N° 08 Domenica 28
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N° 08 Domenica 28
A PAGINA 3 Catania - anno XXXII - n. 8 - 28 febbraio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità LA MISERICORDIA LENISCE LE SOFFERENZE “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” Nell’anno della misericordia tanta buona gente compie opere di carità nelle periferie del mondo Superare i muri della diffidenza e dei pregiudizi N el messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2015 Papa Francesco ha scritto che la missione è passione per Gesù Cristo e, nello stesso tempo, passione per la gente. I cristiani devono uscire dal letargo delle buone intenzioni e promuovere iniziative che servano a dare voce a chi non ha voce, a partecipare concretamente alla missione universale a cui tutti siamo chiamati. Tanti sacerdoti, religiosi, religiose, laici, associazioni di volontariato hanno scelto di essere operai nella vigna del Signore, di dedicare la loro vita ai più poveri, di mettere in pratica le opere di misericordia. Molti hanno scelto di andare fino agli estremi confini della Terra, nei luoghi più periferici e disagiati del mondo, dove non ci sono ancora luce elettrica o acqua corrente, non ci sono né case né strade. Spesso essi dormono in barche o amache, perché è pericoloso dormire per terra; condividono gli stenti, mangiano insetti… Tanti scelgono di restare nella missione fino a che le forze lo permettono loro. Anche quando ritornano al proprio Paese per un tempo di vacanza, di aggiornamento o di accertamenti medici, il loro pensiero è sempre lì, con i poveri, che ormai considerano la loro gente. L’accoglienza, la sollecitudine, la pazienza verso tutti caratterizzano la fisionomia dei missionari. Essi frati, preti, suore, fratelli coadiutori - sono la “buona novella” nel mondo degli schiavi, degli ammalati, degli infelici, INSEGNANTI DI RELIGIONE A CONVEGNO a pagina 5 VOLUME sul RESTAURO AFFRESCHI CATTEDRALE a pagina 6 Centro Missionario diocesano Catania (segue a pag. 2) Foto Siciliani-Gennari/SIR Il Giubileo dei settimanali cattolici diocesani ra il 1966 quando Papa Montini, in un discorso, annunciava la presenza nella stampa cattolica di un nuovo organo: la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici Diocesani, fondata per ricevere l’eredità culturale ed ecclesiale delle testate nate alla fine del XIX secolo. E sono 50 le Giornate mondiali della Comunicazione Sociale, istituite dal Concilio Vaticano II. La prima Giornata è stata celebrata il 6 maggio 1967 e da allora è divenuta un evento annuale regolare, in occasione del quale il Papa pubblica un messaggio sul tema prescelto per quell’anno. Il tema scelto per l’attuale edizione, che sarà celebrata l’8 maggio p.v., è “Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo”. In coincidenza con il 50° anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II lo scorso 8 dicembre 2015 Papa Francesco ha inaugurato il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto con la bolla “Misericordiae vultus”, dove al n. 4 si evidenzia la necessità della “Chiesa…di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano E I giornali della prossimità percepito forte, come un vero soffio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensibile. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo”. E non credo sia un caso la convergenza di così importanti ricorrenze che danno vita ad un coacervo di idee atte a manifestare l’intima relazione di tali eventi. Una iniziativa che coinvolge le testate cattoliche dei settimanali diocesani e non solo, in quanto coinvolge l’intero orizzonte degli operatori della comunicazione cattolica (dai giornalisti ai direttori degli uffici diocesani della comunicazione), è l’Udienza Giubilare con Papa Francesco in Piazza San Pietro il 9 aprile p.v. in occasione del 50° della fondazione della FISC. Associazione, questa, che si pone l’obiettivo di migliorare il servizio offerto dai giornali, per lo più settimanali, alla Chiesa e al territorio, di provvedere all’irrobustimento del loro legame con le rispettive diocesi e, in parallelo, al raggiungimento di una piena sintonia con la realtà ecclesiale nella sua pienezza e nella sua complessità. Il settimanale diocesano partecipa alla vita della Chiesa, ne racconta la storia e la cultura, della quale diventa lo specchio essendo estremamente vici- no a quest’universo. Le notizie che dà sono segnate da evidente simpatia, parlando ‘dall’interno’ della sfera ecclesiastica, e i suoi articoli non forzano mai il tono, creando così un sentimento di complicità con i suoi lettori cattolici. Raramente fa ricorso ad un giornalismo d’intervento, quello cioè delle inchieste e dei dibattiti. Protendendo, invece, per un’etica del dialogo, che racconta agli uni come vivono e pensano gli altri e viceversa. Tesse e ritesse i legami tra le varie località, le classi sociali, le generazioni, i progetti. Si propone di sviluppare l’interazione tra i diversi settori della pastorale, tra i diversi gruppi di cattolici. Non si arrocca nel giudicare, invece lascia molto spazio al dialogo. Così Papa Francesco nel messaggio per la 50ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli… Pertanto, parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che Giuseppe Longo (segue a pagina 2) AL BRANCATI “FARFALLA… FARFALLA” DI A. NICOLAJ a pagina 11 RICORDO DELLE VITTIME DELLE FOIBE a pagina 12 2 Prospettive - 28 febbraio 2016 sommario al n. 8 Istat, nascite al minimo dall’Unità d’Italia PRIMO PIANO La crisi determina una diminuzione demografica Interclub della IV circoscrizione Lions: Indebitamento e usura ______3 Indietro nel tempo quando venne eretto il monumento a Vincenzo Bellini _________4 Echi del viaggio del Papa in Messico _______________5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________6 Ufficio Liturgico diocesano___7 DIOCESI 8ª Festa Diocesana dei Fidanzati _____________7 Bronte: Giornata del Risparmio Energetico ___8 Missione di Misericordia a Biancavilla _____________8 Inaugurato il nuovo deposito Caritas San Marco __9 Giubileo straordinario della Misericordia a Roma __9 Libro sul Santuario della Madonna della Lavina in Cerami ____11 Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8 95121 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Grafica e impaginazione: Vera Cannavò Abbonamenti: ordinario Euro 40,00 ridotto (scuole, associazioni, confraternite, etc.) Euro 30,00 versamento su c/c postale n. 12442935 intestato a: ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Pubblicità: a mod. 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È questa la fotografia scattata dall’Istat nel consueto Report annuale sugli indicatori demografici del nostro Paese, che certifica una crisi demografica senza precedenti. Numeri alla mano, al 1° gennaio 2016 la popolazione in Italia è di 60 milioni 656 mila residenti (-139 mila unità). Un calo avvertito uniformemente su tutto il territorio nazionale, ma con maggiore intensità nel Mezzogiorno (-3,1 per mille) rispetto al Nord (-1,8) e al Centro (- 2,1). In questo contesto, soltanto la Lombardia e, soprattutto, il Trentino - Alto Adige rappresentano le uniche regioni in cui la popolazione è aumentata. Per il resto, tutto peggiora: si registrano diminuzioni in quasi tutte le zone d’Italia, particolarmente in Liguria (-7,9 per mille), Valle d’Aosta (-7,2 per mille), Basilicata (-5,2) e Marche (-5,1). Quanto alla popolazione straniera, i numeri sono in crescita: gli stranieri che risiedono in Italia al 1° gennaio 2016 sono 5 milioni 54 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione residente totale. Ma dove risiedono gli stranieri? Il 59% risiede nel Nord e per ben oltre un quinto del totale nella sola Lombardia. Il 25% risiede nel Centro, di cui 640 mila individui nel Lazio, il 16% nel Mezzogiorno, con 233 mila in Campania. Nel Centro-nord l’incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva supera il 10%, con un massimo del 12,1% in Emilia-Romagna; al contrario nel Mezzogiorno la quota è del 3,9%, con un minimo del 2,8% in Sardegna. Se diminuiscono le nascite, si assiste però ad un picco massimo di decessi dal secondo dopoguerra. Le persone ‘scomparse’ sono state 653 mila nel 2015 (+54 mila). Un tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, è più alto, negli ultimi settanta anni. L’aumento di mortalità riguarda principalmente persone molto anziane, dai 75 ai 95 anni. Il picco è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all’invecchiamento e in parte al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza. Questi dati si inquadrano all’interno di un cambiamento rilevante nel contesto storico di un Paese che, dal 1952 in avanti, aveva sempre visto aumentare la popolazione. Il calo della popolazione si deve essenzialmente a un saldo naturale - nascite meno decessi - ma anche grazie a un saldo migratorio con l’estero del 2,1 per mille, anche alle operazioni di assestamento e revisione delle anagrafi e, forse, all’impossibilità degli anziani a far fronte alle spese mediche. Il 2015, verrà ricordato, inoltre, anche come il quinto anno consecutivo in cui si è ridotta la fecondità, giunta a 1,35 figli per donna, con l’età media delle madri al parto che è salita a quasi 32 anni. Oltre a fare meno figli, l’Italia è diventato il Paese in cui si emigra con più facilità: le iscrizioni dall’estero di stranieri sono state 245 mila contro i 28 mila (continua da pag. 1) SUPERARE... meglio, all’interno dell’immenso ospedale di Granada:il portoghese San Giovanni di Dio (1495-1550). Egli non risparmiò mai se stesso e, nell’incendio dell’ospedale (1549), si gettò in mezzo alle fiamme portando in salvo tutti gli ammalati. Fra i nostri contemporanei, ha dato una mirabile testimonianza di assistenza agli ammalati padre Parolari, 64 anni, di origine lucchese, missionario del PIME e medico, da 30 anni in Bangladesh, noto per aver subito un attentato, il 18 novembre scorso, dal quale è uscito miracolosamente vivo. Il criterio che ha ispirato sia lui che i suoi collaboratori missionari - come egli stesso ha raccontato in una recente intervista - consiste nel mettere sempre al centro l’ammalato, nel farlo sentire capito e valorizzato, senza operare distinzioni religiose o di livello sociale, in un ambiente altamente discriminatorio. Proprio questa gratuità - dichiara il missionario - ha scosso le coscienze della gente del luogo e ha suscitato in molti, in particolare nelle mamme, il desiderio di lavorare come volontari insieme ai missionari e di essere istruiti per diventare a loro volta collaboratori qualificati. Quasi tutte le missioni, inoltre, gestiscono complessi scolastici che ospitano bambini e ragazzi dall’asilo alle medie inferiori. I centri garantiscono non solo una discreta istruzione, ma anche un pasto per tutto l’anno scolastico e, per i ragazzi che mostrano discrete capacità di attenzione, volontà di apprendimento, amore per la cultura, assicurano anche corsi di istruzione superiore. Per gli adulti organizzano corsi funzionali e laboratori artigianali che mirano al raggiungimento della piena autonomia economica di chi li frequenta. sguardo e al giudizio di tutti. Oltre a ciò è prerogativa del settimanale dare voce a “chi è senza voce”, mettendosi chiaramente dalla parte dei poveri, degli oppressi e offesi, dei vinti, facendosi avvocato dei perdenti e degli abbandonati e chiedendo sempre che giustizia sia fatta. Termino questa riflessione sul periodico diocesano sostenendo che la vocazione cristiana possa fornire come in ogni altro campo della comunicazione - un arricchimento decisivo, nel senso della sollecitazione a cogliere la pienezza dell’umano o quel tanto di umano rinvenibile in ogni persona. La vocazione cristiana implica - per il giornalista - la chiamata a ‘farsi prossimo’, almeno momentaneamente, rispetto ad ogni uomo o donna di cui debba occuparsi nell’esercizio della professione. In particolare implica un preciso richiamo a rispettare il mistero dell’uomo, che i media commerciali tendono a violare e a negare. Tele prossimità non si limita al solo soccorso materiale, ma deve tendere a mettersi dal punto di vista del carcerato del quale si parla, dell’omicida di cui si racconta l’esecuzione. La vocazione cristiana dovrebbe portare il giornalista a farsi ‘tutto a tutti’. Ancora Papa Francesco nel suo messaggio: “L’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una ‘prossimità’ che si prende cura, conforta, guarisce… In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità”. Per vivere meglio il Giubileo della misericordia occorre escogitare, senza perder tempo, nuove strategie che scuotano le coscienze, occorre imparare a condividere la vita dei poveri, a usare il denaro per una solidarietà davvero efficace e rispettosa della dignità umana. Malgrado i continui appelli del Papa, in questi ultimi anni, in tutt’Italia, si è notevolmente assottigliato il numero di borse di studio per i seminaristi delle giovani Chiese e sono drasticamente diminuite le offerte, particolarmente in occasione della Giornata Missionaria Mondiale. Ciò non è dovuto soltanto alla crisi finanziaria, poiché la quasi totalità del denaro per l’evangelizzazione raccolto in Italia è offerto dai fedeli delle parrocchie, di estrazione economica medio-bassa, con uno spirito evangelico incentrato spesso sulla rinuncia, sul nascondimento e la fedeltà verso i poveri. Durante il tempo di quaresima l’Ufficio Missionario propone alle parrocchie, alle comunità e agli istituti religiosi di realizzare nei loro locali alcune attività liturgiche: l’adorazione eucaristica “Li amò fino alla fine”; la via crucis “Vivi nella misericordia”; la liturgia penitenziale “Non giustizia, ma misericordia”. I testi sono disponibili sul sito http://www.missioitalia.it/download.php? Inoltre tutti sono invitati a partecipare alla veglia di preghiera in memoria dei missionari martiri “Donne e uomini di misericordia” che quest’anno verrà anticipata al 12 marzo e si terrà a Paternò alle ore 20.00 presso la parrocchia Sacro Cuore di Gesù. Per info telefonare a p. Salvatore 3494949215 oppure alla sig.ra Rosalba 3402991845 ® ® M degli indigenti, dei privi di fede. Questi uomini e donne innamorati di Dio promuovono l’incontro, il dialogo e la conoscenza reciproca per superare pregiudizi e diffidenze, condividere pene e paure. In particolare essi mettono in pratica le opere di misericordia “assistere gli ammalati”, “consolare gli afflitti”, “insegnare agli ignoranti”. Accanto alle attività missionarie di evangelizzazione, infatti, promuovono la costruzione di ospedali, dispensari, scuole, per ridare dignità alla persona e lenire le sofferenze, per combattere l’analfabetismo e fornire strumenti idonei al conseguimento di una maggiore emancipazione. Fu proprio un missionario il primo al mondo ad occuparsi seriamente di sanità, dividendo i pazienti a seconda delle infermità per poterli curare (continua da pag. 1) I GIORNALI... continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione”. Il periodico cattolico si sente responsabile dell’immagine pubblica della propria comunità ecclesiale. Della sua Chiesa locale esso cerca di presentare un’immagine più autentica e completa di quanto non siano gli stereotipi che di solito circolano. Attraverso il giornale cattolico, la comunità credente lavora a viso aperto nella società contemporanea: la sua testimonianza è pubblica e si offre allo rientri in patria degli italiani. Le cancellazioni, poi, per l’estero riguardano 45 mila stranieri e 100 mila italiani. Mentre il saldo migratorio netto con l’estero è di 128 mila unità, corrispondenti a un tasso del 2,1 per mille; un risultato che rappresenta un quarto di quello conseguito nel 2007 nel momento di massimo storico per i flussi migratori internazionali. Un Paese, l’Italia, che è sempre più vecchio: gli ultra sessantacinquenni sono 13,4 milioni, il 22% del totale, anche questo dato in crescita. Mentre è in diminuzione il numero della popolazione di età tra i 15-64 anni (39 milioni, il 64,3% del totale) sia quella fino a 14 anni di età (8,3 milioni, il 13,7%). Diminuisce, infine, anche la speranza di vita alla nascita. Per gli uomini si attesta a 80,1 anni, per le donne a 84,7 anni, mentre prima era a 85 anni. Risultato finale, l’età media della popolazione è aumentata di due decimi fino ad arrivare a 44,6 anni. F.C. 3 Prospettive - 28 febbraio 2016 All’Angelus Papa Francesco regala la corona del S. Rosario, medicina della misericordia La preghiera squarcia il cuore di Dio giuridico e Salvatore Giacona ha sottolineato la cogenza dell’impegno dei club su temi così determinanti nello stato di disagio e di crisi che affligge larga parte della popolazione. altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono tristi”. La carezza di Dio, il balsamo del perdono, il conforto della gioia spirituale, i benefici della grazia e della misericordia del Padre connotano i giorni dell’anno giubilare ed in particolare questo periodo quaresimale che prepara con la penitenza, il digiuno, la preghiera, alla gioia della Pasqua. Ancora una volta giunge alla Comunità ecclesiale un segno della carezza del Papa e non solo per i bambini, essendo questo un bisogno di tutti e un dono sempre gradito. La “misericordina plus”, 59 grani intracordiali, da prendere con più intensità in questi giorni di grazia “fa bene al cuore, all’anima, a tutta la vita”, aiuterà a guarire le ferite e curare le tante malattie che affliggono e corrodono la società. I mutamenti epocali e la liquidità che caratterizza l’era contemporanea sono indicativi di un grande vuoto valoriale che necessita di essere colmato e solo la profondità della fede e l’intensità della carità che si fa dono e servizio potranno soddisfare questo bisogno sociale che su più fronti investe l’intera umanità. “Che questo Giubileo – è questo l’auspicio del Santo Padre – possa aiutare la nostra mente e il nostro cuore a toccare con mano l’impegno di Dio per ciascuno di noi, e grazie a questo trasformare la nostra vita in un impegno di misericordia per tutti”. Amore, perdono, fraternità sono gli elementi costitutivi dell’anno giubilare che si svolge seguendo le tappe della storia e ponendo dei paletti di riferimento, come quello dell’impegno per le Nazioni di non eseguire nell’anno giubilare condanne a morte. Una speciale amnistia che dovrebbe diventare regola nella cultura delle società civili. C.M.G. Giuseppe Adernò Foto AgenSir n piccolo dono, in 40 mila esemplari, è stato offerto da Papa Francesco ai numerosi fedeli presenti all’Angelus in Piazza San Pietro: la medicina della misericordia: la corona del S. Rosario e la preghiera a Gesù Misericordia. La confezione di tipo medicinale per la salute del cuore e dell’anima con tanto di “istruzioni per l’uso” distribuita per la prima volta il 17 novembre 2013, ottenendo un notevole successo, nell’anno della Misericordia assume un significato particolare facendo leva sui benefici della preghiera mariana, segno di una vera conversione e di uno stile di vita cristiana. Il fatto che a distribuirla sono stati proprio i poveri, i senza dimora, i fruitori del servizio della carità del Papa, assegna all’iniziativa una connotazione di speciale attenzione e valore. Il monito di Papa Francesco; “Portate la carezza di Dio, dove c’è sete di speranza” risuona forte e deciso e sollecita tutti i cristiani a “trasformare la vita in un U impegno di misericordia” per tutti, soprattutto malati, abbandonati, moribondi, portatori di handicap. L’attenzione agli ultimi, allo scarto sociale, ai bisognosi di attenzione materiale e spirituale dà concretezza e valenza alle “opere di misericordia corporali e spirituali” che la Chiesa ha sempre insegnato e predicato. Ecco il momento forte per metterle in pratica, per manifestare con i fatti la fede e la gratitudine al Padre che accoglie e che perdona, sempre pronto, con le braccia aperte e che “non si stanca mai di perdonare”. La sollecitazione all’impegno, più volte ribadito, implica l’assunzione di responsabilità personali nei confronti degli altri ed è indicativo di uno stile, di un atteggiamento di fedeltà e di dedizione, di attenzione particolare nel compiere determinati gesti e azioni di solidarietà umana e di carità cristiana. Impegnarsi, ha detto il Pontefice – vuol dire “mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita”. L’ottica del miglioramento che guida i passi dello sviluppo, dell’economia, della crescita, della qualità, accompagna l’azione materiale dell’uomo di oggi che vuole ottenere sempre di più e non è contento di quel che ha. Il Papa ha posto come “modello” d’impegno il Cristo, “espressione vivente della misericordia del Padre”, attento a tutti e a ciascuno in una logica innovativa di servizio e di amore, fino alla donazione completa nel sacrificio della Croce. L’icona della porta, che si apre all’ac- coglienza, diventa altresì monito ad “aprire la porta del cuore, della misericordia”. “Anche noi, ha detto il Papa, possiamo e dobbiamo corrispondere al suo amore con il nostro impegno, soprattutto nelle situazioni ‘dove c’è più sete di speranza’. In tutte queste realtà noi portiamo la misericordia di Dio attraverso un impegno di vita, che è testimonianza della nostra fede in Cristo, portiamo sempre quella carezza di Dio, perché così Dio ci ha accarezzato a noi, con la sua misericordia. Portarla agli Nell’aula magna del Policlinico di Catania l’interclub della IV circoscrizione Lions a due anni e mezzo i Lions club d’Italia sono impegnati e indirizzati a svolgere attività sul service nazionale Help emergenza lavoro, ludopatia, sovrindebitamento e usura, argomenti di grandissimo rilievo economico e sociale. Sabato 20 febbraio, presso l’aula magna del Policlinico universitario di Catania, undici club della IV circoscrizione etnea hanno tenuto un interclub sul service, presente il governatore del Distretto Francesco Freni Terranova, intitolato Hot topics attuali:indebitamento e usura, temi caldi di valenza sociale ad incidenza ingravescente. Accolti dal presidente della Scuola “Facoltà di medicina”di Catania Francesco Basile, che nel cenno di saluto ha tenuto a segnalare la pesantezza della pressione fiscale italiana, letti i messaggi di augurio al proficuo svolgimento dei lavori del Procuratore aggiunto Marisa Scavo e del Questore Marcello Cardona, i lavori sono entrati nel vivo con l’introduzione di Paolo Nicotra, promotore e coordinatore del convegno, che, avvalendosi dei dati statistici CGA di Mestre, ha indicato con crudezza la pericolosi- D Indebitamento e usura tà dei fenomeni a tema: l’incremento delle denunce (+ 37% usura, 27% estrosioni) evidenzia l’emergenza sociale dell’indebitamento patologico di famiglie e imprese mediopiccole, i limiti operativi del settore bancario, accusano limiti normativi e inadeguato intervento del legislatore. Freni Terranova ha segnalato aspetti patologici indiretti: sollecitazioni a consumi e acquisti non sostenibili e l’uso capzioso di strumenti a tutela della privacy a fini perversi e distorcenti; su base giuridico-filologica, Gianfranco Amenta, fa notare che nel nostro sistema, in distonia con altri europei, gli interessi moratori sono categoria a parte rispetto a frutti e usura, sui quali si determina lo stato di bisogno; non considerandola usurante, la mora viene esclusa dalla repressione dell’approfittamento; la tutela dei soggetti economicamente deboli dovrebbe venire dal microcredito, ma la Regione Siciliana non ha una politica al riguardo. L’assessore comunale Rosario D’Agata, recando i saluti del Sindaco, si è soffermato sulla ludopatia e sulle iniziative di attenzione e contrasto in via di realizzazione da parte del Comune. Il cap. Angelo Dumo, sezione verifiche Nucleo polizia tributaria, sottolinea le iniziative sulla legalità nelle scuole e, a proposito dello Stato allibratore fa presente che sale da gioco e fatturazioni inesistenti sono potenti strumenti per mettere in circolo il denaro di provenienza illecita. Marisa Acagnino, presidente Sezione VI Esecuzioni Tribunale di Catania, ha riportato le crisi di insolvenza al dettato della l. 3/2012 per la quale il sovraindebitamento del privato e del piccolo imprenditore, anche quello fiscale, può essere ristrutturato e liquidato attraverso il piano di solvibilità stabilito tramite gli organismi di composizione della crisi (Catania, primo Tribunale d’Italia, ha decretato un piano a favore del consumatore). Si tratta di una sorta di concordato preventivo sul 60% di ogni debito, tranne l’IVA (ma sembra che il legislatore sia orientato a includerla), estinguendolo pur se assolto in percentuale. Tra gli interventi nel dibattito, Vincenzo Drago ha fatto presente che il sovraindebitamento per l’Ue è visto come ostacolo alle quattro libertà fondamentali, sta varando un regolamento per le economie transfrontaliere e iniziative sulle cause da diffondere nelle scuole. A chiusura dei lavori l’immediate past governatore Salvatore Ingrassia si è compiaciuto dei risultati ottenuti dal service nazionale Lions, ampliando conoscenze e competenze in campo lavorativo, medico e 4 Prospettive - 28 febbraio 2016 PRIMOPIANO Palazzo Platamone incontro aperto alla Città Verso un nuovo umanesimo giuridico e politico. Alla (ri)scoperta della famiglia naturale R ipercorrendo un solco già tracciato da Paolo VI all’alba degli anni settanta e poi ripreso dai Pontefici successivi fino a Papa Francesco, si intende qui riproporre l’esigenza di un nuovo umanesimo che, sia dal punto di vista politico che giuridico, riesca a mettere al centro del dibattito pubblico la questione dell’uomo in tutta la sua integralità. Nel clima culturale contemporaneo, caratterizzato dalla decostruzione progressiva del tessuto etico, politico e giuridico del vivere insieme, secondo quel proteiforme modello di “liquidità” messo in luce da Zygmunt Bauman, prepotente emerge infatti l’esigenza di ripensare in modo adeguato e convincente la centralità della persona umana e delle sue legittime spettanze, troppo spesso dimenticate o collocate fra parentesi. Fra le molte strade percorribili in questo senso, si è scelto qui il tema della famiglia perché paradigmatico quanto altri mai di una tale necessità. Oggi, sembra quasi che la famiglia intesa in senso naturale sia scomparsa, oscurata da modelli alternativi di vario tipo che, sulla scorta di una pericolosa onnipotenza biotecnologica, hanno attratto l’attenzione di pensatori, di politici, di interi settori della legislazione, così occupando buona parte dello spazio concesso dai mezzi di comunicazione. Ecco perché, probabilmente, predi- sporsi alla (ri)scoperta della famiglia naturale può risultare molto utile allo scopo di costruire le prime fondamenta di questo nuovo umanesimo, il quale, diversamente da quello rinascimentale o da quello illuministico, non si lascia intendere quale riproposizione di una antropologia tendenzialmente autoreferenziale, ma, al contrario, vuole investire con le sue emergenze l’intero uni- verso della vita nelle sue più varie e profonde articolazioni e con esso costantemente confrontarsi. Vuole, insomma, essere preso sul serio, per tentare di rispondere alla pressante e sconcertante domanda che tutti ci riguarda: dove è finito l’essere umano? Assai preziosa appare perciò la collaborazione di Lions, Unione Giuristi Cattolici Italiani, Associazione Catania, sabato, 5 marzo 2016 Palazzo Platamone Ore 9,00 - Accoglienza: caffè di benvenuto. Ore 9,30 – Indirizzi di saluto: Arcivescovo, Presidente Exallievi, Presidente Ass. Medici Cattolici, Presidente Zona Lions, Luogotenente Kiwanis Club, Presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani di Catania Ore 10 – Vincenzo Vitale, Introduzione e presentazione Ore 10,15 – Andrea Bettetini, Ordinario di diritto Ecclesiastico - Università di Catania Ore 10,35 -Massimo Paradiso, Ordinario di dirit- to privato – Università di Catania Ore 10, 55– Aldo Rocco Vitale, Dottore di ricerca in Storia e Teoria Generale del Diritto Europeo - Università di Roma Tor Vergata Ore 11,15 – Avv. Angela Chimento, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Catania e Coordinatrice regionale dell’Osservatorio su Famiglia e Minori Ore 11,35 – On. Avv. Giuseppe Beretta, componente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati Interventi Programmati Ore 11,55 –Mons. Gaetano Zito, Vicario Dioce- sano per la Cultura Ore 12,00 - Padre Salvatore Bucalo, Responsabile Diocesano per la Pastorale Familiare Ore 12,05 – Dott.ssa Carmela Pisano, Responsabile Distrettuale Lions per la Famiglia Interventi liberi ( tre minuti ciascuno) Conclusioni Ore 12.30 - S.E. Cardinale Francesco Coccopalmerio, Assistente ecclesiastico centrale della Unione Giuristi Cattolici Italianie Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi ® Maina offre una stampa Indietro nel tempo passeggiando per la città quando venne eretto il monumento a Vincenzo Bellini L’operosità della gente supera la burocrazia uanta emozione si può provare nel fruire di una passeggiata nel cuore storico della città ed essere catapultati nel passato! Avevo concluso un laboratorio di storia della Sicilia nel sontuoso palazzo Biscari, dal tema “Monumenti e meraviglie della città etnea” e con gli alunni e i docenti degli Istituti d’Istruzione Superiore Alberghiero “Karol Wojtyla” e Tecnico “Archimede” di Catania stavamo percorrendo quel tratto della via Etnea che da Piazza Duomo giunge a Piazza Stesicoro, quando ci imbattiamo in un corteo popolare con banda musicale, bandiere e uno stuolo di associazioni in divisa. Uno strillone mi porge un quotidiano richiamando a voce piuttosto forte in un misto tra italiano e siciliano, l’attenzione del pubblico sulla vendita di quel cartaceo che gli consente di vivere: “Edizione straordinaria! Oggi si inaugura il monumento a Bellini…Accattativi stu giunnali!” Inaugurazione del monumento a Vincenzo Bellini? Come è possibile? Ricordo dalle mie letture dei testi dello storico Santi Correnti che il monumento al musicista catanese venne eretto nel 1882, cosicché mi affretto a sfogliare il giornale e a leggerne la data perché quello che presumo pare sia diventata una realtà: in alto a destra campeggia su quel foglio ingiallito “23 settembre ® PROGRAMMA l’intervista Q Medici Cattolici Italiani, Ex allievi salesiani, che in lodevole sinergia di intenti e di sforzi hanno contribuito a rendere possibile questo momento di riflessione, peraltro diretto a tutta la città, e che si spera porti qualche frutto. Tutti debbono perciò renderne loro il giusto merito. 1882”. Poi con alunni e docenti notiamo i curiosi abiti dei dimostranti e della folla: uomini in tight, donne dalle lunghe vesti di lino e cappelli- no, qualche diligenza di passaggio e ancora donne con lo scialle in un tipico abbigliamento di fine ottocento. Chiediamo spiegazione a un gentiluomo tra la folla, di quello che stiamo vivendo o meglio della nostra passeggiata che pare sia diventata una sorta di viaggio nella storia. Così il nostro insolito interlocutore si spiega: <<il 26 novembre dello scorso anno, 1881, è scaduto il termine del contratto stipulato tra il nostro Municipio e l’esecutore del monumento, Giulio Monteverde, ma non ci si è accordati sul luogo dove porre la colossale opera. Si sono avanzate diverse proposte: qualcuno vorrebbe innalzarlo dirimpetto al Teatro Massimo, ma una simile scelta escluderebbe la casa e il giardino pubblico che reca il nome del musicista e inoltre una simile postazione avrebbe come sfondo case decrepite e sforacchiate che farebbero mal contorno alla statua. Altro progetto sarebbe quello di porlo in piazza Stesicoro, ma anche qui il monumento verrebbe a essere mimetizzato da grandi palazzi. Altra soluzionecontinua il gentiluomo- sarebbe quella di porlo in Piazza Duomo, ma insieme alla fontana dell’elefante risulterebbe una caricatura, una stonatura enorme, in cui l’arte, la storia e il buon gusto farebbero a pugni!>> Mi perdoni- esordiamo in coro con alunni e insegnanti, ma oggi l’insigne monumento si trova a Piazza Stesicoro! <<Vero ragazzi e cari docenti, ma l’altra notte i catanesi con un fracasso di martelli schiodarono lo steccato che proteggeva il monumento e nel cuore delle tenebre sotto l’indirizzo dell’anarchia, visto che la Giunta Municipale ancora non si decideva, ne scoprì la statua portando alla luce la sua impareggiabile bellezza: una gradinata di sette scalini come le note musicali. Quattro gruppi scultorei che rappresentano “La Norma, il Pirata, La Sonnambula e i Puritani” e in cima al basamento Bellini seduto e un’iscrizione semplicissima “A Vincenzo Bellini- la patria”. E non è finita qui, perché sarebbe stato doveroso onorare lo scultore e visto che da parte della Giunta Minicipale si discuteva, i catanesi presero la decisione di festeggiare Monteverde con una manifestazione cittadina a suon di banda, bandiere e applausi che si snodava da Piazza Santa Maria di Gesù dove alloggiava lo scultore sino alla Via Etnea>>. Certo che dove non arriva la burocrazia, interviene l’operosità della gente. <<Quando non ti riconoscono le Istituzioni, ma hai il favore delle persone comuni, hai raggiunto l’acme del successo>>. Suonava la banda e il clamore della folla inondava la piazza e lì il monumento al Cigno della musica riluceva illuminato dalla calda luce del giorno foriera di dolci promesse. Stefania Bonifacio di S. AGATA al Municipio D urante i festeggiamenti di S. Agata, nell’elegante salone Bellini di Palazzo degli Elefanti si è potuto assistere ancora una volta ad un nobile gesto d’affetto del grad’uff. Luigi Maina per Catania, un gesto simbolico quasi di affidamento della città alla Santa Patrona: il dono al sindaco avv. Enzo Bianco e suo tramite a tutti i catanesi di una stampa napoletana del 1822, opera di Vincenzo Tamburello, sobriamente incorniciata e appartenuta ai suoi nonni e poi ai suoi genitori. L’immagine rappresenta il semibusto reliquiario di sant’Agata, coperto di preziosi exvoto, come si presentava ai fedeli in quel periodo storico. Il sindaco ha ringraziato commosso, esaltando la devozione dimostrata sempre dall’emerito cerimoniere onorario del Comune verso Sant’Agata e l’amore di cittadino e di figlio fedele verso Catania e venendo incontro all’espresso desiderio del donatore ha disposto che il quadro ottocentesco della protomartire catanese fosse collocato sul balcone soprastante l’ingresso principale dello storico palazzo senatorio, sotto un baldacchino, imitando un gesto tanto apprezzato dai catanesi di un suo illustre ed amato predecessore, Giuseppe De Felice, devotissimo di S. Agata, che volle onorare la venerata patrona della città, esponendo nel balcone di rappresentanza un’artistica immagine- forse del pittore Olivio Sozzi- della santa Patrona concittadina. ® 5 Prospettive - 28 febbraio 2016 PRIMOPIANO Insegnanti di Religione a convegno i è tenuto a Catania un corso di aggiornamento che ha coinvolto oltre 350 insegnanti di religione cattolica sul tema “L’insegnamento della religione cattolica nella riforma La buona scuola – Educare alla bellezza nell’attività didattica” indetto dall’Associazione dei Docenti di Religione ADR in collaborazione con lo Snadir. L’incontro ha dato la possibilità ai presenti di interrogarsi sui cambiamenti messi in atto dalla recente riforma della scuola e sulle nuove prospettive che si aprono in materia di insegnamento della religione, nonché di indagare il tema dell’educazione all’etica e alla bellezza nell’attività didattica. I lavori del convegno, che si è svolto presso la Sala Congressi dell’Hotel Nettuno di Catania, sono stati presieduti dal Prof. Domenico Pisana, Coordinatore nazionale per la formazione dell’ADR, e sono stati introdotti dai saluti di Marisa Scivoletto, Direttore dei Corsi ADR, di Giuseppe Pace, coordinatore regionale dello Snadir/Sicilia, di Roberto Rapisarda, segretario provinciale Snadir di Catania, e del Vicario generale dell’arcidiocesi di Catania, Mons. Genchi. ti occasione di riflessione per potenziare le competenze didattiche e metodologiche per affrontare le sfide educative che attraversano la scuola dei cambiamenti, puntando su obiettivi specifici utilizzando i contenuti disciplinari e la corretta gestione d’aula durante l’ora di religione. L’educazione alla bellezza, tema ampiamente trattato da Mons. Staglianò, intesa non come “è bello ciò che piace”, ma nella sua ontologia dell’umano, si manifesta in percorsi S Educare alla bellezza Relatori del convegno sono stati Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, il Dott. Luciano Chiappetta, Consigliere del Ministro Giannini, e il Prof. Orazio Ruscica, fondatore dell’ADR e segretario nazionale Snadir. Il progetto formativo dell’ADR punta a valorizzare la professionalità dell’insegnamento della religione nelle scuole, offrendo ai docenti nuovi spunti di riflessione che partono dall’ambito puramente giuridico e amministrativo, per poi abbracciare le dimensioni dell’etica e della formazione culturale. Il convegno regionale, che si inserisce nel quadro del progetto di formazione dell’ADR, ha fornito ai docen- didattici finalizzati ad individuare strumenti e strategie educative, perché l’Insegnamento della religione cattolica possa dare, nel quadro delle finalità della scuola, un serio contributo alla formazione culturale, sociale ed etica degli studenti. L’interdisciplinarità del tema della bellezza che attraversa tutte le disci- pline e le indirizza verso un comune ideale che si ricollega al Trascendente, rende l’insegnamento della Religione prezioso strumento educativo, in risposta alla concezione narcisistica del soggettivismo che ha prodotto anche forme di anestesia di bellezza se non viene indirizzata e coordinata nel processo formativo. Tra i relatori anche il consigliere del ministro Giannini, Luciano Chiappetta che ha anticipato l’emanazione del bando per il concorso a cattedra. Nel testo della Legge 107/2015 della “Buona scuola”, i docenti di Religione non sono citati, ma per quanto riguarda la valutazione questi sono stati da sempre soggetti “valutati “e possono perdere il posto da un anno all’altro se il Vescovo non rinnova il mandato. La stabilizzazione dei docenti ancora precari è un capitolo aperto che merita una particolare attenzione nel rispetto dell’Intesa e del Concordato. L’innovazione del potenziamento dell’organico non ha riguardato la religione cattolica, ma in futuro, dichiara Chiappetta, il potenziamento potrà riguardare la scuola dell’infanzia. ® Echi del viaggio del Papa in Messico Le contraddizioni dell’oggi disgregano la società issionario della misericordia, Papa Francesco, ha portato un segno di speranza e di pace tra la gente povera del Messico, Le tappe del dodicesimo viaggio apostolico, verso i confini della Nazione, sono indicative della scelta pastorale del Papa degli ultimi e restano immagini simbolo del viaggio l’incontro con i piccoli pazienti dell’Ospedale Pediatrico “Federico Gomez” di Città del Messico, la lezione sull’“affettoterapia” capace di curarli più dei medicinali, e l’incontro con i detenuti del Centro de Readaptación Social a Ciudad Juarez, per i quali il Papa ha domandato un “reinserimento” in società non solo tra le pareti di un carcere, ma già “nelle vie della città”, creando un sistema di “salute sociale”, che permetta alla società di “non ammalarsi, inquinando le relazioni nel quartiere, nelle scuole, nelle piazze, nelle vie, nelle abitazioni e in tutto lo spettro sociale”. Restano indimenticabili le parole rivolte ai carcerati: “Chi ha sofferto profondamente il dolore e ha sperimentato l’inferno come voi, può diventare profeta nella società”. La condanna del narcotraffico, della ricchezza che uccide la dignità dei poveri, è una lezione di vita che lascia un segno. “Non bisogna perdere l’incanto di sognare insieme” ha detto ai giovani, che sono la vera ricchezza del Paese, trasmettendo la certezza che “non tutto è perduto, raccomandando loro di non “gettarsi nelle mani dei narcos”, credendo che le persone valgono solo quando hanno denaro “per comprare tutto, compreso l’affetto degli altri”. Papa Francesco ha pronunziato parole appassionate, come quelle pronunciate nell’incontro con le famiglie nello stadio di Tuxtla Gutiérrez, quando ha affermato: M “Preferisco una famiglia con volti stanchi per i sacrifici ai volti imbellettati che non conoscono tenerezza e compassione”. Di qui l’invito a “scommettere sulla famiglia” e contrastare le “colonie d’ideologie distruttrici del nucleo familiare”. La visita al santuario della Madonna di Guadalupe, santuario di tutte le Americhe, è stata particolarmente significativa e ricca di emozioni spirituali, come lo stesso Papa Francesco ha ricordato: “Un’esperienza di trasfigurazione, perché il Signore ci ha mostrato la luce della sua gloria attraverso il corpo della sua Chiesa, del suo Popolo santo che vive in quella terra e la luce radiosa della fede che trasfigura i volti e rischiara il cammino”. Resta nella storia della Chiesa il primo incontro del Papa di Roma con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. Un incontro di fratelli nella fede e salutato come evento di “luce profetica di Risurrezione” di cui oggi il mondo ha più che mai bisogno. Nel viaggio di ritorno sono emerse tante questioni che hanno acceso il dibattito sulla carta stampata: dalla risposta del Papa a Donald Trump: “Non è da cristiani fare muri”‘, all’espressione “Io non m’immischio nella politica”, in riferimento alla nuova legge sulle unioni civili in discussione al Parlamento. Queste affermazioni di Papa Francesco hanno scosso i fondamentalisti protestanti americani. Il fatto che abbia attaccato Trump ha reso il magnate newyorchese probabilmente più simpatico di prima, in quegli ambienti. In ogni caso le prime disaggregazioni del voto repubblicano nel South Carolina attribuiscono a Trump una maggioranza tra gli evangelici. Alcuni giornali hanno persino scritto che “I cristiani americani ‘non cattolici’ sono sempre contenti, quando possono dare un dispiacere ai cattolici, ed al loro capo spirituale”, percepito da tanti come un difensore troppo radicale degli interessi dei poveri e degli ultimi. “E se Trump è malvisto dal Papa, allora ben venga Trump!”. Ecco come la stampa modifica, amplifica e indirizza messaggi e parole verso una specifica direzione, spesso di senso opposto alla realtà dell’evento. Sono tanti i cattolici italiani che hanno sofferto del silenzio del Papa sulla questione delle unioni civili, silenzio ben accolto dai sostenitori della legge, interpretato quasi silenzioso tacito consenso, anche se viene affermato che rimane invariata la dottrina della Chiesa sulla famiglia e sul matrimonio. L’espressione “Il Papa è per tutti e non può mettersi in politica” si presta a variegate interpretazioni e se la politica è la ricerca del bene comune, il Papa è il primo vero grande politico, come dimostrano le sue azioni e i suoi interventi nei confronti delle Nazioni e della ricerca della pace. Le parole del Papa hanno un peso speciale ed una valenza universale, come dimostra il dibattito recente sul caso Trump, ed a volte sembrano ravvivare la fiamma del relativismo che permea la società contemporanea. Anche se sempre numerosi sono i fedeli che partecipano alle Udienze e alla recita dell’Angelus, le statistiche fanno registrare un qualche misurato calo, letto da alcuni come disaffezione e disattenzione a quel che insegna il Papa e la Chiesa, spesso ridotto a semplice ascolto che risulta inefficace per un cambiamento spirituale. I dati statistici che calcolano del 15 %, la frequenza dei fedeli alle cerimonie religiose sono indicativi di una cultura che tende sempre più a laicizzarsi, perdendo la ricchezza dei famiglie ferite e darà nuove indicazioni per la pastorale delle famiglie che hanno al centro l’educazione dei figli. Come si legge anche nella storica dichiarazione comune sottoscritta col patriarca russo Kirill: “La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna” […] “Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di quest’unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica.” “La comunione (ai divorziati risposati) Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR valori cristiani e rendendo la vita sociale amorfa e insignificante. Il calo delle nascite, la repentina diminuzione dei matrimoni religiosi, sostituiti da quelli civili, o da forme di “naturale convivenza” e di semplice “compagnia”, come pure l’incremento di funerali laici sono dei segnali da tener presenti per leggere e interpretare la storia contemporanea della società italiana ed europea. Nell’Esortazione Apostolica post sinodale che sarà pubblicata prima di Pasqua, Papa Francesco, ancora una volta offrirà paterne risposte alle è qualcosa che arriva dopo un cammino, non è un’onorificenza da esibire e occorre integrare nella vita della chiesa le persone sposate con un’attenzione speciale ai bambini”. Ascoltare il Papa, i suoi appelli di pace nel mondo, ammirare i suoi gesti di umana solidarietà, non basta per un radicale cambiamento di vita verso la direzione dei valori e elevano l’uomo nella sua dignità di creatura, fatta a “immagine e somiglianza di Dio”. Il condottiero 6 Prospettive - 28 febbraio 2016 Presentato al Museo diocesano il volume sul restauro degli affreschi nel presbiterio della Cattedrale Il contributo dell’arte all’evangelizzazione na gremita sala Pinacoteca del Museo Diocesano ha ospitato la presentazione del volume “Il restauro degli affreschi di Giovanni Battista Corradini nel presbiterio della Cattedrale di Catania. Una testimonianza pre-terremoto 1693 a cura di Luisa Paladino”, dirigente della Sezione Beni storicoartistici della Soprintendenza Beni culturali e ambientali ed edito dalla Regione Siciliana, Assessorato BB.CC. e identità siciliana, Dipartimento BB.CC.. Hanno presentato l’opera la prof.ssa Claudia Guastella ordinaria di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Catania nonché il direttore dell’ufficio diocesano Beni culturali sac. Carmelo Signorello, la dott.ssa Paladino, la restauratrice dott.ssa Simona Panvini, il funzionario Sezione architettonica dott.Vittorio Di Blasi, autori di saggi -che compongono il volume riccamente illustrato (fotografie di Antonio Corselli e Gaetano Gambino dell’Archivio Fotografico Soprintendenza BB.CC.) e ben documentato- assieme alle dott.sse Anna Bartolone, Maria Busacca, Roberta Carchiolo, Albarosa D’Arrigo, Carmela M. Di Blasi e al dott. Cosimo Di Stefano. La dott.ssa Grazia Spampinato, direttrice del Museo, ha introdotto i relatori e gli intervenuti che hanno espresso apprezzamento nei riguardi dell’Impresa “Ferrara restauri s.r.l.” di Calatafimi Segesta (direttore tecnico Rosario Ferrara, assistente Antonio Pumo, restauratrice Panvini), del Centro regionale per la progettazione e il restauro (per le indagini diagnostiche chimiche preliminari Cosimo Di Stefano, Maria Grazia Cicero, Giacomo Cinà, Rosaria Merlino, Rosellina Not, Antonino Vitelli) e di “Tera Print s.r.l.” di Roma che ha curato la stampa. Hanno porto indirizzi di saluto l’Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina, e il soprintendente per i BB.CC. arch. Fulvia Caffo, ambedue autori delle U prefazioni del volume, con l’augurio di lavorare anche per il futuro sempre in sinergia e in modo interdisciplinare per giungere al completo restauro della Cattedrale, ad iniziare dal transetto, come la Cattedrale, assieme alla chiesa Santa Maria della Rotonda, con le sue strutture e il suo sottosuolo, sia sicuramente il monumento più significativo, il cuore della città e come Giovan Bat- nonché il dott. Francesco Marano, presidente del comitato dei festeggiamenti agatini. È stato precisato che il programma operativo si riferisce al Fondo Europeo di sviluppo regionale Sicilia 2007/2013 e che i lavori di restauro sono stati finanziati con D.D.S. 13 aprile 2012 n.740 ed eseguiti puntualmente nell’arco temporale 23 ottobre 2013-1 dicembre 2014, ben inteso che la stazione appaltante è stata la Soprintendenza BB.CC. tramite l’Ufficio competente Unità Operativa 9, Beni storico-artistici. Responsabile unico del procedimento è stato Michele Sanfilippo con il supporto al RUP di Carlo Catalano, mentre il progetto si attesta a Carmela Cappa e allo stesso Sanfilippo e la collaborazione a Carmela M. Di Blasi. Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione Salvatore Sorbello, direttore dei lavori Luisa Paladino con i direttori operativi Carlo Catalano, Carmela e Vittorio Di Blasi, Lia D’Urso e Salvatore Vitale. Il coordinamento redazionale è stato curato da Roberta Carchiolo. La prof.ssa Guastella ha evidenziato tista Corradini non sia più uno sconosciuto pittore romano che, nel 1628, ha ben operato a Catania con i canoni culturali post-tridentini grazie all’intellettuale e colto vescovo Innocenzo Massimo, anch’egli romano. La studiosa ha molto lodato l’impegnativo e certosino lavoro di Luisa Paladino che ha focalizzato in modo eccellente l’ambiente culturale e la formazione classicistica dell’artista che ha decorato il santuario del “Cappellone” del Duomo, nonché i diversi e pregevoli contributi che arricchiscono il volume -dotato di un ampio apparato di note, di schede e di bibliografia- degno di essere diffuso anche nelle librerie per l’enorme importanza che riveste per la storia della nostra città. La storica dell’arte ha fatto riferimento a tanti interessanti e poco noti particolari trattati nell’opera: il bozzetto del Corradini, i restauri di metà Novecento maldestramente eseguiti con selvaggio spicconamento di pitture e sculture, le travagliate vicende delle sepolture dei Notizie in breve dal 29 febbraio al 6 marzo Dall’Agenda dell’Arcivescovo Lunedì 29 • Lavoro interno per la Visita pastorale. Giovedì 3 - Venerdì 4 • Palermo: prende parte ai lavori della C.E.Si. Martedì 1 • Lavoro interno per la Visita pastorale. Sabato 5 • Lavoro interno per la Visita pastorale. Mercoledì 2 • Ore 10.00 Viagrande, Residenza SS. Salvatore: Incontra i Sacerdoti dell’VIII Vicariato. Domenica 6 • Lavoro interno per la Visita pastorale. ® sovrani aragonesi (con particolare riferimento al sepolcro della regina Costanza di Aragona Navarra), residenti nel Medioevo nella Catania capitale del Regno di Sicilia, nell’abside maggiore e la collocazione dei sepolcri dei vescovi lungo il transetto (risparmiati dal rovinoso sisma del 1693), la struttura della Cappella del sacello delle reliquie di S. Agata, il dipinto dell’incoronazione della protomartire concittadina nella conca absidale del presbiterio centrale, l’opportunità di far rientrare dal Museo Civico del Castello Ursino in Cattedrale i preziosi reperti lapidei estratti negli anni Cinquanta e Sessanta dalle strutture architettoniche della basilica, la valorizzazione della cripta dell’abside maggiore, l’immagine di San Cristoforo nella porta urbica di Carlo V.. Padre Signorello ha illustrato il programma iconografico degli affreschi con una riflessione teologico-liturgica basata cronologicamente sui riferimenti biblici e sulla storia dell’iconografia cristiana e sulla contrastata venerazione e sull’uso liturgico delle immagini dalle origini fino al Concilio Vaticano II, attraverso il lungo periodo dell’applicazione dei decreti “tridentini”, in piena Riforma Cattolica in contrapposizione all’avversione dei Protestanti, nella decorazione delle chiese, contestualizzando i dipinti di Dio Padre e dello Spirito Santo nella volta, dell’incoronazione regale nel catino absidale di S. Agata, il cui corpo, come quelli di tutti gli eletti, attende nella “parusia” di essere glorificato, tra una schiera di angeli richiamanti l’antico introito “Gaudeamus” della messa di S. Agata e della fitta folla di immagini dei martiri e dei vescovi catanesi nel vasto spazio absidale. La dott.ssa Paladino, autrice del denso e fondamentale saggio centrale del volume, ha magistralmente focalizzato la figura artistica di Corradini e del vescovo committente Innocenzo Massimo, che resse, non senza polemiche e contestazioni sino alla morte, la diocesi di Catania segnalandosi “soprattutto per il suo interessamento alla magnificenza del Duomo”, in riferimento alle esperienze di lavoro specialmente a Bertinoro e specificamente al ciclo degli affreschi catanesi del cui bozzetto possediamo da diversi anni solo una foto, con un’ampia attenzione alle figure parietali, ai sepolcri reali, ai restauri ottocenteschi e novecenteschi del ’25 e del ’59; di questi due ultimi interventi furono protagonisti due pittori-restauratori, il fiorentino Riccardo De Bacci Venuti e il catanese Giovanni Nicolosi, docente di ornato e di figura disegnata presso il Liceo artistico. La dott.ssa Panvini ha richiamato la sua relazione sul restauro degli affreschi, datati dal pittore, col precisare lo stato di degrado sulle pareti presbiterali, le operazioni di pre-consolidamento e consolidamento preliminari a qualsiasi metodologia di pulitura, l’integrazione maltacea, la reintegrazione pittorica eseguita ad acquarello con la tecnica del rigatino, puntinato e velatura. Il dott. Di Blasi con l’aiuto di appropriate immagini ha esposto i criteri di intervento e di tutela nonché le modalità restitutive eseguiti dopo il sessantennio che separa l’ultimo grande restauro degli affreschi presbiterali: lo stato di conservazione, il restauro settecentesco legato alla riedificazione, il restauro ottocentesco che ha fortemente influenzato i successivi interventi sugli affreschi, il restauro del 1925 e quello del 1959, affidato al prof. Nicolosi, pioniere del moderno restauro innovativo in Sicilia. Un’ultima considerazione tecnica sull’attuale intervento di restauro conservativo ha riguardato le operazioni combinate di consolidamento, pulitura, ritocco e conoscenza scientifica. Antonino Blandini 7 Prospettive - 28 febbraio 2016 DIOCESI Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. 8ª Festa Diocesana dei Fidanzati opo ben cinque anni di silenzio, lo scorso 14 febbraio è ripartita, con l’ottava edizione, la Festa diocesana dei fidanzati che ha avuto luogo nel salone parrocchiale della chiesa “Sacra Famiglia” di Catania. Il parroco, don Antonio Gentile, ha accolto con gioia ed entusiasmo la proposta degli Uffici Diocesani di Pastorale Familiare e di Pastorale Giovanile, ospitando le coppie dei fidanzati della diocesi che si preparano a celebrare il sacramento delle Nozze. Se è vero che per ricevere il sacramento dell’Ordine è necessario un cammino serio di discernimento, fatto di studio e di sacrificio per comprendere la chiamata alla quale si sta rispondendo, è altrettanto vero che ai fidanzati si deve dare la possibilità di scoprire l’essenza e la bellezza del loro innamoramento/amore perché possano giungere più consapevoli al sacramento del Matrimonio. Ma come fare per aiutare le giovani coppie in un momento storico che non le incoraggia e nel quale sposarsi risulta qualcosa di altri tempi o viene addirittura banalizzato? Come si può dire loro che nel Matrimonio, in cui Dio ci chiama ad amarci dello stesso amore con cui Lui ama la Chiesa (Fc 13), è indispensabile ri-innamorarsi ogni giorno con tenerezza come eterni fidanzati, ma nella D L’Amore non avrà mai fine maturità che la relazione di coppia comporta? Ecco una risposta: parlando il loro linguaggio, meravigliosamente giovane e fortemente orientato alla Festa! È così che si è svolto il pomeriggio del giorno di San Valentino. Alle ore 18 si è dato il via con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario generale, mons. Salvatore Genchi, il quale ha conferito il mandato alle coppie di sposi animatrici – che con dedizione e profondo spirito di servizio hanno svolto i preparativi per rendere straordinaria la serata – consegnando loro un adesivo a forma di cuoricino rosso con due ali bianche. Mons. Genchi, nell’omelia, si è rivolto alle coppie di fidanzati che portano in germe la sacramentalità del matrimonio, affermando che già in loro è presente l’immagine di Dio. Il Suo soffio d’amore sull’uomo e la donna li plasma e attualizza, in questo tempo di crescita e di grazia, la loro naturale vocazione all’amore per poi destinarli, nell’unione coniugale, a divenire una sola carne. Il Vicario ha sottolineato che «il fidanzamento cresce nella quotidianità e nella fatica di tutti i giorni, fino a quando il Signore donerà ai futuri sposi la Grazia e la forza di vivere la vita con serenità l’uno verso l’altro ed insieme verso Dio ed i fratelli». Ai fidanzati viene chiesto di non accontentarsi di una vita mediocre ma di volare alto «vivendo un fidanzamento impegnativo, nonostante le molteplici tentazioni che si pongono lungo il cammino siano difficili da vincere. Certi che da Lui verrà la forza, i fidanzati saranno pronti ad esprimere un sì sempre autentico e costante. Ogni famiglia è chiamata a comprendere la luce sfolgorante della croce, non per scoraggiarsi, ma per constatare che essa è il mezzo che ci ha salvati e l’unico che ci conduce alla vita vera». Alle ore 19 circa i fidanzati sono stati accolti nel salone della parrocchia ospitante. All’ingresso, il gruppo “accoglienza”, ha subito consegnato loro un cuore adesivo di car- toncino, su cui scrivere il proprio nome e attaccare al petto. Questo cuore, ahimè, aveva una sola ala… eh sì, bisogna comprendere e seguire il messaggio evangelico, per chiedere al Signore “Quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?” Rispondendo, dirà: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 38-40). “Arteballetto” di Pedara, che si è esibita con le musiche “Danzerò per te” (RnS) e “Un’altra volta viene sera/ciò che resta” (Gen Verde). Nel corso della serata non sono mancati il karaoke, i giochi di coppia e le proiezioni video, al fine di fare scoprire ai fidanzati la Tenerezza straordinaria di Dio e di quanto amore Egli li ha ricolmati. Durante la festa sono state scattate e istantaneamente stampate delle foto che, a fine serata, i fidanzati hanno potuto portare a casa come ricordo dei momenti appena vissuti. Come ogni festa che si rispetti, non potevano mancare la pizza e il buffet di dolci tra i quali primeggiava una bellissima torta ricca di “cuoricini” di panna, dedicata alle coppie partecipanti. Preziosissimo è stato il supporto del gruppo “Animatema” che ha intrattenuto i bambini degli sposi animatori con giochi e tanto divertimento, come spesso accade nei momenti diocesani che coinvolgono le famiglie. A fine serata la gioia è davvero tanta. Qualche coppia di fidanzati si avvicina all’equipe esclamando frasi come: «non avremmo mai immaginato una festa così in Chiesa..». Cristo è gioia! Cristo è festa! Molti fidanzati lo sanno già, altri lo hanno scoperto in questa serata… ma a tanti altri lo si deve ancora annunciare! Ringraziando sempre il Signore per aver permesso che tutti potessimo cogliere, ancora una volta, la bellezza e l’unicità del maschile e del femminile e per questo “Mistero Grande” che è dono di sé totale e fecondo, ci diamo appuntamento al prossimo anno augurando a tutti Buona Missione! Anastasia Zuccarello Rossella e Nino Cutuli unire il cuore del fidanzato al cuore della fidanzata per formare un cuore con due ali, proprio come avviene nel Matrimonio, per poter spiccare insieme il volo verso Dio! All’insegna di un sano divertimento sono stati proposti spettacoli di ballo offerti dalla scuola Opere di misericordia in Santa Maria di Ognina ccogliendo l’invito del Santo Padre Francesco più volte espresso e ancor più vivacemente ribadito nel recente messaggio per la Quaresima dal titolo Misericordia io voglio e non sacrificio (Mt 9,13), giorno 10 febbraio, solennità del Mercoledì delle Ceneri, nella Parrocchia Santa Maria di Ognina sono state benedette due iniziative promosse dall’intera comunità ecclesiale ogninese, che permetteranno ai parrocchiani e ai tanti fedeli che frequentano il Santuario mariano di accostarsi all’esercizio delle Opere di Misericordia spirituale e corporale, come infatti invita a fare il Pontefice, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia. Come opera di misericordia spirituale, con il contributo di tutta la comunità parrocchiale, si è provveduto alla costruzione di un nuovo confes- A sionale insonorizzato, collocato in una delle navate laterali del Santua- rio. Sarà quindi possibile a partire dal tempo di Quaresima accostarsi al Sacramento della Riconciliazione, con la certezza di fede che, facendo una sincera revisione di vita, un vero esame di coscienza e confessando i propri peccati al sacerdote strumento di Dio, si incontra l’espressione più alta e più bella della Misericordia divina, che abbraccia e trasforma la nostra esistenza, per poter pregare come il salmista, dicendo Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe, crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo (Salmo 50). Si è scelto, inoltre, di dare spazio ad un’iniziativa importante svolta in collaborazione con la Caritas diocesana, come segno dell’opera di misericordia corporale. Sono stati adibiti dei locali parrocchiali, appositamente ristrutturati e sistemati da alcuni volontari, per un servizio docce per i senza fissa dimora. Settimanalmente verranno accolti uomini, donne e bambini, indirizzati dai responsabili del centro Caritas catanese. Qui gli ospiti potranno provvedere alla pulizia personale, facendo la doccia e cambiando anche i propri abiti, mentre i numerosi volontari si prenderanno cura di loro e provvederanno ad altre necessità. In questo modo questo tempo di Quaresima nell’anno giubilare, sarà il tempo favorevole per riflettere, Ufficio Liturgico Ai Rev. Parroci, Superiori Religiosi, Cappellani degli Ospedali Giubileo dei ministri straordinari della distribuzione della S. Comunione Carissimi, l’Arcivescovo in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, desidera incontrare tutti i ministri straordinari (anche coloro che hanno ricevuto il mandato lo scorso 14 dicembre), per celebrare il Giubileo. Tale evento lo vivremo Sabato 12 Marzo 2016 con il seguente programma: ore 16,15 Raduno presso la Basilica Collegiata; ore 16,45 Inizio del Pellegrinaggio Giubilare verso la Cattedrale, dove attraverseremo la Porta della Misericordia; ore 17,15 Saluti del Direttore dell’Ufficio Liturgico; ore 18 Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e conferimento dei ministeri del lettorato e accolitato a due candidati al presbiterato. In tale occasione i ministri, che dovranno rinnovare il mandato, è necessario che consegnino i tesserini con la lettera di presentazione del Parroco o Cappellano o Superiore presso la Collegiata alle ore 16,15, come da programma. Si invitano i Confratelli ad avvertire i propri ministri per il suddetto incontro. Si prega di compilare e consegnare in tale circostanza la scheda di aggiornamento. Cordiali e distinti saluti. Sac. Giovambattista Zappalà Sac. Pasquale Munzone Sac. Vincenzo Branchina 8 Prospettive - 28 febbraio 2016 DIOCESI 19 febbraio - Giornata del Risparmio Energetico, il “Benedetto Radice” capofila “M’illumino di meno” na lezione di civiltà non può che partire da una scuola. A sposare la causa del risparmio energetico e della mobilità sostenibile ci ha pensato a Bronte l’Istituto superiore “Benedetto Radice”. Il 19 febbraio, infatti, alunni, docenti e personale ATA si sono dati appuntamento in bicicletta, alle 9,00 davanti all’ingresso principale, per un percorso a tappe che prevede il coinvolgimento di tutte le agenzie educative operanti sul territorio e dell’amministrazione comunale. “Il Radice pedala in verde” vuole essere, quindi, una staffetta ideale legata alla campagna radiofonica U “M’illumino di meno”, promossa dal programma Caterpillar in onda su Radio 2. Numerose le istituzioni che patrocinano l’evento per questa dodicesima edizione: dalla Presidenza della Repubblica ai parlamenti europeo e nazionale, oltre a una lista di ministeri. Ma quella organizzata dall’istituto di Bronte è una festa che si ricongiunge direttamente all’operazione “Bike the Nobel”, che - non senza una punta di audacia - candida la bicicletta al premio Nobel per la Pace. «Il rispetto dell’ambiente, l’utilizzo di energie alternative e la mobilità sostenibile – dichiara in una nota la dirigente del “Radice” Maria Pia Calanna - sono temi già da noi legati alla programmazione didattica annuale e ineriscono, più specificamente, alla missione di ogni educatore. Numerose Unità di Apprendimento interdisciplinari, condotte nelle classi, affrontano tali argomenti. L’attesa è quella di far scaturire un dibattito sociale, che travalichi i muri della scuola». Sulla ricezione del messaggio alla fine dell’assemblea preparatoria, in cui si è pure analizzato il “decalogo” - che si apre col semplice (e non scontato) “Spegnere le luci quando non servono” si esprime anche il referente del pro- getto Salvatore di Dio Romano: «Il sorriso, la freschezza e il coinvolgimento dei ragazzi sono la vera energia. Quella pulita, quella che ci auspichiamo inesauribile». Di certo, al termine della lunga pedalata, ci asterremo dal chiedere ad affaticati e fiacchi studenti com’è la scuola: “Sostenibile!”, ne riceveremmo; nella migliore delle ipotesi. ® Don Pasqualino Di Dio, incaricato del Papa per il Giubileo, porterà la carezza del Signore n occasione dell’iniziativa giubilare universale “24 ore per il Signore”, voluta da Papa Francesco, nel Santuario Giubilare della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla si svolgeranno due giorni di animazione missionaria con la presenza di Don Pasqualino di Dio, uno dei più giovani sacerdoti scelti dal Papa come Missionari della Misericordia. In occasione del Mercoledì delle Ceneri, infatti, il Santo Padre ha conferito il mandato missionario a 1071 sacerdoti provenienti da tutto il mondo, per predicare la Misericordia e assolvere i casi riservati alla Santa Sede. Come Missionario della Misericordia, don Lino sarà a Biancavilla da sabato 5 a domenica 6 marzo. Nel pomeriggio di sabato animerà alle ore 15 nella Basilica Santuario l’Ora della Misericordia, incontrerà i bambini del catechismo delle parrocchie cittadine e alle 18,30 presiederà i Vespri e la processione eucaristica. In serata incontrerà il mondo del lavoro presso il Circolo Castriota. Domenica, poi, predicherà il ritiro diocesano del settore adulti di Azione Cattolica, esteso per l’occasione a tutta la comunità ecclesiale di Biancavilla, che si svolgerà nei locali di Villa Delle Favare e si concluderà con il pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Elemosina con la celebrazione della S. Messa. La visita missionaria sarà preceduta da una veglia di preghiera notturna, a cura dei gruppi giovanili, che si svolgerà in Santuario tra il 4 e il 5 marzo. «Sono contento – afferma don Lino – di poter portare a tutti l’abbraccio paziente di Dio e la benedizione del Santo Padre». Don Pasqualino è stato uno dei primi sacerdoti che ha incontrato Papa Francesco subito dopo la sua elezione. Il 17 marzo 2013, notandolo in mezzo alla folla lo chiamò per la celebrazione nella Chiesa di Sant’Anna. In quell’occasione gli parlò del suo impegno nelle varie Diocesi a portare il messaggio biblico della Misericordia. Don Pasqualino, 33 anni, ha iniziato il Movimento “Fraternità Apostolica della Divina Misericordia” oggi presente in varie Diocesi italiane e – proprio su indicazione di Papa Francesco - il 2 aprile 2015 ha fondato a Gela la “Piccola Casa della Misericordia”: «una casa – spiega - dove I Missione di Misericordia a Biancavilla tutti possono sentirsi abbracciati dall’amore del Padre e percepire la tenerezza della Chiesa». Qui operano tanti volontari che rendono possibili i servizi della mensa, della distribuzione di cibo e vestiti, il recupero scolastico, l’attività di mediazione familiare, un centro d’ascolto con figure professionali e altro ancora a beneficio delle famiglie in difficoltà e degli immigrati: una miriade di attività sostenute dalla Divina Provvidenza. L’invio dei Missionari della Misericordia conferma il desiderio del Papa di una“Chiesa in uscita, oasi di Misericordia”. I Missionari potranno assolvere i delitti riservati alla Sede Apostolica, insieme a quello dell’aborto, facoltà che Papa Francesco ha concesso a tutti i sacerdoti. Spiega don Lino: «In questo tempo in cui il Sacramento della Confessione è in crisi, penso che il Papa voglia in quest’anno giubilare che la Chiesa rifletta su questo grande sacramento che non deve essere sentito come un obbligo, ma come un’occasione per sperimentare la carezza di Dio, che mai si stanca di venirci incontro». Alessandro Scaccianoce San Valentino nel teatro del Collegio delle suore domenicane del Sacro Cuore di Gesù lla vigilia della festa di San Valentino nel salone teatro del Collegio delle suore domenicane del Sacro Cuore di Gesù, per iniziativa dell’associazione ex allieve dell’istituto scolastico di via Milano, il prof. Giuseppe Paradiso -già docente di storia, filosofia, psicologia e pedagogia nonché nei corsi universitari di tecnica della riabilitazione psichiatrica- ha parlato delle vicende di “Coppie celebri”, illustrandole con la proiezione di un power point preparato appositamente per l’incontro e di un documentario inedito. Presentato dall’infaticabile presidente prof. Santuzza Quattrocchi, lo studioso, scrittore e giornalista documentarista in campo cinematografico e televisivo, ha ripercorso dal racconto biblico primigenio di Adamo ed Eva e dall’antichità più remota ai popoli delle civiltà egizia, mediorientale, greca e romana, la complessa storia universale, in continua e lenta evoluzione, della coppia, soffermandosi sul matriarcato e il successivo predominio maschile che ha portato alla supremazia dell’uomo e alla poligamia. Un ampio squarcio sul matrimonio nel Medioevo (con riferimenti alle usanze ebraiche e musulmane) ha preceduto l’analisi delle nozze contratte per procura soprattutto tra le famiglie aristocratiche, con risultati negativi sulla vera affettività e felicità degli sposi, come dimostrano innumerevoli esempi “regali”: Luigi XVIII marito di Luisa Giuseppa di Savoia, Carlo Alberto con Maria Teresa d’Austria, ecc.. La stessa situazione si creava con i matrimoni senza amore imposti dalle convenzioni sociali, come nel caso di celebri poeti: Dante, Petrarca, Cavalcanti. La lucida analisi ha focalizzato A Coppie celebri anche l’antico fenomeno degli sposi bambini (nel V secolo l’imperatore Giustiniano avrebbe innalzato l’età minima a 7 anni!), non tralasciando, nella galoppata lungo i secoli, la casistica dei “cicisbei”, dei “valentini o cavalieri serventi di corte”, dei pensatori, degli intellettuali, dei politici, dei sovrani incoerenti con il ruolo ricoperto nella società -si possono considerare in qualche modo “infedeli, per necessità o vanità” come il caso emblematico di Napoleone- anche dell’epoca moderna e contemporanea, provocando spesso risultati familiari ed extraconiugali intriganti, boccacceschi ed anche sconvolgenti. Il vario e sorprendente excursus storico del prof. Paradiso sulle alterne e spesso trasgressive vicende dell’amore di coppia si è soffermato anche sulle nozze a tarda età (Totò, Charlot, ecc) e in modo particolare sull’<amore santo>, non raro come potrebbe apparentemente sembrare nella storia del Cristianesimo che considera il matrimonio un “grande sacramento” voluto da Cristo: l’amore casto e fecondo degli sposi beati, il catanese Luigi Beltrane Quattrocchi e Maria Corsini, beatificati da San Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001 come coniugi esemplari, genitori felici ed impegnati socialmente di 4 figli consacrati al Signore: 2 sacerdoti monaci e 2 religiose, una benedettina e una salesiana laica. È seguita la proiezione di un filmato sulle “coppie celebri” tanto discusse sul piano del costume e della durata dei sentimenti amorosi: Frank Sinatra e Ava Gardner, Diego Rivera e Frida Kalho, Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, Spencer Tracy e Katharine Hepburn. Blanc 9 Prospettive - 28 febbraio 2016 DIOCESI San Valentino dei fidanzati. Itinerario di Vocazione all’amore Un tuffo nella Tenerezza di Dio a prima edizione di Prospettive del 2016 ha già presentato la missione dell’Itinerario di Vocazione all’Amore (IVA), ardente realtà della Diocesi di Catania che si propone di seguire la crescita umana e spirituale delle coppie di fidanzati, tramite un cammino di tre anni rivolto a tutti coloro che intendono maturare nell’amore, approfondire la conoscenza di sé e dell’altro, migliorare il rapporto di coppia ed interrogarsi sull’importanza del matrimonio cristiano. Per accompagnare i fidanzati lungo tale cammino di crescita nell’amore di coppia e verso Dio, l’Itinerario propone loro degli incontri periodici ricchi di dinamiche, attività, confronti, testimonianze e momenti di condivisione. A servizio dell’Itinerario vi è un’equipe di coppie-guida che, con amore e dedizione, organizza gli incontri mensili rivolti ai fidanzati, approfondisce le tematiche che di volta in volta vengono trattate, e le riporta alla propria vita, donando, in qualunque occasione sia necessario, preziose testimonianze di vissuto di coppia e di vita in famiglia. Fiore all’occhiello del cammino IVA sono le serate dell’amore, appuntamenti annuali dedicati alle coppie che vogliono regalarsi del tempo “speciale” all’insegna della tenerezza e del romanticismo. Infatti, anche quest’anno, proprio per consentire ai fidanzati di riscoprire la tenerezza nel rapporto di L coppia e per poter dar loro il modo per esprimersi a vicenda l’amore che li lega, l’Itinerario di Vocazione all’Amore ha organizzato una particolare serata dedicata all’Amore. È così che lo scorso Sabato 13 Febbraio, a Zafferana, ha avuto luogo questo momento, a cui hanno partecipato trenta coppie di fidanzati che costantemente partecipano agli incontri organizzati dall’Itinerario e che, taluni per la prima volta, hanno potuto apprezzare quanta bel- Ritiro di Quaresima per operatori e volontari Caritas l Ritiro di Quaresima si terrà, sabato, 27 febbraio, alle ore 16, presso la Chiesa dell’Istituto Pio IX delle Suore Vincenziane, con ingresso da via Monte Vergine n°5 a Catania. Dopo l’accoglienza, alle ore 16.30, il Diacono don Gino Licitra, Vice Direttore Caritas Diocesana, detterà la meditazione guidata, alle ore 17.30, seguirà la Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Piero Galvano, Direttore della Caritas. ® I lezza il Signore dona loro durante il fidanzamento. Oggi è sempre più necessario che la tenerezza sia vissuta dalla coppia come un tempo in cui entrambi possano “ritrovarsi” innamorati, e il gruppo IVA crede molto che essa sia il segno dell’amore di Dio per l’umanità ed è per questo che ha scelto di diffondere in più e più modi questo meraviglioso sentimento. «Fidanzati siate teneri, che non vuol dire sdolcinati e un po’ molli. Anzi, la tenerezza è il desiderio di amare e di essere amati, è uno stato dell’anima ed è l’unico antidoto alla collera, alla paura e alla tristezza. E se non addirittura il mondo, la tenerezza salverà le coppie che sapranno sceglierla». Tutte parole di don Carlo Rocchetta, teologo pratese, insegnante e fondatore, a Perugia, della Casa della Tenerezza, una comunità che cerca di contribuire al progetto di Dio sulla coppia e sulla famiglia, dove si accolgono quelle in crisi e si propone una spiritualità della tenerezza. Durante la serata dell’amore organizzata dall’equipe dell’Itinerario, i fidanzati sono stati accolti in un ambiente allestito ad hoc per suscitare alle coppie la gioia di trovarsi insieme in un luogo e in un contesto pensato esclusivamente per far gustare a ciascuno l’amore del partner come frutto dell’amore di Dio. Le coppie di fidanzati partecipanti alla serata, hanno avuto modo di vivere del tempo per stare “cuore a cuore”, per dedicarsi vicendevolmente tenere attenzioni ed emozionarsi scoprendo la presenza, costante e silenziosa, del Signore in mezzo a loro. Questa serata viene generalmente organizzata in prossimità di San Valentino, festa dell’amore per eccellenza, proprio per dare alle coppie che lo desiderano un’alternativa alle serate a tema romantico che la società di oggi propone, e che spesso si rivelano essere prive di contenuti, e per permettere loro di regalarsi qualcosa che può arricchire molto più di un dono materiale. Gli sguardi dei fidanzati pieni di commozione, e i loro sorrisi da cui traspariva la gioia di aver vissuto un momento speciale, sono conferme della presenza dello Spirito che pervade Caritas San Marco 1000 mq per alimenti, vestiario e arredi. E non solo: una cella frigorifera ed un congelatore industriale con capacità fino a 1000 kg; otto frigoriferi per uso domestico, due lavatrici da 15 kg ed un’asciugatrice, quest’ultimi elettrodomestici donati LG Electronics. Sono questi i numeri del nuovo deposito ‘San Marco’ della Caritas Diocesana, nei locali della Parrocchia San Marco di Tremestieri Etneo, inaugurato con la benedizione di Mons. Salvatore Genchi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Catania, alla presenza di don Piero Galvano, Direttore della Caritas Diocesana, don Rosario Balsamo, Commissario arcivescovile della Confraternita Maria SS. del Soccorso e del Parroco della Chiesa di San Ridare speranza a chi è nel bisogno n occasione dell’Udienza generale di sabato 20 febbraio, 25.000 donatori di sangue provenienti da ogni parte d’Italia e appartenenti alle principali sigle del volontario del sangue - FIDAS, AVIS, CRI e FRATRES - hanno dato calore ed entusiasmo all’atteso appuntamento di Papa Francesco, appena ritornato dal viaggio in Messico. Il giro della papamobile nell’affollata Piazza San Pietro tra le ali festanti dei partecipanti in rappresentanza dei quasi 2 milioni di donatori di sangue italiani, si è concluso con il breve intervento catechetico del Papa incentrato sull’impegno. Impegno come responsabilità, come stile di vita, come l’agire di ogni giorno, come “compito verso qualcuno”. Anche “Dio si è impegnato per noi”, ha detto Papa Francesco, donandoci Gesù che si è avvicinato a tutti gli uomini “per restituire speranza ai poveri, a quanti erano privi di dignità, agli stranieri, agli ammalati, ai prigionieri, e ai peccatori che accoglieva con bontà”. “A partire dall’amore misericordioso con il quale Gesù ha espresso l’impegno di Dio, anche noi possiamo e dobbiamo corrispondere al suo amore con il nostro impegno. E questo soprattutto nelle situazioni di maggior bisogno, dove c’è più sete di speranza … con i malati, con i moribondi, con le persone abbandonate …. In tutte queste realtà noi portiamo la misericordia Agata Laudani INAUGURATO IL NUOVO DEPOSITO I donatori di sangue hanno celebrato il Giubileo straordinario della Misericordia a Roma I l’Itinerario, rendendolo uno strumento valido per rispondere alla vocazione che ciascuno ha all’Amore. Infatti, in un’ottica cristiana, ogni uomo è chiamato a scegliere l’amore e a viverlo come la meta della propria vita e il cammino IVA si adopera in questa missione volta a far conoscere l’Amore di Dio che agisce tra uomo e donna. Il desiderio che muove l’operato dell’Itinerario di Vocazione all’Amore è che tante altre coppie ancora possano scoprire questa bellezza che rende nuovo e solidifica il rapporto a due, e che quindi tanti fidanzati ancora possano conoscere questo cammino, partecipando agli incontri, ai momenti di condivisione e alle speciali serate dell’amore, come quella da recente avvenuta. I prossimi incontri per fidanzati organizzati dell’Itinerario di Vocazione all’Amore, saranno giorno 18 Marzo e 1 Aprile alle 20.45 presso i locali del Pime di Massannunziata. Inoltre, per rimanere sempre aggiornati sulle attività e proposte per fidanzati, sposi e famiglie che l’Itinerario propone si può consultare il sito www.chiamatiallamore.it e la relativa pagina Facebook chiamatiallamore.it. di Dio – afferma Papa Bergoglio – attraverso un impegno di vita, che è testimonianza della nostra fede in Cristo. Dobbiamo portare sempre quella carezza di Dio – perché Dio ci ha accarezzati con la sua misericordia – portarla agli altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono tristi: avvicinarsi con quella carezza di Dio, che è la stessa che Lui ha dato a noi”. Parole che raggiungono il cuore di tutti, ma che hanno toccato le fibre più intime di tutti i donatori presenti all’Udienza e idealmente tutti i donatori d’Italia che con il loro gesto di gratuità e di dono sono segni concreti della carezza di Dio per quanti ricevono il loro sangue. “Che questo Giubileo conclude Papa Francesco - possa aiutare la nostra mente e il nostro cuore a toccare con mano l’impegno di Dio per ciascuno di noi, e grazie a questo trasformare la nostra vita in un impegno di misericordia per tutti”. È un augurio che suona anche di promozione della donazione di sangue per quanti sono ancora lontani o semplicemente diffidenti o indifferenti all’impegno di misericordia del dono del sangue; un augurio di conversione – trasformazione con il passaggio della Porta Santa, come previsto per tutti i donatori al termine dell’Udienza. Ma in tanti, soprattutto per i gruppi organizzati come i volontari dell’ADVS-FIDAS di Tremestieri Etneo-Catania e della FIDAS Michelin di Cuneo-Torino, hanno preferito il percorso-pellegrinaggio preparato dal Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, con partenza da Castel Sant’Angelo, passando per Via della Conciliazione, Piazza San Pietro, la Porta Santa della Misericordia della Basilica, per concludersi alla Tomba di San Pietro con la recita della professione di fede. Vincenzo Caruso Marco, don Mauro Paternoster. Per la prima volta la Caritas avrà a disposizione un unico deposito composto da due zone separate: una per la conservazione degli alimenti ed una per la raccolta del vestiario. I nuovi locali, con un ampio ingresso camionabile per facilitare le operazioni di carico/scarico dei mezzi della Caritas, sono stati messi a norma secondo i requisiti previsti dall’Haccp e attrezzati di scaffalature industriali, pavimento antiscivolo, rivelatori antincendio, estintori, cosi come di un sistema di video-sorveglianza e anti-intrusione. Inoltre, periodicamente è prevista la disinfestazione, la derattizzazione e la sanificazione degli ambienti. Il deposito fornirà la mensa dell’Help Center, il Gruppo Appartamento per ragazze madri con minori in difficoltà e nel prossimo futuro la nuova mensa Beato Dusmet di Librino (Parrocchia ‘Resurrezione del Signore’ in viale Castagnola 4) la cui benedizione di inizio lavori si svolgerà, domenica, 6 marzo, alle ore 10:00, con la celebrazione eucaristica dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina. I volontari della Caritas parrocchiale San Marco collaboreranno nella selezione e nello smistamento degli abiti usati che continueranno ad essere raccolti all’Help Center: da lunedì a venerdì ore 8:30/12:00 ; sabato 8:30/ 11:00 ® 10 Prospettive - 28 febbraio 2016 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo DIO NON È SORDO III DOM DI QUARESIMA / C - Es 3,1-8a.13-15; Sal 102/103,1-4.6-8.11; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9 Mentre Mosè, preso dalla curiosità, si avvia a vedere il fenomeno del roveto che brucia e non si consuma, sente la chiamata di Dio che gli impedisce di proseguire nel suo intento perché il luogo dove stava era un luogo santo. Dio gli si rivela come il Dio dei suoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe e gli comunica che ha osservato la miseria del suo popolo in Egitto, ha udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti e scende per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da “questa terra” verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorre latte e miele. L’amore, o la misericordia, di Dio è tanto grande da liberare il suo popolo dall’oppressione del potere dell’Egitto e mandare Mosè accreditandolo col suo nome: “Io sono mi ha mandato a voi”. Gesù nel vangelo precisa che questo amore è per tutti gli uomini oppressi con l’esempio delle due disgrazie subite dai Galilei o dai terremotati di Siloe: costoro non erano più peccatori degli altri, anche se è toccata a loro una sorte così grave. È una risposta a quelli che hanno posto il problema a Gesù a causa della ferocia di Pilato. Dalla oppressione o dalla ferocia ci si può liberare soltanto in un modo: con la conversione. Il Signore ci concede un’altra possibilità e cioè con la pazienza dell’agricoltore, vedi la parabola del fico. San Paolo spiega bene le vicende della vita. I nostri padri tutti hanno usufruito dei benefici della nube, tutti hanno attraversato il mare, tutti furono battezzati, tutti bevvero dalla roccia spirituale che li accompagnava e quella roccia era il Cristo, ma la maggior parte non fu gradita a Dio per il suo comportamento e perciò fu sterminata nel deserto. Questo avvenne per nostro esempio perché noi non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono: “tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere”. Dio sente, vede la nostra miseria, ma vuole la nostra conversione. Leone Calambrogio San Paolo in briciole Stare insieme Eb 10,19-25 Paolo afferma che, noi, avendo acquisito la piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù Cristo, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso la carne e avendo ancora un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede’ con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura, manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, per- ché è degno di fede colui che ha promesso. E per evitare facili illusioni esorta a prestare attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore. L.C. Gesù ha avuto la forza di non voler vedere subito i risultati, ma li ha soltanto sperati Senza amore non ci sarà futuro Convertirsi Che colpa avevano i diciotto uccisi dal crollo della torre di Siloe? E le vittime di terremoti, incidenti, malattie, sono forse più peccatori degli altri? La risposta di Gesù è netta: Non c’è rapporto alcuno tra colpa e disgrazia, tra peccato e sventura. Dice invece: Se non vi convertirete, perirete tutti. Nessuno si salva da solo. È tutta una società che si deve salvare insieme. Non serve fare la conta dei buoni e dei cattivi, bisogna riconoscere che è tutto un mondo che non va. O ci salviamo tutti o periamo tutti: mai come oggi sentiamo attuale questo appello accorato di Gesù. Mai come oggi capiamo che tutto nell’universo è in stretta connessione: se ci sono milioni di poveri senza dignità né istruzione, sarà tutto il mondo ad essere privato del loro contributo; se la natura è sofferente, soffre e muore anche l’uomo. Dobbiamo fondare vita e società su altre fondamenta che non siano la disonestà e la corruzione, la violenza del più forte, la prepotenza del più ricco. Convertirci al comando nuovo e ultimo di Gesù: «amatevi!» Amatevi, altrimenti vi distruggerete. Il vangelo è tutto qui. Senza, non ci sarà futuro. Alla serietà di queste parole fa da contrappunto la fiducia della piccola parabola del fico: il padrone pretende frutti, non li ha da 3 anni, farà tagliare l’albero. Invece il contadino sapiente, con il cuore nel futuro, dice: «ancora un anno di cure e gusteremo il frutto». Ritorniamo alla Parola di Dio. Missione «Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» . La missione della Chiesa è annunciare la Parola di Dio al mondo. San Giovanni sottolinea con forza il paradosso fondamentale della fede cristiana: da una parte, egli afferma che «Dio, nessuno lo ha mai visto» . In nessun modo le nostre immagini, concetti o parole possono definire o misurare la realtà infinita dell’Altissimo. Dall’altra parte, egli afferma che il Verbo realmente «si fece carne» . Il Figlio unigenito, che è rivolto verso il seno del Padre, ha rivelato il Dio che «nessuno ha mai visto». Gesù Cristo viene a noi, «pieno di grazia e verità», che per mezzo di Lui sono donate a noi; infatti, «dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia». In tal modo l’evangelista Giovanni nel Prologo contempla il Verbo dal suo stare presso Dio al suo farsi carne, fino al suo ritornare nel seno del Padre portando con sé la nostra stessa umanità, che egli ha assunto per sempre. In questo suo uscire dal Padre e tor- nare a Lui Egli si presenta a noi come il «Narratore» di Dio. Il Figlio, infatti, afferma sant’Ireneo di Lione, «è il Rivelatore del Padre». Gesù di Nazareth è, per così dire, l’«esegeta» di Dio che «nessuno ha mai visto». «Egli è immagine del Dio invisibile». Si compie qui la profezia di Isaia riguardo all’efficacia della Parola del Signore: come la pioggia e la neve scendono dal cielo per irrigare e far germogliare la terra, così la Parola di Dio «non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» . Gesù Cristo è questa Parola definitiva ed efficace che è uscita dal Padre ed è ritornata a Lui, realizzando perfettamente nel mondo la sua volontà. Trasfigurazione Il Verbo di Dio ci ha comunicato la vita divina che trasfigura la faccia della terra, facendo nuove tutte le cose. La sua Parola ci coinvolge non soltanto come destinatari della Rivelazione divina, ma anche come suoi annunciatori. Egli, l’inviato dal Padre a compiere la sua volontà , ci attira a sé e ci coinvolge nella sua vita e missione. Lo Spirito del Risorto abilita così la nostra vita all’annuncio efficace della Parola in tutto il mondo. È l’esperienza della prima comunità cristiana, che vedeva il diffondersi della Paro- la mediante la predicazione e la testimonianza . Vorrei qui riferirmi in particolare alla vita dell’apostolo Paolo, un uomo afferrato completamente dal Signore – «non vivo più io, ma Cristo vive in me» – e dalla sua missione: «guai a me se non annuncio il Vangelo!» , consapevole che quanto è rivelato in Cristo è realmente la salvezza di tutte le genti, la liberazione dalla schiavitù del peccato per entrare nella libertà dei figli di Dio. In effetti, ciò che la Chiesa annuncia al mondo è il messaggio della Speranza ; l’uomo ha bisogno della «grande Speranza» per poter vivere il proprio presente, la grande speranza che è «quel Dio che possiede un volto umano e che ci “ha amati sino alla fine” . Per questo la Chiesa è missionaria nella sua essenza. Non possiamo tenere per noi le parole di vita eterna che ci sono date nell’incontro con Gesù Cristo: esse sono per tutti, per ogni uomo. Ogni persona del nostro tempo, lo sappia oppure no, ha bisogno di questo annuncio. Il Signore stesso, come ai tempi del profeta Amos, susciti tra gli uomini nuova fame e nuova sete delle parole del Signore . A noi la responsabilità di trasmettere quello che a nostra volta, per grazia, abbiamo ricevuto. Il Sinodo dei Vescovi ha ribadito con forza la necessità di rinvigorire nella Chiesa la coscienza missionaria. P. Angelico Savarino 11 Prospettive - 28 febbraio 2016 Edito il volume sul Santuario della Madonna della Lavina in Cerami di mons. L. Chiovetta Maria nel disegno di Dio er le edizioni ARCA è stato pubblicato un interessante volume di 285 pagine, riccamente illustrato con immagini inedite o poco note e corredato da una congrua bibliografia (stampato presso la Tipolitografia Sarica di Catania), dal titolo “Maria nel disegno di Dio e il santuario della Madonna della Lavina in Cerami” di mons. Luigi Chiovetta, canonico maggiore della Cattedrale e già rettore del santuario S. Agata al Carcere, dal prestigioso cursus-curriculum studiorum. Il libro si avvale della presentazione del nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina che sottolinea come il testo sia testimonianza di tre esperienze personali dell’autore: la prima è legata al suo magistero universitario -per lunghi anni mons. Chiovetta è stato docente di Mariologia- per cui “nei primi due capitoli offre un’esposizione di ciò che il Nuovo Testamento dice della Beata Vergine Maria e ricostruisce la devozione mariana, nella storia, dal punto di vista dottrinale”; la seconda è collegata, da buon ceramese, con la Madonna della Lavina come si evince dal “terzo capitolo dedicato al santuario rurale, al quadro, al suo ritrovamento e alla festa”; la terza è “legata all’impegno ecume- P nico che ha caratterizzato gran parte del suo apostolato sacerdotale come professore di teologia ecumenica e direttore dell’Ufficio diocesano e regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo”. In riferimento al quadro l’Arcivescovo precisa che mons. Chiovetta “attraverso un’ampia indagine bibliografica, compiuta in prestigiose biblioteche nazionali ed estere, offre finalmente la possibilità di superare l’attributo di autore <ignoto>, per consegnare a devoti e studiosi l’identità di chi lo ha realizzato su ardesia: Antonio Pietro Novelli”. “Il libro” aggiunge l’Arcivescovo “presenta così una duplice ragione per cui è stato realizzato. Un’opportunità, anzitutto, per meglio intendere la devozione mariana alla luce della Scrittura e della tradizione... L’altra ragione è specifica dell’argomento stesso: far conoscere la devozione alla Madonna della Lavina...Una devozione che, in tal modo, vada meglio a collocarsi sulla scia di quanto ci hanno insegnato in modo speciale il Concilio Vaticano II (cap.8 Lumen Gentium)...gli ultimi pontefici: da Paolo VI, con l’esortazione apostolica Marialis cultus a Giovanni Paolo II con il suo motto Totus Tuus, l’enciclica Redemptoris Mater e l’intensa devozione personale; ai due ultimi pontefici, Benedetto XVI e Francesco, con le loro ripetute esortazioni...”. L’attuale Papa pone i suoi viaggi apostolici sotto la protezione della Madre di Dio, recandosi a pregare nella basilica di S. Maria Maggiore dove è venerata sotto il titolo di Salus Populi Romani risalente all’antichissima iconografia dell’<Odigitria>, il cui culto è presente, tra le altre chiese romane, anche come titolare della chiesa confraternale dei Siciliani, segno della devozione risalente alla dominazione bizantina della Sicilia, di cui la Madonna dell’Itria è patrona da tempo immemorabile. Nella prefazione l’autore evidenzia acutamente come la devozione alla Madonna è stata un elemento costante nella vita della Chiesa ed ha talmente pervaso il popolo cristiano che è impossibile concepirlo senza questa presenza materna. Maria è la Madre di Gesù, colui che ha portato la redenzione e la salvezza: “parlare di Maria e di un suo santuario è una gioia e un onore: è, soprattutto, un atto di obbedienza alla volontà di Dio, un modo di onorarlo, di ricordarne le meraviglie e di celebrarne la gloria”. Nell’introduzione generale mons. Chiovetta avverte che lo scopo del libro è di scoprire l’autore del quadro della Madonna. Il metodo “esegetico” storico-critico d’indagine riguardante anche la trattazione sulla Madonna nella Bibbia e scaturente dall’ottima conoscenza delle lingue greca ed ebraica e da una buona conoscenza storica, filologica ed archeologica- è stato quello di partire dagli elementi forniti dal quadro stesso: il supporto del dipinto è su ardesia, il soggetto è la Madonna allattante, i diffusori di tale immagine, gli Agostiniani Scalzi, ignoravano che l’immagine era sconsigliata in Oriente per la somiglianza alla dea Iside e in Occidente dal Concilio di Trento, perché ritenuta troppo naturalistica. Il volume riguarda evidentemente anche la storia del santuario di Lavina che come tutti i santuari è espressione di <storia locale> che s’illumina di luce nuova ed è meglio compreso se inserito nel contesto più generale della storia. La struttura dell’indice fornisce un’idea chiara dell’articolazione dottrinale, devozionale e storica del testo per capitoli tematici: da “Maria nella Sacra Scrittura” a “Origine e sviluppo storico del cul- Al teatro Brancati debutto di “Farfalla… farfalla” di Aldo Nicolaj Un passato mitizzato aiuta a vivere il presente cena unica per i due tempi di “Farfalla… farfalla” di Aldo Nicolaj commediografo versatile e prolifico, con le sue commedie e monologhi ha accompagnato l’evoluzione storica e sociale della seconda parte del Novecento, che debutta con successo al teatro “Brancati” di Catania. Nicolaj, con i suoi testi, è passato dal simbolismo al neorealismo, al surrealismo per arrivare al teatro della crudeltà e dell’assurdo, accogliendo le diverse tendenze del mondo della scrittura teatrale. I suoi testi sono stati tradotti in 25 lingue e viaggiano tutt’oggi tra America, Argentina e tutto il mondo, oltre ad essere rappresentati in Italia. “Classe di ferro” e “Farfalla… farfalla” in Russia sono considerati due classici; ha scritto 50 commedie con interpreti come Ernesto Calindri, Paolo Ferrari, Lia Coppelli. “Farfalla…farfalla” in due atti fu scritta per Paola Borboni, famosa attrice nel suo 50° anno di palcoscenico; un incontro destinato a cambiare la vita dello scrittore cui richiese di scrivere un monologo tutto per lei. Si apre il sipario, ed ecco un salotto S di una casa confortevole con un arredamento sovraccarico, stile liberty, pieno di ninnoli e sopramobili di poco prezzo. Ed ecco un grande divano con molti cuscini dove spumeggia la protagonista, una splendida Ales- cuscini. Non mancano battute e gag sulla realtà di oggi con una certa ironia ma anche metafore e riflessioni “appassiscono i fiori, perché non dovremo appassire anche noi? Le belle donne seguono il corso della natura. Come le brutte del resto”. Ed ecco il mistero che evolve nella sua doppiezza, quando entra un bel giovanotto Elio, l’attore Francesco Maria Attardi, con un finale che coinvolge il pubblico per Foto Dino Stornello sandra Cacialli che interpreta Edda, tra lampade coperte da scialli, tappeti, con qualche particolare esotico, osservando la realtà con sottile ironia e moderato pessimismo di una donna cinquantenne, vestita con eleganza estrosa ma decisamente fuori moda si racconta e si vede passare Foca la cameriera, una ragazzona bruna sui trent’anni interpretata con abilità da Debora Bernardi. A una parete un grande quadro che raffigura una giovane donna, allungata su una dormeuse tra fiori, ventagli di piume e questa donna di mezza età che ha vissuto la sua gioventù come una farfalla, svolazzando da illusione a illusione, di uomo in uomo, inseguendo sogni impossibili e alla fine si trova a vivere isolata con la sua domestica Foca. Rimedio contro la sua solitudine è costruirsi e inventare un meraviglioso passato, ma il fantasma del doppio ruolo nella sua vita avrà un ruolo che porterà a una profonda riflessione. Un testo banco di prova per le attrici artisticamente più mature che può essere considerato un gioiello teatrale cesellato con incastri sublimi, incastonato a personaggi surreali, confezionato dalla sapiente regia di Romano Bernardi in un felicissimo gioco ritmico; un raffinato monile con una gemma preziosissima, una protagonista femminile, Cacialli, che illumina di luce diretta e riflessa i personaggi, celando una natura ambigua e spesso misteriosa, quasi sinistra, che rivela la sua parte più segreta solo a colloquio con se stessa, evolvendo nel suo dialogo con Foca che vela il suo personaggio di una comicità molto felice dominando il mondo delle femmine lusinghiere. Giochi di scena di Susanna Messina con l’ingresso del bravo Elio con un dialogo post-atomico, indirizzando e nascondendo sentimenti rimasti sospesi nel vuoto. Spesso il tempo sembra che non sia passato e che niente sia cambiato. Edda viaggia nel passato per rintracciare nel presente i fili interrotti delle sue storie, per rimediare all’ignavia giovanile ed evitare i rimpianti. Il tempo, con la sua inesorabilità, diventa la cartina di tornasole che l’aiuta in un percorso di comprensione di sé ma anche la distrugge. Il pubblico ha accolto il messaggio e ha risposto positivamente, apprezzando anche i costumi delle Sorelle Rinaldi. Artemisia to a Maria” e a “La Chiesa della Madonna della Lavina”, che si sviluppa in tre paragrafi riguardanti il quadro della Madonna, la nuova immagine, il santuario. Impreziosiscono il volume 4 importantissime appendici commentate da mons. Chiovetta: “La maternità e la Verginità di Maria” di Martin Lutero (Commento al Magnificat con lettera al duca di Sassonia); “Racconto di Natale per cristiani e non credenti” di Jean-Paul Sartre (“Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e ricoprire di baci”, con tre brani tratti da <Bariona o il figlio del tuono>. Prologo e quarto quadro, scena terza); “La preghiera di san Bernardo alla Vergine” dal canto XXXIII della Divina Commedia di Dante ed altre preghiere alla Vergine, due scaturite dal cuore del mistico “Doctor Mellifluus”; “I Vangeli apocrifi”. L’opera offre al lettore anche una conclusione quanto mai opportuna e utile. Con essa l’autore sintetizza, con molta chiarezza, quanto magistralmente esposto nel testo sulla figura di Maria, la cui “immagine materna rimanda ad una pluralità di prospettive e a una varietà di contenuti, che vanno rispettati nella loro diversità e complementarità”, sul “modesto santuario rurale della Madonna della Lavina, uscito fuori dal ruolo provinciale di un piccolo paese, entrato nel monumento più ampio della grande Cattedrale a Maria nella storia”, sull’anonimato dell’icona della Madonna di Cerami con riferimento ai pittori monrealesi Pietro e Antonio Novelli che con intuito ed intelligenza si sono assunti nella storia la responsabilità di tramandare un’immagine così dolce nella sua espressiva umanità, e sul dialogo ecumenico fondato esclusivamente sui dati biblici e sui testi della migliore Patristica. Il volume si conclude con una toccante professione di fede che onora l’autore, sacerdote dal cuore profondamente cristologico e mariano: “Ho lavorato per te, Maria, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. Per Te Gesù, pensoso palpito, l’ultimo respiro di questo viandante che se ne va, cui non vorrai negare un posticino nel tuo regno di amore, di luce e di pace. <Vieni, Signore>”. A.B. 12 Prospettive - 28 febbraio 2016 RUBRICHE Il 10 febbraio all’Istituto “Karol Wojtyla” si è celebrata la giornata del ricordo delle vittime delle foibe L’orrore del passato sia monito per il presente i celebra il 10 febbraio il “giorno del ricordo”, dedicato alle vittime delle foibe, le grotte carsiche che caratterizzano il territorio, e all’eccidio della popolazione italiana istriano-dalmata, stimando che le vittime furono oltre 11mila. Dopo l’8 settembre del 1943 i territori istriani, giuliani e dalmati, dapprima sotto l’influenza tedesca, vengono poi occupati dai partigiani comunisti di Tito passate alla Jugoslavia alla fine della II Guerra Mondiale, in seguito al trattato di Parigi del 10 febbraio 1947. Seguì un esodo istriano ed epurazione forzata di tutte le persone di etnia italiana residenti in quelle terre con un vero e proprio sterminio, un processo di de-italianizzazione. Così Italiani, senza distinzioni di sesso, età o politiche, venivano prelevati dalle loro case, deportati in campi di concentramento subendo atroci torture come vendetta contro il tramontato regime fascista ed eliminati, colpevoli di non partecipare attivamente ai piani espansionistici di Tito, ma la vendetta già covava dal 1848 tra Istria, Fiume e Trieste. A ciò si aggiunge, come affermato dalla Giannini durante la celebrazione al Senato, “Il Ministero dell’Istruzione non ha paura di affermare con nettezza che l’atto che nel 1923 S cancellò dall’insegnamento le lingue slovena e croata, fu un’umiliazione inaccettabile e dannosa”. La legge 30 marzo 2004 n.92 conserva e rinnova la memoria della tragedia, e così dal 2005 la giornata del 10 febbraio è dedicata al ricordo dell’eccidio e numerose iniziative vengono organizzate nei luoghi delle stragi, in memoria delle vittime di questa triste pagina della storia europea. La celebrazione “Giorno del ricordo, in memoria delle vittime delle foibe. Cultura e cucina ebraica”, partecipata e accolta da un parterre ricco di alunni e rappresentanti istituzionali, è iniziata nell’aula magna dell’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania, moderata da Lella Battiato, con l’esibizione del violinista Alfio Grasso che ha eseguito in apertura “La vita è bella” di Piovani. Il dirigente Daniela Di Piazza dà il via ai lavori sottolineando l’importanza dell’evento, organizzato dall’Istituto insieme alla Fidapa sezione di Gravina di Catania con il quotidiano La Sicilia “una tragedia etnica, per aiutare a ricordare alle nuove generazioni” e rivolgendosi agli alunni insiste sulla necessità della legalità per guardare al futuro “rafforzare valori e concetti fondamentali, non più prepotenze e prevaricazioni”. Un appor- to significativo alla manifestazione dal viceprefetto aggiunto Antonina Latino in rappresentanza del prefetto Maria Guia Federico impossibilitata a partecipare all’evento, consegna una targa ricordo al dirigente e una lettera del prefetto, con parole di elogio all’Istituto e agli alunni che partecipano sempre con impegno alle manifestazioni istituzionali. La parola alla presidente Fidapa sezione Gravina Catania Patrizia Costa che ha collaborato con alta sensibilità all’evento, apprezza il successo della manifestazione scolastica e indica nella vicenda delle foibe istriane un momento particolare e ignoto della storia italiana. Ignazio Vecchio docente università Catania: Storia della medicina e bioetica medica, nonché promotore del progetto di “pace interreligiosa e interculturale tra cristiani ebrei e musulmani e responsabile del premio “Virdimura” contro femminicidio e razzismo, rivolgendosi al folto pubblico di attenti studenti, in modo eloquente e coinvolgente, ha raccontato l’orrore istriano che trova l’origine alla fine della Grande Guerra con un breve excursus sul dolore. “La storia deve condannare tale crudeltà feroce, qual’è il rimedio? Il no all’odio nasce dall’amore e gli eccidi accadono dove la cultura non è impregnata dall’amore, le dittature hanno un solo colore, un solo uomo che vuole dominare, così i due odi: mostruosità nazismo e stalinismo si incontrarono senza risposta di tolleranza”. Conclude: “mai più, e la speranza siete voi”. In un clima di condivisione Domenico Ciancio Sanfilippo consegna al Dirigente il volume “La Sicilia dentro la Sicilia” che racconta i 70 anni del quotidiano, di cui è condirettore, attraverso il mondo e i fatti di questa terra. Evidenzia come la storia si connetta al mondo della comunicazione, fondamentale anche nel legame con la ristorazione, abbassa le nella Giustizia minorile o per imputati adulti (Shakespeare scriveva nel 1593, quando si stipulavano contratti matrimoniali tra e con minorenni). Caterina/Brilli per quale reato e a quale età è finita sottoprocesso? Se minorenne l’istituto segue la condanna, quindi è rea riconosciuta, se maggiorenne esso sospende e affida il processo all’ufficio di esecuzione; in entrambi i casi, con la probation (introdotta con sentenza a Boston nel 1831) siamo nel campo della restorative justice; a favore di chi? del padre o dello sposo? Shakespeare criticò chiosando condizioni e ruoli sociali, politici, familiari della donna al suo tempo; su questa cifra, la colpa di Caterina è la non accettazione delle regole sociali di allora, la rivendicazione della propria individualità. A sua volta, la scombiccherata compagnia teatrale segnala alcune opzioni praticabili riproponendo un testo classico in chiave di lettura contemporanea, celebrandone universalità e attualità, riportandosi e ammiccando a fenomenologie e consuetudini sociali che allora richiedevano di essere innovate, al pari di altre odierne e moderne. frontiere e le barriere culturali. “Scambiamo ormai informazione velocemente, la storia è importante conoscerla perché crea gli anticorpi per difendersi ma è anche conoscenza, testimonianza” e rivolgendosi alla platea punta i riflettori sui bunker di Monte Po, che stanno a indicare che lì è passata una guerra: un ricordo, un segnale per dare un messaggio che ciò non deve più accadere e sottolinea “il vostro modo di comunicare deve essere l’embrione del bene”. Carlo Majorana Gravina chiosa “è giusto che i giovani riflettano su fatti storici di inaudita ferocia per capire che partendo da bullismo e branco si può arrivare a degenerazioni terribili”. Lancia un messaggio di unità nella giornata delle foibe il Rabbino prof. Stefano Di Mauro medico e docente nutrizionista tra Italia e America, segnando con la sua presenza l’incontro tra le diverse confessioni religiose e insiste evidenziando che “non esistono culture superiori, bisogna fare attenzione poiché sono l’inizio di un grosso baratro che si sta preparando”, continua con forza “noi siamo la verità, dite no a questi insegnamenti mostruosi, alle turbolenze dei massacri: shoah, foibe, terrorismo; noi vogliamo celebrare la sacralità della vita”. Esorta gli studenti a non lasciarsi edulcorare dal “male zuccherato” calpestando gli altri, fare scelte non consapevoli, “umanità, non animalità, far prevalere l’istinto del bene in una società multifattoriale”. Giovanni Cultrera di Montesano maestro concertista, con un linguaggio sensibile si rivolge ai giovani spiegando che la musica insegna e accompagna chi vuole riflettere in un percorso senza guerre. “Il motivo “Schindler list” delle quattro note di Williams è simbolo di ciò che non deve accadere più”. Toccante la performance dell’attore Gianluca Barbagallo con gli alunni dell’Alberghiero Canonico Dario e Floriana Pesce che attraverso testimonianze, adattamento teatrale di Lella Battiato, rievocano il momento storico della shoah, suscitando nel pubblico calorosi e vigorosi applausi. Il percorso della giornata si conclude con un’esercitazione enogastronomica sulla cucina ebraica apprezzata per l’impegno degli allievi e la guida dei docenti Alfio Galati, Giovanni Sapienza, Massimo Pulvirenti. Si ringraziano i collaboratori, gli operatori scolastici e per il servizio di accoglienza i docenti Anello Salvatore e Carmelo Bucceri. Ha curato il reportage Francesco Scarnati. C.M.G. Lella Battiato “La Bisbetica domata messa alla prova” al teatro ABC di Catania Ruoli sociali e familiari della donna ieri e oggi na scombiccherata compagnia teatrale, venuto meno il regista, per impegni assunti deve mettere in scena La bisbetica domata di William Shakespeare, ma non riesce ad accordarsi sul modo di rappresentarla; ed ecco La bisbetica domata messa alla prova, quinto titolo in cartellone per la stagione teatrale “Turi Ferro” del teatro ABC di Catania, regia di Cristina Pezzoli. La pièce in due atti, con espediente meta-teatrale, racconta il travaglio che la compagnia, capocomico Nancy Brilli, patisce nel portare alla luce lo spettacolo, evidenziando alcune delle molteplici sfaccettature e suscettività possibili scavando sul testo originario: appunti e spunti originali e modernisti su e da La bisbetica domata (commedia scritta in cinque atti) tra musical, sketch, macchiette, gag, rap, parodie, momenti lirici; uno spettacolo a cifra multipla che disorienta, sconcerta, sconvolge e, nel finale, coinvolge. La brillante Brilli (Caterina), con Matteo Cremon (Petruccio), Federico Pacifici (Gremio), Gianluigi Igi Meggiorin (Grumio), Gennaro Di Biase (Ortensio), Anna Vinci U (vedova), Dario Merlini (Tranio), Brenda Lodigiani (Bianca), Stefano Annoni (Lucenzio), Valerio Santoro (dottor Jolly), realizzano un’operazione teatrale complessa, un divertissement colto e raffinato, ben richiedono virtuosismo e capacità interpretativa straordinari: gli interpreti devono trasmettere la bellezza e la significatività del brano ispiratore, assieme alle suggestioni, emozioni, ispirazioni da questo suscitate al supportato dalla scenografia suggestiva di Giacomo Andrico, accesa dalle luci di Massimo Consoli e attraversata dai costumi disegnati sobriamente con revers barocchi di Nicoletta Ercole, accompagnata dalle musiche di Alessandro Nidi che non disdegna di avvalersi di citazioni varie (canzoni popolari italiane e il musical Kate me Kate di Cole Porter). Variazioni su tema e parafrasi costituiscono importanti pagine concertistiche di musica classica che punto di farne una nuova creazione. Sarà opportuno indagare altrove sul perché il bardo di Stratford upon Avon ambienti alcune opere teatrali in Veneto (qui Padova, Verona per Romeo e Giulietta, Venezia per Otello) descrivendo un’umanità viva, vivace, intrigante; e, ancora, se Pezzoli sia giurista oltre che regista, poiché la messa alla prova (o messa in prova) è istituto processuale penale (introdotto nel rito italiano con dpr 448/88) di applicazione differente