriti che dicono:
Gesù è anatema (v. 3), non confessano che Gesù sia venuto in carne
(1 Giovanni 4:1-3), seducono i credenti. Anche questi spiriti
concedono i loro battesimi per asservirsi le anime delle persone. È
ciò che la storia conferma. A Corinto c’erano molti dèi e religioni
occulte che esprimevano i loro oracoli. Paolo invita i credenti a non
essere in relazione con questi spiriti, i demoni (10:20), devono
rimanere in relazione con l’unico Spirito che fa di Gesù morto e
resuscitato il solo Signore. L’espressione di Paolo: «Solo Spirito» a
causa delle situazione della chiesa di Corinto, vuole anche mettere in
risalto l’unità o unicità della fede in contrapposizione a ogni vento di
dottrina, all’unicità del corpo di Cristo in contrapposizione ai gruppi
che si erano costituiti nella comunità di Corinto: io sono di Paolo, di
Cefa, di Apollo…, all’unità della Chiesa nella molteplicità dei doni
in contrapposizione alla frammentazione dei credenti tra di loro
divisi e opposti nel nome dei doni che si manifestano. In pochi
versetti troviamo l’espressione «un», «solo», «stesso». La
preoccupazione dell’apostolo è di trasmettere l’unità dei credenti
nella loro diversità dei doni, dei ministeri e della vocazione.18
«Per formare un solo corpo» letteralmente: “in vista di un solo
corpo”. Lo scopo dello Spirito è quello di formare il corpo di Cristo
17
18
A. Kuen, o.c., p. 75.
Vedere, Idem, p. 76.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
43
I parte – Capitolo V
sulla terra. Come un figlio che nasce fa parte della famiglia, così è
del credente che testimonia della sua nascita mediante il battesimo
che lo inserisce a far parte della Chiesa che è il corpo di Cristo (Efesi
1:23) cessando di essere una pecora errante senza pastore.
«Solo il battesimo dello Spirito santo può fare di un uomo un
membro del corpo di Cristo: né il battesimo d’acqua, né la libera
decisione, né la confessione di fede possono rimpiazzarlo. La
Scrittura non conosceva un corpo di battezzati dello Spirito separati
da quelli che sono semplicemente salvati, né dei credenti isolati che
vivono al di fuori di Cristo. – il piano di Dio per i suoi figli passa
dalla Chiesa e giunge alla Chiesa».19
19
44
Idem, p. 77.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Capitolo VI
I MEMBRI DI CHIESA
La domanda: “Bisogna essere convertiti per far parte della
Chiesa?” «è certamente la più importante e la più controversa di tutte
quelle che si pongono a tale proposito. Divide il mondo cristiano in
due blocchi irriducibilmente opposti».1
I due gruppi opposti sono: le chiese di moltitudini o
moltitudiniste, cioè le grandi chiese, le chiese di masse, le chiese
nazionali, le chiese istituzionali; l’altro gruppo è dato dalle chiese di
professanti i cui membri hanno scelto e deciso di farne parte.
C’è una differenza tra la chiesa-istituzione e la chiesa dei
credenti.
Le prime battezzano i bambini e generalmente la santa Cena
viene data in età più adulta, a seguito di una istruzione o una prova
più seria, sancita dal rito della confermazione o la cresima.2 I membri
di queste chiese vi fanno parte per diritto di nascita in quanto presenti
nella società. Possono avere un interesse materiale o intellettuale.
Queste chiese multitudiniste sono la chiesa cattolica romane, le
chiese ortodosse e le chiese protestanti storiche. Tutte, in prevalenza
sono chiese nazionali, regionali e provinciali. Alcuni esempi3:
- «L’appartenenza alla Chiesa dipende dal domicilio nella circoscrizione della comunità» riporta la Costituzione della Chiesa Evangelica luterana di Baviera del 1920, art. 7.
- «Il bambino deve essere incorporato dalla sua nascita alla Chiesa,
corpo di Cristo» Sinodo riformato evangelico di Pau.
- «La Chiesa nazionale di Ginevra si compone di tutti i ginevrini che
accettano le forme organiche della Chiesa, come sono stabiliti di
seguito» art. 114. «Queste forme organiche sono delle pure forme
amministrative, che non riguardano né da vicino, né da lontano la
fede e la vita cristiana».
1
KUEN Alfred, Je bâtirai mon Èglise, Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967,
p. 123.
2
Gli ortodossi, riteniamo più coerenti, danno la comunione ai neonati battezzati.
3
Riportati da A. Kuen, o.c., pp. 124,125.
I parte – Capitolo VI
- La Chiesa di Zurigo dice di sé: «La nostra chiesa è una chiesa
moltotudinista. Si diventa membri mediante la nascita e non
mediante la nuova nascita e si è considerati come facendone parte
fino a quando non si dà la propria dimissione».
- L’art. 4 della Chiesa riformata di Neuchâtel «considera come suoi
membri tutti coloro che non dichiarano di escludersi».
- Nel Canton Vaud «sono considerati membri di chiesa nazionale
tutti coloro che non dichiarano espressamente di non farne parte»
diceva il pastore André Bovon, presidente del consiglio sinodale.
- Nell’Europa Occidentale e dell’Est la chiesa cattolica e quelle
nazionali ortodosse esprimono la loro egemonia con il battesimo dei
bambini.
Le chiese confessanti sono costituite da persone giovani, mature
e anziane che in un momento della loro vita hanno accettato ciò che
hanno compreso come verità e battezzandosi hanno confessato
pubblicamente la loro esperienza di fede e hanno deciso di far parte
della Chiesa. Tutte queste chiese, sia come realtà unica o facente
parte di più chiese collegate tra di loro a livello di città, provincia,
regione, nazione e anche mondiale, come è della Chiesa Cristiana
Avventista del 7° Giorno riflettono la Confession de foi de l’Association des églises évangeliques baptistes che dice: «Noi crediamo che
conformemente alla pratica degli apostoli, è indispensabile che tutti
coloro che compongono una chiesa locale abbiano accettato il
messaggio evangelico, che abbiamo manifestato la loro rigenerazione
mediante una fedele condotta cristiana, e che abbiamo reso testimonianza della loro fede essendo simbolicamente seppelliti».
Chiesa società chiusa e aperta
Le chiese moltitudiniste sono chiese “aperte” per il fatto che si è
incorporati, tranne coloro che fanno una scelta in età adulta e non
sempre viene manifestata con un battesimo per immersione, automaticamente con il rito battesimale da neonati.
Le Chiese confessanti sono per contro chiuse “chiuse”, cioè
costituite da chi ha chiesto di entrare. Queste chiese mediante la
46
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
I membri di Chiesa
testimonianza individuale e una azione evangelistica sono aperte
nell’accogliere chi risponde all’invito della grazia da loro insegnate.
Come l’ekklesia – l’assemblea dell’antica Grecia era costituita da
una parte dei cittadini della città, così le chiese confessanti sono
costituire da una parte, generalmente minoritaria degli abitanti di una
località e come l’antico Israele costituiscono la nuova qahal che
come l’antica assemblea dei giudei circoncisi, liberati dall’Egitto,
costituivano il popolo dei credenti che riconoscevano l’Eterno.
Prima di far parte della chiesa i credenti erano, usando le
espressioni che troviamo nel N.T.: stranieri (…), pellegrini.4 Nelle
riunioni della chiesa apostolica potevano partecipare anche persone
non ancora convertite5 e ascoltavano quanto veniva detto.
Come tutte le società chiuse si entra in esse per scelta volontaria
dopo aver soddisfatto alcune condizioni, così pure è per la Chiesa. Si
entra in essa a seguito della testimonianza, della propria vocazione,
della chiamata alla salvezza sempre a seguito dell’annuncio della
Parola fatta da altri, dell’ascolto della Parola e dell’azione dello
Spirito che produce il ravvedimento,6 la conversione, il credere (Atti
8:12; cfr Marco 1:15), la nuova nascita (Giovanni 3).
L’ammissione nella Chiesa di persone come membri non ancora
convertiti non corrisponde all’insegnamento di Gesù (Giovanni
3:6,7), ed è in contraddizione all’appello alla conversione e alla
nuova nascita che è il centro attorno al quale gravita la predicazione
del N.T.
Non si può far parte della Chiesa se non si è stati purificati
mediante il battesimo (Efesi 5:27). La nuova nascita è l’avvenimento
capitale della vita di ogni persona all’inizio della propria esperienza
di fede. «Per tutti la vita cristiana comincia con la stessa confessione:
riconoscere “il Signore e il Cristo” in Gesù di Nazareth. La vita
cristiana esiste a partire da questo atto di fede. È per questo che il
libro degli Atti indica sovente i discepoli dicendo al passato: “coloro
4
5
6
Efesi 2:19; Ebrei 11:13; 1 Pietro 1:17; 2:11.
1 Corinzi 14:23; Giacomo 2:2-4.
Atti 2:38-47; 20:21; cfr Marco 1:15.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
47
I parte – Capitolo VI
che hanno creduto”, coloro che, un giorno, hanno fatto questo passo
decisivo che è la fede in Cristo Gesù».7
Inserire nella chiesa persone che non hanno dichiarato di credere
in Cristo Gesù come salvatore significherebbe confondere la «gente
di dentro» con la «gente di fuori», gli «estranei» con i familiari della
casa di Dio.
La presenza di inconvertiti come membri di chiesa è inconciliabile con le espressioni che il N.T. dà ai membri che vengono
definiti:
a) credenti (Atti 2:44);
b) «discepoli»8
c) «santi».9 Questa espressione è usata 62 volte nel N.T. È un
concetto presente in tutte le religioni. Indica coloro che si sono
appartati, separati, consacrati alla divinità. Non dice che queste
persone sono migliori, più buone delle altre, vuole indicare che
hanno un rapporto con la divinità che le altre non hanno;
d) «fratelli».10 La si riscontra circa 200 volte nelle lettere, 50 negli
Atti, 130 volte è utilizzata da Paolo e 35 volte solo nella 1
Corinzi. La parola indica coloro che fanno parte della nuova
famiglia di Dio diventando i fratelli di Gesù11 e per conseguenza
si considerano fratelli tra di loro.
e) «benamati».12
f) «eletti di Dio» Colossesi 3:12.
Tali espressioni sono difficilmente applicabili alle persone non
credenti, che vengono definiti i «figli della collera» Efesi 2:3;
«uomini ribelli» Efesi 5:6; 2:2;«stranieri» e «nemici» Colossesi
1:21.
g) cristianoi «cristiani».13
7
prof. MENOUD, La Vie de l’Eglise naissante, Delachaux 1952, p.8. (p. 131)
Atti 6:2; 9:1,26; 11:26; 14:21,22; 18:27; 19:9; 24:4.
9
Atti 9:13,32,41; 2 Corinti 1:1; 13:12; Efesi 4:12; Colosse-si 3:12; Romani
15:26; 1 Corinzi 14:33; Ebrei 14:24; Apocalisse 22:2.
10
Atti 9:30; 10:23; 15:35.
11
Matteo 28:10; Romani 8:29; Ebrei 2:11,12,17.
12
2 Tessalonicesi 2:13; Romani 1:7; 2 Pietro 3:1,8.
8
48
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
I membri di Chiesa
h) «i nostri» Tito 3:14; 1 Giovanni 2:9;
i) «discepoli», «confessori», «credenti», «testimoni», «ambasciatori», «pellegrini», «economi», «fedeli», «chiamati», «noi», non
facciamo parte «di quelli di fuori», «voi», ecc.
Per tutte queste persone la conversione è una esperienza del
passato,14 come pure è anche l’esperienza della salvezza.15
«Mai gli apostoli, scrivendo a una chiesa, esitano a considerare
tutti i suoi membri con il titolo di credenti, di riscattati, di figli di
Dio».16
Nella Chiesa apostolica però non tutti i membri confessanti erano
nati di nuovo, o, se nati di nuovo, vivevano con coerenza la loro
rigenerazione:
a) Atti 8:5-17: Simone il mago ha indotto gli apostoli a peccare;
b) 1 Giovanni 2:19: per Giovanni alcune persone che erano nella
chiesa non erano dei credenti;
c) Tra i discepoli di Gesù c’era il figlio della perdizione.
d) Atti 20:30: tra gli anziani della regione di Efeso, riuniti da Paolo
per il discorso di addio, c’erano alcuni che avrebbero strumentalizzato la chiesa;
e) Matteo 13:25: riporta l’insegnamento di Gesù che la zizzania per
un certo tempo assomiglia al buon grano e sussisterà in al tempo
della fine nel campo di Dio che è la chiesa.
f) 1 Corinti 15:34 fa anche capire che nella chiesa di Corinto c’erano
degli infiltrati non convertiti.
g) 2 Corinti 13:5: Paolo invita a esaminarsi per sapere se si è ancora
nella fede;
13
Atti 11:26; 26:28; 1 Pietro 4:16.
Romani 6:17,18; 1 Corinzi 4:15; 12:13; Efesi 1:13; Colos-sesi 1:13; 2:13; 1
Tessalonicesi 1:9; Tito 3:5; Giacomo 1:18; Ebrei 10:32,33; 1 Pietro 1:22,23.
15
Romani 6:22; 11:30; 1 Corinti 1:26,30; 3:16; 7:23;15:1,2; Galati 3:26; Efesi
1:15; Colossesi 1:4; 1 Tessalonicesi 1:3; Efesi 2:5,8; Filippesi 2:12; Colossesi
2:6; 3:3; 1 Tessalonicesi 1:6,8; 2 Tessalonicesi 1:10; 2:13; Ebrei 12:22-24; 1
Pietro 1:5, 8; 2:9; 1 Giovanni 2:12,13; 2:20,21,27: 4:4; 5:13.
16
GASPARIN Agenor de, Les Ecoles du Doute et l’Ecole de la Foi, p. 385. (p.
141)
14
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
49
I parte – Capitolo VI
h) 1 Corinti 5:13: Paolo invita a espellere l’inconvertito che è nella
chiesa;
i) ecc.
Nelle lettere di Paolo non c’è nessun appello alla conversione
rivolto ai membri di Chiesa. Ci sono delle esortazioni alla fedeltà,17
ad essere proficui nella testimonianza (1 Corinti 15:58), a progredire
nella fede,18 a crescere nella grazia e nella conoscenza (2 Pietro
3:18), a crescere nel Signore (Efesi 4:15), a vivere e quindi a
esprimere i frutti dello Spirito (Galati 5:22), a conservare il
patrimonio che è stato insegnato (Apocalisse 2:25; 3:11), a vivere
con coerenza la Parola di verità, a ricercare la perfezione (2 Corinti
13:11), a essere incrollabili (1 Corinti 15:58; 1 Pietro 5:10), a non
essere sviati (Galati 5:1). «Se analizziamo le esortazioni contenute
nelle lettere, non contengono nessun appello al pentimento, alla
conversione o alla fede per la salvezza. Nei Vangeli e negli Atti,
incontriamo una ventina d’impera-tivi, come: “Pentitevi, venite a me,
convertitevi”; una quindicina di appelli alla fede: “Credete alla buona
novella, credete a colui che il Padre ha inviato”; nelle lettere: nulla!
Come spiegare questo, se non per il fatto che le chiese erano
composte da uomini e da donne che avevano già sperimentato il
ravvedimento e la fede19».20
17
Ebrei 4:14; 10:35,36; 1 Corinti 15:58; 16:13.
1 Tessalonicesi 4:1-9,10; 2 Tessalonicesi 1:3,4; Ebrei 6:11,12.
19
«Il solo verso che sembra contraddire ciò che stiamo dicendo si trova in 2
Corinzi 5:20: “Noi facciamo dunque da ambasciatori per Cristo come se Dio
esortasse tramite noi; vi supplichiamo nel nome di Cristo, siate riconciliati con
Dio”. Bisogna … mettere questo testo nel suo contesto e verificare la traduzione.
“Questo appello non si rivolge alla Chiesa di Corinto, né ai cristiani in generale,…
ma a tutti gli inconvertiti. È la missione di Paolo di supplicare gli uomini, tutti gli
uomini dicendo: “Siate riconciliati” F. Godet.
Il testo originale non dice: “Noi vi supplichiamo”, ma: “Noi supplichiamo per
Cristo: siate riconciliati con Dio!” come traducono: Darby, Versione concordata,
Allo, Lutero, H. Bruns, Mülheimer, Uebersetzung, Thimme, H. Wise, Albrecht,
Pfäffling, Menge, Schachter, Moffat, Weymouth, ecc.» A. Kuen, o.c., p. 144.
18
50
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
I membri di Chiesa
L’appello di Paolo non è quindi rivolto a quelli della Chiesa, ma a chi non conosce
ancora la Parola di Dio.
20
A. Kuen, o.c., p. 143.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
51
Capitolo VII
I RITI NELLA CHIESA APOSTOLICA
I riti della Chiesa apostolica erano il battesimo e la Cena del
Signore che Gesù ha fatto precedere dalla lavande dei piedi
BATTESIMO nella chiesa primitiva
Per essere membri di chiesa bisogna essere convertiti e il battesimo ne è la testimonianza. «Il battesimo è il segno, comune a tutte le
chiese, dell’appartenenza alla Chiesa».1 Il testo biblico rileva che
generale gli apostoli battezzano immediatamente dopo la conversione e la professione di fede.2
I battezzati si possono allontanare dal Signore, dalla Chiesa,
ritornano nel mondo (2 Timoteo 2:18; 4:10; 1 Giovanni 2:19) e
cessano di far parte del corpo di Cristo.
Il battesimo ha occupato una parte importante nella storia della
Chiesa. Il N.T. lo menziona un centinaio di volte e spesso in
relazione con la formazione della Chiesa. È a seguito del battesimo
che si costituisce la Chiesa confessante, ma anche quella moltitudinista. È ancora la forma del battesimo che divide i formalisti e gli
spiritualisti.
Il Battesimo nel libro degli Atti
Le parole di Gesù: «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i
popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho
comandato» Maatteo 28:19,20 sono realizzate nel libro degli Atti che
riporta quanto avvenne nel giorno della Pentecoste a Gerusalemme.
Coloro che avevano ascoltato la spiegazione di Pietro riguardo a
quanto era successo qualche settimana prima, questi dopo essere stati
battezzati, continuarono a essere assidui nell’ascoltare gli insegnamenti degli apostoli (2:42-46). Poi il libro degli Atti riporta che la
1
2
BRUNNER Emil. Dokmatik, v. III, p. 72. (p.149).
Atti 8:12-16, 24-39; 9:18; 10:44-48; 11:16,17; 16:14,15, 33,34; 18:8.
I parte – Capitolo VII
predicazione del Vangelo si sposa in Samaria, poi è rivolta a una
persona che sta ritornando in Etiopia (8:12,13). Racconta che Saulo
il persecutore, fermato sulla via di Damasco accetterà il battesimo e
col nome di Paolo sarà il testimone dell’Eterno in numerose località,
davanti ad autorità e re e giungendo fino a Roma. Il Centurione
romano Cornelio accetterà la testimonianza di Pietro (10:4,43,44;
47,48), Lidia, il carceriere di Filippi e i Corinti ascolteranno la
predicazione di Paolo. Ad Efeso dodici discepoli di Giovanni Battista
accettano la realizzazione di quanto avevano sperato (19:2-7).
«Questi dodici discepoli che avevano ricevuto un insegnamento
incompleto da Apollo, il quale, a sua volta, non conosceva che il
battesimo di Giovanni (Atti 18:24,25), furono gli oggetti di una
compassione speciale da parte del Signore che vegliava su loro.
Iddio, infatti, inviò loro il suo servitore Paolo affinché da lui fossero
correttamente e completamente istruiti su questo soggetto… Questi
credenti sono dunque stati battezzati due volte. Se fossero stati
correttamente istruiti sin dal principio, questo non sarebbe stato
necessario».3
Come si è passati dal battesimo ai soli credenti al battesimo dei
bambini, tradizione conservata anche nelle Chiese protestanti fin
dalla Riforma, rinviamo il lettore al secondo capitolo della seconda
parte di questo lavoro, l’Apostasia dottrinale della Chiesa, nelle
sezioni: La Chiesa cristiana introduce nel battesimo altri elementi, e
Battesimo ai bambini e neonati.
La CENA del Signore
La Cena del Signore è riservata ai soli battezzati.
È quanto ci viene testimoniato, tra gli altri da Giustino martire e
dalla Didaché.
Giustino Martire: «Questa cena si chiama tra noi “azione di
grazia”. Nessuno vi può partecipare tranne colui che crede che ciò
3
COULERU Jean Raymond., Il battesimo cristiano come è insegnato nella
sacra Scrittura, tradotto e adattato da ANTONIETTA Giorgio, 1956, p. 18.
54
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
I riti nella Chiesa apostolica
che è insegnato da noi sia vero, che ha ricevuto il bagno che serve al
perdono dei peccati e alla nuova nascita e che vive come Cristo ha
insegnato».4
Nella Didaché, scritto del II secolo, è ugualmente precisato
«Nessuno mangi, né beva della vostra eucaristia tranne coloro che
siano stati battezzati nel nome del Signore».5
R. Mehl scrive: «Non è la Chiesa che determina in forma
autonoma le condizioni di ammissione dei suoi membri. Ciò che
avviene nei primi giorni della Chiesa avviene ancora oggi o deve
ancora realizzarsi oggi: “Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro
comunità quelli che venivano salvati” Atti 2:47. Il segno normativo
di questo aggiungere al corpo della Chiesa è il battesimo».6
È evidente che nella chiesa apostolica i partecipanti alla Cena
erano credenti e come tali erano stati battezzati.7 Se pur essendo stati
battezzati si poteva essere nella condizione di indegnità a causa del
quale ci si doveva esamina-re (1 Corinzi 11:28) per non accostarsi
alle Cena superficial-mente8, con motivazioni ancora più esplicite chi
non si era battezzato non aveva motivo di partecipare.
«Il pane che noi rompiamo, non è forse la comunione con il
corpo di Cristo? » 1 Corinzi 10:16. Alla cena del Signore partecipano
coloro che fanno parte del corpo di Cristo, cioè che sono stati
battezzati dallo Spirito per essere membra di questo corpo che è la
Chiesa. Paolo scrive: «Voi siete il corpo di Cristo e membra di esso,
ciascuno per parte sua» 1 Corinzi12:27. «Come il corpo è uno e ha
molte membra, e tutte le membra… formano un solo corpo, così è di
4
Giustino Martire, 1 Apologia, I, 65-67. (p. 150)
Didaché, 9,5. Il testo prosegue con l’espressione «Per questo il Signore ha
detto: “Non dovete dare le cose sante ai cani”» che riteniamo offensiva nel nostro
contesto.
6
MEHL R., Membre d’Eglise, in Verbum Caro, 1958, p. 171; cit. A. Kuen, o.c.,
p. 150 nota 42.
7
Atti 2:42,46; 1 Corinzi 10:15; 11:23.
8
La motivazione che Paolo presenta ai Corinti per non partecipare alla Cena è
la lucidità della mente dopo un pranzo fraterno dove anche il buon vino è stato
bevuto in abbondanza (1 Corinzi 11:21).
5
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
55
I parte – Capitolo VII
Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per
formare un unico corpo». 1 Corinzi 12:12,13. Per questo motivo D.
Simon scrive: «Partecipavano alla Cena, celebrata in occasione di un
pasto comunitario, i membri regolari della Chiesa, cioè all’esclusione
dei catecumeni, coloro che hanno ricevuto il battesimo».9
Ortodossi, protestanti, evangelici e cattolici hanno tendenze
diverse nei confronti della Cena del Signore. C’è chi ritiene
opportuno la comunione ecumenica e c’è chi prende le distanze. Tutti
esprimono le proprie radici diverse e importanti da conoscere. Ci
sono forti resistenze e inaccettabilità da parte di alcuni, mentre per
molti, pur nella divisione, la considerano comunione dei credenti di
diverse espressioni religione. È cibo e bevanda, quale “viatico” per il
cammino, da mangiare in fretta come la Pasqua ebraica il cui gesto,
come per i discepoli che percorsero la via di Emmaus con il Maestro
che hanno poi ospitato a casa, ha permesso che i loro occhi si
aprissero e capissero. Sulla strada per Emmaus i discepoli non
avevano capito le Scritture, il Signore gliele spiegava e qualcosa si
rianimava nel loro animo. Nella camera alta c’era divisione tra i
discepoli, non tutto avevano capito di ciò che il Signore da tempo
aveva insegnato e quanto stava insegnando. Gli elementi della cena,
il pane che viene spezzato e viene dato, va oltre alla loro unione e
comprensione. La Cena attesta che il Signore è presente. La
comunione è stata anche paragonata al pane di presentazione che
Davide e i suoi compagni hanno mangiato con l’approvazione del
Signore, anche se a loro non era lecito consumarli, perché riservati ai
sacerdoti (Marco 2:20). Condividere l’eucarestia quando si è divisi
nel credere, nell’espletamento dei riti e nella tradizione può essere
visto come segno visibile dell’unità ricercata, non ancora raggiunta,
ma espressa dalla fede.
9
SIMON D., Les Premiers Chrétiens, PUF, Paris 1952, p. 90. p. 153. La
partecipazioni alla Cena da parte dei catecumeni, coloro che si preparavano per il
battesimo, avveniva in un tempo non apostolico.
56
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
I riti nella Chiesa apostolica
Crediamo che si possa rispettare la fede di ogni credente che vive
con coerenza il proprio insegnamento denominazionale. Riteniamo
però che, nel rispetto della Parola del Signore, quale riferimento per
ogni credente, la conversione, la nuova nascita, esperienza indispensabile nella vita del credente, manifestata mediante il battesimo per
immersione quale risposta all’appello della grazia, non debba essere
inficiata dalle tradizioni storiche delle varie chiese. La Cena del
Signore, negli scritti apostolici, è riservata alla Chiesa confessante.
Gesù, riporta il testo biblico, aveva «vivamente desiderato di
mangiare la Pasqua» con i suoi discepoli (Luca 22:15). Li aveva
invitati. Discutevano tra di loro chi doveva essere il maggiore, c’era
chi lo avrebbe rinnegato qualche ora dopo, chi avrebbe pensato che
sarebbe stato prudente stargli un po’ lontano, chi aveva già deciso di
vendere il Maestro, durante la cena, prima di condividere il pane e il
vino, Gesù ritiene opportuno lavare solamente i piedi a quegli uomini
che spiritualmente erano già stati lavati completamente. È quanto
dice a Pietro: «Chi è lavato tutto, non ha bisogno che d’aver lavato i
piedi; è netto tutto quanto» Giovanni 13:10. In queste parole
troviamo due verbi diversi: «Colui che è lavato – louein – tutto non
ha bisogno che di lavare – niptein – i piedi». Questi due verbi, che
hanno un significato diverso, purtrop-po, nelle versioni: italiana,
francese, spagnola e altre, sono tradotti con il solo verbo lavare.
Oepke A. in Il Grande Lessico del N.T., vol. VI, scrive che lousestai
è sinonimo di baptizestai (battezzare) verbo che «diventerà poi (nella
sua traslitterazione, n.d.a.) il termine tecnico (per indicare il
battesimo, n.d.a.). Nella maggioranza dei casi i nostri vocaboli
designano il bagno fatto per ottenere la purezza rituale…».
«Ovunque» il verbo lousestai è utilizzato «si ha di mira il pentimento
della colpa e un energico agire meglio; leggiamo così in Isaia 1:16:
«lavatevi, purificatevi, togliete le malvagità dei vostri animi dai miei
occhi». In Atti 16:33 è utilizzato per indicare il lavare le ferite di
Paolo e Sila (che devono essere state presenti su tutta la superficie
del corpo). In Atti 9:37 è utilizzato per indicare il lavare il corpo di
Tabita morta. È anche utilizzato in senso figurato in 2 Pietro 2:22.
«In tutti gli altri (testi) c’è un riferimento alla liberazione dal peccato,
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
57
I parte – Capitolo VII
in particolare al battesimo; lousestai è usato soltanto per indicare il
battesimo (Efesi 5:26; Tito 3:5)… Un esame di tutti i passi pertinenti
mostra in verità che, quando si tratta del loro uso teologico, louein e
loutron fanno parte della terminologia battesimale». Apoca-lisse 1:5:
«A colui che ci ha amati e lavati (lousanti) dai nostri peccati con il
suo sangue». «Nella maggior parte degli altri casi il riferimento al
battesimo … è quanto mai visibile». Atti 22:16 recita che Anania
disse a Saulo: «Alzati, fatti battezzare (baptisai) e sii lavato
(apolousai) dei tuoi peccati». «1 Corinzi 6:11: ma siete stati lavati
(apelousasthe), ma siete stati santificati, ma siete stati giustizi-cati
nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito santo del nostro
Dio. Il legame con il passato peccaminoso è troncato mediante il
lavacro».10 Hauck F., nel volume VII, a proposito del verbo nipto
scrive: «Lavare parzialmente persone viventi e louein o lousestai =
lavare completamente, fare il bagno… Nel N.T. si riscontra ancora il
senso greco di niptein (abluzione parziale)». «Anche in questo passo
(di Giovanni 13) è mantenuta la distinzione solita tra niptestai come
abluzione parziale (lavare i piedi, n.d.a.) e louestai come bagno
completo (lavato tutto quanto, n.d.a.)».11
«Impiegando due vocaboli (niptein e louein) Gesù fa la distanzione tra il lavare una parte del corpo e il lavare l’intero corpo e
contrappone così un lavare parziale al bagno completo. Pietro aveva
fatto il bagno e aveva ricevuto, in questo lavaggio completo, il segno
del perdono completo. Aveva pur tuttavia bisogno d’un perdono
quotidiano che è simbolizzato nel lavare i piedi, poiché pur essendo
stato giustificato, il cristiano si sporca ogni giorni i piedi camminando nel mondo».12
Per questo motivo La Bibbia di Gerusalemme traduce: «Chi ha
fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto
mondo…» Giovanni 13:10.
10
11
12
58
OEPKE A., Il Grande Lessico del N.T., vol. VI, col. 810,811,816,819,820.
HAUCK F., Il grande lessico del N.T., vol. VII, col. 1022-1025.
BESSON P., in Clef de quelques passages du N.T., p. 24.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
I riti nella Chiesa apostolica
Tenendo conto del significato delle due espressioni riportate nel
vangelo, arricchite anche del valore teologico, crediamo che si possa
concludere che la santa Cena, nell’insegnamento di Gesù, è per le
persone che hanno fatto un patto con il Signore, sono state battezzate
per immersione, sono state lavate dal loro peccato e lo hanno
confessato pubblicamente davanti a Dio, agli angeli e al mondo e
hanno testimoniato di aver accettato la grazia di Dio e di fare parte
della Sua famiglia, la Chiesa di Gesù Cristo.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
59
I parte – Capitolo VII
60
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Capitolo VIII
APOSTOLICITÀ della CHIESA
Per la prima volta si parla della apostolicità della Chiesa nel 381,
al Concilio di Costantinopoli, nella lotta all’arianesimo. Qualche
secolo dopo si parlerà dell’apostolicità della Chiesa anche in
occidente.
Con apostolicità si vuole attribuire alla chiesa il suo legame
ininterrotto con quella del primo secolo. Sono due le forme di
apostolicità della Chiesa per giustificare il proprio legame con la
Chiesa originaria.
La concezione sacramentale vede la continuità apostolica nella
trasmissione ininterrotta e visibile delle principali cariche ecclesiastiche dagli apostoli in poi. È quanto sostiene la Chiesa cattolica di
Roma, la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Anglicana.
La concezione spirituale fa risiedere l’apostolicità della Chiesa
alla fedeltà agli insegnamenti apostolici. La Chiesa è apostolica non
perché si riesce a dimostrare un processo di legame storico con
quella degli apostoli, è tale nella sua continuità di coerenza all’insegnamento degli apostoli. La Chiesa è apostolica perché i credenti
sono stati «edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti,
essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio
intero (della Chiesa), ben collegato assiema, si va innalzando per
essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte
dell’edificio che ha da servire di dimora a Dio per mezzo dello
Spirito» Efesi 2:20-22.
Lutero giustificava l’apostolicità del suo essere Chiesa spiegando: «Noi apparteniamo alla chiesa antica e siamo con lei poiché chi
crede come l’antica chiesa e conserva le stesse verità di lei, è della
chiesa antica… Voi (papisti) siete sì venuti dalle antiche chiese, ma
voi non siete di quelle, né membri di queste chiese».1
1
LUTERO Martin, W.A. 51,482,5-6; 51,501,7-8; cit. KUEN Alfred, Je bâterai
mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey 1967, p. 30.
I parte – Capitolo VIII
J. Senarclens riportando il pensiero di Calvino scrive: «Che vale
una successione apostolica che sfocia nell’errore? La vera successione apostolica deve manifestarsi in un insegnamento conforme a
quello degli apostoli. Altrimenti non è che una continuità storica, una
successione di persone che non è sufficiente per proteggere
dall’errore».2 E ancora: «La Chiesa è apostolica perché predica e
insegna ciò che gli apostoli hanno predicato e insegnato. La pretesa
romana è ben troppo “frivola”. Come possono privilegiarsi di una
successione di vescovi da s. Pietro, allorquando hanno deformato la
sua testimonianza per insegnare delle novità».3
2
SENARCLENS Jean de, De la Vraie Elise selon Calvin, in Cahiers de
Renouveau, n. 27, Labor et Fides, Genève 1965, pp. 29,30.
3
Idem, p. 34.
62
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo IX
IL FONDAMENTO DELLA CHIESA
È un argomento che ha appassionato e diviso gli studiosi
attraverso i secoli.
Il testo sul quale sono sorti i contrasti e che ancora oggi viene
citato a proposito e a sproposito, è stato quello che riporta la
dichiarazione di Gesù a Pietro dopo la sua magnifica confessione:
«“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù, rispondendo
disse: “Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non è la carne e
il sangue che ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.
E anch’io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia
chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere1»
Matteo 16:15-18.
Fino a quel momento le azioni di Gesù potevano avere lo scopo
di manifestare i segni della sua messianicità, una volta che questa è
stata riconosciuta, come ha fatto Pietro, Gesù parlerà della sua opera
futura, la sua morte redentrice, la sua resurrezione (vv. 21-23) e la
costituzione di una comunità messianica: la Chiesa (vv. 18,19).
Il cielo si è mosso affinché Pietro facesse la sua confessione e
Gesù si confronta con il primo frutto del suo ministero.
Questa dichiarazione di Gesù è molto importante perché permette
di affermare:
a. la Chiesa non è una invenzione e una istituzione umana con la
quale gli apostoli o altri cercarono di rispondere a un bisogno dei
credenti;
b. la confessione della messianicità di Gesù sarà intimamente legata
all’entrata nella Chiesa e ciò viene attestata chiaramente nel libro
degli Atti;
c. «la mia Chiesa» significa che l’insieme dei credenti appartengono
a Cristo e a nessun altro, perché Gesù l’ha acquistata con il
proprio sangue (Atti 20:28; 1 Pietro 1:18,19), diventando la
1
Queste parole sono riprodotte in lettere nere su sfondo d’oro attorno alla
cupola di S. Pietro in Vaticano.
I parte – Capitolo IX
Chiesa di Cristo (Romani 16:16; Atti 20:28) e non di qualsiasi
altro nome, pour anche di apostolo;
d. Gesù è contemporaneamente l’architetto e il costruttore;
e. l’avversario cercherà di abbatterla ma non ci riuscirà perché sarà
fondata «su questa pietra».
Chi è la pietra?
I teologi sono riusciti a dare diverse spiegazioni, La cristianità si
divide nel sostenere tre posizione che poi di fatto, al di là dei
distinguo, sono due:
a) Pietro
b) Gesù Cristo
c) confessione di Pietro
a) Pietro
Scrive il canonico Boulenger: «Gesù Cristo ha fondato una chiesa
monarchica conferendo a s. Pietro un primato di giurisdizione su
tutta la Chiesa… il fondamento deve durare per tutto il tempo
dell’edificio... bisogna dedurre che il primato, principio e
fondamento dell’edificio, dovrà durare tanto quanto l’edificio stesso
e che Pietro dovrà trasmettere la sua autorità ai suoi successori… i
successori di Pietro nel primato sono i vescovi di Roma».2
A. Kuen ricorda che per sostenere la tesi cattolica occorre
dimostrare che:
1. la pietra sia Pietro;
2. Gesù diede a Pietro un primato spirituale;
3. questo primato fu trasmissibile;
4. Pietro sia stato a Roma;
5. Pietro sia stato vescovo a Roma e che abbia trasmesso questo
primato ai suoi successori;
6. i vescovi di Roma si siano trasmessi questo primato.
2
BOULENGER: Apologétique, pp. 335-339 ; cit. KUEN Alfred, Je bâtirai mon
Église, èd. Emmaüs, Saint Légier sur Vevey 1967, p. 106.
64
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
Scrive il canonico Christiani: «Un solo abbandono (di quanto
elencato sopra) e tutto crolla, ecco il nostro prezzo. Giochiamo tutta
la nostra fortuna spirituale su un solo passo falso».3
1. la pietra è Pietro
La versione Interconfessionale, La Parola del Signore riporta la
seguente traduzione: «Io ti assicuro che tu sei Pietro e su di te, come
su una pietra, io costruirò la mia Chiesa…» Matteo 16:18.
Questa versione così chiara è una dichiarazione di ignoranza per
tutti coloro che nel corso della storia hanno cercato di tradurre il testo
biblico dando una lettura diversa, ma sempre simile in tutte le
versione e mai così esplicita nella comprensione fino al 1985. Fin dai
primi secoli molti hanno cercato di spiegare questa dichiarazione
dando la propria interpretazione, ma nessuno è arrivato a tale
chiarezza nella traduzione. Se non c’è stato un atto di prepotenza del
potere di Roma o/e un asservimento della Società Biblica Italiana per
l’edizione di questo testo, ci è difficile comprendere come sia potuto
succedere una cosa del genere. Dopo secoli di traduzioni e commenti
contrastanti finalmente qualcuno è riuscito a comprendere un testo
che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro per spiegarlo. Questa
traduzione elimina qualsiasi incertezza e discussione.
2. Gesù diede a Pietro un primato spirituale
Sebbene Pietro sia stato il primo ad aprire le porte della Chiesa ai
giudei e ai gentili:
a) nella Chiesa di Gerusalemme non risulta che sia stato il capo;
b) che abbia avuto privilegi particolari:
c) si considera un uomo davanti al quale nessuno si deve inginocchiare (Atti 10:26);
d) si definisce apostolo e anziano tra gli altri (1 Pietro 1:1; 5:1);
e) non è lui a nominare il successore di Giuda, ma la sorte (Atti
1:21,22);
3
CHRISTIANI, in Catholiques, Protestante, Frères quand-même; cit. A. Kuen,
o.c., p. 108.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
65
I parte – Capitolo IX
f) gli apostoli chiedono alla Chiesa di designare i diaconi (Atti 6:5);
g) in Samaria Pietro non ci va, ma viene inviato con Giacomo (Atti
8:14);
h) si deve difendere e giustificare il proprio operato davanti alla
Chiesa (Atti 11:1);
i) non dirige i lavori del primo Concilio della Chiesa, ma lo fa
Giacomo (Atti 15);
l) Paolo, dopo la sua conversione, non ha ritenuto opportuno salire a
Gerusalemme per ricevere disposizioni dagli apostoli e in
particolare da Pietro (Galati 1:17);
n) Paolo riprende pubblicamente Pietro (Galati 2:11-14);
o) nelle sue lettere Paolo non dice nulla della carica di sommo
pontefice, di vicario di Cristo che è stata attribuita a Pietro e ai
presunti suoi successori;
p) per il N.T. la Chiesa è costituita sugli apostoli e non su Pietro
(Efesi 2:20; Apocalisse 21:14);
q) si può dedurre da una lettura del N.T. che Paolo occupi un posto
di preminenza rispetto a Pietro;
r) quando il nome di Pietro è associato a altri nomi, non ha il posto
di preminenza (1 Corinzi 3:22; Galati 2:9);
s) Pietro considera Gesù come supremo, sommo pastore (1 Pietro
5:4);
t) sarebbe oggi impossibile scrivere una biografia di Napoleone e
non scrivere mai che è stato imperatore.
3. trasmesso un bel primato
Il teologo cattolico Karl Adam si chiede e poi risponde: «Stando
ai testi… si può applicare il passo di Matteo ai successori di Pietro,
cioè al vescovo di Roma? La risposta potrebbe essere risolta con la
negazione».4 Se il conferimento del primato a Pietro fosse stato vero
e importante, come mai Marco, che riporta il rimprovero e Luca non
4
ADAM Karl, Le vrai visage du catholicisme, la Vie Chrétienne, 28a ed.,
Bernard Grasset, Paris 1934, p. 133.
66
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
dicono nulla? «La vera ragione di questo silenzio è senza dubbio il
fatto che per la Chiesa primitiva la confessione dell’apostolo aveva
più importanza della promessa.
Le prerogative di Pietro si limiteranno a:
a. essere la prima pietra dell’edificio;
b. aprire la porta del regno ai giudei,
c. aprirla ai pagani.
L’omissione delle promesse da parte di tre evangelisti su quattro
è la prova che queste prerogative temporali avevano poca importanza
nella tradizione apostolica».5
4. Pietro è stato a Roma
Riteniamo che non ci siano elementi biblici per sostenere l’andata
di Pietro a Roma, anche se è universalmente accettata.
L’affermazione di Eusebio (IV sec.) secondo la quale Pietro
avrebbe fondato la Chiesa di Roma, e avrebbe esercitato la carica di
vescovo per 25 anni (dal 42 al 676). «Oggi nessun studioso cattolico
ammette che Pietro sia rimasto a Roma per 25 anni, poiché ciò
contrasterebbe sia con la presenza di Pietro a Gerusalemme durante il
convegno apostolico (circa 50 d.C.)».7 Il suo soggiorno romano così
lungo urta contro diverse constatazioni8 anche se è ammesso da tutti
che s. Pietro morì verso l’anno 67. È una data sicura?:
5
BONNET L Louis, Le Nouveau Testament, t. I, Évangeles de Matthieu, Marc
et Luc, Lausanne 1880, p. 131.
6
Dall’Elenco Ufficiale dei Papi. Riportato da Meyer E. o.c., pp.189-190;
RENDINA Claudio, I Papi – storia e segreti, Newton & Compton, Roma, 1983,
1999, pp. 858..
7
SALVONI Fausto, Da Pietro al papato, Lanterna, Genova1970, p. 208.
8
«Eusebio non soddisfatto di far arrivare l’apostolo Pietro a Roma nel 42,
l’aveva già fatto vescovo di Antiochia, senza però fissarne la durata (Histoiriae
Ecclesiasticae, L,III, cap. 35). Giovanni Crisostomo si oppone, in un certo qual
modo, a Eusebio perché dice che l’episcopato di Pietro ad Antiochia fu assai lungo
ed ebbe come successore Ignazio, mentre in realtà ad Antiochia prima di Ignazio fu
vescovo Policarpo: il che dimostra quanto poco fosse informato (Elogio
d’Ignazio)». MEYER Enrico, Storia dei papi, vol. I, eun, Marchisio 1968, p. 24.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
67
I parte – Capitolo IX
a) il libro degli Atti nel 42 lo presenta ancora a Gerusalemme per
andare poi a Cesarea e a Antiochia;
b) nel 49 è a Gerusalemme per la prima conferenza a causa della
circoncisione dei gentili. Pietro non testimonia della sua attività
tra i gentili, cosa che fanno Paolo e Barnaba (Atti 15:7-11);
c) nel 57 quando Paolo scrive la sua lettera ai Romani, Pietro non è
in città. Un capitolo intero è consacrato ai saluti e Pietro non è
menzionato. Ventisette sono i nomi ricordati;
d) si può anche supporre che Pietro non ci sia stato neppure prima.
Un richiamo alla sua presenza, o opera sarebbe stato doveroso
(Romani 1:11,15; 15:20);
e) nel 60 quando Paolo giunge a Roma, non c’è traccia della presenza di Pietro o del suo passaggio;
f) a Roma Paolo convoca i Giudei (Atti 28:17-23) e questi indirettamente, dicendo di non conoscere la Chiesa, fanno capire di non
aver mai avuto relazione con Pietro che avrebbe avuto il ministero di annunciare il Vangelo ai circoncisi, cioè ai propri
connazionali (Galati 2:7);
g) «è noto a tutti che l’apostolo Pietro esercitò il suo ministero in
Oriente, e specialmente in seno alle colonie giudaiche che nelle
regioni orientali si erano stabiliti, essendo a lui stata affidata in
modo particolare l’evangelizzazione dei circoncisi (Galati 2:8).
Babilonia di Caldea era un centro importantissimo della dispersione giudaica orientale. Giuseppe Flavio attesta che abitavano in
quelle regioni miriadi di Giudei, i quali solevano, anche dopo il
regno di Caligola, contribuire largamente per il tempio di
Gerusalemme».9 Che la Babilonia della lettera di Pietro corrispondesse alla città dell’Oriente sul fiume Eufrate è data dal fatto
che in nessun «momento e per nessuna parola del suo contenuto,
l’idea di uno scritto mistico. Questa conclusione allegorica sareb-
9
68
Idem, p-23.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
be pure bizzarra, in una lettera riempita di esortazioni e di
consigli d’ordine pratico».10
h) Dalla prigionia di Roma Paolo scrive, tra il 61 e il 6311, alle
Chiese di Colosse, Filippi e a Filemone, mai menziona Pietro e
neppure lo associa ai saluti che invia;
i) 62 d.C. (data incerta) liberazione di Paolo dalla prigionia romana;12
l) luglio 64 incendio di Roma, persecuzione di Nerone. Se Pietro era
a Roma o vi è stato portato potrebbe essere morto in quell’occasione. F. Falvoni, il sacerdote diventato evangelico, dopo aver
riportato lo scritto di Tacito su quanto Nerone fece ai cristiani
non menziona Pietro. Scriveva: «Si può quindi concludere che
Pietro non fu affatto il fondatore della Chiesa di Roma e che, se
vi venne come oggi appare quasi certo, vi giunse solo per subirvi
il martirio. È il pensiero del pagano Porfirio (scrive nel III secolo,
n.d.t.), un filosofo neoplatonico, che di Pietro dice: “Fu crocifisso
dopo aver guidato al pascolo il suo gregge per soli pochi
mesi”.13».14 Il sacerdote G. Falvo dopo aver affermato che la
Babilonia della lettera di Pietro è «la prima testimonianza
letteraria» in questo caso, dello stesso apostolo, che indica che
era a Roma e a seguito del riferimento alla lettera del vescovo
Clemente romano, all’incirca del 96 d.C., dopo aver citato i
modelli dell’A.T. menziona, per la propria generazione, l’esempio di Pietro e Paolo conclude, in contrasto con la cronologia
ufficiale della Chiesa sulla morte di Pietro: «Ciò significa che il
10
ANTOMARCHI, Rome face à l’Evangile, 1957, p. 84.
ROSA Peter de, Vicari di Cristo, Aemenia, Milano 1989, p. 462, indica la data
incerta del 63 d.C. quale presenza di Pietro a Roma.
12
A cura di LEBRUN François, Le grandi Date – Cristianesimo, Paoline,
Cinisello Balsamo 1993, p. 18.
13
Frammento 22, tratto dal III libro dell’Apocriticus di Macario Magnete (Texte
und Untersuchungen XXXVII/4, Lipsia 1911, p. 56). Cfr HARNACK A.,
Porphyrius gegen die Christen.
14
F. Salvoni, o.c., p. 210.
11
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
69
I parte – Capitolo IX
martirio dei due apostoli è avvenuto a Roma nella persecuzione
di Nerone».15
m) Si sa però che da Roma, Paolo tra il 66, 67, scrive la sua secondo
lettera al suo discepolo Timoteo. In 2 Timoteo 4:21 menziona
Linus, colui che la tradizione nomina come successore di Pietro;
n) cinque versi prima Paolo diceva che nessuno l’ha assistito a
Roma nella sua prigionia, quindi neppure Pietro che lo conosceva
e che già doveva essere, secondo la tradizione, papa nella capitale
dell’impero o già martirizzato.
o) Nella letteratura post-apostolica i riferimenti a Pietro diventano
più numerosi e più precisi nella misura in cui ci si allontana dal I
secolo. La discrezione di Clemente,16 di Papias17 o di Ireneo18
contrastano con l’abbondanza dei dettagli che troviamo negli
scritti di Girolamo19 († 420) e dello stesso Eusebio;
p) «Fino alla seconda metà del II secolo, nessun documento afferma
in forma esplicita che Pietro abbia soggiornato a Roma e vi abbia
subito il martirio».20 E ancora: «Per quanto riguarda il soggiorno
di Pietro a Roma, non è quella nella quale Paolo scrive la sua
lettera ai Romani. Non si potrebbe provare che Pietro abbia
fondato la Chiesa di Roma; non si potrebbe neppure considerare
la cosa come probabile».
q) La spiegazione di questa situazione è data dal fiorire degli scritti
apocrifici.21 Questi scritti romani raccontano le avventure di
Pietro che ha seguito il mago Simone fino a Roma. Sono state
15
FALVO Giovanni, Il Primato della Chiesa di Roma alla luce dei primi quattro
secoli, Coletti, 1989, p. 68.
16
1 Corinti 5.
17
citato da Eusebio, II.5.
18
Ireneo, Adv. Haer. III.1.3.
19
Girolamo, De viris Illustr. III.1.5.
20
CULLMANN Oscar, Saint-Pierre – Disciple - Apôtre – Martyr, Delaschaux
et Niestlé, Neuchâtel, Paris 1952, p.100.
21
Homelies Clementines e Actes de Pierre.
70
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
prese sul serio da Giustino, Ireneo, Tertulliano, Ippolito.22 A tale
proposito lo storico cattolico Monsignor Duchesne scrive: «Tutto
questo è classificato nel dominio della leggenda… tutto ciò che si
è insegnato su S. Pietro, primo Papa di Roma e i suoi successosi,
è stabilito su dei calcoli troppo poco fondati per coinvolgere il
suffragio della Storia».23 L’espressioni di Luca con la quale
Pietro lascia la casa di Gerusalemme dove i membri si erano
riuniti per pregare per lui che era in prigione: «Quindi uscì e se
ne andò in un altro luogo» Atti 12:17, cioè a Roma: «Non è con
tale espressione che sarebbe designata la Metropoli imperiale,
sede fastosa della potenza dei Cesari?... Non cadiamo nel ridicolo». Con queste parole Antomarchi conclude il suo capitolo.24
5. Pietro vescovo a Roma ha trasmesso questo primato ai suoi successori
Pur ammettendo che Pietro sia stato vescovo di Roma, troppe
sono le ragioni per le quali dobbiamo riconoscere che l’episcopato
monarchico si viene a istituire a metà del II secolo. La I Corinti di
Clemente Alessandrino conferma per contro una pluralità di autorità
episcopali. «L’episcopato unitario appare verso la metà del II secolo
nelle cristianità occidentali».25 «L’episcopato monarchico si è
sviluppato a Roma più tardi che nelle altre parti».26 Per questi motivi
«non è possibile definire … in quale misura il cristianesimo ha
coscienza di possedere una autorità superiore, incaricata di dirimere
tutte le controversie, di assicurare l’unità della disciplina, di mantenere l’integrità della dottrina tradizionale».27 «Durante i primi secoli
tutti i vescovi sono stati apostolicamente e canonicamente uguali tra
di loro; tutti erano a stesso titolo successori degli apostoli. I Padri
22
vedere MORENTON, Rome et l’Eglise primitive, pp. 93,97-136.
DUCHESNE, Histoire ancienne de l’Eglise, t. II, 1910.
24
Antomarchi o.c., p. 92.
25
Duchesne, o.c., t. I, Albert Fontemoing, Paris 1906, p. 91.
26
Moreton, o.c., p. 167.
27
BARDY G., Théologie de l’Eglise de Saint Clément à Saint Irenée, Paris
1945, p. 122.
23
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
71
I parte – Capitolo IX
della Chiesa sono stati unanimi su questo punto»,28 e «Cipriano ha
difeso con vigore particolare questa uguaglianza di tutti i vescovi
davanti le pretese del papa Stefano»29 e gli scrive: «A mio fratello
Stefano, vescovo di Roma… Noi non pretendiamo costringere, né
assoggettare nessuno, ogni vescovo è libero di comportarsi come lo
ritiene opportuno a proposito del governo della sua chiesa, e deve
rendere conto solo a Dio».30 «Si vedono gli imperatori organizzare
delle inchieste religiose, assemblee dei Concili, interessarsi das
molto vicino ai loro lavori, stabilire il programma, ingerirsi fino nelle
redazione delle formule e nella scelta dei vescovi… Non c’era un
potere direttivo, una espressione ufficiale dell’unità cristiana. Il
papato, come l’Occidente lo ha conosciuto più tardi, era ancora da
nascere all’inizio del V secolo. Il posto che non occupava ancora, lo
Stato lo occupò senza esitazione. La religione cristiana divenne la
religione dell’imperatore, non soltanto nel senso che era professato
da lui, ma nel senso che era diretta da lui. Tale non è il diritto, tale
non è la teoria, ma tale è il fatto».31 «Fu soltanto a partire dell’anno
455 che l’imperatore Valentiniano III, approvando le rivendicazioni
dei vescovi di Roma, Innocenzo I e Leone il Grande, pubblicò un
editto che sottometteva al vescovo di Roma tutti quelli dell’impero.
Se l’autorità del vescovo di Roma su tutti gli altri era stato dalle
origini, di istituzione divina, perché lo vediamo proclamato che nel
607, da Bonifacio III, dopo un lungo dibattito con i vescovi dell’Asia? E perché bisogna arrivare fino al 1049, al concilio di Reims,
presieduto da Leone X, perché il vescovo di Roma sia dichiarato
“primato apostolico della Chiesa universale?”».32
Il VII Concilio di Cartagine insorge contro chi vuole «costituirsi
vescovo dei vescovi e pretendere che i suoi colleghi gli obbediscano
28
29
30
31
32
72
DOLLINGES Ignace, Les origines de la Papauté, p. 14.
A. Kuen, o.c., p. 108.
Cipriano, lettera 72. (p. 108).
Duchesne, o.c., t. II, p. 661.
Antomarchi, o.c., p. 71.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
in virtù di un privilegio tirannico».33
«È vero che si citano sovente degli estratti di citazioni di De
Unitate Ecclesia in favore della tesi romana, ma è stato riconosciuto,
pure da studiosi cattolici (Mgr Battifol) che questi testi sono stati
alterati da interpolazioni ulteriori».34
«Per questi primi secoli, è dunque preferibile attenersi alle
conclusioni enunciate dagli stessi studiosi cattolici: “Non si trova in
questa primitiva epoca, nulla che possa servire di fondamento alle
pretese papali” cardinale Newman».35 «Non esiste alcun documento,
che data dei primi tre secoli, che implica il diritto di una comunità di
scomunicare un’altra Chiesa locale e indipendente».36
6. I vescovi di Roma si siano trasmessi questo primato
In seguito questo potere verrà trasmesso, ma siamo molto lontani
dal tempo dell’apostolo Pietro.
b) Gesù la Pietra
«Nell’A.T., a diverse riprese, è parlato della roccia, rifugio e
appoggio del popolo d’Israele. Questa roccia non è altra cosa che il
Dio d’Israele in persona. “L’Eterno è la mia roccia” è la grande
confessione dei Salmi. Ed è il centro del prodigioso cantico di Mosè
nel capitolo 32 di Deuteronomio: “Magnificate il nostro Dio! Egli è
la roccia, l’opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono
giustizia… Ha disprezzato la rocca della sua salvezza… La Rocca
degli altri popoli non è come la nostra Rocca” vv.3,4,15,31. Poi, in
Isaia, la profezia: “Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una
pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un
fondamento solido; chi confiderà in essa non vacillerà” 28:16. E
ancora: “Egli sarà un santuario, ma anche una pietra d’inciampo, una
roccia di scandalo” 8:14. Dunque l’A.T. designa chiaramente
33
34
35
36
A. Kuen, o.c., p. 108.
Idem; Vedere Moreton, o.c., p. 173-175.
Idem.
Dr. ZENOV, cit. Moreton, o.c., p. 167.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
73
I parte – Capitolo IX
l’Eterno stesso come fondamenta della vita del popolo d’Israele,
precisando tuttavia che questo fondamento è nascosto, cioè perfettamente negletto e disprezzabile all’occhio dell’uomo nella sua incredulità. Questa Roccia è disprezzata, abbiamo letto in Deuteronomio.
È una pietra d’inciampo, dice Isaia, profetizzando così gli avvenimenti della settimana santa e aprendo la via alla Parola: “Bisogna che
il figlio dell’uomo sia rigettato”… Colui che crede in lei “non sarà
confuso”, ma colui che non crede sarà confuso da lei. Tale è
l’alternativa davanti alla quale ci pone la roccia del popolo d’Israele.
Nel N.T., questa roccia d’Israele non porta più il nome misterioso
di Yaveh, ma quello di Gesù: “Filippo trovò Natanaele e gli disse:
‘Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge (nel
suo canto) e i profeti (Isaia): Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe’.”
Giovanni 1:45.Pietro dirà: “Accostandovi a lui, pietra vivente,… voi,
come pietre viventi… formate una casa spirituale” 1 Pietro 2:4,5. E
Paolo l’affermerà senza dubbio: “Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù” 1 Corinzi 3:11. Così
Yaveh la rocca d’Israele non è altro che Gesù Cristo, il fondamento
della Chiesa».37
Del resto Pietro, come qualsiasi altra persona, per la sua natura
non poteva dare stabilità all’edificio (Giovanni 18:15-27; Galati
2:11-14).
Corrisponde anche all’insegnamento di diversi autori dei primi
secoli identificare la pietra che Gesù menziona con se stesso.
c) la confessione di Pietro
«Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio
rimane in lui ed egli in Dio» 1 Giovanni 4:15. «Perché se con la
bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il
cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato» Romani 10:9.
È il tema centrale della predicazione apostolica (Atti 9:23) e «i Padri
37
PURY Roland de, La Maison de Dieu, in Cahiers Théologiques de l’actualité
protestante, n. 14, Delachaux & Niestlé S.A., Neuchâtel, Paris 1946, pp. 7,8.
74
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
della Chiesa avevano una preferenza per questa spiegazione. Quando
la Chiesa romana afferma che i Padri della Chiesa erano unanimi nel
dire che “questa pietra” di Matteo 16 era l’apostolo Pietro, forza un
po’ i fatti perché su 61 dei principali Padri 17 solamente difendono
questo opinione, 44 per contro – tra cui: Giustino, Agostino,
Atanasio, Gerolamo, Girillo di Gerusalemme, Origene, il papa
Gregorio il Grande, ecc. – affermano che la pietra di fondamento
della Chiesa era la confessione che Pietro aveva fatto, che Gesù era il
Cristo, il figlio del Dio vivente».38
Pietro nell’edificio della Chiesa può essere considerato il primo a
porsi con la sua stessa confessione. Ciò però non corrisponde a
nessun primato di autorità, ma semplicemente di una priorità in
ordine di tempo. Essendo la prima pietra che si è stabilita sulla roccia
di fondamenta, è stato il primo a aprire le porte della Chiesa agli
ebrei alla Pentecoste (Atti 2) e ai gentili, in casa di Cornelio (Atti 10).
La Scrittura fondamento della fede nei primi secoli della Chiesa
d’Oriente e d’Occidente
A. Kuen riporta39: Ireneo (125-202): «Noi abbiamo conosciuto
l’economia della nostra salvezza da coloro che ci hanno portato il
Vangelo che l’hanno prima predicato, poi, mediante la volontà di
Dio, ce lo hanno trasmesso nelle Scritture».40
Atanasio (298-373): «Le sante Scritture e divinamente ispirate
sono più che sufficienti per fare conoscere la verità».41 «Ciò che è
scritto credilo, ciò che non è scritto, non cercarlo».42
Cirillo di Gerusalemme (315-386): «Quando si tratta dei divini e
santi misteri della fede, non bisogna nulla avanzare senza l’autorità
delle Scritture divine… Non bisogna neppure credermi sulla parole
38
A. Kuen, o.c., p. 112. Per un’ampia documentazione vedere SALVONI
Fausto, Da Pietro al Papato, Lanterna, Genova…..
39
A. Kuen, o.c., pp. 33-35, per i Riformatori pp. 22-24.
40
Ireneo, Advers, Haer III,1.
41
Atanasio, Orat. Contra gent., in Coll. Sources chretiennes, ed. Cerf, Paris
1946, p. 107.
42
MIGNE, Homil. De Trin. 29, t. XXVIII, pp. 1603-1609.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
75
I parte – Capitolo IX
di ciò che vi dico, senza aver visto i miei insegnamenti dimostrati
dalle Scritture divine. Poiché la sicurezza della nostra fede dipende,
non dall’artefice del linguaggio, ma dalla testimonianza delle Scritture divine».43 Sembra di sentire qui un’eco di quanto facevano i giudei
di Tessalonica quando dopo aver ascoltato l’insegnamento del
predicatore Paolo andavano a controllare le Scritture (Atti 17:11).
Crisostomo (347-407) insegnava: «Coloro che vogliono conoscere quello che è la vera Chiesa lo possono fare con le sacre Scritture».44
Agostino (354-430) oppone l’autorità infallibile della Scrittura a
quella fallibile del ragionamento umano, dei vescovi e dei concili.
«Se c’è un punto sul quale la Tradizione dei Padri è d’accordo, è
il riconoscere l’autorità suprema della santa Scrittura».45
La Scrittura fondamento della Riforma
L’azione primaria della Riforma fu quella di avere rimesso la
Scrittura al centro della Chiesa e di fare in modo che i fedeli la
potessero avere.
Lutero artefice di questo pensiero e di questo dono al popolo
germanico diceva: «Tutti gli articoli di fede sono sufficientemente
stabiliti nella santa Scrittura al fine che non se ne stabilisca un altro
di aggiunta».46 «Non si può costringere nessuno a credere a qualcosa
se non lo si fa mediante la sacra Scrittura che è propriamente di
diritto divino».47 «La Parola di Dio è incomparabilmente al di sopra
della Chiesa».48 «Solo il cristianesimo primitivo esprime la vera
43
MIGNE, Homil 13 in 2 Cor, t. LXI, pp. 490-496.
Crisostomo, Homélie sur Mt 24.
45
A. Kuen, o.c., p. 35.
46
LUTERO Martin, Articles contre l’Ecole de Satana, Ed. Weimar Ausgabe,
(W.A.) 30,II, 424.
47
Disputat. Acta (con il dr. Eck), 5 luglio 1519.
48
LUTERO Martin, De la Captivité babylonienne de l’Eglise, 1520, W.A., 6,
560,33 ; cit. A. Kuen, o.c., p.
44
76
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
Chiesa».49 «La Vera Chiesa deve essere quella che si attiene alla
Parola di Dio…».50
Per Calvino: «La Parola di Dio dimora la regola alla quale sono
assoggettate non solamente gli uomini, ma anche gli angeli».51 «Ogni
accordo che si fa al di fuori della Parola di Dio è una espressione di
infedeltà».52
La Confessione di fede della Chiesa Riformata Francese recita:
«Crediamo che la Parola che è contenuta in questi libri ha Dio per
origine, e che essa detiene la sua autorità da Dio solo e non dagli
uomini. Questa parola è la regola di ogni verità e contiene tutto ciò
che è necessario al servizio di Dio e alla nostra salvezza; non è
quindi permesso agli uomini, neppure agli angeli, di nulla
aggiungervi, togliervi o cambiare. Ne consegue che né l’antichità, né
i giudizi, né le leggi, né i decreti, né i concili, né le visioni, né i
miracoli non possono essere contrapposti a questa Scrittura santa, ma
al contrario, ogni cosa deve essere esaminata, regolata e riformata
secondo lei».53
Nell’articolo VII della Confessione di Fede dei Paesi Bassi si
legge: «Noi rigettiamo con tutto il nostro cuore tutto ciò che non si
accorda a questa regola infallibile».
Il N.T. fondamento per l’organizzazione della Chiesa
La Scrittura, quale punto di riferimento, permette alla Chiesa di
poter avere una dottrina, un insegnamento corrispondente alla verità
di Dio. L’apostolo Paolo scrivendo ai corinti diceva: «Vi raccomando, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche
ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati,
49
Vom Papsttum zu Roma, 1520.
cit da LORTZ J., Die Reformation in Deutschland, in Herder Verlag,
Freiburg, 4^ ed., p. 394; cit. A. Kuen, o.c., p. 23.
51
CALVIN Jean, Ecrit sur les Conciles; cit. A. Kuen, o.c., p. 24.
52
NICOLÉ J.M., Calvin, homme de la Bible, in Revue de Théologie et d’Action
évangelique, ottobre 1943, pp. 310-327.
53
Confession de Foi des Eglises Réformées de France, 1559, art. V; cit. A.
Kuen, o.c., p. 24.
50
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
77
I parte – Capitolo IX
purché lo riteniate quale ve l’ho annunciato; a meno che non abbiate
creduto invano» 1 Corinti 15:1,2. L’insegnamento apostolico è da
considerarsi una salvaguardia nei confronti di altri insegnamenti e
insegnati perché «anche se noi (apostoli) o un angelo dal cielo vi
annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema» Galati 1:8. Il pericolo che la Chiesa ha sempre corso
e ha anche subito dei danni incalcolabili è stato quello di aver avuto
degli uomini, anche con la responsabilità di anziani, vescovi,
sorveglianti che sono stati «dei lupi rapaci che non hanno risparmiato
il gregge;… che hanno insegnato cose perverse per trascinarsi dietro
i discepoli» Atti 20:29,30.
La Scrittura presenta anche i principi organizzativi dell’ekklesia
affinché al suo interno non ci siano azioni prevaricatrici e la dignità
di ogni credente sia rispettata. Il Signore ha dato anche dei doni
affinché questi possano essere messi al servizio della comunità per il
bene di tutti, sia per quanto riguarda l’insegnamento al suo interno,
l’aiuto che può essere dato, sia nella sua testimonianza all’esterno.
Affinché l’ekklesia possa agire armoniosamente è paragonata a un
corpo con la ricchezza delle sue membra.
In considerazione del fatto che Mosè abbia fatto costruire la
tenda di convegno, che esprimeva la presenza dell’Eterno in mezzo
al popolo, «secondo il modello che gli è stato mostrato sul monte»
Esodo 25:9,40; 26:30; 27:8; Ebrei 8:5, si è ritenuto doveroso erigere
la struttura organizzativa della Chiesa secondo quanto riporta il N.T.
Quanto si è pensato di realizzare poteva essere corretto se la lettura
che veniva fatta metteva in risalto i principi del testo biblico e non
una fossilizzazione della Chiesa a una esperienza parziale,
incompleta della sua storia. Con gli apostoli la Chiesa ha iniziato a
essere edificata da Gesù, quale costruttore, ma non ha completato in
quel tempo il suo progetto che comunque ha risposto alle necessità
del primo secolo. Il divenire della Chiesa è ancora in essere. Il
modello apostolico crediamo serva di guida e di ispirazione, ma non
per fissarlo come schema definitivo.
78
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Il fondamento della Chiesa
L’organizzazione della Chiesa apostolica rispondeva ai bisogni
del momento. Nella sua crescita locale e nel suo espandersi la Chiesa
ha incontrato altre necessità alle quali il libro degli Atti ci dice come
ha risposto ai bisogni del momento. Se possiamo pensare che la
Chiesa apostolica si è costituita secondo il piano di Dio, dobbiamo
anche riconoscere che l’opera da svolgere è ancora in divenire e la
rivelazione ci offre delle linee guida per rispondere alle necessità che
si presentano e non degli schemi entro i quali doversi muovere.
La Chiesa di oggi è ancora secondo il piano di Dio?
Sì, se da questo abbozzo di modello si traggono i principi per
riconoscere che i ministri della parola di una località siano tali anche
in un’altra, se i membri di una chiesa siano accolti come fratelli da
un’altra consorella lontana, che all’interno della Chiesa ci sia il
servizio dei diaconi e la sorveglianza degli anziani nominati dalla
comunità;54 che la Chiesa locale abbia i propri rappresentanti quando
ci sia una assemblea che unisca le Chiese di una regione per
affrontare argomenti di fede e di comportamento. È ancora nello
spirito della Chiesa apostolica se le Chiese si organizzano tra di loro
a livello di regione, nazione, continente e mondiale. È ancora
secondo la visione del N.T. se nell’interesse della Chiesa si
organizzano programmi, attività che un tempo non erano pensati e
neppure immaginati, ma che oggi possono avere una funzione per la
crescita e anche per la propria missione. È anche secondo il modello
apostolico se nel lodare comunitariamente il Signore si usano
strumenti musicali e tecniche di canto che ieri non c’erano.
54
Atti 14:23 Luca riporta che si erano «“ordinati per voti comuni degli anziani”.
L’espressione greca cheirotonésantes vuol dire “do il mio voto distendendo o
alzando la mano”. Non si tratta di una ordinazione nel senso ecclesiastico (cioè a
seguito delle imposizioni delle mani da parte di chi è in autorità, per esprimere una
consacrazione n.d.t.); ma di una elezione, fatta per sufragio popolare». LUZZI
Giovanni, Atti degli apostoli, Claudiana, Firenze 1899, Torino 1988, p.183. Che la
nomina dei vescovi è fatta dalla comunità, abbiamo la conferma, quando per la
secondo volta si ritrova nel N.T. la stessa espressione greca in 2 Corinzi 8:19 dove
leggiamo che Tito «è stato scelto – letter. votato – dalle chiese come nostro
compagno di viaggio».
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
79
I parte – Capitolo IX
La cristianità ha espresso anche nel suo divenire, pur pensando
alla Chiesa apostolica, delle forme amministrative che se si sono
credute valide in un tempo anche se non lo sono state nel principio.
Il modello episcopale ha espresso tre tipi di ministero: diaconale,
sacerdotale e vescovile.
Il sistema papale ha stabilito un governo ecclesiastico centralizzato nella carica suprema del papa, eletto solo da cardinali e vescovi.
Sotto la sua direzione la chiesa è governata dai cardinali, arcivescovi,
vescovi, sacerdoti. Il fedele non ha alcuna autorità, ne voce, nell’amministrazione della chiesa se non fa parte del consiglio di Chiesa
quando è costituito.
La forma congregazionalista o indipendente fa della comunità
locale anche l’autorità suprema. È il sistema più diffuso che ha
parcellizzato la Chiesa in troppi Paesi facendo di ogni congregazione
un’isola se stante e sovente gestite da personalità che s’impongono
sull’assemblea.
La struttura rappresentativa riconosce la chiesa locale appartenente all’insieme delle chiese. L’autorità della Chiesa appartiene
all’insieme dei membri, con la responsabilità esecutiva delegata a
organismi rappresentativi e ad amministratori per la gestione della
Chiesa.
80
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo X
FIGURE E PARABOLE SULLA CHIESA
Diverse sono le immagini, le parabole che il N.T. utilizza per
simboleggiare la Chiesa. È la continuazione dell’insegnamento
dell’A.T. con il quale i profeti hanno presentato il rapporto tra
l’Eterno e il popolo e la sua fedeltà a Dio.
Possiamo elencare un brevissimo elenco: il gregge, la vigna, il
corpo, l’edificio, la sposa.
Gregge
È la collettività raggruppata attorno al pastore.
Davide cantava che l’Eterno era il suo pastore (Salmo 23),
esprimeva l’attenzione e le cure che il Signore aveva nei confronti di
coloro che riconoscevano Dio quale Signore della propria vita. Il
profeta Isaia presenta il popolo allo sbando, come tante pecore,
ognuna delle quali «seguiva la sua propria via» Isaia 53:6. Il profeta
Ezechiele ha un lungo brano con il quale riporta l’opera dell’Eterno:
«Così dice il Signore: “Eccomi! Io stesso mi prenderò cura di loro.
Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in
mezzo alle sue pecore disperse. Così io andrò in cerca delle mie
pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un
giorno di nuvole e di tenebre; le farò uscire dai popoli, le radunerò
sul loro suolo; le pascerò sui monti d’Israele, lungo i ruscelli e in tutti
i luoghi abitati del paese…» 34:11 e seg. Per concludere con le
parole: «Il mio servo Davide1 sarà re sopra di loro ed essi avranno
tutti un medesimo pastore; cammineranno secondo le mie prescrizioni, osserveranno le mie leggi, le metteranno in pratica… Io farò con
loro un patto di pace: sarà un patto perenne con loro; li stabilirò
fermamente, li moltiplicherò, e metterò il mio santuario in mezzo a
loro per sempre; la mia dimora sarà presso di loro: io sarò loro Dio
ed essi saranno mio popolo» 37:24-27.
1
Il nome Davide, che rievocava il re d’Israele di qualche secolo prima, è il
simbolo del futuro e vero condottiero del popolo messianico di Dio.
I parte – Capitolo X
Ezechiele annuncerà anche che la spada che si leverà contro il
pastore dell’Eterno, l’uomo che gli è compagno. Colpisce il pastore e
le pecore saranno disperse! (13:7).
Gesù si presenta come il «buon pastore; il buon pastore mette la
sua vita per le pecore», quale «buon pastore conosce le sue pecore»,
«depone la sua vita per le pecore», e dice che ci sono «altre pecore
che non sono di questo ovile, anche quelle devo raccogliere,
ascolteranno la mia voce e vi sarà un solo gregge, un solo pastore»
Giovanni 10:11,14,17,16. A causa delle morte violenta subita, la
lettera agli Ebrei riporta: «Ora il Dio della pace… ha fatto risalire dai
morte il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù» Ebrei
13:20. L’apostolo Pietro scriveva, riprendendo l’immagine di Isaia:
«Eravate erranti come pecore, ma ora siete ritornati al pastore e
guardiano delle vostre anime» 1 Pietro 2:25 e guardando al futuro:
«Quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della
gloria che non appassisce» 5:4.
In tutti i tempi i pastori hanno tratto vantaggi dai loro greggi, il
buon pastore vive per le sue pecore e per il loro bene.
Vigna
«La vigna del vin vermiglio!» Isaia 27:2 indicare in Isaia la
«casa d’Israele» 5:7, della quale il Signore era anche guardiano
(27:3). L’aveva lavorata e tutto aveva fatto affinché producesse del
buon frutto e in abbondanza, ma i risultati furono quelli inattesi (5:17). L’immagine della vigna era già stata utilizzata nel Samo 80:9,14,
dai profeti Osea (10), Gioele (1:7), verrà poi ripresa da Geremia
(2:21; 10:12) e da Ezechiele (15:2).
Gesù, nelle sue parabole, manda in questa vigna, sin dal mattino
e nelle diverse ore della giornata diversi operai ai quali alla fine della
giornata, darà uno stesso salario (Matteo 20:1-16). Prenderà ancora
la parabola della vigna per descrive i malvagi vignaioli che
sopprimeranno il figlio del padrone nel tentativo di diventarne
proprietari, e a causa della loro ribellione si sfracelleranno contro la
pietra che hanno rigettata perché considerata inutile, non di valore
(Matteo 21:33-45).
82
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
Il Signore utilizzerà questa illustrazione nell’ultima sera, prima
dell’arresto, per presentare la dipendenza che i suoi discepoli
avrebbero dovuto avere da lui, «la vera vite», suo padre il
«vignaiolo» che la lavora e «ogni tralcio che dà frutto, lo pota
affinché ne dia di più». Ai suoi discepoli rivolge l’invito: «Dimorate
in me e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se
non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io
sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io
dimoro, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla»
Giovanni 15:1-5.
Il rapporto della vite e dei tralci, l’immagine della vite è il
testamento spirituale di Gesù.
Corpo
«L’immagine della Chiesa che è più frequente e più sviluppata
nel N.T. è senza dubbio quella del corpo, a tal punto che si designa
sovente la Chiesa con l’espressione corpo di Cristo».2 È un
insegnamento di Paolo, che troviamo in diverse sue lettere, nel quale
si rifà anche alle parole che Gesù ha pronunciate nell’ultima Cena.
- Sono battezzati in un solo corpo 1 Corinzi 12:13;
- formano un solo corpo 1 Corinzi 10:17;
- sono un solo corpo in Cristo Romani 12:5;
- sono i membri gli uni degli altri Romani 12:5; Efesi 4:25;
- sono chiamati a formare un solo corpo Colossesi 3:15;
- sono membri di uno stesso corpo con i giudei Efesi 2:16; 3:6;
- Cristo è la testa del corpo Colossesi 1:18; Efesi 1:22,23; 5:22,23;
Colossesi 2:19; Efesi 4:15,16.
Il corpo è la parabola che esprime l’unità nella diversità. La
diversità dovrebbe dare al credente il senso della propria identità,
della propria funzione senza invidia né complesso.
Il corpo esprime l’unità di relazione di ogni organo e membra. Il
buono stato del sistema nervoso e dell’apparato circolatorio è una
2
KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey
1967, p. 90.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
83
I parte – Capitolo X
condizione principale per il benessere. Un membro che non è
regolarmente irrigato si cancrenizza, un organo che è tagliato dal
centro dei nervi si paralizza.
L’idea del corpo esprime anche l’unità organizzata. Nel corpo i
diversi membri sono comandati da un solo organo: il cervello.
Il corpo è una unità in crescita. In un corpo normale tutti i
membri crescono assieme. Ognuno dà un contributo alla crescita di
tutti come alla propria. Se un membro o un organo cessa di crescere
o di funzionare, il corpo resta infermo, sproporzionato o malato e
altri membri sono obbligati a supplire alle sue carenze.
Il corpo è il simbolo dell’unità di vita.
Crediamo però che Paolo con la figura del corpo voglia andare
oltre.
La Cena del Signore «il pane che noi rompiamo non è forse la
comunione con il corpo di Cristo? Siccome vi è un unico pane, noi,
che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti
all’unico pane» 1 Corinzi 10:16,17. Nel pane i diversi chicchi
spariscono, trasformati in farina, si amalgamo tra di loro mediante
l’acqua, l’olio e il calore della cottura senza il lievito della
corruzione.
Come alla Pentecoste si presentavano le primizie all’Eterno
(Levitico 23:17), così la Chiesa sorge a Pentecoste dalle primizie
della predicazione del Vangelo da parte di Pietro.
Le primizie della terra e della predicazione sono il risultato della
mano creatrice di Dio, l’espressione della sua volontà, e dopo aver
creato l’uomo a sua immagine, a causa del peccato e mediante la
Chiesa, realizzare in noi l’assomiglianza perfetta a immagine di suo
Figlio.3
Le dichiarazioni di Paolo ci propongono una illustrazione più
coinvolgente, potente: «Voi siete il corpo di Cristo e membra di esso,
ciascuno per parte sua» 1 Corinzi 12:27; 6:15. «Siamo membra del
suo corpo» Efeso 5:30. L’apostolo scrive: «Sono lieto di soffrire per
voi, e le tribolazioni che Cristo ha ancora da soffrire, io le completo
3
84
Vedere, idem, p. 98.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa» Colossesi
1:24. Gesù è il «capo supremo della chiesa, che è il corpo di lui»
Efesi1:22,23.
Che verità teologiche si vogliono esprimere con queste parole,
immagini, parabole?
«Il re senza i suoi sudditi è impotente e non può realizzare nessun
programma; senza pecore non si può parlare del gregge; senza tralci
il ceppo non può portare del frutto; senza membra valide la testa non
può fare nulla».4
Edificio
«Voi siete l’edificio di Dio» 1 Corinzi 3:9. «Siete stati edificati
sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù
stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato
insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In
lui voi pure entrate a far parte dell’edificio che ha da servire come
dimora a Dio per mezzo dello Spirito» Efesi 2:20-22. «La casa di
Dio, è la Chiesa dell’Iddio vivente» 1 Timoteo 3:15; cfr 1 Pietro
4:17. «Voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa
spirituale, un sacerdozio santo…» 1 Pietro 2:5.
Questo “edificio” la cui espressione la troviamo solo nel N.T.
non è altro che il Tempio di Gerusalemme, la dimora di Dio. Il
«santuario» è il luogo che esprime l’abitare di Dio «in mezzo» al suo
popolo (Esodo 25:8), pur insufficiente per ospitare, detenere l’Eterno
(2 Cronache 6:18) è la «casa di Dio» 1 Cronache 22:1; Salmo 42:4;
52:8; 55:14; Matteo 12:4, «del Padre» Luca 2:49; Giovanni 2:16,
«del Signore (Eterno)» 2 Cronache 23:14; 29:3; Salmo 23:6; 27:4;
Aggeo 1:2; Zaccaria 11:13, è il luogo «di preghiera» Marco 11:7.
Per questo motivo i credenti, sia come realtà individuale, personale, ma anche collettiva, sono il «tempio dello Spirito santo» (1
Corinti 3:16; 2 Corinzi 6:16).
La Chiesa non è una cava dalla quale si traggono le pietre, non è
neppure un deposito di pietre, è la realizzazione del progetto nel
4
Idem, p. 100.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
85
I parte – Capitolo X
quale le pietre sono messe assieme. Il credente è un «collaboratore»,
un operaio nella costruzione (1 Corinzi 3:9) e compie quest’opera
perché in lui ha preso dimora il Signore e lui è nel Signore.
Sposa
La “donna” nel testo sacro, nel linguaggio figurato è il simbolo
costante del popolo di Dio. Si trova questa rappresentazione dalla
Genesi all’Apocalisse. La relazione tra il popolo e Dio è espressa con
il linguaggio sentimentale.
Nel Pentateuco l’infedeltà d’Israele nei confronti dell’Eterno,
perché segue gli altri dèi, è chiamata fornicazione (Esodo 34:15;
Levitico 17:7; 20:5,6; Deuteronomio 31:16) e Dio viene presentato
con sentimenti di gelosia (Esodo 20:4).
Nei profeti questo linguaggio è utilizzato con frequenza. Le
diverse relazioni dell’Eterno con il suo popolo sono descritte con
l’immagine del fidanzamento, del matrimonio, dell’adulterio, del
divorzio e della vedovanza (Isaia 50:1; 54:1,5; 62:4,5; Geremia 2:2,
20,23-25; 3:1; Ezechiele 16 e 23). Il profeta Osea innamorato di una
donna non fedele la sposa e la sua esperienza di vita coniugale è a
figura dell’amore e delle sollecitudini di Yhwh nei confronti del suo
popolo che infedele si prostituisce alle altre divinità. Come la moglie
del profeta si ravvede agli stessi suoi figli viene cambiato nome per
esprimere le benedizioni dell’Eterno.
Nel N.T. si ha lo stesso linguaggio: Giovanni Battista indica in
Gesù lo sposo (Giovanni 3:29) e Gesù si attribuisce lo stesso titolo
(Matteo 9:15). Paolo fidanza i credenti a Cristo (2 Corinzi 11:2;
Efesi 5:23-32).
Il pastore A. Reymond giustamente faceva notare: «Nel linguaggio della profezia i credenti, considerati come individui, sono
chiamati figli e figlie di Sion; il N.T. li chiama figli di Dio; e se si
tratta dell’insieme di questi, si usa l’espressione: la donna o la
86
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
posterità della donna».5 Questo linguaggio ha la sua origine
nell’Eden, a seguito del peccato (Genesi 3:15).6
Giovanni in Apocalisse 12 illustra la storia della Chiesa attraverso
i secoli sino alla fase finale, raffigurandola con una donna nel pieno
del suo splendore quale espressione della grazia di Dio.7
Questa donna non rappresenta Maria, la mamma di Gesù. La
Bibbia di Gerusalemme, dopo aver detto: «La donna rappresenta il
popolo santo dei tempi messianici, quindi la Chiesa in lotta»,
aggiunge: «Forse Giovanni pensa anche a Maria nuova Eva, la figlia
di Sion che ha dato vita al Messia». La stessa Bibbia, versione
francese, precisa: «Questo sembra dubbioso». Del resto «i teologi
che oggi si occupano della Vergine Maria hanno qualche volta
tentato di dire più di quanto sia scritto e sollecitato in favore di
questa spiegazione dei testi della Sacra Scrittura... Una volta per
tutte, bisognerebbe riconoscere... che la sola esegesi incontestabile è
quella che vi tratteggia la Chiesa» così sostiene il cattolico André
5
REYMOND Antoine, L’Apocalypse, t. I, Lausanne 1904, p. 258.
Genesi 3:15. Il Targum di Gerusalemme riconosceva che la tradizione giudaica
vedeva nel figlio della donna, descritto nella Genesi, la grande figura del liberatore
(vedere abate FABRE d’ENVIEU Jules, Le livre du prophète Daniel, t. Il, Paris
1891, p. 1200). Nei punti di fede tracciati dal celebre rabbino Maimonide, la
venuta del Messia era essenziale per la futura redenzione (Yad-hazaqan, Trattato
Melachim cap. Xll; cit. idem, p. 1201). Il rabbino Wogue, professore al seminario
israelitico di Parigi, nell’articolo XII del suo trattato scriveva: «Al tempo fissato da
Dio, che lui solo può prevedere, sorgerà il Messia, oggetto della nostra speranza».
A commento di questo articolo di fede scriveva: «La credenza messianica è
vecchia come il giudaismo stesso, poiché essa risale a Mosè (Levitico 26:44,45;
Deuteronomio 30:1-10; cfr Numeri 24:17) e forse alle prime pagine del Pentateuco
(Genesi 3:15; 49:10-12)... Daniele annuncia questa grande èra con la precisione
delle cifre ma queste cifre sono un enigma. Il Salmista (Salmo 126 ecc.) saluta con
allegrezza la misteriosa epoca della liberazione, e Isaia (capitolo 10 e seg., cfr.
capitolo 11 e 26 ecc.) vede di volta in volta in questo eletto della Provvidenza
l’uomo dei dolori e l’uomo del trionfo, il martire dei popoli e il dominatore
dell’avvenire» WOGUE, Le Guide du croyant israélite, n. 78, Metz 1857, pp.
105,106.
7
Per una ampia esposizione di questo capitolo dell’Apocalisse nei suoi
particolari, rinviamo il lettore al nostro lavoro: Quando la profezia diventa storia.
6
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
87
I parte – Capitolo X
Feuillet,8 o come dice Alfred Läpple: «Quand’anche a causa della
nascita del Messia, si sia potuto dapprima pensare a Maria, Madre di
Gesù, la presente frase “la donna fugge nel deserto” - allo stato
attuale dell’ermeneutica - non permette più una interpretazione
mariologica»9 tanto è vero che nei documenti editi dal Concilio
Vaticano II, i testi mariologici, in particolare il capitolo VIII del De
Ecclesia, non si riferiscono all’Apocalisse. Del resto l’abate A.
Crampon scriveva: «Così i Padri e gli interpreti cattolici sono quasi
unanimi nel riconoscere in questa donna un simbolo della Chiesa».10
«Già nel 1957 uno studioso italiano11 esaminando 89 commentatori post-tridentini dell’Apocalisse, tutti cattolici, ne trovò soltanto
due che identificavano direttamente la donna con Maria».12
Il capitolo 12 dell’Apocalisse è un vero gioiello profetico e ha
impressionato in tutti i tempi le menti indagatrici della Parola di Dio
per sapere in quale momento della storia si trovavano, in rapporto
alla realizzazione del Regno di Dio.
Questo capitolo di Giovanni è la storia della Chiesa, sposa mistica
di Dio, madre e progenie di Gesù Cristo e dei fedeli, vista e rivelata
in anticipo in quattro quadri successivi.
Più risaliamo nel tempo più troviamo un accordo unanime tra i
commentatori d’Occidente e d’Oriente nel vedere in questa donna il
8
FEUILLET André, L’Apocalypse - état de la question, Paris 1963, p. 96.
LÄPPLE Alfred, L’Apocalisse, ed. Paoline, 1962, p. 151.
Il soggiorno prolungato nel deserto è fra l’altro in opposizione col dogma
dell’assunzione corporale della vergine. «La donna che fugge nel deserto. È facile
scorgere sotto questa immagine l’allegoria della Chiesa militante in mezzo alle
persecuzioni che Satana le ha suscitato contro» Manuel Biblique ad uso dei
seminaristi ad opera di VIGOUROUX, BACUZ e BRASSAC, vol. IV,
L’Apocalypse, p. 741.
10
CRAMPON Auguste-Joseph-Théodore, La Sainte Bible, t. VII, l’Apocalypse,
rivista dal gesuita PIFFARD P.A., Paris 1904, p. 471.
11
TRABUCCO A., La donna ravvolta nel sole - Apocalisse 12 - nell’esegesi
cattolica post-tridentina, Roma 1957.
12
CORSANI Bruno, L’Apocalisse, guida alla lettura, ed. Claudiana, Torino
1987, p. 108.
9
88
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
popolo di Dio, la Chiesa dei santi, la sposa di Gesù Cristo, pura e
senza macchia, come per esempio insegnava Metodio e tanti altri.
Vittorino di Pattau, tra i primi interpreti latini dell’Apocalisse,
scriveva a tale proposito: «È l’antica Chiesa dei padri e dei profeti,
dei santi e degli apostoli... è la Chiesa che comprende tutta l’economia della salvezza, economia unica, che comincia dai patriarchi e
termina con la Parusia».13 «Questa donna quindi non rappresenta né
Israele senza la Chiesa, né la Chiesa senza Israele, ma l’assemblea
dei credenti tanto della nuova quanto dell’antica alleanza, che ha
vinto il paganesimo e che è il divino candelabro del mondo»14 la luce
dell’umanità.
Il segno «grande» che Giovanni vede nel cielo è tale perché la
Chiesa militante, che descrive, è di già circonfusa della gloria e
perfezione futura. Lo vede «nel cielo» quale luogo spirituale dei figli
di Dio, è il luogo da dove discendono le benedizioni divine; è il
luogo della vita spirituale, la residenza dei figli di Dio (Efesi 2:6;
Filippesi 3:20; Colossesi 3:1-3) e non un luogo geografico. La
Chiesa militante è di già in cielo nella sua prospettiva finale. La
donna è presenta nello splendore del sole della giustizia (Malachia
4:2), nel pieno della rivelazione, ha la luna sotto i piedi, cioè la
rivelazione dell’A.T. che con le sue ombre, figure, insegnamenti
rifletteva la luce piena che l’avrebbe illuminata. Era incoronata con
dodici stelle simbolo del patto eterno che Dio ha fatto con il suo
popolo.
Al gran segno nel cielo raffigurante il popolo di Dio, si contrappone un altro segno: quello del dragone rosso, la potenza dell’avversario, «il serpente antico che è chiamato diavolo e Satana il seduttore
di tutto il mondo» di cui è «principe», «omicida fin dal principio»,
«dio di questo secolo» Apocalisse 12 9; Giovanni 12:31; 14:30;
16:11; 8:44; Luca 4:6,7; 2 Corinzi 4:4.
13
Vittorino di Pattau, citato da BONSIRVEN Giuseppe, L’Apocalisse di S.
Giovanni, Roma 1958, p. 204.
14
K. Auberlen o.c., p. 241.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
89
I parte – Capitolo X
Nella Donna vediamo lo strumento di Dio che è la Chiesa, il sale
della terra, nel Dragone abbiamo lo strumento dell’Avversario che è
il potere sia religioso sia politico nella sua opposizione a Dio. Siamo
confrontati con il conflitto millenario fra Dio, che agisce tramite la
sua Chiesa, e Satana, che agisce tramite il potere non rigenerato. È lo
sviluppo del conflitto primitivo dell’Eden tra la donna e il serpente,
presentato nella sua maturità. La donna, nella Genesi, era innocente e
ignara delle insidie del tentatore, anche se era stata avvertita, qui non
è più un personaggio ingenuo, ma è diventata consapevole alla scuola
dell’amore di Dio, non cammina più tra gli alberi e i fiori, ma fra gli
astri del cielo. In lei s’incarna la causa della verità e della giustizia,
riflette la gloria di Dio, è circondata da luce e da esperienza, garante
della sua vittoria nella lotta finale. Analogamente, al posto del
serpente viene presentato un drago e ciò significa che Satana pure ha
esteso i suoi poteri a quasi tutta la terra e si presenta nella sua
perfezione malefica.
Questo drago rappresenta il paganesimo ostile al popolo di Dio. È
rosso. Lo scrittore protestante scozzese A. Hislop scriveva: «La
parola tradotta con rosso significa propriamente colore di fuoco.15
Dragone rosso significa dunque dragone di fuoco o serpente di fuoco.
Esattamente lo stesso che, nella prima forma di idolatria, sotto il
patronato di Nimrod,16 apparve nell’antichità. Il serpente di fuoco
nella pianura di Scinear sembra essere stato il grande oggetto di
culto... L’apostasia iniziò presso i figli di Noè col culto del fuoco, e
ciò, sotto il simbolo di un serpente... Tutta l’antichità indica Nimrod
15
Vedere la traduzione interconfessionale in lingua corrente, La Parola del
Signore - il Nuovo Testamento, ed. LDC-ABU.
16
Nimrod, nipote di Noè, discendente di Cam (Genesi 10:8,10-12; 1 Cronache
1:10), primo sovrano potente sulla terra. Il suo dominio si stabilì nella pianura di
Scinear (Babilonia) Babel, Erec, Accad... poi conquistò il paese di Assur e vi
costruì Ninive e altre città. È all’origine della civiltà assiro-babilonese. Secondo
Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche I,4, quando Dio diede ordine ai figli di Noè
di disperdersi sulla terra, Nimrod fu il promotore della costruzione della torre di
Babel per mettersi al riparo da un nuovo diluvio e acquistare fama e potenza.
Vedere Dictionnaire Encyclopédique de la Bible, A. WESTPHAL, t. II, p. 213.
90
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
come colui che iniziò il culto del fuoco... Il sole, grande sorgente di
luce e di calore, era adorato sotto il nome di Baal... Come il sole nel
cielo era il grande oggetto di culto, così il fuoco veniva adorato quale
suo rappresentante sulla terra... Così come per il sole, il grande dio
del fuoco, il serpente ebbe anche il suo culto e si identificò con lui...
In Egitto uno dei simboli più comuni del sole o del dio sole è un
disco circondato dal serpente».17 Dai segni geroglifici egiziani si nota
che, dai tempi più antichi, il potere sovrano presso i pagani era
rappresentato dal doppio segno del sole e del dragone, e spesso, nei
geroglifici, il segno del sole che raffigurava il faraone era
attraversato dal segno del dragone.18 «Come il sole era il grande
luminare del mondo fisico, così il serpente era considerato come il
grande luminare del mondo spirituale, che dava all’umanità la
conoscenza del bene e del male».19
Il serpente, che si presenta come un dragone nella sua perfezione,
cioè con sette teste, rappresenta una mistificazione della potenza di
Dio. Infatti nell’antichità gli si attribuiva qualcosa della natura
divina: «Sembra il più spirituale di tutti i rettili: è della natura del
fuoco; poiché ostenta una agilità incredibile, e si muove per il
semplice effetto della sua volontà senza il soccorso delle mani e dei
piedi. Inoltre vive molto tempo e ha la virtù di rinnovare la sua
giovinezza».20 Per questa sua ultima caratteristica il serpente era
simbolo dell’immortalità.
Il dragone nell’Apocalisse riassume in sé i culti al sole e al fuoco
divoratore, a lui venivano «sacrificate vittime umane, e principalmente bambini, ... quale padre di tutti gli dèi babilonesi».21 Era la
divinità adorata dai Druidi in Gran Bretagna ed era chiamato altrove
Baal, o Moloc.
17
HISLOP Alexander, Les Deux Babylones, 1a ed. francese, 1886, Paris 1972,
pp. 342,343,344.
18
L. Gaussen, o.c., t. III, p. 408, nota d.
19
A. Hislop, o.c., pp. 343,344.
20
Idem, p. 345.
21
Idem, p. 351.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
91
I parte – Capitolo X
La vera sede di questa forma di culto era a Babilonia, ma dopo la
morte di Beltsatsar e l’espulsione da questa città del clero caldeo a
opera dei Medo Persiani, si spostò a Pergamo, che per diversi secoli
fu considerata «il trono di Satana» Apocalisse2:13 e il culto a
Esculapio, nella forma del serpente, ebbe degli eccessi incredibili.
Più tardi, da Pergamo la sede si spostò a Roma, nuovo «trono» di
Satana (Apocalisse 13:2).
L’espressione dragone la troviamo solamente nell’Apocalisse,
nella versione greca dei LXX traduce il termine ebraico tannim,
plurale di tan. In alcuni passi questo termine si attribuisce a «Faraone
re d’Egitto, gran coccodrillo...» Ezechiele 29:3; 32:2; Salmo 74:14.
La parola stessa Faraone significa “sole”.
«Il dragone figurava fra le insegne militari degli Assiri. Ciro lo fa
adottare dai Medi e dai Persiani... Non c’è dubbio che lo stendardo
del dragone o serpente presso gli Assiri e i Persiani si riferisca al
culto del fuoco, poiché il culto del fuoco e del serpente erano
mescolati insieme in questi paesi».22
Verso la fine del III secolo, inizio del IV dell’èra cristiana, il
dragone rappresentava il potere assoluto degli imperatori romani e,
sotto gli imperatori di Bisanzio, ogni centuria aveva per insegna il
dragone, diventato celebre quanto lo stemma delle aquile. Ammiano
Marcellino, contemporaneo dell’imperatore Giuliano, diceva: «Il
dragone era ricoperto da un manto di porpora; lo si portava sulla
cima di una picca arricchita d’oro e di pietre preziose; apriva al vento
una larga gola, per riceverne il soffio e poiché era cava fischiava
allora come se fosse stato vivente e irritato, mentre la sua coda
flottava in aria, ondulando a diverse riprese».23 Questo dragone rosso
alla testa dell’esercito romano era un oggetto di culto e veniva
adorato, così come era avvenuto nell’Assiria e nella Medo-Persia.
L’emblema del dragone degli stendardi romani passò sulle monete
papali, coniate sotto il pontificato di Gregorio XIII (1572-1585).
22
Idem, p. 481.
Ammiano Marcellino, Storia degli imperatori romani, Libro XVI, 10; cit. da L.
Gaussen, o.c., t. III, p. 253.
23
92
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
Quel dragone, diceva l’abate Joseph Maître, ricorda quello delle
favole dove vegliava a guardia del vello d’oro o dei pomi del
giardino dell’Esperidi. Due di quelle medaglie, in particolare,
portano al margine la parola Vigilata. Un’altra Gregorei, dal greco
gregoreo che significa vegliare.24 In un’altra medaglia il dragone
alato viene posto alla porta della vigna del Signore. Su un’altra il
dragone alato domina al di sopra del mondo e simboleggia la
sollecitudine universale del pontefice con la scritta Pro cunctis (per
tutti).25 Per rappresentare meglio il nuovo Vicario di Cristo, che
esercita dappertutto la sua azione, la medaglia porta la scritta
Desertis semina terris - semina le terre deserte - e presenta un carro,
trainato nel cielo da due draghi, che spande sulla terra la buona
semenza. Siccome il nuovo dragone porporato faceva il bello e brutto
tempo, sua “santità” Gregorio XIII, come guida, direttore illuminato
della Chiesa e del mondo, viene raffigurato da un drago in forma di
timone e la medaglia porta le parole: Optime regitur - è governata
ottimamente.26
Giovanni vede il grande dragone nel momento storico dell’Impero
Romano in antagonismo con la Chiesa di Dio.27
Con questo dragone a sette teste e dieci corna l’apostolo ci
presenta qui «una incarnazione dello spirito delle tenebre per la
guerra che voleva fare alla Chiesa di Dio nell’impero dei Latini»28.
Questo potere è già installato, non sorge dal mare, o dall’abisso
(Apocalisse 13:1; 11:7; 17:8), è di già insediato nel secolo apostolico
quando la Chiesa prende vita e prima che fugga nel deserto. «È il
principe di questo mondo che si è impadronito di tutta la potenza
24
Daniele aveva detto che questo potere «aveva degli occhi simili ad occhi
d’uomo» Daniele 7:8.
25
Daniele aveva scritto che questo regno, sebbene «piccolo», «appariva maggiore
degli altri» Daniele 7:8,20.
26
J. Maître, o.c., pp. 492, 493.
27
Vedere BURNIER Pierre Louis Étienne, Études élémentaires et progressives
de la parole de Dieu, vol. VII, Lausanne 1852, p. 475.
28
L. Gaussen, o.c., t. III, p. 252.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
93
I parte – Capitolo X
dell’impero pagano di Roma»29, attraverso il quale Satana, per
interposta persona, compie la sua opera distruttrice.
Questo dragone è la contraffazione di Cristo e F. de Rougemont
spiegava: «Le teste sono in numero di sette come l’Agnello ha sette
corna sulla sua testa unica (Apocalisse 5:6),30 ed esse sono tanti
imperi31. L’Agnello non ha che un solo e unico regno, che è eterno;
quelli di Satana periscono e si susseguono gli uni agli altri... I sette
imperi (le sette teste) di Satana sono le monarchie universali che egli
ha fondato e affermato sulla terra dal giorno in cui lo scettro
profetico del mondo è stato rotto da Nebucadnetsar tra le mani del
discendente di Davide, Sedechia. Sono gli imperi dei Caldei (I testa),
dei Persiani (II testa), dei Macedoni (III testa) e dei Romani (IV
testa); il II Impero Romano (che va dallo smembramento di Roma, a
seguito delle invasioni barbariche, fino alla Rivoluzione Francese, V
testa), lo Stato dell’era rivoluzionaria (VI testa, che va dal periodo
della Rivoluzione Francese al nostro tempo) e un settimo (VII testa)
che l’avvenire farà conoscere (futura confederazione degli Stati
europei dell’Impero Romano che si metteranno sotto le direttive di
Roma). Le dieci corna senza diadema sono i dieci regni secondari
che costituiscono i tre ultimi imperi (teste), e che sono i vassalli
dell’uomo del peccato».32
Il Rosselet, nell’aiutarci a comprendere meglio il momento storico
a cui si riferisce questo secondo quadro, fa notare: «Abbiamo qui
prospettata Roma imperiale e pagana... Questo impero doveva venire
diviso, più tardi, in dieci regni (le 10 corna), ma al tempo
dell’apparizione del dragone i dieci regni erano ancora futuri, e
29
J.N. Darby, o.c., p. 121.
Le sette corna sono l’immagine della forza perfetta, i sette occhi quelli della
vigilanza e dell’onniscienza.
31
Nel nostro Capitolo XIX spieghiamo come le sette teste rappresentano sette
imperi universali a partire da Babilonia.
32
ROUGEMONT Frédéric de, La Révélation de S. Jean, Neuchâtel 1866, pp.
257,258. Siamo noi che abbiamo aggiunto quanto scritto tra parentesi.
30
94
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
perciò le corna non sono (come al capitolo seguente) coronate da
diademi».33
In conclusione, questo dragone rappresenta religiosamente e
politicamente la rivolta dell’umanità nei confronti di Dio elevando a
culto la propria speculazione filosofica, il proprio sentimento religioso e la propria politica. Rifiuta la Rivelazione di Dio e di
conseguenza non può che agire animata dall’Avversario.
Il dragone si fermò davanti alla donna al fine di divorarle il «figlio
maschio» che, una volta nato, ha da reggere la terra con verga di
ferro.
La Chiesa, popolo di Dio, è costantemente la dimostrazione del
miracolo di Dio. Essa non può contare su se stessa per vivere; essa
può vivere solamente del dono dello Spirito Santo perché la Chiesa
non ha altra ragione e altro scopo che di essere disponibile all’azione
di Dio. Finché la Chiesa dei primi secoli non si compromise col
paganesimo essa viene perseguitata dal dragone, nella veste del
potere dei cesari. Quando, compromettendosi, ricercò l’onore e la
potenza in Costantino, il suo protettore, le leggi dello stato divennero
le sue leggi, e le sue leggi divennero difese dallo stato; quando i suoi
interessi si identificano con quelli dello stato, il mondo entrò nella
Chiesa, il paganesimo vinne battezzato cristianesimo e la Roma
cristiana prese il posto della Roma imperiale. I papi salirono sul
trono dei cesari e i calici di legno, come diceva Savonarola, diventano d’oro.
«Dopo i primi secoli di fede eroica e di pura dottrina, la vittoria
del cristianesimo introduceva il mondo nella Chiesa e cominciava la
decadenza della fede. La crescente potenza del papato, gli sviluppi
del dogma e della disciplina capovolgevano rapidamente la Chiesa
nel suo contrario: la Chiesa di Cristo diventava la Chiesa dell’Anticristo; e la storia del “vero” cristianesimo si ridusse al filo d’oro dei
33
ROSSELET D’IVERNOIS Gustave Adolphe, L’Apocalypse et l’histoire, t. II,
Paris 1878, p. 180.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
95
I parte – Capitolo X
testimoni del Vangelo, che nelle “tenebre” della Chiesa papale non
erano mai completamente mancati».34
«Il dragone pagano, o l’imperatore romano, non cessa minimamente di perseguitare la donna o la Chiesa di Gesù dopo la vittoria
del cristianesimo; diventa capo della Chiesa cattolica e continua le
sue persecuzioni contro i discepoli di Gesù, queste persecuzioni
giungono fino alla morte... La personalità del dragone sulla terra è
l’imperatore romano, che è nello stesso tempo sacerdote o sommo
pontefice... Nessuno può ignorare che gli imperatori romani, dopo la
loro conversione al cristianesimo, continuarono nel nome del vero
Dio a perseguitare i santi del Sovrano e incatenare la libertà di
pensare e soprattutto la libertà di parlare; fino a che il papato prese il
loro posto e perseguitò nel suo proprio nome»35.
In contrapposizione alla chiesa opulenta che domina, quale
rappresentante visibile del dragone, Dio dà alla sua Chiesa «le due
ali della grande aquila affinché se ne volasse nel deserto».
Questa immagine è presa dall’Esodo (19:4) e dal Deuteronomio
(32:11), dove Yhwh, dopo aver liberato Israele dall’Egitto, è descritto nell’azione di portare il suo popolo attraverso il deserto verso la
terra promessa come l’aquila porta i suoi piccini. La Chiesa è così
debole che non ha neppure la forza di fuggire con i propri mezzi. In
un momento come quello, al limite della proprie possibilità, Dio
intervenne, come nel passato sulle rive del Mar Rosso, e la Chiesa,
protetta dal braccio potente dell’Eterno, è portata sulle ali della fede
e della speranza, trova un rifugio nel deserto dove vive in marcia
verso la terra promessa: la Canaan celeste.
La donna nel deserto
Il «deserto» è il rifugio tradizionale dei perseguitati dell’A.T., è
l’eremo, è il luogo isolato, è ogni luogo incolto e inabitato dove la
34
MIEGGE Giovanni, Protestantesimo e spiritualismo, ed. Claudiana, Torino, p.
9.
35
BRISSET J. Pierre, Les prophéties accomplies (Daniel et Apocalypse), Paris
1906, pp. 193,194,195,197.
96
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
vita è difficile, ma dove ugualmente si può condurre il proprio
bestiame e farvi delle colonie. Israele ha pellegrinato nel deserto per
quarant’anni con i propri armenti, Giovanni Battista risiedeva nel
deserto, cioè in luoghi inabitati.
Il Mezzogiorno della Francia, le lande, gli altipiani sterili delle
Cevenne, la Crau della Provenza, le lande della regione di lingua
d’oc possono essere considerati dei deserti36 e possiamo aggiungere
le Valli Valdesi del Piemonte, le località isolate del Nord, Centro e
del Sud Italia, della Spagna, di altri Paesi che costituivano il territorio
dell’impero dei latini sul quale domina da Roma il sostituto dei
Cesari.
Il deserto non è altro che il complesso dei luoghi resi sacri dalla
sofferenza dei rifugiati datisi alla macchia per sfuggire alle
persecuzioni. È il luogo in cui la Chiesa, malgrado creda a degli
errori, è resa santa dalla grazia di Dio perché ama questa grazia,
ricerca la fedeltà, fa dell’Eterno il suo Signore, non perché l’ha fatta
grande, importante, affermata e potente, ma semplicemente perché ha
accettato di essere da lui visitata, crede alla sua Parola e ha fatto del
Regno della promessa la sua speranza, la sua forza. Desidera la
giustizia, la fraternità. Il deserto è il luogo in cui malgrado i silenzi di
Dio e le difficoltà, la Chiesa scorge la mano protettrice del Signore,
coglie il mistero di Dio, comprende il senso della storia, della vita.
Il Dictionnaire Larousse illustrato all’articolo «deserto» dice:
«Nome dato dai protestanti del XVII secolo all’altopiano incolto e
pietroso che si estende al Nord-Ovest di Nîmes... Dopo la revoca
dell’editto di Nantes del 1685, un certo numero di protestanti
continuò a celebrare il proprio culto in segreto nei boschi, nelle
caverne, nelle montagne, nei luoghi inabitati e di difficile accesso.
Queste riunioni ricevevano il nome di chiese o di assemblee del
deserto. Esse durarono, attraverso mille vicissitudini, dal 1685 al
1792». I pastori di quelle Chiese, scrive A. Borrel, avevano il titolo
di: «pastori del deserto»; i loro sinodi: «i sinodi del deserto»; gli atti
di questi sinodi, gli atti di battesimo e di matrimonio erano intestati:
36
Vedere Dictionnaire Encyclopédique de la Bible, A. Westphal, t. I, p. 282.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
97
I parte – Capitolo X
«Dal Deserto», e rivestiti di un sigillo che rappresentava una donna
con gli occhi al cielo, con la scritta: «Il trionfo dei fedeli sotto la
croce». Questa Chiesa aveva ancora un secondo sigillo raffigurante
una barca con un albero che stava per essere inghiottita dalle onde; la
sua vela era piegata e i marinai in preghiera gridavano: «Salvaci
Signore noi periamo!».
Si legge negli atti di un processo verbale di un interrogatorio di un
pastore ugonotto davanti a un consigliere del re:
- In quale luogo avete battezzato e amministrato la cena?
- In piena campagna o nel deserto.
- Cosa intendete voi per Deserto?
- Dei luoghi appartati o inabitati nei quali si riuniscono i fedeli.
Antoine Court, pastore della Chiesa del deserto, scriveva in quel
tempo: «Eccoci ridotti a un piccolo numero di eletti, amati dal cielo,
che non vogliono abbandonare la loro patria, né rinunciare alla loro
religione, e che perseguitati, se ne fuggono nel deserto. Si manda
dietro a loro un fiume di truppe per farli perire; ma la guerra che
sorge subito dopo, obbliga l’intruso a richiamare i suoi soldati, per
opporli ai suoi nemici; la terra si aprì per molti. È così i fedeli che
percorrevano i boschi e i deserti gustavano un po’ di rilassamento».37
Nei secoli del Medio Evo i valdesi d’Italia e di Francia venivano
chiamati: l’“Israele delle Alpi” e la Bibbia stampata a loro spese a
Serrière presso Neuchâtel, “La Bibbia d’Olivetani”, porta queste
parole significative: “Le Alpi 1530”.
Calvino, scrivendo al re francese nella speranza di salvare dalle
fiamme qualche fedele del Signore diceva: «La causa di Cristo è oggi
talmente lacerata e calpestata nel vostro regno, che sembra senza
speranza... La verità... è nascosta, seppellita... La povera Chiesa è
scalzata da bandi, consumata da morti crudeli, e talmente spaventata
da minacce e terrori che non osa pronunciare parola... Ah! Quante
volte la Chiesa è stata eclissata, senza forma! ...Le montagne, i
37
BORREL A., Biografie de Antoine Court, Toulouse 1863, p. 52, vedere pp.
161-165.
98
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
boschi, i laghi, le prigioni, i deserti, le caverne,... sparsi e nascosti... è
là che i profeti, essendosi ritirati, hanno profetizzato».38
Philippe de Mornay, consigliere di Stato di Enrico IV e
governatore di Saumur, nella prefazione della sua opera dice al
lettore: «Tu chiedi dunque in tutti questi secoli dove pascolava la
nostra Chiesa... Ascolta ti prego, san Giovanni l’evangelista disse che
questa donna, la Chiesa, perseguitata dal Dragone, si salvò nel
deserto, in una solitudine, dove Dio le aveva preparato il suo luogo,
dove essa fu nutrita, custodita, per 1260 giorni, giorni profetici; un
tempo certo, ma abbastanza lungo. Non c’è dunque possibilità di
cercarla, di pensarla nel Papato, in questa luce mondana, in mezzo a
questo fasto e al lusso».39
È meraviglioso constatare come la Chiesa nel corso dei secoli, alla
luce della profezia, abbia preso coscienza della realtà del suo tempo,
e questo libro, l’Apocalisse, le è servito da guida e da incoraggiamento. Infatti «l’Apocalisse è... il libro della Chiesa nella prova, è in
mezzo all’afflizione che essa lo comprende meglio e lo sa meglio
apprezzare».40
Questa espressione «deserto» ritorna nell’introduzione dell’opera
monumentale di Jean Michelet quando scrive: «So bene che la
migliore parte di queste grandi distruzioni non possono più essere
raccontate. Essi (gli inquisitori) hanno bruciato i libri, bruciato gli
uomini, ribruciato le ossa calcificate, gettato la cenere... Perlomeno il
deserto racconta, e il deserto di lingua d’oc, e le solitudini delle alpi,
e le montagne disabitate della Boemia, tanti altri luoghi dove gli
uomini sono spariti, dove la terra è diventata per sempre sterile, dove
la natura dopo l’uomo sembra essa stessa sterminata».41
Questa Chiesa apparentemente abbandonata a se stessa, sebbene
abbia subìto in parte l’apostasia dei primi secoli, ha saputo ugual38
Cit. da J. Vuilleumier o.c., p. 1931, p. 202.
MORNAY Philippe de, Le Mystère d’iniquité, c’est-à-dire l’Histoire de la
Papauté, Saumur 1611, p.5.
40
A. Reymond, o.c., t. I, p. 34.
41
MICHELET J., Histoire de la Révolution française, t. I, prefazione, p. LII.
39
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
99
I parte – Capitolo X
mente riscoprire e vivere numerose verità del Vangelo, «ha vinto a
cagione del sangue dell’Agnello e cagione della parola della sua
testimonianza; e non ha amato la sua vita, ma l’ha esposta alla
morte». La sua opposizione a Roma le ha permesso di mantenere e
tramandare la fiaccola della verità.
Lutero, a una delegazione di Fratelli Uniti che gli aveva ridato
ardore nella sua opera, scriveva nel 1523: «Ho ben voluto rendervi la
testimonianza che voi siete più vicini alla purezza dell’Evangelo di
tutti coloro che io ho potuto conoscere. Noi non concepiamo ancora
bene come voi siate pervenuti a stabilire e a mantenere la professione
d’una dottrina così santa e una vita così cristiana, come vi dipingono
i vostri. Presso di noi non è la stessa cosa; le cose sono ancora
lontane dalla loro maturazione e non avanzano che molto lentamente;
ma pregate per noi... ».42
La donna fuggita nel deserto viene «nutrita per milleduecentosessanta giorni», per «un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo» o
quarantadue mesi.
In questo periodo, come dice Daniele e lo stesso Giovanni, non
solo si perseguiterà la Chiesa, ma si penserà a cambiare la Legge di
Dio. È il periodo in cui il dragone svolge la sua azione diabolica
tramite la supremazia papale, è il periodo della V testa sia del
serpente antico sia della bestia che va dal VI secolo, (538 d.C.) alla
fine del XVIII secolo (1798).
Difficoltà a riconoscere l’evidenza
Innumerevoli autori ebrei, cattolici e protestanti hanno riconosciuto in questi termini criptografici dei 1260 giorni altrettanti anni
solari.
Alcuni autori cattolici, come per Daniele così per l’Apocalisse,
hanno saputo molto bene spiegare alcune parti del testo, ma il voto di
ubbidienza e la piena sottomissione a Roma hanno impedito loro di
dire tutta la verità e di spiegare con la stessa acutezza le altri parti.
42
LUTERO Martino, cit. da GUERS Émile, Histoire abregée de l’Eglise,
Toulouse 1850, pp. 593,594.
100
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
Nel 1867 l’abate M. J. Michel, a conclusione dell’avvertimento
che introduce la sua opera, scriveva: «Del resto, pieno di una filiale e
rispettosa sottomissione all’autorità dalla quale deriva ogni coscienza
cattolica, noi teniamo a dichiarare che condanniamo e riproviamo
ogni proposizione e ogni interpretazione che riproverebbero e
condannerebbero in questa opera la santa chiesa cattolica,
apostolica romana, e il suo capo venerato, giudice infallibile della
fede». Commentando poi il periodo che la donna, la Chiesa, passa
nel deserto scrive: «Questo numero 1260 giorni si deve intendere
naturalmente per il periodo nel quale la verità cattolica trionfa ed è
ricevuta dalle coscienze dei principi e dei popoli; essa è compresa tra
lo stabilimento cristiano fondato da Costantino nel IV secolo e la
guerra infelice che ha definitivamente dato il libero esame inteso nel
senso della Riforma e della filosofia del diritto che sono la negazione
formale della legislazione e delle istituzioni cattoliche».43
L’avvocato cattolico Amédée Nicolas a questa spiegazione pone
la seguente domanda: «Come può (J. Michel) conciliare questa alta
supremazia con lo stato della persecuzione o dell’abbandono durante
i 1260 anni, che vede nei 1260 giorni del capitolo 12 versetto 6?».44
O, in altre parole, se accettiamo questa spiegazione come possiamo
continuare a rimanere cattolici?
Anche il magistrato Anatole Chauffard critica l’abete J. Michel
scrivendo: «È questo un punto di vista sovranamente illogico»
perché, «cosa incredibile, il periodo con il quale san Giovanni ha
voluto rappresentare l’estrema potenza dell’Anticristo sarebbe quello
nel quale regna incontestato il cristianesimo, i 1260 anni portano alla
Riforma o piuttosto al periodo della filosofia, la quale sarebbe
l’estrema conseguenza del protestantesimo».45 Considera quindi il
43
MICHEL M. J., Histoire du bien et du mal dépuis Jésus Christ jusqu’à la fin
des temps d’après la Révélation de S. Jean, Lyon 1867, pp. XVI,262,263, siamo
noi che abbiamo precisato il testo mettendolo in corsivo.
44
NICOLAS Amédée, Conjectures sur les âges de l’Eglise et les derniers temps,
2ª ed., Paris 1881, p. 54.
45
CHAUFFARD Anatole, L’Apocalypse et son interprétation historique, t. I, 2ª
ed., Paris 1899, pp. 458,459.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
101
I parte – Capitolo X
lavoro dell’abate Michel, che vede nella donna la Chiesa romana, un
lavoro di alta speculazione perché: «Quando si passa dalle sue alte
speculazioni all’interpretazione di dettaglio nei testi del capitolo 12,
si riconoscono una serie di anomalie tali che scaturisce chiaramente
che questo capitolo è stato compreso solo nel suo insieme anziché nei
suoi dettagli».
Questa critica all’abate J. Michel che vede nei 1260 giorni degli
anni, e l’impossibilità di spiegare in un modo soddisfacente tutto il
testo di Giovanni, in favore della chiesa romana, è data dal fatto che i
commentatori cattolici partono da un presupposto che impedisce la
piena obiettività e lucidità nel comprendere la Parola di Dio.
A. Chauffard così introduce il suo lavoro sull’Apocalisse:
«Mettiamo la nostra unica felicità e la nostra felicità suprema nella
professione più intera della fede cattolica, noi consideriamo come un
dovere, terminando questo sommario generale sull’oggetto e lo scopo
del presente studio, di proclamare qui pubblicamente che noi
intendiamo restare nella più umile e nella più assoluta sottomissione
all’autorità della Chiesa e agli insegnamenti emanati dalla chiara
infallibilità di Pietro. Se dunque potesse esservi in questo scritto la
minima parola che fosse giudicata non essere in perfetto accordo con
questi insegnamenti, noi la ritrattiamo fin da questo momento».46
Con queste premesse le conclusioni non possono essere obiettive. Gli
esegeti cattolici nel capitolo 12 di Apocalisse non possono che
trovare delle naturali difficoltà, perché vogliono attribuire alla chiesa
che ha perseguitato e ucciso le sofferenze che ha fatto subire.
Malgrado queste critiche, anche l’abate Joseph Maître è costretto
dal testo biblico a vedere nella donna la Chiesa e scrive: «Roma
pagana è stata distrutta dai barbari, ma al suo posto si eleva una
Roma cristiana, da dove la vita divina si spande attraverso il mondo.
La Chiesa vi sarà mantenuta, conservata e rispettata durante 1260
giorni, durata simbolica che deve forse essere interpretata con un
46
Idem, pp. 456,XXIV,XXV, siamo noi che abbiamo precisato il testo mettendolo
in corsivo.
102
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
numero uguale d’anni a partire dal trionfo della società cristiana e dal
suo stabilimento nella santa città».47
L’abate Th. Mémain, dal canto suo, dà questa spiegazione:
«Questa donna è la Chiesa già esistente prima di Gesù Cristo, nel
popolo ebraico, e che, dopo la venuta di Gesù Cristo continuerà la
sua missione redentrice fra gli uomini... Dio dà alla sua Chiesa le due
ali della grande aquila. Queste grandi ali, ben determinate dalla
ripetizione dell’articolo greco, ton, è l’aquila romana... Dio dà in
seguito alla Chiesa, dopo la conversione di Costantino, un luogo
preparato per lei, dove essa resterà protetta dal serpente, durante i
1260 giorni (profetici). Questo luogo è la Roma cristiana, che doveva
elevarsi sulle rovine della Roma pagana...
Il serpente, vedendo la Chiesa protetta dalla potenza imperiale,
scatena contro essa il flutto delle grandi invasioni, ma la terra assorbe
queste invasioni, cioè il flutto degli invasori passa senza sommergere
la Chiesa e che, mediante la loro fusione con i popoli invasi, gli
invasori diventano essi stessi dei popoli cristiani».48
Con queste spiegazioni, questi abili abati trasformano
l’umiliazione della Chiesa, che deve fuggire nel deserto, nel suo
trionfo e fanno dire alla Bibbia l’opposto di quello che essa afferma.
Il dragone getta dell’acqua dalla sua bocca
Verso questa donna che si rifugia nel deserto il dragone: «Gettò
dalla sua bocca... dell’acqua a guisa di fiume, per farla portare via
dalla fiumana» Apocalisse 12:15.
Quest’acqua presenta una doppia illustrazione:
a) le dispute (Proverbi 18:4; 15:28) con le quali Roma ha cercato di
aggirare la mente dei perseguitati e le dottrine con cui ha
cambiato quelle apostoliche e i comandamenti di Dio;
b) gli eserciti (Isaia 8:6,7; Geremia 46:7; Ezechiele 26:3; Nahum
1:8) con i quali ha cercato di sopprimere questi fedeli del deserto.
47
J. Maître, o.c., pp. 382,383.
MÉMAIN Théophile, L’Apocalypse de saint Jean et le septième chapitre de
Daniel avec leur interprétation, Paris 1898, pp. 34,36,37,45.
48
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
103
I parte – Capitolo X
La violenza delle persecuzioni diceva Ticonio; l’inquisizione,
scriveva Croly nel XVII secolo, le armate cattoliche spiegava nel
secolo scorso il de Rougemont.
La terra soccorre la donna
«Ma la terra soccorse la donna; e la terra aprì la sua bocca e
inghiottì il fiume che il dragone aveva gettato fuori dalla sua bocca»
Apocalisse 12:16.
Questa terra che permette alla donna di credere nella libertà della
sua coscienza e fa sì che il dragone non la possa più colpire sono
quei territori delle Riforma, al di là dei confini dell’Impero Romano
latino,49 dei cesari che non furono sottomessi alla giurisdizione
ecclesiastica della corte romana, anche se nel corso dei secoli ne
furono spesso influenzati e a volte al suo servizio. Si tratta quindi
degli Stati protestanti che nel XVI e XVII secolo servirono di rifugio
ai figli di Dio perseguitati: Svizzera, Paesi Bassi a Est del Reno,
Germania, Inghilterra. «I popoli e gli Stati protestanti», diceva il de
Rougemont.
I Paesi della vecchia Europa, anche se non sottomessi alla corte
papale, dopo la Riforma diventarono a loro volta clericali e fecero
subire l’intolleranza a chi non accettava la religione di stato.
Ma in quel tempo un nuovo mondo diventò il rifugio di quegli
uomini: l’America.
Malgrado tutte le sue contraddizioni, questo immenso Paese al di
là dell’Oceano Atlantico fu la terra verso la quale andarono molti di
coloro che in Europa non potevano più vivere ascoltando la propria
coscienza illuminata dalla Parola di Dio. Si sottraevano così alla
guerra, alla fame e all’oppressione dei persecutori. A migliaia si
stabilirono nella Nuova Inghilterra.
Nella dichiarazione di indipendenza i fondatori della Repubblica
del Nuovo Mondo affermarono: «Tutti gli uomini sono stati creati
uguali e tutti sono stati dotati dal loro Creatore di determinati diritti
inalienabili fra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità».
49
104
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
«Nessuna formalità o credenza di carattere religioso potrà essere
richiesta come qualifica per un qualsiasi ufficio di pubblica
responsabilità negli Stati Uniti». «Il congresso non voterà nessuna
legge relativa allo stabilimento di una religione o al divieto del libero
esercizio di essa».
Sarà su questa «terra», continente, che sorgerà la seconda bestia di
Apocalisse13, il falso profeta.
Il rimanente della donna, sue caratteristiche, sua identificazione
«E il dragone si adirò contro la donna e andò a far guerra col
rimanente della progenie d’essa, che serba i comandamenti di Dio e
ritiene la testimonianza di Gesù» Apocalisse 12:17.
Quando Giovanni presenta il rimanente della progenie della donna
che serba i comandamenti di Dio e ritiene la testimonianza di Gesù
«sembra accennare a una distinzione da fare tra figli genuini e pii
della Chiesa di Dio e figli spurii che porteranno bensì il nome di
Cristiani e faranno parte della Chiesa visibile, ma non avranno né
fede del cuore in Cristo, né condotta cristiana. Non a questi figli
degeneri, suoi alleati segreti, muoverà guerra il serpente, bensì alle
comunità e agli individui che si manterranno fedeli al Vangelo».50 In
quel tempo difficile «il rimanente» della progenie manifesterà
chiaramente la sua alleanza con Dio nella lotta finale contro il male.
La progenie della donna è la parte terminale, la parte finale della
storia della Chiesa, è il popolo di Dio degli ultimi tempi che si
prepara a incontrare il suo Signore, è la Chiesa alla quale è affidato il
messaggio dell’ultimo invito rivolto all’umanità (Apocalisse 14:612; 18:1 e seg.).
La donna genera la sua progenie dopo il tempo del deserto, e dopo
che essa ha trovato il suo rifugio nel nuovo continente. Questo
rimanente è la parte finale del nuvolo di testimoni che hanno
attraversato i secoli bui del Medio Evo, fedeli alle verità da loro
comprese, hanno saputo mantenere alto il loro candelabro e si
50
E. Bosio, o.c. , p. 90.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
105
I parte – Capitolo X
presenta al mondo con due caratteristiche, affinché possa essere
identificato:
a) «serba i comandamenti di Dio»; li accetta come si trovano scritti
nel decalogo, crede che con Gesù essi non sono stati modificati e
facevano parte della predicazione apostolica e la loro osservanza
è la testimonianza del loro essere persone libere in una società
condizionata da uno stile di vita che non rispecchia il Vangelo
(Matteo 5:17,18; 1 Corinzi 7:19; Romani 3:31; Giacomo 2:20);
b) «ritiene la testimonianza di Gesù», che «è lo spirito di profezia»
Apocalisse 19:10. Cioè accetta l’insegnamento dei profeti e da
essi si fa condurre, accetta la testimonianza che gli apostoli danno
di Cristo e, a sua volta, ripropone con franchezza, senza lasciarsi
coinvolgere dalle vane ideologie del presente secolo, l’unica
salvezza e liberazione per il mondo, che è giunto alla sua fine, il
ritorno del grande Iddio e Salvatore Cristo Gesù e la gratuità
della sua salvezza mediante la fede, affinché nessuno si glori.
È con l’azione di testimonianza di questo rimanente che la storia
della Chiesa giungerà al suo termine.
Nell’Eden Dio disse a Satana: «Io metterò inimicizia fra te e la
donna, fra la tua progenie e la progenie di lei, questa progenie ti
schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno» Genesi 3:15. Apocalisse
12 presenta come queste parole ci sono compiute nella storia. Nella
progenie della donna la Chiesa ha trovato il suo campione, la sua
progenie in Cristo Gesù. Il serpente è stato vinto, ma a sua volta la
Chiesa stessa, nella persona del «rimanente», deve manifestare il suo
trionfo perché: «l’Iddio della pace triterà tosto Satana sotto i loro
piedi» Romani 16:20. Anche per questa progenie ci sarà il Getsemani
e la strada del Golgota prima della gloria di Pasqua, sarà il tempo di
distretta della crisi finale.
Riteniamo che la realtà storica di questa dichiarazione dell’Apocalisse s’incarni nella Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno,
generata nel XIX secolo dalle varie denominazioni sulla terra che ha
soccorso la donna. Questa progenie ha preso forma allo scadere del
più lungo periodo profetico della Bibbia (Daniele 8:14), ereditando
dalla cristianità tutte quelle verità bibliche rimaste vive attraverso i
106
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Figure e parabole sulla Chiesa
secoli. In questa progenie si è manifestato e ha preso forma il vero
ecumenismo: uomini e donne uniti tra di loro, perché uniti prima di
tutto a Cristo e costantemente disposti a lasciarsi guidare dalla sua
Parola, nel loro credere nel Signore hanno lasciato quegli
insegnamenti frutto della tradizione e non della rivelazione.
Il dragone non ha ancora iniziato a fare pienamente guerra al
rimanente di questa progenie, ma questo periodo di relativa calma è
la bonaccia che precede la tempesta perché Satana sta preparando un
piano grandioso e universale, non tollerando che la grazia di Dio
possa manifestare la sua pienezza nella Chiesa che abita ancora in
questo mondo sul quale rivendica la signoria.
Nelle visioni finali dell’Apocalisse la figura della donna, la sposa
di Cristo Gesù è presentata più volte. Giovanni scriveva: «Poi udii
come la voce di una grande folla e come il fragore di grandi acque e
come il rombo di forti tuoni, che diceva: “Alleluia! Perché il Signore,
nostro Dio, l’Onnipotente, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed
esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze
dell’Agnello e la sua sposa si è preparata. Le è stato dato di vestirsi
di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere
giuste dei santi”. “Beati quelli che sono invitati alle nozze
dell’Agnello”» Apocalisse 19:6-9. Dopo il millennio è ancora detto
dei credenti: «Vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù
dal cielo da presso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo
sposo» Apocalisse 21:2. «“Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie
dell’Agnello”. Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta
montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal
cielo da presso Dio, con la gloria di Dio. Il suo splendore era simile a
…» Apocalisse 21:9 e seg.
Giovanni conclude il suo scritto riproponendo ancora la figura
della donna. «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”» Apocalisse
22:17.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
107
I parte – Capitolo X
108
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Seconda parte
L’apostasia della Chiesa
Capitolo I
APOSTASIA DELLA CHIESA
EVOLUZIONE STORICA
Nei primi secoli il cristianesimo si espandeva come risultato della
testimonianza, ma già con il secondo secolo qualcosa cominciò a
cambiare, in seguito divenne una chiesa di maggioranza, moltitudinista e si divenne cristiani per diritto di nascita.
Alcune motivazioni etico sociali hanno portato il cristianesimo
lontano dagli insegnamenti degli apostoli.
1. Moralizzazione
La conversione e la salvezza per grazia venivano sostituiti con
una moralizzazione dei costumi e la salvezza veniva acquisita
mediante le opere. Il cristiano non è più colui che dispera di se stesso
e accetta il dono che viene da Dio, ma è la persona che si adegua ai
precetti della Chiesa.
«Da molto tempo si è constatato che a parte le lettere di Ignazio,
gli scritti dei Padri detti apostolici… si allontanano considerevolmente dal pensiero del N.T. e ricadono in grande misura nella morale
che ignora la nozione della grazia, della morte redentrice del Cristo,
così centrale nella teologia apostolica».1
Col tempo, generalizzandosi la fede cristiana, il credente era
caratterizzato dalla sua etica. La frontiera tra cristiano e non cristiano
è stata meno definita. Tutto viene relativizzato e una persona che
vive una corretta vita morale, onesta, era vista non meno bene di un
buon cristiano. A una simile persona perché gli veniva negato il
battesimo quando anche sapeva recitare correttamente il credo?
2. Intellettualizzazione del cristianesimo
La lotta alle eresie nascenti ha spinto i Padri della Chiesa a
meglio precisare il pensiero cristiano. Il cristianesimo si spandeva, si
1
CULLMANN Oscar, La Tradizione, in Chaièr del Theologia, Delaschiaux et
Nestlée, 1953, p. 50.
II Parte – Capitolo I
conosceva la professione di fede pronunciata al momento del
battesimo, i pagani riconoscevano che la nuova religione aveva una
gnosi-conoscenza superiore alle religioni popolari tradizionali che
erano discreditate. Inoltre le speculazioni filosofiche pagane erano
anche superate dall’elaborazione di un sistema intellettuale che
tendevano a conciliare la filosofia con la rivelazione di Dio.
La nascita della teologia cristiana (principalmente la scuola di
Alessandria con Clemente e Origene) soppianterà lo studio della
Parola di Dio. Il battesimo assomigliava più al superamento di un
esame di un corso di iniziazione misterica la cui morale era superiore
alla visione tradizionale piuttosto che l’occasione di una
testimonianza di fede in Cristo Gesù.
Il sapere intellettuale soppiantava la fede nell’affidare la propria
vita nelle mani del Signore.
Con la seconda metà del II secolo il buon cristiano è visto in
colui che, alla morale, aggiungeva la conoscenza intellettuale della
dottrina.
In questo clima le porte della chiesa si allargano e la condivisione
intellettuale prende il posto della conversione-metanoia spirituale. Si
ha così che nel II e III secolo più che conversione dello spirito si
assiste a una conversione intellettuale.
Si assiste al passare da una religione semplice a una più
complessa, come avviene nei Paesi del Sud, ad esempio in Africa,
dove gli animisti che frequentano scuole cristiane o mussulmane
diventano tali per la superiorità della religione che frequentano che
per una esperienza di fede.
3. La disgregazione della chiesa apostolica
Il Battesimo, la Cena e col tempo anche l’unzione dei malati,
acquisivano sempre più un significato sacramentale.
Dal II sec. nel battesimo si accentua il significato di lavamento
quale elemento di illuminazione che purifica tutti i peccati. Ai riti si
attribuisce la realizzazione di un’opera di rigenerazione. Il battesimo
ai bambini sostituisce l’esperienza della conversione portando il
neonato a beneficiare i misteri della grazia.
112
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia – evoluzione storica della Chiesa
Le persone rimangono nella chiesa più per un legame di pietà
filiale che religiosità personale.
Nell’ekklesia apostolica non c’era differenza tra chi amministrava
la parola e i riti e coloro che partecipavano al culto e alle funzioni.
Con la sacralizzazione dei riti si è venuta a creare una differenziazione tra la figura dell’ufficiante, il clero e i beneficiari, i fedeli, i
laici.
I sacerdoti diventano mediatori della grazia, dispensatori del
patrimonio della salvezza, e così considerati elargivano i favori del
cielo mentre i fedeli sono sempre più considerati come i ricevitori, i
beneficiari di quest’opera. Gli ecclesiastici gestiscono il sacro e
dispensano le cose sante al popolo profano dei fedeli.
Nella Chiesa si istaura nuovamente nello spazio la frontiera tra il
luogo santo e santissimo.
Il ruolo del prete2 diventa primario, ha una funzione attiva,
mentre il ruolo del fedele è secondario, passivo.
La chiesa diventa clericale, di maggioranza e quindi moltitudinista.
I confessanti costituiscono gruppi minoritari, considerati anche
dissidenti. Dal IV secolo subiscono l’intolleranza e la persecuzione.
4. La grande svolta
Quanto avvenuto nel IV secolo non è stato il risultato di un
progetto concepito e partorito a tavolino come conseguenza di una
riflessione per giungere a una méta. È stato il risultato di una
evoluzione storica che ha avuto senz’altro delle motivazione politicosociali, delle quali la Chiesa ha approfittato nell’interesse del
vangelo, ma anche alterato a causa dell’opportunismo che ha sempre
caratterizzato la miseria umana.
2
Il N.T. non parla mai di preti o sacerdoti, come ministri nella chiesa, ma di
vescovi, anziani, sorveglianti, diaconi. Tutti coloro che costituiscono la chiesa sono
considerati sacerdoti per la loro relazione con Dio, realizzando il progetto
originario di Dio con Israele.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
113
II Parte – Capitolo I
All’inizio del IV secolo ci fu la svolta operata da Costantino.
L’imperatore vincitore su Massenzio,
- non solo libera il cristianesimo dalle catacombe, ma
- lo nomina come religione dell’Impero e poi
- religione privilegiata.
A questo si deve aggiungere che alla fine del secolo l’imperatore
Teodosio stabilì che:
- l’appartenenza alla chiesa è obbligatoria e
- si perseguitano i non cristiani.
Questi due imperatori diedero «un colpo mortale alla professione
individuale della fede cristiana. L’appartenenza alla Chiesa diventa
un obbligo di Stato per decreto dell’imperatore Teodosio. Masse
pagane, superficialmente cristianizzate affluiscono nella chiesa».3 Si
diventa cristiani per interesse.
«La politica degli imperatori dal regno di Costantino, tranne la
breve interruzione del regno di Giuliano il filosofo, tendeva
evidentemente a dare alla Chiesa cattolica il monopolio della
religione. La Chiesa, nel pensiero dei sovrani, doveva avere tanti
fedeli che l’Imperatore possedeva come soggetti. Ben presto ognuno
apparteneva alla Chiesa mediante un vescovato, come apparteneva
all’Impero mediante la città».4
Si viene così a costituire l’èra del cristianesimo, del sistema
ecclesiastico moltitudinista, fortemente organizzato e gerarchizzato
dominando l’insieme dei paesi cristiani. Si viene a perdere:
- la conversione e la nuova nascita;
- la rigenerazione è acquisita mediante i sacramenti;
- la sottomissione dei membri fin dall’infanzia viene esercitata
mediante la dipendenza dal clero, ubbidendo ai comandamenti
della Chiesa.
Si rimpiazza l’unità e la potenza della chiesa apostolica:
- si conserva sì la Bibbia,
- ma di fatto la si sostituisce con
3
SAMOUÉLAN S., Aperçu historique des Elise de Professants, Dépôt des
publication méthodistes, Nîmes 1958 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 203.
4
BABUT E. Charles, Priscillien et le Priscillianisme, Paris 1909, p. 57.
114
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia – evoluzione storica della Chiesa
la teologia e i dogmi;
- si conserva la comunione fra- - ma di fatto la si sostituisce con
terna,
l’istituzione;
- si conserva la fede che agisce - ma di fatto la si sostituisce memediante l’amore,
diante la regola di fede e di
morale.
Diviene più facile discutere e analizzare intellettualmente i dati
della Parola di Dio che lasciarsi trasformare dallo Spirito santo.
«Sono arrivato alla conclusione che il grande cambiamento che ha
cominciato nelle relazioni tra la Chiesa e il mondo con la
conversione di Costantino non è solamente il tornante decisivo della
storia della Chiesa, ma è anche ciò che ci dà la chiave di molte
difficoltà pratiche del nostro tempo. Io sono anche convinto che la
Chiesa di domani è destinata ancor di più a ritornare a una situazione
simile a quella che era presente nella Chiesa prima di Nicea (325
Concilio indetto da Costantino ancora non battezzato, ma quale
imperatore gestiva le cose della Chiesa). Ciò significa che invece di
cercare di inglobare il mondo si considererà come una chiesa di
minoranza e adotterà un’abitudine d’opposizione cosciente al mondo.
In compenso troverà fino a un certo punto la sua unità interiore di
una volta».5
Dante scriveva:
« Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!» Inferno 19:116-118.
Agostino nel constatare la Chiesa visibile – ecclesia visibilis del
suo tempo che identificava con la Chiesa cattolica, a seguito dello
studio sugli scritti di Paolo formulò il concetto della chiesa invisibile
– ecclesia invisibilis.
Siccome però era assolutamente impossibile distinguere tra
Ekklesia visibile e Ekklesia invisibile perché nella chiesa visibile
c’erano dei credenti autentici che appartenevano pianamente a Cristo
5
HOBHOUSE Walter, The church and the World in Idea and Hystori, Mc.
Milan and C., London 1910, p. 124: cit. A. Kuen, o.c., p. 204.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
115
II Parte – Capitolo I
mediante la fede.
«Ciò che ha contribuito in modo molto significativo a fare
dell’Ekklesia una santa istituzione di Chiesa fu il passare dalla
Chiesa confessante perseguitata a Chiesa moltitudinista di
Costantino. Da quel momento, era sufficiente, per appartenere alla
Chiesa, che il bambino fosse battezzato e che in seguito fosse
sottoposto all’insegnamento catechistico. Dopo qualche decennio la
cristianità da Chiesa nazionale divenne Chiesa obbligatoria o Chiesa
di costrizione della quale ognuno doveva far parte. Non solamente
bisogna dire extra ecclesiam nulla salus – al di fuori della chiesa non
c’è salvezza, ma ancora: all’interno dell’impero romano, nessuna
esistenza è possibile al di fuori della Chiesa. Questa situazione si è
prolungata fino alla Rivoluzione francese, pure per la Chiesa della
Riforma che si era posta sul terreno della Chiesa nazionale
costantiniana e della Chiesa della costrizione teodosiana.
Questi due fattori non hanno esercitato la loro azione soltanto
sulla Chiesa cattolica come tale, ma anche sulle altre, perché la
Riforma non ha fatto nulla per modificare questo stato di cose, hanno
in generale potentemente contribuito ha fortificare la Chiesa nel
senso istituzionale.
Per ognuno, una verità era chiara e certa: la Chiesa è questa sacra
istituzione alla quale è per così dire impossibile non farvi parte.
Colui che cerca di andare contromano a questo movimento passa per
scismatico o eretico».6
«Da Teodosio, non c’è stata più missione in Europa ‘cristiana’,
poiché dopo questa epoca, a seguito dell’obligatorium di Stato, ogni
abitante dell’impero romano si trovava essere un cristiano
battezzato».7
«L’Ekklesia era diventata istituzione sacramentale. Quella Chiesa
che dall’editto di tolleranza di Costantino da perseguitata era diventata protetta e che dal tempo di Teodosio, aveva ricevuto dallo Stato il
6
7
116
E. Brunner, Dogmatique, vol III, p. 94.
Idem, p. 123.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia – evoluzione storica della Chiesa
sigillo di obbligatorium».8
Medio Evo
Priscilla con sei seguaci veniva ucciso nel 385 a Trèves.
Paoliniani, Bogomili, Culdi, Petrobussiani, Patarini, Valdesi,
Begardi, Lollardi e molti altri furono perseguitati e uccisi perché si
organizzavano per condividere la conoscenza del Vangelo, fare dei
credenti confessanti sottraendoli alla chiesa e alla sua autorità.
Le abbazie e i monasteri erano anche centri della chiesa
professante.
Sebbene Francesco d’Assisi creasse un movimento di risveglio,
divenne poi uno strumento terribile della Chiesa per la sua
sottomissione completa, incondizionata all’autorità ecclesiastica e
papale.
Nel M.E. e ancor oggi si utilizza la parola “conversione” in
relazione alla vocazione, alla vita monastica e all’entrata in convento.
Libri come Imitazione di Cristo erano scritti esclusivamente per le
monache e i frati.
Gli ordini religiosi sorti quale espressione di un risveglio
religioso dei fondatori e per creare un risveglio della fede nella
popolazione (questa vitalità ha avuto una breve durata), si sono
atrofizzati e sono morti perché hanno avuto come presupposto
l’obbedienza all’autorità ecclesiastica.
La Riforma
Per i Riformatori la loro Chiesa «la Chiesa riformata, non era una
fondazione nuova, ma al contrario la Chiesa cattolica “riformata”
dalla parola di Dio, la Chiesa papale romana era una setta.
Rifiutarono agli anabattisti il diritto di mettersi a beneficio di
questa idea. Ciò che da parte loro, gli anabattisti rimproveravano alla
Chiesa zwingliniana o luterana, era in primo luogo di appropriarsi il
principio costantino-teodosiano della Chiesa moltitudinista e obbligatoria, in virtù del quale ogni essere vivente in un territorio determi8
Idem, p. 168.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
117
II Parte – Capitolo I
nato doveva appartenere a questa Chiesa unica e – dal battesimo dei
bambini – poteva in effetti appartenervi – Gli anabattisti sottolineavano con ragione che l’Ekklesia neo-testamentaria ignora questa
appartenenza di ufficio – come si esprime mediante il battesimo dei
bambini – e ugualmente con la costrizione. Essi sono stati i primi
difensori del principio della Chiesa indipendente».9
A. Kuen si chiede: «Perché i Riformatori hanno costituito le loro
comunità in chiese moltitudiniste, invece di ritornare, come su tanti
punti, al modello apostolico delle chiese professanti?
È senza dubbio il grande dramma della Riforma del XVI secolo,
è la sorgente del “malinteso della Chiesa” E. Brunner, di cui soffre il
protestantesimo attuale, l’origine di numerosi scismi nei corso dei
quattro secoli trascorsi, di confusioni che sono motivo di dispiacere
nel presente e di rimprovero che, in avvenire, rischiano molto di
condurre verso nuove difficoltà».10
Esprime il suo lamento: «È deprimente constatare che i Riformatori hanno visto – o intravisto – la vera natura della Chiesa nella
Parola di Dio ma, per delle circostanze diverse, sono stati impediti
d’imprimere su questo punto la loro convinzione nel momento in cui
hanno dato l’impulso».11
9
10
11
118
Idem, p. 103.
Idem, p. 207.
Idem.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo II
APOSTASIA DOTTRINALE DELLA CHIESA
In questa sezione considereremo l’apostasia della Chiesa sotto tre
aspetti:
- battesimo
- natura dell’uomo
- la legge di Dio con l’annullamento del II e IV Comandamento.
In questo allontanamento dagli insegnamenti del vangelo tutta la
cristianità è coinvolta. Principalmente nella forma cattolica e
ortodossa e si conserva in quella protestante ed evangelica.
Il cristianesimo è sorto nell’ambiente ebraico ed ha ereditato dal
popolo di Dio le rivelazioni, la legge e le varie dottrine che hanno caratterizzato Israele come un popolo distinto dagli altri.
L’apostasia è l’abbandono da parte del cristianesimo della sana
dottrina,1 cioè dell’insegnamento degli apostoli originando un
sincretismo e ufficializzare questo errore come verità di fede.
L’apostasia annunciata
Durante il suo secondo viaggio missionario Paolo raggiunge
Tessalonica (49, 50 d.C.). La predicazione dell’apostolo ha suscitato
un grande interesse e anche un’aspra reazione, tanto è vero che deve
lasciare in fretta questa città, dove però aveva preso vita una
comunità di credenti. Nel suo bisogno di comunicare con questa
chiesa abbandonata a se stessa, Paolo le invia un suo collaboratore, il
giovane discepolo Timoteo e, a seguito delle notizie ricevute, manda
una lettera con la quale esprime i suoi sentimenti di sollecitudine per
i fratelli. Nella sua epistola affronta vari problemi di quella comunità
e alcune sue frasi relative al ritorno di Cristo vengono mal comprese.
Alla domanda cosa ne sarà dei credenti morti prima del ritorno del
Cristo, Paolo insegna la risurrezione, ma la sua frase: «Noi viventi, i
1
1 Timoteo 1:10; 2 Timoteo 4:3; Tito 1:9; 2:1.
II parte – Capitolo II
quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore... » 1 Tessalonicesi
4:15 viene fraintesa, si crede che il ritorno di Gesù sia imminente,
qualcuno cessa di lavorare e una vampata di fanatismo crea dei
disordini.
Qualche mese dopo l’apostolo fa pervenire alla comunità una
seconda lettera nella quale scrive: «Ora, o fratelli, circa la venuta del
Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da
ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra,
quasi che il giorno del Signore fosse imminente», aggiunge: «Nessuno vi tragga in errore in alcuna maniera; poiché quel giorno non
verrà se prima non sia venuta l’apostasia» 2 Tessalonicesi 2:1-3.2
L’apostasia è l’allontanamento della Chiesa dal corretto insegnamento. Non sarebbe esplosa improvvisamente, bensì si sarebbe
manifestata a seguito di una lenta metamorfosi i cui sintomi erano
però presenti già nella Chiesa fondata dagli stessi apostoli, perché
quando lo spirito di Dio agisce, contemporaneamente anche lo spirito
dell’Avversario rinnova i suoi sforzi che sono gli errori di sempre:
non accettare la sola grazia, ma acquistare il dono di Dio con del
denaro (Atti 8:20); adulterare la Parola di Dio (2 Corinzi 2:17; 4:2);
alterare volontariamente gli insegnamenti dell’apostolo Paolo (2
Pietro 3:16); speculare sulla fede mediante la filosofia e prospettare
la funzione mediatrice di altri esseri come gli angeli (Colossesi
2:18); discutere se mangiare o non mangiare la carne in alcuni giorni
2
Il fatto che l’apostolo Paolo nella precedente lettera si sia identificato con
coloro che sarebbero stati vivi quando Gesù sarebbe tornato, non voleva con questo
dire che Gesù si sarebbe manifestato nel suo tempo. Nella sua seconda lettera
smentisce chiaramente questa credenza. Paolo si era semplicemente identificato
con i vivi che attendevano il ritorno di Gesù per meglio mettere in risalto che i
morti risuscitati non avrebbero perso nulla rispetto a loro. Del resto, nella sua
prima lettera ai Corinzi, scritta nel 55, si identifica sia con coloro che saranno vivi
(15:51,52) sia con coloro che saranno morti quando Gesù ritornerà (6:14), come
pure fa nella seconda lettera (4:14) scritta nel 57 o nel 58. Paolo nel suo scritto usa
quella forma letteraria che noi stessi adoperiamo quando parlando ci identifichiamo
ora con un gruppo, ora con un altro, per aiutare a meglio capire il nostro pensiero.
120
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
della settimana (Romani 14:2-15; Colossesi 2:21); accettare l’insegnamento di un evangelo diverso da quello insegnato (Galati 1:17);
osservanze di giorni, di stagioni, di mesi e di anni (Galati 4:10); si
cerca di strumentalizzare l’evangelo, che è liberazione, si fa della
pietà un mezzo di lucro (1 Timoteo 6:5; Tito 1:11; 1 Pietro 5:2); si
vuole «dominare sull’eredità del Signore» che è la Chiesa (1 Pietro
5:5); si tenta di primeggiare sui fratelli (3 Giovanni 9,10); si
introducono prescrizioni e insegnamenti secondo la tradizione degli
uomini (Colossesi 2:8); si perde di vista il compito e la funzione del
credente in seno alla comunità e non si è più assidui alle riunioni
abbandonando lo studio e l’ascolto delle sacre Scritture (Ebrei
10:25); le false dottrine cercano di sgretolare il perno dell’evangelo:
la divinità del Cristo (1 Giovanni 4:2); si parla di fede mentre si
trascurano le opere che la dimostrano (Giacomo 2:14-17); l’osservanza e la validità della legge vengono poste in discussione (Giacomo 2:10-12; Romani 3:31), la linea di demarcazione tra paganesimo
e cristianesimo viene confusa (Romani 12:1; 2 Corinzi 8:14-18).
Paolo, sapendo che l’apostasia sarebbe stata guidata dagli stessi
responsabili spirituali, nel 58 d.C. ammonisce gli anziani di Efeso e
di tutta quella regione, radunati per salutarlo, dopo il suo lungo
soggiorno in quella località, con queste parole: «Badate a voi stessi e
a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti
vescovi, per pascere la Chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col
proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi dei
lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di fra voi stessi
sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i
discepoli dietro a sé» Atti 20:28-30. Nelle due lettere a Timoteo
scrisse: «Lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni
apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di
demoni... Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana
dottrina, ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le
loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si
volgeranno alle favole» 1 Timoteo 4:1; 2 Timoteo 4:3,4. Mentre
Pietro ricorda che come in Israele ci furono i falsi profeti, così tra i
cristiani, ci saranno i falsi dottori (1 Pietro 2:1).
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
121
II parte – Capitolo II
In questa cristianità apostata il Signore ha riconosciuto attraverso
i secoli dei leali servitori i quali sono rimasti fedeli e coerenti alla
luce dell’evangelo che è giunta fino a loro. Il Signore ha riconosciuto
anche la sincerità del loro cuore perché, pur praticando insegnamenti
errati, li hanno vissuti convinti che corrispondessero alla rivelazione
di Dio. Ancora oggi vi sono leali e sinceri credenti che vivono
nell’errore. L’annuncio dell’evangelo nella sua verità è un invito ad
accettare ciò che manca alla loro conoscenza per un’esperienza più
completa con il loro Creatore.
L’apostasia si è concretizzata perché la Chiesa attraverso i secoli,
e fin dall’inizio, ha avuto degli uomini, anche in buona fede, che nel
comprendere i tempi e il popolo hanno soddisfatto il bisogno di
religiosità senza ancorarsi alla Parola del Signore, come hanno fatto
per altri valori. Spesso involontariamente, per la non conoscenza
della Parola, quelli che vengono chiamati i grandi della Chiesa, per
rendere la Chiesa più accettabile, si sono messi in sintonia con i
tempi. Uomini con buone intenzioni hanno asservito la Chiesa di Dio
alla mentalità del tempo e alla religione dell’epoca. È questo un
atteggiamento che tenta tutti quanti e non fa della Parola rivelata
l’unito riferimento di fede.
L’errore che Israele ha commesso 3400 anni fa con Aaronne,
quando Mosè era sul monte Sinai per ricevere la legge da Dio, dopo
l’uscita dall’Egitto, si è perpetuato nella Chiesa. Nel deserto del Sinai
il popolo domandò ad Aaronne un dio che andasse davanti a lui e
Aaronne, dopo aver invitato il popolo a spogliarsi dei suoi ornamenti,
perché il popolo è sempre disposto a offrire i suoi tesori al proprio
dio, sia esso vero o falso, cerca di salvare il culto all’Eterno facendo
il vitello d’oro. Davanti a questo simulacro Aaronne dice: «O Israele
questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d’Egitto» Esodo 32:4. Da
quel giorno molti conduttori della Chiesa, come Aaronne, hanno
marchiato come “fede cristiana” i desideri della carne sacralizzandoli
con l’altare prima, il pulpito poi, a seconda del tempo, annunciando
pubblicamente che si tratta di una «festa in onore all’Eterno» Esodo
32:5. Il peccato commesso da Aaronne, come quello commesso dai
successori degli apostoli, era più grave di un culto fatto alle divinità
122
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
pagane dell’epoca come Baal, Astarte, Mitra, Diana, Giove, Marte,
ecc., a causa dell’illusione data. I fedeli si sono allontanato dalla
Parola di Dio nel nome dell’Eterno. Non hanno condotto la cristianità
agli idoli, ma hanno camuffato l’Eterno, coprendo l’idolatria umana
col manto della Rivelazione con dei buoni propositi.
Quando Mosè discese dalla montagna, richiamò il popolo alla
confessione di fede e di fronte alla legge della grazia di Dio infranta,
la Chiesa di allora vide in tutta la sua cruda realtà il proprio peccato
(Esodo 32:1-24). Attraverso i secoli numerosi credenti, diversi
gruppi di fedeli hanno compiuto la stessa opera, ma la cristianità
nella sua maggioranza ha seguito la propria via.
I. BATTESIMO - SIGNIFICATO BIBLICO
Il battesimo non è un’istituzione religiosa dovuta all’autorità
ecclesiastica o apostolica, ma un rito voluto e prescritto da Gesù
stesso. Affinché gli apostoli non lo dimenticassero, Gesù lo ha
ricordato loro, quasi come espressione della sua ultima volontà, nei
momenti trascorsi assieme prima della sua ascensione definitiva
(Matteo 28:19; Marco 16:15,16).
Il Dictionnaire de Théologie Catholique dice: «Durante i primi
secoli, il battesimo si conferiva abitualmente per immersione; è, del
resto, il senso etimologico del verbo baptizo, che significa immergere, affondare»3 e questo ci aiuta a capire perché Giovanni Battista
battezzava, cioè immergeva le persone nel Giordano a Enon presso
Salim dove c’era molta acqua (Giovanni 3:25).
Paolo nella sua lettera ai Romani spiega il significato dell’immersione e della sua conseguente uscita dall’acqua quando scrive:
«Ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo
stati battezzati nella sua morte? Noi siamo dunque stati con lui
seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come
Cristo è resuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche
noi camminassimo in novità di vita. Perché, se siamo diventati una
3
BAREILLE G., Dictionnaire de Théologie Catholique, vol. II, col. 185.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
123
II parte – Capitolo II
stessa cosa con lui per una morte somigliante alla sua, lo saremo
anche per una risurrezione simile alla sua...» Romani 6:3-5; cfr
Colossesi 2:12,13.
Crisostomo diceva a tale proposito: «Quello che per Cristo fu la
croce e il sepolcro, lo fu per noi il battesimo...; egli è infatti morto
fisicamente e venne sepolto, noi (abbiamo fatto) entrambe le cose
rispetto al peccato... Quella di Cristo fu morte fisica (letteralmente
della carne), la nostra fu morte al peccato».4
«Il battesimo (diviene così n.d.a.) è il segno della nuova nascita.
Segna l’entrata nell’alleanza di Gesù Cristo. Indica l’atto di Dio che
ci ha salvati: la morte e la risurrezione del Cristo.... L’uomo che si fa
battezzare, dimostra di riconoscersi incapace di purificarsi con i
propri mezzi, di salvarsi con i suoi meriti; testimonia che deve la sua
purificazione, la sua salvezza da questo mondo al solo Signore e che
lo accetta con gratitudine. L’essenziale di ciò che Dio dice all’uomo
e fa per lui è dunque concentrato in questo segno così semplice del
battesimo».5
Nel battesimo è concentrato tutto il Vangelo: l’incarnazione del
Cristo, la sua predicazione, la sua morte, la sua risurrezione e la
risposta dell’uomo a Dio, la sua morte e il suo ritorno a vivere in lui,
nella sua grazia. La formula: «Battezzate nel nome del Padre e del
Figliolo e dello Spirito santo» Matteo 28:19 racchiude tutta la
restaurazione dell’uomo. Ogni volta che Paolo parla esplicitamente
del battesimo è l’idea dell’unione col Cristo che viene messa in
primo piano».6
Le condizioni per il battesimo sono: pentimento e fede (Atti 2:38;
Marco 16:15,16). Credere e pentirsi implicano una maturità da parte
di chi recepisce la Buona Novella ed essendo la risposta a Dio
4
Crisostomo, Epistola ai Romani 6:3; Omelia 10,4; cit. da DACQUINO
Pietro, Battesimo e cresima, Torino 1973, p. 41.
5
BRÜTSCH Charles, La Foi Réformée, Neuchâtel 1947, pp. 59,60.
6
LEENHARDT Franz Johan, Le Baptême chrétien, 2a ed., Neuchâtel 1946, p.
49.
124
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
talmente personale, non può essere fatta per procura o da un essere
che, sebbene presente fisicamente, non è però cosciente.
L’apostolo Pietro dice che il battesimo è «la richiesta di buona
coscienza fatta a Dio» 1 Pietro 3:21. Cioè con il battesimo il credente chiede il perdono dei propri peccati nel nome di Cristo e il
soccorso dello Spirito Santo che gli permette di conservare una
coscienza irreprensibile (costantemente illuminata dalla Parola di Dio
che stabilisce ciò che è bene e ciò che è male) in vista della testimonianza che deve fare davanti a coloro che gli «domandano ragione
della sua speranza (1 Pietro 3:15)».7
Insegnare, fare discepoli, battezzare, significa sottomettere le
persone a tutte le istruzioni del Gesù storico per introdurre coloro che
lo accettano nell’eternità. Pietro che è cosciente di questa realtà
«scongiura» i suoi ascoltatori, nel giorno della Pentecoste, a salvarsi
da quella perversa generazione. E «quelli dunque i quali accettarono
la sua parola furono battezzati» Atti 2:40,41.
La Chiesa cristiana introduce nel battesimo altri elementi
Ben presto si manifestarono le prime deviazioni. Fu con il II
secolo che «più d’una idea proveniente dai riti dei misteri pagani
s’infiltrò nell’insegnamento dei teologi».8
Nella Didaché, o insegnamento dei dodici Apostoli, della metà
del II secolo è detto come concessione: «... Battezzate... nell’acqua
corrente. Se non vi è acqua viva, che si battezzi in un’altra acqua e,
in mancanza di acqua fredda, in quella calda. Se non hai (abbastanza)
né dell’una né dell’altra, versa tre volte dell’acqua sulla testa (del catecumeno) nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo».9
7
Vedere BONNET Louis, Le Nouveau Testament: t. IV: Épîtres aux Ebreux,
Épîtres Catholiques, Apocalypse, 2a ed., 1876; rivista e aumentata da SCHRŒDER
Alfred, 3a ed., G. Bridel, Lausanne 1905, L Épître de Pierre, p. 206.
8
AA.VV., Baptism, in The New Schaff-Herzog Encyclopy of Religion
Knowledge, vol. I, p. 437.
9
Les Pères Apostoliques, I, Doctrine des Apôtres, ed. Hippolyte Hemmer, G.
Ogier et A. Laurent, Paris 1907, p. 15 (capitolo VII); cit. A.F. Vaucher, idem, p.
14.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
125
II parte – Capitolo II
Giustino Martire nella sua Apologetica dice che il catecumeno
deve digiunare assieme a coloro che celebreranno il rito di abluzione
che «si chiama illuminazione, perché coloro che ricevono questa
dottrina hanno lo spirito illuminato».10
Nel IV secolo Basilio riconosceva che la tradizione aveva
aggiunto qualcosa di diverso e diceva: «Noi non ci accontentiamo
delle parole riportate dagli apostoli o dall’Evangelo: prima e dopo,
noi ne pronunciamo delle altre, ricevute dall’insegnamento non
scritto, perché esse hanno una grande importanza per il mistero».11
Queste aggiunte consistono tra l’altro nell’attribuire al rito un
valore sacramentale, magico.12 L’acqua doveva essere corrente,
benedetta e l’effetto della sua purificazione e santificazione operata
dal vescovo, secondo Cipriano, era quello di cancellare i peccati al
suo contatto.13 La benedizione dell’acqua opera un cambiamento
magico, sia secondo Tertulliano,14 sia secondo Cirillo di Alessandria
che scrisse: «L’acqua subì un cambiamento di natura, grazie allo
Spirito santo, ed acquistò un potere divino e ineffabile».15
Al battesimo veniva attribuito un carattere così sacramentale che
quando Atanasio da ragazzo battezzò per gioco dei suoi compagni, il
10
Giustino Martire, Prem. Apologie, Paris 1904, p. 127 (capitolo LXI); cit. A.F.
Vaucher, idem, pp. 14,15.
11
Basile le Grand, Traité du Saint-Esprit, 27,66, Paris 1947, p. 234, MIGNE,
P.G., 32, col. 187; cit. A.F. Vaucher, idem.
12
Anche il mondo evangelico che applica il battesimo per immersione e alla
persona convertita è influenzato da questo pensiero quando crede che con il rito
della nuova nascita il credente riceva da Dio i doni dello Spirito come qualcosa che
gli vengano infusi miracolosamente. Ci sono motivi per credere che i doni dello
Spirito non siano qualcosa che il Signore aggiunga alla personalità del neocredente, ma che l’azione dello Spirito nella vita del convertito fa che le qualità
naturale riconosciute e nascoste, nel nuovo rapporto di vita con il proprio Dio, sono
messe al servizio della comunità, in favore del Vangelo, della testimonianza e se
prima erano chiamati talenti, qualità, capacità, ora nel rapporto di grazia sono
considerati doni.
13
Cipriano, Epistole 70, I, 3, Paris 1925, II, p. 252.
14
Tertulliano, Du Baptisme, capitolo 4; MIGNE, P.L., I, col. 1203,1204.
15
Cirillo, su Giovanni 3:5; MIGNE, P.G., 73, 1864, libro II, col. 245,246; cit.
A.F. Vaucher, idem.
126
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
vescovo di Alessandria che lo vide considerò valido a tutti gli effetti
quel battesimo e ammise quei giovani alla scuola per formarli al
sacerdozio.16
«Così si arrivò a predicare la salvezza tramite il battesimo e non
più in Cristo, tramite il pentimento».17 Presso Paolo: «È la fede che
chiede il battesimo, mai il battesimo precede la fede».18 «È evidente
che la fede è una condizione inequivocabile del battesimo. Solo
coloro che credevano si facevano battezzare».19
Si iniziò a dare ai catecumeni battezzati il latte e il miele per
aiutarli a capire che erano nati di nuovo.20
Anche il rito viene modificato, dall’immersione unica presentata
nel Vangelo si passò a compiere tre immersioni secondo il manuale
della Didaché della metà del II secolo. Questa usanza viene
confermata da Tertulliano all’inizio del III secolo21 e da Ippolito che
scriveva: «Egli entra in seguito nell’acqua, e il sacerdote, ponendo la
sua mano sulla testa del candidato, lo immerge per tre volte,
domandandogli ad ogni immersione se egli crede alle tre Persone
della beata Trinità, il sacerdote ripete la formula del battesimo a ogni
immersione».22 Il vescovo Munnulus di Girba raccomanda la triplice
immersione al Concilio di Cartagine del 256 e la Costituzione
Apostolica, forse del IV secolo, raccomanda che «se qualche vescovo
e prete non compie le tre immersioni, ma si accontenta di una, data
nella morte di Cristo, che egli sia deposto».23
16
CLIFFORD Cornelius, Athanasius, in The Catholic Encyclopedia, vol. 2, p.
36.
17
A.F. Vaucher, idem.
F.J. Leenhardt, o.c., p. 62. p. 173.
19
HEITMüLLER, Taufe und Abendmmahl bei Paulus, 1903, p. 14. p. 173.
20
MOSHEIM Johann-Lorenz von, Histoire Ecclésiastique ancienne et moderne,
vol. I, Yverdon 1776. p. 213.
21
Tertulliano, Adversus Praxeas, capitolo 26; MIGNE, P.L., 11, c. 190.
22
Ippolito, Canon XIX, ]23-132.
23
Constitutions Apostoliques Lib. 8, can. 50; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 24.
18
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
127
II parte – Capitolo II
L’origine di questa pratica secondo Martino di Braga (520-580) è
antica, come risulterebbe da un’epistola da lui inviata a Bonifacio24 e
confermato anche da Gerolamo. A supporto della triplice immersione
c’erano i riti pagani che si cristianizzavano.
Battesimo ai bambini e neonati
Già nel II secolo si incominciò a praticare il battesimo ai
bambini.25 Sebbene ancora oggi tutti riconoscano che nella Chiesa
primitiva il battesimo era fatto solamente a persone adulte, nel III
secolo si trova ben stabilito il battesimo ai neonati, anche se gli adulti
continuavano ad essere battezzati. Molti uomini illustri vengono
battezzati in età adulta: Ambrogio, Agostino, Gregorio di Nazianze,
Basilio, Crisostomo, Gerolamo.
Origene è probabilmente il primo a propugnare il battesimo dei
bambini e alla base di questa sua dottrina, secondo Harnack, c’era la
24
OTT Michael, Martin of Braga, in The Catholic Encyclopedy, vol. IX, p. 732;
cit. A.F. Vaucher, idem, p. 25.
25
A. Kuen, o.c., pp. 169-171 riporta le seguenti riflessioni: «Tutte le tracce del
battesimo dei bambini che si è voluto trovare nel N.T. devono ancora essere
introdotte» scrive il prof. Fr. Schleiermacher. «Che non ci sia alcuna traccia del
battesimo dei bambini nel N.T. può essere considerato dall’esegesi scientifica
come un risultato acquisito» Herzogs Realenzyklopädie. «Non possediamo alcuna
testimonianza sicura concernente il battesimo dei bambini durante il periodo
apostolico e post-apostolico. Ogni volta che si è cercato di apportare una prova
scritturale in favore del battesimo dei bambini si è perso tempo» prof. D. Drews.
«È una confessione molto generale consentita dai difensori del pedobattesimo che
il N.T. non offra degli insegnamenti espliciti capaci di tranciare il problema del
battesimo dei bambini, … solo i fanatici contesteranno questa constatazione. La
cosa è pure così chiara che gli avvocati del battesimo dei bambini sono portati a
concludere che le argomentazioni scritturali dei Riformatori sono senza valore… Si
comprenderà che non possiamo pretendere fare meglio di loro… Ci auguriamo che
queste confessioni, espresse da menti eclettiche siano un serio invito e anche un
avvertimento nei confronti di coloro che si ostinano a raccogliere dei frammenti di
testi per farsene delle armi. Perché voler sempre riprendere degli argomenti di cui
si ha per cento volte di già mostrato che erano insostenibili?» F.J. Leenhardt, o.c.,.
66,67. «La controversia ha dimostrato che non è possibile apportare un prova
indubitabile del battesimo dei bambini appoggiandosi unicamente sulla Bibbia e
senza fare appello alla Tradizione» O. Heggelbacher O.
128
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
sua concezione filosofica che gli uomini avevano peccato nella loro
vita anteriore, concezione che sarà poi sostituita da quella del peccato
originale. Cipriano in Africa è un difensore del battesimo dei
bambini ed è sostenuto da una sessantina di vescovi.
Il concilio di Cartagine del 418 fu il primo a prescrivere:
«Chiunque dice che non è necessario battezzare i neonati, sia un
anatema».26 Ma fino al VI secolo il battesimo degli adulti rimane
sempre la pratica più seguita.
Il battesimo, precedendo l’istruzione, dà origine a delle innovazioni e la Catholic Encyclopedie riconosce che «quando si stabilì il
battesimo dei bambini la cresima (confermazione) non fu amministrata che al momento in cui il bambino aveva raggiunto l’età della
ragione».27
In questa fase di assorbimento del paganesimo, il limbo fa la prima apparizione. Gregorio di Nazianze (329-390) diceva dei bambini
non battezzati: «Non saranno né ammessi alla gloria celeste dal
giusto Giudice, né votati alle pene, perché non malvagi e nemmeno
sigillati (dal battesimo)»28 e per evitare che i neonati morti subissero
la sorte dei dannati, come credeva Agostino29, il battesimo dei
bambini si generalizzò sempre di più. I neonati non potevano
rispondere «sì, credo in Gesù», allora sorse la necessità dei procuratori: padrini e madrine.
Per battezzare i bambini si sviluppò la forma dell’aspersione che
fu solamente accettata dalla Chiesa occidentale.
Del resto «l’aspersione dei bambini faceva parte della mitologia
pagana, e la si constata su numerosi monumenti romani o etruschi,
26
HEFELE Charles Joseph, Histoire des Conciles, II, I, Paris 1908, p. 192
(canone 2); Cit. A.F. Vaucher, idem, p. 34.
27
SCANNELL T.B., Confirmation, in The Catholic Encyclopedie, vol. IV, p.
216; cit. A.F. Vaucher, idem, p 37.
Una cerimonia analoga viene fatta nelle Chiese protestanti che battezzano i
neonati.
28
Gregorio de Nazianze, Orat. 40,23; MIGNE, P.G., 36, 1858, col. 390; cit. A.F.
Vaucher, idem, p. 38.
29
The Catholic Encyclopedie, vol. IX, p. 257; cit. A.F. Vaucher, idem.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
129
II parte – Capitolo II
sebbene la sua origine si perda nella notte dei secoli. Presso i pagani,
era una lustrazione; fece la sua prima apparizione nella Chiesa sotto
la forma di esorcismo; quando i monaci unirono l’esorcismo al
battesimo, si confuse col battesimo; per finire, lo soppiantò».30
Nel 340 Gregorio il teologo suggerì l’età di tre anni per il
battesimo, mentre Agostino quella di quattordici. Questo cambiamento della pratica battesimale è uno dei più significativi che abbiano segnato la storia della Chiesa.
«Negli ultimi anni del II secolo, Tertulliano si mostrava un avversario acerrimo del battesimo dei bambini, prova che non era
generalmente considerato come un’ordinazione apostolica»31 ma un
ulteriore passo verso una religione che si conforma al suo tempo.
Basile il Grande († 379) diceva: «Bisogna prima di tutto essere
discepoli di Cristo e in seguito essere giudicati capaci di ricevere il
santo battesimo».32
«L’editto di Giustiniano (527-565) fece del battesimo dei bambini una legge dello Stato che bisognava osservare a rischio della
persecuzione».33
«Dal V all’VIII secolo si battezzeranno i bambini di due o tre
anni (salvo in caso di pericolo di morte), dall’VIII secolo al X secolo
quelli di un anno. Bisogna attendere l’XI secolo perché prevalga
definitivamente il battesimo dei lattanti».34
L’immersione è stata abbandonata, perché non si praticava più il
battesimo degli adulti credenti. «Quando nell’VIII secolo, il battesi30
ROBINSON Robert, The History of Baptism, London 1790, p. 132; cit. A.F.
Vaucher, idem, p. 41.
Tertulliano diceva a proposito delle lustrazioni pagane: «Il prete, passeggiando
l’acqua sacra qua e là, annaffia case, borgate, templi, ecc.» o.c., capitolo 5, III, p.
243. MIGNE, P.L., I, col. 1204,1205; cit. A.F. Vaucher, idem, pp. 41,42.
31
NEANDER Augustus, The History of the Christian Religion and the Church,
New York 1848, p. 199; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 31. Vedere Tertulliano, Del
Battesimo, capitolo 18; MIGNE, P.L., I, 1844, col. 1221.
32
De Baptismo, lib. II, cap.1. (p.178)
33
L. Secrétan, p. 42. (p.178)
34
LOVSKY, Foi e Vie, 1950, p. 126 ; cit. A. Kuen, o.c., p.178.
130
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
mo dei bambini si generalizza, si rinunciò poco a poco a una
istallazione impraticabile e, alla piscina, si sostituì la conca con poca
profondità».35
Il prof. K. Aland evoca due ragioni per giustificare il battesimo
dei bambini:
«1. la crescita numerica considerevole dei bambini dei cristiani
all’inizio del III secolo.
2.
Una evoluzione teologica. Nel I secolo i cristiani pensavano
che i bambini che nascevano a loro erano innocenti, “santi” 1
Corinti 7:14, senza peccato. Numerose citazioni provano che i
Padri apostolici pensassero la stessa cosa. Le iscrizioni funerearie dei bambini dei cristiani portano sempre gli attributi:
“innocente, innocentissimo…”. Non si battezzavano i lattanti
perché li si consideravano come “santi”. La Chiesa antica è
restata su questa posizione fino alla fine del II secolo. L’ha
abbandonata per ragioni di ordine teologico: fino a quando che
la Chiesa presupponeva la santità dei bambini dei cristiani non
li ha battezzati. A partire dal momento in cui questo presupposto era errato, cominciò a praticare e a introdurre il battesimo
dei lattanti».36
Il battesimo dei bambini lo si considera indispensabile alla
salvezza perché morti senza battesimo sono votati all’inferno.37
Nel Medio Evo il battesimo degli adulti lo si riscontra in qualche
gruppo rimasto fedele alla Scrittura, come i Paolini o i Valdesi. Nel
libro armeno La Chiave della verità, scritto tra il VII e IX secolo,
descrive gli usi dei Paolini si legge: «Il nostro Signore domanda
prima di tutto il pentimento e la fede, in seguito viene il battesimo.
Noi gli dobbiamo quindi obbedire e non cedere agli argomenti seduttori di coloro che battezzano gli inconvertiti, gli incoscienti e gli
35
Dom Cabrol, Dictionnaire d’Archeologie chrétienne, t. I, col. 391. p. 165.
ALAND Kurt, Die Säuglingstaufe im Nruen Testament und in der alten
Kircke, Eine Autwort an Joachim Jeremias, Chr. Kaiser Verlag, München, 1961,
p. 84; cit. A. Kuen, o.c., pp. 178,179.
37
WESTPHAL Elexndre, L’Église libre; cit. A. Kuen, o.c., p.180.
36
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
131
II parte – Capitolo II
impenitenti. Alla nascita di un bambino, gli anziani di Chiesa devono
esortare i genitori a crescerli nella pietà e nella fede. Il Signore ci ha
appreso di non conferire il battesimo che nell’età della maturità. Di
conseguenza, seguendo le parole del Signore noi dobbiamo prima di
tutto portarli alla fede e al pentimento prima di battezzarli. Nessuno
dovrebbe essere battezzato senza aver espresso il sincero desiderio. Il
battesimo verrà fatto in un fiume, all’aria aperta. Il candidato al
battesimo s’inginocchia in mezzo all’acqua e confesserà la sua fede
con fervore davanti alla congregazione riunita. La preghiera e la
lettura della Scrittura accompagneranno questo atto».38
In questa stessa epoca Carlomagno fece un editto ai suoi Capitoli:
«Ogni Sassone non battezzato che rifiuterà di farsi amministrare il
battesimo, volendo rimanere pagano, sarà messo a morte. Tutti i
bambini dovranno essere battezzati nell’anno. Chiunque negligerà di
presentare il bambino al battesimo nel corso dell’anno, senza il
consiglio o la dispensa di un prete, pagherà al fisco una multa di 120
monete d’oro, se è di natali nobili; di 60 monete se è indigente».39
«È un grave errore supporre che il battesimo abbia cessato di
essere amministrato per immersione quando l’uso di battezzare i
bambini divenne generale. L’immersione fu praticata fino al XIII e
anche fino al XIV secolo. Di fatto, non è mai stata formalmente
abbandonata; persiste nella Chiesa greca e in diverse altre Chiese
orientali... Questa nuova forma di battesimo (aspersione) non ha
preso il posto dell’immersione che dopo diversi secoli, senza che una
regola ecclesiastica sia stata stabilita e che si sia rinunciato ufficialmente al rito dell’immersione».40
Martin Lutero, che alla Riforma aveva riscoperto il significato
del battesimo, ha avuto poi una posizione pragmatica della quale il
38
BROADBENT cit. da A. Kuen, o.c., p.180.
Capitulaire promulgato nel 785, cit. da HALPHEN, Etude critiques sur
l’Histoire de Charlemagne, ed. Alcan ; A. Ken, o.c., p.181.
40
LYMAN Coleman, Ancient Christianity Exemplified, Philadelphia 1875, pp.
396,397; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 50.
39
132
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
protestantesimo ne subisce ancora le conseguenze. A. Kuen presenta
una sintesi dell’evoluzione del suo pensiero.
Nel 1518 insegnava: «Colui che crede, possiede; colui che non
crede, pure il sacramento non serve a nulla».
Nel 1520 nella Captivité de Babylone – Esilio di Babilonia
scriveva: «Dio ha detto: “Colui che avrà creduto e sarà stato
battezzato sarà salvato”… da questa promessa, se la riceviamo con
fede, dipende tutta la nostra salvezza. Se crediamo, il nostro cuore è
fortificato dalla promessa divina… Se questa fede fa difetto o non è
per nulla acquisita, il battesimo non serve a nulla, al contrario, è
nociva al momento di riceverlo e per tutto il corso della vita…
L’efficacità del battesimo non risiede in ciò che pensa e fa colui che
lo conferisce, ma nella fede di colui che lo riceve… L’efficacità del
sacramenti dipende dalla fede e non dal loro compimento esteriore.
Così il battesimo non giustifica nessuno e non serve a nessuno, ma la
fede nella promessa alla quale si aggiunge il battesimo, giustifica e
compie ciò che il battesimo significa».
Nel suo Grande Catechismo, dice ancora: «Il battesimo senza la
fede non è che un segno spogliato di efficacia. Coloro che ricevono il
battesimo senza una fede intera ricevono non lo Spirito, ma unicamente dell’acqua».
Il battesimo deve rimanere legato al pentimento e alla fede.41
Nel 1525, nel suo sermone della terza domenica dopo l’epifania
insegnava: «In Romani 10 la fede viene da ciò che si ascolta, ma ciò
che si ascolta viene dalla predicazione della Parola di Dio. I bambini
non ascoltano, né comprendono la Parola di Dio; non possono
dunque avere della fede personale. A questa obiezione i sofisti delle
alte scuole e la banda del papa hanno inventato questa risposta: i
bambini sono battezzati senza fede personale, sulla fede della chiesa
confessata dai padrini al momento dei battesimo. A seguito di questo
i peccati sono perdonati al bambino nel battesimo dalle virtù e dai
poteri del battesimo stesso e una fede personale viene infusa al
bambino per grazia, in modo da trasformarlo in bambino nuovamente
41
W.A. 6.529, W. Setter: Die Taufe beim jungen Luther, Tubingen 1965.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
133
II parte – Capitolo II
nato d’acqua e di Spirito santo. Tuttavia se si chiede su cosa fondano
i loro argomenti e dove ciò si trova nella Scrittura, si è nel buio più
profondo; presentano i loro insigni accademici e dicono: “Noi siamo
i dottori eruditi e siamo noi che lo diciamo, ecco perché è esatto, e
non dovete chiederci altro”. Quasi tutte le loro dottrine non hanno
fondamento che nei loro propri sogni e immaginazioni… Quando si
tratta di perdere o di salvare la mia anima per l’eternità, io non posso
fidarmi a degli angeli o a dei santi, ancor meno a uno o due santi, se
non mi presentano la Parola di Dio.
Partendo da queste menzogne, hanno continuato (a ragionare) e
sono andati fino a insegnare ciò che mantengono fino ai nostri giorni,
che i sacramenti hanno una tale virtù che, anche se, al momento di
riceverli, tu non hai la fede, tu ottieni ugualmente la grazia e il
perdono dei peccati. Hanno dedotto questo dall’opinione precedente,
pretendendo che i loro piccoli bambini ricevono la grazia, senza
credere, unicamente per la virtù e l’efficacia del battesimo; tutto
questo per effetto della loro immaginazione…
Preservati da un tale veleno e da un tale errore, anche se fosse il
pensiero esplicito e unanime di tutti i Padri e di tutti i Concili, poiché
una tale opinione non regge, non ha alcun fondamento nella Scrittura
e non riposa che sui sogni e arguzie umane. Tutto questo è in
contraddizione assoluta con la citazione biblica essenziale dove
Cristo disse: “Colui che crede e sarà battezzato sarà salvato”. In
breve, il battesimo non serve a nulla, non bisogna neppure
amministrarlo a qualcuno almeno che non creda personalmente;
senza fede personale non bisogna battezzare nessuno. È ciò che dice
sant Agostino: non è il sacramento che giustifica, ma la fede del
sacramento… Battezzare i piccoli bambini che non hanno una fede
personale è scherzare con il santo battesimo e peccare contro il
comandamento che c’impone di non utilizzare coscientemente e
volutamente il nome di Dio invano. Il loro pretesto di battezzare i
piccoli bambini in virtù della loro fede futura, quando crederanno
personalmente, non vale a nulla perché la fede deve essere presente
prima del battesimo e in ogni caso al momento dell’atto. Altrimenti il
bambino non è liberato dal diavolo e dai peccati. … tutto ciò che si
134
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
pratica nel battesimo dei bambini non è che menzogna e bestemmia:
chi battezza chiede: “Il bambino crede?”. Si risponde: “Sì” al suo
posto. Tuttavia nessuno è battezzato al suo posto, è il bambino stesso
che viene battezzato…
Il mio fedele consiglio e giudizio è che ci si astenga, più presto
possibile e che non si battezzi più per sempre nessun bambino allo
scopo di non più ridicolizzare e bestemmiare la santa Maestà divina
con tali scherzi e buffonerie senza fondamenta».42
Nel 1526, in Deutsche Messe und Gottesdienstordnung Lutero
intravede la pratica del battesimo in «riunioni particolari», che aveva
intenzione di organizzare quando sarebbero venuti «giorni migliori».
Allora «coloro che vogliono essere seriamente cristiani e professare
il Vangelo in atti e parole scriveranno il loro nome su una lista
apposita a tale scopo e, lontano dalla confusione della folla, si
riuniranno in una casa per fare in comune preghiere e letture, per
celebrarvi il battesimo, per ricevervi la santa Cena e praticare altre
opere cristiane… Se si avessero le persone che vogliono essere
seriamente cristiane, il resto si farebbe da sè. Ma non posso e non
voglio stabilire una tale chiesa o riunione perché non ho ancora le
persone per questo».43
La confessione d’Augsbourg dirà: «I sacramenti richiedono la
nostra fede, se ne fa un uso salutare quando li si riceve con fede».
Ma più tardi, nella lotta contro gli anabattisti illuminati, Lutero
difenderà il battesimo dei bambini mediante la tradizione della
Chiesa. Scrive a Melantone: «Del resto, che confessa la Chiesa? C’è
qui una questione di fatto e non di diritto, non possiamo discutere se
la Chiesa deve credere che la fede è infusa nel bambino battezzato,
perché non c’è un testo che lo contrasti. Cosa fare? Ma noi abbiamo
la professione. Che professa la Chiesa?».
Lutero aveva riconosciuto che la fede doveva necessariamente
precedere il battesimo; ora ecco mantiene il battesimo dei bambini.
42
W.A. XVII,II-79 a 81.
Martin Luthers Werke, ed. dr. Julius Boehmer, Deutsche Verlags Anstalt, p.
246. W.A. 19,72-113. (p.184)
43
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
135
II parte – Capitolo II
Lo può giustificare supponendo la fede infusa nel neonato
attribuendo alla Chiesa l’opus operatum (cioè la rigenerazione
operata dal sacramento). Accanto alla Scrittura il Riformatore
riconosce qui un’altra sorgente della rivelazione: la professione della
Chiesa, cioè la tradizione.
Nel 1528 marcando la propria esitazione dice: «Il bambino è
battezzato non perché ha la fede; ma perché il Signore l’ha ordinato.
Il battesimo senza fede è inutile, ma non nocivo».44
A vantaggio del battesimo dei bambini Lutero, senza rendersene
conto rovescia:
- la giustificazione per fede
- l’autorità sovrana della Scrittura che aveva edificato come principio
stesso della Riforma.
Ricade nel sacramentalismo romano affermando che l’acqua del
battesimo «sopprime il peccato, la morte e ogni male, ci aiuta a salire
in cielo e accedere alla vita eterna. È diventa un prezioso sciroppo,
un aromaticum e un medicamento… perché Dio è in questa acqua e
questa deve essere necessariamente la vera aqua vitae, che annienta
la morte, l’inferno e rende vivente per l’eternità».45
Non ci dobbiamo stupire, scrive A. Kuen, se dall’ora troviamo
nelle dogmatiche luterane delle formule che richiamano singolarmente la dottrina romana dei sacramenti: «È con ragione che i nostri
Dogmatici hanno chiamato il Battesimo “un mezzo di giustificazione”… il Battesimo opera la remissione dei peccati, cancella il
peccato, santifica e purifica, rigenera e salva… In effetti il Battesimo
conferisce tutte le benedizioni spirituali. “Mediante la Parola, il
potere di rigenerare è accordato al Battesimo” Lutero. L’effetto della
Parola e del rito è lo stesso».46
Gli altri Riformatori hanno più o meno percorso la stessa strada
paralizzando la Riforma. Scrive K. Barth a tale proposito: «Osiamo
44
LEMAITRE Aug., Voi et Verité, p. 470; cit. A. Kuen, o.c., p. 184 nota 85.
W.A. t. 52, p. 102; cit. K. Barth, p. 13; cit. A. Kuen, o.c., pp. 181-184.
46
MUELLER J. Th., La doctrine chrétienne, ed. des Mission Luthériennes,
1956, pp. 550,551 ; cit. idem, p. 185.
45
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La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
affermarlo, la confusione nella quale Lutero, Calvino e i loro rispettivi successori si sono impegnati è senza speranza… bisogna riconoscerlo che la loro argomentazione su questo punto decisivo è così
poco degno di fede quanto i loro fondamenti esegetici sono poco
saddisfacenti».47
P. Lobstein esprime un giudizio altrettanto oggettivo e severo: «I
loro argomenti teologici sono qualche volta di una incontestabile
debolezza: sovente fanno ricorso a delle ipotesi che assomigliano
piuttosto a degli espedienti che a delle soluzioni o a delle prove».48
Perché questa contraddizione dei Riformatori tra la comprensione
teologica della Scrittura e la prassi che l’annulla?
Scrive Karl Barth: «Il motivo vero e deciso in favore del
pedobattesimo è stato presso i Riformatori e ancora prima, semplicemente questo: al XVI secolo non si voleva in alcun modo e per
nessun motivo rinunciare all’esistenza della Chiesa evangelica nel
corpus chriatianum constantinien. Oggi, non si vuole, in nessun caso
e per nessun motivo rinunciare alla forma attuale della Chiesa
“popolare”. La Chiesa non potrebbe più essere una chiesa popolare,
cioè una Chiesa nazionale, o una Chiesa moltitudinista, se rinunciasse al battesimo dei bambini. Perché piangere allora! Questa
47
BARTH Karl, La Doctrine ecclésiastique du Baptéme, Extrait des cahiers
Bibliques de Foi et Vie, Paris, s.d., p. 36.
48
LOBSTEIN Paul, Essai d’une Apologie du Batême des Enfatnts, cit. da F.J.
Leenhardt, o.c., p. 66.
Zwingli e Calvino giustificavano il battesimo dei bambini con le seguenti
motivazioni:
- l’alleanza andava oltre alla nozione dell’individuo. Il bambino viene battezzato in
qualità di una famiglia credente che aveva la fede.
- Dio esprime la sua grazia anche prima del battesimo, quindi si può godere della
grazia di Dio prima di credere.
- Come la circoncisione introduceva il neonato nel popolo di Dio, così è del
battesimo.
- Gesù aveva promesso il Regno dei cieli ai piccoli bambini.
«La base del battesimo dei bambini è lo stesso della chiesa moltitudinista,
parte dal principio che il mondo intero deve essere requisito per Cristo»
GÜNTEHER Harder, Evangeliche Teologie, 1960, p. 80.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
137
II parte – Capitolo II
preoccupazione non è la forma primitiva che Lutero confessava
apertamente: non ci sarebbero stati più battezzati se, al posto di
essere portati al battesimo, sarebbe dovuto andare? Non neghiamo
questa difficoltà storica e attuale… Vorremmo tuttavia porre qualche
domanda. Sono queste delle preoccupazioni legittime? Non varrebbe
meglio in ogni caso e specificatamente qui, studiare da molto vicino
il problema di cui si pensa che non si potrà, in alcun caso e in alcuna
maniera, superare? Siamo talmente sicuri del valore intrinseco del
sistema costantiniano, della forma attuale delle nostre chiese
multitudiniste, che possiamo e dobbiamo conservarlo in ogni caso…
– a prezzo di questa ferita che causiamo continuamente alla Chiesa
mediante un battesimo scorretto?… Dove, dunque è scritto che i
cristiani non devono costituire una minoranza – e pure una demoliisima minoranza? Non sarebbe più utile all’ambiente e al mondo, se
minoranza, costituirebbero per contro una Chiesa sana? Quale
vantaggio, a dire il vero, avrebbe la Chiesa dal fatto che rimane una
Chiesa “moltitudinista”, nel senso pieno di questa parola: una Chiesa
del popolo invece di essere una Chiesa per il popolo? Qualunque
cosa sia, dal punto di vista teologico, bisogna affermare che il
problema per gestire meglio la nostra pratica battesimale si pone con
urgenza. Ecco cosa bisogna dire a riguardo dell’ordine del battesimo
in ciò che concerne il battezzato: necessità di una restaurazione.
Molto semplicemente, al posto del battesimo dei bambini come è
praticato attualmente, esige un battesimo dove il battezzato sia
responsabile. Affinché le cose si svolgano in questa forma corretta,
questo battezzato, anziché essere un oggetto passivo, deve diventare
il libero partnaire di Gesù Cristo, cioè un partnaire che si decide e
che confessa la sua fede liberamente, che attesta, da parte sua, che
desidera essere battezzato e che è pronto ad esserlo».49
Il prof. Jalaguier dice: «Se la Chiesa per sua natura e per il suo
scopo, può essere moltitudinista, il pedobattesimo è giustificato».50
49
50
138
K. Barth, o.c., pp. 40,41.
JALAGUIER, De l’Eglise, p. 74. p. 152.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
L’autonomia, la ribellione nei confronti della Parola di Dio, il
peccato continua.
II. LA DOTTRINA DELL’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA
Schizzo dell’insegnamento biblico sulla natura dell’uomo
«Dio solo è immortale» scrive l’apostolo Paolo al suo collaboratore Timoteo (1 Timoteo 6:16; 3:17), e ha creato un uomo libero il
quale, accettando l’offerta della sua grazia, avrebbe potuto vivere
della sua vita.
Affinché l’uomo potesse comprendere, nella sua innocenza, che
l’immortalità non era qualcosa che faceva parte della sua natura, Dio
lo invitò a cibarsi dell’albero della vita. Sebbene l’uomo fosse stato
avvertito da Dio del pericolo di perdere la sua libertà, la sua signoria
sugli animali, sul creato e di alterare il «tutto era molto buono» della
creazione, divenendo un condizionato e schiavo della sua azione,
davanti alle parole di Satana «Non morrete affatto... (ma) sarete
come Dio» Genesi 3:5,6; cfr 2:17,18, l’uomo si sottrasse al Creatore.
Ogni visione diversa della morte è la voce dell’Avversario che
trionfa. Ogni insegnamento che non corrisponde a quello della
rivelazione è la voce del nemico che viene accettata come benefattrice dell’umanità offrendo la vita nella disobbedienza.
L’Avversario non negò l’esistenza di Dio, ma predicò il primo
sermone sull’immortalità dell’anima e sulla reincarnazione che
purtroppo molte fedi sostengono.
La seduzione dell’Eden: «Non morrete affatto» continua ancora
dall’Oriente all’Occidente e viceversa. Dal Nord al Sud.
Per la Scrittura la morte è in contrapposizione alla vita, è
cessazione dell’essere cosciente e non il passare a vivere in un altro
modo, luogo e dimensione.
Da quel giorno nell’Eden la morte è entrata nel mondo e, sebbene
l’uomo abbia in sé «il pensiero dell’eternità» Ecclesiaste 3:11,
perché è stato creato da un Essere eterno, per vivere in quella
dimensione, con la morte cessa di vivere.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
139
II parte – Capitolo II
«Difatti, i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla, e non v’è più per essi alcun salario; poiché la loro memoria è dimenticata. E il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da
lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna
parte in tutto quello che si fa sotto il sole... Tutto quello che la tua
mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze poiché nel soggiorno
dei morti dove vai, non v’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né
sapienza... Nella morte non c’è memoria di te (Eterno) chi ti
celebrerà nel soggiorno de’ morti?» Ecclesiaste 9:5,6,10; Salmo 6:5.
Neppure i credenti defunti glorificano il Signore, perché: «Non sono
i morti che lodano l’Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel
luogo del silenzio; ma noi (i viventi) benediremo l’Eterno da ora in
perpetuo.... Poiché quei che scendono nella fossa non possono più
sperare nella tua fedeltà (perché) gli uccisi che giacciono nella
tomba... sono fuori della portata della tua mano» Salmo 115:17; Isaia
38:18; Salmo 88:5.51
La morte che colpisce l’uomo fin dall’uscita dell’Eden, sebbene
continui a essere la madre degli spaventi, il risultato d’uno squilibrio,
una maledizione, è ancora per l’uomo una liberazione, interrompe la
sua sofferenza, la sua malattia e grazie a essa il nostro mondo non è
un grande lazzaretto nel quale s’invochi una fine che non viene.
Ancora una volta nella disgrazia il Signore ci è venuto incontro
liberandoci da una sofferenza eterna.
Chi muore scende nel «luogo del silenzio... riposa nell’assemblea
dei trapassati» dove regnano le tenebre (Salmo 94:17; 115:17;
Proverbi 21:16; Giobbe 10:21,22). Lo Sceol è il nome ebraico del
luogo immaginario dove i morti dormono e si riposano dalle loro
fatiche (Daniele 12:13).
Se l’indipendenza da Dio, se «il salario del peccato è la morte,
(per contro) il dono di Dio è la vita eterna» Romani 6:23.
Alla morte la sacra Scrittura contrappone la risurrezione.
Il patriarca Giobbe sul suo letto di sofferenza diceva agli amici:
«... Il mortale spira e... dove è egli? Le acque del lago se ne vanno, il
51
140
Siamo noi che abbiamo scritto quanto messo tra parentesi.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
fiume viene meno e si prosciuga; così l’uomo giace, e non risorge
più; finché non vi siano più cieli, egli non si risveglierà né sarà
destato dal suo sonno.... Io so che il mio Redentore vive, e che
nell’ultimo giorno egli si leverà sopra la polvere; e quantunque, dopo
la mia pelle questo corpo sia roso, pur vedrò con la carne mia Iddio;
il quale io vedrò, gli occhi miei lo vedranno, e non un altro» (Giobbe
14:10-12; 19:25,26; versione Diodati).52
Il Nuovo Testamento ha lo stesso insegnamento. Di Lazzaro che
era morto Gesù disse che dormiva e la sorella di lui rispose a Gesù:
«Io so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno»
(Giovanni 11:11-13,24).
L’apostolo Paolo consola i Tessalonicesi che erano nel lutto annunciando il ritorno di Cristo e la risurrezione in quel giorno (1
Tessalonicesi 4:15-18). I grandi uomini di Dio (Abele, Noè,
Abraamo, Isacco, Giacobbe, Samuele, ecc.) che sono stati dei
luminari attraverso i secoli «pur avendo avuta buona testimonianza
per la loro fede, non ottennero quello ch’era stato promesso» perché
non era ancora giunto il tempo di giudicarli e dare ai servitori, ai
profeti, ai santi, e a quelli che temono il nome di Dio, piccoli e grandi
il premio, così scrive Giovanni. È al ritorno di Cristo che i morti
risorgeranno e solamente in quel giorno, con l’apostolo Paolo,
riceveranno la corona di giustizia assieme a tutti coloro che hanno
amato il ritorno di Gesù.53
«Se i morti non risuscitano... quelli che dormono (che sono
morti) in Cristo, sono dunque periti» per loro non c’è salvezza e
quindi «se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perché
domani morremo» 1 Corinzi 15:16,18,32.
Questo insegnamento della risurrezione, che si contrappone
all’immortalità dell’anima e alla negazione della salvezza, subito
52
«Nella mia carne vedrò Iddio» Nuova Diodati; «Senza la mia carne vedrò
Dio» Luzzi, Nuova Luzzi, ed. Paolina 1983, CEI, Gerusalemme; «distrutto il mio
corpo, io stesso vedrò Dio» La Parola del Signore.
53
Ebrei 11:39; Apocalisse 11:18; 2 Timoteo 4:8.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
141
II parte – Capitolo II
dopo la morte era uno dei pilastri della predicazione di Gesù e degli
apostoli.54
Origene (III secolo), riprendendo questo insegnamento, in una
omelia disse: «Gli apostoli stessi non hanno ancora ricevuto la gloria:
ma aspettano anch’essi affinché ancor io sia partecipe del loro
gaudio».55
Questa verità risulta palese ogni qualvolta si torni alla sorgente.
Il domenicano Thomas Camelot scrive: «Quando si parla
dell’immortalità dell’anima, non si tratta che dell’immortalità felice
dopo la risurrezione gloriosa, conseguenza della risurrezione di Cristo. L’immortalità naturale è al di fuori della prospettiva del pensiero
cristiano».56
All’insegnamento degli apostoli e dei profeti si è contrapposto
quello del seduttore, del principe di questo mondo.
Errore universale
«Domandate a un cristiano, protestante o cattolico, intellettuale o
no, che cosa insegna il N.T. sulla sorte individuale dell’uomo dopo la
morte, e, salvo pochissime eccezioni, avrete sempre la stessa
risposta: l’immortalità dell’anima. Eppure questa opinione, per
diffusa che sia, è uno dei più gravi fraintendimenti che riguardano il
cristianesimo».57
«Dall’origine dell’umanità, due dottrine si sono affrontate,
riguardo all’uomo: quella di Dio: “Tu morrai certamente” Genesi
2:17; quella di Satana: “No, voi non morrete punto” Genesi 3:4.
Mentre i profeti israeliti hanno mantenuto fedelmente il pensiero
divino, che scorre come un fiume di acque pure attraverso tutto
l’A.T., il fiume del paganesimo ha trasportato, con alcune vestigia
della rivelazione primitiva, una massa crescente di errori. I due fiumi,
54
Atti 24:14,15; 26:6-8; 23:6; Luca 14:14.
Origene, Omelia VII sul Levitico.
56
CAMELOT Thomas, Introduction au traité contre les païens d’Athanase
d’Alexandrie, Paris 1946, p. 47.
57
CULLMANN Oscar, Immortalità dell’anima o risurrezione dei morti?,
Paideia, Brescia 1970, p. 15.
55
142
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
che hanno cominciato a scorrere in direzioni opposte, hanno finito
per convergere; essi si sono incontrati e hanno mischiato le loro
acque». Queste acque si mescolarono nel giudaismo tardivo, e nel
cristianesimo post-apostolico. «Le acque chiare del Rodano e le
acque fangose dell’Arve si incontrano a Ginevra: esse lottano per
mantenere la loro indipendenza e la loro omogeneità, e fino a una
certa distanza dopo il loro congiungimento si possono vedere
(ancora) le due correnti distinte, di colori differenti, come separate da
una linea ideale; poi, a poco a poco la fusione si opera; ben presto le
due correnti si confondono e danno origine a un nuovo fiume ad
acqua torbida: è il Rodano, ma modificato nella sua apparenza
dall’apporto del suo affluente».58
E la storia ci dice che «per imporsi ai pagani, il cristianesimo si
tinse di paganesimo, divenne pagano».59
«Mentre il paganesimo si cristianizzava, il cristianesimo si
paganizzava. Un giorno venne in cui le due potenze furono
abbastanza ravvicinate per confondersi. Da questa fusione è nato il
cattolicesimo»60 che vive anche nella Chiesa ortodossa, nel
protestantesimo e nell’evangelismo che non hanno saputo saltare i
secoli dell’apostasia per ritornare all’insegnamento dei profeti e degli
apostoli.
PhilèmonVincent riassume così gli usi e i costumi dell’antichità
nei confronti dei defunti:
«Gli abitanti della Gallia facevano dei prestiti in denaro rimborsabili nell’altro mondo.
Gli antichi Greci mettevano nella bocca del morto una moneta,
per pagare il suo trasporto fino al soggiorno delle anime.
58
VAUCHER Alfred Félix, Le problème de l’immortalité, ed. Fides, Collonges
sous Salève, p. 19.
59
RENEL Charles, Les Religions de la Gaule avant le Christianisme, Paris
1906, p. 2; cit. da VAUCHER Alfred Félix, L’homme son origine sa destinée,
Dammarie-Les-Lys 1974, p. 55.
60
REVILLE Jean, La Religion à Rome sous les Sévères, Paris 1886, p. 294.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
143
II parte – Capitolo II
Gli Egiziani mettevano vicino al cadavere, nella sua tomba, “il
Libro dei Morti”, che conteneva le preghiere tramite le quali si
doveva conciliare il favore divino nell’altra vita.
I Pellirosse si fanno seppellire con le loro frecce, al fine di potere
ancora vivere, nell’oltretomba, della loro caccia.
Il Lappone, nelle distese glaciali del Nord, fa mettere nella sua
tomba una pietra di silice ed un’esca da fuoco per fare del fuoco al
suo risveglio.
L’Esquimese della Groenlandia sotterra con il suo bambino un
cane, che gli deve servire da guida».61
L’etnologo Jean Servier constata: «Tutti i riti funerari sono
tecniche la cui efficacia è condizionata dalla credenza nella
sopravvivenza dell’anima e da una conoscenza approfondita delle
modalità di questa sopravvivenza, la cui concezione è analoga nelle
diverse civiltà».62
Ma «la tesi filosofica dell’immortalità e dell’indistruttibilità dell’anima umana... è assolutamente estranea alla religione biblica».63
«In virtù d’una immunità straordinaria, i libri canonici dell’A.T.
non tradiscono da nessuna parte, in un modo innegabile, l’influenza
delle dottrine platoniche che sono però evidenti in molti libri
deuterocanonici».64
«La dottrina pagana dell’immortalità dell’anima è la negazione
su tutte le linee dei dogmi fondamentali della Chiesa cristiana. Non
solamente della Risurrezione, ma soprattutto della Creazione. Poiché
un’anima immortale non è creata. Secondo le diverse dottrine
platoniche o induiste, secondo tutte le grandi mitologie pagane,
d’altronde in ciò perfettamente conseguenti, l’anima non è mai
creata, essa è una emanazione della divinità, una particella, una
scintilla divina, caduta ed imprigionata in un corpo e che, liberata da
61
VINCENT Philémon, Manuel de religione chrétienne, Paris, p. 257.
SERVIER Jean, L’uomo e l’invisibile, ed. Rusconi, Milano 1973, p. 144.
63
REUSS Edouard, Histoire de la théologie chrétienne au siècle apostolique,
vol. II, 3a ed., Strasburg 1864, p. 554.
64
Petavel Olliff, o.c., t. I, p. 120.
62
144
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
questo corpo con la morte, ritorna a fondersi nella divinità. Così la
morte non è più una maledizione, non è più il salario del peccato, al
contrario. È una liberazione».65
L’uomo secondo la Bibbia
A questa concezione pagana la Scrittura contrappone che
«l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò
nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente»
Genesi 2:7.
Scrive J. Zurcher: «Questo breve racconto ha non solamente il
vantaggio di stabilire i legami che esistono realmente tra Dio e
l’uomo, ma ancora di dirci tutto ciò che è possibile affermare quanto
alla natura intima dell’uomo, cioè:
1. che l’uomo è formato da due principi correlativi;
2. che la sintesi di questi principi costitutivi dell’essere umano
formano un tutto: l’uomo;
3. che la caratteristica dell’uomo è di essere un’anima vivente».
Di conseguenza l’anima
- non è divina;
- non è preesistente alla creazione dell’uomo;
- non è una sostanza immateriale, separata e separabile dall’uomo,
che è stata un bel giorno imprigionata nel corpo e che un giorno lo
lascerà. Nel pensiero biblico l’uomo forma un tutto indivisibile.
«Il testo afferma... chiaramente che il nephesh (anima, in greco
psiche) non è dato all’uomo come un’anima che sarebbe depositata
in un corpo, ma il risultato finale dell’azione divina è una realtà
contemporaneamente fisica e spirituale; così la traduzione più
adeguata di nephesh chayah è quella di essere vivente... Il nephesh è
il risultato del basar (carne) animato dal ruach (spirito)».66
Con l’espressione anima, la Bibbia presenta l’uomo, l’io, l’essere
intero nelle sue varie manifestazioni: l’anima si sazia (Salmo 107:9);
prova delle emozioni (Salmo 35:9; 2Re 4:27); ha una attività morale
65
66
PURY Roland de, Des antipodes, ed. D. & N., 1967, p. 128.
ZURCHER Jean, L’Homme, sa nature et sa destinée, Neuchâtel 1953, p. 156.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
145
II parte – Capitolo II
(Michea 6:7; 2Re 9:15) e può morire (Ezechiele 18:4, 20), Gesù con
il suo sacrificio offre la sua anima cioè se stesso (Giovanni
10:11,15,17). L’anima è la persona (Atti 2:41; 27:10).
Il maestro Vaucher riassume così l’antropologia biblica: materia
+ forma = corpo; corpo + spirito = anima o persona vivente che si
manifesta sotto il triplice aspetto fisico, psichico e spirituale.67
L’uomo quindi non ha un corpo, ma è un corpo; non ha
un’anima, ma è un’anima; non ha uno spirito, ma è uno spirito.
Corpo anima e spirito (2 Tessalonicesi 5:23) sono i diversi organi,
modi di esprimere la propria personalità con i quali l’uomo entra in
relazione con l’ambiente che lo circonda, con i suoi simili e con Dio.
Corpo anima e spirito sono tre gradi della manifestazione dell’essere
umano.
Che l’uomo sia un tutt’uno e non un composto viene confermato
dalla medicina psicosomatica.
«Non si può curare il corpo senza curare l’anima e lo spirito. Non
vi è riforma fisica di una vita senza riforma morale, e non c’è riforma
morale senza rinnovamento spirituale».68
«L’antropologia biblica si avvera oggi, alla luce dei lavori contemporanei di biologia, di psicologia e di psicopatologia, d’una verità
e d’una giustezza che fanno della Bibbia una miniera ancora
inesplorata di insegnamenti per l’antropologia e la psicologia, come
anche la psichiatria. Il problema psicofisiologico, quello delle
emozioni, della vita psicopatica, sia a livello intellettuale che
emotivo... sono stati trattati nei testi ebraici con una precisione e con
una padronanza che deve servire da modello alla moderna ricerca. È
infatti verso il punto di vista biblico che si orienta senza saperlo
l’antropologia positiva, di mano in mano che si libera dagli schemi
platonici e cartesiani».69
67
A.F. Vaucher, L’homme,..., p. 15.
TOURNIER Paul, Medicina Individuale, 2a ed., AVE, Roma, p. 86.
69
TRESMONTANT Claude, Metafisica del cristianesimo e la nascita della
filosofia cristiana, p 33.
68
146
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
L’apostolo Paolo annuncia che nella Chiesa si sarebbero invocati
i demoni, cioè i morti
Paolo profetizzava che sarebbe venuto il tempo in cui la cristianità avrebbe accettato le dottrine pagane dello stato dei morti facendo
di conseguenza un culto ai defunti, che venivano chiamati demoni.
Questa forma di culto sarebbe stata esercitata nella chiesa di Gesù
Cristo.
Al suo collaboratore Timoteo scrive:
«Lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni
apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine
di demoni» 1 Timoteo 4:1.
Con queste parole Paolo dice semplicemente che la dottrina greca
dei «demoni» che i latini chiamano «geni» o «semidei» (divi), cioè il
culto ai trapassati che si credevano elevati in cielo, ai quali
s’innalzavano altari, si accendevano delle candele, si bruciava
l’incenso o si indirizzavano delle preghiere come a dei protettori,
intermediari tra l’uomo e le divinità, sarebbe entrato nella cristianità
apostata. Che con demoni si intendessero i trapassati è ciò che lo
stesso apostolo Paolo dice nel suo discorso all’aeropago di Atene:
«Ateniesi io vedo che siete in ogni cosa quasi troppo religiosi» Atti
17:22. O, secondo l’espressione greca “deisidaimonestérous”,
«come troppo dedicati al culto dei demoni».
Luca, nel redigere l’esperienza di quel giorno, dice che gli Ateniesi, parlando tra di loro, dicevano di Paolo «pare essere un predicatore di divinità straniere», traduzione letterale, «sembra che annunci
dei “demoni stranieri”» Atti 17:18. Chi erano questi demoni stranieri
che Paolo annunziava? «Annunziava Gesù e la risurrezione», cioè
annunciava il “demone" Gesù, che dalla morte è ritornato alla vita.
Giovanni nell’Apocalisse usa ancora questa espressione «demone» quando predice che la cristianità corrotta, malgrado sia stata
colpita dalle conseguenze dell’infedeltà a Dio, continua a adorare «i
demoni» Apocalisse 9:20.
Nessuna Chiesa cristiana ha presentato un culto a degli spiriti
maligni, ma troppo numerosi sono stati i cristiani che hanno
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
147
II parte – Capitolo II
presentato un culto a «degli spiriti di morti deificati» o a «dei
demoni» secondo l’espressione greca di Paolo.
Nel N.T. la parola demone indica i trapassati, le divinità, i
semidei dei popoli pagani.70 Designa anche gli spiriti impuri o cattivi
che Satana impiega al suo servizio. Generalmente nei Vangeli
l’espressione demone ha questo secondo significato,71 ma nelle
epistole dell’apostolo Paolo ha generalmente il primo significato.72
Nell’A.T., versione greca dei LXX, il significato primo e
principale di questa parola si applica agli idoli dei pagani.73
È per abuso che Satana nel linguaggio corrente viene chiamato
demone o demonio. Questo nome però non gli è mai dato nella
Scrittura. I demoni sono sotto il suo potere; perché è lui l’artefice di
questo imbroglio e perché è lui che domina sugli spiriti decaduti.
Nella Bibbia nessun essere è chiamato demonio per eccellenza.
Il significato della parola demone: semidei e trapassati, è confermato dai Padri della Chiesa sia latina che greca.
Ignazio martire (II secolo) ricorda nella sua epistola di Smirne
l’apparizione di Gesù agli apostoli dopo la crocifissione e gli fa dire:
«Prendetemi, palpatemi, e vedete che io non sono per nulla un
demone incorporale».74
Agostino nella sua Città di Dio scrive: «Apuleio e quanti la
pensano come lui hanno attribuito ai demoni la dignità di risiedere
nell’aria, cioè tra il cielo e la terra, così che essi rechino agli dèi le
preghiere degli uomini e riportino a questi i doni ottenuti “non
70
Atti 17:18-22; 1 Corinti 10:20,21; Apocalisse 9:20; 18:2. Anche nell’A.T. si
ha lo stesso significato: Levitico 17:7; Deuteronomio 32:17; 2 Cronache 11:15;
Salmo 106:37.
71
Matteo 9:33; Luca 11:14; Matteo 11:18; Luca 7:33; Matteo 15:22; Marco
7:26; Matteo 17:18; Luca 4:35; 8:29; 11:14.
72
Il significato della parola demone è stato sapientemente stabilito da diversi
autori. Vedere ad esempio: FOERSTER W., daimon, in Grande Lessico del Nuovo
Testamento, t. II, voce, Paideia 1966, p. 744 e seg..
73
Deuteronomio 32:17; Salmo 96:5; 106:37,38 (gr. 105) 2 Cronache 10:20,21.
74
Cit. da E.B. Elliott, o.c., p. 507; cit. da Mède, o.c., p. 642.
148
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
essendovi nessun Dio che si abbassi fino all’uomo”».75 Così, coloro
che credettero queste cose stimarono cosa sconveniente che gli dèi
comunicassero con gli uomini e gli uomini con gli dèi. Ritennero
invece cosa degna che i demoni comunicassero con gli dèi e con gli
uomini per trasmettere agli uni le petizioni e agli altri i favori».76
Sotto l’influenza della filosofia greca e delle concezioni pagane,
che già avevano influenzato il giudaismo, il concetto dell’immortalità
dell’anima si insediò nella cristianità perché i padri della Chiesa non
si preoccuparono di verificare le proprie radici pagane con la rivelazione. Forti personalità pagane accettarono il Cristo degli evangeli,
ma a causa di una mancanza di conoscenza dell’insegna-mento
biblico, portarono nella Chiesa le loro concezioni filosofiche quale
loro patrimonio culturale arricchito dai valori della nuova fede. Col
tempo fu normale sostituire il culto pagano alla divinità e ai trapassati con quello dei martiri prima e dei santi dopo.
Gli eroi pagani vengono sostituiti dai martiri e dai santi cristiani
È così che Eusebio, vescovo di Cesarea, all’inizio del IV secolo
dopo aver citato Platone «il quale vorrebbe che gli uomini morti per
la patria fossero considerati demoni, e che i loro sepolcri fossero
adorati come quelli dei demoni», fa di questa dottrina del filosofo un
argomento a favore delle feste che i cristiani celebravano già nel suo
tempo sulle tombe dei martiri, perché secondo lui non è sbagliato che
questi morti «siano accettati come campioni della vera religione... Da
qui la nostra abitudine di andare presso i loro sepolcri e di rivolgere
loro una preghiera e dare onore alle loro anime benedette».77
Teodoreto, vescovo di Tiro, all’inizio del V secolo, dopo aver
citato il poeta Esiodo che considerava i trapassati, tra i quali i
75
Platone, Convito, 203. «Platone nel Simposio dice che “chi è demone è
intermediario tra Dio e i mortali... I demoni interpretano agli dèi le cose degli
uomini, e agli uomini le cose degli dèi”», cit. da GODET Frédéric, Commentaire
sur la I épître aux Corinthiens, t. II, Neuchâtel 1887, p. 106. Plutarco ha scritto un
libro sul buon «demone» di Socrate.
76
Agostino, Città di Dio, libro VIII, cap. 8.
77
Cit. da L. Gaussen, o.c., t. III, p. 107.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
149
II parte – Capitolo II
migliori filosofi, come i guardiani e i preservati dal male diceva:
«Perché trovate voi sbagliato se lo facciamo anche noi nei confronti
di coloro che sulla terra sono stati eminenti nella pietà e soffrirono il
martirio?
Noi cristiani non li chiamiamo demoni, che Dio ce ne guardi, ma
amici e servitori di Dio, i quali essendo ora morti e quindi fuori dal
loro corpo, hanno la capacità di guardare gli affari degli uomini. Ed è
per questo che vengono invocati. I loro templi sono celebri per la
loro grandezza e bellezza. Coloro che sono in salute li pregano
affinché vi siano conservati, coloro che sono da molto tempo
ammalati li pregano per essere guariti, coloro che non hanno figli li
pregano affinché li possano avere, quelli che partono per un viaggio
li invocano affinché siano nei loro confronti compagni e guida.
La dimostrazione del fatto che i nostri martiri sono come i vostri
protettori è data dal fatto che coloro che fanno delle petizioni
vengono esauditi e la prova la si ha nelle offerte fatte dai fedeli in
riconoscenza per la guarigione ottenuta. I doni votivi che voi potete
vedere sono: effigi di occhi, di mani, oro, argento. In verità i nostri
martiri hanno abolito e cancellato la memoria di coloro che si
chiamano dèi dalla mente degli uomini. Il Signore ha introdotto i
nostri morti al posto dei vostri dèi destituendoli e dando il loro onore
ai nostri martiri. Al posto della festa di Giove e di Bacco e di altri
simili, adesso si celebrano le feste di Pietro e Paolo, Tommaso e
Serpio e di altri martiri».78
Questo assorbimento del mondo pagano ha suscitato però delle
reazioni anche se il loro effetto è stato nullo. Chi ha contestato queste
pratiche pagane nella Chiesa di Dio è stato come una voce nel
deserto. Il culto ai morti non solo non è stato abbandonato ma
rivalutato. Un esempio chiaro lo troviamo nel culto, ambiguamente
chiamato devozione alla Vergine, Regina del cielo79, che il vescovo
78
Eusebio, Prepararazione evangelica, XIII, 11; cit. da L. Gaussen, o.c., t. III,
pp. 394, 295; E.B. Elliott, o.c., t. II, 5a ed., London 1862, p. 505.
79
Espressione questa che il profeta Geremia attribuiva al culto pagano di
Astarte. Geremia 7:18.
150
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
sant’Epifanio, nel IV secolo, rimproverava ai colliridiani dicendo:
«Non bisogna onorare i santi al di là di ciò che è loro dovuto, poiché
è il Signore che noi dobbiamo servire. La Vergine non è stata per
nulla proposta alla nostra adorazione, poiché ella ha adorato Colui
che, secondo la carne, è nato da lei. Che nessuno dunque adori
Maria. È a Dio solo, il Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, che
appartiene questo mistero, ma a nessun uomo, né a nessuna donna, e
gli angeli stessi non sono affatto degni di una simile gloria.
Così dunque certe donnette non disturbino più la Chiesa e non
dicano più: “Noi onoriamo la Regina del Cielo”, poiché dicendolo e
offrendo le loro focacce, compiono ciò che è stato predetto, che
alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a
dottrine di demoni (cfr 1 Timoteo 4:1). No questo errore del popolo
antico (cfr Salmo 106:37) non prevarrà su noi al punto da allontanarci dal Dio vivente per adorare le creature, poiché se un angelo rifiuta
di essere adorato da San Giovanni (Apocalisse 19:10; 22:8,9), come
lo rifiuterebbe ancor più colei che non fu che la figlia di Anna».80
Parafrasando quanto riportato del Maestro Vaucher: quando i due
fiumi, quello della rivelazione e quello della seduzione si incontrarono, dopo un po’ di tempo le acque si mescolarono e non dettero più
segni di distinzione. Il cristianesimo apostata non aveva nulla che si
differenziava dal paganesimo vinto e tuttavia vincitore.
Agostino riconosceva che «a proposito dei beni che godono i
beati (i morti, cioè i demoni) dopo questa vita non c’è dissenso tra i
più illustri filosofi e noi; essi combattono solamente la risurrezione
della carne, e la negano con tutte le loro forze».81
80
S. Epifanio, Libro III, Commentario, 2a ed., t. II - haeres 79; cit. da GROSS
Charles, L’Œcuménisme, Metz, p. 14 nota; cit. L. Gaussen, o.c., t. III, p. 107; cit.
E. Elliott, o.c., p. 508.
81
Agostino, o.c., libro XXII, cap. XXVI. Agostino ha inoltre esposto i suoi
argomenti filosofici in favore dell’immortalità dell’anima nel II libro dei Soliloqui
e nel trattato dell’Immortalità dell’anima. Con Agostino molte concezioni
dualistiche manichee entrarono nella Chiesa.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
151
II parte – Capitolo II
La teoria dell’immortalità dell’anima è stata affermata da
Tertulliano, esposta da Agostino e ha trovato la sua formula
definitiva in Tommaso d’Aquino.
Il cristianesimo diventa così una religione di pratiche pagane o,
se vogliamo, un paganesimo di credenze cristiane.
Sebbene l’apostolo Paolo insegni chiaramente che Gesù è il «solo
mediatore tra Dio e gli uomini» 1 Timoteo 2:4, la Chiesa ha sostituito
l’opera del Cristo con quella dei santi e delle vergini, sostitutivi di
tutte quelle divinità pagane che fungevano da intermediari tra le
divinità superiori e gli uomini, avendo anche il compito di proteggere
le città, le arti e i mestieri.
Ruolo di Roma nella soppressione del II comandamento
Nell’Antico Testamento, come abbiamo visto, la parola demone è
attribuita anche agli idoli, alle statue dei pagani.
Il secondo comandamento dice: «Non ti fare scultura alcuna né
immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla
terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e
non servire loro... » Esodo 20:4,5; cfr. Levitico 26:1.
Fu perché la Chiesa praticava il culto ai demoni che con il tempo,
per una questione di coerenza, si trovò nell’obbligo di togliere dal
decalogo il secondo comandamento, che in una forma chiara la
condannava nel suo allontanamento dalla legge di Dio, anche se
questo comandamento va oltre questa pratica pagana.
Uno dei tentativi per mantenere la coerenza nella Chiesa riguardo
a questo soggetto fu il concilio di Costantinopoli nel 754 con 338
vescovi, i quali decisero «che ogni immagine di qualunque materia
fosse fatta e formata, sarebbe gettata fuori dalla Chiesa, come una
cosa abominevole e pronunciarono queste stesse parole: “Gesù Cristo
ci ha liberato dall’idolatria e ci ha insegnato ad adorare in spirito e
verità; ma il Diavolo, non potendo soffrire la bellezza della Chiesa, a
poco a poco ha riportato l’idolatria sotto l’apparenza del cristianesimo, persuadendo gli uomini a servire la creatura, e ad adorare
un’opera alla quale essi hanno messo il nome di Gesù Cristo”».
152
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
Però nel 787 si tenne il secondo concilio di Nicea, VII concilio
ecumenico, con 350 vescovi, riunito sotto l’influenza del pontefice
romano. Decretò: «Che sarebbero erette delle immagini del Signore
Dio, nostro Salvatore Gesù Cristo, della nostra felice Signora la
madre di Dio, dei venerabili angeli e di tutti i santi, e che chiunque
avesse rigettato le immagini, le pitture o le reliquie dei martiri,
sarebbe deposto, se è ecclesiastico, e scomunicato, se monaco o
laico»; aggiungendo, secondo il costume: «Dannazione a tutti gli
eretici! Dannazione al concilio che ha ruggito contro le venerabili
immagini! La santa Trinità li ha deposti».82
La formazione del dogma dell’immortalità dell’anima
I secoli trascorsero e quando «verso il 1500, l’immortalità era il
problema attorno al quale si agitavano tutte le questioni filosofiche»83 il papa Leone X, nella VIII sessione del V Concilio del
Laterano, 19 dicembre 1513 proclamò il dogma dell’immortalità
dell’anima. «La bolla pubblicata in quell’occasione dice che “non
solamente l’anima è la forma del corpo, ma che essa è inoltre
immortale... Coloro che insegneranno il contrario saranno puniti
come eretici”».84
Lutero elevò la sua protesta contro questo dogma nella sua
XXVII tesi, pubblicata nel gennaio 1551, tre mesi prima di comparire a Worms e «nella sua “Difesa di tutte le proposizioni condannate
dalla nuova bolla”,... metteva il dogma dell’immortalità dell’anima
nel novero delle “favole mostruose che fanno parte del letame
romano”...».85
Sebbene «l’immortalità dell’anima sia la dottrina ufficiale della
Chiesa romana; i teologi della Riforma non sono riusciti a svincolar-
82
83
84
85
Cit. da GUERS Émile, Histoire abregée de l’Eglise, 1850, pp. 100,101.
Petavel Olliff, o.c., t. II, Paris 1892, p. 76.
Idem, p. 291.
Idem, p. 77.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
153
II parte – Capitolo II
sene totalmente».86 Lo stesso grande riformatore non è sempre stato
coerente alla dottrina biblica dell’incoscienza dei morti.87
La Riforma, non avendo sottomesso a un esame le dottrine che
uscivano dal quadro della giustificazione per fede, rimase incompleta
e la confessione di fede di Westminster delle Chiese riformate ne è
una chiara testimonianza. Essa può essere così riassunta:
«l) Adamo è stato creato immortale come Dio stesso quanto alla
sua anima, benché il suo corpo fosse mortale;
2) La morte di cui fu minacciato in caso di disubbidienza aveva
un triplice carattere: essa doveva mettere un termine alla vita fisica,
separare l’anima da Dio e votarla a delle pene eterne».88
Il pastore riformato R. de Pury scriveva: «È davanti alla bara, che
l’illusione di ogni tempo si è data libero corso, e che l’uomo ha
lasciato vedere il suo bisogno di essere imbrogliato» e, dopo aver
detto che la soluzione pagana della morte è diventato il dogma
cristiano, aggiungeva: «Le devastazioni che questo dogma ha fatto
nella predicazione cristiana sono incalcolabili e sbalorditive, poiché
finisce per essere il fondamento della maggior parte dei nostri
discorsi funebri. Quale ironia nel fatto che il popolo che fu più di
tutti attaccato a questa credenza, e che ci ha lasciato le testimonianze
più commoventi, sia il popolo d’Egitto, colui sul quale la Bibbia fece
pesare la maledizione di Dio! Allorquando la Bibbia stessa, sulla
quale deve basarsi la nostra predicazione, non contiene da nessuna
parte la minima traccia d’una credenza all’immortalità dell’anima».89
Per il momento una completa riforma non si è ancora realizzata
nel mondo evangelico; noi vorremmo che le parole di speranza di
Petavel-Olliff: «È compito della nostra generazione - scriveva alla
fine del XIX secolo - riprendere l’opera incompiuta dei riformatori»,90 diventino oggi realtà.
86
BAUDRAZ Françis, Les epître aux Corinthiens, 1965, p. 117.
Vedere DANIEL Walther, The ministry, luglio 1955, pp. 41,42.
88
Petavel-Olliff, o.c., t. II, p. 81. Questa confessione di fede ha ancora autorità
presso le Chiese Presbiteriane della Scozia, Inghilterra e America.
89
PURY Roland de, La présence de l’Eternité, Neuchâtel 1946, pp. 124,125.
90
Petavel Olliff, o.c., t. Il, p. 80.
87
154
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
Purtroppo sin dall’inizio del terzo millennio l’insegnamento
dell’Avversario dilaga senza argini di contenimento. Il Vescovo di
Roma ha proposto alla venerazioni dei fedeli più trapassati di quanto
l’abbiano fatto nel passato tutti i suoi predecessori e le librerie sono
invase dalla letteratura New Age dove immortalità, reincarnazione,
entità del paranormale sono l’asse portante di questa nuova filosofia
che unisce Oriente e l’Occidente, Nord e Sud.
La dottrina dell’immortalità dell’anima: porta aperta allo spiritismo
«Spiritismo, termine derivato dal latino spiritus, sostanza incorporea capace di percezione, e con il quale si vuole designare una
dottrina che afferma la possibilità di comunicare con lo spirito di un
defunto attraverso un soggetto psichicamente predisposto».91
Lo spiritismo si presenta, fra l’altro, come una religione che
afferma che l’anima di colui che muore ritorna nel mondo degli
spiriti, dei disincarnati, e può essere accanto agli esseri incarnati che
vedono e ascoltano.
Nell’Enciclopedia Cattolica si legge: «Chi volesse ammettere per
veri alcuni fatti assolutamente preternaturali, che si asserisce essersi
svolti nel corso delle manifestazioni medianiche, e volesse accettarli
come dimostrazione dell’origine ultraterrena della rivelazione
spiritica, ...sarebbe costretto ad ammettere nello svolgimento di tali
fatti l’intervento di spiriti di natura diabolica.
Sotto l’aspetto morale... l’interpretazione spiritica delle manifestazioni metapsichiche e la loro pratica, allo scopo di porsi in comunicazione con spiriti disincarnati, rappresenta colpa grave d’idolatria
e superstizione. Per tale ragione sin dal Vecchio Testamento simile
pratica è stata condannata, dichiarata degna della pena di morte
(Deuteronomio 18:9-12; Levitico 20:6,27) e a volte direttamente
punita da Dio con la più grande severità... Un decreto del S. Uffizio
del 4 agosto 1856 dichiara illecita, ereticale e scandalosa la pratica di
evocare le anime dei morti, riceverne responsi, ecc.; la dichiarazione
della S. Penitenzieria, 1 febbraio 1882, dichiara illecito l’assistere,
91
Spiritismo, in Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. XI, p. 1181.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
155
II parte – Capitolo II
anche passivamente, alle consultazioni o ai giochi spiritici... la
risposta del S. Uffizio, 1° aprile 1898, dichiara illecita l’evocazione
dei trapassati».92
Se questo è ciò che dice la Chiesa, essa stessa però sostiene
l’insegnamento dello spiritismo affermando la sua dottrina dell’immortalità naturale dell’anima.
Come le persone vanno dal medium per potere intrattenersi con il
defunto e avere consigli, così la Chiesa afferma che il congiunto
morto vede e segue tutti gli eventi quotidiani dei viventi e di
conseguenza può influire sulla loro vita.
Le manifestazioni più appariscenti dello spiritismo cristiano sono
le apparizioni tanto osannate delle varie vergini93 e le profezie che
fanno i beati morti.
La forza per combattere la piaga dello spiritismo,che conquista
sempre più seguaci nel mondo sta solamente nel ritorno all’insegnamento biblico. Lasciato questo, l’umanità non può che mettersi
nelle mani dell’Avversario e subirne le seduzioni. La dottrina
pseudo-cristiana dell’immortalità dell’anima è la porta che immette
la cristianità in diretto contatto con gli angeli decaduti E con i
demoni dei quali si parla molto nei Vangeli.
L’inferno e le pene eterne
Come abbiamo visto nella confessione di fede di Westminster un
errore non va mai solo. Le anime dei defunti vengono distribuite tra
paradiso, purgatorio e inferno.
Ma «gli inferi biblici non sono un luogo di tormento, ma di
riposo. Che pensare allora dell’inferno cattolico, dove le anime dei
malvagi ardono per tutta l’eternità? Qualcuno ha detto che se un tale
luogo esistesse, dovrebbe essere riservato a chi ha inventato il dogma
92
Spiritismo, in Enciclopedia Cattolica, vol. XI, col. 1138,1139. «Esponenti del
cattolicesimo (dicono che) molte manifestazioni che gli spiritisti considerano come
dovute a “disincarnati”, sarebbero invece dovuti a interventi diabolici»; Spiritismo,
in Enciclopedia Italiana Treccani, vol. XXXII, p. 394.
93
Vedere Appendice n. 18 della nostra opera, Quando la profezia diventa storia..
156
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
delle pene eterne e lo ha attribuito a Dio. Chi continua a insegnare sì
empia dottrina è responsabile dei sarcasmi degli increduli».94
Con questa dottrina dell’inferno che per Tertulliano era un odioso
campo di carname, uno «sgozzamento continuo», si completa
l’edificio dell’apostasia presente ancora nella cristianità.
La credenza dell’inferno è così radicata nel pensiero degli
evangelicali che nel pieghevole di iscrizione ai corsi di monitrici per
bambini della scuola domenicale nelle chiese evangeliche è una delle
condizioni inderogabili per potere partecipare ed è presentata come
VII e ultima condizione per far parte dell’Alleanza Evangelica
Italiana.
Nel rispetto della fede di ognuno e che ognuno possa credere
quello che vuole, dobbiamo però rilevare che questa dottrina è
quanto di più infame e iniquo un credente possa attribuire all’Eterno.
III. SOSTITUZIONE DEL GIORNO DEL RIPOSO
Importanza della legge di Dio
Se l’opera dei profeti può essere riassunta nelle parole di Isaia:
«Alla legge alla testimonianza, se il popolo non parla così non ci sarà
per lui nessuna aurora» Isaia 8:20, la predicazione apostolica è
identica, come pure quella della Chiesa al tempo della fine.
Gesù non venne per abolire la legge, anzi per confermarla in tutta
la sua completezza, realizzandola e aiutando i credenti a viverla
(Matteo 5:17,18).
L’insegnamento apostolico è unanime: «La legge è santa ed il
comandamento è santo, giusto e buono» Romani 7:12. Paolo non
contrappone mai la fede alla legge, ma la legge della fede alla legge
delle opere ribadendo l’osservanza della legge con le parole:
«Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia,
anzi, stabiliamo la legge» Romani 3:31,27.
94
VAUCHER Alfred Félix, Il mondo dell’incoscienza, in Segni dei Tempi, 1974,
p. 53.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
157
II parte – Capitolo II
L’osservanza del Decalogo, scritto da Dio stesso su tavole di
pietra sul Sinai, quale manifestazione della sua volontà e della sua
eterna permanenza, è confermata anche da Paolo nella prima lettera
ai Corinzi, dove si legge: «La circoncisione è nulla e la incirconcisione è nulla; ma l’osservanza de’ comandamenti di Dio è tutto» 1
Corinzi 7:19. L’apostolo Pietro conferma questo insegnamento
scrivendo: «Avendo purificate le anime vostre coll’obbedienza alla
verità» 1 Pietro 1:22.95 Quale è questa verità? Per un ebreo la verità
non era qualcosa di speculativo, filosofico; la verità era una norma,
era un principio: «La tua legge è verità, e tutti i tuoi comandamenti
sono verità» Salmo 119:142,151. Per l’apostolo Giacomo la legge di
Dio è perfetta ed «è la legge della libertà» e «chiunque avrà
osservato tutta la legge e avrà fallito in un sol punto, si rende
colpevole su tutti i punti» Giacomo 1:25; 2:12; 2:10, perché violare
la legge significa manifestare per principio il sentimento di
indipendenza da Colui che l’ha dato e che la introduce con: «Io sono
l’Eterno, il tuo Dio» Esodo 20:2. Significa essere animati dallo
stesso sentimento dell’Avversario, cioè sottrarsi per poco o per molto
a ciò che Dio ha detto, non vivere più della Sua Parola, cioè dalla sua
grazia.
È per la fede in Gesù Cristo che la legge di Dio prende vita nel
cuore del credente. «Da questo conosciamo che amiamo i figlioli di
Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché
questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti» 1
Giovanni 5:2,3.
Non sono forse la mancanza di amore nei confronti di Dio e la
scarsa fiducia in quello che ha detto per noi, alla base della rivolta
dell’uomo contro l’Eterno e dell’oppressione dell’uomo sull’uomo?
Il profeta Isaia ci ricorda: «Così parla l’Eterno, il tuo redentore...
Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che t’insegna per il tuo bene, che ti guida
per la via che devi seguire. Oh fossi tu pur attento ai miei
comandamenti! La tua pace sarebbe come un fiume, e la tua
giustizia, come le onde del mare» Isaia 48:17,18.
95
158
Esodo 24:12; 31:18; 32:16; 34:1,28; Deuteronomio 10:2. 1 Corinzi 7:19.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
«Il N.T. tutto intero suppone o proclama il valore permanente
della legge, come espressione della santa volontà di Dio».96
Predicare la salvezza per grazia significa predicare la liberazione
dal giogo del peccato.
«La grazia quale essa è manifestata nel Vangelo, è l’omaggio più
chiaro, la consacrazione più solenne che possa ricevere la legge... La
croce, il trionfo della grazia, è il trionfo della legge».97
«La grazia non è il permesso d’infrangere qualche regolamento
arbitrario, ma piuttosto la possibilità di obbedire alla volontà “buona,
accettevole e perfetta” di Dio - essa è “la grazia di poterlo servire”98
e non di ridercene di Lui... Il Vangelo senza la legge non è che un pio
sogno... Tutta la grazia è obbedienza, e tutta l’obbedienza è grazia».99
«Stabilire la legge, ecco l’opera per eccellenza, ecco il miracolo
del Vangelo. Che cosa è un cristiano? Un uomo nel quale la legge è
stabilita, è un uomo che ama fare da oggi in poi tutta la volontà di
Dio; in altri termini è un uomo che è nato di nuovo... Il cristiano non
è più sotto la legge; ma egli è più che mai con la legge. Mai essa gli
era apparsa così santa, così preziosa, così obbligatoria...».100
Sia i cattolici, sia protestanti esaltano il Decalogo quale manifestazione della volontà di Dio.
La legge di Dio esaltata dai cattolici
Nel Dictionnaire Encyclopédique de Théologie Catholique –
Dizionario Enciclodepico di Teologia Cattolica leggiamo: «La legge,
espressione della santa volontà di Dio, è eterna, come Dio è eterno;
96
BONNET Louis, Le Nouveau Testament, t. IV, 3a ed. rivista e ampliata da
SCHRŒDER Alfred, Lausanne 1905, p. 266.
97
VINET Alexander, Discours sur quelques sujets religieux, 5a ed., 1853, p.
113.
98
Luca 1:4.
99
PURY Roland de, prefazione di AA.VV., L’Ordre de Dieu, Neuchâtel 1946,
pp. 7,8.
100
GASPARIN Agénor conte de, Paraboles de vérité, 1876, pp. 7,8.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
159
II parte – Capitolo II
essa è assolutamente obbligatoria per il cristiano. Ha tutto il suo
valore nel Vangelo».101
«Le leggi del decalogo sono in fondo più antiche di Mosè; esse
sono fondate sulla natura umana e sul suo destino e non su delle
relazioni variabili, delle circostanze passeggere, e i diversi gradi di
cultura ai quali l’uomo può pervenire. È appena necessario far notare
che il decalogo ha conservato tutta la sua forza nel cristianesimo, e il
concilio di Trento (sessione VI can. 19) pronuncia espressamente
l’anatema contro coloro che pretendono che il decalogo non concerni
il cristiano».102
Si legge nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica: «Fedele
alla Scrittura in conformità all’esempio di Gesù, la Tradizione della
Chiesa ha riconosciuto al Decalogo un’importanza ed un significato
fondamentali. Il decalogo costituisce un’unità organica in cui ogni
“parola” o “comandamento” rimanda a tutto l’insieme. Trasgredire
un comandamento è infrangere tutta la legge. Quanto Dio comanda
lo rende possibile con la sua grazia».103
La legge di Dio esaltata dai Riformatori
I grandi Riformatori hanno scritto nei confronti del decalogo: «La
legge non è nient’altro che la rivelazione della volontà di Dio. Poiché
la volontà di Dio è eterna, la legge lo è anche», così diceva
Zwingli.104 Lutero, preoccupato di salvaguardare la libertà cristiana,
a volte ha fatto delle affermazioni avventate e imprudenti che i suoi
avversari hanno preso per accusarlo, ma parlando di Johann Agricola
(Schneider) ha detto: «Togliendo la legge, egli toglie anche il
101
RIESS Florian, Antinomisme, in Dictionnaire Encyclopédique de la Théologie
Catholique, t. I, 3a ed., Paris 1886, p. 360; cit. da VAUCHER Félix Alfred,
Décalogue, p. 40.
102
WELTE Benedickt, Décalogue, in idem, t. VI, Paris 1869, p. 105; cit. A.F.
Vaucher, idem, pp. 40,41.
103
AA.VV., Catechismo della Chiesa Cattolica - testo integrale e commento, ed.
Piemme, Casale Monferrato 1993, art. 2078,2079,2082, pp. 390.
104
ZWINGLI Huldrych, Brève instruction chrétienne, 1523, Genève 1953, p. 14;
cit. A.F. Vaucher, idem, p. 41.
160
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
vangelo; egli trae la nostra credenza dal fermo appoggio della
coscienza, per sottometterla ai capricci della carne».105 Nel 1530
dichiarava: «Eccomi diventato discepolo del decalogo. Io comincio a
comprendere che il decalogo è la dialettica del Vangelo, e i Vangelo
la retorica del decalogo».106
Calvino, che ha trattato la legge nei capitoli VII, VIII e IX del
suo secondo libro dell’Istituzione Cristiana, la esaltava e scriveva tra
l’altro: «Quando il Signore Gesù dice che non è affatto venuto per
abolire la legge, ma per compierla, e che non passerà una sola lettera
fino a che cielo e terra non passeranno, che tutto ciò che è scritto si
compia: in ciò dimostra che con la sua venuta la riverenza e
l’obbedienza della legge non è in nulla diminuita».107
Il Decalogo preesistente al Sinai
Il Decalogo, sebbene Dio l’avesse dato dopo l’esodo dall’Egitto,
preesisteva a quel periodo. Al Sinai Dio non fa altro che codificare la
sua legge e tutte quelle prescrizioni che Mosè mette per iscritto sono
ciò che i patriarchi dal tempo di Adamo si trasmettevano oralmente.
Di Abrahamo Dio dice: «Ubbidì alla mia voce e osservò quello che
gli avevo ordinato, i miei comandamenti, i miei statuti e le mie
leggi».108 Davide invita il figlio Salomone a mettere in pratica le
stesse cose: «Comandamenti, statuti e leggi» che Mosè ha scritto
nella legge e per questo motivo prega il Signore affinché dia a suo
figlio un cuore ben disposto.109
105
LUTHER Martin, Mémoires, ed. Michelet, t. II, p. 159; cit. A.F. Vaucher,
idem, p. 41.
106
Idem, p. 285; cit. A.F. Vaucher, idem, p. 41.
107
CALVIN Jean, Institution chrétienne, t. II, Genève 1955, p. 120; cit. A.F.
Vaucher, idem, p. 43.
108
Genesi 26:5.
109
1 Cronache 29:19; 1 Re 2:3.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
161
II parte – Capitolo II
Prima che la legge venisse promulgata al Sinai il testo sacro
riportava già il principio di ognuno dei dieci comandamenti.110
Importanza del IV comandamento111
Circa i comandamenti: «Non uccidere», «non commettere
adulterio», «non rubare», «non dire falsa testimonianza», non ci sono
problemi perché tutti, sia cattolici che protestanti, li accettano, fanno
parte dei principi morali universali. Il dissenso è sul IV comandamento.
«Ricordati di santificare il giorno del sabato. Per sei giorni
lavorerai, ed attenderai a tutte le tue opere. Ma il settimo giorno è il
sabato del Signore Dio tuo; in esso non farai alcun lavoro, né tu, né
il tuo figliolo, né la tua figliola, né il tuo servo, né la tua ancella, né
il tuo giumento, ed il forestiero che si trova fra le tue porte. In sei
giorni infatti il Signore fece il cielo, la terra, il mare e tutto ciò che è
in essi, e nel settimo giorno si riposò; per questo, benedisse il giorno
del sabato e lo dichiarò santo» Esodo 20:8-11.
«Il fatto che il sabato occupi un posto così considerevole nel
decalogo, che il linguaggio di questo quarto comandamento sia così
solenne, e che questo comandamento sia ripetuto molte volte
nell’A.T., mostra che si tratta di un’istituzione assolutamente centrale
nella vita del popolo di Dio».112
Gesù in polemica con i farisei, non sulla validità della santificazione del sabato, ma sul come santificarlo, affermava: «Il sabato è
stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figlio
dell’uomo è Signore anche del sabato» Marco 2:27,28; Matteo 12:8.
Dio fin dall’Eden (e quindi molto prima del Sinai e della
formazione del popolo d’Israele) ha offerto all’uomo un dono che gli
ricordi la sua origine e il fatto che la sua esistenza è legata al
110
I: Genesi 3:1-6; II: Genesi 35:1-4; III: Esodo 32:4-6,21; IV: Genesi 2:2,3;
Esodo 16; V: Genesi 9:22,23; VI: Genesi 4:6-9; VII: Genesi 39:7-9; VIII: Genesi
30:33; IX: Genesi 4:9; 12:18; X: Genesi 3:6.
111
Per una più ampia esposizione del significato del IV comandamento vedere il
nostro Capitolo XVI.
112
W.A. Visser’t Hooft in AA.VV., o.c., p. 50.
162
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
Creatore. Iddio ha fatto questo dono all’uomo e «per l’uomo vuol
dire: non per un tempo, un paese, un popolo, ma per l’uomo di tutti i
tempi, di tutti i popoli, di tutti i paesi»113 e «il sabato è fatto per
l’uomo, per il suo bene, per il suo riposo, per lo sviluppo della sua
vita interiore e per gli interessi supremi della sua anima».114
«Come il mondo nel riposo sabbatico di Dio ha raggiunto il suo
ultimo perfezionamento, così l’uomo deve, mettendosi a disposizione
di Dio al sabato, testimoniare che la sua esistenza è legata a lui».115
È per questo motivo che il comandamento inizia con l’ordine:
«Ricordati». Gesù dice che in questo giorno ha posto il segno della
sua signoria. Rivendicando il suo titolo di Signore e padrone del
sabato, non vuole attribuirsi il diritto di distruggerlo o modificarlo,
bensì quello di difenderlo, sia contro le trasgressioni sia nei confronti
delle deformazioni. Gesù è il Signore del sabato perché è lui che lo
ha originato essendo l’artefice della creazione. Presentandosi come
Signore del sabato ci ricorda che è il Signore delle nostre persone e
del nostro tempo.
Era con l’osservanza del sabato che Israele prima e la cristianità
poi avrebbero dimostrato al mondo di appartenere a un Dio che è il
Creatore dell’Universo.
«Il sabato è menzionato 58 volte nel N.T., sempre con il suo
carattere specifico di giorno sacro consacrato al riposo, al culto e a
degli atti di misericordia».116
«Il Signore e gli apostoli hanno... distinto, onorato, solennizzato
il giorno di riposo».117
A coloro che traggono un argomento per la non osservanza di
questo comandamento dall’assenza, nel Nuovo Testamento, di ordini
113
GODET George, Le bon droit du dimanche, Neuchâtel 1893, p. 44.
L. Bonnet, o.c., t. I, Les Evangiles, p. 262.
115
SCHEDL Claus, Storia del Vecchio Testamento, vol. I, Roma 1963, p. 22.
116
LEWIS Abram Herbert, A Critical History of the Sabbath and the Sunday, 2a
ed., Plainfield, New Jersey, 1903, p. 4; cit. da A.F. Vaucher, Le jour du repos, ed.
1963, p. 23.
117
GUERS Émile; cit. da VUILLEUMIER Jean, Le jour de repos à travers les
âges, p. 5.
114
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
163
II parte – Capitolo II
positivi riguardo al sabato, si può rispondere con Galley: «Noi non
possiamo domandare al Vangelo una nuova promulgazione del
quarto comandamento, poiché sarebbe una negazione implicita della
sua autorità anteriore. Nessun comandamento è nuovamente promulgato dal Vangelo se non con questa parola del Maestro: “Io non sono
venuto per abolire la legge e i profeti, ma adempierli”. Ma mentre il
N.T. contiene delle raccomandazioni formali di osservare diversi altri
comandamenti, il sabato non è sanzionato che dall’esempio di Gesù e
degli apostoli, e dalle testimonianze indirette che essi gli rendono nel
loro linguaggio».118 Possiamo anche aggiungere che il N.T., non
118
GALLEY Émile, Le Dimanche est d’institution divine, Lausanne 1872, p. 58;
cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 28.
Vedremo qui di precisare il significato di due testi di Paolo che, non capiti,
sono all’origine di malintesi.
Romani 14:5,6.
Nel capitolo 14 di questa epistola l’apostolo parla di un problema che divideva la
Chiesa in due fazioni. C’era chi voleva digiunare, astenendosi dalla carne in alcuni
giorni della settimana per realizzare e manifestare una maggiore spiritualità, e altri
che contrariavano questo atteggiamento, considerandolo non importante per lo
sviluppo morale del credente. La pratica del digiuno era comune presso tutti i
popoli ed era praticata anche in Israele: «Io digiuno due volte la settimana» Luca
18:12. Ora questo digiuno veniva fatto in giorni particolari della settimana. Nella
Didachè, uno scritto del 150 d.C., si legge al capitolo 8: «Che i vostri digiuni non
siano nello stesso tempo di quelli degli ipocriti: essi digiunano il II e il V giorno
(cioè il nostro lunedì e giovedì) della settimana, mentre voi digiunate il IV giorno
(nostro mercoledì) e il giorno della preparazione (preparazione al sabato, cioè il
nostro venerdì) Luca 23:23-24». La Didachè citata a sostegno della non più
validità dell’osservanza del sabato, IV comandamento, trova in questo passo una
indiretta testimonianza. La citazione riportata presenta dei giorni considerati più
atti al digiuno che all’osservanza di un giorno particolare di riposo, come espresso
dal IV comandamento. Ciò è stato riconosciuto fin dai primi secoli e anche da
esegeti moderni. Quindi «tutti i giorni sono uguali», hanno lo stesso valore per il
digiuno, che consiste nel mangiare solamente verdure.
«Colui che stima un giorno più d’un altro, vede certi giorni come impropri a
certe azioni o altri come esigenti certe prestazioni o certe astinenze... È abbastanza
chiaro dal contesto che si tratta di astinenze. È ciò che hanno compreso quasi tutti
gli antichi, pure coloro che vedevano nei deboli i giudeo cristiani: Origene,
Crisostomo, Teodoreto, Ambrosiaste, Pelagio, lo pseudo Primasio, Tommaso... Se
164
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
si esclude S. Gerolamo, che difendeva il digiuno contro Gioviniano,... gli antichi
hanno riconosciuto a proposito dell’osservanza dei giorni, che Paolo indicava, delle
pratiche ascetiche» LAGRANGE Albert M.H., Épître aux Romains, 3a ed., Paris
1922. «Certi fanno distinzione fra i giorni. Niente indica qui che si tratta di
giudaizzanti, non si troverà qui un’allusione al sabato, ma a delle pratiche
d’astinenza o di digiuni fissati in date regolari» LEENHARDT Franz J., Épître de
S. Paul aux Romains, Neuchâtel-Paris 1957, p. 196. La Bible de Jérusalem, ed.
fascicoli, in nota scrive: «In base al contesto si tratta di cristiani ai quali una fede
insufficientemente illuminata non dà delle convinzioni così ferme per agire con
una coscienza sicura (versetti 2,5,22). Essi si sentono obbligati in certi giorni
(versetto. 5), forse in forma permanente (versetto 21) ad astenersi dalla carne o dal
vino (versetto 2,21); pratiche ascetiche conosciute nel mondo pagano (Pitagorici) e
nel mondo giudaico (Esseni)».
Colossesi 2:16.
Due spiegazioni. La prima. La morte di Gesù ha inchiodato alla croce la nostra
dichiarazione di condanna. La salvezza ha unito il credente a Cristo e quindi per
l’uomo convertito non c’è più nessuna condanna (Romani 8:31). Ciò che viene
inchiodato alla croce non è la legge ma l’atto di accusa. Nel brano che viene citato,
il sabato è indicato come l’ombra di cose che dovevano venire. Allora, si sostiene,
il IV comandamento, essendo un’ombra di cose che devono venire, per quale
motivo lo si deve ancora osservare? Prima di concludere nel dire che il sabato, IV
comandamento, faceva parte della legge morale e quindi non viene abolito, questo
passo, se riguarda il sabato IV comandamento, è in relazione al suo aspetto
cerimoniale, come hanno sostenuto numerosi teologi.
«Feste, noviluni e sabati» indicano, come nei passi dell’Antico Testamento (1
Cronache 23:31; 2 Cronache 2:4; 31:3; Osea 2:11), le grandi feste annuali,
mensili e settimanali. «L’apostolo indica tre aspetti delle feste giudaiche: prima di
tutto, le grandi solennità di Pasqua, di Pentecoste, e dei Tabernacoli; poi le feste
mensili, e infine i sabati settimanali» L. Bonnet, o.c., vol. III, 3a ed., 1892, p. 458.
Sebbene esegeti cattolici e protestanti abbiano visto nel sabato menzionato
l’indicazione di una festa religiosa settimanale distinta dal IV comandamento, (il
nome sabato significa riposo, cessazione e viene attribuito a ogni festa), crediamo
più corretto dire che questa espressione di S. Paolo sia inerente al IV
comandamento, 7o giorno della settimana. Questo non vuole dire che l’apostolo
invalidi l’osservanza del sabato IV comandamento, ma considera come superato
ciò che nell’osservanza di questo comandamento è un’ombra di ciò che doveva
venire. «Nel sabato della dispensazione mosaica c’era, accanto all’aspetto morale,
un aspetto cerimoniale e un aspetto giudiziario» SCOTT Thomas, The Holy Bible,
vol. VI, Boston 1853, p. 372. È questo aspetto che il sacrificio di Cristo ha
realizzato e compiuto (vedere Numeri 28:9,10). Quindi Paolo voleva dire: «Che
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
165
II parte – Capitolo II
nessuno vi faccia osservare delle feste, dei noviluni o anche il sabato. In se stesse,
queste cose, quali esse sono presentate dai falsi dottori, separati da Cristo, non sono
che delle ombre di ciò che doveva avvenire; e ciò che doveva seguire non era
un’ombra vana ma la sostanza, cioè Cristo. - Paolo vuole semplicemente mostrare
che non c’è nessun vantaggio a osservare dei riti e delle cerimonie, perfino anche il
sabato settimanale, se nello stesso tempo si rigetta il Cristo» RICHARDSON
William Edwin, A study of the historical Background and the Interpretation of
Colossien 2:14-17, tesi dell’Università Andrews, Berrien Springs, Michigan, 1960,
pp. 79, 81. Del resto tutta l’epistola è una esaltazione del Cristo «nel quale tutti i
tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti. Poiché in lui abita
corporalmente tutta la pienezza della Deità» (Colossesi 2: 3, 9). Paolo ripete le
parole di rimprovero del profeta Isaia (1:13,14) e di Osea (2:11) di fronte ad una
manifestazione religiosa con l’osservanza di feste, noviluni e sabati ma disgiunta
dall’accettazione completa dell’Eterno.
Nella lunga lettera d’Ignazio ai Magnesiani si legge: «Noi non dobbiamo
osservare il sabato giudaizzando e rallegrandoci di essere oziosi... Ma che ognuno
di voi osservi il sabato spiritualmente, godendo della meditazione della legge, non
del riposo corporale». Il «non più sabatizzare» significa osservare il sabato non alla
maniera giudaica, contro la quale Gesù stesso ha polemizzato a varie riprese con i
farisei, ma secondo l’esempio del come santificarlo.
Del resto il IV comandamento, come è formulato nel Decalogo, non è
un’ombra di qualcuno che deve venire, bensì un ricordo di qualcosa che si è
compiuto nel passato: la creazione.
A quanto spiegato crediamo sia opportuno aggiungerne una seconda che,
sebbene forse più difficile, riteniamo risponda meglio al testo biblico. Traiamo
queste considerazioni dall’aggiunta che Bacchiocchi Samuele ha fatto alla sua tesi
di laurea alla Gregoriana di Roma, Un esame dei testi biblici e patristici dei primi
quattro secoli allo scopo d’accertare il tempo e le cause del sorgere della
domenica come giorno del Signore, aprile 1974, dopo essere rientrato negli Stati
Uniti.
Stabilire il background storico-religioso dell’eresia colossese non è facile,
poiché le allusioni ermetiche e concetti quali: «tradizione» 2:8, «pienezza» 2:9,10,
«filosofia» 2:8, «mangiare e bere» 2:16, «principati e potestà» 2:15, «elementi del
mondo» 2:8,20, corrispondono a concetti sia del «giudaismo antico», sia del
«sincretismo ellenistico», vedere DUPONT Jacques, Gnosis: La Connaissance
Religieuse dans les Épîtres de S. Paul, 1949, pp. 256,489-493.
L’insegnamento che Paolo contesta nella lettera ai Colossesi è caratterizzato
da un errore teologico e pratico. Teologicamente, la «filosofia» colossese si trova
in contrasto con Cristo per diversi aspetti. La sua fonte di autorità, secondo Paolo,
era una «tradizione» e il suo scopo era di insegnare la vera «saggezza» 2:3,32,
166
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
«conoscenza» 2:2,3; 3:10 e «comprensione» 1:9; 2:2. Per raggiungere tale
conoscenza i cristiani erano spinti a rendere omaggio ai principati cosmici 2:10,15
e agli «elementi del cosmo» 2:8,18,20. Che cosa Paolo intenda con questa ultima
frase è ancora molto dibattuto. La maggior parte degli esegeti moderni comunque
ha adottato un’interpretazione personificata degli stoicheia (specialmente in base
al testo parallelo di Galati 4:3,9; cfr. 3:19) identificandoli con i mediatori angelici
della legge (Atti 7:53; Galati 3:19; Ebrei 2:2) e con gli dèi astrali pagani ai quali si
attribuiva il controllo del destino dell’umanità. Vedere BULTMANN R.K.,
Theology of the New Testament, 1961; WHITELY D.E.H., The Teology of S. Paul,
1964, p. 25. Per ottenere la protezione di questi poteri e principati cosmici, i
«filosofi» colossesi sollecitavano i cristiani a offrire un’adorazione cultuale ai
poteri angelici (2:15,18,19,23) e a seguire pratiche ritualistiche e ascetiche
(2:11,14,16,17,21,22). Comportandosi in questo modo si credeva di accedere
meglio e di partecipare alla divina «pienezza» 2:9,10; cfr. 1:19. L’errore teologico
quindi consisteva fondamentalmente nel frapporre dei mediatori inferiori come gli
angelici al posto del Capo stesso (2:9,10,18,19).
Risultato pratico di queste speculazioni teologiche era l’insistenza su uno
stretto ascetismo e ritualismo. Questo consisteva nello «spogliare il corpo della
carne» 2:11 (che significava evidentemente una separazione dal mondo) - la frase
suggerisce la pratica dei culti mistici quando, nel rito di iniziazione, il devoto si
toglie gli abiti e fa un bagno di purificazione. Vedere LOHSE Edward, A
Commentary on the Epistles to the Colossian and to Philemon, 1972, p. 102, nota 3
- un trattamento severo del corpo (2:23), la proibizione di assaggiare o toccare certi
cibi o certe bevande (2:16,21) e l’accurata osservanza di giorni sacri, di feste
stagionali, di noviluni, di sabati (2:16). I cristiani presumibilmente erano portati a
credere che, sottomettendosi a queste pratiche ascetiche, non abbandonassero la
loro fede in Cristo, ma piuttosto ricevevano una ulteriore protezione ed erano così
assicurati al pieno accesso della pienezza divina. Questo può essere dedotto sia
dalla distinzione fatta da Paolo tra il vivere «secondo gli elementi del cosmo» e
«secondo Cristo» 2:8, sia dall’insistenza dell’apostolo sulla supremazia del Cristo
incarnato nel quale «abita corporalmente tutta la pienezza della deità» 2:9, e
perciò i cristiani ottengono «la pienezza» della vita, non attraverso gli elementi del
cosmo, ma attraverso Cristo, «che è il capo di ogni potestà e autorità» 2:10; confr.
1:15-20; 3:3.
Sulla base di queste semplici linee possiamo stabilire che il sabato è
menzionato nella lettera, non nel contesto di una discussione diretta sull’obbligo
della legge, ma piuttosto nel contesto di credenze e pratiche sincretistiche, che
incorporano elementi del Vecchio Testamento, senza dubbio per avere una
giustificazione dei loro principi ascetici (Vedere CAIRD A.B., Paul’s Letters from
Prison, 1976, p. 198).
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
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II parte – Capitolo II
Cosa viene inchiodato alla croce? I falsi maestri stavano «ingannando» 2:4 i
cristiani spingendoli a credere che l’osservanza di «regole» era necessaria per
cercare la protezione di quegli esseri cosmici che erano reputati capaci di aiutarli a
essere partecipi della completezza e della perfezione della divinità. Opponendosi a
questo insegnamento, Paolo enfatizza due verità vitali. In primo luogo egli ricorda
ai Colossesi che in Cristo, e in lui solo, «abita corporalmente la pienezza della
deità» 2:9 e che perciò ogni altra forma di autorità esistente è subordinata a lui,
«che è il capo di ogni potestà e autorità» 2:10. In secondo luogo l’apostolo
riafferma che è solo “in” e “attraverso” Cristo che il credente può «pervenire alla
pienezza di vita» 2:10, perché Cristo non solo possiede la «pienezza della deità»,
ma provvede pure alla pienezza «della redenzione» e al «perdono dei peccati»
1:14; 2:10-15; 3:1-5.
Per spiegare come Cristo elargisca la «perfezione» 1:28; 4:12 e «la pienezza»
1:19; 2:9 al credente, Paolo, come WEISS Harold ha convincentemente mostrato,
«non ricorre alla legge ma al battesimo» (The Law in the Epistle to the Colossians,
in The Catholic Biblical Quarterly, p. 305). Questo fatto rappresenta una
variazione significativa, visto che la spiegazione del significato della legge è
spesso parte integrante della presentazione del Vangelo fatta da Paolo, anche se in
tutto il capitolo 2 di Colossesi il «termine “legge” nomos sia assente... dalla
controversia» E. Lohse, o.c., p. 116. Weiss (o.c., p. 307) sottolinea similmente:
«Desidero... ripetere quello che fu detto all’inizio: in tutta l’epistola la parola legge
non è mai usata. Non solo, ma tutto il rilievo della legge, che appare inevitabile per
Paolo quando presenta il suo vangelo, è completamente assente». Ciò conferma
quanto abbiamo detto precedentemente, e cioè che l’eresia colossese non era basata
sul legalismo giudaico abituale, ma piuttosto su un certo tipo di regole (dogmata)
ascetiche e cultuali inusitate (sincretistiche), che minano la onnisufficienza della
redenzione operata da Cristo.
I benefici del battesimo sono presentati concretamente come il perdono di
«tutte le nostre trasgressioni» 2:13; 1:14; 3:14, che ha come conseguenza l’essere
«fatti vivere» in Cristo (2:13).
Che cosa intendeva Paolo per cheirografon (termine usato nell’antichità nel
senso di «accordo scritto» o di «certificato di debito»? MOULTON-MILLIGA,
The Vocabulary of the Greek Testament, 1929, p. 687.
Oltre alle difficoltà grammaticali, «sembra difficilmente paolino», scrive
HUBY J., Saint Paul: Les Épîtres de la captivité, 1974, p. 73, «rappresentare Dio
come crocifiggente quella “sacra” cosa (Romani 7:6) che era la legge mosaica».
Ma cancellare la legge morale significa lasciare l’umanità senza principi morali. La
colpa non è eliminata distruggendo il codice legale.
«Nel giudaismo la relazione tra l’uomo e Dio era spesso descritta tra un
debitore e il suo creditore» E. Lohse, o.c., p. 108. Per esempio un rabbi diceva:
168
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
«Quando un uomo pecca, Dio registra il debito di morte. Se l’uomo si pente, il
debito è cancellato (cioè dichiarato nullo). Se egli non si pente, quello è annotato
come rimanente autentico (valido)» Tanhuma Midrash, 140b. Nell’Apocalisse di
Elia si trova la descrizione di un angelo che tiene un libro, chiamato esplicitamente
cheirografon, in cui sono ricordati i peccati del veggente. Sulla base di questi e di
altri esempi, è abbastanza ovvio che cheirografon è o un «certificato di
indebitamento dovuto al peccato» o il «libro in cui si ricordano i peccati» ma non
la Legge di Mosè, poiché quest’ultima, come è saggiamente sottolineato da Weiss,
«Non è un libro di ricordi» Idem, p. 302. Distruggendo il ricordo dei peccati, Dio
toglie la possibilità dell’accusa che sempre è rivolta contro quelli che hanno
peccato. Vedere la promessa simile in Isaia 43:25. Sulla croce Dio ha cancellato i
nostri peccati e ci ha garantito un pieno perdono.
Non si discute qui, quanto riguarda «il mangiare, il bere» come dice LENSKI
R.C.H. (The Interpretation of St. Paul’s Epistles to the Thessalonians, to Timothy,
to Titus and to Philemon, 1946, p. 123), di «cibi e bevande adatti o inadatti,
essendo alcuni puri e altri impuri, ma di regole su quando mangiare e bere e
digiunare». «Non è questione di distinguere tra puro e impuro come raccomandato
in Levitico 11, ma della pratica del digiuno secondo il costume degli asceti pagani»
HUGEDÈ Norbert, Commentaire de l’Épître aux Colossiens, Labor et Fides,
Genève 1968, p. 143. «La questione non è affatto quella della distinzione tra cibo
legale e illegale, ma tra mangiare e bere o l’astinenza. Nella sua mente c’è il
problema dell’ascetismo piuttosto che quello della purezza rituale» PEAKE A.S.,
The Epistle to the Colossians - Expositor’s Greek Testament, 1942, p. 530. «Non
toccare, non assaggiare, non maneggiare», restrizioni ascetiche tese a promuovere
«un rigore devozionale e umiltà e severità verso il corpo» 2:23, sono estranei agli
insegnamenti legali giudaici. Normalmente tali insegnamenti sorgono da una
concezione dualistica della vita che nega alla parte materiale del mondo e del corpo
umano di giungere ad un grado di santità più alto.
«Nessuno continui a giudicarvi» non significa condannare, ma esprimere
un’opinione. «Quello che egli dice è che l’osservanza (o, implicitamente, la non
osservanza) non costituisce la base su cui qualcuno possa sedere per giudicare i
Colossesi» LUKYN Williams A., The Epistles of Paul the Apostle to the
Colossians and to Philemon, 1928, p. 103.
Concludiamo quindi che nel versetto 16 l’ammonizione non è contro il sabato,
feste e leggi alimentari, ma invece contro coloro che pretendono che queste
pratiche siano un aiuto indispensabile per raggiungere la perfezione cristiana e una
protezione necessaria dagli «elementi del cosmo», negando così la onnisufficienza
di Cristo. MARTIN Ralph P. (Colossians and Philemon, New Century Bible, 1974,
p. 19), scrive: «La regola principale deve essere sottolineata. Paolo non sta
condannando l’uso di giorni o di stagioni sacre... Quello che lo spinge qui è il
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
169
II parte – Capitolo II
motivo errato dell’osservanza di feste sacre è fatta diventare parte del culto
promosso a Colosse all’indirizzo degli elementi del cosmo, i poteri astrali che
dirigono la corsa delle stelle e regolano il calendario. E così essi devono essere
placati».
Perché queste pratiche possono essere considerate un’«ombra»? Quindi
accettati da Dio in un certo tempo e rigettati poi? La spiegazione più plausibile è
che Paolo non sta discutendo intorno all’origine, alla forma e alla legittimità di
queste osservanze, ma che egli invece ammette un loro valore, evidentemente
perché riconosceva in esse l’espressione di nobili e sincere - sebbene traviate aspirazioni spirituali. Quello che l’apostolo fa, comunque, è porre queste
osservanze nella prospettiva di Cristo, attraverso il contrasto «ombra-corpo». È
possibile che il contrasto ombra-corpo che deriva da Platone (Repubblica 7, 514a517a; 10; 596; Timeo, 46c; 71b), fosse usato dai filosofi colossesi per insegnare
che «la realtà piena» (pleroma) poteva essere raggiunta solo venerando «le
ombre», soprattutto gli angeli e gli elementi del cosmo, per mezzo di un regime
ascetico. Se così fosse, Paolo risponderebbe al loro insegnamento dando, al
contrasto proposto da loro, un orientamento cristologico.
Come nella lettera ai Romani 14 Paolo non condanna gli scrupoli dietetici di
alcuni fratelli, ma esorta piuttosto ad averli «in onore del Signore» 14:16 e
riconosce in questo loro atteggiamento una funzione positiva, così, in questa lettera
ai Colossesi, Paolo dice che non solo l’osservanza dei giorni sacri, ma anche gli
scrupoli alimentari possono fungere da ombra, preparando i cristiani per la realtà
del mondo a venire.
Paolo in Colossesi 2:16 non sta condannando l’astinenza dai cibi e dalle
bevande, o la pratica dell’osservanza di giorni sacri, come il sabato, ma le
motivazioni sbagliate di queste osservanze. Ciò che Paolo combatte è la
promozione di queste pratiche come aiuti ausiliari per la salvezza e mezzi per
ottenere la protezione degli «elementi cosmici».
Il sabato che Paolo presenta può essere l’osservanza del VII giorno della
settimana, IV comandamento, ma non nello spirito dell’evangelo. Nel contesto
dell’eresia di Colosse sembra che il sabato sia stato osservato non come un segno
della creazione, dell’elezione o della redenzione, ma come afferma E. Lohse, «a
causa degli elementi del cosmo, che dirigono il corso delle stelle e che così
stabiliscono pure minuziosamente l’ordine del calendario» o.c., p. 115. Bisogna
notare che questa superstizione astrologica non era solo presente nei circoli
ellenistici, ma anche nel giudaismo. La comunità di Qumran faceva speculazioni su
relazioni tra angeli, le potestà delle stelle e la stretta osservanza di tempi sacri
(vedere libro dei Giubilei, 5:15 e seg.; 6:32-38; 23:19). La setta giudeo-cristiana
degli Elcasiti, circa 100 d.C., ci fornisce un esempio di come la venerazione dei
poteri astrali influenzasse la loro osservanza del sabato. Ippolito riporta: «Elcasai
170
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
riportando espliciti insegnamenti sull’osservanza del IV comandamento, dimostra che esso era osservato in tutta la cristianità di
origine ebraica e di origine gentile. Se così non fosse stato, avremmo
avuto nel testo biblico delle testimonianze di conflitto nella
comunità, come ci sono state per altre osservanze.
L’osservanza del Sabato nei primi cinque secoli dopo Cristo
parla così: “Là esistono stelle cattive di empietà... guardatevi dal potere dei giorni,
dalla sovranità di queste stelle e non intraprendete imprese incerte durante i giorni
in cui queste dominano. E non battezzate uomini o donne durante i giorni del
potere di queste stelle, quando la luna (emergendo) di fra esse, percorre il cielo e
viaggia insieme con esse... Ma, soprattutto, onora il giorno del sabato, poiché quel
giorno è uno di quelli durante il quale prevale (il potere) di queste stelle”» Ippolito,
La Refutazione di tutte le eresie, 9,11; confr. Epifanio, Adversus Haereses, 29,8,5.
Simili superstizioni astrologiche sottostanno all’osservanza del sabato di Cerinto
(vedere Filastrius, Haereses, 36), di Desiteo di Samatra (vedere Origene, De
Principiis, 4,3,2), dei Simoniani (vedere pseudo Clemente, Omelia, 2,35,3) e degli
Hipsistariani (vedere Gregorio Nazianzeno, Oratio, 18,5; MIGNE, P.G., 35,991).
Nel mondo pagano il sabato era visto come un giorno nefasto per la sua
associazione con il pianeta Saturno.
Considerate le radicate superstizioni astrologiche che influenzavano
l’osservanza dei giorni, sembra plausibile pensare che l’osservanza del sabato
promossa dai maestri ascetici di Colosse - noti per il loro incoraggiamento
all’adorazione degli elementi del cosmo - possa essere stato solo di tipo rigoristico
e superstizioso. Una messa in guardia contro tale tipo di osservanza del sabato fatta
dall’apostolo sarebbe stata non solo opportuna ma anche desiderabile. Ma in questo
caso Paolo non starebbe attaccando il principio del sabato ma il suo pervertimento.
Bisogna osservare che l’apostolo non sta ammonendo contro la forma di questa
osservanza, ma contro la sua funzione pervertita.
Riteniamo che ci sia una ricca documentazione che attesti l’osservanza del IV
comandamento sia nei primi secoli della Chiesa che attraverso i secoli successivi.
Se la Chiesa apostolica per il problema della circoncisione ha indetto il primo
concilio di Gerusalemme (Atti 15), quale e quanti concili avrebbe dovuto fare se
avesse avuto il bisogno, la volontà di cambiare un comandamento del Decalogo?
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
171
II parte – Capitolo II
È pensiero unanime, cattolico e protestante, che «la Chiesa
primitiva di Gerusalemme e in generale i giudeo-cristiani osservassero scrupolosamente il sabato».119
«I primi cristiani, al tempo in cui erano ancora quasi tutti raccolti
nella capitale giudaica, prendevano parte al culto del tempio, ma
senza pregiudizio delle loro riunioni speciali, quelle della nuova
sinagoga che essi avevano costituito fin dai primi giorni. Al di fuori
di Gerusalemme, la più grande espressione della vita religiosa
collettiva era, come per gli ebrei, la riunione settimanale. Queste
riunioni avevano luogo di sabato».120
«Mentre gli Ebrei cristiani di Palestina ritenevano tutta la legge
mosaica, e per conseguenza le feste giudaiche, i cristiani di origine
pagana osservarono sia il sabato che la Pasqua, ma senza
superstizione giudaica».121
«L’idea di trasferire alla domenica la solennità del sabato, con
tutte le sue conseguenze, è un’idea estranea al cristianesimo
primitivo».122
Socrate, lo scolastico di Costantinopoli, il continuatore della
Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, affermava, nella prima
metà del V secolo: «Quasi tutte le chiese del mondo intero celebrano
i santi misteri il sabato di ogni settimana; tranne i cristiani di
Alessandria e di Roma che, in ragione d’una certa vecchia tradizione,
hanno cessato di fare la stessa cosa. Gli Egiziani in vicinanza di
Alessandria e gli abitanti di Tebe tengono le loro assemblee regolari
il sabato».123
119
TOMAS Louis, Le jour du Seigneur, vol. II, pp. 108, 109; cit. A.F. Vaucher,
o.c., p. 29.
120
DUCHESNE Louis, Origines du culte chrétien, 5a ed., pp. 47,48.
121
GIESELER Johann-Karl-Ludwig, Lehrbuch der Kirchengeschichte, 3a ed.,
Bonn 1931, p 1O9; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 29.
122
L. Duchesne, o.c., p. 48.
123
Socrate lo Scolastico, Storia ecclesiastica, vol. V, 22; MIGNE, P.G., LXVII,
1864, col. 635, (traduzione latina), 636 (testo greco); cit. A.F. Vaucher, o.c., pp.
32,33.
172
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
Hermias Sozomène (380-443), governatore di Costantinopoli,
contemporaneo di Socrate, autore lui stesso d’una storia della Chiesa,
scriveva che «a Costantinopoli e in altre città, contrariamente all’uso
di Roma e di Alessandria, ci si riunisce il sabato e anche il giorno
seguente».124
«Nel IV e V secolo, la maggior parte dei cristiani hanno continuato ad osservare contemporaneamente il sabato e la domenica».125
«Nella maggior parte delle Chiese di Oriente e ad imitazione di
quella di Milano, si continuò a festeggiare il sabato come la domenica, con delle assemblee religiose dove si predicava e dove si celebrava la comunione, evitando soprattutto di digiunare in quel giorno».126
Dall’osservanza del sabato all’osservanza della domenica
Il sabato, IV comandamento, sebbene ancora nel V secolo fosse
santificato in quasi tutta la cristianità, specialmente nelle Chiese
d’Oriente dove lavorarono gli apostoli, continuerà a essere osservato
da un numero sempre più ridotto attraverso tutti i secoli e,ben presto,
dopo l’epoca apostolica, anche la celebrazione della domenica
incominciò a essere osservata nella cristianità.
«La festa della domenica, come tutte le altre feste, non è mai
stata che un’ordinanza umana, e gli apostoli non hanno mai pensato
di stabilire un comandamento divino a questo riguardo, né la Chiesa
apostolica primitiva, di trasferire alla domenica le leggi del
sabato».127
124
Hermias Sozomène, Storia ecclesiastica, vol. III, 19; MIGNE, P.G., LXVII,
col. 1477 (testo greco), col. 1478, (traduzione Latina); cit. A.F. Vaucher, o.c., p.
33.
125
KRAFT Robert A., Some notes on Sabbath Observance in early Christianity,
Andrews University Seminary Studies, III, gennaio 1965, p. 53; cit. A.F. Vaucher,
Le jour Seigneurial, Collonges sous Salève 1970, p. 21.
126
CHASTEL Etienne, Histoire du christianisme, vol. II, p. 207; cit. A.F.
Vaucher, idem, p. 21.
127
NEANDER S.A. Wilhelm, Histoire Générale de la Religion et de l’Eglise
Chrétienne; cit. da FAYARD Marcel Isaac, Au seuil des Temps Nouveaux,
Dammarie-les-Lys 1936, p. 296.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
173
II parte – Capitolo II
La celebrazione della domenica «benché la si trovi strettamente
associata alla storia del cristianesimo, non è così antica come
questo».128
«La sostituzione della domenica al sabato non si è fatta d’un
colpo, essa è il risultato d’una lenta evoluzione storica»129 che portò
il primo giorno della settimana a essere generalmente celebrato come
festivo.
Perché questa defezione verso ciò che non è più in armonia con il
comandamento di Dio?
«La Chiesa primitiva ha dovuto tracciarsi un cammino tra due
correnti opposte: quella del giudaismo, per il quale il cristianesimo
non era altra cosa che la continuazione del mosaismo, sotto una
nuova forma, e quella degli gnostici, che reagivano violentemente
contro la religione dell’A.T.».130
Gli ebrei si fecero sempre più intolleranti verso la Chiesa, nei
confronti della quale compirono le prime persecuzioni e procurarono
i primi martiri.
Quando i cristiani lasciarono Gerusalemme che stava per essere
assediata dai Romani nel 70 d.C., furono considerati dei traditori
della Patria e la persecuzione nei loro confronti si intensificò dopo la
distruzione della città santa. I cristiani se partecipavano al culto nella
sinagoga, specialmente al tempo di Bar Kokeba (132-135), e se non
rinnegavano e bestemmiavano il nome di Gesù correvano il rischio di
subire terribili supplizi.
L’imperatore Adriano, dopo lo sterminio degli ebrei, costruì sulle
rovine di Gerusalemme la nuova Elia Capitolina proibendo la
continuazione delle pratiche ebraiche, in particolare la circoncisione
e l’osservanza del sabato. Successivamente Antonio il Pio revocò
queste misure. Ma ugualmente in molte regioni: Libia, Cirenaica,
Cipro, Alessandria, Mesopotamia e Palestina, si sentì il bisogno di
128
ZAHN, Skizzen aus dem Leben der Alten Kirche, 3a ed., p. 613; cit. A.F.
Vaucher, Le jour du repos, p. 46.
129
LUZZI Giovanni, I Fatti degli Apostoli, Firenze 1898, p. 220.
130
A.F. Vaucher, Le jour Seigneurial, p. 23.
174
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
evitare di creare dei sospetti di appartenenza al giudaismo per il fatto
che il mondo pagano non distingueva la differenza tra i cristiani e gli
ebrei.
Per distinguersi dai disprezzati ebrei, la cristianità incominciò ad
abbandonare il sabato.131
Non bisogna dimenticare che il giorno di riposo rende manifesta
la differenza tra una religione e un’altra (il venerdì per i musulmani;
il sabato per gli ebrei e la domenica per i cristiani).
L’altra corrente opposta alla cristianità, come abbiamo già detto,
era quella «degli gnostici, che reagivano violentemente contro la religione dell’A.T.,132 alla quale essi sostituivano un sincretismo che
comprendeva molti elementi presi dalle religioni pagane.
Quindi per distinguersi dal giudaismo, la Chiesa prese le distanze
dal sabato; mentre, per avvicinarsi al mondo pagano che sperava
conquistare, essa ha adottato il giorno del sole come giorno di
culto.133
L’egittologo Arthur Weigall, che fu una delle otto persone, di
particolare importanza, che vennero incaricate di presenziare
all’apertura della tomba del faraone Tut-ankh-amon, così si espresse
a proposito del cambiamento del giorno di riposo: «La Chiesa
santificò la domenica, in parte perché era il giorno della risurrezione,
ma soprattutto perché era la festa settimanale del sole. La politica
cristiana amava adottare le feste pagane care alla tradizione popolare
per dare loro un nuovo significato. La domenica, giorno del sole, era
anche il giorno di Mitra. È interessante notare che Mitra era chiamato
dominus o signore, la domenica dovette essere chiamata il giorno del
signore ancora prima dell’epoca cristiana. La domenica, dedicata al
131
«È in opposizione al giudaismo che ben presto, al posto del sabato, fu
introdotta la festa di domenica» W. Neander, o.c., p. 186; cit. A.F. Vaucher, Le
jour de repos, p. 50
132
Marcione (137-139) digiunava il sabato volendo così manifestare il suo
disprezzo nei confronti del Dio dell’Antico Testamento che considerava cattivo.
133
«Nello stesso tempo l’idea dell’immortalità naturale dell’anima, il culto delle
immagini e dei santi» A.F. Vaucher, Le jour Seigneurial. Questa dottrina la
considereremo nelle pagine seguenti.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
175
II parte – Capitolo II
sole, era sacra da molto tempo per molte religioni pagane, era in
particolare il giorno santificato dagli adoratori di Mitra, che lo
designavano senza dubbio anche sotto il nome di giorno del Signore.
Il fatto che Gesù sia risuscitato di domenica non sembra essere stata
la vera ragione per la quale i cristiani riverirono particolarmente quel
giorno. Avrebbero avuto altrettante ragioni di scegliere il venerdì,
commemorazione della morte del Signore. Sembra che essi furono
influenzati - in questa faccenda come in altre - dal costume pagano, e
che la domenica fu adottata perché gli adoratori di Mitra e di altre
divinità solari consideravano che questo giorno era sacro, e che era
impossibile sopprimere questa abitudine ancestrale».134
Il dr. T.H. Morer, pio rettore anglicano di Londra, scriveva: «Con
una discesa insensibile, i cristiani del II e III secolo furono portati ad
aprire le loro chiese al primo giorno della settimana. Uno dei loro
motivi era di attirare le folle al loro culto dove si cercava di imitare
per quanto possibile i riti pagani... È innegabile che noi dobbiamo il
nome di questo giorno (sunday = giorno del sole) ai Greci e ai
Romani; riconosciamo inoltre che gli antichi Egiziani adoravano il
sole e che gli avevano consacrato questo giorno come memoriale
permanente della loro venerazione. E noi scopriamo che, per
l’influenza del loro esempio, altri popoli, e tra essi gli Ebrei pure, gli
resero degli onori.135 Questi abusi non impedirono ai Padri della
134
WEIGALL Arthur, Survivances païennes dans le monde chrétien, Paris 1934,
pp. 126,196,197 Che non si santificò la domenica a ricordo della risurrezione è
confermato anche dallo storico protestante W. Neander che scrisse: «Essi
celebravano la domenica di ogni settimana, non in ragione della risurrezione del
Cristo, la qual cosa non si sarebbe accordata con la loro dottrina, ma perché questo
giorno era consacrato al sole, che era in realtà il loro Cristo» o.c., vol. II, 1851; cit.
da A.F. Vaucher, o.c., p. 53.
135
Baal (Giudici 2:11,13 ecc.), Tammuz (Ezechiele 8 :14), Moloc (Levitico 18:21
ecc.) erano divinità solari.
Sebbene nella Scrittura l’adorazione di queste divinità non viene messa in
relazione con l’osservanza del primo giorno della settimana, il Sabato però a più
riprese viene considerato come il giorno di YHWH e la cui osservanza è indicata
come segno di appartenenza e strumento di trasformazione da parte di Dio (Esodo
31:16; Ezechiele 20:12,20)
176
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
Chiesa cristiana - che avrebbero dovuto ripudiare o abolire sia questo
giorno sia il nome che lo designava - di utilizzare e di santificare
l’uno e l’altro. É d’altronde ciò che essi fecero per dei templi pagani
profanati da culti idolatri... Così per la domenica (sunday), giorno in
cui i gentili adoravano solennemente questo astro e che essi
chiamavano giorno del sole; ... i cristiani stimarono opportuno di
osservare lo stesso giorno e di conservarne il nome, alfine di non
apparire rigidi senza motivo, di non mettere ostacoli alla conversione
dei gentili e di non sollevare ancora più grandi prevenzioni contro
l’Evangelo».136
Anche per quanto riguarda le altre «feste cristiane, esse si sono
fissate con naturalezza nei giorni già scelti dalle feste pagane,
affinché i cristiani non si distinguessero troppo dai pagani, da una
parte, e il popolo vedesse meno differenza tra le due religioni che
festeggiano lo stesso giorno».137
Tertulliano verso il 200 presentava l’apostasia della Chiesa in
Africa scrivendo: «Noi abbiamo abbandonato i sabati, i noviluni e le
feste che precedentemente erano predilette dal Signore, osserviamo
ora i Saturnalia, i Capodanni, le Matronali e il solstizio d’inverno.
Doni sono dati e ricevuti, i giochi rimbombano di chiasso, i banchetti
strepitano. O come è da preferirsi la fedeltà dei pagani alla loro setta,
in quanto essi non rivendicano per sé alcuna solennità dei
cristiani».138
«Nel III e IV secolo il mitraismo era diventato a poco a poco il
culto solare più importante dell’Impero Romano. Si chiamava Mitra
“il Sole Invitto”. Nel calendario di Filocolo, datante l’anno 336, il 25
dicembre è indicato: “Natalis Invicti”, e vuole dire “Dies natalis
136
MORER Dr. T.H., Six dialogues on the Lord’s Day, London 1701, pp. 22,23.
CAUZONS Thomas de Cauzons (pseudonimo), Histoire de l’lnquisition en
France, vol. I, Paris 1909, pp. 114,115; cit. A.F. Vaucher, o.c., p. 51; Le Jour
Seigneurial, pp. 25,26.
138
Tertulliano, De idolatria, 14,5, CCL,2,1114; cit. da S. Bacchiocchi, o.c., pp.
392,393.
137
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
177
II parte – Capitolo II
solis invicti” nascita del sole invincibile, una allusione certa a
Mitra».139
Fu a Roma che per la prima volta, forse nello stesso anno, si
celebrò questa festa dedicandola al Cristo e da Roma essa si sparse
per tutto l’impero. «Il dio sole degli ultimi Cesari pagani - Sol
invictus - cedette il suo posto nel calendario al Salvatore cristiano,
suo successore riconosciuto. Il giorno del sole, Solis dies, della
settimana astrologica divenne la domenica cristiana, la festa
settimanale della risurrezione. E l’anniversario della nascita del sole,
Natalis solis invicti, l’alba del 25 dicembre, fu adottata come giorno
della nascita del Salvatore - Natalis Domini, o Natale».140 Massimo
di Torino, morto nel 470, diceva: «La domenica è per noi un giorno
venerabile perché è il giorno in cui il Salvatore, come il sole levante,
dissipa le tenebre degli inferi, brilla della luce della risurrezione. Ed è
per questo che gli uomini di questo secolo lo chiamano giorno del
sole, perché il Sole di giustizia l’ha illuminato levandosi».141
Il ruolo di Roma nel cambiamento dal sabato alla domenica
La Chiesa di Roma in questa apostasia sul giorno di riposo ebbe
un ruolo guida. Seguendo l’esempio dell’eretico Marcione (II secolo)
che digiunava di sabato a disprezzo del Dio dell’Antico Testamento,
Roma si differenziò dalla maggior parte delle comunità occidentali
nel digiunare in quel giorno.
Vittorino di Pattau scriveva: «Il settimo giorno Egli si riposò da
tutte le sue opere; lo benedisse e lo santificò. In quel giorno noi
abbiamo l’abitudine di digiunare142 per potere andare la domenica
139
A. Weigall, o.c., p. 212; vedere CULLMANN Oscar, Noël dans l’Eglise
ancienne, in Cahiers Théologiques, n. 25, Neuchâtel 1949, p. 23.
140
ZIELINSKI Tadeusez, La Bubyle, Paris 1924, p. 95; cit. da A.F. Vaucher, o.c.,
p. 29.
141
Massimo di Torino, Omelie LXI sul Pentateuco, I; MIGNE, P.L., LVII, 1847,
col. 371; cit. A.F. Vaucher, idem.
142
La Didaché, scritta nel secondo secolo, riconosce come giorno di digiuno il
mercoledì ed il venerdì, con quest’ultimo i cristiani si preparavano alla
santificazione del sabato.
178
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
con azioni di grazia verso il pane. Bisogna digiunare anche il venerdì
per non dare l’impressione di osservare il sabato con gli ebrei, di cui
il Signore del sabato stesso, il Cristo, ha detto per mezzo dei suoi
profeti che l’anima sua lo detesta».143 Va da sé che il sabato, a causa
del digiuno settimanale, non poteva essere visto come un giorno di
letizia, di gioia con il quale il credente avrebbe goduto la delizia del
Signore. Il digiuno lo rendeva triste, in esso si prolungava il digiuno
del venerdì ed era naturale che si desiderasse che questo giorno
passasse in fretta. Il sabato in Roma era quindi un giorno scomodo.
Sebbene in Roma si digiunasse di sabato per celebrare l’eucarestia di
domenica, nelle altre Chiese dell’Impero l’eucarestia veniva celebrata di sabato.
Roma col tempo acquistò sempre più la funzione di leadership.
Inoltre vinse il braccio di ferro con le Chiese d’Oriente nel celebrare
la festa di Pasqua non il 14 di Nisan, secondo la tradizione ebraica,
ma la prima domenica successiva.
«Nel II secolo dell’èra cristiana due correnti si contrastavano tra
di loro: una, rifacentesi a Giovanni (l’apostolo), che celebrava (la
Pasqua) assieme ai Giudei il 14 di nisan, qualunque fosse il giorno
della settimana in cui cadeva; l’altra, attestata a Roma e ad
Alessandria, se già non cadeva di domenica la trasferiva a quella
successiva».144 Il primo tentativo di unificare la cristianità su questo
punto fu fatto dal vescovo romano Aniceto (157-168) ma Policarpo,
vescovo di Smirne, persistette per il 14 di Nisan.
Il vescovo di Roma, Vittore (189-198), dopo aver interrogato i
vari vescovi, tentò di imporre a tutte le chiese, sotto minaccia di
scomunica, l’usanza di Roma e di Alessandria. Col tempo l’uso
143
Vittorino di Pattau, De fabrica mundi, 5, CSEL 49, p. 5; cit. da S.
Bacchiocchi, o.c., p. 337. Crediamo utile far notare che: «È il sabato dei farisei
che Gesù condanna, e non quello delle due tavole (della legge)» BURNIER Pierre
Louis Étienne, Études élémentaires et progressives de la Parole de Dieu, vol. IV,
Lausanne 1850, p. 229; nuova ed. rivista da J.A. Parrot, vol. III, Lyon 1900, p. 140.
144
SALVONI Fausto, Da Pietro al Papato, Genova 1970, pp. 265,266, in nota
l’autore precisa che in Oriente la Cena verteva più sulla commemorazione della
morte, mentre in Occidente sulla risurrezione.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
179
II parte – Capitolo II
romano-alessandrino crebbe sempre d’influenza e al concilio di
Nicea (325 d.C.) fu imposto con decreto imperiale.
Gaudenzio di Brescia, contemporaneo di Ambrogio, per spiegare
il significato della Pasqua, utilizzò non solamente il simbolo del
Sole, ma attribuì alla stagione un significato simbolico.
«Il Signor Gesù ha voluto che la festa benedetta della Pasqua
fosse celebrata in un tempo opportuno dopo la nebbia dell’autunno,
dopo la tristezza dell’inverno, e prima del caldo dell’estate. Perché in
realtà Cristo, il Sole della Giustizia, doveva dissipare le tenebre del
giudaesimo e il ghiaccio del paganesimo prima del fuoco del giudizio
futuro, tramite la luce pacifica della sua risurrezione e riportare nel
loro stato primordiale tutte le cose che erano state coperte da una
tetra caligine dal principe delle tenebre».145 Il cardinale parigino J.
Daniélou così commenta il significato di questa evoluzione: «Si
compie così da parte del cristianesimo il processo di astrazione dei
simboli cosmici dei miti pagani in cui si erano pervertiti, nonché
l’assimilazione di essi in quanto simboli del mistero della verità.
Siamo giunti con ciò al quarto secolo, al tramonto del paganesimo,
allorché il cristianesimo ne rivestiva le spoglie».146
La domenica che non era «all’inizio che un complemento
cristiano del sabato, senza che nessuno pensasse a fargli soppiantare
il giorno sacro tradizionale degli Ebrei»,147 finì per prendere il posto
del sabato.
A seguito poi dell’opera apostata di alcuni Padri della Chiesa, i
decreti conciliari e le leggi imperiali lo resero obbligatorio.
La Chiesa cattolica
attribuisce a sé l’autorità di avere cambiato il giorno di riposo
L’arcivescovo Gaspare del Fosso quando il 18 gennaio 1562,
all’apertura della sessione del Concilio di Trento, dopo otto mesi
145
Gaudenzio di Brescia, Sermone 1 di Esodo, in MIGNE, P.L., 20,843; cit. da S.
Bacchiocchi, o.c., p. 398.
146
DANIELOU Jean, Bibbia e Liturgia, p. 403; cit. S. Bacchiocchi, idem.
147
GAILLARD Jean, Le Dimanche, jour sacré, in Cahiers de la Vie Spirituelle,
n. 11, Paris 1/4/1940, p. 524; cit. A.F. Vaucher, Le jour du repos, p. 54.
180
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
d’interruzione, davanti a vescovi e prelati, un terzo in più delle
precedenti sessioni, fece la sua orazione che verteva sull’autorità
della Chiesa, sul primato del Papa e la potestà dei concili, disse:
«L’autorità della Chiesa non è minore di quella della Parola di Dio;
perché la Chiesa ha mutato il sabato da Dio già ordinato nella
domenica,... (e) questi precetti, non per la predicazione di Cristo, ma
per l’autorità della Chiesa sono mutati».148
L’arcivescovo di Reims, mons. Gousset diceva: «La Chiesa
sostituì il primo all’ultimo giorno della settimana... Mentre l’obbligo
di consacrare qualche tempo al culto esteriore e pubblico è di diritto
naturale e divino, l’obbligo di santificare la domenica... non è che di
diritto ecclesiastico».149
La fiaccola della verità non si è mai spenta su questo comandamento
Sebbene durante i secoli bui del Medio Evo la fedeltà al IV
comandamento non sia venuta meno anche se ha suscitato l’ira dei
Concili e diverse persone furono uccise a causa della loro fedeltà, nel
nostro tempo, dice la Bibbia Concordata: «Solo pochi seguaci di
Cristo continuano pur ora a celebrare il sabato (Avventisti)».150
«Gli Avventisti del VII giorno, scrive Adolphe Alfred Tanqueray
nel Dictionnaire de Théologie Catholique, pretendono che non si
possa giustificare con la Scrittura il trasferimento del sabato alla
domenica; e bisogna confessare che, se non si ammette altra regola di
fede che la Bibbia, è difficile dimostrare loro il contrario».151
«L’osservanza della domenica da parte dei protestanti è un
omaggio reso, malgrado loro, all’autorità della Chiesa» di Roma,
dice Mons. Ségur.152
148
SARPI Fra’ Paolo, Storia del Concilio Tridentino, t. IV, 1790, p. 13.
GOUSSET M.T., Théologie morale à l’usage des curés et des confesseurs, t. I,
Paris 1845, p. 238.
150
Bibbia Concordata, nota Genesi 2:1,2.
151
TAMQUERAY Adolphe Alfred, Adventistes, in Dictionnaire de Théologie
Catholique, t. I, Paris 1903, col. 514.
152
Mgr SEGUR, Causerie sur le protestantisme d’aujourd’hui, 3a ed., p. 207.
149
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
181
II parte – Capitolo II
«Essi (gli avventisti) hanno il merito di questa logica, unica fra i
protestanti, a motivo della quale, poiché rifiutano l’autorità della
Chiesa, rifiutano ugualmente di seguirla in ciò che concerne il
trasferimento del giorno del Signore dal sabato alla domenica».153
Riteniamo opportuno riflettere sulle parole del pastore delle Valli
Valdesi, Carlo Gay: «Il decalogo non è mai stato abrogato; esso
contiene e segna la linea di condotta dei credenti, che devono seguire
giornalmente. Il rigore di Dio non è diminuito: la legge dimora santa
e pura, e non passerà uno iota fino alla venuta del Regno di Dio».154
«La legge morale del decalogo ha un valore eterno. Essa resta per
sempre l’espressione della volontà divina... Essa è ancora la legge del
cristiano, poiché, ... il cristiano non è senza legge. Egli è sotto la
legge di Cristo, e la legge del Cristo è la legge del Sinai ben
compresa nel suo spirito... Malgrado le nostre luci evangeliche,
ribelli che siamo, pronti a dare libero corso alle passioni della carne
sotto ombra di spiritualità raffinata, ci fa bene ritornare spesso alla
lettera stessa della legge, a questi comandamenti precisi che non si
lasciano eludere, che prescrivono il bene e proibiscono il male sotto
delle forme concrete».155
«Cristo è risuscitato per dare uno scopo eterno alla nostra
ubbidienza ed è morto perché noi potessimo ubbidire, affinché la
legge ci dia la vita e non la morte. Ciò che la Risurrezione
dell’Agnello ci promette, il suo sangue ce lo comanda».156
Come abbiamo già detto, il Cristo, quale nostro Creatore, è il
Signore del sabato, ha posto in questo comandamento il suo sigillo e
la sua osservanza, è segno dell’avvenuta rigenerazione.
Del resto: «Il Decalogo (come tutte le altre espressioni della
legge dell’A.T.) è similmente uscite dalla bocca del Salvatore. “Io
153
The National catholic Monthly, E.U. v. 33, n. 10, Chicago, Illinois, 10 marzo
1939, p. 24.
154
GAY Carlo, La Bibbia e il suo messaggio, Roma 1948, p. 36.
155
VALLOTTON Paul, La Bible, son autorité, son contenu et sa valeur,
Lausanne 1882, pp. 128,129; cit. da A.F. Vaucher, Le Décalogue, p. 5
156
PURY Roland de, Pierres Vivantes, 2a ed., p. 31.
182
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
sono l’Eterno, l’Iddio tuo, che ti ho tratto dalla casa di servitù”. “Così
parla l’Eterno il tuo Redentore, il Santo d’Israele”. È il Redentore
che comanda, colui che ha dato la sua vita per riscattarci, colui che
ha giudicato che nessun sacrificio era troppo grande per venirci in
aiuto e liberarci dalla schiavitù del Maligno, colui che ha fatto tutto
ciò che era possibile fare per strapparci dalla potenza delle tenebre. È
il Redentore, il Crocifisso, è Gesù Cristo, che pronuncia ognuna delle
parole del Decalogo... Dio non ci comanda nulla senza avercelo
offerto nella sua grazia».157
Conclusione
Cirillo di Gerusalemme scriveva: «Attualmente vi è l’apostasia,
perché gli uomini si allontanano dalla retta fede».158
La conversione nominale di Costantino, all’inizio del IV secolo,
causò grande allegrezza. Il mondo pagano coperto da un mantello
pseudocristiano entrò nella Chiesa.
«Per molto tempo la Chiesa di Roma si è gloriata della sua
immutabilità. Bossuet opponeva ancora alle variazioni del
protestantesimo l’invariabilità del dogma cattolico. Ma la storia dei
dogmi ha diroccato la tesi degli antichi controversisti romani.
Attraverso i secoli Roma ha cambiato; si possono seguire le sue
dottrine dal loro primo fiorire fino al loro completo sviluppo. Essa si
è allontanata a un grado tale dal cristianesimo apostolico, che su
molti punti essa gli ha fatto esattamente il contropiede. Per spiegare
questi cambiamenti, i più abili tra i controversisti cattolici moderni
hanno adottato la teoria dello sviluppo, immaginata da Joseph de
Maistre, perfezionata dai cardinali Newman e Wiseman, e ridotta in
assiomi da Moehler. Secondo questa nuova teoria, i dogmi della
Chiesa sarebbero esistiti in germe nell’insegnamento apostolico;
questi germi si sarebbero sviluppati a poco a poco, conformemente a
delle leggi provvidenziali, in modo da progredire da un secolo
all’altro. La dottrina della Chiesa si sarebbe così arricchita senza
157
158
PURY Roland de, Prefazione, in AA.VV., o.c., pp. 6,7.
Cirillo di Gerusalemme, La Catechesi, XV: IX.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
183
II parte – Capitolo II
alterarsi».159 Oggi si cerca di trarre dalla sacra Scrittura delle
argomentazioni per spiegare quello che la tradizione ha realizzato
attraverso i secoli. La dialettica sta compiendo un’opera straordinaria
e sgomenta coloro che se ne accorgono.
Il teologo Karl Adam candidamente confessa: «Noi cattolici
riconosciamo facilmente, senza alcuna vergogna, e anche con fierezza, che il cattolicesimo non potrebbe essere identificato semplicemente e completamente con il cristianesimo primitivo, neppure con
l’Evangelo del Cristo, proprio come una grande quercia non può
essere identificata con una piccola ghianda. Non c’è identità meccanica ma identità organica».160
Ma se veramente «si paragona il cristianesimo a una pianta di cui
l’Evangelo sarebbe il germe, mentre la Chiesa Cattolica ne offrirebbe
lo sviluppo... la similitudine è esatta? La rassomiglianza è certa?...
Quando pianto un albero so in anticipo ciò che produrrà la semenza
affidata alla terra. La sua forma, il suo fogliame, il suo frutto, la sua
specie, in una parola, sono determinati da regole precise. Non è la
stessa cosa di una religione come il cristianesimo, d’una istituzione
come la Chiesa. Una quercia non può, crescendo, diventare un olmo,
un giglio diventare un rosaio, ma accade spesso, avviene tutti i giorni
che un’istituzione cambi a poco a poco spirito, tendenza, carattere. Il
nome resta, ma chi ci garantisce che, sotto questo nome, noi abbiamo
sempre la stessa cosa?... Il cattolicesimo è il prodotto del cristianesimo; un prodotto, sono d’accordo, ma un prodotto alterato, una
degenerazione, una corruzione... Il cattolicesimo è meno un prodotto
autentico del cristianesimo che una pianta parassita che vi si è
attaccata. E diventato grande con lui, si è nutrito della sua sostanza,
ha confuso i suoi rami con i suoi, ma non ha mai fatto corpo unico
con lui. La quercia differisce, è vero, dalla ghianda dalla quale è
159
VAUCHER Alfred Felix, Histoire du Salut, 3a ed., Dammarie-Les-Lys 1951,
p. 351.
160
ADAM Karl, The spirit of Catholicism, New York 1954, p. 2; cit. VAUCHER
Alfred Félix, Supplement Histoire du Salut, 3a ed., Collonges-sous-Salève 1969, p.
90.
184
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Apostasia dottrinale della Chiesa
uscita, ma almeno esistono tra loro delle affinità intime. L’albero in
germe e l’albero diventato grande non possono essere di natura
opposta. Ora, la Chiesa romana e l’Evangelo di Gesù Cristo non sono
l’una nei confronti dell’altra nello stesso rapporto dell’inizio e dello
sviluppo, sono su molti punti due religioni diverse...».161
Scrive H. Küng: «Si trova molto sovente le parole riformatoe e
riforma nelle liturgie antiche, come presso i Padri e i teologi del
medio evo. Con la penetrazione dello spirito del mondo nella Chiesa
post-costantiniana, esse furono sempre di più applicate alla Chiesa
stessa per significare una riforma propria della Chiesa.
La parola riforma ha dunque una base solida nella terminologia
della tradizione cattolica. Anche, la necessità di una riforma della
Chiesa cattolica non è, di fatto, mai stata contestata, né nell’alto
medio evo, né al tempo del Rinascimento e della Riforma, né
evidentemente al tempo della Riforma tridentina (controriforma –
ndt) e post- tridentina. Si può dunque, parlare di rinnovo della Chiesa
o di riforma della Chiesa».162
Paolo VI, all’apertura della III sessione del Concilio, il 14
settembre 1964, nel suo discorso ripeté sin dall’inizio solennemente e
a ben quattro volte: «Hic revera est Ecclesia. Nos ipsi hic Ecclesiam
efficimus» - La Chiesa è realmente qui, siamo noi che abbiamo fatto
la Chiesa.
La visione che oggi offre il cristianesimo moderno dimentica
alcuni insegnamenti biblici e allora viene naturale pensare «che il
cristianesimo fu un movimento religioso di lunga mano preparato
dalle condizioni di civiltà che si erano venute creando nella società
mediterranea fin dall’epoca della fondazione delle grandi monarchie
per opera dei successori di Alessandro… Il cristianesimo fu una
161
SCHERER Edmond, Lettres à mon curé, 3’ ed., Paris, pp. 142-144; cit. A.F.
Vaucher, idem, p. 90.
162
KŰNG Hans, Concile et Retour à l’unité – Se Réformer pour susciter l’unité,
ed. Cerf, Paris 1961, pp. 7,8.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
185
II parte – Capitolo II
formazione composita, un prodotto ibrido, un incontro di affluenze
diverse se non addirittura eterogenee».163
Se questo è quanto si può affermare della Chiesa di maggioranza,
dobbiamo anche riconoscere onestamente che i tre aspetti, indicarti
come esempio, con i quali abbiamo cercato di presentare gli
insegnamenti dimenticati, coinvolgono ancora oggi tutte le Chiese
cristiane. Venga presto il tempo in cui: «Avendo aperto il cuore
all’amore della verità per essere salvate» lascino l’errore, la
«tradizione» e la menzogna per servire veramente il Signore Gesù
Cristo.
«Poiché la Scrittura è la regola di ogni verità, ... non è lecito agli
uomini e neppure agli angeli aggiungere, diminuire o cambiare
alcunché. Ne segue che né antichità, né costumi, né la moltitudine, né
la sapienza umana, né i giudizi, né le dichiarazioni, né gli editti, né i
decreti, né i concili, né le visioni, né i miracoli devono essere in
opposizione a questa Scrittura; ma al contrario ogni cosa deve essere
esaminata, regolata e riformata in accordo con essa».
È ora ormai che questa dichiarazione di fede di la Rochelle trovi
la sua realizzazione.
La tenda di convegno, attorno alla quale il popolo d’Israele si
accampava durante il girovagare nel deserto, al tempo di Salomone
divenne il santuario, espressione della presenza dell’Eterno in mezzo
al popolo (Esodo 25:8), nel quale si esprimeva il vero culto al Dio
dell’Eternità, divenne il simbolo della verità di Dio. Il santuario era
profanato dal peccato del popolo di Dio e per questo motivo ogni
anno veniva purificato.
La Chiesa è definita da Paolo «la casa di Dio, colonna e base
della verità» 1 Timoteo 3:15; viene profanata dall’apostasia (2
Tessalonicesi 2:3 e seg.) e la verità sarebbe stata «gettata a terra»
Daniele 8:12. Il tempo sarebbe venuto che a sua volta la Chiesa
sarebbe stata purificata, le verità degli insegnamenti biblici riportate
nella giusta considerazione e la «sana dottrina» 2 Timoteo 4:3
rivalutata.
163
186
GENTILE Panfilo, Storia del Cristianesimo, Milano 1975, pp. 9,10.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo III
LA CHIESA DEL TENTATORE1
Respingendo la terza offerta del Tentatore,2 Gesù non respinge
affatto i regni della terra che gli vengono offerti. Non li rifiuta e
non ne disprezza la gloria; respinge solo il modo di prenderli, quanto
potrebbe asservire gli uomini alla verità e, in conseguenza,
distruggere tale verità. A mio parere, non è il rispetto della dignità
umana a motivare in primo luogo questa decisione, ma il rispetto
della verità stessa che si disonorerebbe, si corromperebbe se
costringesse chiunque a credere. È il rispetto di se stesso che
impedisce a Gesù di prendere in considerazione il ricorso alle varie
forme di costrizione, di pressione, di condizionamento che gli
proponiamo, cioè di trattarci da minorenni o da schiavi, poiché il
dio degli schiavi è un falso dio. Se Gesù appoggiasse anche solo il
dito mignolo sulla ruota dell’oppressione, non rimarrebbe se
stesso, sarebbe diventato il contrario di se stesso, l’Anticristo. Si
sarebbe confuso con l’Avversario.
Restando fedele a se stesso in quel rifiuto, Gesù rimane fedele
a noi; conquista al tempo stesso la sua e la nostra libertà. Nulla di
quanto l’Avversario poteva offrirgli come mezzo di conquista
degli uomini entrerà nei suoi calcoli e nel suo atteggiamento.
Prima di ritrovare Gesù alle prese con i rappresentanti del
Tentatore durante la Settimana santa, rifletteremo oggi sugli
sviluppi storici della Tentazione. È infatti di capitale importanza
che impariamo a leggere l’intera storia della Chiesa ed a
prendere le nostre attuali decisioni alla luce di quel rifiuto che ci
introduce nel cuore stesso del problema della libertà religiosa.
Appare così chiaramente come tale rifiuto sia profondamente
radicato, non in ciò che noi siamo con la nostra dignità e i nostri
1
In questa sezione proponiamo ai nostri lettori il Capitolo III dell’opera del
pastore riformato Roland de PURY, Alle origini della Libertà, Claudiana, Torino
1967, pp. 41-59.
2
È la tentazione con la quale l’Avversario, dopo aver fatto vedere a Gesù i regni
della terra con la loro gloria, glieli offre alla condizioni che l’adori (Matteo 4:810).
II parte – Capitolo IV
meriti, ma in ciò che la verità stessa è, nell’atteggiamento del
Signore stesso, nella sua resistenza al Tentatore fino alla morte.
Nelle interminabili violenze dei cristiani e delle chiese nel corso
della storia, più ancora del disprezzo della creatura che esse
lasciavano trasparire, ci lascia sbalorditi e quasi disperati il
disprezzo della verità stessa, il disprezzo assoluto di Cristo
stesso.
No, non è marginale o secondario il problema della libertà; è
centrale e primario. Non si può parlare della rivelazione cristiana e
poi, in via accessoria, del diritto degli uomini di accoglierla o
respingerla; non si può parlare del Cristo e della libertà come se
fossero due cose diverse che potrebbero esistere l’una senza l’altra,
come se fosse ancora predicato lo stesso Cristo là dove la libertà
non è rispettata. Gesù avrebbe dunque resistito alla tentazione
solo per consentire alla sua Chiesa di soccombere ad essa e di
proferire per secoli la bestemmia secondo cui solo la verità ha il
diritto di esistere, fabbricando così milioni di martiri dell’errore,
nel nome d’una verità che altro non è che negazione di se
stessa nel nome d’un Cristo che ha ceduto al Tentatore? Com’è
possibile anche solo immaginare che la predicazione dell’Evangelo possa essere accompagnata da pressioni e costrizioni, quando
l’Evangelo altro non è se non la buona novella del rifiuto opposto
da Gesù a tutti questi mezzi?
Quando sotto Costantino il cristianesimo è diventato religione
dell’impero, la chiesa è uscita dall lunga prova delle persecuzioni e
s’è data a perseguitare i pagani, come se non avesse altra
alternativa: perseguitata – persecutrice, tanti colpi ricevuti – tanti
restituiti, proibita o obbligatoria.- Come se, il Signore ch’era
incaricata d’annunziare e del quale era il corpo, avesse ceduto alla
tentazione e ricevuto dal Principe di questo mondo i mezzi per
cristianizzare il mondo.
Pur riconoscendo l’eminente funzione civilizzatrice ed
umanizzatrice della Chiesa nel Medioevo, nulla potrà mai
giustificare i sistemi clericali in cui essa s’invischiò sempre più
188
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa del tentatore
profondamente e che si prolungarono anche nei rami riformati del
cristianesimo.
Occorre ricordare che nel 1610, in Virginia, due anni dopo
l’arrivo del «May Flower» con i pellegrini puritani che fuggivano
la persecuzione in Inghilterra per insediarsi nel Nuovo Mondo, la
legge puniva con la morte chiunque, senza valide giustificazioni, si
assentasse per tre volte di seguito dal servizio religioso? E che
in quella stessa Virginia, nel 1818, la legge condannava a 34 colpi
di frusta l’uomo che avesse insegnato a leggere ad un negro?
Occorre ricordare che a Berna e a Zurigo coloro che
rifiutavano di far battezzare i loro figli venivano annegati nell’Aar o
nel Limmat?
Occorre ricordare, d’altra parte, che Madame de Sévigné
scriveva senz’ironia che i Dragoni del Re erano stati eccellenti
missionari e che nessun monarca aveva fatto cosa più grande della
revoca dell’Editto di Nantes? Quell’editto che fu il primo tentativo
nella storia cristiana, sia pure ancora timido ed insufficiente, di
ritorno ad una situazione in cui la Chiesa non fosse più Chiesa
del Tentatore, ma di Colui che ha resistito al Tentatore. Enrico
IV, con gran fatica, era riuscito a imporre ai fanatici questo
piccolo inizio di tolleranza e di pluralismo, cioè di ubbidienza ad
un Cristo che non ha ceduto; ma la Chiesa gridò al martirio: «
quell’Editto mi crocifigge », disse il Papa. Eppure si trattava della
sola costrizione legittima, direi dell’unica costrizione cristiana,
quella che impone la tolleranza ai fanatici. È infatti cristiano
solo quello stato che vieti alla Chiesa di opprimere gli infedeli e
gli eretici.
Qualche anno prima era stato elaborato un progetto ancor più
notevole che Émile Léonard mette in evidenza nella sua Histoire
générale du Protestantisme e che ormai non possiamo più ignorare,
progetto denominato «pace di religione», elaborato da Guglielmo il
Taciturno, che proponeva una grande Olanda indipendente e
tollerante, dove i cattolici riconoscessero il culto protestante ed i
protestanti il culto cattolico. Purtroppo, alcuni signorotti calvinisti,
anch’essi indubbiamente crocifissi dal progetto, sostenuti dai pastori
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
189
II parte – Capitolo IV
di Gand che ne avevano fatto la Ginevra fiamminga, vi
s’opposero riuscendo a far fallire ogni cosa. La guerra continuò, il
protestantesimo fu spazzato via dal Belgio, e s’ebbe un Belgio
cattolico ed un’Olanda protestante, dove ciascuno a casa sua
serviva il suo Cristo obbligatorio. Così, nonostante gli sforzi
congiunti di tre laici ammirevoli, Guglielmo il Taciturno, Marnix
de Sainte-Aldegonde e Duplessis-Mornay, nel 1578 fallì il primo
progetto di costituzione che, dall’Editto di Milano del 313,
tenesse conto della resistenza di Gesù alla terza tentazione.
Bisogna dire, a onor del vero, che fin dal secolo seguente lo
spirito del Taciturno prevalse in Olanda, donde Pietro Bayle,
rifugiato, scriveva: «Tutti, perfino i cattolici romani che, di tutte
le sette, sono la più pericolosa da tollerare, se ne stanno tranquilli
in Olanda, tanto hanno argomento di lode per la moderazione dei
loro sovrani»3.
Purtroppo, proprio negli stessi anni, il fratello di Pietro, il
pastore Giacobbe Bayle, noto per la sua esemplare mitezza e la
sua completa sottomissione alla legge del Regno, poco prima della
revoca dell’Editto di Nantes, venne gettato in una segreta del
castello Trompette a Bordeaux, «infetta e fetida», a detta di
testimoni dell’epoca. Non ne dubitiamo affatto, poiché sappiamo
che quell’uomo di 40 anni, in piena salute, vi fu liquidato in
quattro mesi. Molto meglio della tortura, perché nessuno si
sporca le mani; si lascia marcire vivo l’uomo, totalmente tagliato
fuori dal mondo, ma non certo dai “conforti della religione”.
Infatti il carceriere, raccontando che era morto da vero cristiano,
aggiunge: «È stato visitato molto spesso dai signori gesuiti;
tuttavia non hanno potuto guadagnare nulla sul suo spirito».
«Visitato molto spesso!». Ci colgono le vertigini quando
cerchiamo d’immaginare quegl’incontri, quei dialoghi, quei
rapporti. Conosciamo lo scopo delle visite: la conversione del
prigioniero, una conversione che senza dubbio aprirebbe le porte
del cielo, ma anche la porta del carcere. Una semplice firma gli
3
190
E. LABROUSSE Pierre Bayle, Seghers, Parigi, p. 139
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa del tentatore
ridarebbe la libertà, la famiglia, una pensione a vita del re
cristianissimo, facilitazioni per diventare avvocato, una moratoria
per i creditori della famiglia Bayle, già completamente rovinata...
Bisogna aver conosciuto la prigione per sapere cosa significano la
libertà, una giovane moglie e due figli, nonché l’assenza di ogni
preoccupazione materiale.
«Visitato molto spesso!». Forse ogni giorno veniva rinnovata
l’esortazione e la promessa; i martirii da gran spettacolo sono uno
scherzo in confronto a quei mesi di solitudine e di tentazione, ove
si rimane del continuo padroni della propria decisione di fronte
all’alternativa fra l’orrore e la felicità! Si è colpiti dall’atteggiamento quasi simbolico di quei due uomini, da quei colloqui
ecumenici. Si cerca di entrare nella psicologia di quei “padri” che
erano senza dubbio buoni teologi e forse dei santi (quale dedizione
nell’occuparsi per mesi d’un prigioniero in simili condizioni!).
Cosa speravano? Se «guadagnavano», cosa guadagnavano? Cosa
rimane d’una testimonianza cristiana alla quale si possa aggiungere l’offerta d’un qualsiasi vantaggio umano, fosse pure un solo
pezzo di pane? Dov’è il Cristo in questo dialogo? Dalle due parti,
se si vuole; ma con questa differenza, che il Gesù dei “padri” ha
ceduto alla tentazione e perso la libertà. Chi è lo schiavo in
questo dialogo se non colui che dispone della libertà come
argomento? E chi è libero se non colui che rifiuta la libertà offerta
dal Tentatore? Chi è cristiano se non chi respinge per sempre una
Chiesa che dispone di prigioni, di prebende, di impieghi e perfino
di scuole?
La situazione potrebbe capovolgersi e il “padre” essere al posto
del pastore in una società clericale protestante. Ma nel dialogo
storico di cui ci occupiamo, e che ci è stato rivelato dagli studi di
El. Labrousse sulla famiglia Bayle, abbiamo un confronto quasi
simbolico fra i due Cristi: il Cristo libero e il Cristo alienato e
quasi un’illustrazione della visita del Grande Inquisitore a Gesù,
immaginata da Dostojevskij. (Il Cristo libero è rappresentato dal
prigioniero; il Cristo alienato, il Tentatore, dall’uomo libero).
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
191
II parte – Capitolo IV
Come mai centinaia di migliaia di casi simili a questo furono
possibili durante un millennio di cristianità e quasi senza protesta
alcuna? Come questo veleno satanico ha potuto diffondersi nelle
chiese tanto a lungo da far accettare senza discussione l’idea che
“la Verità che fa liberi” possa essere imposta e che una verità
imposta possa ancora “far liberi?”. Come s’è potuto disprezzare
la Verità fino a tal punto?
E penso pure, in tempi ancora a noi vicini, a Simone Kimbangu,
l’apostolo del Congo, il testimone straordinario e irreprensibile
dell’Evangelo, morto quindici anni fa nelle carceri di Elizabethville,
dopo trent’anni di prigionia, un uomo che ha tenuto duro,
rifiutando sino alla fine i “conforti della religione”.
Sì, come ha potuto il Tentatore prendere sulla sua Chiesa una
rivincita tale da costringere il Signore a rimetterla al passo con
l’aiuto di voci esterne, con gli enciclopedisti, con Voltaire e
Rousseau, con la Rivoluzione, con tutto il movimento anticlericale? In un caso analogo, Davide si batté per un tempo con i Filistei
contro Israele!
Il Signore s’è battuto contro la sua Chiesa a fianco di coloro
che non dicevano: «Signore, Signore», ma che, su questo punto
fondamentale, facevano la sua volontà. E l’ha condotta oggi, con
1600 anni di ritardo, a riconoscere finalmente che la verità imposta
perde ogni potere di liberazione. Amara ironia! Nell’Evangelo il
Signore ha conquistato la libertà religiosa con aspra lotta contro
il Tentatore, perché la Chiesa ne fosse portatrice nel mondo e nella
storia; ma la Chiesa l’ha lasciata interamente cadere finché
miscredenti, eretici, non cristiani ed atei l’hanno raccolta e
restituita al mondo e alla Chiesa.
Ah, non c’è davvero di che essere orgogliosi per questa
rinnovata consapevolezza, che giunge con tanto ritardo, della
vittoria di Gesù sulla terza tentazione; possiamo esserne solo
molto umilmente grati.
Non dimentichiamo che nella nostra cara Confessione della
Rochelle è pure contenuta la proposizione aberrante secondo cui il
magistrato porta la spada non solo per reprimere i peccati della
192
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa del tentatore
seconda tavola del Decalogo: furto, diffamazione, omicidio, ma
anche quelli della prima tavola. In altre parole: le chiese riformate
di Francia che hanno appena assistito al supplizio dei loro 600
martiri inceneriti dalla camera ardente di Enrico II, negli anni ‘50’60; le chiese eroi-che, vittime di tutti gli orrori d’una repressione clericale, non esitano un istante a dichiarare freddamente,
tramite il loro Sinodo del 1559, ed entrando così nel giuoco dei loro
persecutori, che il braccio secolare deve costringere i cittadini a
non avere altro Dio che Gesù Cristo, a non farsi di lui altra
immagine che quella della testimonianza biblica, a non pronunciare il suo nome invano e a partecipare ogni domenica alla gioia e
al riposo di Dio, sì, anche questo imposto dal braccio secolare!
E così il Gesù riformato avrebbe ceduto alla tentazione non
meno del Gesù romano. In pratica, e senza dubbio grazie all’assenza del monolitismo cattolico, la differenza fu notevole e le
dimensioni dell’apostasia clericale furono un po’ minori nei paesi
riformati, ancorché la situazione dell’Irlanda sotto la sferza
anglicana fosse appena preferibile a quella degli acattolici in
Spagna. C’è veramente poco da vantarsi!
Nel 1801, Giorgio III rifiutava ancora la libertà di coscienza ai
cattolici inglesi. E l’enciclica Quanta cura, che ha giusto un
secolo, si scagliava contro coloro che avevano «l’insigne
impudenza d’affermare... che la Chiesa non abbia il diritto di
reprimere con pene temporali i violatori delle sue leggi».
È facile mostrare con quale violenza e fino all’ultimo istante le
chiese abbiano difeso, ed alcune ancora difendano, il loro Cristo
obbligatorio, cioè il loro diavolo cristiano, contro chi abbia
l’impudenza di credere alla vittoria di Gesù sul Demonio! Ma
questi impudenti si sono oggi meravigliosamente moltiplicati.
Hanno invaso il Concilio. Quale straordinario refrigerio, e finalmente quale ritorno al Signore vittorioso, è stato poter ascoltare
mons. De Smets a Roma nel momento di presentare lo schema
sulla libertà religiosa: «Cosa può esservi di più degno per la Chiesa
che poter esercitare la sua funzione in maniera del tutto
indipendente? La libertà religiosa è il più grande dei benefici;
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
193
II parte – Capitolo IV
scaturisce da una fede sincera e verace. La fiducia nella Chiesa
non deve mai fondarsi su di un potere secolare. La migliore
testimonianza che la Chiesa possa rendere alla verità dell’Evangelo
è di mostrarsi così fiduciosa nella forza della verità da non aver
bisogno di appoggiarsi ai pubblici poteri».
Sono quasi alla lettera le espressioni di Lutero che fu in
questo senso un mirabile precursore quando, nel suo trattato
Dell’autorità civile (1523), affermava: «È la Parola di Dio che
deve condurre la battaglia; se non ottiene nulla, il potere
temporale otterrà meno ancora, quand’anche bagnasse il mondo
nel sangue... Se i sudditi errassero sarebbe meglio che le autorità
civili li lasciassero nell’errore... ». «Se il tuo principe ti ordina di
credere in una data maniera, rispondigli: datemi degli ordini nei
limiti della vostra competenza ed io vi ubbidirò; ma se volete
impormi di credere in un dato modo, non ubbidirò»4.
Nei limiti della vostra competenza: con quale chiarezza Lutero
indica la separazione dei poteri! Come ha ben capito la resistenza
del suo Signore all’Avversario! E altrove, nello stesso scritto,
chiama «abuso criminale del potere» ogni violazione di questo
limite da parte del Principe.
Ma che dire allora d’una Chiesa che, invece di denunziare
questo abuso, lo provoca e ne trae profitto? Peccato che Lutero non
sia stato seguito da tutti i luterani, i calvinisti e gli anglicani! E
perché dunque, invece di attingere la libertà religiosa sempre e
soltanto dalla Parola stessa di Dio, è stato necessario ritrovarla
attraverso la via tortuosa dell’umanesimo libero pensatore?
Perché Gesù ha dovuto rifugiarsi per due secoli presso i deisti e
4
Cfr. M. LUTERO, Scritti politici, U.T.E.T. - Torino, 1959 2, pp. 422, 425 ss. Numerose, quanto poco note sono le prese di posizione di Lutero a favore della
libertà di coscienza e di fede. Ricordiamo ancora la seguente frase: «Se la Chiesa
volesse governare le coscienze con la costrizione si avrebbero soltanto degli
ipocriti, perché senza lo Spirito Santo nel cuore nessuno diviene pio » (W. A. XI,
251 s.), cit. da: V. Vinai, I due regni nella teologia di Lutero, C.E.C. Roma 1950,
p. 36 (N.d.t.).
194
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa del tentatore
gli atei per lottare contro il Tentatore che infieriva nella sua
Chiesa?
Si può pertanto tradurre così la terza tentazione: “Se tu sei la
verità, lasciami difendere e far valere i tuoi diritti, i tuoi diritti
esclusivi”. Respingendo l’offerta del falso dio, la verità conquista
il suo diritto esclusivo ed assoluto, il suo diritto di liberare ogni
uomo rinunziando ad ogni possibilità d’imporsi a lui. La libertà
religiosa non relativizza né minimizza affatto il carattere assoluto
ed unico della verità cristiana; testimonia semplicemente del
modo da essa liberamente scelto per far valere i propri diritti. La
libertà è intrinseca e non estrinseca alla verità.
Da ciò si può senza dubbio dedurre il rispetto della persona
umana, i diritti della coscienza individuale, ma questo rispetto e
questi diritti sono stati conferiti alla persona umana da Gesù,
mediante la sua resistenza al Tentatore; non sono quindi dei diritti
che l’uomo potrebbe esercitare come se fosse un piccolo dio,
diritti di cui troverebbe la fonte in se stesso. La libertà di coscienza
e tutti i diritti dell’uomo hanno la loro unica fonte nella
resistenza di Gesù alla terza tentazione e non in qualche diritto
naturale. Ogni opposizione fra verità e libertà è un tragico
malinteso dovuto all’ignoranza della natura stessa della verità. La
vittoria di Gesù su Satana ha distrutto l’alternativa: verità-libertà
e giustifica il grido: libertà o morte!
Satana non è mai lontano dalla verità. È la verità nel
momento in cui essa rinunzia alla libertà e diventa uno strumento
d’alienazione; talché numerosi papi e capi di varie chiese furono, sì,
i successori di Pietro, ma di quel Pietro al quale Gesù disse:
«Vattene via da me, Satana!», quando gli rifiutava il diritto di
lasciare agli uomini la libertà di metterlo a morte.
Intendiamoci bene: non vorrei che il rifiuto di ogni ricorso ai
mezzi temporali li ponesse sotto una cattiva luce. Il braccio
secolare non è per nulla diabolico quando rimane, come dice
Lutero, nei «limiti della sua competenza». Ma lo diviene appena si
lascia manovrare dalla Chiesa. Ognuno dei due poteri, temporale e
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
195
II parte – Capitolo IV
spirituale, è divino; solo la loro confusione o la loro collusione è
diabolica.
Il Diavolo della terza tentazione è colui che si attiene
strettamente alla confusione dei poteri; è un Cristo che si serve
del potere politico o è un potere politico che si serve del Cristo. In
ambedue i casi, teocrazia clericale e cesaropapismo, non ci
troviamo semplicemente dinanzi ad un errore, un’imperfezione,
una crisi di crescenza, uno zelo intempestivo, un male necessario,
un periodo transitorio e che altro ancora?
No, ci troviamo dinanzi alla fondamentale perversione della
rivelazione stessa. Il Cristo obbligatorio non è più il Cristo del
Nuovo Testamento, non è più il Crocifisso, quand’anche si
brandisca la sua croce. È un cristo alienato e prostituito, un cristo
utilizzabile, manipolabile di cui l’Avversario s’è impadronito.
Dove non v’è libertà non vi può essere lo Spirito del Signore,
anche se regnasse la più perfetta ortodossia e la più rigida
morale. Ovunque il Cristo sia predicato senza il pieno rispetto della
libertà di chi ascolta, cioè senza una assoluta parità di diritti per
l’incredulità come per la fede, non è più il Cristo che è predicato,
ma colui che egli ha rifiutato di essere. Quando la verità è imposta,
non ne rimane più nulla. Tutte le violenze, gli abusi di potere, le
pressioni, i delitti commessi nella storia in nome di Cristo, sono
stati perpetrati dal Tentatore.
Ahimé, le vittime non l’hanno sempre saputo e quante sono
morte odiando quel cristo che le perseguitava e che essi
scambiavano per il Cristo autentico! Certamente Giovanna d’Arco
sapeva che Gesù era con lei e Bayle e decine di migliaia di martiri
evangelici lo sapevano, ma fa fremere fino in fondo all’anima il
pensiero delle innumerevoli vittime non cristiane, degli ebrei in
particolare, che potevano, che dovevano pensare che Gesù era il
loro carnefice.
La storia mostruosa dell’antisemitismo cristiano è la testimonianza più schiacciante contro una Chiesa che ha rinnegato se stessa ed
ha offerto a coloro che aveva la missione di salvare il volto di
196
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa del tentatore
colui che era venuto a perderli e a perderla, il volto del
cristo-tentatore.
No, la libertà non è un progresso, come se, senza di essa, ci
fosse già qualcosa, un Gesù incompleto o incompreso, una Chiesa
imperfetta o inferma; come se, in Egitto, Israele avesse già potuto
servire Dio. La libertà non si aggiunge ad altri beni, non è un
supplemento, ma la condizione di tutto. La libertà è all’inizio
dell’intera storia cristiana e l’accompagna; non può accodarsi
durante la marcia. Non si può dire che, riconoscendo la libertà
religiosa, la Chiesa abbia fatto dei progressi; si può soltanto dire
che è tornata alla condizione preliminare della sua fedeltà. D’altro
canto la Chiesa non ha mai avvertito questo suo soffocare la
libertà con le proprie mani come una infermità o una necessità
provvisoria, ma anzi come un trionfo. Più s’è sentita adulta e forte,
più ha avuto potere a sua di sposizione, più ha ceduto alla
tentazione d’imporsi fino a giustificare questa imposizione con i
diritti della verità, diventando così schiava dell’Avversario.
Si parlerà di progresso per il braccio secolare? Direi più
volentieri, anche qui, che ha trovato se stesso ed è diventato il
braccio del Signore, rinunziando a mettersi al servizio della
Chiesa o a metterla al suo servizio. Scoprendo la laicità, il potere
ha trovato la sua situazione cristiana, perché il Tentatore governa gli
stati clericali, il Cristo crocifisso e risorto, il vero Signore del
mondo non può evidentemente governare che stati laici. Solo
sfuggendo alla tutela della Chiesa, il potere politico, come il
potere giudiziario e il potere culturale sono passati sotto la
sovranità del Cristo vincitore del Demonio ed hanno trovato la
loro ragion d’essere e la loro libertà.
Respingendo la terza tentazione, Gesù ha conquistato, non solo
la nostra libertà personale e quella della Chiesa, ma la libertà
politica, la libertà scientifica e la libertà culturale; ha fondato il
carattere laico del potere dello stato.
Che cosa vuole da quei «ministri di Dio per il bene comune»
che, secondo Paolo, sono gli uomini di stato? E che vuole dagli
uomini di scienza, di cultura, dagli artisti e dai filosofi se non la
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
197
II parte – Capitolo IV
loro piena libertà, ognuno «nei limiti della sua competenza»?
Osservava Jean Lacroix: «Come lo stato autenticamente cristiano
non è lo stato clericale, ma quello che meglio attua la sua essenza
propria di stato, così una filosofia cristiana non può essere che laica
nel senso in cui laicità significa norma di razionalità».
Tuttavia, se la resistenza di Gesù ci obbliga anzitutto ad un
ripudio definitivo e conseguente di tutte le forme di clericalismo
cristiano, ci costringe anche a denunziare tutti gli altri clericalismi
che soffocano il mondo. I cristiani, infatti, non sono i soli ad aver
confuso i poteri; l’hanno fatto tutte le religioni e perfino l’ateismo.
Si pensi alla condizione dei copti in Egitto, all’identificazione
della cittadinanza marocchina con l’appartenenza all’Isiam – e
simili tendenze non esistono forse anche nello stato d’Israele? Si
pensi a quella forma di identificazione, che è realmente clericale,
fra i pubblici impieghi e la professione d’ateismo nei paesi
comunisti. Sì, questi clericalismi stranieri non sono evidente-mente
meno diabolici e oggi devastano il mondo a tal punto da dover
rilevare che la piena libertà religiosa e la vera laicità politica
crescono quasi esclusivamente in terreni arati da profonde
influenze cristiane. Di fronte alla constatazione che il Diavolo è
all’opera in tutte le religioni per falsare le regole del giuoco politico
e sociale, e l’ateismo di stato non si comporta meglio della religione
di stato, bisogna affermare che l’influenza politica decisiva
dell’Evangelo andrà sempre nel senso della laicità. E coloro che
tengono al titolo di cristianità, la dovranno conferire solo ad una
laicità rigorosa ed onesta. Un mondo secolarizzato dove cristiani e
non cristiani collaborano al bene comune nella più completa
uguaglianza e vanno a scuola insieme, tale è la cristianità che
scaturisce dal racconto della tentazione. Non esiste in ogni caso
cristianità che non sia laica, come non esiste laicità che non sia
cristiana5. È tempo che la nostra fede ne prenda chiara coscienza.
5
Non dobbiamo tuttavia diventare fanatici sostenitori d’una separazione
radicale. Né la libertà della Chiesa né la laicità dello stato sono necessariamente
compromesse da sovvenzioni o perfino da un concordato, non più di quanto
198
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Chiesa del tentatore
Tutto il processo di secolarizzazione e di laicizzazione che
comincia col Rinascimento, s’afferma nel secolo XVIII, fiorisce nel
mondo moderno e di cui testimoniano, fra l’altro, la “Dichiarazione
dei diritti dell’uomo” e la “Carta delle Nazioni Unite”, trova la
sua origine nella resistenza di Gesù al Tentatore e nella sua
ubbidienza al primo comandamento.
Tutte le libertà fondamentali dell’uomo sono state conquistate
da Gesù sull’Avversario; non è colpa sua se i suoi servitori l’hano
tradito rendendolo obbligatorio. Nonostante la sua Chiesa, e per
le vie traverse della storia, il Signore ha trovato il mezzo di
ridiventare colui che nessuno è obbligato a seguire, nel quale
nessuno è costretto a credere e ha reso così alla sua Chiesa la
piena libertà di credere in lui e di seguirlo, dando al tempo stesso
al mondo tutte le libertà scaturite dall’esercizio del suo potere
divino attraverso i poteri umani separati.
Riflettendo attentamente e chiediamoci se la sovranità
assoluta d’un uomo che ha resistito alla terza tentazione (quella di
lo sia la libertà universitaria per il fatto che le università non sono fondazioni
private. Finché il principio della separazione dei poteri è rispettato in maniera
rigorosa, il denaro dello stato non è il denaro del diavolo e chi lo riceve non è
un venduto. La chiesa d’Inghilterra è una delle più libere del mondo, tanto vivo è
presso gli anglosassoni il senso della separazione dei poteri. Ricordiamo d’altra
parte che nella Germania nazista le “chiese libere” si sono fatte notare per la
loro sottomissione e la loro servilità nei confronti del regime, mentre il grande
movimento di resistenza, la chiesa confessante, ebbe a formarsi in seno alle
chiese nazionali. È accaduto che le cosiddette “chiese libere” cercassero di
farsi perdonare in qualche maniera la loro libertà con un eccessivo zelo
filogovernativo e nazionalista, il che dimostra come l’assenza di stretti rapporti
organici e finanziari con lo stato non garantisca affatto una vera separazione
dei poteri e la vera libertà della Chiesa, che è in realtà il segreto del potere di
Gesù Cristo. Si potrebbe anche osservare, en passant, che uno degli uomini
certamente più liberi di questo secolo, Karl Barth, è sempre stato stipendiato dallo
stato, il che ci impedisce di confondere laicità con assenza obbligatoria di ogni
rapporto finanziario; assenza che, tuttavia, ci pare più normale nella misura in cui
lo stato è incaricato del bene comune. Ora, per definizione, la fede cristiana non è
un bene comune, nel senso che la comunità cristiana non può identificarsi con la
comunità civile senza ricadere nelle mistificazioni dell’antica cristianità.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
199
II parte – Capitolo IV
conquistare il potere di questo mondo – n.d.r.), può oggi
esercitare sul mondo in altro modo che passando attraverso poteri
rigorosamente separati, operanti, ciascuno nel proprio ambito, per
il bene comune dell’intera società.
In ogni caso, se riteniamo sicura l’affermazione dell’Apocalisse: «L’impero del mondo appartiene all’Agnello immolato», cioè
a Gesù appeso al legno; se è lui che regna, non vi è libertà di
alcuno, in alcun campo che abbia qualcosa da temere. Proclamando oggi la libertà religiosa, la Chiesa non scende a patti con il
mondo, come ritengono alcuni, ma si sottomette alla verità e
ritrova la fedeltà al suo Signore: resiste al Tantatore.6
6
Ahimè! Che dire della Grecia dove l’irruzione dell’arbitrio, la liquidazione di
tutte le libertà e di tutti i diritti dell’uomo, in una parola, il Tentatore, si sono fatti
garantire dall’Arcivescovo di Atene e sono accompagnati dall’obbligo per le
ragazze di comunicarsi ogni domenica dell’anno scolastico?
Una ragazza greca ha forse attualmente un altro mezzo per confessare la
propria fede, che non sia il rifiuto assoluto di prendere parte alla comunione?
E continuiamo a chiederci: ma a che serve la gerarchia?
200
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Terza parte
La Riforma incompiuta
Capitolo I
BISOGNO DI UNA RIFORMA
Il Medio Evo è stato caratterizzato da figure carismatiche,
sostenute da numerosi discepoli che hanno voluto riproporre una vita
più in conformità con la Scrittura. Questi movimenti sono stati
contrastati dalla Chiesa, i fedeli rinchiusi nelle segrete del braccio
secolare e soppressi sui roghi.1
Roma, fra l’altro in preda alla simonia, vendeva per profitto tutto
quanto era commerciabile, le stesse funzioni ecclesiali, delle quali
trarre lucrosi profitti e, ubriaca di potere, rifiutava di riformarsi al
richiamo dei pre-Riformatori quali Valdo, Gioacchino da Fiore,
Dante, Wycliffe, Huss, Girolamo da Praga e altri ancora e dallo
spirito umanista del tempo.
Gli Stati nazionali che si venivano a costituire, si contrapponevano sempre con maggiore resistenza alla sovranità universale del
papa. Le nascenti classi borghesi non gradivano dover omaggiare un
clero al servizio d’una curia che nel nome di Dio approfittava sempre
del proprio status per goderne di immensi benefici economici e
politici nel nome della religione.
Una nuova società, alla fine del Medio Evo, si proponeva
nascente alla vecchia Europa. L’orizzonte geografico si espandeva a
Ovest, con la scoperta dell’America si proponevano nuovi confini
tracciando negli oceani le nuove strade di comunicazione. La politica
cambiava, nuove risorse economiche si prospettavano. La terra non
era più il solo bene fonte di ricchezza. Le materie prime venivano da
lontano. Il mercante borghese accresceva d’influenza e sostituiva il
nobile feudale. Un risveglio intellettuale influenzava il pensiero e
prendeva le distanze nei confronti di una religiosità stanca, obsoleta,
corrotta, strumentalizzata e strumentaliz-zante.
Quando 1522 Lutero2 donava ai popoli germanici il Nuovo
Testamento in tedesco, Magellano completava il giro del mondo.
1
Riteniamo utile riportare la nota del prof. Paolo Ricca
«Lutero non è il solo rappresentante della Riforma, egli deve essere visto
assieme a tutta una serie di riformatori: Erasmo, Carlostadio, Melantone, Zuiglio,
Bucero… Comunque è e resta Lutero la figura che come nessun’altra impersona
2
III Parte – Capitolo I
L’Europa si considerava al centro tra le vie dell’Ovest e dell’Est
passando dal Sud dell’Africa.
In quel tempo i Paesi latini d’Europa, Spagna e Portogallo, si
spartivano con i Paesi nordici, Olanda e Inghilterra, i nuovi confini.
L’America del Sud veniva divisa tra le due potenze iberiche e si
portavano in Europa ricchezze enormi mal gestite dalle due corone.
Queste ingenti ricchezze furono causa d’inflazione nel vecchio
continente. Il Nord America, diventerà la terra di rifugiati per chi in
Europa non poteva vivere in libertà la propria fede, contesa da
Francia e Inghilterra, divenne una nuova patria per gli Anglosassoni
e si aprì al colonialismo dopo la Riforma protestante.
In Europa il logoro impero medioevale si spartiva nella nuova
creazione di stati nazionali sempre più autonomi nel proprio nazionalismo.
La religione, che ha sempre dominato con autoritarismo strumentalizzando tutto e tutti, era l’unico e vero elemento che accomunava
tutti i popoli asservendoseli, perché nel nome di Dio s’impossessava
della coscienza di ogni persona. Questo condizionamento, sia nel
privato che nel pubblico, era sopportato con stanchezza da tutti. La
Riforma protestante fu la scintilla che permise a diverse nazioni di
fin dall’inizio il programma riformatore… Lutero è il profeta del Vangelo originario inviato da Dio: così l’hanno visto, in maniera del tutto esistenziale e insieme
idealizzante, i suoi contemporanei evangelici… Lutero, il restauratore della
“dottrina pura”: così lo ha visto, in maniera più intellettualistica, l’ortodossia
luterana. Lutero, oppositore dell’ortodossia irrigidita, l’uomo orante e l’erose della
fede, il modello, invitante alla conversione, della religiosità del cuore e della
fiducia nel dono della misericordia di Dio: così egli è diventato importante per il
pietismo… Per l’illuminismo: Lutero come liberatore dall’oppressione della
coscienza, campione della ragione e avversario della superstizione… Lutero un
genio linguistico. Del tutto diversamente per il classicismo, l’idealismo e il
romanticismo tedesco: Lutero come precursore dell’età moderna e, più tardi nel
capovolgimento della restaurazione, come il conservatore… Lutero viene compreso di nuovo più teologicamente come l’uomo di Dio: come testimone della parola,
della grazia e libertà di Dio, come il rappresentante di una “theologia crucis”, anzi
teologicamente come un “evento linguistico”».KÜNG Hans, Cristianesimo, Bur
saggi, Bergamo 1999, pp. 521,522.
204
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Bisogno di una Riforma
avere una propria chiesa automa, nazionale, limitata al proprio
territorio, che poteva essere controllata e se anche era lei a
controllare, il suo potere e la sua autorità finivano dove finiva
l’autorità politica. Tutto avveniva tra i propri confini, nessuno
dipendeva dallo straniero.
Il Rinascimento ha riportato in Europa il ritorno alle fonti della
conoscenza del passato, alle origini che caratterizzavano le radici
della cultura Occidentale. L’umanesimo ha posto l’uomo al centro
dell’universo che gli gravitava attorno. C’è anche un ritorno allo
studio delle Scritture nelle lingue originali, studio che portava a un
confronto e distacco dal potere papale. La salvezza è sempre più
compresa come una questione personale, non di famiglia o casato,
paese o popolo. Dio cerca l’uomo ed è l’uomo che deve rispondere al
proprio Dio senza la mediazione del sacerdote o altri intermediari. Lo
spirito critico e l’analisi rinascimentale si ripercuotono nella
religiosità e sottopongono a nuovi giudizi le forme di pietà, la fede,
le cerimonie, la gerarchia ecclesiastica e l’autorità religiosa. La
tendenza individualistica sia a livello personale che nazionale
suscitava scetticismo, manifestando più interesse per le cose profane
che per quelle religiose e mal si conciliava con gli interessi di una
Chiesa lontana e parassitaria dove la religiosità era nello sfarzo delle
cerimonie e aveva come prospettiva il profano.
La Bibbia è considerata al centro dell’autorità della Chiesa. Essa
deve stabilire ciò che si deve credere o abbandonare, ma la Scrittura
non era il punto di riferimento per le autorità ecclesiastiche.
La Riforma non è una rivolta contro Roma, Lutero non ha mai
pensato di costituire un’altra Chiesa fino a quando è stato comunicato e la scomunica colpisce le persone non per le loro idee religiose,
ma quando queste contestano il Vescovo di Roma. I Riformatori
hanno desiderato riformare la Chiesa, come tutti quelli che sono sorti
prima di loro, una riforma all’interno dell’ovile affinché tornasse a
rispecchiare quella del tempo apostolico e quindi, non sostituirla. Per
realizzare quest’opera l’autorità doveva provenire dalla Bibbia e non
dalla istituzione ecclesiastica e da chi deteneva il potere. La salvezza
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
205
III Parte – Capitolo I
eterna era un dono di Dio già manifestato in Cristo Gesù. Nessun
acquisto, nessuna azione poteva acquisirla.
Scrive il professore di storia della Chiesa E.E. Cairns: «Non si è
data sufficiente importanza alla Riforma come movimento religioso
avvenuto in gran parte tra popoli di razza germanica nell’Europa
settentrionale e occidentale. La maggioranza delle nazioni che
adottarono i principi della Riforma non aveva mai fatto parte del
Vecchio Impero Romano e dei territori al suo confine, Le nazioni
latine dell’Europa meridionale non accettarono la Riforma ed anzi
rimasero fedeli al sistema cattolico romano. – In quei paesi
dominavano ancora gli ideali medioevali di unità e uniformità, ma
nell’Europa settentrionale e occidentale i popoli germanici passarono
dall’unità e uniformità religiosa alla diversità del protestantesimo. –
Si noterà che le nazioni che accettarono il protestantesimo al
momento della Riforma, erano poste al di fuori dell’orbita del
vecchio impero romano e che la loro potente borghesia aveva una
formazione culturale completamente diversa da quella delle nazioni
latine. Alcuni sono giunti persino a considerare la Riforma una
rivolta delle nazioni germaniche nordiche contro le nazioni latine con
la loro cultura mediterranea e il loro concetto di organizzazione
internazionale, eredità del vecchio impero romano. I capi di questi
stati mal tolleravano nei loro territori l’ingerenza papale, la quale era
spirituale ma spesso anche temporale perché la Chiesa Romana
possedeva vaste estensioni di terra in tutta Europa. Questo fatto
creava una divisione di poteri nello stato che non era tollerata da
monarchi assoluti come i Tudor d’Inghilterra. – Solo i popoli
dell’Europa settentrionale e occidentale, d’origine germanica,
accettarono la Riforma; quelli d’origine latina rimasero generalmente
fedeli al papa».3
3
CAIRNS Earle E., Cristianesimo attraverso i secoli, Centro Biblico, Napoli
1970, pp. 291,281,284,290.
Sebbene i primi fermenti della Riforma fossero sorti secoli prima proprio in
Italia, dove il potere papale era considerato il coagulo dell’unità d’Europa, la
profezia biblica ci permette di comprendere perché questo evento storico sia
206
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Bisogno di una Riforma
La Riforma non è stata uno scisma ereticale contro la teologia di
Roma che ha caratterizzato tutto il Medio Evo, ma la rottura di un
tentativo di ritornare agli ideali manifestati all’origine del cristianesimo che da secoli erano stati abbandonati. All’interno stesso della
Chiesa, la Curia romana, già dal V secolo si sono elevati voci, gruppi
di fedeli, ecclesiastici che la identificavano con la prostituta di
Apocalisse 17,4 successivamente anche con la prima bestia di
Apocalisse 13 e con Satana stesso.
Il papa era considerato uno straniero dai popoli germanici. Non
era accettabile l’esenzione ecclesiastica dalle tasse, i vescovi si
sottraessero ai tribunali civili per rendere conto solo a quelli
ecclesiastici. I beni della Chiesa erano concupiti dalla giovane
borghesia, dai nobili e dai governatori. Troppo denaro veniva
convogliato verso il tesoro di Roma.
Il commercio infame delle indulgenze era quanto di peggio
poteva essere fatto nel nome di Dio. I meriti di Gesù, dei martiri, dei
santi e di quant’altro poteva essere aggiunto per accrescere il sur plus
di questo patrimonio acquisito durante la vita terrena. I meriti
accumulati in un tesoro celeste che il papa poteva attingere per
distribuirli, nella sua grazia, ai fedeli o infedeli, che li acquistavano
per sottrarsi al giudizio severo di un Dio castigatore.5
Che Lutero non volesse costituire un’altra Chiesa da contrapporre
a quella di Roma, è dato dal fatto che molte liturgie e credenze
conservate da Lutero sono errori romani.
Gli umanisti tedeschi, lo spirito de L’elogio alla follia, di Erasmo
da Rotterdam, un cristianesimo con valori forti, come scaturiva dal
avvenuto al di fuori dei confini dell’Impero Romano latino. Rinviamo il lettore alla
nostra opera: Quando la Profezia diventa Storia.
4
Per un excursus vedere il nostro lavoro Quando la Profezia diventa storia, pp.
748-751.
5
Questo iniquo concetto medioevale è rimasto nella teologia della salvezza. Il
credente rivendica nei confronti di un Dio mal disposto riguardo all’uomo i meriti
di Gesù per l’esaudimento della propria preghiera. Questo insegnamento che
contrasta con quanto il Vangelo insegna della grazia è tutt’ora presente in tutte le
Chiese cristiane. Una Riforma s’impone.
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
207
III Parte – Capitolo I
N.T. letto in greco, coinvolgeva una considerevole classe di lettori
colti in Europa settentrionale, sempre più scontenti del sistema
papale. I paesi, come la Germania e l’Olanda, vantavano anche una
tradizione mistica più radicata dei Paesi latini come la Spagna e
l’Italia. Se l’Imitazione di Cristo al sud del vallo di Adriano era
generalmente letto nei conventi, al nord trovava molti lettori nei pii
borghesi, molti dei quali cercavano di dare spessore e praticità al loro
essere cristiani.
L’opera di E.E. Cairns, Cristianesimo attraverso i secoli, che è
una buona sintesi della Storia del cristianesimo, è stata arricchita da
una appendice del prof. D. Maselli, Tendenze ereticali ed
evangeliche nell’Italia Medioevale e Moderna, con la quale dimostra
come nel nostro Paese, dominato da Roma, i fermenti della Riforma
erano intensi, forti e coinvolgevano autorità politiche e religione in
numerose località.
Fu l’umanista Lorenzo Valla a dimostrare la falsità delle
Decretali con la quale la Chiesa vantava la sua autorità mediante la
donazione dell’imperatore Costantino, donazione che Dante, che
dovrebbe essere considerato padre della Riforma,6 credeva vere, la
malediva considerandola madre di tutte le donazioni ricevute dal
primo papa7 e che i re, i principi e tutti avrebbero dovuto continuare
dare a una Curia avida di ricchezze. Fu il Valla, ancora prima di
Erasmo a occuparsi del fondamentale problema dell’uomo: il libero
arbitrio e editare il N.T. «L’Italia era stato il paese che più di ogni
altro aveva visto il fiorire dell’Umanesimo… Non vi è, d’altra parte,
da meravigliarsi che gli uomini che cercavano con metodo filologico
nei classici antichi le origini del bello, usassero poi lo stesso metodo
per rintracciare nei testi sacri l’origine del vero. Si può onestamente
dire che un filone dell’Umanesimo preparava nel seno della Chiesa
cattolica un rinnovamento in senso spirituale… Volumi di grandi
preriformatori stranieri circolassero in Italia e per esempio vi sia
6
Vedere il nostro lavoro Dante il padre della Riforma, in www…..
«Ahi Costantin di quanto mal fu matre / non la tua conversion, ma quella dote
/ che da te prese il primo ricco padre» Inferno XX:15-118.
7
208
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Bisogno di una Riforma
nella biblioteca Ricciardiana di Firenze una copia di scritti del grande
inglese Giovanni Wycleffe. Questi umanisti cristiani avevano
speranza nella riforma della Chiesa da effettuarsi attraverso un
Concilio. Possiamo citare uomini come Egidio da Viterbo, Giovan
Francesco Pico della Mirandola, Jacoponi Sadoleto, ecc. Questi dotti
furono ben presto delusi. La chiesa corrotta «in capite et in membris»
- nel capo e nei membri – come si diceva allora, non poteva avere in
se stessa la forza per una restaurazione… Vi erano stati in tutto il
secolo XV e anche prima, a opera di umanisti, di agostiniani e di
altre personalità, degli sforzi di riscoprire la Bibbia e di ritrovare il
segreto di un rapporto autonomo personale con Dio. Nel 1505-1508
gli umanisti cristiani avevano sperimentato il fallimento delle loro
idee conciliari attraverso il Concilio Lateranense V, che non solo non
aveva saputo riportare serietà morale nella chiesa, ma non aveva
neanche potuto dibattere seriamente le nuove idee nate dallo studio
della Scrittura… è importante il tentativo di traduzione della Bibbia
del Brucioli. Ben presto nascevano in Italia dei centri di idee nuove,
che possiamo identificare in un primo momento nell’Oratorio
romano del Divino Amore, ed in un secondo momento, nel Circolo di
Giovanni Valdes a Napoli e del vescovo Giberti a Verona. Siamo
negli anni 1520 e 1540, cioè proprio nel tempo in cui nasceva e si
sviluppava la dottrina di Lutero. Possiamo trovare molti spunti in
comune tra le teorie di questi uomini e quelle luterane.
Si può sostenere … che tutti questi riformatori italiani partissero
dalla profonda convinzione della salvezza mediante la fede e non per
opere. Basterebbe leggere le due opere principali del Valdés,
L’Alfabeto Cristiano e le 110 Divine considerazioni, per rendersi
conto della base dottrinale di questi circoli italiani. Vi presero parte
uomini e donne di altissima cultura tra cui potremmo ricordare
Michelangelo, Vittoria Colonna, Olimpia Morata e anche personaggi
fondamentali della chiesa di allora, come il Cardinal Morone, il
Generale degli Agostiniani Cardinal Seripando, Bernardino Ochino,
Generale dei Cappuccini, l’umanista Marcantonio Flaminio, e tanti
altri. Un libro divenne molto noto in Italia in quegli anni, Il trattato
utilissimo del beneficio di Jesu Cristo crocifisso opera di un frate,
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
209
III Parte – Capitolo I
Benedetto da Mantova, discepolo del Valdés e che contiene molte
analogie con la dottrina luterana. Ben presto però, non bastò più
diffondere in modo quasi anonimo la dottrina della salvezza per fede,
anche perché la chiesa si era trovata di fronte al grande scisma di
Lutero e di Calvino, ed entravano in Italia diffusi da vari librai come
il libraio Calvi di Pavia, i libri di Lutero e poi, più tardi, scritti e
pensieri dei riformatori svizzeri.
Gli uomini dell’Evangelismo italiano dovettero allora operare
una scelta. Alcuni decisero di uscire dalla Chiesa cattolica e di unirsi
al Movimento riformato. Tra questi possiamo ricordare Bernardino
Ochino, il Vescovo di Capo d’Istria Pier Paolo Vergerio, Francesco
Negri di Bassano, Celio Secondo Crione, e, soprattutto Pietro Martire
Vermigli che doveva avere una grande eco fuori dalle frontiere
d’Italia, e sul quale abbiamo oggi importanti studi.
La riorganizzazione su nuove basi del Santo Uffizio romano della
Inquisizione, portò questi uomini alla morte o all’esilio. Erano tanti
gli esuli italiani di Ginevra e poi a Londra, da creare delle vere e
proprie chiese italiane all’estero.
Le regioni in cui il movimento riformatore si diffuse maggiormente, furono la città di Lucca, dove abitavano molti mercanti con
contatti con l’estero, Venezia, città dove il traffico con la Germania e
con i Grigioni era particolarmente intenso, Ferrara, soprattutto per
merito della Duchessa Renata di Francia che ospitò alla sua corte
Giovanni Calvino, e, naturalmente la Calabria e il Piemonte, dove si
trovavano forti nuclei di Valdesi».8
Già i valdesi, scriveva lo storico A. Vulliet, «Se ne andavano a
due a due a visitare i loro fratelli dispersi in tutta Europa, e si
assicura che ci fu un tempo in cui essi potevano andare da Cologna a
8
MASELLI Domenico, Tendenze ereticali ed evangeliche nell’Italia
Medioevale e Moderna, Appendice CAIRNS Earle E., Cristianesimo attraverso i
secoli, Centro Biblico, Napoli 1970, pp. 495-498.
210
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Bisogno di una Riforma
Firenze dormendo ogni notte in una casa di fratelli. Riconoscevano
queste case da certi segni particolari».9
La Calabria pullulava di eretici, in un solo giorno del 1561 ne
furono uccisi 180 e il Cavaliere di Napoli, Salvatore Spinello, buon
cattolico, “preferiva spopolare il suo paese che tollerare questa
peste”.
In una lettera inviata da un papista di Calabro al duca Urbino si
racconta come questi albigesi venissero prelevati da una casa,
sgozzati dal boia, messi su un carro e trasportati ai confini della
provincia.10
«Al Nord vi era tutta una catena di città in parte passate alla
Riforma, persino nelle loro classi dirigenti: partendo dalle vallate
valdesi e dal Piemonte, passando per Pavia, Padova, Modena,
Ferrara, Vicenza, Bologna, essa toccava Venezia11 ove l’eresia si
radicò a tal punto da resistere fino al XVII secolo. La Dalmazia era
già intaccata. Tremila professori, si diceva, erano passati al
luteranesimo e anche qualche inquisitore locale. Se in Italia fosse
scoppiato un grande movimento riformatore il papato non poteva
contare sul sentimento popolare che gli era sempre stato fedele
soltanto a Roma. La causa del cattolicesimo... sarebbe stata
perduta».12
In Italia bastò stabilire l’inquisizione per causare la fuga di molti
protestanti13, e con l’avvento al potere di Pio IV la situazione si
aggravò.
9
VULLIET Adam, Histoire du Moyen-Âge, pp. 124; cit. VUILLEUMIER Jean,
Les Prophéties de Daniel et leur Accomplissement Historique, Genève 1906, pp.
340,341.
10
CRESPIN Jean, Histoire des Martirs, t. I, Toulouse, p. 854, la lettera pp.
852,853.
11
Altre città erano: Milano, Voghera, Mantova, Bergamo, Brescia, in Valtellina.
Nel centro:Lucca, Siena.
12
LÉONARD Emile G., Storia del Protestantesimo, vol. I, La Riforma, ed.
Molino, Milano 1971, pp. 358,359.
13
Un riformatore italiano scriveva a Henri Bullinger nel 1549: «La persecuzione
contro i nostri fratelli diventa ogni giorno più violenta. Gli uni sono trascinati alle
galere, gli altri condannati al carcere perpetuo. Alcuni, ahimè! hanno abiurato per
paura di morire, tanto è difficile confessare coraggiosamente Cristo in mezzo alle
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
211
III Parte – Capitolo I
«Soprattutto sotto i papi Paolo III (1534-1549), Giulio III (15501555), Paolo IV (1555-1559), Pio IV (1560-1565) e Pio V (15661572) la persecuzione fu terribile; Pio IV sorpassò Paolo IV stesso
per le crudeltà del suo regno; Pio V li sorpassò tutti e due. “A Roma,
sotto Pio V, tutti i giorni c’è qualche infelice che viene bruciato, o
impiccato o decapitato, - scriveva nel 1568 Tobie Eglino, - tutte le
prigioni sono affollate; si è obbligati a costruirne delle nuove; e
questa città immensa non ha abbastanza segrete per la folla di
persone pie che vengono arrestate continuamente”».14 «Lo stabilirsi
dell’Inquisizione a Roma, dice Pallavicini, salvò il cattolicesimo in
Italia».15
«Finora gli storici avevano parlato di “riformatori italiani del
secolo XVI” e non di riforma, volendo intendere che vi erano bensì
stati dei grandi pensatori che si potevano ritenere evangelici e che
molto spesso furono anabattisti e antitrinitari, ma era mancato in
Italia un moto di popolo pari a quello che vi fu in Germania, in
Svizzera, in Francia».16
L’Italia è il cuore del potere di Roma e non ha potuto essere
conquistata alla Riforma.
torture! Molti sono esiliati assieme alle mogli e ai figli. La maggior parte cerca
scampo nella fuga» cit. idem, p. 373,374.
14
Mac’CRIE, Histoire de la Réforme en Italie, p. 304, lettera a Henri Bullinger;
cit, da GAUSSEN François Samuel Robert Louis, Daniel le Prophète ,exposé
dans une suite de leçons pour une école du dimanche, t. II, M. Duchoux, Paris
1848; p. 223.
15
PALLAVICINI, Histoire du Concile de Trente, liv. XIV, ch. 9; cit. L.
Gaussen, o.c., t. II, p. 222.
16
D. Maselli, o.c., p. 499.
212
Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo II
LA TRADIZIONE
NELLA CHIESA CATTOLICA E
NELLA CHIESA PROTESTANTE
La Tradizione nella Cattolico
Per la chiesa cattolica la tradizione è costituita dalla trasmissione
orale dell’insegnamento apostolico che non si trova nella Scrittura.
«La Tradizione è la Parola di Dio non consegnata nei libri santi, ma
predicata dagli apostoli e trasmessa dalla Chiesa di generazione in
generazione. La tradizione cattolica è dunque altrettanto Parola di
Dio quanto la sacra Scrittura. Gesù Cristo non ha data agli apostoli la
missione di scrivere, ma di predicare».1
Nelle religioni misteriche gli insegnamenti venivano trasmessi
oralmente agli iniziati, nel gnosticismo cristiano del II e III secoli si
pretendeva la stessa cosa: l’insegnamento risaliva a quello apostolico.
«Con il fissare il Canone (del testo biblico) significa che la
Chiesa stessa ha tracciato una linea di demarcazione chiara e netta tra
il tempo apostolico e il tempo della Chiesa».2 Stabilendo il Canone,
come per una Costituzione, significa stabilire un controllo sulla
tradizione della Chiesa, come sulle leggi che vengono emanate. Con
il Canone «la Chiesa rinunciava a essere norma a se stessa».3
A. Kuen scrive che la tradizione orale ha una sua origine nella
tradizione scritta negli autori che sono venuti dopo gli apostoli.
L’insegnamento dei Padri apostolici e dei primi secoli è troppo
multiforme e contraddittorio per costituire la base sicura di una
dottrina. Colui che conosce anche molto poco la letteratura patristica,
sa che si può tutto giustificare con le citazioni dei Padri, ma «se c’è
1
HAAS: Grand Catéchisme (p.31nota 6).
CULLMANN Oscar, La Tradition, in Cahiers Théologiques, n. 33, Delachaux
et Niestlé, Neuchâtel-Paris 1953, p. 43.
3
KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs, Saint Lègier sur Vevey
1967, p. 32.
2
III Parte – Capitolo II
un punto sul quale la “Tradizione” dei Padri è d’accordo è il
riconoscere l’autorità suprema della Scrittura santa».4
Ma «ciò che i cattolici chiamano Tradizione, è un insieme di riti e
costumi ecclesiastici di origini diverse che hanno costituito nel corso
dei secoli la religione cattolico romana. Questa Tradizione è stata
fissata per iscritto nei Codici del Diritto Canonico romano che hanno
completamente respinto l’autorità della Bibbia nella Chiesa».5
Lutero ha bruciato i libri del Diritto Canonico e la sua tradizione.
Diceva: «Sì, dite, noi papisti siamo restati nella Chiesa antica, quella
dei tempi apostolici, è per questo siamo la vera Chiesa, ma voi, vi
siete separati da noi e voi avete eretto una nuova Chiesa contro noi.
Risposta: Ma che succederà se dimostro che siamo restati nella
vera Chiesa antica, sì, noi siamo la vera Chiesa antica, ma siete voi
che vi siete separati da noi, cioè dall’antica Chiesa, e avete eretto una
nuova Chiesa in opposizione all’antica Chiesa?».6
«Il lettore cattolico di oggi non potrà apprendere senza vergogna
il modo il quale la Chiesa apostolica fu tradita da tutti coloro che
presero parte ai traffici politici e finanziari sulle indulgenze, sulla
nomina al soglio episcopale di Magonza e sulla chiesa di San Pietro,
perché, già da molto tempo, si aveva, nella Chiesa, tradito lo Spirito
degli apostoli… Neppure oggi la chiesa cattolica è pronta a
riconoscersi colpevole».7
E. Brunner in Le Malentendu de l’Eglise8i – Il Malinteso della
Chiesa ha tracciato in tre momenti più importanti ciò che in sei secoli
ha segnato l’indipen-denza della Chiesa dalle Scritture:
1. «Concilio di Trento (1545-1563) le sine scripto traditiones – le
tradizioni senza base scritturale – sono messe sullo stesso piano
delle Scritture. Così facendo la testimonianza degli apostoli è
4
Idem, p. 35.
Idem.
6
LUTERO, W.A., 51, 476, 13- 479,3; cit. A. Kuen, o.c., p. 199.
7
KÜNG Hans, Structures de l’Eglise, Desclée de Brouwer, Paris 1963, p. 136.
8
BRUNNER Emil, Le Malentendu de l’Eglise, H. Messeiller, Neuchâtel 1956,
pp. 53-55.
5
214
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Tradizione nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti
completata da un’altra fonte di conoscenza che è anche più
accettata come definitivo insegnamento.
2. Concilio Vaticano I (1870) nel corso del quale la Tradizione
stessa come la Scrittura è soppiantata dal potere dottrinale del
stesso Papa essendo a loro superiori. “È la Tradizione che mostra
ciò che la Scrittura insegna, decreta il concilio di Trento; è la
Chiesa che insegna ciò che è la Tradizione, tale fu la decisione
del Vativanio I” scrive Loofs.
3. Codex juris Canonici - Diritto canonico completato nel 1918
segna l’ultima tappa di questo cammino: tutto nella Chiesa,
dottrina e vita, è sottomesso al papa e il dogma rileva
integralmente dalla potestas juridicionis papale. Il papa non è più
legato a ciò che valeva nella Chiesa fin dai tempi più lontani: può
creare il nuovo. Può creare dei dogmi “ex sese”, mediante la sua
propria autorità “non autem ex consensu ecclesiae – senza
neppure consultare la Chiesa”, senza tener conto del parere di un
Concilio o di quello dell’insieme dei vescovi; lo può in virtù della
sua “potestas iuridictionis” assoluta e illimitata che si estende a
tutti i domini della dottrina e della vita.9 Pio IX diceva: “La
tradizione sono io”. Ciò che il papa dichiara come tradizione è
tradizione. Ogni cristiano cattolico lo deve riconoscere e crederlo
come essendo la tradizione, anche se non c’è nessuna traccia
nella Tradizione. Questa non esistenza della tradizione non deve
suscitare nessuna perplessità. Poiché il papa solo è competente
per sapere ciò che è tradizione. Ciò che ha dichiarato tale, deve
essere ricevuto come tale mediante la fede, pena di perdere la
salvezza».
Si ha così che con il:
1a. «Dal concilio di Trento, ogni ricorso alla Scrittura è reso vano
poiché la tradizione completa ed eventualmente soppianta
artificialmente la Scrittura.
9
Pio IX promulgò da solo il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria come
articolo di fede senza il sostegno dell’episcopato.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
215
III Parte – Capitolo II
2a. Dal concilio Vaticano I il ricorso alla tradizione reale è resa
inutile dal pensiero che il papa solo è competente per conoscere
la tradizione.
3a. Mediante il Codex juris Canonici il papa non ha solamente il
diritto, ma il dovere in virtù del diritto canonico, di ridurre a
silenzio ogni obiezione che si fonda sulla Scrittura o sulla
tradizione e di scomunicare chiunque persevera in questa strada».
A. Kuen ricorda che questo principio evolutivo aveva le sue
radici al tempo della Riforma, era già germogliato, già evolveva.
Lutero infatti diceva: «Il papa pretende che tutti i diritti sono nel
cofano del suo cuore… e tutto ciò che ordina e decide nella sua
Chiesa deve essere tenuto per giusto, pure se questo è contrario
alla Scrittura o alla Parola orale».10
Nel 1866 Pio IX diceva: «Solo, io sono il successore degli
apostoli, il Vicario di Gesù Cristo, solo io ho la missione di condurre
e di dirigere la barca di Pietro, io sono la via, la verità e la vita.
Coloro che sono con me sono con la Chiesa, coloro che non sono con
me sono fuori della Chiesa, sono fuori della via, dalla verità e dalla
vita».11
La Tradizione nelle Chiese protestanti
Anche nel protestantesimo ci sono delle tradizioni, forti, tenaci
come nel cattolicesimo. Le tante chiese ne sono una dimostrazione. È
questa tradizione che costituisce lo scandalo della cristianità, perché
la parole di una grande figura: Lutero, Calvino, Zwingli, Wesley,
Darby, William Booth,… i Sinodi o conferenze mettono in
discussione la Scrittura.
Tre dichiarazioni come esempio per tutte.
10
LUTERO Martin, Livres Simboliques, Paris 1946, p. 274 ; cit. A. Kuen, o.c.,
p. 37 nota 33.
11
Cit. da FRIEDRICH J., Geschichte des Varikanischen Konzils, t. I, Bonn
1877, p. 498; cit. A. Kuen, o.c., p.37, nota 33.
216
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Tradizione nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti
Nel 1690, nel discorso di addio del pastore John Robinson non
potendo partire con i Padri pellegrini nel lasciare l’Olanda per il
nuovo mondo disse: «Fratelli, noi stiamo per separarci, e Dio solo sa
se vivrò abbastanza per vedervi ancora. Nondimeno, o che il Signore
permetta un nuovo incontro o che non lo permetta, io vi scongiuro,
davanti all’Onnipotente e davanti ai suoi santi angeli, di seguirmi
nella misura in cui io ho seguito e seguirò Gesù Cristo. Se Dio
dovesse rivelarvi altre verità tramite strumenti di sua scelta, siate
pronti ad accettarle con la stessa prontezza con la quale voi
accettereste ogni nuova luce che vi giungesse per mezzo del mio
ministero, perché io sono persuaso che Egli farà scaturire dalla sua
parola altre verità e altre luci. Da parte mia, non potrò mai deplorare
abbastanza lo stato delle chiese riformate: esse sono giunte ad un
punto statico in materia di religione e ricusano di compiere fosse
pure un solo passo oltre a quelli fatti dalle loro guide spirituali.
Infatti, non è possibile indurre i luterani a fare un passo in più
rispetto a Lutero... I calvinisti, lo sapete benissimo, rimangono
ancorati dove li lasciò Calvino, il grande uomo di Dio. Egli non
poteva vedere e conoscere tutto. È una realtà che addolora, perché
sebbene quegli uomini (i riformatori) fossero per il loro tempo delle
lampade ardenti e risplendenti, non furono, né del resto lo potevano
essere, in condizione di sviscerare l’intero consiglio di Dio. Se essi
vivessero oggi, accetterebbero le nuove luci con lo stesso slancio col
quale accettarono la luce allora».12
Lo scrittore protestante francese del XIX secolo, il conte Agènor
de Gasparin, diceva, parlando della Riforma: «Il suo grande torto è
stato quello di restare incompleta. Essa ha indicato il cammino, più
che l’abbia percorso; o piuttosto essa lo ha segnato, ma non è
arrivata... arrivare al punto di partenza o avanzare abbastanza per
12
NEAL D., History of the Puritans, vol. I, p. 269; cit. WHITE Ellen, Il Grand
Conflitto, AdV, Firenze 1977, p. 214; cit. da A. Kuen, o.c., p. 326.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
217
III Parte – Capitolo II
raggiungere il cristianesimo apostolico questo è il compito che ci è
riservato».13
A causa dell’autorità della tradizione protestante, dei Sinodi,
incontri, commissioni, comitati e delibere e degli uomini, siano essi
Riformatori, fondatori di chiese, teologi, studiosi, professori, leaders,
ecc., che hanno caratterizzano le numerose denominazioni A. Kuen,
come altri, arriva a dire come constatazione: «Al posto di un papa
infallibile, ce ne è una infinità che sono semi-infallibili, ma la cui
autorità non è meno inferiore sugli adepti sui quali regnano. Diversi
teologi, pastori, evangelisti, hanno il loro cenacolo di discepoli che
non vedono che loro e considerano ogni loro affermazione come
parola del Vangelo. Riconoscere una norma superiore a quella della
Parola scritta, è aprire la parta all’illuminismo, al misticismo e a tutte
le deviazioni alle quali queste tendenze hanno dato nascita nel corso
dei secoli. È raggiungere percorrendo un’altra strada, la posizione
cattolica».14
Tutti i gruppi religiosi nella specificità del loro credere diverso
dagli altri si giustificano perché si considerano fedeli all’azione dello
Spirito santo. Il paracelo però, nell’insegnamento di Gesù, è lo
Spirito di verità (Giovanni 14:17) e avrebbe condotto i discepoli
nella conoscenza di tutta la verità (Giovanni 16:13). Questa realtà,
pur nel rispetto della fede di ognuno, testimonia piuttosto una rottura
con la Parola di Dio. O. Cullmann scrive a tale proposito: «La Chiesa
cattolica, lo gnosticismo, gli illuminati, sette antiche e moderne, non
si incontrano, malgrado l’abisso profondo che le separa in diversi
aspetti, nel loro comune rifiuto di considerare la Scrittura come una
norma superiore destinata a controllare l’azione presente dello
Spirito santo nel dominio della verità?». 15
Due necessità
13
GASPAREN Agénor de, Les écoles du doute et l’école de la foi, Genève 1853,
p. CII.
14
A. Kuen, o.c., p. 38.
15
O. Cullmann, La tradiction, p. 37.
218
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Tradizione nella Chiesa cattolica e nelle Chiese protestanti
Come Lutero il 10 dicembre 1520 ha bruciato il Corpus iuris
Canonici per rompere con la Tradizione di Roma, così si dovrebbero
bruciare le proprie tradizioni teologiche, pur conservandole nella
storia affinché non si ripetano gli errori fatti, ristabilendo la sola
autorità della Scrittura.
Sebbene nella Bibbia ci siano delle «cose difficili da comprendere» 2 Pietro 3:16, «Tutte le cose necessarie sono chiare» diceva
Crisostomo16 e «tra le cose che vi sono chiaramente insegnate si
trovano tutte quelle che concernono la fede e i costumi» scriveva
Agostino.17
16
17
Crisostomo, Homil. 3 in II Thess. Cit. A. Kuen, o.c., pp.39,40.
Cit. A. Kuen, o.c., p. 40.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
219
III Parte – Capitolo II
220
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Capitolo III
LA RIFORMA INCOMPIUTA
«Perché i Riformatori hanno costituito le loro comunità in chiese
moltitudiniste, invece di ritornare, come su tanti punti, al modello
apostolico delle chiese professanti?
È senza dubbio il grande dramma della Riforma del XVI secolo,
la sorgente del “malinteso della Chiesa” E. Brunner, di cui soffre il
protestantesimo attuale. È all’origine di numerosi scismi nel corso
dei quattro secoli trascorsi, di confusioni che sono motivo di dispiacere nel presente e di rimprovero che, in avvenire, rischiano molto di
condurre verso nuove difficoltà».1 Lutero ha riscoperto e riproposto
alla cristianità il sacerdozio universale, progetto che l’Eterno aveva
presentato alla costituzione del popolo d’Israele dall’uscita dell’Egitto (Esodo 19:6) e che crediamo risalga, ancor prima, alla
creazione quando l’Eterno si incontrava sul far della sera (Genesi
3:8), e perché no anche all’alba di ogni giorno, con l’uomo (erano
questi i momenti della giornata in cui Israele offriva all’Eterno il
servizio quotidiano di adorazione). Questo insegnamento di grande
responsabilità, come ogni dono prezioso gestito male, può essere
diventato l’espressione dell’arroganza religiosa che troppo spesso
l’uomo ha esercitato nelle Chiesa fin dal tempo degli apostoli,
nascondendo col manto della fede e nel nome della fedeltà le proprie
ambizioni e desiderio di potere (Atti 20:29,30), parcellizzando e
frammentando la Chiesa nel suo divenire, portando nel nostro tempo
le etichette cristiane a contarsi a centinaia e anche a migliaia, senza
realizzare la vera Riforma, ma dando sempre origine a espressioni
religiose assoggettanti, usando una espressione violenta, irritata e
sofferta di Paolo, dove i credenti sono «sballottati e portati qua e là
da ogni vento di dottrina» dichiarando come causa – richiamando
alla nostra memoria parole dure, forti, altrettanto sofferte di Gesù,
1
KUEN Alfred, Je bâtirai mon Église, ed. Emmaüs,Saint Lègier sur Vevey
1967, p. 207.
III Parte – Capitolo III
che rivolse ai religiosi del suo tempo (Matteo 7:21-23; 23): «la frode
degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» Efesi
4:14. Siccome troppo spesso il buon grano è stato confuso con la
zizzania e, strappandola, si è sradicato il buon prodotto della terra,
lasciamo che nel campo del Signore tutto continui a crescere fino al
giorno in cui si realizzerà il grande e finale invito (Apocalisse 18:4) e
gli angeli verranno per compiere quella separazione che allora
potranno fare (Matteo 13:24-30).
La Riforma si è costituita attorno alla Sola fide, sola grace, sola
scriptura.
Lutero ha rivendicato la salvezza come esperienza individuale del
rapporto con il Signore, conseguenza della giustificazione per fede,
ha quindi insegnato il sacerdozio universale2. L’insieme dei salvati
individualmente avrebbero costituito la Chiesa, ma le circostanze gli
hanno impedito di realizzarlo nella Chiesa.
Per Lutero, nel 1513, «si è della Chiesa, corpo mistico di Cristo,
quando la fede è stata creata nell’anima mediante la Parola di Dio».3
Nel 1520 scriveva che «la Chiesa è, secondo le Scritture … la
riunione di tutti i credenti in Cristo e si compone di tutti coloro che
vivono nella vera fede, l’esperienza e l’amore, in modo che l’essenza, la vita e la natura della cristianità non è di essere una assemblea
dei corpi, ma la riunione dei cuori in una stessa fede. Questa
2
L’intero Israele sarebbe dovuto essere un popolo di sacerdoti (Esodo 19:5,6;
Deuteronomio 7:6). Pietro lo vede realizzato nella Chiesa apostolica (1 Pietro 2:9)
Giovanni lo conferma in Apocalisse 1:6. La Chiesa clericale lo ha abolito. I
Riformatori lo hanno riscoperto e riaffermato. «Tutti i cristiani appartengono allo
stato ecclesiastico. Noi siamo tutti consacrati sacerdoti mediante il battesimo».
LUTERO Martin, And en christilichen Adel. «Il pastore non è un sacerdote, ma
solamente una delle funzioni della Chiesa della quale tutti i membri sono sacerdoti
e re… I laici, preti, duchi, vescovi e, come dicono, gli ecclesiastici e i secolari non
differiscono in fondo che per la funzione, ma non per il rango. Poiché sono tutti
allo stato spirituale, dei veri preti, vescovi e papi». LUTERO Martino, W.A.
6.407,13 ss. Cit. A. Kuen, o.c., p. 272.
Le Chiese che si sono costituite dalla Riforma non hanno messo in pratica
questo principio. Il loro clericalismo lo hanno espresso con il corpo pastorale.
3
Lutero, cit. idem, p. 208.
222
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma incompiuta
comunione spirituale è interamente sufficiente a creare una
cristianità».4 Nella Dispute avec Alveld scriveva: «La Chiesa è una
assemblea di tutti coloro che credono in Cristo». E. Brunner così
sintetizza il pensiero del Riformatore: «Come la sua nozione delle
fede, la sua nozione della Chiesa è assolutamente personalista: la
Chiesa è la comunità dei credenti, la communio dei sancti, dei “santi
chiamati” da Cristo. Perché la comunione dei santi è spirituale in tutti
i suoi membri, è abolita nella Chiesa la distinzione tra ecclesiastici e
non ecclesiastici. Sono tutti, come l’attesta di già la prima lettera di
Pietro, “un popolo di sacerdoti” e la Chiesa autentica non è altro che
questo popolo di credenti, questo popolo sacerdotale».5
29.9.1521 con l’accordo di Lutero, Melantone, il teologo della
Riforma, e i suoi allievi per la prima volta prendono la cena con i
simboli delle due specie.
Raggruppata attorno alla Cena, Lutero pensava che la Chiesa
intera, si sarebbe rinnovata e nata dalla fede. Poi Lutero ristabilirà
nuovamente la messa nelle grandi assemblee togliendo ai fedeli il
calice, ma costituì anche per i “degni”, i veri credenti, una cerimonia
particolare con il calice. «Se praticassimo veramente questa dottrina,
non sarà come ora, un migliaio di persone che prendono i sacramenti,
ma appena un centinaio. Allora ci saranno meno di questi orribili
peccati… noi saremmo in fine una assemblea cristiana, invece di
essere ora quasi dei pagani che portano il nome di cristiani».6
Nel 1523 sviluppa un piano a seguito del quale un gruppo di
persone, toccate dalla Parola di Dio, si possano costituire all’interno
della «parrocchia», quale embrione della comunità ed esercitare il
sacerdozio universale. Commenta A. Kuen: «Queste chiese Lutero ha
voluto costituirle, ma le circostanze l’hanno impedito. In fatti, è a
partire dal momento in cui il papa e l’imperatore si opposero
ufficialmente a lui e al Vangelo che il Riformatore ha dovuto pensare
4
5
6
Von dem Papsttum zu Rom, W.A. 6. 292, p. 35; cit. Idem, pp.208,209.
BRUNNER Emil, Dogmatique, v. III, p. 99.
W.A. 10b, 39, 10 ss; Cit. A. Kuen, o.c., p. 210
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
223
III Parte – Capitolo III
di riorganizzare la Chiesa. La sua concezione della Chiesa si
elaborerà a Wartburg».7
«Gli avvenimenti andavano una volta di più a scombussolare il
suo piano. Verso la Pasqua del 1523 le folle pressavano i predicatori
a dare a loro i sacramenti, non per “fame spirituale”, ma per seguire
la tradizione. Lutero, sentendo che non si poteva opporre a questa
spinta, cercò il mezzo di evitare una partecipazione indegna alla
Cena… In dicembre sviluppa l’idea di un esame prima della Cena,
simile a quello che si faceva nella Chiesa antica prima del battesimo.
… Al momento della Cena chi vi partecipava doveva avanzare
attorniare l’altare, così l’assemblea intera poteva giudicarli e opporsi
eventualmente alla comunione di peccatori noti. “Legando la
partecipazione della Cena al compimento di condizioni particolari e
separando la comunità eucaristica dalla massa, Lutero introdusse
effettivamente una separazione all’interno della Chiesa popolare e
prepara una ‘selezione’ che andrà più lontano” G. Hilbrt».8
Tra il 1522-1527 ha espresso il desiderio di costituire una vera
chiesa con coloro che «volevano seriamente essere cristiani» e
sviluppò questo soggetto nel prologo alla Deutsche Messe nel 1526
dove presentò che ci sono tre modi per celebrare il culto o la messa:
a) in latino (per quei giovani che imparano questa lingua)
b) in tedesco (davanti a tutto il popolo credente e non credente, che
non corrisponde ancora alla Chiesa)
c) non nella pubblica piazza, ma in piccoli gruppi, in case private,
per pregare, leggere, celebrare i battesimi, ricevere la santa Cena,
praticare la altre opere cristiane, esercitando Matteo 18:17 per
coloro che non vivono secondo i principi cristiani. «Là dove non
ci sono le chiavi (la disciplina ecclesiastica), là non c’è il popolo
di Dio».9 Solo questo terza forma è valida. Lutero, diceva lo
specialista dei suoi scritti, H. Boehmer, aveva trovato la
7
8
9
224
A. Kuen, o.c., p. 209.
Idem, p. 210.
Von Konzilii und Kirchen, 1539, W.A. 25,363; cit. Idem, p.216.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma incompiuta
soluzione del problema, cioè una organizzazione che corrisponde
al suo ideale religioso.
Perché Lutero non ha messo in pratica questo suo piano, si chiede
A. Kuen? Lutero stesso scriveva: «Se ci sono le persone che
desiderano seriamente essere cristiani, le ordinanze e le modalità
sarebbero presto trovate. Ma io non posso e non voglio ancora
organizzare e istituire una simile chiesa o riunione, perché io non ho
ancora le persone per questo, e io non vedo che ce ne siano molti che
lo desiderano». Lutero era consapevole che si sarebbe dovuto
superare l’eredità di Costantino e di Teodosio per ritornare a quella
degli apostoli. È arrivato vicino, ma come scrive il pastore H.
Venske: «È l’errore tragico di Lutero, un errore di una tragedia
indescrivibile. È questo che avrebbe dovuto mettere un termine finale
a questo sistema moltitudinista sacramentale che si era sviluppato e
manifestato costantemente nella Chiesa romana. Ciò non si è fatto. In
una inconseguenza totale in rapporto alla sua comprensione della
chiesa apostolica, Lutero è di nuovo sfociato nella chiesa popolare
sacramentale. Non si può dare lo sbaglio della sua malformazione a
nessun altro che a Lutero stesso».10
E. Brunner, con diversi altri studiosi, riconosce che «di tutti i
grandi dottori della cristianità, Lutero è colui che ha meglio compreso la differenza tra l’Ekklesia del N.T. e la chiesa istituzione».11 «Il
piano di Lutero s’ispira non solamente al modello apostolico, ma
ancora alla pratica della chiesa antica che distingueva la missa
catechumenorum aperta a tutti, dalla missa fidelium alla quale solo i
battezzati avevano accesso».12
Le cause del fallimento della sua comprensione sono state l’appoggio e l’ingerenza del braccio secolare.
Scrive E. Brunner: «Praticamente, nel momento di costruire la
sua comunità cristiana, Lutero fu obbligato a ricorrere da una parte
10
11
Venske H., Vollendete Reformation, p. 80; cit. A. Kuen, o.c., p. 212.
BRUNNER Emile, Le malentendu de l’Eglise, ed. H. Messeiller, Nechâte, p.
19.
12
A. Kuen, o.c., p. 216; vedere W.A. 80, 28 ss.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
225
III Parte – Capitolo III
alla cooperazione dello Stato, dall’altra a delle forme giuridiche.
Lasciò i principi a organizzare la Chiesa e lui darle un regime
giuridico».13 Karl Müller scriveva: «La potenza aggressiva e
conquistatrice del luteranesimo nel suo periodo dell’inizio si perse
dappertutto nel momento in cui le autorità hanno preso tutto in mano
e hanno prodotto la confessione luterana».14
Le diverse cause che hanno impedito a Lutero di realizzare
quanto compreso sarebbero:
a) la situazione morale e spirituale della Sassonia;
b) il mantenere la concezione del corpus christianum costantiniano;
c) la mancanza di rottura con l’istituzione ecclesiastica, che ha voluto
“riformare”.
Anche nelle sue 95 tesi Lutero ha attaccato i cattivi usi che il
papato ha fatto del suo potere, delle indulgenze e di tante altre cose,
ma non pensò mai allora a costituire una nuova Chiesa, ma invoca un
Concilio per riformarla.
Lutero era un uomo del suo tempo, della cultura del Medio Evo e
un monaco agostiniano. E. Brunner scrive che benché abbia visto la
vera natura della Ekklesia, «essendo anche sotto l’uinfluenza di
Agostino, ha parlato della Chiesa in un doppio senso, della Chiesa
autentica che la si conosce mediante la fede e dell’istituzione
ecclesiastica costituita dalla legge».15 Per questo motivo già K. Ecke
aveva scritto che «il sacramentalismo è veramente la ragione
mediante la quale la Chiesa di Lutero non è diventata un nocciolo di
comunità apostolica come il Riformatore l’aveva previsto,… ma ha
preso la forma di una Chiesa nella quale la rigenerazione è posta nel
13
E. Brunner, o.c., p. 121. Prosegue: «Nel suo pensiero, questo regime giuridico
ha un valore puramente temporale e non sacro ; non ha nulla a che vedere con la
salvezza… Il ministero legalmente costituito – fosse pure quello del vescovo – non
è un sacerdozio e non ha valore sacramentale. È per la comunità una istituzione
necessaria, ma che non ha nulla a che fare con la fede dell’individuo e che ha un
carattere temporale e giuridico».
14
MÜLLER Karl, Kirchengeschichte, II, 1, p. 476; cit. A. Kuen, o.c., p. 217.
15
E. Brunner, Dogmatique, v. III, p. 48.
226
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma incompiuta
battesimo e nella Cena, ed è abbassata a livello di un costume
popolare superficiale».16
Dal 1526 il Riformatore cambia orientamento e ritorna alla
concezione simile a quella di Roma giustificandosi dell’appoggio al
potere secolare.
Lutero diventa così responsabile della morte di migliaia di
credenti che non hanno accettato il suo compromesso.
Nel 1530 approva la messa a morte di tutti coloro che
contraddicono la sua dottrina. Nella spiegazione del Salmo 8217
diceva che tutti i cristiani che predicano e insegnano pubblicamente
la Parola di Dio senza essere pastori devono essere giustiziati, «anche
se insegnano correttamente».18 Anche l’autorità ecclesiastica cattolica si è comportata nello stesso modo alcuni secoli prima con i
Valdesi.
A sua volta Melantone domandò la pena capitale per i conduttori
degli anabattisti.19 I due Riformatori risponderanno all’elettore di
Sassonia scrivendogli di condannare a morte conduttori e fedeli
anabattisti.
I contemporanei se ne erano resi conto della sua contraddizione.
Il riformatore Schwenckfeld scriverà: «All’inizio la dottrina di
Lutero era nettamente migliore e più pura, più sana che non sia al
presente, come dimostrano i suoi primi libri; con il tempo, gli
studiosi si sono grandemente allontanati dalla verità. Io gli auguravo
di rimanere fedele alla sua vocazione primaria e di non permettersi
d’apportare la sua propria saggezza senza lo Spirito e contrariamente
alla volontà del Signore…
Dalla rivolta dei contadini è diventato molto esteriore e da
quando ha lottato contro la verità nella questione del sacramento, ha
legato le cose interiori alle cose esteriori e non vuole, senza esse,
lasciare che nessuno sia salvato…
16
17
18
19
ECKE K., Schwenckfeld, p. 42; cit. A. Kuen, o.c., pp.217,218.
LUTERO Martin, E.A. 39, 250 – W.A. 31, 1, 189 ss.
Esplication su Matthieu, (fine 1531); cit. A. Kuen, o.-c., p.218.
Corpus Reformatorum, t. II, 549; cit . idem, p.218.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
227
III Parte – Capitolo III
Anche se mediante una rivelazione della grazia di Dio ha
scoperto molti errori del papato non gli è stato dato di riformare i
sacramenti: i papisti lo lodano ancora oggi, anche se lo condannano
per tutto il resto, e perché essi possono nel presente conservare
questa causa essenziale di ogni errore, Lutero l’aveva confermato, il
papismo sussisterà».20
Alla fine della vita Lutero è pentito per dove le sue scelte l’hanno
portato, per aver optato per il sistema territoriale delle chiese
moltitudiniste. Alcuni pensieri riportati da A. Kuen21:
«Tra mille (parrocchiani) si trova appena un vero cristiano».22
«Siamo quasi dei pagani che portano il nome di Cristiani».23 «Se
incontri un contadino cristiano, ne incontri mille che non lo sono».24
«Se si dovessero ora battezzare gli adulti e i vecchi, scommetterei
che non ci sia un decimo che si farebbe battezzare».25 «Preferirei che
i contadini, i borghesi e la nobiltà che, al presente, abusano del
Vangelo, fossero ancora sotto il papato, sono per il Vangelo un
ostacolo, vergogna e dispiacere».26
Confessa: «Se dovessi ricominciare a predicare il Vangelo, lo
farei in un modo diverso. Lascerei la grande massa sotto il governo
del papa, non si migliorerebbe con il Vangelo, al contrario
abuserebbero della libertà».27
Zwingli e Calvino, accettando il pensiero di Agostino sulla chiese
visibile e invisibile non poterono riformare la chiese visibile.
20
21
22
23
24
25
26
27
228
ECKE K., Schwenkfeld, pp.63,64; cit. idem, p. 219.
A. Kuen, o.c., pp. 219,220.
M. Lutero, E.A. 2.65-W.A.52,764 ss.
M. Lutero, E.A. 28.315-W.A.10,11,11 ss.
M. Lutero, E.A. 23.326-W.A.51,331 ss.
M. Lutero, E.A. 22.165-W.A.30,11,595 ss
M. Lutero, E.A. 5.254-W.A.52.
M. Lutero, E.A. 5.254-Hauspostille, W.A.52.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
Quarta parte
Il bisogno di una nuova Riforma
Capitolo I
QUALCHE OPINIONE SULLA RIFORMA
«All’origine - la Riforma del XVI secolo - fu un movimento di
pentimento, di ritorno al Signore della Chiesa mediante un
abbandono totale alla sua misericordia e alla sua grazia… La Parola
agirà, la Parola creerà la sua propria forma… la Chiesa sorta dalla
nuova proclamazione del Vangelo fu in principio una Chiesa aperta,
una Chiesa in marcia, preoccupata di realizzare la sua esistenza
mediante l’obbedienza alla Parola di Dio in ogni circostanza».1
«La Riforma è stata una purificazione della Chiesa; non un
ricominciamento».2 L’opera di questa purificazione non è completata
e quindi «chiunque vuole ascoltare le testimonianze della comunità
cristiana del N.T. dovrà riconoscere che la pretesa di Calvino di aver
ricostituito l’Ekklesia del N.T. non è fondata».3
H.S. Bender scriveva che uno dei paradossi incredibili della
storia è dato dai Riformatori stessi, che pur avendo rimesso in auge
con forza, coraggio e determinazione il Vangelo della Grazia,
liberandolo dalle deformazioni medioevali, restaurando il messaggio
centrale della giustificazione per fede, avendo però conservato la
chiesa di massa, cristiana nella tradizione, perché fedele al
compromesso di Costantino, non hanno ottenuto una Chiesa reale di
convertiti. Pochi hanno chiesto di esserne membri. Praticamente
come riconosce E. Brunner, si è conservato nella Riforma ciò che
aveva caratterizzato il Medio Evo, cioè la concezione costantiniana e
teodosiana che identifica il popolo dello Stato con il popolo della
Chiesa.
Il conte de Gasparin scriveva: «Perché il XVI secolo, così
magnifico al suo inizio, è stato così improvvisamente colpito di
sterilità e d’impotenza? Perché ha compiuto per metà lo sforzo
immenso che bisognava fare per sfuggire alle tradizioni del
1
VISSER’T HOOFT W.A., Le Renouveau de l’Eglise, p. 51.
BRUNNER Emil, Le Melentendu de l’Eglise, ed. H. Messeiller, Neuchâtel
1956, p. 126.
3
BRUNNER Emil, Le renouveau de l’Église, Labor, Genève; Je Sers, Paris,
s.d., p. 128.
2
IV Parte – Capitolo I
paganesimo cattolico, alla religione collettiva… In questo come in
altre cose, il protestantesimo è rimasto cattolico; e questa è la sua
debolezza».4
Anche i piccoli principi violati comportano delle conseguenze. I
principi violati finiscono sempre per vendicarsi
Una volta che il fiume ha tracciato il suo letto è molto difficile, se
non impossibile, almeno ché non avvenga un fenomeno esterno,
come un cataclisma, cambiarne il corso. «Tutte le grandi chiese sorte
dalla Riforma resteranno nella linea adottata dai Riformatori»5 e a
essere in molte espressione ecclesiali come la chiesa cattolica
mascherata.
Le giovani chiese riformate furono perseguitate e in prevalenza
erano chiese professanti. Con il ritorno della pace religiosa si ebbe il
colpo fatale: si vide applicato il principio del multitudinismo. Ben
presto si videro i suoi frutti amari. Anche prima della revoca
dell’editto di Nantes dei pastori fedeli deplorarono lo stato spirituale
di numerose parrocchie e dei conduttori. L’abiura di centinaia e
migliaia fu la conseguenza.
Calvino diceva: «La storia della Chiesa e la storia di molte
resurrezioni».6 «Ogni volta che soffia il Risveglio, delle comunità del
tipo “chiesa professante” sorgono: che siano i “collegia pietatis” di
Spener (1635-1703) o le comunità morave in Germania, o le classi
metodiste di Wesley in Inghilterra, o le chiese nate dal Risveglio di
Ginevra nel XIX secolo o del risveglio in Francia: ogni ritorno alle
sorgenti della vita spirituale individuale era seguito da un ritorno alla
sorgente della vita spirituale collettiva, al modello biblico della vita
di chiesa. La maggioranza delle chiese viventi devono la loro nascita
a un risveglio spirituale. Il pietismo è stato in Germania una
resurrezione del principio della chiesa professante. I teologi del
pietismo hanno fatto la differenza tra “Chiesa vera e pura dei Vangeli
e del tempo degli apostoli che è una vergine e la fidanzata di Cristo”
4
5
6
232
GASPARIN Agenor. de, Paganisme et Christianisme, t. I, p. 4.
KUEN Alfred, Je bâtirai mon Eglise, p. 247,
CALVIN Jean, Commentaire e sur Michée 4:6 ; cit. A. Kuen, o.c.,p..248.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Qualche opinione sulla Riforma
mentre “la falsa chiesa caduta divenuta secondo il N.T. una prostituta
perché dal tempo di Costantino ha ammesso tutti gli ipocriti e i
cattivi nel suo seno».7
Con i vari movimenti di risveglio si constata che il centro della
vita religiosa si sposta dalla Chiesa alla casa, dal sacramento alla
Scrittura, dal sacerdote al fedele.
Ma, constata E. de Pressanse: «Dappertutto dove troverete una
religione di Stato voi troverete una Chiesa che ha rinnegato il suo
principio fondamentale e che dalla Nuova Alleanza è ricaduta
nell’Antica».8 E. Brunner giustamente osserva che l’eredità
costantiniana-teodosiana nelle chiese della Riforma in Europa, viste
dalla prospettiva delle chiese libere, è una vera maledizione. Dal
punto di vista del N.T., la chiesa dei professanti è certamente un
tentativo più felice di ricostituire la ekklesia cristiana primitiva che
non lo sono le istituzioni ecclesiastiche europee.
«Le comunità o le “sette” come le si chiamano, nate più tardi
nella scia della Riforma, sono nate dal desiderio di avvicinarsi
all’Ekklesia del N.T. più di quanto lo avessero fatto le grandi Chiese
della Riforma, alle quali rimproveravano, non senza legittime
ragioni, di non aver estirpato abbastanza radicalmente il lievito del
romanesimo. Prima di tutto, facevano a queste Chiese il rimprovero
di non essersi liberate del patto nefasto che la Chiesa romana aveva
contratto con lo Stato, e di avere così accettato da essa l’eredità di
Costantino e di Teodosio… È incontestabile che si trova in esse, più
accentuate e più pure che nelle Chiese della Riforma, numerose
caratteristiche dell’Ekklesia del N.T. È il caso in particolare
dell’elemento comunitario, della fraternità e della stretta relazione
che ne deriva tra la fede in Cristo e la realtà pratica della vita».9
7
GOTTFRIED Arnold, Unparteiische Kirchen – und Keitzerhistorie von
Anfang des N.T. bis auf das Jahr 1688, Vorrede, p. 30; cit. A. Kuen, o.c., pp.
248,249.
8
PRESSANSE Edmond de, Discours Religieux, Paris 1859, p. 32.
9
E. Brunner, Melentendu…, pp. 129,130.
233
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo I
A causa dell’incompiutezza della Riforma e del suo essersi
ingessata nelle chiese moltitudiniste, Visser’t Hooft coglie i frutti
della Riforma nei secoli successivi e quindi scrive: «Alla luce delle
esperienze fatte nel secolo posteriore alla Riforma, si vede più
chiaramente che la Riforma non è un atto storico unico, ma una
missione permanente della Chiesa».10 Il pastore riformato J. Ellul
esprime una analoga considerazione scrivendo: «La riforma permanente della Chiesa è dunque l’obbedienza della chiesa allo Spirito, è
accettare che Dio faccia avanzare, cambiare, la sua Chiesa, che
questa non sia installata in una rivelazione di cui si appropri».11 Karl
Barth consapevole delle verità della storia non poteva non dire: «La
Riforma della nostra Chiesa è sempre davanti e non indietro».
Nel tempo della post-Riforma la Riforma si compie sì, ma non
nelle Chiese riformate, ma mediante la creazione di nuovi gruppi,
nuove Chiese che si vengono a costituire in contrapposizione alla
Chiesa costituita moltitudinista.
Come la Rivoluzione francese ha ridato al cristianesimo quei
valori che il cesaropapismo, sia cattolico che protestante, aveva tolto
in Europa, così «la filosofia del XVIII secolo e l’apparizione
dell’umanesimo moderno si caricarono di segnare interiormente la
separazione tra la comunità cristiana e il mondo. Di fatto la Chiesa si
ritrovava in una situazione simile a quella che esisteva prima di
Costantino. Disgraziatamente la Chiesa non ha compreso questo
cambiamento e conserva la sua organizzazione interiore e il suo
modo di lavorare come la vuole la tradizione costantiniana».12
Crediamo che ci siano motivi per affermare che le chiese storiche
moltitudiniste della post-Riforma possano essere realmente riformate
e avere un nuovo giorno con il quale testimoniare della individuale
volontà di camminare con il Signore secondo il suo insegnamento, e
realizzare la vera Riforma, se ogni membro potesse decidere nel
presente di esprimere la propria scelta di campo di essere con il
10
11
12
234
Visser’t Hooft, Renouveau…, p. 55.
ELLUL Jacques, Protestantisme français, Paris 1945, p. 151; cit. idem, p.329.
E. Brunner, La situation…, p. 9 ; cit. Idem, p.251.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Qualche opinione sulla Riforma
Signore mediante il battesimo da adulto, come Gesù lo ha insegnato
e come le chiese evangeliche, ereditando la testimonianza degli
anabattisti lo applicano. Senza essere profeti di sventura crediamo
che si debba riconoscere che fino a quando il mondo cattolico e
protestante continuerà la tradizione del battesimo ai bambini, la
confermazione ai giovinetti e non si realizzerà una riforma radicale
come era stata proposta dagli anabattisti, la cristianità continuerà ad
assistere a una religiosità di facciata.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
235
IV Parte – Capitolo I
236
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Capitolo II
LA RIFORMA E LA PROFEZIA
«La Chiesa, nella visione inaugurale dell’Apocalisse, è rappresentata da sette candelabri d’oro, rievocazione del candelabro simbolico
che illuminava il santuario israelitico, descritto nel libro dell’Esodo
25 e 37. Il Cristo sta in mezzo ai candelabri (1:13), nell’atteggiamento di chi cammina (2:1). Gesù Cristo è la luce del mondo; la sua
Chiesa è il candelabro che gli offre un punto di appoggio per la sua
azione benefica e salvifica. I capi della Chiesa sono rappresentati da
stelle, le quali stanno in mano al Cristo, Capo supremo di essa (1:20
e 2:1)».1
Le sette lettere vengono inviate a sette chiese dell’estremità
occidentale dell’Asia Minore, nella provincia che i romani avevano
chiamato Asia. Queste chiese, possiamo dire, facevano parte della
diocesi di Giovanni, poiché l’Apostolo, prima di essere deportato a
Patmos, aveva la sua sede a Efeso.
La teologia liberale e numerosi altri studiosi credono che queste
sette lettere abbiano valore solo per quelle sette chiese contemporanee dell’apostolo e da quanto dice il testo biblico, come per tutto la
Scrittura, tutti possono trarre per il proprio presente degli insegnamenti. «Se così fosse i sette messaggi apocalittici avrebbero per noi
un interesse semplicemente retrospettivo. La maggioranza degli
interpreti, però, è d’accordo nell’estendere a tutta la cristianità il
contenuto delle lettere apocalittiche. Difatti il libro intero e non
soltanto i brevi messaggi epistolari dei capitoli 2 e 3 è dedicato alle
sette chiese (1:4,11). Ora è evidente che il libro dell’Apocalisse non
ha un interesse puramente regionale, giacché fra tutti i libri del N.T. è
probabilmente il più cattolico, ossia universale. Un’altra ragione, che
avvalora la nostra tesi, la desumiamo dal simbolismo della cifra sette,
che così spesso ricorre nell’Apocalisse e che suggerisce l’idea di
pienezza, di perfezione, idea inseparabile dall’altra di cattolicità o di
cristianità universale. Se Gesù vive e cammina sino alla fine dei
1
VAUCHER Alfred-Félix, Le sette Chiese dell’Apocalisse, in L’Araldo della
Verità, gennaio-febbraio 1931.
III Parte – Capitolo IV
secoli fra le sette chiese, dobbiamo ammettere che sotto questo
simbolo, o si nasconde la Chiesa universale di tutti i secoli, o bisogna
pensare che Gesù s’interessasse soltanto a sette piccole comunità
cristiane dell’Asia Minore, trascurando tutte le altre».2 «Bisogna che
le sette chiese siano successive e non coesistenti, perché il nostro
Signore passeggia in mezzo a esse. Se fossero esistite tutte insieme al
tempo di S. Giovanni, il Salvatore sarebbe posto tra esse, nel punto
centrale d’un cerchio, invece di camminare tra loro, e di passare così
dall’una all’altra».3
Riteniamo che sia meglio dire che «la nostra visione presenta un
primo senso letterale; poi, a causa del carattere simbolico della cifra
sette, essa ha inoltre un significato tipologico, e di conseguenza pure
profetico».4 La simbologia profetica, vede nelle sette chiese letterali
la rappresentazione di sette periodi successivi della storia della
Chiesa cristiana, dall’origine fino al ritorno di Cristo. Questo modo
di comprendere il testo di Giovanni non risale a Cocceius all’inizio
XVII secolo, ma già Dante nello Commedia, Purgatorio XXXII:112156, presenta la storia della Chiesa in sette quadri.
Già «alcuni antichi commentatori (Vittorino, Ticonio, Areta,
Primaso) avevano presentato il significato profetico dei messaggi
indirizzati alle sette chiese. Questo sistema di interpretazione è stato
sviluppato presso i cattolici moderni (Holzhauser, Michel, Chauffard,
Amédée Nicolas, Verschraege) e presso i protestanti (Vitringa,
Mede, Ebrard, Gaussen, de Rougemont, Seiss, Tochedieu, ecc.)».5
«C’è anche in queste lettere un elemento profetico e, esaminando
l’ordine con il quale esse sono state dettate, numerosi commentatori
cattolici e protestanti, inglesi, francesi e tedeschi hanno riconosciuto
che esse sono un riassunto della storia della Chiesa dalla santa e pura
2
Idem.
NICOLA Amédée, Conjectures sur les âges de l’Église et les derniers temps,
2ª ed., Paris 1881, p. 69.
4
REYMOND Antoine, L’Apocalypse, t. I, Lausanne 1904, p. 41.
5
VAUCHER Alfred-Félix, Un livre difficile mais nécessaire, in Signes des Temps,
ottobre, 1961, p. 12.
3
238
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma e la Profezia
infanzia fino al giorno in cui Gesù Cristo chiamerà i suoi servitori
fedeli a regnare con lui».6
Questa spiegazione si poggia sulle seguenti riflessioni:
- La limitazione del numero delle chiese considerate. In quella regione
c’erano altre chiese anche più importanti: Colosse, Ierapoli, Troas
(Colossesi 1:2; 4:13; Atti 20:6). Ciò confermerebbe il significato
simbolico del numero sette, che ha valore di pienezza, universalità,
perfezione.
- Il significato etimologico che racchiude il nome di ogni chiesa e
l’ordine nel quale sono nominate indicano una progressione e
anche una evoluzione dello stato morale della cristianità.
- L’idea di una successione cronologica è chiaramente espressa dal
Cristo che cammina tra i candelabri. Questo camminare di Gesù
non significa solamente la sua presenza continua tra il suo popolo
fino alla fine dei tempi, come ha promesso (Matteo 28:20). Il suo
spostamento nello spazio indica una progressione, una marcia nel
tempo, un seguire la Chiesa attraverso la storia.
- Il Cristo che cammina da una chiesa all’altra, passando da un
periodo all’altro, annuncia con termini che pongono più prossimo il
suo ritorno: 2:16,25; 3:3,11,20.
- Dal momento che tutto il libro dell’Apocalisse è indirizzato alle
sette chiese dell’Asia, la spiegazione letterale presenterebbe troppi
problemi.
- Il carattere ciclico della profezia apocalittica è rinforzato dal
circuito geografico delle sette chiese.
«Le epoche alle quali questi nomi corrispondono non possono
essere limitate in una maniera rigorosa e matematica; c’è, al punto
d’unione dell’uno e dell’altro, una certa mescolanza di fatti che
caratterizzano il periodo che finisce e quello che incomincia».7 «Un
periodo non finisce necessariamente quando l’altro comincia, e
6
7
ROUGEMENT Frédéric de, La Révélation de S. Jean, Neuchâtel 1866, p. 162.
Idem, p. 70.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
239
III Parte – Capitolo IV
l’ultima parte dell’uno può molto bene coesistere con la prima parte l’inizio - dell’altro».8
Efeso – Apocalisse 2:1-7
«La prima lettera è indirizzata alla chiesa, all’inizio così fervente,
del secolo apostolico, la Chiesa del desiderio, come è il senso greco
della parola Efeso».9 È la Chiesa del I secolo.
Smirne – Apocalisse 2:8-11
«La seconda lettera è indirizzata alla chiesa perseguitata nei due
secoli successivi, Chiesa di mirra e di amarezza».10 Dal II all’inizio
del IV secolo.
Pergamo – Apocalisse 2:12-17
«La terza lettera è indirizzata alla chiesa innalzata nei giorni di
Costantino il Grande e nei secoli che seguiranno. Alla chiesa
dell’elevazione (è il senso in greco, della parola Pergamo)».11Questa
lettera presenta la Chiesa che giunge fino verso il 533, 538. Inizio IV
secolo metà VI secolo.
Tiatiri – Apocalisse 2:18-29
L’origine e il significato del nome sono un po’ incerti. È
composto da un sostantivo che significa «sacrificio» e da un verbo
che significa «tritare». Si è suggerito quindi il significato di «fedele
servizio», costanza, consumazione delle vittime.
«La quarta epistola è indirizzata alla Chiesa perseguitata, durante i
secoli del Medioevo, sotto la crudele tirannia dei papi, periodo
8
F. de ROUGEMONT Frédéric de, La Révélation de S. Jean, Neuchâtel 1866, p.
168.
9
10
11
240
GAUSSEN Louis, Daniel le prophète, t. III, Paris 1849, p. 210.
Idem, p. 210.
Idem, p. 211.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma e la Profezia
lamentevole d’idolatria e di sterminio; abbiamo qui la Chiesa della
consumazione delle vittime (in greco Tiatiri)».12
Iezebel era profetessa e sacerdotessa di Baal, il dio solare dei
Fenici. Divenuta regina d’Israele, introduce il culto dei falsi dèi i cui
sacerdoti mangiano alla sua tavola (1 Re 18:19). Non esita a
utilizzare il potere temporale (1 Re 21) per mantenere il suo culto.
Durante il suo regno Israele conosce la carestia per tre anni e mezzo
(Giacomo 5: 7).
Alcuni commentatori hanno pensato che il periodo di questa
Chiesa vada dal VI secolo fino alla Rivoluzione francese, al tempo
della ferita mortale papale, con il declino politico del suo potere. È il
tempo della supremazia papale di 1260 anni.
Sardi – Apocalisse 3:1-6
Canto di gioia, residuo, qualche cosa di nuovo, pietra preziosa per
associazione al nome sardonico. Il “resto” viene suggerito dal testo
(3:2). «La quinta lettera è indirizzata alla Chiesa del residuo (è il
senso ebraico della parola Sardi)».13
Viene posta tra il XIV e XV secolo. Il de Rougenmont precisa:
«Sardi è la Chiesa protestante prima dei tempi di Spener e di
Wesley».14
Le parole rivolte a questa chiesa sono abbastanza severe.
I cattolici, non vedendo di buon occhio la Riforma, che considerano come un tradimento, una rivolta alla chiesa madre, indirizzano ai
protestanti le stesse critiche.
I protestanti sono ugualmente stupiti del messaggio severo a loro
rivolto, sebbene considerino la Riforma come qualcosa di divino.
Giovanni da Patmos aveva riferito: «All’angelo della Chiesa di
Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le
sette stelle:
«Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.
12
13
14
Idem.
Idem.
F. de Rougemont, o.c., p. 180.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
241
III Parte – Capitolo IV
Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire poiché non ho
trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio.
Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua
a serbarla e ravvediti. Perché se non sarai vigilante, io verrò come un
ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti.
Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro
vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono
degni.
Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò
il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al
Padre mio e davanti ai suoi angeli.
Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”»
Apocalisse 3:1-6.
In questo periodo sono poche le conversioni personali, sono
conversioni in massa, sebbene i princìpi della Riforma fossero giusti.
Si è ripetuto in quel tempo quello che è avvenuto quando gli
imperatori romani prima e i re pagani poi si sono “convertiti”, per
così dire, al cristianesimo. Molti principi e re, per interessi politici o
di varia natura, abbracciarono la Riforma e per il popolo divenne
quasi obbligatorio diventare protestante perché il capo dello Stato lo
era. In diverse città svizzere la popolazione rimaneva cattolica,
diventava protestante o tornava cattolica seguendo la scelta di chi
governava.
La Chiesa della Riforma pur avendo riscoperto i valori portanti
del vangelo: “Sola Scrittura, sola grazia, sola fede”, l’importanza
della conversione, battesimo, della natura della Chiesa, del
sacerdozio personale, quindi universale dei credenti ha avuto la
«fama di vivere», ma di fatto riportando un’espressione utilizzata
nelle pagine precedenti, la Chiesa Riformata è stata una Chiesa
moltitudinista che ha conservato la tradizione Costantino-Teodosiana
e quindi il Signore le dice: «Sei morto». Come la Chiesa di Roma
anche le nuove Chiese nazionali che si appoggiano sul braccio
secolare manifestano intolleranza , inquisiscono e fanno processi.
Calvino manda al rogo Michel Servet perché la pensava
242
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma e la Profezia
diversamente.15 Lutero esprime la sua violenza contro i cattolici e gli
ebrei e consente allo sterminio di chi la pensava diversamente da lui.
In Europa anche i protestanti nel nome di Dio hanno fatto guerre e
commesso crimini. Per questo motivo Giovanni aggiunge: «Perché
non ho trovato le tue opere perfette davanti a Dio», cioè pur avendo
colto, capito delle verità vitali per il bene dei fedeli, non sono state
concretizzate nelle «opere».
Malgrado questa contraddizione tra l’avere scoperto, capito,
conosciuto e la messa in pratica, il Signore dice: «Tuttavia a Sardi ci
sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti». Sono coloro,
pochi, alcuni rispetto la massa, che hanno contrastato i Riformatori, e
le chiese nazionali che si sono costituite, richiamando alla coerenza,
conformandosi loro stessi nel loro vivere quanto la Scrittura
insegnava e purtroppo non solo sono stati derisi, ma hanno anche
subito violenza per la loro fede. Di questi il Signore dice:
«Camminano con me in bianche vesti, perché ne sono degni».
Per la massa di fedeli di questa Chiesa il Signore rivolge un
esortazione: «Ricordati dunque come hai ricevuto la parola, continua
a serbarla» chi mantiene vivo il legame con le radici che hanno dato
origine alla Riforma possono rivivere. Sardi è nella storia millenaria
del cristianesimo la Chiesa che con forza e determinazione manifesta
il bisogno di un ritorno alle origini, alla fede dei Padri alla Chiesa
apostolica. Si riscoprono gli originali insegnamenti, le verità che
hanno vinto l’errore delle errate religioni del tempo. C’è un ritorno
alla Scrittura per attingere all’acqua della vita. È forse per questo
motivo che chi si rivolge alla Chiesa di Sardi e alla prima Chiesa di
Efeso si presenta come «Colui che tiene le sette stelle» 2:1; 3:1. A
entrambi il Signore promette la vita: «L’albero di vita» per Efeso
(2:7), «libro della vita» per Sardi (3:5); l’invita al banchetto
dell’eternità: cibandosi dell’albero della vita, per Efeso, avendo
alcuni le vesti bianche (evocano la festa e il banchetto in Ecclesiaste
9:8), perché non si sono contaminate, per Sardi, che richiamano
15
È stato il primo e l’ultimo.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
243
III Parte – Capitolo IV
quelle nuziali, che sono pure e splendenti, come è precisate in
Apocalisse 19:8 che annuncia le nozze dell’Agnello.
A Sardi il Signore rivolge un invito: «Sii vigilante e rafforza il
resto che sta per morire poiché non ho trovato le tue opere perfette
davanti al mio Dio. Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la
parola, continua a serbarla e ravvediti» vv. 2,3, cioè pentiti. Il
pentimento non è per coloro che non conoscono la verità, ma per
quelli che la conoscono e credono di conoscerla, ma non la vivono.
«Pochi - confessa il de Rougemont - sono stati i protestanti i quali
abbiano, anziché abusato della dottrina della salvezza gratuita per
fede e senza opere, condotto una vita degna della giustizia divina
imputata ai credenti. Perciò la gran massa dei riformati potrà vedere
un giorno con terrore il proprio nome tolto dal libro della vita, e le
chiese luterane e calviniste, che non si saranno pentite alla voce del
Signore, possono essere certe di perire tosto o tardi di subita
rovina».16
E ancora: «se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non
saprai a che ora verrò a sorprenderti» v. 3.
Filadelfia – Apocalisse 3:7-13
Amore fraterno. È la Chiesa dei risvegli, di Spener in Germania,
di Zinsendorf, di Wesley in Inghilterra, e, più recentemente, al
potente risveglio religioso che scosse tutto il protestantesimo prima
della metà del XIX secolo. È la Chiesa delle missioni, delle società
bibliche, che apre la porta (3:8) della grazia in terra pagana. È la
Chiesa del XVII e XIX secolo.
Laodicea – Apocalisse 3:14-22
Giudizio del popolo, giudizio dei popoli, condanna del popolo,
separazione dei popoli, rigetto dei popoli.
Quindi, «la settima epistola è indirizzata alla Chiesa degli ultimi
tempi, in cui Gesù Cristo verrà a giudicare le nazioni e il suo popolo;
16
244
F. de Rougemont, o.c., p. 180.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
La Riforma e la Profezia
la Chiesa del giudizio dei popoli (in greco, Laodicea)».17 È la Chiesa del tempo della fine che inizia con lo scadere dei periodi profetici
indicati dalla Scrittura la cui storia si conclude con quella
dell’umanità perché Gesù ritorna.
Concludiamo con le parole del maestro A.F. Vaucher: «Possiamo
rimpiangere le divergenze di opinione che si sono manifestate tra i
commentatori sulla questione che ci occupa come su tante altre. Per
me, ciò che mi meraviglia, non è tanto il disaccordo nel dettaglio
piuttosto quanto l’accordo nell’insieme, fra tanti autori, gli uni
cattolici, gli altri protestanti, appartenenti a epoche diverse.
Non abbiamo motivo di abbandonare il sistema di interpretazione
al quale Gaussen ha legato il suo nome e che ha riassunto in questi
termini: “Gesù Cristo detta personalmente a Giovanni queste sette
epistole, indirizzate letteralmente alle sette chiese dell’Asia, ma
simbolicamente ai sette periodi successivi della Chiesa cristiana, dai
giorni di Giovanni fino al glorioso millennio. Poiché bisogna bene
ricordare che, in tutte queste divisioni profetiche dei secoli, il numero
sette, simbolo della perfezione, esaurisce sempre la storia dei tempi
futuri, di modo che la settima e ultima cifra ci conduce
necessariamente al termine di tutte le cose”18».19
17
18
19
L. Gaussen, o.c., p. 212.
Idem, p. 209.
F.A. Vaucher, o.c.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché ?
245
Capitolo III
NECESSITÀ DI RIFORMA LA RIFORMA
Come abbiamo già riportato H. Küng scrive della chiesa romana:
«Il lettore cattolico di oggi non potrà apprendere senza vergogna il
modo in cui la Chiesa apostolica fu tradita da tutti coloro che presero
parte ai traffici politici e finanziari sulle indulgenze, sulla nomina al
soglio episcopale di Magonza e sulla chiesa di San Pietro perché, da
molto tempo già, si aveva, nella Chiesa, tradito lo Spirito degli
apostoli… Pure oggi la chiesa cattolica non è pronta a riconoscersi
colpevole».1 E ancora: «Ri-formare: è ridare una forma primitiva
migliore, formare qualche cosa di nuovo trasformando ciò che è
de“formato”».2
Anche Paolo VI nel discorso di apertura della seconda sessione
del Concilio Vaticano II, ha detto: «La Chiesa si ammira in Cristo
come in uno specchio; e se questo guardarsi rileva qualche ombra,
qualche deficienza sul viso della Chiesa o sulla sua veste nuziale, che
deve fare istintivamente e coraggiosamente? È chiaro, dovrebbe
riformarsi, ciò che costituisce un dovere fondamentale».
Sempre H. Küng scrive: «Se riassumiamo tutto quello che
abbiamo detto sulla Chiesa in tanto che chiesa di uomini peccatori, se
riassumiamo tutto ciò che si è passato in questa storia profana e
peccatrice della Chiesa: ciò che c’è in essa di umano è di troppo
umano… non c’è più che a ricorrere alla metanoia, a una
conversione del pensiero e della ‘azione… Nella misura in cui la
chiesa è deformata. Deve riformarsi: Ecclesia reformanda!».3
Con l’impegno di Giovanni XXIII di far stampare un milione di
Bibbe dalle edizioni Paoline, da vendersi a mille lire la copia
affinché la Scrittura fosse in tutte le case e il Concilio Vaticano II,
molte cose sono cambiate. Il dialogo, il confronto il rispetto per i
fratelli separati è sensibilmente cresciuto. Il Concilio ha anche
1
KÜNG Hans, Structures de l’Eglise, Desclée de Brouwer, Paris, p. 136.
KÜNG Hans, Concile et Retour à l’Unité – Se Rènouver pour susciter l’unité,
Cerf, Paris 1961, p. 7.
3
Idem, p. 31.
2
IV Parte – Capitolo III
proiettato la Chiesa nel mondo e bisogna riconoscerlo si è assistito a
una proliferazioni di pubblicazioni sul testo biblico. Gli errori
portanti di Roma sono tutti quanti conservati. C’è stato un vento di
rinnovamento, i muri delle facciate sono stati dipinti a nuovo, ma non
c’è stato una Riforma. Usando una espressione del gattopardo si
cambia tutto perché tutto rimanga come prima.
Le Chiese storiche riformate continuano a esprime il principio
che una chiesa è sempre da riformare, ma tutto quello che è stato
fatto per cambiarle non ha sortito nessun effetto.
«Roland de Pury ci parla di un certo protestantesimo sempre più
contaminato dalla religione naturale. Nel momento in cui la Chiesa
romana tenta un raddrizzamento, che pensare di un protestantesimo
sotto molti aspetti più “romano” che il cattolicesimo stesso? Certo, il
cattolicesimo ha integrato il paganesimo nel suo sistema, ma
controllandolo, mentre il protestantesimo, dopo averlo rigettato con
chiarezza, l’ha manifestamente ripreso, quasi senza dubitarne, per
lasciarsi corrodere da questa influenza estranea. Come giustificare
l’esistenza di un simile protestantesimo?».4
La Riforma ha tentato di rinnovare la Chiesa. Del resto «che la
Chiesa del XVI secolo avesse avuto bisogno di essere riformata,
nessuno lo contesta più, neppure i cattolici, almeno i più coraggiosi
tra di loro. Che questa opera di riforma non si sia potuto completare
in qualche anno, nessuno lo nega, neppure i Riformatori».5 J. Calvino
stesso scriveva: «Io confesso, quando non si può dal primo giorno
ottenere un riforma intera, è già qualcosa ottenere i punti principali,
senza cessare di perseguire ciò che manca».6
Lutero nel 1524 annunciava una svolta epocale nella sua opera di
riforma: - evitava prima di tutto di rompere con il potere civile
4
SENARCLENS Jacques De, La Réforme Hier et Aujourd’hui, Les Chaiers du
Renouveau, XXV, ed. Labor et Fides, Genève, 1964, p. 10.
5
A. Kuen, o.c., p.324.
6
CALVIN Jean, La Vraie Façon de réformer l’Eglise, Labor et Fides, Genève
1957, p. 10.
246
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
dell’Impero. Da quel momento getterà l’anatema sui promotori della
“Riforma radicale”. Si è fatto notare che la confessione di Augsbourg
definiva la Chiesa senza nessun riferimento alla Bibbia.7 D’altronde
Lutero pretendeva che la Scrittura non parlasse della Chiesa
“esteriore”8 e che lasciasse gli uomini a organizzarla secondo il buon
senso9 “rinunciando così espressamente ad ogni appoggio scritturale
per la sua chiesa popolare”10».11
Il riformatore dell’Alsazia Caspar Schwenckfeld diceva di
Lutero: «Dottor Martino ci hai condotto fuori d’Egitto attraverso il
Mar Rosso nel deserto; ci lasci dimorare ed errare là sulla strada
accidentata convincendo ciascuno che noi siamo già nella terra
promessa… Malgrado dei progressi reali, malgrado la sincerità degli
sforzi, la Riforma del XVI secolo è restata una “cristianità”,
racchiudendo in sé il mondo degli inconvertiti, associata al mondo,
apposta alle nuove riforme e troppo spesso favorevole agli abbandoni
del pensiero di Cristo. Bisognava dunque riformarla».12
«La Riforma non ha saputo sciogliere la Chiesa di Gesù Cristo
dalle strutture fondamentali della “cristianità”».13
«L’opera di rinnovamento così promessa da Lutero si è fermata a
metà strada».14
«La Riforma ha restaurato il centro del Vangelo, ma ha mancato
di restituire alla chiesa il suo carattere di chiesa dei credenti».15
«Mentre certi teologi riformati (J. Courvoiser) o luterani (Vilmos
Vatja) si sforzano di mostrare che i Riformatori non volevano
purificare che la Chiesa romana dagli abusi continuando a restare
7
Mc Gregor, Corpus Christi, p. 8. (p….)
W.A.6,296
9
W.A.6,407 ss
10
ECKE K., Schwenckfeld, p. 45 ; cit. KUEN Alfred, Je bâtirai mon Èglise,
Emmaus, Saint Légier sur Vevy, 1967, pp.324,325.
11
A.Kuen, o.c., pp.324,325.
12
Schwenckfeld, cit. da K. Ecke, o.c., p. 34 ; cit. A. Kuen, o.c., p.325.
13
MILLION G., Combats pour l’Eglise, pp. 10,24 ; cit. idem, p. 325.
14
BIBRA O.S. von, Preface, a ECKE K., Schwenckfeld, p. 10; cit. idem, p. 325.
15
BENDER H.S., These are my People, p. 75; cit. A. Kuen, o.c., p. 325.
247
8
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo III
nella Unam Sanctam catholicam – Una Santa Cattolica, dei teologi
cattolici come H. Küng gli rimproverano di non essere andata fino
all’inizio della strada incominciata».16
«Pure dei teologi evangelici oggi ammettano che Lutero e gli altri
Riformatori non si appoggiarono, in tutti i loro propositi e tesi, su
Paolo e la Scrittura, e che hanno errato,… su dei punti particolari
della conoscenza della fede… Certo, non si può neppure negare che
la Riforma non ci ha portato la restaurazione della Chiesa nel senso
del cristianesimo primitivo, che sperava Lutero…».17
«Zwingli da parte sua, posto davanti all’alternativa: anabattisti o
Consiglio comunale della città di Zurigo, scelse di sacrificare i primi
nella speranza di guadagnare la massa. Calvino lasciò cadere diversi
aspetti della Chiesa apostolica per mantenere “la pace della Chiesa”.
Davanti la scelta che hanno fatto i principali promotori della
Riforma, si capisce il sopranome di “uomini di metà strada” che fu
dato a loro dai fondatori delle Chiese libere. Si comprende anche che
l’idea, della necessità di una “seconda riforma” o di una
continuazione dell’opera dei Riformatori abbia preso piede molto
presto nelle Chiese della Riforma».18
E. Brunner: «Ciò che Lutero ha voluto, ma non ha potuto farlo, è
ciò che noi dobbiamo, oggi, sforzarci di realizzarlo».19
La formula Ecclesia reformanda quia reformata – la chiese che è
riformata deve essere riformata –, è stata «data probabilmente da
Voetius e che diverse chiese hanno preso come motto (accentuandola
ancora: semper reformanda – deve sempre essere riformata) risiede
probabilmente il segreto della guarigione della Chiesa».20
«Nel XIX secolo gli uomini del Risveglio e i fondatori delle
chiese libere parlavano con forza della necessità di continuare l’opera
dei Riformatori. I partigiani del Risveglio di Ginevra nel XIX secolo
16
A. Kuen, o.c., p. 325
H. Küng, Concile et Retour à l’Unité, p. 67 ; cit. A. Kuen, o.c., p.325 nota 19.
18
A. Kuen, o.c., pp. 325,326.
19
BRUNNER Emil, Le Renouveau de l’Eglise, ed. Labor, Genève; Je Sers, Paris
s.d.; p. 31.
20
A. Kuen, o.c., p. 326.
248
17
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
“erano persuasi che i Riformatori non avessero mai avuto il disegno
di dare alla Chiesa una forma esteriore invariabile e valida per tutti i
tempi, né d’imporre alla cristianità un organismo irriprovevole e
immutabile, ma piuttosto che essi avevano voluto ottenere per la
Chiesa la libertà prima di tutto, al posto della servitù romana”21».22
Alexandre Vinet proclamava: «Oggi stesso, qualunque sia
l’importanza dell’avvenimento del XVI secolo, la Riforma è ancora
una cosa da fare, una cosa alla quale Lutero e Calvino non hanno
fatto che preparare un campo più unito e una porta più larga. Non
hanno, una volta per tutte, riformato la Chiesa, ma affermato il
principio e posto le condizioni di tutte le riforme future… La
Riforma fu un’opera santa e benedetta, perché non volle rialzare che
il Vangelo eterno e fare in modo che non ci sia argomento che risalga
non meno in alto. Per fare come lei, non fermatevi a lei; ma ritornate
con slancio e senza transizione alla sorgente larga e pura di ogni
verità…
Bisogna scegliere, il cattolicesimo ce lo impone; noi dobbiamo
essere francamente protestanti. Abbiamo conservato molto delle
fiaccole cattoliche; ora bisogna decidere di vestirci di nuovo…
Il semicattolicesimo di cui segniamo una tappa è ormai esaurito:
non c’è che da rivivacizzare il cattolicesimo intero e il protestantesimo intero; di vivente non c’è che il Vangelo…
L’imperfezione dell’opera riformatrice del XVI secolo è data dal
fatto che la dottrina della Chiesa non fu per nulla approfondita o la
questione ecclesiastica nettamente risolta, mentre tutte le altre lo
erano. Ciò che i Riformatori, che non potevano fare tutto né tutto
vedere, hanno lasciato alle nostre cure, è precisamente questo». 23
Il conte Agénor de Gasparin affermava: «Ciò che il XVI secolo a
compiuto nel nome del dogma, il XIX l’ha compiuto nel nome della
21
ISCHBECK G., John Nelson Darby, p. 54.
A. Kuen, o.c., p. 326,327.
23
VINET Alexander, Liberté religieuse et Questions ecclésiastiques, pp. 594,
636; Etude sur la Littérature française du XIX siècle, t. II, p. 392 ; cit. A. Kuen,
o.c., p.327.
249
22
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo III
Chiesa. Bisogna completare la Riforma. Che cosa è la Riforma? Una
invenzione umana? No, un ritorno puro e semplice al cristianesimo
primitivo, al modello apostolico.
Si tratta ora di disfare l’opera del IV secolo. Di ripudiare
Costantino. Ma come ripudiare Costantino, se non ripudiamo prima
di tutto ciò che lo prepara e lo necessità? Di buon grado o di
malavoglia, dobbiamo risalire fino agli apostoli.
La riforma del dogma è risalita fino a loro; la riforma della
Chiesa risalirà fino a loro. Là è lo scopo; non fermiamoci per strada.
CI sono due cristianesimi: quello che Dio ha dato, quello che gli
uomini hanno fatto. Ci sono due Chiese: quella che gli apostoli
hanno fondato, quella che la storia ha costruito.
Quando io vedo questo sviluppo mostruoso, questa marcia fatale,
questa deviazione senza un punto di arresto, e quando poso gli occhi
su questo Salvatore che ci ama, su questo Dio che ci chiama a entrare
in rapporto diretto con lui… prova il bisogno di dendere la mano a
tutti… e di gridare: “Distacchiamoci dal cristianesimo della storia!
Impariamo dal cristianesimo della Bibbia!”».24
I principi violati nel XVI secolo si vendicano nel XIX.
«È necessario che noi completiamo di diventare protestanti, al
fine di diventare veramente cristiani».25
Pure coloro che restavano nella Chiesa stabilita richiedevano una
riforma.
Il pastore Adolphe Monod, nel suo sermone La vocation de
l’Église – la vocazione della Chiesa – critica coloro che «sognano un
Lutero più luterano che quello del XVI secolo, e vogliono per sempre
fissare la Chiesa nei pensieri e nelle istituzioni di un uomo fallibile
che ha santamente protestato contro un simile cieco omaggio...
C’è una società sulla terra che ha una comunione con Gesù
Cristo, che possiede Gesù Cristo, che realizza Gesù Cristo, che vive
di Gesù Cristo, che dimora in Gesù Cristo e nella quale Gesù Cristo
24
25
382.
250
GASPARIN Agenor de, Innocent III, pp. 192,193.
GASPARIN Agenor de, Les Ecoles du Doute et l’Ecole de la Foi, 1853; p.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
dimora… Questa società è la Chiesa. La Chiesa, ma quale Chiesa?
La Chiesa contemporanea? Io non so, ma la Chiesa primitiva26; la
Chiesa tale quale è? Io non so, ma la Chiesa tale che deve essere; la
Chiesa infine che è la Chiesa e che, se non esiste fra noi, deve essere
ricercata da una riforma».27
Ernest Fontanès: «Bisogna che la riforma non sia rinviata al XVI
secolo, come una insurrezione una volta compiuta, ma che si rinnovi
e si continui senza debolezza, ricordandoci che non c’è vita sana,
gioiosa, se gli elementi vecchi, esauriti, non sono eliminati».28
J. Izoulet, professore di filosofia sociale al Collegio di Francia:
«La Riforma del XVI secolo era assolutamente necessaria, ma la
Riforma del XVI secolo è stata assolutamente insufficiente, non è
stata che una mezza Riforma. È stata una Riforma quanto alle
conseguenze, ma non quanto ai principi. È stata una Riforma in
superficie, ma non in profondità».29
Anche recentemente gli eredi della Riforma nel considerare la
realtà delle loro Chiese hanno fatto sentire lo stesso bisogno.
Visser’t Hooft scrive: «La riforma della Chiesa, che cessa di
renderla conforme a questo mondo ma a trasformarla e a rinnovarla,
non deve mai essere considerata come un atto unico, definitivo, ma
come una azione permanente senza posa in stato di compimento».30
E. Brunner che abbiamo citato numerose volte, forse il più
prolifero, scrive: «È senza dubbio nel ramo riformato, cioè il ramo
della Chiesa protestante sorta dalla riforma di Zwingli e di Calvino
che la coscienza del semper reformanda era viva. Forse le Chiese
riformate del continente europeo sono anche conservatrici, così
gelose di mantenere il loro quadro tradizionale, che le chiese
26
Anche la Chiesa apostolica aveva i suoi limiti e contraddizioni; vedere le
lettere ai Corinzi, Tessalonicesi, Galati, ecc.
27
MONOD Adolphe, Sermons choisis, Fischbacher, edizione del centenario,
Paris 1902, pp. 100,83.
28
FONTANÈS Ernest; cit. A. Kuen, o.c., p. 328.
29
IZOULET Jean, La Métamorphose de l’Eglise, Albin Michel, Paris p. 30.; cit.
da Francus, p. 277. (328)
30
VISSER’T HOOFT William Adolf, Renouveau de l’Eglise, p. 48.
251
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo III
luterane. Tuttavia questo principio ha fatto sentire il suo effetto prima
di tutto nelle chiese indipendenti (libere) del Nuovo Mondo».31
Ai tempi di Gesù chi deteneva il potere religiosi diceva:
«Abbiamo Abrahamo per padre» Giovanni …., troppi riformati
dicono la stessa cosa: «Abbiamo i Riformatori per padri».32
«La nozione di Chiesa nei paesi protestanti non deriva solamente
dal N.T., ma anche dall’influenza della Chiesa sotto Costantino».33
«Noi ci avviciniamo al punto in cui le circostanze saranno mature
per una seconda riforma».34
A. Kuen riporta: «Il nostro dovere, decretava la terza assemblea
ecumenica a New Dehli (1961), è di esaminare le strutture delle
nostre Chiesa e di giudicare se esse aiutano o intralciano i lavori di
evangelizzazione. Lo scandalo che toglie al Vangelo ogni significato
agli occhi delle persone del mondo non credente e distogliere da una
conversione eventuale seri ricercatori, non è più il vero scandalo
della fede: Gesù Cristo crocefisso. È piuttosto questo falso scandalo
delle nostre proprie attitudini e strutture ecclesiastiche. Ecco ciò che
impedisce al Vangelo di sfidare il mondo». Riprendeva una
affermazione enunciata dalla Commissione di Studio del Consiglio
ecumenico qualche anno prima: «La situazione della Chiesa nel
mondo attuale è così grave che molti di coloro che portano la
preoccupazione del suo avvenire sul cuore, sono convinti che solo
una rivoluzione potrà riportarla in una posizione che le permetterà di
compiere la volontà di Dio».35
«La nostra fedeltà è quella di essere pronti a delle nuove
riforme».36
31
E. Brunner, Dogmatique, v. III, p. 118.
Vedere COURVOISIER J., De la réforme comme principe critique du
protestantisme, in Verbum Caro, 1953, III, p. 23 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 329.
33
BRUNNER Emil, Les Églises, les Groupes et l’Église de Jèsus-Christ,
ed.Labor, Genéve (tradotto 1937), p. 39.
34
NINCK W., Christliche Gemeinde heute, p. 231; cit. A. Kuen, o.c., p.329.
35
A. Kuen, o.c., p. 329.
36
PARKER Daniel, Devenir Témoin de l’unité, ed. de l’Epi, 1964 ; cit. A. Kuen,
o.c., p.329.
252
32
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
«“Purificare la Chiesa” tale sarebbe l’obiettivo della Riforma, sia
nel XX che nel XVI secolo. Purificarla da ogni influenza estranee al
Vangelo, che viene direttamente dal di fuori, o dalle sue proprie
tradizioni. Per questo necessita una revisione sistematica delle sue
dottrine e delle sue pratiche. Lo scopo di questa messa in discussione
non è per attaccare questa Chiesa, ma al contrario, servirla mediante
uno sforzo di lucidità e di pentimento, per renderla al suo Signore e
alla sua propria missione ».37
«Il ritorno al cristianesimo non potrà farsi che mediante una
rottura totale con l’evoluzione della Chiesa fino a questo giorno».38
Il principio per riportare la Chiesa alle sue origini è quello di
restituire alla Chiesa la sacra Scrittura, al cui centro c’è Cristo Gesù,
la Parola e fare di essa il punto di riferimento per la propria teologia,
etica, vita.
A. Monod diceva: «La riforma che voglio per la nostra Chiesa, la
voglio per la Chiesa luterana, per la Chiesa anglicana, per le Chiese
indipendenti, e pure loro la vogliono per loro stesse. Il lavoro che si
opera fra noi nelle menti si opera ugualmente altrove. La Chiesa, una
Chiesa nuova, è dappertutto attesa, dappertutto chiamata, nel nome
della religione, ma potrei aggiungere nel nome della politica, di cui
può solo calmare le differenze; nel nome della società, della quale
può solo risolvere il problema; nel nome dell’umanità, della quale
può guarire le piaghe! Lo si sente confusamente: è per la Chiesa che
il mondo agitato e sconvolto deve arrivare a Gesù Cristo, ed è
mediante Gesù Cristo che deve arrivare all’ordine, alla pace, alla
prosperità, per le quali sospira tutta la razza umana».39
La fedeltà alla Scrittura permetterà la Riforma della Chiesa
Per riformare la Chiesa non c’è altro principio che «quello della
Riforma del XVI secolo: sola scriptura – la sola Scrittura, ma questo
37
38
39
J. de Senarclens, o.c., p. 18.
RENDTORFF, Die Taufe im Urchristentum, p. 55; cit. A. Kuen, o.c., p. 332.
A. Monod, o.c., pp. 99,100.
253
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo III
principio dovrà essere applicato alla Chiesa come i Riformatori del
XVI secolo l’hanno applicato alla fede individuale».40
«Il vero principio della riforma è il ritorno puro e semplice
all’autorità delle Scritture, che è la scuola della fede».41
Scrive W.A. Visser’t Hooft «Numerosi sono coloro che hanno
cercato un rinnovamento rompendo con la Bibbia o al contrario
completandola e correggen-dola. Bisogna pertanto ammettere questa
semplice verità che al di fuori della parola di Dio, non esiste in
questo mondo alcuna altra sorgente di rinnovamento, perché la
Bibbia è il racconto autentico dell’unico avvenimento radicalmente
nuovo che si sia prodotto nel mondo. Ogni altra novità ne è derivata,
o è nuova solo in apparen-za».42
Scrive P. Jalaquier: «La dottrina ecclesiastica del protestatesimo,
come la sua dottrina dogmatica, deve riprodurre integralmente la
dottrina biblica; là è la condizione della sua potenza e della sua
durata, poiché là è la ragione della sua esistenza. Il protestantesimo è
biblico o non è nulla; se perde questa base, perde terreno, e va alla
deriva verso il cattolicesimo, o verso il razionalismo, o verso
l’illuminismo».43
Le figure del Risveglio nel XIX secolo hanno applicato questo
principio del ritorno alle Scritture.
Il conte A. de Gasparin scriveva: «Il nostro programma è dunque
semplice. – Niente inventare, ritornare all’antico, al più antico; non
reagire contro la Riforma, al contrario continuarla; continuare la
restaurazione dell’autorità spogliando ciò che abbiamo ancora di
cattolico e modellandoci umilmente su ciò che la Scrittura ha
dichiarato, su ciò che gli apostoli hanno fatto».44 «Completare ciò
che è stato cominciato, operare una ultima riforma nella Riforma,
ritornando al modello apostolico».45
40
41
42
43
44
45
254
A. Kuen, o.c., p. 332.
A. de Gasparin, o.c., p. 383.
W.A. Visser’t Hooft, o.c., p. 62.
JALAGUIER Paul, De l’Eglise,Librairie Fischbacher, Paris 1899, p. 359.
A. de Gasparin, o.c., pp. 394,395.
Idem, p. 384.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
«Ciò che la Riforma ha intrappreso, la Riforma non l’ha
completato… Si è fermata prima di aver ritrovato le tracce della
chiesa di Gesù Cristo... Bisogna completare la Riforma. Che cosa è la
Riforma? Un ritorno puro e semplice al cristianesimo primitivo, al
modello apostolico. La riforma del dogma è risalito fino agli
apostoli; la riforma della Chiesa risale fino a loro».46
L’evangelista Ruben Saillens, fondatore della chiesa evangelica
del Tabernacolo di Parigi: «La Riforma fu incompleta. Restituì la
Bibbia al mondo, ma non gli restituì la Chiesa primitiva… Il
protestantesimo fu dunque viziato dalle sue origini dal lievito del
papato che conservava: confusione della Chiesa e della nazione;
cristianesimo di nascita e non di libera scelta. La religione
dell’avvenire non sarà né il cattolicesimo, né il protestantesimo,
poiché, separati su tanti punti, questi due sistemi religiosi si
assomigliano in ciò che hanno entrambi mutilato l’istituzione divina
per eccellenza, la Chiesa di Gesù Cristo. La religione dell’avvenire
nascerà da un ritorno puro e semplice al N.T., sorgente della vita
individuale e della vita collettiva, codice unico e sempre attuale dei
rigenerati e della società dei rigenerati».47
Eric Fuchs, nella prefazione di La vrai façon de réformer
l’Eglise, di J. Calvino del 1957, scriveva: «Il vero modo di riformare
la Chiesa cristiana, è di prendere sul serio la Parola di Dio, costi
quello che costi».48
Sebbene sia la Chiesa che annuncia la Parola, la Scrittura, è però
la Scrittura che deve condurre alla Chiesa. È la Parola rivelata il
punto di riferimento per la Chiesa e non la comprensione della Parola
da parte della chiesa. «Il cattolicesimo pone prima di tutto la chiesa,
e arriva alla Bibbia mediante la chiesa; il protestantesimo pone
prima di tutto la Bibbia e arriva alla Chiesa mediante la Bibbia,
46
GASPARIN Agenor de, Luther et la Réforme au XVI siecle, p. 365 ; cit. A.
Kuen, o.c., p. 333.
47
SAILLENS R., Echo de la Vérité, gennaio 1896, cit. da Francus, pp. 279-280 ;
cit. A. Kuen, o.c., p. 333.
48
FUCHS Eric, La vrai façon de réforme l’église, Genève 1957, p. 7 ; cit. A.
Kuen, o.c., pp.333,334.
255
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo III
perché per lui, solamente la Bibbia è il deposito della Parola divina e
la regola sovrana della fede».49
Per K. Barth: «Non ci potrebbe essere un’altra autorità
ecclesiastica che non sia la Parola di Dio nella sua testimonianza
biblica. La congregazione intera è dunque, nei suoi diversi servizi, la
servitrice della Parola divina».50 «La chiesa di ogni tempo sussiste o
cade nella misura in cui si fonda sulla testimonianza biblica della
rivelazione, che resta normativa oggi come lo era al tempo del
padri». «La sorgente ultima e la norma finale è solo Colui che ha
detto una volta per tutte: “Colui che vi ascolta, ascolta me”».51 Se la
chiesa toglie la propria autorità che è la Bibbia cosa gli rimane? «Un
pio fumo e ogni specie di odore religioso e morale».52 «L’obiezione
fondamentale che si deve fare alle costituzioni papali, ma anche
episcopali e presbiteriane-sinodali, è che non favoriscono la
disponibilità, l’apertura della mente e la libertà della congregazione
di fronte alla Parola di Dio, né la riforma della Chiesa, ma gli fanno
ostacolo… Tutte le strade sono arrivate oggi al loro punto finale. Le
discussioni tra i rappresentanti di queste forme ecclesiastiche sono
limitate e già colpiti di sterilità».53 Nelle Chiese protestanti la Bibbia
è aperta davanti ai fedeli. Con coraggio e audacia i Riformatori
proclamavano che la Parola di Dio, espressa nella Scrittura santa, è il
fondamento e lo scopo della Chiesa. Così facendo i Riformatori
hanno proibito ogni altro riferimento. In altre parole, come dice K.
Barth: «La Riforma ci ha tolto tutto e crudelmente non ci ha lasciato
che la Bibbia».54
E. Brunner: «Oggi i segni della vera Chiesa non li possiamo
conoscere alla luce delle confessioni di fede dei Riformatori
49
P. Jalaguier, o.c., p. 265.
BARTH Karl, L’Eglise,Labor et Fides, Genève 1964, p. 122.
51
BARTH Karl, Die Schrift und die Kirche, Zollikon 1947, p. 17; cit. A. Kuen,
o.c., p. 334, nota 61.
52
Idem.
53
K. Barth, l’Eglise, pp. 123,124.
54
BARTH Karl, Parole de Dieu e parole humaine, Les Bergers et les Mages,
s.d., 140.
256
50
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
(corrisponde a una situazione storica determinata), ma unicamente
alla luce della Bibbia».55
Visser’t Hooft scrive: «È precisamente adattandosi costantemente
al piano e alla parola di Dio che la Chiesa acquista la vera stabilità e
la vera continuità. C’è una verità e una sfida lanciata a tutte le Chiese
del mondo in questa frase tirata dai documenti costituzionali della
Chiesa dell’India: “Le Chiese unite riconoscono che la Chiesa deve
sempre essere pronta a correggersi e a riformarsi secondo l’insegnamento delle Scritture nel modo che lo Spirito santo rivelerà a loro…
Una Chiesa che pone la Bibbia al primo posto avrà sempre coscienza
della sua vera ragione di essere come primizia dei tempi nuovi;
sfugge al pericolo di allinearsi al mondo. Una Chiesa in cui la Bibbia
ha il primo posto non dimenticherà mai che non è lei a essere il
Regno di Dio… Sarà dunque preservata dalla solitudine, dall’egocentrismo conseguente a un monologo sterile, e continuamente a
criticare se stessa. La tragedia di una Chiesa che non dà alla Bibbia
il primo posto nella sua vita, non distingue più la prospettiva
escatologica. Inoltre, è tentata di considerare la sua propria esistenza
come un fine in sé. Perde così la facoltà di sottomettersi a una critica
di se stessa e di rinnovarsi».56
G. Casalis dichiarava nel suo rapporto all’Assemblea plenaria del
protestantesimo francese a Montbéliard nel 1960: «Bisogna ritornare
senza posa: predicare è essere legati alla Verità e, tramite essa, è
impegnarsi in una ascesi che conduce a ricercare sempre una fedeltà
più grande alla Parola, un accordo più intimo con la Scrittura. Non
esito a dire che il primo dei compiti nell’avvenir delle nostre chiese è
il loro compito permanente di vegliare con una cura gelosa alla
purezza del loro messaggio. E qui, come altrove, nessun privilegio, i
laici sono con i pastori, in ogni parrocchia come in ogni consiglio,
responsabili di questo compito essenziale».57
55
E. Brunner, Les Eglises…, p. 10.
W.A. Visser’t Hooft, o.c., pp. 57,63.
57
CASALIS G., Rapport de la X Assemblée du Protestantisme, p. 73 ; cit. A.
Kuen, o.c., p.336.
257
56
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
IV Parte – Capitolo III
Per P. Courthial l’originalità dell’uomo e della Chiesa è quella di
essere fedeli nel riflettere la sola verità rivelata, di fatto: «Il desiderio
permanente degli uomini, dall’errore fatale dell’incredulità di
Adamo, è di mettere in dubbio la Parola di Dio, di erigersi a giudici e
di allontanarsene».58
A. Lecerf sostiene che bisogna «mantenere integralmente
l’identificazione della Scrittura con la Parola di Dio» malgrado che
«dei teologi hanno ricevuto la vocazione di restauratori della fede
riformatrice» pensano che sia «impossibile» a seguito degli attacchi
che la critica tedesca ha sollevato. 59
H. Küng scrive: «Né i cattolici, né i protestanti possono
considerarsi dispensati dall’allinearsi costantemente alla Chiesa
apostolica. Né l’appello alla tradizione cattolica, né l’appello alla
Riforma evangelica dispensano di rinnovarsi continuamente nella
realizzazione di ciò che è essenziale quando si vuole essere
apostolici: l’accordo reale con il messaggio apostolico».60
Per F. Refoulé, padre domenicano: «Il movimento ecumenico
non progredirà, pensiamo, che nella misura in cui teologi cattolici e
protestanti avranno il coraggio di confrontare le loro rispettive
teologie alla Scrittura presa nella sua totalità senza esclusività».61
Il pastore P. Courthial ricorda che «il vero movimento della
Riforma “smaschera” (mette in luce) la Parola di Dio, riconduce alla
Parola di Dio, ci fa fuggire le mode teologiche come la peste».62
«Quando si misura la distanza che separa le attuali Chiese e i loro
modelli, si è nel diritto di domandarsi se coloro che parlano di
58
COURTHIAL Pierre, Actualité et catholicité de la Réformation, in Revue
Réformé, t. XIII, n. 51, 1962, III trimestre, p. 15.
59
LECERF A., Introduction à la Dogmatique réformée, t. II, ch. IV, Examen de
la valeur du principe externe et formel de la foi réformée. Théorie de l’inspiration,
Paris 1938, p. 159.
60
KÜNG Hans, Structures…, p. 139.
61
REFOULE F. O.P., Revue d’Histoire et de Philosophie religieuse, 1964, p.
470 ; cit. A. Kuen, o.c., p.338.
62
P. Courthial, o.c., p. 20.
258
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
sottomettere tutte le istituzioni e pratiche della Chiesa alla norma
biblica, si rendono conto dell’ampiezza della sfida e lancia a loro la
Parola di cui vogliono ristabilire l’autorità. Le attuali Chiese sono
pronte a compiere la rivoluzione che la messa in pratica di questi
consigli disinnescano?»63
L’essere piccoli non è una colpa
Anche la Chiesa apostolica lo era, così la Chiesa del XXI secolo
Le chiese confessanti, composte da persone che hanno deciso di
farvi parte, manifestando la propria conversione mediante il
battesimo, possono sembrare numerose, ma nella loro dimensione
sono comunità di minoranza e il loro numero è esiguo e lo è ancora
di più se si confrontano con le chiese di maggioranza e con la
popolazione del Paese.
Scrive W. Ninck: «Se i cristiani costituiscono oggi un piccolo
gregge in un mondo estraneo a Cristo, allora la nostra situazione è
analoga a quelle della chiesa primitiva».64 Ci si trova nella situazione
della Chiesa apostolica a confessare la nostra fede in un universo
culturale e filosofico che non è pronto e disponibile ad ascoltarlo.
La Chiesa è tale quando essa risponde al progetto del Vangelo.
Dr. Otto Riecker scrive: «La vita della Chiesa dipende da una cosa:
della sua entrata nella linea biblica»65 e il prof. F.H. Littell dice: «Al
posto di una riforma permanente, ci bisognerebbe una restaurazione
permanente (dell’ordine primitivo)».
Questa situazione di isolamento per la sua dimensione rievoca
testi del vangelo e dell’A.T.. Gesù diceva: «Non temere piccolo
gregge», Daniele con i suoi compagni si mantengono fedeli alle
proprie convinzioni, al proprio, nella corte dell’imperatore sfidando
ogni minaccia. Mosè per aver riscoperto la propria identità di
membro di un popolo del quale Dio aveva fatto delle promesse nel
63
64
65
A. Kuen, o.c., p. 339.
W. Ninck, o.c., p. 162; cit. A. Kuen, o.c., p. 339.
RIECKER Otto; cit. da A. Kuen, o.c., p. 340.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
259
IV Parte – Capitolo III
passato ai padri è diventato il liberatore fidando in quello che
l’Eterno gli ha detto. I settemila israeliti, nascosti agli occhi del
popolo, al tempo di Elia non si sono piegati davanti a Baal. In 1
Samuele 14:6 si legge che nulla impedisce all’Eterno di salvare con
un piccolo numero. Ma attraverso i secoli, nella realtà, i fedeli
adoratori dell’Eterno hanno costituito un piccolo numero di persone.
Lo ricorda il principe dell’esegesi del XIX secolo F. Godet: «La
Chiesa non costituisce nell’umanità che una impercettibile minoranza, e questa proporzione tra i veri credenti e i non credenti è rimasta
la stessa in tutti i tempi e in tutti i luoghi... Gesù preferisce un piccolo
gruppo d’uomini consolidati nella fede, e risoluti di accettare le
rinunce che impone, a queste moltitudini dei quali il legame con Lui
non era che apparente».66
Ci si domanda: «Verso quale chiesa stiamo andando?’ Delle
menti illuminate come il prof. R. Mehl rispondono senza esitare:
verso una ‘chiesa minoritaria’, ‘andiamo verso una umile chiesa’».67
Noi assistiamo, come scrive il prof. E.G. Léonard a un
« scivolamento generale verso la chiesa di professanti».
Del resto A. Vinet ricordava che «Tutte le grandi cose hanno
avuto dei piccoli inizi».68 A. de Gasparin ricorda che «senza gli
uomini che hanno osato essere soli contro tutti, nessuno si sarebbe
mosso: il successo non assolve nulla; il successo non prova nulla. In
ogni caso non prova la giustizia; il successo non è il dito di Dio».69
Albert Bessière: «Il mondo vive e agisce mediante un piccolo
numero».70 A. Monod nel XIX secolo ricordava che «Wesley non
domandava che dieci veri metodisti per rinnovare la faccia
dell’Inghilterra… con dieci veri protestanti io non temo nulla e
neppure la Chiesa riformata di Francia!». È quello che Gesù ha fatto
con i suoi discepoli e ancora prima di Wesley, altri Riformatori
66
GODET Fréderic, Commentaire sur l’Evangile de Jean, t. II, pp. 58,469.
(p.342)
67
MEHL R., Revue de l’Evangelisation, n. 98, p. 483. (p.287).
68
VINET Alexander, Liberté religieuse et Questions ecclésiastiques, (p.343)
69
GASPARIN Agènor de, Les Droits du Coeur (p.343)
70
BESSIÈRE Albert, L’Evangile du Christ, p. 44 ; cit. A. Kuen, o.c., p. 343.
260
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
avevano usato la stessa espressione per incendiare con i libri dei
nuovi teologi le montagne della Svizzera conquistate al
protestantesimo.
«La Chiesa, una Chiesa nuova, è attesa dappertutto. Dappertutto
chiamata» è quanto diceva A. Monod nel suo sermone Sur la
vocation de l’èglise – Sulla vocazione della Chiesa.71
Giustamente osserva A. Kuen: «Non è sufficiente essere una
minoranza per essere nel piano di Dio, e ugualmente non è
sufficiente essere disprezzati o perseguitati per avere la sua
approvazione. Il piccolo gregge di Gesù Cristo è composto dalle
pecore del Buon Pastore che obbediscono alla sua voce»,72 che
osservano i suoi comandamenti, che annunciano la sua parola, che
attendono la sua venuta…
La fedeltà della Chiesa alla Verità di Dio
Nelle chiese moltitudiniste si è sempre pensato che sarebbe stato
utile alla Chiesa del Signore sacrificare la verità allo scopo di
realizzare un bene maggiore che generalmente si è espresso nel
conservare i propri vantaggi e la propria influenza.
«Era sufficiente che il cristiano perseguitato da Roma sacrificasse
qualche grano d’incenso all’imperatore perché conservasse la vita –
che il protestante del XVI secolo assistessero alla messa per lasciarli
in pace – che gli anabattisti e i loro eredi spirituali rinunciassero al
battesimo dei credenti perché potessero cambiare la loro vita di
bestie braccate in favore di un’esistenza borghese, forte influente nel
mezzo di una organizzazione ecclesiastica. Perché non hanno fatto
questi “piccoli” sacrifici?
Lutero scriveva: “Maledette siano l’amore e l’unità a causa delle
quali la parola di Dio deve essere messa in gioco”.
La grande tentazione è di sacrificare una parte della verità
all’unità. Questa tentazione, se è particolarmente forte all’ora attuale,
71
72
A. Monod, o.c., p. 100.
A. Kuen, o.c., pp. 343,344.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
261
IV Parte – Capitolo III
non è però nuova. Tutti coloro che hanno rimesso in luce una delle
verità di cui noi viviamo oggi, hanno dovuto affrontarla.
A. Vinet ci avvertiva: “In vano si invocherebbe, contro la sua
convinzione e contro il suo dovere, l’interesse della pace e della
comunione umana. Ciò che il nostro Maestro è venuto a portare tra
gli uomini, è la pace o la spada? La vera pace non è, secondo la
parola del profeta, un frutto della giustizia, e c’è giustizia che ritiene
una verità prigioniera? Quale pace d’altronde e quale comunione di
quella che si fonda sull’equivoco e la dimissione? E quanto la guerra
santa della luce contro le tenebre è migliore e più caritatevole di una
simile pace?
Invano si cercherà di persuadere che si servirà meglio l’interesse
della verità sacrificandone una parte, per restare uniti ai suoi fratelli.
Ragionamento perverso… Prima di tutto chi vi assicura che avendo
sacrificato la verità su un punto, non la sacrificherete su tutti gli altri?
… Quando si fermerà per voi la necessità o la convenienza di
cedere?... Volete, con un po’ di dissimulazione rendere un servizio ai
vostri simili; ma di tutti i servizi che potere rendere a loro, il più
grande è quello che gli rifiutate, il più grande è quello di fare
apprendere che la coscienza è qualcosa, cioè che è tutto… Non usate
frodi contro voi stessi; e non lasciatevi condizionare dalla grandezza
della moltitudine: Dio è più grande della moltitudine. Non ditevi: “Io
sono un granello di sabbia; come resisterei a questa tempesta
dell’opinione che solleva e tormenta nell’aria questa polvere di cui
faccio parte?” Impercettibile grano di sabbia, voi peserete come una
roccia, cioè di tutto il peso della verità, su questo terreno che porta
l’uragano. Avete un garante che risponde a tutto. Osate, sulla sua
parola, essere saggi da soli».73
M. Antonimi esortava: «Non bisogna mai sacrificare la Verità
all’Unità; poiché la Verità è Dio stesso. È nel nome dell’unità che si
ha, in tutti i tempi, e soprattutto in Francia, perseguitato mediante il
ferro e il fuoco, i testimoni della Verità, gli uomini dello Spirito.
“Acquista la Verità e non la vendere” fosse anche per guadagnare
73
262
VINET Alexander, Nouveaux Discours, Lausanne 1938, pp. 24,25,28.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Necessità di riformare la Riforma
questo bene così prezioso che è l’unità. È un calcolo dannoso che
sfocia nella rovina del Vangelo e della Chiesa».74
L’attesa dell’Ekklesia futura
Walter Nigg esprime il bisogno che si realizzi «una rivoluzione
religiosa analoga a quella di Lutero… Solo un tale atteggiamento
potrebbe arrestare il disastro e imprimere al fiume un nuovo corso».75
Alla conclusione della sua opera A. Kuen scrive: «Tuttavia,
l’evoluzione ecumenica, l’avvicinarsi con Roma, la costituzione di
grandi sistemi ecclesiastici e, forse, la venuta di tempi più difficili
per i cristiani (vedere Apocalisse 13:7,15), porranno ogni credente e
ogni chiesa davanti alla necessità di prendere più chiaramente
posizione. Nella misura in cui ci avviciniamo “alla fine dei tempi”,
l’identificazione della “pseudo Chiesa” (K. Barth), della “Chiesa
Illusione” (E. Brunner) con il mondo si realizzerà. Allora la sua vera
natura si manifesterà e le differenze tra lei e l’Ekklesia appariranno
chiaramente. Poco a poco, diverse illusioni cadranno e gli occhi di
molti cristiani saranno schiusi. La linea di demarcazione, fino a quel
momento invisibile, tra i veri discepoli e i cristiani di nome apparirà
nel grande giorno. Finito allora il quieto conforto delle posizioni
comuni! Bisognerà decidersi e scegliere: seguire la corrente
sincretista che porta a Babilonia o ritornare alle sorgenti, alla Croce e
alla Gerusalemme dei primi tempi della Chiesa. “L’uno o l’altro”,
come ripeteva instancabilmente Kierkegaard. È senza dubbio per
quei tempi che lo Spirito di Dio fa ritenere l’appello presente:
“Uscite di Babilonia, popolo mio, affinché non partecipiate ai suoi
peccati (Apocalisse 18:4). “Abbiamo voluto guarire Babilonia, ma
non è guarita, abbandonatela… fuggi da Babilonia, per paura che
anche voi non periate nella sua rovina” (Geremia 51:9,6).
74
ANTONIN M., Union des èglises libres évangéliques de France, p. 46 ; cit. A.
Kuen, o.c, p. 346.
75
NIGG Walter, cit. da DILSCHNEIDER, Gefesselte Kirche,ed. Vergswerk,
Stuttgart 1953, p. 166; cit. A. Kuen, o.c., p. 355.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
263
IV Parte – Capitolo III
In quel giorno certamente in tutte le Chiese e comunità i credenti
“nati da Dio” comprenderanno che non potranno sussistere e vincere
che unendo i loro sforzi per costruire la Chiesa secondo il piano di
Dio…
Oggi, come nei secoli trascorsi, Gesù Cristo vuole costruire la
sua Chiesa. Ha bisogno, per questo, di pietre viventi pronte a
lasciarsi sfaccettare e utilizzar da lui, dove e come gli sembrerà
buono. Siamo pronti per questo?».76
Da più d’un secolo, A. Monod, nel suo sermone citato diceva:
«Dappertutto vedo sorgere all’orizzonte un popolo di Dio piccolo per
il numero, ma grande per la fede e per l’amore, che si distacca dalle
posizioni antiche, e che si tiene pronto per la Chiesa spirituale,
fraterna, missionaria, dei tempi a venire. Oh! Possa lo Spirito divino
avvicinare delle anime dritte e fedeli, che si scuotano da ogni parte.
Che si cercano come a tentoni nelle tenebre, che si combattono forse,
perché non si conoscono! Si possa serrare la santa milizia dei figli di
Dio, assomigliare, non nel nome dell’indifferenza che cancella le
dottrine essenziali del Vangelo, ma nel nome della Fede comune che
li fa predominare su tutto ciò che è secondario, umano e locale!».77
Post-premessa
Quanto abbiamo riportano non sminuisce la fede, la coerenza di
tutti quei fedeli delle chiese multitudiniste che hanno testimoniato
con forza e convinzione la loro speranza e fedeltà alla parola di Dio,
alle verità da loro comprese e accettate. Questa loro coerenza, che si
riscontra in tutte le denominazioni è stata espressa fino al sacrificio
della propria vita, sia nella chiesa cattolica, ortodossa, delle
espressioni dei preriformati, protestanti ed evangeliche. Questi errori
storici del passato che si rinnovano nel presente mettono in risalto
che anche le chiese confessanti non sempre hanno fatto brillare la
bellezza delle verità del vangelo e anche la coerenza a quanto di esso
compreso.
76
77
264
A. Kuen, o.c., pp. 356,357.
A. Monod, o.c., p. 102.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Quinta parte
Il sorgere di un movimento di Riforma mondiale
Capitolo I
Il RISVEGLIO dal XVI al XIX secolo
XVI Secolo
Anabattisti
Scrive il prof. E.E. Cairns: «La separazione più radicale, tra i
gruppi della Riforma fu operata dagli anabattisti, i quali cercarono di
creare una Chiesa secondo il modello delle chiese primitive
presentate nel N.T.».1
Gli anabattisti espressero la propria visione di fede di chiesa
confessante. Ebbero tra loro gruppi molto radicali, anche determinati
nell’attesa e nella realizzazione del Regno di Dio, esprimendo con
forza le posizioni che li distinguevano dalle chiese riformate.
Subirono anche per questo forti persecuzioni.
Può essere considerato un movimento radicale che si espresse nel
XVI secolo in concomitanza alla Riforma protestante. Si chiamavano
“fratelli in Cristo”, ma polemicamente venivano chiamati anabattisti.2
Le radici di questo fenomeno religioso risalivano ai movimenti
pre-riformatori. Delle frange estreme si occupavano delle problema1
CAIRNS Earle E., Cristianesimo attraverso i secoli, Centro
Biblico, Napoli 1970, p. 290.
2
Anabattisti era un nome attribuito da chi li avversava. L’espressione derivava
dal fatto che avversavano e non consideravano valido il battesimo ai bambini in
quanto doveva essere officiato alle sole persone adulte per immersione a
testimonianza della propria conversione.
Il nome anabattista veniva utilizzato per inglobare tutto ciò che esprimeva
minoranza. Si riferiva a chi seguiva la verità e l’errore, riguardava battezzati con
grande spessore spirituale ma anche fanatici e mistici. Sotto questo nome veniva
annnoverati:
a) continuatori dell’evangelismo medioevale, come i valdesi e gli ussiti;
b) fanatici millenaristi come il gruppo di Münster e i profeti Zwickau, che mai
furono degli anabattisti;
c) mistici, speculativi, e lontani dagli insegnamenti della Parola;
d) credenti legati al panteismo;
f) antitrinitari e gruppi divergenti sulla natura della persona di Gesù.
V Parte – Capitolo I
tiche politiche, economiche sociali, con espressioni tali da gestire la
polis con principi comunistici.
L’ekklesia era costituita da membri confessanti ed erano tali a
seguito del battesimo per immersione. Contrastava il battesimo sia
cattolico romano, ortodosso e dei protestanti fatto ai bambini. La
nuova esperienza di fede era segnata dal battesimo o dal ribattesimo,
da qui l’espressione ana-battista.
Non si accettava il cesaropapismo nell’ekklesia e si contestava e
rifiutava l’intervento dell’autorità civile e conseguente braccio
secolare, nelle questioni riguardanti la fede.
«Le loro posizioni teologiche erano varie e talvolta persino
contraddittorie: l’interesse fondamentale era, comunque, quello della
salvezza, alla quale veniva spesso associato un vivo senso dell’attesa
apocalittica della fine, dell’avvento del regno di Dio o di un
rinnovamento assoluto del mondo. In tal modo spiritualismo e
millenarismo attivo si incontravano: nel seno di masse popolari
oppresse tale incontro assumeva talvolta caratteri di violenta
aggressività mentre, quando la speranza del rinnovamento penetrava
in circoli umanistici (come quello zurighese), si affermavano i
metodi e le finalità del pacifismo. Il ripudio del papato, dell’organizzazione chiesastica e sociale del tempo e del diritto di proprietà
erano altri motivi diffusi; ma una costante del movimento anabattista
è la posizione critica nei confronti delle chiese stesse della riforma
protestante. Pacifismo e rivoluzione, naturalmente, erano temi su cui
cadeva l’accento alternativamente, secondo le diverse tendenze e le
situazioni contingenti».3
Appena qualche anno dopo l’affissione delle 95 tesi di Lutero sul
portone della Chiesa di Wittenberg, nel Sinodo tenuto nel febbraio
1527 a Schleithein gli anabattisti fissarono i principi dell’organizzazione delle chiese:
3
AA.VV., Anabattisti, In Enciclopedia Europea, vol. I, Garzanti,
Milano 1979, p. 403.
250
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
1. Il battesimo non dovrà essere accordato che a coloro che si sono
pentiti e che credono che il loro peccato sia stato tolto da Cristo
Gesù.
2. La disciplina ecclesiastica deve essere esercitata conformemente a
Matteo 18.
3. Coloro che partecipano alla frazione del pane devono essere stati
precedentemente uniti al corpo di Cristo mediante il battesimo.
4. I credenti devono separarsi dal mondo e dal male. Non devono far
uso della spada del potere giuridico.
5. Le chiese locali eleggono i loro pastori che sono responsabili
davanti a loro.
6. I cristiani non hanno il loro posto fra le autorità di questo mondo.
7. Non devono pronunciare giuramento.
Questi articoli – refutati e contrastati da Zwingli e da Calvino –
conobbero una rapida diffusione e furono rispettati dagli Anabattisti
di tutta l’Europa. «Gli anabattisti sono stati i primi protestanti che,
sul suolo di Francia abbiano stabilito e realizzato il principio
dell’organizzazione ecclesiastica di una alleanza di congregazioni
spiritualmente autonome, principio che fu adottato nel 1559 dal
primo sinodo riformato di Parigi e nell’anno successivo in Scozia».4
Questo movimento ha realizzato ciò che lo spirito iniziale della
Riforma avrebbe voluto compiere. «L’anabattismo ha dunque
realizzato il piano primitivo dei Riformatori abbandonato poi da
questi sotto la pressione degli avvenimenti e dalle autorità».5 Al di
sopra di ogni sospetto di parte, E. Brunner, ha scritto: «Le fonti ci
presentano una fede sobria, basata interamente sulla dottrina del N.T.
presa come unica autorità, una fede che è in perfetto accordo con la
dottrina dei Riformatori… Quando i Riformatori hanno tacciato gli
anabattisti di “setta”, hanno ripreso una nozione della chiesa cattolica
romana che, prima di tutto qualificava di setta ogni comunità
cristiana al di fuori della Chiesa cattolica romana».
4
5
ROUSSEAU G., Le drame anabaptiste, p. 20.
A. Kuen, o.c., p. 245.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
251
V Parte – Capitolo I
«L’anabattismo si sparse con una tale rapidità, scriveva uno
storico del XVI secolo, che si poteva credere che la maggioranza del
popolo si sia unito a questa setta».6
La reazione alla loro fedeltà all’insegnamento degli apostoli fu
tale che i protestanti e i cattolici si ricordarono di essere fratelli per
poterli bruciare e annegare a migliaia. Tanto è vero che nessun
movimento ha subito tanti morti per motivo spirituale come gli
anabattisti. In Olanda tra il 1535 e 1546 ne furono uccisi 30.000.
La riforma radicale degli anabattisti non solo è all’origine delle
chiese mennonite, battiste, che ne sono seguite, ma di tutti quei
tentativi di Riforma, che hanno caratterizzato la storia della chiesa,
nel ritrovarla nella sua originalità.
Questi opposti gruppi contrastavano con la Chiesa greca e
romana e tra di loro c’erano chi negava i tormenti eterni dei malvagi
nell’inferno. Michele Servito, fatto bruciare dal Riformatore Calvino
a Ginevra nel 1553, era uno di questi. Presenti in Austria, Boemia,
Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Polonia Svizzera e in altre
località, per loro la vita eterna sarebbe iniziata dopo la resurrezione.
Hendrik Terwoort e Jan Pietrers, anabattisti fiamminghi rifugiati in
Inghilterra, in prigione a Londra redassero la loro professione di fede
in tredici articoli. Il XII recitava: «Noi crediamolo nella resurrezione
dalla morte, come è scritta in Isaia 26:19; Giovanni 11:25; Daniele
12:2; Giovanni 11:25, 1 Corinzi 15:22; 1 Tessalonicesi 4:16. Noi
risorgeremo dalla morte con il nostro proprio corpo, Giobbe 19:25,
Isaia 26:19; 1 Corinzi 15, quando il Signore verrà nelle nuvole con i
suoi angeli, allora ognuno sarà giudicato secondo le sue opere;
Matteo 25:34; Romani 2:6». Il giorno dopo, della redazione di
questo documento, il 22 luglio 1575, venivano bruciati. Dopo
trentasei anni, nel 1611, con la condanna firmata dal re Giacomo, che
ha legato il proprio nome alla versione della Scrittura, quale
difensore della fede, venivano bruciati Bartholomew Legatt e
Thomas Withman, con l’accusa di blasfeme eresie e false opinioni.
Nello stesso anno veniva bruciato anche Edward Wightmann per
6
252
Idem, p. 243.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
l’eresia dell’«anima che dorme» perché i santi non vanno
immediatamente in cielo alla morte. Ma già il Riformatore inglese
Tyndale aveva sostenuto queste posizioni.
Gli Anabattisti dovettero emigrare forzatamente a causa delle
persecuzioni che subivano in Germania a partire dal 1549.
In molti elenchi, di cattolici e protestanti nei quali si denominavano le sette che nella seconda metà del XVI secolo osservavano il
Sabato, si indicavano diversi gruppi di Anabattisti. Venivano
menzionati anche negli scritti di autori che erano in polemica per
l’osservanza del Sabato.
Fra i primi leader di Anabattisti osservatori del Sabato si possono
fare i nomi di Oswald Glait e Andreas Fischer. Accettarono questo
insegnamento biblico verso 1527,1528 e viaggiarono molto per farlo
conoscere. Uno dei centri principali fu a Nikolsburg in Moravia.
Entrambi scrissero libri, non più trovabili, sull’osservanza del sabato.
Si conoscono i loro insegnamenti da quanto riportano i loro oppositori. Per esempio, Casper Schwenkfeld, dice che l’argomento trincipale di Glait era:
1) il sabato faceva parte del decalogo, era uno dei 10 comandamenti.
2) Aveva la sua origine alla Creazione. Dio avrebbe ordinato ad
Adamo in Eden di celebrarlo.
3) L’osservanza del Sabato precede la promulgazione della legge al
Sinai come è attestato in Esodo 16:49.
Gli anabattisti giustificavano l’osservanza del IV comandamento
sul principio della Riforma: Sola Scriptura.7
Riforma
I Riformatori: Lutero, Zwingli, Calvino mantennero la tradizione
dell’osservanza della domenica quale giorno di riposo, di culto
all’Eterno e nel nome della salvezza per grazia consideravano
l’osservanza del Sabato come la rinuncia a quanto apportato dal
Nuovo testamento. Nelle dispute che si tennero a Ginevra e a
Losanna i rappresentanti cattolici fecero rilevare ai Riformatori la
7
Idem, p. 223.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
253
V Parte – Capitolo I
loro contraddizione perché rifiutavano Roma con le sue cerimonie e
credenze non conformi alla Scrittura ma poi accettavano la sua
autorità osservando la domenica e non il Sabato come avevano
insegnato Mosè e i profeti. Lutero pur osservando la domenica non la
considerava prescritta da Dio.8 Già dei gruppi riformati presero in
considerazione l’osservanza del Sabato come prescriveva la
Scrittura.
Spagna
Nel XVI secolo tra gli osservatori del Sabato si può ricordare, al
tempo di Ponce Fuente, Costantino frequentatore delle università di
Alcala, di Siviglia e famoso predicatore dal 1536. Nel 1548 il
Principe Filippo lo nominò cappellano nel suo viaggio in Europa.
8
Per Lutero «è utile, buono e necessario osservare un giorno. Sia esso sabato,
domenica, o qualsiasi altro giorno, perché con esso Dio esprime il suo ordine e la
sua pace». Cit. STRAND Kennet A., Sabbath and Sunday in the Reformation Era,
capitolo 11 in AA.VV., The Sabbath in Scripture and History, ed. Strand A.
Kenneth, Review and Herald Piblishing Association, Washington Dc 1982, p. 217.
Nel 1534 ci fu una disputa tra il Riformatore Farel e il monaco domenicano,
Guy Furbity, dottore della Sorbonne. Rispondendo ai protestante che asserivano
che la Chiesa di Roma non poteva stabilire nuove leggi, Furbity disse che Dio
ordinò agli ebrei l’osservanza sabato, «ma la chiesa attraverso il potere dato a lei
ha cambiato il sabato nella domenica a causa della risurrezione di Dio». Aggiunse
che «noi celebriamo la domenica a causa di un comandamento e di una legge della
chiesa, non a causa del comandamento di Dio» e «se una persona che vorrebbe
seguire letteralmente il comando di Dio dovrebbe osservare il sabato».
AUGSBURGER Daniel, Sunday in the Pre-Reformation Disputations in
French Switzerland, in AUSS, n. 14, 1976, p. 269; cit. K.A. Strand, o.c.,
p. 220. Per il Riformatore tutti i giorni erano ugualmente sacri. Il cristiano osserva
la domenica per ascoltare la Parola di Dio e dare riposo al prossimo. Il domenicano
replicò che se ogni cristiano osservasse un giorno che gli aggrada si creerebbe una
confusione terribile ed enfatizzò che la Bibbia specificamente indica il sabato e che
l’osservanza della domenica è basata solamente sull'autorità della Chiesa cattolica.
La stessa tesi fu sostenuta dal domenicano Monbouson in disputa con Farel,
assistito da Viret nell’ottobre 1536 a Losanna: «Se lei (rivolto a Viret) rifiuta
l’autorità di fare alcun cambiamento rispetto alle sacre Scritture e fermarsi alle
lettera, Lei dovrebbe osservare il sabato come gli ebrei!». D. Augsburger, o.c., p.
275; cit. K.A. Strand, o.c., pp. 219,220.
254
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
Non era ancora finito che Costantino nel 1555 ritornò a Siviglia,
dove accusato da forze inquisitorie, nel febbraio 1560, finì i suoi
giorni in prigione. Costantino non ebbe relazioni con la Riforma.
Transilvania
Verso la fine del XVI secolo, Andreas Eossi, ricco, nobile,
influenzato dagli insegnamenti giudaici, riportatigli da Francesco
David, e da uno studio personale delle Scritture dopo la morte della
moglie e di due figli. Mediante scritti e contatti nell’ultima decade
del secolo un elevato numero di persone si convertirono all’osservanza del sabato.
Malgrado che nel 1595 in Transilvania iniziassero severe
persecuzioni nei confronti degli osservatori del Sabato il numero di
tali fedeli aumentò.
Norvegia, Finlandia, Svezia
L’osservanza del Sabato in Norvegia, a seguito dello stabilirsi
del luteranesimo in Scandinavia, è testimoniata dall’editto del 1544
di Christopher Huitfeldt, «lord di Bergen, Stavanger e di Vardoe»,
che fra le altre cose riferiva: «Alcuni di voi che sono ad Aardal e a
Sogn, contrariamente all’avviso datovi lo scorso anno continuano a
osservano il Sabato». Questo editto imponeva una multa di dieci
marchi a chiunque osservasse il Sabato.
Nello stesso anno, 1554, una lettera del Re svedese Gustavus I
Vasa, che aveva accettato la Riforma luterana nelle sue terre della
Finlandia e della Svezia invitava a lasciare immediatamente la
Finlandia chiunque osservava il Sabato.
Puritani
In Inghilterra, il puritanesimo, a seguito della Riforma austera
calvinista, volle riformare la chiesa anglicana nella liturgia che
ancora conservava forme papali, considerate espressioni apostate
della fede: come il fasto delle cerimonie, la maestà dell’organo, i
cori, i paramenti sacerdotali, i giorni festivi, il segno di croce. Una
Chiesa santa e pura doveva anche essere svincolata dalla sudditanza
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
255
V Parte – Capitolo I
all’autorità dello Stato e quindi liberata dalla stessa gerarchia
ecclesiastica, nel nome anche del sacerdozio universale dove ogni
persona poteva liberamente e da sola accedere al trono della grazia. Il
culto doveva avere al centro la riflessione sulla Parola, considerata
espressione della vera volontà di Dio.
Nel 1570 i puritani rifiutano l’organizzazione episcopale della
chiesa inglese optando per una organizzazione nella quale il vescovo
eserciti la propria autorità ecclesiastica con gli anziani costituendo il
presbiterio come pensavano venisse espresso dalla Scrittura.
Nella visione teocratica, di costituire la nuova Gerusalemme, il
governo di Cristo, si consideravano investiti da Dio a creare una
ekklesia indipendente dalla corona. Per il re Carlo I, la corona non
esercitando la sua autorità sulla Chiesa, non l’esercitava neppure sul
popolo che era governato più dal pulpito che dalla spada in tempo di
pace. Per questa opposizione ai re i puritani furono perseguitati fino a
quando l’emigrazione nella Nuova Inghilterra, iniziata con i “padri
pellegrini”, che vi giunsero con il Mayflower, nel 1620, vi
costituirono nuove colonie.
Nel puritanesimo si viene a costituire, a metà del XVI secolo, il
congregazionalismo o indipendente (termine che ha più una
connotazione politica). È una forma di governo della Chiesa, nella
quale, a seguito della dottrina del sacerdozio universale, metteva in
valore l’individualità del credente e di conseguenza l’importanza
della chiesa locale, non solo nei confronti dell’autorità dello Stato,
ma anche di una gerarchia ecclesiale che nella storia della Chiesa ha
condizionato e determinato la vita della comunità. Il congregazionalismo rende anche la chiesa locale autonoma da qualsiasi forma di
fede.
La prima comunità viene datata nel 1581 a Norwich ed è
costituita da R. Brown. In Inghilterra ebbe una forte opposizione da
parte di Elisabbeta I e dovette scegliere tra la clandestinità e l’esilio.
Il problema dell’osservanza del Sabato in Inghilterra sorse
quando la Chiesa inglese rigettò l’autorità della Chiesa romana e
volle sviluppare una liturgia indipendente. Thomas Cranmer (14851556) arcivescovo di Canterbury (1533-1556) nella pubblicazione
256
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
della liturgia ufficiale (1549 e 1552) incluse la lettura dei 10
Comandamenti. Alle parole dell’ufficiante l’assemblea rispondeva:
«Inclina i nostri cuori a osservare questa legge». L’osservanza del
Sabato divenne quindi di cruciale importanza. Ci si chiedeva se la
risposta del popolo significava che la Chiesa era obbligata a
osservare il Sabato IV Comandamento? C’era chi sosteneva che la
non fedeltà al Sabato (cioè domenica) si prendeva gioco della Parola
di Dio; per altri l’osservanza di questo comandamento era un
riconoscere l’autorità e la gloria del Signore. C’era chi, come lo
storico della chiesa Peter Heylyn, che sosteneva che né l’arcivescovo, né nessun altro riformatore hanno mai avuto l’intenzione di
introdurre nella Chiesa, mediante la lettura dei 10 Comandamenti,
l’osservanza del Sabato giudaico o la domenica. Comunque molti
fedeli si chiedevano se seguivano l’autorità della Scrittura o quella
della Chiesa di Roma?
XVII secolo
Pietismo
Sorto a metà del XVII secolo, superò i confini luterani nel XVIII.
«Le chiese protestanti, in modo particolare quella luterana, a un
secolo appena dalla loro fondazione minacciavano di inaridirsi,
fissate com’erano in un’osservanza unilaterale dell’ortodossia. La
carenza di amore e di serietà morale, la scissione in partiti e la dura
pressione “cesaropapismo” statale creava una situazione di scontento
molto diffuso. Uomini di provata serietà compresero la necessità di
vivificare il protestantesimo ricorrendo a un maggiore apprezzamento della esperienza personale della fede. Tale compito si assunse
in modo particolare il pietismo».910
A Philipp Jakob Spener (1635-1705), uomo pacifico e semplice,
pastore luterano a Francoforte sul Meno dal 1666, «influenzato dal
pastore Arndt, (morto cinquant’anni prima, 1621, a cui si attribuisce
9
10 BIHLMEYER Karl – HERMANN Tuechle, Storia della Chiesa, vol. IV,
L’epoca moderna, 5a ed., Morocelliana, Brescia, 1972, p. 71.
257
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
il pietismo originale, o prima fase del pietismo), dai puritani inglesi,
dai riformatori ginevrini e olandesi, sta a cuore una religiosità del
tutto personale, vivificante e interiorizzata, il cui cardine è costituito
dall’esperienza vissuta della rinascita spirituale. Per lui, con grande
irritazione degli ortodossi luterani, al centro non sta il dono della
giustizi-cazione, neppure la parola e il sacramento, ma la
trasformazione dell’uomo: la personale rinascita dell’“uomo nuovo”
voluta da Dio e operata dall’illuminazione dello Spirito santo. Spener
non vede realizzato l’essere cristiano semplicemente nell’essere
dichiarato giuridicamente giusto, ma nella rinascita, sperimentata
spiritualmen-te, alla vita nuova e in una santificazione attuata
mediante l’azione. La chiesa è perciò intesa non come un’istituzione
della salvezza, ma come la comunità dei fratelli e delle sorelle
rigenerati. A partire da qui l’“essere rigenerato” (“born again”)
diventa, fino ai nostri giorni, la decisiva parola chiave cristiana per
molti cristiani sia d’Europa che d’America. Spener non vuole
propagare una dottrina nuova, piuttosto una vita nuova, una svolta
esistenziale radicale, una “religiosità del cuore” vissuta in maniera
pratica e un impegno nel campo sociale».11 «Mutamento della società
mediante il cambiamen-to dell’individuo – questo era in fondo il
principio di Spener».12 Mosso da un grande interesse pastorale per le
anime nel 1670 organizzò il collegia pietatis, così da lui chiamate,
erano luoghi di riunioni, inizialmente in casa sua alla domenica sera
per approfondire la predicazione della mattina; permettevano lo
studio pratico della Bibbia e la preghiera. Era una “ecclesiola in
ecclesia”. I partecipanti alla riunione erano chiamati “pietisti”.
Pubblicò nel 1675 Pia desideria, la sua critica alla situazione della
Chiesa e il suo program-ma di riforma degli studi teologici, della
predicazione, della catechesi e dell’intera vita ecclesiastica tratto
dalla Scrittura. Come Lutero credeva che da quelle cellule si sarebbe
edificata la chiesa. «Lo Spener in quel libro, per ridestare una vera e
vivente pietà, proponeva sei mezzi principali:
11 KÜNG Hans, Cristianesimo, Bur Saggi, Milano 1999, pp. 619,620.
12 Idem, p. 620.
258
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
- prima di tutto, la lettura assidua della Bibbia nelle famiglie e la sua
meditazione in particolare;
- secondo, lo stabilimento di un sacerdozio universale, per il quale i
laici dovrebbero assecondare i pastori nell’opera loro;
- terzo, la proscrizione della scolastica nell’insegnamento teologico;
- quarto, la dolcezza verso gli avversari nelle controversie;
- quinto, un sentimento più vivo nei predicatori della necessità della
conversione per gli altri e per se stessi;
- infine, una predicazione che insistesse sul fatto che il cristianesimo
vero consiste nel rinnovamento del cuore».13
Nel 1686 divenne primo predicatore di corte a Desdra in
Sassonia. Nello stesso anno a Lipsia si organizzarono dei collegia
Biblica, molto frequentati. Si ebbe una forte reazione dalla facoltà
teologica e dal clero giunse alla proibizione nel 1690. Nel 1691
Spener veniva licenziato dall’elettore Giovanni Giorgio di Sassonia.
Iniziò nello stesso anno il ministero a Berlino nella Chiesa di S.
Nicola.
«Spener mirava a una Riforma entro la Riforma. Né lui, né la
maggioranza dei pietisti delle generazioni successive giunsero a
costituire chiese separate nell’ambito delle chiese evangeliche (che in
alcuni periodi li combattevano) essi diedero vita a ecclesiolae,
piccole comunità di credenti che si riconoscevano legati non tanto da
un orientamento teologico contrastante con quello ortodosso, quanto
da una infinità di conoscenze religiose e di praxis pietatis, reali
giocosità operante nella vita cristiana».14
Nel 1691 August Hermann Franche (1663-1727), gradito al re di
Prussia, Federico Guglielmo I, ottenne, dall’università di Halle,
mediante l’influenza di Spener, una cattedra e l’università divenne il
13 MEYNIER Enrico, Storia del Cristianesimo dalle origini ai giorni nostri,
nuova edizione, Claudiana, Torre Pellice 1930, p. 312; vedere H. Küng, o.c., p.
620..
14 JESI Furio, Pietismo, in Enciclopedia Europea, vol. VIII, Garzanti, Milano
1979, p. 935.
259
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
centro del pietismo. A.H. Franche15 quattro anni dopo organizzò una
scuola per cittadini, per ragazzi poveri, un orfanotrofio e un collegio
superiore per ragazzi nobili.16 Un po’ alla volta divenne un grande
complesso di istituti.
«Il pietismo portò nuovo vigore allo studio e alla discussione
della Bibbia, alla sua applicazione, alla pratica quotidiana e a
coltivare una vita pia. Venne data grande importanza alla funzione
illuminatrice delle Scritture esercitata dallo Spirito santo e alle buone
opere come espressione di vera religione. Questo infuse nuovo
vigore spirituale nella Chiesa luterana. Halle divenne un centro di
preparazione per attività missionarie e partirono i primi missionari
germanici per compiere un’opera avanzata in Africa e nelle isole del
Pacifico. Lo sforzo di pervenire al vero significato degli scrittori
della Bibbia, per quanto riguardava la vita quotidiana, stimolò lo
studio scientifico delle lingue e della storia della Chiesa. Va però
detto che il disinteresse dottrinale da parte dei pietisti, condusse
alcuni di essi ad adottare la filosofia idealistica».17
Oltre che in Sassonia e in Brandeburgo il pietismo si affermò in
Assia-Darmstadt, Renania inferiore, Frisia orientale, nella Pomerania, Prussia orientale, Svizzera e specialmente nel Wurttemberg con
un notevole influsso popolare.
«Senza volerlo, il pietismo e la sua lotta contro la sola ortodossia
dottrinale, contribuì a preparare il terreno all’illuminismo».18
15 «Chi non aveva sperimentato una “conversione” come quella di Franche, non
era considerato dai pietisti di Halle come cristiano. Ciò che non serviva alla
edificazione fu scartato; quindi furono disprezzate scienza e filosofia. Anche la
pedagogia della scuola di Franche era dominata da questo unilaterale spirito
religioso, alieno da ogni letizia e nemico di ogni trastullo». HEUSSI K. – MIEGGE
G., Sommario di storia del cristianesimo, 5^ ed. Claudia, Torino 1984, p. 226.
16 Questo impianto, sostiene A. Ritschl, autore della monumentale Storia del
Pietismo (1880-1886), ricorda l’attività pedagogica dei gesuiti con la sua disciplina
rigidissima e il compito di inserirsi nel mondo per redimerlo.
17 E.E. Cairns, o.c., p. 398.
18 K. Bihlmeyer – H. Tuechle, o.c., p. 74.
260
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
Anabattisti
Nel XVII secolo continuò la persecuzione anabattista con la
quale si chiudeva il XVI.
Nel 1644 si contavano in Inghilterra 47 congregazioni, di cui 7
erano a Londra. Molte di loro credevano che l’immortalità
dell’anima non facesse parte della natura dell’uomo, ma la si avesse
alla resurrezio-ne. Nello stesso anno gli Anabattisti, chiamati anche
Battisti, stabili-rono una confessione di fede intitolata Una Breve
confessione o Dichiarazione di Fede, che fu pubblicata nel 1660.
Nell’Articolo II si legge che l’uomo a causa del peccato si trova nella
condizione di essere mortale e soggetto alla prima morte; l’articolo
XX dice che a seguito della resurrezione i nostri corpi risorgono
incorruttibili, il XXII dice che con lo stabilirsi del regno eterno di
Cristo i malvagi «periranno per sempre».
I Battisti dispersi in molte province dell’Inghilterra credevano
come articolo di fede che «l’anima, tra la morte e la resurrezione
nell’ultimo giorno, non gode nel bene, neppure soffre alcuna pena,
ma è in uno stato di insensibilità». Di conseguenza l’immortalità
dell’anima è considerata come una promessa che si realizzerà nel
futuro e non qualcosa che corrisponde alla sua natura. Per questo
modo di credere non pochi subirono forti persecuzioni.
Il più grande poeta sacro, John Milton (†1674) sosteneva che
«l’intero uomo muore nella morte». Pensiero condiviso anche dal
poeta e satirico Gorge Wither (†1667). Richard Overton, o R.O.
(1643-1659) battista condizionalista, credeva nell’anima immortale a
condizione che il credente accettasse la grazia di Dio. Autore di
numerosi opuscoli polemici dovette lasciare l’Inghilterra per rifugiarsi in Olanda. Peter Chamberlen (1601-1683), brillante fisico di corte
durante il regno di tre re Stuart, Giacomo I, Carlo I, e II, oltre a
essere un riformatore nella medicina (aveva studiato in Germania e a
Padova in Italia), fu anche un teologo indipendente. Servì la chiesa
come pastore Battista. Fu autore di trattati e al centro di controversie.
Tra l’altro considerava il Papato responsabile di aver cambiato il
quarto comandamento che osservò, dal 1651, per trentadue anni
come pastore battista del settimo giorno. Chamberlen credeva che la
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
261
V Parte – Capitolo I
morte fosse un incosciente sonno nel buio, nella pace, senza dolore e
sofferenza. Non scrisse nulla a tale proposito, ma in occasione della
morte di Francis Bompfield, ecclesiastico anglicano, osservatore del
sabato, morto per la sua fede nella prigione di Newgate il 16 febbraio
1684, scrisse l’onoranza funebre nella quale si legge che la vita è
ripresa con la resurrezione e la morte è un sonno.
Si stima che più di ventimila battisti credessero nella non
immortalità naturale dell’anima. Questa teoria era anche condivisa da
Anglicani, Puritani, Indipendenti e Unitariani. Sembra però che non
ci fossero giudei che la insegnavano. Questo modo di pensare era
insegnato da predicatori, professori, fisici, poeti, scrittori, uomini di
stato, editori, filosofi, avvocati e anche da un arcivescovo. Questo
pensiero non caratterizzava un gruppo religioso in particolare, ma era
una verità trasversale nelle diverse espressioni ecclesiali. C’era una
condivisione su tre punti:
a) l’uomo non è immortale;
b. l’anima dorme un sonno incosciente tra la morte e la resurrezione;
c) chi non sarà salvato a seguito del giudizio cesserà di esistere.
Notevole è stata l’opera di Joachim Stegmann il cui pensiero si
diffuse dalla Germania anche in Inghilterra. Isaac Barron (16301677), teologo e matematico di Cambridge, cappellano di Carlo II, fu
uno dei più grandi studiosi e predicatore arminiano. Per lui
l’immortalità condizionata era in armonia con la giustizia di Dio ed
erano inconcepibili le pene eterne. Il filosofo John Locke (16321704) contestò la dottrina dell’innata immortalità dell’anima che ha
avuto la sua origine in Platone ed è un retaggio delle «paganeggianti
frottole». Tillotson John (1630-1694) arcivescovo di Canterbury,
primate di tutta l’Inghilterra, nel suo sermone del 7 marzo 1690 su
Matteo 25:46 produsse una grande commozione nel mondo
teologico. Influenzato dal grande protestante William Chillingworth
per il quale «Solo la Bibbia è la fede del Protestante», apertamente
confessò che il dogma dell’innata immortalità non è basato sulla
Scrittura, ma sulla tradizione. Non aperse una breccia, ma causò il
crollo nell’ortodossia della indifendibile posizione sull’immortalità
dell’anima e la punizione eterna. Coward William (1656-1725)
262
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
fisico, teologo, con i suoi scritti difese e innalzò la Scrittura contro i
suoi detrattori e suscitò forti contrasti con i difensori delle
tradizionali posizioni sulla natura dell’uomo. La vita era preclusa
durante il sonno ed era inattiva nella morte. È alla resurrezione che
l’anima viene rivestita dal corpo. L’immortalità dell’anima è un
postulato pagano. I dannati non sono nei tormenti della punizione
con la morte. Sarà a seguito del giudizio che i salvati saranno nella
felicità eterna e non ora nel cielo a seguito della morte. Sono stati i
cattolici a inventare il Purgatorio. Contestò la filosofia di Pitagora, di
Socrate, di Eraclito, di Pindaro e altri ancora. Platone attinse il suo
pensiero da Socrate che a sua volta lo ricevette dall’Egitto. I primi
padri della Chiesa erano quasi tutti platonici, tra cui: Giustino,
Clemente, Origine, Cirillo, Basile, ecc. Per questo motivo la Chiesa
ha una posizione discordante dalla Scrittura. La vita viene interrotta
dalla morte e riprende con la resurrezione. Un campione della
posizione del Condizionalismo, cioè la vita eterna è condizionata dal
ritorno dell’uomo a Dio, fu Layton Henri (1622-1705). Per molti
anni scrisse in risposta a quanto veniva pubblicato sullo stato
immortale dell’anima. Scrisse dodici volumi.
Battisti
I battisti sono espressioni della chiesa protestante libera. Sorgono
in concomitanza alle chiese congregazionaliste e presbiteriane, con
radici nell’anabattismo. Dei padri avevano abbandonato l’apocalittica
e la lotta per stabilire il Regno sociale di Dio. Si costituirono nel
XVII secolo in Olanda e in Inghilterra dove godettero dell’Atto di
Tolleranza del 1678. Poi emigrarono nel Nord America esprimendo
il protestantesimo professante nel quale ogni individuo, nel suo
rapporto con lo Spirito santo, può comprendere la Scrittura ed
esercitare il ministero sacerdotale.
L’aspetto distintivo che li ha accomunati fu il rifiuto del
battesimo ai bambini, la pratica del battesimo per immersione degli
adulti quale testimonianza della propria conversione, accettazione
della grazia e volontà di seguire il Signore. Sugli altri insegnamenti
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
263
V Parte – Capitolo I
teologici c’è stato un ampio ventaglio di vedute dal fondamentalismo
più letterale al liberalismo che si manifesterà nel tempo.
Anch’essi espressero un considerevole impegno missionario per
l’Asia, l’Africa, Australia.19
Nel XVII secolo i Battisti del 7° Giorno ebbero la loro origine a
Londra nel 1617. Un’altra chiesa si organizzò il 5 marzo del 1676 ed
ebbe per quattro generazioni i predicatori Stennett.
In Inghilterra furono fortemente perseguitati dai protestanti.
Quaccheri
«Nel caotico periodo della guerra civile e dalla creazione del
Commowealth fecero la loro comparsa sulla scena religiosa inglese i
Quaccheri. Costoro accantonarono le dottrine di una chiesa organizzata e la Bibbia20 come unica e finale rivelazione del volere divino
optando per la dottrina della luce interiore, intendendo per essa
l’immediata e diretta conoscenza di Dio che lo Spirito santo può dare
all’individuo indipendentemente dalla Scrittura. Assomiglia-vano ai
montanisti, ma le loro tendenze mistiche furono fortunatamente
equilibrate da un grande zelo morale e da una forte passione sociale.
Giorge Fox (1624-1691) fu il fondatore del movimento.21
Il cristianesimo divenne per lui una maniera di vita, una
esperienza mistica nella quale si poteva andare direttamente a Dio.
19 Il primo fondatore di una società missionaria fu William Carey nel 1792 e lui
stesso partì per le missioni.
Nel XIX secolo stabilirono nell’Europa cattolica dei centri missionari, come
pure in Italia allo scopo di creare comunità battiste che si costituirono dal 1863.
20 «“Libro più prezioso del mondo”, ma non è per loro la parola di Dio in
assoluto, né la Rivelazione. Non interessa il contenuto oggettivo della Bibbia, ma
l’esperienza soggettiva che il lettore ne fa, più esattamente l’illuminazione dello
Spirito santo, che deve essere presente in colui che deve comprendere la Bibbia
come lo fa in coloro che l’hanno scritta. Lo Spirito santo dischiude a richiesta la
Bibbia e rende la sua parola piena di vita per tutti i tempi. La rivelazione si compie
in continuità». BARTZ Wilhelm, Le sette oggi - dottrina, organizzazione, diffusione, Queriniana, Brescia 1976, p. 19.
21 Prendendo le distanza dalla chiesa anglicana, presbiteriane e puritana.
264
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
… i seguaci si autodefinirono “amici”.22 Vennero anche chiamati
“quaccheri” dal verbo to quake = tremare, venire scossi. Così
chiamati per derisione a causa delle manifestazioni fisiche che si
verificavano nei loro assembramenti».23
«Nel corso della sua attività missionaria Fox comparve 60 volte
davanti al giudice. Otto volte viene condannato alla pena del carcere;
e una volta ci resta otto anni. Soltanto l’intervento di personalità
estere evita che venga eseguita la condanna a morte decretatagli nel
1653. I suoi seguaci muoiono a centinaia nello squallore delle
carceri. E tuttavia, malgrado persecuzioni e angherie, Fox annuncia
indomito il messaggio in città e nelle campagne. Fa un viaggio sul
continente europeo, intraprende poi la predicazione nelle Indie
occidentali e nell’America del Nord. Nel 1691 muore a Londra».24
«La nuova fede si diffuse rapidamente perché lo zelo missionario
e la persecuzione delle autorità spinse i suoi aderenti a cercare nuove
patrie fuori dall’Inghilterra. Durante il suo viaggio nelle colonie
(1671-1673), Fox trovò molti gruppi di quaccheri. Nel 1666 vennero
istituite adunanze mensili per permettere, ordinare e controllare la
condotta degli aderenti.
Unico rivelatore di Dio e fonte della luce interiore dell’uomo, che
lo illumina spiritualmente, era lo Spirito. La Bibbia non era che una
regola secondaria di fede e l’ispirazione dei suoi scrittori era posta su
un medesimo piano di quella di Fox o di qualsiasi quacchero.
Tuttavia la rivelazione che un “amico” riceveva non doveva
contraddire le “Scritture o la giustizia e la sana ragione”. Il
presupposto dell’esistenza della luce interiore rendeva inutile il
ministero pastorale, ed essendo i due sacramenti interiori e spirituali,
essi potevano prescindere da simboli materiali e da cerimonie. I
quaccheri non dovevano partecipare a guerre e la schiavitù era
proibita. Uno dei primi a levarsi con la parola e gli scritti contro la
22 Diedero alla loro associazione il nome di Società degli Amici, si nominavano
anche “figli di luce”.
23 E.E. Cairns, o.c., pp. 399-400.
24 W. Bartz, o.c., pp. 16,17.
265
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
schiavitù fu un quacchero americano, Woolmann. Era proibito il
giuramento davanti ai tribunali e non dovevano onorare i titoli
umani. Quest’ultimo insegnamento causò ai quaccheri non pochi
fastidi in Inghilterra dove lo spirito di classe era fortemente sentito e
dove le classi elevate si aspettavano da quelle inferiori titoli e
scappellature».25
Il culto non segue una liturgia prestabilita. Silenzio finché
qualcuno sentendosi ispirato prende la parola. Non ci sono cerimonie
né riti.
I quaccheri cessarono di essere perseguitati perché il re Carlo II
per saldare un debito di 16 mila sterline contratto con suo padre
Guglielmo, assegnò nel 1681 delle terre in Pennsilvania e nello
Jersey a William Penn (1644-1718), dal quale derivò il nome della
colonia americana.
«Lo Stato fondato da lui e dai suoi amici nella fede come “sacro
esperimento” durò fino al 1756. Con una Costituzione rigorosamente
democratica egli cercò di realizzare gli ideali dei Quaccheri: libertà
di religione, libertà dal matrimonio canonico e dalla prestazione del
giuramento, libertà in rapporto all’uso della violenza. Richiese
uguaglianza di diritti per gli indiani, con i quali stipulò un trattato di
amicizia.
La dinamica storica di questi avvenimenti ai margini della storia
ufficiale spalancò le porte del futuro. Infatti la costituzione della
Pennsilvania costituì il modello delle successive costituzioni
nordamericane, in cui la Rivoluzione Francese vide ancorati i diritti
fondamentali dell’uomo per i quali essa combatteva, e che aldilà
della Costituzione della Francia stessa passarono poi in quelle dei
paesi europei».26
A seguito dell’editto di Tolleranza del 1689 ottennero libertà di
azione in Patria, ma non contribuì allo sviluppo dei quaccheri perché
con la cessazione della persecuzione cessò anche il favore
dell’originalità.
25 Idem, pp. 399-401.
26 W. Bartz, o.c., p. 18.
266
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
I quaccheri espressero un forte movimento missionario verso
Africa, Asia e Oceania che diffuse la propria fede sostenuta da un
servizio umanitario con scuole, ospedali e attività di assistenza.
Notevole successo ebbero i “collages” di Haverford e Swarthmore.
Puritani
In Inghilterra dalla fine del XVI e per tutto il XVII secolo i
Puritani discussero se la domenica27 dovesse essere santificata
secondo l’insegnamento che la Scrittura da del IV comandamento.
2727 Il clero e gli studiosi della Chiesa anglicana erano di parere opposto e
consideravano i puritani fanatici.
Nel 1580, al tempo della regina Elisabetta, il governo aveva emanato una
raccomandazione che volentieri veniva letta durante l’omelia: «I giorni di Sabato
(cioè domenica) e i giorni sacri stabiliti per l’ascolto della Parola di Dio al fine di
riformare le nostre vite,… sono paganamente vissuti nelle taverne dove si beve, si
fanno scommesse, si gioca e si frequentano i teatri …; nel completo disonore di
Dio, contro ogni sacralità e con spreco delle risorse umane che sarebbero potute
essere impiegate meglio. La mancanza di ordinaria disciplina e istruzione religiosa
ha spinto molte persone, anziani e giovani, a ritornare al papismo o andare verso
l’ateismo».2 cit. DOUGLAS Walter B., De Sabbath in Puritanisme, in AA.VV.,
The Sabbath in Scripture and History, ed. Strand A. Kenneth, Review and Herald
Piblishing Association, Washington Dc 1982, p. 231.
La controversia era causata dalla rigidità nell’osservanza della domenica da
parte dei Puritani e dal lassismo di come era osservato dall’insieme della
popolazione. I puritani divennero sempre più apprensivi su ciò che definivano «il
benessere spirituale della nazione». Questo sentimento di apprensione e
preoccupazione era certamente coerente con la loro credenza che l’Inghilterra
sarebbe diventata la santa nazione di Dio e loro stessi il popolo scelto. Ma in quel
tempo, fine del XVI secolo il «popolo del patto di Dio», mancava di influenza e
autorità politica ed ecclesiastica per imporre la questione del Sabato (domenica)
alla coscienza della nazione. Questo potere e autorità i Puritani l’ebbero qualche
anno dopo. In considerazione di come la domenica veniva vissuta, nel 1585 il
Parlamento tentò di far votare una legge «per promuovere una migliore e più
riverente osservanza del Sabato (domenica)». La regina pose il suo veto per non
coinvolgere il governo nelle questioni religiose ed ecclesiastiche.
L’incalzare degli eventi rafforzò l’influenza dei Puritani a sostegno dell’osservanza
del Sabato (domenica) presso la popolazione. Nicholas Bownd influenzò il suo
tempo mediante la sua opera The Doctrine of the Sabbath, plainely layde forth and
soundly proved…- La Dottrina del Sabato pienamente fondata e chiaramente
267
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
accertata…, stampata nel 1595. Il presupposto di Bownd era che l’Inghilterra era
destina a diventare la santa nazione di Dio e gli inglesi il suo popolo eletto; ma
fintanto che la società era senza morale principalmente a causa della violazione del
giorno di riposo, l’osservanza del Sabato (domenica), in conformità a quanto era
scritto a proposito del IV comandamento, doveva portare un radicale cambiamento
nel paese. Questo scritto provocò una accesa reazione sia dei politici che degli
ecclesiastici. Bownd affermava che il Sabato (domenica) non era una semplice
ordinanza dell’uomo, ma un comandamento eterno di Dio che s’impone alla
coscienza umana. Come l’osservanza del Sabato risale alla creazione e come è
stato santificato all’origine così lo deve essere per sempre.
Lo storico Thomas Fuller sottolineava che in Inghilterra in quel periodo iniziò
la più solenne e stretta osservanza del giorno del Signore ed era quasi incredibile
quanto questa dottrina fosse presa in considerazione sebbene la legge permettesse
lo svolgimento di gare sportive. L’alta società era divisa su questo stile di vita. Gli
ecclesiastici erano i più aperti oppositori allo scritto di Bownd, ritenendolo un
«giogo giudaico» e «una restrizione alla libertà cristiana». Una simile forma di
osservanza avrebbe avuto delle conseguenze negative nell’adorazione anglicana.
Questo modo di pensare fu sostenuto anche da membri del Parlamento e dalla
regina.
Nel 1599, l’«Arcivescovo Whitgift fece pubblicare l’ordine che tutti
coloro che avessero copia del libro (di Bownd) doveva essere consegnata e
nel 1600, il presidente della Corta Suprema, Popham, ristampò questi
ordini dalla Camera dei Lord». CAMPBELL Douglas Campbell, The Puritan
in Holland, England, and America, 4th ed. (New York, 1892), 2:159; cit.
W.B. Douglas, o.c., p. 233 Il libro però non fu soppresso e nel 1606, dopo la
morte di Whitgift, una nuova edizione fu pubblicata e da allora i Puritani si
distinsero per la loro rigida osservanza della domenica.
Quando re Giacomo I successe a Elisabetta nel 1603, i Puritani gli
presentarono quanto da trent’anni era motivo di discussione: l’osservanza
del Sabato (domenica) e il rilassamento della vita religiosa. Il re non si
schierò dalla loro parte sia perché non condivideva il loro settarismo e
anche perché i Puritani condividevano la posizione politica dei Presbiteriani
Scozzesi che avevano creato difficoltà alla madre e a lui.
Con la salita al trono di Charles I nel 1625 i puritani espressero ancora con più
forza la loro apprensione nell’interesse della chiesa e dello stato.
La posizione dei Puritani nell’osservanza del Sabato (domenica) richiedeva la
cessazione di ogni attività lavorativa e ricreativa. Divenne una questione politica e
religiosa di un certo rilievo e per questo motivo molti Puritani furono perseguitati
sotto l’arcivescovo Laud. La persecuzione fu così forte che suscitò lo sdegno di
268
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
Alcuni piccoli gruppi osservavano questo comandamento santificando il Sabato. Questa minoranza riteneva che il Nuovo Testamento non
avesse apportato nessuna modifica agli insegnamenti dell’Antico
Testamento e quindi il Sabato doveva continuare a essere osservato.
John Trask (c. 1583-c. 1636) non fu consacrato come ministro nella
Chiesa anglicana per le sue convinzioni sul Sabato. Non rifiutando il
proprio pensiero cominciò a predicare come pastore Puritano. Coinvolse
Hamlet Jackson. Ebbe molto successo nel convincere i suoi ascoltatori
nell’osservanza del Sabato. Piccoli gruppi si costituirono dalla sua
testimonianza. Per il suo insegnamento fu imprigionato, ma gli osservatori del Sabato continuarono a crescere di numero.
Theophilus Brabourne difese con forza la nuova verità. Quando nel
1628 i Puritani vennero allontanati dalle Chiese Anglicane e perseguitati
sotto l’influenza dell’arcivescovo William Laud, Brabourne pubblicò la
sua opera a difesa dell’osservanza del Sabato. Per Brabourne iniziò una
vita di studio e di lavoro a difesa dell’osservanza del Sabato che durò
trent’anni. La sua seconda opera Defence of that most Ancient, and
Sacred Ordinance of Gods, the Sabbath Day – Difesa del più antico e
sacro ordine di Dio, il Giorno del Sabato –, l’ha dedicata al re Charles I.
Per lo storico Thomas Fuller, in Church History of Britain – Storia della
Chiesa Britannica –, dice che il 1632 con questo scritto segna il risveglio
dell’osservanza del Sabato e T. Brabourne è colui che ha «suonato la
prima tromba in questa lotta».28 James Gilfillan dichiara che questa
pubblicazione «soffiò un colpo di vento nell’orecchio della stessa corte
reale, che la costrinse a essere attenta provocando una immediata e
prolungata ostilità».29 T. Brabourne venne portato davanti alla Commissione dell’Alta Corte e gli venne chiesto di abiurare. Sebbene sembra, dai
molti vescovi. Malgrado le persecuzioni i puritani crebbero di influenza e di
numero. Sotto Charles I e il figlio Charles II i Puritani vennero cacciati dalle chiese
anglicane.
28
FULLER Thomas, The Church History of Britain,London 1868, p. 419;
cit. W.B. Douglas, o.c., p. 238.
29
GILFILLAN James, The Sabbath Viewed in the Light of Reason,
Revelation, and History, New York 1862, p. 125; cit. W.B. Douglas, o.c., p.
238.
269
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
documenti ufficiali, sia ritornato alla posizione ortodossa della Chiesa
anglicana, di fatto però continuò a insegnare e a predicare che il Sabato è
un principio morale e permanente dalla sua origine fino alla fine.
L’ultimo libro di T. Brabourne, pubblicato al tempo di Charles II, nel
1660, ne è una prova, Of the Sabbath day, which is now the highest
controversy in the Church of England,for of this controversy dependeth
the gaining or losing one of God’s Ten Commandments, by the name of
the Fourth Command for the Sabbath day – Il giorno del Sabato , che è
la più grande controversia nella Chiesa d’Inghilterra dalla quale dipende
la conservazione o l’abbandono di uno dei Dieci Comandamenti, cioè il
IV Comandamento, il giorno di Sabato.
Un altro grande esponente del Sabato, 7° giorno, fu Thomas
Bampfield. Dimostrò che il sabato fu osservato durante i primi secoli
della Chiesa. Citava: Ambrogio, Crisostomo, Ischius (presbitero do
Gerusalemme) e Licio, Ecclesiastical History.
Sebbene la maggioranza dei Puritani fossero per una osservanza
radicale della domenica, la minoranza difendendo il sabato fu tacciata
di essere reazionaria e molti furono trattati come eretici, anche se
diversi accusatori riconoscevano che «le parole della legge…
sembrano favorire la loro opinione».30
Si può con ragione sostenere che in tutta Europa ci fossero
credenti che esprimevano la loro fede nel Signore osservando il
Sabato.
Transilvania
Dopo la morte di Andreas Eossi nel 1600, la sua opera fu
continuata dal figlio adottivo Simon Pechi che per vent’anni crebbe
politicamente fino a divenire cancelliere di stato. Caduto in disgrazia
fu messo in prigione per nove anni a causa delle sua fede. Scrisse in
quel periodo un commentario sulla Genesi e compose numerosi inni
molti dei quali onoravano il Sabato. Dopo le pressioni subite nel
1638 e 1639, in apparenza ripudiò l’osservanza al IV comandamento.
30
WALKER George, The Doctrine of the Holy Weekly Sabbath, London 1651;
cit. W.B. Douglas, o.c., p. 240.
270
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
Nel 1618 un vescovo riformato, con 300 soldati, attaccò i
sabatisti e arrestò i loro ministri e ventidue edifici di chiese furono
confiscati.
Tra il 1538 a 1540 furono promulgate misure punitive nei loro
confronti, incluso il sequestro di beni e l’imprigionamento fino alla
morte. Ciò distrusse virtualmente la loro esistenza in Transilvania.
Se non si accetta che un rimanente di questi credenti continuasse
a esistere si deve pensare a una resurrezione dell’osservanza del
Sabato avvenuta prima del 1668, perché nel gennaio di quell’anno il
principe Apafy al Besztercze Diet si lamentò per l’aumento degli
osservatori del sabato tra i cristiani. Due anni dopo risultava che in
sei città c’erano osservatori del Sabato. Ciò testimoniava anche di
una riduzione considerevole di questi fedeli rispetto al passato.
Le persecuzioni, specialmente quella del 1638-1640, avevano
però sparso l’insegnamento dell’osservanza di questo comandamento
in località lontane, anche a Costantinopoli. Il Commentario della
Genesi di Pechi giunse anche a Maros-Vasarhely in Ungheria.
Norveglia, Finlandia, Svezia
Fine XVI secolo inizio XVII malgrado quanto avvenuto in Svezia
c’era ancora chi osservava il IV comandamento. Per arginare questa
pratica Gustavus II Adolphus († 1632) fu duro contro gli osservatori
del Sabato.
Nuovo Mondo
Il Sabato nel Nuovo mondo31 ha le sue radici in Europa.
Nell’agosto 1620 la comunità congregazionalista puritana di
Scroobry per sfuggire alla persecuzione lasciò l’Inghilterra per Leida
in Olanda e poi cento di loro, col nome di “Pellegrini” salparono per
l’America a bordo del Mayflower. Anziché sbarcare in Virginia
31
Vedere COTTRELL F. Raymond, The Sabbath in the new World,
in AA.VV., The Sabbath in Scripture and History, ed. Strand A.
Kenneth, Review and Herald Piblishing Association, Washington Dc
1982, pp. 245-262.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
271
V Parte – Capitolo I
approdarono sulle coste di Plymouth, nella Nuova Inghilterra. Il
Massachusetts, che aveva inglobato la colonia di Plymouth, nel 1631
la Corte Generale stabilì che avevano diritto di voto i soli membri di
chiesa e così il congregazionalismo divenne chiesa di stato e il
governo divenne teocratico. Si respingeva l’episcopato. Con i pastori
formati a Cambrige la teologia fu quella calvinista.
Un gruppo di puritani, non condividendo il principio che i soli
appartenenti alla chiesa avessero il diritto di voto, emigrarono nel
1633 nelle fertili pianure del Connecticut costituendo in cinque anni
tre città e una nuova colonia nella quale solo il governatore doveva
fare parte di una Chiesa e tutti avevano il diritto di votare i vari
magistrati.
Il pastore Roger Williams (1603-1683) che si era formato a
Cambridge per il ministero anglicano, di idee separatiste, dopo essere
emigrato a Boston, nel 1631 fu chiamato dalla chiesa di Salem a
continuare il suo ministero. Nel 1634 la Corte Generale ordinò la sua
espulsione dal territorio entro sei settimane perché: aveva sostenuto
che la terra era degli indiani e si era opposto a una chiesa di stato,
avendo insisto sul diritto di non ingerenza dei magistrati nella vita di
chiesa. Nel 1638 a Providence si costituiva una chiesa adottando
principi battisti e i 12 componenti del gruppo fondatore, tra i quali
c’era Williams, venivano ribattezzati. Lasciata la chiesa di Providence, si trasferì nel 1643 a Rhode Island dove ebbe origine la grande
comunione battista.
Nel 1646 si tenne il sinodo delle quattro colonie puritane e
adottarono la confessione di Westminster.
Dopo la separazione dello Jersey in East e West nel 1647, lo
Jersey occidentale divenne colonia quacchera, senza abbandonare il
loro grande territorio nella Pennsilvenia, colonia che divenne il
grande rifugio degli oppressi di qualunque fede religiosa a partire dal
1682, da quando Guglielmo Penn invitò i gruppi oppressi d’Europa,
tra cui i quaccheri, a trovarvi rifugio.
Nel 1683 si stabilirono a Germantown, vicino a Filadelfia i
mennoniti tedeschi.
272
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
Nelle colonie c’era una legislazione sull’osservanza della
domenica e delle punizioni severe per i trasgressori.32
L’osservanza cristiana del sabato33 entrò al Mondo Nuovo con
l’arrivo in Newport, Island Rhode, di Stefano Mumford del Campana
32
Una delle preoccupazioni dei Padri Pellegrini e dei dissenzienti Puritani che li
seguirono dopo 1620 fu la stretta osservanza della domenica quale elemento vitale
per il Nuovo Mondo. Per loro la santificazione del giorno di Dio e la sua
osservanza corretta non era negoziabile. Con forte attesa guardavano a quando
l’osservanza della domenica in forma radicale si sarebbe imposta nel nuovo
ambiente. Infatti uno dei più antichi documenti dei coloni olandesi a New York,
riporta severe istruzioni promosse dai Puritani «alla scopo di preservare la nascente
comunità contro le tendenze immorali che profanavano il sabato (domenica)».
Ovunque i Puritani si stabilivano portarono le loro regole sull’osservanza della
domenica, ma trovarono sempre grande opposizione a causa della loro rigidità.
La predicazione di John Eliot, presso gli indiani, presentava l’osservanza della
domenica come espressione di fede da esprimere fino alla loro morte.
Nel Massachusetts nel 1629 un decreto stabiliva che ogni lavoro doveva essere
finito alle tre del pomeriggio del Sabato affinché le persone si potessero preparare
per osservare la domenica. Nel 1650 nel Connecticut si stabilirono delle regole
sull’osservanza della domenica e la proibizione di certe attività che erano
considerate non in armonia con lo spirito della domenica e nel 1656 si stabilì la
pena di morte per certe violazioni. Nel 1658 la legislazione di Plymouth prevedeva
sanzioni di 30 scellini per ogni violazione al divieto di portare pesi di domenica.
Nel 1665 la legge prevedeva un richiamo a chi dorme in chiesa e la prigione a chi
persisteva.
33
I primi osservatori del Sabato nel Nuovo Mondo furono gli ebrei convertiti al
cristianesimo sotto la minaccia dell’inquisizione e continuarono a osservare le loro
tradizioni segretamente. Erano venuti con Colombo e con altri esploratori del
Nuovo Mondo cento anni prima che giungessero i primi cristiani che osservassero
il sabato. Nel 1502 un gruppo di Cripto giudei fuggiti dall’inquisizione del
Portogallo si istallarono in Brasile e furono i primi nel nuovo emisfero occidentale.
Nel 1521 altri accompagnarono Cortes nella sua conquista del Messico e nel 1550
sembra che ci fossero più Cripto ebrei spagnoli in Città di Messico che cattolici
spagnoli. Gli emigrati ebrei entrarono in Argentina dopo 1580. La prima
congregazione ebraica nel Mondo Nuovo, Mikveh Israele furono formati in
Curaçao, nelle Antille Olandesi, nel 1651. In Messico, in Brasile e in altri paesi
dell’America Latina, i Cripto ebrei ritornarono alle loro tradizioni e chi era
sospettato di praticarle, anche in segreto, venivano messi al rogo.
Quando i portoghesi sottrassero il Brasile agli olandesi, nel 1654, ventitre
rifugiati ebrei lo abbandonarono e si rifugiarono nella nuova Amsterdam (che sarà
273
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
Lane proveniente dalla chiesa battista del settimo giorno di Londra,
intorno al 1664. Non trovando nessuno della sua fede, si unì alla
locale Chiesa Battista e presto altri membri della congregazione lo
seguirono nell’osservanza del sabato. Responsabili di chiese predicarono contro tale pratica e denunciarono quelli che osservarono il
sabato come «eretici e scismatici». Ci furono defezioni e quelli che
persistettero nell’osservanza del IV comandamento dovettero comparire davanti alle proprie autorità ecclesiastiche. Non potendo
osservare il Sabato e rimanere membri delle loro congregazioni, sette
di loro la dovettero lasciare e il 23 dicembre 1671 si costituì la prima
Chiesa Battista del 7° Giorno. William Hiscox, di Mumford, primo
convertito divenne il loro primo pastore.
Nel 1684 un altro immigrato dall’Inghilterra, Abel Nobel, si
stabilì in Bucks County, Pennsylvania, venticinque miglia a nord di
Philadelphia. In contatto con la Chiesa Battista del 7° Giorno del
Connecticut, accettò il sabato e persuase diversi suoi vicini a seguirlo
in questa espressione di fede.
XVIII Secolo
Nel XVIII secolo c’è una considerevole crescita degli studiosi a
sostegno della posizione biblica della natura dell’uomo. Il centro
della questione continua a essere ancora l’Inghilterra con un emigrazione negli Stati Uniti al tempo della Rivoluzione del 1776. Si
discute ancora tra Anglicani, Battisti, non conformisti, presbiteriani.
Si hanno scrittori che sostengono questa posizione in Francia, Olanda
e in Irlanda.
Tra chi si prende cura di proporre questo corretto pensiero,
l’anima per sua natura non è immortale, si riscontrano: arcidiaconi,
storici, teologi, ecclesiastici, compositori di inni, scientismi,
poi New York) dove stabilirono la loro prima congregazione in nord America,
Sherith Israel. A Newport, Island Rhode; Filadelfia, Pennsylvania; Charleston,
Carolina Meridionale; e Savana, Georgia si costituirono nuove sinagoghe ebraiche.
Al tempo della Rivoluzione americana circa 2.500 ebrei risiedevano in ventuno
Colonie. Prima del 1850 settantasette congregazioni si erano formate in ventuno
Stati. Prima del 1750 si stabilirono anche in Halifax e nel 1759 in Canada francese.
274
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
educatori, fisici, commentatori, maestri, insegnanti, due vescovi e un
anonimo anglicano.
Non si registrano persecuzioni e atti di violenza e il risorto
originario insegnamento della Parola di Dio viene fortemente
rispettata anche da coloro che si consideravano ortodossi.
Fratelli Moravi
Per derivazione diretta, il pietismo generò il movimento dei
fratelli Moravi o fratelli dell’Unità, fondato dal conte Nikolaus
Ludwing di Zinzerdorf (1700-1760) che aveva frequentato il
Paedagogium, la scuola di A.H. Franche e a Wittemberg dove fece
studi giuridici. Al primissimo posto poneva una personale devozione
a Cristo, che H. Küng definisce «una teologia rigorosamente
cristocentrica».
Nel 1722 Zinzedorf accoglie, nella sua proprietà in Sassonia, i
fratelli boemo-moravi, discendenti degli Hussiti, essendo continuamente perseguitati cercavano un posto dove poter vivere le loro
convinzioni religiose, e in Lusarzia superiore costituendo la colonia
Herrnhut. Altri Moravi provenienti da altre professioni di fede si
unirono a loro. Intera libertà nella professione della propria religione
e nell’esprimere il proprio culto. Veniva richiesto l’unione nell’amore di Cristo Gesù. Nel 1727 Zinzendorf divenne il loro capo
realizzando il pensiero di Spener «ecclesiola in ecclesia». Nel 1742
questa colonia fu riconosciuta come Chiesa separata che si organizzò, tre anni dopo, a livello di diaconi, anziani, vescovi. Era prassi la
lavanda dei piedi a Pasqua in occasione della commemorazione della
Cena. Questo movimento ebbe una grande visione missionaria e in
pochi anni furono inviati missionari nelle Indie Occidentali, in
Groellandia, sulle coste della Guinea, a Capo di Buona Speranza e in
altri paesi come Lapponia e Labrador dove fondarono delle missioni..
In America i fratelli moravi soggiornarono per poco in Georgia per
poi trasferirsi in Pennsilvania. Zinzerdorf non riuscì nel suo progetto
di unificare tutti i germanici sotto i Moravi.
«Totalmente nuovo nel protestantesimo è l’intervento di
Zinzendorf contro tutte le specie di proscrizioni della corporeità
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
275
V Parte – Capitolo I
umana e in favore di una dottrina e di una condotta matrimoniale
veramente evangelica, oltre che in favore del pieno diritto di parola
per le donne in quanto membri di pari diritto nella vita della
comunità. Un ruolo decisivo ha qui indubbiamente svolto la moglie
Erdmuth Dorothea, nata contessa Reuss, che era una compagna e
collaboratrice congeniale».34
Il conte Zinsendorf osservava il Sabato come giorno di riposo,
come avevano vissuto già dei preriformatori hussiti, e per celebrare
la Cena del Signore. Osservava la domenica a ricordo della
resurrezione e per predicare il vangelo.
In Pennsylvania, nel 1741, nella Chiesa di Bethlehem il sabato
era osservato come giorno di riposo.
«È interessante notare che il cerchio apertosi con l’influenza
esercitata dagli insegnamenti di Wycliff su Huss, fondatore dei
Fratelli Boemi, da cui sorse la Chiesa Morava, si chiuse con l’aiuto
dato a Wesley dai Moravi nei giungere a una fede personale in
Cristo».35
Metodismo
«Il terzo risveglio religioso in Inghilterra, successivo alla
Riforma del XVI secolo e al puritanesimo del XVII secolo, fu il
metodismo, che è legato al nome di John Wesley (1703-1791), il
quale dominò il secolo in campo religioso.
Gli storici senza esitazione riconoscono al metodismo un ruolo
importante tra i grandi fenomeni storici del secolo, quali la
Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Industriale; e alcuni accettano
l’idea che la predicazione di Wesley salvò l’Inghilterra da una
rivoluzione simile a quella di Francia».36
La situazione religiosa può essere così riassunta. «La religione
razionalista del deismo era largamente accettata nelle classi elevate. I
sermoni nelle chiese ufficiali erano spesso solo lunghe omelie piene
34
35
36
276
H. Küng, o.c., pp. 621,622.
E.E. Cairns, o.c., p. 399.
Idem, p. 401.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
di banalità sulla morale. L’alto clero veniva ben pagato, mentre
quello basso con piccole entrate… poteva difficilmente svolgere
un’opera efficace. Gli ecclesiastici divenivano spesso parassiti del
signorotto locale, e si univano ai suoi rozzi divertimenti e alle sue
gozzoviglie. Il livello morale era molto basso. Nella prima metà del
secolo la mortalità si accrebbe con il gin a buon mercato che
uccideva molti e avviava altri al manicomio. Il gioco d’azzardo
imperversava senza freno… i combattimenti tra animali erano
considerati un normale passatempo e una serie di impiccagioni a
Tyburn Hill forniva un’occasione di gala per l’intera famiglia. Era
veramente un “secolo ammalato”».37
J. Wesley nel
1720 entrò a Oxford con una borsa di studio;
1726 divenne professore aggregato del Lincoln College;
1728 venne ordinato nella Chiesa Anglicana;
1730 dopo aver aiutato il padre per due anni nella sua parrocchia
di Epworth ritornò al suo incarico di aggregato, diventando
il capo del “club dei santi” fondato dal fratello Charles.
Erano anche chiamati “metodisti” per la loro sistematicità
nello studio della Bibbia, per la preghiera, nell’impegno
sociale nelle carceri e ospizi;
1735-1738 fu cappellano in Georgia. Predicò il Vangelo agli
indiani senza successo. Ritorno in Inghilterra a causa delle
sue idee sui riti, la sua rigida fedeltà alla Chiesa d’Inghilterra, semplicità e franchezza nel trattare con le donne;
1738, 24 maggio, con il fratello, nell’ascoltare la prefazione del
Commentario alla lettera ai Romani di Lutero comprendono che la salvezza dipendeva dalla totale fiducia in Cristo.
Nello stesso anno, avendo dell’opposizione dalla chiesa
ufficiale, iniziò a predicare all’aperto a Bristol;
1739 costruì una cappella a Bristol e acquistò l’edificio della
“Fonderia” a Londra diventando il quartier generale della
sua opera.
37
Idem, pp. 401,402.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
277
V Parte – Capitolo I
Organizzò i suoi convertiti in gruppi di dodici con a capo
una guida spirituale come quelli di Spener;
1744 a Londra tenne la prima conferenza annuale dei suoi predicatori;
1746 divise l’Inghilterra in cinque circuiti.
Costituì il primo dispensario medico gratuito;
1748 ordinò al ministero due candidati e Tommaso Coke fu
costituito sovrintendente della Chiesa Metodista in
America, che nello stesso anno divenne una organizzazione
nazione indipendente.
Insegnamenti principali: salvezza per fede attraverso l’esperienza
della conversione, perfezione cristiana e amore perfetto nei motivi
che animano il credente per mezzo dell’amore di Dio che riempie il
cuore espellendo il peccato. Ha dimostrato che il Vangelo ha una
conseguenza sulla società. Molti sindacalisti furono educati nelle
riunioni di chiesa, l’alcolismo fu frenato dal risveglio religioso, fu
amico dei primi abolizionisti, sostenne l’abolizione della schiavitù.
Si calcola che J. Wesley abbia percorso 250 miglia a cavallo in
Inghilterra Scozia e Irlanda. Abbia predicato 42 mila sermoni. Scritto
cinquanta libri. È stato in America e in altri Paesi. «The world is my
parish – il mondo è la mia parrocchia».
Solo dopo la sua morte il metodismo divenne una chiesa separata
da quella Anglicana, con settata mila fedeli e una numerosa comunità
americana.
Nuovo Mondo
Nel 1740 molti fratelli moravi facero di Bethlehem il loro centro
principale.
Si aveva così nelle colonie del Sud predominava la Chiesa
Anglicana, in quelle del Nord la Chiesa congregazionalista, in
Pennsilvania e colonie centrali diversità di fedi.
I presbiteriani scozzesi passando dalla Nuoa Inghilterra si
stabilirono nel New Jersey e a Nuova York, nelle contee di Ulster e
di Orange, nella Pennsilvaniua centrale e occidentale diventando
influenti a Pittsburg facendone il loro punto centrale. Nel 1729
278
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
adottarono la confessione di fede di Westminster. Nel 1750 erano
circa centomila.
«Insieme ad Anglicani, Congregazionalisti e Battisti, i
Presbiteriani formarono una delle maggiori chiese delle colonie».38
«Dopo la rivoluzione la separazione tra Chiesa e Stato rese le
chiese d’America dipendenti dal sostegno economico volontario dei
loro aderenti per tutte le proprie imprese, dall’evangelizzazione per
conquistare alla comunione della chiesa coloro che non avevano
alcuna affiliazione religiosa e i figli dei propri membri».39
«Secondo l’opuscolo New England’s First Fruits, una volta
costruite le case, erette le chiese, istituita l’amministrazione civile e
assicurati i mezzi di vita, una delle prime preoccupazioni dei
colonizzatori era l’istruzione. Ciò era nelle tradizioni della Riforma
perché Calvino e Lutero avevano insistito sulla necessità
dell’istruzione per permettere all’individuo la lettura della Bibbia e la
preparazione di conduttori della Chiesa e dello Stato. Una persona
istruita sarebbe stato un cittadino migliore e un migliore cristiano.
Nei loro programmi educativi e in quelli degli istituti della prima
America il primo posto era dato alla Bibbia, seguita dalla istruzione
classica, la quale doveva essere un ausilio per la piena comprensione
della Bibbia. L’istruzione tecnica era assicurata dalla continuazione
del sistema d’apprendimento pratico in Inghilterra, attraverso il quale
si diveniva apprendista presso un maestro di un particolare mestiere,
fino ad averlo imparato. L’istruzione elementare era per legge a cura
dell’amministrazione pubblica nelle colonie del Nord, ma in quelle
del Sud lo stesso fine veniva raggiunto nelle famiglie facoltose
assicurandosi i servigi di un precettore. Vennero istituite scuole
secondarie per preparare lo studente all’ingresso all’università. I
“collages” dovevano preparare le persone colte e i capi civili e
religiosi».40
38
39
40
Idem, p. 383.
Idem, p. 383.
Idem, pp. 383,384.
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
279
V Parte – Capitolo I
Si ha così:
- 1636 la creazione della puritana congregazionalista Harvard.
- 1693 a Williamsburg il William and Mary College.
- 1701 i puritani e congregazionalisti del Connecticut aprirono
il “college” di Yale.
- 1726 si fondò il “college” presso Filadelfia, continuata nel
1746 col nome di College del New Jersey, trasferita poi a
Princeton dove divenne famosa come Priceton University.
- 1754 si costituì il King’s College in Columbia.
- 1764 i battisti costituirono il Rhode Island College, senza
riguardi ai differenti credi, chiamandosi poi la Brown
University.
- 1770 la Dartmouth.
- 1825 la Rutgers.
- 1833 la scuola quacchera Haverfford.
Ogni denominazione cercava di avere e fondare un istituto di
istruzione superiore per formare i propri conduttori per la Chiesa e
per lo stato.
«The Great Awakenig – Grande Risceglio» (1734-1744).
È stato provocato in Massachusetts dal predicatore puritano
Jonatha Edwards specialmente tra la popolazione rurale e dal
metodista Gorge Whitefield. Il revival in tutte le colonie contribuì a
creare lo spirito di solidarietà americana. Le comunità e le
denominazioni crescono, in particolare i Battisti.
Tra il 1797-1805 un altro grande risveglio coinvolse la
popolazione americana che si era assopita dopo quanto era avvenuto
cinquanta anni prima. La predicazione di Tnothy Dwiught dello Yale
College, e Charles G. Finney svolsero la loro predicazione
principalmente nelle metropoli e nei confronti di chi abitava la
“frontiera”. Si organizzarono “camp meetings”, riunioni sotto le
tende con durate di diversi giorni, contro il crescente liberalismo e
razionalismo. Preghiere, canti e predicazioni portarono alla
conversione miglia di persone.
280
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
«Si ha a che fare con un ritorno al Vangelo. Qui in effetti sono
posti al centro i principi classici della Riforma: la giustificazione
mediante la fede e la rigenerazione dell’uomo nuovo nello Spirito di
Cristo. Qui svolgono un ruolo fondamentale la prevalenza della
grazia di Dio, da una parte, e la fiducia credente dell’uomo peccatore,
dall’altra. “Risveglio” inteso come esperienza fondamentale della
fede, che deve determinare l’intera vita». H. Küng dove aver detto:
«spesso messi al centro della predicazione… i temi destinati a
provocare “timore e tremore”: angoscia apocalittica per la salvezza
dell’anima e perciò confessione drammatica della colpa di fronte al
giudice del mondo che sta per venire. È comunque innegabile lo
sforzo leale per un rinnovamento spirituale alla luce del Vangelo».41
Tra il ‘700 e l’’800 si viene a costituire la Chiesa di Cristo – i
membri si chiamavano semplicemente “cristiani” (christians) – come
risultato dell’attività evangelista di risveglio del pastore presbiteriano
Barton W. Stone e di alcuni pastori metodisti e battisti nel Kentucky.
Si rigettava la dottrina della predestinazione di Calvino e tutte le
confessioni religiose vengono viste infedeli. Molti battisti vi fecero
parte proprio per il significato che si dava al battesimo. Gruppi
religiosi congregazionalisti «le “comunità di Cristo” non conoscono
formule di confessione di fede. Per essi, fonte e norma esclusiva
della fede è la Bibbia. Tutte le confessioni di fede sono note da
divergenze in fatto di fede. “Dal groviglio delle tradizioni umane e
dei dogmi dobbiamo tornare all’ordinamento divino, quale è stato
dato una volta per tutte da Gesù e dai suoi Apostoli”42».43
Riconoscono comunque la Trinità, la divinità di Gesù, l’importanza
della nuova nascita.
41
H. Küng, o.c., pp. 627,628.
Ciclostilato: Neutestmentliche Christentum – Cristianesimo neotestamentario,
ed. dalla “Comunità di Cristo”, Treviri, novembre 1962.
43
W. Barts, o.c., pp. 114,115.
281
42
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
Nel 1702 Edmund Dunham, un diacono e predicatore autorizzato
battista di Piscataway, New Jersey scoprì il sabato e fu seguito da
molte altre persone. Nel 1705 un gruppo di diciassette membri
costituì la prima Chiesa Battista del 7° giorno a Piscataway,
Middlesex. Nello stesso periodo altre Chiese Battiste del 7° Giorno si
costituirono nelle vicinanze di Filadelfia, Pennsylvania.44
Nel 1708 un gruppo di osservatori del Sabato emigrò da Newport
a Westerly (poi Hopkinton) dove costituirono una nuova
congregazione. Altre località degli Stati Uniti videro l’organizzarsi di
chiese che osservavano il IV Comandamento.
Negli Stati Uniti si organizzarono anche una decina di altre
Chiese che osservavano il IV Comandamento e tutte hanno avuto
all’origine la testimonianza di credenti della Chiesa Battista.
La prima Chiesa Battista del 7° Giorno nello Stato di New York
fu organizzata nella contea di Renselaer, nel 1780, dalle persone
provenienti dall’Island Rhode, e la prima comunità nel Connecticut
nel 1784, a New London.
In seguito da queste prime località s’irradiò l’osservanza del
Sabato.
Come in Inghilterra, i Battisti del 7° Giorno nel Nuovo Mondo
soffrirono per l’opposizione di altri cristiani. Subirono multe e
imprigionamenti per la loro fede.
In breve tempo si sparsero nelle colonie del Massachausetts e
Connecticut. Nel 1700 una mezza dozzina di chiese erano
organizzate a Philadelphia e nelle vicinanze, nel 1705 a Piscataway,
Middlesex.
XIX secolo
Chiesa Apostolica
44
In seguito si trapiantò l’osservanza del Sabato in Cina, India, Giava,
Germania, Olanda, Africa, America del Sud, Giamaica e nel British West India.
282
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
La Chiesa neo apostolica ha le sue origini in Inghilterra e in
Scozia quale reazione al razionalismo e immobilismo. Al centro della
predicazione c’è l’insegnamento della fine del mondo. Nel 1826 al
centro di questo revival c’è il banchiere Henry Drummond che
costituisce la Comunità Cattolico Apostolica. Il pastore Edward
Irving (1792-1834), pastore presbiteriano scozzese, trovò in queste
comunità il terreno migliore per le sue predicazioni sul giudizio e il
movimento fu anche chiamato “irvinghiano”, anche se lui non fu
considerato apostolo. La Chiesa è stata anche chiamata darbista per il
ruolo che vi ha svolto John Nelson B. Darby (1800-1882).
Nel 1835 iniziò il primo viaggio missionario degli apostoli,
ognuno in un territorio designato. Con la morte di alcuni di loro e dei
sacerdoti da loro eletti (si è creato il magistero al quale si aggiunge i
sette sacramenti e una devozione particolare per Maria, la madre di
Gesù). Dopo la morte del sesto apostolo, nel 1860, il profeta e
maestro di Berlino, Heinrich Geyer, a seguito dell’azione dello
Spirito, nominò autonomamente due nuovi apostoli e a seguito della
reazione che ne scaturì, nominò l’apostolo radice. In seguito lascerà
la denominazione creando un altro gruppo religioso.
Come nel passato ci furono grandi uomini a guida del popolo di
Dio: Abrahamo, Mosè, Giosuè, i giudici, Pietro, così l’“apostolo
radice” esprime l’autoritarismo supremo ed è colui che decide le
questioni.
Si considera la parola di questi eletti apostoli allo stesso modo
della sacra Scrittura. I “sigillati” sono coloro che mediante la loro
santificazione hanno raggiunto il gradi di perfezione che li porta a far
parte dei 144.000 dell’Apocalisse.
Il battesimo viene amministrato anche ai bambini.
Si attende la manifestazione dell’Anticristo che prima di essere
riconosciuto come tale compirà un’opera di seduzione, come uomo
di pace prima e impedendo poi il nuovo culto nel tempio di
Gerusalemme ricostruito. Gesù già ritornato invisibilmente, ha
sottratto dalla terra i credenti che pur cercati non saranno trovati
perché portati in cielo. Affiderà agli ebrei il compito di evangelizzare
la terra, poi ritornerà con i suoi eletti per dare inizio a un millennio di
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
283
V Parte – Capitolo I
pace, durante il quale Satana sarà legato, e ancora l’umanità sarà
nuovamente messa alla prova per dimostrare la propria fedeltà. Dopo
la seconda resurrezione ci sarà il giudizio finale. Come per il mondo
protestante la chiesa apostolica non crede nel purgatorio e come
diverse denominazioni non crede nell’inferno.
Nuovo Mondo
Chiese e movimenti di risveglio, Anglicani, puritani, quaccheri,
battisti trovarono negli Stati Uniti e nelle terre di frontiera la terra per
istallarvisi e vivere la propria fede.
I delegati dell’assemblea generale annuale dell’11 settembre
1801, a Hopkinton (Occidentale), Rhode Island, registrarono sette
congregazioni in quattro Stati e 1.031 membri. Questa sessione
adottò la designazione Conferenza Generale ed emise un invito
urgente a tutte le chiese, rami e persone della stessa fede negli Stati
dell’America per incontrarsi l’anno dopo. Il nome di Seventh Day
Baptist – Chiesa Battista del 7° Giorno è stato adottato nel 1818. In
quel tempo si contavano 2.173 membri e 14 chiese. Lo scopo della
Conferenza Generale era anche quello di promuovere una testimonianza evangelica più incisiva e dinamica nel far conoscere la propria
fede e l’osservanza del Sabato. Nel 1821 si costituì The Seventh-day
Baptist Missionary Magazine was con l’obbiettivo di dare informazioni sul Sabato biblico. Nel 1830 iniziò la pubblicazione di
Protestant Sentinel. Queste pubblicazioni nel 1844 venivano sostituiti
da The Sabbath Recorder che continua ancora. Nel 1824 la Conferenza
Generale votò la pubblicazione di una serie di trattati e nel 1828 si
costituì The American Seventh Day Baptist Missionary Society. Come
risultato alla fine degli anni venti si registrava un aumento di membri e
di comunità: 3.400 fedeli e 27 chiese. Nel 1844 si cambiò nome:
American Sabbath Tract Society. Nel 1850 si contavano settanta titoli
di trattati stampati e sei libri sul sabato.
I «movimenti di tipo avventista si sono sviluppati nel mondo
protestante a partire, almeno, dalla Rivoluzione Francese, degli
avvenimenti dalla portata così straordinaria da essere spesso messo in
relazione con le profezie bibliche.
284
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Il risveglio dal XVII al XIX secolo
Il maggior movimento avventista è tuttavia l’avventismo
millerita, o millerismo, che prende il nome da un predicatore laico
battista William Miller (1782-1849). Nel 1834 Miller abbandona la
sua attività di agricoltore per dedicarsi alla predicazione a tempo
pieno. Sulla base dei diversi calcoli convergenti, egli ritiene che i
2300 “giorni” (anni) di Daniele 8:14 termineranno nel 1843.
L’annuncio profetico di avvenimenti apocalittici per questa data
suscita uno dei più spettacolari movimenti di risveglio dell’intera
storia religiosa americana, coinvolgendo centinaia di migliaia (forse
milioni) di persone, e raggiungendo dagli Stati Uniti anche
l’Inghilterra, l’Europa continentale e persino l’India e l’Africa.
Quando l’anno 1843 trascorre senza che nulla sia accaduto, Miller
corregge i calcoli, fissando la fine del presente ordine di cose
dapprima alla primavera del 1844, quindi – sotto l’influenza di
Samuel Snow (1806-1870) – alla data esatta del 22 ottobre 1844.
L’attesa della fine per quella data è stata spesso esagerata da storici
forse troppo attenti alle frange più estreme, ma è certamente
contrassegnata da notevole fervore. La storiografie religiosa
statunitense parla di una “Grande Delusione” con riferimento all’alba
del 23 ottobre 1844, quando il sole si leva senza che nulla di visibile
sia accaduto».45
W. Miller malgrado la delusione conserverà la convinzione del
ritorno di Gesù fino alla sua morte.
Da questa delusione si è costituita la Chiesa Cristiana Avventista
del 7° Giorno, della quale Miller non è mai stato membro. Con
questa Chiesa il vero ecumenismo si è venuto a costituire. Credenti
provenienti da diverse denominazioni religione, accomunati nella
convinzione che Cristo Gesù sarebbe dovuto ritornare, delusi per
quanto non si era compiuto, nella prospettiva di essere coerenti con
la sua Parola e desiderando di essere trovati fedeli ai suoi
insegnamenti hanno fatto cassa comune delle proprie teologie
45
CESNUR – Centro Studi sulle Nuove Religioni, Enciclopedia delle Religioni
in Italia, a cura di INTROVIGNE Massimo, ZOCCATELLI Pierluigi, MACRINA
Nelly Ippolito, ROLDÁN Veronica, ElleDiCi, Leumann 2001, pp. 347,348.
285
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
V Parte – Capitolo I
verificandole alla luce della Scrittura. Conservando quanto
corrispondeva a verità e abbandonando quanto veniva solo dalla
tradizione, hanno dato corpo a un movimento religioso che è il
fenomeno cattolico nel mondo protestante.
La teologia della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
identifica la propria genesi nella lettura storico profetica di
Apocalisse 10.
286
Perché la Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno
Capitolo II
L’ECCLESIA REFORMANDA QUIA REFORMATA
la chiese che è riformata deve riformare
SORGERE DI UN MOVIMENTO MONDIALE RIFORMATORE
Il capitolo 10 dell’Apocalisse presenta un messaggero celeste che
prende possesso del nostro pianeta appoggiano un piede sulla terra
ferma e l’altro sul mare. In una mano ha un libretto e alza l’altra
giurando per l’Altissimo. Dal cielo si annuncia che «non c’è più
tempo» e l’apostolo viene invitato a mangiare quel piccolo rotolo che
gli sarà molto dolce in bocca, ma altrettanto amaro per le viscere.
Come conclusione gli viene detto che deve continuare a profetizzare
a tutto il mondo. Il testo richiama espressioni dell’A.T. in relazioni al
giudizio.
Si ha motivo di sostenere che la parte conclusiva di questo
capitolo dell’Apocalisse1 sia una rappresentazione figurata della
proclamazione finale del vangelo a tutto il mondo, come viene
specificato e ampiamente presentato nella seconda parte del capitolo
14 dell’Apocalisse, come trattiamo più vanti. Una decina sono le
motivazioni che permettono di dire che questo quadro simbolico di
Giovanni è qui a proporci il sorgere di un movimento mondiale per
compiere un’opera specifica: far conoscere al mondo la Parola del
Signore:
1. L’insieme della visione fa capire, come nel discorso di Gesù sul
monte degli Ulivi, che la fine di tutte le cose è preceduta dall’universale predicazione dell’evangelo (Matteo 24:14; Marco 13:10).
2. La visione si colloca in un tempo particolare della storia. La
predicazione dell’evangelo e l’annuncio del regno, se per secoli
sono stati circoscritti a dei continenti, ora acquistano una dimensione planetaria. Ciò è raffigurato dall’angelo che prende
possesso del mondo posando i suoi piedi sia sul mare sia sulla
terra; allo stesso modo l’annuncio che verrà fatto coinvolgerà
tutti i popoli, precisa la conclusione del versetto 11.
1
Per uno studio dettagliato del testo rinviamo al capitolo XIV del nostro lavoro
Quando la Profezia diventa storia.
V Parte – Capitolo II
3. Si giunge all’epoca in cui, a compimento dei periodi profetici,
viene detto: «Non c’è più tempo».
4. Si annuncia che il mistero di Dio sta per finire. Questo mistero è
il vangelo del regno, la liberazione della terra realizzata dal
Cristo alla prima venuta e portato a compimento con il suo
ritorno (Colossesi 1:25-28; Efesi 1:9,10.).
5. Il libro aperto sottintende che ciò che poteva essere stato non
capito, perché chiuso, sigillato, come Dio aveva ordinato al
profeta Daniele (Daniele 12:4) per le generazioni passate, ora,
che si è giunti nel tempo che precede il ritorno di Gesù, può
essere interamente compreso.
6. Il libro che l’angelo ha in mano è in relazione con la sua
predicazione. Mentre nel capitolo 5 di Apocalisse solo il Cristo
poteva prendere il libro dalla mano del Padre, ora è Giovanni,
quale rappresentante della Chiesa, a prenderlo, per poi darne il
nutrimento al mondo.
7. Le colonne di fuoco, l’arcobaleno, i tuoni, le voci, sono allusioni
alla proclamazione del patto al Sinai, alla presenza di Dio in
mezzo al suo popolo, alla testimonianza d’Israele, alla sua
chiamata al sacerdozio. Tale funzione fa dei fedeli di Gesù degli
ambasciatori dell’evangelo sulla terra (Matteo 28:19,20; 2
Corinzi 5:20).
8. Queste espressioni e immagini richiamano pure quella del
giudizio (Isaia 21:8; 31:4; Osea 5:14; 11:10; 13:7; Amos 3:4,8).
Per quattro volte l’apostolo presenta il tuono in relazione al
santuario celeste nel quale «dal trono procedevano lampi e voci e
tuoni» i quali introducono il suono delle trombe e sono messi in
relazione con la settima ultima piaga (Apocalisse 4:5; 8:4,5;
11:19; 16:18). I tuoni sono accompagnati da lampi e dal
terremoto. Presentano una teofania di Dio. Sono in relazione col
suo trono del cielo, col suo tempio. Sono anche in relazione con
la persona di Dio e sono sotto il suo controllo. I tuoni annunciano
i giudizi di ravvedimento che si hanno con le trombe, il giudizio
290
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
dell’ultima piaga e dell’ultima tromba che inaugura il giudizio
che precede il ritorno di Gesù (Apocalisse 8:4,5; 16:18; 11:19).
Quest’ultimo tuono di Apocalisse 19:19 introduce le visioni della
seconda parte dello scritto dell’apostolo che presentano il
giudizio di Dio sul dragone, sulle due bestie, sulla donna del
capitolo 17 che è stato annunciato nel capitolo 14, realizzato sia
nell’ultima parte del capitolo 14, sia nel capitolo 16, sia nella
seconda parte del capitolo 19 e nel capitolo 20.2 È conseguente
pensare che la pienezza dei tuoni (7), del nostro capitolo, sia in
relazione al giudizio che in questo nostro tempo, nel quale la
visione colloca gli avvenimenti che presenta, si compie nel cielo.
9. Nell’invito rivolto a Giovanni a “profetizzare”, cioè ad
annunciare la Parola di Dio, viene usata l’espressione che il
Nuovo Testamento frequentemente utilizza per la predicazione
del vangelo (1 Corinzi 14:1,3-5).
10. Quanto viene detto all’Apostolo: «Profetizza di nuovo sopra
molti popoli» corrisponde a quanto Giovanni scrive nel capitolo
14:6,7. È l’evangelo escatologico annunciato dopo i secoli di
persecuzione e di apostasia della Chiesa che prepara l’umanità
alla venuta del Signore.
Riepilogando, possiamo dire che il personaggio celeste esprime
la promessa del Signore: «Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine
dell’età presente» Matteo 28:20, affinché la Chiesa del tempo della
fine possa raggiungere tutte le nazioni con l’ultimo messaggio del
cielo al mondo. Il quadro della visione rassicura la Chiesa nella sua
opera di testimonianza espressa da Matteo 24:15 e Marco 13:10, e il
parallelo di Apocalisse 14:6-12; 18:1-4.
Il libretto aperto che il messaggero celeste ha in mano è stato
identificato con il restante messaggio dell’Apocalisse, con una
ripetizione del piano di Dio per la fine, con un riassunto della volontà
di Dio, con la storia compiuta d’Israele, con il registro delle azioni
2
Sul dragone Apocalisse 12; sulle due bestie Apocalisse 13; sulla donna
Apocalisse 17:1; annunciato Apocalisse 14:6; eseguito Apocalisse 14:14-20; 16;
19:11-21; 20:1-3.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
291
V Parte – Capitolo II
umane, con Cristo Gesù stesso quale libro di Dio, con il N.T., che è
ridotto rispetto alle numerose pagine dell’A.T,, con tutta la Bibbia,
con il rotolo sigillato visto della seconda visione di Giovanni
(Apocalisse 5:1), ma la parola greca usata per rotolo nel nostro
capitolo è diversa da quella utilizzata nel capitolo 5 e in altre parti
dell’Apocalisse. Questa differenza di termine ci permette però di dire
ciò che il rotolo non è, ma non precisa ancora quello che è.
Pensare che si tratti del libro del profeta Daniele crediamo
corrisponda all’intenzionalità del testo, ogni altra spiegazione non
regge alle osservazioni che gli vengono fatte.
Daniele 12 e Apocalisse 10 sono gli unici capitoli della Bibbia
che riferiscono di un essere celeste che giura.3 Questi testi sono tra
loro antitetici: in Daniele l’angelo è tra il Tigri e l’Eufrate, in
Apocalisse è tra il mare e la terra; entrambi giurano, in Daniele con
entrambi le mani alzate al cielo, in Apocalisse ha solo la mano destra
levata perché nell’altra tiene un rotolo.4 A Daniele è stato detto:
«Sigillare il libro» 12:4, non nel senso di impedirne la lettura, o per
3
Soltanto in due occasioni troviamo nella Scrittura questa forma così solenne di
impegno da parte di Dio: quando l’Eterno promette ad Abrahamo il Salvatore e in
Daniele 12, quando indica il tempo della fine (Ebrei 6:17,18; Daniele 12: 7). Qui
in Apocalisse, riprendendo quanto annunciato da Daniele, l’angelo giurando
ricorda che il Dio creatore dell’universo non lascerà che la storia dell’umanità
continui senza fine. Dice: «Non c’è più tempo».
4
Daniele
«L’uomo vestito di lino, che stava
sopra le acque del fiume, il quale,
alzata la man destra e la man sinistra al
cielo, giurò per colui che vive in eterno,
che ciò sarà per un tempo, per dei
tempi e per la metà d’un tempo; e
quando la forza del popolo santo sarà
interamente infranta, allora tutte queste
cose si compiranno. Alla domanda di
Giovanni
«Un angelo potente che scendeva dal
cielo e aveva in mano un libretto aperto
e l’angelo levò la sua man destra al cielo
e giurò per Colui che vive nei secoli dei
secoli, il quale ha creato il cielo, la terra
e il mare e le cose che sono in essi che
non ci sarebbe stato più tempo».
292
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
autenticare quanto è scritto, ma per indicare, come specifica, che solo
nel tempo della fine il suo messaggio profetico sarebbe stato
compreso in diverse parti è solo «Al tempo della fine molti lo
studieranno con cura, e la conoscenza aumenterà».
Per quanto abbia detto la visione di Giovanni non può non
richiamare alla mente quella del capitolo 12 di Daniele.
Il profeta dell’esilio in Babilonia ricorda un periodo profetico
durante il quale e alla sua fine avverranno degli eventi e ne annuncia
anche degli altri; l’apostolo, esiliato nell’isola di Patmos, dice che
questo tempo profetico è compiuto, siamo alla sua fine.5
Daniele: “Signore mio, qual sarà la fine
di queste cose?” Viene risposto: “Va’,
Daniele; perché queste parole sono
nasco-ste e sigillate fino al tempo della
fine. Molti saranno purificati, imbiancati, affi-nati; ma gli empi agiranno
empiamente, e nessuno degli empi
capirà, ma capiranno i savi. E dal
tempo che sarà soppresso il sacrificio
continuo e sarà rizzata l’abominazione,
vi saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni”».
5
Il prof. W.H. Shea osserva che la relazione tra il testo di Daniele e quello di
Giovanni è stata rilevata da numerosi commentatori. Tra questi, M. Habershon
scrisse nel 1841: «Vorrei esprimere la mia convinzione che l’affermazione
presentata si riferisce alle stesse cose. La sola differenza risiede nel fatto che il
primo (Daniele) esprime il periodo riguardo i 1260 anni come futuro: “sarà per un
tempo dei tempi e la metà di un tempo”, mentre il secondo (Giovanni) si esprime
come se questo tempo fosse passato: “Non c’è più tempo”» HABERSHON H., An
Historical Exposition of the Prophecies of the Revelation, London 1841, p. 208.
Nel 1854 P.C.S. Desprez notò: «Entrambe le predizioni si riferiscono allo stesso
tempo. L’una non è altro che l’eco dell’altra» DESPREZ Philippe Charles
Soulbien, The Apocalypse Fulfilled, London 1854, p. 226. Nel 1884 P.W. Grant
scrisse: «Il primo giuramento (quello presentato in Daniele) si riferisce all’intero
tempo dell’oppressione dell’Anticristo, mentre l’altro (quello descritto da
Giovanni) si riferisce alla fine del triste periodo» GRANT P.W., The Revelation of
John, London 1889, p. 267. CLARKE A., The Holy Bible, A Commentary and
Critical Notes, Revelation, Reprint, Nashville, Massachusset 1938, p. 618 scrive:
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
293
V Parte – Capitolo II
Felice quindi chi sarà testimone della realizzazione storica di
queste parole.6
La visione profetica di Apocalisse 10 e la dichiarazione «non c’è
più tempo» colloca quindi il lettore nel tempo della fine, nel tempo in
cui i lunghi periodi profetici, nei quali un giorno corrisponde a un
anno, come sono indicati da Daniele: 7:25; 8:14; 12:7,11,12, cioè:
tre anni e mezzo, 2300 sere e mattine, 1260, 1290 e 1335 giorni e
come riportati in Apocalisse 11:2,3,9,11; 12:6,14; 13:5: 42 mesi,
1260 giorni, tre anni e mezzo giunti al loro compimento storico. È
quindi corretto pensare che quanto Giovanni vede ponga il lettore al
tempo dell’inaugurazione del giudizio preliminare che si svolge in
cielo, prima del ritorno di Gesù, ben descritto in Daniele 7 e che il
profeta colloca dopo la supremazia papale, prima della realizzazione
del Regno di Dio, e delle ultime sette piaghe su una umanità che ha
rifiutato la grazia di Dio.
L’annuncio: «Non c’è più tempo» 10:6, versione Diodati, indica
quindi l’importante data profetica del 1844.7
«Questo è molto simile alla descrizione dell’angelo. Apocalisse 10:5,6, e nel
settimo versetto sembra che sia in riferimento a questa profezia, “un tempo e
tempi, e metà”». Più recentemente, 1940, abbiamo il commento di M. Kiddle che
dice: «In realtà l’angelo sta parlando esattamente dello stesso periodo menzionato
in Daniele» KIDDLE M., The Revelation of St John, London 1940, pp. 172,173.
W.H. Shea conclude le sue osservazioni dicendo: «I commentatori moderni
continuano a rilevare la relazione tra queste due affermazioni» Shea W.H, o.c., p.
307.
6
Entrambi i giuramenti iniziano identificando Dio come l’Eterno, ma il giuramento dell’Apocalisse aggiunge il riconoscimento di Dio come creatore. Questa
aggiunta ha fatto collegare questo testo con altri dell’Apocalisse e più esplicitamente col messaggio del primo angelo del capitolo 14:6 che è un inno al Creatore;
il secondo messaggio è in relazione a un opera che viene compiuta nel nostro
tempo. J.M. Ford sottolinea che in questo giuramento c’è un richiamo al IV
comandamento di Esodo XX. FORD J. Massyngberde, Revelation, The Anchor
Bible, 38, Garden City, New York 1975, p. 160; cit. W.H. Shea, o.c., p. 300.
7
Per un’ampia documentazione vedere il nostro lavoro Quando la profezia
diventa storia, Capitolo XI, nota n. 36, p. 407,408; Capitolo XIII le note da n. 148
e seg., da p. 528 e seg.
294
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
La parola chronos in italiano e in altre lingue, anche in Bibbie e
commentari recenti, viene tradotta con “tempo” e “indugio”, “ritardo”. Si è pensato che «non ci sarà più tempo prima della venuta della
fine. La consumazione non è ancora per molto procrastinata… La
consumazione non sarà più ritardata»8; D.G. Barnhouse aggiunge
anche l’idea che non ci sarà ritardo per il suono della settima
tromba.9
In Apocalisse chronos lo si trova in tre testi.
- 2:21 dove si parla del tempo dato a Jezebel per pentirsi.
- 6:11 si riferisce al poco tempo che i martiri devono ancora attendere prima che abbiano il premio. D.G. Barnhouse suggerisce che i
martiri hanno qui la risposta temporale alla loro domanda: «Fino a
quando…?». Lo stesso pensiero è espresso anche da G.E. Ladd
che, analogamente, pensa che «la preghiera dei santi sta per essere
esaudita».10 Va però osservato che l’era di persecuzione dei martiri
si chiude alla fine del XVIII secolo.
- 20:3 indica il breve tempo che Satana avrà ancora da operare, dopo
di che sarà sciolto alla fine del millennio.
In nessun testo c’è però il significato di indugio, ritardo. Elliott
già nel XIX secolo faceva notare che il verbo chronizo può anche
significare “ritardare”, “indugiare”, ma il sostantivo chronos non è
mai usato con questo valore.11
Il libro dell’Apocalisse presenta quattro periodi di tempo nei
quali si compiono degli avvenimenti.
- Il primo è nel capitolo 9:15, in occasione della sesta tromba.
- Il secondo ed il terzo lo abbiamo nel capitolo 11:2,3,9,11. Dove
l’apostolo prende in considerazione la storia della Chiesa per un
tempo di 42 mesi, 1260 giorni e, alla fine del periodo, si
menzionano avvenimenti che si compiranno in tre giorni e mezzo
profetici.
8
9
10
11
G.E. Ladd, o.c., p. 144.
Barnhouse D.G., o.c., p. 185.
Barnhouse D.G., o.c., p. 183; Ladd G.E., o.c., p. 144.
E.B. Elliott, o.c., vol. 2, p. 121.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
295
V Parte – Capitolo II
- Il quarto nel capitolo 12. È detto che la donna fuggì nel deserto per
1260 giorni e vi fu soccorsa per tre tempi e mezzo.
- Il quinto nel capitolo 13 nel quale si presenta la supremazia del
potere papale che ha dominato per 42 mesi.
A questi tre periodi di tempo presentati dal glorioso angelo di
Daniele 12, di cui storicamente due finiscono nel 1798 e uno nel
1844, riteniamo evidente che il riferimento al chronos del potente
messaggero celeste debba essere in relazione con queste tre profezie.
Come abbiamo detto sopra, il Signore viene identificato con questo
angelo ed è anche la persona divina che si presenta a Daniele.
Abbiamo così, come è stato fatto notare nel XIX secolo scorso da M.
Habershon, il Signore che annuncia qualcosa che si deve compiere in
Daniele e ancora il Signore stesso che si presenta, a Giovanni, per
dire che quanto da lui annunciato si è compiuto.
«Non c’è più tempo». «Questa parola è il perno del messaggio
dell’angelo».12
Se con il 1798 è iniziato «il tempo della fine», perché sono
scaduti i 1260 e 1290 giorni/anni profetici, la cronologia biblica
profetica fa scadere nel 1844 i periodi profetici dei 1335 giorni e il
più lungo, quello delle 2300 sere e mattine di Daniele 8:14, che
annuncia la purificazione del santuario celeste, che comporta per la
Chiesa il ritorno agli insegnamenti originali, cioè il risorgere della
verità, espressa nel vero culto al Signore a causa dell’apostasia della
Chiesa, che è la casa del Signore (2 Tessalonicesi 2:3,4; 1 Timoteo
3:15) e l’inizio del giudizio preliminare o che precede il ritorno di
Gesù, come è descritto in Daniele 7:9-11. La morte di Gesù, che è
stata insegnata per secoli nella Chiesa come la punizione da lui subita
al posto dei peccatori, i quali, grazie a quel supplizio potevano essere
salvati. «Il fatto che Adamo ed Eva (e in seguito tutti i loro figli.
N.d.a.) reclamassero la loro autonomia da Dio, rappresentava
qualcosa di molto più grave di una semplice infrazione delle regole:
era la rottura di una relazione personale con il loro Padre e Creatore.
12
. J. Vuilleumier, o.c., p. 153.
296
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
Nell’espiazione, quindi, Gesù non adempie tanto a degli obblighi
legali, ma cerca di ripristinare quel rapporto basato sulla fiducia e
l’amore che il peccato aveva mandato in frantumo. Ricordiamoci
che, come puntualizza la Bibbia, non esiste qualcosa che Dio debba
cambiare in se stesso, siamo noi che abbiamo bisogno di essere
trasformati! In Cristo, Dio riconcilia a sé il mondo. In nessuna parte
la Scrittura avanza l’idea che Dio avesse bisogno di riconciliasi con
noi… Il sacrificio di Cristo non è il mezzo grazie al quale Dio viene
placato e persuaso ad amarci di nuovo. Al contrario, come dice
Giovanni, fu per l’amore del Padre che Cristo è venuto in nostro
soccorso: “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma
che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio
propiziatorio (leggere purificatorio. N.d.a.) per i nostri peccati” 1
Giovanni 4:10».13
Con questa dichiarazione: «Non c’è più tempo», l’angelo vuole
dire che non c’è più tempo cronologico, non ci sono più periodi
profetici, come i 1260, 1290, 1335, 2300 giorni, che si devono
realizzare, cioè dopo il 1844 non ci sarà più nessuna data profeticostorica che si dovrà ancora compiere. Come abbiamo spiegato nella
nostra Appendice n. 12, del nostro lavoro Quando la Profezia diventa
Storia, i periodi profetici 1260, 1290 e 1335 giorni/anni sono inclusi
nelle 2300 sere e mattine/anno e abbiamo così che:
- i 1260 giorni (Apocalisse 11:13)
Finiscono nel 1798
- i 1290 giorni (Daniele 12:11)
Finiscono nel 1798
- i 1335 giorni (Daniele 12:12)
Finiscono nel 1844
- le 2300 sere e mattine (Daniele 8:14)
Finiscono nel 1844
Dall’’espressione greca chronos deriva cronologia, il tempo nella
sua durata, periodo. Questo tempo è formato da più momenti, date,
kairos.14
13
GALLAGHER Jonathan, Dio è amore, in Segni dei Tempi, ed. ADV, Falciani
2004, pp. 99,100.
14
Romani 8:18; 11:5; Matteo 24:45; Giovanni 7:6; Matteo 8:29.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
297
V Parte – Capitolo II
Daniele nel suo libro aveva indicato a più riprese che le sue
profezie erano per un kairos - tempo, momento lontano (Daniele
8:17,19,26; 12:1,4,9).
Quando il kairos indicato dai profeti trovò il suo compimento,
allora il susseguirsi del tempo (crhonos) giunse alla sua pienezza,
alla fine, Dio si fece uomo nascendo da Maria. Lo stesso Gesù,
vedendo l’incalzare dei momenti (kairos), sentì vicino il compimento
della sua opera e disse che lo scadere della durata del suo tempo
(chronos) era vicino (Galati 4:4; Matteo 26:18).
Nel 1844 si è compiuta la cronologia annunciata da Daniele ed è
iniziato in cielo l’opera di giudizio prima del ritorno di Gesù il quale
quando ritornerà darà la salvezza a chi ha creduto. Questo giudizio
permette agli angeli di capire perché e quali persone vivranno
l’eternità con Dio. La voce dal cielo invita a prendere nettamente
posizione pro o contro la verità che viene riproposta, poiché Dio sta
per agire. Dopo il 1844 non c’è più tempo cronologico che si debba
realizzare.
Realizzazione storica di Apocalisse 10
Il piccolo libro in mano all’angelo è quello, come abbiamo
mostrato sopra, delle profezie di Daniele che riguarda secoli di storia
e il tempo della fine. La comprensione di quelle profezie hanno
suscitato un grande risveglio religioso che è sfociato in una predicazione fatta in tutto il mondo.
Un fatto importante da rilevare è che i capitoli profetici di
Daniele 2, 7, 9, 10 e 11 fino ai versetti 39 sono stati compresi fin dai
primi momenti, menzionati dagli apostoli e dai Padri della Chiesa,
spiegati attraverso i secoli del Medio Evo, dai Riformatori, ma i
periodi profetici di 7:25; 8:14;12:11,12 e il testo di 11:40-45 sono
rimasti adombrati nella loro comprensione. Il piccolo libro doveva
rimanere sigillato sino al «tempo della fine». A partire dagli ultimi
anni del XVIII secolo, con lo scadere dei 1260 anni di predominio
papale si entra nel «tempo della fine» e un gran numero di persone,
298
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
ereditando quanto già era stato spiegato, studiarono e insegnarono le
profezie di Daniele. Una gran luce, un grande risveglio, si irradia nel
mondo. La forza di questa luce fu «quella del prossimo ritorno del
Signore».15
Si constata in effetti, nei primi trenta anni del XIX secolo, sia in
Europa che nelle Americhe, l’apparizione di un singolare e potente
risveglio causato dallo studio delle questioni finali.
Scritti che proclamano l’avvicinarsi del ritorno del Signore
apparvero in Inghilterra sotto la penna di Thomas Newton, vescovo
di Bristol, di Masso, d’Elliott, di Keith, George Muller16.
In Inghilterra e in Scozia, Edouard Irving,17 pastore presbiteriano
di rara eloquenza, predicava davanti a degli auditori che si elevavano
da 6.000 a 12.000 persone, suscitando in decine di migliaia d’animi
l’attesa gioiosa del ritorno e del regno di Gesù Cristo. Scrisse inoltre
una dozzina di opere su questo importante insegnamento.
In Irlanda un centinaio di predicatori e in Inghilterra diverse
centinaia, seguivano il suo esempio.
In Olanda il responsabile del Museo Reale di La Haye,
Hentzepeter, attirò l’attenzione sugli eventi escatologici pubblicando
anche un trattato nel 1830.
In Svizzera e in Francia un’opera considerevole fu realizzata da
Louis Gaussen, Émile Guers, 18 Henri Pyt, Frédérich de Rougemont.
15
MAURY Léon, Le Réveil Religieux à Genève et en France, Toulouse 1892, p
177.
16
Il fondatore degli orfanotrofi di Bristol nel 1829 diceva. «Io pensavo che il
mondo fosse in via di progresso e che presto si sarebbe convertito. Ma da non
molto mi sono convinto che non c’è nulla nella Bibbia che parli di questa
conversione del mondo prima del ritorno di Gesù. Ciò che deve inaugurare un’èra
di gloria per la Chiesa, di gioia ininterrotta per i santi è il ritorno del Signore Gesù.
Ho visto che l’oggetto della Speranza dei primi cristiani non è la morte, ma il
ritorno di Gesù e che io devo attendere la sua apparizione».
17
.Nel dicembre 1828 diceva: «La seconda venuta del Signore è il punto di vista,
l’osservatorio unico dal quale il disegno di Dio tutto intero può essere contemplato
e compreso».
18
Nell’aprile del 1831 scriveva a un pastore: «Il tempo preme; le promesse del
Signore si compiono: ancora un po’ di tempo, e Colui che deve venire verrà. La
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
299
V Parte – Capitolo II
Una influenza importante ebbe anche il pensiero del gesuita Manuel
Lacunza.19
In Germania agli scritti si aggiunge la predicazione orale di
numerosi ecclesiastici, animati da un grande fervore. Nel Sud della
Germania, l’evangelista Gosznes, recandosi da Monaco a Düsseldorf, si rivolgeva a degli auditori di 15.000 anime. «Dappertutto, dice
un autore, lo si interrogava sul soggetto del prossimo ritorno del
Signore».
Nei paesi scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca), particolarmente in Svezia, fatto inaudito, ma perfettamente autentico, essendo
state proibite queste predicazioni a coloro che non facevano parte del
clero, si videro salire sui tavoli dei bambini e adolescenti, di dieci e
quattordici anni, che predicavano le stesse cose!
Dal 1821 al 1825, viaggiatore infaticabile, Joseph Wolff20 seminò
la buona notizia del secondo avvento in un gran numero di paesi
mia anima, caro fratello, è sotto l’influenza di questo sentimento; è una questione
di fede, io vorrei gridarlo a tutti i miei fratelli. Ecco perché sono pressato di agire».
In un’altra lettera allo stesso destinatario: «Io mi rallegro per voi perché attendete
l’epifania del Signore che a voi sembra prossima. Questa fede si espande nella sua
Chiesa, io amo sperarlo; è molto tempo che lo Spirito rende testimonianza della sua
seconda venuta...» GUERS Émile, Vie de Henri Pyt, p. 272.
19
Manuel Lacunza entrò nella compagnia di Gesù del Cile nel 1747 ricevendo
l’ordinazione nel 1755. Svolse il suo ministero a Santiago. Nel 1767 il governo
spagnolo espulse i gesuiti dal proprio Paese e in tutti i propri possedimenti. Venne
in Italia e si stabilì a Imola. Scrisse la sua opera che lo rese celebre: La Venuta del
Messia in gloria e majestatis. Il manoscritto completato nel 1790 in spagnolo ebbe
diverse edizioni in Spagna, Messico e Argentina. Fu tradotto in francese, latino,
italiano e inglese influenzando moltissimo il pensiero protestante. La Chiesa
cattolica lo mise all’indice impedendone la diffusione tra i fedeli. Lacunza moriva
a Imola nel giugno del 1801.
20
Israelita, figlio di rabbini, nacque nel 1795 a Weilersbach in Baviera. Giovane,
si fece cattolico e fu battezzato a Praga nel 1812. Nel 1815 andò a Roma. Fu un
personaggio sospetto per le sue idee religiose e per la franchezza con la quale
criticava il male. Lasciò la città nel 1818. L’anno successivo fu a Londra nella
Chiesa anglicana dove studiò per due anni le lingue orientali a Cambridge. Nel
1821 fu inviato come missionario tra gli ebrei dispersi. Il suo primo viaggio
300
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
orientali, dalla Grecia all’Industan e dal Tibet all’Arabia; in
Palestina, in Persia, in Bulgaria, in America.
missionario durò cinque anni. Rientrato a Londra seguì le conferenze profetiche ad
Albury Parck tenute da Irving, convincendosi del prossimo ritorno di Gesù. Di lui
L. Gaussen diceva nel 1843: «Non possiamo non parlare ora di un uomo
straordinario che potremmo nominare il giudeo errante, e che, durante diciotto
anni, ha percorso le quattro parti del mondo per avvertire i figli d’Israele che il loro
tempo segnato è compiuto e che la loro iniquità e stata espiata. Joseph Wolff
(ebreo bavarese), convertito in seguito alle conversazioni avute con il famoso conte
di Stolberg, si era recato a Roma per prepararsi alla carriera missionaria nel
collegio della Propaganda; ma ben presto, indignato dalle cose che udiva sulla
divinità del papa e su altre tradizioni umane, non temeva di esprimere il suo
allontanamento e il suo dolore; e senza lasciarsi fermare dalle minacce degli uni o
dalle promesse degli altri, si rifugiò in Svizzera, dove lo vedemmo arrivare all’età
di 23 anni per andare poi in Inghilterra. Dal 1821, missionario della Società di
Londra, percorse l’Egitto, la Palestina, la Mesopotamia, la Persia, la Georgia e le
diverse parti dell’impero turco. Al suo ritorno in Inghilterra sposò lady Georgina
Walpole e ripartì con lei, a sue spese, per predicare l’Evangelo nei paesi che
costeggiano il Mediterraneo. Nel 1830 si sentì chiamato a percorrere l’Asia
centrale e fece da solo questo pericoloso viaggio. Nel 1843 ritornò in Europa e
pubblicò il resoconto dei suoi lavori. Dal 1835 al 1838 percorse l’Egitto, l’Arabia,
l’Abissinia, ritornò in Inghilterra passando da Kabul, le Indie, Capo Sant’Elena e le
Americhe. Fu venduto una volta come schivo, tre volte fu condannato a morte,
avvelenato una volta, battuto con le verghe, messo in prigione, soffrì la fame, la
sete, diverse malattie e pure colpito dal morbo del colera. Svigorito da tanto lavoro,
si è ora stabilito in Inghilterra facendo il pastore in una località di campagna». Poi
Gaussen faceva suo il quadro di Louis WAY: «Un uomo che, in Roma, chiamava il
papa la polvere della terra; che diceva agli ebrei che la Ghemara è una menzogna;
che passava i suoi giorni a discutere e le sue notti a esaminare il Talmud; un uomo
per il quale una cassa faceva da cuscino, e un pavimento di mattoni un letto di
piume; un uomo che si fece degli amici, dei persecutori anche nella sua antica e
nuova fede, che si conciliava con un pascià, che confutava un patriarca, che parlava
agli orientali senza interprete, che viveva senza cibo e che pagava senza soldi; un
uomo che dimenticava gli insulti e le offese, che non conosceva le maniere del
mondo e che pur tuttavia comunicava con gli uomini di ogni rango, senza mai
scioccare qualcuno. Certo una simile persona non può che suscitare una attenzione
straordinaria presso un popolo che da diversi secoli non ha cambiato i suoi
costumi. È mediante questi strumenti che Dio prepara il cammino del deserto»
GAUSSEN Louis, Les Juifs évangélisés enfin et bientôt rétablis, pp.100-104.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
301
V Parte – Capitolo II
Questo risveglio si manifestava in un momento particolare della
storia: si miglioravano le possibilità economiche e di sviluppo sociale
e ai secoli di persecuzione e di lotte, succedeva un’èra di pace. Si
costituivano numerose organizzazioni per la diffusione della Parola
di Dio: una quindicina in quarantacinque anni in America e Europa:
Francia, Inghilterra, Scozia, Svizzera.21
«Questo Risveglio – predicava Adolphe Monod – bisogna dirlo,
ha tutte le nostre simpatie. Ai nostri occhi, è un Risveglio degno di
essere messo accanto, e, sotto qualche aspetto, al di sopra di quello
del sedicesimo secolo». E aggiungeva: «Il Risveglio, non è stato un
risveglio perfetto, né un risveglio che abbia detto la sua ultima
parola».22 In ogni caso ciò che noi possiamo affermare è che nel
1850 l’èra del Risveglio è ben chiusa.
Se questo è valido per la vecchia Europa, il Risveglio prodottosi
nell’America del nord ha avuto un seguito.
«Negli Stati Uniti la predicazione dell’avvento ebbe un carattere
accentuato che prese presto delle proporzioni considerevoli. Alla sua
testa, dall’inizio del movimento, si trovava il vecchio fattore e
capitano di fanteria, William Miller, portato alla fede cristiana dallo
studio personale e solitario della Bibbia. Fu assecondato dal dottore
Josiah Litch, di Filadelfia, dal capitano di vascello Joseph Bates e dai
pastori Charles Litch e Josué V. Himes, di Boston. Quest’ultimo fu
incaricato di dirigere la pubblicazione di un giornale settimanale: The
Signs of the Times, come pure di numerosi opuscoli che furono sparsi
dappertutto, fino nelle missioni. D.T. Taylor riporta: “Centinaia di
pastori furono coinvolti nella fede dell’avvento premillenario
21
1816 La Società Biblica di Strasburgo; 1817 di Mulhouse, di Toulouse, di
Monyau ban; 1819 La Società Biblica Protestante di Parigi; 1786 La Società delle
Missioni Metodiste in Inghilterra; 1792 dei cristiani Battisti; 1795 delle Missioni di
Londra; 1796 della Chiesa Stabilita di Scozia; 1797 delle missioni Olandesi; 1816
di Basilea; 1817 della Chiesa Presbiteriana d’America; 1819 della Chiesa
Metodista d’America; 1823 La Società di Parigi raggruppò attorno a sé 12
associazioni ausiliarie; 1833 La Società Evangelica di Francia.
22
Cit., L. Maury, o.c., pp. 339,341.
302
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
imminente. Diversi giornali settimanali furono fondati e, nello spazio
di qualche anno, si videro negli Stati Uniti e in Canada millecinquecento predicatori e conferenzieri prestare la loro penna e la loro voce
alla predicazione di questa speranza. Alle loro predicazioni sobrie,
calme, ma solenni, accorrevano delle folle che se ne ritornavano
stupefatte per quanto udivano. L’immagine espressiva della visione
(di Giovanni) – “E gridò con gran voce, nel modo che ruggisce il
leone” – corrisponde perfettamente alla potenza del messaggio
annunciato come alle sante emozioni e ai salutari timori di coloro
che, sera dopo sera, ascoltavano le dimostrazioni e gli appelli vibranti dei predicatori».23
I seguaci di W. Miller, nella terra della bandiera a stelle e strisce,
avevano due punti di riferimento certi, sicuri nella loro predicazione:
- l’insegnamento del ritorno di Gesù;
- 1844: fine dei 2300 anni profetici.
La «purificazione del santuario», allo scadere delle 2300 sere e
mattine, in considerazione che il tempio di Gerusalemme era stato
distrutto nel 70 d.C. e che quindi non c’era un altro tabernacolo sulla
terra, era compreso come l’evento del ritorno di Cristo Gesù che
avrebbe realizzato il suo Regno dando origine a nuovi cieli e nuova
terra da lui purificati.
Questi credenti presi dalla convinzione del ritorno di Gesù non
compresero la realtà del santuario celeste. Identificarono il santuario
da purificare con la terra che veniva purificazione con il ritorno di
Gesù. Era quindi naturale credere che allo scadere dei 2300 anni il
Signore sarebbe ritornato a dividere i salvati da coloro che non lo
sarebbero stati.
L’attesa del ritorno di Gesù per il 1844 si fondava su una data
storica alla quale erano pervenuti studiosi di varie chiese sia
d’Europa sia d’America. Una sessantina sono stati gli autori che
hanno prodotto opere sostenendo la biblicità dello scadere dei 2300
23
J. Vuilleumier, o.c., p. 151.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
303
V Parte – Capitolo II
anni per la fine della prima metà del XIX secolo, creando un
movimento di pensiero non indifferente, notevole.24
La predicazione di A William Miller aveva suscitato un grande
risveglio religioso in tutto il Nord America tanto che lo storico John
B. Mc Master stima che su diciassette milioni di persone che
abitavano gli Stati Uniti quasi un milione accordarono il loro favore a
questo movimento e poco meno di un migliaio di pastori.25
Il dr. G. Bush, professore di letteratura ebraica e orientale presso
l’università di New York, scrisse a W. Miller una lettera facendogli
alcune importanti considerazioni circa il calcolo dei tempi profetici.
Diceva: «Non si può obiettare a lei e ai suoi collaboratori che non
abbiate dedicato molto tempo e molta attenzione allo studio della
cronologia profetica e non abbiate lavorato molto per stabilire le date
iniziali e conclusive dei suoi grandi periodi. Se questi periodi sono
stati effettivamente indicati dallo Spirito Santo nei libri profetici, è
stato senza dubbio perché fossero studiati e probabilmente, poi,
compresi pienamente. Nessuno può essere accusato di presuntuosa
follia se cerca di farlo con uno spirito riverente... Prendendo un
giorno come termine profetico per un anno, io credo che voi siate
sorretti da una sana esegesi e sostenuti da nomi famosi come Meda,
sir Isacco Newton, il vescovo Newton, Scott, Keith e moltissimi altri
che sono giunti sostanzialmente alla vostra conclusione su questo
argomento. Essi sono tutti concordi nell’ammettere che i periodi
profetici indicati da Daniele e da Giovanni finiscono effettivamente
in questa epoca del mondo. Sarebbe una logica strana quella che
vorrebbe convincervi di eresia, perché condividete le stesse idee di
questi insigni teologi... I vostri risultati in questo campo di indagine
non mi sembrano tali da mettere in pericolo i grandi interessi della
verità e del dovere cristiano... Il vostro sbaglio, come io temo, si
24
Per la bibliografia vedere il nostro lavoro Quando la profezia diventa Storia,
capitolo 13.
25
LEHMANN Richard, Les Adventistes du septième Jour, ed. Brepols, 1987, p.
14.
304
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
trova piuttosto in un altro campo, non in quello della cronologia... Vi
siete del tutto sbagliati sulla natura degli eventi che dovranno
verificarsi alla fine di questi periodi. È questo il torto principale della
vostra esposizione».26
Dal momento che Gesù non ritornò per quella data, coloro che lo
avevano creduto ebbero una grande delusione.
Il pastore battista americano Walter R. Martin, scriveva: «In tanto
che movimento religioso, l’Avventismo è sorto dal grande
“risveglio” relativo al secondo avvento (del Cristo) che è apparso nel
mondo religioso verso la metà del XIX secolo. Durante questo
periodo particolare di sviluppo teologico, delle speculazioni sulla
seconda venuta di Gesù Cristo erano abbastanza sparse in Europa, e i
loro schemi di interpretazione profetica non tardarono a superare
l’Atlantico e a penetrare negli ambienti teologici americani».27
La delusione predetta
«E la voce che io avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo e mi
disse: “Vai a prendere il libro che è aperto in mano all’angelo che
sta in piedi sul mare e sulla terra”. E io andai dall’angelo, dicendogli di darmi il libretto. Ed egli mi disse: “Prendilo e divoralo: esso
sarà amaro alle tue viscere, ma in bocca ti sarà dolce come miele”.
Presi il libretto di mano all’angelo e lo divorai; e mi fu dolce in
bocca, come miele; ma quando l’ebbi divorato, le mie viscere sentirono amarezza» Apocalisse 10:8-10.
A. Barnes interpretava l’espressione «mangiare il rotolo» nel
modo seguente: «Il significato qui è chiaro. Egli stava per impossessarsi del contenuto del libro e stava per riceverlo nella sua mente
come noi facciamo per il cibo e per il nutrimento spirituale…».28
26
BUSH G., Lettera pubblicata in Advent Herald, Boston 6 marzo 1844; in
Signs of the Times Reporter, Boston 13 marzo 1844; cit. WHITE Ellen, Gran
Conflitto, ed. AdV, Firenze 1977, in appendice, note generali, p. 503.
27
MARTIN Walter R., Eternity, ottobre 1936.
28
BARNES Albert, Notes on the Book of Revelation, London 1852, p. 263.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
305
V Parte – Capitolo II
Ci sono diversi passi biblici citati dai contemporanei come
parallelismi dell’esperienza del profeta. La dolcezza della parola di
Dio è espressa nei Salmi 19:10; 119:103. Nel mezzo della sua
esperienza profetica Geremia esclama: «Appena ho trovato le tue
parole, io le ho divorate e le tue parole sono state la gioia,
l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, o
Eterno, Dio degli eserciti». Naturalmente la sua esperienza si è
trasformata in amarezza quando ha trovato il rifiuto del popolo e la
sua persecuzione (Geremia 15:16-18). Il parallelismo più diretto e
citato viene dall’esperienza di Ezechiele (2:8,10; 3:1-4), simile a
quella di Giovanni. Il profeta udì una voce che lo invitava a mangiare
quello che gli era stato dato e vide una mano che gli porgeva un
rotolo che fu aperto davanti a lui e vi lesse parole di lamento, di
rammarico e guai. Rappresentavano il destino che il popolo avrebbe
subito. Fu detto ad Ezechiele di mangiare il rotolo e di parlare alla
casa d’Israele. Egli lo mangiò ed esso era dolce nella bocca. Ma se
questa esperienza di Ezechiele fornisce il modello biblico più diretto
per Apocalisse 10, si deve tuttavia riconoscere una differenza in un
particolare. Anche per Giovanni il rotolo è dolce in bocca, ma è
amaro nelle viscere. J.M. Ford vede l’amarezza di Ezechiele nel fatto
che «Israele non lo ascolterà».29 R.H. Mounce dice che l’immagine
«il dolce rotolo diventa amaro nello stomaco è un messaggio per la
Chiesa. Prima del trionfo finale dei credenti deve passare attraverso
un terribile travaglio».30 Dovere ingerire un libro è una metafora che
vorrebbe dire assimilare con delizia il contenuto.31 Ora l’Apostolo
rappresenta gli araldi del messaggio di Dio che vivono un momento
dolce e glorioso, per poi passare all’amarezza crudele della delusione.
29
J.M. Ford, o.c., p. 164.
MOUNCE Robert Hayden, The Book of Revelation, The New International
Commentary on the New Testament, Grand Rapids, N. Eerdmans, F. F. Bruce,
1977, p. 319.
31
Geremia 15:16; Ezechiele 3:1-3.
30
306
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
La differenza tra l’esperienza del mangiare la Parola dell’A.T. e
quella dell’Apocalisse consiste nel fatto che nell’A.T. l’amarezza
esprime il sentimento che hanno avuto coloro che hanno annunciato:
«Così ha detto l’Eterno» e hanno avuto una reazione di indifferenza e
di rigetto da parte di coloro che l’hanno ascoltata; mentre il bruciore
che sente Giovanni è quello che i credenti hanno avuto nel loro
animo quale delusione di non vedere la realizzazione della loro
speranza, il ritorno del Signore e la constatazione che la storia
continuava.
In effetti, più la presenza e la potenza di Dio erano state sentite
durante la predicazione del ritorno di Gesù e più i suoi risultati erano
evidenti, più anche fu dolorosa e sconvolgente la prova che attendeva
i fedeli, il giorno seguente, il martedì 22 ottobre 1844. Tristi,
inconsolabili, dovettero riprendere le occupazioni e le abitudini
quotidiane alle quali credevano avere detto un eterno addio.32 La
32
Alcune testimonianze: BATES Joseph ex capitano di vascello in pensione:
«Tutti i nostri cuori erano uniti nell’opera e tutti apparivamo pieni di fervore nel
cercare di prepararci nel modo più completo in vista della venuta di Gesù, che
ritenevamo imminente. Migliaia erano coloro che si prodigavano dando l’annuncio
e diffondendo libri, opuscoli e giornali contenenti il messaggio. Purtroppo, però,
un’amara delusione aspettava coloro che vegliavano. Poco prima del giorno
definito, i fratelli che si erano recati in diverse località fecero ritorno alle loro case,
e tutti rimasero in attesa della venuta del loro Signore e Salvatore. Il giorno
trascorse, seguito da altre 24 ore, ma la tanto attesa liberazione non giunse.L’effetto di questa delusione può essere capita solo da quanti la subirono. I credenti
avventisti furono messi a dura prova con vari risultati. Alcuni si ritirarono delusi,
mentre una larga maggioranza continuò ad insegnare ed a sollecitare le persone,
sostenendo che i giorni non erano finiti. Altri ritenevano che i giorni erano finiti, sì,
ma ci sarebbe stato un chiarimento prima o poi. Tutti, eccetto questa categoria,
virtualmente rigettarono la precedente esperienza e rimasero immersi nelle tenebre
riguardo all’opera che il popolo avventista sarebbe stato chiamato a svolgere» The
Autobiography of Elder Joseph Bates, Steam Press of the Seventh day Adventist
Publishing Association, Battle Creek, Michigan, 1868, p. 300. «Egli non aveva più
nulla: né denaro, né arredamento domestico. Disponeva solo in giardino di un
piccolo raccolto di patate. I suoi vicini si erano offerti di acquistarlo ma egli aveva
rifiutato di venderlo perché – nella sua onestà – egli riteneva che non era giusto
venderlo in quanto essi non avrebbero tratto beneficio alcuno (dato che il mondo,
secondo la sua convinzione, sarebbe finito con la venuta di Gesù. NdT). Joseph
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
307
V Parte – Capitolo II
Bates aveva detto: “Lasciatele nel terreno come testimonianza della mia fede
nell’immediato ritorno in terra del Maestro”. In casa vi erano alcuni oggetti di rame
ed egli li prese e uscì a venderli e acquistare un po’ di farina. I ragazzi della strada
lo schernirono gridando: “Pensavo che ieri tu saresti salito in cielo”. Nel dirmi
questo, aggiunse: “Non potete avere idea dei sentimenti da me provati. Ero stato un
cittadino rispettato e avevo con sincera fiducia esortato le persone a prepararsi per
l’atteso cambiamento (che sarebbe derivato dall’avvento di Cristo. NdT). Con
questi sarcasmi scagliatimi contro, se la terra si fosse aperta per inghiottirmi,
sarebbe stata una cosa più dolce dell’angoscia da me provata”».
BOUTELLE Luther: «Il 22 ottobre passò lasciando indicibilmente tristi i
fedeli in attesa, mentre gli increduli e gli empi esultavano. Tutto era fermo. Nessun
giornale avventista pubblicato; nessuna riunione come in precedenza. Ognuno si
sentiva come abbandonato a se stesso. Senza nessuna voglia di parlare con altri.
Che tristezza trovarsi ancora in questo freddo mondo! Nessuna liberazione, perché
il Signore non era venuto. Non ci sono parole atte a descrivere la delusione di un
vero avventista di allora. Solo coloro che vissero tale esperienza possono essere in
grado di affrontare l’argomento. Tutti tacevano. Solo due domande erano sulla
bocca di tutti: “Perché siamo ancora quaggiù? Che cosa accadrà?” Tutti
interrogavano la loro Bibbia per sapere che cosa fare. In alcuni posti essi
cominciarono a riunirsi per cercare insieme un po’ di luce onde attenuare la
delusione provata. Non contento di starmene a casa, dopo un tempo così agitato, mi
recai a Boston… Trovai i fratelli del luogo in uno stato confusionale.
Organizzammo delle riunioni. Cercai di confortare meglio che potevo quanti vi
parteciparono, invitandoli a rimanere saldi nella fede…».
EDSON Hiram: «Durante quello che è chiamato movimento del settimo mese
nel 1844, io stesso con vari altri fratelli ero impegnato nella diffusione di
pubblicazioni sulla venuta di Cristo e nelle riunioni serali, private, in casa mia…
Essendo il vero grido: “Ecco, lo sposo viene!” fissato per il decimo giorno del
settimo mese, ed essendo stati istruiti che la venuta dello Sposo per il matrimonio
sarebbe stata realizzata con il secondo avvento di Cristo sulla terra (che era una
idea errata), noi aspettavamo fiduciosi di vedere Gesù Cristo e tutti gli angeli con
lui, e che la sua voce avrebbe risuscitato…. Le nostre aspettative erano andate
intensificandosi e così noi aspettavamo la venuta del Signore fino a che l’orologio
non segnò la mezzanotte. Il giorno era passato e la nostra delusione divenne una
dolorosa certezza. Le nostre più ambite speranze e aspettative erano andate deluse
e su noi si abbatté uno spirito di tristezza mai conosciuto prima. Era come se la
perdita di cari amici terreni non potesse essere paragonata al dolore da noi provato.
Piangemmo a lungo fino allo spuntare del giorno… Avevamo di che rattristarci e
308
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
delusione tra gli avventisti americani fece sparire la maggioranza di
coloro che avevano creduto. Quelli che rimasero si divisero in tre
gruppi. Il più numeroso rigettò tutto ciò che aveva sperato, creduto e
professato; il secondo gruppo si mise a fare nuovi calcoli, costantemente smentiti dagli avvenimenti; il terzo, restando fedele sia all’attesa del Maestro sia alla data profetica, sottomise a uno studio
approfondito la questione della “purificazione del santuario”.
L’epistola agli Ebrei riservava a loro una luce inattesa. Il
“santuario” che doveva essere purificato alla fine dei tempi non era la
nostra terra, ma il “santuario celeste”, che era stata prefigurata dai riti
e cerimonie del santuario levitico e corrispondeva a una fase del
giorno del giudizio chiamata: l’ora del giudizio. Questa fase del
giudizio doveva essere conosciuta e proclamata al mondo intero.
Si ritiene che la prima comprensione storica di questo testo di
Apocalisse 10, in questa prospettiva, sia avvenuta all’indomani delle
grande delusione. H. Edson così scriveva: «Dopo colazione dissi ad
uno dei miei fratelli: “Andiamo a vedere di incoraggiare qualcuno
dei nostri fratelli”. Partimmo e, mentre attraversavamo un grande
piangere su tutte le nostre più care speranze perdute» HIRAN Edsom, manoscritto
autobiografico, senza data, conservato nella Biblioteca Andrews.
MILLER William dal quale è venuto il movimento millerita dell’attesa del
Signore: «Il nono giorno (21 ottobre 1844) fu particolarmente notevole: avemmo
riunioni per l’intera giornata. Il nostro luogo di culto era gremito di persone
ansiose. L’indomani fu un giorno particolarmente solenne. Persino gli schernitori
tacevano e molti oppositori si limitavano ad osservare quanto stava accadendo. Il
giorno trascorse e in quelli seguenti (23 ottobre) fu come se i demoni del “pozzo
dell’abisso” si scatenassero su di noi. Quelle stesse persone che due giorni prima
gridavano per ricevere misericordia si unirono agli altri per sbeffeggiarci,
schernirci, minacciarci nel modo più blasfemo. Da allora più nessuno frequentò le
nostre riunioni» Estratto da una lettera al dott. I. O. Orr di Toronto, del 3
dicembre 1844. L’originale si trova nella raccolta di materiale avventista nella
Biblioteca dell’Università Aurora, nell’Illinois.
MORSE Washington: «Io con migliaia di altre persone esperimentai la grande
delusione del 22 ottobre 1844. Nessuno, se non coloro che l’hanno vissuta potrà
mai rendersi conto della nostra angoscia. La nostra esperienza fu simile a quella dei
discepoli di Cristo dopo la sua crocifissione» The Former Day, The Advent
Review and Sabbath, 10 marzo 1903.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
309
V Parte – Capitolo II
campo, mi fermai quasi a metà. Il cielo parve aprirsi davanti a me ed
io vidi in modo chiaro e distinto che il nostro Sommo Sacerdote,
anziché lasciare il luogo santissimo del santuario celeste per venire
su questa terra il decimo giorno del settimo mese, alla fine dei 2300
giorni, entrò in quel giorno nella seconda stanza del santuario, dove
aveva un’opera da compiere nel luogo santissimo di esso, prima di
ritornare… La mia mente fu rivolta al capitolo 10 del libro
dell’Apocalisse e potei vedere la visione che aveva parlato e che non
mentiva. Il settimo angelo aveva cominciato a suonare la sua tromba.
Noi avevamo mangiato il libretto che era stato dolce nella nostra
bocca e amaro nelle nostre viscere, rendendo amaro l’intero nostro
essere. Noi, pertanto, dovevamo profetizzare di nuovo».33
Il sorgere di un movimento mondiale
«E mi fu detto: “Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti
popoli e nazioni e lingue e re”» Apocalisse 10:11.
Questa parola - che avrebbe potuto prevenire l’errore del 1844 annunciava che l’opera era solo cominciata. Così, spiegato l’errore, il
nuovo compito fu coraggiosamente intrapreso e perseguito, al punto
che esso abbraccia oggi i cinque continenti del nostro pianeta.
Questo “ancora” (di nuovo), indica che in quel tempo malgrado
che tale testimonianza fosse già stata largamente fatta, bisognava
proseguire nel darla. Tu devi profetizzare di nuovo fino a quando il
mistero di Dio sarà compiuto e l’ultimo suono della tromba del
settimo angelo annuncerà la sua opera finita e la gloria completa.
Quest’opera in favore dell’umanità è realizzata dalla Chiesa che
agisce in conformità alla purificazione del Santuario celeste e che ha
ereditato e rivalutato le verità calpestate, riproponendo la grazia
dell’evangelo nella sua integrità.
All’indomani della delusione quel gruppo di credenti aveva delle
profonde convinzioni: la Bibbia quale Parola di Dio, il ritorno di
33
310
H. Edson, o.c..
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
Gesù e l’importanza del messaggio profetico. Si è ripetuto ciò che
avvenne secoli prima. E. Brunner scriveva: «Il più grande esempio di
scisma causato dall’impenitenza della Chiesa è quello della Riforma:
Lutero non voleva opporre una nuova chiesa a quella di Roma;
voleva rinnovare dal di dentro, e nello spirito del Vangelo, l’unica
Chiesa del suo tempo. Non è lui che si è separato, è la chiesa che lo
ha scartato. Fu la stessa cosa al tempo di Wesley (risveglio
metodista) e di Zinzendorf (chiesa morava). Questi uomini erano
lontani dal voler fondare una setta. Ma una chiesa che non li tollerava
li ha costretti a formare una comunità indipendente».34 Questri
credenti espulsi dalle numerose denominazioni del tempo conservavano le credenze e gli insegnamenti dottrinali delle diverse chiese di
appartenenza. La delusione fu fermento di riflessione, di studio della
Scrittura, di confronto, creando un ecumenismo dove ognuno non
continuava a credere alla propria tradizione, ma dove i propri
insegnamenti e convinzioni erano confrontati con quelli che Dio
diceva nella sua Parola. Così la delusione, drammatica per la realtà
del momento, divenne salutare, fermento di vita in cui la verità
dottrinale riemerse e ognuno prendeva le distanze da ciò che aveva
creduto, ma non corrispondeva alla Bibbia. La profezia divenne
elemento di identità per la propria missione.
La purificazione del santuario celeste, è un aspetto giuridico che
ha caratterizzato lo studio teologico della Chiesa avventista e ora
crediamo che sia giunto il tempo di riconoscere che questa realtà dei
cieli ha la sua ripercussione sulla terra con la purificazione del
Tempio di Dio, la sua casa, la Chiesa. Come il Tempio di Dio, il
Santuario in cielo, è stato profanato dai peccati e dell’infedeltà
dell’umanità, in terra la Chiesa ha manifesta la propria apostasia
continuando ancora oggi a non seguire la «sana dottrina» (2 Timoteo
4:3; Tito 1:9; 2:1), invocando ogni domenica la vergine e elevando
agli onori degli altari un nuovo beato o santo, dando credito alla voce
34
BRUNNER Emil, Les Églises, les groupes et l’Église de Jesus Christ, Labor,
Genève, s.d., p. 41.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
311
V Parte – Capitolo II
dell’avversario tinnovando l’affermazione: «Non morrete affatto»
Genesi 3:4,5 sarete immorali come Dio (1 Timoteo 1:17).
Il Santuario, il Tempio di Dio che è la Chiesa (2 Corinzi 6:16) allo
scadere del tempo profetico, a seguito all’azione dello Spirito di Dio,
del Dio che opera e si incunea nella storia degli uomini, sostiene i
propri figli affinché, il «luogo del suo riposo», l’ekklesia, risorga
dall’apostasia millenaria e ritorni a vivere ed esprimere l’insegnamento di Dio e la sua Verità.
Questo gruppo di credenti delusi del XIX secolo, che si presentava
con un patrimonio dottrinale che andava dall’arianesimo, all’inferno,
dall’anima immortale, all’osservanza del primo giorno della
settimana, che ancora oggi caratterizza, tranne l’arianesimo, il mondo
cattolico, protestante ed evangelico, ha conformato le proprie
dottrine ai soli insegnamenti della sacra Scrittura. La Bibbia è stata
considerata da tutti loro veramente come sola Scrittura, sola fede,
sola grazia.
A differenza delle denominazioni sorte dal XVII al XX secolo,
che si fonda sul pensiero e l’opera di uomini che sono stati grandi
davanti al Signore, forti della propria individualità e capacità, o di
singole congregazioni coagulate attorno al predicatore del momento
la Chiesa Avventista del 7° Giorno non si è costituita sulla comprensione e l’azione di una persona che ha dominato, influenzato il
gruppo. Non è stata la parola di un leader a emergere sulle voci
dell’insieme dei fratelli, non è stata una dottrina della tradizione
secolare che si è voluto e dovuto protrarre nell’ekklesia ed essere
accettata per il lungo tempo che è stata creduta. Pur verificandosi in
essa quei fenomeni di personalità che hanno caratterizzato la storia
della Chiesa,35 e la società in genere non è stata però da loro
35
La Chiesa Avventista riconosce il ministero profetico di Ellen Harmon
coniuga in White. La sua opera non è consistita nel rinnovare le dottrine del gruppo
che si costituiva, ma di esortare alla fedeltà agli insegnamenti che il gruppo
riscopriva come conformi alla Scrittura. L’opera di E. White può essere
considerata determinante allo sviluppo e crescita della Chiesa, ma nessuna dottrina
della Chiesa Avventista ha avuto alle sue origini, il pensiero o una qualsivoglia
312
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
determinata. La discussione, la difesa delle proprie convinzioni, la
critica a delle credenze fu forte, impegnata, ferma e a volte con punte
di asprezza, protraendosi anche nel tempo per diversi decenni,
conseguenza dell’attaccamento e all’importanza che si dava alla
Scrittura e al suo insegnamento accettato, ma di fronte all’evidenza
del così sta scritto, i credenti della nuova ekklesia si sono conformati
e hanno accettato e professato il «così ha detto l’Eterno».
Crediamo che si possa dire che non c’è stato nella storia della
Chiesa un fenomeno simile. Agli albori del cristianesimo l’ekklesia si
veniva a costruire a seguito della testimonianza, predicazione degli
apostoli e di altre persone. Successivamente si vengono a costituire
altri gruppi di fedeli come testimonianza ed attività evangelistica di
altri missionari. I movimenti di richiamo alla fedeltà degli antichi
insegnamenti ha costituito attorno al nuovo apostolo dei fedeli. I
movimenti della pre-Riforma mediante uomini di talento e di
indubbia personalità e fedeli propagatori hanno compiuto un’azione
straordinaria. I Riformatori sono stati un punto di riferimento che è
durato secoli. Altri gruppi ecclesiastici si sono venuti a creare a
seguito di personalità che si sono distinte. Con la Chiesa Avventista
c’è stato un fenomeno differente. La beata speranza del ritorno di
Gesù ha coagulato persone con differenti tradizioni ecclesiali, anche
fedeli e impegnati nelle proprie chiese di origine. Persone che hanno
cercato di mantenere e difendere la comprensione ricevuta e
condivisa della Parola di Dio che nel nome dell’incontro con il
Signore hanno saputo abbandonare se non in conformità alla sua
Parola.
Questo gruppo di credenti ha ereditato dalla Riforma la
giustificazione per fede. Riconoscendo i vari doni e ministeri che Dio
ha dato alla chiesa, ogni credente esprime il proprio sacerdozio nella
sua relazione con il Padre. Dal pietismo di Spener ha ereditato la
comprensione che il credente, mediante l’azione dello Spirito,
rivelazione avuta dalla Sig.a E. White, ma tutte coso state riscoperte dal confronto
con la Scrittura e riconosciute dai fedeli. Ogni dottrina che gli avventisti hanno
fatto propria fin dal loro costituirsi è stata il risultato di confronti di fratelli nella
fede, di forti personalità, a volte anche irruenti nei modi, con la Parola del Signore.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
313
V Parte – Capitolo II
trasformi la dichiarazione di salvezza per grazia in una rinascita a
nuova vita, e la comunione fraterna manifesti la santificazione
dell’essere rigenerati mediante le proprie azioni. Dal metodismo ha
ereditato lo studio sistematico della Scrittura e il rapporto che il
credente dovrebbe avere con essa ogni giorno. Ha continuato la
tradizione evangelica della separazione Stato Chiesa e, soprattutto
dai battisti ha assunto l’impegno alla difesa della liberta di vivere la
fede secondo la propria coscienza salvaguardando la libertà di
credere o di non credere. Dai puritani ha ereditato la lode al Signore
rispettando il proprio corpo, tempio dello Spirito santo e a non
danneggiarlo con alimenti, bevande, sostante che non rispettano le
leggi della salute. Dal fermento evangelico del risveglio ha
continuato la tradizione della solidarietà, delle opere caritative,
l’importanza del valore dell’istruzione, l’impegno personale nel
sostenere i programmi della Chiesa sia mediante la propria
collaborazione, sia con le proprie risorse economiche mediante la
restituzione della decima e la generosità nelle offerte, come espressione di fedeltà quale amministratori dei beni del Signore. Dai battisti
del 7° Giorno ha ereditato anche la tradizione storica di riconoscere
come giorno di riposo sacro all’Eterno il Sabato quale settimo giorno
della settimana, come prescritto dal IV comandamento di Dio e quale
principio risalente alla creazione, per il bene dell’uomo, prima ancora
del peccato. Dalla tradizione protestante ed evangelica ha saputo
cogliere il corretto insegnamento sulla natura dell’uomo, la non
immortalità naturale dell’anima, rifiutando le pene eterne quale
castigo di Dio e sebbene il regno di Dio germogli nel cuore del
credente a seguito della propria conversione, esso diverrà realtà alla
venuta del Signore che richiamerà alla vita il credente mediante la
resurrezione. Come gli evangelici hanno sempre espresso un’azione
di evangelizzazione in patria e nei paesi lontani, nello stesso modo,
rispondendo all’invito del testo biblico ad annunciare la Parola al
mondo intero, la Chiesa Avventista ha coinvolto i fedeli in una
missione planetaria diventando così l’unica Chiesa cattolica del
314
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
mondo protestante ed evangelo. Fa parte del proprio patrimonio
teologico, ereditato, da quanto attraverso i secoli, è germogliato della
corretta comprensione dei libri profetici di Daniele, dell’Apocalisse e
quanto scritto da Paolo, apportandovi anche un proprio contributo
specifico nella corretta comprensione di alcune sezioni della pagina
profetica. La beata speranza del ritorno di Gesù, che ha caratterizzato
la fede di un nuvolo di credenti attraverso i secoli continua ancora a
essere l’elemento dinamico della Chiesa Avventista. Quando ciò avrà
il suo compimento, allora il «venga il tuo regno», invocato da Gesù
nel Padre nostro (Matteo 6:10), si realizzerà e sarà vissuto nei
«nuovi cieli e nella nuova terra nei quali abiterà la giustizia» 2 Pietro
3:13. All’origine, questo gruppo di credenti non organizzato, ma
unito nella certezza della «beata speranza» del ritorno di Gesù, per
diciannove anni ha discusso sull’opportunità di darsi una struttura
amministrativa, istituzionalizzarsi e avendolo deciso ha evitato il
congregazionalismo e tutte quelle forme ecclesiali esistenti. Nel
rapporto con le autorità civili realizza la separazione Stato Chiesa. Si
è costituita in un modo tale, che pur sottraendosi anche a qualsiasi
forma di potere assoluto, si è organizzata creando un organismo
centrale divenendo l’unica chiesa cattolica evangelica nel mondo.
Oggi, dopo oltre un secolo e mezzo, la Chiesa Cristiana
Avventista del 7° Giorno, pur continuando ad essere una Chiesa di
minoranza, perché Chiesa confessante, esprime la sua cattolicità36
per condividere la propria comprensione della Parola di Dio. Con il
suo impegno evangelistico, sociale, di solidarietà, educativo,
sanitario è stimata e anche contrastata, e in suo favore si elevano voci
del mondo cattolico e protestante che riconoscono che la sua
teologia, pur non seguita, condivisa e a volte denigrata perché non
conforme alla maggioranza e alla tradizione, è pur tuttavia
riconosciuta in conforme alla Parola di Dio.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno riassume nel
proprio nome il ristabilimento delle verità dottrinali che l’apostasia
della cristianità nel suo insieme aveva abbandonato, pur conservan36
La Chiesa Avventista è presente in 215 paesi riconosciuti dall’ONU.
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
315
V Parte – Capitolo II
dole attraverso i secoli in pochi fedeli testimoni. Ha realizzato il
salto, che per secoli è stato auspicato che la Chiesa facesse, ritornare
alle proprie origini e lo ha fatto ereditando da quel tempo quanto era
stato conservato e trasmesso, che i movimenti pre-riformatori
avevano rimesso in luce, la Riforma ha riscoperto e il risveglio ha
fatto rigermogliare.
Nella Chiesa Avventista del 7° Giorno la Riforma teologica auspicata si è compiuta e la sua presenza nel mondo ne è una testimonianza.
Questa Chiesa ha accettato il principio che avrebbero dovuto
caratterizzare le Chiese sorte dalla Riforma del XVI secolo: Ecclesia
reformanda quia reformata – la chiese che si è riformata si riforma, e
la propria storia la testimonia. Neal C. Wilson, presidente della
Conferenza Generale degli Avventiste del 7° Giorno dal 1979 al
1990, nella prefazione dell’opera di G.R. Knight, Alla ricerca di
un’indentità, che sintetizza lo sviluppo delle dottrine avventiste
fondamentali, scrive: «è stato un privilegio per me essere osservatore
diretto, e anche parte in causa, del processo di ricerca di un’identità
teologica avventista per quasi 55 anni dei 150 presi in considerazione
in questo libro… All’inizio il dottor Knight ci pone di fronte a una
situazione ipotetica, ma particolarmente delicata. Sottolinea il fatto
che la maggior parte dei fondatori e dei pionieri della Chiesa
Avventista del 7° Giorno se avessero dovuto sottoscrivere i 27 punti
delle attuali dottrine fondamentali si sarebbero uniti alla chiesa con
riluttanza… Questo libro dimostra con chiarezza che gli avventisti
sono sempre stati pronti a modificare, cambiare, rivedere convinzioni
e comportamenti ogni volta che scoprivano nelle Scritture delle
buone motivazioni per farlo. Ecco perché nel prologo delle dottrine
fondamentali si legge: “Una loro revisione (di queste dottrine) può
essere fatta solo in occasione di un’assemblea della Conferenza
Generale… verso una comprensione più completa della verità biblica
o ha trovato un linguaggio migliore per esprimere gli insegnamenti
316
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Il sorgere di un movimento mondiale
della Parola di Dio”37».38 Riteniamo che un ulteriore affinamento alla
Parola di Dio continui nel presente e si compia nel futuro. Del resto
ogni membro dell’ekklesia può argomentare una propria comprensivone della Parola del Signore che potrà essere motivo di riflessione,
studio, discussione, accettazione nell’ekklesia, nella sua ecumene,
qualora sia fondata pienamente sulla Scrittura.
Come le chiese nelle quali gli apostoli hanno compiuto il loro
ministero, avevano bisogno di essere richiamate alla perseveranza e
alla fedeltà così anche la Chiesa Avventista del 7° Giorno, pur
camminando verso il compimento della Parola del Signore, soffre
delle contraddizioni, delle miserie e della pochezza della natura
umana. Il Signore «conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo
polvere» Salmi 103,14.
37
Manuale di Chiesa, ed. ADV, Falciani 2001, p. 9.
WILSON Neal C., prefazione, KNIGHT George R., Alla ricerca di un’identità
– sviluppo delle dottrine avventiste fondamentali, ed. AdV, Falciani 2002, pp. 7,8.
38
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
317
V Parte – Capitolo II
318
Perché la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno
Capitolo III
IL VANGELO ETERNO
Il mondo cristiano può essere sommariamente diviso in tre parti:
- Chiesa cattolica romana
- Chiesa Ortodossa e orientale
- Chiese protestanti ed evangeliche.
La Scrittura esprime sulla Chiesa cattolica romana un giudizio
senza appello. È espresso nei confronti del sistema papale, non sugli
uomini e sul suo esercito di religiosi, religiose e fedeli dei quali il
Signore conosce i cuori. Non sta all’uomo di giudicare il fratello.
Roma si considera la depositaria della tradizione apostolica, si pone
al centro della cristianità e per lei chi è al di fuori della propria
giurisdizione è invitata a ritornarvi. Con cerchi concentrici accoglie
le religioni monoteiste e di altra natura. La Chiesa Cattolica partecipa
fattivamente ai lavori del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma non
è membro proprio per la sua visione di Chiesa considerandosi madre
e detentrice della salvezza. Dopo secoli e millenni di storia non si è
riformata, anche se la situazione, dopo il Concilio Vaticano II, si è
modificata. Dottrinalmente, come abbiamo indicato nella sezione
dell’apostasia non ha avuto nessun cambiamento e si hanno motivi
per affermare che il futuro consoliderà la tradizione.
La Chiesa ortodossa è stata ed è, essa stessa intollerante nelle
nazioni dove è sostenuta del potere dello Stato. Pur essendo membro
del Consiglio Ecumenico delle Chiese non rinuncia al proprio
autoritarismo e crediamo che le parole del patriarca Alessio II, della
Chiesa Ortodossa russa esprima bene un pensiero condiviso dagli
ortodossi. Il Corriere della Sera riporta, il 27.8.2004, una intervista
nella quale si legge: «L’unità dei cristiani è un affare dello Spirito
santo ed è raggiungibile … nella dottrina della Chiesa delle origini e
indivisa; nella pienezza che viene conservata dalla Chiesa ortodossa».
Dottrinalmente l’apostasia della cristianità è tutt’oggi patrimonio
comune a tutte le chiese ortodosse. Abbandonare credenze e prassi
che hanno secoli di storia, senza essere profeti di sventura, crediamo
sia un orientamento inesistente.
V Parte – Capitolo III
Il mondo protestante nella sua divisione, per acquisire una
maggiore efficacia e cessare lo scandalo dell’intolleranza reciproca
ha dato origine all’ecumenismo. Tutte le chiese storiche vi fanno
parte e anche delle chiese evangeliche. L’ecumenismo considera la
divisione delle chiese protestanti come una ricchezza della grazia,
perché ogni Chiesa condivide un patrimonio comune della fede ed è
portatrice di aspetti peculiari che sono di ricchezza per tutta
l’ecumene. Apparentemente è un pensiero di libertà e di grandezza,
ma nella realtà conserva e radicalizza le chiese nelle proprie
tradizioni ed errori storici. C’è da chiedersi se non si attribuisca allo
Spirito questo scandalo non solo della divisione dell’ekklesia, ma che
continui a proporre per verità dottrine e prassi non in conformità alla
rivelazione. L’ecumenismo non è un incontro di Chiese attorno alla
Parola di Dio per attingervi la «sana dottrina» e adeguarvisi, ma un
incontro di Chiese attorno e con la Parola di Dio che conservano i
propri steccati e tradizioni. Le Chiese si sono avvicinate tra loro e si
rispettano, ma l’allontanamento dalle verità apostoliche non sono
state annullate. La teologia liberale, nel mondo protestante, ha
sradicato le radici del proprio patrimonio storico e disorientata vede
un possibile connubio con la Chiesa madre. L’ostacolo al ritorno,
all’integrazione con Roma è nel culto alla Vergine e nell’arroganza
della supremazia del potere papale. Roma sa attendere, e il colonnato
del Bernini esprime la larghezza e l’estensione delle sua braccia.
La maggioranza delle Chiese evangeliche e comunità indipendenti non fanno parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma anche
loro, pur essendo delle Chiese confessanti, ed esprimenti un atteggiamento anticlericale, conservano gli errori della chiesa post apostolica: errata comprensione della grazia nel rifiuto di un comandamento
del decalogo, credenza dell’immortalità dell’anima, pene eterne
dell’inferno e l’impegno a stabilire la santificazione dello pseudo
giorno del Signore, cioè la domenica. Il carismatismo, che caratterizza il mondo evangelicale, in aggiunta agli errori appena indicati,
saranno gli elementi, pur nella separazione da Roma, elementi per
una santa alleanza.
320
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
Il filosofo anglosassone Bertrand Russel scriveva: «I1 mondo ha
bisogno di un profeta il quale proclami, con la voce in cui si
uniscono le potenze del tuono ed il più profondo senso di compassione, che la strada su cui sta andando l’umanità è una strada sbagliata,
una strada che porta alla morte e all’estinzione di ogni speranza...».1
Il teologo valdese Vittorio Subilia scriveva: «Le Chiese devono
mettersi alla ricerca di una via nuova. Questa via con ogni probabilità
sarà diversa tanto dalla via seguita in questo cinquantennio di
ecumenismo, quale ora ci appare nelle sue evoluzioni più recenti,
quanto dalle prospettive proposte dal Concilio Vaticano. Questa via
con ogni probabilità non seguirà neppure la pista che le viene offerta
dai miti del dialogo, del servizio, del comunitarismo, che hanno
conferito alla Cristianità della nostra generazione una vitalità fittizia,
illudendola di inserirsi nel mondo col fermento del vangelo, mentre
si tratta troppo spesso della consacrazione religiosa dell’etica corrente della società borghese e marxista per superare la crisi di trasformazione delle sue strutture. C’è dunque da presumere che la via non
potrà essere né tradizionale-conservatrice, né ecumenica, né vaticana,
né marxista. Allo stato attuale delle cose nessuno è in grado di
indicare in anticipo quale sarà il tracciato di questa nuova via: a
meno che nella nostra generazione sorga un «profeta», che pronunci
una parola tale da liberarci dalla nostra disorientata e amara
inquietudine di uomini alla ricerca di qualche cosa che non sanno né
esprimere né individuare, ma che segretamente sanno essere
l’essenziale e che non trovano in nessuno degli indirizzi noti. Si può
soltanto dire - ma si deve dirlo - che l’udienza e l’autorità che il
messaggio cristiano potrà ancora avere nel mondo di domani,
dipenderà dalla capacità o meno di trovare questa via».2
Per il tempo della fine un messaggio particolare viene messo in
evidenza nel testo biblico.
1
RUSSEL Bertrand, Ritratti a memoria, ed. Longanesi, Milano, p. 243.
SUBILIA Vittorio, La nuova cattolicità del cattolicesimo, ed. Claudiana,
Torre Pellice 1967, pp. 302,303.
2
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
321
V Parte – Capitolo III
Con Apocalisse 14 si giunge al punto culminante dello scritto di
Giovanni. All’inizio del capitolo viene dipinta la conseguenza
dell’ultima battaglia tra l’opera di seduzione e la fedeltà alla Parola: i
vincitori sono con l’Agnello sul Monte Sion. La conclusione del
capitolo, dal versetto 14, presenta il Signore che ritornando li
raccoglierà. Nella parte centrale, dal verso 6 al 13, l’apostolo
tratteggia l’opera finale che i fedeli devono compiere per far
conoscere il progetto di Dio fino al compimento della storia. Questo
testo di Apocalisse 14, è la realizzazione di Marco 13:10, Matteo
24:14 che riportano le parole di Gesù quando afferma che il Vangelo
sarà presentato al mondo intero, a tutti i suoi abitanti e allora si
realizzerà lo scopo dell’evangelizzazione: il Regno eterno di Dio.
Con questa sezione dell’Apocalisse l’umanità è posta davanti a un
bivio le cui strade hanno delle conseguenze eterne o nella vita o nella
morte. Presenta delle visioni premonitrici. Annuncia la crisi finale.
Chiama l’umanità al pentimento, ma soprattutto sollecita l’ekklesia a
restare salda nella lotta, poiché la vittoria è già stata acquisita e il
riposo di Dio è promesso ai credenti fedeli.
La visione dell’annuncio del vangelo eterno si situa in questa
prospettiva. Dio, nel tempo che giudica il mondo, fa conoscere il suo
Vangelo a tutti gli uomini e a tutti i popoli. E questo Vangelo, che
viene definito «il Vangelo eterno», come la stessa espressione indica,
non presenta nulla che non sia già stato proposto dal principio: è
quanto creduto dai patriarchi, da Abrahamo, Isacco, Giacobbe, da
Mosè, da Israele, dai profeti, insegnato da Gesù e predicato dagli
apostoli. È eterno, cioè non è nuovo è l’annuncio della grazia già
proposta nell’Eden, mediante la quale gli uomini trovano la vita e
fuori dalla quale regna la morte. È eterno per le sue conseguenze.
A conclusione del capitolo 10, l’angelo aveva detto a Giovanni,
quale rappresentante della Chiesa dei tempi della fine: «Bisogna che
tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re».
Coloro che sono incaricati di annunciare «il Vangelo eterno» si
caratterizzano dall’osservanza dei comandamenti di Dio e dall’avere
la fede in Gesù (Apocalisse 14:12). Queste caratteristiche Giovanni
le ha già indicate alla conclusione del capitolo 12, dove ha presentato
322
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
la progenie finale della cristianità fedele, generata dopo il dominio
millenario papale, che vive nel mondo «serbando i comandamenti di
Dio e ritenendo la testimonianza di Gesù» verso 17.
L’apostolo, nel testo che prendiamo in esame vede tre messaggeri, che mettono in risalto un appello particolare. Dalla proclamazione del loro triplice messaggio, che è come un “ultimatum” rivolto
all’umanità, con il quale si viene a creare la pienezza del rimanente
del Popolo di Dio che, con perseveranza e fedeltà, aspetta la manifestazione della gloria di Cristo.
È contemporaneamente profetico ed evangelico. Profetico nel
senso che riassume l’insegnamento dei profeti parlando del tempo
della fine; evangelico, perché è una buona novella che si estende al
mondo intero, perché esprime la vittoria della verità sull’errore,
della Parola di Dio sulla falsità.
Questo annuncio al mondo fa eco alle parole del precursore del
Messia: Giovanni Battista, il quale preparava la via al Signore.
Gli angeli che annunciano i messaggi finali, rappresentano i porta
parola della fine. Come il Battista era definito «angelo» Matteo
11:10; Marco 1:2; Luca 7:27 per la sua missione in Israele, così lo è
il rimanente nel tempo della fine per il proprio mandato che deve
compiere nel mondo intero. L’annuncio del vangelo, l’invito al
ravvedimento e alla conversione, è sempre stata affidata a degli
uomini e da loro compiu-ta.
In questa nostra sezione prenderemo in considerazione solo il
primo dei tre messaggi di Apocalisse 14.3
«Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante
l’evangelo eterno per annunciarlo a quelli che abitavano sulla terra,
e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo: e diceva con gran voce:
“Temete Iddio e dategli gloria poiché l’ora del suo giudizio è
venuta; e adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le
fonti delle acque”» Apocalisse 14:6,7.
3
Per una esposizione di questi messaggi vedere il nostro lavoro Quando la
Profezia diventa Storia, capitolo XVI.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
323
V Parte – Capitolo III
Il primo angelo vola in mezzo al cielo «vola allo zenit, cioè,
secondo le idee dell’epoca, nel punto del cielo in cui può essere visto
e sentito dagli uomini sparsi su tutta la superficie della terra. Questa
posizione dell’angelo indica di primo acchito l’universalità del suo
messaggio, destinato a tutti gli uomini e portato alla conoscenza di
tutta l’umanità».4
È un messaggio di speranza che annuncia che la tragedia umana è
giunta alla sua fine.5
Questo primo quadro presenta quattro particolari:
- annuncio dell’evangelo eterno in tutto il mondo;
- invito a temere Iddio e dargli gloria;
- l’ora del suo giudizio è venuta;
- adorare il Creatore, ricordare la sua realtà perché è lui che ha fatto
ogni cosa.
È proprio ciò che la nostra società ha immensamente bisogno.
Annuncio del vangelo eterno in tutto il mondo
Il vangelo eterno è di una vastità immensa. Esso comprende:
preesistenza di Gesù, il quale era con il Padre «avanti che il mondo
fosse»; l’incarnazione, l’insondabile mistero per cui «la Parola è stata
fatta carne»; la vita di Gesù con i suoi insegnamenti, con i suoi
miracoli, il suo amore, manifestato nelle parole e negli atti; la croce
con la redenzione dell’uomo; la tomba vuota, che attesta la
resurrezione con potenza a seguito della quale Gesù è stato dichiarato
il Figlio di Dio; l’ascensione di Gesù al cielo e il suo secondo
avvento promesso alla sua ascensione e in altre dichiarazioni.
Il vangelo eterno comprende ancora qualcos’altro di molto
importante per voi e per me: il ministero di Gesù nel cielo a partire
dalla sua ascensione fino al suo ritorno. Gesù è più che un personag4
MASSON Charles, L’Evangile éternel de l’Apocalypse XIV:6 à 7. Homage et
reconnaissance à Karl Barth, Delachaux et Niestlé, Paris - Neuchâtel 1946, pp. 63,
64.
5
Vedere DOUKHAN Jacques, Le cri du ciel, Dammarie les Lys 1996, p. 172.
324
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
gio storico, è più che la speranza di eternità dei cristiani. In cielo è il
garante della salvezza perché la vita del credente «è nascosta con
Cristo in Dio». Vi è un altro aspetto del ministero di Cristo nel
santuario celeste: non è soltanto il rappresentante dei credenti, ma
anche come giudice in quanto «il Padre non giudica alcuno, ma ha
dato tutto il giudizio al Figlio».6
Quanto viene annunciato con forza non è diverso da quanto
hanno insegnato gli apostoli. È lo stesso vangelo riportato alla luce
negli ultimi tempi. È il vangelo che affonda le sue origini nella verità
eterna di Dio, trasmessaci dalla sua Parola, e che ha una ripercussione eterna per tutti coloro che l’accettano. È il vangelo che
permette di cogliere nel presente, tramite la fede, la presenza di Dio,
quando non la si sente. Permette di gioire delle beatitudini che Gesù
ha presentato nel suo sermone sul monte. Invita gli uomini a
rispettare Dio e ad osservare le sue leggi. Questo vangelo è quello
inalterabile, permanente che, pur contrastato dall’Avversario, rimane
intatto. La precisazione che viene fatta fa pensare che ci sia stato
nella storia un tempo nel quale sia stato anche insegnato e accettato
in una forma alterata e per questo motivo, prima del ritorno del
Signore, bisogna che sia fatto conoscere nell’integrità della verità.
È l’annuncio che realizza quella Riforma, che a seguito dell’apostasia dei primi secoli la cristianità attende. Questo messaggio
riguarda il tempo della fine, precede la venuta del Signore.
Questo vangelo e la buona notizia, è quella parola che
raggiungendo l’uomo gli offre quel bisogno di pace con se stesso,
con gli altri e con Dio; gli fa sentire il perdono delle sue
contraddizioni, errori e sconfitte. È la buona notizie che riempie di
senso la propria esistenza e il cui orizzonte non è una speranza di
augurio di un qualcosa, ma la consapevolezza di avere accolto,
afferrato ciò che da sempre l’uomo cerca senza trovarlo.
6
Vedere PEASE Norval F., Con Cristo nel Santuario celeste, in Il Messaggero
Avventista, numero speciale, novembre 1965, pp. 11,12; vedere Giovanni 17:5;
1:14; Romani 1:4; Atti 1:11; Colossesi 3:3; Giovanni 5:22.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
325
V Parte – Capitolo III
Questo messaggio di salvezza è annunciato «con gran voce». È
per coloro che, al contrario di Abrahamo, che si considerava pellegrino e forestiero in questo mondo, abitano sulla terra, cioè hanno fatto
della terra la loro fissa dimora, il loro regno, si sono installati, seduti,
fermati, abbarbicati, legati, inchiodati. È rivolto a coloro che non
hanno altro orizzonte che i confini geografici della propria casa,
nazione, mondo. J. Mager fa notare che l’espressione «risiedono
sulla terra» è presentata con il verbo greco kathêsthai che in
particolare rievoca la dignità del Signore «seduto» sul suo trono
(Apocalisse 4:2,3,9,10; 5:1,7,13; 6:16; 7:10,15; 19:4; 20:11; 21:5).
Si chiede quindi: «Gli uomini degli ultimi tempi considerano la terra
come un seggio regale, dove potere “troneggiare”, come dei monarchi? Si comporterebbero come dei despoti dopo aver conquistato
tutto il pianeta, troppo felici di aver sfruttato le sue risorse? O
piuttosto questa espressione lascia intendere che essi non credono
che ai valori materiali, immanenti, perché hanno rigettato ogni forma
di trascendenza? Comunque sia, la formula profetica (“coloro che
risiedono sulla terra”) svela lo stato dell’umanità proprio prima della
parusia. Gli uomini dominano, ma nello stesso tempo sono asserviti
dalle loro proprie passioni; idolatrano la materia pur sfruttando
sconsideratamente le risorse naturali. Che atteggiamento contraddittorio! Pongono le loro speranze nel terrestre e nello stesso tempo
distruggono il pianeta (Apocalisse 11:18c). Pur tuttavia, il Dio
d’amore cerca un’ultima volta di raggiungere questi umani attaccati
ai valori qui in basso, in rivolta contro il Creatore, occupati a sfuggirlo con ogni mezzo. Pieno di compassione li invita a ritornare a lui».7
Abbiamo qui presentato, per il tempo della fine, il compimento
della Riforma: dare ai credenti, quale sacerdozio universale, la
predicazione del vangelo depurato dalle incrostazioni sincretiste che
hanno impoverito la Chiesa attraverso i secoli. La Riforma, sorta con
il desiderio di proporre: “sola Scrittura, sola Grazia, sola Fede”, non
7
MAGER Johannes, Proclamer le Message Prophétique: Mission Permanente
de l’Eglise, in AA.VV., Prophétie et Eschatologie, Conférences Bibliques Division
Eurafricaine, vol. II, 1982, p. 142.
326
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
è riuscita nel suo intento perché essa stessa, pur in buona fede, nella
sincerità di coloro che l’hanno proposta e accettata, ha conservato
troppi errori ereditati dalla Chiesa di Roma; non ha annunciato un
vangelo eterno, ma un vangelo che risentiva del pensiero corrotto
dell’uomo, esprimendosi come chiesa multitudinista e non confessante.
In un tempo in cui l’uomo si fa la propria religione da sé,
frequenta i supermercati dello spirito, prende, lascia e scambia ciò
che gli sembra meglio, fa la scoperta dell’incontro con il Dio che gli
parla e gli si rivela.
«Il vangelo eterno» è cogliere il progetto, la volontà di Dio di
stare con l’uomo. Vedere realizzato nella storia e fare l’esperienza
nella propria vita del Dio che viene a incontrarci, e rispondere al
bisogno di eternità che c’è nel cuore dell’uomo e che cercato a tutti
gli indirizzi non hanno soddisfatto appieno e rigenerato la propria
identità.
«Il vangelo eterno» è fare l’esperienza dei discepoli del Maestro
che entrando nelle case degli altri possono dire, non per ripetere un
ordine, ma per condividere un’esperienza: «Pace a questa casa!» e
aggiungere: «Il regno di Dio si è avvicinato a voi», ed essere
nell’allegrezza perché i propri «nomi sono scritti nei cieli» Luca
10:5,9,20.
L’invito di «temere Iddio e dargli gloria», «si rivolge a una
umanità idolatra e superstiziosa sedotta dalla bestia e dal falso
profeta... Il primo passo richiesto da questa umanità è che essa
riconosca l’autorità sovrana di Dio e l’onori come Dio vuole essere
onorato».8
Invito a temere Iddio e dargli gloria
«Temere Dio, non nel terrore ma nel rispetto,... non solamente
con le labbra, ma con una conversione totale».9 Il verbo fobéo,
8
C. Masson, o.c., pp. 64, 65.
C. Brütsch, o.c., p. 245. Se paura ci deve essere non è tanto nei confronti di
Dio, ma di utilizzare in un modo sbagliato la nostra libertà per allontanarci da lui.
9
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
327
V Parte – Capitolo III
temere, non significa avere paura, ma rispetto, riverenza, venerazione. Non è un sentimento, esprime un comportamento religioso. Il
timore-rispetto per l’Eterno è la manifestazione della conversione. «Il
timore dell’Eterno è il principio della sapienza», «è odiare il male», è
trovare piacere nei comandamenti di Dio, perché «temere Dio ed
osservare i suoi comandamenti è il tutto dell’uomo». Temere Dio è
un atto di fede, ma anche un atto di obbedienza alla sua legge.10
«Temere Dio significa essere attenti al bene, al diritto, al giusto…
Ogni passo, ogni decisione, ogni opera e ogni pensiero sono posti
sotto il controllo dell’alto. È per questo che il temere Dio costituisce
un leitmotiv importante nella letteratura di saggezza».11
Riconoscere Dio come Creatore, Giudice e Signore significa
prendere Dio sul serio.
«L’ora del suo giudizio è venuta» - tempo nel quale si colloca il primo
appello
L’urgenza di questo primo appello è motivata dal giudizio:
«L’ora … è venuta». Oltre a mettere in risalto un particolare aspetto
dell’insegnamento biblico, è un invito a prendere una decisione in un
breve tempo, non motivata dalla paura, ma dal vangelo, dall’amore
che Dio ha per l’uomo.
Questa precisazione ci permette di collocare la predicazione in
un’epoca ben determinata: nel tempo della fine, nel tempo che
10
Salmo 111:10; Proverbi 1:9; 9:10; 8:13; Ecclesiaste 12:15; Deuteronomio
4:10; Esodo 20:20; Ezechiele 12:13; Apocalisse 12:17.
C’è da chiedersi se questo messaggio che invita ad avere rispetto nei confronti
di Dio possa essere messo in contrapposizione al potere che Daniele ha descritto
nel suo capitolo 7 che avrebbe «cambiato i tempi e la legge», che l’apostolo Paolo
riprende nella sua seconda lettera ai Tessalonicesi 2:3,4 presentandolo come
«empio», «avversario», «che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od
oggetto di culto; fino a porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e
dicendo ch’egli è Dio», che Giovanni presenta nel capitolo 13. Questa istituzione
avrebbe proferito parole arroganti, bestemmie nei confronti di Coloro che erano nel
santuario celeste.
11
J. Doukhan, o.c., p. 173.
328
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
precede il ritorno del Figlio dell’uomo, nel tempo in cui Cristo Gesù,
come sommo Sacerdote, compie la sua opera di giudizio nel Santario celeste.
Sebbene il vangelo predicato sia quello degli apostoli, questo
messaggio del primo angelo verte sul giudizio che sia Gesù e i suoi
discepoli hanno collocato in un tempo lontano. La predicazione
apostolica consisteva nel testimoniare ai loro contemporanei che la
grazia di Dio era apparsa, e non si proponeva altro che far conoscere
Cristo e Cristo crocifisso. Per loro il tempo del giudizio è «a venire»
diceva Paolo a Felice, e ad Atene ricordava che Dio giudicherà il
mondo con giustizia.12
L’annuncio di questo messaggio non corrisponde a ciò che ha
caratterizzato il risveglio della Riforma del XVI secolo e dei vari
movimenti di Risveglio che si sono susseguiti fino al XIX secolo. La
Riforma verteva essenzialmente sulla “giustificazione per fede”, non
ebbe un carattere universale, e fu circoscritta alla sola Europa. Il
tema della Riforma era: “sola grazia”.13 L’insegnamento della
12
Atti 17:31; 24:25; Daniele 7:13; Tito 2:11,12; 1 Corinzi 2:21.
Nel XVI secolo, all’epoca della Riforma diversi teologi luterani hanno creduto
di vedere in Lutero l’angelo dell’Apocalisse, altri hanno identificato l’angelo di
Apocalisse 14:16 con il luteranesimo e altri ancora con la Riforma in generale
(vedere VAUCHER Alfred Félix, Le Jugement, 1966, p. 13) ma queste aspettative
sono state disattese.
«Già nel 1530 (Lutero) era convinto che la fine fosse imminente e che essa
arrivasse con una rapidità catastrofica. Decise allora di pubblicare immediatamente
la sua traduzione di Daniele, al fine di potere compiere la sua opera prima del
grande e terribile giorno del Signore. Espresse lo stesso timore che la venuta del
Signore si sarebbe manifestata prima che avesse terminato la traduzione delle
Scritture. Restò in questa ardente attesa escatologica fino alla sua morte, ma
calcolò sempre di più il momento della fine. Nel 1541 pubblicò un libro intitolato
Supputatio annorum mundi che fece ristampare nel 1545, in una edizione
aumentata. In questo libro calcolò gli anni della storia secondo il vecchio stile
patristico, e trovò che l’anno 1540 dopo Gesù Cristo doveva corrispondere all’anno
5500 dopo la creazione. Cinquecento anni dovevano ancora passare prima
dell’eterno sabato ma il Signore aveva promesso di abbreviare il tempo per amore
dei suoi eletti. Come il Signore stesso non era stato tre giorni e tre notti intere nella
tomba, così pure il giorno della resurrezione della Chiesa sarebbe stato affrettato.
13
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
329
V Parte – Capitolo III
Riforma voleva riportare la Chiesa all’origine apostolica, ma non è
riuscita, come non sono riusciti i vari movimenti che si sono susseguiti.
Questa predicazione è quella del tempo della fine. Il brano del
testo biblico che segue il triplice messaggio, come abbiamo detto,
descrive la mietitura e quindi ciò che viene annunciato all’umanità ha
lo scopo di preparare e portare a compimento il popolo di Dio per il
suo Regno. Ciò corrisponde alla predicazione iniziata nella metà del
XIX secolo e che continua nel nostro in vista della «consumazione
dell’opera missionaria sulla terra».14 È nel nostro tempo che il quadro
profetico si sta compiendo nella storia e possiamo dire con A.
Berthoud: «Se siamo attenti ai segni dei tempi, sembra proprio di
essere nell’epoca descritta nei termini di Apocalisse 14:6».15
L’appello fa riferimento a quanto è iniziato alla scadenza dei
2300 anni profetici di Daniele, l’opera del giudizio con la sua conseguente purificazione del Santuario celeste e purificazione dell’Ekklesia.
Si ha quindi in Apocalisse 14 la realizzazione di quanto viene
ordinato nel capitolo 10 al popolo di Dio, rappresentato dall’apostolo
Giovanni, che avendo divorato il «piccolo libro» del profeta Daniele
gli viene detto: «Bisogna che tu profetizzi sopra molti popoli e
lingue e re».16
La Chiesa di Dio annunciando «l’evangelo eterno», purificato da
secoli di apostasia, insegna la verità e realizza questo mandato.
Mentre sulla terra avviene questa proclamazione della salvezza,
in cielo si compie il giudizio preliminare, che precede il ritorno di
Gesù, presentato da Daniele 7, dove i libri che descrivono le opere
Tutt’al più cento anni potrebbero ancora passare prima della fine» TORRANCE
T.F., Les Réformateurs et la fin des temps, in Cahiers Théologiques, n. 35,
Neuchâtel, p. 16.
14
GODET Frédéric, Études Bibliques - Nouveau Testament, 5a ed., Neuchâtel
1888, p. 321.
15
BERTHOUD Aloys, Le drame de la fin, Lausanne 1922, p. 25.
16
Apocalisse 10:11. Vedere il nostro precedente capitolo - Il Sorgere di un
movimento mondiale.
330
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
degli uomini vengono aperti e il Re entra nella sala delle nozze per
vedere se tutti gli invitati hanno l’abito di giustizia e allontanare
coloro che, pur avendo risposto all’invito e avendo fatto parte della
Chiesa, non hanno però accettato la sua grazia e quanto il Signore ha
fatto e ha preparato per loro.
Riguarda il tempo della chiesa di Laodicea, il cui nome indica la
Chiesa del tempo del giudizio dei popoli alla quale Gesù si presenta
come «il testimone fedele e verace, il principio della creazione di
Dio».
L’appello che la Chiesa proclama nel tempo del giudizio
preliminare riguarda la conoscenza, e l’adorazione del Creatore
(Apocalisse 3:14; 14:7).
Nel XIX secolo si assiste alla messa in discussione dell’esistenza
di Dio e del suo Regno in nome del socialismo reale; dell’opera
creativa di Dio nel nome dell’evoluzione; del valore della rivelazione
biblica nel nome della ragione.
Fino ai primi decenni del XIX secolo il vivere degli uomini nel
corso dei secoli si è svolto su un piano alquanto lineare. Dal XIX
secolo, la linea del “progresso”, se la possiamo tracciare su un
grafico, ha avuto una curva verso l’alto presentandosi oggi in forma
pressoché verticale.
In campo militare, si passa da guerre campali a guerre totali. Non
è più una nazione contro un’altra, è un blocco contro un altro.
Nel campo tecnico si costruisce la macchina a vapore, si creano
le prime automobili, si vola e le distanze si accorciano.
L’èra industriale ha fatto sognare la trasformazione del pianeta
Terra in un’Eden paradisiaco mediante la tecnologia. Oggi si è
consapevoli di aver esagerato, di aver sognato a occhi aperti, c’è
bisogno di meglio regolamentare lo sviluppo e la natura presenta il
conto dei danni perpetrati.
L’èra industriale e il progresso tecnico sono alla base del rinnovamento socio-politico del marxismo, movimento filosofico che in
breve tempo, per la sua carica ideologica, conquista milioni di
persone. Usando gli stessi mezzi dei potenti che lo hanno preceduto,
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
331
V Parte – Capitolo III
cerca d’imporsi con la propaganda e la violenza. La sua filosofia di
carattere universale è in favore della masse lavoratrici. Essa
«oltrepassa tutte le filosofie sorte nell’Evo Moderno e che peraltro le
avevano preparato la strada; dall’Illuminismo al Positivismo, dall’Idealismo all’Esistenzialismo, dallo Storicismo a tutte le filosofie
laiche moderne e ogni forma di ateismo moderno filosofico.
L’ateismo marxista non è teorico, ma è un ateismo pratico; si
presenta come un messianismo destinato a trasformare il mondo
mediante una palingenesi sociale, diretto a sostituire al paradiso
dell’oltretomba il paradiso in terra».17 Il marxismo, prima della
caduta del muro di Berlino, osservava J. Brun, era considerato il
tutore di tutti coloro che cercano il pensiero confortevole della verità
indiscutibile e del senso unidimensionale. Per questo numerosi sono
stati i pastori e i preti che hanno camminato al passo dietro alla
bandiera della demitizzazione il cui colore ha fatto capire che la
stella rossa avrebbe sostituito quella di Betlemme. In effetti, se si
demitizza l’escatologia, si trova la storia; se si demitizza il male,
trova l’alienazione e lo sfruttamento degli uomini sugli uomini; se si
demitizza la Chiesa, si trova l’umanità; se si demitizza il
combattimento contro Satana, troviamo la lotta contro il capitale; se
si demitizza il Regno e il Paradiso, troviamo la società senza classe;
se si demitizza la crociata, troviamo la guerra rivoluzionaria; se si
demitizza la lotta del bene contro il male, troveremo il buon
combattimento della Sinistra contro la Destra; se si demitizza la
grazia, troviamo la praxis; in breve, se si demitizza il Cristianesimo,
troviamo la politica marxista che metterà la Rivoluzione sul trono
della Redenzione.18 Malgrado il bisogno religioso che è sempre vivo,
anche se assopito, si vuole costruire una società, un mondo
paradisiaco senza Dio e senza bisogno del Salvatore!
Il Settecento, l’epoca dei lumi, ha preparato l’uomo ai profondi
sconvolgimenti del XIX secolo. L’uomo si è staccato da considerate
17
SABADIN Gavino, La storia come Passato presente e futuro, 1967, p. 55.
Vedere BRUN Jean, Idéologie de la démythisation, in La Revue Reformée, n.
103, 1975/3, pp. 97,98.
18
332
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
“superate” concezioni del mondo per appoggiarsi su una sua nuova
identità che sia rispettosa della sua libertà e della sua nuova volontà
di erigersi a protagonista della sua storia. Lo sviluppo tecnico ha
dilattoo i confini del sapere e le comunicazioni hanno annullato le
distanze che separano i Paesi ma hanno anche allontanato gli uomini
tra di loro.
Ogni nuovo successo dell’uomo è considerato una sconfitta di
Dio! Dal punto di vista scientifico esiste la volontà di trovare una
forma atta a spiegare il mondo nel suo insieme e l’evoluzione
interpreta tale ruolo. Questa teoria costituisce il coagulo di varie
tendenze e s’impone per il suo fascino. Essa pensa di dare un
significato al lavoro dei naturalisti, prima ridotti a semplici strumenti
di classificazione del mondo vivente. È servita a giustificare
l’imperialismo occidentale con la sua spinta coloniale e il modo di
porsi di fronte alle razze di colore, facendo del bianco l’apogeo della
scala evolutiva della specie.19 Questa teoria, dopo oltre un secolo, è
ancora oggi a livello di ipotesi e sembra che non abbia delle valide
fondamenta scientifiche. Ma questo pensiero ha talmente influenzato
le menti degli insegnanti che lo si presenta nelle scuole come dogma,
un dato di fatto.
Oggi «per tentare di dissimulare il fallimento della nostra civiltà
materialistica, i sostenitori della scienza ufficiale proclamano più
forte il dogma che da tempo è la loro risorsa vitale, in mancanza di
meglio».20 Ciononostante «l’evoluzione è una specie di dogma al
quale i sacerdoti21 non credono più ma che mantengono per il
19
FANTONI Vittorio, Brevi note sul problema dell’evoluzione, Malcesine 1977,
ciclostilato. SISMONDI Giuseppe e FONDI Roberto, Dopo Darwin, critica
all’evoluzionismo, ed. Rusconi, Milano 1980.
20
SERVIER Jean, L’uomo e l’invisibile, ed. Borla, Torino 1967; Rusconi,
Milano 1973, p. 26.
21
Termine religioso per indicare gli scienziati che sostengono come verità di
fede l’evoluzione.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
333
V Parte – Capitolo III
popolo. Bisogna avere il coraggio di dirlo perché gli uomini della
generazione futura orientino le loro ricerche in altro modo».22
Con l’evoluzione «siamo qui in pieno mito, al centro di un
colossale falso scientifico... Tutte queste teorie, tutti questi sistemi,
tutte queste conclusioni che precedono l’osservazione dei fatti, hanno
per unico scopo quello di calmare l’angoscia dell’uomo bianco
isolato da così lungo tempo dal resto dell’umanità e di farlo sentire
tranquillo nonostante i suoi crimini e le sue oppressioni... Questa
certezza (dell’evoluzione) valida per i nostri nonni, non può
soddisfare oggi uno spirito scientifico, come non può dare un senso
al nostro cammino nella notte».23
Questa teoria insegnata oggi da teologi e riconosciuta anche dalla
Santa Sede, smantella l’origine dell’uomo, la sua innocenza e la sua
ribellione nei confronti di Dio, il senso dell’incarnazione dell’Eterno
e la storia della salvezza.
Ed è così che, nel nome dell’evoluzione, il Dio creatore, la
cosiddetta scienza lo ha evacuato dalla creazione.
Dalla metà del secolo scorso l’uomo fa dei giganteschi progressi
per conoscersi. La psicanalisi, scienza meravigliosa e straordinaria,
che studia i fatti dell’inconscio per guarire le manifestazioni morbose
che hanno radici negli strati più profondi della psiche. Nel liberare la
coscienza dal senso di colpa e soddisfare il bisogno che ogni persona
ha di essere accolta e anche perdonata, a causa di una distorto
insegnamento su Dio giudice, padre e padrone, presentato e vissuto
come tiranno, si elimina il Signore della vita e il Salvatore che
esprime grazie e perdono per ridare la vita eterna.
In campo religioso non si accetta più la Rivelazione, la si discute,
e la scuola detta razionalista del Graf-Wellhausen, che l’archeologia
degli anni Venti ha demolito, continua oggi a intossicare gli studi
biblici. Il risultato è che alla fine del XX secolo la teologia non crede
22
LEMOINE, Encyclopédie Française, 1938; cit. da CARLES Jules, Le
Transformisme, Paris 1970, p. 86.
23
J. Servier, o.c., pp. 38,31,34.
334
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
più nell’escatologia, cioè nelle cose ultime24 e sembra che le Chiese
non abbiamo più niente da dire al mondo se non ripetere quello che
gli uomini sanno di già e ancor meglio delle Chiese.
Il pensiero teologico protestante ha umanizzato e storicizzato la
Parola di Dio, cioè ha posto al suo centro non il Dio trascendente che
entra nella storia e si rivela, ma l’uomo che stabilisce la verità e il
bene nel confrontarsi con la realtà di Dio.
Le Chiese non più coerenti con la Parola di Dio, non riconoscendola sempre come la rivelazione del Signore, si presentano al mondo
nello scandalo delle loro divisioni, cercando l’unità sul piano sociale,
nel rispetto dei propri dogmi e tradizioni, visti come ricchezza del
patrimonio del vangelo, che di fatto le impoverisce se non si crea
l’unità della fede nella «sana dottrina» che è verità. La fede ha
sempre di meno un riferimento nella rivelazione e la Bibbia non
creduta come documento storico del Dio che ha parlato attraverso i
secoli, ha sempre più un valore archeologico.
Nel tempo in cui lo Spirito del Signore ha scosso la Chiesa e ha
operato in favore dell’umanità, anche un altro spirito si è posto
all’opera. Nasce, come è riconosciuto, con le sorelle Fox, lo spiritismo moderno che è però vecchio quanto il mondo. È ubriachezza per
sentirsi come Dio! (Genesi 3:5). Per lo spiritismo Dio non è più
necessario, anzi come nell’Eden è pericoloso, perché l’uomo, quando
si riferisce e riconosce l’Essere supremo e sopranaturale, dimentica
la propria origine divina, il far parte di un dio cosmico ed essere lui
stesso un cristo, un salvatore reincarnato.
Il New Age, panacea della fine del XX secolo, è un puré di
tradizioni e culture religiose dei popoli, affascina ed è bevuta come
24
«La generazione che superava i 20 anni prima della prima guerra mondiale
aveva ereditato dal XIX secolo una ferma fiducia nell’uomo. Coloro che allora si
azzardavano a parlare di “escatologia” sollevavano in generale un grido di protesta
indignata. Nietzsche predicava con risolutezza il superuomo e Gide invitava la
gioventù ai festini terrestri. Ci si aspettava tutto dal futuro. Tutto, tranne due guerre
mondiali in meno di 25 anni.. Da allora e fino alla nausea, Sartre canta il “nulla”,
mentre Camus è assalito dall’assurdità dell’esistenza» DUC Daniel, Luci ed Ombre
del nostro tempo, ed. AdV, Firenze 1960, p. 77.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
335
V Parte – Capitolo III
un frappé e vaccina l’uomo nei confronti del Dio personale, creatore,
che si è incarnato nella storia, artefice della Nuova Terra quale
risultato del suo intervento nel tempo e dono per coloro che lo hanno
accolto.
Adorare il Creatore è riconoscere che ha fatto ogni cosa
La Chiesa, annunciando il vangelo, invita le nazioni a dare gloria
all’Eterno, cioè a porlo al di sopra di ogni valore, di ogni creatura,
autorità, a esaltarlo, a lodarlo con parole e azioni. «Rendere gloria a
Dio è lo scopo di ogni vita. È con questo scopo che Gesù Cristo ha
vissuto sulla terra».25 «La glorificazione di Dio è identica alla vita di
obbedienza della creatura che riconosce il suo Signore. La creatura
non ha più che una sola possibilità: ringraziare Dio e servirlo».26
L’apostolo Paolo insegnava a «glorificare» Dio nel proprio
corpo, essendo questo il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:20,
19). Il credente realizza questo anche mediante una vita temperata,
dove il vizio e le abitudini dannose che minano la salute sono banditi.
L’uomo riscattato da Dio, padrone di se stesso, si alimenta tenendo
conto di quei principi sanitari ed igienici che Dio aveva espresso già
nell’Antico Testamento per risalire, mediante la sua grazia, a un
vivere secondo quanto stabilito nell’Eden. Purtroppo la cristianità
nella sua apostasia ha dimenticato che il Dio della creazione è il
Padre del cielo che si occupa della salute dell’umanità (Genesi 1:29;
Levitico 11). A causa di questa trascuratezza il cristianesimo si
presenta al mondo come una grande religione che ha tralasciato il
vero stile di vita anche se poi è impegnato in una attività umanitaria
con dispensari e ospedali. Questo stile di vita, nel rispetto delle leggi
fondamentali della salute, deve essere riproposto nuovamente agli
uomini. «Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate
alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio» 1 Corinzi 10:31.
25
26
336
C. Brütsch, o.c., p. 245; vedere Giovanni 17: 4.
BARTH Karl, Dogmatique, t. II, I, 2, p. 431.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
In un contesto senza precedenti, come quello del XIX secolo,
Iddio suscitava il suo portavoce il suo Riformatore per invitare gli
uomini per il loro bene: «Temete Iddio e dategli gloria perché l’ora
del suo giudizio è giunta. Adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra
e le fonti delle acque».
Già nella Chiesa apostolica l’accettazione del vangelo implicava
il timore dell’Eterno e la pratica del culto al Creatore. Leggiamo
infatti nel libro degli Atti: «Vi predichiamo... (affinché) vi convertiate all’Iddio vivente, che ha fatto il cielo, la terra e tutte le cose che
sono in essi» Atti 14:15.
Poiché l’uomo non si riconosce più come creatura di Dio, come
essere voluto, risultato di un progetto, si dà al materialismo. Crede
alla morte di Dio e si procura l’agonia nella sua esistenza. Non ha più
tempo per pensare, segue l’andazzo del mondo. Distrugge la
creazione e non ha tempo per sé e per il proprio Creatore.
Proprio quando l’uomo cominciava ad affermare il suo ateismo
moderno, seconda metà del XIX secolo, con le conseguenti sue
deviazioni filosofiche, Dio previene la catastrofe ricordandogli la sua
origine.
Questo invito ad adorare il Creatore è anche una proposta di
osservanza del IV comandamento, in quanto in esso Dio si presenta
come il creatore del cielo e della terra.
«È stato rilevato che il susseguirsi delle parole utilizzate in
Apocalisse 14:7, per esortare ad adorare Dio quale Creatore, è un
riferimento all’Esodo 20:11, il comandamento del sabato, nel decalogo: “Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare... Poiché
l’Eterno ha fatto il cielo, la terra, il mare...”. Si può vedere in questo
riferimento un segno che dimostra che adorare Dio nella qualità di
Creatore significa anche osservare il giorno che egli stesso ha fissato
come memoriale della sua creazione».27
«Il fatto che il sabato occupi un posto così considerevole nel
decalogo come mostra il linguaggio di questo comandamento così
solenne, e che questo comandamento sia ripetuto molte volte nel27
R. Badenas, o.c., p. 153.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
337
V Parte – Capitolo III
l’A.T. mostra che si tratta di una istituzione centrale nella vita del
popolo di Dio».28
«Alla sua entrata nell’esistenza terrena, l’anima umana, questa
nobile fidanzata dello Spirito Santo, ha ricevuto il pegno della sua
vocazione alla vita celeste. Questo pegno, questo anello di fidanzamento, se lo si può chiamare così, è il sabato. Il riposo sabbatico,
come Dio lo ha istituito dal primo giorno dell’esistenza umana,
racchiude virtualmente nel suo seno tutte le ricchezze future della
vita superiore alla quale l’uomo è stato chiamato».29
Dio, lasciando all’uomo quell’anello, lo aiuta ad attendere il
giorno delle nozze. Purtroppo su questo anello di fidanzamento si
parla poco e si scrive ancor meno e ciò che sovente viene detto tende
ad annullare il comandamento del Signore. K. Barth riconosce: «In
generale, l’etica teologica ha trattato questo comandamento di Dio...
con una leggerezza e una negligenza che non corrispondono né
all’importanza che gli attribuisce la Scrittura, né al significato
essenziale che possiede oggettivamente».30
L’osservanza del sabato non ha come base nessuna legge della
natura. Il giorno è la durata di tempo che la terra impiega a ruotare su
se stessa; il mese è il tempo che la luna impiega a ruotare attorno alla
terra; l’anno è il tempo che la terra impiega a girare attorno al sole.
La settimana non è collegata a nessun tempo cosmico, in tutte le
culture e tradizioni, ha la sua giustificazione nel tempo con il quale la
divinità ha scandito i giorni di lavoro con quello dell’adorazione, del
riposo di Dio. «Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il
settimo giorno», dice la Genesi. Perciò nel IV comandamento si
legge: «Ricordati del giorno del sabato per santificarlo... poiché in sei
giorni, l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi e si
riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del
riposo e l’ha santificato» Genesi 2:2; Esodo 20:8,10,11.
28
29
30
338
VISSER’T HOOFT W.A., in A.A.V.V., L’ordre de Dieu, Genève 1946, p. 50.
GODET Frédéric, Le dimanche, Genève 1889, pp. 8, 9.
BARTH Karl, o.c., III, 4, t. 15, p. 50.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
«La creazione non si spiega da sola, ma ha il suo senso nel riposo
di Dio, che è lo scopo della creazione del Signore... Nei racconti
della creazione il sabato ha lo scopo di indicare che il lavoro compiuto dal Creatore ha la sua ragion d’essere nel suo riposo. Il peccato
dell’uomo è il rifiuto di accettare questo e un tentativo per trovare
una interpretazione autonoma della creazione. Il significato del
sabato di Dio non è abolito dal peccato dell’uomo, ma è intensificato
da questa ribellione. Ora, più che mai, il sabato diventa segno della
grazia di Dio verso un mondo che dipende da lui ma che rifiuta di
riconoscerlo. Questo aspetto del riposo di Dio stabilisce una continuità tra la creazione e la redenzione. Il sabato ha ora un senso
soteriologico. È un segno particolarmente concreto della grazia
divina nei confronti dell’uomo. Il riposo di Dio non è distrutto dalle
azioni degli uomini; esso sussiste, e resiste alla loro indifferenza e
alla loro irrazionalità, come testimone della necessità dell’uomo. La
caduta aggiunge anche una nuova dimensione al senso del sabato di
Dio. Il sabato di Dio parla non solamente del suo riposo dopo la
creazione, ma anche della redenzione futura della creazione.
Nel suo riposo Dio guarda indietro, ma anche in avanti, al futuro
escatologico e alla consumazione del riposo. Segno della creazione,
il sabato lo è ugualmente della creazione rinnovata. Dio è Signore
dell’una e dell’altra, ed esse dipendono tutte e due dalla sua opera.
Quando Dio salva il suo popolo e fa alleanza con lui, ordina il
sabato come segno della grazia redentrice».31
Questo insegnamento in forma sintetica è stato espresso già da
Mosè, quando, dopo aver ricordato le parole del IV comandamento,
aggiunge, a commento e spiegazione del perché dell’osservanza del
sabato: «Ricordati che anche tu fosti schiavo in Egitto, e di lì ti cavò
il Signore Dio tuo con mano forte e braccio potente. Per questo ti
comandò di osservare il giorno di sabato» Deuteronomio 5:15;
edizione Salani. Mosè sottolineò che Dio è contemporaneamente
creatore e redentore, e quindi il sabato, questo giorno messo da parte
31
WELLS Paul, Le sabbat signe eschatologique, in Revue Réformée, 1976, p.
140.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
339
V Parte – Capitolo III
nella vita israelitica, è segno della sua attività creatrice e redentrice.
Nel suo aspetto sociale il sabato è il giorno di riposo del servo,
dell’operaio e fa ricordare al padrone che colui che lavora per lui è
suo fratello; e che lui stesso, se ora è libero, quale datore di lavoro,
ieri era schiavo nel paese d’Egitto. «Il sabato segna l’atto di redenzione compiuto nel corso della storia della salvezza...
Il senso del sabato nella storia dell’alleanza è quello di orientare
l’uomo verso la salvezza futura. È contemporaneamente un segno del
giudizio e della grazia: di giudizio, perché il tentativo umano di
entrare nel suo proprio riposo d’ autogiustificazione è condannato; e
della grazia, perché indica in anticipo la realizzazione del riposo
escatologico di Dio. Per il popolo di Dio, osservare il sabato è
cogliere il segno della salvezza escatologica offerta da Dio.32
Rifiutare il riposo, al contrario, è separarsi dal popolo di Dio e porsi
sotto il giudizio escatologico.33 - Il sabato che appartiene alla
creazione, ha un valore escatologico che lo supera. Il riposo
escatologico è questa realtà di cui il sabato settimanale è un tipo.
L’osservanza del tipo è il mezzo mediante il quale il principio del
compimento si introduce negli atti divini di giudizio e di grazia».34
Coloro quindi che attendono di entrare nel riposo eterno di Dio, che è
futuro, oggi sulla terra hanno «un riposo di sabato» Ebrei 4:935 che
permette di godere per anticipazione ciò che ancora si deve
compiere.
La santificazione del sabato è nel presente il monumento che
annuncia la creazione futura dei nuovi cieli e della nuova terra.
32
Isaia 58:13,14; 56:1-7; Geremia 17:19-27.
Esodo 31:14; 35:2; Numeri 15:32-36; Ezechiele 20:13; Nehemia 13:17,18.
34
P. Wells, o.c., pp. 141, 142.
35
La parola che qui viene impiegata per indicare il riposo del giorno di sabato è
sabbatismos cioè celebrazione del sabato. Questa espressione greca la si trova
solamente in questo passo nel Nuovo Testamento. Deriva dal verbo sabbatizo ed è
impiegato nella versione dei LXX in Esodo 16:30 che dice: «Così il popolo si
riposò il settimo giorno» o «Il popolo osservò il riposo sabbatico, il giorno
settimo». La Bibbia, ed. Marietti traduce Ebrei 4:9: «Un riposo sabbatico per il
popolo di Dio».
33
340
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perchè?
Il vangelo eterno
Questo primo messaggio ci mostra, come dice K. Barth, che
«L’evangelo e la Legge non devono essere disgiunti, essi costituiscono una sola entità».36
L’Eterno ha suscitato un popolo affinché compia la sua opera
prima che ritorni.
36
BARTH Karl, Esquisse d’une dogmatique, Neuchâtel 1950, p. 15.
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno - Perché?
341
CONCLUSIONE
In un tempo in cui le religioni pur differenziandosi cercano un
linguaggio comune e chi esce dal coro è considerato fondamentalista,
integralista, irrispettoso e irriverente nei confronti della fede degli
altri, far suonare le proprie trombe, manifestare la propria identità,
esprimendo il proprio pensiero, richiamare, come ci riporta il
Vangelo, gli uomini alla conversione e conformarsi alla verità che la
Scrittura da secoli propone, non può non suscitare una comprensibile
reazione.
Abbiamo corso il rischio. Immaginiamo che molti non applaudiranno e scuoteranno il capo in segno di commiserazione, è
comprensibile. Quanto abbiamo scritto è ciò che crediamo. Troppi
sono i segnali di smarrimento della fede, tanti sono gli appelli alla
riflessione per considerare la realtà del religioso nel nostro tempo. Il
bisogno di una Riforma della cristianità è una voce che risuona da
secoli, anche se sono pochi che l’hanno udita, e oggi riteniamo che
sia un coro forte e numeroso, ma rispondere presentando, come
abbiamo compreso la Parola di Dio per il nostro tempo, e credendo
che il Signore abbia previsto fin dall’epoca apostolica i nostri bisogni
e risponde mediante la sua rivelazione che ha trovato nella storia e
nel nostro tempo la sua realizzazione, non accettata anche perché non
conosciuta, riteniamo che sia doveroso da parte nostra.
L’umiltà non è nascondere la luce sotto la campana, diceva Gesù
nel sermone sul monte, ma farla risplendere alla gloria di Dio
affinché gli uomini vedendola glorifichino il Padre nostro, l’Eterno,
che è nei cieli (Matteo 5:14-16).
La Parola di Dio per l’uomo è la manifestazione della fiducia che
Dio ha delle sue creature, annunciare la Parola di Dio ai propri
confratelli è esprimere la fede che Dio ha ancora nel cuore e nella
ragione umana, richiamare le persone ad ascoltare la risposta di Dio
ai propri bisogni e far conoscere come questa sua Parola si è
compiuta, non solo comporta a essere garanti di accettare che si
reagisca con un no, ma è anche esprimere il proprio bisogno di
testimoniare che la Parola di Dio sia giunta fino a noi.
Conclusione
Ogni gruppo religioso, comunità, chiesa ha in sé, pur presentando
valori eterni, la miseria e contraddizione della natura umana. È
questa nostra disgrazia che affievolisce e denatura le più grandi cose
e porta anche ombra sulla realtà di Dio.
Saulo consapevole della sua piccolezza, nell’accettare il Vangelo
cambia il suo nome in Paolo, che significa piccoli e dice di sé di
considerarsi «da meno del minimo di tutti i santi» Efesi 3:8, cioè
degli altri apostoli, ma pur tuttavia è consapevole di essere
depositario di un grande ricchezza, di una verità senza limiti, che non
teme il confronto con i sapienti, le filosofie e le religioni del suo
tempo e scrive: «Abbiamo questo tesoro (di verità) in vasi d’argilla»
2 Corinzi 4:7. Questa sua coscienza di avere qualcosa di grande, il
tesoro e nello stesso tempo di essere consapevole della sua pochezza,
essere un vaso di terra, non gli toglie la sua identità e di compiere la
sua opera di «ambasciatore per Cristo» 2 Corinzi 5:20. La sua
grandezza, porta parola del Signore, è tale anche se è in «catene»
Efesi 6:20, cioè quando è considerato agli occhi di tutti come colui
che è sconfitto, vinto dalla vita, abbandonato dal suo Dio di gloria
che non fa nulla per lui, lasciandolo in prigione, debole nella sua
malattia (2 Corinzi 10:10; 11:29), e ringrazia i galati che non si sono
schifati di lui.
Quando si comprende la rivelazione del Signore, si è toccati dalla
sua grazia, non ci si può sottrarre al dovere della propria
testimonianza se non si vuole rinnegare il Signore e se stessi.
È quanto abbiamo ritenuto di fare con questo lavoro.
344
La Chiesa Cristiani Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendice 1
LE DOTTRINE DELLA CHIESA CRISTIANA
AVVENTISTA DEL 7° GIORNO
Gli Avventisti del 7° Giorno accettano la Bibbia come loro unico
«credo» e ritengono che determinate dottrine fondamentali rappresentino il vero insegnamento delle Sacre Scritture. Queste dottrine,
così come verranno espresse, costituiscono il modo in cui la chiesa
comprende l’insegnamento delle Scritture. Una loro revisione può
essere fatta solo in occasione di un’assemblea della Conferenza
Generale, quando la chiesa è guidata dallo Spirito Santo verso una
comprensione più completa della verità biblica o trova un linguaggio
migliore per esprimere gli insegnamenti della Parola di Dio.
1. Le Sacre Scritture
Le Sacre Scritture, Antico e Nuovo Testamento, sono la Parola di
Dio redatta, trasmessa per ispirazione divina da santi uomini di Dio,
che hanno parlato e scritto guidati dallo Spirito Santo. Tramite questa
Parola, Dio ha comunicato all’uomo la conoscenza necessaria per la
salvezza. Le Sacre Scritture sono la rivelazione infallibile della sua
volontà. Esse rappresentano il modello per il carattere, il banco di
prova per l’esperienza, l’autorevole rivelazione delle dottrine e
l’attendibile racconto degli atti di Dio nella storia (cfr. 2 Pietro
1:20,21; 2 Timoteo 3:16,17; Salmo 119:105; Proverbi 30:5,6; Isaia
8:20; Giovanni 17:17; 1 Tessalonicesi 2:13; Ebrei 4:12).
2. La trinità
C’è un solo Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo, un’unità di tre persone
coeterne. Dio è immortale, onnipotente, onnisciente, onnipresente
ovunque e sempre. Egli è infinito e trascende l’umana comprensione,
ma si fa conoscere tramite la sua rivelazione. Egli è degno per
sempre dell’adorazione e del servizio di tutta la creazione (cfr.
Deuteronomio 6:4; Matteo 28:19; 2 Corinzi 13:14; Efesi 4:4-6; 1
Pietro 1:2; 1 Timoteo 1:17; Apocalisse 14:7).
3. Il Padre
Appendici
Dio, l’Eterno Padre, è il Creatore, la Fonte, il Sostenitore, il Sovrano
di tutta la creazione. Egli è giusto e santo, misericordioso e pietoso,
lento all’ira, ricco di immutabile amore e di fedeltà. Le qualità e i
poteri espressi nel Figlio e nello Spirito Santo sono anche rivelazione
del Padre (cfr. Genesi 1:1; Apocalisse 4:11; 1 Corinzi 15:28;
Giovanni 3:16; 1 Giovanni 4:8; 1 Timoteo 1:17; Esodo 34:6,7;
Giovanni 14:9).
4. Il Figlio
Dio, l’Eterno Figlio, si incarnò in Gesù Cristo. Grazie a lui furono
create tutte le cose, è stato rivelato il carattere di Dio, si compie la
salvezza dell’umanità e il mondo viene giudicato. Per sempre vero
Dio, egli divenne anche vero uomo: Gesù il Cristo. Fu concepito
dallo Spirito Santo e nacque dalla vergine Maria. Visse e sperimentò
la tentazione come un essere umano, ma fu un esempio perfetto della
giustizia e dell’amore di Dio. Tramite i suoi miracoli manifestò la
potenza di Dio e fu dichiarato il Messia promesso da Dio. Soffrì e
morì volontariamente sulla croce per i nostri peccati e al nostro
posto. Risuscitato dai morti, ascese al cielo per esercitare nel
santuario del cielo il suo ministero in nostro favore. Egli verrà di
nuovo in gloria per la liberazione finale del suo popolo e per la
restaurazione di tutte le cose (cfr. Giovanni 1:1-3,14; Colossesi 1:1519; Giovanni 10:30; 14:9; Romani 6:23; 2 Corinti 5:17-19;
Giovanni 5:22; Luca 1:35; Filippesi 2:5-11; Ebrei 2:9-18; 1 Corinzi
15:3,4; Ebrei 8:1,2; Giovanni 14:1-3).
5. Lo Spirito Santo
Dio, l’Eterno Spirito, partecipò con il Padre e con il Figlio alla
creazione, all’incarnazione e alla redenzione. Egli ispirò gli autori
delle Scritture. Manifestò la sua potenza nella vita del Cristo.
Sensibilizza e convince gli esseri umani, rigenera e trasforma a
immagine di Dio coloro che rispondono al suo invito. Inviato dal
Padre e dal Figlio per essere per sempre con i suoi figli, egli concede
i doni spirituali alla chiesa, le accorda potenza per testimoniare del
Cristo e, in armonia con le Scritture, la guida in tutta la verità (cfr.
346
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Genesi 1:1,2; Luca 1:35; 4:18; Atti 10:38; 2 Pietro 1:21; 2 Corinzi
3:18; Efesi 4:11,12; Atti 1:8; Giovanni 14:16-18,26; 15:26,27; 16:713).
6. La creazione
Dio è il Creatore di tutte le cose e ha rivelato nelle Scritture il
resoconto autentico della sua attività creativa. In sei giorni il Signore
fece «i cieli e la terra» e tutte le cose viventi che sono in essa e si
riposò il settimo giorno di quella prima settimana. In questo modo
egli stabilì il sabato come un memoriale perpetuo della sua opera
creativa. Il primo uomo e la prima donna furono formati a immagine
di Dio, come coronamento dell’opera della creazione; fu affidato loro
il dominio sul mondo e la responsabilità di averne cura. Quando il
mondo fu compiuto, era «molto buono» e manifestava la gloria di
Dio (cfr. Genesi 1:2; Esodo 20:8-11; Salmo 19:1-6; 33:6,9; 104;
Ebrei 11:3).
7. La natura dell’uomo
L’uomo e la donna sono stati creati all’immagine di Dio, ognuno con
la propria individualità, con il potere e la libertà di pensare e di agire.
Sebbene creati come esseri liberi, ognuno è un’unità indivisibile di
corpo, mente e spirito, dipendente da Dio per la vita, il respiro e ogni
altra cosa. Quando i nostri progenitori disubbidirono al Signore,
negarono la loro dipendenza dal Creatore e decaddero dall’elevata
posizione che detenevano in lui. L’immagine di Dio in loro fu
deturpata e divennero soggetti alla morte. I loro discendenti hanno
ereditato questa natura decaduta e le sue conseguenze. Essi nascono
con le debolezze e le tendenze al male. Dio però, in Cristo, riconciliò
il mondo con sé e, tramite il suo Spirito, ripristina negli esseri umani
pentiti l’immagine del loro Creatore. Creati per la gloria di Dio, essi
sono chiamati ad amarlo, ad amarsi gli uni gli altri e ad aver cura
dell’ambiente che li circonda (cfr. Genesi 1:26-28; 2:7; Salmo 8:4-8;
Atit 17:24-28; Genesi 3; Salmo 51:5; Romani 5:12-17; 2 Corinzi
5:19,20; Salmo 51:10; 1 Giovanni 4:7,8,11,20; Genesi 2:15).
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
347
Appendici
8. Il gran conflitto
Tutta l’umanità è coinvolta in un grande conflitto fra il Cristo e
Satana riguardo al carattere di Dio, alla sua legge e alla sua sovranità
sull’universo. Questo conflitto iniziò in cielo, quando un essere
creato, dotato di libertà di scelta, esaltando se stesso, divenne Satana,
l’avversario di Dio, inducendo alla rivolta una parte degli angeli. Egli
introdusse uno spirito di ribellione in questo mondo quando convinse
Adamo ed Eva a peccare. Il peccato dell’uomo portò alla deformazione dell’immagine di Dio nell’umanità, al disordine del mondo
creato e alla sua devastazione all’epoca del diluvio universale.
Osservato da tutto il creato, questo mondo è diventato l’arena del
conflitto universale, alla fine del quale la giustizia di Dio sarà
definitivamente riconosciuta. Per assistere il suo popolo in questo
conflitto, il Cristo invia lo Spirito Santo e gli angeli fedeli a guidarlo,
proteggerlo e sostenerlo nella via della salvezza (cfr. Apocalisse
12:4-9; Isaia 14:12-14; Ezecchiele 28:12-18; Genesi 3; Romani
1:19-32; 5:12-21; 8:19-22; Genesi 6-8; 2 Pietro 3:6; 1 Corinzi 4:9;
Ebrei 1:14).
9. La vita, la morte e la risurrezione del Cristo
Con la vita di perfetta ubbidienza del Cristo alla volontà di Dio, con
le sue sofferenze, la sua morte e la sua risurrezione Dio ha
provveduto all’unico mezzo per espiare il peccato dell’uomo,
affinché coloro che per fede accettano questa espiazione possano
avere la vita eterna e l’intera creazione possa comprendere meglio
l’infinito e santo amore del Creatore. Questa perfetta espiazione
rivendica la giustizia della legge di Dio e la misericordia del suo
carattere: essa infatti condanna il nostro peccato ma provvede anche
al nostro perdono. La morte del Cristo è sostitutiva ed espiatoria,
riconciliatrice e trasformatrice. La risurrezione del Cristo proclama il
trionfo di Dio sulle forze del male e a coloro che accettano
l’espiazione essa assicura la loro vittoria finale sul peccato e sulla
morte. Essa dichiara che Gesù Cristo è il Signore, davanti al quale
«si piegherà ogni ginocchio in cielo e sulla terra» (cfr. Giovanni
3:16; Isaia 53; 1 Pietro 2:21,22; 1 Corinzi 15:3,4,20-22; 2 Corinzi
348
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
5:14,15,19-21; Romani 1:4; 3:25; 4:25; 8:3,4; 1 Giovanni 2:2; 4:10;
Colossesi 2:15; Filippesi 2:6-11).
10. L’esperienza della salvezza
Nel suo amore infinito e nella sua grande misericordia Dio considerò
il Cristo, che non peccò, come peccatore al nostro posto affinché in
lui potessimo diventare giustizia di Dio. Guidati dallo Spirito Santo
ci rendiamo conto dei nostri limiti, riconosciamo la nostra colpevolezza, ci pentiamo dei nostri errori ed esercitiamo la nostra fede in
Gesù accettandolo come Signore e Cristo, come Sostituto ed
Esempio. Questa fede che riceve salvezza proviene dal divino potere
della Parola ed è un dono della grazia di Dio. Tramite il Cristo siamo
giustificati, adottati come figli e figlie di Dio e liberati dal dominio
del peccato. Mediante lo Spirito nasciamo di nuovo e siamo
santificati; lo Spirito rinnova le nostre menti, scrive la legge d’amore
di Dio nei nostri cuori e ci dà la forza per vivere una vita santa.
Rimanendo fedeli a lui diventiamo partecipi della natura divina e
abbiamo la certezza della salvezza ora e nel giorno del giudizio (cfr.
2 Corinzi 5:17-21; Giovanni 3:16; Galati 1:4; 4:4-7; Tito 3:3-7;
Giovanni 16:8; Galati 3:13,14; 1 Pietro 2:21,22; Romani 10:7; Luca
17:5; Marco 9:23,24; Efesi 2:5-10; Romani 3:21-26; Colossesi
1:13,14; Romani 8:14-17; Galati 3:26; Giovanni 3:3-8; 1 Pietro
1:23; Romani 12:2; Ebrei 8:7-12; Ezechiele 36:25-27; 2 Pietro
1:3,4; Romani 8:1-4; 5:6-10).
11. La chiesa
La chiesa è la comunità dei credenti che confessano Gesù Cristo
come Signore e Salvatore. Come il popolo di Dio dell’Antico
Testamento, siamo chiamati a distaccarci dal mondo e unirci per il
culto, per la comunione fraterna, per lo studio della Parola, per la
celebrazione della Cena del Signore, per il servizio nei confronti di
tutta l’umanità e per la proclamazione mondiale del Vangelo. La
chiesa trae la sua autorità dal Cristo, che è la Parola incarnata, e dalle
Scritture, che sono la Parola scritta. La chiesa è la famiglia di Dio:
adottati da lui come figli, i suoi membri vivono secondo il nuovo
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
349
Appendici
patto. La chiesa è il corpo del Cristo, una comunità di fede della
quale il Cristo stesso è il capo. La chiesa è la sposa per la quale il
Cristo è morto per santificarla e purificarla. Al suo ritorno in gloria,
egli la presenterà come chiesa gloriosa, chiesa fedele di tutte le
epoche, acquistata con il proprio sangue, senza né macchia né ruga,
ma santa e irreprensibile (cfr. Genesi 12:3; Atti 7:38; Efesi 4:11-15;
3:8-11; Matteo 28:19,20; 16:13-20; 18:18; Efesi 2:19-22; 1:22,23;
5:23-27; Colossesi 1:17,18).
12. Il «rimanente» e la sua missione
La chiesa universale è composta da tutti coloro che credono
veramente in Cristo, ma negli ultimi giorni, in un periodo di totale
apostasia, un rimanente è stato chiamato a osservare i comandamenti
di Dio e preservare la fede di Gesù. Questo rimanente annuncia che è
giunta l’ora del giudizio, proclama la salvezza tramite il Cristo e
l’avvicinarsi del momento del suo ritorno. Questa proclamazione è
simboleggiata dai tre angeli di Apocalisse 14; coincide con l’opera
del giudizio in cielo e ha come risultato un’opera di ravvedimento e
di riforma sulla terra. Ogni credente è chiamato a partecipare
personalmente a questa testimonianza di portata mondiale (cfr.
Apocalisse 12:17; 14:6-12; 18:1-4; 2 Corinzi 5:10; Giudici 3,14; 1
Pietro 1:16-19; 2 Pietro 3:10-14; Apocalisse 21:1-14).
13. L’unità del corpo di Cristo
La chiesa è un corpo con molte membra chiamate da ogni nazione,
tribù, lingua e popolo. In Cristo noi siamo una nuova creatura:
distinzioni di razza, cultura, istruzione, nazionalità, differenze di
classe, fra ricchi e poveri o fra maschi e femmine, non devono
rappresentare motivi di divisione. Siamo tutti uguali in Cristo che,
mediante un unico Spirito, ci ha uniti a lui e l’uno con l’altro.
Dobbiamo servire ed essere serviti senza parzialità o riserve. Tramite
la rivelazione di Gesù Cristo nelle Scritture noi siamo partecipi della
stessa fede e della stessa speranza e ne rendiamo testimonianza a
tutti. Questa unità trova la sua fonte nell’unità del Dio «trino» che ci
ha adottati come suoi figli (cfr. Romani 12:4,5; 1 Corinzi 12:12-14;
350
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Matteo 28:19,20; Salmo 133:1; 2 Corinzi 5:16,17; Atti 17:26,27;
Galati 3:27,29; Colossesi 3:10-15; Efesi 4:14-16; 4:1-6; Giovanni
17:20-23).
14. Il battesimo
Con il battesimo confessiamo la nostra fede nella morte e nella
risurrezione di Gesù Cristo e testimoniamo della nostra morte al
peccato e della nostra decisione di iniziare una nuova vita. In questo
modo riconosciamo il Cristo come Signore e Salvatore, diventiamo
suo popolo e siamo accolti come membri dalla sua chiesa. Il
battesimo è il simbolo della nostra unione con il Cristo, del perdono
dei nostri peccati e del fatto che abbiamo ricevuto lo Spirito Santo. Si
celebra per immersione nell’acqua ed è subordinato alla dichiarazione di fede in Gesù e alla manifestazione di un reale ravvedimento dal
peccato. Esso segue allo studio delle Sacre Scritture e all’accettazione del loro insegnamento (cfr. Romani 6:1-6; Colossesi 2:12,13;
Atti 16:30-33; 22:16; 2:38; Matteo 28:19,20).
15. La Santa Cena
La Santa Cena è la partecipazione ai simboli del corpo e del sangue
di Gesù come espressione di fede in lui, nostro Signore e Salvatore.
In questa esperienza di comunione il Cristo è presente per incontrarsi
con il suo popolo e per fortificarlo. Partecipandovi proclamiamo con
gioia la morte del Signore fino al suo ritorno. La preparazione per la
Santa Cena include un esame di coscienza, il pentimento e la
confessione. Il Maestro ordinò di celebrare il servizio della lavanda
dei piedi per sottolineare una rinnovata purificazione, per esprimere
una volontà di servizio reciproco con la sua stessa umiltà e per unire i
nostri cuori nell’amore. Il servizio di comunione è aperto a tutti i
credenti cristiani (1 Corinzi 10:16,17; 11:23-30; Matteo 26:17-30;
Apocalisse 3:20; Giovanni 6:48-63; 13:1-17).
16. I doni dello Spirito
Dio concede a tutti i membri della sua chiesa, indipendentemente
dall’epoca in cui vivono, i doni spirituali che ognuno deve utilizzare
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
351
Appendici
in un servizio motivato dall’amore, per il bene comune della chiesa e
dell’umanità. Donati dallo Spirito Santo, che li distribuisce «a
ciascuno in particolare come Egli vuole», i doni assicurano quelle
capacità e quella vocazione necessarie alla chiesa per l’esercizio
delle funzioni stabilite da Dio. Secondo le Scritture, questi doni sono:
la fede, la guarigione, la profezia, la predicazione, l’insegnamento,
l’amministrazione, la comprensione, la riconciliazione, il servizio
altruistico e la bontà per aiutare e incoraggiare le persone. Alcuni
membri sono chiamati da Dio e ricevono i doni dello Spirito per
esercitare le funzioni riconosciute dalla chiesa nel ministero pastorale, evangelistico, apostolico e nell’insegnamento. Queste funzioni
sono particolarmente importanti per preparare i membri al servizio,
per aiutare la chiesa a crescere verso il raggiungimento della maturità
spirituale, per promuovere l’unità della fede e la conoscenza di Dio.
Quando i membri usano questi doni spirituali «come buoni
amministratori della svariata grazia di Dio», la chiesa è protetta dagli
influssi distruttivi delle false dottrine, si sviluppa grazie all’intervento di Dio e si rafforza nella fede e nell’amore (cfr. Romani 12:4-8; 1
Corinzi 12:9-11,27,28; Efesi 4:8,11-16; Atti 6:1-7; 1 Timoteo 2:1-3;
1 Pietro 4:10,11).
17. Il dono di profezia
Uno dei doni dello Spirito Santo è la profezia. Questo dono è un
segno che identifica la chiesa del rimanente e si è manifestato nel
ministero di Ellen G. White. Quale messaggera del Signore, i suoi
scritti sono una continua e autorevole fonte di verità e offrono alla
chiesa incoraggiamento, guida, istruzione e correzione. Essi affermano anche, in modo chiaro, che la Bibbia è la norma in base alla quale
ogni insegnamento e ogni esperienza devono essere provati (cfr.
Galati 2:28,29; Atti 2:14-21; Ebrei 1:1-3; Apocalisse 12:17; 19:10).
18. La legge di Dio
I grandi principi della legge di Dio sono contenuti nei dieci
comandamenti e sono stati manifestati nella vita del Cristo. Essi sono
l’espressione dell’amore di Dio, della sua volontà e dei suoi propositi
352
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
relativi alla condotta e alle relazioni umane e sono vincolanti per tutti
gli uomini di ogni epoca. Questi principi costituiscono la base del
patto di Dio con il suo popolo e rappresentano il criterio del giudizio.
Grazie all’opera dello Spirito Santo, essi indicano il peccato e
risvegliano il desiderio di un Salvatore. La salvezza viene attribuita
per grazia e non per opere, ma i suoi frutti si manifestano nell’ubbidienza ai comandamenti. Questa ubbidienza sviluppa un carattere
cristiano e produce effetti positivi. È una dimostrazione del nostro
amore per il Signore e dell’interesse per i nostri simili. L’ubbidienza
della fede dimostra la potenza del Cristo nel trasformare la vita e
perciò rafforza la testimonianza cristiana (cfr. Esodo 20:1-17; Salmo
40:7,8; Matteo 22:36-40; Deuteronomio 28:1-14; Matteo 5:17-20;
Ebrei 8:8-10, Giovanni 16:7-10; Efesi 2:8-10; 1 Giovanni 5:3;
Romani 8:3,4; Salmo 19:7-14).
19. Il sabato
Il Creatore, dopo i sei giorni della creazione, si riposò il settimo
giorno e istituì il sabato per tutti come memoriale della creazione. Il
quarto comandamento dell’immutabile legge di Dio richiede l’osservanza di questo settimo giorno, il sabato, come giorno di riposo, di
culto e di servizio in armonia con l’insegnamento e l’esempio di
Gesù, Signore del sabato. Il sabato è un giorno di comunione con Dio
e con il prossimo. Esso è un simbolo della nostra redenzione in
Cristo, un segno della nostra santificazione, un’espressione della
nostra fedeltà, un’anticipazione del nostro futuro eterno nel regno di
Dio. Il sabato è il segno perpetuo scelto da Dio per rappresentare il
suo patto eterno con il suo popolo. La lieta osservanza di questo
tempo sacro, da tramonto a tramonto, è una celebrazione dell’opera
creatrice e redentrice di Dio (cfr. Genesi 2:1-3; Esodo 20:8-11; Luca
4:16; Isaia 56:5,6; 58:13,14; Matteo 12:1-12; Esodo 31:13-17;
Ezechiele 20:12,20; Deuteronomio 5:12-15; Ebrei 4:1-11; Levitico
23:32; Marco 1:32).
20. La gestione cristiana della vita
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
353
Appendici
Noi siamo gli amministratori di Dio che ci ha affidato tempo e
opportunità, capacità e beni, ricchezze dalla natura e sue risorse. Noi
siamo responsabili nei suoi confronti del loro giusto uso. Riconosciamo la sovranità di Dio mediante un leale servizio, offerto a lui e ai
nostri simili, restituendo la decima e dando le offerte per la
proclamazione del Vangelo e per il sostentamento e lo sviluppo della
sua chiesa. L’amministrazione è un privilegio offertoci da Dio per
coltivare l’amore e riportare la vittoria sull’egoismo e l’avarizia.
L’amministratore cristiano si rallegra delle benedizioni che gli altri
ricevono come risultato della sua fedeltà (cfr. Genesi 1:26-28; 2:15;
1 Cronache 29:14; Aggeo 1:3-11; Malachia 3:8-12; 1 Corinzi 9:914; Matteo 23:23; Romani 15:26,27).
21. Uno stile di vita cristiano
Siamo invitati a essere un popolo santo che pensa, sente e agisce in
armonia con i principi del cielo. Affinché lo Spirito possa ricreare in
noi il carattere del nostro Signore, dobbiamo impegnarci soltanto in
ciò che produrrà nella nostra vita purezza cristiana, salute e gioia.
Questo significa che cercheremo di conformare i nostri divertimenti e
i nostri svaghi ai più elevati principi di gusto e bellezza cristiani. Pur
riconoscendo le differenze culturali, il nostro modo di vestire deve
essere improntato alla semplicità, alla modestia e all’ordine, consono
con il modo di vivere di coloro la cui vera bellezza non consiste
nell’ornamento esteriore, ma in quello duraturo di uno spirito quieto
e gentile. Ciò significa anche che, siccome i nostri corpi sono il
tempio dello Spirito Santo, dobbiamo averne cura in modo intelligente. Oltre a un adeguato esercizio fisico e al riposo, dobbiamo adottare
la dieta più sana possibile e astenerci dai cibi impuri indicati nelle
Scritture. Poiché le bevande alcoliche, il tabacco e l’uso irresponsabile di droghe e narcotici sono dannosi al nostro corpo, dobbiamo
astenercene. Al contrario dobbiamo impegnarci in ciò che aiuta i
nostri pensieri e i nostri corpi ad essere in armonia con l’insegnamento del Cristo, che desidera la nostra salute, la nostra gioia e il
nostro bene (cfr. Romani 12:1,2; 1 Giovanni 2:6; Efesi 5:1-21;
354
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Filippesi 4:8; 2 Corinzi 10:5; 6:14-7:1; 1 Pietro 3:1-4; 1 Corinzi
6:19,20; 10:31; Levitico 11:1-47; 3 Giovanni 2).
22. Il matrimonio e la famiglia
Il matrimonio fu istituito da Dio in Eden e da Gesù fu definito
un’unione d’amore, per tutta la vita, fra un uomo e una donna. Per il
cristiano il matrimonio è un impegno con Dio oltre che con il coniuge e perciò è bene che sia contratto solo fra due persone che condividono la stessa fede. L’amore, l’onore, il rispetto e la responsabilità
reciproci sono gli elementi essenziali di questa relazione che deve
riflettere l’amore, la santità, l’intimità e la perpetuità della relazione
esistente fra il Cristo e la sua chiesa. Riguardo al divorzio, Gesù
insegnò che la persona che lo attua - salvo che per fornicazione - e
contrae un nuovo matrimonio, è colpevole di adulterio. Sebbene
alcuni rapporti coniugali possano allontanarsi dall’ideale, quei
coniugi che si sono impegnati reciprocamente in Cristo, potranno
raggiungere una vera unione grazie alla guida dello Spirito Santo e
all’aiuto della chiesa. Dio benedice la famiglia e vuole che i suoi
membri si sostengano a vicenda per il raggiungimento di una
completa maturità. I genitori devono educare i loro figli ad amare e a
ubbidire a Dio. Con il loro esempio e con le loro parole devono
insegnare loro che il Cristo è un Maestro affettuoso, tenero e pieno di
attenzioni, che vuole aiutarli a diventare membra del suo corpo che è
la famiglia di Dio. Una delle caratteristiche del messaggio evangelico
finale è la maggiore unione familiare (cfr. Genesi 2:18-25; Matteo
19:3-9; Giovanni 2:1-11; 2 Corinzi 6:14; Efesi 5:21-33; Matteo
5:31,32; Marco 10:11,12; Luca 16:18; 1 Corinzi 7:10,11; Esodo
20:12; Efesi 6:1-4; Deuteronomio 6:5-9; Proverbi 22:6; Malachia
4:5,6).
23. Il ministero del Cristo nel santuario celeste
In cielo c’è un santuario: il vero tabernacolo «che il Signore e non un
uomo, ha eretto». Il Cristo vi officia in nostro favore, mettendo così a
disposizione dei credenti i benefici del sacrificio espiatorio da lui
offerto una volta per sempre sulla croce. Egli inaugurò il suo ministeLa Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
355
Appendici
ro di Sommo Sacerdote e di nostro Intercessore alla sua ascensione.
Nel 1844, alla fine del periodo profetico dei duemilatrecento
giorni/anni, Gesù iniziò la seconda e ultima fase del suo ministero
d’espiazione. Si tratta di un giudizio investigativo, che rappresenta
una soluzione definitiva per il peccato, simboleggiata dalla purificazione dell’antico santuario ebraico nel giorno dell’espiazione. In quel
servizio simbolico il santuario veniva purificato mediante il sangue
di animali sacrificati, mentre quello del cielo è purificato dal perfetto
sacrificio del Cristo. Il giudizio investigativo rivela agli esseri celesti
chi, fra i morti, si è addormentato in Cristo e, grazie a lui, è
considerato degno di partecipare alla prima risurrezione. Esso,
inoltre, manifesta chi, fra i viventi, è fedele al Cristo, osserva i
comandamenti di Dio e ha la fede di Gesù e quindi, in lui, è pronto
per la traslazione nel suo regno eterno. Questo giudizio dimostra la
giustizia di Dio nel salvare coloro che credono in Gesù. Esso dichiara
che quanti sono rimasti fedeli a Dio riceveranno il regno. La
conclusione di questo ministero del Cristo segnerà la fine del tempo
di grazia prima del secondo avvento (cfr. Ebrei 8:1-5; 4:14-16; 9:1128; 10:19-22; 1:3; 2:16,17; Daniele 7:9-27; 8:13,14; 9:24-27;
Numeri 14:34; Ezechiele 4:6; Levitico 16; Apocalisse 14:6,7; 20:12;
14:12; 22:12).
24. Il ritorno del Cristo
Il ritorno del Cristo è la «beata speranza» della chiesa, il grande
obiettivo del Vangelo. La venuta del Salvatore sarà letterale,
personale, visibile e mondiale. Quando ritornerà i morti giusti
risusciteranno e, insieme con i viventi giusti, saranno glorificati e
traslati in cielo, mentre gli empi morranno. L’adempimento della
maggior parte degli eventi profetizzati e l’attuale condizione del
mondo indicano che il ritorno del Cristo è imminente. Il tempo di
questo evento non è stato rivelato, perciò siamo esortati a essere
pronti in ogni istante (cfr. Tito 2:13; Ebrei 9:28; Giovanni 14:1-3;
Atti 1:9-11; Matteo 24:14; Apocalisse 1:7; Matteo 26:43,44; 1
Tessalonicesi 4:13-18; 1 Corinzi 15:51-54; 2 Tessalonicesi 1:7-10;
356
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
2:8; Apocalisse 14:14-20; 19:11-21; Matteo 24; Marco 13; Luca 21;
2 Timoteo 3:1-5; 1 Tessalonicesi 5:1-6).
25. La morte e la risurrezione
«Il salario del peccato è la morte». Dio, però, che è immortale, darà
la vita eterna ai redenti. Fino a quel giorno la morte è uno stato di
assoluta incoscienza per tutti. Quando il Cristo - che è la nostra vita apparirà, i giusti risuscitati e i giusti viventi saranno glorificati e
portati a incontrare il Signore nell’aria. La seconda risurrezione, la
risurrezione degli empi, avverrà mille anni più tardi (cfr. Romani
6:23; 1 Timoteo 6:15,16; Ecclesiaste 9:5,6; Salmo 146:3,4; Giovanni 11:11-14; Colossesi 3:4; 1 Corinzi 15:51-54; 1 Tessalonicesi
4:13-17; Giovanni 5:28,29; Apocalisse 20:1-10).
26. Il millennio e la fine di un’era di peccato
Il millennio è il regno di mille anni del Cristo con i suoi santi fra la
prima e la seconda risurrezione. In questo periodo di tempo saranno
giudicati gli empi e la terra sarà in uno stato di totale desolazione,
priva di esseri umani viventi e abitata soltanto da Satana e dai suoi
angeli. Alla fine del millennio, il Cristo con i suoi santi e la santa
città scenderanno dal cielo sulla terra. Allora gli empi risusciteranno
e insieme a Satana e ai suoi angeli circonderanno la santa città, ma il
fuoco inviato da Dio li consumerà e purificherà la terra. In questo
modo l’universo sarà definitivamente liberato dal peccato e dai
peccatori (cfr. Apocalisse 20; 1 Corinzi 6:2,3; Geremia 4:23-26;
Apocalisse 21:1-5; Malachia 4:1; Ezechiele 28:18,19).
27. La nuova terra
Nella nuova terra, in cui vivranno i giusti, Dio assicurerà una dimora
eterna per i redenti e un ambiente perfetto per la vita eterna, l’amore,
la gioia e la conoscenza in sua presenza. Dio stesso infatti abiterà con
il suo popolo e la sofferenza e la morte non ci saranno più. Il gran
conflitto è finito e il peccato è stato eliminato. Tutte le cose, quelle
animate e quelle inanimate, dichiareranno che Dio è amore ed egli
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
357
Appendici
regnerà per sempre (cfr. 2 Pietro 3:13; Isaia 35; 65:17-25; Matteo
5:5; Apocalisse 21:1-7; 22:1-5; 11:15).
358
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Appendice 2
EXCURSUS
PRESENZA AVVENTISTA NEL MONDO
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno è un movimento
mondiale presente nella società da oltre un secolo e mezzo. Essa si
sviluppa nel solco tracciato dal protestantesimo americano e accetta i
grandi principi della Riforma: sola fides, sola gratia, sola Scriptura.
Il suo credo scaturisce da uno studio attento della Bibbia, unica e
autorevole regola di fede. Diversamente dalle altre Chiese protestanti, essa crede che la salvezza per grazia non escluda l’osservanza dei
comandamenti, ma che ne valorizzi l’importanza. Nella sua
comprensione delle cose, si considera strumento per annunciare il
messaggio della grazia di Dio attraverso la testimonianza religiosa ed
etica, la presenza sociale, l’azione educativa, la difesa delle libertà
civili, la solidarietà fraterna, ecc.
Le sue radici sono da ricercare negli Stati Uniti, intorno alla metà del
diciannovesimo secolo, nell’ambito di un vasto movimento escatologico che aveva avuto in William Miller (1782-1849), di origine
battista, il suo leader e animatore. Egli, in seguito a minuziosi studi
degli scritti profetici di Daniele, arrivò alla conclusione che Cristo
sarebbe ritornato nel 1844 per giudicare il mondo.
In seguito alla delusione per il mancato ritorno e alla dispersione dei
milleriti, un gruppo di fedeli, basandosi sulla Parola di Dio, diede
vita all’avventismo. Tra questi primi esponenti ricordiamo Joseph
Bates, Uriah Smith, John N. Andrews, James White e sua moglie
Ellen Harmon. James White contribuì all’unità dei vari credenti di
fede avventista pubblicando il periodico Present Truth (La Verità
presente). La moglie Ellen, pur non avendo mai avuto cariche
direttive ufficiali, ha svolto un ruolo di primissimo piano e gli
avventisti le riconoscono un’autorità profetica.
All’inizio, il movimento avventista non aveva una sua struttura
amministrativa. Vi fu solo nel 1853 un primo tentativo di organizzazione, quando si decise di fornire una credenziale ai predicatori
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
359
Appendici
itineranti. In quel periodo veniva contestata l’idea di organizzazione,
perché si pensava che solo l’amore fraterno avrebbe dovuto unire i
credenti avventisti. Ma la crescita numerica dei fedeli richiedeva
un’identità specifica. Nel 1859, in un’assemblea generale, si adottò il
principio biblico della restituzione della decima parte delle proprie
entrate economiche per sostenere i bisogni dei predicatori.
Nel 1860 l’assemblea generale si costituì ufficialmente e si denominò
Chiesa Avventista del 7° Giorno. L’assemblea era formata da 3.500
avventisti guidati da 30 pastori e raggruppati in 125 chiese. Tre anni
più tardi, il 21 maggio 1863, il movimento si diede anche un’adeguata struttura organizzativa.
La denominazione
Chiesa, insieme di fedeli di tutte le parti del mondo che hanno la
stessa fede.
Cristiana perché crede in Gesù Cristo come unico mezzo di salvezza
per tutti gli uomini.
Avventista perché aspetta il ritorno di Cristo (avvento), come da lui
stesso promesso.
del 7° Giorno perché rispetta il sabato, settimo giorno biblico, come
giorno sacro e di riposo.
Vivendo in una cultura essenzialmente cristiana, i primi avventisti
non enfatizzarono molto quello che avevano in comune con le altre
denominazioni, ma misero l’accento sugli aspetti che li differenziavano: l’osservanza del sabato, il ritorno di Cristo, l’interesse igienico-sanitario verso il proprio corpo considerato il tempio dello Spirito
Santo, ecc. Questo causò presso gli altri protestanti diffidenze e
malintesi, che furono in parte superati col tempo, man mano che si
andava delineando il patrimonio dottrinale completo della Chiesa
avventista, dove venivano ribadite dottrine fondamentali cristiane
come la trinità, la piena divinità di Cristo, la personalità dello Spirito
Santo, la salvezza per grazia.
Un primo tentativo per l’identificazione del corpus dottrinale
avventista fu fatto nel 1907, con la pubblicazione di un libro di 184
360
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
pagine del pioniere J.N. Loughborough intitolato: The Church, Its
Organization, Order and Discipline (Organizzazione, ordine e
disciplina della Chiesa), fu però solo nel 1931 che si decise di
pubblicare un primo Manuale di chiesa per «salvaguardare la nostra
prassi e le regole denominazionali». Le dottrine avventiste sono il
risultato di una ricerca profonda e di studi scrupolosi del testo sacro;
ogni eventuale aggiornamento alla comprensione della verità biblica
deve avvenire in un contesto ampio il più possibile. Infatti, nel 1946,
l’assemblea della Conferenza Generale, che comprende i delegati
provenienti da ogni parte del mondo, deliberò: «Tutte le modifiche o
revisioni di norme, da apportare al Manuale, dovranno essere
autorizzate da un’assemblea della Conferenza Generale» (General
Conference Report, 14 giugno 1946, n. 8, p. 197).
Diffusione dell’avventismo nel mondo
Negli Stati Uniti
Gli inizi del movimento avventista furono modesti, ma esso andò
sempre più sviluppandosi acquisendo una diffusione a livello
mondiale. Intorno al 1850 esistevano gruppi avventisti a Portland,
Paris, Boston, Oswego, Rochester. La strada che portava alle miniere
d’oro spingerà poi alcuni, fra questi credenti, verso la costa del
Pacifico. Nel 1873 si costituì una Federazione di chiese della
California. Non c’era, dunque, una strategia espansionistica
mondiale, all’inizio del movimento, ma solo il desiderio di predicare
il messaggio. I pionieri avventisti non pensavano di dover diffondersi
fuori dagli Stati Uniti, essi ritenevano che gli stranieri che avevano
appreso e condiviso l’avventismo negli Usa, di ritorno nelle loro terre
d’origine, avrebbero predicato la loro nuova fede. Fu così che dei
gruppi avventisti sorsero, nel 1864, in Europa e nell’Africa del Sud,
nel 1888 in Cina, l’anno successivo in Turchia, nel 1893 in India. Il
segreto del successo mondiale della Chiesa avventista fu agevolato
dalle sue numerose pubblicazioni. Il tipo di messaggio e l’uso della
stampa determinarono anche il target di riferimento: la fede
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
361
Appendici
avventista si diffuse principalmente in ambienti colti già cristianizzati dei vari continenti.
In Europa
Gli avventisti vi penetrarono nel 1864 grazie a un frate francescano
polacco, Michael Belina Czechowski, convertitosi all’avventismo
durante un viaggio negli Stati Uniti. Spinto dal desiderio di portare il
messaggio del ritorno di Cristo in Europa, egli percorse le valli
valdesi del Piemonte e organizzò un piccolo gruppo a Torre Pellice.
Nel 1866 si stabilì in Svizzera, a Tremelan, dove fu fondata la prima
chiesa avventista d’Europa. Questi credenti presero contatti con gli
Stati Uniti, dove avevano scoperto che esisteva un Chiesa avventista
ben organizzata e, nel 1874, ricevettero il sostegno di un missionario
molto preparato culturalmente, J.N. Andrews. Fu quindi aperta una
casa editrice a Basilea per diffondere le credenze avventiste in
Europa. Nel 1877 fu fondata una chiesa a Napoli e, dieci anni dopo,
in Olanda. Nel decennio successivo furono costituite chiese in
Belgio, Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia. All’inizio del secolo, la
Chiesa si propagò anche nei Balcani, in Austria, in Spagna e in
Portogallo. Alla fine del secolo XIX, si stima che in Europa vi
fossero già diecimila avventisti.
In Australia e nelle isole del Pacifico
Nel 1885 fu inviata in Australia una famiglia e, in meno di un anno, a
Melbourne fu costituita una comunità di 90 membri. Nel 1886 fu
aperta la prima casa editrice; fra le pubblicazioni avventiste, grande
successo ebbe la rivista Bible Echo. Nel 1891 E.G. White si trasferì
per 10 anni in Australia e contribuì notevolmente allo sviluppo
dell’avventismo nel paese. Nel 1894 fu costituita una Federazione di
chiese che comprendeva l’Australia, la Nuova Zelanda e diverse
isole. In maniera avventurosa furono raggiunte anche le altre isole
del Pacifico dove, con entusiasmo, parecchi abitanti aderirono al
credo avventista.
In America del Sud
362
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Il messaggio avventista vi penetrò grazie a una corrispondenza fra
avventisti delle valli valdesi e amici e parenti emigrati in Argentina.
Nel 1891 vi arrivarono quattro colportori (rappresentanti di stampa
religiosa), e nel 1895 fu organizzata la prima chiesa, a Diamante, con
32 membri. Nel 1899 si aprì il primo college avventista e nove anni
dopo la prima clinica, El Sanatorio Adventista del Plata. In America
latina, la diffusione dell’avventismo avvenne soprattutto grazie
all’opera svolta dai colportori, che vendevano le Bibbie e studiavano
le Scritture nelle famiglie disposte a riceverli. Sorsero così comunità
in Cile, Paraguay, Bolivia, Venezuela, Ecuador e America centrale.
In Perù gli avventisti ebbero un grande successo presso gli indiani
della zona del lago Titicaca.
In Asia e in Medio Oriente
Non fu facile penetrare in questi territori. La nuova fede si diffuse
intorno alla fine del diciannovesimo secolo attraverso la distribuzione di stampati presso coloni inglesi e tedeschi. La diffusione
dell’avventismo fu favorita anche dal commercio di prodotti alimentari igienici, dall’apertura di scuole o di centri medici e dal lavoro dei
colportori. I nuovi convertiti autoctoni diffondevano, poi, con
entusiasmo ai loro connazionali la nuova fede. L’avventismo penetrò
così in Cina, in India, in Pakistan, in Medio Oriente, nella penisola
indocinese, in Malesia, nelle Filippine. In Giappone fu invece
introdotto da alcuni che erano emigrati negli Stati Uniti d’America.
Nel 1899 a Tokyo vi era già un gruppo di una sessantina di
avventisti. Si convertì anche un giovane coreano che, ritornato in
patria, nel giro di qualche settimana organizzò quattro gruppi. La
Chiesa, nel tempo, ha fondato in Oriente diverse scuole professionali,
dispensari e ospedali.
In Africa
L’Africa fu raggiunta intorno al 1885 attraverso alcuni stampati
portati nel continente da un minatore che aveva assistito a incontri di
avventisti in California. Le pubblicazioni furono lette da coloni
olandesi che avevano scoperto autonomamente il sabato come giorno
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
363
Appendici
sacro. Volendo sapere qualcosa di più, chiesero alla Conferenza
Generale dei predicatori. Verso la fine del XIX secolo, furono aperte
delle scuole in Malawi, Zambia e Lesotho; poi, nel 1920, una clinica
fu aperta in Botswana. A poco a poco, alle sedi missionarie furono
associate dei dispensari e delle scuole nella maggior parte dell’Africa. Oggi in questo continente vi sono tre Divisioni (Africa meridionale e Oceano indiano, Africa centro-orientale, Africa occidentale) e
circa quattro milioni di membri.
364
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Appendice 3
EXCURSUS:
PRESENZA AVVENTISTA IN ITALIA
La storia della Chiesa avventista in Italia è stata spesso contrassegnata da pregiudizi e difficoltà, ma anche da successi, costanza e
servizio. Essere avventisti in una nazione così profondamente
marcata dalla presenza dilagante del cattolicesimo non è stato facile,
soprattutto in passato. In Italia, essendo mancata una cultura
protestante, la persona diversa era vista con diffidenza. L’osservanza
del sabato, settimo giorno della settimana, peculiarità di questi
credenti, li ha esposti a numerose difficoltà perché in quel giorno, per
ubbidire al comandamento divino, essi non lavorano né vanno a
scuola.
L’avventismo in Italia, come abbiamo detto, ha avuto inizio grazie
alla predicazione dell’ex frate francescano Michael Belina
Czechowsky che, durante un viaggio negli Stati Uniti, aveva
conosciuto e accettato la predicazione del ritorno di Cristo. Ritornato
in Europa nel 1864, egli cominciò a predicare nelle valli valdesi
dove, in seguito alla sua testimonianza, si convertì Caterina Revel, la
prima avventista europea.
Uno sviluppo più organico della fede avventista fu però registrato
con la venuta nel nostro paese di John Andrews nel 1874. Egli era un
uomo di studio e di azione, conosceva diverse lingue e aveva una
memoria eccezionale: sembra che fosse in grado di recitare a
memoria tutto il Nuovo Testamento e buona parte dell’Antico.
Nel 1884 fu stampato il primo giornale avventista italiano, L’ultimo
Messaggio, e l’anno successivo anche Ellen White venne in Italia,
tenendo con notevole successo alcune riunioni pubbliche a Torre
Pellice. Nonostante ciò, l’avventismo stentava a svilupparsi.
Quelli erano anni di crisi politica, economica, religiosa e, nonostante
fossero state accordate le libertà civili e politiche a valdesi ed ebrei,
le discriminazioni religiose erano molto pesanti. Col passare degli
anni si acquisiva, è vero, una certa libertà di testimonianza e di
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
365
Appendici
espressione, ma importanti frange della Chiesa cattolica ribadivano
che l’art. 1 dello Statuto albertino del 1848 stabiliva: «La Religione
Cattolica Apostolica Romana è la sola religione dello Stato. Gli altri
culti sono tollerati conformemente alle leggi». Essere «tollerati»
significava essere controllati, sopportati ma non accettati, non liberi.
Nel 1903 fu organizzata la «Missione Italiana» con a capo il past.
Charles Everson, ma i membri avventisti erano solo 37 sparsi un po’
ovunque sul territorio nazionale. I 100 membri vengono raggiunti
solo nel 1913.
Il presidente Everson cercava in tutti i modi di fare inserire la Chiesa
avventista nel tessuto sociale e perseguì anche l’idea di aprire delle
scuole serali dove insegnare, tra l’altro, francese e inglese per attirare
quei giovani che non sarebbero stati interessati dai sermoni. Grazie
alla generosità di alcuni giovani avventisti californiani, fu aperta nel
cuore di Roma una scuola che poi si trasformò in scuola tecnica.
L’iniziativa ebbe successo, infatti si iscrissero un’ottantina di
studenti seguiti da una decina di insegnanti.
Lo scoppio della prima guerra mondiale farà segnare il passo, a causa
del fatto che i dirigenti stranieri della Missione erano stati richiamati
in patria.
Durante tale conflitto, un giovane avventista, Alberto Long, si rifiutò
di impugnare le armi perché non voleva commettere omicidi. Fu
costretto, quindi, a essere al centro di diverse vicende giudiziarie:
«Al primo processo a Torino viene condannato a cinque anni; al
secondo a San Donà del Piave, a sette. Tra un processo e l’altro è
sottoposto a maltrattamenti fisici e lo si impaurisce puntandogli
contro una pistola carica. Tirato fuori dalla prigione è inviato al
fronte, ma anche lì non spara e non vuole portare le armi. Si istruisce
allora un terzo processo a suo carico. Portato di fronte al tribunale di
guerra, il pubblico ministero chiede per lui la fucilazione. Viene però
condannato a venticinque anni ed è tradotto alle carceri di Savona.
Rimane per dieci mesi associato a queste carceri e poi è amnistiato a
seguito di un’amnistia generale» (Giuseppe DE MEO, Granel di
Sale, p. 126). Alberto Long è stato il primo obiettore di coscienza in
Italia.
366
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
L’opera avventista in Italia rimase senza guida fino al 1921, quando
fu nominato a dirigere la Missione il pastore austriaco Diolode G.
Werner, sostituito, dal 1928 al 1934, dall’italiano Gianluigi Lippolis.
All’inizio del ventennio fascista, in Italia si contavano solo 300
membri di chiesa ma, nonostante i vari ostacoli dovuti alla scarsa
libertà di predicare il Vangelo, l’avventismo si diffuse a poco a poco
in varie regioni italiane e nelle città più importanti e, proprio nel
1929, anno della stipula del Concordato con la Chiesa cattolica, si
costituì l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7°
Giorno.
Durante la seconda guerra mondiale furono vietati i rapporti con la
Chiesa d’origine, quella americana, e il già piccolo numero di
credenti rischiava di scomparire. Per loro fu aperto un fascicolo
presso l’archivio dello Stato, sezione «Culti pericolosi». I ministri di
culto avventisti, come altri delle denominazioni di minoranza,
subirono processi, intimidazioni e condanne; furono chiusi dei luoghi
di culto e diverse comunità subirono gli attacchi della popolazione
che era istigata a commettere atti violenti verso locali di altre fedi
religiose. Per rimanere fedeli all’osservanza del sabato, alcuni
avventisti persero il lavoro e qualche militare fu internato e perse la
vita. I 92 colportori erano i più esposti; in quanto rappresentanti di
letteratura non tradizionale, essi erano accusati di diffondere libri
rivoluzionari. Spesso furono fermati, denunciati e, talvolta, anche
imprigionati o inviati in ospedali psichiatrici.
Nel febbraio 1932, a Firenze fu celebrato un processo nei confronti
del direttore del periodico avventista L’Araldo della verità, past.
Gian Luigi Lippolis, che aveva pubblicato un articolo dal titolo: «Il
Cristo e l’Anticristo». L’accusa era: vilipendio della religione di
stato. Lippolis fu difeso dall’avv. Ulisse Contri, ma fu condannato a
un mese e dieci giorni di prigione. Lo stesso papa Pio XI seguì il
processo con interesse. Nel rapporto che Mussolini farà al re di
questa vicenda e del suo incontro col papa, tra l’altro scrive: «…Io
osservo che secondo i dati dell’ultimo censimento i protestanti sono
appena 135 mila, dei quali trentasettemila stranieri, contro quarantadue milioni di cattolici. È vero, continua il S. Padre – l’Italia è
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
367
Appendici
profondamente cattolica e questa è una condizione di privilegio
anche dal punto di vista nazionale, ma appunto per ciò bisogna
vigilare! Avendogli chiesto quali erano i punti più particolarmente
violenti di questa situazione, il S. P. mi ha citato Firenze, La Spezia,
Piazza Armerina (Riesi) e mi ha consegnato un apposito memoriale
sulla questione» (idem, p. 144).
Dal 1934 al 1958, il presidente della Chiesa italiana fu il past. Luigi
Beer. Nel 1940 a Firenze fu aperta la scuola di teologia per preparare
i futuri pastori ma, dal 1943 al 1946, fu sospesa la pubblicazione
delle due riviste L’Araldo della Verità e Il Messaggero Avventista.
Nonostante le tante difficoltà, in questo periodo i membri passeranno
da 1.038 a 1.290 e, nel 1947, faranno la prima comparsa le trasmissioni radio e il Corso biblico per corrispondenza.
Il 1948 fu un anno speciale per l’Italia tutta: entrava finalmente in
vigore la nuova Costituzione che garantiva la piena libertà religiosa.
Gli avventisti, come gli evangelici in genere, credevano che da quel
momento in poi avrebbero potuto predicare con la massima libertà.
Ma purtroppo le leggi fasciste, fra cui il famigerato Codice Rocco,
erano ancora in vigore e bisognò aspettare quasi un decennio prima
che si potessero vedere i frutti della Costituzione.
Una svolta importante si ebbe con un processo al responsabile locale
della comunità avventista di Monzone: Vinicio Luchicchia. Questi fu
accusato di aver officiato un servizio di culto senza regolare
autorizzazione il 18 ottobre 1952. Fu difeso da Piero Calamandrei,
noto giurista e Padre costituente, e nel 1954 fu assolto.
Nel 1959, un giovane di Piazza Armerina (EN), Cateno La Versa, a
Torino, rifiutò di prestare servizio militare in giorno di sabato.
Portato davanti al tribunale militare, fu accusato di «disubbidienza
aggravata continuata… perché… con più azioni esecutive di un
medesimo disegno criminoso alla presenza di più di tre militari,
rifiutava di obbedire agli ordini» (idem, p. 203), cioè di prestare
servizio in giorno di sabato. Si interessò del caso la stampa e l’allora
ministro della Difesa, on. Giulio Andreotti, il quale emanò una
circolare che dava ai giovani militari avventisti il diritto di osservare
il giorno di riposo prescritto dalla loro religione.
368
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Con l’entrata in funzione della Corte Costituzionale, nel 1956, molte
leggi restrittive del periodo fascista furono dichiarate incostituzionali
e fu garantita una maggiore libertà.
La Chiesa avventista fu riconosciuta come ente di culto con D.P.R.
del 13 aprile 1978, ai termini della legge sui culti ammessi del 1929.
Intanto, nello Stato italiano va sempre più affermandosi il principio
di democrazia politica e la Chiesa cattolica si adegua passando
dall’ostilità, alla diffidenza, poi all’indifferenza, sino a un rapporto
aperto e anche cordiale con le altre denominazioni cristiane. Matura
quindi l’idea di una sana laicità dello Stato e di pluralismo anche
religioso. È questo un dato di fatto irreversibile vissuto come un
valore positivo da salvaguardare. Quest’apertura verso gli altri è
ancora più accentuata dal Concilio Vaticano II del 1965 e dai
documenti da esso prodotti. I protestanti non erano più gli eretici da
combattere, ma i fratelli separati da ricuperare. La chiesa avventista
italiana e romana ha alcuni suoi esponenti al Concilio, ma continua
nella sua opera di testimonianza peculiare.
In questo clima di maggiore apertura, nel 1972 si verifica un fatto
che mette in evidenza la Chiesa avventista a livello nazionale. Per la
prima volta, a Torino, essa organizza un Piano dei 5 giorni per
smettere di fumare sotto un’aertenda. Il corso viene seguito da oltre
mille persone e la Rai se ne occupa con uno speciale Gr1. Lo stesso
successo di pubblico avrà il corso a Roma.
Nel 1977 una manifestazione occuperà le strade di Roma per
chiedere una legislazione affinché sia garantito il riposo sabbatico
agli studenti e ai lavoratori avventisti. Si mobilitano anche alcuni
deputati a sostegno, ma il tempo è maturo perché lo Stato inizi a
pensare a un discorso più ampio di libertà religiosa, cioè ad attuare
l’art. 8 della Costituzione che prevede la stipula di intese fra Stato e
culti diversi dal cattolico. Già l’anno precedente l’allora presidente
del Consiglio, on. Giulio Andreotti, aveva chiesto alla Chiesa
avventista se era interessata ad avviare le trattative per l’intesa. La
risposta era stata affermativa.
Oggi, in Italia, la Chiesa avventista è perfettamente riconosciuta. Il
29.12.1986 ha firmato con il Governo italiano, in base all’art. 8 della
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
369
Appendici
Costituzione, l’Intesa che è stata poi trasformata nella legge
22.11.1988 n. 516. Grazie a essa, è riconosciuta la sua piena libertà
di agire su tutto il territorio nazionale, la Chiesa può nominare
direttamente i suoi ministri di culto senza l’intervento delle prefetture, i suoi giovani possono godere del servizio civile sostitutivo, i
responsabili di chiesa e i suoi pastori possono offrire liberamente
assistenza negli ospedali e nelle carceri, il riposo sabbatico è riconosciuto e garantito, così come sono riconosciuti i matrimoni celebrati
davanti a ministri di culto avventisti; sono altresì riconosciuti gli enti
ecclesiastici della denominazione. Grazie sempre a questa legge, la
Chiesa cristiana avventista italiana può concorrere alla ripartizione
dell’otto per mille che ha accettato solo per scopi sociali, umanitari,
culturali e assistenziali in Italia e all’estero.
Pur essendo una piccola minoranza nel nostro Paese, la confessione
avventista gode di buona reputazione e stima per la semplicità e
l’efficacia con cui porta avanti le sue idee e per il contributo positivo
in tutti gli ambienti in cui è presente.
Organizzata in un centinaio di comuni, la Chiesa avventista al 31
dicembre 2002 comprendeva 6.477 membri battezzati. Essa ha in
Italia una casa editrice e una facoltà teologica a Firenze, una casa di
riposo a Forlì, due centri giovanili uno a Poppi (AR) e uno a Piazza
Armerina (EN), 9 radio locali.
370
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Appendice 4
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA
CHIESA AVVENTISTA
La vita spirituale
La Chiesa avventista incoraggia i propri membri a curare la
loro vita spirituale attraverso la lettura quotidiana della
Parola di Dio e la preghiera personale. Il culto pubblico è
celebrato il sabato, secondo il comandamento biblico (Esodo
20:8-11). In questo giorno sacro, che va dal tramonto del
sole del venerdì al tramonto del giorno successivo, essi si
astengono dal lavoro per dedicarsi particolarmente alla loro
vita spirituale, al culto comunitario e al prossimo.
La liturgia del sabato si divide in due tempi ben distinti:
uno è dedicato alla riflessione della comunità, divisa in
piccoli gruppi, su un argomento biblico studiato durante la
settimana in tutto il mondo avventista e proposto attraverso
il lezionario della Scuola del Sabato; l’altro è il momento
dell’adorazione comunitaria e del culto. Il canto assembleare, le notizie dalla Chiesa mondiale, uno spazio per i
bambini, momenti di preghiera in comune costituiscono
anch’essi parte della liturgia. Il periodo dedicato alla Scuola
del Sabato vede adulti, giovani e bambini divisi in gruppi
per favorire il più possibile il dialogo e la partecipazione.
Grande cura si ha per i più giovani, con programmi specifici
per il giardino d’infanzia, i bambini della scuola elementare,
gli adolescenti.
Durante il sabato, periodicamente vengono celebrate la
Santa Cena (servizio di comunione, con cadenza pressoché
trimestrale), le cerimonie di battesimo e le presentazioni al
tempio dei neonati.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
371
Appendici
Il battesimo è impartito agli adulti dietro loro formale
richiesta e dopo una serie di studi biblici. Esso è praticato
per immersione, come ai tempi apostolici e secondo il
significato del termine stesso baptizo (immergere).
I Dipartimenti
Le attività della Chiesa a tutti i livelli: dalla comunità
locale alla Conferenza Generale, sono suddivise in settori
detti Dipartimenti. Ogni anno l’assemblea di chiesa sceglie
una Commissione che dovrà proporre i nomi dei vari
responsabili dei Dipartimenti. L’incarico sarà conferito dopo
uno specifico voto assembleare.
A livello locale, una comunità, oltre a essere diretta da un ministro di
culto, detto pastore, è gestita da uno o più anziani, cioè da
responsabili laici locali; vi sono poi un segretario di chiesa, un
tesoriere, i diaconi che si occupano dell’assistenza spirituale e
materiale dei membri di chiesa, un responsabile della musica, i
direttori dei seguenti Dipartimenti: Scuola del Sabato, Famiglie,
Giovani, Libertà Religiosa, Comunicazioni, Salute, Pubblicazioni,
Adra (iniziative sociali e umanitarie). I dirigenti di questi settori
fanno parte del Comitato di chiesa che coordina le diverse attività,
autorizza le spese e prende le decisioni necessarie.
Lo sviluppo dei membri
La suddivisione delle attività ecclesiali in dipartimenti permette a
ognuno di svilupparsi secondo le caratteristiche personali e di
collaborare nelle attività più congeniali alla propria indole. Inserirsi
in attività costruttive permette alle persone più riservate di aprirsi e di
collaborare con gli altri. Anche coloro che sono più semplici ma che
accettano di vivere l'Evangelo, grazie all'impostazione della Chiesa
cristiana avventista che sollecita continuamente i propri membri allo
studio, all'attività, alla ricerca di qualcosa di più, sono portati a
progredire culturalmente e anche socialmente.
372
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Nell'ambito della Chiesa collaborano attivamente sia uomini sia
donne, in accordo con il testo paolino: «Non c'è qui né maschio né
femmina». La Chiesa avventista stessa conta, fra i suoi più
importanti pionieri, una donna: Ellen G. White.
Non vi è alcuna distinzione e discriminazione fra le diverse razze:
l'avventismo è predicato in tutti i paesi e da tutte le razze.
Un profilo sociologico
La Chiesa avventista è molto giovane: la sua età media non supera i
25 anni. L’80% dei membri ha accettato la fede grazie a incontri con
amici e parenti avventisti. Il rapporto umano si è rivelato fondamentale per avviare una riflessione che poi è sfociata in un impegno
personale.
La possibilità di partecipare alla vita della chiesa, inserendosi nei vari
dipartimenti a seconda dell’indole dell’individuo, permette lo sviluppo delle doti naturali della persona e costituisce un deterrente contro
la solitudine, male del secolo.
Il fatto di sentire di avere un compito da svolgere, e di essere
chiamato a collaborare con Dio in un’opera di salvezza dell’umanità,
dà al credente avventista la sensazione di avere una missione
importante da compiere.
Far parte di una Chiesa mondiale significa trovare dei fratelli e delle
sorelle (appellativi usati comunemente per definire i membri di
chiesa) in ogni parte del mondo si vada, e di conoscere molti altri
membri della «famiglia» che lasciano la patria a causa dell’immigrazione. Questo rende l’avventista cittadino del mondo ancor più degli
altri.
In Italia oggi abbiamo una quindicina di chiese e gruppi etnici:
romeni, ganesi, ucraini, latinoamericani, filippini. Nelle altre comunità avventiste a maggioranza italiana vi sono membri provenienti da
diverse parti del mondo che condividono i servizi e i locali con gli
italiani.
Le riunioni, i programmi comuni, i pranzi consumati
spesso insieme nei locali annessi a quello del culto, contribuiscono a
creare una minisocietà multietnica e a favorire l’integrazione.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
373
Appendici
I rapporti con le altre Chiese
La Chiesa cristiana avventista mantiene buoni rapporti con le altre
confessioni religiose, pur non essendo membro del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, dove però è regolarmente rappresentata da
osservatori e consiglieri. In Italia fa parte di organismi interdenominazionali, come la Società Biblica e la Commissione delle Chiese
evangeliche per i Rapporti con lo Stato; o interconfessionali, come la
Consulta delle Religioni. Gli avventisti riconoscono che la vera
religione è basata sulla coscienza e sulla convinzione. Essi riconoscono a tutte le confessioni religiose il diritto di operare senza
restrizioni geografiche e si augurano che la predicazione del Vangelo
a ogni popolo avvenga in uno spirito di cortesia cristiana, di
franchezza e di piena libertà.
Dichiarazione sui rapporti
con le altre Chiese e denominazioni religiose
«Per evitare incomprensioni o attriti nelle relazioni con altre Chiese
cristiane e organizzazioni religiose, sono stati fissati i seguenti
principi:
1. Noi riconosciamo le organizzazioni che presentano Cristo agli
uomini come parte del piano divino di evangelizzazione del mondo e
teniamo in grande considerazione uomini e donne di altre confessioni
che si impegnano a portare gli uomini a Cristo.
2. Ogni volta che nella nostra attività missionaria entriamo in
contatto con altre denominazioni cristiane ed enti religiosi, deve
sempre prevalere lo spirito cristiano di cortesia, franchezza e onestà.
3. Siamo consapevoli del fatto che la vera religione si fonda sulla
coscienza e la convinzione. Ci proponiamo perciò di vegliare
sistematicamente affinché nessun interesse egoistico o vantaggio
materiale induca le persone a far parte della nostra comunità e
nessuno sia trattenuto da vincoli di qualsiasi genere che non siano la
convinzione e la persuasione di aver scoperto la vera relazione con il
374
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Cristo. Se per un membro di chiesa dovesse intervenire un
mutamento di convinzione ed egli non si sentisse più in sintonia con
la fede e la prassi della Chiesa Avventista del 7° Giorno, noi
riconosciamo non solo il diritto ma anche la responsabilità di tale
membro di aggregarsi a un'altra organizzazione religiosa, secondo la
sua fede, senza per questo discreditarlo. Ci aspettiamo che le altre
organizzazioni religiose manifestino lo stesso spirito di libertà
religiosa.
4. Prima di ammettere in chiesa membri provenienti da altre
organizzazioni religiose, occorre accertarsi con cura che i candidati,
cambiando appartenenza religiosa, siano mossi da convincimento
religioso e dal rapporto personale con Dio.
5. Una persona sottoposta a censura da altra organizzazione religiosa,
per essere venuta meno in modo manifesto all'etica e alla morale
cristiane, non sarà considerata idonea all'ammissione nella Chiesa
avventista prima di aver dato prova di pentimento e ravvedimento.
6. La Chiesa avventista non è in grado di limitare la propria missione
entro confini geografici ristretti, in virtù della sua comprensione del
mandato evangelico. Per grazia di Dio e tramite il suo intervento
nella storia dell'umanità, denominazioni e movimenti religiosi sono
sorti di volta in volta per porre l'accento su diversi aspetti della verità
del Vangelo. All'origine della sua storia il popolo avventista ha
ricevuto il mandato di ricordare, secondo il Vangelo, l'imminenza
della seconda venuta di Cristo. Questo mandato ci spinge a
proclamare le verità bibliche dal punto di vista specifico dell'invito
alla preparazione contenuto nelle profezie bibliche, in particolare in
Apocalisse 14:6-14. Questo messaggio implica la predicazione «del
Vangelo eterno a quelli che abitano sulla terra, e ad ogni nazione e
tribù e lingua e popolo» proponendolo all'attenzione del mondo
intero. Ogni restrizione che vincoli la nostra testimonianza ad aree
geografiche specifiche diventa quindi una limitazione del mandato
evangelico. La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno riconosce
anche alle altre fedi religiose il diritto di operare senza restrizioni
geografiche».
(Documento approvato dalla Conferenza Generale nel 1926).
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
375
Appendici
L’opera di evangelizzazione
Rispondendo all'invito di Gesù, «Andate per tutto il mondo e
predicate il Vangelo a tutti i popoli», la Chiesa cristiana avventista si
è rivolta a uomini e donne di ogni nazione portando loro la buona
notizia del perdono divino e della salvezza per grazia.
Questo compito non è affidato solo ai ministri di culto, i pastori, ma a
tutti i membri di chiesa in un'azione di testimonianza personale.
I pastori avventisti non svolgono nessun altro lavoro secolare e
hanno la responsabilità di seguire le comunità a loro affidate,
prendendosi cura dei membri e vegliando affinché siano sviluppate le
diverse attività. Loro compito specifico è anche quello di istruire le
persone che si avvicinano al Vangelo e di organizzare, tra l'altro,
iniziative per una predicazione efficace nelle città di propria competenza. In questo sono affiancati dai responsabili dei vari settori della
chiesa.
Per raggiungere l'obiettivo prefissato da Cristo di predicare il
Vangelo a ogni creatura, la Chiesa cristiana avventista invita i propri
membri a dare una testimonianza nell'ambiente in cui si trovano e
con i metodi più rispondenti alla propria indole.
L'evangelizzazione non è vista dalla Chiesa avventista come propaganda per fare proseliti ma, prima di tutto, come un modo di vivere e
testimoniare agli altri la propria fede.
Per comunicare con l’esterno, gli avventisti si servono di diversi
mezzi e metodi tradizionali che vanno dalla testimonianza personale
diretta ai gruppi di studio presso le famiglie, alle conferenze pubbliche, alla diffusione di stampati e letteratura varia. Un metodo
moderno di comunicazione con sistema digitale è costituito dalla
3Abn radio e televisione che trasmette 24 ore su 24. I programmi di
queste emittenti possono essere seguiti in lingua inglese dagli utenti
italiani che possiedono una parabola, attraverso Hotbird, il satellite
europeo più potente.
Da alcuni anni è possibile anche visitare il sito internet avventista a
livello mondiale: www.adventist.org e a livello italiano:
www.avventisti.it . Quest’ultimo offre notizie sempre aggiornate sul
376
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
mondo avventista, sulla libertà religiosa, sulle attività giovanili, e poi
documenti, programmi radiofonici, storia, statistiche, località in cui
si trovano le chiese, assistenza spirituale, riflessioni, corso biblico,
forum, chat, ecc.
Lo stile di vita
Per gli avventisti, l’essere umano è un tutto indivisibile composto da
spirito, anima e corpo. Creato a immagine di Dio, nonostante
millenni di vita nel peccato, l’uomo resta sempre un capolavoro e il
suo corpo è considerato il «tempio dello Spirito Santo» (1 Corinzi
6:19,20). Lo sviluppo dello spirito e dell’anima non deve trascurare il
benessere del corpo, ma il benessere di quest’ultimo non deve portare
a trascurare lo spirito e l’anima. Perciò gli avventisti, oltre ad avere
un messaggio spirituale, predicano e praticano uno stile di vita il più
possibile sano, rispettando le leggi della natura e astenendosi da
sostanze nocive come alcol, tabacco, droghe e dai cibi definiti impuri
dalla Parola di Dio (Levitico 11). Essi rivalutano l’effetto benefico di
un’alimentazione sana e tendenzialmente vegetariana, i benefici
effetti dell’aria, della luce del sole, dell’acqua, dell’esercizio, del
riposo e di una vita priva di eccessi.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
377
Appendici
Appendice 5
SERVIZI OFFERTI DALLA CHIESA AVVENTISTA
La Chiesa cristiana avventista può essere definita la Chiesa del
servizio. Per questo motivo è sorta e si è sviluppata.
Il suo interessamento per gli uomini di ogni età, ceto sociale, colore,
razza, sesso, etnia l’ha portata in tutto il mondo a rendersi conto delle
varie necessità. Ha sviluppato perciò un impegno particolare dal
campo socio-umanitario a quello della prevenzione, della salute,
dell’educazione, dei diritti umani.
L’Opera sociale avventista
Migliorare la salute di mamme e bambini; ridurre l'altissimo tasso di
mortalità infantile; distribuire generi alimentari alle popolazioni
colpite da siccità, guerre o disastrosi eventi naturali; costruire case,
strade, scuole, ospedali, orfanotrofi, laboratori, case di riposo;
incentivare lo sviluppo con programmi per l'agricoltura, per l'utilizzo
delle risorse idriche e per l'addestramento al lavoro; queste sono le
principali attività dell’opera sociale avventista in oltre 120 paesi del
mondo: un impegno pressante per migliorare le condizioni di vita dei
popoli più sfortunati dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. Da
oltre un secolo, la Chiesa cristiana avventista pratica la solidarietà in
maniera discreta, ma efficace. Ogni anno nel mondo i centri
avventisti di beneficenza sostengono oltre 30 milioni di individui. La
solidarietà interviene a livello sia internazionale sia locale.
Crescita numerica della Chiesa avventista
Da quando un numero sparuto di fedeli si era ritrovato per
studiare le verità bibliche a oggi, il movimento avventista
ha avuto un notevole sviluppo.
Nel 1870 gli avventisti erano 5.400; nel 1920, 185.000.
Cinquant’anni dopo saranno due milioni sparsi su tutta la
superficie della terra. Oggi la Chiesa Avventista cresce al
378
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
ritmo di oltre un milione l’anno. Ogni giorno oltre 2.700
persone, decidono di far parte della comunità avventista.
Un battesimo ogni 31 secondi e una nuova chiesa organizzata ogni 4 ore.
Non sono considerati membri di Chiesa i simpatizzanti e i
bambini. Il battesimo è impartito agli adulti. Quindi, se si
volesse calcolare la popolazione avventista, bisognerebbe
duplicare e talvolta triplicare il numero degli iscritti.
Le aree geografiche in cui la Chiesa si sviluppa maggiormente sono: l’Africa, l’America Latina e l’Asia. La diffusione
della Chiesa avventista non è omogenea a causa della
diversa sensibilità religiosa delle popolazioni che occupano
le varie aree del globo, ma anche delle diverse realtà religiose e politiche esistenti.
Ogni struttura organizzata necessita di fondi per la gestione, ma soprattutto per lo sviluppo. I fini religiosi della
Chiesa avventista sono sostenuti dalle contribuzioni volontàrie dei suoi fedeli che consistono, secondo il principio
biblico, nelle decime e nelle offerte. Questa forma di autofinanziamento le permette di essere presente in tutto il
mondo, anche nei Paesi a più basso reddito.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
379
Appendici
LA CHIESA AVVENTISTA IN BREVE
L’ufficio statistiche della Conferenza Generale della Chiesa
Avventista del 7° Giorno ha pubblicato il rapporto dell’anno 2002
quando la presenza avventista nel mondo era ripartita nel modo
seguente.
Chiese
Membri battezzati
Chiese locali
Gruppi (chiese future)
Scuole del Sabato
Membri iscritti alla Scuola del Sabato
Impiegati salariati
Pastori consacrati
Pastori autorizzati
Pastori in pensione
Paesi in cui è presente la Chiesa
Educazione
Scuole primarie
Scuole secondarie
Scuole superiori e università
5.605
1.064
99
Medico sanitario
Ospedali e sanatori
Cliniche e dispensari
Battelli e aerei dispensari
Case di riposo e scuole per infermieri
380
13.166.801
54.582
56.067
112.541
16.811.519
192.164
14.804
5.220
9.059
203
166
395
7
131
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Adra
L’Adventist Development and Relief Agency (Adra) è un organismo
creato allo scopo specifico di fornire soccorso agli individui e alle
comunità in casi di emergenza, e di promuovere lo sviluppo delle
popolazioni più povere.
In seguito a disastri naturali o a guerre, Adra aiuta le vittime
fornendo cibo, indumenti, assistenza sanitaria e, dopo aver portato il
primo soccorso, si occupa dei superstiti, particolarmente dei bambini
e degli anziani.
Aiuta le famiglie a impegnarsi in attività che le renderanno al più
presto autonome finanziariamente e, a tal fine, scava pozzi per
fornire acqua così preziosa per la vita umana e la vegetazione,
provvede i semi per la coltivazione e gli animali per aiutare nel
lavoro dei campi, insegna alle madri a prendersi cura dei loro figli
attraverso un’alimentazione e un’igiene adeguate.
Adra Italia è riconosciuta dal Ministero degli Esteri come
organizzazione non governativa (ong) con Decreto Ministeriale n.
1991/128/3745/4 del 8.11.1991.
Per sostenere l’opera sociale avventista, la Chiesa italiana ha
accettato di concorrere alla ripartizione dell’otto per mille dell’Irpef,
destinando i fondi ricevuti a scopi sociali, umanitari, culturali e
assistenziali in Italia e all’estero. È offerto aiuto a chiunque abbia
bisogno senza distinzione alcuna di razza o di religione, e senza
chiedere nulla in cambio.
La Fondazione Adventum
Tra le varie iniziative promosse con l’otto per mille, segnaliamo la
Fondazione Adventum – Fondo per la Solidarietà e l’Antiusura,
Onlus con sede a Roma ma riconosciuta a livello nazionale, che
opera dal 1995 per contrastare il fenomeno dell’usura, aiutando ogni
anno centinaia di famiglie in difficoltà economiche e gestionali.
La Fondazione Adventum è tra le fondazioni riconosciute dal
Ministero del Tesoro che operano nel campo della prevenzione. Ha
ottenuto anche dei fondi previsti dalla legge 108/96 sull’usura e
collabora con le istituzioni e con altre realtà associative per venire in
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
381
Appendici
aiuto di piccoli imprenditori, artigiani, famiglie, pensionati, lavoratori dipendenti e disoccupati. Al mese di giugno 2003, sono circa 1.200
le famiglie soccorse con aiuti finanziari e con prestiti già erogati, per
la somma complessiva di circa otto milioni di euro.
Ha firmato convenzioni con cinque banche: Banca dell’Umbria,
Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Milano, Unicredit,
Banco di Sicilia. Grazie a queste convenzioni, la Fondazione aiuta le
persone in difficoltà economiche a ottenere dalle banche un prestito
al tasso prime rate da restituire in un periodo da uno a quattro anni.
Un’iniziativa della Fondazione estremamente apprezzata è il progetto
«Ritorno a casa». Esso consiste in un prestito concesso agli stranieri
che lavorano in Italia per permettere loro di costruirsi la casa o
avviare un’attività economica nelle loro terre d’origine. Centinaia di
extracomunitari stanno usufruendo di questa opportunità che permette loro di ricongiungersi con le loro famiglie potendo contemporaneamente contare su un’attività produttiva.
La casa di riposo «Casa Mia»
La casa di riposo «Casa Mia» di Forlì è un’opera sociale voluta
dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno.
È nata con l’obiettivo di prendersi cura della persona dell’anziano in
una fase dell’esistenza in cui è portatrice più di bisogni che di risorse,
come riconoscimento del valore che la vita dell’anziano rappresenta
per ognuno di noi. Dietro le scelte di «Casa Mia» vi è il desiderio di
non lasciare che il decadimento fisico e psichico allontani le persone;
anzi, al contrario, si intende favorire l’integrazione con la famiglia e
la società con il fine di rendere la vita degna di essere vissuta anche
quando non sembra più che lo sia.
Alla fine degli anni Settanta «Casa Mia» fu concepita come residence composto da mini appartamenti completamente autonomi per
ospiti anziani. Inaugurata nel 1983, la struttura iniziale è stata
trasformata e ampliata, per rispondere alle esigenze dell’utenza,
diventando una casa albergo per anziani autosufficienti (47 posti) e
non (26 posti). La cura della persona è gestita da medici, infermieri
professionali, addetti all’assistenza di base e fisioterapisti. Un
382
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
cappellano, un musicoterapista, un podologo e uno psicologo integrano il servizio assistenziale che consta di una cinquantina di operatori.
Oltre alle camere per l’ospitalità, «Casa Mia» mette a disposizione
dei suoi ospiti vari ambienti per la ricreazione, la vita in compagnia,
due biblioteche e una sala per le attività motorie attrezzata per
accogliere sia le persone più anziane sia i bambini, sia i giovani di
altre associazioni di volontariato. Questa evoluzione è stata possibile
grazie a una parte dei fondi che i contribuenti italiani hanno destinato
all’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno
con la scelta dell’otto per mille dell’Irpef.
L’ubicazione di «Casa Mia» offre agli ospiti l’accesso privilegiato al
centro commerciale, che si trova proprio di fronte alla Piazza Ad Cà
Mì, e il godimento dell’ampio polmone verde del parco comunale sul
retro, con i giochi per i bambini, al quale si accede direttamente dai
saloni verandati della casa. Gli ospiti possono quindi accompagnare
la famiglia a fare la spesa, oppure osservare i nipotini sull’altalena o
sullo scivolo.
«Casa Mia», con principi di eguaglianza, di servizio, di imparzialità,
di rispetto della dignità, di tutela dell’ambiente e professionalità, per
sue caratteristiche potrebbe sradicare la persona dal suo habitat
trasferendola in una nuova collocazione che può apparire impersonale. L’impegno consiste nell’evitare un’esistenza anonima dei residenti tramite anche la pulizia dell’ambiente, il lavaggio degli effetti
personali, la preparazione dei pasti, un’ottima assistenza sanitaria,
un’assistenza psicologica, un’assistenza religiosa e soprattutto
l’attenzione ai bisogni degli ospiti che hanno il diritto di vivere la
propria esperienza in modo gradevole e dignitoso.
Il dipartimento della Salute
La Chiesa cristiana avventista, accettando il piano biblico per l'uomo,
che consiste in uno sviluppo armonioso delle facoltà fisiche, mentali,
sociali e spirituali, sente la responsabilità morale di aiutare le persone
a raggiungere un miglior livello di salute totale.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
383
Appendici
Essendo presente in quasi tutte le nazioni del mondo, si confronta
con i problemi più svariati riguardanti la salute: da quelli derivanti da
una vita povera e priva delle più elementari regole igieniche a quelli
derivanti da una società opulenta e consumistica.
Non ritenendo che la sofferenza sia mandata da Dio per metterci alla
prova o per farci acquisire dei meriti particolari, la Chiesa cristiana
avventista, oltre ad avere cura delle persone colpite dalla malattia,
ritiene che sia estremamente utile adottare un'adeguata prevenzione
attraverso un'efficace opera educativa.
L’insegnamento di una salute totale impegna la Chiesa avventista
nelle scuole (dalla materna all’università), nel mondo del lavoro,
nelle famiglie. Essa ha, quindi, istituito centri medici a tutti i livelli:
da quelli altamente specializzati, come la clinica universitaria di
Loma Linda, in California, o altri grandi ospedali, a piccole cliniche
nelle zone più sperdute della terra o a battelli e aerei medici che
raggiungono le zone più impervie.
In Occidente, soprattutto, la Chiesa avventista opera per migliorare la
qualità della vita. In una società ricca e industrializzata, le malattie
del benessere mietono ogni giorno migliaia di vittime a causa della
superalimentazione e dello stress. Da indagini fatte in diverse parti
del mondo, si rileva che i cristiani avventisti godono di una salute
migliore grazie a un’alimentazione tendenzialmente vegetariana e
alla completa indipendenza da droghe, alcool e tabacco.
La Chiesa avventista propone uno stile di vita che tende a valorizzare
ogni dimensione dell’essere umano: da quella fisica a quella mentale,
spirituale, sentimentale, familiare, sociale. Essa promuove la sua
visione olistica della vita con corsi denominati NewStart che portano
gli utenti a riscoprire i benefici effetti di una vita naturale grazie a un
corretto uso di aria pura, luce solare, riposo, esercizio fisico, alimentazione adeguata, acqua, il tutto coltivando una sana fiducia in Dio.
Convinta del valore della prevenzione, la Chiesa avventista è
sensibile al problema delle tossicodipendenze, è molto attiva in Italia
nel proporre iniziative per un'alimentazione più sana e per il recupero
di tabagisti e alcolisti attraverso campagne informative sui danni
dell’alcool e del fumo. In tutto il mondo sono molto conosciuti i suoi
384
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Piani dei 5 Giorni, terapia di gruppo per smettere di fumare, con
risultati positivi senza ricorrere a medicinali.
Tutti in Italia conoscono le gravi malattie causate da un'alimentazione troppo ricca, soprattutto di grassi animali, dal consumo di
alcool e dal fumo. Varie statistiche effettuate in centri specializzati in
diverse parti del mondo, sulla popolazione avventista, hanno dato
esiti estremamente interessanti: gli avventisti sono colpiti per il 50%
in meno da tumori e da malattie cardiovascolari, grazie al loro stile di
vita.
Come mezzo di informazione nel settore della salute, la Chiesa
avventista si avvale della pubblicazione di una rivista mensile Vita &
Salute, presente sul territorio nazionale dal 1952, essa è la prima
rivista di prevenzione sanitaria nel nostro paese.
Il dipartimento della Libertà Religiosa
La Chiesa cristiana avventista considera suo dovere impegnarsi
perché sia salvaguardata ovunque la libertà di coscienza, di religione
e di convinzione.
La difesa dei diritti umani è una sua preoccupazione costante. Essa è
sorta come Chiesa libera e si adopera perché tutti, credenti o no,
possano godere della più ampia libertà di religione e di convinzione;
perciò ha creato il dipartimento della Libertà Religiosa, l’International Religious Liberty Association (Irla) e l'Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa (Aidlr).
La Chiesa ha una sua precisa identità ma non ritiene che i suoi
membri siano gli unici ad avere accesso alla salvezza. Per questo
motivo, pur senza scendere a compromessi con quello che crede
profondamente, collabora con le altre confessioni religiose e
organizzazioni laiche in programmi utili per la società. Lo fa
cercando di creare un clima di maggiore comprensione e di rispetto
reciproco fra gli uomini di ogni fede e convinzione, e invitando tutti
coloro che sono animati da un ideale di libertà, senza distinzione di
razza, di sesso, di lingua, di religione o di convinzione, a partecipare
a questa crociata contro l’intolleranza e il fanatismo.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
385
Appendici
Per quanto attiene ai rapporti fra Chiesa e Stato, gli avventisti sono
convinti sostenitori del principio di separazione con cooperazione:
ognuna di queste realtà deve operare nei propri ambiti senza
interferire in quello altrui. Questo non vuol dire che non vi debba
essere collaborazione nei settori di comune interesse, ma tale
collaborazione deve avvenire nel pieno rispetto delle reciproche
competenze e mantenendo, da parte dello Stato, un rapporto di
equidistanza fra tutte le confessioni presenti sul territorio.
L’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa
Nel 1946 il dottor Jean Nussbaum diede vita all’Association Internationale pour la Défense de la Liberté Religieuse (Aidlr). Ben presto
furono organizzate varie sezioni nazionali; nel nostro Paese fu
costituita nel 1973 la sezione italiana.
L’Aidlr, che attualmente ha sede a Berna, pur essendo presente in
diversi Paesi europei e africani, è ben organizzata in Italia, Francia,
Belgio, Canada, Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo,
Romania. Essa è riconosciuta con statuto consultivo presso l’Onu e il
Consiglio d’Europa.
L’Associazione opera in più direzioni organizzando, da sola o in
collaborazione con altre ong, in modo particolare con l’Irla, con gressi mondiali, internazionali, regionali, convegni, simposi, pubblicazioni sull’argomento.
Organo dell’Associazione è la rivista Coscienza e Libertà, a carattere giuridico, che offre studi e documenti a livello internazionale per
sensibilizzare le persone alla libertà, alla giustizia e alla pace.
Questa rivista è pubblicata in diverse lingue: francese, inglese, tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, serbo e croato, ed è distribuita a
livello internazionale, riscuotendo da varie personalità consensi e
apprezzamenti.
L’Associazione ha un comitato d’onore che vanta, fra i suoi
presidenti, uomini e donne riconosciuti a livello mondiale: Eleanor
Roosvelt, Albert Schweitzer, Paul Henri Spaak, René Cassin, Edgard
Faure, Léopold Sedar Senghor e attualmente Mary Robinson.
386
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Il dipartimento dell’Educazione
Il sistema scolastico promosso dalla Chiesa cristiana avventista tende
ad assicurare ai giovani un'educazione equilibrata a livello fisico,
mentale, spirituale, sociale, e questo dal giardino d'infanzia all'università.
Le scuole dirette dalla Chiesa avventista tendono a trasmettere agli
studenti non solo delle nozioni di cultura generale, ma anche dei
principi di vita e dei valori atti a rendere il giovane in formazione un
adulto ben equilibrato fisicamente e mentalmente.
I luoghi scelti per far sorgere queste scuole si trovano per la maggior
parte in zone tranquille, con molta vegetazione, per permettere agli
studenti di prepararsi in un ambiente sereno.
La Chiesa cristiana avventista istituisce scuole di ogni ordine e grado
in tutte le parti del mondo. Fonda quindi università e scuole
altamente specializzate, come anche scuole di fortuna nei paesi più
poveri. Le sue scuole e i suoi internati sono frequentati da giovani di
entrambi i sessi.
Le scuole avventiste accolgono ragazzi provenienti da varie regioni e
da paesi stranieri, questo permette uno scambio culturale e sociale
che è difficile riscontrare normalmente.
La facoltà teologica avventista
I seminari avventisti garantiscono i corsi di teologia per la preparazione specifica dei pastori e, inoltre, spesso offrono dei corsi di
cultura generale.
La facoltà di teologia avventista in Italia si trova a Firenze, in una
bellissima villa medicea chiamata Villa Aurora.
Si accede al corso teologico dopo aver conseguito un diploma di
scuola superiore. Il primo livello del corso è della durata di tre anni,
dopo di che gli studenti conseguono un titolo intermedio assimilabile
alla laurea breve. Per poter ottenere il titolo di pastore, debbono
continuare gli studi per altri due anni all’estero o in Italia. È in corso
l’iter parlamentare che riconosca le lauree in teologia rilasciate
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
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Appendici
dall’istituto. Il corso teologico è frequentato indistintamente da
ragazzi e ragazze.
La scuola di Villa Aurora offre anche corsi di lingua e cultura
italiana.
Attualmente nell’istituto si registra la presenza di studenti provenienti da diciotto Paesi del mondo. Esso quindi offre la possibilità di
scambi culturali che favoriscono una preparazione importante per
affrontare una società sempre più multietnica.
La scuola è garantita da 50 anni di esperienza in Italia e da un
sistema scolastico internazionale alle spalle.
Il dipartimento della Gioventù
Particolare attenzione la Chiesa avventista presta ai giovani di tutte le
età. A ogni livello, dalla chiesa locale alla Conferenza Generale, ci
sono persone specificamente incaricate di prendersi cura dello
sviluppo armonioso dei giovani sul piano spirituale, intellettuale e
fisico. Essi sono suddivisi per fasce d’età e seguono programmi
specificamente creati per loro.
A partire dai sette anni, si organizzano settimanalmente, a livello
locale, dei club Aisa (Associazione italiana scout avventista) che
permettono ai ragazzi di socializzare con i loro coetanei, di collaborare assieme e di rendersi autonomi. Non si tratta soltanto di
programmi di intrattenimento, ma di preparare il giovane ad
affrontare la vita nel rispetto dei valori e degli altri, come anche nel
volontariato in favore di chi si trova nel bisogno. Infatti, spesso si
organizzano visite a persone malate o a orfanotrofi e case di riposo.
Oltre agli incontri locali, i ragazzi si ritrovano in congressi e campergi regionali e nazionali in cui, in un clima di sano agonismo, mettono
in evidenza le capacità acquisite.
I giovani universitari e laureati hanno un loro coordinamento
denominato Auda (Associazione universitari e diplomati avventisti),
che favorisce incontri periodici per affrontare tematiche culturali.
388
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Il dipartimento dei giovani realizza anche campagne di testimonianza
evangelica nelle piazze, promuove incontri a livello mondiale e
regionale, dà vita a iniziative sociali.
Oltre alle loro attività ordinarie, i giovani hanno anche raccolto
migliaia di firme per una legge di iniziativa popolare contro l’uso
degli alcolici sulle autostrade e contro la pubblicità diretta e indiretta
dei superalcolici.
In estate, da qualche anno, gestiscono campi evangelistici itineranti e
campi lavoro anche all’estero come l’organizzazione di un gruppo di
volontari italiani che è andato in Albania per ricostruire un ambulatorio semi distrutto.
I centri giovanili
L’attenzione che la Chiesa avventista riserva ai giovani non si limita
soltanto alla realizzazione di programmi locali, ma si concretizza
anche in strutture che diventino dei centri di incontro a livello
regionale, nazionale e internazionale. Ne segnaliamo due: uno a
Poppi (AR), e uno in Sicilia a Piazza Armerina (EN). Questi centri
sono situati in zone boschive che facilitano il contatto con la natura e
riservano ampi spazi per le varie attività.
Essi ospitano corsi di formazione per animatori e sono a disposizione
per ritiri spirituali che si possano organizzare nel fine settimana. I
programmi che vi si svolgono facilitano gli interscambi culturali e
sociali dei ragazzi appartenenti alle varie fasce d’età; favoriscono,
inoltre, l’integrazione di giovani stranieri o con problemi familiari e
personali particolari. Durante l’estate ospitano i campeggi estivi degli
scout, prima i bambini delle scuole elementari, poi, man mano, gli
adolescenti, i teen-agers e i giovani oltre i vent’anni. Per loro gli
animatori preparano programmi a carattere spirituale, sociale e
scoutistico.
I centri giovanili ospitano anche campi per le famiglie per passare
insieme le vacanze riflettendo contemporaneamente su temi spirituali.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
389
Appendici
Il dipartimento Radio
Particolarmente efficace è la rete radiofonica Awr (Adventist World
Radio) che trasmette programmi a carattere religioso e sociale 24 ore
su 24 e può essere ascoltata, grazie ai suoi dieci trasmettitori situati
in Africa, Asia, Europa e Americhe, dal 70% della popolazione
mondiale. In Europa, le lingue utilizzate sono: armeno, arabo,
inglese, francese, georgiano, tedesco, italiano, romeno, russo,
ucraino. In Italia, la Chiesa avventista ha 9 stazioni radio in fm sul
territorio nazionale, fra cui una a Catania con frequenza 97,5 e 90,8
Mhz. I programmi prodotti sono a carattere spirituale, educativo,
sociale e tendono a coinvolgere anche realtà non avventiste come
associazioni impegnate in attività utili ai cittadini. Quotidianamente
vengono trasmessi programmi via satellite (Hotbird) in cui si
affrontano argomenti di attualità religiosi e sociali. Particolare cura si
ha nella scelta delle musiche prevalentemente di ispirazione cristiana.
390
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
Appendice 6
ORGANIZZAZIONE DELLA CHIESA
AVVENTISTA
Lo scopo della Parola di Dio fin dalla sua origine è l’espressione di
ciò che Dio ha pronunciato, ha fatto e sta facendo per il bene
dell’uomo. Tutta l’opera della creazione è in funzione dell’uomo.
L’universo, da come emerge dalla prima pagina della Scrittura, ha
come finalità l’uomo. Dio ha voluto tutto questo non perché possa
avere l’uomo in ginocchio davanti a sé e dominarlo, ma per porre
l’uomo al centro della creazione. L’adorazione dell’uomo del proprio
Creatore può essere vista come una sottomissione della creatura a
Dio, ma nella realtà è l’espressione con la quale l’uomo coglie la
propria identità, esprime il proprio privilegio di essere uomo. Il
Sabato stesso, suggello e completamento della creazione che Dio
stesso ha santificato e benedetto fin dall’origine, è sì un tempo sacro
che Dio offre all’uomo, ma questo tempo non è per la sudditanza
dell’uomo nei confronti di Dio, bensì affinché l’uomo sia sempre
cosciente di essere lo scopo della creazione. Gesù ricordava questa
peculiarità del Sabato in polemica con i dottori della legge: «Il
Sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il Sabato» Marco
2:27.
L’uomo adorando l’Eterno quale Creatore non si umilia davanti a
Dio, non si asserve al Signore, ma esalta se stesso quale creatura di
Dio, rivendica e ribadisce la propria dignità di uomo, si pone nella
propria giusta dimensione, si riconosce nella posizione di figli.
Alexander Vinet nel XIX secolo scriveva: «Dio non ha completato la
sua opera, Dio non è arrivato al termine delle sue creazioni se non
quando ha creato la libertà, quando la libertà divina ha creato la
libertà umana…, quando Dio si è dato un simile». L’uomo nel porsi
di fronte a Dio comprende il senso profondo di essere creato a sua
immagine e somiglianza.
La grandezza dell’Eterno non sta nell’avere le sue creature prostrate
davanti a sé, ma è nell’inginocchiarsi davanti a loro e lavare i piedi,
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
391
Appendici
come ha fatto Gesù nella camera alta (Giovanni 13). La gloria del
Signore è si nel risiedere nell’alto dei cieli, ma anche nell’essere
«innalzato dalla terra» per «attirate tutti a sè» Giovanni 12:32 le sue
creature.
Finche l’uomo si considera al centro della creazione accettando il
ruolo che Dio gli ha offerto, finché beneficia dell’Eden nell’ascolto
della Parola, è il signore della creazione è il rappresentante di Dio, è
colui che creato a immagine e somiglianza del proprio Creatore ne fa
le veci.
L’uomo è grande perché Dio lo ha fatto grande, lo ha fatto l’oggetto
delle sue cure, lo ha posto al centro del proprio progetto.
Quando l’uomo percepisce il senso del suo essere si pone la stessa
domanda formulata da Davide: «Che cos’è l’uomo perché tu ricordi?
Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?» Salmo 8:4. Nel
rapporto con la rivelazione di Dio può avere e dare una risposta alle
domande esistenziali che si pone. Quando perde la propria dimensione, che può riscoprire tramite la rivelazione, allora la propria identità
è un problema per se stesso e crea varie risposte e sistemi alle proprie
domande. L’uomo è alla ricerca di sé e tutti gli indirizzi ai quali si
rivolge, pur mettendo in risalto la propria complessità e specificità,
non riescono a rispondere pienamente. È nel rapporto con il Signore
è nel porsi davanti a lui, è nell’essere, nel sentirsi «re e sacerdote»
Apocalisse 1:6 l’uomo è se stesso.
Quando l’uomo si fa grande autonomamente, vuole essere Dio, fa la
scoperta di ciò che Dio sa da sempre di lui, essere polvere (Salmo
103: ). Quando l’uomo prende coscienza della sua grandezza per ciò
che Dio gli ha dato di essere, comprende, e sperimenta di essere suo
figlio (Luca 3:38) e di essere «partecipi della natura divina» 2 Pietro
1:4.
Nell’Eterno la grandezza dell’uomo è senza limiti, il suo valore non
ha prezzo, la sua salvezza è stata espressa nell’incarnazione e morte
del Signore.
La creazione è presentata in funzione dell’uomo, l’Eterno stesso
opera per servire l’uomo. All’uomo perduto perché non crede Dio gli
propone la sua Parola. L’uomo privato della vera propria dimensio392
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
ne: essere a immagine e somiglianza di Dio, essendosi da lui allontanato, avendo di lui paura, concepisce la divinità lontana, irraggiungibile, alta nel cielo e crea una società piramidale dove colui che sta
sopra è servito, ha privilegi e domina.
Nella concezione tolemaica si pone la terra, di conseguenza l’uomo
al centro dell’universo, tutto gli gravita attorno, l’uomo si considera
divino e si crea il culto della persona parodiando la creazione.
La Chiesa, i cui doni e talenti Dio avrebbe offerti ai fedeli allo scopo
di servire la comunità, a causa dell’apostasia dalla Parola, si costituisce come organismo verticistico il cui capo, che ha preso il posto di
Cristo, è colui verso il quale tutto tende e tutto viene asservito.
Si è contestato questa forma organizzativa della Chiesa, si è tolta
l’autorità del sommo pontefice sostituendola con quella dei patriarchi. All’inizio erano solo quelle delle sedi apostoliche, successivamente è stata estesa ad altri.
Si sono tolte anche queste espressioni di autorità e la Chiesa si è
trovata comandata dai vescovi, episcopi e dagli anziani.
Anche questi sono stati rifiutati e la chiesa si è frammentata nelle
comunità congregazionaliste e ognuna è autonoma e indipenden-te.
Si è cercato di costituire il corpo di Cristo riunendo e confederan-do
queste membra sparse, ma non solo non si è costituita l’unità, che
quando è stata raggiunta è solo nazionale, ma non la si riscontra
nell’accettazione della Parola, nella «sana dottrina» 2 Timoteo 4:3,
che è la «verità» v. 4. Pur condividendo insegnamenti comuni, nella
propria autonomia, si sostengono dottrine non conformi alla Parola.
Così le chiese si presentano con sistemi organizzativi diversi.
In Occidente la chiesa si esprime con il potere assoluto nell’autorità
del vescovo di Roma.
In Oriente le chiese si presentano separata dai confini geografici
delle supremazie patriarcali e non si possono incontrare perché
essendo scomparso il potere dell’imperatore e non c’è una autorità
chi possa riunire i vari patriarchi ortodossi.
In Occidente, la Chiesa Anglicana ha nella testa incoronata del re
d’Inghilterra il proprio capo. Si presenta come chiesa assoggettata al
braccio secolare.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
393
Appendici
Le altre Chiese sono separate dall’autorità dello Stato, ma la propria
giurisdizione generalmente è delimitata dai confini del proprio Paese
e anche confederandosi con altre identiche identità di altre nazioni
sono comunque confinate in aree geografiche specifiche.
Le chiese congregazionaliste vivaci nell’esaltare la propria autonomia di comunità, pur federate e confederate sono lontane dal
presentarsi come chiesa mondiale anche se degli insegnamenti sono
condivisi dappertutto.
Il Rinascimento, risveglio della società, ha avuto come culla e centro
l’Italia. Sorto nel XIII secolo, si è sviluppato fino a tutto il XV
rivalorizzando il passato. È stato un movimento all’origine della
civiltà moderna con il ritorno all’arte, alle lettere e alla filosofia. Non
solo si fu affascinati dall’arte e dalla letteratura classica, ma, pure nel
campo della religione, la collezione di manoscritti e la ricerca dei
testi biblici nelle loro lingue originali attrassero interesse
intellettuale. Questo movimento culturale fu rinforzato e sostenuto
anche dai Riformatori protestanti desiderosi di risalire alle fonti del
pensiero cristiano. Questi ruppero con l’impressionante tradizione
della Chiesa e cominciarono a cercare di recuperare il testo e il
significato originario delle Scritture.
L’umanesimo che esaltava nelle stesso periodo, dal XIV secolo, i
valori specificatamente umani, viene visto come movimento culturale che si è contrapposto a quello religioso rivalutando la civiltà del
passato greco romana. L’umanesimo ha esaltato il valore alle lingue
volgari perfezionandole, in contrapposizione al latino che univa i
popoli dell’Occidente. In questo processo di sviluppo il cristianesimo
vi ha svolto un ruolo non indifferente, anche se non sempre riconosciuto. La comprensione della Parola richiedeva la conoscenza del
passato nei suoi usi, costumi, mentalità. I movimenti medioevali
preriformatori diffondevano porzioni della Scrittura nelle lingue
volgari contribuendo alla formazione delle lingue locali, malgrado il
forte contrasto dalla chiesa romana. A quest’opera missionaria si
deve aggiungere le traduzioni di tutta la Bibbia nelle varie lingue
volgari. Non è da dimenticare che la traduzione della Bibbia in
394
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
tedesco fatta da Lutero è stata determinante per la lingua nazionale
del popolo germanico.
Il Razionalismo del XVIII secolo, sorto nel periodo dell’Illuminismo
in Francia e poi in Inghilterra, si contraddistinse per una fiducia
assoluta nella possibilità di risolvere i problemi della vita, in
particolare quelli sociali e politici, con i soli lumi della ragione
escludendo la rivelazione, cioè la trascendenza e la tradizione (la
Chiesa) e trovò nella dea Ragione la nuova espressione di culto che
sostituì la religione della tradizione non è riuscito a dare un senso
compiuto all’uomo. La Riforma, dal XVI secolo, nel porre al centro
della fede la Bibbia, ha esaltato l’uomo e la sua razionalità, il valore
della sua identità, mediante il sacerdozio universale, ponendo il
credente a interlocutore e ascoltatore di Dio. Se l’illuminismo con il
suo deismo e gli enciclopedisti tese a disgiungere l’uomo da Dio,
creando una filosofia teologica senza Dio, in quanto la Scrittura non
è considerata come rivelazione dell’Eterno, il valore che la Bibbia
dava alla dignità dell’uomo è stato un fermento di liberazione delle
masse.
Il mondo di giustizia e di pace, che il Regno di Dio deve realizzare,
nel XIX secolo dopo il positivismo di Augusto Conte (1798-1857),
che poneva il valore della ragione umana a controllo del tutto, viene
immaginato come conquista sociale della classe operaia da Engel e
Marx, ponendo sulla terra il regno dei cieli, senza il suo Signore.
La Chiesa Avventista si è venuta a costituire nella prospettiva in cui
tutto è strumentale alla salvezza della persona e al servizio del fedele,
dell’uomo. I vari ruoli del ministero sacerdotale espressi dai pastori,
evangelisti, dottori, anziani, diaconi, responsabili dei vari aspetti e
funzioni della Chiesa e dal fedele, sono tutti quanti espressioni
dell’intera Comunità al proprio servizio e svolte mediante un’opera
sociale all’esterno di essa.
Affinché nessuno possa prevaricare la propria responsabilità, nunzione, imporsi all’altro, strumentalizzarlo, la Chiesa si è costituita con
norme a seguito delle quali l’individualità, il valore della persona sia
garantita nel principio. Non ci sono cariche a vita e funzioni acquisite.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
395
Appendici
Ogni membro esprime la propria partecipazione alla vita di Chiesa, la
propria responsabilità nelle decisioni locali e, mediante la propria
delega, negli organismo costituiti.
L’esaltazione dell’uomo in forma autonoma da Dio ha portato al
super-uomo con tutti i suoi orrori.
L’esaltazione dell’uomo che rispecchia il progetto edenico dove Dio
ritorna a essere il vis à vi – faccia a faccia dell’uomo, l’individuo si
sente coinvolto nel grande conflitto universale tra il bene e il male, la
verità e l’errore, ritrova senso e speranza per la propria vita, pur nella
contingenza del presente foriera di ingiustizia, illegalità, violenza,
malattia, morte.
La Chiesa Avventista pur continuando a essere una Chiesa di
minoranza, poco dopo il suo costituirsi (1862), ha assunto la visione
mondiale della sua missione costituendosi in quattro livelli organizzativi.
Chiesa locale:
costituita dall’insieme dei fedeli residenti in un determinato territorio. È gestita da un pastore eletto dalla Federazione e dai vari
responsabili di chiesa: anziano/a/i/e, diaconi/e, segretario/a, tesoriere/a e responsabili delle varie attività per l’interno e all’esterno della
comunità, tutti eletti dai membri stessi della comunità locale.
Federazione:
costituita dal raggruppamento delle chiese di un determinato territorio. Riceve e distribuisce le contribuzioni delle Chiese che la costituiscono. Nomina i pastori delle varie chiese locali, promuove e
sostiene programmi locali evangelistici, educativi, sociali, sanitari. I
responsabili della Federazione, presidente, segretario, tesoriere e dei
vari dipartimenti, sono eletti dai rappresentanti nominati dalle varie
chiese, riuniti in assemblea amministrativa in conformità agli statiti e
alle regole. I rappresentanti dell’organismo superiore, l’Unione,
partecipano ai lavori come rappresentanti della Chiesa.
Unione:
costituita da più Federazioni di uno stesso Stato o di più Stati. È retta
da un Comitato i cui membri vengono eletti, ogni cinque anni, da dei
delegati delle Federazioni che la costituiscono. Come le Federazioni
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La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Appendici
l’Unione promuove e sostiene programmi evangelistici, educativi,
sociali, sanitari a livello di Federazioni.
Conferenza Generale:
abbraccia la Chiesa intera nel mondo. È retta da un Comitato. I suoi
responsabili sono eletti ogni cinque anni dai delegati delle unioni di
tutto il mondo. Questo organismo per essere vicino alle Unioni,
costituisce le Divisioni, che sono delle sue sezioni che abbracciano
vaste aree del mondo. Come le Unioni sostengono e promuovono
programmi evangelistici, educativi, sociali, sanitari nelle unioni
Federazioni, così avviene da parte della Divisione nei confronti delle
Unioni.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
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Appendici
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DOLLINGES Ignace, Les origines de la Papauté, p. 14.
401
402
INDICE
Introduzione
p.
7
“
19
Prima parte
La Chiesa Apostolica
Capitolo I
Importanza della Chiesa
Capitolo II
La Chiesa
Significato etimologico
Significato storico
Significato giuridico
Significato cristiano
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23
23
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Capitolo III
Appello alla salvezza
1. Appello individuale
2. Carattere condizionale della salvezza
3. Carattere selettivo
“
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“
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29
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Capitolo IV
I due campi
“
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Capitolo V
Passare da un campo all’altro
L’opera dello Spirito nell’uomo
1. Convinzione di peccato e pentimento
2. Nuova nascita, resurrezione e credere
Battesimo dello Spirito santo
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Capitolo VI
I membri della Chiesa
Chiesa società chiusa e aperta
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Indice
Capitolo VII
I riti della Chiesa
Battesimo nella chiesa primitiva
Il Battesimo nel libro degli Atti
La Cena del Signore
p.
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Capitolo VIII
Apostolicità della Chiesa
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Capitolo IX
Il fondamento della Chiesa
Chi è la pietra?
a) Pietro
1. La pietra è Pietro
2. Gesù diede a Pietro un primato spirituale
3. trasmesso un bel primato
4. Pietro è stato a Roma
5. Pietro vescovo a Roma ha trasmesso questo
primato ai suoi successori
6. I vescovi di Roma si siano trasmessi questo
Primato
b) Gesù la Pietra
c) la confessione di Pietro
La Scrittura fondamento della fede nei primi secoli
della Chiesa d’Oriente e d’Occidente
La Scrittura fondamento della Riforma
Il N.T. fondamento per l’organizzazione della Chiesa
Capitolo X
Figure e parabole sulla Chiesa
Gregge
Vigna
Corpo
Edificio
Sposa
404
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Indice
La donna nel deserto
Difficoltà a riconoscere l’evidenza
Il dragone getta dell’acqua dalla sua bocca
La terra soccorse la donna
Il rimanente della donna, sue caratteristiche, sua
Identificazione
p.
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Seconda parte
L’apostasia della Chiesa
Capitolo I
Apostasia della Chiesa – evoluzione storica
1. Moralizzazione
2. Intellettualizzazione del cristianesimo
3. La disgregazione della chiesa apostolica
4. La grande svolta
Medio Evo
La Riforma
Capitolo II
Apostasia dottrinale
L’apostasia annunciata
I. Il battesimo - significato biblico
La Chiesa cristiana introduce nel battesimo altri
elementi
Battesimo ai bambini e neonati
II. La dottrina dell’immortalità dell’anima
Schizzo dell’insegnamento biblico sulla natura
dell’uomo
Errore universale
L’uomo secondo la Bibbia
L’apostolo Paolo annuncia che nella Chiesa
si sarebbero invocati i demoni, cioè i morti
Gli eroi pagani vengono sostituiti dai martiri e
dai santi cristiani
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
405
Indice
Ruolo di Roma nella soppressione del
II comandamento
p.
La formazione del dogma dell’immortalità
dell’anima
“
La dottrina dell’immortalità dell’anima: porta
aperta allo spiritismo
“
L’inferno e le pene eterne
“
III. Sostituzione del giorno del riposo
“
Importanza della legge di Dio
“
La legge di Dio esaltata dai cattolici
“
La legge di Dio esaltata dai Riformatori
“
Il Decalogo preesistente al Sinai
“
Importanza del IV comandamento
“
L’osservanza del Sabato nei primi cinque secoli
dopo Cristo
“
Dall’osservanza del sabato all’osservanza della
Domenica
“
Il ruolo di Roma nel cambiamento dal sabato
alla domenica
“
La Chiesa cattolica attribuisce a sé l’autorità di
avere cambiato il giorno di riposo
“
La fiaccola della verità non si è mai spenta su
questo comandamento
“
Conclusione
“
Capitolo III
La Chiesa del Tentatore
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180
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Terza parte
Bisogno di una Riforma
Capitolo I
Bisogno di una Riforma
Capitolo II
406
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Indice
La Tradizione nella chiesa cattolica e nella chiesa
protestante
p.
“
“
213
213
216
“
221
Capitolo I
Qualche opinione sulla Riforma
“
231
Capitolo II
La Riforma e la Profezia
Efeso – Apocalisse 2:1-7
Smirne – Apocalisse 2:8-11
Pergamo – Apocalisse 2:12-17
Tiatiri – Apocalisse 2:18-29
Sardi – Apocalisse 3:1-6
Filadelfia – Apocalisse 3:7-13
Laodicea – Apocalisse 3:14-22
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“
“
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240
240
240
241
241
244
245
La Tradizione nella Cattolico
La Tradizione nelle Chiese protestanti
Capitolo III
La Riforma incompiuta
Quarta parte
Il bisogno di una nuova Riforma
Quinta parte
Il sorgere di un movimento di Riforma mondiale
Capitolo I
Il Risveglio dal XVI al XIX secolo
XVI Secolo – Anabattisti
“
249
Riforma
Spagna
Transilvania
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“
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Norvegia, Finlandia, Svezia
Puritani
“
“
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La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
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Indice
XVII secolo – Pietismo
p.
Anabattisti
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Battisti
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Quaccheri
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Puritani
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Transilvania
“
Norveglia, Finlandia, Svezia
“
Nuovo Mondo
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XVIII secolo
“
Fratelli Moravi
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Metodismo
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Nuovo Mondo
“
«The Great Awakenig – Grande Risceglio»
XIX secolo – Chiesa Apostolica
“
Nuovo Mondo
“
Capitolo II
L’Ecclesia reformanda quia reformata –
la chiese riformata si deve riformare –
Sorgere di un Movimento Mondiale Riformatore
Realizzazione storica di Apocalisse 10
La delusione predetta
Il sorgere di un movimento mondiale
Capitolo III
Il Vangelo eterno
Annuncio del vangelo eterno in tutto il mondo
Invito a temere Iddio e dargli gloria
«L’ora del suo giudizio è venuta» - tempo nel quale
si colloca il primo appello
Adorare il Creatore è riconoscere che ha fatto ogni
cosa
L’invito di Dio
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“
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La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
Indice
Conclusione
p.
Appendici 1 – Le dottrine della chiesa cristiana avventista
del 7° giorno
“
2 – Excursus presenza avventista nel mondo “
3 – Excursus presenza avventista in Italia
“
4 – Caratteristiche principali della Chiesa
Avventista
“
5 – Servizi offerti dalla Chiesa Avventista
“
6 – Organizzazione della Chiesa Avventista
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Bibliografia
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Indice
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La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?
409
Indice
410
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno – Perché?