LIBERIDISCRIVERE NOTIZIE 01 GENNAIO 2014 Inizierei questa
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LIBERIDISCRIVERE NOTIZIE 01 GENNAIO 2014 Inizierei questa recensione con una piccola premessa: non tutti credono agli astrologi, ai leggitori di tarocchi, ai maghi, ai sensitivi, e io da buona illuminista sono tra questi. In questo romanzo si parla di astrologia, mappe astrali, stelle e pianeti che in un certo senso aiuteranno un personaggio a fornire il profilo psicologico dell’ “assassino”. Se questa premessa vi turba, potete benissimo interrompere la lettura, anche solo di questa recensione, se l’astrologia vi affascina anche solo come strumento di analisi dei caratteri e delle personalità, troverete pane per i vostri denti. Le geometrie dell’animo omicida di Monica Bartolini, edito da Scrittura & Scritture, è un classico giallo deduttivo, dai toni bizzarri e divertenti, che ruota intorno ad un insolito delitto che vede coinvolti numerosi personaggi ufficiali e “ufficiosi” coinvolti nelle indagini: troviamo infatti tra gli investigatori “istituzionali” il maresciallo Piscopo, un napoletano rustico di modi ma pieno di acume, il capitano Spada, serio e più propenso agli aiuti “alternativi”, e il magistrato De Acetis, un’ integerrima sostituto procuratore dal carattere un po’ focoso; tra quelli sui generis: un intraprendente giornalista televisivo deciso a fare il suo scoop, e la figlia del maresciallo, che basa le sue intuizioni investigative sul volgere delle stelle, facendo mappe astrali (presenti nel testo a fine romanzo) di vittima e presunto colpevole. Mentre gli investigatori istituzionali si basano su indizi, interrogatori, filmati di telecamere di sorveglianza, sarà la ragazza, astrologa dilettante, ad avere l’intuizione risolutiva che porterà sulle tracce del “colpevole”. Ambientato in Sicilia, in un’afosa estate di un anno imprecisato, Le geometrie dell’animo omicida inizia come ogni classico giallo con il rinvenimento di un cadavere. L’appuntato Giunti e Laganà ricevono una chiamata alla radio di bordo e si recano in Contrada Madonnuzza, una località brulla, punteggiata di enormi piante di fico d’India, rinomata per essere il ritrovo notturno delle coppiette in vena di effusioni in auto, e trovano il corpo senza vita di una ragazza, con una benda sugli occhi, mani e piedi legati. Gioco erotico finito male, rapimento a scopo di estorsione o di intimidazione, vendetta mafiosa, omicidio passionale, le ipotesi si susseguono e toccherà proprio al maresciallo Piscopo, e al capitano Spada cercare di risolvere il caso “aiutati” da Marcello Sansò, un giornalista televisivo abituato a scoop sensazionalistici, che comunque da buon osservatore nota un particolare, quasi sfuggito agli investigatori “seri”, che farà passare qualche brutto momento ai due Carabinieri seduti davanti alla Tv, e da la Marescialla, figlia di Piscopo e amica della vittima, che tra mappe astrali e intuizioni risolutive, quasi per caso si troverà sotto gli occhi la chiave del mistero. Tra comicità e dramma, (esilarante la scena in cui il maresciallo Piscopo si reca ad interrogare il proprietario di un sexy shop), il romanzo racchiude una sua originalità e una durezza non presente nei gialli più tradizionali che vedono Carabinieri come protagonisti. Il personaggio dell’avvocato Giacomo Delli Carri, per esempio porta con se drammi personali e un soffio di noir che bilancia gli spaccati più volutamente leggeri e divertenti, come le liti tra Piscopo e la figlia, o le sfuriate della De Acetis. Parti in divertente dialetto partenopeo allentano la tensione, sebbene moventi e conseguenze del delitto si riveleranno drammatiche e dolorose. Il delitto conserva la sua aura “noir” e non è usato come semplice siparietto o scusa narrativa. L’odio di un padre verso il figlio, causa dei risvolti più tragici, colpisce il lettore quando in un certo senso aveva allentato la guardia, avvolto dal tono scanzonato del racconto. Che l’astrologia sia uno strumento per affinare doti intuitive sembra il messaggio che l’autrice nasconde nel testo, e sebbene sono scettica in materia quanto il maresciallo Piscopo, l’escamotage è funzionale a rendere il racconto singolare ed insolito. Per chi ama i gialli non troppo buonisti, con colpi di scena e ironia. Giulia Iannone