Mobili bolzanini a casa di Obama

Transcript

Mobili bolzanini a casa di Obama
AZEPOM...............20.08.2010.............21:44:55...............FOTOC14
Oggi si può
Sabato
21 agosto 2010
Acquistare e vendere
oro e monete senza
IVA e senza problemi
HORUS - BOLZANO
Via L. da Vinci, 3/G
10
HORUS - BOLZANO
Te l . 0 4 7 1 2 8 7 5 4 5
Philipp
Selva
mentre
spiega
una delle
creazioni
della
sua
azienda
(Fotoservizio
Digital Life)
RITRATTO
DI
AZIENDA
Mobili bolzanini a casa di Obama
La Selva esporta il 94% della propria produzione: sedi a Dubai e negli Usa
Il titolare: «La nostra innovazione
è stata quella di organizzare
l’azienda per crescere all’estero»
Il futuro di Bolzano: «L’aeroporto
è fondamentale, ma paghiamo
anche la carenza di cervelli»
LA CURIOSITÀ
di Mirco Marchiodi
BOLZANO. Papa Benedetto XVI ha un suo
scrittoio. Michelle Obama ha appena ordinato due tavolini per il suo “living room”. E altri mobili si trovano nelle residenze del defunto leader palestinese Yasser Arafat, della
regina norvegese e di tutti i presidenti russi
che si sono succeduti negli ultimi decenni,
compreso l’attuale primo ministro Vladimir
Putin. Grazie alla Selva, azienda bolzanina
fondata nel 1968, c’è un po’ di Alto Adige in
molte delle più importanti case del mondo.
L’impresa, che ha la sua sede in via Negrelli, fattura 60 milioni all’anno e occupa trecento dipendenti. Due i rami d’azienda: il settore
casa, che produce circa due terzi del fatturato, e quello alberghiero, con la linea “Selva
Hospitality” presenti in molti dei più esclusivi alberghi del pianeta, dal Grand Hotel in
Dubai all’Astoria di Budapest, dall’Hotel
Royal di Oran in Algeria all’Hotel Metropol
di Mosca, passando per Austria, Germania,
Grecia, Irlanda, Italia ma anche Cile, Giordania, Lettonia o Francia. Per avere un’idea: i
mobili Selva sono venduti in oltre 50 paesi, il
94% del fatturato arriva dall’export.
A guidare l’azienda fondata oltre 40 anni fa
da Josef Selva è il figlio Philipp. Ha studiato
economia a Innsbruck, e la formazione manageriale viene fuori quando parla dell’azienda: «L’organizzazione è tutto. Se siamo riusciti a crescere è perché mio padre aveva la
mentalità dell’imprenditore e non quella del
falegname: l’azienda ha saputo espandersi all’estero perché era strutturata in maniera
adatta». Eppure la sua impresa la definisce
artigiana, «un’artigianalità fatta in serie». E
quando parla dei suoi mobili, ecco uscire proprio questo spirito artigiano: Selva usa parole come «essenza» o «sapore» per descrivere i
propri prodotti, mentre evita accuratamente
di usare la parola «design». «Il nostro stile spiega - è quello classico, ma abbiamo saputo
reinventarlo, meglio, reinterpretarlo. È anche questa innovazione, così come è innovativo il modo in cui abbiamo organizzato l’azienda. Nel nostro settore ci sono tante aziende
che lavorano bene, ma poche che sono strutturate per l’export: noi lo siamo».
La vocazione per l’export è stata fortissima fin dall’inizio. Pur mantenendo la propria sede a Bolzano, la produzione è sempre
stata localizzata in Veneto, attualmente a Isola Rizza, «perché è in Veneto - spiega Selva che si trova il distretto del mobile classico in
legno ed è qui che troviamo la manodopera e
i nostri architetti». Il mercato principale tradizionalmente è quello tedesco, ma con l’ingresso in azienda di Philipp, Selva è entrata
anche in altri paesi. «Siamo stati la prima impresa italiana ad aprire un negozio a Mo-
Lo scrittoio del Papa
Lo scrittoio della collezione Luigi XV donato al Papa
Anche papa Benedetto XVI usa
uno scrittoio firmato Selva. Il
pontefice lo ha ricevuto in dono tre
anni fa dallo stesso Selva durante
una visita in Vaticano di un gruppo
di imprenditori bavaresi. Selva è
stato successivamente ricevuto in
udienza privata assieme alla
famiglia perché il pontefice l’ha
voluto ringraziare personalmente.
Philipp Selva e, a destra, la sede dell’azienda in via Negrelli a Bolzano. Sotto, la «camera alpina»
sca», racconta. E il primo negozio monomarca della Selva è stato inaugurato a Dubai:
«Entro il 2012 - annuncia Selva - vorremmo
passare dagli attuali 10 a 25 negozi monomarca per essere presenti in tutte le grandi capitali mondiali». In Dubai sei anni fa è stata
aperta una sede dalla quale viene coordinato
tutto il mercato asiatico, mentre negli Stati
Uniti Selva è presente dal 1998 grazie ad una
propria consociata in Nord Carolina.
«Organizzazione teutonica, creatività italiana, un mix perfetto per chi lavora nel nostro settore»: così Selva spiega uno dei motivi che hanno indotto l’azienda a non abbandonare Bolzano. «Un altro grosso vantaggio afferma l’imprenditore - è il bilinguismo. Da
noi in azienda non c’è nessuno che non conosca almeno tre lingue, perché oltre all’italia-
no e al tedesco serve anche l’inglese, ma molti parlano e scrivono fluentemente anche
una quarta lingua». Se questi sono i vantaggi, i due grandi punti deboli dell’Alto Adige
secondo Selva sono la scarsa raggiungibilità
e la carenza di personale qualificato: «Una
volta che sei a Bolzano è tutto bellissimo, il
problema è arrivarci. Il collegamento è strategico, a partire dall’aeroporto. Noi abbiamo
la fortuna di poter portare i nostri clienti prima allo stabilimento di Verona, ma poi comunque bisogna spostarsi in pullman fino a
Bolzano. L’altro problema è che in Alto Adige non si trovano cervelli e che convincere
qualcuno a venire qui è difficile: con quello
che costa un alloggio qui da noi, in altri posti
un manager si costruisce una villetta».
A RIPRODUZIONE RISERVATA