Monza Più - Monza Club

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Monza Più - Monza Club
Anno VIII - n.57 Settembre 2010
Mensile di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza
Anno VIII - n.57 Settembre 2010 - Euro 5
MONZACLUB
La rivista della nuova Provincia
n.
57
CARLO EDOARDO
VALLI
La Brianza
in vetta all’Aci
FOCUS
Gp d’Italia 2010
Fuoco alle polveri
WHAT’S ON
Apa Confartigianato
Una rete anti crisi
Carbon Business Special Edition
CARBON BUSINESS COLLECTION
MONZA YOUNG
Luca Caldirola
Una promessa
in trasferta
MONZACLUB
PASSIONI
New York
Vista… dall’interno
Carbon Business 24h
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La Carbon Business Collection si caratterizza per il design elegante e i forti contenuti tecnici.
Tutti i prodotti della linea sono realizzati con sottili lamine di fibra di carbonio
(4/10 di millimetro) cucite con pelli selezionate mediante filo di kevlar. Le minuterie sono in ergal ricavato dal pieno come i dettagli alleggeriti dei mezzi da
competizione.
Il carbonio viene utilizzato per la sua elasticita’ e resistenza. Il risultato é un
prodotto tecnicamente evoluto in cui il carbonio diventa un telaio leggero, in
grado di dare rigidita‘ alla struttura ma che allo stesso tempo garantisce elasticita’
e quindi comfort.
I prodotti della linea carbon business sono interamente Made in Italy e possono
essere personalizzati su richiesta.
Aznom Srl - Monza
+39 - 039. 471721
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aznom.com
Anno VIII - n.57 Settembre 2010
Mensile di attualità, cultura e politica di Monza e Brianza
Anno VIII - n.57 Settembre 2010 - Euro 5
MONZACLUB
La rivista della nuova Provincia
n.
57
CARLO EDOARDO
VALLI
La Brianza
in vetta all’Aci
FOCUS
Gp d’Italia 2010
Fuoco alle polveri
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Luca Caldirola
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Nuova Audi A1.
Da settembre in anteprima
presso il nostro showroom
Gran Premio d’Italia 2010
La passione continua...
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EDITORIALE
Formula Uno
Recuperiamo la magia
di Simona Calvi
P
iaccia o non piaccia settembre,
a Monza, è il mese del Gran
premio. A chi proviene da fuori
potrà anche sembrare bizzarro
che una città possa identificarsi
così strettamente con un evento sportivo.
Eppure per i monzesi l’arrivo del circus iridato
è sempre stato molto di più che qualche giorno
sul calendario. La settimana del Gp rappresenta
uno spartiacque. Fra la fine delle vacanze
e l’inizio della scuola, fra il termine delle ferie
e il rientro in ufficio, fra la chiusura
e la riapertura della stagione politica.
Quest’ultima, anzi, proprio nei corridoi
dell’Autodromo ricomincia a “carburare” prima
del ritorno in aula. Per chi, come me, a Monza
ci è nata e ci vive, il Gran premio è stato,
soprattutto negli anni dell’adolescenza,
un momento quasi epico. Preparativi, strategie,
il piano perfetto per aggirare gli ostacoli
e conquistare il “fortino”. Lo confesso con
candore: il piano stava tutto nell’idea di riuscire
ad intrufolarsi senza pagare il biglietto.
In modo rocambolesco e avventuroso,
alla Diabolik. Non c’è bisogno di dire
che gli astutissimi progetti si concludevano
inesorabilmente la domenica sul divano di casa.
Incollati alla tv per seguire la gara e subito
dopo affacciati alla finestra a guardare uno dopo
l’altro gli elicotteri che sfilavano sopra la città.
A suo modo era comunque un segno.
Anche quell’anno poteva iniziare come sempre.
Da allora devo ammettere che molto è cambiato,
ma non solo per una questione anagrafica.
Alcuni scandali hanno incrinato l’immagine
della Formula Uno e il peso del business
ha contribuito a disamorare una parte cospicua
di tifosi. Anche monzesi. Onestamente, devo
dire che non mi ha del tutto stupito l’assenza
di una mobilitazione cittadina di massa
in merito all’eventualità che il Gran premio
si sposti a Roma. Oggi sappiamo (o così
ci hanno detto) che quello della Capitale,
se mai partirà, sarà un evento alternativo
rispetto al Gp d’Italia. E sia. Tuttavia non
c’è grande preoccupazione fra la gente comune.
Quasi un problema in meno. Viene da chiedersi
quali siano i motivi. Me ne vengono in mente
alcuni, non per forza in ordine di importanza.
L’assenza di grandi sfide sportive e di grandi
protagonisti. Chi non ricorda i duelli fra Senna
e Prost in McLaren? Le nuove regole e la logica
della “magnificenza” che hanno escluso alcuni
piccoli, ma gloriosi team anche italiani.
La lontananza siderale di piloti, team manager
e via dicendo dal popolo dei tifosi.
Oggi, a meno di non essere dotati di superpoteri,
è praticamente impossibile pensare
di avvicinarsi ad uno dei propri idoli.
La “gabbia dorata” costruita di anno in anno
da Bernie Ecclestone altro non è che una gabbia
e temo che i monzesi se ne siano accorti.
Il Gran premio ha perso la sua aria di festa
cittadina, di evento un po’ magico e un po’
avventuroso per trasformarsi in una “splendida
cornice” (lo dico nell’accezione peggiore
e più abusata dal termine) dove a sfilare sono
soprattutto vip, o presunti tali, politici e addetti
ai lavori. Credo che recuperare il senso perduto
di questo appuntamento gioverebbe molto
di più che non continuare a discutere
se e quando faranno il Gran premio a Roma.
Il problema non è se lo faranno, ma in quel caso
Monza, intesa come città, avrà voglia di dare
battaglia?
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N.57
M
C
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e pesce
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Tel. 039/5961872
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Prezzo di copertina: 5 euro
DIRETTORE
RESPONSABILE
Simona Calvi
SEGRETERIA
DI REDAZIONE
Chiara Bramati
57
oni
it
u
B
letti
r
o
B
Ilaria
Dalla solidarietà al
mecenatismo passando
dalla tutela del paesaggio.
Ilaria Borletti Buitoni è da
un anno alla guida del Fondo
ambiente italiano. E in questa
veste ha scelto Villa Reale
come suo luogo del cuore.
Di recente l’ha anche visitata
in compagnia del sindaco
Marco Mariani. A Monza Club racconta
il suo legame con l’ex dimora
sabauda e spiega perché
un tesoro come questo non
può e non deve andare
perduto. Tra i progetti che
vorrebbe mettere in campo
per la Villa c’è anche quello
di realizzare proprio
qui la sede della Scuola
europea del paesaggio.
HANNO COLLABORATO
Raffaele Pozzi (caporedattore)
Francesca Barzaghi
Chiara Bramati
Albertina Colombo
Marco Dozio
Arianna Giovenzana
Greta La Rocca
Benedetta Trabattoni
Pier Attilio Trivulzio
GRAFICA
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Via A. Volta, 94 - Desio
Tel. 0362/306929
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FOTOGRAFIE
Marco Brioschi
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Monza Club
Piazza Carrobiolo, 5
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e-mail
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STAMPA
D’Auria Printing spa
www.dauriagroup.com
Periodico registrato presso il
Tribunale di Milano al n.242 Registro stampa periodica
N.48
N.57
M
C
3
TEMPO LIBERO
Monza Estate
Le stelle della musica
nel cielo di Villa Reale
12
24
Il Gran Premio d’Italia scalda i motori
Tutte le novità della settimana più calda dell’anno
32
43
MonzaPiù
Sette giorni
di divertimento
e di grandi eventi
Intervista a Bruno Senna.
Il nipote del grande Ayrton
prova a seguire le orme dello zio
SOMMARIO
WHAT’S ON
8 - Flash
12 - Monza Estate
Una musica può fare...
15 - Apa Confartigianato
Quando la rete si tesse al tavolo
20 - Sporting Club
White is white
24 - Gran Premio d’Italia
Brividi in pole position
28 - Amarcord
Profumi... e bolidi
30 - Tutti i piloti del circus
32 - Bruno Senna
Il mito torna in pista
34 - Autodromo
Oltre le corse c’è di più
38 - Come arrivare al Gp
4
M
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N.57
68
40 - MIA
Un made in Brianza mondiale
43 - Monza Più
Pronti, partenza... via!
44 - Monza Più
Il programma
degli eventi
PROTAGONISTI
46 - Carlo Edoardo Valli
La Brianza in vetta all’Aci
52 - Enrico Radaelli
Amici... non solo dell’Autodromo
57 - Ilaria Borletti Buitoni
Una lady per l’Ambiente
62 - Angelo Moratti e Roberta Armani
Attenti a quei due
Luca Caldirola
Promessa del calcio
alla conquista
dell’Olanda
TEMPO LIBERO
46
Carlo Valli
neo presidente
di Aci Milano
ci racconta
i suoi progetti
62
Vip per caso, impegnati nel sociale per vocazione.
Angelo Moratti e Roberta Armani sono le anime di Special Olympics
86
New York
e i suoi interni.
Un viaggio suggestivo
attraverso l’obiettivo
di Susanna Pozzoli
La Compagnia
delle Opere
di Monza e
Brianza.
Una realtà da
1.300 aziende
76
MONZA YOUNG
68 - Luca Caldirola
Il cuore nel pallone
71 - Bel&Bel
72 - Margherita Premuroso
La Playstation?
Sono io!
74 - Elena Prette
Un talento
da copertina
PASSIONI
86 - Susanna Pozzoli
She’s on the block
90 - Teatro Licinium
La magia sul palco
BRIANZA CLUB
76 - Pietro Paraboni
L’investimento
più sicuro?
La persona
79 - Luigi Filocca
Il presente si chiama Cohousing
83 - Carlo Casagrande
Una «centrifuga» di idee
IL CONSULENTE
98 - Assicurazioni
99 - Lavoro
100 - Legale
FASHION
94 - Crisi del fashion biz
e Understatement:
a caccia della qualità
TEMPO LIBERO
6 - Chi sale
102 - Dove&Come
103 - Mostre&Eventi
104 - Oroscopo
94
Bottega Veneta
Un valore
oltre la crisi
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TEMPO LIBERO
Chi sale
L’imprenditoria per questo mese la fa da padrone con due nomine nuove di zecca.
Un neo vicepresidente per Camera di Commercio e un pres per la Piccola Industria
a cura della redazione
G
iuseppe Meregalli
Il brindisi, nel suo caso, è quasi scontato. Giuseppe
Meregalli, titolare dell’omonima azienda monzese
specializzata nell’import - export di grandi vini, dallo scorso luglio
è il nuovo vicepresidente della Camera di Commercio di Monza
e Brianza. Ha preso il posto di Luigi Nardi, dimessosi il 27 aprile.
Classe ’40, ma soprattutto classe da vendere, Meregalli è da sempre
uno dei punti di riferimento per gli appassionati e gli intenditori del
settore. Alla guida, insieme al figlio Marcello, dell’azienda di famiglia,
è presidente del Cda della Ceppo s.a. - Meregalli France e della
Meregalli Suisse s.a., oltre ad essere consigliere della Vino è Arte srl
e presidente di Silvarte srl, quest’ultima specializzata nel settore della
ristorazione. Un 2010 ricco di soddisfazioni, visto che da quest’anno
ricopre anche la carica di presidente dell’Unione commercianti
di Monza e Circondario. Il suo nome per la vicepresidenza di Camera
di Commercio, che era stato proposto dal presidente Carlo Valli,
ha ottenuto il consenso unanime dell’assemblea.
A
lessio Barbazza
Cambio della guardia al vertice del Comitato Piccola Industria
di Confindustria Monza e Brianza. Lascia Ambra Redaelli
ed entra Alessio Barbazza. Giovane, solo 38 anni, amministratore delegato
di Magazzini Generali della Brianza Spa, società di logistica con sede
a Concorezzo, Barbazza è stato scelto dall’assemblea degli imprenditori
titolari di aziende fino a 100 dipendenti per reggere il timone per il biennio
2010 - 2011. «Il mondo delle piccole imprese - ha osservato il neo presidente
- raccoglie realtà profondamente diverse: per dimensioni, per modalità
di funzionamento, per stile imprenditoriale. Nel corso del mio mandato,
vorrei avvicinare l’Associazione a questi diversi segmenti di impresa,
realizzando servizi e iniziative mirati ai bisogni specifici delle microimprese,
delle piccole, delle quasi medie per sostenerle in un processo
di rafforzamento e di crescita quanto mai necessario in questa fase
di possibile definitiva uscita dalla crisi, puntando anche all’obiettivo generale
dell’innalzamento della competitività complessiva del sistema Brianza».
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M
C
N.57
presenta
11
Mario
sabato
SETTEMBRE
live in concert
BIONDI
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PREVENDITA DAL 9 LUGLIO 2010 SU: TICKETONE, GREENTICKET, VIVATICKET, TICKET.IT E PRESSO PROMONZA PIAZZA CARDUCCI, MONZA
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WHAT’S ON
Un'estate da veri giallisti
Dal caso della mozzarella blu all'espulsione di due marocchini assolti dall'accusa di terrorismo.
Ma è dallo sport che arriva qualche bella soddisfazione con ciclismo e motociclismo
a cura della redazione
La Passione per il delitto
Una sfida…da brivido
La nona edizione del festival di narrativa poliziesca,
La Passione per il delitto, evento che si svolge ogni anno
nella cornice di Villa Greppi a Monticello Brianza
con la partecipazione di alcuni dei migliori narratori del genere
italiani e internazionali, scalda i motori con l’iniziativa “Crime
Story Slam”. Letteralmente una gara a tempo dedicata a brevi
racconti gialli. Ogni autore, secondo il regolamento, dovrà
presentare una composizione originale con cui “battersi”
direttamente sul palco. Il testo non dovrà superare i 5 minuti
di lettura e il tempo sarà cronometrato. Sono previste
anche delle penali per chi supererà il limite stabilito
con la decurtazione dei punti. Ogni autore potrà arricchire
la propria esibizione con musica o soluzioni sceniche.
La giuria, che decreterà il nome del vincitore, è composta
di sette membri tra cui due rappresentanti del festival e due
tra scrittori, giornalisti e critici letterari che entro il 25 settembre selezioneranno i 15 finalisti
del "Crime Story Slam". Questi ultimi parteciperanno domenica 10 ottobre all’ultima giornata
del festival La Passione per il delitto. La classifica dei finalisti apparirà entro il 28 settembre
sul blog del festival. Per la finalissima, però, non conterà soltanto il giudizio della critica, ma quello
del pubblico selezionato a sorteggio. Sarà quest’ultimo, infatti, a valutare i lavori dei finalisti fino
a scegliere i tre migliori racconti. Per i vincitori sono previsti premi in libri e omaggi, oltre
alla pubblicazione dell’opera sul sito del festival. Per informazioni è possibile visitare il sito
de La Passione per il delitto all’indirizzo www.lapassioneperildelitto.it.
Arsenio Lupin colpisce in biblioteca
Un furto degno di Arsenio Lupin, vittima la biblioteca civica di Trezzo sull’Adda dove a metà agosto
un ladro sconosciuto è riuscito ad intrufolarsi e a sottrarre un dipinto della seconda metà del Settecento
raffigurante una marina con faro. Il quadro ha un valore stimato intorno ai 50mila euro e da tempo
si trovava custodito all’interno della sala di lettura. L’episodio
è accaduto nella notte, complice non soltanto il buio, ma anche
la posizione un po’ defilata dell’immobile. Il ladro è riuscito
ad impadronirsi facilmente del quadro e ha tentato con ogni
probabilità di rubare anche una specchiera in stile barocco situata
nell’atrio. Non riuscendo nell’impresa, ha desistito, causando però
dei gravi danneggiamenti alla specchiera stessa. L’Amministrazione
è corsa ai ripari, ma la preoccupazione rimane visto che si tratta
del terzo episodio avvenuto nel giro di pochi mesi.
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WHAT’S ON
Assolti per terrorismo La mozzarella?
Espulsi per motivi
Era una
«bufala»
di sicurezza
Si è conclusa con l’espulsione la vicenda di Abdelkader
Ghafir e Rachid Ilhami, i due marocchini residenti in Brianza
che lo scorso 16 luglio erano stati assolti dalla Corte d’Assise
di Monza dall’accusa di terrorismo internazionale
(per Ilhami è scattata una condanna ad un anno e sette mesi
per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina).
Il ministro Roberto Maroni ha infatti ritenuto che “per motivi
di sicurezza dello Stato e di prevenzione dal terrorismo”,
i due cittadini dovessero lasciare al più presto il nostro
Paese in base alla stessa sentenza di proscioglimento che,
nonostante il riconoscimento dell’estraneità dei due imputati
ad atti di terrorismo, ne sottolineava la “pericolosità sociale”
disponendo due anni di libertà vigilata. Il legale di Ghafir,
Barbara Manara, ha già ipotizzato la possibilità di impugnare
il provvedimento del ministero. L’arresto dei due risale
al 2008 quando da alcune intercettazioni erano emersi
elementi che lasciavano immaginare un’attività terroristica.
In particolare i due parlavano di progetti di attentati
che avrebbero colpito anche la Brianza. Supermercati,
caserme dei carabinieri, locali pubblici. Inoltre dalle
perquisizioni era emersa la presenza di materiale
che inneggiava alla guerra santa. Uno dei due arrestati
era anche predicatore del Centro Pace di Macherio.
Dopo l’arresto i due avevano trascorso in carcere il periodo
antecedente al processo, sostenendo di avere sempre parlato
“così per dire”, ma che non vi fosse mai stata l’intenzione
di realizzare tali attentati. Una tesi accolta dalla Corte
d’Assise, ma evidentemente rifiutata dal Ministero che
ha disposto l’imbarco a Malpensa, destinazione Casablanca.
Se la benzina è low cost
Distributori “no logo”: la Brianza per il momento ne conta
soltanto due. È quanto emerso da una ricerca del Codacons
che sul proprio sito internet ha pubblicato una vera e propria
mappa dei distributori di carburante che non fanno capo
a nessuna grossa multinazionale e dove è possibile,
di conseguenza, acquistare benzina a prezzi inferiori con
un risparmio su un pieno che può variare tra i 5 e i 10 euro.
I due distributori si trovano a Villasanta, in via Leonardo
da Vinci e a Carate Brianza lungo la provinciale Monza –
Carate all’altezza di Albiate. Il futuro però potrebbe essere
roseo: a Vimercate, vicino alle Torri Bianche, è infatti in via
di apertura un nuovo distributore.
Più che una mozzarella, una vera bufala.
Il caso estivo della LatBri di Usmate Velate si conclude con un nulla di fatto.
L'azienda, la cui produzione era stata
bloccata dall'Asl lo scorso 19 agosto in
seguito ad una indagine della Procura di
Torino relativa ad un caso di mozzarella
blu, ha infatti ripreso la propria normale
attività. A causare la colorazione blu del
latticino, secondo quanto fatto sapere
dai vertici stessi dell'azienda, sarebbe
stata infatti una incredibile svista.
L'utilizzo, da parte del consumatore che
aveva denunciato il caso, e che aveva poi
spiegato ai magistrati di avere acquistato
il prodotto in un supermercato di
Milano, di un paio di forbici sporche di
inchiostro utilizzate
precedentemente
per attività di
bricolage. Proprio
questo avrebbe in
altre parole colorato
la mozzarella e non, come si era ritenuto
inizialmente, la presenza del batterio
pseudomas fluorescens, l'organismo
alla base degli altri casi di mozzarella
blu segnalati negli scorsi mesi. "Le
verifiche effettuate dalla Asl di Monza
- spiega l'azienda - hanno dimostrato il
pieno rispetto delle normative vigenti"
e l'assenza da ogni prodotto del
batterio incriminato. Il provvedimento
sospensivo del 19 agosto, precisa ancora
la LatBri, era stato motivato da infrazioni
di carattere amministrativo e non
igienico - sanitario. Tirano un sospiro di
sollievo anche i lavoratori che nei giorni
successivi al blocco aveva organizzato
una manifestazione davanti alla sede
di Asl. Proprio Cgil aveva fatto sapere di
non avere mai ricevuto segnalazioni
relative al mancato rispetto
di norme igienico sanitarie.
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WHAT’S ON
L'Agostoni rivede il Ghisallo
A Lissone lo sprint di Gavazzi
I corridori lombardi l’hanno fatta da padrone
alla 64esima edizione della Coppa Ugo Agostoni,
monopolizzando il podio della corsa che da
tradizione è stata inserita nel calendario delle gare
ciclistiche appena dopo il Ferragosto. Partenza
da Monza e arrivo naturalmente a Lissone
per una kermesse che ha fornito utili indicazioni
al commissario tecnico della nazionale italiana
Paolo Bettini in ottica convocazioni per il prossimo
campionato del mondo in Australia. Sono stati 165
i concorrenti al via in rappresentanza di ventuno
squadre. Tante salite da scalare: il Pian del Tivano
il cui GPM è vinto da Marco Cattaneo, il fascino della Ghisallo dove scollina al primo posto
Fortunato Baliani su Pozzovivo e il decisivo Colle Brianza preso d'assalto da un gruppetto
di 25 uomini fra cui Mauro Santambrogio, che passa in prima posizione con 8" su Codol e Tonti.
Nella picchiata verso l’arrivo il gruppo dei battistrada si assottiglia a 20 elementi che di comune
accordo raggiungono Lissone per l'ultimo giro nel centro abitato. Sotto lo striscione dei mille
metri ci prova Tonti, ma i ragazzi della Lampre Farnese Vini “chiudono il buco” in favore
di Francesco Gavazzi. Il valtellinese legge bene gli ultimi 200 metri e per pochi centimetri
piazza la sua ruota davanti a quella di Mauro Santambrogio, che a distanza di 12 mesi
si ritrova ancora sul secondo gradino del podio dell'Agostoni. Terza posizione a Luca
Paolini sul colombiano Rubiano e Bertagnolli.
L'Universitè d'Etè e il futuro del territorio
Cento i giovani protagonisti a Cesano della settima edizione dell’Universitè d’Etè tra il 25 e il 27
agosto. Nella Sala dei Fasti Romani di Palazzo Arese Borromeo, sotto l’alto patronato del Presidente
della Repubblica, in collaborazione con la FEIN (Fondazione Europea IL NIBBIO), si è svolta una tre
giorni dedicata al tema “I giovani e il paesaggio secondo la Convenzione Europea alla vigilia del X°
anniversario della CEP”. È stata proprio la Convenzione europea sul paesaggio, documento adottato
dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000,
ad essere approfondita, con il contributo sia del Comitato Scientifico e dei qualificati relatori durante
le tavole rotonde sia delle numerose ricerche approntate sul territorio dai Comuni firmatari
il protocollo d’intesa dalle Università (Università degli Studi dell’Insubria, Politecnico di Milano-Bovisa,
Università Bocconi). La tre giorni ha evidenziato quanto
sia importante la cultura del paesaggio locale affacciato
sul mondo globalizzato, soprattutto per uscire dalla crisi
contingente. Durante il convegno, in particolare nei diversi
laboratori di approfondimento, si è anche entrati nel merito
delle molteplici iniziative che si stanno predisponendo per
l’importante evento dell’Expo 2015. Un’occasione, quella
dell’Universitè d’Etè, che ha permesso di far comprendere
ai giovani l’importanza della CEP, sensibilizzandoli alla tutela
del territoro in cui vivono.
10
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N.57
WHAT’S ON
Il Mondiale Trial
Le bellezze d'Italia non è utopia
Un brand miliardario per l'Mc Monza
Bellezze artistiche e turismo rappresentano un binomio
inscindibile. Cresce di anno in anno la percentuale
di coloro che alle tradizionali mete di villeggiatura estive
scelgono le città d’arte. Secondo i dati Isnart-Unione delle
Camere di commercio il 7,9 per cento degli italiani in ferie
ad agosto ha optato per la visita culturale. Ma quanto vale
il brand di un singolo monumento del Bel Paese?
Ci ha pensato l’Ufficio studi della Camera di commercio
di Monza e Brianza, all’interno del progetto Eri (Economic
Reputation Index) ad offrire alcune interessanti stime.
Il valore del brand di alcuni tra i monumenti italiani più
noti è stimato in quasi 400 miliardi di euro; un valore
che non riguarda il patrimonio tangibile, ma che è legato
all’immagine, al brand e alla visibilità del marchio.
Per esempio a Roma il brand del Colosseo vale più di 91
miliardi di euro, quello dei Musei Vaticani 90 miliardi
di euro, mentre i 10 milioni di lire stimati da Totò per
la Fontana di Trevi, “trasformati” in ritorno di immagine,
valgono oggi 78 miliardi di euro. Se il brand del Duomo
di Milano vale 82 miliardi, il valore del marchio degli scavi
di Pompei “batte” la basilica di San Marco e gli Uffizi
di Firenze. Arte, ma anche impresa: sono circa 50 infatti
le società che a Milano hanno scelto di inserire nella loro
denominazione “Duomo”. Il valore del brand è stato
calcolato sulla base di 10 parametri di vivacità economica,
socio-culturali ed imprenditoriali, stilando un indice
di valenza turistica (che prende in considerazione il
valore economico
del territorio,
la conoscibilità
del monumento, il
flusso di visitatori
del territorio)
e un indice
di attrattività
economica
(numero di
occupati nel
turismo, il flusso
e la presenza
di stranieri, il valore dell’export). La cultura come
patrimonio da valorizzare per la crescita del territorio
stesso, una sfida se volgiamo lo sguardo
a Expo 2015 e ai benefici che l’evento potrà
rappresentare per la Lombardia.
Nemmeno il tempo di far festa per
il Guinness dei primati conquistato
all’Autodromo di Monza, in occasione
del Festival dello Sport, che il Moto
Club Monza si rituffa nell’ennesima
avventura. Ora il grande sogno del
presidente Giulio Mauri è quello di
riuscire ad organizzare la prova unica
del campionato mondiale trial del
2013. Un obiettivo importante per una
candidatura, quella brianzola, che si sta
rafforzando giorno dopo giorno.
Ultima buona novella in ordine di tempo
è il sostegno ottenuto ufficialmente, nel
corso della Sagra delle Sagre di Pasturo,
dalle amministrazioni locali e dalla
Comunità montana della Valsassina
che dovrà ospitare l’evento. Il progetto
Gran Premio Valsassina 2013 ha dunque
preso il via e nei programmi degli
organizzatori ci sono alcune tappe
di avvicinamento verso la kermesse
iridata. Si partirà con l’organizzazione
di una prova del campionato italiano
Trial il prossimo maggio, da replicare
nel 2012 o addirittura da amplificare
con un Campionato europeo.
Tutto questo prima del 2013, l’anno
che nei sogni di Giulio Mauri sarà quello
del Campionato del mondo.
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WHAT’S ON
Monza Estate D
Una musica
può fare…
L’annuale rassegna che si è svolta
a Villa Reale si riconferma regina
delle serate di luglio
di Arianna Giovenzana
12
M
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N.57
alle sonorità classiche e al tempo
stesso originali di Ludovico Einaudi
e del suo pianoforte, ai suoni rock dei
Jethro Tull passando per le note jazz del celebre
chitarrista Pat Metheny fino ad arrivare ai due
appuntamenti conclusivi con la musica d’autore
di Cristiano De André e la voce inconfondibile
di Carmen Consoli. Le aspettative del pubblico
per l’edizione 2010 di Monza Estate ancora una
volta non sono state deluse. Durante le cinque
serate di luglio, un’immensa platea è stata il cuore
pulsante di un luogo che già da solo meriterebbe
un applauso, Villa Reale. «Nonostante qualche
momento di perplessità iniziale, dovuta alla
particolarità e alla ricercatezza di alcuni sound
che temevo non sarebbero stati apprezzati –
ha raccontato l’assessore Andrea Arbizzoni –
mi sono dovuto piacevolmente ricredere».
Gli spettacoli hanno richiamato l’attenzione
di spettatori di gusti ed età molto differenti
tra di loro. Un totale di circa diecimila presenze
ha confermato la riuscita dell’intera
manifestazione. Ad aggiudicarsi il titolo
dei più attesi la storica rock band dei Jethro Tull.
Il gruppo, che vide l’inizio del suo percorso
artistico già sul finire degli anni Sessanta,
ancora oggi, al seguito del leader e flautista
Ian Anderson, ha fatto rivivere ai nostalgici
della migliore stagione del rock il brivido
dei decenni passati. Straordinario anche
il successo di Cristiano De André: complice
il repertorio del padre Fabrizio, una carrellata
di successi entrati di diritto nella storia della
musica italiana che lo hanno “costretto”
a concedere un meritatissimo bis. Grandi
emozioni, dunque, per una manifestazione che –
insieme al Blues Festival alla sua prima edizione
e con ospiti di straordinario prestigio come
Lou Marini (il mitico sassofonista dei
Blues Brothers) – si conferma appuntamento
immancabile della stagione estiva monzese.
WHAT’S ON
Cristiano De Andrè
ha incantato
il pubblico monzese
reinterpretando
i celebri brani
del padre Fabrizio
La coinvolgente energia
della cantante catanese
Carmen Consoli
N.57
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WHAT’S ON
Note classiche e originali
dal pianoforte
di Ludovico Einaudi
Il jazz protagonista
con il celebre chitarrista
Pat Metheny
14
M
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N.57
WHAT’S ON
Apa Confartigianato
Quando la rete
si tesse al tavolo
All’Autodromo oltre duecento artigiani brianzoli si sono
messi a confronto cercando le soluzioni migliori per dare
vita ad una vera rete contro la recessione
di Marco Dozio
I
tavoli trasformati in scialuppe per vincere
la tempesta della crisi. Navigare in solitudine
non conviene. Due parole, lo sguardo dritto
negli occhi e una stretta di mano. Accordi, intese
tra le aziende, alleanze: l’unica strada per uscire
dal vicolo cieco della recessione. L’ha intuito
il Gruppo giovani di Apa Confartigianato che
a metà luglio ha riunito 240 imprenditori brianzoli
nella Sala Epoca dell’Autodromo di Monza.
Con l’obiettivo pragmatico di “fare rete”:
conoscersi, guardarsi negli occhi e stringere nuovi
patti imprenditoriali con i colleghi arrivati da
tutta la Brianza. Quasi una rivoluzione. In un solo
pomeriggio il grande happening ha generato 30
nuove alleanze professionali. Ed è solo l’inizio.
Perché il progetto Artigianetwork è destinato
a fare scuola. A cambiare mentalità e modalità.
Dalla diffidenza alla collaborazione, dalla lotta
solitaria alla battaglia collettiva. Filippo Berto,
presidente del Gruppo giovani di Apa, ci crede >
N.57
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WHAT’S ON
Nella pagina precedente
l’assessore Martina
Sassoli con il presidente
di Apa giovani
Filippo Berto
In alto Marco Colombo,
presidente nazionale
dei Giovani artigiani;
a lato Gianni Barzaghi,
presidente di Apa
Confartigianato Milano
Monza e Brianza
davvero: «Questo Network è solo il principio
di un percorso che sicuramente porterà a una
nuova concezione del business in Brianza.
Sono state avviate delle alleanze tra artigiani
che mai avrebbero immaginato di trovare
un supporto dai colleghi, spesso considerati
solo come dei concorrenti: serve fare squadra,
realizzare nuovi percorsi imprenditoriali unendo
le forze». Concretezza dunque. Artigianetwork
ha proposto un approccio innovativo: nessun
convegno convenzionale, nessuna relazione
di esperti, niente lezioni teoriche: solo decine
di tavoli con quattro o cinque imprenditori:
“conversazioni guidate” per guardarsi in faccia
e valutare le situazioni di ognuno. «Vogliamo
dare questa indicazione concreta: dalla recessione
si esce trovando le alleanze giuste per collaborare
e rafforzarsi. In passato l’artigiano brianzolo
è sempre stato prevenuto, raramente ha avuto
una reale predisposizione alla collaborazione
con gli altri imprenditori. Da questa premessa
è nata l’idea del tavolo per allacciare nuovi
rapporti. La Brianza ha voglia di superare la crisi:
16
M
C
N.57
mettersi in rete impiegando le nuove tecnologie
è l’unica soluzione» aggiunge Berto, chiaramente
soddisfatto per l’esordio del Network che
dall’Autodromo è migrato su internet, con spazi
di confronto sul sito www.artigianetwork.it, un
social network dedicato al mondo dell’artigianato
milanese e brianzolo in cui gli operatori potranno
aprire delle pagine personalizzate per presentare
i propri prodotti, ma soprattutto per discutere
di nuove strategie e facilitare la nascita di nuove
reti di impresa, in grado di vincere anche
la difficile battaglia del mercato estero. In attesa
del prossimo evento capace di convogliare
WHAT’S ON
Filippo Berto
con l’assessore
provinciale Andrea Monti
le energie di centinaia di imprenditori brianzoli
under 40: «La partecipazione è stata notevolissima
- sottolinea - decisamente sopra ogni aspettativa.
Molte aziende si sono conosciute e hanno iniziato
percorsi di collaborazione che porteranno
dei benefici immediati, ne sono convinto».
Il primo passo appunto: «Questo è il punto
di partenza per recuperare quella vitalità
e per acquisire quegli strumenti in grado di farci
superare la crisi: l’intraprendenza di noi giovani
artigiani è un elemento fondamentale per lasciarci
alle spalle le grandi difficoltà della recessione»
spiega ancora il presidente Berto che si dichiara
ottimista. La ripresa è possibile esplorando
la possibilità di nuovi percorsi imprenditoriali:
«Dai gruppi di lavoro è emersa con chiarezza
la voglia di farcela - continua - tutti abbiamo
l’intenzione di uscire a breve dal tunnel della
depressione economica facendo rete, aiutandoci
uno con l’altro».
Un progetto che ha incassato il sostegno delle
istituzioni. L’assessore alle Politiche giovanili
del Comune di Monza, Martina Sassoli,
ha lanciato concrete proposte di interazione
con il mondo dei giovani imprenditori della Brianza: «Ho chiesto ai Gruppi >
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WHAT’S ON
Da sinistra Renato
Mattioni, segretario
generale della Camera
di Commercio Monza
e Brianza, e Antonio
Albini District Manager
Brianza Synergie Italia
di lavoro di fornirmi delle indicazioni su quali
siano gli interventi prioritari che si aspettano
dalle istituzioni. Il futuro è nelle loro
e nelle nostre mani: come giovani abbiamo
una grande responsabilità verso la Brianza:
quella di vincere le sfide della crisi per garantire
prospettive di sviluppo al nostro territorio.
Per il salto di qualità occorrono proprio
iniziative come questa. Spazi concreti
“
Questo Network è solo
il principio di un percorso
che sicuramente porterà
a una nuova concezione
del business in Brianza
di confronto per individuare e attuare nuove
idee di impresa. Sarò sempre al fianco
dei Giovani artigiani per aiutarli in questo
percorso innovativo» spiega la giovane
esponente del Popolo della libertà. Il battesimo
di Artigianetwork ha coinvolto anche altre
personalità del mondo politico e imprenditoriale:
dall’assessore alle Attività produttive della
Provincia di Monza e Brianza Andrea Monti,
18
M
C
N.57
in quota Lega Nord, al presidente nazionale
dei Giovani Imprenditori di Confartigianato
Marco Colombo, arrivato da Lecco.
Al grande evento del 15 luglio scorso
ha partecipato anche Gianni Barzaghi,
presidente di Apa Confartigianato Milano Monza
e Brianza, oltre a Renato Mattioni, segretario
generale della Camera di Commercio di Monza
e Brianza e al consigliere regionale del Partito
democratico Enrico Brambilla. Il bilancio
del primo appuntamento è sorprendente.
Perché ancora una volta la Brianza è sinonimo
di avanguardia: il progetto promosso da Filippo
Berto infatti rappresenta una novità assoluta
per il panorama imprenditoriale italiano:
«Non è mai stato organizzato un evento simile
nel nostro Paese, per questo siamo ancora
più orgogliosi per il risultato ottenuto.
In altri Paesi, soprattutto anglosassoni,
la strategia di mettere in rete le potenzialità
è un processo abituale, in Italia no».
La rivoluzione è appena cominciata:
«L’obiettivo finale è molto chiaro, anche
se mi rendo conto che è altrettanto ambizioso
- conclude il presidente brianzolo del Gruppo
giovani di Apa Confartigianato - Si tratta
di creare una rete che consenta gradualmente
di superare gli antagonismi e gli individualismi
che caratterizzano il rapporto tra le imprese,
soprattutto in Brianza.
Dobbiamo capire che davanti a noi si apriranno
nuove opportunità solo se avremo la capacità
di metterci insieme, di fare rete per davvero».
WHAT’S ON
Sporting Club P
White is white
Nell’appuntamento di saluto prima
delle vacanze protagonista è stata
l’intramontabile eleganza del bianco
20
M
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iù che un fil rouge un fil blanc. Del resto
non poteva che essere il bianco, il colore
dell’eleganza per eccellenza, a fare
da guida alla serata “White is white”,
appuntamento immancabile dello Sporting Club.
Una cena esclusiva e raffinata, la voglia di stare
insieme e la volontà di porgere un saluto a tutti
i soci prima della pausa estiva, per ritrovarsi poi
a settembre con rinnovato entusiasmo.
Al presidente Alessandro Castelli il compito
di fare gli onori di casa. La suggestione
del lume di candela e la magia dello Sporting
si è rinnovata…
WHAT’S ON
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M
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21
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L’ESTATE SULLA PELLE
Il ritorno dalle vacanze rappresenta un
intaccano le fibre elastiche ed il collagene
momento cruciale per la nostra pelle.
del derma - la parte strutturale della pelle
Se l’esposizione al sole è stata misurata
- le cui fondamenta diventano più sottili e
e protetta, la cute diventa non solo
deboli.
piacevolmente scura, ma anche compatta e
Ricorrere ai consigli di specialisti aiuta
luminosa. Ma non appena
non solo a mantenere
l’esposizione cessa e si
l’apparenza
fa ritorno alle abitudini
ma anche a far rifiorire
cittadine, la pelle perde
la struttura stessa della
velocemente il colorito
nostra
radioso e la lucentezza,
rientro dalle vacanze,
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danni causati dal sole
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ai raggi del sole, infatti,
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WHAT’S ON - FOCUS
Gran premio G
d’Italia
Brividi
in pole
La Formula 1 torna a Monza per l’81esima
volta. Un appuntamento tradizionale
che si rinnova tra le immancabili polemiche
e una corsa al titolo mondiale tutta aperta
di Pier Attilio Trivulzio
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li Anni ‘80? Era l’età dell’oro per
il Circus. La Formula 1 viaggiava
a gonfie vele con gli sponsor
che facevano la fila e i piloti che arrivavano
con la valigia gonfia di dollari per assicurarsi
il sedile. Nel 1985 erano 17 i team e ben 41
i piloti che presero parte al mondiale. Di questi
9 erano italiani. A dispetto di così tante squadre,
in pista non andarono mai più di 27 monoposto.
Il costo di una stagione per un top team era
nell’ordine di 200 milioni di lire. Oggi i top team
sono quattro e spendono tra i 198 milioni di euro
(Ferrari) e i 150 milioni (Red Bull).
Con la Mercedes a 194 e la McLaren a 185
milioni di euro. Quinta squadra che, stante
il blasone dei titoli mondiali conquistati, riesce
a mettere assieme un budget decoroso
è la Williams. Ferma a 110 milioni. Nettamente
più povere Force India (97), Toro Rosso (83),
Sauber (66), Lotus (60), Virgin (38), Hrt (35).
Con simili budget non ci si meravigli
se sfogliando le classifiche troviamo sempre
e soltanto tra vincitori e occupanti del podio
piloti che fanno parte dei top team. O se, a metà
campionato, qualche scuderia era già in seria
difficoltà economica tanto da chiedere alla FOM
(Formula One Management) di Bernie Ecclestone
WHAT’S ON - FOCUS
un anticipo sui diritti televisivi. Come ha fatto
la Renault, vedendosela rifiutare. Limiti
e contraddizioni della Formula Uno.
Che per gli appassionati svaniscono come bolle
di sapone appena scendono in pista le monoposto.
A quel punto protagonisti diventano il talento,
la passione, il brivido della velocità. Una magia
che si rinnova, come il Gran Premio d’Italia
a Monza, giunto all’81esima edizione.
Un appuntamento immancabile, un patrimonio
a cui non si può rinunciare.
In Formula Uno c’è già chi porta avanti l’idea
della terza monoposto in pista. L’ipotesi la culla
da tempo la Ferrari che vorrebbe affidarla
a Valentino Rossi. Quando questi lascerà
la moto. E ciò potrebbe accadere nel 2012
o al più tardi nel 2013. Una volta libero
dal contratto con Ducati.
Un campionato quello del 2010, dunque, che ha
vissuto su incertezze finanziarie e stradominio
delle Red Bull progettate da quel genio di Adrian
Newey. Anche se l’esordio aveva fatto sperare
in una valanga rossa. Già, perchè in Bahrain,
primo Gran premio stagionale, Fernando Alonso
e Felipe Massa avevano fatto doppietta
e Lewis Hamilton aveva completato il podio.
Poi qualcosa nella strategia del Cavallino
Rampante si è inceppata. Un po’ perché i tecnici
hanno concentrato tutte le loro attenzioni
sull’F-Duct visto per la prima volta sulle
McLaren e fatto esordire sulle Rosse, con poca
fortuna per la verità, a Istanbul. Una “diavoleria”
aerodinamica azionata dal pilota che consente
di far viaggiare più forte le vettura in rettilineo.
Tante ore di studio in galleria del vento
a Maranello e pochi risultati pratici.
Tanto è vero che in Turchia le Rosse hanno
raccolto soltanto un 7° e un 8° posto.
Buon per entrambi che in testa alla corsa
le Red Bull si fanno la guerra: Webber e Vettel
si agganciano e ha la peggio il tedeschino
vincitore a Monza nel 2008 con la Toro Rosso
sotto la pioggia. L’uscita di Vettel fa guadagnare
una posizione ad Alonso e a Massa mentre
le McLaren di Hamilton e Button finiscono
prima e seconda.
A dispetto di un ordine partito anche per loro
dal muretto. I due Red Bull si superano, duellano,
e non per finta, e poi Hamilton s’avvantaggia.
Webber è ancora leader del mondiale,
perde la posizione nel successivo Gran premio
in Canada che vede nell’ordine Hamilton, Button
e Alonso con i due della McLaren prendere
il largo sia nel mondiale piloti che nel costruttori. >
A sinistra
una monoposto Red Bull,
protagonista
del mondiale 2010. Sotto
il campione del mondo
in carica Jenson Button
al volante della McLaren
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WHAT’S ON - FOCUS
Fino al giro di boa del mondiale la F10 Ferrari
non è un fulmine di guerra. Alcune sbavature
dei piloti in rosso hanno pregiudicato piazzamenti
preziosi in un campionato che ha riservato
immancabili polemiche e momenti vissuti
con il fiato sospeso. A Silverstone il sorpasso
incriminato di Fernando Alonso che ha deciso
di non rendere subito la posizione e che è stato
punito dai commissari ritrovandosi per la seconda
volta fuori dai punti. A Valencia il terribile volo
della Red Bull di Mark Webber, l’intervento –
forse inopportuno – della safety car entrata
in pista dietro a Hamilton, al comando della gara,
e...davanti ad Alonso e Massa. Poi il fattaccio
di Hockenheim con Smedley, ingegnere
di Massa, che impartisce l’ordine al brasiliano
di far passare Alonso. «E’ più veloce di te»
suggeriscono a Massa che ci pensa su. È un Gran
premio, quello di Germania, che la Ferrari deve
vincere perchè è la monoposto più veloce.
Alonso ha commesso un piccolissimo errore
e per 12 centimetri non è in pole. Allo spegnersi
dei semafori rossi Vettel lo punta e quasi
Fotoservizio di Sergio
Fermi per Foto Express
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lo costringe contro il muretto, Massa
ha davanti a lui un’autostrada e va al comando.
È una grande giornata. Le Ferrari volano,
gli spettatori esultano. Al 22° giro Alonso tenta
l’attacco, Massa resiste. Fernando commenta
alla radio “Ridicolo”. A 8 giri dalla fine,
quell’ordine di Smedley. Del tutto simile
a quello impartito da Jean Todt (allora team
principal a Maranello) a Barrichello a Zeltweg,
otto anni prima.
L’ordine di farsi superare da Michael
Schumacher. Barrichello ubbidì rallentando
a pochi metri dal traguardo. Massa ubbidisce
“dimenticandosi” di dare gas all’uscita
della curva 6. La Ferrari si ritrova dentro
una bufera di polemiche. Peccato perchè,
a Hochenkeim, s’era garantita una vittoria
nettissima. Aveva battuto Red Bull e Mc Laren.
Peccato. Nel giorno in cui una volta ancora,
quest’anno, Michael Schumacher con la
Mercedes subisce l’onta del doppiaggio.
E ancora viene battuto dal compagno di squadra,
il giovane Nico Rosberg. Il bello del Circus.
WHAT’S ON - FOCUS
Fernando Alonso e Felipe Massa,
sotto la guida di Stefano Domenicali, stanno
recuperando terreno nella classifica piloti e costruttori
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WHAT’S ON - FOCUS
Amarcord L’
Profumi
e bolidi
Dal Borsalino alla Lacoste,
dagli anni Venti ad oggi.
Nella storia dell’Autodromo
c’è anche uno spaccato
della società italiana
in trasformazione
di Pier Attilio Trivulzio
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Autodromo dentro al Parco fu
costruito in 100 giorni per una spesa
equivalente ìa 7 milioni di euro dei
nostri giorni. Il primo colpo di piccone fu dato
il 26 febbraio 1922, il 20 agosto tutto era pronto.
C’era una tribuna centrale da 3.000 posti e sei
laterali da 6.000. Il 3 settembre si corse il Gp
Vetturette, l’8 settembre il Gp delle Nazioni,
riservato alle moto, il 10 settembre il Gran Premio
dell’Automobile Club d’Italia con 300.000 lire
di premi. La tessera di tribuna, valida per tutte
e tre le manifestazioni e che dava accesso anche
al recinto delle vetture e al belvedere, costava 150
lire. Assistere al solo Gran Premio del 10 settembre
costava 60 lire, 15 lire l’ingresso al parco.
A vedere il Gran premio delle monoposto
arrivarono centomila persone e diecimila auto.
La maggior parte degli spettatori raggiunse il
circuito col treno, molti altri col tram che partiva
da Porta Venezia, percorreva quello che oggi è
viale Monza ed allora era tutta campagna, e faceva
capolinea a Vedano al Lambro. Era giorno di festa.
Abiti di lana pesante grigio scuro, camicia bianca
chiusa fin dal primo bottone. Borsalino in testa.
E dentro la giacca portafoglio a ventaglio. Rigonfio
di banconote. Le donne vestivano anch’essere abiti
scuri, neri o blu. Scarpe basse, cappello.
I ragazzi portavano pantaloni alla zuava, molti
erano in giacca.
Era questa la “divisa” della festa. Così diversa
da quella degli sportivi Anni 60-80 che arrivarono
invece all’Autodromo in jeans e Lacoste,
mocassino americano col penny infilato nella fibia.
A differenza dei loro nonni, che avevano assistito
alla giornata inaugurale del circuito della Società
Incremento Automobilismo e Sport, e capito poco
del perchè in pista erano andate soltanto due Fiat,
una Bugatti e una Diatto contro le 38 dichiarate
da un comunicato del 14 luglio.
Tra l’altro la Bugatti aveva preso il via soltanto
perchè la Fiat di Giaccone, inspiegabilmente,
non aveva voluto saperne di mettersi in moto,
ed allora pilota e meccanico s’erano precipitati
a smontare i pneumatici e a darli alla Bugatti
di Vizcaya che aveva così preso il via. Dicevamo,
a differenza dei loro nonni che, tutto sommato,
s’erano anche annoiati a vedere quelle poche
monoposto girare per quasi sei ore, i teenager degli
Anni 60-80 dentro al Parco, a bordo pista, c’erano
rimasti almeno tre giorni. Su tribune costruite
per la bisogna, o arrampicati sui cartelloni della
pubblicità che avevano provveduto a bucare.
WHAT’S ON - FOCUS
Un happening, il loro. Anche se poche volte,
per la verità, avevano visto dominare le Rosse.
Ci fu l’invasione di pista per il secondo successo
di Alberto Ascari nel 1952. L’anno del primo
mondiale conquistato da Maranello. Il pilota
milanese fu portato in trionfo da un gruppo
di tifosi, uno di questi ne approfittò per portargli
via il casco azzurro.
Il suo portafortuna. Lanciò un appello dalle
colonne de La Gazzetta e lo riebbe, dopo aver
accettato di cenare in una trattoria del cremasco
con cotechino e spinaci.
Gli sportivi andarono in delirio nel 1966 quando
Ludovico Scarfiotti riportò la Ferrari alla vittoria.
Fu un gran giorno, l’Autodromo pieno, code
impressionanti all’uscita. Con “Lulù” alla guida
di una Ferrari granturismo ed accanto la splendida
Ida Benignetti. Lulù osò superare la fila sul viale
Cavriga. E si sentì apostrofare: “Aho, te credi
d’esser Scarfiotti?”.
Nel 1979, invece, Jody Scheckter e Gilles
Villeneuve, primo e secondo al Gran premio,
con Jody campione del mondo, dovettero ricorrere
alla scorta di polizia per lasciare l’Autodromo
tanto era pressante l’abbraccio dei tifosi. Anche
Michael Schumacher ebbe la scorta della polizia:
per arrivare e lasciare l’Autodromo. Nel 1994.
Quand’era alla Benetton e ad agosto aveva firmato
per passare alla Ferrari soffiando il posto a Jean
Alesi. I tifosi inferociti non capirono subito quali
soddisfazioni avrebbe regalato loro il ragazzo
di Kerpen….
XXXXXXXX
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WHAT’S ON - FOCUS
Tutti i piloti del Circus
D
odici team per ventiquattro piloti. Un parterre de roi
che vede piloti blasonati con tante vittorie alle spalle,
ma anche giovani rampanti che si affacciano per la
prima volta al Circus. Tra questi trovano spazio anche Vitaly
Petrov, primo russo nella storia in F1, ma solo due italiani:
Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi. Sono lontani i tempi
del monzese Vittorio Brambilla, unico brianzolo ad aver corso
in Formula 1. Dopo aver gareggiato (e vinto) in kart e in moto,
aggiudicatosi il campionato italiano di Formula 3 nel 1972,
30
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nel 1974 passò in Formula 1 esordendo con la March-Ford al Gp
del Sudafrica corsosi sulla pista di Kyalami. L’anno dopo,
ad Anderstorp, in Svezia, ottenne la pole e per 16 giri fu
al comando del Gran premio. La vittoria mondiale arrivò
al Gran premio d’Austria, a Zeltweg. Sotto il diluvio Brambilla
non soltanto vinse, ma compì anche il giro più veloce. All’arrivo
dimostrò la sua felicità alzando le braccia: la sua March-Ford
deviò a sinistra finendo contro il guard rail. Il musetto danneggiato
restò, per anni, appeso come trofeo nella sua officina.
Nome: Jenson
Cognome: Button
Nato a: Frome (Inghilterra)
Data di nascita: 19 gennaio 1980
Team: McLaren
Esordio in F1: Gp Australia 2000
Palmares: Campione del mondo 2009
Nome: Lewis
Cognome: Hamilton
Nato a: Tewin (Inghilterra)
Data di nascita: 7 gennaio 1985
Team: McLaren
Esordio in F1: Gp Australia 2007
Palmares: Campione del mondo 2008
Nome: Sebastian
Cognome: Vettel
Nato a: Heppenheim (Germania)
Data di nascita: 3 luglio 1987
Team: Red Bull
Esordio in F1: Gp Usa 2007
Nome: Mark
Cognome: Webber
Nato a: Queanbeyan (Australia)
Data di nascita: 27 agosto 1976
Team: Red Bull
Esordio in F1: Gp Australia 2002
Nome: Felipe
Cognome: Massa
Nato a: San Paolo (Brasile)
Data di nascita: 25 aprile 1981
Team: Ferrari
Esordio in F1: Gp Australia 2002
Nome: Fernando
Cognome: Alonso
Nato a: Oviedo (Spagna)
Data di nascita: 29 luglio 1981
Team: Ferrari
Esordio in F1: Gp Australia 2001
Palmares: Campione del mondo 2005 e 2006
Nome: Michael
Cognome: Schumacher
Nato a: Hurt (Germania)
Data di nascita: 3 gennaio 1969
Team: Mercedes
Esordio in F1: Gp Spa 1991
Palmares: Campione del mondo 1994,
1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004
Nome: Nico
Cognome: Rosberg
Nato a: Wiesbaden (Germania)
Data di nascita: 27 giugno 1985
Team: Mercedes
Esordio in F1: Gp Bahrain 2006
Nome: Robert
Cognome: Kubica
Nato a: Cracovia (Polonia)
Data di nascita: 7 dicembre 1984
Team: Renault
Esordio in F1: Gp Ungheria 2006
Nome: Vitali
Cognome: Petrov
Nato a: Vyborg (Russia)
Data di nascita: 8 settembre 1984
Team: Renault
Esordio in F1: Gp Bahrain 2010
WHAT’S ON - FOCUS
Nome: Adrian
Cognome: Sutil
Nato a: Starnberg (Germania)
Data di nascita: 11 gennaio 1983
Team: Force India
Esordio in F1: Gp Australia 2007
Nome: Vitantonio
Cognome: Liuzzi
Nato a: Locorotondo (Italia)
Data di nascita: 6 agosto 1981
Team: Force India
Esordio in F1: Gp San Marino 2005
Nome: Rubens
Cognome: Barrichello
Nato a: San Paaolo (Brasile)
Data di nascita: 23 maggio 1972
Team: Williams
Esordio in F1: Gp Sudafrica 1993
Nome: Nicolas
Cognome: Hulkenberg
Nato a: Emmerich am Rheim (Germania)
Data di nascita: 19 agosto 1987
Team: Williams
Esordio in F1: Gp Bahrain 2010
Nome: Pedro
Cognome: De la Rosa
Nato a: Barcellona (Spagna)
Data di nascita: 24 febbraio 1971
Team: Bmw Sauber
Esordio in F1: Gp Australia 1999
Nome: Kamui
Cognome: Kobayashi
Nato a: Amagasaki (Giappone)
Data di nascita: 13 settembre 1986
Team: Bmw Sauber
Esordio in F1: Gp Giappone 2009
Nome: Sebastian
Cognome: Buemi
Nato a: Aigle (Svizzera)
Data di nascita: 31 ottobre 1988
Team: Toro Rosso
Esordio in F1: Gp Bahrain 2010
Nome: Jaime
Cognome: Alguersuari
Nato a: Barcellona (Spagna)
Data di nascita: 23 marzo 1990
Team: Toro Rosso
Esordio in F1: Gp Ungheria 2009
Nome: Jarno
Cognome: Trulli
Nato a: Pescara (Italia)
Data di nascita: 13 luglio 1974
Team: Lotus
Esordio in F1: Gp Australia 1997
Nome: Heikki
Cognome: Kovalainen
Nato a: Suomussalmi (Finlandia)
Data di nascita: 19 ottobre 1981
Team: Lotus
Esordio in F1: Gp Australia 2007
Nome: Karun
Cognome: Chandhok
Nato a: Madras (India)
Data di nascita: 19 gennaio 1984
Team: Hispania Racing
Esordio in F1: Gp Bahrain 2010
Nome: Bruno
Cognome: Senna
Nato a: San Paolo (Brasile)
Data di nascita: 15 ottobre 1983
Team: Hispania Racing
Esordio in F1: Gp Bahrain 2010
Nome: Timo
Cognome: Glock
Nato a: Lindenfels (Germania)
Data di nascita: 18 marzo 1982
Team: Virgin Racing
Esordio in F1: Gp Canada 2004
Nome: Lucas
Cognome: Di Grassi
Nato a: San Paolo (Brasile)
Data di nascita: 11 agosto 1984
Team: Virgin Racing
Esordio in F1: Gp Bahrain 2010
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WHAT’S ON - FOCUS
Q
Bruno Senna
Il mito torna
in pista
Non è stato facile convincere mamma
Viviana, ma oggi il giovane brasiliano
può ripercorre le orme del grande zio
Ayrton. Ogni volta che si posiziona
in griglia o affronta una staccata,
un brivido corre sulla schiena
dei tanti appassionati
di Pier Attilio Trivulzio
Fotoservizio di Sergio Fermi
per Foto Express
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N.57
uando Ayrton Senna morì a Imola,
Bruno Senna figlio di Viviana, sorella
di Ayrton, aveva 10 anni. Viviana
non avrebbe voluto portarlo al funerale, però
il clamore della morte del grande campione
aveva mobilitato l’intero Brasile per cui alla
fine l’agghindò con un completo nero e lo
tenne al fianco, subito dietro al feretro. «Quel
giorno cercai di capire il vero senso di quel
mio tragitto dietro a zio Ayrton, se devo dire la
verità non capii nulla - confessa il 26enne pilota
dell’Hispania Racing Team - Sapevo che non
l’avrei più rivisto, che non avremmo più giocato
insieme con i modellini di aeroplani, che non
avrebbe più portato a vederlo girare sui kart.
Ero disorientato, confuso. Quando, qualche anno
dopo, affrontai con mia madre il difficile tema
delle corse per un momento fui tentato
di andarmene senza aspettare la risposta.
Le vidi scendere una lacrima ed allora capii che
l’argomento era tabù. Avevo perso lo zio a Imola
e mio padre un anno dopo: un banale incidente
stradale in sella alla Ducati, quella stessa Ducati
color argento serie limitata che portava il logo di
Ayrton. Poi, col passare del tempo, qualche anno
dopo tornai ad affrontare ancora l’argomento e
questa volta non seppe dirmi di no. Fu Gerhard
Berger, amico di Ayrton e compagno di corse alla
Mc Laren, a convincere Viviana, mia madre».
«L’emozione più grande - rivela Bruno fu quando a Imola, dieci anni dopo la morte
di Ayrton, mi consegnarono la replica della Lotus
T98 che lui aveva guidato nell’86. Quando
io avevo solo tre anni. Non riesco a spiegare quali
furono i sentimenti che provai quando, allacciato
il casco, m’infilai dentro l’abitacolo della Lotus
per un’esibizione sulla pista di San Paolo prima
del Gran premio. Forse allora, ma non lo ricordo,
dissi a me stesso che anch’io sarei arrivato in
Formula 1. Ricordo però che mi tornò alla mente
una frase che zio Ayrton aveva detto un anno
prima di morire: se pensate che io sia bravo,
aspettate di vedere mio nipote.
Mi sentivo orgoglioso». È sempre Gerhard
Berger a strappare a Viviana il permesso di far
correre Bruno: è il 2004 e la Bmw organizza un
test per la lanciare la nuova formula. Il 21 agosto
esordisce a Brands Hatch e quindi corre gli ultimi
tre appuntamenti della Formula Bmw ottenendo
un 6° posto in gara e realizzando due giri veloci.
Gli offrono la Formula 3 per correre il Gran
premio a Macao e lui dice sì. Finisce sul podio,
WHAT’S ON - FOCUS
secondo. Dopo un ottavo posto in qualifica.
Lo ingaggia, per il campionato inglese di F3
del 2005 Kimi Raikkonen. E Bruno chiude
con due podi, un secondo e un terzo posto,
e una pole. L’anno dopo, sempre in Formula 3,
ottiene la prima (doppia) vittoria a Oulton Park,
circuito che non aveva mai visto prima. È il 17
aprile. Nel corso della stagione ottiene 5 vittorie,
sale 9 volte sul podio, conquista 3 volte la pole
e fa 5 volte il giro veloce in gara. Passa a corrre
in Gp2: nel 2007 ottiene una vittoria e tre podi;
l’anno dopo vince gara1 a Montecarlo, 15 anni
dopo la vittoria di Ayrton. Si gioca la vittoria
di campionato a Monza con Giorgio Pantano
però, purtroppo, finisce soltanto al 5° posto
in gara-1 e in gara-2 viene mandato in testa coda
alla Roggia da Di Grassi. Il bilancio è comunque
positivo: vicecampione grazie a 2 vittorie, 4 podi
e 2 pole oltre ad un giro veloce. Cerca un posto
in F1 bussando alla porta della Honda che però
si ritira. Firma per la Campos Grand Prix e ora
“gira” con l’Hispania Racing Team.
A destra due immagini
di Bruno Senna: con
lo zio Ayrton e dopo
una vittoria. Sotto
l’indimenticato
campione brasiliano
e la sorella Viviana
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WHAT’S ON - FOCUS
Autodromo G
Oltre le corse
c’è di più
Roberto Bianchi, event manager
dell’impianto sportivo con Acp & Partners,
ne racconta l’evoluzione da tempio
dei motori a polo congressuale.
Il sogno nel cassetto?
La candidatura ad ospitare un G8
di Simona Calvi
uardando l’Autodromo, persino con
gli occhi di un monzese che ci abita
a pochi passi di distanza, è fin troppo
semplice saltare alle conclusioni. Il tempio
dei motori, i bolidi che sfrecciano a trecento
chilometri l’ora. Il brivido e la corsa.
Niente di più facile. Ma anche niente di più
imperfetto. Perché quello che, a buon diritto,
è considerato uno degli impianti sportivi
più famosi d’Italia, nato nel 1922 e da allora
protagonista indiscusso della Formula Uno,
non è più soltanto questo. Dall’Assemblea
di Confindustria Monza e Brianza 2009 a 100
Vini Meregalli, da Acer Computer a Compagnia
delle Opere, passando per Special Olympics
2010, Confartigianato, World Cyber Games
e Bimbò, la città dei bambini.
Il top dell’imprenditoria e il meglio dello
spettacolo, sport e meeting di settore.
L’Autodromo in questi anni si è evoluto
cambiando volto e ampliando la propria offerta.
Un polo da 7mila posti caratterizzato da alta
tecnologia, allestimenti ricercati, comfort come
parcheggi e collegamenti rapidi persino via aria
attraverso un moderno eliporto. Un’immagine
nuova che ha conquistato anche ospiti abituati
al top come il magnate russo Roman
Abramovich. Ma dietro ogni mutamento
c’è sempre un motore. E in questo caso
si chiama Roberto Bianchi, 41 anni, di origine
varesina e monzese d‘adozione. Con Acp &
Partners, è l’event manager dell’Autodromo
e l’anima di alcuni degli eventi più interessanti
della scorsa stagione ed anche della prossima.
L’Autodromo come location d’eccellenza
per meeting e congressi?
È la seconda vita di questo impianto. >
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WHAT’S ON - FOCUS
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WHAT’S ON - FOCUS
L’Autodromo è radicalmente cambiato
in questi anni e a fianco delle più importanti
gare mondiali, dalla Formula Uno alla Superbike
al campionato Wtcc, che inevitabilmente
attirano l’attenzione dei media, si è messo
in luce come polo per l’organizzazione
di grandi eventi aziendali ed istituzionali.
Questo ne ha sottolineato le doti di flessibilità
e quella predisposizione a svolgere anche
compiti alternativi rispetto a quelli cui si pensava
quando fu creato.
Siete soddisfatti dei risultati ottenuti fino
ad ora?
Certamente sì, ma si tratta di un percorso lungo
che ci può portare a fare davvero la differenza.
Nel corso dell’ultimo anno sono state numerose
le personalità che hanno oltrepassato i cancelli
di Vedano per motivi non sportivi. Penso a Silvio
Berlusconi, Emma Marcegaglia, il presidente
della Regione, Roberto Formigoni, i ministri
Michela Vittoria Brambilla e Maurizio
Sacconi, Roman Abramovich e anche qualche
sultano…
Nella sequenza
fotografica
alcuni degli eventi che
hanno caratterizzato
il 2009 e il 2010
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Avete quindi affrontato spesso problematiche
delicate come il protocollo e la sicurezza…
L’Autodromo è strutturato in modo
da garantire una serie di vantaggi che vanno
dalla comodità, essendo inserito all’interno
di un vasto perimetro cintato facilmente
sorvegliabile, alla bellezza. Ma tra i plus
ci sono senza dubbio la flessibilità, la validità
dei servizi, la ricettività, la sicurezza e le
capacità tecnologiche. In occasione ad esempio
dell’Assemblea di Confindustria per la stampa
è stata allestita in pochi giorni una sala dedicata,
con connessioni wi-fi, mentre ai giornalisti
televisivi è stato possibile garantire
23 dirette e stand up. Questo naturalmente
per venire incontro a tutte le esigenze degli
ospiti. E nel caso di Palazzo Chigi il protocollo
si è rivelato particolarmente rigido…
Ma non è sempre così, vero?
No, assolutamente. Molti degli eventi
che trovano la loro dimensione all’interno
dell’Autodromo sono più semplici sotto il profilo
organizzativo, seppure di livello altissimo.
Penso a 100 Vini, evento organizzato
dall’azienda Meregalli, che ospita circa 4mila
persone ad ogni edizione, oppure a L’Oreal che
ha voluto l’impianto per la presentazione dei suoi
nuovi prodotti. Di recente siamo stati scelti come
location anche da realtà come la Compagnia
delle Opere di Monza e Brianza che ha svolto
qui la sua assemblea, Confartigianato Monza
e Brianza, dall’Unione commercianti
e dall’Ordine dei commercialisti.
E per il prossimo semestre abbiamo già
in cantiere una lunga serie di appuntamenti
tra cui la Fiera del Fumetto, la Fiera
del Vinile, che si svolgerà il 18 e 19 settembre
con oltre 80 espositori, quella del Turismo lento
e quella dello Sport estremo. Ci sono realtà, poi,
che hanno scelto l’Autodromo per cene aziendali
e feste, così come alcuni giovani hanno trovato
qui la possibilità di dare vita a serate con musica
e divertimento, sfruttando la presenza della
piscina. Traducendo, l’Autodromo è non solo
corse, ma un moderno business center.
Immagino non sia stato un percorso sempre
agevole…
Abbiamo incontrato molte difficoltà, soprattutto
all’inizio. Non è facile “smarcarsi” dalla fama
WHAT’S ON - FOCUS
che l’Autodromo porta con sé e mostrare
questi spazi in tutta la loro potenzialità.
Paradossalmente la notorietà della Formula Uno
è stata il nostro problema principale.
Non mi fraintenda, la Formula Uno è l’evento
clou e sarebbe follia anche soltanto pensare ad
allontanarla da Monza. Ma è stato necessario,
e lo è tuttora, un grande lavoro per far
comprendere le mille altre possibilità di questo
luogo. Che peraltro possono benissimo convivere
con il mondo delle corse…
In che senso?
Che in occasione degli eventi mettiamo
a disposizione anche la pista. Ci sono stati
appuntamenti durante i quali ai partecipanti
è stata offerta la possibilità di fare un giro
lungo il tracciato grazie a vetture Gt o minibus
guidati da piloti professionisti e devo dire
che i risultati sono stati estremamente positivi.
Quanti appassionati o semplici curiosi hanno
mai potuto girare a Monza? È la differenza
tra guardare e provare...
E torniamo al brivido della velocità…
È normale che sia così. La velocità è una
componente essenziale dell’Autodromo.
Del resto chi va ad Indianapolis la prima cosa
a cui pensa è la pista e così dovrebbe avvenire
anche a Monza. L’Autodromo è una grande
risorsa che in un periodo difficile come questo
può rappresentare un’attrazione di prim’ordine
per il territorio e un punto di partenza per
riattivare il mercato.
Vi sono migliaia di aziende che hanno sedi in
tutta Italia e che quando organizzano un evento
pensano ad offrire una location originale.
Qui trovano entrambe le cose, la struttura
e un appeal unico. Senza dimenticare che dietro
a tutto questo c’è una squadra…
Quanto è importante la squadra per la buona
riuscita dei progetti?
È fondamentale. In un certo senso noi viaggiamo
paralleli ai team della Formula Uno. La squadra
è determinante per vincere il Campionato
e qui ci sono professionalità e competenze
uniche che lavorano sette giorni su sette.
Se dovesse immaginare il futuro cosa vede
davanti a sé?
Credo che un passaggio importante sarà l’avvio
del centro ricerche. Il Monza Research Institute
trasformerà l’Autodromo in un contenitore
privilegiato per la ricerca.
Anche se Monza è da sempre un centro
di ricerche, pochi sanno che il guard rail,
gli asfalti drenanti, la gomma run flat,
il sistema dei trasponder sono nati a Monza,
sull’asfalto del circuito. E poi l’immagine stessa
di questo impianto cambierà, da centro sportivo
a spettacolare ambiente polifunzionale.
C’è un sogno nel cassetto che vorrebbe
realizzare prima o poi?
Utilizzare l’Autodromo per grandi eventi
internazionali come un G8. Come è avvenuto
a L’Aquila o alla reggia di Caserta, Monza
può trasformarsi in una fortezza capace
di accogliere anche i capi di Stato.
Accanto a ciò che abbiamo detto prima sulla
sicurezza e l’accessibilità, è dotato anche
di un ospedale interno.
Chissà che qualche politico particolarmente
avveduto non ci abbia già faccia un pensiero.
Nel caso, io ci sarò.
Credits fotografici:
Elle Emme Monza
Per il servizio Assemblea
generale Confindustria:
Guido De Bortoli
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WHAT’S ON - FOCUS
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WHAT’S ON - FOCUS
Vademecum
La guida per il Gp
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WHAT’S ON
MIA S
Un made
in Brianza
mondiale
Dal 18 al 26 settembre torna
l’appuntamento con la mostra dedicata
all’arredamento che prima di riaprire
i battenti ha fatto tappa nel cuore
del Sudafrica, a Città del Capo
di redazione
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i avvicina il classico appuntamento
del settembre monzese con la 65ª edizione
di MIA, la Mostra dell’Arredamento,
in programma dal 18 al 26 settembre.
In attesa del nuovo centro espositivo, oramai
ai nastri di partenza, gli stand troveranno posto
all’interno dell’Area Centro Servizi di viale
Stucchi.
Un cambio di sede che naturalmente non
cambierà i contenuti con le nuove proposte
in fatto di arredamento e di complemento
d’arredo. Un evento che rappresenta da sempre
il meglio della produzione artigianale
del territorio. L’edizione di quest’anno, inoltre,
ha un altro importante messaggio da veicolare.
Quello sulla lenta, ma costante uscita dalle
difficoltà dell’ultimo biennio e come per l’intero
comparto ci sia un futuro basato sull’innovazione
e sul design, le due parole magiche, per così dire,
del settore artigiano.
Con un occhio ovviamente all’export e proprio
in quest’ottica, la 65ª edizione di MIA è partita
in anticipo e da molto lontano: per la precisione
dal Sud Africa.
Da decenni l’impegno di MIA per far conoscere
i prodotti dei maestri artigiani lombardi all’estero
e per portare l’artigianato di paesi stranieri
in Italia è un dato di fatto, una costante
che spesso è stata affiancata dal grande interesse
dei visitatori di MIA a Monza e dal successo
dei nostri artigiani nei vari paesi dei cinque
continenti.
In questo 2010 è stata, e come poteva
essere altrimenti, la volta del Sud Africa,
per la precisione di Città del Capo.
Nel cuore di questa nazione, allo Scalabrini
Center, dal 27 luglio al 30 agosto, è stata
infatti allestita una mostra fotografica dedicata
interamente alla storia della mostra e, dunque,
dell’arredamento italiano.
Quaranta fotografie tratte dai cataloghi
che hanno scandito le varie edizioni di MIA
seguendo alcune linee guida: l’evoluzione
del design e dei materiali dell’arredamento
in Italia, la centralità dell’artigianato italiano,
in generale, e lombardo in particolare, il ruolo
di MIA che dal primissimo dopoguerra
ad oggi ha saputo interpretare i cambiamenti
e i bisogni del settore, la vocazione internazionale
di MIA che i tanti progetti realizzati negli anni
confermano. MIA nella terra dei mondiali…
un goal assicurato…
monza
WHAT’S ON
Storia della Mia
1956
1966
1971
1973
1977
1985
1997
2005
2007
2006
2010
MIA-Ente Mostre di Monza e Brianza, emanazione
dell’APA-Confartigianato di Milano provincia Monza
e Brianza, nasce nel 1946 nell’immediato dopoguerra
sulla spinta di alcuni imprenditori che credono fortemente
nella ripresa economica e, in particolare, nel settore
dell’arredamento come motore trainante dell’economia
della Brianza. Da allora ogni anno nel mese di settembre
si tiene la MIA, Mostra dell’Arredamento, giunta
nel 2010 alla 65ª edizione. La manifestazione
ha accompagnato la ricostruzione, il boom economico
e l’apertura ai mercati internazionali diventando la più
importante vetrina del settore arredamento della Brianza,
distretto industriale tra i più importanti in Italia
e in Europa. In particolare, nelle varie edizioni,
si sono succeduti gli artigianati di nazioni estere, spesso
presenti per la prima volta in Italia, e a partire dagli
Anni ’90 l’Ente Mostre di Monza e Brianza organizza,
coordina e accompagna i nostri artigiani in una serie
di manifestazioni all’estero per far conoscere l’artigianato
d’arte italiano e aprire nuovi mercati al made in Italy.
Accanto all’attività internazionale, l’Ente Mostre
di Monza e Brianza organizza e coordina anche una serie
di manifestazioni in Italia, soprattutto tematiche e spesso
legate a materiali, quali la ceramica e altro, per meglio
legare la produzione artigiana ai territori che storicamente
ne hanno determinato il successo.
A supporto delle attività di promozione dell’artigianato
d’arte lombardo, nel 1976 nasce la rassegna
ARTIGIANARTE, che rappresenta un momento
di valorizzazione dei maestri artigiani del territorio
e delle attività legate alla promozione della tradizione,
del design e dell’innovazione. Inoltre ARTIGIANARTE è
un marchio che serve a sviluppare i rapporti internazionali
con particolare riferimento alla promozione,
all’interscambio tra i popoli del “fare artigianato” .
A partire dal 1994 ha preso il via una seconda
manifestazione, MIA -PRIMAVERA ABITARE &
BENESSERE, che ogni anno nel mese di marzo presenta
le novità del settore legate più da vicino ai temi della
salute e del benessere dell’individuo e dell’ambiente.
Nel 2000 è stata realizzata la prima mostra biennale
dedicata all’arte e all’artigianato d’arte denominata
Arte Expo.
Contemporaneamente inizia la collaborazione con
Ecodialogando dove, tra le varie iniziative organizzate,
si evidenziando i Fuori Salone con ECOMADE
e la collaborazione per la realizzazione della mostra Un
Giorno Perfetto e la Mostra-Convegno i Habitat Clima.
2008
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M
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41
65°
monza
18
-26
settembre
centro servizi
evento collaterale
23-26 settembre
evento collaterale
orario feriali 18 - 22
Sabato 10.30 - 23 - Domenica 10.30-21.00
Domenica 26 - 10.30-20.00
18-20 settembre
ente mostre di monza e brianza srl
WHAT’S ON
Monza Più
Pronti, partenza…via!
In pole position una settimana di appuntamenti per un’edizione
della tradizionale kermesse che segna la svolta nel panorama
degli eventi che accompagnano il Gran premio d’Italia
di Albertina Colombo
P
ronti, partenza…via! MonzaPiù 2010
si prepara al debutto. Ancora pochi
giorni e la tradizionale cornice
del Gran premio d’Italia prenderà il largo
con una settimana di eventi davvero imperdibili.
La firma è quella di Scenaperta, la società
di proprietà del Comune che, da quest’anno,
ha deciso di prendere direttamente in mano
le redini dell’intero pacchetto di offerte.
Una decisione che cela anche una nuova filosofia:
quella di aprire l’appuntamento, fino ad oggi
soltanto monzese, a tutta la Provincia di Monza
e Brianza e di renderlo un vero e proprio punto
di riferimento. Un salto di qualità questo
che ha impegnato gli organizzatori per mesi,
ma che ora può presentarsi al pubblico con un
palmares di vittorie. Tante quanti sono gli eventi
di sicuro richiamo che quest’anno scandiranno
i sette giorni di festa in attesa della gara più
importante dell’anno. Dalle prodezze dei piloti
della Nazionale di Drifting agli appuntamenti
con lo sport e la musica. Dall’alta moda, con una
sfilata del maestro monzese Lorenzo Riva
agli incontri dove saranno svelate
le piccole e grandi curiosità del Circus.
Compresa la “vena letteraria” dei piloti come
quella di Sebastian Vettel che, proprio a Monza,
presenterà in anteprima assoluta il suo primo
libro. Nelle pagine seguenti Monza Club
ha pensato di offrire ai suoi lettori l’intero
calendario delle iniziative. Buona lettura,
ma soprattutto buon divertimento…
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WHAT’S ON
4 SETTEMBRE – SABATO
10.00 - 20.00 Piazza Roma
“Info point” Apertura nel cuore della città del punto informazioni Monzapiù per ricevere dettagli relativi alla
programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul
territorio
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
5 SETTEMBRE – DOMENICA
10.00 - 20.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
Dalle 10.00
Parco Reale di Monza,
ingresso Porta Cavriga - Cascina San Fedele
“Calcio Saponato verso il Gran Premio” torneo a cura
dell’Associazione ”Giùin de Munscia” - MGP
11.00 - 19.00 Circoscrizione 2 – Area Ex-Macello
Via Mentana/Via Procaccini
“Terza Fiera dello Sport” con le società Sportive della
Circoscrizione 2
6 SETTEMBRE – LUNEDÌ
10.00 - 20.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
7 SETTEMBRE – MARTEDÌ
10.00 - 20.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 20.00 Stand Provincia Monza e Brianza
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18.30 /20.00 / 21.30
Area Cambiaghi
“It’s Showtime” esibizione di bike trial a cura di Bike Trial
Pool
19.00 / 20.30 / 22.00 Area Cambiaghi
“Trial Show” esibizione spettacolare con piloti del Campionato Italiano Trial a cura di Show Action Group
21.00 Piazza Trento e Trieste
“Live Music” 1°esibizione musicale sul palco di MonzaPiù della rock band Wine Lord: suoneranno brani originali e cover
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 24.00 Stand Provincia Monza e Brianza
Piazza Roma
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
12.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Il ristoro dei Piloti” Punto di ristoro in una gustosa cornice a cura di “le Cascine”
8 SETTEMBRE – MERCOLEDÌ
10.00 - 20.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
15.00 - 22.30 Piazza Trento e Trieste
“Bimbò in Pole Position” Intrattenimento per i più piccoli
all’interno di una zona dedicata, allestita con giochi, gonfiabili e pista per automobiline Peg Perego. Animazioni
con clown, trucca bimbi, laboratori e spettacoli a cura di
operatori specializzati che coinvolgono tutti i giorni, genitori e bambini in attività differenziate
10.00 - 20.00 Stand Provincia Monza e Brianza
Piazza Roma
15.00 - 24.00 Piazza Trento e Trieste-Piazza San Paolo
Esposizione Concessionarie di Autovetture
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
17.30 - 22.30 Varie Ubicazioni
“High Speed Music” live music nelle vie del Centro
11.00 - 13.00 Area Cambiaghi
“Trial Junior” esibizione con i piloti del Campionato Italiano di Trial juniores a cura del Moto Club Lazzate
12.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Il ristoro dei Piloti” Punto di ristoro in una gustosa cornice a cura di “le Cascine”
18.00 - 22.00 Attività di Karting aperta a tutti
Piazza Castello
18.00 - 22.00 Vasca Espositiva
Urban Center ( Via F.Turati, 6)
Pista automobilistica telecomandata
18.30 / 20.00 / 21.30 Area Cambiaghi
“It’s Showtime” esibizione di bike trial a cura di Bike Trial
Pool
17.30 - 23.00 Piazza Roma
“Il Cittadino” posizionamento della redazione mobile del
bisettimanale monzese. Luogo di incontro tra la redazione e cittadini, spazio espositivo per la distribuzione del
materiale promozionale del Gran Premio, con la presenza
di famosi personaggi del mondo dei motori
18.00 - 23.30 Largo IV Novembre
“Aspettando la F1” Quarta Edizione dell’esposizione dei
cento motocicli, sidecar da turismo e fuoristrada in un
unico panorama di passione e ingegno.
Sono presenti non solo le storiche case costruttrici, ma
tutti gli abili artigiani che hanno realizzato mirabili restauri o esemplari pezzi unici. Evento a cura del Moto Club
di Monza
18.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Drifting” esibizione spettacolare con i piloti D1 Stella del
Campionato Italiano di Drifting ed intrattenimento musicale con spettacoli a cura di Radio 105 e dello “Zoo di
105”
19.00 / 20.30 / 22.00 Area Cambiaghi
“Trial Show” esibizione spettacolare con piloti del Campionato Italiano Trial a cura di Show Action Group
18.00 - 22.00 Attività di Karting aperta a tutti
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
21.00 - 24.00 Piazza Trento e Trieste
“Brianza Side Festival” esibizione di band emergenti della
Provincia di Monza e Brianza a cura di Almost Famous
18.00 - 22.00 Vasca Espositiva
Urban Center ( Via F.Turati, 6)
Pista automobilistica telecomandata
11.00 - 13.00 Area Cambiaghi
“Trial Junior” esibizione con i piloti del Campionato Italiano di Trial juniores a cura del Moto Club Lazzate
9 SETTEMBRE – GIOVEDÌ
10.00 - 24.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
19.30 - 20,30 Piazza Trento e Trieste
“Presentazione Calcio Monza” a cura dell’AC Monza
Brianza 1912
M
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Piazza Roma
12.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Il ristoro dei Piloti” Punto di ristoro in una gustosa cornice a cura di “le Cascine”
Piazza Castello
WHAT’S ON
20.30 - 23.00 Piazza Trento e Trieste
“Griglia di Partenza” diretta della trasmissione televisiva
di Telenova. Il programma è condotto da Franco Bobbiese
con la partecipazione di molti ospiti dall’emittente, una serata unica per gli appassionati delle quattro e due ruote.
10 SETTEMBRE – VENERDÌ
10.00 - 23.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 23.00 Stand Provincia Monza e Brianza
Piazza Roma
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
10.00 - 12.30 / 15.00 - 22.30 Piazza Trento e Trieste
“Bimbò in Pole Position” Intrattenimento per i più piccoli
all’interno di una zona dedicata, allestita con giochi, gonfiabili e pista per automobiline Peg Perego. Animazioni
con clown, trucca bimbi, laboratori e spettacoli a cura di
operatori specializzati che coinvolgono tutti i giorni, genitori e bambini in attività differenziate
10.00 - 24.00 Piazza Trento e Trieste-Piazza San Paolo
Esposizione Concessionarie di Autovetture
12.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Il ristoro dei Piloti” Punto di ristoro in una gustosa cornice a cura di “le Cascine”
17.30 - 24.00 Piazza Roma
“Il Cittadino” posizionamento della redazione mobile del
bisettimanale monzese. Luogo di incontro tra la redazione e cittadini, spazio espositivo per la distribuzione del
materiale promozionale del Gran Premio, con la presenza
di famosi personaggi del mondo dei motori
17.30 - 22.30 Varie Ubicazioni
“High Speed Music” live music nelle vie del Centro
18.00 - 23.30 Largo IV Novembre
“Aspettando la F1” Quarta Edizione dell’esposizione dei
cento motocicli, sidecar da turismo e fuoristrada in un
unico panorama di passione e ingegno. Sono presenti
non solo le storiche case costruttrici, ma tutti gli abili artigiani che hanno realizzato mirabili restauri o esemplari
pezzi unici. Evento a cura del Moto Club di Monza
18.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Drifting” esibizione spettacolare con i piloti D1 Stella del
Campionato Italiano di Drifting ed intrattenimento musicale
con spettacoli a cura di Radio 105 e dello “Zoo di 105”
18.00 - 22.00 Attività di Karting aperta a tutti
Piazza Castello
18.00 - 22.00 Vasca Espositiva
Urban Center ( Via F.Turati, 6)
Pista automobilistica telecomandata
18.30 - 23.00 Piazza Carrobiolo
“Lancio del Telefonino” torneo aperto a tutti effettuato con
telefoni forniti dagli organizzatori, uguali per peso e tipo-
logia, che dovranno essere lanciati su un campo di sabbia
alla distanza massima
Campionato Italiano di Drifting ed intrattenimento musicale
con spettacoli a cura di Radio 105 e dello “Zoo di 105”
20.30 - 22.00 Arengario / Via Vittorio Emanuele
“Sfilata Lorenzo Riva” in occasione del Cinquantesimo
anniversario della sua attività, lo stilista monzese famoso
in tutto il mondo donerà alla cittadinanza una favolosa sfilata dei suoi abiti migliori di Alta Moda,di prêt-à-porter e
provenienti dal suo archivio di collezione
18.00 - 22.00 Attività di Karting aperta a tutti
22.00 - 24.00 Piazza Trento e Trieste
“Live Music” esibizione musicale della band 380 VOLTS
che animerà la piazza a suon di brani cover di vario genere.
18.30 - 23.00 Piazza Carrobiolo
“Lancio del Telefonino” torneo aperto a tutti effettuato con
telefoni forniti dagli organizzatori, uguali per peso e tipologia, che dovranno essere lanciati su un campo di sabbia
alla distanza massima
11 SETTEMBRE – SABATO
09.00 - 23.30 Largo IV Novembre
“Aspettando la F1” Quarta Edizione dell’esposizione dei
cento motocicli, sidecar da turismo e fuoristrada in un
unico panorama di passione e ingegno. Sono presenti
non solo le storiche case costruttrici, ma tutti gli abili artigiani che hanno realizzato mirabili restauri o esemplari
pezzi unici. Evento a cura del Moto Club di Monza
10.00 - 24.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 24.00 Stand Provincia Monza e Brianza
Piazza Roma
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
10.00 - 12.30 / 15.00 - 22.30 Piazza Trento e Trieste
“Bimbò in Pole Position” Intrattenimento per i più piccoli
all’interno di una zona dedicata, allestita con giochi, gonfiabili e pista per automobiline Peg Perego. Animazioni
con clown, trucca bimbi, laboratori e spettacoli a cura di
operatori specializzati che coinvolgono tutti i giorni, genitori e bambini in attività differenziate
10.00 - 24.00 Piazza Trento e Trieste-Piazza San Paolo
Esposizione Concessionarie di Autovetture
12.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Il ristoro dei Piloti” Punto di ristoro in una gustosa cornice a cura di “le Cascine”
16.00 - 22.00 Via Italia / Upim
“Un annullo da formula uno”, Annullo Filatelico a cura di
Poste Italiane.
17.30 - 24.00 Piazza Roma
“Il Cittadino” posizionamento della redazione mobile del
bisettimanale monzese. Luogo di incontro tra la redazione e cittadini, spazio espositivo per la distribuzione del
materiale promozionale del Gran Premio, con la presenza
di famosi personaggi del mondo dei motori
17.30 - 22.30 Varie Ubicazioni
“High Speed Music” live music nelle vie del Centro
18.00 - 24.00 Area Cambiaghi
“Drifting” esibizione spettacolare con i piloti D1 Stella del
Piazza Castello
18.00 - 22.00 Vasca Espositiva
Urban Center ( Via F.Turati, 6)
Pista automobilistica telecomandata
21.00 - 24.00 Cortile della Villa Reale
“Mario Biondi in Concerto”, l’artista italiano di fama internazionale si esibirà nella suggestiva cornice della Villa
Reale (a pagamento)
21.00 - 24.00 Spettacolo musicale
Piazza Trento e Trieste
12 SETTEMBRE – DOMENICA
09.00 - 20.00 Largo IV Novembre
“Aspettando la F1” Quarta Edizione dell’esposizione dei
cento motocicli, sidecar da turismo e fuoristrada in un
unico panorama di passione e ingegno. Sono presenti
non solo le storiche case costruttrici, ma tutti gli abili
artigiani che hanno realizzato mirabili restauri o esemplari
pezzi unici. Evento a cura del Moto Club di Monza
10.00 - 20.00 Piazza Roma
“Info point” punto informazioni Monzapiù per ricevere
dettagli relativi alla programmazione degli eventi e informazioni turistiche sul territorio
10.00 - 20.00 Stand Provincia Monza e Brianza
Piazza Roma
10.00 - 13.00 / 15.00 - 23.00 Arengario - 1° Piano
“9° Premio Fotografico Internazionale Pepi Cereda” mostra fotografica a cura dell’Associazione Amici di Pepi
Cereda
10.00 - 12.30 / 15.00 - 18.30 Piazza Trento e Trieste
“Bimbò in Pole Position” Intrattenimento per i più piccoli
all’interno di una zona dedicata, allestita con giochi, gonfiabili e pista per automobiline Peg Perego. Animazioni
con clown, trucca bimbi, laboratori e spettacoli a cura di
operatori specializzati che coinvolgono tutti i giorni, genitori e bambini in attività differenziate
10.00 - 24.00 Piazza Trento e Trieste-Piazza San Paolo
Esposizione Concessionarie di Autovetture
14.00 - 18.00 Via Italia / Upim
“Un annullo da formula uno”, Annullo Filatelico a cura
di Poste Italiane
17.30 - 20.00 Piazza Roma
“Il Cittadino” posizionamento della redazione mobile del
bisettimanale monzese.
Luogo di incontro tra la redazione e cittadini, spazio espositivo per la distribuzione del materiale promozionale del
Gran Premio, con la presenza di famosi personaggi del
mondo dei motori
Il programma sarà in continuo aggiornamento sul sito www.monzapiù.com
N.57
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Carlo Edoardo Valli
La Brianza in vetta all’Aci
Il presidente di Camera
di Commercio di Monza
e Brianza è stato scelto
per guidare l’Automobile
Club di Milano.
La sua prima decisione?
Ha rinunciato al gettone
di presenza
di Simona Calvi
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N.57
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
È
un fatalista a cui piace ancora parlare
in dialetto. «Me lo diceva il sciur curat –
racconta – se Dio vuole…».
E non c’è dubbio che a Carlo Edoardo Valli,
Dio deve aver voluto un gran bene. Imprenditore
storico di Renate (le sue maniglie sono vendute
persino negli Emirati), per dodici anni
alla guida di Confindustria Monza e Brianza
ed ora presidente di Camera di Commercio.
Nel mezzo una serie di incarichi che vanno
dal Salone del mobile italiano a Fiera Milano,
passando da Sea e il Cda dell’Università
Cattolica. Per arrivare, a luglio, alla prima
poltrona di Aci. >
N.57
M
C
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Il nuovo consiglio direttivo dell’Automobile
Club Milano ha, infatti, scelto lui per guidare
l’associazione nel prossimo quadriennio.
Accanto, in qualità di vicepresidenti,
avrà Simonpaolo Buongiardino dell’Unione
del Commercio e Geronimo La Russa,
figlio del ministro della Difesa, Ignazio,
l’acchiappavoti dell’intera tornata
con oltre mille e cento preferenze.
Nel consiglio, invece, siederanno
Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno Ermolli
ed ex commissario straordinario di Aci Milano,
Bruno Longoni, Eros Maggioni,
l’ex consigliere Gian Galeazzo Monarca,
Michele Nappi ed Enrico Radaelli, presidente
dell’associazione Amici dell’Autodromo.
“
A Roma la politica deve fare
la politica. E se ci sono sponsor
che vogliono investire, vengano
a farlo a Monza
Partiamo dall’inizio, presidente.
Come è maturata l’idea di correre per
le elezioni dell’Automobile Club Milano?
È stato un caso. Me ne hanno parlato
e da buon brianzolo ho cominciato a fiutare
l’aria per capire cosa stava succedendo.
Tutto è avvenuto con molta correttezza
tanto è vero che della mia eventuale
presidenza l’ho saputo da alcuni giornali
che mi davano in lizza per la carica (ride, ndr).
Poi è vero anche che se devo giocare, allora
gioco…
E cosa l’ha convinta ad assumere questo
incarico, considerato che già ricopre
numerosi ruoli importanti?
La Brianza. Non è una novità che ne parli
e neppure che desideri dare quanta più voce
possibile a questo territorio.
A spronarmi in questa direzione, poi,
48
M
C
N.57
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
è stata la Provincia, questa realtà nuova,
ma così importante per noi. Mi ha molto
invogliato sapere che avrei avuto al mio fianco
degli interlocutori istituzionali.
Non a caso la prima uscita ufficiale
è avvenuta in Provincia, alla presentazione
del Comitato in difesa dell’Autodromo…
È vero, anche se in realtà il documento
firmato in quella occasione è stato
esclusivamente in qualità di presidente
di Camera di Commercio che figura
tra gli Enti promotori.
Ma come presidente di Aci Milano
ha già in mente qualche iniziativa magari
proprio per sostenere l’Autodromo
di Monza?
Con la Provincia intende? A breve
ho un appuntamento con il presidente Dario
Allevi e credo che sarà l’occasione per studiare
qualcosa insieme. Più in generale, credo
che l’Autodromo sia una di quelle realtà
che permettono di fare mille cose oltre,
naturalmente, al Gran premio d’Italia.
Ci sono potenzialità tutte da sviluppare
per convegni, congressi, incontri.
È un’area tranquilla, sorvegliata, dotata
di ogni servizio. Un vero tesoro per Monza
e la Brianza. Sul fronte Gran premio,
da parte nostra e nei limiti delle competenze
che ci sono affidate, ci sarà il massimo
appoggio.
Anche sul fronte della concorrenza
con Roma?
Quando ho invitato a Monza, con la Camera
di Commercio, Luca Cordero di Montezemolo, >
“
Vorrei far trovare a chiunque
arriverà dopo di me un’Aci
rinnovata, più in linea con i tempi
e un terreno pronto per i giovani
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M
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
sono riuscito ad ottenere un suo impegno
su questo argomento. Lui è stato molto corretto
e credo che la sua parola, come presidente
della Ferrari, sia più che sufficiente.
Qualche apertura c’è stata.
Poi, quando arriverà a Monza, Bernie
Ecclestone, sarà necessario incontrarlo
per capire qual è la situazione.
Non voglio essere ottimista, ma credo
che l’esperienza di Montecarlo dica molto
sui circuiti cittadini. Se si parla di Formula
Uno credo che si debba correre soltanto
nei circuiti. In questi casi penso che a Roma
la politica debba fare la politica e se invece
ci sono degli sponsor che premono per il Gran
premio, che vengano ad investire a Monza.
“
Vorrei tracciare un percorso con
il ministro Brambilla per collegare
l’offerta turistica e l’Aci. E in questo
cammino inserire anche la Brianza
Parliamo di Aci Milano. Ora dovrà guidare
per quattro anni l’associazione. Che idea
si è fatto di Aci e di questo incarico?
In questo momento, se dicessi qualcosa,
direi soltanto bugie. Devo ancora capire
e conoscere la macchina. Ho già preso
appuntamento con il direttore e trascorrerò
qualche giorno con lui per comprendere
a pieno cosa c’è da fare. Posso senz’altro
assicurare una cosa: che tra i progetti
che ho, c’è quello di far superare l’idea dell’Aci
collegata all’immagine del carro attrezzi.
Mi riferisco soprattutto ai giovani,
a chi si avvicina ora ad una realtà come questa.
Purtroppo a tutt’oggi Aci è ancora sinonimo di
servizio recupero delle auto,
ma è un collegamento assolutamente riduttivo.
Ci sono settori dove invece l’Aci può giocare
un ruolo fondamentale come quello
del turismo…
50
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C
N.57
Ha qualcosa in mente di preciso?
Vorrei tracciare un percorso con il ministro
Brambilla (Michela Vittoria Brambilla, ndr)
per collegare l’offerta turistica e l’Aci.
E in questo cammino inserire anche la Brianza.
Questo è un progetto a cui tengo molto
e desidero ribadirlo.
Credo che vi siano potenzialità notevoli
e che questo possa riguardare anche
l’Autodromo. È necessario lavorare in squadra,
tutti insieme, tutte le realtà lombarde, la nostra
Provincia per raggiungere lo scopo.
Magari in vista dell’Expò…
Autodromo ed Expò?
Come Aci potremmo giocarci l’Autodromo,
proporre il circuito come sede per qualche
manifestazione collegata all’Esposizione
universale.
Tra le “proprietà” di Aci Milano c’è anche
Sias, la società gestisce l’Autodromo.
Che situazione vede e come intende
procedere?
Per il momento non mi pongo il problema.
Credo che un certo rinnovo andrà fatto,
a parte ovviamente le nomine che competono
al Comune. Ma è prematuro parlarne ora.
Certo va detto che, come per ogni cosa,
sarà necessario trovare sempre persone
volenterose che abbiano voglia di impegnarsi
al di là del gettone di presenza.
L’Aci, ad esempio, non prevede emolumenti
salvo che per il presidente e io ho comunicato
che il neo presidente rinuncia da subito
a qualsiasi compenso.
Si immagini già alla fine del quadriennio.
Cosa vede?
Mi auguro di lasciare come è avvenuto
con l’esperienza da sindaco, con qualcuno
che mi chiede di tornare indietro,
e con quella alla guida di Confindustria.
Vorrei far trovare a chiunque arriverà dopo
un’Aci rinnovata, più in linea con i tempi
e un terreno pronto per i giovani.
L’augurio, inoltre, è che l’Aci possa
raddoppiare i suoi associati, da 55mila
a 120mila.
Anzi, ne approfitto per lanciare un invito
ai brianzoli: associatevi all’Aci per aumentare
la voce della Brianza.
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
In questi ultimi mesi si è sentito parlare
di creare un’Aci di Monza e Brianza.
Ora che in Aci è rappresentata, spero che non
si creino doppioni inutili che aumenterebbero
soltanto i costi.
Devo dire che una scissione sarebbe un vero
peccato perché indebolirebbe l’Aci a livello
nazionale, mentre il nostro obiettivo è quello
di lavorare bene con tutti, con i brianzoli
e con Milano.
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Enrico Radaelli
Amici...non solo
dell’Autodromo
Anche il presidente
della celebre associazione
cittadina è stato eletto
nel nuovo consiglio
dell’Automobile Club
di Milano. Il riconoscimento
ad una storia cominciata
nel lontano 1977
di Simona Calvi
N
on se l’aspettava e se lo dice lui
gli si può credere sulla parola. Enrico
Radaelli, presidente dell’associazione
Amici dell’Autodromo e del Parco e del Monza
Auto Moto Storiche, è il secondo brianzolo
doc a fare parte del nuovo consiglio direttivo
dell’Automobile Club Milano. Una sorpresa,
ma anche un riconoscimento ad una storia sempre
dalla stessa parte. Era, infatti, il lontano 1977
quando, insieme a qualche amico, decise
di dare vita all’associazione con l’obiettivo
di tenere alta la bandiera dell’Autodromo
e di organizzare eventi e momenti
di aggregazione fra appassionati. In trentatre
anni di acqua ne è passata sotto i ponti,
tra molte battaglie, ma anche fra tanti momenti
di grande soddisfazione. Come quella volta
che ad un convegno, nel 1978, riuscirono
a portare nientemeno che Jackie Stewart…
Ora inizia l’avventura dell’Aci.
Come sta vivendo questo momento?
Molto bene. A dire la verità mi si è presentata
l’occasione di entrare in lista per il consiglio
e ho pensato che si trattava di un’opportunità
da cogliere al volo. Non per me, naturalmente,
ma per l’associazione di cui sono stato fondatore
e di cui sono presidente da sette anni.
Poter portare l’esperienza degli Amici
dell’Autodromo e del Parco all’interno di una
realtà importante come Aci Milano la considero
una cosa estremamente positiva. Ho avuto modo
di conoscere i miei compagni di avventura
e scoprire persone valide, tra cui dei giovani
che hanno voglia di lavorare e idee piuttosto
chiare sulla gestione e su quel che c’è da fare.
Mi sono trovato subito bene e sono, dunque,
contento di questa nuova esperienza. >
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
“
Spetta alla città e ai suoi
rappresentanti ricreare
l’atmosfera di passione
che c’era qualche anno fa
Una delle celebri
sfilate di auto storiche
organizzate dagli Amici
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N.57
Che arriva in un momento non semplice, visto
che si parla da mesi di questo nuovo Gran
premio di Roma. Lei è stato l’unico monzese
presente all’ultima manifestazione organizzata
dai comitati dell’Eur per dire no alla gara
nella Capitale
Sì, è vero. Quando si iniziò a parlarne presi
contatto con alcuni rappresentanti dei comitati
romani e da allora continuiamo a sentirci.
L’anno scorso li abbiamo invitati al Gran premio
di Monza per far capire loro cosa significa
in concreto una gara di Formula Uno
e quest’anno ci hanno già confermato la loro
presenza. Credo che sulla questione ci sia ancora
poca informazione. La gente, talvolta, legge un
articolo e non approfondisce. Viene rassicurata
dal fatto di sentire che Monza non perderà
il suo Gran premio, ma la verità è che si dovrebbe
proseguire dicendo che a Roma non si farà nulla.
In caso contrario sarebbe una condanna a morte
per Monza.
Una sentenza senza appello…
Sarebbe così. Mi dica chi potrebbe davvero
permettersi di seguire due Gran premi
a distanza di quindici giorni l’uno dall’altro,
sommando il costo del biglietto, gli spostamenti,
i pernottamenti e via dicendo. È chiaro che
ad un certo punto si dovrebbe imporre una scelta
e il rischio è che Roma fagociti tutta l’attenzione
e gli investimenti.
Ed è per questo che sta appoggiando anche l’ultima iniziativa dei comitati che, in occasione del Gran premio di quest’anno,
hanno deciso di far sentire attraverso degli
altoparlanti disseminati per il quartiere
dell’Eur cosa significa acusticamente avere un Gp sotto casa
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Certo. È ovvio che i comitati fanno l’interesse
del loro quartiere e si oppongono
ad un’Amministrazione che vorrebbe ridurre
il loro verde per fare spazio alle opere necessarie
ad una pista di Formula Uno, ma ai cittadini
è stato raccontato che più o meno funzionerebbe
come una partita di calcio. La verità però non
è questa. Un Gran premio significa una media
di 80mila persone che arrivano e che fra una
prova e l’altra, da mattino a sera, si spostano,
non rimangono fissi come allo stadio. Questi sono
problemi che Monza ha risolto da tempo e che
gestisce in modo appropriato grazie all’esistenza
di un circuito costruito appositamente per le gare.
Eppure, talvolta, si ha la sensazione che anche
Monza non senta più il brivido delle corse
In parte è vero e proprio per questo non basta,
specialmente in questo momento, dire sì ma
tanto... Spetta alla città, ai suoi rappresentanti,
ricreare quell’atmosfera che ha sempre
caratterizzato Monza. Mi viene in mente un
aneddoto che forse può rendere bene l’idea.
Era il 1978 quando rividi il film Gran Prix,
dedicato alle corse in Formula Uno. Alcune
scene erano state girate a Monza e ne ricordo
una in particolare, quando filmarono una sfilata
della banda in piazza Duomo fra due ali
di folla. Era l’aria di festa che si respirava e che
coinvolgeva l’intera città che, con l’associazione,
ci fece balenare l’idea di realizzare un’iniziativa
in occasione del Gran premio. Fu un grande
successo, riuscimmo a coinvolgere personaggi
del circus e a portare per la prima volta delle
auto sportive in centro. Dopo Jackie Stewart,
portammo anche Michele Alboreto che all’epoca
non correva ancora in Formula Uno, ma era stato
uno dei primi iscritti degli Amici dell’Autodromo
e del Parco. Naturalmente, con le nostre forze
non era pensabile renderlo un appuntamento
fisso, ma senz’altro era quella la strada giusta…
Che poi è stata ripresa da MonzaPiù
Sì e infatti ogni anno l’associazione partecipa
all’evento con una serie di iniziative dedicate
alla Formula Uno come la mostra fotografica
e le esposizioni di auto storiche. Quest’anno
organizzeremo anche un dibattito che si terrà
in piazza Trento con la partecipazione di alcuni
rappresentanti delle istituzioni brianzole.
Credo che sia molto importante coinvolgere
anche tutti i Comuni del territorio, anche perché
l’Autodromo non riguarda solo Monza. Accanto
a questo, continueremo ad organizzare all’interno
dell’Autodromo i nostri appuntamenti fissi,
l’hospitality al nostro tram e la tribuna dedicata
ai disabili. Questo è un vero punto d’onore
per noi, tanto che oramai ci contattano da tutto
il mondo e già da aprile siamo completamente
sommersi di richieste. È un successo,
ma soprattutto è la possibilità per molte persone
di seguire il Gran premio da una posizione
stupenda e con tutta l’assistenza necessaria.
Enrico Radaelli
con Jarno Trulli
Torniamo all’Aci. Cosa si aspetta da questa
esperienza?
Moltissimo, anche a prescindere dall’Autodromo.
È ovvio che sarà sempre un tema importante
e che certamente l’Aci Milano giocherà un ruolo
strategico per quanto nelle sue competenze.
Ma sicuramente il mio impegno e quello di tutti
gli altri componenti non sarà unidirezionale.
C’è molto lavoro da fare su molti fronti.
Il presidente Carlo Valli ha già tracciato alcune
linee su cui vorrebbe incidere e in questo senso
ha coinvolto già da subito in modo positivo
il consiglio. Dunque, credo che personalmente
porterò la mia esperienza e le mie competenze,
d’altro canto sono certo che Aci ci darà molte
soddisfazioni.
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Ilaria Borletti Buitoni
Una lady per tutelare
l’Ambiente
Il presidente del Fai ha scelto Villa Reale come luogo
del cuore ed ora si augura che nell’ex reggia sabauda
possa trovare posto la Scuola europea di Paesaggio
di Simona Calvi
E
leganza e misura unite all’arte
di parlar chiaro. Talvolta, anche dicendo
cose “scomode”. Una milanese che,
nonostante l’internazionalità dei suoi interessi
(tra cui gli incarichi gestionali e istituzionali
in Amref, African Medical and Research
Foundation e il Borletti - Buitoni Trust
per la promozione di giovani concertisti di musica
da camera nelle migliori istituzioni del mondo)
non ha perso le qualità migliori della buona
borghesia meneghina. Ilaria Borletti Buitoni
è una signora che, solo per questioni >
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M
C
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
anagrafiche, non si può definire “d’altri tempi”.
Raffinata e cordiale, senza eccessi,
è soprattutto una donna diretta e con le idee molto
chiare. Anche su Villa Reale di cui, in qualità
di presidente del Fai, il Fondo ambiente italiano,
è stata ospite. Accompagnata dal sindaco Marco
Mariani e dagli assessori provinciali Andrea
Monti ed Enrico Elli, ha visitato la reggia
che lei stessa, alcuni mesi fa, aveva scelto
come “luogo del cuore”.
Villa Reale è il suo luogo del cuore, ci spiega
i motivi di questa scelta?
Credo che sia uno dei luoghi più significativi
dal punto di vista architettonico e paesaggistico.
Non dimentichiamo che è inserita nel più grande
parco cintato d’Europa. Ed è abbastanza indegno
che una regione ricca come la Lombardia possa
lasciare un bene di questa importanza senza
un progetto e in uno stato abbastanza evidente
di degrado.
“
Qual è il suo ricordo più bello legato
alla reggia piermariniana?
Una volta, da bambina, che sono andata
a visitarla con la neve. È un ricordo molto
poetico.
La Scuola europea di Paesaggio
ha una finalità fondamentale
perché significa fornire a tutte
le Amministrazioni pubbliche
delle competenze vere
E quale la sua impressione ogni volta
che la vede?
A dire la verità, mi pare sempre peggio.
Ho potuto vedere un peggioramento netto.
Mi pare ci sia un lento degrado, ma che è figlio
di una totale mancanza di progettualità.
Finalmente, dopo molti anni di attesa,
a breve sarà affidato il bando di Regione
58
M
C
N.57
Lombardia per il restauro del corpo centrale.
Ma a Monza si è già levata una polemica
sul ruolo “pesante” che i privati giocheranno
sulla futura gestione del complesso.
Cosa ne pensa in proposito?
Da un punto di vista generale, l’entrata
dei privati, soprattutto in una situazione
di carenza istituzionale, non è da accogliere
negativamente. Il punto è, come dicevo prima,
capire con che progetto. Villa Reale e il Parco
devono rinascere attraverso un progetto unico,
non si può dividere il complesso in due parti.
Ci vuole un progetto di riqualificazione
che comprenda l’uno e l’altro. Non capisco
cosa voglia dire restaurarne soltanto una parte.
Se c’è un progetto deve essere di valorizzazione
dell’intero complesso. Come se Versailles avesse
presentato un progetto frazionato…Inoltre, cosa
che mi pare la più importante, le istituzioni
dovrebbero essere più trasparenti e i criteri
con cui verranno fatte le scelte resi
immediamente pubblici. Tutti i monzesi hanno
il diritto di sapere quali sono le linee di scelta
di un percorso di questo tipo.
Se dovesse pensare ad un ruolo futuro dell’ex
reggia sabauda, quale vorrebbe che fosse?
Un progetto bellissimo sarebbe quello
di realizzare qui la Scuola europea di Paesaggio.
Questo Ente ha una finalità fondamentale perché
significa poter fornire a tutte le Amministrazioni
pubbliche delle competenze vere in questo
ambito. L’Italia è stata massacrata per anni
non soltanto dall’avidità di chi si occupa di piani
regolatori e sviluppo urbanistico, ma anche
da chi non ha alcuna competenza. Questa scuola
la vedrei come un grande progetto europeo
in grado di portare all’Italia molto onore.
Crede che questa della scuola di paesaggio
sia una strada percorribile?
Se ci fosse la volontà sarebbe percorribile
senz’altro, ma bisogna che le istituzioni abbiano
voglia di percorrerla. Sarebbe importante iniziare
a ragionare una volta per tutte su scopi alti,
su progetti qualificanti su cui ci si può impegnare.
Se un paesaggio è tutelato è anche perché
si insegna a farlo.
Giusto una digressione, qual è il posto
più brutto che ha visto finora sotto il profilo
della conservazione?
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
La costa siciliana. Credo che abbiano fatto alcuni
dei più disastrosi massacri in assoluto.
Tornando a Villa Reale, dallo scorso anno
è diventata sede del Forum Unesco
per la cultura e lo sarà anche quest’anno.
Pensa che questi eventi possano rappresentare
un buon traino per la rinascita delle grandi
opere architettoniche italiane? O si rischia
un’attenzione solo momentanea?
Se ci fosse la volontà di fare un progetto diverso
e di tentare una strada, anche più fantasiosa ma
vera, questo tipo di eventi avrebbero
un impatto. Il punto è che così come sono
attualmente, finiscono per cadere nel vuoto.
Quali sono a suo avviso le cause di questa
situazione?
Ci sono due componenti. Da una parte
l’ignoranza, l’incapacità di comprendere
che la tutela dei nostri beni è la più grande
ricchezza. Significa valorizzazione, ma non
solo, significa creare dei motori di sviluppo.
Invece in Italia si ritiene comunemente
che lo sviluppo vada a discapito del paesaggio,
specie al Sud dove invece avrebbe creato
maggiore ricchezza. Di base, dunque,
un’ignoranza strategica. La seconda ragione sta
nell’assunto per cui viene privilegiata la crescita
quantitativa alla qualità. Attraverso una visione
più lungimirante e una politica fiscale favorevole,
avremmo un paese più preservato, più appetibile
per il turismo e senza distruggere l’assetto
paesaggistico italiano che è fortemente delicato.
L’impegno per l’Africa
e la promozione
della cultura
sono le linee guida
della presidente del Fai
Parliamo allora di Italia. Se dovesse scegliere
i luoghi dell’arte dove sarebbe prioritario
investire, quali sarebbero?
Amo molto il sud Italia, credo che sia
straordinario. Penso alla Sicilia,
>
N.57
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Credits fotografici:
pagina 57 foto
di Giorgio Majno
pagina 60 foto
di Andrea Cittadini
alla valle di Agrigento che va decisamente
protetta perché, appena si gira l’occhio, spunta
qualcosa di nuovo. Penso alle spiagge
della Calabria.
Ha bellezze eccezionali. Non è tutto perduto,
ma bisogna muoversi con delle leggi adatte
e non con interventi che permettono uno sviluppo
edificatorio dissennato.
“
Vedo che tra la gente
si sta sviluppando una certa
sensibilità, ma sono sorpresa
da quanto le istituzioni
siano in ritardo
60
M
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N.57
Alla guida del Fondo ambiente italiano
da inizio di quest’anno. Se dovesse
immaginare i suoi traguardi alla fine
del mandato, quali vorrebbe che fossero?
Vorrei vedere il Fai più presente nel Centro Sud,
anche con delle proprietà date in gestione
al Fondo dallo Stato. Vorrei anche molti più soci:
attualmente il Fai conta 80mila soci che non
sono pochi, ma se li confrontiamo con analoghe
associazioni all’estero che ne hanno 3 milioni…
E infine vorrei vedere un numero maggiore
di italiani che prendono coscienza.
Sono ancora pochi a suo avviso?
Vedo che tra la gente si sta sviluppando
una certa sensibilità, ma sono sorpresa
da quanto le istituzioni siano in ritardo.
E anche nei partiti dove l’ambiente è citato
continuamente, ma di impegni specifici
non se ne vedono. Da questo punto di vista
credo che i cittadini siano più avanti
delle loro stesse istituzioni.
I TUOI BUSINESS LUNCH
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LE TUE CErImONIE
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Angelo D
Moratti
e Roberta
Armani
Attenti
a quei due
ue cognomi importanti. Di quelli
che immediatamente fanno pensare a
calcio e moda. Invece Angelo Moratti
e Roberta Armani sono soprattutto sinonimo
di impegno sociale. Gli Special Olympics?
Portano la loro firma. E in barba alle cronache
rosa che si sarebbero accontentate
di raccontare solo due esistenze dorate, loro
hanno dimostrato che oltre quei cognomi
c’è molto di più. Dal 2008 Moratti è, infatti,
presidente del comitato Special Olympics
d’Italia Onlus, mentre Roberta Armani
ne è una delle più entusiaste sostenitrici.
Anzitutto un ringraziamento per la vostra
disponibilità. Entriamo subito in argomento.
Com’è nato l’interessamento per gli Special
Olympics?
Siamo stati invitati da Bobby Shriver ai World
Games di Dublino nel 2003. Da quel momento
Special Olympics è entrata nella nostra vita.
L’incontro “folgorante” con la famiglia
Kennedy e la voglia di impegnarsi
attivamente in Italia per gli atleti
disabili. Sono l’anima degli Special
Olympics e anche molto di più
di Raffaele Pozzi
Una delle figure che vi ha ispirato è stata
sicuramente Eunice Kennedy Shriver, sorella
di John Kennedy. I mezzi di comunicazione
hanno reso nota anche la commossa lettera
che avete inviato alla famiglia in occasione
della sua scomparsa. Che impressione
ha destato in voi questa donna
che ha dedicato la sua attività proprio
a promuovere lo sport per i giovani disabili?
Eunice Kennedy Shriver è stata
per noi un esempio di forza, determinazione
e compassione. Ha avuto la possibilità di creare
un movimento che ad oggi conta più di tre
milioni di atleti in 176 Paesi del mondo.
La sua leadership nel portare Special Olympics
ad essere il più grande movimento sportivo
del mondo è stata unica e per noi di grande
ispirazione.
E quale l’insegnamento più importante
che avete poi trasferito negli Special
Olympics?
Sicuramente il concetto di inclusione
ed accettazione nei confronti delle persone
con disabilità intellettiva. Special Olympics
rappresenta la caduta di ogni barriera nei
confronti dei pregiudizi.
C’è un passaggio, nella lettera, in cui scrivete
che il suo esempio vi ha aiutato a cambiare >
62
M
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N.57
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
N.57
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
le vite di centinaia di famiglie in Italia.
Che sensibilità avete trovato nel nostro Paese
relativamente alla disabilità? Credete che
siano stati superati alcuni luoghi comuni?
La crescita di Special Olympics negli ultimi
anni è stata formidabile. La risposta
“
Eunice Kennedy è stata per noi
un esempio di forza,
determinazione e compassione
che abbiamo avuto da parte dei volontari,
delle autorità e delle persone comuni è stata
straordinaria, ma il cammino è ancora lungo.
Pensiamo che l’Associazione abbia la possibilità
di fare ancora molta strada nel nostro paese
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N.57
in termini sia di crescita del numero degli atleti
che di visibilità.
Quando si parla di disabilità si parla
anche di servizi, di strutture e di interventi
infrastrutturali. Ritenete che la realtà attuale
sia adeguata alla richiesta? Cosa manca
ancora?
Per quello che riguarda le infrastrutture, la cosa
importante è il coordinamento che può essere
ancora migliorato tra il nostro movimento
e le autorità regionali e nazionali. Siamo
soddisfatti del lavoro svolto fino ad oggi
ma con la crescita del movimento ci sarà
bisogno di molti interventi da un punto di vista
strutturale.
Special Olympics è riconosciuto come
associazione benemerita dal Coni dal 2004
e dal Cip dal 2008. È una realtà che oramai
non ha più bisogno di presentazioni
per numeri e per varietà di discipline.
Qual è stato il momento più difficile
in questo percorso?
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Roberta Armani e Angelo
Moratti, presidente
di Special Olympics Italia
con alcuni atleti
Special Olympics
Il momento più difficile è stato riuscire
a convincere il Board di Washington a darci
la possibilità di organizzare gli European Games
del 2006 a Roma.
La strategia si è rivelata di grande successo
ed intendiamo portarla avanti cercando altri
ambasciatori per rappresentare il nostro
movimento.
E quale il traguardo più importante?
La straordinaria riuscita dei Giochi di Roma
dovuta al grande impegno della città che
ha portato Special Oliympics Italia a diventare
un punto di riferimento dell’organizzazione
a livello mondiale.
Se doveste immaginare questa iniziativa
sportiva fra dieci anni cosa vedete?
Il nostro obbiettivo è di raddoppiare il numero
degli atleti presenti ad oggi in Italia
e di aumentare le discipline sportive sia in
termine numerico che in termine di qualità.
A vostro avviso quanto conta o ha contato
in passato il fatto che manifestazioni come
questa abbiano avuto testimonial famosi?
Intendo dire, se questo
ha veicolato più agevolmente il messaggio
di cui vi siete fatti portatori…
Nella sua storia Special Olympics ha sempre
avuto dei testimonial eccellenti: Bono, Mandela,
Clinton, Stevie Wonder, Muhamed Ali.
In Italia abbiamo pensato che il calcio avrebbe
potuto essere la chiave per farla conoscere
e abbiamo individuato Kakà come nostro
ambasciatore.
Scegliete un aggettivo per definire gli Special
Olympics…
Emozionante, coinvolgente.
Scegliete un aggettivo per definire il vostro
impegno per gli Special Olympics
Instancabile.
Secondo voi chi sarebbe il testimonial ideale?
Quello che vorreste assolutamente
con voi in questa avventura?
A livello globale Obama mentre a livello
nazionale Fiorello.
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MONZA
young
Margherita
Premuroso
Nella Playstation
batte un cuore
brianzolo
Elena Prette
Un talento
da copertina
LUCA
Alla conquista dell’Olanda
MONZA YOUNG
Luca U
Caldirola
Un difensore
a tutto campo
Diciannove anni, un presente
da promessa del calcio e un futuro
ancora tutto da scrivere.
Dopo essere cresciuto tra le fila
dell’Inter ora si cimenterà
con il massimo campionato olandese.
E promette di fare scintille
di Raffaele Pozzi
na parte di storia dello sport in Brianza,
il seregnese Luca Caldirola l’aveva
già scritta. Non era, infatti, mai
accaduto che un calciatore brianzolo prendesse
armi e bagagli e partisse per l’Olanda.
Richiamato dal fascino della Eredivisie,
il massimo campionato calcistico. Prima di lui,
19 anni, difensore cresciuto nelle fila dell’Inter,
aveva tentato con successo questa avventura solo
Marco De Marchi che oggi è il suo procuratore
e che fu il primo lombardo a cimentarsi contro
Ajax, Psv Eindhoven e Feyenoord. La sua
squadra era proprio il Vitesse, compagine nella
quale dai primi di agosto si trova anche Luca
Caldirola che, dopo i dieci anni spesi con
la maglia nerazzurra, vuol conquistare l’Europa.
Una sfida coltivata sin dai tempi del calcetto
all’oratorio di Sant’Ambrogio quando obbligava
il suo parroco, don Luca, a schierarlo in campo,
ma solo contro ragazzi più grandi di lui.
A distanza di quindici anni, Luca ora è davvero
a caccia di quel sogno…
Era il 1995. Papà Enrico, ex portiere
di squadre dilettantistiche brianzole, ti iscrive
alla Scuola Calcio della Base 96 Seveso.
Fu il primo impatto con il pallone...
Nonostante sia passato molto tempo ricordo
ancora con affetto i miei primi compagni,
la mamma che mi preparava la borsa per andare
a giocare. Iniziai come portiere, seguendo papà
e fratello, ma capii subito che quel ruolo non
faceva per me, per cui optai per l’attacco.
In quel campionato, il primo della mia vita,
ricordo che segnai 45 gol.
Portiere, attaccante e poi... difensore.
Cos’è successo?
Fu l’Inter che mi cambiò ruolo. A dir la verità
cominciai in nerazzurro come centrocampista,
per cui posso dire di aver giocato in tutte
le posizioni del campo. Diventai infine difensore
semplicemente perché nettamente più alto
e più grosso dei miei compagni.
Nel ‘99, Egidio Pezzoni, talent scout
di successo, ti vide durante una partitella
quando ancora giocavi nella Base. Ti propose
all’Inter che subito capì di aver per le mani
un talento. Non deve però esser stato facile per
un ragazzo di fede milanista scegliere l’Inter...
Abbiamo impiegato quattro mesi per prendere
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MONZA YOUNG
la decisione. La mia famiglia era indecisa, anzi
a dir la verità mio padre non voleva che andassi
all’Inter. Ero troppo piccolo per una squadra
così importante... e poi ai tempi ero un milanista
doc, di quelli che quando i rossoneri perdevano
piangeva. Alla fine però capii che quella
che mi era capitata era una grande occasione
e, fortunatamente, accettai.
L’impatto con l’Inter ed Interello, il luogo
dove hai trascorso gli ultimi dieci anni.
Non ho molti ricordi perchè ero piccolo, però
entrare in quello che adesso si chiama Centro
Sportivo Giacinto Facchetti e vedere le foto
dei campioni mi emozionò tantissimo.
Dieci anni all’Inter con grandi soddisfazioni.
La più grande?
Sono stati dieci anni importanti, che mi hanno
dato la possibilità di conoscere un numero
impressionante di persone, tanti allenatori
che mi hanno insegnato parecchio. Ho vinto
due campionati e un torneo Viareggio: direi
che l’esperienza alla Coppa Carnevale è stato
il momento più bello.
Luca Caldirola
in una delle tante
presenze con le
selezioni giovanili
della nazionale italiana.
Nella pagina precedente
posa con l’aquila,
simbolo del Vitesse,
che vola nello stadio
di Arnhem prima di ogni
incontro casalingo
della squadra olandese
Nel 2008 al Torneo di Viareggio. Caldirola,
allora capitano degli Allievi Nazionali, viene
convocato per il torneo più importante al
mondo riservato alla categoria Primavera.
Bruciando ogni tappa. È l’Inter di Balotelli >
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MONZA YOUNG
Nel 2009 arriva per la prima volta la prima
squadra. Mourinho ti porta prima in Olanda e
poi al trofeo Tim dove esordisci contro il Milan.
Essere al fianco di giocatori come Zanetti
e potermi allenare ogni giorno con loro, pranzare
con loro è stato stupendo. Poi c’è stato l’esordio,
un momento indimenticabile, davanti
a sessantamila persone e per di più nel derby.
Cosa pensa Caldirola di Josè Mourinho?
È fantastico, un grande uomo e come allenatore
non si discute. Penso l’abbia dimostrato no?
Da cinque anni vesti ormai la maglia
delle varie nazionali giovanili.
Il sogno è di arrivare in quella maggiore?
La nazionale è il sogno di ogni calciatore, giocare
per il proprio paese è il massimo che una persona
possa desiderare. Ogni volta che la chiamata
arriva mi sento orgoglioso, non la rifiuterò mai.
Il giovane difensore
seregnese, in maglia
giallonera, in occasione
del vittorioso esordio
nel campionato
olandese
e di tanti altri giocatori ora protagonisti
in A ed in B. Nonostante fossi il più piccolo
giocherai tante partite, compresa la finale.
Un’esperienza indimenticabile. Arrivammo
in finale e trovammo l’Empoli. La prima partita
finì in pareggio, replicammo il giorno dopo
ed il risultato fu lo stesso. Andammo ai rigori,
il quarto lo calciai io e lo segnai, il quinto
e decisivo lo realizzò Mario Balotelli.
Quando hai capito che il calcio avrebbe
recitato un ruolo fondamentale nella tua vita?
Sin da piccolo avrei voluto fare il calciatore,
era il mio sogno e piano piano lo sto realizzando.
Quanto è stata importante la famiglia
nel tuo percorso calcistico?
La famiglia, penso, sia stata l’aspetto
fondamentale nella mia crescita. I miei genitori
hanno perso diverse ore, anche di lavoro,
per portarmi a Milano. Se sono a questo punto
il merito è loro.
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Estate 2010, è il momento di lasciare,
momentaneamente, il nido Inter. Arrivano
tante chiamate, ma Caldirola dice sì al Vitesse,
rinunciando anche ad ingaggi nettamente
superiori. Come mai?
Ho ricevuto diverse proposte, ma il Vitesse
è la società che più mi ha voluto. Ho avuto
poi la fortuna che Marco De Marchi, il mio
procuratore, ha chiuso in Olanda la carriera
e mi ha detto cose importanti su questo club.
La conferma l’ho avuta nei giorni trascorsi là,
ho avuto modo di vedere il centro della città,
lo stadio, il centro di allenamento... Mi sono
subito innamorato del Vitesse e di Arnhem.
La scelta del numero 21 non è casuale...
Direi proprio di no, ho scelto quel numero insieme
alla mia ragazza Marija, il 21 è il giorno in cui è
iniziata la nostra storia. È una cosa che ci legherà
visto che per un po’ di tempo staremo lontani.
Cosa ti aspetti dalla stagione che spenderai
in Olanda? L’Inter ti ha ceduto in prestito,
quindi punta forte su di te.
Spero di poter giocare con continuità, penso
che cimentarmi in un campionato come quello
olandese mi farà crescere, sarà un’esperienza
che mi darà tanto, come uomo e come calciatore.
A fine anno vedremo se sarò pronto per poter
giocare le mie carte nell’Inter, ma adesso la mia
casa è il Vitesse.
MONZA YOUNG
OGGETTO DEL DESIDERIO
Lo studio di design Bel&Bel
ha una buona soluzione
per superare la malinconia
di fine vacanze e le prime
giornate di ripresa lavorativa
L
a sedia Vespa è un prodotto veramente
esclusivo, una serie limitata fatta con parti
di vecchi scooter che vengono recuperate
e restaurate donando loro un’anima più artistica
e durevole nel tempo. Queste originali sedute,
dal carattere unico e raro, sono realizzate
artigianalmente e disponibili in molteplici colori
metallizzati. Questi originali oggetti di arredamento
sono dotati di una forte struttura e sono rivestiti
in pelle per garantire il massimo del comfort;
dispongono, inoltre, di un pistone per la regolazione
dell’altezza ed il prezzo di partenza è di 1.800 euro.
A rendere queste sedute ancora più esclusive
è sicuramente il trattamento che Bel&Bel riserva
ai suoi clienti che, ad acquisto effettuato, riceveranno
la documentazione che ne garantisce l’autenticità
ed il nome del proprietario.
Per maggiori informazioni www.belybel.com
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MONZA YOUNG
Margherita Premuroso
La PlayStation? Sono io!
Di professione fa l’animatrice per la Sony e dalla sua fantasia sono nati
alcuni personaggi che stanno facendo impazzire i ragazzini di mezzo mondo
di Marco Dozio
A
nche gli eroi dei videogiochi hanno
un’anima. Brianzola. Merito di
Margherita Premuroso, 27 anni,
volata da Monza a Londra per disegnare
i personaggi della PlayStation. Professione
animatrice per la Sony: solo l’ultimo progetto,
in ordine di tempo, scritto sul suo curriculum
vitae. Talento, tenacia, applicazione.
In Inghilterra, nel cuore tecnologico d’Europa,
lavora con i più grandi specialisti del settore.
Lei è la più giovane: quasi Alice nel paese
72
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delle meraviglie, come il titolo di un videogame
nato dalla sua matita e animato dal suo ingegno.
Voce allegra e squillante. Piccole mani
che gesticolano frenetiche mentre risponde
alle nostre domande, seduta alla scrivania
del suo studio tappezzato di disegni
e sculture nel centro storico di Milano.
Un temporaneo ritorno a casa da Londra,
dove si è trasferita sei mesi fa in un loft
luminoso “per motivi di lavoro”.
Un lavoro che le piace parecchio.
MONZA YOUNG
Da dove è nata la tua
passione per il disegno?
È un interesse che ho
praticamente da sempre.
Quando ero una bambina
guardavo i cartoni animati
e bloccavo le videocassette
se c’era una scena che
mi piaceva, per poter
disegnare i singoli
“frame”. Insomma,
tutto è nato
dall’osservazione.
Poi, con il tempo,
la voglia di dare una vita propria ai miei
disegni mi ha portato ad avvicinarmi al mondo
dell’animazione. Non c’è niente di più appagante
di vedere una creazione nata dalla mia matita
prendere vita, muoversi e interagire.
E come si è trasformata la tua passione per
il disegno in un lavoro?
Dalla passione al lavoro il passo è stato non
proprio breve, ma bello e intenso: ho frequentato
il liceo artistico Preziosissimo Sangue a Monza,
mi sono diplomata allo Ied (Istituto europeo
del design) e lo scorso anno ho portato a termine
una scuola on line specializzata in animazione
con sede a San Francisco. Dopo aver lavorato
per tre anni alla Playstos, sono diventata libera
professionista dedicandomi a progetti per agenzie
francesi, spagnole e soprattutto inglesi.
In particolare ho disegnato i personaggi
per il videogioco Alice in Wonderland,
per applicazioni IPhone e IPad, giochi
di intrattenimento interni ai Social Network
(Facebook e Twitter), vari titoli della Nintendo
e per alcune serie televisive.
Come mai la decisione di trasferirsi a Londra?
Perché in Inghilterra ci sono possibilità di carriera
che in Italia non esistono. Ora, ad esempio, sono
impegnata in un
grande progetto:
sto disegnando i
personaggi per un
nuovo videogioco
della PlayStation
3. Una grande
sfida alla
quale mi sto
dedicando
anima e corpo. Anche a livello personale
è un’emozione unica. Lavorare in uno studio
con alcuni tra i migliori professionisti del settore
dell’animazione al mondo è un’esperienza
emozionante. Io sono la più piccola dello studio,
all’inizio non conoscevo in modo profondo
la lingua, ma ora sono davvero a mio agio, anche
se la nostalgia per la Brianza c’è.
Appunto… A Londra hai trovato la tua casa
definitiva o pensi di tornare a disegnare
all’ombra dell’Arengario?
Londra non è casa mia. È un posto dove sto bene
ora, dove ho trovato la mia dimensione artistica
e professionale, dove
c’è una reale possibilità
di carriera. La Brianza
mi manca, mi manca
la mia terra in
apparenza fredda, ma
che in realtà nasconde
un grande calore e,
ovvio, mi mancano
i miei affetti, la mia
famiglia e le mie
amiche. Sono molto
orgogliosa delle mie
origini e credo che
le caratteristiche
brianzole mi abbiano
aiutato davvero nel
mio lavoro. Impegno,
passione e tenacia
sono infatti le chiavi
del successo. A Monza
in particolare, ho
trascorso i bellissimi
anni del liceo e mi sono
avvicinata al mondo
dell’illustrazione anche tramite la rassegna
“Le Immagini della Fantasia”, un appuntamento
fisso per me.
Il futuro?
Resterò a Londra fino al prossimo anno.
A gennaio 2011 aprirò uno studio di animazione
“Ink in Mind” dedicato ai videogiochi e all’arte
dei titoli di coda. È un progetto appassionante,
in cui credo molto e che spero possa avere
successo. A Londra forse avrei più possibilità,
ma sento la necessità di partire, cambiare, fare
esperienze e poi tornare.
Dalla prima bozza
al disegno finito.
Dietro l’animazione
c’è attenzione
e professionalità
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MONZA YOUNG
Elena Prette I
Un talento
da copertina
A soli 27 anni l’artista monzese disegna
le copertine dei più grandi capolavori
della letteratura mondiale
e dalla sua matita prendono forma
i giochi in scatola che finiscono
sulle tavole di milioni di famiglie
di Marco Dozio
capolavori di Oscar Wilde hanno un “volto”
monzese. La copertina dell’ultima edizione
del romanzo “L’importanza di chiamarsi
Ernesto” è uscita dalla sua matita. Così come
il nuovo Gioco dell’Oca o il Risiko Junior,
ridisegnati dal suo talento. Lei è Elena Prette,
27 anni, professione illustratrice. I suoi lavori
girano l’Europa e si fermano sugli scaffali
di mezzo mondo. Firma le copertine di libri
che hanno fatto la storia della letteratura
mondiale. Disegna giochi in scatola che finiscono
sul tavolo di milioni di famiglie. Un’ascesa
rapida, nata dieci anni fa nelle sale della mostra
monzese “Le Immagini della Fantasia”.
Capelli ricci e una fede nuova di zecca al dito.
Uno studio dalle pareti verdi. Elena vive
tra disegni, computer e colori. Una tazza
di caffè e inizia il racconto della sua storia
professionale. Una passione nata all’ombra
dell’Arengario, cresciuta a Milano e proiettata
verso il centro Europa.
Come è nata la tua passione per il disegno?
La “vocazione” è nata esattamente dieci anni
fa, quando, per la prima volta, ho visitato
la mostra “Le Immagini della Fantasia” a Monza.
Quel pomeriggio sono entrata in contatto con
un mondo che ho sentito subito mio: quello
dell’illustrazione. È stato amore a prima vista,
e dopo il liceo artistico Preziosissimo Sangue,
mi sono iscritta allo Ied al corso di illustrazione
e animazione multimediale; lì ho conosciuto
un mondo professionale nuovo, creativo
e internazionale.
E ora di cosa ti occupi?
Ho preparato la mia tesi di laurea su una
rivisitazione dei classici giochi in scatola,
che si sono rivelati la chiave di volta della mia
carriera professionale. Dalla laurea in poi infatti
mi sono dedicata alla parte creativa e di design
di diversi giochi come il Gioco dell’Oca e Risiko
Junior per Editrice Giochi. Con Marianna Fulvi
e Spartaco Albertarelli abbiamo creato
lo studio Kaleidos Games che si occupa della
realizzazione di giochi in scatola, primo fra tutti
“Kaleidos”, un party game per adulti che stiamo
lanciando sul mercato internazionale con un buon
riscontro tra il pubblico.
In questi anni mi sono dedicata anche a progetti
come freelance, creando l’illustrazione di
diversi libri come “Ragione e Sentimento”
74
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MONZA YOUNG
L’incontro con “Le Immagini della Fantasia”
ha segnato la carriera di Elena Prette
di Jane Austen e “L’importanza di chiamarsi
Ernesto” di Oscar Wilde, entrambi per le edizioni
Newton&Compton. Ho illustrato articoli di riviste
come “Glamour”, dove sono stata segnalata come
giovane artista, “Io Donna” e “Gioia”. Ho seguito
anche dei progetti con grandi aziende come Eni,
Lavazza e Armando Testa, e libri per bambini.
Il futuro? Una vita in Brianza o all’estero?
Non ho mai ceduto alla tentazione di trasferirmi
all’estero per lavorare anche se paesi come
l’Inghilterra, la Francia e la Germania offrono
grandi opportunità e riconoscimenti
per gli illustratori. Ho preferito rimanere qui
in Brianza e lavorare con gli altri Paesi senza
trasferirmi, con internet in fondo è possibile.
All’estero gli illustratori sono riconosciuti
come veri professionisti, in Italia non c’è invece
questa considerazione e si finisce spesso
per pensare che il nostro lavoro, in fondo,
sia quasi un hobby.
Per tutelare i professionisti del settore, come me,
esiste un’associazione di cui sono segretario:
l’Associazione Illustratori. Si tratta di un
organismo che riunisce oltre 200 professionisti
con l’obiettivo di fare vita associativa
e di fornire tutela, consigli, assistenza burocratica
e informazioni sul mondo dell’illustrazione.
Che rapporto ha la Brianza con il mondo
dell’illustrazione?
In Brianza esiste un appuntamento fisso per me
e per tanti altri professionisti del settore: la mostra
“Le Immagini della Fantasia” di Sarmede. Si
tratta di una rassegna di altissimo livello che anno
dopo anno offre una visuale sempre nuova sulle
ricerche e tendenze del mondo dell’illustrazione
di tutto il mondo. Sarebbe bello potenziare eventi
come questo, creando altri momenti di incontro
per gli illustratori e per il pubblico. All’estero,
sono frequenti occasioni di questo genere, e la
Brianza potrebbe sicuramente diventare un punto
di riferimento per tutto il Nord Italia.
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BRIANZA CLUB
È
Pietro
Paraboni
L’investimento
più sicuro?
La persona
Il presidente della Compagnia delle Opere
di Monza e Brianza traccia un profilo
dell’associazione che oggi raggruppa
oltre 1.300 aziende
di Raffaele Pozzi
nata nel 1994 sotto la direzione di Angela
Familiari. Da allora la sezione di Monza
e Brianza di Compagnia delle Opere
è cresciuta raggiungendo numeri imponenti. Tre
lustri di lavoro, passione, coraggio senza perdere
mai di vista il motto che storicamente marca
le attività Cdo: «Un criterio ideale, un’amicizia
operativa». Dal 2008 è Pietro Paraboni
a ricoprirne il ruolo di presidente. Ha 46 anni, vive
a Besana, sposato con quattro figli. È ingegnere
gestionale e adora il proprio lavoro perché «vivere
e collaborare fianco a fianco con gli imprenditori
è bellissimo - esclama - Loro sono i veri motori
dell’economia, con la loro intraprendenza
e determinazione». Oggi sono circa 1.300 le
aziende associate a Compagnia delle Opere. Dalle
srl alle società per azioni, dalle ditte individuali
alle cooperative fino alle no profit. Diverse realtà,
dai fatturati anche distanti l’uno dall’altro, ma
accomunate da uno stesso principio: unire le forze,
interagire e aprirsi alle innovazioni sono le uniche
vie per superare le difficoltà del mercato,
ma soprattutto le sfide che ogni giorno
un imprenditore deve affrontare e vincere.
Presidente, ci dia una definizione di Compagnia
delle opere…
Non siamo un’associazione di categoria. Ci muove
un interesse all’uomo e al significato del lavoro,
dell’imprenditorialità, dei criteri di una economia
per il bene di tutti e delle modalità per perseguirlo.
Ciò che caratterizza da sempre Cdo è che questo
è il posto in cui ogni domanda, ogni esigenza,
può essere posta. Intendiamo essere luogo in cui
chiunque intenda creare qualcosa di positivo possa
chiedere e trovare sostegno.
Cosa la differenzia da altre associazioni?
La nostra caratteristica è lo speciale rapporto che si
viene a creare tra noi e un associato. Un rapporto
che mi permetto di definire unico, perché al primo
posto tra i nostri valori poniamo la persona e
l’attenzione al suo desiderio di costruire il positivo.
L’economia mondiale e conseguentemente
locale sta attraversando un prolungato
momento di crisi. In questa difficile congiuntura
sono cresciuti i vostri associati?
Sì, i numeri parlano chiaro. Gli imprenditori
comprendono che è necessario compiere un
passo in avanti, condividere le problematiche,
confrontarsi sui temi più importanti. Creare
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BRIANZA CLUB
un’importante rete di relazione è fondamentale.
Non credo che il termine “crisi” definisca
appieno la fase che sta attraversando l’economia
globale. Preferisco dire che è cambiato il mondo
e l’economia della sua interezza. È venuta meno
l’illusione che il benessere derivi dalla finanza
e non passi dal lavoro, dalla valorizzazione di ogni
aspetto produttivo.
Cosa ha portato a questa necessità di
cambiamento e trasformazione del mercato?
Quali gli errori commessi?
Alla base di ogni manovra azzardata o decisione
che poi si è rivelata fallimentare c’è stata
una convinzione sbagliata quanto pericolosa:
che il senso dell’impresa fosse solo la
massimizzazione del profitto e non il realizzare
qualcosa di buono per crescere tutti. Questo è stato
l’approccio sbagliato che ha fatto commettere tanti
errori che avranno conseguenze e ripercussioni
per diversi anni, basta dare un’occhiata ai debiti
delle aziende e delle nazioni.
Quale la soluzione?
Riscoprire il vero senso di fare impresa e porre
al centro delle proprie tematiche l’attenzione >
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M
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BRIANZA CLUB
favorire questo fattore, inteso come conoscenza
del mercato e delle opportunità che offre.
L’Assemblea generale
della Cdo che si è svolta
in Autodromo
lo scorso giugno
per la persona. Capire che l’uomo è chiamato
a qualcosa di più grande. Un approccio che deve
coinvolgere tutte le componenti del processo
produttivo: dagli imprenditori, ai lavoratori,
ai fornitori stessi. Si deve lavorare nella medesima
direzione per il bene di tutti. Lo ripeto: l’obiettivo
esclusivo di fare impresa non deve essere
il profitto, non ci spiegheremmo altrimenti
il costante tentativo di migliorarsi e mettersi
in gioco degli imprenditori che sono spinti anche
nelle difficoltà dalla grande passione per quello
che stanno facendo. Anche a costo di sacrifici.
Cosa proponete ai vostri associati?
Nella nostra storia abbiamo sempre seguito
le esigenze che di volta in volta i singoli
imprenditori ci ponevano e a partire da queste
richieste si sono strutturati una serie di servizi
di supporto e facilitazioni all’impresa e al suo
sviluppo. Questo approccio ha generato un’ampia
offerta di servizi che va dall’area finanza,
all’internazionalizzazione dell’impresa,
dalla formazione del personale, dagli strumenti
a supporto dell’innovazione al fare rete.
Uno dei vostri fiori all’occhiello è il Matching.
Di cosa si tratta?
Il Matching si basa sulla programmazione
di incontri fra i partecipanti. Le aziende
che aderiscono all’evento descrivono prima
la propria attività e le proprie esigenze, i prodotti,
i servizi e i vantaggi delle proprie offerte.
Dall’incrocio dei dati forniti da tutti gli iscritti
si ottiene un’agenda di appuntamenti
personalizzata per ogni azienda partecipante.
La sesta edizione si svolgerà dal 22 al 24
novembre, come da tradizione alla Fiera di Rho,
e quest’anno il titolo è “Conoscere per crescere”:
in tutte le sue edizioni Matching ha voluto
78
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N.57
Altro appuntamento fisso del vostro calendario
è il Meeting di Rimini che si è appena svolto?
Il Meeting è un evento che coinvolge e colpisce
anzitutto a livello personale e che perciò mi
stupisce ogni volta. Il tema di quest’anno “Quella
natura che ci spinge a desiderare cose grandi
è il cuore” ci ha ancora una volta confermato,
nella settimana fitta di mostre, eventi e incontri con
autorità e personalità della cultura, la vocazione
internazionale del Meeting. L’edizione 2010
ci ha mostrato una positività che realmente arriva
ai confini del mondo ma che soprattutto arriva
a ognuno rendendo visibile in azione un gusto
di vivere e di incontrare. Ognuno di noi al Meeting
ha potuto vedere che un bello, un positivo capace
di costruire esiste e che questa possibilità non
è limitata a un luogo ristretto ma punta al mondo.
È una possibilità che incuriosisce e contagia,
che fa scoprire o ricordare che questo desiderio
e questa capacità di desiderare cose grandi
è di ognuno e che ognuno, se non resta solo,
insieme ad altri può operare e costruire. La fatica
e le difficoltà di ciascuno non sono state lasciate
a casa né dimenticate in questi giorni, ma ognuno
ha visto che partendo da questo positivo, su questa
fatica si può incidere. Qui abbiamo visto uomini
in azione e che, come diceva don Giussani, le forze
che cambiano la storia sono le stesse che cambiano
il cuore dell’uomo. La genialità educativa di don
Giussani è all’origine anche di questa esperienza,
la stessa che ha generato la CDO.
Concludiamo volgendo lo sguardo al futuro.
Dalle sue parole e dall’approccio di Compagnia
delle Opere prevale l’ottimismo…
Senza il minimo dubbio. La Cdo pensa sempre
in positivo, c’è sempre speranza. Anche nei
momenti più difficili. È una sensazione
e una convinzione supportata anche dai fatti
perché vedo nei nostri associati tantissimo
attivismo e la decisa volontà di fare un passo
in avanti. Ognuno deve prendersi le proprie
responsabilità in un percorso comune di crescita.
Uno sforzo che devono compiere anche
le istituzioni che devono attuare azioni concrete
che facilitino, e non ostacolino, lo slancio positivo.
Questo perché si guardi alle imprese per quello
che realmente sono: una reale risorsa non
di un singolo, ma dell’intera comunità.
BRIANZA CLUB
Luigi Filocca
Se il presente
si chiama cohousing
Sembra un villaggio vacanze e invece è solo l’ultima novità
in fatto di abitare. Un condominio dove condividere gli spazi
con i vicini di casa, godersi la vita nel verde
e dimenticare la porta chiusa a chiave
di Greta La Rocca
L’
architetto del cohousing è una
definizione che non gli piace.
Eppure Luigi Filocca è stato fino
ad oggi l’unico ad avere realizzato il primo
progetto di co-residenza, un’idea pilota, novità
assoluta non solo in Brianza, ma anche in Italia.
Quasi un’utopia: trenta nuovi appartamenti
(tutti in classe A), distribuiti in gruppi
identificati da un colore, nessuna recinzione
nei giardini privati, marciapiedi comunicanti
e al centro una villa ristrutturata, un’area
comune dove poter condividere con gli altri
inquilini il tempo libero, il relax, il divertimento
e l’attività sportiva tra piscina, palestra, internet
point e uno spazio ludico per i più piccoli.
Una sorta di villaggio dove vivere in maniera
intelligente, per favorire l’aggregazione
e l’incontro.
Com’è nato questo progetto di cohousing?
Casualmente, in seguito ad una riflessione.
Semplicemente ho pensato a come sarebbe
stato possibile amministrare e gestire la vita
di “condominio” in un modo un pochino più
intelligente rispetto alla realtà che tutti noi
conosciamo. Lo slogan di riferimento potrebbe
essere: Sorridi alla vita che la vita ti sorride. >
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BRIANZA CLUB
Sopra i rendering
del progetto ideato
da Luigi Filocca
Gli appartamenti
sono realizzati
tutti in classe A
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Quando ha iniziato a pensare a questo
progetto? Quali erano i suoi obiettivi
e le sue finalità?
Ho iniziato a pensarci circa quattro anni fa,
dopo aver scritto il libro Come costruire la
Maison Virtual (ed. Mariani 2005), qualcuno ha
cominciato a chiedermi di dimostrare in modo
concreto come sarebbe stato possibile attuare
quella che descrivevo come “teoria di sistema”,
una teoria alternativa a quella classica che si
utilizza ancora oggi nel settore delle costruzioni.
Avevo in mente di creare un modello
sperimentale utile, un riferimento che potesse
aiutare a capire come cambiare approccio dando
priorità assoluta al fruitore finale e ai suoi
desideri. Volevo dimostrare in modo concreto
come il sistema “Maison Virtual” potesse
essere messo in pratica realizzando
un intervento innovativo che rispondesse
ai reali bisogni delle persone.
Quali sono state le difficoltà maggiori?
Credo che la difficoltà più importante sia stata
la scarsa disponibilità delle persone ad adattarsi
a una situazione completamente nuova da tutti
i punti di vista. Ciò che è nuovo è spesso
percepito come difficilmente realizzabile.
Ho incontrato molta diffidenza e incredulità,
sembrava impossibile che persone ben organizzate
potessero andare veramente d’accordo e ottenere
dei vantaggi da questo progetto di cohousing.
Oggi a che punto sono i lavori?
Siamo al termine, stiamo realizzando
gli ultimi ritocchi. Nel giro di qualche settimana
sarà tutto finito.
A questo punto viene da chiedersi come
sarà questa “casa comune” e quali saranno
le caratteristiche, anche economiche degli
appartamenti...
BRIANZA CLUB
La “casa comune” è da considerarsi come
un villaggio turistico, ognuno avrà la propria
unit ma al tempo stesso una villa di mille metri
quadrati a completa disposizione per la libera
convivenza. Le prime famiglie entreranno
entro la fine dell’anno o al massimo entro
gennaio 2011. I prezzi variano a seconda delle
dimensioni degli alloggi e delle pertinenze, tutti
hanno il box doppio, e partono da un minimo
di 530 euro al mese per la soluzione arredata
per arrivare ai mille euro al mese per
appartamenti di 130 metri quadrati con 50 metri
quadrati di terrazzo, sempre arredati.
Cos’è secondo lei il cohousing?
Qual è la sua filosofia?
Il cohousing è un sistema di co-abitazione
intelligente. La filosofia e la visione potrebbe
essere la seguente: siamo una comunità
in evoluzione, a dimensione di villaggio,
dedicata alla cura delle persone e dell’ambiente
attraverso l’apprendimento, la pratica
e la dimostrazione di capacità utili a creare
una cultura sostenibile all’interno di una
comunità ecologicamente responsabile.
Perché ha pensato di realizzare
un progetto di Cohousing in Brianza?
Forse a Milano sarebbe stato più semplice…
I brianzoli sono molto individualisti: come
hanno accolto questa novità?
Personalmente credo nei valori della gente
e nelle risorse del territorio e per questo ho
scelto il cuore della Brianza per realizzare
questo progetto. Ritengo che vi siano enormi
potenzialità inespresse. In Brianza, non
dimentichiamolo, ci sono grandi imprese
e imprenditori, Milano è per me un mondo
lontano. I brianzoli più che individualisti sono
italiani e in quanto tali capaci di adattarsi alle
novità. Il fatto che l’intera comunità italiana
sia effettivamente un po’ individualista rimane
effettivamente il punto critico del sistema.
Non è un problema di territorio, ma di cultura in
genere.
Tra gli spazi comuni
è stata realizzata
anche una palestra
“
Ho voluto realizzare questo progetto
a Seregno nel cuore della Brianza
perché credo nei valori della gente
e nelle risorse del territorio.
Ritengo che vi siano enormi
potenzialità inespresse
Guardiamo lontano: quali obiettivi
ha per il futuro? Un altro cohousing?
Per il futuro ho intenzione di realizzare
il primo Atelier della Maison Virtual.
Quello che ho descritto nel libro. Il cohousing
è stato un episodio, un esempio, voglio
dimostrare che sarà possibile >
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BRIANZA CLUB
La piscina è uno
degli elementi
qualificanti del progetto
realizzare qualsiasi tipo di progetto ritagliato su
misura dell’utente finale in base a bisogni reali e
non certo agli stereotipi di mercato.
Possiamo chiamarla l’architetto
del cohousing o non vuole essere etichettato
in questo modo?
Questa definizione mi sta stretta anche perché
non sono certo l’unico ad averlo pensato.
Certo magari sono l’unico ad averlo realizzato
in questo modo! Ma questo non è un buon
motivo per essere etichettati! Ho solo realizzato
un esempio.
Lei lavora a Seregno: che cosa pensa
della sua città e della Brianza dal punto
di vista urbanistico e architettonico?
Credo che la mia città sia una realtà dinamica
e di riferimento per l’intera Brianza.
Sono orgoglioso di essere seregnese.
Dal punto di vista urbanistico e architettonico
non vi è un disegno complessivo organico,
ma vi è molta frammentazione.
I piani del territorio del futuro potrebbero essere
l’occasione per la rinascita del territorio.
La nuova Provincia per il momento sembra
lontana dagli scempi architettonici delle
archistar.
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Che immagine ha delle grandi metropoli
moderne?
Non mi piacciono le archistar! Le grandi
metropoli moderne sono molto lontane
dalla mia mentalità. Le trovo fredde,
poco verdi e di certo non sostenibili.
Occorrerebbe più senso pratico da parte
degli architetti e degli attori della filiera.
Oggi parlare di bioarchitettura è diventata
una moda: qual è secondo lei il futuro
dell’architettura? Le piccole realtà
di provincia rischiano di essere
emarginate o rappresentano oggi l’ancora
di salvezza?
Sostenibilità è la parola d’ordine.
Non può essere considerata solo una moda.
Chi lo fa, sbaglia! Ci deve essere seria
e profonda dedizione in tal senso.
Il futuro dell’architettura è certamente legato
a tutto ciò che ruoterà intorno al risparmio
energetico e alle risorse naturali in genere.
Le piccole realtà di provincia possono
diventare un punto di partenza per la rinascita
culturale di sistema. Si partirà da esempi
concreti come il cohousing - Maison d’Elite
di Seregno. Crediamo fortemente nelle capacità
e nelle potenzialità della gente del nostro
territorio.
BRIANZA CLUB
Carlo Casagrande
Una «centrifuga» di idee
Un amore mai sbocciato
per l’ingegneria,
poi la laurea in design
al Politecnico
che lo ha portato a lavorare
per importanti aziende
quali Candy e Ferrarelle:
la storia di un giovane
creativo che dalla Brianza
ha conquistato la Cina
di Greta La Rocca
T
imido, riservato. Amante più dei fatti
che delle parole. O meglio dei progetti.
Carlo Casagrande è un giovane
designer brianzolo già selezionato, ancora
da studente del Politecnico di Milano,
per il progetto Lavatrice cinese made in Milano
di Candy Group: il primo traguardo che
l’ha portato fino a Pechino. Oggi Casagrande
è diventato grande, è un designer freelance
e collabora anche con Ferrarelle. L’abbiamo
incontrato in occasione del «Ciclo Incontri
Ideecostruttive», serate organizzate dalla casa
editrice di Vedano “House Company” al fine
di dibattere con intellettuali e professionisti sulle
trasformazioni dell’abitare. Lui era tra i relatori
e ha parlato di sé e dei suoi sogni.
Quando è nato il suo interesse per il design?
È stato nel 2002, un colpo di fulmine
dai racconti di un amico che già studiava Design
al Politecnico. Io frequentavo Ingegneria,
ma non c’era feeling.
Come l’ha coltivato?
Naturalmente iscrivendomi anch’io ad Industrial
Design al Politecnico, ma considero la mia vera >
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BRIANZA CLUB
A destra la lavatrice
Tian Chi per Candy
scuola l’esperienza in studio Castiglioni
e le tante conferenze seguite in Design Library,
come fossero una terza e quarta laurea.
Ancora prima di laurearsi, è stato selezionato
per il progetto Lavatrice cinese made in
Milano di Candy Group: cosa ha significato
questo successo?
È stata prima di tutto un’esperienza
indimenticabile. Il progetto era coordinato
da BIC La Fucina e Provincia di Milano,
venivano selezionati tre coppie formate da
un designer milanese e uno cinese. Dovendo
disegnare una lavatrice per l’azienda Jinling,
acquisita dal gruppo Candy, il progetto è stato
sviluppato tra Milano, Shangai, Pechino
e Jiangmen (nel Guangdong, a sud della
Cina, ndr). Il mercato di riferimento era
quello cinese, un popolo che ha abitudini
completamente differenti dalle nostre ed è stato
interessante approfondire in maniera quasi
morbosa i modi d’uso specifici, ambizioni e
gusti del consumatore, o come si inserisce
l’elettrodomestico nel contesto abitativo. Ad
esempio in alcune zone della Cina rurale le
lavatrici più rudimentali vengono utilizzate anche
per lavare la verdura e fare il formaggio.
Sotto il vassoio
per camerieri frettolosi
Com’è nata la lavatrice Tian Chi Candy?
Il briefing di progetto prevedeva il disegno
di una lavatrice per il mercato asiatico il cui target
fossero i giovani cinesi o le giovani coppie,
con un budget di livello medio e l’eventuale
utilizzo di colori sul prodotto. Le lavatrici
di quel mercato sono diverse dalle nostre: sono
a carica dall’alto ma il cesto ha un asse
di rotazione verticale, perciò se apri lo sportello
vedi gli indumenti immersi nell’acqua, e mentre
sta andando puoi aggiungere i capi dimenticati
senza interrompere il ciclo. Da qui è nata
la componente principale di progettazione:
uno sportello che si apriva verso l’interno per
poi richiudersi da solo con una molla. Il claim
era: “Per chi della pigrizia fa la propria bandiera,
una lavatrice nella quale si possano gettare
gli indumenti come fosse un canestro di basket
e lo sportello si richiuderà automaticamente”.
E i bicchieri realizzati per Ferrarelle?
Quella è stata una bella sfida… trovare un’idea
su un bicchiere non è certo semplice perché ne
esistono di tutti i tipi, di tutte le forme, per tutte
le funzioni. Ho pensato: “Come faccio a liberare
la mia affollata dispensa da tutti quei bicchieri
malamente impilati?” E così sono nati
dei bicchieri che grazie alla loro capacità
magnetica possono essere appesi a testa in giù,
comodi e a portata di mano. L’effetto è assicurato,
perché si vengono a trovare in una posizione
sorprendente, di apparente precarietà, ma
saldamente attaccati. Il magnete di cui sono dotati
è bombato, quindi tocca solo per un punto, e
questo li fa dondolare un po’ fino a che non
trovano la loro posizione.
Quali sono i limiti e i vantaggi dell’Italian
Style?
È esemplificativa un’osservazione che fece Yu
Wenhou Ben, il mio collega cinese quando,
nel periodo milanese dell’esperienza, uscendo
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BRIANZA CLUB
da un negozio mi disse sorpreso che tutto gli
sembrava più bello in Italia; era rimasto colpito
dal fatto che tutti i negozi erano ben curati e tutti
i locali attraenti. A quanto pare non ce ne
rendiamo conto ma in Italia la bellezza è diffusa,
non è facile da spiegare. Forse è questo l’Italian
Style, un senso estetico diffuso, ma non urlato,
fatto di sintesi, la giusta dose, il non troppo non troppo poco.
È nato in Brianza: pensa che sia una realtà
provinciale?
Sono nato a Milano e cresciuto in Brianza.
Non so cosa facessero i bambini di Milano,
ma io mi divertivo come un pazzo a segare
alberi nei boschi per costruire capanne
di legno. Sono sicuro di aver vissuto
in una dimensione di creatività applicata che
in città non avrei avuto. Anche se non direi
di essere particolarmente creativo, sono certo
che quella condizione abbia determinato il mio
modo di essere, costruttivo, divertito, curioso.
Che legame ha con questa terra?
Ora lavoro a Milano, città che vivo dai tempi
dell’università ed in cui abito da poco, ma
continuo a dividermi tra metropoli e hinterland
e questo mi permette di mettere bene le due realtà
a confronto. Devo dire che la dimensione
di tranquillità che avvolge la Brianza
è rigenerante. Sarà un’ovvietà ma la città
è stressante e frenetica, e lascia poco spazio
al relax, che invece si riesce a trovare da quelle
parti. Ci torno spesso ed ogni tanto vado anche
a cavallo addentrandomi nelle campagne, dove
si scopre un verde intenso che dalla strada
è impossibile vedere.
Quali sono i suoi sogni?
Visto che sognare non costa nulla, rispondo
che mi piacerebbe un giorno lasciare il segno
in qualche modo. È un obiettivo ambizioso,
e lo si può raggiungere solo lavorando seriamente,
con la giusta umiltà e pazienza di imparare,
ma anche non smettendo mai di creare occasioni
di incontro ed opportunità di relazione:
non si può compiere un’impresa se non si coglie
la sfida, però bisogna anche che avvenga
l’incontro giusto, qualcuno che lanci la sfida.
In questo sono un convinto sostenitore dell’affinità
elettiva. Non esistono scorciatoie, anche
se un po’ di fortuna non guasta.
Quali sono le aziende con cui
vorrebbe lavorare e perché?
Mi interessano le imprese
non necessariamente già note,
ma che abbiano un potenziale,
disposte a scommettere su una
visione. La storia
del design italiano ci
insegna proprio questo:
ambiziose aziende
guidate da un
imprenditore
capace, che
crede in un’idea,
poi diventate le grandi
firme che ora vediamo
sulle riviste.
Non sono altri tempi,
è una magia che può
accade ancora oggi.
Cosa sta progettando adesso?
Ora dedico la maggior parte del mio tempo
alla collaborazione con Toan Nguyen,
che ha un’esperienza straordinaria essendo stato
partner di Antonio Citterio, e questo mi da modo
di rapportarmi con progetti e clienti di rilievo
sulla scena internazionale. Rimango comunque
un professionista freelance, e come tale gestisco
gli impegni esterni, come ad esempio la mia
collaborazione con Ferrarelle.
Al momento in cantiere ho un paio di prodotti
in attesa dell’azienda giusta. Si tratta di due
piccoli oggetti che hanno sempre a che fare con
la dimensione della praticità e dell’attitudine
all’utilizzo.
Sopra i bicchieri
Effe Ferrarelle
Sotto
Carlo Casagrande
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Susanna T
Pozzoli
She’s on
the block
La 121ª strada: un racconto
attraverso la gentrification di Harlem.
La “Grande Mela” vista attraverso gli occhi
di una brianzola dallo spirito cosmopolita
di Benedetta Trabattoni
, New York
za, Milano
io Arte, Mon
as
tr
on
M
, courtesy
ck#59, 2008
On the Blo
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erra. Casa. Sapori. Colori. E strade.
Block. Persone, tante persone. Infinite
persone. Tutte diverse. Tutte uguali.
E poi suoni, musiche, melodie, urla, pianti, risate.
Tutte mescolate in un unico enorme, piccolo,
incredibile mondo. Sguardi raccolti in un unico
sguardo. Quello di Susanna Pozzoli, gelosa
custode di segreti umani e storie palpitanti di vita
newyorkese. Il volume On the block. Harlem
private view (ed. Umberto Allemandi & C.
per Montrasio Arte) di recente pubblicazione
è il frutto di tre anni di permanenza a New
York al fine di respirare e catturare, in svariati
scatti, la Harlem più vera in piena gentrification,
borghesizzazione. Un lavoro intimista,
decisamente impegnativo che ha permesso alla
fotografa di mostrare un campione del quartiere
che ha vissuto in prima persona; si tratta
di una serie di immagini dell’interno di molte
brownstones (le tipiche costruzioni statunitensi
con struttura esterna di pietra scura) realizzate
con una Rolleiflex, secondo i canoni della
fotografia tradizionale. La sua attenzione
si è concentrata esclusivamente sugli interni
degli edifici della 121ª strada per ottenere
un quadro più veritiero di una zona in totale
cambiamento. Per la realizzazione di questo
progetto è stato fondamentale l’appoggio
e il sostegno di Ruggero e Francesca Montrasio,
ideatori e promotori dell’Harlem Studio
Fellowship, un contesto residenziale a New York
pensato per giovani artisti emergenti, liberi
di sperimentarsi e misurarsi con realtà nuove
e stimolanti. >
On the Block#46, 2008, courtesy
Montrasio Arte, Monza, Milano, New
York
copertina: Susanna Pozzoli On the Block. Harlem Private View, Allemandi & C./Montrasio Arte, ISBN 1835-7, 2010
PASSIONI
On the Block#33, 2007, courtesy
On the Block#
York
w York
za, Milano, Ne
sio Arte, Mon
tesy Montra
15, 2007, cour
Montrasio Arte, Monza, Milano, New
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M
C
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PASSIONI
On the Block#25, 2007, courtesy Montrasio Arte, Monza, Milano, New York
On the Block#35, 2007, courtesy Montrasio Arte, Monza, Milano, New York
Quando è nato il progetto che poi è diventato
il volume On the block. Harlem private view?
Il progetto è nato idealmente nel 2007, quando
sono stata ospite per alcune settimane
di un’amica che studiava alla Columbia:
abitavamo ad Harlem in una bellissima casa
restaurata, molto scenografica e i miei vicini
erano quasi tutti studenti o professionisti, persone
di una certa estrazione sociale. Ero affascinata
dal fatto che, invece, le town house adiacenti
fossero abitate da gente completamente diversa,
appartenenti a quella Harlem afroamericana
e pittoresca che conosciamo attraverso i film.
Ed ecco qui nascere in lei il desiderio di andare
alla scoperta di Harlem.
In me è nata una forte voglia di scoprire e vivere
questo quartiere così ricco di contraddizioni
e ciò è stato possibile grazie all’intermediazione
di Raffaele Bedarida, curatore dell’Harlem
Studio, che mi ha presentato Ruggero e Francesca
Montrasio, i quali hanno creduto fermamente
nel mio progetto. Sono felice e stupita che anche
in Italia e in particolare in una dimensione
relativamente piccola come Monza, io abbia
trovato una galleria di respiro internazionale
interessata a lavori di questo tipo.
Chi è SUSANNA POZZOLI
Susanna Pozzoli è nata a Chiavenna nel 1978. La curiosità
di conoscere nuove dimensioni ha sempre prevalso sulla sua voglia
di rimanere nel luogo natale. Ammette di essersi innamorata
delle metropoli da giovanissima, dopo un viaggio studio a Londra:
«Avevo fame di esperienze, un bisogno culturale immenso e l’amore
per la città, con tutti i suoi limiti e problematiche sociali,
mi ha preso a 13 anni e non mi ha più abbandonato».
Si laurea in Lingue e letterature straniere all’Università di Bergamo nel 2002. Nello stesso anno
si trasferisce a Parigi, dove risiede fino al 2006. Prosegue la sua formazione conseguendo un master
in Critica cinematografica alla Sorbona di Parigi; al contempo studia fotografia presso l’Atelier
Reflexe. Nel 2005 è a Barcellona, invitata dal progetto Leonardo, nel contesto della residenza Hangar.
Nel 2007 si trasferisce a New York ospite del programma di residenza internazionale per artisti
Harlem Studio Fellowship by Montrasio Arte, soggiornandovi ininterrottamente per tre anni.
Vive e lavora tra NewYork, Milano e Monza.
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PASSIONI
“
On the Block#62, 2008, courtesy Montrasio Arte, Monza, Milano, New York
Il mio legame con la città è estremamente
positivo e ho trovato nei fratelli Montrasio,
che ritengo assolutamente contemporanei
nel senso più artistico del termine, l’opportunità
di sperimentare inseguendo il mio obiettivo
che si trovava in un orizzonte ampio.
Qual era il senso più profondo del suo lavoro
sulla realtà newyorkese forse meno nota?
Ho voluto dare voce alle case di Harlem per dare
indirettamente voce ai loro proprietari, senza mai
farli concretamente apparire. Mi piace pensare
di aver dato alcuni elementi di lettura, attraverso
i quali ognuno può soffermarsi e immaginare
la persona che sta dietro quel determinato
ambiente.
È stato difficile farsi aprire le porte delle loro
case?
Sì, soprattutto all’inizio è stato molto complicato.
Per guadagnarmi la fiducia l’investimento
è stato totale: ho vissuto intensamente il quartiere
partecipando alle varie assemblee e attività,
facendo volontariato, organizzando cene,
lasciando flyer informativi e ho passato ore
e ore seduta sulle scale esterne delle mia casa
a chiacchierare con i passanti. Ho vissuto Harlem
con l’intensità di chi non vuole andarsene via più,
la sentivo casa mia.
Che impatto ha avuto su di lei la città?
Harlem è supervivace e stimolante, dicono sia
On the Block#24, 2007, courtesy Montrasio Arte, Monza, Milano, New York
Harlem è supervivace e stimolante,
dicono sia il quartiere
più fotografato al mondo.
È negli Stati Uniti, ma è il cuore
della comunità afro. Qui si è
sviluppata l’Harlem Renaissance,
voce della battaglia
per la conquista dei diritti
il quartiere più fotografato al mondo. È negli Stati
Uniti, ma è il cuore della comunità afro. Qui si
è sviluppata l’Harlem Renaissance, voce della
battaglia per la conquista dei diritti e il quartiere
è in continua evoluzione, gentrification.
Il mio racconto è stato realizzato lungo
un unico block proprio per concentrarmi
su quella zona in cui, anche io, in quanto bianca
ed europea, sono stata effettivamente agente
di un cambiamento.
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PASSIONI
Teatro C
Licinium
La magia
sul palco
La «Bisbetica domata» riaccende
le emozioni nel bosco di Erba,
in attesa delle tante novità che porterà
con sé la prossima intensa stagione
di Chiara Bramati
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ome da tradizione l’appuntamento è per
giugno del prossimo anno. La stagione
ha visto in scena uno spettacolo vivace,
allegro che ha trasmesso grande vitalità: lo spirito
metateatrale con cui il regista Gianlorenzo
Brambilla ha presentato la commedia brillante
“La bisbetica domata“ ha permesso agli spettatori
di assistere all’opera trasportati, magicamente,
ai tempi di Shakespeare, anche grazie
all’attenzione e alla cura con cui sono stati ricreati
i costumi, gioielli che sembravano usciti da una
bottega artigiana del tardo Cinquecento.
«Una stagione di grandi soddisfazioni – ha
raccontato Luisa Rovida De Sanctis, presidente
dell’Accademia dei Licini – che ci ha dato
anche dei riscontri immediati a contatto con
il pubblico: è stata capita l’unicità della svolta
che ha preso il teatro attraverso questa quarta
opera del grande drammaturgo inglese, la prima
del nuovo corso shakespeariano. Vediamo
apprezzato il cambiamento che abbiamo iniziato;
è come un germoglio che già vediamo crescere.
È stata una grande emozione, come ogni volta
che si vede realizzato qualcosa che fino
a poco tempo prima faceva parte solo di sogni
e pensieri». Dopo due intensissimi mesi
di emozioni, applausi, sentimenti degli attori
e degli spettatori, l’arrivo di settembre significa
riposo per il Teatro Licinium, mentre per
l’Accademia dei Licini incomincia un nuovo
anno di lavoro finalizzato a pianificare il percorso
verso il 2015, quando si vedrà la realizzazione
del primo festival internazionale shakespeariano
di cui il Licinium sarà indiscusso protagonista.
«Il lavoro da fare è molto – conclude
il presidente – soprattutto per quanto riguarda
il coinvolgimento di tutto il territorio negli ambiti
culturale, di accoglienza e di infrastrutture. Ho un
grande sogno, come una visione: che Erba e il suo
territorio diventino i luoghi di Shakespeare, ma
per realizzarlo ho bisogno che la città mi segua».
L’attività dell’Accademia non si ferma qui, ma ha
attivato anche il “laboratorio di teatro Gianfranco
Mauri”, dove si tengono corsi di formazione
per il teatro e i suoi mestieri, concentrati non
solo sulla recitazione, ma anche su tutto quello
che ruota intorno alla realizzazione di un’opera
teatrale come scenografia, sartoria, regia, audio e
luci. Sono corsi aperti anche ai diversamente abili
e alle persone in temporanea mobilità dal lavoro:
un modo, questo, per sottolineare l’importanza
della centralità e della dignità dell’uomo.
PASSIONI
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PASSIONI
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summer season 2010
Ristorante
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FASHION
Crisi del fashion biz
e Understatement
S
I tempi del lusso sfrenato
sono dietro le spalle.
La nuova tendenza?
Prestigio, ma soprattutto
cura del prodotto
di Francesca Barzaghi
ettembre 2010. A quasi due anni dal crollo
di Lehman Brothers e dal crack finanziario
che ha scaraventato Stati Uniti ed Europa
nel baratro, la crisi economica che si sperava
potesse scivolare via con la fine dell'estate sembra
destinata a resistere. E a dettare legge ancora
per molto tempo. Se e' vero, che in tempi
di recessione il crollo dei consumi è il primo
segnale di pessimismo e paura generalizzata,
discorso diverso è il modificarsi di gusti e acquisti
sul fronte della moda. E questo è esattamente
quanto accaduto in questi due anni. Al pari della
crisi del '29, questi due anni di fine decennio
hanno dato una svolta importante al nostro
stile di vita, alle nostre scelte e anche
al nostro tempo libero. È lampante e
sotto gli occhi di tutti quanto abbia
inciso nel nostro quotidiano questa
crisi. Non siamo più attratti dal lusso
sfrenato e fine a se stesso (ammesso
e non concesso che lo fossimo),
non ci lasciamo più affascinare
dall'effimero e siamo decisamente
più attenti a quello che spendiamo e,
soprattutto, stiamo imparando
a rispolverare un "giochino"
che non eravamo più tanto abituati
a fare: ponderare qualità e prezzo.
E se questo vale per i prodotti per così
dire voluttuari, a maggior ragione è legge
per il mondo del fashion. Siamo sempre più
predisposti e ben disposti a premiare la qualità,
l'artigianalità, la ricerca della perfezione e della
longevità, piuttosto che lasciarci andare all'acquisto
compulsivo e leggero di pezzi originali sì, ma con
BOT TEGA
94
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FASHION
una data di scadenza troppo ravvicinata.
E allora ben venga il ritorno all'austerity, al rigore,
al classico e allo stile, inteso come ricerca della
bellezza e non come trend passeggero.
E ben venga dunque ancora di più il ritorno
dell'eleganza senza tempo se questo coincide
con la scelta di pezzi frutto della creatività
e del know how made in Italy. E proprio a uno
dei brand più significativi e rappresentativi della
preziosa capacità manifatturiera italiana è Bottega
Veneta, marchio di indiscutibile fama mondiale e
simbolo di lusso armonioso e mai stonato.
Il miglior investimento che si possa fare
in momenti di oculatezza finanziaria, se quel
che si desidera è una borsa che possa superare
i confini del tempo e delle mode, è infatti in una
boutique Bottega Veneta. Le sue collezioni hanno
la capacità di mettere d’accordo praticamente tutte
coloro che sono alla ricerca di pezzi raffinati, sobri
e di manifattura di qualità.
Bottega Veneta è uno di quei brand resi celebri non
tanto dalle campagne pubblicitarie, dalle sfilate
shock o da una mania
di shopaholismo
incondizionato, frutto
della massificazione
spinta dei consumi
e fomentata dalle
riviste patinate
d’America, quanto
dalla perfezione delle
proprie creazioni.
La miglior pubblicità per Bottega Veneta
è data dalla soddisfazione delle sue affezionate
clienti che, sparse in tutto il mondo, ne hanno
decretato il definitivo successo sin dalla sua
nascita, datata 1966.
Proprio le caratteristiche tipiche di artigianalità
e di ricerca dei pellami, mantenuti costanti negli
anni nonostante il susseguirsi di collezioni,
designer e cambi di proprietà del brand, sono
stati gli elementi fondativi dell’attività lanciata
da Michele Taddei e Renzo Zangiaro in un piccolo
atelier di Venezia, appunto in una Bottega Veneta.
L’azienda, nata per rispondere alle esigenze
di una selezionatissima clientela estremamente
severa alla ricerca di borse e borsoni da viaggio
all'insegna della qualità. Le prime creazioni, infatti,
erano, allora come oggi, frutto di maestri artigiani
che svilupparono e perfezionarono per Bottega
la lavorazione della pelle a intreccio che, anche
se come anticipato nel precedente articolo
di Monza Club fu Roberta di Camerino la prima
a lanciare in anteprima questa particolare tecnica
di lavorazione, è diventata nel tempo la firma
inconfondibile di Bottega Veneta e segno
inequivocabile di riconoscimento. >
V E N E TA
B O T T E G A V E N E TA
Bottega Veneta
Qualità oltre le mode
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FASHION
B O T T E G A V E N E TA
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Nonostante gli aficionados della prima ora
rappresentassero la fortuna iniziale che consentì
all’azienda di crescere e di continuare nella ricerca
per offrire prodotti sempre all’avanguardia
e in linea con un mercato che si faceva sempre
più raffinato e ricercato, il vero boom di notorietà
internazionale avvenne a metà degli anni Settanta,
quando, in netto contrasto con i dettami
di una moda da giungla urbana, all'insegna
dei colori della pop art, delle zeppe e del flower
power, Bottega Veneta decise di puntare tutto
sulla sobrietà dando vita alla prima campagna
“no logo”. "When your own initials are enough”
è stato infatti il claim più efficace e probabilmente
più identificativo dello spirito di Bottega Veneta,
che di lì a poco avrebbe iniziato la scalata
all’olimpo dorato della moda, grazie all’interesse
del jet set internazionale che si prestò ad essere
testimonial (allora ancora non retribuiti)
della maison. Tra tutti i cultori di fama mondiale,
all’inizio degli anni Ottanta, Bottega ha annoverato
tra i suoi estimatori personaggi cult del calibro
di Andy Warhol il quale, dopo aver svaligiato
una boutique newyorkese per i regali natalizi,
prestò il proprio genio creativo per dare vita
a un cortometraggio pubblicitario per la maison.
Meravigliosa e raffinata, la linea di Bottega Veneta
negli anni ha saputo arricchirsi di collezioni
sempre più ricercate, introducendo nuovi pezzi,
come gioielli, occhiali e complementi di arredo,
che si affiancassero ai must di sempre come
la piccola pelletteria, la valigeria e le borse.
Ma è il 2005 l’anno della svolta, il momento
in cui Bottega lancia la sua prima collezione
di prêt-à-porter femminile, seguita l’anno
successivo da quella maschile. Ed è subito Bottega
Veneta mania grazie soprattutto al genio di Tomas
Maier, direttore creativo della maison che,
proveniente da colossi della moda quali Hermès
e Sonia Rykiel e approdato a Bottega Veneta
nel 2001 dopo l’acquisizione del brand
da parte del Gruppo Gucci, ha saputo rielaborare
lo spirito originale di sobrietà ed eleganza
dei fondatori rendendolo attuale e in linea
con le esigenze del mercato del lusso, composto
BOT TEGA
FASHION
I grandi classici di Bottega Veneta.
Iniziamo questa speciale carrellata delle borse più belle create dalla maison, divenute nell'arco degli anni dei veri e propri
must have, replicati, collezione dopo collezione, utilizzando materiali diversi e in varianti di colore sempre più eleganti e
ricercati.La vera borsa icona di Bottega Veneta è la Veneta, vero e proprio pezzo cult, immortale e bellissima, disponibile
in diverse dimensioni.
È senza dubbio la borsa di maggior fama internazionale della maison e quella che ha anche riscosso le maggiori attenzioni
da parte dei critici del fashion biz da trent'anni a questa parte. Semplice e lineare, questa particolare hobo si presenta, nella
sua variante iniziale, monospalla, dalle forme morbide e con una linea classica ed essenziale.
La nuova versione per l'autunno 2010 è realizzata in color rosa corallo ed è, come sempre, realizzata in pelle a intreccio.
La 'piccola' di casa, invece, si chiama Knot Clutch ed è una micro pochette da portare nel palmo della mano. Si tratta di un
vero e proprio gioiellino artigianale, che ogni anno si arricchisce sempre più di elementi preziosi e di ricercata originalità.
La proposta per il prossimo inverno si chiama Knot marcapunto Clutch e si presenta in morbida pelle intrecciata e
trapuntata con un filo di cotone che ne decora e impreziosisce le bordature esterne. Il colore scelto sarà, come per la Veneta,
il rosa corallo e la chiusura a clip, tipicamente a forma di nodo, è in ottone anticato.
Infine, la borsa che detterà legge nei prossimi mesi, eletta come pezzo cult della prossima stagione, si chiama Snakeskin slouch
bag ed è una tracolla iperchic, lussuosa e davvero preziosa, realizzata in pelle di pitone nero e lucido, dalla forma arricciata.
Proprio la scelta di questo particolare pellame riconferma l'attenzione rivolta dalla maison nella ricerca e sperimentazione
della lavorazione artigianale, quasi a voler indicare nuove strade percorribili sul fronte della moda di altissima qualità.
La Snakeskin è senza dubbio una borsa impegnativa, sia sul fronte del prezzo che sul fronte dei tempi di lavorazione, oltre
ad essere un vero e proprio esperimento di moda. Con questo modello, infatti, Bottega Veneta sdogana la borsa a tracolla, da
sempre ritenuta sportiva e informale, rendendola accessorio elegante, raffinato e da sfoggiare in contesti formali.
ormai da una eterogeneità di compratori
ma sempre più omologati in termini di gusti.
Sua la decisione di eliminare qualsiasi logo visibile
sui prodotti, secondo un dettame di understatement
che tanto piace al compratore che non vuole
fare sfoggio di sé e del proprio status, ma che
sa distinguere con consapevolezza ciò che vale
da ciò che invece è effimero, passeggero
e non di qualità. Esaltazione della lavorazione a
intreccio facendo sì che questa diventasse l'unico
vero tratto distintivo dell'intera produzione,
che, con Maier, è tornata ad essere totalmente
artigianale. Proprio per onorare e per rendere
omaggio all'eccellenza dei maestri artigiani
italiani, Bottega Veneta ha aperto nell'estate
del 2006 la Scuola della Pelletteria,
a sostegno delle nuove leve, in netta
diminuzione, che vogliono imparare
questa arte della lavorazione
di pellami pregiati.
V E N E TA
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CONSULENTE ASSICURATIVO
La sicurezza
del lavoro aziendale
Una polizza assicurativa che dà la garanzia,
ai datori di lavoro e ai loro dipendenti, di un corretto e tranquillo
svolgimento dell’attività lavorativa
a cura di Vittorio Massardi
L
a polizza di responsabilità civile verso terzi e/o prestatori
di lavoro, copre la somma di denaro che l’assicurato si
trova a pagare nel caso in cui si trovi ad essere civilmente
responsabile dei danni causati involontariamente nell’esercizio
dell’attività della sua azienda, sia che i danni siano causati da
lui personalmente, sia che essi siano stati causati da persone per
le quali è l’assicurato a dover rispondere. La garanzia include,
inoltre, tutte le azioni di rivalsa che sono
esperibili dall’INAIL (l’Istituto Nazionale
degli Infortuni sul Lavoro) e dall’INPS
(l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale)
e le richieste di risarcimento esperibili dai
lavoratori infortunati. Tutte le aziende sono
per legge obbligate a stipulare polizze di
responsabilità civile, in quanto sia le catene
di produzione sia le procedure aziendali,
per quanto perfette e controllate che siano,
possono causare danni a terze persone. Un
esempio di questo tipo di polizza è dato dalla
RCTO (Responsabilità Civile Terzi e Operai),
volta a risarcire danni subiti da terzi e causati
dai dipendenti durante lo svolgimento delle
proprie mansioni, in ogni fase della produzione e in tutti i settori
aziendali. Essa prevede generalmente un massimale e una
franchigia. Normalmente la legge non prevede massimali illimitati
come per la R.C. auto, ma le compagnie assicuratrici solitamente,
consigliano comunque di versare il premio assicurativo legato
al massimale più elevato. Non è obbligatorio sottoscrivere la
franchigia, ma è ovvio che accettandola calano i costi del premio.
Altro esempio è invece dato dalla R.C. ovvero la polizza rivolta
alle aziende che immettono sul mercato prodotti finiti o parti
di essi. È utile a garantirsi contro gli eventuali danni che un
prodotto difettoso può causare al fruitore finale. Può essere utile
ad aziende produttrici di auto, moto, elettrodomestici, creme per
il corpo, shampoo etc. Secondo la normativa vigente, si intende,
con il nome “prodotto”, ciascun bene mobile comprese le singole
parti. Sono responsabili civilmente, quindi, anche i produttori
delle materie prime del bene, quindi
compresi anche coloro che appartengono
al settore alimentare: agricoltori, allevatori,
pescatori.
Se però questi ultimi riescono a dimostrare che
il danno è stato causato dall’aspetto generale
del prodotto e non dalle singole parti, essi
vengono sollevati dalla responsabilità civile.
Secondo le ultime normative vigenti, anche
le ditte di distribuzione sono considerate
civilmente responsabili dei prodotti difettosi
che distribuiscono, per cui anche loro sono
tenuti a stipulare la polizza di responsabilità
civile. Se invece il prodotto non è stato
distribuito dal produttore o il difetto non
era presente quando il produttore ha immesso il prodotto sul
mercato, non vi è alcuna responsabilità. Anche quando viene
dimostrato che, nel momento in cui si produceva il bene, non
erano disponibili conoscenze tecnico-scientifiche per fabbricarne
uno migliore, il produttore non è soggetto a responsabilità civile.
Le polizze per responsabilità civile sui beni, rifondono non solo
i danni causati a persone ma anche quelli indotti ad altri prodotti
causati dal malfunzionamento dei beni difettosi in questione.
Vittorio Massardi
Ha iniziato l’attività assicurativa nel 1968 come agente di città della Toro Assicurazioni. Nel 1980 passa
al brokeraggio assicurativo entrando come partner in una società del Gruppo GPA. Dal 1995 è partner ed
amministratore delegato della GPG, gruppo Puricelli & Ghezzi.
Gruppo Puricelli & Ghezzi - Via Camperio, 9 - 20123 - Milano
Tel. 02 30322700 - Fax 02 30322722 - www.gpg-broker.it
98
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CONSULENTE DEL LAVORO
Novità in merito
all’alleggerimento fiscale
previsto dalla manovra 2010
Detassazione e sgravio dei contributi legati ai premi produzione incentivanti
a cura dello Studio Leoni
I
l D.L. 78/2010 ripropone l’agevolazione (già prevista
per il 2008 e successivamente prorogata) sui premi di
produttività. Più precisamente, le somme erogate nel 2011 ai
lavoratori dipendenti del settore privato, in attuazione di quanto
previsto da accordi o contratti collettivi territoriali o aziendali
e correlate a incrementi di produttività, qualità, redditività,
innovazione, efficienza organizzativa,
collegate ai risultati riferiti all’andamento
economico o agli utili dell’ impresa o
ad ogni altro elemento rilevante ai fini
del miglioramento della competitività
aziendale, sono soggette a una imposta
sostitutiva dell’ imposta sul reddito
delle persone fisiche e delle addizionali
regionali e comunali (rispetto alla quale
tuttavia non si conosce ancora l’esatta
percentuale).
Tale disposizione trova applicazione entro
il limite complessivo di 6.000,00 euro
lordi e per i titolari di reddito da lavoro
dipendente non superiore a 40.000,00
euro (in riferimento all’anno di imposta
precedente l’erogazione delle somme).
Sulle stesse somme e per lo stesso periodo si applicheranno
sgravi contributivi (la cui entità sarà stabilita entro il 31 dicembre
p.v.) sia per il lavoratore che per il datore di lavoro nei limiti
delle risorse stanziate in base a quanto previsto dalla legge n.
247/2007.
Inoltre si precisa che i premi con funzione incentivante erogati
nell’anno 2011 potranno beneficiare della tassazione agevolata
solo qualora gli stessi siano stati previsti da specifici accordi
aziendali sottoscritti dal datore di lavoro con le associazioni
sindacali. Fino al 31 Dicembre 2009 resteranno invece in vigore
le previsioni più flessibili che prevedono che l’applicazione
dell’imposta sostitutiva del dieci per cento possa aver
luogo (qualora ovviamente sussistano i requisiti soggettivi
reddituali previsti per l’anno 2009), con
riferimento alle somme aventi carattere
incentivante, senza che necessariamente
vi sia un accordo aziendale, ma solo sul
presupposto, dichiarato dall’azienda al
lavoratore, che tali somme possiedono
natura di retribuzione premiante. È quindi
evidente che le aziende, affinché i propri
lavoratori possano beneficiare nell’anno
2011 di tale agevolazione, dovranno
provvedere alla stipula di appositi accordi
(resta inteso che le erogazioni premianti
già previste dai CCNL, contratti collettivi
nazionali di lavoro, o da accordi
territoriali, continueranno a godere della
detassazione).
Scopo
della
disposizione,
oltre
all’apprezzabile tentativo di dare omogeneità in ambito di
agevolazioni sulla retribuzione variabile, è senza dubbio quello di
incentivare la stipula di accordi retributivi che possano rilanciare
i premi di produttività, col fine di spostare progressivamente,
da nazionale ad aziendale (chiaro obbiettivo della recente
Riforma Contrattuale), l’ambito di contrattazione in materia di
retribuzione.
Dott.ssa Greta Leoni
Titolare dello Studio Leoni
Consulente del lavoro in Milano
Studio Leoni - Via Statuto, 4 - 20121 Milano
Tel. 02 36573500 - Fax 02 62910074 - [email protected] - www.studioleoni.it
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CONSULENTE LEGALE
Il danno da vacanza rovinata
Se il tanto atteso viaggio si trasforma in un vero e proprio incubo
a cura di Paolo Broggi
I
l “danno da vacanza rovinata” può essere definito come il
pregiudizio sofferto dal turista a causa dell’inadempimento
contrattuale dell’organizzatore turistico durante l’esecuzione
del viaggio. Sostanzialmente, infatti, dall’inadempimento
contrattuale dell’organizzatore del viaggio possono derivare
al turista/viaggiatore due tipi di danno, il primo di natura
patrimoniale (esempio la perdita del bagaglio), il secondo di natura
non patrimoniale (lesione del periodo di svago e riposo), ossia
il cosiddetto “danno da vacanza rovinata”, che trova oggi piena
tutela e risarcibilità nel nostro ordinamento. Il danno da vacanza
rovinata è normalmente inteso come lo stress subito dal turista
a causa di talune carenze o incongruenze del viaggio rispetto a
quanto organizzato e/o promesso prima della partenza; disagio e
stress conseguente alla perdita della possibilità di relax, ristoro ed
aspettativa di svago tipica di un periodo di ferie e che costituiscono
i profili e i connotati caratterizzanti l’interesse che il contratto di
viaggio-vacanza è destinato a soddisfare. Danno che può, quindi,
realizzarsi indipendentemente da un pregiudizio economico e
che può quindi anche atteggiarsi a mero danno di carattere non
patrimoniale. Il consumatore può chiedere il risarcimento del
danno per i disservizi imputabili al tour operator o all’agenzia
viaggi, ed in particolare per le aspettative di viaggio deluse, per lo
smarrimento, danneggiamento o ritardata consegna del bagaglio,
cancellazione del volo, ritardi e variazioni nei programmi di
viaggio, inconvenienti che trasformano i soggiorni di viaggio tanto
sognati ed attesi in veri e propri incubi da dimenticare. Il Codice
del Consumo (D.Lgs 106 del 06/09/2005) - che disciplina le
disposizioni in materia di viaggio organizzato - all’art. 93 prevede
che : “in caso di mancato o inesatto adempimento delle obbligazioni
assunte con la vendita del pacchetto turistico, l´organizzatore
e il venditore sono tenuti al risarcimento del danno, secondo le
rispettive responsabilità, se non provano che il mancato o inesatto
adempimento è stato determinato da impossibilità della prestazione
derivante da causa a loro non imputabile. L´organizzatore o il
venditore che si avvale di altri prestatori di servizi è comunque
tenuto a risarcire il danno sofferto dal consumatore, salvo il diritto
di rivalersi nei loro confronti.”. Cosa deve fare quindi il turista/
consumatore in caso di inadempimento da parte dell’agenzia di
viaggio e/o del tour operator? L’art. 98 del Codice del Consumo
prevede che: 1) ogni mancanza nell’esecuzione del contratto
deve essere contestata dal consumatore senza ritardo affinché
l’organizzatore, il suo rappresentante locale o l’accompagnatore
vi pongano tempestivamente rimedio; 2) il consumatore può
altresì sporgere reclamo mediante l’invio di una raccomandata,
con avviso di ricevimento, all’organizzatore o al venditore, entro e
non oltre dieci giorni lavorativi dalla data del rientro nel luogo di
partenza. In caso di contenzioso giudiziale, la quantificazione del
danno sarà determinato dal Giudice sulla base di criteri equitativi
aperti alle particolarità del caso concreto, che tengano conto
dell’irripetibilità del viaggio e del valore soggettivo che il viaggio
assume per il consumatore. In sede di quantificazione del danno
rileva anche l’effettivo ed il tempestivo adempimento del dovere
in capo all’organizzatore e al venditore di apprestare rimedi utili
al fine di consentire la prosecuzione del viaggio. Con una recente
sentenza della Corte di Cassazione nr.5189/2010 del 4/03/10
è stato sancito il principio secondo il quale : con il contratto
avente ad oggetto un pacchetto turistico “tutto compreso”,
sottoscritto dal consumatore sulla base di una articolata proposta
contrattuale, spesso contenuta in un “depliant” illustrativo,
l’organizzatore assume specifici obblighi contrattuali, soprattutto
di tipo qualitativo, inerenti a modalità del viaggio, sistemazione
alberghiera, livello dei servizi, etc.; conseguentemente, qualora le
prestazioni non siano esattamente adempiute, secondo un criterio
medio di diligenza valutabile dal giudice del merito, sussiste la
responsabilità contrattuale e il conseguente obbligo risarcitorio
dell’organizzatore, salvo la prova della non imputabilità
dell’inadempimento, derivante da eventi successivi alla stipula
del contratto, quali il caso fortuito o la forza maggiore, ovvero
l’esclusiva responsabilità del terzo o del consumatore. Fattispecie
quest’ultima relativa all’acquisto di un pacchetto turistico avente
ad oggetto il viaggio aereo e l’alloggiamento in un complesso
turistico in cui, diversamente da quanto risultava dalla fotografia
pubblicata sul “depliant”, la spiaggia era sporca e il mare inquinato
da idrocarburi.
Avv. Paolo Broggi
Avvocato civilista del Foro di Milano. Si occupa prevalentemente di diritto civile, commerciale e di problematiche legate al diritto di famiglia.
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MONZA
LA REGINA DEI CASTELLI
DI CARTA
Ultimo appuntamento della rassegna
Cinema sotto le stelle organizzata nel
suggestivo cortile d’onore di Villa Reale.
T. 02/43912769
www.monzacinema.it
ORENO
XXIII SAGRA DELLA
PATATA
Torna anche quest’anno la tradizionale
sagra promossa dal Circolo Culturale
Orenese con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali.
www.oreno.it
CONCOREZZO
LE PAROLE
DI GABER
A cura
dell’Assessorato
Cultura Biblioteca
e Tempo Libero, uno
spettacolo dedicato
alle parole di Giorgio
Gaber per far rivivere
atmosfere di ieri, oggi
così attuali.
T. 039/62800200
www.comune.concorezzo.mi.it
MONZA
MEZZA
DI MONZA
Manifestazione dedicata agli amanti
della corsa, promossa dal Comune
di Monza, dalla Provincia di Monza e
Brianz a e dall’Autodromo Nazionale
di Monza.
T. 0532/242174
www.mezzadimonza.it
CAPONAGO - 11-12 settembre
PALIO DI AVUCAT
Anche quest’anno il Comitato per il Palio
propone una manifestazione valida e
positiva che grazie al successo riscosso
sta tornando ad essere un appuntamento
tradizionale della città.
T. 338/2320979
www.paliodicaponago.it
NOVA MILANESE
NON MUOIO
NEANCHE
SE MI
AMMAZZANO
Una mostra dedicata
all’avventura umana
di Giovannino
Guareschi, scrittore
e giornalista italiano,
oltre che caricaturista e umorista,
promossa dall’Associazione
Culturale Felicita Merati.
T. 346/8531871
www.associazionefelicitamerati.it
MONZA
UN GIORNO
PERFETTO
Ecodialogando
in collaborazione
con Bioarchitettura
organizzano
la IV edizione
dell’evento
dedicato
a chi si sposa e a chi convive.
www.sposipersempre.it
AGRATE BRIANZA
FESTIVAL
DELLA FISARMONICA
Musicisti di fama mondiale si esibiranno
in uno spettacolo dedicato alla
fisarmonica promosso da GianCarlo
Giorgi in collaborazione con il gruppo
musicale Le Note.
T. 347/4626975
www.gruppomusicalelenote.com
N.57
M
C
103
TEMPO LIBERO
OROSCOPO
ARIETE - 21 Marzo - 20 Aprile
Non si può certo dire che questo mese sarà per voi il
migliore dell’anno. Non dovrete quindi aspettarvi molto da
settembre e soprattutto sarà bene che non corriate rischi
in nessun campo, amoroso, professionale, sportivo o finanziario che sia.
Prendete questo periodo come un momento di pausa in cui riposarvi
senza addossarvi il peso di grandi responsabilità. Fate il pieno di energie
perché a fine mese il cielo tornerà ad essere sereno e saranno tante le
possibilità di recuperare il tempo perso.
TORO - 21 Aprile - 20 Maggio
Benessere e serenità per voi vanno a braccetto e la vita
affettiva decisamente vi sorride in ogni sua sfaccettatura.
Anche i rapporti di amicizia risentiranno positivamente
di questo buon momento e procederanno senza difficoltà e intoppi. Se
siete alla ricerca dell’anima gemella, questo potrebbe essere un periodo
propizio per trovarla. Siete attivi e dinamici e nonostante sia giunta la
fine delle vacanze, anche la sfera professionale continuerà a darvi grandi
soddisfazioni.
GEMELLI - 21 Maggio - 21 Giugno
Un po’ di sana autocritica vi permetterà di eliminare
qualche piccola e sciocca incomprensione con il vostro
partner e di procedere senza pensieri e preoccupazioni,
verso il successo a cui tanto aspirate. Grandi opportunità si aprono
davanti a voi, specialmente nel campo lavorativo dove potreste ricevere
delle proposte interessanti e che potrebbero rivelarsi molto proficue; non
fatevi però prendere troppo dall’entusiasmo e ponderate con saggezza e
con razionalità ogni vostra decisione.
CANCRO - 22 Giugno - 22 Luglio
Il ritorno alla solita routine quest’anno vi peserà più
del solito e troverete qualche difficoltà nel recuperare
la concentrazione che vi serve. Le cose tenderanno a
migliorare verso la fine del mese quando sarete chiamati a prendere
decisioni importanti per il vostro futuro professionale. Se un amico vi
consiglia di aspettare ancora un po’ per assumervi responsabilità troppo
grandi per voi, forse vi converrà ascoltarlo e attendere con pazienza un
momento più favorevole nel quale vi sentirete pronti.
LEONE - 23 Luglio - 23 Agosto
Settembre sarà per voi un mese nel quale vi sentirete
estremamente sicuri di voi stessi e delle mete che volete
raggiungere. Nel vostro cielo ci sono stelle brillanti e
nessuno ostacolo per la realizzazione dei vostri obiettivi.
La vostra forma fisica è invidiabile ed il vostro entusiasmo è davvero
travolgente. In campo amoroso non avete assolutamente rivali, siete
irresistibili! Qualche momento più scuro potrebbe avvicinarsi verso la fine
del mese, ma la fortuna vi aiuterà ad uscirne indenni.
VERGINE - 24 Agosto - 22 Settembre
Incisivi ed intraprendenti sia al lavoro che in amore,
riuscirete a lasciarvi alle spalle ogni tipo di timidezza e
di titubanza. Durante questo mese sarete dinamici, pieni
di voglia di fare e pronti a buttarvi in nuove esperienze. Tanti dei sogni
che da lungo tenete nel cassetto, finalmente potranno essere realizzati.
Sarete i migliori nel catturare l’attenzione di chi vi circonda e di chi vi
interessa; un viaggio pianificato per la fine dell’ estate potrebbe, infatti,
rivelarsi ricco di piacevoli sorprese.
104
M
C
N.57
di Antoninus
BILANCIA - 23 Settembre - 22 Ottobre
Un crescendo di emozioni positive vi accompagnerà lungo
tutto il corso del mese e anche per coloro che in amore
avevano ormai gettato la spugna, si apriranno le porte
della felicità. Finalmente ritroverete l’ottimismo che sembrava avervi
abbandonati per sempre. Anche in campo professionali siete al massimo
delle vostre forze ed è quindi il momento giusto per ottenere risultati
positivi mettendo in cantiere le idee che avevate in testa. Non abbiate
paura di sbilanciarvi perché il momento è davvero quello giusto.
SCORPIONE - 23 Ottobre - 22 Novembre
L’inizio di settembre vi trova piuttosto svogliati e
insolitamente remissivi. Avrete i nervi tesi e sarete pronti
a scattare per ogni più piccola cosa. Fate attenzione a
non eccedere con questo vostro atteggiamento e ritagliatevi piccoli
momenti nei quali poter ritrovare la serenità. Abbiate un occhio di
riguardo anche per le vostre finanze, ma non disperate perché già da
metà mese, se sarete ottimisti e ben disposti nei confronti di chi vi
circonda, la situazione potrebbe già tornare a sorridervi.
SAGITTARIO - 23 Novembre - 21 Dicembre
Le stelle saranno piuttosto benevole nei vostri confronti,
regalandovi un periodo di tranquillità che nonostante
qualche momento di stanchezza e spossatezza, riuscirà
a farvi sorridere grazie ai buoni risultati che otterrete quasi in ogni
campo. In amore intraprendenza è la parola giusta; non aspettate che
sia il vostro partner a farsi avanti e sorprendetelo come meglio credete.
Fate attenzione alle spese impreviste, ma ricordatevi anche che ogni
tanto è bello concedersi qualche sfizio in più.
CAPRICORNO - 22 Dicembre - 20 Gennaio
Qualche scocciatura vi porterà a dover rivedere alcuni
dei vostri piani. Risentirete molto della fine dell’estate e
della ripresa della solita routine. A fatica vi destreggerete
tra i numerosi impegni. Cercate, però, di non pretendere
troppo da voi stessi e individuate quali sono quelli veramente importanti
da portare avanti. In amore siate tolleranti e cercate il sostegno delle
persone che vi amano e che nonostante il vostro pessimo umore
riusciranno a riportare un sorriso sul vostro viso.
ACQUARIO - 21 Gennaio - 19 Febbraio
Questo settembre sarà per voi sinonimo di fascino e
seduzione. Sarete divertenti, spiritosi e le buone idee per
brillare ed avere successo non vi mancheranno. Le vostre giornate, se
siete in coppia, saranno caratterizzate da momenti di romanticismo e di
tenerezza. Non lasciatevi scappare le occasioni che vi si presenteranno
su un piatto d’argento e mettete da parte un po’ di tutto questo buon
umore anche per i periodi meno fortunati che al momento appaiono
lontani.
PESCI - 20 Febbraio - 20 Marzo
Qualche piccola insidia potrebbe rischiare di rovinare il
nido di tranquillità che durante le vacanze siete riusciti a
costruirvi. Sarete attivi e intraprendenti, ma se avete in
mente dei progetti che avreste voluto attuare proprio ora, ponderate
ancora qualche istante e utilizzate le vostre energie solo nelle attività
consuete. Cercate di mantenere la calma e di evitare contrasti con le
persone che vi circondano, ma al contrario, cercate in esse il vostro
rifugio e la vostra serenità.
Nuova Audi A1.
Da settembre in anteprima
presso il nostro showroom
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La Carbon Business Collection si caratterizza per il design elegante e i forti contenuti tecnici.
Tutti i prodotti della linea sono realizzati con sottili lamine di fibra di carbonio
(4/10 di millimetro) cucite con pelli selezionate mediante filo di kevlar. Le minuterie sono in ergal ricavato dal pieno come i dettagli alleggeriti dei mezzi da
competizione.
Il carbonio viene utilizzato per la sua elasticita’ e resistenza. Il risultato é un
prodotto tecnicamente evoluto in cui il carbonio diventa un telaio leggero, in
grado di dare rigidita‘ alla struttura ma che allo stesso tempo garantisce elasticita’
e quindi comfort.
I prodotti della linea carbon business sono interamente Made in Italy e possono
essere personalizzati su richiesta.
Aznom Srl - Monza
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