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Arboricoltura
IN CORSO LA RICHIESTA DI BREVETTO
La nuova cultivar Bargioni 137
di ciliegio dolce per l’industria
Dal programma di miglioramento genetico dell’Istituto
sperimentale di frutticoltura di Verona in collaborazione con l’Inra di Bordeaux, una nuova cultivar a polpa
bianca di elevata attitudine all’utilizzo industriale e alla raccolta meccanica, resistente alle spaccature provocate dalla pioggia
Giorgio Bargioni, Gino Bassi
Nel programma di miglioramento
genetico del ciliegio dolce, l’Istituto
sperimentale di frutticoltura della Provincia di Verona aveva fin dagli inizi
tenuto presente l’opportunità di costituire cultivar adatte per le utilizzazioni
industriali; questa opportunità appariva giustificata dalle elevate quantità di
ciliegie dolci e acide che venivano e
vengono utilizzate dall’industria conserviera, non solo italiana. Nel nostro
Paese si stima che vengano destinate
annualmente all’industria agroalimentare dalle 15 alle 25.000 t di prodotto
fresco; quantitativi simili, se non maggiori, vengono utilizzati in Francia, dove oltre un quarto della superficie a ceraseto è rappresentata da cultivar destinate alla conservazione.
Vittoria (adatta anche per il consumo
allo stato fresco) e Bianca di Verona furono le prime cultivar licenziate a quello scopo, anche perché caratterizzate
dalla facilità di raccolta meccanica.
Tra le progenie degli incroci effettuati negli anni 60, l’incrocio ISF
123×Caccianese, a polpa chiara, contrassegnato dalla sigla i-137, apparve
subito di notevole interesse per la produttività, per la suscettibilità di raccolta meccanica, per la buona resistenza
alle spaccature provocate dalle piog-
ge, nonché per la sua attitudine tecnologica, superiore a Bianca di Verona;
ma l’industria italiana la considerò di
pezzatura troppo elevata.
Nell’ambito di una collaborazione con
l’Unité de recherches sur les éspèces
fruitières et la vigne dell’Inra di Bordeaux, l’incrocio suddetto fu posto a
confronto in Francia con altre ciliegie a
polpa bianca dove ha dato eccellenti risultati per la preparazione di frutti canditi e allo sciroppo, risultando anche
esente da malattie degenerative.
In considerazione di ciò, e tenendo
conto dell’ottimo comportamento
agronomico di questo biotipo, ne è stata decisa ora la diffusione, dando corso alla richiesta di brevetto.
La nuova cultivar verrà messa a disposizione dei frutticoltori con il nome di Bargioni 137.
Origine. Incrocio ISF 123×Caccianese
effettuato da G. Bargioni a Verona nel
1964 e selezionato con la sigla i-137.
Albero. Di tipo standard, di vigoria media, autoincompatibile. L’entrata in pro1 - Abbondante fruttificazione di Napoleon
impollinata dalla nuova cultivar
2 - Bargioni 137 fruttifica anche su rami di
un anno e....
2a - ... ha un nocciolo relativamente piccolo
3 - Rami di un anno di Bargioni 137
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Napo
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Fiore. Grande, con petali grandi, tondeggianti, con unghia poco pronunciata, carenati nella metà prossimale.
Epoca di raccolta. +12 gg rispetto a
Burlat; –10 gg rispetto a Napoléon.
Frutto. Medio-grosso, reniforme leggermente allungato, con epidermide
giallo-rossa attraente, un po’ appiattito nella faccia ventrale. Polpa chiara,
di notevole consistenza, succosa, dolce (residuo secco rifrattometrico
>14), leggermente acidula. Nocciolo
piccolo, semiaderente.
Giudizio generale. Cultivar molto
adatta per l’industria, di attitudine tecnologica elevata, con perdita molto
bassa alla denocciolatura, di notevole
resistenza alle spaccature provocate
dalle piogge, di buona resistenza alle
manipolazioni, di elevata attitudine alla raccolta meccanica.
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4, 5, 6, 7 - Particolari dei fiori, della foglia, dei frutti e dei piccioli
8 - La nuova cultivar presenta sempre fioritura abbondante
duzione è abbastanza precoce. La produttività è medio-elevata e costante.
Epoca di fioritura. Media.
Impollinatori. Napoléon, Durone
della Marca.
Foglie. Grandi o molto grandi, di leggero spessore, ellittiche, spesso rastremate all’apice e arrotondate alla base, con
margine crenato. Picciolo lungo e spesso, con ghiandole medio-grandi.
Giorgio Bargioni
Gino Bassi
Istituto sperimentale di frutticoltura
Provincia di Verona
Gli autori ringraziano l’ing. R. Saunier dell’Unité de recherches sur le éspèces fruitières et
la vigne dell’Inra di Bordeaux per i rilievi effettuati in Francia sul comportamento della
nuova cultivar.
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