N° 08 Domenica 28

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N° 08 Domenica 28
A PAGINA 3
Catania - anno XXXII - n. 8 - 28 febbraio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
LA MISERICORDIA
LENISCE
LE SOFFERENZE
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
Nell’anno della misericordia tanta buona gente compie opere di carità nelle periferie del mondo
Superare i muri della
diffidenza e dei pregiudizi
N
el messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2015 Papa Francesco ha scritto che la missione è passione per
Gesù Cristo e, nello
stesso tempo, passione
per la gente. I cristiani
devono uscire dal
letargo delle buone
intenzioni e promuovere iniziative che servano a dare voce a chi
non ha voce, a partecipare concretamente
alla missione universale a cui tutti siamo
chiamati.
Tanti sacerdoti, religiosi, religiose, laici,
associazioni di volontariato hanno scelto di
essere operai nella
vigna del Signore, di
dedicare la loro vita ai
più poveri, di mettere in pratica le
opere di misericordia. Molti hanno
scelto di andare fino agli estremi
confini della Terra, nei luoghi più
periferici e disagiati del mondo, dove
non ci sono ancora luce elettrica o
acqua corrente, non ci sono né case
né strade. Spesso essi dormono in
barche o amache, perché è pericoloso dormire per terra; condividono gli
stenti, mangiano insetti… Tanti scelgono di restare nella missione fino a
che le forze lo permettono loro. Anche
quando ritornano al
proprio Paese per un
tempo di vacanza, di
aggiornamento o di
accertamenti medici,
il loro pensiero è sempre lì, con i poveri,
che ormai considerano la loro gente.
L’accoglienza, la sollecitudine, la pazienza verso tutti caratterizzano la fisionomia
dei missionari. Essi frati, preti, suore, fratelli coadiutori - sono
la “buona novella”
nel mondo degli
schiavi, degli ammalati, degli infelici,
INSEGNANTI
DI RELIGIONE
A CONVEGNO
a pagina 5
VOLUME sul
RESTAURO
AFFRESCHI
CATTEDRALE
a pagina 6
Centro Missionario
diocesano Catania
(segue a pag. 2)
Foto Siciliani-Gennari/SIR
Il Giubileo dei settimanali cattolici diocesani
ra il 1966 quando Papa
Montini, in un discorso,
annunciava la presenza nella stampa
cattolica di un nuovo organo: la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici Diocesani, fondata per ricevere l’eredità culturale ed ecclesiale delle
testate nate alla fine del XIX secolo.
E sono 50 le Giornate mondiali della
Comunicazione Sociale, istituite dal
Concilio Vaticano II. La prima Giornata è stata celebrata il 6 maggio 1967
e da allora è divenuta un evento
annuale regolare, in occasione del
quale il Papa pubblica un messaggio
sul tema prescelto per quell’anno. Il tema scelto per l’attuale
edizione, che sarà celebrata l’8
maggio p.v., è “Comunicazione
e misericordia: un incontro
fecondo”.
In coincidenza con il 50° anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II lo
scorso 8 dicembre 2015 Papa
Francesco ha inaugurato il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto con la bolla
“Misericordiae vultus”, dove al
n. 4 si evidenzia la necessità
della “Chiesa…di mantenere
vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia.
I Padri radunati nel Concilio avevano
E
I giornali della prossimità
percepito forte, come un vero soffio
dello Spirito, l’esigenza di parlare di
Dio agli uomini del loro tempo in un
modo più comprensibile. Abbattute le
muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo
di annunciare il Vangelo in modo nuovo”.
E non credo sia un caso la convergenza di così importanti ricorrenze che
danno vita ad un coacervo di idee atte
a manifestare l’intima relazione di
tali eventi.
Una iniziativa che coinvolge le testate
cattoliche dei settimanali diocesani e
non solo, in quanto coinvolge l’intero
orizzonte degli operatori della comunicazione cattolica (dai giornalisti ai
direttori degli uffici diocesani della
comunicazione), è l’Udienza Giubilare con Papa Francesco in Piazza
San Pietro il 9 aprile p.v. in occasione
del 50° della fondazione della FISC.
Associazione, questa, che
si pone l’obiettivo di
migliorare il servizio
offerto dai giornali, per lo
più settimanali, alla
Chiesa e al territorio, di
provvedere all’irrobustimento del loro legame con
le rispettive diocesi e, in
parallelo, al raggiungimento di una piena sintonia con la realtà ecclesiale
nella sua pienezza e nella
sua complessità.
Il settimanale diocesano
partecipa alla vita della
Chiesa, ne racconta la storia e la cultura, della quale diventa lo
specchio essendo estremamente vici-
no a quest’universo. Le notizie che dà
sono segnate da evidente simpatia,
parlando ‘dall’interno’ della sfera
ecclesiastica, e i suoi articoli non forzano mai il tono, creando così un sentimento di complicità con i suoi lettori cattolici. Raramente fa ricorso ad un
giornalismo d’intervento, quello cioè
delle inchieste e dei dibattiti. Protendendo, invece, per un’etica del dialogo, che racconta agli uni come vivono
e pensano gli altri e viceversa. Tesse e
ritesse i legami tra le varie località, le
classi sociali, le generazioni, i progetti. Si propone di sviluppare l’interazione tra i diversi settori della pastorale, tra i diversi gruppi di cattolici.
Non si arrocca nel giudicare, invece
lascia molto spazio al dialogo.
Così Papa Francesco nel messaggio
per la 50ª Giornata mondiale delle
comunicazioni sociali: “Le parole
possono gettare ponti tra le persone, le
famiglie, i gruppi sociali, i popoli…
Pertanto, parole e azioni siano tali da
aiutarci ad uscire dai circoli viziosi
delle condanne e delle vendette, che
Giuseppe Longo
(segue a pagina 2)
AL BRANCATI
“FARFALLA…
FARFALLA”
DI A. NICOLAJ
a pagina 11
RICORDO
DELLE VITTIME
DELLE FOIBE
a pagina 12
2
Prospettive - 28 febbraio 2016
sommario al n. 8
Istat, nascite al minimo dall’Unità d’Italia
PRIMO PIANO
La crisi determina una
diminuzione demografica
Interclub della IV
circoscrizione Lions:
Indebitamento e usura ______3
Indietro nel tempo quando
venne eretto il monumento
a Vincenzo Bellini _________4
Echi del viaggio del Papa
in Messico _______________5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________6
Ufficio Liturgico diocesano___7
DIOCESI
8ª Festa Diocesana
dei Fidanzati _____________7
Bronte: Giornata
del Risparmio Energetico ___8
Missione di Misericordia
a Biancavilla _____________8
Inaugurato il nuovo
deposito Caritas San Marco __9
Giubileo straordinario
della Misericordia a Roma __9
Libro sul Santuario
della Madonna
della Lavina in Cerami ____11
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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 24 febbraio 2016
inimo storico di
nascite dall’Unità d’Italia a oggi. Nel 2015, infatti, le
nascite sono state 488 mila (-15
mila), nuovo record negativo. È questa la fotografia scattata dall’Istat nel
consueto Report annuale sugli indicatori demografici del nostro Paese,
che certifica una crisi demografica
senza precedenti. Numeri alla mano,
al 1° gennaio 2016 la popolazione in
Italia è di 60 milioni 656 mila residenti (-139 mila unità). Un calo
avvertito uniformemente su tutto il
territorio nazionale, ma con maggiore intensità nel Mezzogiorno (-3,1
per mille) rispetto al Nord (-1,8) e al
Centro (- 2,1). In questo contesto,
soltanto la Lombardia e, soprattutto,
il Trentino - Alto Adige rappresentano le uniche regioni in cui la popolazione è aumentata. Per il resto, tutto
peggiora: si registrano diminuzioni
in quasi tutte le zone d’Italia, particolarmente in Liguria (-7,9 per mille), Valle d’Aosta (-7,2 per mille),
Basilicata (-5,2) e Marche (-5,1).
Quanto alla popolazione straniera, i
numeri sono in crescita: gli stranieri
che risiedono in Italia al 1° gennaio
2016 sono 5 milioni 54 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione
residente totale. Ma dove risiedono
gli stranieri? Il 59% risiede nel Nord
e per ben oltre un quinto
del totale nella sola Lombardia. Il 25% risiede nel
Centro, di cui 640 mila
individui nel Lazio, il 16%
nel Mezzogiorno, con 233
mila in Campania. Nel
Centro-nord l’incidenza di
stranieri sulla popolazione
complessiva supera il
10%, con un massimo del
12,1% in Emilia-Romagna; al contrario nel Mezzogiorno la quota è del
3,9%, con un minimo del 2,8% in
Sardegna. Se diminuiscono le nascite, si assiste però ad un picco massimo di decessi dal secondo dopoguerra. Le persone ‘scomparse’ sono state 653 mila nel 2015 (+54 mila). Un
tasso di mortalità, pari al 10,7 per
mille, è più alto, negli ultimi settanta
anni. L’aumento di mortalità riguarda principalmente persone molto
anziane, dai 75 ai 95 anni. Il picco è
in parte dovuto a effetti strutturali
connessi all’invecchiamento e in
parte al posticipo delle morti non
avvenute nel biennio 2013-2014, più
favorevole per la sopravvivenza.
Questi dati si inquadrano all’interno
di un cambiamento rilevante nel
contesto storico di un Paese che, dal
1952 in avanti, aveva sempre visto
aumentare la popolazione. Il calo
della popolazione si deve essenzialmente a un saldo naturale - nascite
meno decessi - ma anche grazie a un
saldo migratorio con l’estero del 2,1
per mille, anche alle operazioni di
assestamento e revisione delle anagrafi e, forse, all’impossibilità degli
anziani a far fronte alle spese mediche.
Il 2015, verrà ricordato, inoltre,
anche come il quinto anno consecutivo in cui si è ridotta la fecondità,
giunta a 1,35 figli per donna, con l’età media delle madri al parto che è
salita a quasi 32 anni. Oltre a fare
meno figli, l’Italia è diventato il Paese in cui si emigra con più facilità: le
iscrizioni dall’estero di stranieri
sono state 245 mila contro i 28 mila
(continua da pag. 1)
SUPERARE...
meglio, all’interno dell’immenso
ospedale di Granada:il portoghese
San Giovanni di Dio (1495-1550).
Egli non risparmiò mai se stesso e,
nell’incendio dell’ospedale (1549),
si gettò in mezzo alle fiamme portando in salvo tutti gli ammalati. Fra
i nostri contemporanei, ha dato una
mirabile testimonianza di assistenza
agli ammalati padre Parolari, 64
anni, di origine lucchese, missionario del PIME e medico, da 30 anni in
Bangladesh, noto per aver subito un
attentato, il 18 novembre scorso, dal
quale è uscito miracolosamente vivo.
Il criterio che ha ispirato sia lui che i
suoi collaboratori missionari - come
egli stesso ha raccontato in una
recente intervista - consiste nel mettere sempre al centro l’ammalato,
nel farlo sentire capito e valorizzato,
senza operare distinzioni religiose o
di livello sociale, in un ambiente
altamente discriminatorio. Proprio
questa gratuità - dichiara il missionario - ha scosso le coscienze della
gente del luogo e ha suscitato in
molti, in particolare nelle mamme, il
desiderio di lavorare come volontari
insieme ai missionari e di essere
istruiti per diventare a loro volta collaboratori qualificati.
Quasi tutte le missioni, inoltre, gestiscono complessi scolastici che ospitano bambini e ragazzi dall’asilo alle
medie inferiori. I centri garantiscono
non solo una discreta istruzione, ma
anche un pasto per tutto l’anno scolastico e, per i ragazzi che mostrano
discrete capacità di attenzione,
volontà di apprendimento, amore per
la cultura, assicurano anche corsi di
istruzione superiore.
Per gli adulti organizzano corsi funzionali e laboratori artigianali che
mirano al raggiungimento della piena autonomia economica di chi li
frequenta.
sguardo e al giudizio di tutti.
Oltre a ciò è prerogativa del settimanale dare voce a “chi è senza voce”,
mettendosi chiaramente dalla parte
dei poveri, degli oppressi e offesi, dei
vinti, facendosi avvocato dei perdenti
e degli abbandonati e chiedendo sempre che giustizia sia fatta.
Termino questa riflessione sul periodico diocesano sostenendo che la
vocazione cristiana possa fornire come in ogni altro campo della comunicazione - un arricchimento decisivo,
nel senso della sollecitazione a cogliere la pienezza dell’umano o quel tanto
di umano rinvenibile in ogni persona.
La vocazione cristiana implica - per il
giornalista - la chiamata a ‘farsi prossimo’, almeno momentaneamente,
rispetto ad ogni uomo o donna di cui
debba occuparsi nell’esercizio della
professione. In particolare implica un
preciso richiamo a rispettare il mistero dell’uomo, che i media commerciali tendono a violare e a negare.
Tele prossimità non si limita al solo
soccorso materiale, ma deve tendere a
mettersi dal punto di vista del carcerato del quale si parla, dell’omicida di
cui si racconta l’esecuzione.
La vocazione cristiana dovrebbe portare il giornalista a farsi ‘tutto a tutti’.
Ancora Papa Francesco nel suo messaggio: “L’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una ‘prossimità’ che si prende cura, conforta, guarisce… In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con
misericordia significa contribuire alla
buona, libera e solidale prossimità tra
i figli di Dio e fratelli in umanità”.
Per vivere meglio il Giubileo della
misericordia occorre escogitare, senza perder tempo, nuove strategie che
scuotano le coscienze, occorre imparare a condividere la vita dei poveri,
a usare il denaro per una solidarietà
davvero efficace e rispettosa della
dignità umana. Malgrado i continui
appelli del Papa, in questi ultimi
anni, in tutt’Italia, si è notevolmente
assottigliato il numero di borse di
studio per i seminaristi delle giovani
Chiese e sono drasticamente diminuite le offerte, particolarmente in
occasione della Giornata Missionaria Mondiale. Ciò non è dovuto soltanto alla crisi finanziaria, poiché la
quasi totalità del denaro per l’evangelizzazione raccolto in Italia è
offerto dai fedeli delle parrocchie, di
estrazione economica medio-bassa,
con uno spirito evangelico incentrato
spesso sulla rinuncia, sul nascondimento e la fedeltà verso i poveri.
Durante il tempo di quaresima l’Ufficio Missionario propone alle parrocchie, alle comunità e agli istituti
religiosi di realizzare nei loro locali
alcune attività liturgiche: l’adorazione eucaristica “Li amò fino alla
fine”; la via crucis “Vivi nella misericordia”; la liturgia penitenziale
“Non giustizia, ma misericordia”. I
testi sono disponibili sul sito
http://www.missioitalia.it/download.php?
Inoltre tutti sono invitati a partecipare
alla veglia di preghiera in memoria
dei missionari martiri “Donne e
uomini di misericordia” che quest’anno verrà anticipata al 12 marzo e
si terrà a Paternò alle ore 20.00 presso la parrocchia Sacro Cuore di Gesù.
Per info telefonare a p. Salvatore
3494949215 oppure alla sig.ra
Rosalba 3402991845
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®
M
degli indigenti, dei privi di fede.
Questi uomini e donne innamorati di
Dio promuovono l’incontro, il dialogo e la conoscenza reciproca per
superare pregiudizi e diffidenze,
condividere pene e paure. In particolare essi mettono in pratica le opere
di misericordia “assistere gli ammalati”, “consolare gli afflitti”, “insegnare agli ignoranti”. Accanto alle
attività missionarie di evangelizzazione, infatti, promuovono la costruzione di ospedali, dispensari, scuole,
per ridare dignità alla persona e lenire le sofferenze, per combattere l’analfabetismo e fornire strumenti idonei al conseguimento di una maggiore emancipazione.
Fu proprio un missionario il primo al
mondo ad occuparsi seriamente di
sanità, dividendo i pazienti a seconda delle infermità per poterli curare
(continua da pag. 1)
I GIORNALI...
continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad
esprimersi con messaggi di odio. La
parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e,
anche quando deve condannare con
fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione”.
Il periodico cattolico si sente responsabile dell’immagine pubblica della
propria comunità ecclesiale. Della sua
Chiesa locale esso cerca di presentare
un’immagine più autentica e completa di quanto non siano gli stereotipi che
di solito circolano.
Attraverso il giornale cattolico, la
comunità credente lavora a viso aperto nella società contemporanea: la sua
testimonianza è pubblica e si offre allo
rientri in patria degli
italiani. Le cancellazioni, poi, per l’estero
riguardano 45 mila
stranieri e 100 mila
italiani. Mentre il saldo migratorio netto
con l’estero è di 128
mila unità, corrispondenti a un tasso del 2,1
per mille; un risultato
che rappresenta un
quarto di quello conseguito nel 2007 nel
momento di massimo storico per i
flussi migratori internazionali. Un
Paese, l’Italia, che è sempre più vecchio: gli ultra sessantacinquenni
sono 13,4 milioni, il 22% del totale,
anche questo dato in crescita. Mentre è in diminuzione il numero della
popolazione di età tra i 15-64 anni
(39 milioni, il 64,3% del totale) sia
quella fino a 14 anni di età (8,3
milioni, il 13,7%). Diminuisce, infine, anche la speranza di vita alla
nascita. Per gli uomini si attesta a
80,1 anni, per le donne a 84,7 anni,
mentre prima era a 85 anni. Risultato finale, l’età media della popolazione è aumentata di due decimi fino
ad arrivare a 44,6 anni.
F.C.
3
Prospettive - 28 febbraio 2016
All’Angelus Papa Francesco regala la corona del S. Rosario, medicina della misericordia
La preghiera squarcia
il cuore di Dio
giuridico e Salvatore Giacona ha
sottolineato la cogenza dell’impegno dei club su temi così determinanti nello stato di disagio e di crisi
che affligge larga parte della popolazione.
altri, a quelli che hanno bisogno, a
quelli che hanno una sofferenza nel
cuore o sono tristi”.
La carezza di Dio, il balsamo del perdono, il conforto della gioia spirituale,
i benefici della grazia e della misericordia del Padre connotano i giorni dell’anno giubilare ed in particolare
questo periodo quaresimale che
prepara con la penitenza, il digiuno, la
preghiera, alla gioia della Pasqua.
Ancora una volta giunge alla Comunità
ecclesiale un segno della carezza del
Papa e non solo per i bambini, essendo
questo un bisogno di tutti e un dono
sempre gradito.
La “misericordina plus”, 59 grani intracordiali, da prendere con più intensità in
questi giorni di grazia “fa bene al cuore,
all’anima, a tutta la vita”, aiuterà a
guarire le ferite e curare le tante malattie che affliggono e corrodono la società.
I mutamenti epocali e la liquidità che
caratterizza l’era contemporanea sono
indicativi di un grande vuoto valoriale
che necessita di essere colmato e solo la
profondità della fede e l’intensità della
carità che si fa dono e servizio potranno
soddisfare questo bisogno sociale che
su più fronti investe l’intera umanità.
“Che questo Giubileo – è questo
l’auspicio del Santo Padre – possa
aiutare la nostra mente e il nostro
cuore a toccare con mano l’impegno
di Dio per ciascuno di noi, e grazie a
questo trasformare la nostra vita in un
impegno di misericordia per tutti”.
Amore, perdono, fraternità sono gli
elementi costitutivi dell’anno giubilare che si svolge seguendo le tappe
della storia e ponendo dei paletti di
riferimento, come quello dell’impegno per le Nazioni di non eseguire nell’anno giubilare condanne a morte.
Una speciale amnistia che dovrebbe
diventare regola nella cultura delle
società civili.
C.M.G.
Giuseppe Adernò
Foto AgenSir
n piccolo dono, in 40
mila esemplari, è stato
offerto da Papa Francesco ai numerosi
fedeli presenti all’Angelus in Piazza
San Pietro: la medicina della misericordia: la corona del S. Rosario e la preghiera a Gesù Misericordia.
La confezione di tipo medicinale per la
salute del cuore e dell’anima con tanto
di “istruzioni per l’uso” distribuita per
la prima volta il 17 novembre 2013,
ottenendo un notevole successo, nell’anno della Misericordia assume un
significato particolare facendo leva sui
benefici della preghiera mariana, segno
di una vera conversione e di uno stile di
vita cristiana.
Il fatto che a distribuirla sono stati proprio i poveri, i senza dimora, i fruitori
del servizio della carità del Papa, assegna all’iniziativa una connotazione di
speciale attenzione e valore.
Il monito di Papa Francesco; “Portate la
carezza di Dio, dove c’è sete di speranza” risuona forte e deciso e sollecita tutti i cristiani a “trasformare la vita in un
U
impegno di misericordia” per tutti,
soprattutto malati, abbandonati, moribondi, portatori di handicap.
L’attenzione agli ultimi, allo scarto
sociale, ai bisognosi di attenzione
materiale e spirituale dà concretezza e
valenza alle “opere di misericordia corporali e spirituali” che la Chiesa ha sempre insegnato e predicato.
Ecco il momento forte per metterle in
pratica, per manifestare con i fatti la
fede e la gratitudine al Padre che accoglie e che perdona, sempre pronto, con
le braccia aperte e che “non si stanca
mai di perdonare”.
La sollecitazione all’impegno, più volte ribadito, implica l’assunzione di
responsabilità personali nei confronti
degli altri ed è indicativo di uno stile, di
un atteggiamento di fedeltà e di dedizione, di attenzione particolare nel
compiere determinati gesti e azioni di
solidarietà umana e di carità cristiana.
Impegnarsi, ha detto il Pontefice – vuol
dire “mettere la nostra buona volontà e
le nostre forze per migliorare la vita”.
L’ottica del miglioramento che guida i
passi dello sviluppo, dell’economia,
della crescita, della qualità, accompagna l’azione materiale dell’uomo di
oggi che vuole ottenere sempre di più e
non è contento di quel che ha.
Il Papa ha posto come “modello” d’impegno il Cristo, “espressione vivente
della misericordia del Padre”, attento a
tutti e a ciascuno in una logica innovativa di servizio e di amore, fino alla donazione completa nel sacrificio della
Croce.
L’icona della porta, che si apre all’ac-
coglienza, diventa altresì monito ad
“aprire la porta del cuore, della misericordia”.
“Anche noi, ha detto il Papa, possiamo
e dobbiamo corrispondere al suo
amore con il nostro impegno, soprattutto nelle situazioni ‘dove c’è più sete
di speranza’. In tutte queste realtà noi
portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita, che è testimonianza della nostra fede in Cristo, portiamo sempre quella carezza di Dio,
perché così Dio ci ha accarezzato a noi,
con la sua misericordia. Portarla agli
Nell’aula magna del Policlinico di Catania l’interclub della IV circoscrizione Lions
a due anni e mezzo i
Lions club d’Italia
sono impegnati e indirizzati a svolgere attività sul service nazionale
Help emergenza lavoro, ludopatia,
sovrindebitamento e usura, argomenti di grandissimo rilievo economico e sociale. Sabato 20 febbraio,
presso l’aula magna del Policlinico
universitario di Catania, undici club
della IV circoscrizione etnea hanno
tenuto un interclub sul service, presente il governatore del Distretto
Francesco Freni Terranova, intitolato Hot topics attuali:indebitamento e usura, temi caldi di valenza
sociale ad incidenza ingravescente.
Accolti dal presidente della Scuola
“Facoltà di medicina”di Catania
Francesco Basile, che nel cenno di
saluto ha tenuto a segnalare la
pesantezza della pressione fiscale
italiana, letti i messaggi di augurio
al proficuo svolgimento dei lavori
del Procuratore aggiunto Marisa
Scavo e del Questore Marcello
Cardona, i lavori sono entrati nel
vivo con l’introduzione di Paolo
Nicotra, promotore e coordinatore
del convegno, che, avvalendosi dei
dati statistici CGA di Mestre, ha
indicato con crudezza la pericolosi-
D
Indebitamento e usura
tà dei fenomeni a tema: l’incremento delle denunce (+ 37% usura, 27%
estrosioni) evidenzia l’emergenza
sociale dell’indebitamento patologico di famiglie e imprese mediopiccole, i limiti operativi del settore
bancario, accusano limiti normativi
e inadeguato intervento del legislatore. Freni Terranova ha segnalato
aspetti patologici indiretti: sollecitazioni a consumi e acquisti non sostenibili e l’uso capzioso di strumenti a
tutela della privacy a fini perversi e
distorcenti; su base giuridico-filologica, Gianfranco Amenta, fa notare
che nel nostro sistema, in distonia
con altri europei, gli interessi moratori sono categoria a parte rispetto a
frutti e usura, sui quali si determina
lo stato di bisogno; non considerandola usurante, la mora viene esclusa
dalla repressione dell’approfittamento; la tutela dei soggetti economicamente deboli dovrebbe venire dal
microcredito, ma la Regione Siciliana non ha una politica al riguardo.
L’assessore comunale Rosario D’Agata, recando i saluti del Sindaco, si
è soffermato sulla ludopatia e sulle
iniziative di attenzione e contrasto in
via di realizzazione da parte del
Comune. Il cap. Angelo Dumo,
sezione verifiche Nucleo polizia tributaria, sottolinea le iniziative sulla
legalità nelle scuole e, a proposito
dello Stato allibratore fa presente
che sale da gioco e fatturazioni inesistenti sono potenti strumenti per
mettere in circolo il denaro di provenienza illecita.
Marisa Acagnino, presidente
Sezione VI Esecuzioni Tribunale di
Catania, ha riportato le crisi di
insolvenza al dettato della l. 3/2012
per la quale il sovraindebitamento
del privato e del piccolo imprenditore, anche quello fiscale, può essere ristrutturato e liquidato attraverso
il piano di solvibilità stabilito tramite gli organismi di composizione
della crisi (Catania, primo Tribunale d’Italia, ha decretato un piano a
favore del consumatore). Si tratta di
una sorta di concordato preventivo
sul 60% di ogni debito, tranne l’IVA
(ma sembra che il legislatore sia
orientato a includerla), estinguendolo pur se assolto in percentuale.
Tra gli interventi nel dibattito, Vincenzo Drago ha fatto presente che
il sovraindebitamento per l’Ue è
visto come ostacolo alle quattro
libertà fondamentali, sta varando un
regolamento per le economie transfrontaliere e iniziative sulle cause
da diffondere nelle scuole. A chiusura dei lavori l’immediate past
governatore Salvatore Ingrassia si
è compiaciuto dei risultati ottenuti
dal service nazionale Lions,
ampliando conoscenze e competenze in campo lavorativo, medico e
4
Prospettive - 28 febbraio 2016
PRIMOPIANO
Palazzo Platamone incontro aperto alla Città
Verso un nuovo umanesimo
giuridico e politico. Alla (ri)scoperta
della famiglia naturale
R
ipercorrendo un solco
già tracciato da Paolo
VI all’alba degli anni settanta e poi
ripreso dai Pontefici successivi fino
a Papa Francesco, si intende qui
riproporre l’esigenza di un nuovo
umanesimo che, sia dal punto di
vista politico che giuridico, riesca a
mettere al centro del dibattito pubblico la questione dell’uomo in tutta la sua integralità.
Nel clima culturale contemporaneo,
caratterizzato dalla decostruzione
progressiva del tessuto etico, politico
e giuridico del vivere insieme,
secondo quel proteiforme modello di
“liquidità” messo in luce da
Zygmunt Bauman, prepotente emerge infatti l’esigenza di ripensare in
modo adeguato e convincente la centralità della persona umana e delle
sue legittime spettanze, troppo spesso dimenticate o collocate fra parentesi.
Fra le molte strade percorribili in
questo senso, si è scelto qui il tema
della famiglia perché paradigmatico
quanto altri mai di una tale necessità.
Oggi, sembra quasi che la famiglia
intesa in senso naturale sia scomparsa, oscurata da modelli alternativi di vario tipo che, sulla scorta di
una pericolosa onnipotenza biotecnologica, hanno attratto l’attenzione di pensatori, di politici, di interi settori della legislazione, così
occupando buona parte dello spazio
concesso dai mezzi di comunicazione.
Ecco perché, probabilmente, predi-
sporsi alla (ri)scoperta della famiglia naturale può risultare molto
utile allo scopo di costruire le prime
fondamenta di questo nuovo umanesimo, il quale, diversamente da
quello rinascimentale o da quello
illuministico, non si lascia intendere
quale riproposizione di una antropologia tendenzialmente autoreferenziale, ma, al contrario, vuole investire con le sue emergenze l’intero uni-
verso della vita nelle sue più varie e
profonde articolazioni e con esso
costantemente confrontarsi.
Vuole, insomma, essere preso sul
serio, per tentare di rispondere alla
pressante e sconcertante domanda
che tutti ci riguarda: dove è finito
l’essere umano?
Assai preziosa appare perciò la collaborazione di Lions, Unione Giuristi Cattolici Italiani, Associazione
Catania, sabato, 5 marzo 2016
Palazzo Platamone
Ore 9,00 - Accoglienza: caffè di benvenuto.
Ore 9,30 – Indirizzi di saluto: Arcivescovo, Presidente Exallievi, Presidente Ass. Medici Cattolici, Presidente Zona Lions, Luogotenente Kiwanis Club, Presidente Unione Giuristi Cattolici
Italiani di Catania
Ore 10 – Vincenzo Vitale, Introduzione e presentazione
Ore 10,15 – Andrea Bettetini, Ordinario di diritto Ecclesiastico - Università di Catania
Ore 10,35 -Massimo Paradiso, Ordinario di dirit-
to privato – Università di Catania
Ore 10, 55– Aldo Rocco Vitale, Dottore di ricerca in Storia e Teoria Generale del Diritto Europeo - Università di Roma Tor Vergata
Ore 11,15 – Avv. Angela Chimento, Consigliere
dell’Ordine degli Avvocati di Catania e Coordinatrice regionale dell’Osservatorio su Famiglia e
Minori
Ore 11,35 – On. Avv. Giuseppe Beretta, componente della Commissione Giustizia della Camera
dei Deputati
Interventi Programmati
Ore 11,55 –Mons. Gaetano Zito, Vicario Dioce-
sano per la Cultura
Ore 12,00 - Padre Salvatore Bucalo, Responsabile Diocesano per la Pastorale Familiare
Ore 12,05 – Dott.ssa Carmela Pisano, Responsabile Distrettuale Lions per la Famiglia
Interventi liberi ( tre minuti ciascuno)
Conclusioni
Ore 12.30 - S.E. Cardinale Francesco Coccopalmerio, Assistente ecclesiastico centrale della
Unione Giuristi Cattolici Italianie Presidente del
Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi
®
Maina offre una stampa
Indietro nel tempo passeggiando per la città quando venne eretto il monumento a Vincenzo Bellini
L’operosità della gente supera la burocrazia
uanta emozione si può
provare nel fruire di
una passeggiata nel cuore storico della città ed essere catapultati nel passato!
Avevo concluso un laboratorio di storia della Sicilia nel sontuoso palazzo
Biscari, dal tema “Monumenti e
meraviglie della città etnea” e con gli
alunni e i docenti degli Istituti d’Istruzione Superiore Alberghiero
“Karol Wojtyla” e Tecnico “Archimede” di Catania stavamo percorrendo quel tratto della via Etnea che da
Piazza Duomo giunge a Piazza Stesicoro, quando ci imbattiamo in un
corteo popolare con banda musicale,
bandiere e uno stuolo di associazioni
in divisa. Uno strillone mi porge un
quotidiano richiamando a voce piuttosto forte in un misto tra italiano e
siciliano, l’attenzione del pubblico
sulla vendita di quel cartaceo che gli
consente di vivere: “Edizione straordinaria! Oggi si inaugura il monumento a Bellini…Accattativi stu
giunnali!”
Inaugurazione del monumento a Vincenzo Bellini? Come è possibile?
Ricordo dalle mie letture dei testi
dello storico Santi Correnti che il
monumento al musicista catanese
venne eretto nel 1882, cosicché mi
affretto a sfogliare il giornale e a leggerne la data perché quello che presumo pare sia diventata una realtà: in
alto a destra campeggia su quel
foglio ingiallito “23 settembre
®
PROGRAMMA
l’intervista
Q
Medici Cattolici Italiani, Ex allievi
salesiani, che in lodevole sinergia di
intenti e di sforzi hanno contribuito a
rendere possibile questo momento di
riflessione, peraltro diretto a tutta la
città, e che si spera porti qualche
frutto.
Tutti debbono perciò renderne loro il
giusto merito.
1882”. Poi con alunni e docenti
notiamo i curiosi abiti dei dimostranti e della folla: uomini in tight, donne
dalle lunghe vesti di lino e cappelli-
no, qualche diligenza di passaggio e
ancora donne con lo scialle in un tipico abbigliamento di fine ottocento.
Chiediamo spiegazione a un gentiluomo tra la folla, di quello che stiamo vivendo o meglio della nostra
passeggiata che pare sia diventata
una sorta di viaggio nella storia. Così
il nostro insolito interlocutore si spiega: <<il 26 novembre dello scorso
anno, 1881, è scaduto il termine del
contratto stipulato tra il nostro Municipio e l’esecutore del monumento,
Giulio Monteverde, ma non ci si è
accordati sul luogo dove porre la
colossale opera. Si
sono avanzate diverse
proposte:
qualcuno
vorrebbe innalzarlo
dirimpetto al Teatro
Massimo, ma una
simile scelta escluderebbe la casa e il giardino pubblico che reca
il nome del musicista e
inoltre una simile
postazione
avrebbe
come sfondo case
decrepite e sforacchiate che farebbero mal
contorno alla statua.
Altro progetto sarebbe
quello di porlo in piazza Stesicoro, ma anche
qui il monumento verrebbe a essere mimetizzato da grandi palazzi. Altra soluzionecontinua il gentiluomo- sarebbe quella di porlo in Piazza Duomo, ma
insieme alla fontana dell’elefante
risulterebbe una caricatura, una stonatura enorme, in cui l’arte, la storia
e il buon gusto farebbero a pugni!>>
Mi perdoni- esordiamo in coro con
alunni e insegnanti, ma oggi l’insigne monumento si trova a Piazza Stesicoro!
<<Vero ragazzi e cari docenti, ma
l’altra notte i catanesi con un fracasso
di martelli schiodarono lo steccato
che proteggeva il monumento e nel
cuore delle tenebre sotto l’indirizzo
dell’anarchia, visto che la Giunta
Municipale ancora non si decideva,
ne scoprì la statua portando alla luce
la sua impareggiabile bellezza: una
gradinata di sette scalini come le note
musicali. Quattro gruppi scultorei che
rappresentano “La Norma, il Pirata,
La Sonnambula e i Puritani” e in cima
al basamento Bellini seduto e un’iscrizione semplicissima “A Vincenzo
Bellini- la patria”.
E non è finita qui, perché sarebbe stato doveroso onorare lo scultore e
visto che da parte della Giunta Minicipale si discuteva, i catanesi presero
la decisione di festeggiare Monteverde con una manifestazione cittadina a
suon di banda, bandiere e applausi
che si snodava da Piazza Santa Maria
di Gesù dove alloggiava lo scultore
sino alla Via Etnea>>.
Certo che dove non arriva la burocrazia, interviene l’operosità della gente.
<<Quando non ti riconoscono le Istituzioni, ma hai il favore delle persone
comuni, hai raggiunto l’acme del successo>>.
Suonava la banda e il clamore della
folla inondava la piazza e lì il monumento al Cigno della musica riluceva
illuminato dalla calda luce del giorno
foriera di dolci promesse.
Stefania Bonifacio
di S. AGATA
al Municipio
D
urante i festeggiamenti di S. Agata, nell’elegante salone Bellini di Palazzo degli
Elefanti si è potuto assistere ancora
una volta ad un nobile gesto d’affetto del grad’uff. Luigi Maina per
Catania, un gesto simbolico quasi di
affidamento della città alla Santa
Patrona: il dono al sindaco avv.
Enzo Bianco e suo tramite a tutti i
catanesi di una stampa napoletana
del 1822, opera di Vincenzo Tamburello, sobriamente incorniciata e
appartenuta ai suoi nonni e poi ai
suoi genitori. L’immagine rappresenta il semibusto reliquiario di sant’Agata, coperto di preziosi exvoto,
come si presentava ai fedeli in quel
periodo storico. Il sindaco ha ringraziato commosso, esaltando la devozione dimostrata sempre dall’emerito cerimoniere onorario del Comune
verso Sant’Agata e l’amore di cittadino e di figlio fedele verso Catania
e venendo incontro all’espresso
desiderio del donatore ha disposto
che il quadro ottocentesco della protomartire catanese fosse collocato
sul balcone soprastante l’ingresso
principale dello storico palazzo
senatorio, sotto un baldacchino, imitando un gesto tanto apprezzato dai
catanesi di un suo illustre ed amato
predecessore, Giuseppe De Felice,
devotissimo di S. Agata, che volle
onorare la venerata patrona della città, esponendo nel balcone di rappresentanza un’artistica immagine- forse del pittore Olivio Sozzi- della
santa Patrona concittadina.
®
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Prospettive - 28 febbraio 2016
PRIMOPIANO
Insegnanti di Religione a convegno
i è tenuto a Catania un
corso di aggiornamento
che ha coinvolto oltre 350 insegnanti di religione cattolica sul tema
“L’insegnamento della religione cattolica nella riforma La buona scuola
– Educare alla bellezza nell’attività
didattica” indetto dall’Associazione
dei Docenti di Religione ADR in collaborazione con lo Snadir.
L’incontro ha dato la possibilità ai
presenti di interrogarsi sui cambiamenti messi in atto dalla recente
riforma della scuola e sulle nuove
prospettive che si aprono in materia
di insegnamento della religione,
nonché di indagare il tema dell’educazione all’etica e alla bellezza nell’attività didattica.
I lavori del convegno, che si è
svolto presso la Sala Congressi
dell’Hotel Nettuno di Catania,
sono stati presieduti dal Prof.
Domenico Pisana, Coordinatore
nazionale per la formazione dell’ADR, e sono stati introdotti dai
saluti di Marisa Scivoletto, Direttore
dei Corsi ADR, di Giuseppe Pace,
coordinatore regionale dello Snadir/Sicilia, di Roberto Rapisarda,
segretario provinciale Snadir di
Catania, e del Vicario generale dell’arcidiocesi di Catania, Mons. Genchi.
ti occasione di riflessione
per potenziare le competenze didattiche e metodologiche per affrontare
le sfide educative che
attraversano la scuola dei
cambiamenti, puntando
su obiettivi specifici utilizzando i contenuti disciplinari e la corretta gestione d’aula durante l’ora di
religione.
L’educazione alla bellezza, tema ampiamente trattato da Mons. Staglianò,
intesa non come “è bello
ciò che piace”, ma nella
sua ontologia dell’umano,
si manifesta in percorsi
S
Educare alla bellezza
Relatori del convegno sono stati
Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di
Noto, il Dott. Luciano Chiappetta,
Consigliere del Ministro Giannini, e
il Prof. Orazio Ruscica, fondatore
dell’ADR e segretario nazionale
Snadir. Il progetto formativo dell’ADR punta a valorizzare la professionalità dell’insegnamento della
religione nelle scuole, offrendo ai
docenti nuovi spunti di riflessione
che partono dall’ambito puramente
giuridico e amministrativo, per poi
abbracciare le dimensioni dell’etica
e della formazione culturale.
Il convegno regionale, che si inserisce nel quadro del progetto di formazione dell’ADR, ha fornito ai docen-
didattici finalizzati ad individuare
strumenti e strategie educative, perché l’Insegnamento della religione
cattolica possa dare, nel quadro delle
finalità della scuola, un serio contributo alla formazione culturale,
sociale ed etica degli studenti.
L’interdisciplinarità del tema della
bellezza che attraversa tutte le disci-
pline e le indirizza verso un comune
ideale che si ricollega al Trascendente, rende l’insegnamento della Religione prezioso strumento educativo,
in risposta alla concezione narcisistica del soggettivismo che ha prodotto
anche forme di anestesia di bellezza
se non viene indirizzata e coordinata
nel processo formativo.
Tra i relatori anche il consigliere del
ministro Giannini, Luciano Chiappetta che ha anticipato l’emanazione
del bando per il concorso a cattedra.
Nel testo della Legge 107/2015 della
“Buona scuola”, i docenti di Religione non sono citati, ma per quanto
riguarda la valutazione questi sono
stati da sempre soggetti “valutati “e
possono perdere il posto da un anno
all’altro se il Vescovo non rinnova
il mandato.
La stabilizzazione dei docenti
ancora precari è un capitolo aperto
che merita una particolare attenzione nel rispetto dell’Intesa e del
Concordato.
L’innovazione del potenziamento
dell’organico non ha riguardato la
religione cattolica, ma in futuro,
dichiara Chiappetta, il potenziamento potrà riguardare la scuola dell’infanzia.
®
Echi del viaggio del Papa in Messico
Le contraddizioni dell’oggi disgregano la società
issionario della misericordia, Papa Francesco, ha portato un segno di speranza
e di pace tra la gente povera del Messico, Le tappe del dodicesimo viaggio apostolico, verso i confini della
Nazione, sono indicative della scelta
pastorale del Papa degli ultimi e
restano immagini simbolo del viaggio l’incontro con i piccoli pazienti
dell’Ospedale Pediatrico “Federico
Gomez” di Città del Messico, la
lezione sull’“affettoterapia” capace
di curarli più dei medicinali, e l’incontro con i detenuti del Centro de
Readaptación Social a Ciudad
Juarez, per i quali il Papa ha
domandato un “reinserimento” in
società non solo tra le pareti di un
carcere, ma già “nelle vie della città”, creando un sistema di “salute
sociale”, che permetta alla società di
“non ammalarsi, inquinando le
relazioni nel quartiere, nelle scuole,
nelle piazze, nelle vie, nelle
abitazioni e in tutto lo spettro
sociale”.
Restano indimenticabili le parole
rivolte ai carcerati: “Chi ha sofferto
profondamente il dolore e ha sperimentato l’inferno come voi, può
diventare profeta nella società”.
La condanna del narcotraffico, della
ricchezza che uccide la dignità dei
poveri, è una lezione di vita che
lascia un segno. “Non bisogna
perdere l’incanto di sognare
insieme” ha detto ai giovani, che
sono la vera ricchezza del Paese,
trasmettendo la certezza che “non
tutto è perduto, raccomandando loro
di non “gettarsi nelle mani dei narcos”, credendo che le persone valgono solo quando hanno denaro “per
comprare tutto, compreso l’affetto
degli altri”.
Papa Francesco ha pronunziato
parole appassionate, come quelle
pronunciate nell’incontro con le
famiglie nello stadio di Tuxtla
Gutiérrez, quando ha affermato:
M
“Preferisco una famiglia con volti
stanchi per i sacrifici ai volti imbellettati che non conoscono tenerezza
e compassione”. Di qui l’invito a
“scommettere sulla famiglia” e contrastare le “colonie d’ideologie distruttrici del nucleo familiare”.
La visita al santuario della Madonna
di Guadalupe, santuario di tutte le
Americhe, è stata particolarmente
significativa e ricca di emozioni spirituali, come lo stesso Papa Francesco ha ricordato: “Un’esperienza di
trasfigurazione, perché il Signore ci
ha mostrato la luce della sua gloria
attraverso il corpo della sua Chiesa,
del suo Popolo santo che vive in
quella terra e la luce radiosa della
fede che trasfigura i volti e rischiara
il cammino”.
Resta nella storia della Chiesa il primo incontro del Papa di Roma con il
Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. Un incontro di fratelli nella fede e salutato come evento di
“luce profetica di Risurrezione” di
cui oggi il mondo ha più che mai
bisogno.
Nel viaggio di ritorno sono emerse
tante questioni che hanno acceso il
dibattito sulla carta stampata: dalla
risposta del Papa a Donald Trump:
“Non è da cristiani fare muri”‘,
all’espressione “Io non m’immischio
nella politica”, in riferimento alla
nuova legge sulle unioni civili in discussione al Parlamento.
Queste affermazioni di Papa Francesco hanno scosso i fondamentalisti
protestanti americani. Il fatto che
abbia attaccato Trump ha reso il
magnate newyorchese probabilmente più simpatico di prima, in quegli
ambienti. In ogni caso le prime disaggregazioni del voto repubblicano
nel South Carolina attribuiscono a
Trump una maggioranza tra gli evangelici.
Alcuni giornali hanno persino scritto
che “I cristiani americani ‘non cattolici’ sono sempre contenti, quando
possono dare un dispiacere ai cattolici, ed al loro capo spirituale”, percepito da tanti come un difensore
troppo radicale degli interessi dei
poveri e degli ultimi. “E se Trump è
malvisto dal Papa, allora ben venga
Trump!”.
Ecco come la stampa modifica,
amplifica e indirizza messaggi e
parole verso una specifica direzione,
spesso di senso opposto alla realtà dell’evento.
Sono tanti i cattolici
italiani che hanno sofferto del silenzio del
Papa sulla questione
delle unioni civili,
silenzio ben accolto
dai sostenitori della
legge,
interpretato
quasi silenzioso tacito
consenso, anche se
viene affermato che
rimane invariata la
dottrina della Chiesa
sulla famiglia e sul
matrimonio.
L’espressione
“Il
Papa è per tutti e non
può mettersi in politica” si presta a variegate interpretazioni e
se la politica è la
ricerca del bene
comune, il Papa è il
primo vero grande politico, come
dimostrano le sue azioni e i suoi
interventi nei confronti delle Nazioni
e della ricerca della pace.
Le parole del Papa hanno un peso
speciale ed una valenza universale,
come dimostra il dibattito recente sul
caso Trump, ed a volte sembrano
ravvivare la fiamma del relativismo
che permea la società contemporanea.
Anche se sempre numerosi sono i
fedeli che partecipano alle Udienze e
alla recita dell’Angelus, le statistiche
fanno registrare un qualche misurato
calo, letto da alcuni come disaffezione e disattenzione a quel che insegna
il Papa e la Chiesa, spesso ridotto a
semplice ascolto che risulta inefficace per un cambiamento spirituale.
I dati statistici che calcolano del 15
%, la frequenza dei fedeli alle cerimonie religiose sono indicativi di
una cultura che tende sempre più a
laicizzarsi, perdendo la ricchezza dei
famiglie ferite e darà nuove indicazioni per la pastorale delle famiglie
che hanno al centro l’educazione dei
figli.
Come si legge anche nella storica
dichiarazione comune sottoscritta
col patriarca russo Kirill: “La famiglia si fonda sul matrimonio, atto
libero e fedele di amore di un uomo
e di una donna” […] “Ci rammarichiamo che altre
forme di convivenza
siano ormai poste
allo stesso livello di
quest’unione, mentre il concetto di
paternità e di maternità come vocazione
particolare dell’uomo e della donna
nel
matrimonio,
santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla
coscienza pubblica.”
“La comunione (ai
divorziati risposati)
Foto L’Osservatore
Romano
(www.photo.va) / SIR
valori cristiani e rendendo la vita
sociale amorfa e insignificante.
Il calo delle nascite, la repentina
diminuzione dei matrimoni religiosi,
sostituiti da quelli civili, o da forme
di “naturale convivenza” e di semplice “compagnia”, come pure l’incremento di funerali laici sono dei
segnali da tener presenti per leggere
e interpretare la storia contemporanea della società italiana ed europea.
Nell’Esortazione Apostolica post
sinodale che sarà pubblicata prima di
Pasqua, Papa Francesco, ancora una
volta offrirà paterne risposte alle
è qualcosa che arriva dopo un cammino, non è un’onorificenza da esibire e occorre integrare nella vita
della chiesa le persone sposate con
un’attenzione speciale ai bambini”.
Ascoltare il Papa, i suoi appelli di
pace nel mondo, ammirare i suoi
gesti di umana solidarietà, non basta
per un radicale cambiamento di vita
verso la direzione dei valori e elevano l’uomo nella sua dignità di creatura, fatta a “immagine e somiglianza di Dio”.
Il condottiero
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Prospettive - 28 febbraio 2016
Presentato al Museo diocesano il volume sul restauro degli affreschi nel presbiterio della Cattedrale
Il contributo dell’arte
all’evangelizzazione
na gremita sala Pinacoteca del Museo Diocesano ha ospitato la presentazione del
volume “Il restauro degli affreschi di
Giovanni Battista Corradini nel presbiterio della Cattedrale di
Catania. Una testimonianza
pre-terremoto 1693 a cura di
Luisa Paladino”, dirigente
della Sezione Beni storicoartistici della Soprintendenza Beni culturali e ambientali ed edito dalla Regione
Siciliana,
Assessorato
BB.CC. e identità siciliana,
Dipartimento BB.CC..
Hanno presentato l’opera la
prof.ssa Claudia Guastella
ordinaria di Storia dell’Arte
dell’Università degli Studi di
Catania nonché il direttore
dell’ufficio diocesano Beni
culturali sac. Carmelo
Signorello, la dott.ssa
Paladino, la restauratrice
dott.ssa Simona Panvini,
il funzionario Sezione architettonica dott.Vittorio Di
Blasi, autori di saggi -che compongono
il volume riccamente illustrato (fotografie di Antonio Corselli e Gaetano
Gambino dell’Archivio Fotografico
Soprintendenza BB.CC.) e ben documentato- assieme alle dott.sse Anna
Bartolone, Maria Busacca, Roberta
Carchiolo, Albarosa D’Arrigo, Carmela M. Di Blasi e al dott. Cosimo Di Stefano.
La dott.ssa Grazia Spampinato,
direttrice del Museo, ha introdotto i
relatori e gli intervenuti che hanno
espresso apprezzamento nei riguardi
dell’Impresa “Ferrara restauri s.r.l.” di
Calatafimi Segesta (direttore tecnico
Rosario Ferrara, assistente Antonio
Pumo, restauratrice Panvini), del Centro regionale per la progettazione e il
restauro (per le indagini diagnostiche
chimiche preliminari Cosimo Di Stefano, Maria Grazia Cicero, Giacomo
Cinà, Rosaria Merlino, Rosellina Not,
Antonino Vitelli) e di “Tera Print s.r.l.”
di Roma che ha curato la stampa.
Hanno porto indirizzi di saluto l’Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina, e
il soprintendente per i BB.CC. arch.
Fulvia Caffo, ambedue autori delle
U
prefazioni del volume, con l’augurio di
lavorare anche per il futuro sempre in
sinergia e in modo interdisciplinare
per giungere al completo restauro della
Cattedrale, ad iniziare dal transetto,
come la Cattedrale, assieme alla chiesa
Santa Maria della Rotonda, con le sue
strutture e il suo sottosuolo, sia sicuramente il monumento più significativo,
il cuore della città e come Giovan Bat-
nonché il dott. Francesco Marano,
presidente del comitato dei festeggiamenti agatini.
È stato precisato che il programma
operativo si riferisce al Fondo Europeo
di sviluppo regionale Sicilia 2007/2013
e che i lavori di restauro sono stati finanziati con D.D.S. 13 aprile 2012 n.740 ed
eseguiti puntualmente nell’arco temporale 23 ottobre 2013-1 dicembre
2014, ben inteso che la stazione appaltante è stata la Soprintendenza BB.CC.
tramite l’Ufficio competente Unità
Operativa 9, Beni storico-artistici.
Responsabile unico del procedimento è
stato Michele Sanfilippo con il supporto al RUP di Carlo Catalano, mentre il
progetto si attesta a Carmela Cappa e
allo stesso Sanfilippo e la collaborazione a Carmela M. Di Blasi. Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione Salvatore Sorbello, direttore dei
lavori Luisa Paladino con i direttori
operativi Carlo Catalano, Carmela e
Vittorio Di Blasi, Lia D’Urso e Salvatore Vitale. Il coordinamento redazionale è stato curato da Roberta Carchiolo.
La prof.ssa Guastella ha evidenziato
tista Corradini non sia più uno sconosciuto pittore romano che, nel 1628, ha
ben operato a Catania con i canoni culturali post-tridentini grazie all’intellettuale e colto vescovo Innocenzo Massimo, anch’egli romano.
La studiosa ha molto lodato l’impegnativo e certosino lavoro di Luisa
Paladino che ha focalizzato in modo
eccellente l’ambiente culturale e la formazione classicistica dell’artista che ha
decorato il santuario del “Cappellone”
del Duomo, nonché i diversi e pregevoli contributi che arricchiscono il volume
-dotato di un ampio apparato di note, di
schede e di bibliografia- degno di essere diffuso anche nelle librerie per l’enorme importanza che riveste per la storia della nostra città.
La storica dell’arte ha fatto riferimento
a tanti interessanti e poco noti particolari trattati nell’opera: il bozzetto del
Corradini, i restauri di metà Novecento
maldestramente eseguiti con selvaggio
spicconamento di pitture e sculture, le
travagliate vicende delle sepolture dei
Notizie in breve dal 29 febbraio al 6 marzo
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Lunedì 29
• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Giovedì 3 - Venerdì 4
• Palermo: prende parte ai lavori
della C.E.Si.
Martedì 1
• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Sabato 5
• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Mercoledì 2
• Ore 10.00 Viagrande, Residenza
SS. Salvatore: Incontra i Sacerdoti dell’VIII Vicariato.
Domenica 6
• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
®
sovrani aragonesi (con particolare riferimento al sepolcro della regina
Costanza di Aragona Navarra), residenti nel Medioevo nella Catania capitale del Regno di Sicilia, nell’abside
maggiore e la collocazione dei sepolcri dei
vescovi lungo il transetto (risparmiati dal rovinoso sisma del 1693), la
struttura della Cappella
del sacello delle reliquie di S. Agata, il
dipinto dell’incoronazione della protomartire
concittadina nella conca absidale del presbiterio centrale, l’opportunità di far rientrare dal
Museo Civico del
Castello Ursino in Cattedrale i preziosi reperti lapidei estratti negli
anni Cinquanta e Sessanta dalle strutture
architettoniche della
basilica, la valorizzazione della cripta dell’abside maggiore, l’immagine di San
Cristoforo nella porta urbica di Carlo V..
Padre Signorello ha illustrato il programma iconografico degli affreschi
con una riflessione teologico-liturgica
basata cronologicamente sui riferimenti biblici e sulla storia dell’iconografia cristiana e sulla contrastata venerazione e sull’uso liturgico delle immagini dalle origini fino al Concilio Vaticano II, attraverso il lungo periodo dell’applicazione dei decreti “tridentini”,
in piena Riforma Cattolica in contrapposizione all’avversione dei Protestanti, nella decorazione delle chiese, contestualizzando i dipinti di Dio Padre e
dello Spirito Santo nella volta, dell’incoronazione regale nel catino absidale
di S. Agata, il cui corpo, come quelli di
tutti gli eletti, attende nella “parusia” di
essere glorificato, tra una schiera di
angeli richiamanti l’antico introito
“Gaudeamus” della messa di S. Agata e
della fitta folla di immagini dei martiri
e dei vescovi catanesi nel vasto spazio
absidale.
La dott.ssa Paladino, autrice del denso e fondamentale saggio centrale del
volume, ha magistralmente focalizzato
la figura artistica di Corradini e del
vescovo committente Innocenzo Massimo, che resse, non senza polemiche e
contestazioni sino alla morte, la diocesi di Catania segnalandosi “soprattutto
per il suo interessamento alla magnificenza del Duomo”, in riferimento alle
esperienze di lavoro specialmente a
Bertinoro e specificamente al ciclo
degli affreschi catanesi del cui bozzetto possediamo da diversi anni solo una
foto, con un’ampia attenzione alle figure parietali, ai sepolcri reali, ai restauri
ottocenteschi e novecenteschi del ’25 e
del ’59; di questi due ultimi interventi
furono protagonisti due pittori-restauratori, il fiorentino Riccardo De Bacci
Venuti e il catanese Giovanni Nicolosi,
docente di ornato e di figura disegnata
presso il Liceo artistico.
La dott.ssa Panvini ha richiamato la
sua relazione sul restauro degli affreschi, datati dal pittore, col precisare lo
stato di degrado sulle pareti presbiterali, le operazioni di pre-consolidamento
e consolidamento preliminari a qualsiasi metodologia di pulitura, l’integrazione maltacea, la reintegrazione pittorica eseguita ad acquarello con la tecnica del rigatino, puntinato e velatura.
Il dott. Di Blasi con l’aiuto di appropriate immagini ha esposto i criteri di
intervento e di tutela nonché le modalità restitutive eseguiti dopo il sessantennio che separa l’ultimo grande restauro
degli affreschi presbiterali: lo stato di
conservazione, il restauro settecentesco
legato alla riedificazione, il restauro
ottocentesco che ha fortemente
influenzato i successivi interventi sugli
affreschi, il restauro del 1925 e quello
del 1959, affidato al prof. Nicolosi, pioniere del moderno restauro innovativo
in Sicilia. Un’ultima considerazione
tecnica sull’attuale intervento di restauro conservativo ha riguardato le operazioni combinate di consolidamento,
pulitura, ritocco e conoscenza scientifica.
Antonino Blandini
7
Prospettive - 28 febbraio 2016
DIOCESI
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. 8ª Festa Diocesana dei Fidanzati
opo ben cinque anni di
silenzio, lo scorso 14
febbraio è ripartita, con l’ottava edizione, la Festa diocesana dei fidanzati che
ha avuto luogo nel salone parrocchiale
della chiesa “Sacra Famiglia” di Catania. Il parroco, don Antonio Gentile, ha
accolto con gioia ed entusiasmo la proposta degli Uffici Diocesani di Pastorale Familiare e di Pastorale Giovanile,
ospitando le coppie dei fidanzati della
diocesi che si preparano a celebrare il
sacramento delle Nozze. Se è vero che
per ricevere il sacramento dell’Ordine è
necessario un cammino serio di discernimento, fatto di studio e di sacrificio
per comprendere la chiamata alla quale si sta rispondendo, è altrettanto vero
che ai fidanzati si deve dare la possibilità di scoprire l’essenza e la bellezza
del loro innamoramento/amore perché
possano giungere più consapevoli al
sacramento del Matrimonio. Ma come
fare per aiutare le giovani coppie in un
momento storico che non le incoraggia
e nel quale sposarsi risulta qualcosa di
altri tempi o viene addirittura banalizzato? Come si può dire loro che nel
Matrimonio, in cui Dio ci chiama ad
amarci dello stesso amore con cui Lui
ama la Chiesa (Fc 13), è indispensabile
ri-innamorarsi ogni giorno con tenerezza come eterni fidanzati, ma nella
D
L’Amore non avrà mai fine
maturità che la relazione di coppia
comporta? Ecco una risposta: parlando
il loro linguaggio, meravigliosamente
giovane e fortemente orientato alla
Festa! È così che si è svolto il pomeriggio del giorno di San Valentino. Alle ore
18 si è dato il via con la Celebrazione
Eucaristica presieduta dal Vicario
generale, mons. Salvatore Genchi, il
quale ha conferito il mandato alle coppie di sposi animatrici – che con dedizione e profondo spirito di servizio hanno svolto i preparativi per rendere
straordinaria la serata – consegnando
loro un adesivo a forma di cuoricino
rosso con due ali bianche. Mons. Genchi, nell’omelia, si è rivolto alle coppie
di fidanzati che portano in germe la
sacramentalità del matrimonio, affermando che già in loro è presente l’immagine di Dio. Il Suo soffio d’amore
sull’uomo e la donna li plasma e attualizza, in questo tempo di crescita e di
grazia, la loro naturale vocazione all’amore per poi destinarli, nell’unione
coniugale, a divenire una sola carne. Il
Vicario ha sottolineato che «il fidanzamento cresce nella quotidianità e nella
fatica di tutti i giorni, fino a quando il
Signore donerà ai futuri sposi la Grazia
e la forza di vivere la vita con serenità
l’uno verso l’altro ed insieme verso Dio ed i fratelli».
Ai fidanzati viene chiesto di
non accontentarsi di una
vita mediocre ma di volare
alto «vivendo un fidanzamento impegnativo, nonostante le molteplici tentazioni che si pongono lungo
il cammino siano difficili da
vincere. Certi che da Lui
verrà la forza, i fidanzati
saranno pronti ad esprimere un sì sempre autentico e
costante. Ogni famiglia è
chiamata a comprendere la
luce sfolgorante della croce, non per scoraggiarsi,
ma per constatare che essa è il mezzo
che ci ha salvati e l’unico che ci conduce alla vita vera». Alle ore 19 circa i
fidanzati sono stati accolti nel salone
della parrocchia ospitante. All’ingresso,
il gruppo “accoglienza”, ha subito consegnato loro un cuore adesivo di car-
toncino, su cui scrivere il proprio nome
e attaccare al petto. Questo cuore, ahimè, aveva una sola ala… eh sì, bisogna
comprendere e seguire il messaggio
evangelico, per chiedere al Signore
“Quando mai ti abbiamo veduto
affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da
bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e
ti abbiamo vestito? E quando ti
abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”
Rispondendo, dirà: “In verità vi
dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”
(Mt 25, 38-40).
“Arteballetto” di Pedara, che si è esibita con le musiche “Danzerò per te”
(RnS) e “Un’altra volta viene sera/ciò
che resta” (Gen Verde).
Nel corso della serata
non sono mancati il
karaoke, i giochi di coppia e le proiezioni
video, al fine di fare
scoprire ai fidanzati la
Tenerezza straordinaria
di Dio e di quanto amore Egli li ha ricolmati.
Durante la festa sono
state scattate e istantaneamente stampate delle foto che, a fine serata,
i fidanzati hanno potuto
portare a casa come
ricordo dei momenti
appena vissuti. Come
ogni festa che si rispetti, non potevano
mancare la pizza e il buffet di dolci tra i
quali primeggiava una bellissima torta
ricca di “cuoricini” di panna, dedicata
alle coppie partecipanti. Preziosissimo è stato il supporto del gruppo “Animatema” che ha intrattenuto i bambini
degli sposi animatori con giochi e tanto
divertimento, come spesso accade nei
momenti diocesani che coinvolgono le
famiglie. A fine serata la gioia è davvero tanta.
Qualche coppia di fidanzati si avvicina
all’equipe esclamando frasi come:
«non avremmo mai immaginato una
festa così in Chiesa..». Cristo è gioia!
Cristo è festa! Molti fidanzati lo sanno
già, altri lo hanno scoperto in questa
serata… ma a tanti altri lo si deve ancora annunciare! Ringraziando sempre il
Signore per aver permesso che tutti
potessimo cogliere, ancora una volta, la
bellezza e l’unicità del maschile e del
femminile e per questo “Mistero Grande” che è dono di sé totale e fecondo, ci
diamo appuntamento al prossimo anno
augurando a tutti Buona Missione!
Anastasia Zuccarello
Rossella e Nino Cutuli
unire il cuore del fidanzato al cuore della fidanzata per formare un cuore con
due ali, proprio come avviene nel
Matrimonio, per poter spiccare insieme
il volo verso Dio! All’insegna di un
sano divertimento sono stati proposti
spettacoli di ballo offerti dalla scuola
Opere di misericordia in Santa Maria di Ognina
ccogliendo l’invito del
Santo Padre Francesco
più volte espresso e
ancor più vivacemente
ribadito nel recente
messaggio per la Quaresima dal titolo Misericordia io voglio e
non sacrificio (Mt
9,13), giorno 10 febbraio, solennità del
Mercoledì delle Ceneri, nella Parrocchia
Santa Maria di Ognina
sono state benedette
due iniziative promosse dall’intera comunità ecclesiale ogninese,
che permetteranno ai parrocchiani e
ai tanti fedeli che frequentano il Santuario mariano di accostarsi all’esercizio delle Opere di Misericordia
spirituale e corporale, come infatti
invita a fare il Pontefice, in occasione del Giubileo straordinario della
Misericordia.
Come opera di misericordia spirituale, con il contributo di tutta la comunità parrocchiale, si è provveduto
alla costruzione di un nuovo confes-
A
sionale insonorizzato, collocato in
una delle navate laterali del Santua-
rio. Sarà quindi possibile a partire
dal tempo di Quaresima accostarsi
al Sacramento della Riconciliazione,
con la certezza di fede che, facendo
una sincera revisione di vita, un vero
esame di coscienza e confessando i
propri peccati al sacerdote strumento
di Dio, si incontra l’espressione più
alta e più bella della Misericordia
divina, che abbraccia e trasforma la
nostra esistenza, per poter pregare
come il salmista, dicendo Distogli lo
sguardo dai miei peccati, cancella
tutte le mie colpe, crea in me, o Dio,
un cuore puro, rinnova in
me uno spirito saldo (Salmo 50).
Si è scelto, inoltre, di dare
spazio ad un’iniziativa
importante svolta in collaborazione con la Caritas
diocesana, come segno
dell’opera di misericordia
corporale. Sono stati adibiti dei locali parrocchiali, appositamente ristrutturati e sistemati da alcuni volontari, per un servizio docce per i senza fissa
dimora. Settimanalmente
verranno accolti uomini, donne e
bambini, indirizzati dai responsabili
del centro Caritas catanese. Qui gli
ospiti potranno provvedere alla pulizia personale, facendo la doccia e
cambiando anche i propri abiti, mentre i numerosi volontari si prenderanno cura di loro e provvederanno
ad altre necessità.
In questo modo questo tempo di
Quaresima nell’anno giubilare, sarà
il tempo favorevole per riflettere,
Ufficio Liturgico
Ai Rev. Parroci, Superiori Religiosi, Cappellani degli Ospedali
Giubileo dei ministri straordinari
della distribuzione della S. Comunione
Carissimi,
l’Arcivescovo in occasione dell’Anno Santo della Misericordia,
desidera incontrare tutti i ministri
straordinari (anche coloro che hanno ricevuto il mandato lo scorso 14
dicembre), per celebrare il Giubileo.
Tale evento lo vivremo Sabato 12
Marzo 2016 con il seguente programma:
ore 16,15 Raduno presso la Basilica Collegiata;
ore 16,45 Inizio del Pellegrinaggio
Giubilare verso la Cattedrale, dove
attraverseremo la Porta della Misericordia;
ore 17,15 Saluti del Direttore dell’Ufficio Liturgico;
ore 18 Celebrazione Eucaristica
presieduta dall’Arcivescovo e conferimento dei ministeri del lettorato
e accolitato a due candidati al presbiterato.
In tale occasione i ministri, che
dovranno rinnovare il mandato, è
necessario che consegnino i tesserini con la lettera di presentazione
del Parroco o Cappellano o Superiore presso la Collegiata alle ore
16,15, come da programma.
Si invitano i Confratelli ad avvertire i propri ministri per il suddetto
incontro.
Si prega di compilare e consegnare
in tale circostanza la scheda di
aggiornamento.
Cordiali e distinti saluti.
Sac. Giovambattista Zappalà
Sac. Pasquale Munzone
Sac. Vincenzo Branchina
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Prospettive - 28 febbraio 2016
DIOCESI
19 febbraio - Giornata del Risparmio Energetico, il “Benedetto Radice” capofila
“M’illumino di meno”
na lezione di civiltà
non può che partire da
una scuola. A sposare la causa del
risparmio energetico e della mobilità
sostenibile ci ha pensato a Bronte
l’Istituto superiore “Benedetto Radice”. Il 19 febbraio, infatti, alunni,
docenti e personale ATA si sono dati
appuntamento in bicicletta, alle 9,00
davanti all’ingresso principale, per
un percorso a tappe che prevede il
coinvolgimento di tutte le agenzie
educative operanti sul territorio e
dell’amministrazione comunale.
“Il Radice pedala in verde” vuole
essere, quindi, una staffetta ideale
legata alla campagna radiofonica
U
“M’illumino di meno”, promossa dal
programma Caterpillar in onda su
Radio 2. Numerose le istituzioni che
patrocinano l’evento per questa
dodicesima edizione: dalla Presidenza della Repubblica ai parlamenti
europeo e nazionale, oltre a una lista
di ministeri.
Ma quella organizzata dall’istituto di
Bronte è una festa che si ricongiunge
direttamente all’operazione “Bike
the Nobel”, che - non senza una punta di audacia - candida la bicicletta al
premio Nobel per la Pace.
«Il rispetto dell’ambiente, l’utilizzo
di energie alternative e la mobilità
sostenibile – dichiara in una nota la
dirigente del “Radice” Maria Pia
Calanna - sono temi già da noi legati alla programmazione didattica
annuale e ineriscono, più specificamente, alla missione di ogni educatore. Numerose Unità di Apprendimento interdisciplinari, condotte
nelle classi, affrontano tali argomenti. L’attesa è quella di far scaturire un
dibattito sociale, che travalichi i
muri della scuola». Sulla ricezione
del messaggio alla fine dell’assemblea preparatoria, in cui si è pure
analizzato il “decalogo” - che si apre
col semplice (e non scontato) “Spegnere le luci quando non servono” si esprime anche il referente del pro-
getto Salvatore di Dio
Romano: «Il sorriso, la
freschezza e il coinvolgimento dei ragazzi sono
la vera energia. Quella
pulita, quella che ci
auspichiamo inesauribile».
Di certo, al termine della
lunga pedalata, ci asterremo dal chiedere ad
affaticati e fiacchi studenti com’è la scuola:
“Sostenibile!”, ne riceveremmo; nella migliore
delle ipotesi.
®
Don Pasqualino Di Dio, incaricato del Papa per il Giubileo, porterà la carezza del Signore
n occasione dell’iniziativa giubilare universale
“24 ore per il Signore”, voluta da
Papa Francesco, nel Santuario Giubilare della Madonna
dell’Elemosina di Biancavilla
si svolgeranno due giorni di
animazione missionaria con
la presenza di Don Pasqualino di Dio, uno dei più giovani sacerdoti scelti dal Papa
come Missionari della Misericordia.
In occasione del Mercoledì
delle Ceneri, infatti, il Santo
Padre ha conferito il mandato
missionario a 1071 sacerdoti
provenienti da tutto il mondo, per
predicare la Misericordia e assolvere
i casi riservati alla Santa Sede.
Come Missionario della Misericordia, don Lino sarà a Biancavilla da
sabato 5 a domenica 6 marzo. Nel
pomeriggio di sabato animerà alle
ore 15 nella Basilica Santuario l’Ora
della Misericordia, incontrerà i bambini del catechismo delle parrocchie
cittadine e alle 18,30 presiederà i
Vespri e la processione eucaristica.
In serata incontrerà il mondo del
lavoro presso il Circolo Castriota.
Domenica, poi, predicherà il ritiro
diocesano del settore adulti di Azione Cattolica, esteso per l’occasione a
tutta la comunità ecclesiale di Biancavilla, che si svolgerà nei locali di
Villa Delle Favare e si concluderà
con il pellegrinaggio al Santuario
della Madonna dell’Elemosina con
la celebrazione della S. Messa. La
visita missionaria sarà preceduta da
una veglia di preghiera notturna, a
cura dei gruppi giovanili, che si svolgerà in Santuario tra il 4 e il 5 marzo.
«Sono contento – afferma don Lino
– di poter portare a tutti l’abbraccio
paziente di Dio e la benedizione del
Santo Padre».
Don Pasqualino è stato uno dei primi
sacerdoti che ha incontrato Papa
Francesco subito dopo la sua elezione. Il 17 marzo 2013, notandolo in
mezzo alla folla lo chiamò per la
celebrazione nella Chiesa di Sant’Anna. In quell’occasione gli parlò
del suo impegno nelle varie Diocesi
a portare il messaggio biblico della
Misericordia.
Don Pasqualino, 33 anni, ha iniziato
il Movimento “Fraternità Apostolica
della Divina Misericordia” oggi presente in varie Diocesi italiane e –
proprio su indicazione di Papa Francesco - il 2 aprile 2015 ha fondato a
Gela la “Piccola Casa della Misericordia”: «una casa – spiega - dove
I
Missione di Misericordia a Biancavilla
tutti possono sentirsi
abbracciati dall’amore
del Padre e percepire
la tenerezza della
Chiesa». Qui operano
tanti volontari che rendono possibili i servizi
della mensa, della distribuzione di cibo e
vestiti, il recupero scolastico, l’attività di
mediazione familiare,
un centro d’ascolto con figure professionali e altro ancora a beneficio
delle famiglie in difficoltà e degli
immigrati: una miriade di attività
sostenute dalla Divina Provvidenza.
L’invio dei Missionari della Misericordia conferma il desiderio del
Papa di una“Chiesa in uscita, oasi di
Misericordia”. I Missionari potranno
assolvere i delitti riservati alla Sede
Apostolica, insieme a quello dell’aborto, facoltà che Papa Francesco ha
concesso a tutti i sacerdoti. Spiega
don Lino: «In questo tempo in cui il
Sacramento della Confessione è in
crisi, penso che il Papa voglia in
quest’anno giubilare che la Chiesa
rifletta su questo grande sacramento
che non deve essere sentito come un
obbligo, ma come un’occasione per
sperimentare la carezza di Dio, che
mai si stanca di venirci incontro».
Alessandro Scaccianoce
San Valentino nel teatro del Collegio delle suore domenicane del Sacro Cuore di Gesù
lla vigilia della festa di
San Valentino nel salone teatro del Collegio delle suore
domenicane del Sacro Cuore di
Gesù, per iniziativa dell’associazione ex allieve dell’istituto scolastico
di via Milano, il prof. Giuseppe
Paradiso -già docente di storia, filosofia, psicologia e pedagogia nonché
nei corsi universitari di tecnica della
riabilitazione psichiatrica- ha parlato
delle vicende di “Coppie celebri”,
illustrandole con la proiezione di un
power point preparato appositamente per l’incontro e di un documentario inedito. Presentato dall’infaticabile presidente prof. Santuzza Quattrocchi, lo studioso, scrittore e giornalista documentarista in campo
cinematografico e televisivo, ha
ripercorso dal racconto biblico primigenio di Adamo ed Eva e dall’antichità più remota ai popoli delle
civiltà egizia, mediorientale, greca e
romana, la complessa storia universale, in continua e lenta evoluzione,
della coppia, soffermandosi sul
matriarcato e il successivo predominio maschile che ha portato alla
supremazia dell’uomo e alla poligamia.
Un ampio squarcio sul matrimonio
nel Medioevo (con riferimenti alle
usanze ebraiche e musulmane) ha
preceduto l’analisi delle nozze contratte per procura soprattutto tra le
famiglie aristocratiche, con risultati
negativi sulla vera affettività e felicità degli sposi, come dimostrano
innumerevoli esempi “regali”: Luigi
XVIII marito di Luisa Giuseppa di
Savoia, Carlo Alberto con Maria
Teresa d’Austria, ecc.. La stessa
situazione si creava con i matrimoni
senza amore imposti dalle convenzioni sociali, come nel caso di celebri poeti: Dante, Petrarca, Cavalcanti. La lucida analisi ha focalizzato
A
Coppie celebri
anche l’antico fenomeno degli sposi
bambini (nel V secolo l’imperatore
Giustiniano avrebbe innalzato l’età
minima a 7 anni!), non tralasciando,
nella galoppata lungo i secoli, la
casistica dei “cicisbei”, dei “valentini o cavalieri serventi di corte”, dei
pensatori, degli intellettuali, dei
politici, dei sovrani incoerenti con il
ruolo ricoperto nella società -si possono considerare in qualche modo
“infedeli, per necessità o vanità”
come il caso emblematico di Napoleone- anche dell’epoca moderna e
contemporanea, provocando spesso
risultati familiari ed extraconiugali
intriganti, boccacceschi ed anche
sconvolgenti.
Il vario e sorprendente excursus storico del prof. Paradiso sulle alterne e
spesso trasgressive vicende dell’amore di coppia si è soffermato anche
sulle nozze a tarda età (Totò, Charlot, ecc) e in modo particolare
sull’<amore santo>, non raro come
potrebbe apparentemente sembrare
nella storia del Cristianesimo che
considera il matrimonio un “grande
sacramento” voluto da Cristo: l’amore casto e fecondo degli sposi
beati, il catanese Luigi Beltrane
Quattrocchi e Maria Corsini, beatificati da San Giovanni Paolo II il 21
ottobre 2001 come coniugi esemplari, genitori felici ed impegnati
socialmente di 4 figli consacrati al
Signore: 2 sacerdoti monaci e 2 religiose, una benedettina e una salesiana laica. È seguita la proiezione di
un filmato sulle “coppie celebri” tanto discusse sul piano del costume e
della durata dei sentimenti amorosi:
Frank Sinatra e Ava Gardner, Diego
Rivera e Frida Kalho, Gabriele
D’Annunzio ed Eleonora Duse, Spencer
Tracy e Katharine
Hepburn.
Blanc
9
Prospettive - 28 febbraio 2016
DIOCESI
San Valentino dei fidanzati. Itinerario di Vocazione all’amore
Un tuffo nella Tenerezza di Dio
a prima edizione di Prospettive del 2016 ha già
presentato la missione dell’Itinerario di
Vocazione all’Amore (IVA), ardente
realtà della Diocesi di Catania che si
propone di seguire la crescita umana e
spirituale delle coppie di fidanzati, tramite un cammino di tre anni rivolto a
tutti coloro che intendono maturare
nell’amore, approfondire la conoscenza di sé e dell’altro, migliorare il rapporto di coppia ed interrogarsi sull’importanza del matrimonio cristiano. Per
accompagnare i fidanzati lungo tale
cammino di crescita nell’amore di coppia e verso Dio, l’Itinerario propone
loro degli incontri periodici ricchi di
dinamiche, attività, confronti, testimonianze e momenti di condivisione.
A servizio dell’Itinerario vi è un’equipe di coppie-guida che, con amore e
dedizione, organizza gli incontri mensili rivolti ai fidanzati, approfondisce le
tematiche che di volta in volta vengono
trattate, e le riporta alla propria vita,
donando, in qualunque occasione sia
necessario, preziose testimonianze di
vissuto di coppia e di vita in famiglia.
Fiore all’occhiello del cammino IVA
sono le serate dell’amore, appuntamenti annuali dedicati alle coppie che
vogliono regalarsi del tempo “speciale”
all’insegna della tenerezza e del
romanticismo. Infatti, anche quest’anno, proprio per consentire ai fidanzati di
riscoprire la tenerezza nel rapporto di
L
coppia e per poter dar loro il modo per
esprimersi a vicenda l’amore che li
lega, l’Itinerario di Vocazione all’Amore ha organizzato una particolare
serata dedicata all’Amore. È così che lo
scorso Sabato 13 Febbraio, a Zafferana,
ha avuto luogo questo momento, a cui
hanno partecipato trenta coppie di
fidanzati che costantemente partecipano agli incontri organizzati dall’Itinerario e che, taluni per la prima volta,
hanno potuto apprezzare quanta bel-
Ritiro di Quaresima
per operatori
e volontari Caritas
l Ritiro di Quaresima si terrà, sabato, 27 febbraio, alle ore 16,
presso la Chiesa dell’Istituto Pio IX delle Suore Vincenziane,
con ingresso da via Monte Vergine n°5 a Catania.
Dopo l’accoglienza, alle ore 16.30, il Diacono don Gino Licitra, Vice
Direttore Caritas Diocesana, detterà la meditazione guidata, alle ore
17.30, seguirà la Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Piero Galvano, Direttore della Caritas.
®
I
lezza il Signore dona loro
durante il fidanzamento.
Oggi è sempre più necessario che la tenerezza sia
vissuta dalla coppia come
un tempo in cui entrambi
possano “ritrovarsi” innamorati, e il gruppo IVA
crede molto che essa sia il
segno dell’amore di Dio
per l’umanità ed è per questo che ha scelto di diffondere in più e più modi questo meraviglioso sentimento. «Fidanzati siate
teneri, che non vuol dire
sdolcinati e un po’ molli.
Anzi, la tenerezza è il desiderio di amare e di essere
amati, è uno stato dell’anima ed è l’unico antidoto
alla collera, alla paura e
alla tristezza. E se non
addirittura il mondo, la
tenerezza salverà le coppie che sapranno sceglierla». Tutte parole di don Carlo Rocchetta, teologo pratese, insegnante e fondatore, a Perugia, della
Casa della Tenerezza, una comunità che
cerca di contribuire al progetto di Dio
sulla coppia e sulla famiglia, dove si
accolgono quelle in crisi e si propone
una spiritualità della tenerezza. Durante la serata dell’amore organizzata dall’equipe dell’Itinerario, i fidanzati sono
stati accolti in un ambiente allestito ad
hoc per suscitare alle coppie la gioia di
trovarsi insieme in un luogo e in un contesto pensato esclusivamente per far
gustare a ciascuno l’amore del partner
come frutto dell’amore di Dio. Le coppie di fidanzati partecipanti alla serata,
hanno avuto modo di vivere del tempo
per stare “cuore a cuore”, per dedicarsi
vicendevolmente tenere attenzioni ed
emozionarsi scoprendo la presenza,
costante e silenziosa, del Signore in
mezzo a loro. Questa serata viene generalmente organizzata in prossimità di
San Valentino, festa dell’amore per
eccellenza, proprio per dare alle coppie
che lo desiderano un’alternativa alle
serate a tema romantico che la società di
oggi propone, e che spesso si rivelano
essere prive di contenuti, e per permettere loro di regalarsi qualcosa che può
arricchire molto più di un dono materiale. Gli sguardi dei fidanzati pieni di
commozione, e i loro sorrisi da cui traspariva la gioia di aver vissuto un
momento speciale, sono conferme della presenza dello Spirito che pervade
Caritas San Marco
1000 mq per alimenti, vestiario e
arredi. E non solo: una cella frigorifera ed un congelatore industriale
con capacità fino a 1000 kg; otto frigoriferi per uso domestico, due lavatrici da 15 kg ed un’asciugatrice,
quest’ultimi elettrodomestici donati
LG Electronics. Sono questi i numeri del nuovo deposito ‘San Marco’
della Caritas Diocesana, nei locali
della Parrocchia San Marco di Tremestieri Etneo, inaugurato con la
benedizione di Mons.
Salvatore
Genchi,
Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Catania, alla presenza di
don Piero Galvano,
Direttore della Caritas Diocesana, don
Rosario
Balsamo,
Commissario arcivescovile della
Confraternita Maria SS. del Soccorso e del Parroco della Chiesa di San
Ridare speranza a chi è nel bisogno
n occasione dell’Udienza
generale di sabato 20 febbraio, 25.000 donatori di sangue provenienti da ogni parte d’Italia e
appartenenti alle principali sigle del
volontario del sangue - FIDAS, AVIS,
CRI e FRATRES - hanno dato calore
ed entusiasmo all’atteso appuntamento di Papa Francesco, appena ritornato dal viaggio in Messico.
Il giro della papamobile nell’affollata Piazza San Pietro tra le ali festanti dei partecipanti in rappresentanza
dei quasi 2 milioni di donatori di
sangue italiani, si è concluso con il breve intervento catechetico del
Papa incentrato sull’impegno. Impegno come
responsabilità, come stile
di vita, come l’agire di
ogni giorno, come “compito verso qualcuno”.
Anche “Dio si è impegnato per noi”, ha detto Papa
Francesco,
donandoci
Gesù che si è avvicinato a
tutti gli uomini “per restituire speranza ai poveri, a
quanti erano privi di dignità, agli
stranieri, agli ammalati, ai prigionieri, e ai peccatori che accoglieva
con bontà”. “A partire dall’amore
misericordioso con il quale Gesù ha
espresso l’impegno di Dio, anche
noi possiamo e dobbiamo corrispondere al suo amore con il nostro
impegno. E questo soprattutto nelle
situazioni di maggior bisogno, dove
c’è più sete di speranza … con i
malati, con i moribondi, con le persone abbandonate …. In tutte queste
realtà noi portiamo la misericordia
Agata Laudani
INAUGURATO IL NUOVO DEPOSITO
I donatori di sangue hanno celebrato il Giubileo straordinario della Misericordia a Roma
I
l’Itinerario, rendendolo uno strumento
valido per rispondere alla vocazione
che ciascuno ha all’Amore. Infatti, in
un’ottica cristiana, ogni uomo è chiamato a scegliere l’amore e a viverlo
come la meta della propria vita e il cammino IVA si adopera in questa missione volta a far conoscere l’Amore di Dio
che agisce tra uomo e donna. Il desiderio che muove l’operato dell’Itinerario
di Vocazione all’Amore è che tante altre
coppie ancora possano scoprire questa
bellezza che rende nuovo e solidifica il
rapporto a due, e che quindi tanti fidanzati ancora possano conoscere questo
cammino, partecipando agli incontri, ai
momenti di condivisione e alle speciali serate dell’amore, come quella da
recente avvenuta. I prossimi incontri
per fidanzati organizzati dell’Itinerario
di Vocazione all’Amore, saranno giorno 18 Marzo e 1 Aprile alle 20.45 presso i locali del Pime di Massannunziata.
Inoltre, per rimanere sempre aggiornati sulle attività e proposte per fidanzati,
sposi e famiglie che l’Itinerario propone si può consultare il sito www.chiamatiallamore.it e la relativa pagina
Facebook chiamatiallamore.it.
di Dio – afferma Papa Bergoglio –
attraverso un impegno di vita, che è
testimonianza della nostra fede in
Cristo. Dobbiamo portare sempre
quella carezza di Dio – perché Dio
ci ha accarezzati con la sua misericordia – portarla agli altri, a quelli
che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono
tristi: avvicinarsi con quella carezza
di Dio, che è la stessa che Lui ha
dato a noi”.
Parole che raggiungono il cuore di
tutti, ma che hanno toccato le fibre
più intime di tutti i donatori presenti all’Udienza
e idealmente tutti i donatori d’Italia che con il
loro gesto di gratuità e di
dono sono segni concreti
della carezza di Dio per
quanti ricevono il loro
sangue.
“Che questo Giubileo conclude Papa Francesco - possa aiutare la
nostra mente e il nostro
cuore a toccare con
mano l’impegno di Dio
per ciascuno di noi, e grazie a questo trasformare la nostra vita in un
impegno di misericordia per tutti”.
È un augurio che suona anche di
promozione della donazione di sangue per quanti sono ancora lontani o
semplicemente diffidenti o indifferenti all’impegno di misericordia del
dono del sangue; un augurio di conversione – trasformazione con il passaggio della Porta Santa, come previsto per tutti i donatori al termine
dell’Udienza. Ma in tanti, soprattutto per i gruppi organizzati come i
volontari dell’ADVS-FIDAS di Tremestieri Etneo-Catania e della
FIDAS Michelin di Cuneo-Torino,
hanno preferito il percorso-pellegrinaggio preparato dal Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova
Evangelizzazione, con partenza da
Castel Sant’Angelo, passando per
Via della Conciliazione, Piazza San
Pietro, la Porta Santa della Misericordia della Basilica, per concludersi alla Tomba di San Pietro con la
recita della professione di fede.
Vincenzo Caruso
Marco, don Mauro Paternoster.
Per la prima volta la Caritas avrà a
disposizione un unico deposito composto da due zone separate: una per
la conservazione degli alimenti ed
una per la raccolta del vestiario. I
nuovi locali, con un ampio ingresso
camionabile per facilitare le operazioni di carico/scarico dei mezzi della Caritas, sono stati messi a norma
secondo i requisiti previsti dall’Haccp e attrezzati di scaffalature
industriali, pavimento antiscivolo,
rivelatori antincendio, estintori, cosi
come di un sistema di video-sorveglianza e anti-intrusione. Inoltre,
periodicamente è prevista la disinfestazione, la derattizzazione e la sanificazione degli ambienti.
Il deposito fornirà la mensa dell’Help Center, il Gruppo Appartamento per ragazze madri con minori in
difficoltà e nel prossimo futuro la
nuova mensa Beato Dusmet di Librino (Parrocchia ‘Resurrezione del
Signore’ in viale Castagnola 4) la cui
benedizione di inizio lavori si svolgerà, domenica, 6 marzo, alle ore
10:00, con la celebrazione eucaristica dell’Arcivescovo Mons. Salvatore
Gristina.
I volontari della Caritas parrocchiale
San Marco collaboreranno nella
selezione e nello smistamento degli
abiti usati che continueranno ad
essere raccolti all’Help Center: da
lunedì a venerdì ore 8:30/12:00 ;
sabato 8:30/ 11:00
®
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Prospettive - 28 febbraio 2016
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
DIO NON È SORDO
III DOM DI QUARESIMA / C - Es 3,1-8a.13-15; Sal 102/103,1-4.6-8.11; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9
Mentre Mosè, preso dalla curiosità, si
avvia a vedere il fenomeno del roveto che
brucia e non si consuma, sente la chiamata di Dio che gli impedisce di proseguire
nel suo intento perché il luogo dove stava
era un luogo santo. Dio gli si rivela come
il Dio dei suoi padri Abramo, Isacco e
Giacobbe e gli comunica che ha osservato
la miseria del suo popolo in Egitto, ha
udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti e scende per liberarlo dal potere
dell’Egitto e per farlo salire da “questa
terra” verso una terra bella e spaziosa,
verso una terra dove scorre latte e miele.
L’amore, o la misericordia, di Dio è tanto
grande da liberare il suo popolo dall’oppressione del potere dell’Egitto e mandare
Mosè accreditandolo col suo nome: “Io
sono mi ha mandato a voi”.
Gesù nel vangelo precisa che questo amore è per tutti gli uomini oppressi con l’esempio delle due disgrazie subite dai Galilei o dai terremotati di Siloe: costoro non
erano più peccatori degli altri, anche se è
toccata a loro una sorte così grave. È una
risposta a quelli che hanno posto il problema a Gesù a causa della ferocia di Pilato. Dalla oppressione o dalla ferocia ci si
può liberare soltanto in un modo: con la
conversione.
Il Signore ci concede un’altra possibilità e
cioè con la pazienza dell’agricoltore, vedi
la parabola del fico. San Paolo spiega
bene le vicende della vita. I nostri padri
tutti hanno usufruito dei benefici della
nube, tutti hanno attraversato il mare,
tutti furono battezzati, tutti bevvero dalla
roccia spirituale che li accompagnava e
quella roccia era il Cristo, ma la maggior
parte non fu gradita a Dio per il suo comportamento e perciò fu sterminata nel
deserto.
Questo avvenne per nostro esempio perché noi non desiderassimo cose cattive,
come essi le desiderarono: “tutte queste
cose però accaddero a loro come esempio,
e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine
dei tempi. Quindi chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere”. Dio sente, vede
la nostra miseria, ma vuole la nostra conversione.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
Stare insieme Eb 10,19-25
Paolo afferma che, noi, avendo acquisito la piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù
Cristo, via nuova e vivente che egli ha
inaugurato per noi attraverso la carne
e avendo ancora un sacerdote grande
nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede’
con i cuori purificati da ogni cattiva
coscienza e il corpo lavato con acqua
pura, manteniamo senza vacillare la
professione della nostra speranza, per-
ché è degno di fede colui che ha promesso.
E per evitare facili illusioni esorta a
prestare attenzione gli uni agli altri,
per stimolarci a vicenda nella carità e
nelle opere buone, non disertiamo le
nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a
vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
L.C.
Gesù ha avuto la forza di non voler vedere subito i risultati, ma li ha soltanto sperati
Senza amore non ci sarà futuro
Convertirsi
Che colpa avevano i diciotto uccisi
dal crollo della torre di Siloe? E le
vittime di terremoti, incidenti, malattie, sono forse più peccatori degli
altri? La risposta di Gesù è netta:
Non c’è rapporto alcuno tra colpa e
disgrazia, tra peccato e sventura.
Dice invece: Se non vi convertirete,
perirete tutti. Nessuno si salva da
solo. È tutta una società che si deve
salvare insieme. Non serve fare la
conta dei buoni e dei cattivi, bisogna
riconoscere che è tutto un mondo che
non va.
O ci salviamo tutti o periamo tutti:
mai come oggi sentiamo attuale questo appello accorato di Gesù. Mai
come oggi capiamo che tutto nell’universo è in stretta connessione: se ci
sono milioni di poveri senza dignità
né istruzione, sarà tutto il mondo ad
essere privato del loro contributo; se
la natura è sofferente, soffre e muore
anche l’uomo.
Dobbiamo fondare vita e società su
altre fondamenta che non siano la
disonestà e la corruzione, la violenza
del più forte, la prepotenza del più
ricco. Convertirci al comando nuovo
e ultimo di Gesù: «amatevi!» Amatevi, altrimenti vi distruggerete. Il vangelo è tutto qui. Senza, non ci sarà
futuro. Alla serietà di queste parole
fa da contrappunto la fiducia della
piccola parabola del fico: il padrone
pretende frutti, non li ha da 3 anni,
farà tagliare l’albero. Invece il contadino sapiente, con il cuore nel futuro,
dice: «ancora un anno di cure e
gusteremo il frutto». Ritorniamo alla
Parola di Dio.
Missione
«Dio nessuno lo ha mai visto: il
Figlio unigenito che è Dio ed è nel
seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» . La missione della Chiesa è
annunciare la Parola di Dio al
mondo. San Giovanni sottolinea con forza il paradosso fondamentale della fede cristiana:
da una parte, egli afferma che
«Dio, nessuno lo ha mai visto»
. In nessun modo le nostre
immagini, concetti o parole
possono definire o misurare la
realtà infinita dell’Altissimo.
Dall’altra parte, egli afferma
che il Verbo realmente «si fece
carne» . Il Figlio unigenito, che
è rivolto verso il seno del
Padre, ha rivelato il Dio che
«nessuno ha mai visto». Gesù
Cristo viene a noi, «pieno di
grazia e verità», che per mezzo
di Lui sono donate a noi; infatti, «dalla sua pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto: grazia su
grazia». In tal modo l’evangelista Giovanni nel Prologo contempla il Verbo dal suo stare
presso Dio al suo farsi carne,
fino al suo ritornare nel seno
del Padre portando con sé la
nostra stessa umanità, che egli
ha assunto per sempre. In questo suo uscire dal Padre e tor-
nare a Lui Egli si presenta a noi
come il «Narratore» di Dio.
Il Figlio, infatti, afferma sant’Ireneo
di Lione, «è il Rivelatore del Padre».
Gesù di Nazareth è, per così dire,
l’«esegeta» di Dio che «nessuno ha
mai visto». «Egli è immagine del
Dio invisibile». Si compie qui la profezia di Isaia riguardo all’efficacia
della Parola del Signore: come la
pioggia e la neve scendono dal cielo
per irrigare e far germogliare la terra,
così la Parola di Dio «non ritornerà a
me senza effetto, senza aver operato
ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» .
Gesù Cristo è questa Parola definitiva ed efficace che è uscita dal Padre
ed è ritornata a Lui,
realizzando perfettamente nel mondo la
sua volontà.
Trasfigurazione
Il Verbo di Dio ci ha
comunicato la vita
divina che trasfigura la
faccia della terra,
facendo nuove tutte le
cose. La sua Parola ci
coinvolge non soltanto
come destinatari della
Rivelazione divina, ma
anche come suoi
annunciatori.
Egli,
l’inviato dal Padre a
compiere la sua volontà , ci attira a sé e ci
coinvolge nella sua
vita e missione. Lo
Spirito del Risorto abilita così la nostra vita
all’annuncio efficace
della Parola in tutto il
mondo. È l’esperienza
della prima comunità
cristiana, che vedeva il
diffondersi della Paro-
la mediante la predicazione e la testimonianza . Vorrei qui riferirmi in
particolare alla vita dell’apostolo
Paolo, un uomo afferrato completamente dal Signore – «non vivo più
io, ma Cristo vive in me» – e dalla
sua missione: «guai a me se non
annuncio il Vangelo!» , consapevole
che quanto è rivelato in Cristo è realmente la salvezza di tutte le genti, la
liberazione dalla schiavitù del peccato per entrare nella libertà dei figli di
Dio.
In effetti, ciò che la Chiesa annuncia
al mondo è il messaggio della Speranza ; l’uomo ha bisogno della
«grande Speranza» per poter vivere il
proprio presente, la grande speranza
che è «quel Dio che possiede un volto umano e che ci “ha amati sino alla
fine” . Per questo la Chiesa è missionaria nella sua essenza. Non possiamo tenere per noi le parole di vita
eterna che ci sono date nell’incontro
con Gesù Cristo: esse sono per tutti,
per ogni uomo. Ogni persona del
nostro tempo, lo sappia oppure no, ha
bisogno di questo annuncio. Il Signore stesso, come ai tempi del profeta
Amos, susciti tra gli uomini nuova
fame e nuova sete delle parole del
Signore . A noi la responsabilità di
trasmettere quello che a nostra volta,
per grazia, abbiamo ricevuto.
Il Sinodo dei Vescovi ha ribadito con
forza la necessità di rinvigorire nella
Chiesa la coscienza missionaria.
P. Angelico Savarino
11
Prospettive - 28 febbraio 2016
Edito il volume sul Santuario della Madonna della Lavina in Cerami di mons. L. Chiovetta
Maria nel disegno di Dio
er le edizioni ARCA è
stato pubblicato un
interessante volume di 285 pagine,
riccamente illustrato con immagini
inedite o poco note e corredato da
una congrua bibliografia (stampato
presso la Tipolitografia Sarica di
Catania), dal titolo “Maria nel disegno di Dio e il santuario della
Madonna della Lavina in Cerami”
di mons. Luigi Chiovetta, canonico
maggiore della Cattedrale e già rettore del santuario S. Agata al Carcere, dal prestigioso cursus-curriculum studiorum.
Il libro si avvale della presentazione
del nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina che sottolinea come
il testo sia testimonianza di tre
esperienze personali dell’autore: la
prima è legata al suo magistero universitario -per lunghi anni mons.
Chiovetta è stato docente di Mariologia- per cui “nei primi due capitoli offre un’esposizione di ciò che il
Nuovo Testamento dice della Beata
Vergine Maria e ricostruisce la
devozione mariana, nella storia, dal
punto di vista dottrinale”; la seconda è collegata, da buon ceramese,
con la Madonna della Lavina come
si evince dal “terzo capitolo dedicato al santuario rurale, al quadro, al
suo ritrovamento e alla festa”; la
terza è “legata all’impegno ecume-
P
nico che ha caratterizzato gran parte del suo apostolato sacerdotale
come professore di teologia ecumenica e direttore dell’Ufficio diocesano e regionale per l’Ecumenismo
e il Dialogo”.
In riferimento al quadro l’Arcivescovo precisa che mons. Chiovetta
“attraverso un’ampia indagine
bibliografica, compiuta in prestigiose biblioteche nazionali ed estere,
offre finalmente la possibilità di
superare l’attributo di autore <ignoto>, per consegnare a devoti e studiosi l’identità di chi lo ha realizzato su ardesia: Antonio Pietro Novelli”. “Il libro” aggiunge l’Arcivescovo “presenta così una duplice ragione per cui è stato realizzato. Un’opportunità, anzitutto, per meglio
intendere la devozione mariana alla
luce della Scrittura e della tradizione... L’altra ragione è specifica dell’argomento stesso: far conoscere la
devozione alla Madonna della Lavina...Una devozione che, in tal
modo, vada meglio a collocarsi sulla scia di quanto ci hanno insegnato
in modo speciale il Concilio Vaticano II (cap.8 Lumen Gentium)...gli
ultimi pontefici: da Paolo VI, con
l’esortazione apostolica Marialis
cultus a Giovanni Paolo II con il
suo motto Totus Tuus, l’enciclica
Redemptoris Mater e l’intensa
devozione personale; ai due ultimi
pontefici, Benedetto XVI e Francesco, con le loro ripetute esortazioni...”. L’attuale Papa pone i suoi
viaggi apostolici sotto la protezione
della Madre di Dio, recandosi a pregare nella basilica di S. Maria Maggiore dove è venerata sotto il titolo
di Salus Populi Romani risalente
all’antichissima
iconografia
dell’<Odigitria>, il cui culto è presente, tra le altre chiese romane,
anche come titolare della chiesa
confraternale dei Siciliani, segno
della devozione risalente alla dominazione bizantina della Sicilia, di
cui la Madonna dell’Itria è patrona
da tempo immemorabile.
Nella prefazione l’autore evidenzia
acutamente come la devozione alla
Madonna è stata un elemento
costante nella vita della Chiesa ed
ha talmente pervaso il popolo cristiano che è impossibile concepirlo
senza questa presenza materna.
Maria è la Madre di Gesù, colui che
ha portato la redenzione e la salvezza: “parlare di Maria e di un suo
santuario è una gioia e un onore: è,
soprattutto, un atto di obbedienza
alla volontà di Dio, un modo di
onorarlo, di ricordarne le meraviglie e di celebrarne la gloria”.
Nell’introduzione generale mons.
Chiovetta avverte che lo scopo del
libro è di scoprire l’autore
del quadro della Madonna.
Il metodo “esegetico” storico-critico d’indagine riguardante anche la trattazione sulla Madonna nella
Bibbia e scaturente dall’ottima conoscenza delle lingue
greca ed ebraica e da una
buona conoscenza storica,
filologica ed archeologica- è
stato quello di partire dagli
elementi forniti dal quadro
stesso: il supporto del dipinto è su ardesia, il soggetto è
la Madonna allattante, i diffusori di
tale immagine, gli Agostiniani Scalzi, ignoravano che l’immagine era
sconsigliata in Oriente per la somiglianza alla dea Iside e in Occidente dal Concilio di Trento, perché
ritenuta troppo naturalistica. Il
volume riguarda evidentemente
anche la storia del santuario di
Lavina che come tutti i santuari è
espressione di <storia locale> che
s’illumina di luce nuova ed è
meglio compreso se inserito nel
contesto più generale della storia.
La struttura dell’indice fornisce
un’idea chiara dell’articolazione
dottrinale, devozionale e storica del
testo per capitoli tematici: da
“Maria nella Sacra Scrittura” a
“Origine e sviluppo storico del cul-
Al teatro Brancati debutto di “Farfalla… farfalla” di Aldo Nicolaj
Un passato mitizzato aiuta a vivere il presente
cena unica per i due
tempi di “Farfalla… farfalla” di Aldo Nicolaj commediografo versatile e prolifico, con le sue
commedie e monologhi ha accompagnato l’evoluzione storica e sociale
della seconda parte del
Novecento, che debutta
con successo al teatro
“Brancati” di Catania.
Nicolaj, con i suoi testi,
è passato dal simbolismo al neorealismo, al
surrealismo per arrivare
al teatro della crudeltà e
dell’assurdo, accogliendo le diverse tendenze
del mondo della scrittura teatrale. I suoi testi
sono stati tradotti in 25
lingue e viaggiano tutt’oggi tra America,
Argentina e tutto il mondo, oltre ad
essere rappresentati in Italia. “Classe
di ferro” e “Farfalla… farfalla” in
Russia sono considerati due classici;
ha scritto 50 commedie con interpreti come Ernesto Calindri, Paolo
Ferrari,
Lia
Coppelli.
“Farfalla…farfalla” in due atti fu
scritta per Paola Borboni, famosa
attrice nel suo 50° anno di palcoscenico; un incontro destinato a cambiare la vita dello scrittore cui richiese
di scrivere un monologo tutto per lei.
Si apre il sipario, ed ecco un salotto
S
di una casa confortevole con un arredamento sovraccarico, stile liberty,
pieno di ninnoli e sopramobili di
poco prezzo. Ed ecco un grande divano con molti cuscini dove spumeggia
la protagonista, una splendida Ales-
cuscini. Non mancano battute e gag
sulla realtà di oggi con una certa ironia ma anche metafore e riflessioni
“appassiscono i fiori, perché non
dovremo appassire anche noi? Le
belle donne seguono il corso della
natura. Come le brutte del resto”. Ed ecco
il mistero che evolve
nella sua doppiezza,
quando entra un bel
giovanotto Elio, l’attore
Francesco
Maria Attardi, con
un finale che coinvolge il pubblico per
Foto Dino Stornello
sandra Cacialli che interpreta Edda,
tra lampade coperte da scialli, tappeti, con qualche particolare esotico,
osservando la realtà con sottile ironia
e moderato pessimismo di una donna
cinquantenne, vestita con eleganza
estrosa ma decisamente fuori moda si
racconta e si vede passare Foca la
cameriera, una ragazzona bruna sui
trent’anni interpretata con abilità da
Debora Bernardi. A una parete un
grande quadro che raffigura una giovane donna, allungata su una dormeuse tra fiori, ventagli di piume e
questa donna di mezza età che ha vissuto la sua gioventù come una farfalla, svolazzando da illusione a illusione, di uomo in uomo, inseguendo
sogni impossibili e alla fine si trova a
vivere isolata con la sua domestica
Foca. Rimedio contro la sua solitudine è costruirsi e inventare un meraviglioso passato, ma il fantasma del
doppio ruolo nella sua vita avrà un
ruolo che porterà a una profonda
riflessione.
Un testo banco di prova per le attrici
artisticamente più mature che può
essere considerato un gioiello teatrale cesellato con incastri sublimi,
incastonato a personaggi surreali,
confezionato dalla sapiente regia di
Romano Bernardi in un felicissimo
gioco ritmico; un raffinato monile
con una gemma preziosissima, una
protagonista femminile, Cacialli,
che illumina di luce diretta e riflessa
i personaggi, celando una natura
ambigua e spesso misteriosa, quasi
sinistra, che rivela la sua parte più
segreta solo a colloquio con se stessa,
evolvendo nel suo dialogo con Foca
che vela il suo personaggio di una
comicità molto felice dominando il
mondo delle femmine lusinghiere.
Giochi di scena di Susanna Messina
con l’ingresso del bravo Elio con un
dialogo post-atomico, indirizzando e
nascondendo sentimenti rimasti
sospesi nel vuoto. Spesso il tempo
sembra che non sia passato e che
niente sia cambiato. Edda viaggia nel
passato per rintracciare nel presente i
fili interrotti delle sue storie, per
rimediare all’ignavia giovanile ed
evitare i rimpianti. Il tempo, con la
sua inesorabilità, diventa la cartina di
tornasole che l’aiuta in un percorso
di comprensione di sé ma anche la
distrugge. Il pubblico ha accolto il
messaggio e ha risposto positivamente, apprezzando anche i costumi delle Sorelle Rinaldi.
Artemisia
to a Maria” e a “La Chiesa della
Madonna della Lavina”, che si sviluppa in tre paragrafi riguardanti il
quadro della Madonna, la nuova
immagine, il santuario. Impreziosiscono il volume 4 importantissime
appendici commentate da mons.
Chiovetta: “La maternità e la Verginità di Maria” di Martin Lutero
(Commento al Magnificat con lettera al duca di Sassonia); “Racconto
di Natale per cristiani e non credenti” di Jean-Paul Sartre (“Un Dio
piccolo che si può prendere nelle
braccia e ricoprire di baci”, con tre
brani tratti da <Bariona o il figlio
del tuono>. Prologo e quarto quadro, scena terza); “La preghiera di
san Bernardo alla Vergine” dal canto XXXIII della Divina Commedia
di Dante ed altre preghiere alla Vergine, due scaturite dal cuore del
mistico “Doctor Mellifluus”; “I
Vangeli apocrifi”.
L’opera offre al lettore anche una
conclusione quanto mai opportuna
e utile. Con essa l’autore sintetizza,
con molta chiarezza, quanto magistralmente esposto nel testo sulla
figura di Maria, la cui “immagine
materna rimanda ad una pluralità di
prospettive e a una varietà di contenuti, che vanno rispettati nella loro
diversità e complementarità”, sul
“modesto santuario rurale della
Madonna della Lavina, uscito fuori
dal ruolo provinciale di un piccolo
paese, entrato nel monumento più
ampio della grande Cattedrale a
Maria nella storia”, sull’anonimato
dell’icona della Madonna di Cerami
con riferimento ai pittori monrealesi Pietro e Antonio Novelli che con
intuito ed intelligenza si sono
assunti nella storia la responsabilità
di tramandare un’immagine così
dolce nella sua espressiva umanità,
e sul dialogo ecumenico fondato
esclusivamente sui dati biblici e sui
testi della migliore Patristica.
Il volume si conclude con una toccante professione di fede che onora
l’autore, sacerdote dal cuore profondamente cristologico e mariano:
“Ho lavorato per te, Maria, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
Per Te Gesù, pensoso palpito, l’ultimo respiro di questo viandante che
se ne va, cui non vorrai negare un
posticino nel tuo regno di amore, di
luce e di pace. <Vieni, Signore>”.
A.B.
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Prospettive - 28 febbraio 2016
RUBRICHE
Il 10 febbraio all’Istituto “Karol Wojtyla” si è celebrata la giornata del ricordo delle vittime delle foibe
L’orrore del passato sia monito
per il presente
i celebra il 10 febbraio il
“giorno del ricordo”,
dedicato alle vittime delle foibe, le
grotte carsiche che caratterizzano il
territorio, e all’eccidio della popolazione italiana istriano-dalmata, stimando che le vittime furono oltre
11mila.
Dopo l’8 settembre del 1943 i territori istriani, giuliani e dalmati, dapprima sotto l’influenza tedesca, vengono poi occupati dai partigiani comunisti di Tito passate alla Jugoslavia
alla fine della II Guerra Mondiale, in
seguito al trattato di Parigi del 10
febbraio 1947. Seguì un esodo istriano ed epurazione forzata di tutte le
persone di etnia italiana residenti in
quelle terre con un vero e proprio
sterminio, un processo di de-italianizzazione. Così Italiani, senza
distinzioni di sesso, età o politiche,
venivano prelevati dalle loro case,
deportati in campi di concentramento
subendo atroci torture come vendetta
contro il tramontato regime fascista
ed eliminati, colpevoli di non partecipare attivamente ai piani espansionistici di Tito, ma la vendetta già covava dal 1848 tra Istria, Fiume e Trieste. A ciò si aggiunge, come affermato dalla Giannini durante la celebrazione al Senato, “Il Ministero dell’Istruzione non ha paura di affermare
con nettezza che l’atto che nel 1923
S
cancellò dall’insegnamento le lingue
slovena e croata, fu un’umiliazione
inaccettabile e dannosa”. La legge 30
marzo 2004 n.92 conserva e rinnova
la memoria della tragedia, e così dal
2005 la giornata del 10 febbraio è
dedicata al ricordo dell’eccidio e
numerose iniziative vengono organizzate nei luoghi delle stragi, in
memoria delle vittime di questa triste
pagina della storia europea.
La celebrazione “Giorno del ricordo, in memoria delle vittime delle
foibe. Cultura e cucina ebraica”,
partecipata e accolta da un parterre
ricco di alunni e rappresentanti istituzionali, è iniziata nell’aula magna
dell’Istituto Alberghiero “Karol
Wojtyla” di Catania, moderata da
Lella Battiato, con l’esibizione del
violinista Alfio Grasso che ha eseguito in apertura “La vita è bella” di
Piovani.
Il dirigente Daniela Di Piazza dà il
via ai lavori sottolineando l’importanza dell’evento, organizzato dall’Istituto insieme alla Fidapa sezione di
Gravina di Catania con il quotidiano
La Sicilia “una tragedia etnica, per
aiutare a ricordare alle nuove generazioni” e rivolgendosi agli alunni insiste sulla necessità della legalità per
guardare al futuro “rafforzare valori e
concetti fondamentali, non più prepotenze e prevaricazioni”. Un appor-
to significativo
alla manifestazione dal viceprefetto aggiunto
Antonina Latino in rappresentanza del prefetto Maria Guia
Federico impossibilitata a partecipare all’evento, consegna una
targa ricordo al dirigente e una lettera del prefetto, con parole di elogio
all’Istituto e agli alunni che partecipano sempre con impegno alle manifestazioni istituzionali.
La parola alla presidente Fidapa
sezione Gravina Catania Patrizia
Costa che ha collaborato con alta
sensibilità all’evento, apprezza il
successo della manifestazione scolastica e indica nella vicenda delle foibe istriane un momento particolare e
ignoto della storia italiana. Ignazio
Vecchio docente università Catania:
Storia della medicina e bioetica
medica, nonché promotore del progetto di “pace interreligiosa e interculturale tra cristiani ebrei e musulmani e responsabile del premio “Virdimura” contro femminicidio e razzismo, rivolgendosi al folto pubblico di
attenti studenti, in modo eloquente e
coinvolgente, ha raccontato l’orrore
istriano che trova l’origine alla fine
della Grande Guerra con un breve
excursus sul dolore. “La storia deve
condannare tale crudeltà feroce, qual’è il rimedio? Il no all’odio nasce
dall’amore e gli eccidi accadono
dove la cultura non è impregnata dall’amore, le dittature hanno un solo
colore, un solo uomo che vuole
dominare, così i due odi: mostruosità
nazismo e stalinismo si incontrarono
senza risposta di tolleranza”. Conclude: “mai più, e la speranza siete voi”.
In un clima di condivisione Domenico Ciancio Sanfilippo consegna al
Dirigente il volume “La Sicilia dentro la Sicilia” che racconta i 70 anni
del quotidiano, di cui è condirettore,
attraverso il mondo e i fatti di questa
terra. Evidenzia come la storia si
connetta al mondo della comunicazione, fondamentale anche nel legame con la ristorazione, abbassa le
nella Giustizia minorile o per imputati adulti (Shakespeare scriveva nel
1593, quando si stipulavano contratti matrimoniali tra e con minorenni).
Caterina/Brilli per quale reato e a
quale età è finita sottoprocesso? Se
minorenne l’istituto segue
la condanna, quindi è rea
riconosciuta, se maggiorenne esso sospende e
affida il processo all’ufficio di esecuzione; in
entrambi i casi, con la
probation (introdotta con
sentenza a Boston nel
1831) siamo nel campo
della restorative justice; a
favore di chi? del padre o
dello sposo?
Shakespeare criticò chiosando condizioni e ruoli
sociali, politici, familiari
della donna al suo tempo;
su questa cifra, la colpa di
Caterina è la non accettazione delle regole sociali
di allora, la rivendicazione della propria individualità. A sua volta, la
scombiccherata compagnia teatrale
segnala alcune opzioni praticabili
riproponendo un testo classico in
chiave di lettura contemporanea,
celebrandone universalità e attualità,
riportandosi e ammiccando a fenomenologie e consuetudini sociali che
allora richiedevano di essere innovate, al pari di altre odierne e moderne.
frontiere e le barriere culturali.
“Scambiamo ormai informazione
velocemente, la storia è importante
conoscerla perché crea gli anticorpi
per difendersi ma è anche conoscenza, testimonianza” e rivolgendosi alla
platea punta i riflettori sui bunker di
Monte Po, che stanno a indicare che
lì è passata una guerra: un ricordo, un
segnale per dare un messaggio che
ciò non deve più accadere e sottolinea “il vostro modo di comunicare
deve essere l’embrione del bene”.
Carlo Majorana Gravina chiosa “è
giusto che i giovani riflettano su fatti
storici di inaudita ferocia per capire
che partendo da bullismo e branco si
può arrivare a degenerazioni terribili”. Lancia un messaggio di unità nella giornata delle foibe il Rabbino
prof. Stefano Di Mauro medico e
docente nutrizionista tra Italia e
America, segnando con la sua presenza l’incontro tra le diverse confessioni religiose e insiste evidenziando
che “non esistono culture superiori,
bisogna fare attenzione poiché sono
l’inizio di un grosso baratro che si sta
preparando”, continua con forza “noi
siamo la verità, dite no a questi insegnamenti mostruosi, alle turbolenze
dei massacri: shoah, foibe, terrorismo; noi vogliamo celebrare la sacralità della vita”. Esorta gli studenti a
non lasciarsi edulcorare dal “male
zuccherato” calpestando gli altri, fare
scelte non consapevoli, “umanità,
non animalità, far prevalere l’istinto
del bene in una società multifattoriale”.
Giovanni Cultrera di Montesano
maestro concertista, con un linguaggio sensibile si rivolge ai giovani
spiegando che la musica insegna e
accompagna chi vuole riflettere in un
percorso senza guerre. “Il motivo
“Schindler list” delle quattro note di
Williams è simbolo di ciò che non
deve accadere più”. Toccante la performance dell’attore Gianluca Barbagallo con gli alunni dell’Alberghiero Canonico Dario e Floriana
Pesce che attraverso testimonianze,
adattamento teatrale di Lella Battiato, rievocano il momento storico della shoah, suscitando nel pubblico
calorosi e vigorosi applausi. Il percorso della giornata si conclude con
un’esercitazione enogastronomica
sulla cucina ebraica apprezzata per
l’impegno degli allievi e la guida dei
docenti Alfio Galati, Giovanni
Sapienza, Massimo Pulvirenti. Si
ringraziano i collaboratori, gli operatori scolastici e per il servizio di
accoglienza i docenti Anello Salvatore e Carmelo Bucceri. Ha curato
il reportage Francesco Scarnati.
C.M.G.
Lella Battiato
“La Bisbetica domata messa alla prova” al teatro ABC di Catania
Ruoli sociali e familiari della donna ieri e oggi
na
scombiccherata
compagnia teatrale,
venuto meno il regista, per impegni
assunti deve mettere in scena La
bisbetica domata di William Shakespeare, ma non riesce ad accordarsi
sul modo di rappresentarla; ed ecco La bisbetica domata messa alla
prova, quinto titolo in
cartellone per la stagione teatrale “Turi Ferro”
del teatro ABC di Catania, regia di Cristina
Pezzoli.
La pièce in due atti, con
espediente meta-teatrale, racconta il travaglio
che la compagnia, capocomico Nancy Brilli,
patisce nel portare alla
luce lo spettacolo, evidenziando alcune delle
molteplici sfaccettature
e suscettività possibili
scavando sul testo originario: appunti e spunti originali e
modernisti su e da La bisbetica
domata (commedia scritta in cinque
atti) tra musical, sketch, macchiette,
gag, rap, parodie, momenti lirici;
uno spettacolo a cifra multipla che
disorienta, sconcerta, sconvolge e,
nel finale, coinvolge.
La brillante Brilli (Caterina), con
Matteo Cremon (Petruccio), Federico Pacifici (Gremio), Gianluigi
Igi Meggiorin (Grumio), Gennaro
Di Biase (Ortensio), Anna Vinci
U
(vedova), Dario Merlini (Tranio),
Brenda Lodigiani (Bianca), Stefano Annoni (Lucenzio), Valerio Santoro (dottor Jolly), realizzano un’operazione teatrale complessa, un
divertissement colto e raffinato, ben
richiedono virtuosismo e capacità
interpretativa straordinari: gli interpreti devono trasmettere la bellezza e
la significatività del brano ispiratore,
assieme alle suggestioni, emozioni,
ispirazioni da questo suscitate al
supportato dalla scenografia suggestiva di Giacomo Andrico, accesa
dalle luci di Massimo Consoli e
attraversata dai costumi disegnati
sobriamente con revers barocchi di
Nicoletta Ercole, accompagnata
dalle musiche di Alessandro Nidi
che non disdegna di avvalersi di citazioni varie (canzoni popolari italiane
e il musical Kate me Kate di Cole
Porter). Variazioni su tema e parafrasi costituiscono importanti pagine
concertistiche di musica classica che
punto di farne una nuova creazione.
Sarà opportuno indagare altrove sul
perché il bardo di Stratford upon
Avon ambienti alcune opere teatrali
in Veneto (qui Padova, Verona per
Romeo e Giulietta, Venezia per Otello) descrivendo un’umanità viva,
vivace, intrigante; e, ancora, se Pezzoli sia giurista oltre che regista, poiché la messa alla prova (o messa in
prova) è istituto processuale penale
(introdotto nel rito italiano con dpr
448/88) di applicazione differente