San Lorenzo - parrocchia Ognissanti Milano

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San Lorenzo - parrocchia Ognissanti Milano
GRUPPOPRIMAMEDIA
Scheda 04
LA BASILICA
DI SAN LORENZO
Per rivelare Dio al mondo
Uniti nella vita manifestiamo il volto di Dio amore
Dopo la risurrezione, a Pentecoste Gesù dona il suo Spirito ai discepoli. Nasce
la Chiesa, che continua l’opera di Gesù a servizio del regno di Dio.
Noi con il nostro gruppo desideriamo:
- conoscere gli avvenimenti della Pentecoste, da cui è nata la Chiesa
- attendere lo Spirito che ci viene donato nella Cresima
- scoprire modi concreti con cui collaborare all’azione dello Spirito nella
Chiesa
- riscoprire il nostro Battesimo e gli impegni assunti in esso
- conoscere la vita nuova del cristiano: ciò che tante volte riteniamo giusto, è
capovolto dalla fede
S. Lorenzo, basilica paleocristiana del sec. IV d.C., nella Milano romana
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LA STORIA
Nell’area dove ora sorge la Basilica di S. Lorenzo, nei primi secoli dell’era
cristiana era stato edificato un grande tempio romano pagano.
La tradizione vuole che, in quel luogo, dopo la pace costantiniana de1 313
d.C., segnata dal famoso editto di Milano (o di Costantino), che sanciva la libertà di culto ai cristiani, fosse eretta una monumentale Basilica. Per tale opera furono utilizzate le pietre dell’antico Circo romano che pare contenesse più di
60.000 persone. La grande cupola che sormonta la monumentale Basilica, fu costruita a forma di ottagono, così come la pianta della Basilica stessa e della piccola Basilica attigua a S. Lorenzo conosciuta come cappella di S. Aquilino.
La grande piazza che si estende a partire dall’abside della Basilica è chiamata
Piazza Vetra o della Vetra e una volta, era tristemente famosa perché vi venivano eseguite le sentenze di condanna a morte. Per questa ragione, lì vicino sorge
un piccolo cimitero con annessa un’immagine della Vergine Maria che più
volte operò prodigi e miracoli. Nei secoli successivi l’immagine miracolosa fu
collocata sull’altare maggiore della Basilica di S. Lorenzo.
LA CATECHESI
LA FORMA OTTAGONALE (della pianta e della cupola della Basilica, e
della cappella di S. Aquilino)
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L’ottagono è simbolo dell’ottavo giorno, il giorno fuori dal tempo (la creazione avviene in sei giorni, poi il settimo giorno è dedicato al riposo), è il giorno
della salvezza, è il giorno del giudizio e della fine del mondo. L’ottagono è la
forma del battistero e quindi il riferimento esplicito è al battesimo.
Il catecumeno, mediante il Battesimo,
entra nell’ottavo giorno, entra nella vita
nuova di Gesù; entra nella salvezza.
Alcuni affreschi della Basilica illustrano
la catechesi battesimale di S. Ambrogio.
BATTEZZATI NELLO SPIRITO. La
comunità dei discepoli che attendeva il dono dello Spirito Santo comprendeva, oltre
agli apostoli, Maria, la Madre del Signore.
Essi stavano insieme nella preghiera e nel
ricordo di Gesù. Dopo la Pentecoste gli apostoli sono trasformati; Pietro prende la
parola e grida ad alta voce: «Uomini
d’Israele, ascoltate: Gesù ha mandato lo
Spirito Santo che aveva promesso, come
voi stessi potete vedere e udire».
Molti si domandano: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».
E Pietro: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù
Cristo, per la remissione dei peccati. Dopo riceverete il dono dello Spinto Santo,
che è per voi, per i vostri figli, e per tutti».
Farsi cristiano è una scelta legata al sacramento del Battesimo, ma vivere
da cristiano è una scelta da realizzare giorno dopo giorno. Lo Spirito Santo ci
assiste, ci fortifica, soccorre la nostra debolezza e la nostra fragilità.
Nel Battesimo Gesù ci ha resi partecipi della sua Pasqua di morte e risurrezione: ci ha liberato dal peccato e ci ha fatto risorgere con Lui a vita nuova.
Quei giorno per la prima volta siamo stati segnati dallo Spinto Santo.
È COMINCIATA UNA STORIA NUOVA. Pasqua e Pentecoste: Gesù è risorto e lo Spirito e donato per tutti gli uomini. Grandi e piccoli, uomini e donne,
tutti sono membra vive di questo popolo. Tutti i battezzati sono, a pieno titolo,
cittadini della Chiesa. Con il dono dello Spirito Santo, Dio fa di ognuno un profeta, un testimone del suo progetto.
L’interno. La spaziosità, l’altezza ardita ed armonica danno veramente
l’impressione di trovarsi in una grandiosa rotonda. La forte illuminazione produce un contrasto vivissimo con l’oscurità dell’ambulacro.
La cappella di S. Giovanni Battista. Fu adibita a Battistero. La pala dell’altare presenta il Battesimo di Cristo dipinto da Aurelio Luini. L’atto grande che si
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compie qui reso con delicatezza, comunica all’opera uno strano calore.
La cappella della Sacra Famiglia. Tornando in chiesa si trova la cappella
dedicata alla Sacra Famiglia. La pala dell’altare presenta la Sacra Famiglia. Nella parete di destra vi è una tela rappresentante la Cena di Emmaus.
Il monumento funerario di Giovanni del Conte. Questa magnifica opera è
opera dello scultore Marco d’Agrate (che ha scolpito anche il S. Bartolomeo nel
Duomo di Milano). Lo scultore si dimostra abilissimo nel raffigurare il drappeggio della toga patrizia del senatore, nell’angelo posto alla sommità del monumento e nei vivaci puttini ai lati del timpano. Il medaglione al di sopra della statua presenta una fine Madonna scolpita con grazia che guarda amorosamente il
Bambino.
La cena degli apostoli. A sinistra rispetto al portone centrale, si trova un affresco, discretamente conservato malgrado le picchiettature, che rappresenta la
Cena degli Apostoli. La pittura fu scoperta alla fine del 1800 mentre si lavorava
alla base della parete per aprirvi una porta, e si liberò l’affresco dall’intonaco di
calce e dalle tinte sovrapposte che lo nascondeva.
La tavola del 1400. Il trasporto del santissimo Sacramento ad un malato.
Presenta due scene consecutive: la prima: un sacerdote recante il Viatico seguito da alcuni confratelli e preceduto da due scolari con la candela accesa, esce
dalla porta del tempio; la seconda: la medesima processione giunta presso la casa di un morente che si intravede dalla porta aperta. Quel che più interessa è che
su una collina si erge il tempio fiancheggiato dalle quattro torri; l’autore ha
voluto sicuramente rappresentare la chiesa
5 di S. Lorenzo ma lo ha fatto con poca
luto sicuramente rappresentare la chiesa di S. Lorenzo ma lo ha fatto con poca
cura della verità.
LE COLONNE ROVESCIATE
LA FEDE CAPOVOLGE. All’interno della Basilica (quasi di fronte alla cappella della S. Famiglia, fra gli intercolunni) troviamo una colonna capovolta col capitello corinzio, posta in tal modo a simboleggiare la fine del paganesimo. È una soluzione architettonica assai curiosa, ma volutamente carica di un significato di fede.
La base è posta sopra a sostenere l’arco, e il capitello sta
sotto, sul pavimento. Che significa? La fede cristiana ha capovolto la situazione del paganesimo: ciò che si riteneva
fosse il culmine dell’esperienza religiosa pagana (il capitello) non è altro che il punto di partenza del cristianesimo.
LA CAPPELLA DI S. AQUILINO
Situata all’interno della Basilica, al lato sud, la Cappella di Sant’Aquilino
presenta intatta la sua struttura risalente alla fine del sec. IV, era una chiesetta a
se stante. Al suo interno è possibile ancora ammirare alcuni splendidi mosaici
paleocristiani, che un tempo adornavano le pareti nella loro interezza.
* A fianco all’ingresso un affresco, parzialmente rovinato, rappresentante la deposizione; è del XII secolo, di ispirazione bizantina.
* Entrando si notano avanzi di mosaici paleocristiani, raffiguranti personaggi
biblici, quasi sicuramente i rappresentanti delle 12 tribù d’Israele. Nell’angolo
superiore è rappresentato il patriarca Giuda, capostipite della tribù da cui uscì il
Messia. Gli altri due patriarchi, ancora visibili, sono Simeone e Zabulon.
* Notevole l’affresco incompleto della crocefissione, attribuibile ad un maestro
lombardo del primo ‘300.
Il portale. Di fronte all’entrata della cappella troviamo l’ornatissimo portale
romano con stipiti di marmo. Alcuni storici ritengono che la porta facesse parte
della monumentale entrata della basilica mediolanense o di un circo. Troviamo
una corsa di bighe, trascinate da cavalli focosi, divise da conchiglie e delfini che
si trova sulla fascia esterna dell’architrave.
Dopo il portale si passa al secondo atrio che è un’aula ottagonale, che contiene numerosi resti di mosaici.
L’interno si presenta a nicchie alternate rettangolari e semicircolari, coronate
da un matroneo. In ognuna delle cinque nicchie fu disposto un altare per la celebrazione della S. Messa.
* La lunetta affrescata nell’interno sopra il portale romano è la “Pietà del Reden6
tore”, opera quattrocentesca attribuita al Bergognone.
I mosaici. Nelle nicchie ai lati dell’altare maggiore, vi sono avanzi di mosaici, si possono porre tra la fine del IV ed il principio del V secolo.
* Il mosaico di sinistra rappresenta il martirio di S. Genesio d’Arles legato ed
ucciso sulla sponda di un fiume in una località selvaggia.
* L’”Apoteosi di Elia”, di cui si nota soprattutto un pastore.
* Scene della Passione di Cristo
* Sul soffitto della cappella dell’altare: S. Ambrogio, S. Agostino, Papa Leone
Magno, S. Girolamo, e i 4 evangelisti.
* Il mosaico dell’absidiola destra dell’altare maggiore rappresenta Cristo con gli
apostoli o Cristo giovane fra i dottori della sinagoga. Di particolare interesse è il
monogramma di Cristo unito all’alfa e l’omega.
Il sarcofago. Sarcofago paleocristiano del sec. III d.C., con ornamenti figuranti la vite, la colomba, il grappolo d’uva, agnelli e la croce. Nella volta della
nicchia che ospita il sarcofago troviamo un affresco che raffigura la Maddalena
penitente.
L’urna d’argento: arca-reliquiario di Sant’Aquilino di Colonia. La cassa
che racchiude il corpo incorrotto del santo, bellissimo lavoro del XVII secolo, è
in cristalli di rocca legati in argento sbalzato. L’urna s’appoggia ad un basamento di finissimi marmi ordinato ad altare.
* Ritrovamento del corpo di S. Aquilino, affresco dietro l’altare maggiore.
* Nella lunetta sopra la porta d’ingresso troviamo Cristo che esce a metà dal sepolcro.
* Fonte intarsiata dell’altare principale.
Dalla cappella, attraverso una scala, è possibile scendere nei sotterranei alle
fondamenta paleocristiane della basilica. Sono ancora visibili i grossi blocchi
di marmo prelevati da un preesistente anfiteatro romano, che doveva trovarsi nei
pressi dell’attuale via De Amicis, e utilizzati per preparare il necessario basamento, essendo anticamente quello di Piazza Vetra un terreno paludoso, poco
adatto all’edificazione di una grande chiesa.
1L Credo in Dio Padre: l’onnipotenza dell’amore.
Egli è il creatore del cielo e della terra, di questo universo intero,
con tutti i suoi misteri; di questa terra su cui viviamo.
T Egli ci conosce fin dall’eternità e mai dimentica
che siamo stati fatti con la polvere della terra
e che un giorno ritorneremo a Lui come polvere.
2L Credo in Gesù Cristo, il Figlio prediletto di Dio.
Per l’amore che ha avuto per noi tutti
Egli ha voluto condividere assieme a noi la nostra storia, la nostra esistenza.
Credo che Dio abbia voluto essere, in modo umano, anche Dio per noi.
T Da uomo ha abitato in mezzo a noi, luce fra le tenebre.
Ma le tenebre non l’hanno compreso.
Noi l’abbiamo conficcato sulla croce. Ed è morto ed è stato sepolto.
Lui, però, ha affidato a Dio l’ultima parola, ed è risorto una volta per tutte,
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e ha detto che sarebbe andato a prepararci un posto
nella casa di suo Padre, dov’egli ora abita.
3L Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita.
E per i profeti che stanno in mezzo a noi Egli è lingua, forza e fuoco.
T Credo che tutti insieme ci troviamo in cammino pellegrini,
chiamati e radunati, per diventare popolo santo di Dio,
poiché io professo la liberazione dal male,
il compito di operare per la giustizia, e il coraggio dell’amore.
4L Credo nella vita eterna, nell’amore che è più forte della morte,
in un nuovo cielo e in una nuova terra.
T E credo di poter sperare in una vita vissuta con Dio e insieme agli altri
per tutta l’eternità: gloria a Dio e pace agli uomini.
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