A scuola da un grande soprano

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A scuola da un grande soprano
Eccellenze modenesi | Mirella Freni
Il «Centro universale del bel canto»
A scuola da un
grande soprano
a celebre scala a chiocciola di Jacopo Barozzi sale con eleganza. Con i suoi riccioli e le sue rotondità un po’ vezzose, quasi
ricorda una chiave di violino, appoggiata su un ideale pentagramma di storia. Sali assaporando la grandezza architettonica che
abita fra le mura antiche del Palazzo Boncompagni e, di gradino in
gradino, ti senti accogliere dalle note di una delle arie più famose
della storia della lirica, “L’amour est un oiseau rebelle”, l’”Habanera”
dalla «Carmen» di Bizet,
fuoco, passione, femminilità.
Lo avverti subito: tutto qui ti
parla di armonia, di arte, di
bellezza. Ed è qui che arriva-
L
no giovani da tutto il mondo, proprio per trovare la loro strada in un
mondo di musica. In questa antica dimora che guarda la Rocca di
Vignola, ha sede da qualche anno il Cubec: il suo nome potrebbe far
pensare a un libro di geometria, e invece questo è il regno della fantasia e della melodia, il Centro universale del bel canto, la scuola di
un’amatissima regina dei palcoscenici, Mirella Freni. Anche questa,
un’eccellenza modenese.
È una bella giornata frizzante di sole, di quelle che dicono che la
primavera è arrivata. E nelle sale di Palazzo Boncompagni, è appena
iniziata un’altra giornata di lavoro. «Allora, forza ragazzi, adesso a chi
tocca?». Una giovane cantante si alza, apre le pagine dello spartito, lo
consegna alla pianista Paola Molinari. Alle prime note d’introduzione, intona l’aria, e in quel momento è
come se fosse su un ideale palcoscenico. Ma la sua insegnante non sta
seduta in cattedra: Mirella Freni è in
piedi davanti a lei, la ascolta e la
osserva, come se fosse nella prima
fila di un grande teatro. E inizia la
Una voce straordinaria. Una professionista che ha calcato
i più importanti palchi di tutto il mondo.
Ora Mirella Freni insegna e scopre le nuove voci della lirica.
E lo fa a Vignola, dove ha aperto una scuola di canto
realizzando così un progetto voluto anche
da Nicolaj Ghiaurov, per anni accanto a lei nella vita e nella musica
di Stefano Marchetti
72 OUTLOOK
Per Mirella Freni, Vignola
è diventata una seconda
casa e il Cubec il fulcro
delle attività della neonata
Fondazione Nicolaj Ghiaurov,
che aiuterà nella carriera
musicale i giovani cantanti
Il ruolo della
Fondazione Ghiaurov
S
ono 680 le ore di lezione di ogni corso al Cubec di Vignola:
una settimana al mese. Ogni allievo paga una retta di 3.500
euro, che comprende anche le spese di alloggio: in pratica, come
si può capire, è una cifra pressoché simbolica. «È la Fondazione
Ghiaurov a sostenere il resto delle spese», fa notare Michele
Montanari, direttore del Cubec. I fondi provengono perlopiù dai
voucher regionali per la formazione, ma anche dagli introiti del cinque per mille, o da donazioni
private: «Ci sono tre sostenitori che investono in maniera consistente sulla nostra scuola, e aiutano la nostra attività», aggiunge Montanari. «Per esempio, la famiglia Iemi, imprenditori dell’hinterland milanese, ci è accanto già da alcuni anni con un contributo considerevole. In Italia, ci
sono persone che credono nell’arte».
Dall’anno accademico 2007-08, le lezioni di corso con Mirella Freni sono state riconosciute per
l’ammissione agli esami del diploma di secondo livello in canto lirico presso il conservatorio
Frescobaldi di Ferrara: completando gli studi con altre materie, come Storia del teatro, gli allievi del Cubec possono conseguire il titolo accademico.
Il Comune di Vignola ha sottoscritto una convenzione di supporto, ed è divenuto «città residenza» del Cubec: grazie a questo accordo, la scuola può avere sede negli affascinanti spazi di
Palazzo Contrari Boncompagni, di proprietà della parrocchia di Vignola.
E sempre a Palazzo Boncompagni, la Fondazione Ghiaurov ha avviato la catalogazione dell’archivio lasciato da celebre basso: registrazioni, incisioni, video spesso inediti, lettere, che verranno organizzati e digitalizzati per essere poi messi a disposizione degli appassionati e dei
ricercatori.
OUTLOOK 73
CONGRESSI - CONVENTIONS - MEETINGS - EVENTI CULTURALI
Eccellenze modenesi | Mirella Freni
Riconoscimenti | La Francia ai piedi di Mirellina
sedici anni di distanza dalla Legion
d’Onore, questa volta la Francia ha voluto
testimoniare l'ammirazione e l'affetto per il
famoso soprano modenese conferendole il
diploma di Ufficiale dell’Ordine Nazionale della
Legione d’Onore. A consegnarlo nelle mani di
Mirella Freni è stato il console generale di
Francia Jean Michel Despax durante una cerimonia nel ridotto del Teatro Comunale Luciano
Pavarotti a Modena. L’onorificenza è attribuita
all’artista lirica modenese «per la riconoscenza
della Francia alla grande carriera e personalità
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tipologia di eventi: congressi e convegni, convention, meeting, corsi di formazione, mostre
ed esposizioni commerciali, cene di gala, concerti e rappresentazioni teatrali.
e per il continuo impegno nell’insegnamento
alle nuove generazioni della sua superba arte»,
A testimonianza che le personalità come la
Freni fanno parte del patrimonio universale
della cultura e la Francia è tra i suoi maggiori
estimatori. La cantante, durante la sua lunga e
prestigiosa carriera, è stata insignita dei più alti
riconoscimenti anche dai governi d'Austria,
Germania, Spagna, delle chiavi della città di
New York, del Cavalierato di Gran Croce della
Repubblica Italiana e della laurea honoris
causa dall’Università di Pisa.
sua lezione: «Elisa, stai più libera, non pensare. Tieni le labbra avanti, così, morbide, non andare a cercare i suoni in gola, che poi cali.
Ragazzi, ve lo dico sempre: dovete imparare a conoscere il vostro strumento, la voce». «Dove…», canta l’allieva, e il tono è profondo, grave.
«No, no, devi liberare la tua voce, non ti puoi irrigidire. Dai, riprova.
Ecco, sì, te l’ho detto, così va meglio». «Vede?», spiega Mirella Freni,
«questa giovane ha una voce molto bella da soprano, appena l’ho sentita non ho avuto dubbi ad accoglierla nella scuola: ma è stata fatta
studiare a lungo come mezzosoprano, quindi adesso è molto difficile
correggere un percorso. Comunque ci stiamo lavorando».
Mirella Freni ha lo stesso entusiasmo e la stessa emozione di quando debuttò sul palco del Teatro Comunale di
Modena, la sera del 3 febbraio 1955, nel ruolo di Micaela,
proprio nella «Carmen». Qualche giorno fa, rileggendo la
prima uscita del «Carlino Modena» (pensate, era il 14 febbraio 1946), ci siamo imbattuti con simpatia in un trafiletto in cui si annunciava che, al palazzo Ducale, la giovanissima Mirella Freni aveva conquistato un premio come
piccola voce femminile. La forza e la dolcezza che l’accompagnarono quel giorno sono ancora con lei, nei nuovi
impegni dell’insegnamento che coronano una straordinaria carriera
nei teatri di tutto il mondo. Mirella Freni non ha praticamente un
giorno libero: è docente anche all’Accademia del Teatro alla Scala,
tiene masterclass in tutta Europa, e ha perfino accolto con slancio l’invito del maestro Claudio Abbado con cui si è recata in Venezuela per
insegnare nelle scuole di musica del «Sistema nazionale delle orchestre giovanili e infantili del Venezuela» realizzato dal maestro
Antonio Abreu che, grazie all’arte, ha strappato alla strada tanti
ragazzi di famiglie bisognose. Ma per lei, comunque, Vignola è diventata come una seconda casa, il suo gioiello, anche perché questa scuola custodisce l’eredità artistica di un altro grande della lirica, Nicolaj
Ghiaurov, che è stato per anni accanto a Mirella, nella vita e nella
musica. Il Cubec era stato fondato da entrambi, e qualche mese fa è
divenuto il fulcro delle attività della neonata Fondazione Nicolaj
Ghiaurov, che porterà avanti, come sottolinea lo statuto, «la fiducia
per lo sviluppo della società civile attraverso la musica» del grande
cantante di origini bulgare.
«Cerco di cogliere
il talento, che spesso
è nascosto. Una volta
ho scelto un cantante,
nonostante il dissenso
degli altri esaminatori.
Ma avevo visto
giusto»
La bella storia della scuola vignolese è iniziata nel 2002, e da allora sono
stati circa cento gli studenti che hanno
seguito i corsi: ogni anno la scuola riceve almeno un migliaio di richieste, e
duecento giovani cantanti sono invitati alle audizioni. «La selezione è, per
forza di cose, piuttosto severa», osserva
Michele Montanari, pianista, direttore artistico del Cubec e presidente della Fondazione Ghiaurov. È sempre lei, Mirella, a dire la parola
definitiva sugli studenti da ammettere: «Cerco di cogliere il talento,
che spesso è nascosto», spiega il soprano. «Una volta ho detto sì a un
cantante, nonostante gli altri esaminatori non fossero convinti.
Ebbene, avevo visto giusto».
Gli allievi accolti fanno due settimane di prova, fra ottobre e
novembre, poi cominciano il corso vero e proprio che si articola su un
paio di anni. Attualmente sono dodici i cantanti del primo corso, 16
quelli dell’avanzato: hanno fra i 21 e i 35 anni, arrivano da tutta Italia
(da Pisa a Crotone, da Torino a Treviso e, va da sé, anche da Modena),
così come dalla Spagna e dalla Georgia, dalla Corea, dall’Austria e
dalla Lituania. Al termine di ogni anno di corso, si svolge una sorta di
esame. E qualche giovane ha già perfino chiesto di poter frequentare
alcune lezioni anche per un terzo anno: «C’è chi è stato scritturato per
un’opera, e magari vuole provarla con la signora Freni», sorride
Montanari. «Le porte sono sempre aperte». In parallelo, si tiene la
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Eccellenze modenesi
classe per pianisti collaboratori, coordinata
dalla maestra Paola Molinari: quest’anno la
frequentano sei giovani musicisti, che giungono anche dagli Stati Uniti, dal Messico e
dal Venezuela.
Come in tutte le accademie, ogni allievo
ha la sua storia, le sue aspirazioni, i suoi
sogni. E c’è chi davvero ce l’ha messa tutta
per riuscire ad arrivare a questa scuola.
Come Sara, modenese, giovanissima: «Ha
cominciato nella Cappella musicale del
Duomo, e ha cantato ai funerali di Nicola»,
racconta Mirella Freni. «Poi, qualche tempo
dopo, mi ha confidato che avrebbe desiderato
cantare con me. Per due anni è venuta qui a
Vignola semplicemente per ascoltare le lezioni. Io comunque le ho consigliato di continuare anche gli studi universitari, di non abbandonare il resto per seguire il canto. Non
voglio dare illusioni». Ora Sara sta provando
lo «Stabat Mater», e Mirella sembra dirigerla, anche con il movimento delle braccia:
«Cocca, ieri cosa ti ho detto? Appoggia avanti,
non tenere contratta la voce».
«Per fare un bravo cantante ci vuole anche
la voce, ma non solo la voce. Occorrono la
musicalità, l’espressione», ripete spesso
Mirella Freni ai suoi allievi: «Ed è esattamente quello che ripetevano sempre i nostri maestri a noi». «Di solito scelgo i più giovani, che
sono i più plasmabili, quelli con cui si può
lavorare più compiutamente», aggiunge la
docente. E occorre anche essere severi?
«Certo, è necessario. Dico sempre a questi
ragazzi che, se vogliono fare i cantanti, devono avere carattere. E anche se li sgrido, mi
vogliono bene, vero?», dice ridendo, rivolgen-
Eccellenze modenesi
dosi ai suoi ragazzi. «Provate a dire di no».
Fra tanti allievi, brillano già alcune stelle. Come Maija Kovalevska, lettone, che ha
già debuttato al Metropolitan di New York,
in «Carmen», «Turandot» e «Bohème»,
all’opera di Los Angeles, al New National
Theater di Tokio e ai prestigiosi festival di
Salisburgo e di Glyndebourne. Lei è già alla
ribalta «ma ha rischiato di rovinarsi, accettando ruoli che non facevano per lei», spiega
Mirella Freni. O come il soprano coreano
Hyun Kyung Son, che è stata una fantastica
Liù in «Turandot» al teatro Filarmonico di
Verona: «Sono andata ad ascoltarla, veniva
giù il teatro dagli applausi», si commuove la
cantante. Poi c’è Polina Pasztircsàk, ungherese, che abbiamo ammirato proprio di
recente nella «Carmen» in scena al Comunale di Modena: era Micaela, proprio il ruolo
con cui Mirella debuttò, quella fatidica sera.
O Marco Caria, che
ha avuto l’onore di
Ogni anno la
calcare
le scene della
scuola riceve
Fenice
di
Venezia nei
un migliaio
e dell’ope«Pagliacci»,
di richieste.
ra
di
Chicago,
ne «La
Alla Freni spetta
forza
del
destino».
E
l'ultima parola
potremmo
aggiungesu chi
re a questo ideale albo
ammettere
d’oro anche Annunziata Vestri o Giuseppe Talamo, il tenore
Francesco Marsiglia, o il soprano Francesca
Lombardi. Ogni successo deve essere lo stimolo per studiare ancora, e meglio.
La giornata di lezioni sta finendo, ma
molti ragazzi continueranno a provare e
riprovare le loro parti, per perfezionare ogni
dettaglio, la coloritura, l’espressione. Mirella
Freni ha sempre un buon consiglio: «Ma stasera, nessun impegno. C’è il "mio" Milan alla
tv, e verranno a trovarmi i miei nipoti per
seguire insieme a me la partita». Tifosissima? «Certo, tantissimo. Nicola teneva per
l’Inter, io per il Milan. Forse era l’unica cosa
che ci divideva», sorride. «Ma siamo andati
sempre d’amore e d’accordo». Ma cos’hanno
in comune il calcio e la lirica? Mirella Freni
non ha dubbi: «La disciplina. Ogni ragazzo
deve comprendere la fatica e la difficoltà che
c’è in ogni nuova prova. Per poi assaporare
ogni momento bello».
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