micron micron - Agenzia Omicron

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micron micron - Agenzia Omicron
OO micron
OO micron
AGENZIA DI EVENTI E COMUNICAZIONE
AGENZIA DI EVENTI E COMUNICAZIONE
mensile di Latina . maggio 2016 . numero 1 . free press
www.expressomagazine.it
Il pentito Carmine Schiavone aveva raccontato i segreti
della discarica e della morte del parroco di Borgo Montello.
don boschin,
caso riaperto
L’omicidio insoluto di don Cesare Boschin del 30 marzo 1995 oggi non è più un cold case.
Grazie a un libro inchiesta scritto dal giornalista Felice Cipriani
politica
Latina verso il voto
È il 5 giugno la data
X per Latina. Il capoluogo deciderà
se dare fiducia al
centrodestra diviso
o tendere al centrosinistra. O guardare
l’alternativa civica.
amarcord
Biscotto e gli anni ‘60
È stata una leggenda della Latina degli anni ’60. Oggi,
quel play boy e attore che rispondeva
al nome di Francesco Porzi è un libro
di Emilio Andreoli.
economia
Yacht Med atto xi
Il mare come una
risorsa. Per l’Italia
è così, ma per le coste pontine? Ci sarà
tempo fino al 1°
maggio per scoprirlo all’interno dello
Yacht Med Festival.
sport
Calci al Bel Paese
La serie B raccontata all’interno delle
sue città da 22 giornalisti e scrittori in
un’antologia celebrata dal presidente di Lega Andrea
Abodi.
3
EDITORIALE
Quando le news si muovono su tre fronti: web, cartaceo e social network
Expresso, nel nome
dell’informazione
Ecco, cominciamo dal nome. Il magazine eXpresso prende il nome
sintetizzando il concetto dell’immediatezza e dell’istantaneità, pur
avendo scolpiti i dogmi dell’approfondimento che sono stati sempre
i capisaldi del giornalismo della carta stampata. Così, il magazine
eXpresso vive su tre fronti, proprio come impone la rivoluzione digitale, arricchendosi e completandosi: dall’insostituibile cartaceo al
sito web fino a rimbalzare sul social network più diffuso, Facebook,
aprendosi al giornalismo partecipativo, in modo da condividere opinioni e commenti su determinati fatti. Se per collegarsi al nostro sito
sarà sufficiente un clik dallo smartphone o dal pc, il cartaceo –che ha
periodicità mensile- verrà distribuito a Latina in handling nella forma del free press nei punti con maggiore concentrazione di persone
nell’ordine delle 10mila copie, un prodotto confezionato proprio per
avere una periodicità tale da resistere al bombardamento delle news
battute da siti e social. I temi trattati sul cartaceo, steso nell’economica forma del tabloid, abbracceranno focus, inchieste, interviste, dossier, reportage sui temi dell’attualità (dalla cronaca alla politica, passando per la cultura e lo spettacolo, oltre che per lo sport e il costume)
della provincia di Latina. Per rafforzare il concetto della cronaca, il
tabloid verterà sugli approfondimenti legati all’attualità, strutturato
in modo da resistere all’urto del ‘leggi e fuggi’ che oggi domina il
settore dell’informazione, stravolta dai notiziari quotidiani sul web,
che restano però lacunosi sui focus. Così eXpresso magazine avrà
come supporto il sito, completamente riadattato: www.expressomagazine.it darà spazio alle news di cronaca e politica, più rubriche di
appuntamenti, dal cinema ai vernissage, dai concerti musicali alle
sagre tradizionali. Accanto al sito, ecco l’invasivo strumento di Facebook, che verrà utilizzato in maniera del tutto particolare, facendo
sì che la rivista diventi ad appannaggio di una community più vasta
di quella cartacea, dando l’opportunità a chiunque di interagire, comunicare, confrontarsi, scambiarsi opinioni su quei servizi che hanno
trovato spazio sulla rivista stessa nell’ottica moderna del giornalismo
condiviso. Ma perché credere ancora in un giornale cartaceo considerato che l’informazione si sta spostando sul web sempre più e
che i quotidiani cartacei registrano segnali in rosso? Perché eXpresso
magazine ha nel germe dell’approfondimento e dell’inchiesta i suoi
punti di forza che per ovvi motivi di istantaneità e frenesia non possono essere trattati nel quotidiano cartaceo e sul web, che verrebbe
meno alle sue regole, quella dell’immediatezza e del rifiuto da parte
dell’internauta di incollarsi al video per più di un minuto. Un concetto, questo, che è rimasto ancorato nel vecchio e nel nuovo lettore, che
preferisce il rifugio della carta.
Gian Luca Campagna
[email protected]
Testata in attesa di registrazione
Maggio 2016 - ©Omicron srls
Direzione
Gian Luca Campagna
Grafica e impaginazione
Roberto Righetti
Hanno collaborato:
Stefania De Caro, Eva Pommerouge, Claudio Corsetti,
Massimo Risultato, Mariassunta D’Alessio, Roberta Colazingari, Claudio Mascagni
TIPOGRAFIA
Stampa Italiana Periodici srl . V.le E. Ortolani 33, Dragona (RM)
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L’INCHIESTA
Un cold case pontino rispolverato nel libro inchiesta del cronista Felice Cipriani
Quello strano delitto
di don Cesare Boschin
Il 30 marzo 1995 viene ritrovato il corpo senza vita del parroco di Borgo Montello. Chi l’ha ucciso?
di
Claudio Corsetti
30 marzo 1995, don Cesare viene ritrovato nella sua canonica
morto incaprettato. Dopo 4 mesi
di indagini, il Comando dei carabinieri archivia il caso come
un tentativo di rapina da parte di
balordi mai individuati. Già, ma
che strana questa rapina. I ladri
hanno lasciato il denaro e si sono
impossessati soltanto della preziosa agendina, dove il parroco
annotava di tutto. E sì, perché
don Cesare, a capo del comitato
ambientalista di Borgo Montello,
si batteva per dirimere la cortina
di nebbia che avvolgeva i segreti
della seconda discarica del Lazio.
Cos’aveva scoperto don Cesare
a Latina. Con lui ci saranno il responsabile provinciale di Libera
Fabrizio Marras e Claudio Gatto,
fraterno amico di don Cesare e
oggi attivista dell’associazione
di don Luigi Ciotti, e Angela Di
Pietro, giornalista de Il Tempo,
che quando era cronista nella redazione pontina, s’era tuffata nel
caso di nera.
“Comincia da lontano, Felice Cipriani, per raccontarci di
don Cesare Boschin. Parte da
quell’Agro Pontino che è stato
per quarant’anni il luogo della
sua vocazione e del suo impegno,
famiglie in disarmonia, ma a un
certo punto la serenità gli viene
meno dal 1970, da quando la discarica diventa presto un motivo
di discordia per la comunità, divisa fra chi lo vede come un’opportunità di lavoro e chi invece
come un potenziale danno per
l’agricoltura. Un sospetto che diviene certezza quando, alla fine
degli Anni Ottanta, la discarica
viene rilevata da una società che
inizia a gestirla con spregiudicatezza, senza trovare ostacoli a
L’nchiesta è
oggi un libro.
La ‘prima’
venerdì 29
aprile alle 18
a Latina.
Boschin per pagare con la vita?
Un vero cold case che chiede
giustizia. E su questo cold case
di casa nostra sono scorsi fiumi
d’inchiostro, al pari del fiume di
percolato che è colato dalla monnezza degli invasi della discarica
di Borgo Montello, alle porte di
Latina, inquinando le falde acquifere di quella zona.
È un giornalista che si dichiara scrittore della memoria come
Felice Cipriani a intestardirsi
nel riaprire il delitto in verità
mai dimenticato. S’imbatte quasi per caso durante una vacanza
estiva in questa storia torbida,
s’appassiona alla vicenda e si
impone di dare il suo contributo
affinchè venga fatta luce e data
giustizia alla figura di un prete
prima maniera, morto in circostanze drammatiche e misteriose.
Tanto che produce un libro inchiesta, dall’emblematico titolo
‘Lo strano delitto di don Cesare
Boschin’, che verrà presentato
venerdì 29 aprile alle 18 presso
la sala teatrale della chiesa di San
Francesco in via dei Cappuccini
Negli anni ‘80
e anni ‘90
la discarica
finì nelle mani
del Clan dei
Casalesi.
Don Boschin contava influenti amicizie nella Dc: qui è con Giulio Andreotti.
e anche lo scenario di una morte
violenta che ancora attende verità
e giustizia” così nella prefazione
del libro scrive don Luigi Ciotti.
E sì, perché don Boschin arriva a
Borgo Montello nel 1956, in un
giorno di neve (!), giunge da Trebaseleghe, un paese veneto, e subito si fa benvolere dai figli della
bonifica idraulica e reduci della
guerra, forte dei dettami della
congregazione a cui appartiene, a
quella di don Orione, tant’è che
è fiero di essere ‘uno straccio di
Dio’, vivendo nella modestia e a
completo servizio delle comunità
cui è ordinato. Cipriani ripercorre
la vita di questo parroco di campagna che ha una parola per tutti,
denaro in prestito per tutti, un lavoro per tutti (e s’avvale dell’allora Democrazia Cristiana per
piazzare tanta gente). E il giornalista si avvale delle testimonianze di famigliari (in particolare
del nipote Luciano), degli amici
e degli abitanti di Borgo Montello, ritraendo “un sacerdote all’antica, un po’ scettico sulle novità
introdotte dal Concilio Vaticano
II, ma animato da un profondo
senso di giustizia, da un bisogno
di vivere il Vangelo anche al di
fuori dai confini della dottrina e
dai muri della sacrestia” sottolinea don Ciotti. La vita del parroco è scandita dalle preghiere per
il buon raccolto nelle campagne
e dalle buone parole che ha per le
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livello politico e amministrativo:
in questo momento don Cesare
nota strani movimenti, camion
che arrivano nottetempo da vie
laterali pieni di fusti industriali
per poi andarsene sgravati del
loro carico, viaggi misteriosi ma
ben pagati, l’ombra sempre più
forte della camorra a gestire parte delle operazioni, ipotesi confermate dalle rivelazioni choc del
pentito Carmine Schiavone, del
clan dei casalesi.
È qui che don Cesare inizia la
sua battaglia, fonda un comitato,
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L’INCHIESTA
IL LIBRO
Le carte all’avvocato Maccioni
Il caso è riaperto.
Dopo vent’anni
di
Felice Cipriani
Il 22 febbraio mi trovo a presiedere a Roma, presso la sede
dell’Associazione
Culturale
Enrico Berlinguer, un dibattito sul tema “Omicidio Pasolini – Il Parlamento indaghi per
la verità”. È una morte quella
dell’intellettuale che entra immediatamente a far parte di
quella storia di delitti eccellenti
e stragi di Stato nell’Italia degli anni di piombo e che resta
di grande attualità per i misteri che avvolgono la morte del
grande intelettuale.
Dopo la premessa sottopongo
sensibilizza le persone perché «i
rifiuti inquinano non solo la terra
ma le coscienze». Frequenti sono
i suoi viaggi a Roma, dove ad alcuni politici con cui era entrato in
contatto, appartenenti all’ex Democrazia Cristiana, riceve solo
vaghe rassicurazioni. E la ricerca
di Cipriani prende un’altra piega,
quella di ascoltare colleghi come
Andrea Palladino, che si sono
sempre battuti per sapere cosa
effettivamente è stato sepolto negli invasi della discarica di Borgo
Montello, coi sospetti indirizzati
verso quelle navi dei veleni come
la Jolly Rosso o la Karen B, dei
cui carichi non si è mai effettiva-
all’attenzione dell’assemblea
la vicenda dell’uccisione di don
Cesare Boaschin, sacerdote, ucciso a Borgo Montello, con le
modalità delle organizzazioni
malavitose. E come per Pasolini, anche per il sacerdote dopo
la morte si è cercato di sviare le
indagini, facendolo apparire un
omosessuale e che la sua morte
era dovuta a una serata sballata
finita male. Come all’idroscalo
di Ostia, anche a Borgo Montello la gente si è spaventata e si
è rinchiusa in sé per anni e solo
adesso qualcuno parla o rievoca
i fatti. Racconto all’assemblea
delle vicende della discarica
velenosa e le lotte del comitato
appositamente costituito, della
politica malata e del disinteresse delle istituzioni. L’avvocato
Stefano Maccioni al termine
dell’intervento mi confida che
cercherà di visionare gli atti in
possesso della Procura di Latina. Contatta i familiari e ottiene
la procura. Ed ecco che oggi si
accendono i riflettori sulla morte di don Cesare Boschin.
mente saputo come fossero stati
smaltiti.
Ricorda l’avvocato Antimo Lello
Turri sul sito ‘Liberainformazione’: “Un sito realizzato (la discarica, ndc) su uno dei terreni più
fertili della provincia di Latina.
Ciò, non andava affatto giù a
molti di loro che si erano riuniti
in un comitato. E, ovviamente, la
cosa era ancora meno digeribile
quando i sospetti di interramenti
di rifiuti tossici da parte delle organizzazioni mafiose, si facevano sempre più consistenti.
Sospetti che, tra l’altro, vennero
confermati dal pentito di ‘Gomorra’, Carmine Schiavone. Don
Don Cesare Boschin appena nominato Monsignore: è il 1994.
Cesare aveva deciso di appoggiare quella battaglia dei suoi
parrocchiani odiando la violenza
e la sopraffazione che era contro
il suo modo di essere e di amare
Cristo e la vita. Evidentemente
quel comitato era scomodo. Dava
fastidio. La mattina del trenta
marzo la perpetua, come ogni
giorno, salì in casa dell’anziano sacerdote per accudirlo. Fece
le scale raggiungendo il piano
sopraelevato dove si trovava
l’alloggio di don Boschin. Notò
subito il disordine ed esclamò:
‘Don Cesare ma cos’è questa
confusione?’ Non udendo rispo-
si notò che tutto era stato messo
sottosopra da chi lo aveva ucciso.
Ma, la cosa che balzò immediatamente agli occhi, fu che il portafoglio era intatto con ancora dentro 800mila lire di don Cesare.
Eppure, a dispetto dell’evidenza
testarda, sulla stampa del giorno
dopo, si disse che quella morte probabilmente doveva essere
il frutto di una rapina ad opera
dei tossicodipendenti della zona
che lo stesso Boschin accudiva
sia spiritualmente che materialmente. Inoltre, altri soldi, che si
trovavano tra i libri del parroco,
non furono neppure toccati”. Nel
2009 Libera, con l’appoggio di
Legambiente, di Agesci, dell’Azione cattolica diocesana, chiede una riapertura delle indagini.
Troppi indizi fanno pensare a
un delitto di mafia, ipotesi confermata anche dalle parole di un
“pentito” di primo livello, il quale dirà degli interessi della Camorra in zona e di don Boschin
come di «uno che aveva capito».
Oggi, a distanza di tempo, le indagini sono state riaperte.
Cipriani segue
la pista
del delitto
di camorra.
sta si recò nella camera da letto
del religioso e trovò qualcosa
di terribile: Cesare Boschin era
morto, incaprettato, legato mani e
piedi e imbavagliato con il nastro
adesivo. Un asciugamano sporco
del suo sangue era appoggiato sui
piedi. Terrorizzata e piangente
diede l’allarme. Il sacerdote era
stato assassinato.
All’arrivo degli altri parrocchiani
e, quindi, delle forze dell’ordine,
La discarica di Borgo Montello oggi.
QUEL DELITTO DEL
30 MARZO 1995
LE INCHIESTE
DELLA PROCURA
L’AUTORE
DEL LIBRO
CASO RIAPERTO?
INDAGA MACCIONI
Il 30 marzo 1995 viene ritrovato il cadavere di don Cesare Boschin, incaprettato,
nella canonica della chiesa SS. Annunziata
a Borgo Montello, a Latina. I carabinieri
chiudono l’inchiesta dopo 4 mesi: morto
per un tentativo di rapina finito male. Eppure i soldi sono rimasti nella canonica.
Alcuni sospettano che don Cesare abbia
infastidito i signori della discarica e i camorristi che negli anni ’80 e ’90 ne gestivano alcune operazioni. Attorno agli invasi
di Borgo Montello le inchieste della Procura si sono rincorse. L’ultima è firmata
dal sostituto procuratore Luigia Spinelli.
Il giornalista Felice Cipriani ripercorre la
vita di don Cesare ascoltando la voce diretta di chi gli è stato attorno, ricostruendo
anche la nascita e lo sviluppo della discarica, nonché i sospetti che in alcuni invasi la
camorra vi abbia sepolto i fusti delle navi
dei veleni, come la Jolly Rosso.
È l’avvocato senese Stefano Maccioni, stimolato dal racconto di Felice Cipriani, a
chiedere alla Procura di Latina i fascicoli
per interessarsi a questo cold case di casa
nostra. Ne ottiene la procura dai familiari e
proprio martedì 19 aprile si reca a visitare
il borgo e la canonica.
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ECONOMIA
Nell’undicesima edizione l’economia marittima passata ai raggi X,
una risorsa per 800mila occupati e 181mila imprese in Italia
Il mare in mostra
allo YMF di Gaeta
L’intera città di Gaeta è coinvolta nell’undicesima edizione dello YMF.
Luci sullo Yacht Med Festival
a Gaeta, tra le più importanti e apprezzate manifestazioni
del Mediterraneo, che si svolge
sull’antica città marinara fino al
1° maggio. Lo YMF è ormai la
“Fiera Internazionale dell’Economia del Mare”, un unico spazio espositivo, di straordinario
fascino, che rappresenta tutti i
settori legati all’Economia del
Mare: nautica, portualità turistica e commerciale, logistica e
trasporti, pesca, formazione, innovazione, turismo, editoria, musica, agroalimentare, artigianato,
arte, cultura, valorizzazione delle
produzioni di qualità. Ideato dalla
Camera di Commercio di Latina
e organizzata dalla propria Azienda Speciale per l’Economia del
Mare, è ormai punto di riferimento per una sempre più ampia rete
di imprese, associazioni e istituzioni, che hanno scelto la Fiera
Internazionale
dell’Economia
del Mare, quale sede privilegiata
per l’organizzazione di momenti
di approfondimento e di elaborazione, divenendo laboratorio nazionale dell’Economia del Mare.
Yacht Med Festival si è proposto
sin dalla prima edizione come
modello fieristico funzionale ed
innovativo, del panorama internazionale, divenendo, nel tempo, un
esempio da imitare per lo sviluppo in forma integrata del territorio e dei suoi indicatori, basato su
modalità pienamente rispondenti
alle esigenze del tessuto imprenditoriale coinvolto. Yacht Med
L’aspetto sportivo e d’intrattenimento resta un must dello YMF (foto YMF).
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ECONOMIA
Festival apre le porte al mercato
globale agli imprenditori, creando occasioni di confronto con
l’estero stimolando strategie gestionali e commerciali finalizzate
all’esportazione ed al marketing
su scala internazionale.
Durante la prima giornata, del 22
aprile, è stato chiuso un importante accordo di cooperazione
tra Yacht Med Festival di Gaeta e l’Ente del Turismo Iraniano
per lo sviluppo del turismo e del
business Italia-Iran, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose italiane, di
Ebrahim Rezaei Babadi (President Touring Of I.R. of IRAN, in
rappresentanza del viceministro
iraniano Yadollah Jafari) eMir
Fakhraei Abdolreza (Direttore
Generale del Centro Italo - Iraniani di Cooperazione Culturale
ed Economica CICE). Nell’occasione è stato anche sottoscritto un
gemellaggio tra la città di Gaeta e
Babolsar, sul Mar Caspio. La kermesse - madrina l’annunciatrice
camere nazionale che durante lo
Yacht Med Festival presenterà il
quinto Rapporto sull’Economia
del Mare, che definisce il valore
di un’economia strategica nel nostro Paese con 1.500 Km di costa,
800.000 occupati, 181.000 imprese e 45 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto. Nel Lazio
l’Economia del Mare vale 32.000
imprese (pari al 5,1% del totale),
116.000 lavoratori e 6 miliardi di
valore aggiunto, pari al 15% del
totale nazionale” ha sottolineato Vincenzo Zottola, presidente
Unioncamere Lazio e CCIAA
Latina. La sera del 30 aprile è
in programma il Premio fashion,
mare e sport con i protagonisti de
I Milleculure del Mare: sfilata di
moda organizzata dai partner Yamamay e Carpisa. Con le modelle, sfileranno gli atleti olimpionici
Diego Occhiuzzi (che parteciperà
alle Olimpiadi di Rio de Janeiro
in agosto) e il nuotatore Massimiliano Rosolino e il campione
di pallanuoto Amaurys Pérez, en-
Rai Claudia Andreatti - giunta alla
IX edizione e patrocinata dall’Istituto del Commercio Estero,
da Aips Europe, si svolgerà fino
al primo maggio; in programma,
quest’anno, incontri, workshop
e tavole rotonde sul mare come
risorsa da tutelare e valorizzare,
il mare e il cinema, il mare e lo
sport, l’industria nautica e il diportismo, gli Euro-Med Days del
28 e 29 aprile con delegazioni di
17 Paesi del Mediterraneo, e un
momento di riflessione, in occasione dell’anno del Giubileo
della Misericordia, con il Centro
Astalli e la testimonianza di un
rifugiato. Spicca, infine, nel ricco
cartellone, la serata di gala del 30
aprile con il conferimento degli
Yacht Med Awards, particolari
riconoscimenti che saranno assegnati a personalità dello sport,
del cinema, dell’imprenditoria e
della cultura. “La manifestazione,
importante e strategica per il nostro territorio e per l’Italia, è stata
realizzata grazie alla sinergia tra
enti e istituzioni, come Union-
trambi ammirati anche nei panni
di star del programma tv ‘Ballando con le Stelle’. Riconoscimenti
anche al campione del mondo di
boxe Patrizio Oliva, al campione
mondiale e olimpico di pallanuoto Franco Porzio, ideatore del
progetto Acquachiara, i campioni
mondiali di motonautica Giancarlo Cangiano, categoria p1 e
Antonio Schiano, classe V1,al
Comandante delle Fiamme Gialle Enzo di Capua, campione del
mondo di vela e la redcordwoman
di apnea Maria Felicia Carraturo,
la signora degli abissi. Milleculure è l’associazione sportiva nata
per iniziativa di alcuni campioni
olimpionici partenopei che opera
dal 2012 nella città di Napoli con
diverse finalità di carattere sociale, tra cui garantire lo sport di base
a tutti, anche e soprattutto a quanti vivono in quartieri degradati e
quindi a bassa offerta sportiva; favorire la partecipazione attiva dei
giovani, dei meno abbienti e dei
diversamente abili alle attività;
creare un nuovo patto con gli enti
Vincenzo Zottola, presidente della Camera di Commercio di Latina (foto YMF).
locali per la gestione e la manutenzione degli impianti sportivi,
realizzando anche un risparmio
per la collettività; costituire una
vetrina per le eccellenze imprenditoriali, chiamate a supportare in
un nuovo gioco di squadra gli ambasciatori dello sport della città.
Milleculure, è il primo esempio,
in Italia, di società sportiva che
prima ancora dei risultati insegue
e realizza il valore sociale dello
sport: un diritto per tutti i cittadini, una risorsa per la città, l’occasione per sviluppare un nuovo
patto tra la collettività e gli enti
locali. Difatti la finalità di Milleculure è creare un nuovo patto
con gli enti locali per la gestione,
e dunque la manutenzione degli
impianti sportivi, in modo da realizzare un risparmio per le casse
pubbliche; allenamenti e gare accessibili a tutti, anche e soprattutto per quanti vivono in quartieri
a bassa offerta sportiva; nuove
opportunità per i disabili chiamati
a essere soggetti attivi, cittadini
con pieni diritti, e non dimenticati; promozione anche turistica
del territorio; vetrina per le eccellenze imprenditoriali chiamate
a un nuovo gioco di squadra per
affrontare i nuovi mercati aiutate
dai grandi Eventi sportivi e dagli
ambasciatori sportivi napoletani.
Il fascino di Gaeta durante lo (foto YMF).
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8
F
FREEVOLO
Terapia di coppia
per amanti
Il romanzo che vi stupirà di Diego De Silva: “Guardate due persone innamorate che si parlano, dall’esterno, sembrano totalmente pazze. L’amore non è
un’esperienza normale, se ci pensate”.
UOMINI E DONNE NELLA ROUTINE
La coppia scoppia? Non
è solo colpa della noia
“Perché gli uomini si annoiano della stessa donna?”. La
risposta sorprendente è che quasi tutti, anche quelli che
vivono un rapporto appagante, dicono che mangiare
sempre spezzatino dopo un po’ annoia e ti viene voglia
di una bistecca. Inorridisco al pensiero di rapportare la
relazione con una donna ad un
piatto che viene consumato per
soddisfare i bisogni primari
come il nutrirsi. Capisco che la
noia a volte subentra nei rapporti, ma vale lo stesso anche
al contrario, con le donne che
si trovano a mangiare sempre
“pollo” e ogni tanto pensano di
cambiare mangiando carne di
“cavallo”. In un recente sondaggio emerge che gli uomini
si annoiano a letto e il 71% dà
per scontata la propria donna, la ripetitività delle situazioni è poco stuzzicante, forse, ma pensare che la propria donna conosca i tuoi punti sensibili e che il rapporto
non diventerà solo uno scambio di corpi ma anche una
complicità che va oltre le lenzuola lo vedo decisamente
più profondo. Il sesso è di sicuro un meccanismo, ma
non va usato come meccanismo. La favola che gli uomini amano per dominio e quindi in chi ha già conquistato
questo desiderio si affievolisce e cominciano ad essere
meno appassionati rispetto all’inizio della storia è stucchevole e ridicola. Anche le donne incorrono nella noia
del maschio diventando routine e
per questo si danno da fare costantemente per sorprendere. Forse la
vera arma di distruzione di un rapporto non è altro che la noia. Ma se
Charles Bukowski dice che ”solo
le persone noiose si annoiano” e
forse direi annoiano l’altro, allora
la scelta magari è stata sbagliata.
Oscar Wilde dice: ”Cos’è l’amore?
Un accesso di febbre che finisce
con uno sbadiglio”: quindi, ricordo
a questi uomini che dopo essersi
abbuffati di spezzatino e arrivando a letto sbadigliando,
troveranno la propria donna che si girerà di spalle, con
la consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno che gradisce “lo spezzatino”, e avere la certezza di un possesso
acquisito è ridicolo e il dubbio forse sarà la chiave per
non annoiare.
Il colore dell’estate? Prova il blu
mare, adatto per ogni occasione
Per sorprendere questa estate metti il blu. Il colore dell’estate 2016
ti trasformerà in una vera sirena
con sfumature appena accennate
che rendono ancor più eterea una
bionda, mentre il blu elettrico spicca sulle more, il color block a tutta
palpebra si addice alle più grintose,
ma vanno bene anche solo matita e
mascara, per definire l’occhio senza
esagerare, o un filo di eyeliner, da
scegliere più sottile o più spesso a
seconda della forma e della grandezza dell’occhio. Non resta che
mettersi all’opera scegliendo bene il
blu che si addice di più.
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a cura di eva pommerouge
ACQUA POLE GYM
Sirene d’estate
tra acqua e pali
Se il dubbio potrebbe essere l’alternativa alla salvezza della coppia non bisogna trascurare l’aspetto fisico
che ci rende affascinanti e seducenti, che con l’arrivo
dell’estate è fondamentale. Quindi per sentirsi desiderate e, perché no, anche farsi desiderare dal partner
che ormai ci dà per scontate la pole dance è una fantastica alternativa, ma il top con l’arrivo dell’estate è
l’Acqua Pole Gym. Tutti conosciamo la lap dance e
il suo simbolismo erotico ballando intorno ad un’asta
verticale, un ballo utilizzato nei locali notturni e nelle
discoteche che poi è entrato di diritto nelle palestre
con il nome di Lap Gym, perdendo molto del suo significato erotico e trasformandosi in un nuovo modo
di fare fitness. Non ci sono spogliarelli né tacchi a
spillo ma solo il balletto intorno all’asta per mantenersi in forma. Ancora più intrigante è ballare con
l’asta ma dentro l’acqua. Questa nuova disciplina è
l’Acqua Pole Dance che renderà i fianchi e il giro vita
perfetti per la prova costume, gambe più snelle e glutei sodi. Lavorando nell’acqua ogni parte del corpo
risulterà massaggiata per avere una pelle più levigata, mentre i movimenti sinuosi sono gli allenamenti
(sensuali) per un’estate tutta da ballare.
10
politica
Il 5 giugno a Latina si voterà per il rinnovo del sindaco. E il risultato non è scontato
Tutti contro tutti.
Lotta all’ultimo voto
di
Gian Luca Campagna
Fino a qualche tornata elettorale fa le amministrative a Latina
erano una sorta di sgambata per
il centrodestra. Per utilizzare una
metafora calcistica somigliava a
una big della serie A che scendeva nella più remota periferia a
giocare un’amichevole col risultato scontato che andava a delinearsi dopo i primi minuti. Ma oggi
non è più così. Saranno i segni dei
tempi, sarà il caos della politica in
generale, saranno le due giunte di
centrodestra cadute nel giro di 5
anni per i mal di pancia stimolati
dai tesserati di Forza Italia, sarà
anche il buco dell’ozono, ma è
altrettanto veritiero che la chance
per il centrosinistra di sbancare
il prossimo 5 giugno quello che
fu definito all’indomani dell’elezione di Ajmone Finestra come
il laboratorio della destra è opportunamente reale. E pare che
a oggi il laboratorio sia imploso,
producendo (poco) e deludendo
(molto), risultati che si misurano con le promesse –ordinarie e
straordinarie- non mantenute, con
le inevitabili comparazioni con le
altre province del Bel Paese e con
l’ultimo gradino occupato nel Lazio dal capoluogo come reddito
pro capite. Ad oggi il centrodestra
si è frantumato, coerente nella sua
deflagrazione dello scorso giugno
quando ha deciso di far cadere il
sindaco Giovanni Di Giorgi. La
rottura sin dall’alba era ritenuta
dai più insanabile, resa ancora
più acida dal balletto delle primarie che hanno portato Nicola Calandrini ad essere il candidato di
una coalizione formata dai partiti
di Fratelli d’Italia, Cuori Italiani
e Noi con Salvini. Alessandro
Calvi, prima sedotto dallo strumento della scelta del candidato
sindaco, ha fatto dietrofront su
indicazione del capo del partito
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di Forza Italia a livello regionale, vale a dire il senatore Claudio
Fazzone, da tempo dominus della
politica locale, e corre da solo.
Insomma, il grosso del centrodestra s’è spaccato in due, dove chi
resterà in piedi, in caso di vittoria, probabilmente non farà prigionieri, a meno di un eventuale
accordo in sede di ballottaggio,
in programma il 19 giugno. Ma
le vedute di posizione differenti
all’interno del centrodestra hanno
11
politica
LA NOVITA’
Separati in casa per la prima volta
Tutti alla destra
del Padre (quale?)
I sondaggi sono all’ordine della
settimana. Anche perchè l’opinione pubblica si lascia influenzare, naturalmente, dai fatti che
si rincorrono, sia a livello nazionale che locale. Il centrodestra
è diviso in più parti. L’istituto
Tecnè ha sfornato il suo sondaggio recente su un campione
di mille interpellati: la lotta tra
Calvi e Calandrini si gioca sulle unità, col primo in vantaggio
della percentuale del 23 al 21.
Più rivoluzionario il sondaggio
targato Emg su un campione allargato di 6mila intervistati, che
vede Calandrini attestarsi sul
20,5%, Calvi attorno all’11%
e a sorpresa Tripodi con quasi
il 18%. L’Ipr invece li vede lottare alla pari (19%), con la Sovrani all’8%, Tripodi al 2,5%,
l’Msi di Salvatore De Monaco
al 3%, Lemma, D’Annibale e
Savastano ancorati all’1%. Gli
indecisi? Un bel 23%.
prodotto anche una serie di piccoli ras, portando alla creazione di
liste civiche presto ridotte a un
ammasso di speranze macerate.
Ad oggi, al momento di andare in
rotativa, soltanto Davide Lemma
è l’unico che finora resiste a delle sirene che possano assorbirlo
L’ex sindaco
Grillini ai box
È il 4 giugno 2015 quando Giovanni Di Giorgi viene fatto cadere come sindaco con un colpo di mano di Forza Italia. Di
Giorgi s’era dimesso a novembre 2014, salvo poi ripensarci
sebbene avesse implicitamente
denunciato il comportamento di
alcuni assessori.
Chi immaginava una competizione elettrizzante e affascinante a Latina decisa al fotofinish
è rimasto deluso. Beppe Grillo
non ha concesso ai 4 meet up
che litigavano per il simbolo il
placet per correre. E sarà un’assenza importante, dati i numeri
maturati dai M5S.
e inglobarlo. In questa direzione
insistono nel loro percorso solitario Angelo Orlando Tripodi, che
pur essendo assessore uscente
rispetto alla giunta Di Giorgi rigetta alleanze e accordi con gli ex
amici di giunta e partito, richiamando l’unione di tutte le civiche per conquistare il Palazzo. Al
pari di Gianni Chiarato: anche il
sindacalista Ugl è fermo sui suoi
propositi e ha pronta la sua lista
per superare quantomeno quello
sbarramento per permettergli l’elezione a consigliere. Ambizioni,
queste, cui tende Marco Savastano, il candidato di CasaPound,
che fonda la sua campagna elettorale sulle lotte sociali. Nell’area
moderata spicca la candidatura
dell’unica donna: Marilena Sovrani, ex assessore uscente dalla
giunta Di Giorgi, ci prova facendo leva sulle sue qualità tutte al femminile, sganciata ormai
dall’orbita centrista dell’ex senatore Michele Forte. Citazione per
il candidato Alfio D’Annibale,
ma non sappiamo il suo appeal in
quanti voti si traduca al momento cruciale. Si diceva del centrosinistra che ha possibilità come
non mai di salire dall’ingresso
principale del Palazzo comunale
di Latina. Il candidato è Enrico
Forte, che attualmente occupa
lo scranno della Pisana nelle fila
del Partito Democratico. Forte ha
battuto alle primarie Paolo Galante, scelto dal senatore Claudio
Moscardelli, e proprio questo
strappo non è ancora stato ricucito all’interno del partito, tant’è
che tutto il vantaggio accumulato
sia temporale ma anche morale
s’è assottigliato in modo consistente nell’opinione pubblica. Ma
i sondaggi confortano il candidato dem, primo nelle percentuali
fino ad oggi. L’outsider che gode
di maggiore credibilità in questo
panorama è Damiano Coletta,
cardiologo al Goretti, attivo da
anni con progetti culturali come
la kermesse Lievito. Latina Bene
Comune di Coletta ha raccolto
nel tempo tutte le rimostranze e
le delusioni dei cittadini, intercettando anche le frustrazioni di
La ruspa
a rimorchio
L’incognita civica
La Lega sembrava decisa a correre da sola presentando un suo
candidato. Poi, però, i litigi, gli
equivoci, le distanze, hanno suggerito al leader Matteo Salvini
di decidere in diretta per l’investitura di Calandrini, che incassa
una percentuale attorno al 5%.
Dovevano essere il leit motiv
di questa tornata, invece sono
scomparse coi primi caldi. Le
liste civiche a oggi sono rappresentate da sparuti capipopolo
che resistono alle tentazioni di
lasciarsi coinvolgere nei partiti.
Davide Lemma è uno di questi.
una città avvitata su se stessa.
Se è vero che coagulerà il voto
d’opinione è altrettanto certo che
LBC pescherà a sinistra oltre ad
accogliere qualche amareggiato
penta stellato. E già, il Movimento5Stelle, grande assente dalla
competizione per la litigiosità dei
suoi meet up. Anche questa è una
griffe tutta pontina.
A SINISTRA
Uomini e idee restano molto simili
Il tiro mancino
di Forte e Coletta
Inutile girarci attorno la partita
a ‘sinistra’ è tra Enrico Forte e
Damiano Coletta, soprattutto
per numero e nomi dei candidati in LBC. Forte è il candidato
in vantaggio nel primo turno:
l’istituto Tecnè lo dà al 28%
mentre Emg lo vede attestarsi
attorno al 30% (come Ipr), dato
questo che collima con il trend
nazionale. Damiano Coletta
invece rispetto agli outsider è
quello che incassa risultati più
lusinghieri: per Tecnè LBC
è attorno al 12%, mentre per
Egm sfiora l’8%. Non solo il
sondaggio Egm calcola anche
Davide Lemma tra gli altri sfidanti che superano il 4%. Agli
altri candidati restano le briciole. Il sondaggio Ipr vede Coletta in crescita, al 15%. Tra i
‘rivoluzionari’ troviamo anche
un risultato di percentuale lusinghiero per Danilo Calvani e
i suoi Forconi: il 2,5%.
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12
SPETTACOLO
Un concerto s-composto dell’Ensemble Pentarte sabato 30 aprile allo Stoà di Latina
La musica del ‘900
secondo Albino Taggeo
Di STEFANIA DE CARO
L’Ensemble Pentarte, diretto da
Andrea Ceraso, presenta “Quasi
una monografia”, concerto strumentale e vocale dedicato a compositori contemporanei e del Novecento storico. L’appuntamento
è allo Stoà di via Battisti a Latina
sabato 30 aprile alle 20.30, un
concerto di musica contemporanea nel cuore di Latina in una
due ore di musica inedita. L’Ensemble Pentarte è un gruppo di
musicisti appartenente alle filarmoniche più prestigiose di Roma,
e grande merito di questo concerto spetta al compositore Albino
Taggeo.
“Musica contemporanea”, that
is the question! Equivoci diffusi:
musica da film, pop, rock, jazz,
elettronica, sperimentale, dissonante, atonale, dodecafonica, aleatoria, acusmatica…..
Semplicemente la musica d’oggi,
comprendente un arco di tempo
che abbraccia le composizioni del primo Novecento fino ai
nostri giorni, con una singolare
caratteristica: nei secoli XVII,
XVIII e XIX il linguaggio musicale utilizzato da tutti i compositori del mondo occidentale
era (quasi) esclusivamente quello
“tonale”, costruito con dei precisi
punti di riferimento di natura melodica, armonica, timbrica, ritmi-
L’Ensemble Pentarte è diretto dal maestro Andrea Ceraso.
ca e formale.
Fin dai primi anni del secolo
scorso quel linguaggio non soddisfa più le esigenze compositive
della maggior parte dei musicisti:
obbligati dunque a cercare nuove soluzioni, creano una miriade
di nuove forme linguistiche, dal
recupero di stilemi rinascimentali fino alle sperimentazioni più
estreme e assai lontane da quel
“tonale” ormai fortemente sedimentato nella nostra cultura.
E l’utopia della musica pura o assoluta, auspicata da fin dai tempi
di Bach, Mozart, Beethoven, diventa realtà grazie alla creazione e al divenire di nuovi sentieri
sonori, che consentono l’esplorazione del suono in tutta la sua
profondità.
Molti compositori utilizzano con
alterne vicende il ”vecchio” linguaggio, mentre quelli eseguiti
nel presente programma hanno
creato uno stile linguistico ori-
ginale talvolta sorprendente e distante dall’ascolto “quotidiano”.
Non resta che la curiosità di navigare lungo sensazioni suggestive
dove i suoni vengono s-composti
e ri-composti seguendo la libertà
creativa che è tipica dell’artista.
Chi è Albino Taggeo?
“Albino Taggeo è un compositore che ama sposare l’entusiasmo
con la professionalità, la memoria con la passione, la curiosità
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con la creatività. Prima di tutto
sono orgoglioso di essere nato
ad Ortigia, la mia mitica isola,
centro storico di Siracusa. Mi
dispiace di averla lasciata a 13
anni, ma ci torno spesso perché
è ancora il luogo dei miei sogni.
A Roma ho coltivato la musica, il
grande amore della mia vita, che
avvolge ancora oggi tutta la mia
esistenza”.
Cosa l’ha spinta a suonare e
13
SPETTACOLO
comporre musica?
“Il piacere immenso che si prova nel creare e nell’ammirare la
bellezza dell’arte. Il desiderio
di esplorare linguaggi musicali
sempre nuovi, alla ricerca di uno
stile personale e deliziosamente
fruibile”.
Quanti anni aveva quando ha
capito quale era la sua passione?
“All’età di sei anni correvo,
tutti i pomeriggi, al pianoforte
del circolo ufficiali, il luogo di
rappresentanza del battaglione
comandato da mio padre e lì mi
raggiungeva mio nonno Michele, violinista. Iniziai ad accompagnargli arie da opere trascritte
per violino e da lì nacque la mia
grande passione per il melodramma. Con il trasferimento a Roma,
frequentando il Conservatorio di
Santa Cecilia, iniziai a conoscere
la musica sinfonica, corale e cameristica ed incominciai a scrivere le mie prime composizioni”.
Che tipo di musica suona e dirige?
“Le mie composizioni si giovano
di un linguaggio personale che è
il risultato di una ricerca continua per trovare soluzioni sempre
nuove nell’ambito della musica
contemporanea. La sperimentazione è il mio itinerario, con un
forte legame con i diversi stili del
passato, dal Cinquecento fino ai
nostri giorni. Provo un piacere
immenso quando bravi direttori e
interpreti prestigiosi interpretano
le mie partiture”.
Attualmente che lavoro sta creando?
“Tutta la mia produzione è in
un divenire continuo. Sto terminando la mia settima opera per
teatro e ho completato l’ultimo
mio lavoro per ensemble che verrà presentato in prima assoluta
nel prossimo mese di settembre
al Festival di Taormina Arte. Si
tratta di “Onìride”, una cantata
per due voci femminili su un mio
testo poetico. In molte delle mie
composizioni sono anche l’autore dei “libretti”, soprattutto le
opere teatrali”.
Cosa serve per diventare un
grande musicista?
“Un artista conquista e conserva
il suo posto importante nella Storia attraverso tre caratteristiche
fondamentali: il talento, inteso
come capacità creativa; lo studio
rigoroso e la conoscenza analitica di tutte le opere del passato e
del presente, in altre parole una
profonda competenza della materia; la serietà e la credibilità che
egli riesce ad esprimere e a infondere nel pubblico”.
Quando compone cosa o chi la
ispira?
“L’ispirazione è un concetto romantico, la mia è un’esigenza
vitale. Avverto continuamente
dentro di me idee che pian piano
diventano strutture ritmiche, armoniche, melodiche, timbriche.
Grazie ad esse inizia la costruzione del palinsesto, sorta di tavolozza dove i colori musicali si
trasformano nelle composizioni
che prendono corpo e i cui suoni
iniziano a diffondersi come per
magia intorno a me”.
Perché i direttori d’orchestra
sono per lo più uomini?
“Una volta, in clima di maschilismo, era senz’altro vero, oggi
l’elenco di direttori donne è lunghissimo, in tutto il mondo. È
stata una lenta e lunga conquista,
come d’altronde per molte altre
professioni ingiustamente riservate a soli uomini. Claire Gibault,
Kery Wilson, Andrea Queen, Isabella Ambrosini, Silvia Massarelli, Marin Alsop, Xian Zhang e
tante altre dimostrano di possedere capacità e talento non inferiori ai più noti colleghi Abbado,
Muti, Baremboin o Pappano”.
Cosa vorresti cambiare di sè?
“Sinceramente vorrei conservare
tutto ciò che mi è costato anni di
produzione ma nello stesso tempo migliorare il mio stile e renderlo sempre più comunicativo e
accattivante. Soprattutto lasciare
un segno tangibile nella Storia,
un mio contributo importante
Albino Taggeo, compositore eclettico, si esibirà allo Stoà di Latina sabato 30 aprile.
all’evoluzione della Musica”.
Come riesce a creare sempre
nuove opere?
“Le ho già tutte dentro di me,
devo solo ottimizzare il tempo
per realizzarle. Sono talmente
tante le idee che mi fioriscono
che occorrerebbero molti altri
decenni per poterle trascrivere
tutte (penso che inoltrerò una
speciale richiesta di dispensa,
quando si avvicinerà la fine dei
miei giorni!). Spesso mi capita di
lavorare contemporaneamente su
più fronti, alternando la fisionomia di un brano con gli stilemi di
un altro. È molto divertente e mi
rimane molto tempo per la riflessione e per la sedimentazione del
materiale musicale da distribuire
all’interno delle mie partiture”.
Se potesse scegliere un teatro
dove le piacerebbe suonare?
“Qualsiasi luogo dove la mia
musica possa essere eseguita e
ascoltata, dalle strade alle piazze,
dalle sale di registrazione ai teatri
d’opera, auditorium, biblioteche,
musei… ma il mio desiderio più
intimo è veder rappresentata
una delle mie opere migliori “Le
Syracusane”, su testo di Teocrito,
nel Teatro comunale di Siracusa,
autentico gioiello dell’architettura classica, purtroppo da più di
cinquant’anni in fase di restauro!”.
Se potesse trasformarsi in una
melodia quale sceglierebbe?
“Il tema di “Minzicata minzichè”, l’ultima aria di un’altra mia
opera (autobiografica) più volte
eseguita e alla quale sono particolarmente affezionato, poiché
il testo venne scritto nel 1998 da
mia madre”.
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14
AMARCORD
Il play boy e attore morì in un incidente stradale prima di volare a Hollywood
Biscotto raccontato
da Emilio Andreoli
La storia di Francesco Porzi rivive nel libro che narra uno spaccato genuino della Latina anni ‘60
di
di più conoscendolo attraverso
le testimonianze?
La cosa che più mi ha colpito
di Biscotto, conoscendolo attraverso i racconti degli amici e
dei familiari, è stata sicuramente
l’umiltà. Nonostante il successo
lui era rimasto se stesso, e questo
accade solo alle persone speciali.
Eva Pommerouge
Emilio Andreoli, imprenditore
con la sana passione della scrittura e di un travolgente amore
verso Latina, ha ricostruito con
il paziente metodo del cronista
la vita leggendaria di Biscotto,
attore e play boy degli anni ’60,
intervistando i protagonisti di
quell’epoca, dai familiari agli
amici, dalle conquiste agli amori
ricavando uno spaccato godibile, sincero, scevro da storture di
una Latina a bianco e nero. E ne
esce un ritratto fresco e genuino,
autentico e palpitante vita, come
lo era Francesco Porzi, stroncato
in un terribile incidente stradale
il 31 agosto del 1970. Ma scrivendo il libro ‘Biscotto’ nasce la
leggenda di Francesco Porzi.
La vita è fatta di coincidenze, di incontri mancati, di appuntamenti persi e altri che ti
aspettano, nel libro ci sono tanti incontri che sembrano dettati da un destino che si rincorre,
raccontaci per quale motivo
hai deciso di l scrivere la storia
di Francesco Porzi soprannominato Biscotto?
La vita è tutta una coincidenza,
da quando nasciamo fino alla
fine, e il destino gioca il ruolo da
protagonista nella nostra esistenza, anche se una piccola parte è
nelle nostre mani, e noi dobbiamo avere l’accortezza di non sfidarlo. Forse proprio il destino mi
ha fatto “incontrare”, in una notte
di fine estate Francesco Porzi,
conosciuto con il soprannome di
Biscotto.
Per lui il destino è stato beffardo,
perché nel pieno della sua gioventù tutto si è fermato in una
maledetta curva. Ma il destino
non ha potuto nulla sul suo fascino che ha continuato a vivere anche dopo la sua morte. Ho deciso
di raccontare la sua vita perché
volevo scrivere un pezzo di storia della mia città, non fatta solo
di fondazione, ma dei suoi figli
che l’hanno vissuta e amata negli
anni del boom economico, quando negli occhi dei ragazzi leggevi
la speranza di un futuro migliore.
Biscotto era l’idolo di quei giovani, il punto di riferimento indi-
Tu come Francesco Porzi sei
innamorato di questa città, di
questa palude cosa la rende
speciale e unica per te?
Di speciale ha tante cose, il clima,
il mare, i laghi, le colline, tutte le
persone che sono nate qui o che
ci vivono dovrebbero essere innamorate di questa “Palude”, è
come l’amore verso una madre,
imprescindibile. E poi credo che
sia anche un fatto chimico, io questo territorio me lo sento addosso,
nelle vene, ma la cosa che la rende più speciale in assoluto è che
qui ho i miei amici, i miei affetti,
i miei ricordi e penso che anche
Francesco avvertisse tutto questo.
Biscotto era conteso dai maggiori stilisti dell’epoca.
scusso di Latina, quindi mi sono
innamorato della sua storia e ho
voluto raccontarla.
Perché questo ragazzo bellissimo era soprannominato Biscotto?
Ci sono molte versioni sulla provenienza del soprannome Biscotto, e forse non sapremo mai del
perché, ma sta di fatto che a Francesco calzava a pennello, per la
sua bellezza, la sua dolcezza e il
suo fascino.
Si dice che non amasse farsi chiamare così, in parte era vero, ma i
suoi amici più stretti lo chiamavano con il suo soprannome e ancora oggi viene ricordato da tutti
come Biscotto.
Nel libro si passa con una grande facilità dall’ambiente protetto e provinciale della Latina
di Biscotto, ai suoi ritmi, ai suoi
amici, alla famiglia e poi set
pubblicitari, al cinema sfilate,
stilisti, però si nota sempre che
Francesco rimaneva ancorato
alla semplicità e sempre ad essere se stesso, cosa ti ha colpito
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Nel raccontare Francesco ci
sono due episodi che restano
impressi, lui che era riservato
e sfrontato, gentile e deciso, un
ragazzo che ha fatto dei contrasti il suo punto vincente: il rapporto che aveva con lo spazzino
e il lasciare il caffè pagato per
lui e poi il voler conquistare ragazze non bellissime per poter
assaporare il gusto della conquista. Pensa che dietro quel
grande successo si nascondesse
un vuoto in lui, una irrequietezza che non gli permetteva
di godere delle cose che andva
conquistando?
Sicuramente Francesco avvertiva
il peso di questo grande privilegio, che era la sua bellezza. E il
suo atteggiamento era come per
scusarsi di quel privilegio per
non sentirsi troppo distante dagli
altri. Mi sarebbe piaciuto vederlo, mentre parla con la meno carina e la faccia attonita dell’altra…
un grande smacco alla bellezza.
Biscotto vive la sua storia d’amore con una grande attrice
hollywoodiana come Monique
Van Vooren, con la sua spontaneità conquista tutti proprio
per questo. Ancora oggi quella
15
AMARCORD
LA LEGGENDA
DI BISCOTTO
LA MOVIDA
AL LIDO
L’AMORE
DI MONIQUE
LO SCRITTORE
EMILIO ANDREOLI
Francesco Porzi è nato a Cisterna nel
1947. Irrequieto sin dall’adolescenza è approdato al mondo del cinema, della moda
e della pubblicità. È morto nel 1970 per
un incidente d’auto sulla Litoranea, a Sabaudia, dove c’è un cippo che lo ricorda.
Non solo Circeo. Negli anni ’60 la movida
della Latina che cresceva (appena 50mila
abitanti!) si riversava in massa sul lido: il
bagno più frequentato era l’Hotel Tirreno,
a Foce Verde, dove nascevano amori genuini e scappatelle clandestine.
Biscotto era figlio del vento, amava le
donne e la vita, ma ebbe un’intensa storia
d’amore con Monique Van Vooren, l’attrice hollywoodiana che fu la sua Pigmalione, guidandolo fino a farlo scritturare per
una serie di telefilm a Hollywood.
Emilio Andreoli ha esordito nella narrativa col romanzo dai toni autobiografici
‘Una fuga lunga un sogno’ (2003), due
suoi racconti sono raccolti nelle antologie
‘La Littorina - racconti e aneddoti di una
terra emersa dall’acqua’ (2012) e ‘Giallolatino 2015’.
il libro
Ricordi e racconti in presa diretta
Biscotto, mito tra
set e passerelle
L’Italia del boom economico
e della dolce vita, l’Italia della provincia dove i ritmi sono
lenti e compassati. In questo
quadro Latina non fa eccezione. È da qui che muove i primi
passi Francesco Porzi, il leggendario Biscotto, ottenendo
qualche comparsata nei film
girati in zona: colpisce registi
e costumisti per la sua straordinaria bellezza e per i suoi modi,
eleganti e affascinanti. Il passo
a Roma, dove i maggiori stilisti
degli anni ’60 se lo contendo-
donna sembra aspettarlo: che
effetto le ha fatto parlare con
lei di Biscotto?
È stato molto emozionante incontrare Monique a New York,
nel suo appartamento a Manhattan, dove era stato anche Francesco. Mi ha colpito per la nitidezza dei suoi ricordi e i suoi occhi
lucidi, quando mi ha narrato la
loro storia d’amore. Dal loro primo incontro fino al giorno in cui
le è arrivato il telegramma che
Francesco era in fin di vita, e
che conserva ancora nel suo album fotografico. Quell’incontro
lo terrò sempre nel cuore, come
non scorderò mai, lei appoggiata
alla porta del suo elegante appartamento, come fosse ancora in
attesa del suo Francesco.
no, è breve, l’ingresso nel cinema è il fotogramma successivo
di una carriera che si preannuncia brillante. Poi, l’amore
con l’attrice hollywoodiana
Monique Van Vooren gli fa conoscere un altro mondo. E altre
chance. Ma quando poteva, Biscotto scappava dalla luce dei
riflettori e si rifugiava in quella naturale di Latina e del suo
mare, lasciandosi avvolgere
dall’incanto del Circeo e dalla
sua movida un po’ ruspante.
Restando sempre il giovane dal
sorriso aperto, che non tradiva
la comitiva dell’adolescenza.
Ma proprio quando Hollywood
era a un passo, Biscotto viene
irriso dal destino, nemmeno
il copione l’avesse scritto il
più cinico degli sceneggiatori
partoriti dall’industria cinematografica. Oggi, la sua vita è
raccontata nel libro ‘Biscotto’
di Emilio Andreoli.
La storia di Francesco Porzi e
tutta la sua vita raccontata si
presta a un meraviglioso film
con tutti gli ingredienti meravigliosi della Dolce vita, della
rinascita del Paese e della fama
raggiunta da un ragazzo di
provincia: lo ha pensato?
Da quando ho iniziato a scrivere
questo racconto che ci penso… si
realizzerebbe un sogno, il mio.
Come è nata la sua passione
per la scrittura?
La passione per la scrittura nasce nella mia adolescenza. Ero
affascinato dai giornalisti di quel
periodo, uno su tutti, Beppe Viola, giornalista sportivo che metteva nei pezzi sempre un po’ di
romanticismo. Un altro giorna-
Biscotto insieme a Monique Van Vooren a Capri. Sotto con la sorella Lina.
lista che mi affascinava era Romano Battaglia. Mi piaceva il
loro modo di raccontare e allora
ho cominciato a scrivere alcune
composizioni. Ma non ero soddisfatto del risultato, quindi cominciai a leggere romanzi e racconti,
senza tralasciare la poesia. Stavo
cercando un mio stile, leggendo
tra i più disparati scrittori. Quello
a cui sono più legato è Giorgio
Saviane, autore non molto conosciuto, di cui ho letto tutto. La
folgorazione però l’ho avuta con
Italo Calvino con “Lezioni Americane”. Capii che il mio modo di
scrivere doveva essere semplice,
anche per i concetti più articolati
e trovare il modo di far provare
al lettore le mie stesse emozioni,
proprio con la semplicità della
scrittura. E inoltre, ma non ultimo, la visualizzazione di quello
che raccontavo. Insomma il lettore, nel leggermi, doveva avere
l’impressione di stare al cinema e
di vedere un film.
cesco fu uno dei primi a morire
all’uscita di una discoteca. La
strada Litoranea, dove avvenne l’incidente, è ancora stretta e
insidiosa, anche se quella curva
venne poi allargata e ci fu messo
un cippo che funge da monito a
chi la percorre. A Biscotto piaceva la velocità e sicuramente quella notte non andava piano, e a me
piacerebbe parlarne con i ragazzi
per dirgli di non sfidare quella
piccola parte di destino che è nelle nostre mani.
Cosa c’è in cantiere nel suo futuro letterario?
A settembre uscirà il mio prossimo romanzo, “Traffici illeciti”,
un giallo ambientato nella nostra
amata Palude.
La dedica del libro è alle vittime della strada. Per quale motivo?
Ho dedicato questo libro alle vittime della strada, perché Fran-
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ISTRUZIONE
Nel 2013 a Latina si è costituito il Cersites, per promuovere la ricerca istituzionale
Giuseppe Bonifazi,
un rettore progettista
Ora La Sapienza pontina pianifica e gestisce servizi di supporto alla didattica. Guardando all’Europa
di
Mariassunta D’Alessio
Una piccola Polis, con una governance un po’ difficile da capire, tanto è articolata. Ma che non
pecca di precisione. Un modello
di città in cui si elegge e si governa. È la nostra Università, entrata a far parte ormai del tessuto
sociale e strutturale di Latina e
provincia.
Un sogno realizzato da tempo.
Anche se difficile e faticoso. Fortune alterne in questi anni hanno
fatto aprire e spostare facoltà importanti per il nostro territorio.
Ma chi conosce come ci si muove
all’interno delle università italiane sa bene come posizioni, collocazioni e ricollocazioni siano
pane quotidiano. E non sempre si
lavora per il bene comune.
Di tutt’altro avviso è Giuseppe
Bonifazi, docente di Ingegneria
delle materie prime e delegato
del Rettore per le sedi di Latina
e Rieti che dopo aver ricoperto il
ruolo di Presidente del corso di
laurea di Ingegneria Ambiente e
territorio e vice Preside, ora è il
direttore del Cersites pontino.
Bonifazi ha scelto di vivere qui e
questo per l’Ateneo locale è davvero un punto importante.
Giuseppe Bonifazi, ‘rettore’ de La Sapienza di Latina.
Professore, lei è il perno centrale dell’Università pontina e delle sue facoltà. Ci spiega come è
articolata questa struttura?
A giugno 2013 qui a Latina è stato costituito il Cersites (Centro di
Ricerca e Servizi per l’Innovazione Tecnologica Sostenibile).
Una novità molto importante in
questo panorama didattico perché questa nuova struttura oltre
a gestire e promuovere servizi di
supporto alla didattica, persegue
la finalità di promuovere anche
l’attività di ricerca istituzionale.
namento. Adesso questa figura la
ricopro io.
Un bel passo avanti. Come funziona il Cersites?
Certamente, un bel passo avanti.
Il Centro è guidato da un Comitato Direttivo, formato da rappresentanti di ciascuna facoltà, più
il delegato del Rettore. Questi a
loro volta eleggono una persona
terza che avrà il ruolo di direttore
che si occuperà di tutto il funzio-
Quindi ogni Facoltà è rappresentata?
Sì. Per la facoltà di Ingegneria
Civile e Industriale il rappresentante è Franco Rispoli. Per Ingegneria dell’Informazione, Informatica e Statistica, è Giuseppe
Catalano. Per la facoltà di Economia, Cristina Simone, Per Farmacia e Medicina, Marella Maroder;
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per la facoltà di Architettura (ci
sono qui docenti che insegnano
disegno) Maria Martone e poi c’è
il delegato di Medicina, Giuseppe Ragone.
A queste figure si aggiunge la
Responsabile dei Servizi Tecnici
Amministrativi, dr.ssa Anna Del
Monte perchè il Ce.R.S.I.Te.S è,
secondo lo Statuto, un centro di
spesa dotato di autonomia. Ed io,
che ricopro il ruolo di direttore.
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iSTRUZIONE
Questa è dunque la struttura
portante del sistema. Partendo
da questa base gestionale, qual
è il suo compito e di cosa si occupa?
Rientra nel mio compito, oltre
alla cura degli immobili e degli spazi verdi, la gestione del
personale tutto. Devo assicurare
lo svolgimento della didattica e
della ricerca in tutte le facoltà. Sì
perchè con l’istituzione di questo
Centro adesso a Latina si può fare
anche ricerca. Ora partecipiamo
ai progetti di ricerca regionali,
nazionali, europei e internazionali. Medicina ha i suoi laboratori e
ad Ingegneria si stanno portando
avanti progetti molto interessanti.
Si lavora in laboratori “leggeri” e
gli studi riguardano l’e-learning;
i sistemi informativi geografici;
la robotica; le energie alternative;
i sistemi di analisi e di immagine
iperspettrale; le problematiche
legate al ciclo delle acque, i cambiamenti climatici, e altro ancora. Poi c’è da anni il laboratorio
di Borgo Isonzo, ex Consorzio
Agrario della Bonifica, acquistato a suo tempo da Sapienza,
ed è il primo laboratorio per “
la caratterizzazione dei materiali
particolari”. Vi si studiano infatti
le procedure per il trattamento di
materiali sotto forma di particelle.
Roma però, nonostante tutto
rimane sempre il polo attrattivo e necessario per espletare
L’ingresso principale dell’ateneo pontino, ex 82° Reggimento ed ex Campo profughi.
servizi agli studenti di carattere amministrativo. O no?
No. La Direzione (che poi sarebbe quella alloggiata nella parte
centrale della caserma ex ‘82, appartenente al Demanio, ma donata in uso alla Sapienza in maniera
gratuita e perpetua per alloggiarvi l’Università, secondo la Finanziaria di Prodi del 1997) offre
molti servizi agli studenti. Non
serve più andare a Roma per avere informazioni su Erasmus; Soul
(collegamento con le Aziende);
Servizio Orientamento università- lavoro; Accoglienza e informazioni sull’housing universita-
rio che qui abbiamo avviato in
convenzione con il Victoria hotel.
Un grande problema per i ragazzi soprattutto fuori sede è la
mensa. Come avete risolto?
Da settembre di quest’anno, l’
Adisu, l’Agenzia per il diritto allo studio della Regione, ha
avviato una convenzione con il
ristorante “Lavori in corso”. Ma
c’è una novità importante. La
Sapienza ha deciso di sistemare
le due piccole strutture attigue a
Ingegneria e farne una mensa e
sala pasti, dove vi si potrà anche
studiare. La stessa Adisu si è det-
ta disposta a gestire questi spazi.
I tempi? Speriamo di poter concludere a breve tutte le procedure
e dare inizio alla ristrutturazione.
Nel frattempo abbiamo sistemato anche il parcheggio degli studenti. Dobbiamo curarceli questi
ragazzi. Loro scelgono le realtà piccole sia per i servizi più a
misura e anche perchè didatticamente sono seguiti meglio.
Programmi per il futuro?
Noi dobbiamo irrobustire l’esistente che non è né banale né da
sottovalutare. Ce la stiamo mettendo tutta per attivare il corso
di laurea magistrale a Ingegneria dell’informazione. Stiamo
pensando a organizzare incontri
aperti alla cittadinanza su problematiche del territorio. Abbiamo
appena terminato di sistemare
una sala seminari presso la sede
di Ingegneria e una sala per teleconferenze qui al Cersites. Ed è
in programma il potenziamento
della sala conferenze del Polo
pontino nella palazzina di Economia. Insomma di progetti ne abbiamo tanti tra le mani, ma ogni
cosa va ponderata bene prima di
realizzarla per poterla comunicare poi a tutti.
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sPORT
como
brescia
novara
vicenza
modena
cesena
perugia
pro vercelli
spezia
ascoli picchio
virtus entella
livorno
pescara
virtus lanciano
ternana
bari
latina
avellino
salernitana
cagliari
crotone
trapani
il gir
È la serie B. Ce lo rivela un’antologia che racconta le 22 città
delle 22 squadre che compongono la cadetteria
Il campionato più
bello degli italiani
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sPORT
il libro
A calci su e giù per lo Stivale
La squadra
dell’antologia
di
La scelta del titolo dell’antologia non è casuale. Infatti è stato
mutuato l’indovinato slogan
coniato dalla Lega e dal presidente Andrea Abodi, perfettamente calzato per l’intera idea
progettuale.
Questa la rosa che ha coinvolto
scrittori, giornalisti e blogger
da tutt’Italia Titti Festa (Avellino), Marco Amabili (Ascoli), Bruno Palermo (Crotone),
Gaetano Imparato (Livorno),
Oscar Buonamano (Pescara), Lorenzo Mazzoni (Viruts
Lanciano), Francesco Vannutelli (Perugia), Mauro Frugone (Virtus Entella), Roberto
Guerriero (Salernitana), Sergio
Fortini (Novara), Nicola Conforti (Trapani), Mauro Corno
(Como), Andrea De Carlo (Modena), Gianluca Mattioli (Cesena), Marco Ursano (Spezia),
Eva Pommerouge (Latina),
Gianluca Atlante (Bari), Luca
Biribanti (Ternana), Gianpaolo
Laffranchi (Brescia), Franco
Cottini (Pro Vercelli), Enrico
Astolfi (Cagliari), Filippo Landini (Vicenza).
Campanili che rappresentano
ben 15 regioni, che interpretano a modo loro la metafora della vita e del calcio, inteso qui
(e altrove) come un linguaggio
universale e come straordinario
collante sociale. Nella copertina cameo per Latina, col cancello del retro del Museo Cambellotti utilizzato come porta.
L’antologia è in vendita nelle
migliori librerie.
Massimo Risultato
fondere la religione sportiva degli
italiani con racconti di calcio che
odorano e sanno d’Italia.
Non esiste un progetto editoriale
più esaltante di questo: unire le
diverse città italiane, o meglio i
diversi campanili, attraverso lo
sport più amato del Bel Paese,
il calcio. Ecco, l’antologia ‘Il
campionato degli italiani’ (242
pp, euro 12) s’è ispirata proprio
a quel vecchio ma efficace passatempo, ricalcandone le tracce e
abbracciandone lo spirito. È nata
così, istintiva e genuina, l’idea di
unire le diverse anime delle cittadine italiane che partecipano al
campionato di serie B della sta-
Il campionato di serie B è il campionato degli italiani? Beh, sì,
considerando che abbraccia quasi la totalità delle regioni dello
Stivale (15). Ma non è soltanto
una questione di presenza, è un
concetto che abbraccia la provincia e il campanile, dove il calcio
è vissuto in maniera più diretta
e genuina. Così ecco dipanarsi
un’antologia che ospita ventidue
racconti come ventidue sono le
realtà calcistiche e cittadine che
compongono la serie B targata
2015/16, dove giornalisti, scrittori e blogger si sono divertiti a
Parterre de roi a Brescia, tra Omar Pedrini, Florin Raducioiu e Giorgio Lamberti.
gione 2015/16, prendendo spunto
dalla felice titolazione data dal
suo presidente di Lega Andrea
Abodi. E forse non sarà un caso
che dopo che l’antologia è girata
per l’Italia -Latina, prima tappa,
considerato che vi sono due firme
pontine nell’antologia (il giornalista Gianluca Atlante e la fashion
blogger Eva Pommerouge), poi
Avellino, Terni, Salerno, Brescia,
Pescara, e prossimamente Ascoli
e Modena- verrà presentata alla
presenza del presidente di Lega
Abodi a Milano il prossimo 3
maggio davanti alla stampa sportiva nazionale.
Unire i diversi campanili con
scrittori e giornalisti dalle differenti anime, investiti dell’arduo
compito di descrivere in un breve racconto i contesti in cui si
muovono le squadre che calcano
il palcoscenico della cadetteria, è
tuffarsi in diversi spaccati sociali,
perché il fine ultimo dei racconti
è stato proprio quello di descrivere pezzi d’Italia utilizzando
come strumento il calcio, a volte in maniera dolce, altre senza
miele sulla lingua, fotografando
le realtà distorte o alleviate dal
tirare calci a un pallone, sognando anche dalla periferia il calcio
del mito e della leggenda. E così
troviamo storie che s’intrecciano
con la città, trainano la passione
della gente comune, smitizzano e
ironizzano, abbracciando anche
temi tabù e forti, senza veli e ipocrisia, confermando che il calcio
resta confinato nella franchigia
delle emozioni che difficilmente
si riescono a spiegare a chi non
varca i suoi confini e non scende
in campo. Dal mondo singolarmente provinciale di Latina fatto
di procaci milf interessate più ai
garretti dei calciatori che al pallone alla passionale armonia di una
città d’acciaio come Terni, dai
ricordi con gli occhi di un bambino del braccio chiuso di Sollier
suo Entella, dai ricordi in bianco e
nero di due tifosi del Pescara passando per YouTube e Twitter alla
sorprendente solidarietà ‘a livello
ultras’ dei tifosi del Cagliari, dai
sogni di una notte di mezza estate a Modena con le preghiere alla
Ghirlandina alle vicissitudini di
un giovane ghanese con problemi
di carta d’identità a Brescia, dai
sogni di un giovane che un giorno
esordisce con la maglia del suo
Bari al ricordo sempre vivo di
chiaroscuro e colmo di lacrime
per il giovane amaranto Pierma-
Andrea Abodi, presidente della Lega di serie B.
I giocatori della Ternana solidarizzano con gli operai delle Acciaierie Terni.
dopo una rete alla morte di Renato Curi a Perugia al dramma degli
immigrati che Trapani vive ogni
stagione, da una scommessa nata
male e finita peggio a Lanciano
alla leggenda del fratello sfigato
di Dan Corneliusson sul ramo del
lago di Como, dalla tensione del
cronista che attende il ripescaggio
del ‘suo’Ascoli in B al quadro picaresco, noir e cinico di una La
Spezia preda della criminalità, dal
dramma intimo e familiare di un
tifoso del Vicenza ai sogni di un
giovane che desidera giocare nel
rio Morosini, morto in campo il
14 aprile 2012 durante PescaraLivorno, cui è dedicata quest’antologia. Ci provano tutti a infangarlo, a sgonfiarlo, a rottamarlo,
ma il pallone, stoicamente, resiste
grazie alla passione della gente.
Perché si rigenera. Si rigenera
‘ogni volta che un bambino prende a calci un pallone per strada è
lì che rinasce la storia del calcio’.
Lo ha scritto Jorge Louis Borges
tanti anni fa. E, ancora oggi, con
questi racconti, sappiamo che è
straordinariamente vero.
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Al Museo Greco
l’inutilità dell’arte
Il titolo è già tutto un programma: la personale ‘Opere inutili di un pittore inutile’ dell’artista Giuseppe
Scapigliati detto Toscanaccio sarà allestita al Museo
Greco a Sabaudia fino al 1° maggio.
eventi
Latina . 1° maggio
A TUTTO volume
Cocullo . 1° maggio
Il Concertone in
piazza del Popolo
Maggio, vivere
leggendo in Italia
La festa dei Serpari
Ancora in piedi e con la stessa energia di sempre, il
Concertone Pontino più atteso dell’anno torna a conquistare il cuore della città per rendere omaggio alla
storica festa dei lavoratori, giunta alla sua XII edizione targata “Primo Maggio Città di Latina” nella
cornice del Circolo Cittadino in Piazza del Popolo. A
riaccendere il motore sono gli organizzatori Simona
Petrucci e Gian Luca Perez. Per la prima volta gli
allestimenti dell’evento verranno montati nell’area
esterna del Circolo cittadino, per consentire contemporaneamente anche lo svolgimento del Mercatino
della Memoria giunto ormai al suo ventiduesimo
anno d’età. Anche in questa edizione artisti e band
sono di qualità: Tony Riggi, Giulio Angrisani, Flavio Alessandroni, Sebba & Spazio, Rockeros, Marco
Gemma, La sintesi perfetta, Lucia Morelli, Giroinsi, Airport, The crossover, Shingle, Marco Fino, La
sporca cinquina, Caos Calmo, Chries, Blowers on
fire, Giacomo Verde, Overside, Francesco Pappacena, Sweet Weapons, Christian Brida, Jesters and Killers, Andrea Alfiero, Priskiller & The Fighting wolves, Janily, The munchies, Crx, Mdm Band, Frank
Migliara, Mimica, Manuel Finotti, Barka, Absolut,
Claudio Di Cicco, Francesco Taskayali, Chiazzetta,
Verrospia.
Ad aprire ufficialmente la sesta edizione del Maggio
dei libri è stato l’incontro, a cura del Centro per il
libro e la lettura, ‘Leggiamo insieme Rodari e Calvino’,a Roma sabato 23 aprile, indicata la Giornata
mondiale del libro. In ogni angolo d’Italia si celebra
il libro. Il Centro si riverserà poi al Salone di Torino
con diversi eventi: giovedì 12 maggio Da Libriamoci
a Scriviamoci. Incontro con gli insegnanti per la promozione della lettura , in collaborazione con SIAE –
Società Italiana degli Autori e degli Editori. Venerdì
13 maggio Le biblioteche per In vitro, un viaggio
attraverso cinque Province, una Regione e quaranta
Biblioteche, per raccontare il lavoro di ricerca svolto
sulle biblioteche medio-piccole selezionate nei territori del progetto In vitro con l’obiettivo di misurare il livello dei servizi offerti ai cittadini. Sempre
per i lettori in erba è pensato il Concorso BitBuk.
Nuove storie per nuovi modi di leggere, la cui nuova
edizione sarà presentata venerdì 13. Infine, sempre
venerdì, nella Sala Madrid del Centro Congressi appuntamento con il V incontro nazionale delle Città
del Libro, in collaborazione con ANCI eFondazione
per il Libro, la Musica e la Cultura.
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Un primo maggio diverso? In modo da vincere ancestrali paure? Fate una capatina a Cocullo, un civettuolo paese dell’Aquilano, a poco più di due ore da
Latina. Qui si festeggia San Domenico, poiché nella
chiesa locale sono conservate due reliquie del santo:
un molare ed un ferro della sua mula. Le celebrazioni mixano usanze pagane con quelle cristiane: il
santo è il protettore dal morso dei serpenti, così il rito
cristiano si fonde col rito arcaico dei “serpari”, cioè i
manipolatori dei serpenti, nel suggestivo quanto unico rito dei serpari. Tra canti popolari e inni sacri, la
statua del santo viene portata in processione, addobbata con serpentelli aggrovigliati, raccolti durante il
letargo sui monti attorno nelle settimane scorse, privi
di veleno e innocui (come saettoni, cervoni, biacchi
e biscie). Tutto ha inizio con i serpari che alla fine
di marzo si recano fuori paese in cerca dei serpenti.
Una volta catturati, vengono custoditi con attenzione
in scatole di legno (in tempi remoti dentro dei contenitori di terracotta) per 15-20 giorni nutrendoli con
topi vivi e uova sode. Questa usanza è legata alla
civiltà degli antichi Marsi. Dopo la santa messa, in
tarda mattinata, la statua del santo viene ricoperta dai
serpenti e la processione ha inizio per le strette vie
del paese.
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Al Teatro Moderno
sax in the city
Al Teatro Moderno di Latina giovedì 19 maggio (ore
21) il maestro Benedetto Montebello dirigerà sax solisti e orchestra per le composizioni di Martin, Piazzolla, Antonioni e Respighi.
eventi
Latina . 28 aprile
Campoverde . 1° maggio
Latina Scalo . 7 maggio
Come ne uscì fuori
Sabina Guzzanti
Tradizione e hi tech
alla fiera agricola
La terra che non
c’era nell’Agro
Torna l’ironia corrosiva di Sabina Guzzanti a Latina.
E lo fa all’interno della rassegna di Lievito, con lo
spettacolo giovedì 28 aprile al Teatro Moderno (ore
21, ingresso euro 20) dal titolo “Come ne venimmo
fuori”. Con un titolo così cosa non poteva raccontare
Sabina Guzzanti se non la rinascita dell’Italia proiettandosi direttamente nel futuro?, partendo a ritroso
dall’anno 2041. Come sa fare ecco le soluzioni su
come l’Italia ce l’ha fatta ad uscire dal baratro in cui
sembra precipitata nel “secolo di merda” come lo
definisce l’attrice. Dopo i grandi exploit in Avanzi,
Pippo Chennedy Show e La posta del cuore, l’attrice
romana ha dimostrato la decisa ironia che da sempre
la contraddistingue, ottenendo i grandi recenti successi con La Trattativa e col Tg Porco, per poi tornare al teatro. Eclettica e profonda, la Guzzanti s’è
sempre battuta per la libertà di stampa. Lo testimonia
il lavoro de La Trattativa, una produzione cinematografica passata quasi in sordina del 2014 che racconta i rapporti Stato-mafia, dagli anni delle stragi
fino alla cessazione delle stesse, in cambio chissà di
quale concessione istituzionale ai clan di Cosa Nostra. E dove l’attrice romana commenta le notizie di
cronaca politica con la sua consueta verve.
Trentuno edizioni e ormai la consolidata opinione di
essere divenuto un appuntamento irrinunciabile per
il mondo agricolo. La mostra agricola di Campoverde ad Aprilia taglia il traguardo delle 31 edizioni. La
Fiera Nazionale dell’Agricoltura si svolgerà dal 22
al 25 aprile e dal 29 Aprile al 1° maggio, con l’obiettivo di promuovere l’agricoltura in tutti i suoi aspetti, presentando i settori merceologici che ruotano
intorno al mondo agricolo. Dalle migliori marche di
macchine agricole alle attrezzature all’avanguardia
per impollinazione, raccolta uva, macchine raccolta
kiwi, pali compressi, dalle serre e materiale antigrandine agli impianti di mungitura, dai pannelli solari al
florovivaismo, dagli animali da cortile alle razze più
pregiate di bovini e ovini. La manifestazione organizza convegni, tavole rotonde e incontri di lavoro
sulle specifiche tematiche della ricerca, delle produzioni e del mercato agricolo e delle energie rinnovabili, proponendo un appuntamento importante tra le
varie componenti che compongono la filiera agricola. L’obiettivo? La valorizzazione di prodotti tipici
agroalimentari e la promozione delle peculiarità del
territorio dell’Agro pontino, attraverso la tradizione
e gli ultimi ritrovati hi-tech.
L’associazione Tor Tre Ponti organizza presso il
salone parrocchiale della chiesa di San Giuseppe
Lavoratore a Latina Scalo una serie di eventi per
fissare il rapporto tra singolo, comunità e territorio
per rinsaldare il concetto di storia. Il primo si terrà
sabato 7 maggio alle 15.45, una mostra convegno sul
territorio pontino con protagonista il libro di Giulio
Alfieri “La terra che non c’era”. A fare da contorno alla presentazione del libro ci sarà l’intervento di
Piergiulio Subiaco che terrà una lezione sullo sviluppo del nostro territorio dalla preistoria ad oggi,
seguirà l’intervento di Giulio Alfieri che racconterà
il suo libro e l’epopea dei migranti giunti in Agro
pontino. La giornata prosegue con il documentario
girato dall’associazione dal titolo “La Palude, la
memoria”, documentario questo che vede protagonisti alcuni dei pionieri dell’Agro Pontino; chiude
gli interventi l’assistente sociale Aurora Righetti,
che spiegherà l’importanza del rapporto tra nonni e
bambini. A fare da cornice una mostra fotografica e
oggettistica, a cura dell’associazione “Tor Tre Ponti”
e l’associazione “Olim Caetani”, di cimeli della collezione privata dell’avvocato Cesare Bruni.
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Gaeta, arriva
Umberto Scipione
Il 30 aprile a Gaeta in occasione dello Yacht Med
Festival per il “Mare e il Cinema” sarà presente Umberto Scipione, il compositore autore di diverse colonne sonore per documentari Rai.
eventi
Il libro fotografico di Cesare Bruni a Latina Scalo il 28 maggio
Quel particolare legame d’amore
tra Littoria e Benito Mussolini
Il Duce Mussolini forse non s’era innamorato a prima
vista di Littoria. L’aveva osservata in lontananza con
una sufficienza dettata dal flop delle prime città di fondazione sorte in Sicilia, tant’è che aveva ceduto l’atto
della primogenitura al deputato Orsolini Cencelli, che
il 30 giugno del 1932 aveva posato la prima pietra per
la fondazione di quello che comunque doveva essere un
grande centro agricolo, con attorno borghi e villaggi satelliti. Ma poi il Duce se n’era innamorato. Sabato 28
maggio alle 15.45 presso il salone parrocchiale di San
Giuseppe Lavoratore a Latina Scalo verrà presentato il
libro fotografico ‘Littoria, la prediletta del Duce’ di Cesare Bruni, giornata con tanto di mostra di cimeli e stampe originali organizzata dall’associazione Tor Tre Ponti.
Il libro scandisce in perfetto ordine cronologico tutte le
volte che il capo del governo di allora tornò nell’Agro
redento, in diverse pose, dalla mietitura ai discorsi, dalle
adunate alle inaugurazioni di edifici e industrie, ponendola sempre come esempio futuro per un’Italia che tra
tanti interrogativi e molte difficoltà forgiava una propria
dignità nel microcosmo dell’autarchia.
Cesare Bruni, collezionista e appassionato di cimeli,
oggetti, immagini, documenti legati al periodo fascista
di Littoria, nonché ex consigliere comunale per quat-
tro consiliature, dice: “Mentre, lo scorso aprile, nel 70°
dell’uccisione di Mussolini, allestivo la mostra sulla sua
vita, dal socialismo attraverso l’interventismo e la guerra
fino al fascismo e a Piazzale Loreto, guardando le decine
di quotidiani, di riviste, di foto e cartoline che ritraevano
il Duce a Littoria e nell’Agro Pontino, mi sono reso conto una volta di più del legame speciale e unico che si creò
tra Mussolini e Littoria. Un legame certamente non così
stretto nel momento iniziale del concepimento della città
ma che, indubbiamente, dall’autunno del 1932 in poi non
cessò mai di alimentarsi e di crescere. Il regime fascista
ed il Duce fecero della ciclopica opera di bonifica e redenzione delle paludi pontine e della costruzione delle
città nuove il maggior biglietto da visita dell’Italia nuova
e moderna. E le tante visite di Mussolini, accompagnate
da tutta l’imponente ed efficiente macchina propagandistica fascista, resero l’opera di bonifica e costruzione
una vera epopea, donando a Littoria una storia unica ed
importante, anche se breve nel tempo. Nel dopoguerra il
ruolo di Mussolini in questa storia sparisce perché sparisce la storia stessa di quest’epopea, facendo solo saltuariamente capolino qua e la. Mi venne in mente allora, in
aprile alla mostra, l’idea di un’iniziativa, piccola e senza
alcuna velleità, che attraverso le immagini, riscoprisse
500 Day tra Gaeta e Sperlonga,
una giornata da nostalgici
Tra auto d’epoca e due ruote l’ospite d’onore sarà ancora lei, la
Fiat Cinquecento. Il simbolo della
rinascita italiana del Dopoguerra è
la protagonista assoluta dell’evento 500 Day a Gaeta in programma
domenica 22 maggio presso la centrale piazza XIX Maggio. Ma non
sarà solo una giornata da vivere
all’insegna dei motori, ma anche
per riscoprire il territorio: infatti, è
in programma la visita guidata al
Mausoleo Lucio Munazio Planco,
mentre il brindisi di commiato avverrà nel suggestivo borgo di Sperlonga nel momento del tramonto.
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quel legame tra il Duce e Littoria ed insieme facesse riemergere quel pezzo di storia che fece di Littoria una città
straconosciuta in Italia e all’estero. Anche questo legame
speciale è stato ed è parte della storia di questa città e
come tale va restituito alla storia”.
All’Oasi di Ninfa
prenotando on line
Senza code per godersi una delle migliori oasi al
mondo. Memore delle lunghe attese per accedere al
Giardino di Ninfa, la Fondazione Caetani ha optato
per la prenotazione online. Grazie alla prenotazione
online gli ingressi sono controllati e il Giardino è tutelato evitando il dannoso calpestio degli anni passati. Consultare il sito www.giardinodininfa.eu