Prima guerra mondiale - Il-Cubo
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Prima guerra mondiale - Il-Cubo
LA PRIMA GUERRA MONDIALE Cause della prima guerra mondiale La portata mondiale della guerra del 1914 era dovuta all’intervento dell’Austria (in seguito all’attentato di Sarajevo) e della Russia nel conflitto. La Gran Bretagna, da ex garante esterno dell’equilibrio, diventa partecipe per difendere il proprio primato economico e militare. Un’altra causa era il conflitto francotedesco per il controllo dell’Alsazia e della Lorena. Inoltre vi era la questione coloniale che spingeva paesi come Italia e Germania, giunti tardi alla politica coloniale, a rifarsi in Europa a danno degli altri imperi secolari. Vi si aggiungeva anche la questione balcanica con le relative aree di frizione e la Germania, che con il suo militarismo rappresentava l’elemento di maggiore instabilità. Piano Schlieffen e Piano 17° All’inizio della guerra, i tedeschi puntarono a una guerra lampo che avrebbe portato a una rapida vittoria. Il maresciallo Schlieffen elaborò una strategia con una manovra in 2 tempi: combattere per prima la Francia (considerato un paese a mobilitazione rapida) con un attacco a sorpresa e poi la Russia (considerata a mobilitazione lenta). La strategia francese, fissata nel piano 17° del generale Joffre, che prevedeva anch’essa un’attacco a oltranza, si basava sulla concentrazione delle truppe in Lorena, sulla necessità di assumere l’iniziativa militare per primi e sullo sfondamento del settore centrale del fronte avversario. Guerra di trincea La trincea è il simbolo della prima guerra mondiale e dell’equilibrio delle forze in campo. Da una guerra lampo, essa si trasforma in una guerra di usura, di posizione e di trincea in cui non vi è la prevalenza netta di una sola forza belligerante. Le conseguenze derivanti furono: lo sviluppo delle tecniche di combattimento (artiglieria, mitragliatrici) che resero gli scontri frontali impossibili e costosi in termini di vita umana e il miglioramento delle tecniche di trinceramento con l’adozione di reticolati di filo spinato, spesso elettrificati. Neutralisti e interventisti in Italia Le maggiori forze italiane erano schierate su posizioni neutraliste, tra le quali troviamo: i liberali giolittiani (che sperano di trarre vantaggi da entrambi i contendenti), il partito socialista (che si atteneva alla Seconda Internazionale), i cattolici (espressione del mondo contadino e del punto di vista del Vaticano) e i settori dell’industria. Favorevoli invece alla guerra furono: gli interventisti democratici (Salvemini, Bissolati, Murri e Battisti), alcuni capi del sindacalismo rivoluzionario (Labriola), gli nazionalisti interventisti di destra (Marinetti, D’Annunzio), Mussolini (espulso da PSI) e liberali di destra (Salandra e Sonnino). Unione tra Monarchia, forza liberale di destra e nazionalisti trascinarono l’Italia in guerra. Patto di Londra Il governo italiano, dopo aver avviato trattative su entrambi i fronti e in seguito alla battaglia della Marna, punta all’alleanza con l’Intesa che porta alla firma del trattato segreto del Patto di Londra (firmato da Sonnino, con l’accordo del re e senza farlo pubblico al parlamento e all’opinione pubblica). In caso di vittoria l’Italia avrebbe ricevuto: Trentino, Tirolo (fino al Brennero), Trieste, Gorizia, Istria (esclusa Fiume), Dalmazia, Valona (Albania), Protettorato su Albania e le Isole del Dodecaneso. Questo atto fu considerato una violazione allo statuto. Strafexpedition In seguito alla 5° offensiva italiana sull’Isonzo, risolta nel fallimento, l’Austria, nel maggio 1916 sotto il comando del generale Conrad sferra un’attacco alle linee italiane tra il Lago Garda e il fiume Brenta penetrando in Italia fino all’altopiano dell’Asiago, grazie alla superiorità dell’artiglieria.Nella spedizione punitiva contro l’ex alleato (Strafexpedition) furono catturati e uccisi due irredentisti trentini (Battisti e Filzi). Gli Austriaci furono fermati dalla controffensiva russa (alla quale è collegato l’ingresso in guerra della Romania), a sua volta fermata dall’intervento tedesco. 1917 : anno di svolta. Perché? Il 1917 può essere considerato un anno di svolta per due motivi: innanzitutto perché, in seguito alla proclamazione della guerra sottomarina totale da parte del generale tedesco Hindenburg, ci fu l’ingresso in guerra degli Stati Uniti (principale creditore della Francia e dell’Inghilterra) il 6 aprile 1917; in secondo luogo perché è l’anno delle rivoluzioni in Russia (marzo e ottobre), dovute alla disgregazione dell’esercito, che posero fine al regime zarista e che portarono alla proclamazione della repubblica e all’uscita dalla guerra della Russia, concretizzata nella Pace di Brest- Litovsk. Caporetto Il contraccolpo del crollo russo si fece sentire in ottobre 1917 quando l’esercito italiano andò incontro a una grave sconfitta. Tra il 23 e il 24 ottobre 1917 gli austriaci, appoggiati da 7 divisioni tedesche, lanciarono un’offensiva sull’Isonzo sfondando le linee italiane a Caporetto, penetrando in Italia per circa 150 km. Grazie al ripiegamento della 3° e 4° armata, gli italiani organizzarono una linea di resistenza sul fiume Piave e sul monte Grappa. Il generale Cadorna accusò i soldati di viltà e i socialisti e i cattolici di disfattismo. La sconfitta di Caporetto portò alla caduta del governo Boselli, che fu sostituito da Vittorio Emanuele Orlando. Conferenza di Parigi La conferenza generale per la pace, che si aprì a Parigi il 18 gennaio 1919, ebbe 32 partecipanti (esclusi i vinti). Le quattro maggiori potenze (Usa, Gran Bretagna, Francia e Italia) si posero il problema della ridefinizione della carta politica e degli equilibri europei, mutati in seguito alla disgregazione dei 4 imperi secolari, sulla pase di 2 principi: di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. Tuttavia, dalle posizioni divergenti nei confronti della Germania, prevalse quella francese che ne voleva l’annientamento militare ed economico. Questa conferenza da origine a 5 trattati diversi imposti senza possibilità di discussione (dictat). Trattato di Versailles Il trattato più importante fu quello firmato dalla Germania a Versailles (28 giugno 1919), considerato una vera pace punitiva che riconosceva la Germania come principale responsabile della guerra. Le clausole imponevano alla Germania: la riduzione delle forze armate, la riduzione della flotta, la smilitarizzazione della zona del Reno.Le cessioni territoriali erano: Alsazia e Lorena alla Francia che aveva il controllo sul minerario della Saar, l’Altaslesia, Posnania e Pomerania (corridoio polacco al mare) alla Polonia e infine tutte le colonie. Le clausole economiche erano: obbligo dell’integrale riparazione dei danni di guerra, valutati a 132 miliardi di marchi, consegna della flotta, fornitura di carboni e bestiame.