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Dieci giorni che sto tentando di….
di Dick Marea
Che palle questa sirena alle 3 di notte.
Finestra aperta, caldo da marsupio.
Un coglione ha lasciato l’antifurto acceso su una moto con la quale Garibaldi andava a
comprare il giornale con Anita appollaiata dietro.
Ma si può?
Dieci giorni che sto tentando di dimenticarla.
Ma ecco sta’ sirena che mi fa saltare come una rana e io a chi ti vado a pensare?
Ma a lei…che chissà che sta facendo, e con chi, e come, e quando, e cosa e
perché………ma che mi frega?
Se non l’amo perché mi chiedo chi e come, e quando e cosa e perché?
L’eccitazione sale, non quella che pensi te cretino, e ecco gli occhi sbarrati sulla “tele”
accesa per vedere Alì Babà e i 40 ladroni alle tre e venti..ALLE TRE E VENTI?
Fra tante cose che può fare un uomo alle tre e venti che centra Alì Babà?
Meglio un calcio ai coglioni.
Spengo il televisore e mi aggiro tra il corridoio e il bagno anzi due: che spreco, due bagni
per un uomo solo.
Ottimizziamo: da domani uno per la pipì e l’altro per la c….oncretezza.
Dieci giorni che sto tentando di dimenticarla
“Litrozzo” di vino a portata di mano: niente bicchiere, non serve.
Che bello ubriacarsi senza etilometro nel corridoio di casa.
Passo nudo, con la bottiglia in mano, davanti al grande specchio della mia camera: non
oso guardare.
Accendo la radio e ecco una tetra voce narrante:” Lei non voleva più saperne. Non riusciva
più a sostenere il peso del tradimento. Ma era bastato che lui gli sfiorasse il collo per
sentire la secchezza nella sua bocca. La saliva era assente come l’acqua in un deserto.
Un dolore nella vagina e l’umore che gli scendeva giù lentamente ma incontrollabile. Le
labbra sulle labbra, gli occhi negli occhi. Il desiderio di essere presa, quasi violentata…….”
E dopo? E dopo? Maledizione, ma possibile che ho l’unica radio al mondo che stando
ferma perde le frequenze sia la mia?
Dieci giorni che sto tentando di dimenticarla.
Pipì.
Il vino scende più velocemente del tempo necessario a berlo.
La radio riparte con un reportage sull’economia africana.
Alle 4 di notte?
L’economia africana?
Vorrei conoscere il programmista per fargli i complimenti: moooolto intelligente la scelta
per il tema e l’ora.
Ecco le 5 e la radio trasmette l’inno di Mameli: “…..dov’è la vittoria che porga la chioma?
Che schiava di Roma….”
Lo schiavo sono io, che sono dieci giorni che sto tentando di dimenticarla.
Ma lei nella mia testa è come una pallina di ping pong che non cade a terra e che neanche
la rete riesce a fermare.
Ecco le foto…..facciamoci del male, ma si…”autogarrotiamoci”.
Qui l’avevo appena conosciuta….sta’ stronza.
Eccola al mare.
Però…..non male il culo…..
Stai insieme a una donna, è tua, completamente asservita alla storia perché ti ama però il
culo lo noti quando è finita.
Ma saremo furbi……..
Meno una cosa è nostra più la desideriamo: questa dannata cura della privazione, un
bisogno paranoico per non rompersi le palle.
Bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla.
Dieci giorni che sto tentando di dimenticarla………. anzi undici.