La vita della Chiesa

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La vita della Chiesa
La vita della Chiesa
Assistenza finanziaria materiale e psicologica in cambio della
rinuncia ad abortire: l’iniziativa del vescovo di Aukland per
convincere le madri in difficoltà a scegliere la vita
12apr01- Assistenza finanziaria, materiale e psicologica in cambio della
rinuncia ad abortire. È l'offerta fatta dal vescovo di Auckland in Nuova
Zelanda, Mons. Patrick Dunn, per convincere madri in difficoltà a
scegliere la vita, anziché l'interruzione volontaria della gravidanza. Alla
proposta hanno risposto positivamente 38 donne. Di queste una
trentina vengono attualmente ospitate insieme ai loro figli nella
Bethlehem House del Pregnancy Life Center di Auckland , un centro
dipendente dal movimento pro-vita "Family Life International" che offre
assistenza a famiglie in difficoltà. Altre madri vengono assistite con
aiuti finanziari, per pagare mutui, affitti e altre spese che non
sarebbero in grado di sostenere. L'iniziativa di Mons. Dunn venne
lanciata un anno fa sul quotidiano New Zealand Catholic ed ha ricevuto
un'ampia pubblicità su altri giornali cattolici. Da allora centinaia di
donne hanno contattato il Centro per chiedere aiuto. Il primo
anniversario dell'avvio del progetto è stato celebrato nei giorni scorsi
con una serata speciale. Alla serata hanno partecipato diverse madri
ospitate dal centro che hanno raccontato la loro esperienza.
Intervenendo alla celebrazione, il presidente di Human Life
International, don Thomas Euteneuer,
ha espresso grande
apprezzamento per l'opera svolta dal Mons. Dunn "un grande pastore",
ha detto, che "ha saputo utilizzare le risorse della diocesi per sostenere
la causa della vita"
Anche la Chiesa in Nuova Zelanda deve fare i conti con il problema
della pedofilia
6dic03 - Anche la Chiesa in Nuova Zelanda deve fare i conti con il
problema della pedofilia. La settimana scorsa la polizia di Christchurch
ha chiesto all’Australia l’estradizione di tre religiosi della Congregazione
dei Fratelli ospedalieri di San Giovanni di Dio, più conosciuti come
Fatebenefratelli. I tre, di 56, 67 e 81 anni, sono accusati di avere
commesso 47 abusi in un collegio maschile. Alcuni dei fatti contestati,
per i quali sono sotto processo altri due confratelli, risalirebbero alla
metà degli anni Cinquanta. La Congregazione ha già pagato
risarcimenti a 73 vittime di molestie in Nuova Zelanda. Il problema
degli abusi sessuali in seno alla Chiesa è stato affrontato dai vescovi
neozelandesi in un rapporto pubblicato nel 1998 e successivamente
aggiornato l’anno scorso. Nel documento, intitolato "A Path to Healing",
sono indicate le linee di condotta da seguire nel trattamento di questi
casi:
rispondere
sollecitamente
alle
denunce,
rimuovere
immediatamente dal ministero i sacerdoti e religiosi coinvolti e appunto
offrire assistenza alle vittime. In un nuovo documento pubblicato
nell’estate 2002, sull’onda emotiva dello scandalo negli Stati Uniti, i
vescovi avevano ribadito alle vittime e ai loro familiari la loro totale
disponibilità ad offrire tutto il sostegno e l'assistenza necessaria
esprimendo profondo dolore per quanto accaduto.
I vescovi della Nuova Zelanda scendono in campo contro i
matrimoni omosessuali
Anche i vescovi della Nuova Zelanda scendono in campo contro i
matrimoni omosessuali. Il Parlamento neo-zelandese sta infatti
discutendo un progetto di legge che vuole legalizzare i matrimoni tra
persone dello stesso sesso. In una lettera pastorale diffusa domenica i
presuli invitano i fedeli a seguire il voto dei loro deputati e a trarne le
conseguenze per le elezioni politiche dell’anno prossimo. Alla seconda
lettura del provvedimento hanno votato a favore del progetto 65
deputati, quattro in più di quelli necessari per la sua approvazione. I
cattolici in Nuova Zelanda costituiscono il 14 per cento dei quattro
milioni di abitanti del Paese.
Nuova Zelanda. I vescovi chiedono il rispetto dei diritti degli
indigeni
10dic08 - Nella giornata odierna, in cui si ricorda la Dichiarazione
Universale dei diritti umani, i vescovi della Nuova Zelanda hanno
riproposto all'attenzione dei fedeli e dell'opinione pubblica la
situazione degli indigeni. I vescovi – riferisce l’agenzia Misna - hanno
chiesto al governo di ratificare la Dichiarazione dell'Onu sui diritti
degli autoctoni. I 370 milioni di indigeni nel mondo, rilevano i vescovi
neozelandesi "da secoli sono espropriati ed esposti alla violenza". La
Nuova Zelanda, per parte sua, deve fare tutti "gli sforzi per la pace e la
riconciliazione" tra le diverse etnie della popolazione. Anche la
Conferenza episcopale australiana ha criticato la differenza di
trattamento riservata in Australia agli aborigeni e agli immigrati. Nel
rispetto della giustizia, annotano i vescovi, sarebbe necessario che gli
aborigeni "non vengano trattati come stranieri nel proprio Paese".
La Nuova Zelanda per la prima volta in marcia per la vita, contro
la Ru 486
20mag10 Si è tenuta nei giorni scorsi nella città di Christchurch, in
Nuova Zelanda, la prima “Marcia per la vita”, di cui riferisce l’agenzia
Fides. All’iniziativa hanno aderito fedeli cristiani e militanti dei
movimenti pro-vita, molti giovani, e cittadini in rappresentanza della
società civile. I partecipanti hanno deplorato l’aborto e l’eutanasia,
esprimendosi in difesa della vita, soprattutto quella nascente, più
debole e meno tutelata giuridicamente. Occasione per dare il via alla
manifestazione è stata la volontà espressa dalla “Family Planning
Association” di utilizzare la pillola abortiva Ru 486 nella Hamilton
Clinic, uno degli Istituti sanitari gestiti dall’associazione. La “Family
Planning Association” ha inoltrato formale richiesta in tal senso al
“New Zealand Abortion Supervisory Committee”, comitato governativo
che valuterà la domanda. “L’approvazione di questa pratica – secondo
l’organizzazione “Prolife New Zealand” - aprirebbe le porte ad una
ulteriore distruzione della vita umana” in Nuova Zelanda, dove già si
registrano 18 mila aborti l’anno”, “E’ un dovere intervenire in difesa
dei bambini, prima o dopo la loro nascita”, sottolinea ancora
l’organizzazione, promotrice della Marcia per la vita. “Se diamo un
valore minore alla vita dei bambini non ancora nati, questo
atteggiamento influenzerà negativamente il valore che si dà, nel
complesso, alla vita umana. E’ una china molto pericolosa”, afferma
“Prolife New Zealand”, che propone di offrire alle donne in gravidanza
“alternative concrete”, all’aborto.
Nuova Zelanda. Il messaggio dei vescovi per la Quaresima:
“Pensiamo anche alle popolazioni più povere”
18mar11 - “Il tempo di Quaresima è un’opportunità per tutti i
credenti cattolici di focalizzare la loro attenzione verso quanti sono i
più poveri e i più vulnerabili nel nostro mondo e di fare quanto è più
necessario per aiutarli, sia attraverso le preghiere sia per mezzo di
donazioni”. Così scrive mons. John Atcherley Dew, presidente della
Conferenza episcopale neozelandese e arcivescovo di Wellington, nel
messaggio inviato alla comunità in occasione della Quaresima. Il
pensiero va ovviamente agli sfollati di Christchurch, città duramente
colpita dal terremoto, ma i vescovi, sottolinea L’Osservatore Romano,
vogliono ricordare anche i poveri tra i poveri, coloro che non vengono
aiutati dai loro governi, come, al contrario, sta accadendo in Nuova
Zelanda, così hanno deciso di destinare solo il 25% della colletta
quaresimale alle vittime del sisma e il resto ai Paesi più poveri.
Messaggio dei vescovi neo-zelandesi in vista delle elezioni del 26
novembre 2011
7nov11 - “Si ama tanto più efficacemente il prossimo, quanto più ci si
adopera per un bene comune rispondente anche ai suoi reali bisogni”:
si apre con questa citazione tratta dall’Enciclica “Caritas in veritate”
di Benedetto XVI il Messaggio diffuso dai vescovi della Nuova Zelanda
in vista delle prossime elezioni generali, previste il 26 novembre, in
cui i cittadini neo-zelandesi saranno chiamati anche a scegliere un
nuovo sistema elettorale. Un richiamo che vuole ricordare ai fedeli
cattolici che “le elezioni sono un momento in cui ogni cittadino adulto
è chiamato a valutare le diverse decisioni politiche e a scegliere quelle
più efficaci e incisive. La politica – si legge nel documento intitolato
“La salvaguardia del bene comune” - non può essere considerata un
affare privato”. Le elezioni quindi "sono un momento non per valutare
le scelte che sono ‘migliori per me’, ma quelle che sono ‘migliori per
noi’”. “La nostra fede cattolica – sottolineano i vescovi neo-zelandesi ci impone un approccio molto diverso al dibattito politico” da quello
che vede i cittadini come meri “consumatori passivi di diverse opzioni
pre-confezionate. Possiamo essere parte attiva e dinamica nelle scelte
politiche che riguardano il riconoscimento del valore della vita e della
dignità umana; la protezione dei poveri e dei più vulnerabili nella
nostra società e nella famiglia umana; la promozione della nostre
relazioni sociali; la conservazione dei beni della terra donati a tutti gli
esseri umani e la creazione di comunità pacifiche e riconciliate”. In
conclusione, i vescovi neo-zelandesi ricordano ai fedeli che
l’eterogenea composizione della società neo-zelandese non deve far
perdere di vista l’interdipendenza che lega tutti gli esseri umani:
“Nessuno — affermano — può vivere da solo: siamo tutti creature
sociali per le quali l’interdipendenza è importante. Tuttavia –
osservano i presuli - nella società neo-zelandese sembrano prevalere
le spinte individualiste e egoiste sul senso di appartenenza a una
comunità solidale”. A queste spinte occorre dunque contrapporre lo
spirito di riconciliazione, solidarietà e collaborazione. “Obiettivo della
politica – conclude il documento - deve essere il bene di tutti nelle
nostre comunità, società e nella famiglia umana”.