Reversibilità per i fondi pensione
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Reversibilità per i fondi pensione
In evidenza Milano Finanza (MF) "Reversibilità per i fondi pensione" Data: 28/10/2010 Indietro Stampa MF sezione: Denaro & Politica data: 28/10/2010 - pag: 7 autore: di Anna Messia manovra di apertura del ministro sacconi alla riforma per la previdenza integrativa Reversibilità per i fondi pensione Si vuole consentire al lavoratore di cambiare idea. Ma Covip chiede paletti. Confermato il bonus fiscale sul premio di produttività Sono anni che si discute della necessità di riprendere in mano le leggi che regolano la previdenza complementare. Tanti gli interventi ipotizzati in questo periodo. Tutti con l'obiettivo di rilanciare le adesioni dei lavoratori ferme al palo ormai da troppo tempo. Ma ogni volta i buoni propositi si sono tradotti in un nulla di fatto. Ieri però, dopo tanta attesa, il ministro del welfare, Maurizio Sacconi, ha riaperto a sorpresa l'argomento e sembra avere idee già molto chiare: «Bisogna pensare a regole flessibili e reversibili», ha detto Sacconi intervenendo a un question time alla Camera e indicando una serie di misure per il settore. Prima di tutto, ha chiarito il ministro, sottolineando la stabilità del sistema previdenziale italiano di fronte alla crisi, «dovremo riflettere con le parti sociali circa la possibilità di adottare regole un po' più flessibili. Tali da incoraggiare scelte che non devono mai essere del tutto definitive». Cosa significa? Oggi per un lavoratore che ha scelto di aderire a un fondo complementare non è possibile interrompere i versamenti al fondo, né tanto meno riprendersi indietro il trattamento di fine rapporto versato nel frattempo in quel prodotto. Per evitare che una decisione così rigida scoraggi i lavoratori ad aderire al fondo c'è bisogno di «introdurre elementi di reversibilità periodica, compatibilmente con le esigenze di stabilità del fondo», ha detto ieri Sacconi. Come questa volontà si traduca però in concreto è tutto da vedere. La reversibilità può essere infatti totale, tale cioè da consentire al lavoratore di riprendere il suo Tfr, oppure solo parziale, che consente cioè esclusivamente l'interruzione dei flussi futuri. E la Covip, che più volte ha sostenuto la necessità di introdurre forme di reversibilità, contattata ieri da MF-Milano Finanza, sembra favorevole soprattutto a un intervento parziale. «Quella totale», ha dichiarato il commissario Eligio Boni, «dovrebbe essere consentita al limite una sola volta. Altrimenti il rischio è di destabilizzare i fondi e di dare spazio a scelte che possono essere dettate esclusivamente dall'emotività, snaturando il fondo pensione che non sarebbe più un investimento di lungo termine». Sacconi però non si è limitato al tema della reversibilità: ieri il ministro ha anche aggiunto che bisognerà creare una specie di «fondo di garanzia interbancario» dei fondi pensione, sostenuto dai fondi partecipanti. «Non dovrebbe però essere obbligatorio», ha aggiunto Boni, «perché si tratterebbe di un'adesione costosa e molti fondi hanno già delle linee garante». L'idea, preferita da Covip, sembra essere la creazione di un cuscinetto all'interno di ogni fondo. Una specie di riserva da accumulare quando i mercati vanno bene, da utilizzare per i periodi più difficili. Temi di cui si dovrà discutere nelle prossime settimane insieme, possibilmente, alla riapertura degli incentivi fiscali che «dovrebbero andare a vantaggio soprattutto delle imprese con meno di 50 dipendenti, dove si registra il minor numero di adesioni», ha aggiunto Boni. Ieri, intanto, Sacconi ha confermato quanto anticipato da MF-Milano Finanza, ovvero l'intenzione di defiscalizzare i compensi legati alla produttività per i salari fino a 40 mila euro, con un aumento rispetto ai 35 mila euro attuali.