Trigger point - manoegomito.ch
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Dr. med. Ivan Tami FMH chirurgia della mano FMH ortopedia e traumatologia TRIGGER POINT Causa spesso sottovalutata di dolori acuti e cronici Testo a cura di Laura Gibellini Pistoia, fisioterapista (FisioLaura, Giubiasco) Nel corso degli anni ottanta Janet Travell e David Simons svilupparono, negli Stati Uniti, la terapia manuale dei trigger point basandosi sui risultati della ricerca scientifica concernente i dolori miofasciali. Negli stessi anni lo svizzero Beat Dejung approfondì e completò questa tecnica, estendendo il trattamento al tessuto connettivo che circonda il trigger point. La muscolatura spesso causa diretta dei dolori Spesso la causa principale dei dolori, ossia il muscolo che ne è responsabile, non viene identificato tempestivamente in quanto lo stesso non si trova forzatamente nelle immediate vicinanze del punto in cui i dolori si manifestano. Il mal di schiena può, per esempio, essere provocato dai muscoli della pancia, la muscolatura del collo può dare origine al mal di testa, il tipico dolore del gomito del tennista può essere causato da un muscolo della spalla, i dolori alle gambe possono essere provocati dai glutei oppure il dolore al tendine d’achille nasce spesso dalla muscolatura dei polpacci. Che cos’è un trigger point? Un trigger point miofasciale è un punto ipersensibile della muscolatura. Attraverso una pressione su questo punto è possibile riprodurre il dolore conosciuto dal paziente (to trigger = provocare, scatenare). Una delle caratteristiche del trigger point è quella di liberare irradiazioni: per esempio schiacciando un punto sui glutei è possibile sentire una specie di scossa elettrica che si irradia lungo tutta la gamba fino al tallone. Se analizziamo il trigger point dal punto di vista anatomico possiamo vedere zone microscopiche del muscolo in cui piccole fibre muscolari si sono unite tra loro e non si rilasciano più. Questo gruppo di fibre muscolari tese, da una parte, non permette più al muscolo di lavorare correttamente e, dall’altra, schiaccia le piccole vene che gli portano il sangue, cosicché la piccola zona colpita (trigger point) viene irrorata di meno, facendo mancare al muscolo l’ossigeno necessario. Clinica Ars Medica • CH-6929 Gravesano-Lugano • Tel. 091 612 24 84 • www.manoegomito.ch Dr. med. Ivan Tami FMH chirurgia della mano FMH ortopedia e traumatologia La terapia dei trigger point vuole liberare, allungare le fibre muscolari tese, per consentire alla circolazione del sangue e quindi all’ossigenazione del muscolo di ritornare normale. Nella maggior parte dei casi ciò è possibile, anche quando il trigger point esiste già da diversi anni. Il lavoro del terapeuta consiste nel cercare minuziosamente i punti trigger all’origine del dolore conosciuto dal paziente e nel disattivarli attraverso tecniche manuali. Se necessario, questa terapia può essere affiancata da uno stretching e da un rafforzamento muscolare. Le tecniche manuali possono inoltre essere abbinate al «dry needling», un trattamento del trigger point miofasciale con un ago senza medicamenti (per questo si definisce «dry» = asciutto). Questa tecnica non ha niente a che vedere con l’agopuntura, a parte l’uso dello stesso materiale. Con un ago di agopuntura si punge in modo preciso il trigger point che provoca i dolori al paziente. La puntura dell’ago è quasi impercettibile. Quando si centra il trigger point ha luogo una rapida e leggermente spiacevole contrazione muscolare involontaria, importante per una stimolazione intramuscolare. I benefici consistono in una liberazione della contrattura del muscolo, in quanto la situazione circolatoria locale migliora e l’infiammazione diminuisce, perciò in una guarigione del paziente. In campo sportivo, riabilitativo e ortopedico, su diversi pazienti il dry needling si dimostra una tecnica efficace per completare le terapie manuali dei trigger point. L’importanza della collaborazione del paziente nella terapia Il lavoro terapeutico sui trigger point provoca il dolore che il paziente conosce; ciò è spesso sgradevole. Il paziente può chiedere di interrompere in qualsiasi momento la terapia, se il dolore diventa insopportabile. Dopo la terapia il dolore conosciuto di regola diminuisce e la mobilità aumenta. La zona trattata è spesso arrossata e può causare dolore nei giorni successivi. Il paziente a volte può contribuire ad accelerare la guarigione seguendo a casa un programma idoneo di esercizi (rilassamento, stretching, rafforzamento muscolare, esercizi per la coordinazione, ergonomia). Letteratura: - Travell & Simons, “Myofascial Pain and Dysfunction: The Trigger Point Manual” (Volume 1-2) - Beat Dejung, “Triggerpunkt-Therapie” Clinica Ars Medica • CH-6929 Gravesano-Lugano • Tel. 091 612 24 84 • www.manoegomito.ch