Risoluzioni sulla revisione della disciplina concernente l`obbligo di

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Risoluzioni sulla revisione della disciplina concernente l’obbligo di
accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del
commercio elettronico. Pagina | 1
Risoluzioni sulla revisione della disciplina concernente l’obbligo di
accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno
del commercio elettronico.
Camera dei deputati – 7-00391 - Risoluzione in commissione presentata dall’On. Alberti (M5S) il 16 giugno 2014.
Le Commissioni VI e X,
premesso che:
l'articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n.
221, ha stabilito che a decorrere dal 1ogennaio 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di
servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito;
al fine di consentire alla platea degli interessati di adeguarsi all'obbligo di dotarsi di strumenti per i pagamenti mediante carta di
debito (POS), con l'articolo 9, comma 15-bis, il decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, è stata prorogata la decorrenza dell'obbligo
al 30 giugno 2014;
successivamente, con decreto del Ministero dello sviluppo economico 24 gennaio 2014, sono stati definiti gli ambiti di applicazione
prevedendo l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per tutti i pagamenti di importo superiore a trenta
euro;
il comma 2 dell'articolo 2 dello stesso decreto, visti gli effetti della norma e dato il numero dei soggetti destinatari delle disposizioni,
ritenuto di dover individuare dei criteri di gradualità e sostenibilità per l'applicazione di questa imposizione, prevede che in sede di
prima applicazione, e fino al 30 giugno 2014, l'obbligo si applichi limitatamente ai pagamenti effettuati a favore dei soggetti esercenti
il cui fatturato dell'anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia superiore a duecentomila euro;
la data indicata in questo comma, 30 giugno 2014, coincide con quella per cui l'obbligo di dotazione è già previsto per tutte le
categorie, dal decreto legge a cui lo stesso fa riferimento (decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179);
la finalità dello stesso comma 2 è prevedere una agevolazione che rimandi temporalmente l'obbligo di dotazione per una determinata
fascia di reddito e per questo motivo si deve intervenire posticipando il termine di almeno sei mesi;
l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito impone costi organizzativi ed economici connessi al doversi
dotare di un POS (tecnologia di accettazione multipla di strumenti di pagamento);
questa imposizione risulta vessatoria per tutti i professionisti e le imprese italiane ai quali vengono imposte spese obbligatorie
facilmente evitabili attraverso altri strumenti, quali ad esempio il bonifico elettronico e assegni bancari, strumenti che garantiscono
gli stessi livelli di tracciabilità e di trasparenza per qualsiasi movimento di denaro;
si introduce obbligatoriamente e ingiustamente un intermediario, la banca, alla quale viene garantito un introito aggiuntivo a
discapito degli esercenti, pur non svolgendo alcun ruolo reale e concreto nel rapporto tra lo stesso e l'utente;
l'obbligo di dotazione di un POS genera un'ulteriore spesa fissa aggiuntiva anche per le nuove piccole e medie imprese (start-up);
l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito non è legato al reddito dell'impresa o del professionista e quindi
risulta particolarmente vessatorio per piccole e micro imprese;
è considerata scorretta la pratica commerciale che richieda un sovrapprezzo dei costi per il completamento di una transazione
elettronica con un fornitore di beni o servizi, ai sensi dell'articolo 21, comma 4-bis, del codice del consumo, di cui al decreto
legislativo 6 settembre 2005, n. 206, come modificato dall'articolo 15, comma 5-quater, del sopracitato decreto-legge 18 ottobre
2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221;
il comma 5 dell'articolo 15, dello stesso decreto-legge 18 ottobre 2012, prevede che con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo
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economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, vengano disciplinati gli eventuali importi
minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui sopra;
è chiaro che la normativa su descritta ha provocato lo scontento tra i professionisti e le imprese cui toccherà, dal 30 giugno, dotarsi di
Pos e accettare i pagamenti effettuati con bancomat;
la diffusione della moneta elettronica è importante anche sotto l'aspetto del mercato e-commerce in Italia, secondo le stime attese,
nel 2013, ha raggiunto gli 11 miliardi di euro, determinando un aumento di competitività sui prezzi dei prodotti a vantaggio dei
clienti;
mai come oggi appare importante ed urgente concedere l'opportunità di effettuare la connessione ad internet mediante
l'infrastruttura telematica a «banda larga», e ciò al fine di poter usufruire, in modo conveniente e rapido, ma anche attraverso un
prodotto di qualità, di tutti i servizi che si sono sviluppati in rete (dall’e-govemement, all’e-business, all’e-commerce, all’e-learning e
all’e-health);
gli operatori italiani, nonostante gli elevati livelli raggiunti in termini di attrattività e di qualità dei prodotti, presentano ancora molte
difficoltà nell'approcciare mercati europei ed internazionali a causa della mancanza del know-how specifico relativamente a sistemi di
pagamento, logistica, distributiva, abitudini/comportamenti di acquisto, comunicazioneonline,
impegnano il Governo:
ad assumere ogni iniziativa normativa necessaria al fine di:
1. a)prevedere che in sede di prima applicazione, e fino al 30 giugno 2015, l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso
carte di debito, si applichi limitatamente ai pagamenti effettuati a favore dei soggetti esercenti il cui fatturato dell'anno
precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia superiore a duecentomila euro;
1. b)escludere dall'obbligo tutte le nuove attività per almeno due anni;
1. c)prevedere che i costi generati dall'obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, siano a carico
delle banche e non a carico di imprese o professionisti;
ad incentivare l'uso delle carte di credito e di conseguenza l’e-commerce, stabilendo come debbano essere calcolate le commissioni e
con quali indici, favorendo commissioni ridotte per piccole transazioni e assicurando la trasparenza delle operazioni;
ad intervenire con misure di monitoraggio affinché le aziende, nell'uso dell’e-commerce, assumano comportamenti in linea con le
norme nazionali ed europee a tutela dei consumatori;
a rafforzare lo sviluppo del commercio elettronico promuovendo la nascita di distretti industriali dotati di banda larga adeguati
al business, sostenendo la formazione delle imprese realizzata dalle università e dalle imprese, creando così ulteriori sinergie, e infine
diffondendo il bollino blu netcomm (certificazione creata dal Consorzio del commercio elettronico che garantisce l'affidabilità del
sito e-commerce);
ad attuare le misure previste dall'Agenda digitale europea per contrastare il digital divide che non consente lo sviluppo delle aziende,
frenando l’e-commerce; (7-00391)
«Alberti, Barbanti, Villarosa, Cancelleri, Ruocco,
Valle, Fantinati, Mucci, Petraroli, Prodani».
Pisano,
Pesco,
Crippa,
Da
Villa,
Vallascas,
Della
Camera dei Deputati – 7-00433 - Risoluzione in commissione presentata dall’On. Causi (PD) il 16 settembre 2014.
Le Commissioni VI e X,
premesso che:
il libro verde «Verso un mercato integrato dei pagamenti» mira alla costruzione graduale di un'area unica dei pagamenti in euro
(AUPE) – basata cioè sul presupposto che non vi sia distinzione tra pagamenti elettronici al dettaglio (bonifici, addebiti diretti e carte
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di pagamento) in euro, transfrontalieri e nazionali – attraverso l'introduzione di misure che favoriscano la diffusione dei pagamenti
elettronici;
requisito essenziale per il funzionamento e lo sviluppo di un'economia è l'efficienza dei sistemi di pagamento che dimostrino di
rispondere ai requisiti di trasparenza, sicurezza e velocità delle transazioni;
nell'attuale contesto di forte evoluzione tecnologica, di progressiva dematerializzazione e di interconnessione su scala globale delle
dinamiche produttive e finanziarie, i pagamenti effettuati con strumenti alternativi al contante, quali carte di credito e debito,
computer e dispositivi mobili, stanno assumendo un ruolo sempre più centrale, anche nell'agenda strategica degli Stati e delle
istituzioni sovranazionali;
accelerare la transizione verso sistemi socio-economici non più principalmente basati sull'uso della carta moneta è un passaggio
obbligato per i Paesi avanzati;
secondo quanto emerge dal rapporto dello studio Ambrosetti, tra il 2001 e il 2012 il numero delle transazioni elettroniche nel mondo
è più che raddoppiato, arrivando a 333 miliardi di transazioni, pari al 60 per cento del valore dei pagamenti totali (oltre 20mila
miliardi di dollari); le economie emergenti in Asia, Africa, Est Europa e Sud America segnano tassi di crescita tra il 15 per cento e il 20
per cento all'anno, mentre Europa e Nord America, pur con incrementi più moderati, pesano per i due terzi delle transazioni
complessive;
una recente ricerca del CNEL del 23 gennaio 2014 intitolata «Moneta elettronica: osservazioni e proposte» sottolinea i benefici sociali
della moneta elettronica, in termini di riduzione del costo del contante (che la Banca d'Italia stima in 8 miliardi di euro annui, pari allo
0,52 per cento del prodotto interno lordo, di cui il 49 per cento a carico delle banche e il 51 per cento a carico delle imprese e delle
famiglie); tracciabilità di tutte le transazioni con evidenti riflessi positivi rispetto alla lotta alla evasione fiscale, al riciclaggio e alla
corruzione; semplificazione della contabilità per le banche, le imprese e la pubblica amministrazione; riduzione dei costi sociali (furti,
scippi, rapine); possibilità di creazione di nuove imprese dedicate all'implementazione di nuove tecnologie; stimolo alla diffusione di
una cultura digitale;
in Italia l'uso del contante è ancora predominante: anche se il numero di operazioni pro-capite effettuate con strumenti elettronici ha
mostrato un incremento nel corso degli ultimi anni, esso è ancora al di sotto della media dei Paesi europei;
la Banca d'Italia, tramite la segreteria del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, ha comunicato che il nostro Paese si
caratterizza nel contesto europeo per un'elevata propensione all'utilizzo del contante: in Italia, nel 2013, sono state regolate 74
operazioni pro-capite con strumenti alternativi al contante contro le 194 dei Paesi dell'area dell'euro (ultimo dato disponibile al 2012);
un impulso alla diffusione di strumenti elettronici è in grado di produrre effetti benefici per i consumatori, le imprese, le
amministrazioni pubbliche e l'economia nel suo complesso; infatti, il sommerso e l'economia criminale sono fortemente correlati con
l'uso del contante e incidono per oltre il 27 per cento del prodotto interno lordo;
sempre secondo la Banca d'Italia, nel confronto internazionale e tra le regioni italiane emerge che tra le principali determinanti del
basso utilizzo di strumenti di pagamento elettronici figurano le differenze nel reddito pro capite e nel grado di sviluppo e di diffusione
dei punti di accettazione delle carte di pagamento presso le imprese e i liberi professionisti;
l'Unione europea ha emanato nel luglio 2013, un pacchetto di proposte (COM (2013)547 def.) per facilitare l'uso dei pagamenti via
internet, che aggiorna le disposizioni delle direttive sui sistemi di pagamento del 2007 (2007/64/CE) e sulla moneta elettronica del
2009 (2009/110/CE);
secondo il commissario per il mercato interno, nell'Unione europea il mercato dei pagamenti è frammentato e caro: il suo costo
supera infatti l'1 per cento del prodotto interno lordo della Unione europea, ovvero 130 miliardi di euro l'anno;
la normativa nazionale dal 2007, con il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 ha ridotto il limite all'uso del contante e dei titoli
al portatore da 12.500 a 5.000 euro; la nuova soglia è rimasta in vigore fino a quando l'articolo 32, comma 1, lettera a) del decretolegge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha ripristinato il limite di 12.500 euro;
successivamente, il legislatore è intervenuto nuovamente sulla soglia di tracciabilità dei pagamenti con il decreto-legge 31 maggio
2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, (articolo 20, comma 2, lettera a)), che, a partire dal 31
maggio 2010, ha riportato il valore a 5.000 euro, cifra che è stata poi ridotta a 2.500 euro dal decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138,
convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 (articolo 2, comma 4); da ultimo, il decreto-legge 6 dicembre
2011, n. 201 (cosiddetto salva Italia), convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ha fissato, all'articolo 12, il
limite all'uso del contante e dei titoli al portatore, con decorrenza dal 6 dicembre 2011 ad un importo inferiore ad euro 1.000;
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l'articolo 34, comma 7, della legge 12 novembre 2011, n. 183, legge di stabilità 2012, ha previsto dal 1o gennaio 2012 la gratuità, sia
per l'acquirente che per il venditore, delle transazioni regolate con carte di pagamento presso gli impianti di distribuzione di
carburanti, di importo inferiore ai 100 euro;
l'articolo 12, comma 9, del citato decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, ha stabilito che l'Associazione bancaria italiana, le
associazioni dei prestatori di servizi di pagamento, la società Poste italiane s.p.a., il Consorzio Bancomat, le imprese che gestiscono
circuiti di pagamento e le associazioni delle imprese maggiormente significative a livello nazionale definissero, entro il 1o giugno
2012, e applicassero entro i tre mesi successivi, le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli
esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, tenuto conto della necessità di assicurare trasparenza
e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole di concorrenza; il comma 10, del
medesimo articolo 12 ha stabilito che, in caso di mancata definizione e applicazione delle misure di cui al predetto comma 9, le
stesse fossero fissate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico,
sentite la Banca d'Italia e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
l'articolo 27, comma 1, lettera d), del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012,
n. 27, ha stabilito che, fino alla pubblicazione del decreto che recepisce la valutazione dell'efficacia delle misure definite ai sensi del
comma 9, ovvero che fissa le misure ai sensi del comma 10, continua ad applicarsi il comma 7 dell'articolo 34 della legge 12
novembre 2011, n. 183, il quale stabilisce la gratuità dei pagamenti presso gli impianti di distribuzione di carburanti;
il Ministero dell'economia e delle finanze, con decreto 14 febbraio 2014, n. 51, ha emanato il regolamento sulle commissioni applicate
alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, ai sensi dei citati commi 9 e 10 dell'articolo 12, che entrerà in vigore il
prossimo 29 luglio 2014 (l'entrata in vigore è stabilita decorsi 120 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale), producendo la
cessazione dell'efficacia della norma che stabilisce la gratuità dei pagamenti presso gli impianti di distribuzione di carburanti dal 31
marzo 2014 (ovvero dalla data di pubblicazione del decreto);
secondo il citato regolamento i prestatori di servizi di pagamento sono tenuti a distinguere le commissioni da applicare per ciascuna
tipologia di carte di pagamento - di debito, di credito, prepagate; tenuto conto dell'obiettivo di riduzione delle commissioni applicate
dal soggetto convenzionatore all'esercente, nel contratto di convenzionamento è inserita una clausola di revisione periodica, almeno
annuale, delle commissioni correlata anche al volume e al valore delle operazioni di pagamento effettuate presso l'esercente, nonché
alla revisione delle eventuali commissioni d'interscambio;
inoltre, al fine di promuovere l'utilizzo di strumenti alternativi al contante, il medesimo decreto prevede che i prestatori di servizi di
pagamento applichino ai pagamenti di importo non superiore a trenta euro commissioni inferiori a quelle generalmente applicate nel
caso di operazioni effettuate, con qualunque modalità, tramite terminali evoluti di accettazione multipla;
la legge 11 marzo 2014, n. 23, recante la delega al Governo per la riforma del sistema fiscale, all'articolo 9, comma 1, lettera f),
prevede che il Governo introduca, entro marzo 2015, con uno o più decreti legislativi, norme per rafforzare la tracciabilità dei mezzi di
pagamento per il riconoscimento, ai fini fiscali, di costi, oneri e spese sostenuti, e prevedere disincentivi all'utilizzo del contante,
nonché incentivi all'utilizzo della moneta elettronica;
l'articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n.
221, come da ultimo modificato dall'articolo 9, comma 15-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2014, n. 15, prevede che a decorrere dal 30 giugno 2014, i soggetti che effettuano l'attività di
vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, siano tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso
carte di debito;
in attuazione della citata disposizione il decreto ministeriale del 24 gennaio 2014 ha disciplinato le definizioni e l'ambito di
applicazione dei pagamenti mediante carte di debito, in particolare prevedendo l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso
carte elettroniche per tutti i pagamenti di importo superiore a trenta euro disposti a favore dei soggetti esercenti l'attività di impresa
o professionisti, per l'acquisto di prodotti o la prestazione di servizi; in sede di prima applicazione, ovvero fino al 30 giugno 2014, il
citato obbligo è stato tuttavia applicato limitatamente ai pagamenti effettuati a favore dei soggetti il cui fatturato dell'anno
precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia risultato superiore a duecentomila euro;
dal 1o luglio 2014 è dunque in vigore l'obbligo, per gli esercenti attività di impresa e professioni, di accettare anche i pagamenti
effettuati attraverso carte di debito; bisogna tuttavia rilevare che, allo stato attuale, non risulta associata alcuna sanzione a carico dei
professionisti che non dovessero predisporre della necessaria strumentazione a garanzia dei pagamenti effettuabili con moneta
elettronica;
occorre dare velocemente un impulso importante alla maturazione del mercato italiano dei pagamenti elettronici ed avvicinarlo così
agli standard europei;
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anche alla luce della normativa vigente si rende improrogabile la necessità di attuare misure che favoriscano l'adozione spontanea di
terminali POS, fisici o virtuali, da parte di commercianti e professionisti;
secondo un comunicato stampa diffuso l'8 luglio 2014 dal presidente di Netcomm – Consorzio del commercio elettronico italiano – lo
sviluppo del commercio elettronico e dei servizi online rappresenta un notevole potenziale portatore di benefìci economici, sociali e
societari; l'economia di internet crea 2,6 posti di lavoro per ogni lavoro perso e offre una maggiore scelta ai consumatori anche nelle
zone rurali e remote;
secondo il citato comunicato, in Italia le imprese che vendono online sono solo il 4 per cento del totale, l'accesso alla banda larga
rimane carente e i finanziamenti necessari per attivare gli investimenti risultano problematici; i servizi digitali della pubblica
amministrazione sono di difficile accesso e una parte consistente di italiani non ha fiducia negli acquisti online; è evidente che, in
questo quadro, la dimensione delle imprese diventa un fattore abilitante; poche sono le aziende italiane che competono sul mercato
internazionale online;
la Commissione europea ha adottato una comunicazione che definisce 16 azioni concrete volte a raddoppiare entro il 2015 la quota
di e-commerce delle vendite al dettaglio – attualmente al 3,4 per cento – oltre alla quota dell'economia online sul Pil europeo
complessivo, che al momento è inferiore al 3 per cento;
il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura – nella seduta plenaria del 3 aprile 2014 – una proposta del regolamento del
Parlamento e del Consiglio relativa alle commissioni interbancarie tramite carta, con cui si persegue l'obiettivo di uniformare nei Paesi
membri dell'Unione massimo delle commissioni interbancarie con carte di credito e di debito, fissandolo allo 0,3 per cento per le
transazioni effettuate con carte di credito ed allo 0,2 per cento per le transazioni effettuate con carte di debito ed applicandolo alle
operazioni transnazionali entro due mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento ed a quelle domestiche entro due anni dalla
medesima data,
impegna il Governo:
ad assumere iniziative per potenziare l'utilizzo delle carte di pagamento, incentivando – in particolare previa verifica della possibilità
di un regime di detraibilità fiscale degli oneri connessi alla installazione ed alla gestione dei POS – i soggetti che effettuano attività di
vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, all'installazione di terminali POS, che prevedano il pagamento
anche tramite dispositivi mobili, al fine di attuare una rivoluzione dei comportamenti dei consumatori che avrà benefici effetti in
termini di legalità, sicurezza e trasparenza;
a sostenere in sede europea – profittando dell'opportunità del semestre italiano di Presidenza dell'Unione – il processo di più rapida
definitiva approvazione della proposta di isolamento in materia di commissioni interbancarie per carte di credito e di debito ed ad
assumere iniziative per la sua più tempestiva adozione per le transazioni domestiche;
ad assumere iniziative per introdurre, intanto, un pricing fisso per le transazioni effettuate presso gli impianti di distribuzione di
carburante e presso le rivendite di tabacchi per i servizi prestati dalle stesse per conto dello Stato;
ad assumere iniziative per prevedere che le commissioni pagate dagli esercenti che svolgano la funzione di intermediari nei confronti
di soggetti pubblici o di società partecipate dagli enti pubblici siano poste a carico della pubblica amministrazione beneficiaria del
pagamento;
a istituire un tavolo di confronto tra il Governo, le banche e i rappresentanti degli operatori economici e professionali, al fine di ridurre
al minimo i costi di utilizzo delle carte di pagamento a carico di commercianti, artigiani e professionisti, anche prevedendo la
possibilità per le banche di offrire contratti di comodato gratuito di terminali POS, nonché la possibilità per le medesime banche di
facilitare le anticipazioni e i finanziamenti in relazione alle operazioni transate o prenotate con le carte di credito, nel rispetto del
merito creditizio;
ad assumere iniziative per prevedere misure premiali per i consumatori che utilizzino carte di pagamento e sistemi di pagamento
avanzati, privilegiando carte e sistemi a più contenuto costo totale e, dunque, perseguendo trasparenza e confrontabilità della
struttura dei loro costi ed anche verificando, in questo contesto, l'opportunità di una revisione della «non discrimination rule» in linea
con le indicazioni del libro verde della Commissione europea del 2012 «Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti», nonché
possibili misure premiali per gli esercenti correlate all'incremento del fatturato rispetto all'anno precedente;
ad assumere iniziative per introdurre un «indicatore sintetico di costo» (ISC) che chiarisca il costo complessivo di tutte le spese
sostenute dall'esercente nel corso di un anno per il terminale POS e garantisca la vera trasparenza e il confronto tra gli operatori;
a promuovere l'implementazione dei sistemi di autenticazione (identità elettronica) per combattere le frodi telematiche;
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a incentivare la possibilità per gli utenti di effettuare online i pagamenti dei servizi resi dalla pubblica amministrazione e consentire
alle imprese di integrare la fatturazione elettronica verso le amministrazioni con le procedure di pagamento al fine di ridurre i costi di
esecuzione delle attività amministrative, contabili e finanziarie;
a provvedere alla contestuale e necessaria dotazione di POS presso tutte le strutture della pubblica amministrazione;
a realizzare un'adeguata campagna di comunicazione istituzionale volta a informare i consumatori sui benefici sociali determinati
della moneta elettronica e sui livelli di sicurezza delle carte, ad oggi percepiti come inadeguati dal pubblico, nonché per la
familiarizzazione e il corretto uso dei nuovi strumenti di pagamento;
ad assumere iniziative per definire standard di sicurezza per le transazioni on line orientati alla tutela del consumatore, al fine di
migliorare la fiducia nell'utilizzo di piattaforme di acquisto telematico con particolare riguardo alla trasparenza e alla chiarezza delle
informazioni, alla garanzia dei prodotti venduti e dei servizi offerti, nonché ad evitare le cosiddette truffe telematiche a danno dei
cittadini in conseguenza dei falsi annunci;
ad attuare iniziative per favorire l'interroperabilità nel settore dei pagamenti mobili e dei pagamenti elettronici, distinguendo tra
interoperabilità tecnica e interoperabilità commerciale, ossia la possibilità per i commercianti di scegliere gli acquirer e per i clienti di
scegliere gli emittenti, indipendentemente dal luogo in cui operano;
ad attuare le necessarie iniziative volte al potenziamento delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione previste all'Agenda
digitale europea che è stata presentata dalla Commissione europea nel maggio 2010 (comunicazione «Un'agenda digitale europea»
(COM(2010)245) con lo scopo di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) per
favorire lo sviluppo dell’e-commerce l'innovazione, la crescita economica e la competitività, nonché al fine del superamento del
cosiddetto digital divide definito dal piano nazionale della banda larga predisposto nell'ottobre 2011 dal Ministero per lo sviluppo
economico.
(7-00433)
«Causi,
Benamati,
Bargero,
Basso,
Marco
Di
Maio,
Stefano, Folino, Fragomeli, Gutgeld, Lodolini, Montroni, Senaldi, Sberna, Taranto, Tidei, Paglia,Ricciatti, Ferrara».
Marco
Di
Camera dei deputati – 7-00465 - Risoluzione in commissione presentata dall’On. Capezzone (PdL) il 23 settembre 2014.
Le Commissioni VI e X,
premesso che:
il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, ha ridotto, all'articolo 12, il limite di utilizzo del contante e dei titoli al portatore, con
decorrenza dal 6 dicembre 2011 ad un importo inferiore ad euro 1.000; ha altresì previsto, all'articolo 12, comma 9, che
l'Associazione bancaria italiana, le associazioni dei prestatori di servizi di pagamento, la società Poste italiane spa, il Consorzio
bancomat, le imprese che gestiscono circuiti di pagamento e le associazioni delle imprese maggiormente significative a livello
nazionale dovessero definire entro il 1o giugno 2012, ed applicare entro i tre mesi successivi, le regole generali per assicurare una
riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, tenuto conto
della necessità di assicurare trasparenza e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole
di concorrenza;
non essendosi pervenuto, secondo le modalità e nei termini previsti dal citato articolo 12, comma 9, del decreto-legge n. 201,
all'elaborazione delle suddette regole condivise, ai sensi dell'articolo 12, comma 10, del medesimo decreto-legge n. 201, la loro
definizione è stata demandata a un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo
economico, sentite la Banca d'Italia e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
il comma 4 dell'articolo 15 del decreto-legge n. 179 del 2012, ha stabilito che, a decorrere dal 1o gennaio 2014, i soggetti che
effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, fossero tenuti ad accettare anche pagamenti
effettuati attraverso carte di debito;
il successivo comma 5 del medesimo articolo 15 ha stabilito che, con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo economico, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, venissero disciplinati gli eventuali importi minimi, le
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Risoluzioni sulla revisione della disciplina concernente l’obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio
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accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del
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modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, per l'attuazione della disposizione previste dal citato comma 4: con i
medesimi decreti poteva essere disposta l'estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con
tecnologie mobili;
successivamente, al fine di consentire alla platea degli interessati di adeguarsi alle nuove disposizioni normative, è intervenuto
l'articolo 9, comma 15-bis, del decreto-legge n. 150 del 2013 (cosiddetto decreto «Milleproroghe»), con il quale è stato prorogato al
30 giugno 2014 il termine di entrata in vigore dell'obbligo di accettazione dei pagamenti mediante carte di debito;
ai sensi dell'articolo 15, comma 5, del decreto-legge n. 179 del 2013 è stato emanato il decreto del Ministro dello sviluppo economico,
di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che, all'articolo 2, comma 2, stabiliva che, in sede di prima applicazione e
fino al 30 giugno 2014, l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito si applicasse a tutti i pagamenti di
importo superiore a trenta euro e limitatamente ai pagamenti effettuati a favore degli esercenti il cui fatturato dell'anno precedente a
quello nel corso del quale è effettuato il pagamento fosse superiore a duecentomila euro; tale disposizione, per effetto della proroga
introdotta dal citato decreto-legge «Milleproroghe», è stata tuttavia vanificata;
successivamente è stato adottato il decreto 14 febbraio 2014 del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro
dell'economia e delle finanze, recante il regolamento sulle commissioni applicate alle transazioni effettuate mediante carte di
pagamento: tale provvedimento si limita ad enunciare alcuni principi di carattere generale, dettando regole solamente in materia di
trasparenza e di pubblicità; in particolare, l'articolo 4 del decreto ministeriale stabilisce una maggiore pubblicità delle commissioni
d'interscambio imponendo ai gestori dei circuiti «di rendere noti e aggiornati in maniera chiara, completa, trasparente attraverso il
proprio sito internet le eventuali commissioni d'interscambio applicate alle operazioni di pagamento», l'articolo 5 prescrive «la
confrontabilità delle commissioni» per gli esercenti obbligati dal 30 giugno di avere una apparecchio POS (Point of Sale) in negozi,
aziende e studi, mentre l'articolo 6 stabilisce una revisione periodica almeno annuale delle commissioni, correlate al volume e al
valore delle operazioni;
a pochi mesi dall'entrata in vigore dell'obbligo di dotarsi del POS il meccanismo stenta a decollare e, contestualmente, l'applicazione
delle previste disposizioni normative sta creando notevoli disagi a commercianti, artigiani e liberi professionisti, in quanto i costi di
installazione e gestione delle apparecchiature incidono in maniera significativa sul fatturato e rischiano di essere, in questa
congiuntura economica, proibitivi per molti piccoli e medi imprenditori, come denunciato anche dalle associazioni di categoria: in
particolare, il provvedimento del Governo avrebbe dovuto incentivare l'utilizzo della moneta elettronica sia dal punto di vista dei
consumatori sia da quello delle imprese, evitando che uno strumento introdotto per la condivisibile lotta all'evasione si trasformi in un
balzello aggiuntivo per artigiani, commercianti e i liberi professionisti; non è infatti in discussione il diritto del consumatore di pagare
come meglio crede i propri acquisti, ma il fatto che sia la legge ad imporre agli imprenditori un costo aggiuntivo insostenibile,
determinando anche ripercussioni negative nel rapporto fiduciario tra venditore e acquirente;
in tale contesto va inoltre ricordato che i costi per l'installazione dei POS presentano una componente fissa e una variabile: i costi fissi
coprono la disponibilità dell'apparecchiatura POS e dipendono dalle diverse funzionalità che il terminale può offrire e dal tipo di
tecnologia utilizzata per il collegamento; i costi variabili sono, invece, legati al numero e all'ammontare delle transazioni effettuate
dalla clientela e dipendono dal tipo di circuito utilizzato; spesso le due componenti di costo sono fra loro collegate: a costi fissi più alti
possono essere associati costi variabili più bassi (e viceversa);
nello scorso mese di luglio, presso il Ministero dello sviluppo economico si sono tenute le prime due riunioni di uno specifico tavolo sul
tema della diffusione delle transazioni con carte di pagamento: a questi incontri hanno preso parte i rappresentanti dell'ABI, dell'Aiip
(Associazione italiana istituti di pagamento e di moneta elettronica), del Consorzio Pagobancomat, dei gestori dei circuiti
internazionali Visa e MasterCard e di alcuni operatori di mercato dei pagamenti elettronici; nelle prossime settimane, il tavolo
proseguirà con la convocazione delle organizzazioni delle imprese e dei professionisti;
gli interventi normativi di questi ultimi anni si inquadrano nella dichiarata intenzione del legislatore di modernizzare il sistema di
pagamenti del nostro Paese ed avvicinarlo così agli standard europei, agevolando ed incrementando la diffusione e l'utilizzo della
moneta elettronica in funzione di una sensibile riduzione dei costi legati alla gestione del contante da parte delle imprese, di un più
efficace contrasto all'evasione fiscale, al riciclaggio e alla corruzione, garantendo una maggiore tracciabilità dei pagamenti; di una
semplificazione della contabilità di banche, imprese e pubblica amministrazione, senza considerare la riduzione dei costi sociali legati
a furti, scippi e rapine;
l'esigenza di promuovere in Italia l'uso di questi sistemi di pagamento è confermata dall'evidenza che il sistema italiano dei
pagamenti si caratterizza per una maggiore incidenza delle transazioni regolate attraverso il contante, ben oltre P80 per cento del
controvalore totale, rispetto agli altri principali Paesi europei, dove non si supera il 60 per cento;
a livello europeo, l'Unione europea ha approvato, ad oggi, la direttiva sui sistemi di pagamento del 2007 (2007/64/CE), anche nota
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come PSD – Payment services directive, che definisce un quadro giuridico comunitario per i servizi di pagamento elettronici e quella
sulla moneta elettronica del 2009 (2009/110/CE), concernente l'avvio, l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'attività degli istituti di
moneta elettronica; la direttiva PSD è stata recepita nell'ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 11 del 2010, la seconda
direttiva con il decreto legislativo n. 45 del 2012: entrambe le direttive non prendono in considerazione gli aspetti di policy legati agli
obiettivi di diffusione degli strumenti di pagamento elettronico, limitandosi agli aspetti formali legati alla armonizzazione finanziaria
della disciplina dei relativi mercati di riferimento, lasciando ampie possibilità di deroga ai singoli Stati membri; il quadro normativo
comunitario mantiene margini confusi e criticità tali da aver indotto la Commissione europea ad elaborare e a pubblicare il 24 luglio
2013 un pacchetto di proposte (COM (2013)547 def.) per facilitare l'uso dei pagamenti via Internet, che aggiorna le disposizioni delle
citate direttive sui sistemi di pagamento (2007/64/CE) e sulla moneta elettronica (2009/110/CE);
il 3 aprile 2014 il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura una proposta di regolamento che prevede un tetto sulle
commissioni interbancarie con carte di credito e di debito (interchange fee) dello 0,2 per cento della transazione per le carte di debito
e dello 0,3 per cento della transazione per le carte di credito; per i primi 22 mesi il tale tetto alle commissioni sarà in vigore solo per
le transazioni internazionali, successivamente, entro due anni dalla data di pubblicazione del provvedimento, entrerà in vigore anche
per quelle domestiche;
secondo la relazione allegata alla proposta della Commissione europea, il calo dell’interchange fee dovrebbe ridurre i costi a carico
dei commercianti di circa sei miliardi di euro all'anno e rilanciare l'uso del pagamento elettronico; attualmente, la commissione
pagata dalla banca del commerciante alla banca del consumatore, può essere addirittura pari all'1,5 per cento del totale della
transazione; si calcola che la media europea sia dello 0,9 per cento;
la maggiore diffusione degli strumenti di moneta elettronica rappresenta inoltre un elemento imprescindibile per lo sviluppo del
commercio elettronico e dei servizi online, il quale a sua volta può costituire un notevole elemento di crescita e di modernizzazione
del Paese, in primo luogo sotto il profilo economico ed occupazionali, ma anche sotto quello sociale;
appare necessario colmare in Italia il ritardo tecnologico e infrastrutturale che attualmente penalizza i consumatori e le imprese
italiane rispetto all'accesso alla banda larga, costituendo un freno allo sviluppo e agli investimenti produttivi nel settore;
in tale contesto si inseriscono le iniziative con la quale la Commissione europea ha indicato una serie di azioni concrete volte a
raddoppiare entro il 2015 la quota di e-commerce delle vendite al dettaglio, nonché la percentuale del PIL europeo complessivo
prodotto dall'economia online,
impegnano il Governo:
a proseguire celermente nelle convocazione e nella tenuta dei tavoli tecnici presso il Ministero dello sviluppo economico, al fine di
promuovere accordi fra sistema bancario e le associazioni imprenditoriali, volti all'abbattimento dei costi di gestione dei POS,
prevedendo anche forme di defiscalizzazione degli oneri connessi all'installazione ed alla gestione dei dispositivi sotto forma di
credito d'imposta;
a prevedere l'innalzamento dell'importo minimo oltre il quale si applica l'obbligo di accettare pagamenti elettronici (50 euro) o
l'esclusione temporanea dal provvedimento dei settori di attività a basso margine di redditività, individuati attraverso apposito tavolo
cui partecipino il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'economia e delle finanze e le parti sociali;
ad assumere iniziative volte a incrementare la trasparenza delle diverse proposte commerciali delle banche, anche attraverso la
pubblicizzazione dei valori della commissioni interbancarie della diverse banche e sviluppando un indice sintetico di costo che
consenta agli operatori una facile comparazione delle diverse offerte;
a dare attuazione, nell'ambito della riforma del sistema fiscale, al principio di delega stabilito dall'articolo 9, comma 1, lettera f), della
legge n. 23 del 2014, con particolare attenzione alle forme incentivanti l'utilizzo della moneta elettronica;
a verificare lo stato della diffusione dei POS presso le pubbliche amministrazioni;
a provvedere a tenere costantemente e tempestivamente informate le commissioni parlamentari competenti sugli sviluppi dei tavoli
di lavoro presso il Ministero dello sviluppo economico sull'andamento del monitoraggio degli effetti del decreto sul mercato, sia in
termini di volumi sia di prezzi;
a definire e attuare ogni utile iniziativa per sostenere e diffondere le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, allo scopo di
sfruttarne al meglio il potenziale di sviluppo, superando il cosiddetto digital divide e ponendo le imprese e i cittadini nelle condizioni
di utilizzare appieno e in condizioni di parità sull'intero territorio nazionale tutte le possibilità, non solo economiche, ma anche sociali,
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informative e culturali, offerte da Internet;
ad accompagnare e sostenere le imprese, in particolare le piccole e medie imprese, in quel processo di crescita dimensionale e di
modernizzazione produttiva, tecnologica e organizzativa, che costituisce una condizione importante per consentire loro di operare e
competere efficacemente sui mercati online;
a sostenere in particolare lo sviluppo dell’e-commerce, in una prospettiva di innovazione, sostegno alla crescita economica e la
competitività, superando i ritardi che ancora caratterizzano, anche sotto questo aspetto, il tessuto economico nazionale;
a rafforzare i sistemi di contrasto delle frodi telematiche nel settore dell’e-commerce, assicurando ai consumatori un più elevato
livello di sicurezza, con specifica attenzione ai profili di trasparenza e chiarezza delle informazioni commerciali, alla garanzia dei
prodotti venduti e dei servizi offerti. (7-00465) «Capezzone, Abrignani, Sandra Savino, Polidori, Laffranco, Marti».
CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 dicembre 2015
Commissioni Riunite (VI e X)
RISOLUZIONI
Mercoledì 16 dicembre 2015. — Presidenza del presidente della X Commissione Ettore Guglielmo EPIFANI. – Interviene il
Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti.
La seduta comincia alle 13.40.
7-00391 Alberti: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e
misure a sostegno del commercio elettronico.
7-00433 Causi: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e
misure a sostegno del commercio elettronico.
7-00465 Capezzone: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e
misure a sostegno del commercio elettronico.
(Discussione congiunta e rinvio).
Le Commissioni riunite iniziano la discussione congiunta delle risoluzioni.
Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, ricorda che le Commissioni riunite hanno già svolto un ampio ciclo di audizioni sulle risoluzioni,
senza peraltro averne ancora iniziato la discussione congiunta.
Daniele PESCO (M5S), illustra la risoluzione, di cui è cofirmatario, la quale è stata riformulata dal presentatore, al fine di tener conto
del tempo intercorso dalla sua presentazione (vedi allegato 2).
In primo luogo evidenzia come l'atto di indirizzo sottoponga al Governo la questione relativa alla revisione della disciplina
concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.
In tale ambito, ricorda innanzitutto che l'articolo 15, comma 4, del decreto-legge n. 179 del 2012 ha stabilito che, a decorrere dal
1o gennaio 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti
ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Rammenta inoltre come, al fine di consentire alla platea degli
interessati di adeguarsi all'obbligo di dotarsi di strumenti per i pagamenti mediante carta di debito (POS), con l'articolo 9, comma 15bis del decreto-legge n. 150 del 2013 è stata prorogata la decorrenza dell'obbligo al 30 giugno 2014 e che, successivamente, con
decreto del Ministero dello sviluppo economico 24 gennaio 2014, sono stati definiti gli ambiti di applicazione prevedendo l'obbligo di
accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per tutti i pagamenti di importo superiore a trenta euro.
Sottolinea quindi come l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito imponga costi organizzativi ed economici
connessi al doversi dotare di un POS (tecnologia di accettazione multipla di strumenti di pagamento) e come questa imposizione
risulti vessatoria per tutti i professionisti e le imprese italiane ai quali vengono imposte spese obbligatorie facilmente evitabili
attraverso altri strumenti quali, ad esempio, il bonifico elettronico e gli assegni bancari, i quali garantiscono gli stessi livelli di
tracciabilità e di trasparenza per qualsiasi movimento di denaro.
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Si introduce inoltre, obbligatoriamente e ingiustamente, un intermediario, la banca, alla quale viene garantito un introito aggiuntivo a
discapito degli esercenti, nonostante essa non svolga alcun ruolo reale e concreto nel rapporto tra lo stesso e l'utente.
Rileva quindi come l'obbligo di dotazione di un POS generi un'ulteriore spesa fissa aggiuntiva anche per le nuove piccole e medie
imprese (start-up) e come l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito non sia legato al reddito dell'impresa
o del professionista e risulti quindi particolarmente vessatorio per piccole e micro imprese.
Considera pertanto chiaro che la normativa appena descritta abbia provocato lo scontento tra i professionisti e le imprese, obbligate
a dotarsi di POS e ad accettare i pagamenti effettuati con bancomat. In tale quadro, premessa l'importanza della diffusione della
moneta elettronica, anche sotto l'aspetto del mercato e-commerce in Italia il quale, secondo le stime attese, nel 2013, ha raggiunto
gli 11 miliardi di euro, ritiene sia più che mai importante e urgente concedere l'opportunità di effettuare la connessione a internet
mediante l'infrastruttura telematica a «banda larga», anche al fine di poter usufruire, in modo conveniente e rapido, nonché
attraverso un prodotto di qualità, di tutti i servizi che si sono sviluppati in rete (dall’e-government, all’e-business, all’e-commerce,
all’e-learning e all’e-health).
Al riguardo, nel rammentare come gli operatori italiani, nonostante gli elevati livelli raggiunti in termini di attrattività e di qualità dei
prodotti, presentino ancora molte difficoltà nell'approcciare mercati europei ed internazionali a causa della mancanza del knowhowspecifico relativamente a sistemi di pagamento, logistica, distributiva, abitudini/comportamenti di acquisto,
comunicazione online, la risoluzione impegna il Governo ad assumere ogni iniziativa normativa necessaria al fine di:
a)predisporre misure di monitoraggio preposte ad accertare le eventuali violazioni delle disposizioni nazionali ed europee a tutela dei
consumatori da parte delle azione nell'uso e nella gestione dei servizi relativi all’e-commerce;
b)rafforzare lo sviluppo del commercio elettronico promuovendo: la nascita di distretti industriali dotati di banda larga adeguati ai
diversi livelli dibusiness; la formazione delle imprese, anche mediante sinergie tra università ed associazioni di categoria; le
certificazioni Netcomm (Consorzio del commercio elettronico che garantisce l'affidabilità del sito e-commerce, cosiddetto «bollino
blu»);
c)promuovere la realizzazione delle misure previste dall'Agenda digitale europea preposte al contrasto deldigital divide che di fatto
frena la diffusione dell’e-commerce;
d)escludere dall'obbligo di dotazione di strumenti di pagamento mediante POS tutte le nuove attività per un periodo non inferiore a
due anni;
e)prevedere che, per i professionisti, le ditte individuali, le micro e piccole imprese, ogni genere di costo o commissione derivanti
dall'obbligo di accettare pagamenti mediante POS sia a carico delle banche;
f)ridurre il costo delle commissioni per le transazioni effettuate mediante l'utilizzo del POS introducendo un limite massimo pari a 7
millesimi nell'ipotesi di transazioni effettuate con carte di debito e a 1 centesimo nell'ipotesi di transazioni effettuate con carte di
credito.
Il Sottosegretario Enrico ZANETTI ritiene indispensabile svolgere un approfondimento sul contenuto delle risoluzioni discusse
congiuntamente, prima di poter esprimere su di esse una compiuta valutazione. In tale contesto ricorda come, con riferimento a tali
questioni, nel corso dell'esame in sede referente del disegno di legge di stabilità sia stato approvato l'emendamento Boccadutri
46.28, il quale prevede l'emanazione di un decreto ministeriale volto a definire le commissioni interbancarie per le operazioni di
pagamento effettuate tramite carta di debito, in conformità alla disciplina recata dal regolamento UE in materia, stabilendo inoltre un
meccanismo sanzionatorio in merito alla violazione dell'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito. Evidenzia quindi
come le norme contenute nella predetta proposta emendativa si pongano nella medesima direzione delle risoluzioni in discussione.
Girolamo PISANO (M5S), con riferimento alla risoluzione 7-00433 Causi, rileva come gli impegni in essa contenuti risultino forse
eccessivamente ampi, estendendosi anche a questioni che a suo giudizio esulano dalla tematica specifica affrontata dagli atti di
indirizzo. Rileva, inoltre, come alcune delle proposte in essa contenute, quali l'incentivazione della possibilità per gli utenti di
effettuare i pagamenti on line, nonché la realizzazione di una campagna di comunicazione istituzionale sui benefici sociali dell'utilizzo
della moneta elettronica, rischino di attribuire, attraverso l'uso di risorse pubbliche, un vantaggio improprio alle banche, che si
avvarranno delle commissioni sui pagamenti attraverso gli strumenti di moneta elettronica. Sottolinea inoltre come l'incentivazione
degli acquisti on line possa finire per incrementare il giro d'affari di soggetti operanti all'estero, spesso in paradisi fiscali, a scapito
dunque degli interessi dell'Erario.
Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, propone di rinviare il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni ad una seduta da
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convocare alla ripresa dei lavori parlamentari dopo l'aggiornamento per le festività di fine anno, nella prospettiva di concluderne la
discussione in tempi ragionevolmente brevi.
Maurizio BERNARDO, presidente della VI Commissione, concorda con la proposta del Presidente Epifani, ritenendo necessario
approfondire il contenuto, molto articolato, delle risoluzioni in discussione, le quali presentano molti profili a suo giudizio condivisibili.
Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra
seduta.
La seduta termina alle 14.15.
Risoluzione n. 7-00391 Alberti: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte
di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.
TESTO RIFORMULATO DELLA RISOLUZIONE
Le Commissioni VI e X,
premesso che:
l'articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012,
n. 221, ha stabilito che a decorrere dal 1o gennaio 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di
servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito;
al fine di consentire alla platea degli interessati di adeguarsi all'obbligo di dotarsi di strumenti per i pagamenti mediante carta di
debito (POS), con l'articolo 9, comma 15-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150, è stata prorogata la decorrenza
dell'obbligo al 30 giugno 2014;
successivamente, con decreto del Ministero dello sviluppo economico 24 gennaio 2014, sono stati definiti gli ambiti di applicazione
prevedendo l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per tutti i pagamenti di importo superiore a trenta
euro;
il comma 2 dell'articolo 2 dello stesso decreto, visti gli effetti della norma e dato il numero dei soggetti destinatari delle disposizioni,
ritenuto di dover individuare dei criteri di gradualità e sostenibilità per l'applicazione di questa imposizione, prevede che in sede di
prima applicazione, e fino al 30 giugno 2014, l'obbligo si applichi limitatamente ai pagamenti effettuati a favore dei soggetti esercenti
il cui fatturato dell'anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia superiore a duecentomila euro;
la data del 30 giugno 2014 indicata nel predetto comma 2 dell'articolo 2 coincide con quella per cui l'obbligo di dotazione è già
previsto per tutte le categorie, dal decreto-legge a cui lo stesso fa riferimento (decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179);
la finalità dello stesso comma 2 è prevedere una agevolazione che rimandi temporalmente l'obbligo di dotazione per una determinata
fascia di reddito e per questo motivo si deve intervenire posticipando il termine di almeno sei mesi;
l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito impone costi organizzativi ed economici connessi al doversi
dotare di un POS (tecnologia di accettazione multipla di strumenti di pagamento);
questa imposizione risulta vessatoria per tutti i professionisti e le imprese italiane, ai quali vengono imposte spese obbligatorie
facilmente evitabili attraverso altri strumenti, quali ad esempio il bonifico elettronico e assegni bancari, strumenti che garantiscono
gli stessi livelli di tracciabilità e di trasparenza per qualsiasi movimento di denaro;
si introduce obbligatoriamente e ingiustamente un intermediario, la banca, alla quale viene garantito un introito aggiuntivo a
discapito degli esercenti, pur non svolgendo alcun ruolo reale e concreto nel rapporto tra lo stesso e l'utente;
l'obbligo di dotazione di un POS genera un'ulteriore spesa fissa aggiuntiva anche per le nuove piccole e medie imprese (start-up);
l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito non è legato al reddito dell'impresa o del professionista e quindi
risulta particolarmente vessatorio per piccole e micro imprese;
è considerata scorretta la pratica commerciale che richieda un sovrapprezzo dei costi per il completamento di una transazione
elettronica con un fornitore di beni o servizi, ai sensi dell'articolo 21, comma 4-bis, del codice del consumo, di cui al decreto
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legislativo 6 settembre 2005, n. 206, come modificato dall'articolo 15, comma 5-quater, del sopracitato decreto-legge 18 ottobre
2012, n. 179;
il comma 5 dell'articolo 15 dello stesso decreto-legge n. 179 del 2012 prevede che, con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo
economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, vengano disciplinati gli eventuali importi
minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui sopra;
è chiaro che la normativa su descritta ha provocato lo scontento tra i professionisti e le imprese cui toccherà, dal 30 giugno, dotarsi di
POS e accettare i pagamenti effettuati con bancomat;
la diffusione della moneta elettronica è importante anche sotto l'aspetto del mercato e-commerce in Italia, secondo le stime attese,
nel 2013, ha raggiunto gli 11 miliardi di euro, determinando un aumento di competitività sui prezzi dei prodotti a vantaggio dei
clienti;
mai come oggi appare importante ed urgente concedere l'opportunità di effettuare la connessione ad internet mediante
l'infrastruttura telematica a «banda larga», e ciò al fine di poter usufruire, in modo conveniente e rapido, ma anche attraverso un
prodotto di qualità, di tutti i servizi che si sono sviluppati in rete (dall’e-government, all’e-business, all’e-commerce, all’e-learning e
all’e-health);
gli operatori italiani, nonostante gli elevati livelli raggiunti in termini di attrattività e di qualità dei prodotti, presentano ancora molte
difficoltà nell'approcciare mercati europei ed internazionali a causa della mancanza del know-how specifico relativamente a sistemi di
pagamento, logistica, distributiva, abitudini/comportamenti di acquisto, comunicazione online,
impegnano il Governo:
ad assumere ogni iniziativa normativa necessaria al fine di:
1. a)predisporre misure di monitoraggio preposte ad accertare le eventuali violazioni delle disposizioni nazionali ed europee a
tutela dei consumatori da parte delle azione nell'uso e nella gestione dei servizi relativi all’e-commerce;
2. b)rafforzare lo sviluppo del commercio elettronico promuovendo:
1) la nascita di distretti industriali dotati di banda larga adeguati ai diversi livelli dibusiness;
2) la formazione delle imprese, anche mediante sinergie tra università ed associazioni di categoria;
3) le certificazioni Netcomm (Consorzio del commercio elettronico che garantisce l'affidabilità del sito e-commerce, cosiddetto
«bollino blu»);
c)promuovere la realizzazione delle misure previste dall'Agenda digitale europea preposte al contrasto deldigital divide che di fatto
frena la diffusione dell'e-commerce;
d)escludere dall'obbligo di dotazione di strumenti di pagamento mediante POS tutte le nuove attività per un periodo non inferiore a
due anni;
e)prevedere che, per i professionisti, le ditte individuali, le micro e piccole imprese, ogni genere di costo o commissione derivanti
dall'obbligo di accettare pagamenti mediante POS sia a carico delle banche;
f)ridurre il costo delle commissioni per le transazioni effettuate mediante l'utilizzo del POS introducendo un limite massimo pari a:
1) 7 millesimi nell'ipotesi di transazioni effettuate con carte di debito;
2) 1 centesimo nell'ipotesi di transazioni effettuate con carte di credito. (7-00391)
«Alberti, Barbanti, Villarosa, Cancelleri, Ruocco, Pisano, Pesco, Crippa, Da Villa, Vallascas, Della Valle, Fantinati, Mucci, Petraroli,
Prodani».
Risoluzioni su pagamenti mediante carte di debito - VI e X - Seguito discussione e rinvio del 20 gennaio 2016
Risoluzioni su pagamenti mediante carte di debito - VI e X - Seguito discussione e rinvio del 27 gennaio 2016
Risoluzioni sulle carte di debito - VI e X - Seguito discussione e conclusione del 3 febbraio 2016
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Risoluzioni sulla revisione della disciplina concernente l’obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio
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