QUANTI BOSCHI VI SONO IN LOMBARDIA? Le foreste coprono 620

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QUANTI BOSCHI VI SONO IN LOMBARDIA? Le foreste coprono 620
Versione dicembre 2012 – Foto Roberto Tonetti
QUANTI BOSCHI VI SONO IN LOMBARDIA?
Le foreste coprono 620˙719 ettari, ossia quasi il 26% della
Lombardia, e continuano ad aumentare al ritmo di circa
mille ettari l’anno, in controtendenza con l’andamento
mondiale, ma in linea con quanto avviene negli altri stati
dell’Unione Europea. Dal 1945 a oggi la superficie boscata
lombarda è addirittura raddoppiata!
Tuttavia, il bosco è mal distribuito: solo il 4% della pianura
è coperta dal bosco, contro il 27% della collina e il 51%
della montagna. Vi sono poi circa 34.000 ettari di pioppeti
intensivi nelle fasce lungo i grandi fiumi di pianura.
CHI LAVORA NELLE FORESTE?
Le Imprese boschive sono ditte private specializzate
nell’eseguire attività selvicolturali in maniera qualificata.
Esse devono seguire specifici e periodici corsi di
formazione. L’iscrizione all’Albo Regionale dà loro diversi
vantaggi: garanzia di qualità verso terzi, poter effettuare
tagli di grandi dimensioni, ottenere in gestione aree
boschive di proprietà pubblica, accedere più facilmente a
contributi pubblici. In caso di gravi violazioni delle norme
in materia ambientale, forestale, del lavoro e di sicurezza,
la legge ne prevede la sospensione o la radiazione
dall’albo. Le 220 imprese riconosciute eseguono il 30% dei
tagli della legna, impiegando circa 1.000 persone.
Per questo l’obiettivo regionale è l’incremento della
superficie boscata in pianura e ogni anno sono realizzati
centinaia di ettari di nuovi boschi coi fondi comunitari,
regionali e coi proventi delle compensazioni a seguito di
trasformazione d’uso del bosco (disboscamento).
I boschi lombardi sono molto vari e sono formati da ben
194 tipi forestali, raggruppati in 16 “categorie forestali”.
22%
15%
13%
13%
11%
8%
7%
7%
4%
I Pioppicoltori sono agricoltori che coltivano pioppeti, cioè
impianti arborei artificiali, per la prodizione intensiva di
legname per l’industria del legno, in particolare per quella
del pannello, ottenendo un prodotto di eccellenza.
I 25 Consorzi forestali lombardi sono associazioni fra
proprietari di boschi e di altri soggetti della filiera
(imprese boschive, artigiani del legno, produttori di
energia ecc.), per la gestione unitaria dei terreni e il
presidio del territorio: ciò porta a un risparmio e una
maggiore efficienza con evidenti benefici sia economici sia
ambientali. Gestiscono oltre 105 mila ettari tra boschi e
pascoli, realizzando nuovi boschi, cure colturali ai boschi
esistenti e alla viabilità agro-silvo-pastorale e sistemazioni
idraulico forestali. I consorzi hanno circa 270 dipendenti.
Le “categorie forestali” più diffuse (per superficie) nella Lombardia
PIANURA
7%
COLLINA
13%
MONTAGNA
80%
Distribuzione dei 620 mila ettari di bosco per fascia altimetrica
Fonte: Carta forestale della Lombardia
Unità Organizzativa Sistemi Verdi e Foreste
Struttura Foreste
Piazza Città di Lombardia, 1– 20124 Milano
tel. +39.02.67.65.27.52
[email protected]
[email protected]
www.sistemiverdi.regione.lombardia.it
Nata nel 2010, la Direzione Generale Sistemi Verdi e
Paesaggio riunisce sotto una sola regia parchi, foreste e
paesaggio. al fine di amplificare l’efficacia delle azioni di
tutela, gestione e valorizzazione del sistema foreste. La
Regione predispone leggi e regolamenti, bandi e linee
guida, coordina e guida la politica forestale regionale.
Regione Lombardia si avvale per gli aspetti pratici di un
ente, l’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e
alle Foreste), che gestisce i 23.000 ettari di foreste
demaniali, chiamate “Foreste di Lombardia”, e il vivaio
forestale. ERSAF offre assistenza tecnica agli Enti,
collabora nella lotta agli incendi boschivi, monitora le
malattie delle piante e partecipa alla ricerca forestale.
Le pratiche amministrative sono però gestite dagli Enti
forestali, ossia 127 fra Province, Comunità montane,
Parchi e Riserve. Questi enti approvano la pianificazione e
sono competenti per i permessi, i controlli e le pratiche di
finanziamento sugli interventi selvicolturali. I Comuni
infine gestiscono la viabilità agro-silvo-pastorale.
Le 2.600 Guardie Ecologiche Volontarie sono cittadini che
collaborano gratuitamente con gli enti forestali
nell’educazione ambientale e nei controlli sia dei tagli
colturali dei boschi che dei disboscamenti.
Il Corpo Forestale dello Stato effettua controlli, effettua
inventari e collabora nella lotta contro gli incendi boschivi.
QUANTO LEGNAME CRESCE IN LOMBARDIA?
Secondo i dati dell’inventario forestale del 2005, la Lombardia
dispone di un capitale di oltre 110 milioni di mc di legname in
bosco, che cresce ogni anno di circa 3 milioni di mc. Di questa
crescita, solo meno del 20% (580.000 mc) è tagliata ogni anno:
vi sono cioè 2,4 milioni di mc di legname che potrebbero
essere ulteriormente prelevati ogni anno. Ecco perché Regione
Lombardia intende rafforzare la filiera bosco-legno-energia. La
pioppicoltura produce altri 650.000 mc di legname ogni anno,
perlopiù nelle province lungo il Po, dove i pioppeti sono
piantati su terreni agricoli e coltivati per 8-10 anni prima del
taglio e il successivo reimpianto.
PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEI BOSCHI
I piani di indirizzo forestale (PIF) censiscono e valorizzano
i boschi, regolano il rilascio di autorizzazioni sul
disboscamento, proteggendo i boschi anche ove non sono
presenti aree protette. Sono redatti dagli enti forestali e
sono validi anche su aree private. Al loro interno
contengono il piano della viabilità agro-silvo-pastorale, che
elenca le strade che si possono finanziare.
I piani di assestamento forestale (PAF) permettono di
programmare nel tempo e nello spazio i tagli della legna di
una proprietà, garantendo che bosco giunga intatto alle
future generazioni. Il primo PAF lombardo fu fatto per i
boschi di proprietà del Comune di Vione (BS) nel 1928!
La gestione delle foreste lombarde avviene in maniera
sostenibile e in alcuni casi i boschi sono dotati anche di
una specifica certificazione forestale, che effettua ulteriori
controlli e verifiche. Sono stati certificati oltre mille ettari
di arboricoltura da legno e 30mila ettari di bosco.
Il vivaio forestale regionale di Curno (BG), gestito da
ERSAF, coltiva 60 specie arboree ed arbustive autoctone
grazie alle sementi provenienti dai boschi da seme
lombardi; le piantine sono usate per i nuovi boschi in
pianura e fondovalle creati con i fondi europei del
Programma di Sviluppo Rurale e dei programmi regionali;
inoltre, certifica le pioppelle da usare nella pioppicoltura.
VI SONO REGOLE CONTRO IL DISBOSCAMENTO?
Il disboscamento, ossia il cambio di destinazione d’uso di
una superficie boscata per realizzare cave, viabilità, edifici,
servizi pubblici o altro, rappresenta un problema
marginale in Lombardia. Dal 2003 al 2011 gli Enti forestali
hanno autorizzato la trasformazione d’uso di circa 1˙200
ettari di suolo boscato (solo lo 0,19% dei boschi esistenti).
Le autorizzazioni possono essere rilasciate solo previa
verifica di compatibilità, salvaguardando i boschi più
importanti anche se posti fuori dalle aree protette. In caso
di autorizzazione, viene contestualmente imposto l’obbligo
di effettuare interventi compensativi: dove c’è poco bosco
(pianura), bisogna creare nuovi boschi su superficie da 2 a
5 volte quella eliminata, mentre dove c’è molto bosco
(montagna) sono imposte opere di manutenzione dei
boschi esistenti o di regimazione idraulica. Ciò ha generato
interventi compensativi per un valore di circa 63 milioni €.
VI SONO REGOLE SUL TAGLIO DEL BOSCO?
Regione Lombardia si è dotata di regole precise (“Norme
Forestali Regionali”) per chi taglia il bosco per produrre
legname (non confondere questo con il disboscamento!
Dopo il taglio legna il bosco ricresce!) Dal 15 settembre
2007 in Lombardia le richieste di taglio per legna devono
essere fatte con una procedura informatizzata (SITaB), che
permette agli Enti forestali di avere un monitoraggio
completo ma semplificato e a Regione Lombardia di
ricavare statistiche utili alle politiche di settore. Le
denunce presentate sono sottoposte a controlli obbligatori
da parte degli enti forestali che verificano il rispetto delle
regole e della pianificazione locale. Tutte le aree di taglio
sono visualizzabili sul Geoportale della Lombardia:
www.cartografia.regione.lombardia.it/sitabtaglioboschi
Nel periodo 2007-2011 la richiesta media annua di legna o
legname è stata di circa 580˙000 mc, per la maggior parte
nei boschi cedui (73%) per uso energetico. I boschi cedui
sono tagliati perlopiù dai proprietari o imprese agricole,
spesso per autoconsumo o piccolo commercio; i boschi
d’alto fusto sono tagliati perlopiù dalle imprese boschive.
Complessivamente, i tagli legna riguardano ogni anno solo
l’1,5% dei boschi e nelle metà dei casi sono fatti da privati,
nell’altra metà da imprese o enti pubblici; la robinia
costituisce il 18% della massa tagliata, seguita dal castagno
(14%), dall’abete rosso (13%, è la specie più tagliata nei
boschi d’alto fusto), faggio (9%), carpino nero (7%), le
querce (7%) e altre specie (32%).