Catechesi 129 - Mistero Grande

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Catechesi 129 - Mistero Grande
PARROCCHIA DI BOVOLONE
CATECHESI CFE N° 129 ANNO PASTORALE 2008 – 2009
(settimana dal 15 al 21 dicembre 2008)
Vieni, Signore Gesù, nel mio passato!
Cari Fratelli, anche stasera, per entrare nella meditazione ricorriamo alla ricchezza propria della
Liturgia dell’Avvento.
Con la Chiesa preghiamo così:
O Padre, che per mezzo del tuo unico Figlio,
hai fatto di noi una nuova creatura,
guarda all'opera del tuo amore misericordioso,
e con la venuta del Redentore salvaci dalle conseguenze del peccato.
La preghiera di stasera, ci orienta a considerare l’opera dell’amore misericordioso di Dio Padre,
nella storia. La sua opera si è manifestata in Gesù, di cui ci stiamo preparando a festeggiarne il
Natale oramai vicino.
Per conoscere meglio Gesù, ci lasciamo guidare da quanto ci dice S. Matteo riguardo ai suoi
antenati. Ascoltiamo il racconto della sua genealogia. Un racconto forse un po’ difficile da capire
per la serie di nomi elencati, per lo più a noi ignoti e inconsueti.
Dal Vangelo di San Matteo
1, 1-17
1 1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco,
Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara
da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb
generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, 5Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed
da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7Salomone generò
Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, 8Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò
Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia,
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Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò
Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
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Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle,
Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, 14Azor generò Sadoc,
Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan,
Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato
Gesù chiamato Cristo.
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La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide
fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a
Cristo è, infine, di quattordici.
San Matteo ci dice subito chi è Gesù: è il messia venuto per salvare, non solo il popolo ebreo,
ma anche l’umanità intera di cui Abramo ne è stato il padre.
Se Gesù è il Messia, chissà come saranno i suoi antenati, chissà che esemplarità di fede e di vita!
In realtà non è così! Accanto ad Abramo, esemplare per la sua fede, tanto da venir chiamato l’amico di
Dio, c’è il re Davide, che sebbene il più grande tra i re d’Israele, ha pure lui vissuto la debolezza ed ha
peccato. Infatti, si è unito alla moglie di un suo comandante, che poi farà uccidere in battaglia per coprire il
suo adulterio. Ma dopo, grazie al profeta Natan, si pentirà e comporrà il Salmo 50 (51), grande esempio di
preghiera di pentimento: “Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il
mio peccato.” Vi invito a leggerlo quando vi doveste trovare in una situazione di peccato.
Ci sono, poi, tante persone meno note e anche persone per niente esemplari. Esse sono: Raab, che era
prostituta; Tamar, che aveva avuto un figlio, Fares, da suo suocero Giuda; Betsabea, che era stata adultera
con il re Davide.
Questo è un mistero di umiltà! Cristo ha accettato queste sue parenti per dirci che, in mano a Dio, queste
vicende sono riscattabili, quasi che Dio volesse dirci: voi potete diventare santi, qualunque siano la storia
della vostra famiglia, il temperamento e il sangue ereditato, la vostra situazione passata! Quale luce di
speranza! Quale abbraccio di perdono! C’è spazio per tutti! Anche in comunità, non perché tanto il Signore è
buono e quindi tutto va bene, ma perché il Signore, nella sua bontà, nella sua misericordia può e vuole farci
risplendere. E non deve spaventarci un eventuale passato burrascoso. Le burrasche, che furono male nel
passato, diventano bene nel presente se spingono a rimediare, a cambiare; diventano gioiello, se donate a Dio
per procurargli la consolazione di perdonarle.
Se questa è la genealogia di Gesù, possiamo guardare alla genealogia della nostra famiglia con fiducia.
Forse è fatta di persone, di stili di vita, di tradizioni che con la fede in Gesù Cristo hanno poco a che fare, ma
è la nostra storia che ci ha portato fino a qui ad incontrare Gesù stasera, una storia che forse ci pesa, ci
condiziona e forse vorremmo cancellare, scrollarci di dosso.
Ma c’è anche una genealogia personale, che è la mia vicenda che è fatta di episodi, situazioni, scelte
sante e fedeli, ma anche poco sante e poco fedeli.
Eppure Gesù mi ha raggiunto qui, nella mia genealogia familiare, nella mia genealogia personale. Non si
è scandalizzato, non ha fatto lo schizzinoso, non ha avuto la puzza sotto il naso. Anzi, proprio per questo
motivo è nato, per purificare la storia dell’umanità, mia storia familiare, la mia storia personale. Di fronte a
questo amore, dovrebbe nascere un grande e commosso grazie a Gesù. Grazie perché non hai guardato ai
miei peccati, ai miei compromessi, ai miei fallimenti, ai miei tradimenti e hai deciso di nascere per me.
La notte di Natale, dovremmo inginocchiarci davanti al bambino Gesù con gli occhi gonfi di lacrime e il
cuore traboccante di gioia perché è venuto a salvarci, trasformando il nostro passato da tempo di sconfitte,
fallimenti e peccati,di cui portiamo le ferite, a feritoia da cui poter far entrare il suo AMORE, che vince il
peccato e ridà vita, vita nuova.
Avvicinandosi il S. Natale possiamo pensare, con una coscienza nuova, alla confessione, perché ci faccia
diventare accogliente mangiatoia per Gesù che chiede di nascere, dove Maria possa deporre il bambino Gesù.
Pensare alla confessione come a quel momento in cui, ammettendo, accettando e confessando il mio peccato,
lascio spazio a Gesù, che con il suo amore misericordioso mi salva. A volte, ancora dubitiamo che possa
salvarci, possa sanare le nostre ferite, perdonare i nostri peccati, e rimandiamo.
Diceva Albino Luciani, Patriarca a Venezia e futuro papa Giovanni Paolo I: “Chi si mette sulla strada del
poi sbocca nella strada del mai. Conosco qualcuno, che sembra fare della vita una perpetua "sala d’aspetto".
Vengono e partono i treni e lui: "Partirò un’altra volta! Mi confesserò in fin di vita! ". "Non mi potrò
convertire anche più tardi?". "Certo, ma sarà forse più difficile di adesso: i peccati ripetuti diventano
abitudini e catene, ch’è più difficile rompere. Adesso, subito, per favore! ".
Con più forza vogliamo fare nostra l’invocazione dell’Avvento. Ma non solo per noi, ma anche per i
nostri fratelli, in particolare per chi fa più fatica, è lontano, è freddo, è chiuso. Vogliamo pregare così:
VIENI, SIGNORE, GESÙ, VIENI PRESTO TRA NOI.