Verb_Assemblea appr_bil_ 2013_2^conv
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Verbale dell’Assemblea dei Partecipanti al Fondo Pensione per il Personale della Banca di Roma tenutasi in seconda convocazione nel giorno 28 maggio 2014 presso i locali di Unicredit Viale Tupini n.180 Ordine del giorno Esame e approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2013 Il giorno 28 maggio 2014 alle ore 17,30 si è riunita, presso la Unicredit in Roma, Viale Tupini n. 180, l’Assemblea dei Partecipanti al Fondo Pensione per il Personale della Banca di Roma per discutere e deliberare sul seguente: Ordine del Giorno 1. Esame ed approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2013; 2. Conferimento conti dell'incarico per il triennio dell'Organo di controllo legislativo 39/2010). di revisione legale 2014/2016 su (art. del 13 Deliberazioni dei proposta decreto inerenti e conseguenti. Il Presidente verifica la presenza dei componenti del Consiglio di Amministrazione nelle persone, oltre che di se stesso, del Vice Attenni, Alessandro Presidente Fava, Enrico Annarita Marongiu, Grano, Claudio Fulvio Matera, Massimo Pagliarani, Angelo Pangallo, Carla Pantaloni, Marco Pierri, Pasquale Vitantonio. Sandulli, Informa Agostino Cassarà, Verifica la Revisori nelle di Miriam assenza Massimo presenza dei persone Travaglia, giustificata Giovannelli componenti del e del Presidente, i Roberto signori: Silvio Lops. Collegio Prof. dei Stefano Garzella e dei Revisori Marco Oggioni e Giovanni Gentile e informa dell’assenza giustificata del Revisore Tommaso Cervone. Ai sensi dell’articolo 10, comma 1, dello Statuto designa a Segretario il Direttore Generale e Responsabile del Fondo, 1 dott. Stefano Centi Colella e a scrutatori i signori Alba Rosaria Senia, Francesco Paris e Miriam Barletta. Il Presidente comunica che: - l’avviso di convocazione è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Parte II, n.41, del 5 aprile 2014, con all’ordine del giorno: 1. Approvazione del bilancio al 31/12/2013; 2. Conferimento dell'incarico di revisione legale dei conti per il triennio 2014/2016 su proposta dell'Organo di controllo legislativo 39/2010). (art. 13 del Deliberazioni decreto inerenti e conseguenti; - i partecipanti sono stati avvisati anche tramite avviso sul portale del Fondo e mediante invio a mezzo posta di apposita circolare al domicilio di ciascun partecipante non in servizio; - sia la circolare di convocazione, sia il fascicolo di bilancio sono stati resi disponibili sul sito del Fondo, nonché presso la sede del Fondo; - sono stati messi a disposizione dei presenti i fascicoli di bilancio completi delle relazioni del Consiglio di Amministrazione, Società di del Collegio revisione Deloitte dei & Revisori Touche, e della nonché il bilancio tecnico attuariale e la documentazione relativa al conferimento dell’incarico di revisione legale; - la bozza del bilancio di esercizio è stata inviata – ai sensi dell’articolo 16, comma 4^ dello Statuto – ai competenti organi di Unicredit S.p.A.; - la prima convocazione del 30 aprile 2014, ore 11:00, non ha raggiunto il “quorum” previsto, in quanto erano presenti solo tre partecipanti. Si riserva altresì di comunicare quanti oggi sono i presenti o rappresentanti su 19.911 partecipanti. Il numero dei presenti in sala comunque garantisce il regolare svolgimento 2 dell’odierna assemblea ai sensi dell’articolo 9, comma 1^ dello Statuto. Prega coloro che vorranno intervenire, dopo la relazione del Consiglio di Amministrazione e dei Revisori, di segnalare il proprio nominativo presso il banco di accettazione. Constatata dunque la regolare costituzione dell’Assemblea, dichiara aperta la seduta. Con il consenso di tutti i presenti, omette la lettura completa della relazione sulla gestione e illustra le voci più salienti documento del di bilancio sintesi d’esercizio che si allega la presentazione contenuti (all.1) al nel presente verbale. Il Presidente 31.12.2013 avvia evidenziando quelli che del sono bilancio stati gli al eventi rilevanti che si sono verificati nel corso dell’anno che si è concluso. Il primo tema che porta all’attenzione, già noto, in quanto divulgato tramite l’Accordo raggiunto maggio u.s. è il sito dalle stato internet Fonti del Fondo, Istitutive. sottoscritto riguarda In l’Accordo data delle 16 Fonti Istitutive avente ad oggetto l’adozione di provvedimenti in riferimento alla situazione patrimoniale del Fondo. Detto Accordo, tenuto conto della situazione economico-finanziaria della Sezione a Prestazione Definita e in coerenza con la recente disciplina di riferimento (in particolare, art. 7bis, comma 2-bis, D.Lgs. 252/05), modifica il meccanismo di adeguamento delle prestazioni risultante dagli artt. 28, comma 6, e 31 dello Statuto. Per effetto di l’adeguamento tale delle Accordo, prestazioni a decorrere sarà dal effettuato 2015, secondo l’effettivo rendimento della gestione del patrimonio della Sezione risultante rendimento dalla rilevato Amministrazione in sede differenza annualmente di tra dal compilazione il tasso Consiglio del Bilancio di di di esercizio e il tasso di equilibrio calcolato dall’attuario. 3 Per il 2014 le Fonti hanno convenuto di non dar luogo all’applicazione del meccanismo in parola. Il Presidente passa all’argomento relativo al Conferimento dei mandati di gestione (Sezione a Contribuzione Definita – Comparto Moderato) componente gestita e riferisce tramite che mandati nel ha complesso registrato la una performance annua del 7,29%. In dettaglio: i due mandati “Governativo globale” (State Street GA Ltd +0,51%, Dexia AM S.A. – ora Candriam - +0,45%) hanno leggermente sotto-performato il benchmark (rispettivamente –0,07% e -0,13%) mentre gli altri gestori (mandato obbligazionario “Corporate e High Yield Globale” AXA IM +3,33%; +24,66%) hanno mandato “Azionario sovra-performato i Globale” Anima rispettivi Sgr indici di riferimento (rispettivamente +0,61% e +2,38%). Il Presidente prosegue 2013 è Imprese stata la comunicando che in data 14 giugno formalmente partecipata cancellata Immobiliare al Registro Stazione di delle Cossato S.p.A. All’esito del processo di liquidazione il Fondo ha beneficiato di un contributo positivo di oltre € 4 mln. In merito alla gestione dei Reclami si segnala che per l’anno 2013 è pervenuto un solo reclamo al Fondo riguardante la gestione amministrativa della posizione. Proseguendo il Presidente riferisce che anche per il 2013 la redazione del Bilancio tecnico relativo alla sola Sezione a Prestazione Definita è stata affidata allo Studio Orrù e Associati. Le valutazioni attuariali sono illustrate in un apposito documento a disposizione dei presenti. A parità di ipotesi economiche e finanziarie, il deficit della Sezione risulta di euro 221,1 mln, in leggero aumento rispetto all’esercizio precedente. Il Presidente illustra brevemente i motivi che hanno determinato tale aumento e che sono riconducibili essenzialmente ai minori contributi versati al Fondo, euro 24,3 mln nel 2012 ed euro 21,1 mln nel 2013. Tale andamento ha risentito sensibilmente sia della dinamica 4 salariale degli attivi, pressoché statica, che della progressiva e fisiologica diminuzione dei versanti. Si fa presente riserve che la tecniche, riserva supplementare, calcolata ai sensi pari al dell’art. 4% 5 delle Decreto Ministero dell’Economia e delle Finanze 7 dicembre 2012 n. 259, di cui si dirà più avanti, ammonta a euro 48,0 mln; pertanto in tale ipotesi il disavanzo passa da euro 221,1 mln a euro 269,1 mln. Altro aspetto importante, precisa il Presidente, è la Gestione immobiliare. Gli investimenti diretti in immobili del Fondo, a fine 2013, hanno un valore stimato di circa 383,6 mln, pari a circa il 38% del patrimonio complessivo del comparto a prestazione definita. Il patrimonio immobiliare è composto per circa il 50% dal valore dell’immobile ad uso uffici sito in Roma, Viale Tupini n.180, locato ad Unicredit. Al riguardo si rappresenta che in data 7 aprile 2014 è pervenuta al Fondo una comunicazione di disdetta del contratto di locazione a far data dal 30/6/2019. Il Consiglio di Amministrazione ha avviato a luglio 2013 un processo di apporto ad un fondo immobiliare, tale procedura è ad oggi ancora non conclusa. Proseguendo il Presidente segnala che, con riferimento al Decreto 7 dicembre 2012 n. 259 - Regolamento di attuazione dell’art. 7-bis, comma 2, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n.252, recante i principi per la determinazione dei mezzi patrimoniali di cui debbono dotarsi i fondi pensione che coprono rischi biometrici che garantiscono un rendimento degli investimenti o un determinato livello di prestazioni, la cui applicazione, l’accantonamento di come prima attività accennato, comporterebbe supplementari permanenti rispetto alle riserve tecniche nella misura corrispondente almeno al 4% del valore di queste ultime, la Commissione di Vigilanza ha emanato una circolare che fissa al 30 giugno 2014 il termine per le attività necessarie alla materiale 5 attuazione delle procedure e dei processi interni, nonché per la costituzione delle riserve tecniche previste dal predetto decreto. Il Fondo sta predisponendo la documentazione da sottoporre alla Covip a seguito dell’accordo delle Fonti Istitutive del 16 maggio 2014. Il Presidente passa all’aggiornamento delle performance a marzo 2014 - Sezione a Prestazione Definita. Il monitoraggio evidenzia a marzo 2014 un rendimento a valori di mercato del 2,02% ed un controvalore di € 1.001,5 mln rispetto ad un controvalore contabile di € 978,9 mln, con un saldo plusvalenze/minusvalenze latenti di € 22,6 mln. Le plusvalenze lorde sul portafoglio titoli immobilizzati ammontano ad € 32.2 mln. Al 30.11.2011 il controvalore contabile del patrimonio era di € 1.072,47 mln rispetto ad un valore di mercato corrispondente di € 1.007,72, con minusvalenze latenti di € 68,78 mln. Il Presidente sottolinea che il saldo della gestione immobiliare è in miglioramento rispetto al 2012: € 26 mln contro € 23 mln; così come in leggero miglioramento è il saldo della gestione mobiliare. Per la parte finanziaria va osservato il dato del rendimento netto della gestione che nel 2012, a valore contabile, era di € 22,6 mln e che nel 2013, sempre a valore contabile, è di € 22,9 mln. Esso risulta inferiore al rendimento che si ha con l’allineamento a valore di mercato dei titoli valutati al costo; i dati, riferiti a dicembre, esprimono un saldo di € 7,3 mln nel 2013 che si contrappone ad un saldo di € 5,1 mln nel 2012. I 7,3 mln a fine aprile sono saliti ad oltre € 20 milioni. Per quanto riguarda invece la gestione immobiliare, come di consueto sono contabili - state che fatte però due sono ipotesi, quelle influenzate in a valori maniera significativa dalle plusvalenze realizzate (€ 16 milioni nel 2013 e € 14 milioni nel 2012) – e quelle a valori di 6 mercato. In quest’ultimo caso scaturisce un rendimento netto di € 10,8 mln nel 2013 rispetto a € 9,6 mln nel 2012. Il Presidente passa poi ad analizzare la parte relativa ai tassi di rendimento. I tassi di rendimento, secondo la formula di Hardy, sono in miglioramento. Nel 2013 abbiamo un 5,08% contabile che si confronta con 4,53% del 2012 e un valore rettificato di 4,18% rispetto a 3,63%, chiaramente più basso proprio perché depurato delle plusvalenze immobiliari considerate delle componenti straordinarie. La gestione complessiva ha un rendimento negativo, a valori contabili dell’1,94% rispetto all’1,78% e a valori rettificati del 2,79% rispetto al 2,63%. In tale ambito la gestione previdenziale ha un rendimento negativo: -6,96% nel 2013 e -6,26% nel 2012. Sempre in tema di redditività il Presidente precisa che è stata separata la Gestione Immobiliare da quella Mobiliare per capire il contributo di ciascuna di esse, anche qui nelle conto due ipotesi per la immobiliari e contabile gestione per la e rettificato, immobiliare gestione cioè delle mobiliare del tenendo plusvalenze valore di mercato dei titoli. Focalizzando l’attenzione sui dati più significativi, vediamo che la Gestione Immobiliare è passata dal 2,22% al 2,72% nel 2013, e la Gestione Mobiliare, tenendo conto sempre dei valori di mercato dei titoli, è passata dal 4,65% al 5,17% nel 2013. Da un punto di vista invece contabile, il rendimento della Gestione Immobiliare passa dal 5,59% del 2012 al 6,88% del 2013; tali rendimenti tengono conto del fenomeno delle plusvalenze; infatti al netto di esse il rendimento passa dal 5,59% al 2,22% per il 2012 e dal 6,88% al 2,72% per il 2013. Riguardo la Gestione Finanziaria si passa dal 3,78% nel 2012 al 3,89% nel 2013 a valore contabile, cioè senza tener conto 7 delle plusvalenze implicite sul portafoglio immobilizzato. Considerando passerebbe anche al tale 4,65% apprezzamento e il 3,89% implicito diventerebbe il il 3,78% 5,17%. L’incremento è dovuto al favorevole andamento del mercato proseguito ulteriormente nel 2014 e, ad oggi, probabilmente si avrebbe un +9%. Comunque, l’indice di copertura complessivo del disavanzo attuariale a valori contabili si mantiene costante pari al 72%, a cui hanno contribuito, nel 2012, la Gestione Immobiliare per il 37% e quella Mobiliare per il 35%; nel 2013 tali valori si attestano rispettivamente a 39% e 33%, ma questo sempre includendo le plusvalenze legate agli immobili. L’indice di copertura, senza tener conto delle plusvalenze, chiaramente si abbassa al 60% nel 2013 e la composizione interna si inverte, nel senso che la copertura del deficit è frutto più della Gestione finanziaria (44%), che non di quella immobiliare (16%). Nella Contribuzione Definita - Comparto Moderato - abbiamo avuto un rendimento del 5,47% al lordo delle imposte che diventa 4,88% al netto delle stesse, valore sostanzialmente in linea con quelli dei fondi negoziali così come riferito nella mattina odierna alla presentazione della Relazione annuale della Covip. Inoltre il Presidente ritiene importante chiarire che la migliore performance del 2012 è sensibilmente influenzata dalle riprese di valore dei titoli svalutati negli anni precedenti. Infatti le riprese di valore nel 2012 valevano 16 milioni e nel 2013 valgono 2 milioni; ciò spiega la differenza di rendimento: 8,64% nel 2012 e 5,47% nel 2013. Ma al netto di questo effetto, di carattere straordinario, e ragionando sui rendimenti cosiddetti normalizzati, cioè sui rendimenti a regime, si rileva che nel 2012 si ha un rendimento del 2,75% e nel 2013 del 4,82%; complessivamente è senz’altro un risultato positivo. 8 Il Presidente conclude con un’analisi del Comparto Garantito ricordando che il TFR si è rivalutato dell’1,7% nel 2013 e quindi i tassi di rendimento vanno paragonati con tale valore. Per quanto riguarda il suddetto Comparto, si può notare che lo stesso ha abbondantemente battuto la rivalutazione del TFR avendo registrato una crescita nel 2013 del 2,90%, 3,12% nel 2012. Esaurita la fase di presentazione dei dati di bilancio, il Presidente passa la parola al Presidente del Collegio dei Revisori, Prof. Stefano Garzella, il quale dà lettura della Relazione del Collegio medesimo (All.2). Il Presidente prima degli interventi prega i partecipanti di prendere nota di una correzione sulla Relazione nella quale, a causa di un errore materiale, a pag. 16 è stato scritto relativamente ai giudizi sulla cosiddetta perequazione: “… Allo stato la Corte Suprema della Cassazione si è pronunciata su un unico ricorso rigettandolo” in realtà il Pubblico Ministero ha chiesto il rigetto del ricorso e la decisione non è stata ancora depositata. A questo punto il Presidente dichiara aperta la discussione. ------Interviene l’iscritto Roberto Remorini e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Buonasera. Sono Roberto Remorini, pensionato e fiduciario per l’Emilia Romagna, dell’Associazione Nazionale Pensionati della Banca di Roma. Premetto che nelle assemblee tenutesi negli scorsi due anni, nell’intento di dare fiducia al nuovo Presidente anziché relativi ed ad esprimere bilanci, un nuovo voto ci Consiglio contrario siamo di Amministrazione, all’approvazione limitati del all’astensione, nell’intento di dare fiducia al nuovo Presidente ed al nuovo Consiglio di Amministrazione. Purtroppo dobbiamo rilevare che le favorevoli prospettive per il superamento della crisi del Fondo e le conseguenti 9 assicurazioni da parte del Consiglio di Amministrazione non si sono realizzate nemmeno in parte. Infatti dall'esame del conto economico del bilancio al 31/12/2013 si rileva che “l'attivo netto destinato alle prestazioni” anche questa volta è diminuito notevolmente di Euro 19.684.560 che vanno ad aggiungersi al risultato negativo per Euro 18.840.241 dell'anno precedente con un rilevante peggioramento della situazione patrimoniale ed economica del Fondo. Tale risultato è determinato in finanziaria il cui patrimonio, nonostante il progressivo investimenti della come dal degli rendimento e precedenza, aumento modesto soprattutto finanziari per gestione il noto disinvestimento del patrimonio immobiliare e le conseguenti notevoli plusvalenze, non ha prodotto i tanto sperati positivi risultati che dovevano sostituire i certi ricavi sempre ottenuti dagli immobili del Fondo, particolarmente quelli residenziali. Lo stato patrimoniale, conseguentemente, evidenzia una corrispondente diminuzione e si stanno, espressi in pertanto avverando occasione delle i timori precedenti ripetutamente assemblee dalle associazioni dei pensionati. II bilancio tecnico attuariale a sua peggioramento con un aumento del già volta evidenzia un rilevante disavanzo che al 31 dicembre 2013 risulta di Euro 221 milioni da Euro 191,2 milioni dell'anno precedente. I1 Consiglio del Fondo riguardo al deficit attuariale, nella sua relazione, riferisce solamente come lo scorso anno che nel corso del 2013 sono proseguiti gli incontri delle Fonti Istitutive al fine di individuare le soluzioni più idonee per il riequilibrio del Fondo. Inoltre aggiunge che, nel caso in cui si dia corso alla riserva supplementare del 4% ai sensi del Decreto Ministero Economia e Finanze n.259 del 7/12/2012 il disavanzo passa da 221 milioni a 269 milioni. 10 Queste informazioni ci lasciano molto perplessi ed in particolare, rileviamo che il Consiglio di Amministrazione avrebbe dovuto essere molto più determinato e incisivo in quanto il problema si protrae da troppo tempo senza alcuna soluzione. Va infatti ricordato che alla fine del 2010 le "Fonti Istitutive" prorogarono la durata fino al 30 settembre 2011 del Consiglio di Amministrazione in scadenza nel presupposto che una certa "Commissione centrale tecnica” con la collaborazione degli amministratori in carica avrebbe potuto assumere, entro tale nuova scadenza i necessari urgenti provvedimenti di riequilibrio. Ovviamente non si è concluso nulla. Ricordiamo, per quanto superfluo, quanto più volte rimarcato in precedenza e cioè che tale disavanzo e stato determinato per larga parte dal danno patrimoniale causato al Fondo Pensione dagli esodi anticipati e dai trasferimenti ad altre banche, del riguardo personale non effettuati possiamo responsabilità in esimerci linea di dal dal 2005 ad oggi. confermare diritto le Al gravi dell'Unicredit e soprattutto in Linea morale dello stesso e dei sindacati, nominalmente e concretamente "cosiddette Fonti Istitutive". Nell'intervento fatto nella precedente Assemblea invitammo l'attuale Consiglio del Fondo ad insistere soprattutto nei confronti dell'Azienda per ottenere il dovuto rimborso del predetto danno patrimoniale, come già detto, ci limitammo ad astenerci dall'approvazione del bilancio. Circa dieci giorni orsono siamo venuti a conoscenza dell'Accordo stipulato il giorno 16 del corrente mese tra le Fonti Istitutive per eliminare il disavanzo della gestione a prestazione l'obbligo definita. dell'Unicredit patrimoniale circa la Accordo arrecato metà del semplicisticamente di dalla ignora ripianare stessa disavanzo il che al il Fondo attuariale problema completamente e eliminando noto danno ammontante che a risolve totalmente 11 l'adeguamento annuale delle nostre pensioni e prevedendo addirittura la riduzione degli importi erogati. A questo punto, evidentemente, non ci rimane altra soluzione che seguire altre strade per ottenere il riconoscimento e la salvaguardia dei nostri diritti. In dipendenza di quanto precede ed in considerazione del fatto che il CdA non si è adoperato in maniera risolutiva nei confronti deficit, dell'Unicredit, siamo costretti a per non ripianare approvare il il pesante bilancio in esame. Consegno una copia del presente intervento perché venga messo a verbale”. Interviene l’iscritto Giuliano Panizza e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Sono Giuliano Panizza, pensionato e Fiduciario per la Regione Liguria dell’Associazione Nazionale Pensionati della Banca di Roma. Rilevo che purtroppo lo stato patrimoniale ed il conto notevole economico relativi peggioramento all'anno della 2013 gestione evidenziano a un prestazione definita. Altrettanto negativo risulta il bilancio tecnico attuariale. Aumenta peraltro il numero dei pensionati che al 31 dicembre 2013 risultano 14.991 e ad essi va aggiunto il numero dei differiti e in accompagno di 1.885, mentre gli iscritti in attività di servizio sono diminuiti da n. 5.030 dello scorso anno a n. 4.748. Di fatto la gestione complessivamente n. a prestazione 21.684 iscritti definita con una riguarda presenza prevalente di pensionati pari al 78 per cento. Ribadisco l’osservazione espressa in occasione della scorsa assemblea che i rappresentanti dei pensionati nel Consiglio di Amministrazione non vengono eletti solamente dai pensionati stessi ma da tutti gli iscritti, anche da quelli iscritti solo alla gestione a contribuzione definita. 12 La stessa cosa avviene per gli organi elettivi che amministrano e controllano il patrimonio e la conduzione del Fondo. In sostanza la tutela e la gestione del patrimonio della gestione a prestazione definita sono affidate per la parte elettiva quasi completamente a persone che non hanno alcun interesse né titolarità di fatto ad espletarle. Inoltre ci risulta anziché far che fronte il alle Consiglio promesse di Amministrazione, rivolteci anche nella scorsa assemblea di tenere conto delle nostre richieste e di attivarsi per ottenere dalla banca il rimborso del danno patrimoniale ben noto causato alla prestazione definita, si sta predisponendo a sospendere la perequazione delle nostre pensioni e ad adottare ulteriori provvedimenti penalizzanti d'accordo con le Fonti Istitutive avvalendosi dell'iniquo Decreto Legge 28 giugno 2013 n.76. Sembra un bollettino di guerra per un'unità dell'esercito che sta per essere distrutta. Questa di fatto è la realtà del nostro Fondo creato nel lontano 1951 con lo scopo di pensione integrativa che consentisse al pensionato di aggiunta a Pensione, assicurare una quella dell'INPS percepire un reddito per poter vivere pressoché uguale all'ultimo stipendio e di distrutto dal 2007 anno dal fatto quale i nuovi assunti non sono più entrati nel Fondo, e dal 2005 in quanto l'azienda non ha rimborsato il danno patrimoniale creato al Fondo stesso dagli esodi anticipati e dai trasferimenti del personale ad altre banche per la vendita di sportelli né il Fondo ha mai chiesto il rimborso in questione all'Unicredit ma anzi d'accordo con i sindacati il giorno 16 corrente ha deciso di sospendere definitivamente la perequazione annuale delle nostre pensioni scaricando solo sui pensionati il deficit dovuto alle suesposte attività dell'Unicredit. Considerato quanto precede, particolarmente la mancanza di qualsiasi utile attività del Consiglio di Amministrazione 13 per il recupero del disavanzo nei confronti dell’Unicredit esprimo parere contrario all’approvazione del bilancio in esame anche quale segno di contestazione nei confronti delle Fonti Istitutive”. Consegno una copia del presente intervento perché venga messa a verbale. Interviene l’iscritto Francesco Marseglia e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Buonasera. Mi chiamo Francesco Marseglia pensionato e sono anche Fiduciario per la Regione Toscana dell’Associazione Nazionale Pensionati della Banca di Roma. Rappresento oltre 300 pensionati della Toscana, 70 dei quali mi hanno rilasciato delega e qui formalmente li rappresento. Il risultato della gestione immobiliare al 31 dicembre 2013 (di Euro 26.806.148) è leggermente diminuito rispetto a quello dell’anno precedente (di Euro 23.876.085) ma è ancora superiore al risultato della gestione finanziaria diretta(di Euro 22.946.700) che inoltre ha presentato una minusvalenza di Euro 1.076.907. Nel predetto risultato della gestione immobiliare ha influito anche se in misura inferiore rispetto allo scorso anno, come conseguita negli nelle esercizi vendite di precedenti, la appartamenti. I plusvalenza fitti attivi sono di poco diminuiti e permangono ancora rilevanti (Euro 17.983.899) ma sicuramente saranno ridotti per effetto delle ulteriori vendite. Come avevamo rappresentato più di una volta e rilevato nella precedente assemblea i1 risultato della gestione finanziaria non è misura cresciuto fino sufficiente, il al punto flusso da di sostituire, entrate almeno finora in derivato dalla gestione immobiliare. Questa considerazione negli scorsi anni è stata ripetutamente espressa al Consiglio di Amministrazione dalle Associazioni dei pensionati nei loro interventi alle 14 assemblee convocate annualmente per l’approvazione dei bilanci. Siamo costretti pertanto a ribadire la disinvoltura con la quale è stato svenduto il nostro patrimonio immobiliare che rappresentava la certezza per il pagamento delle nostre pensioni. Anzitutto, si sono venduti gli immobili residenziali la cui vendita si applicato a presentava facile tutti inquilini, gli e sicura. per Si la è infatti maggior parte estranei a1 Fondo, lo sconto esagerato del 30% sul prezzo di vendita stabilito e si è beneficato le società incaricate della semplice formalità amministrativa di comunicare le vendite agli inquilini concedendo un compenso del 3% quale provvigione per il loro interessamento. Si è evidentemente depauperato il patrimonio del nostro Fondo. Rileviamo poi che non si è tenuto alcun conto della nostra richiesta di ottenere dalla COVIP una deroga tra l'altro prevista dalle norme, al termine del 2013 per la riduzione dell’investimento immobiliare, allo scopo di rallentare le vendite e poter continuare a beneficiare di una consistente entrata di cassa mediante il flusso mensile degli affitti. Al contrario il Fondo ha rinunciato all’unico strumento che poteva consentire investimenti immobiliari, la Immobiliare Stazione di Cossato Spa che è stata messa in liquidazione e chiusa nel maggio dello scorso anno, mentre la normativa in essere avrebbe consentito ampie possibilità senza limiti negli investimenti immobiliari. Alla luce di quanto precede e tenuto conto del grave comportamento tenuto dalle Fonti Istitutive che recentemente hanno sottoscritto un Accordo che non prevede il più volte richiesto danno ripianamento patrimoniale trasferimenti dall'anno 2005 ad ma da causato parte dell’Unicredit dagli altre banche che elimina esodi del di agevolati personale fatto del la noto e dai effettuati perequazione annuale delle pensioni prevista dallo Statuto del Fondo con 15 possibilità di riduzione degli importi attualmente corrisposti. Confermiamo il giudizio negativo sul bilancio al 31 dicembre 2013 che ovviamente, non approviamo. Consegno una copia del presente intervento perché venga messa a verbale”. Interviene l’iscritto Giuseppe Delfino e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Sono Giuseppe Delfino, pensionato. Premetto che il testo che leggerò evidentemente è stato redatto prima dell’intervento del Presidente e prima che lo stesso illustrasse tutte quelle belle tabelle. A riguardo due piccole osservazioni: queste tabelle, lo avevo già detto l’anno scorso, sarebbe stato molto più utile che fossero inserite nel fascicolo del bilancio, così avremmo avuto il tempo di ragionarci sopra. Premetto che le considerazioni che seguono sono esposte dal sottoscritto a titolo dell’associazione personale “Giorgio e quale Benetti”, Presidente costituita tra partecipanti a questo Fondo ed aderente alla FAP CREDITO – Federazione Nazionale Sindacale delle Associazioni dei Pensionati del Credito. Dette osservazioni si riferiscono devo confessare alla Gestione a redigere le Prestazione Definita. In via preliminare, che nel presenti note è sorto in me un notevole imbarazzo dato che le varie osservazioni che avrei ritenuto opportuno formulare sarebbero state - in gran parte - una ennesima ripetizione di quanto già esposto (inutilmente) più volte in sede delle passate assemblee. Inoltre, la Relazione del CdA risulta quest'anno ancor più ipocrita che in passato; la principale preoccupazione dell'Amministrazione continua ad essere non tanto quella di presentare ai Partecipanti un quadro esatto della reale situazione del Fondo - come esplicitamente previsto dalle vigenti normative - quanto fornirne una visione edulcorata, 16 evasiva, sfuggente e, in sostanza, del tutto inattendibile e irrealistica. Questo iniziale sconcerto disagio si è nell'apprendere, trasformato pur se in non autentico del tutto inaspettatamente (in un primo tempo da "voci di corridoio", poi con la pubblicazione sul sito del Fondo avvenuta peraltro solamente in data 22 c.m.) che: la A. Covip, in relazione all'abissale disavanzo attuariale del Fondo, aveva ingiunto la presentazione di un Piano Strutturale di Riequilibrio Tecnico, tassativamente entro i1 30 giugno p.v. pena il commissariamento; B. a seguito di tale deciso intervento le sedicenti Fonti Istitutive (Organizzazioni Sindacali ed Azienda) hanno sottoscritto in data 16 del corrente mese un Accordo che riguarda tutti gli iscritti alla sezione a Prestazione Definita e che prevede, a far tempo, dal 1° gennaio 2015, che "le variazioni delle prestazioni correnti e future a carico della sezione a prestazione definita sono effettuate secondo l'effettivo rendimento del patrimonio della Sezione, risultante dalla differenza tra il rendimento rilevato in sede di compilazione del bilancio di esercizio e il tasso necessario per il mantenimento dell’equilibrio determinato sulla base di apposite valutazioni attuariali. In pratica, ne deriva che: - l'onere della ristrutturazione proposta ricade esclusivamente sui Pensionati; - nel caso che la differenza di cui al punto B, cioè tra la differenza dei due tassi, sia negativa le pensioni subiranno una diminuzione proporzionale; - considerando che in le passato pensioni detta stata negativa, sono tardi - ad azzerarsi completamente. differenza destinate - è sempre presto o Inoltre, il quadro di questa situazione fallimentare viene completato con un crudo realismo dall'Attuario che apertamente dichiara: 17 "che la sola eliminazione del meccanismo statutario di adeguamento delle prestazioni non è sufficiente a riportare la situazione del Fondo in equilibrio né può garantire il mantenimento nel tempo. Ne consegue pertanto l'inderogabile necessità… di ulteriore intervento.” A questo punto ritengo che sia superfluo addentrarsi nell'esame di singoli dati di Bilancio o rammaricarsi per l'assoluta superficialità, inconsistenza e "strumentalità" della Relazione del Consiglio di Amministrazione e che non resti che auspicare che la Covip non ratifichi l'Accordo in parola e disponga il commissariamento del Fondo. Sarà così finalmente possibile appurare l'esatta situazione del Fondo, se possibilità di esistono o risanamento meno ed effettive individuare e concrete (finalità non secondaria) le esatte cause che hanno creato il presente stato di grave dissesto del Fondo e le relative responsabilità personali e/o collettive (anche alla luce del dettato dell’art.15 commi 6 e 7 dello Statuto, ponendo in essere le più opportune azioni di recupero/risarcimento). Per quanto ovvio, dichiaro che esprimerò - a mio nome ed in forza delle deleghe rilasciatemi – parere negativo all'approvazione del Bilancio in esame”. Chiedo formalmente che il testo del presente mio intervento venga inserito integralmente nel verbale d’assemblea. Interviene l’iscritto Leone Vernice: “Sono Leone Vernice, Fiduciario di me stesso e farò un intervento velocissimo. Non condivido gli interventi che ci sono stati bilancio prima 2013; per vorrei quanto riguarda tuttavia la bocciatura intervenire sul del testo dell’Accordo delle Fonti Istitutive che pone un momento di rottura rispetto al passato, visto che non vi è più certezza del miei 307 euro mensili di pensione. Peraltro aggiungo che c’è un problema di rappresentatività nel CdA, dal momento che i pensionati iscritti al Fondo sono circa 17.000, rispetto a circa 4.000 attivi. In questo nuovo 18 quadro nasce l’esigenza, visto e considerato che questo è un mondo che è cambiato, di scegliere i candidati all’interno del Consiglio di Amministrazione. Innanzitutto con un rapporto almeno paritario fra pensionati e partecipanti in servizio, e dando la possibilità ai pensionati e ai partecipanti in servizio di scegliere i candidati in modo autonomo. Attualmente votando un candidato automaticamente ne voto sette e poiché la pensione varierà in base ai rendimenti dovrei avere il diritto democratico di scegliere la persona che deciderà gli investimenti del Fondo. Preciso un’altra dimenticate rimborso di al cosa: inserire Fondo da le in parte Fonti questo di Istitutive accordo Unicredit si una per sono forma gli di esodi, prepensionamenti e altro. Il costo che il Fondo sopporta a fronte di tali iniziative non viene assolutamente preso in considerazione dalla banca, non può essere che un problema di Unicredit non venga assolutamente salvaguardato all’interno del nostro Fondo. Ah dimenticavo una cosa, scusate. Una piccola cosa. Questa è la stessa banca che in maniera vergognosa ha dato 120 milioni di euro a tre persone: Arpe, Profumo e Geronzi, e non ha da integrare 40-50 milioni per 21.000 iscritti. Si devono vergognare”. Interviene l’iscritto Luigi Venier e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Certamente questo intervento è stato molto colorito e credo anche apprezzato da parecchi di quelli che stanno qui ad ascoltare. Io non sarò così colorito. Vorrei anzi, prima di leggere la mia relazione, dare atto invece al Consiglio di Amministrazione e al Presidente, il Professor Di Lazzaro, di non aver nascosto alcuna negatività e mettere in risalto anche qualche piccola positività. Detto questo, sono Luigi Venier, Segretario dell’Associazione Nazionale Pensionati della Banca di Roma. 19 Il bilancio del Fondo al 31 dicembre 2013 chiude con un disavanzo di Euro 19.684.560 e conseguentemente il "netto patrimoniale destinato alle prestazioni" si riduce a Euro 842.053.136 contro Euro 861.737.696 dell'anno 2012. Il disavanzo attuariale è salito da Euro 191,2 milioni del 2012 a Euro 221 milioni del 2013 e, come riferisce il Consiglio di Amministrazione, potrebbe aumentare fino a Euro 269 milioni qualora il Consiglio stesso realizzasse la riserva supplementare del 4% prevista dal Decreto Ministero Economia e Finanze n.259 del 7/12//2012. Il numero degli definita iscritti diminuisce contribuzioni in con servizio relativa complessive mentre della prestazione diminuzione aumenta il delle numero dei pensionati. Anche se non incide nella gestione della prestazione definita diminuisce il numero degli iscritti della gestione a contribuzione definita soprattutto perché come è noto dall’1 gennaio 2007 i nuovi assunti affluiscono al Fondo Unicredit. In pratica il nostro Fondo Pensione è finito e di fatto è in via di liquidazione. In una situazione del genere le Fonti Istitutive non hanno preso alcuna disavanzo rimborso decisione attuariale da parte per ridurre causato in dell'azienda almeno in parte il gran parte dal mancato del danno patrimoniale arrecato al Fondo dagli esodi anticipati del personale e dalla Anzi vendita hanno risolto degli ignorato sportelli e la questione semplicisticamente perequazione annuale dei delle il relativi dipendenti. e recentemente problema nostre pensioni hanno eliminando e la modificando d'imperio il meccanismo di erogazione delle pensioni stesse, avvalendosi di quanto previsto dal D.L. n. 76 del 28 giugno 2013. Il Consiglio non ha mantenuto le promesse fatteci nel corso del presente mandato e, cosa particolarmente negativa non ha 20 tenuto alcun conto delle richieste più volte avanzate dal nostro unico rappresentante nel Consiglio, anche con una lettera indirizzata nel giugno 2013 al Presidente del Fondo. Se il Consiglio avesse consultato lo Statuto del "Fondo Pensione per il personale della Aziende Unicredit" avrebbe appreso che le richieste da noi ripetutamente avanzate per ottenere una giusta e adeguata rappresentanza dei pensionati nel nostro Fondo applicazione nel costituzione e pensione Fondo "forse" di hanno gruppo non si avuto predetto sarebbe la fin corretta dalla limitato a sua dare assicurazioni inutili e avrebbe dato corso alle conseguenti modifiche statutarie. Al riguardo richiamiamo l'attenzione anzitutto sul fatto che i membri della categoria pensionati negli organi collegiali sono eletti solamente dai pensionati fruenti di pensione diretta; precisiamo poi che: - vengono eletti solamente 10 consiglieri (nel nostro Fondo ben 16 consiglieri) elettivi e tra questi ultimi di cui 5 consiglieri 2 eletti dai pensionati (tra cui uno con funzione di uditore e senza facoltà di voto) ed uno tra gli assunti prima del 1993 che ovviamente, anche se eletto da tutti gli iscritti, cura le ragioni e gli interessi dei pensionati. - vengono eletti nel Collegio sindacale (composto di 4 sindaci) due membri di cui un eletto tra i pensionati fruenti di pensione diretta. Aggiungiamo infine la previsione particolarmente significativa per la tutela degli interessi dei pensionati contenuta nell'Art.48 dello statuto del Fondo Unicredit che per le deliberazioni comportanti modifica delle prestazioni inerenti ai vecchi iscritti hanno diritto al voto solo gli appartenenti a tale categoria. A questo punto è evidente che non è possibile approvare il bilancio al 31 dicembre 2013. Peraltro appare necessario ricorrere ad altre soluzioni, tra cui quella di astenerci 21 tutti dal partecipare alle prossime assemblee straordinarie e quella di far confluire il patrimonio del nostro Fondo e tutti gli obblighi connessi nel "Fondo pensione per il personale delle Aziende Unicredit". Consegno una copia del presente intervento perché venga messo a verbale. Interviene l’iscritto Sergio Agrillo e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Buonasera. Sono Sergio Agrillo, pensionato e faccio presente che il Presidente, ingordo e spendaccione, spende i soldi del Fondo e non i suoi, non rientrando tra i partecipanti del Fondo. Presidente le rammento che poi alla fine non ha neanche detto quanti sono i presenti, è vero che con quelle deleghe fasulle che le ho sempre ricordato, è inutile dire quanti sono i presenti, però pure per formalità, se Lei ad un certo momento dicesse: “I presenti sono tot…”. Questa sera è stato detto più di una volta che sta tutto a posto per quanto concerne il conflitto di interesse. Poi qui sono stati fatti interventi conflitto di interesse esplicita con le esplicita sulle si elezioni scelte su interventi esplicita dei degli propri dove questo continuamente: si rappresentanti, si investimenti, si esplicita quando si compra il palazzo Tupini per fare un favore ad Arpe, si esplicita quando si vendono le agenzie, si esplicita quando con la vendita delle agenzie che rendevano il 7%, si rinveste in un residence in aperta campagna, che non si sa bene chi ci doveva andare in questo residence o con un centro commerciale mai affittato, si esplicita quando molti dei rappresentanti o parenti dei rappresentanti acquisiscono appartamenti di immobili che vengono acquistati e immediatamente rivenduti, magari ad un prezzo inferiore. L’attuale disciplina dei conflitti di interesse nei fondi di previdenza complementare ai sensi dell’art. 7 del decreto ministeriale del 1996, numero 703, prevede che si verifica 22 un conflitto operazioni di interesse mediante le quando quali i gestori hanno effettuano direttamente o indirettamente un interesse, anche in relazione ai rapporti di gruppo. Vi potrei leggere di più, ma non ritengo più utile questa sede per le discussioni, perché è stata superata dai fatti. I fatti hanno dimostrato e determinato che tutto quello che accade qua dentro deve essere discusso fuori. Quindi questo discorso continuerà all’esterno di questo posto, se non è più possibile discuterlo qua dentro perché inutile. E quindi volevo ricordare perché non sono un gaudente: nel 1997 venne fatto un Accordo, sulla base di un calcolo attuariale venne stabilito un modo che garantisce a vita a tutti la pensione. Dopo intervengono dei fatti che hanno modificato quell’Accordo e questi fatti non vengono ridiscussi da chi - per interesse - non ha la volontà di portare avanti tavolini. Non perché si magari possono ha avere dei dieci riscontri su altri tavolini con dieci interessi in contrasto, non è possibile. Molte di queste cose le abbiamo anche segnalate alla Covip, ma non è servito a nulla. Quindi siccome penso di essere abbastanza giovane, ho qualche speranza di vedere qualche seguito, e ricordare che nel conflitto di interessi è stato acquistato e riceduto il palazzo di Rende, il palazzo di Cineto Romano, il palazzo di Tupini, la dismissione degli appartamenti …. Ma quello che rilevo è che se tutti i nostri soldi fossero stati depositati alle Poste, avremmo di più. Non era necessario fare nulla per avere la pensione e invece noi abbiamo fatto tanto. Perché è utile far circolare i soldi, è utile che certe operazioni siano fattibili, è utile che ci sia tutta questa facilità di gestione, è utile che se la pratica va male il palazzinaro deve rientrare e dobbiamo prendere l’immobile. Ma proprio per questo è necessario oggi che la banca rimetta molto del suo guadagno in questo Accordo, oggi 23 la banca deve avere l’interesse a ripianare questa situazione, perlomeno per la parte di sua competenza. Non è possibile che tutta la parte ricada solamente sui pensionati e tutta in un giorno? Questo qui non è chiaro a nessuno. Potrei citarne altre. Una delle cose più banali che mi hanno segnalato in questi giorni è che gli immobili rendono il 2%3%. Ma allora perché quando pubblicizziamo la vendita sul Corriere della Sera ci scriviamo sotto l’8% o 9%? Prenda il Corriere della Sera, Le mando la fotocopia se non l’ha vista, così se lo porta a casa e la sera ci si addormenta con buona pace dei suoi figli. Grazie”. Interviene l’iscritto Dante Columbro e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Buonasera a tutti. Sono Dante Columbro, funzionario in pensione dell'ex Banca di Roma e ci tengo a rimarcare questa etichetta per evidenziare subito che, mai come in questa assemblea annuale, fra maggiori interessati, i maggiori sono interessati, proprio i se non pensionati i ex dipendenti del vecchio Istituto che, a seguito delle recenti decisioni assunte dalle Fonti Istitutive, si sono ritrovati ad essere le classiche vittime predestinate della recente soluzione adottata per la salvaguardia del Fondo. Ma, più che sulla validità delle stessa, che, per certi versi, allo stato, era, forse, l'unica possibile, vorrei, invece, soffermarmi circostanza, dalla dal martellante sulla Gruppo posizione UniCredit, pubblicità di assunta, posizione banca ben sempre nella lontana vicina ai propri utenti. La disastrosa situazione di questo Fondo è nota a tutti, essendo in discutibili progressiva gestioni agonia pregresse da anni, ma a anche, causa e delle forse soprattutto, per colpa del gruppo UniCredit che, da quando ha assorbito Capitalia con tutti gli annessi e connessi, non ha fatto altro che porre in atto esodi di massa, attraverso piani industriali fotocopia, alle quali, purtroppo, si sono 24 ritrovati a partecipare, torto collo, migliaia di dipendenti del vecchio Banco e della Banca di Roma. In merito alla scellerata politica aziendale di UniCredit vorrei porre alcune domande, più che all'attuale Consiglio, ai singoli rappresentanti del Gruppo bancario nello stesso, i quali, non dimentichiamocelo, in questo consesso, operano come vera propria maggioranza di riferimento. Come si fa o come si può continuare ad alimentare un Fondo Pensione chiuso con costanti, continue immissioni di nuovi iscritti fatti uscire a seguito di sfavillanti piani industriali che hanno, si alleggerito enormemente ii conto economico del Gruppo da una parte, ma, altrettanto e forse ancora più pesantemente, hanno fatto franare il Fondo dall'altra? Sono stati trasferiti, pari pari, come se nulla fosse, gli oneri del personale dalla Banca all'Inps e ad un disastrato Fondo al versato quale, una per quota decenni, del lo proprio stesso personale stipendio aveva confidando di poterne beneficiare, una volta in quiescenza. Per quale motivo UniCredit non ha contribuito ad estendere, almeno in minima parte, questi benefici anche al Fondo Pensione BDR, sopperendo all'accollo delle forzate, maggiori iscrizioni allo stesso, magari con qualche versamento che potesse almeno alleggerire i pesantissimi oneri che sono stati e saranno ribaltati sulle esangui casse del Fondo? Oggi l'inerme pensionato ex Banca di Roma, in particolare quello da più vecchia data, si chiede perché mai debba essere proprio lui a fare da indiretto supporto finanziario ai Piani Industriali di un Gruppo bancario del quale, peraltro, non ha mai fatto attivamente parte. Come era ed è pensabile che, sotto l'aspetto attuariale, un simile Fondo potesse e possa continuare a sopravvivere con i soliti, gli immobiliare, stessi quando, mezzi di ricavo contestualmente, finanziario gli e esborsi 25 pensionistici erano, sono e saranno in costante aumento in conseguenza degli esodi? Ma le colpe di UniCredit vanno estese anche alle sigle sindacali che, in sede di trattative sui Piani Industriali, si sono ben guardate dall’evidenziare l'insopportabilità da parte del Fondo ai continui ammassamenti di personale: quella era la sede giusta e pertinente per negoziare le uscite anche in funzione della precaria situazione del Fondo e questo non è stato fatto. In particolare, le sigle sindacali maggiormente rappresentative nel Gruppo sono le stesse che negli anni passati hanno operato sia nel Consiglio del Fondo sia in ambito delle Fonti Istitutive e loro non potevano non sapere a quali conseguenze si sarebbe andati incontro senza interventi finanziari da parte di UniCredit. Troppo tardi, a decisioni assunte sulla futura variabilità pensionistica, rimarcare ora che, nella discussione sul Piano Industriale 2015/18, si ricercherà ”la possibilità di un contributo aziendale, necessario a ripianare gli effetti economici causati dalle previste uscite del Piano stesso", come indicato in calce ad un recente volantino intersindacale, quasi a voler tranquillizzare tutti. Certo, meglio ipotizzabile tardi che che mai, UniCredit, ma fino proprio a che oggi, punto forte di e un Accordo sottoscritto, metta mano al portafoglio? Ferme restando scontato che queste la indiscutibili COVIP approvi realtà, il e dando cambiamento per epocale proposto, ci si augura che allo stesso sia accompagnata, d'ora in avanti, un'adeguata, oculata e trasparente gestione finanziaria Fondo ed economica, possano ritrovare affinché quella tutti serenità gli che, iscritti al nell'ambito della previdenza integrativa, in un momento difficile come quello attuale, diventa un elemento importante e indispensabile”. 26 Per finire chiedo adeguatamente apposite che la pubblicizzata lettere da nuova non inviare situazione solo sia ai sul sito pensionati venga ma con che agli attivi”. Consegno una copia del presente intervento perché venga messo a verbale. Interviene l’iscritto Mauro Monticelli e dà lettura dell’intervento di seguito riportato: “Signor Presidente buonasera. Buonasera a tutti. Mauro Monticelli, pensionato di Genova. Prima di leggere il mio intervento ho necessità però di chiedere una delucidazione tecnica al Presidente su una slide che ha fatto vedere, che per altro è riportata anche a pagina 27 del bilancio, dove parliamo del conto definita. Lei soffermato su economico signor due gestione Presidente, valori: Contributi a prestazione giustamente, per le si è prestazioni 2013-2012 circa € 21 mln e € 24,3 mln. Mi conferma, come io ritengo, che questa è la contribuzione che la banca versa sul monte salari del personale iscritto al Fondo, la cui contribuzione gestione a diretta, peraltro, contribuzione confluisce definita? E tutta alla comunque tale contribuzione che tende a erodersi perché il monte salari su cui viene calcolato è eroso sia dal personale che va in esodo ma Unicredit, anche avrei al personale l’interesse ceduto? a Allora vendere se fossi un’agenzia ad un’altra banca con dentro del personale iscritto al Fondo Pensione Banca di Roma, perché così mi tolgo il relativo costo. E’ giusta questa analisi cruda, impietosa? Quando ho iniziato a preparare questo intervento, due fatti recenti affollavano prepotentemente la mia mente. E’ della settimana interessato scorsa la esponenti notizia di degli vertice, arresti passati e che hanno attuali, del Gruppo Banca Carige, io sono genovese perciò parlo di cose che mi succedono vicino, non voglio dire che conosco. Agli indagati vengono contestati dai Pubblici Ministeri 27 compravendite infra gruppo a prezzi maggiorati, che avrebbero consentito la creazione all’estero di contingenti fondi personali, si parla di oltre 21 mln di euro. Questa è la notizia. retaggio potuto L’ho della fare a letta, mia leggete formazione meno all’investimento la tutti. professionale, leggendo queste immobiliare Però ma notizie effettuato, non sarà un non ho di pesare da questo Consiglio di Amministrazione, ve ne do atto, ma effettuato da questo Fondo Pensione, in questo palazzo in Viale Tupini, acquistato nel 2003, su pressanti inviti di Capitalia che ne era la proprietaria. Addirittura al valore maggiore tra le due perizie commissionate dalla banca venditrice e non dal Fondo compratore. Queste cose le abbiamo dette, ma non dobbiamo dimenticarle, non dobbiamo dimenticarle signori. Come ebbi già ad evidenziare nell’intervento dello scorso anno la scelta operata a suo tempo, con il voto anche di Consiglieri di Amministrazione del Fondo in palese conflitto di interessi, concentrato quello un di allora, ingentissimo non capitale di adesso, un unico in ha asset immobiliare, in merito al quale dare atto al Presidente che questa volta ha avuto il buon gusto di scriverlo nella relazione. Si dice nella immobiliare è relazione composto di per bilancio circa che il il 50% patrimonio dal valore dell’immobile ad uso uffici sito in Roma Viale Tupini 180, locato ad Unicredit. considerati i valori rappresenta, secondo Qui di me, da sono in difficoltà, bilancio questo solo del più perché investimento 61% di tutto l’investimento immobiliare del Fondo. I valori di bilancio dicono € 151 mln su € 246 mln totali. Non so se ho sbagliato ma ribadisco quanto già osservato negli anni scorsi, e cioè che un investimento con queste caratteristiche cozzava e cozza contro tutti i principi gestionali di frazionamento dei rischi che dovrebbero essere alla base dell’operato di amministratori capaci ed onesti, punto. 28 Quest’anno leggiamo nella relazione che Unicredit ha dato la disdetta del contratto, alla data di scadenza del 30/06/2019. Tombola! Tanto tuonò che piovve. Vorrei sapere ora cos’hanno da dire in proposito quei consiglieri che in passato elogiavano la bontà di questo investimento e che proprio in questa sede si vantarono di non aver successivamente accettato l’offerta di riacquisto da parte di Capitalia presentata a pari dalla valore, banca proposta subito dopo che che la sarebbe stata stessa aveva sistemato il problema ratio con la Banca d’Italia. Ora si possono prefigurare due scenari: Unicredit non rinnova la locazione alla scadenza, per carità preferisco non addentrarmi per ora su questa evenienza. Secondo scenario possibile: Unicredit rinnova la locazione a condizioni inferiori. Dopo la recente firma tra le Fonti Istitutive, banche e sindacati, dell’Accordo 16 maggio 2014, la minor redditività immobiliare che scaturirebbe da questo rinnovo a canoni inferiori, allontanerà nel tempo, direi quasi sine die, la possibilità di indicizzazione al costo della vita delle attuali pensioni. Qui vorrei aggiungere una parola, perché il Presidente è stato chiaro su quello che io avevo intuito leggendo quell’Accordo, cioè quest’Accordo non si riferisce solo alla possibilità di applicare in parte o per nulla l’adeguamento alla rivalutazione, ma incide sulla misura delle dell’affitto pensioni. di questo Per cui immobile, il avrà minor un rendimento riflesso sulle nostre pensioni. L’altro fatto recentissimo sono state le elezioni europee. I risultati possono, delle quando elezioni lo dimostrano vogliono, che sconfessare gli elettori l’operato degli amministratori che non godono più della loro fiducia, e non rinnovare il loro mandato. Questo è avvenuto sia in Europa che in Italia. Limitandoci alle vicende italiane e chiarendo bene che non ci sono considerazioni politiche di alcun tipo, ci ricordiamo ancora di quegli ex Presidenti di Camera e 29 Senato che negli ultimi anni non sono stati rieletti nemmeno parlamentari? Ci ricordiamo di quei ministri che facevano la voce grossa in governi di coalizione e che talvolta li facevano cadere? Ora li vediamo solo in compiacenti talk show che ancora danno loro spazio e voce, e talvolta militano informazioni politiche della consistenza elettorale dello zero virgola. Fatta questa premessa, viene dunque da pensare che nonostante la perfettibilità dei sistemi elettorali democratici, non esiste quello perfetto, questi consentano comunque agli elettori di far sentire la loro voce. Purtroppo non tutti i sistemi elettorali sono democratici, basti pensare a quello del nostro Fondo che utilizzeremo a breve, perché a fine anno dovremo essere chiamati a rinnovare le cariche. Quando l’ho scritta non sapevo che altri avrebbero già toccato questo argomento, ma non faccio altro semmai che ribadire quanto altri colleghi hanno parlato su questo punto, perché sono cose fin troppo ovvie. Almeno due Ribadisco o due tre hanno cifre, ma parlato due di sole, questo degli 8 argomento. consiglieri elettivi, 6 sono in rappresentanza di neanche 5.000 iscritti in servizio, mentre solo 2 rappresentano oltre 16.000. Ripeto: 6 x 5, 2 x 16. Per di più 7 degli elettivi, voto 1 prendo 7 ha detto qualcuno prima, 7 vengono espressi da listone sindacale e solo 1 viene liberamente eletto al di fuori del listone. Mi fermo qui. Ognuno è certamente in grado di valutare rappresentatività e per di proprio democrazia conto che il vige grado nel di sistema elettorale attuale del nostro Fondo. Allora signori io ho finito. Vi chiedo scusa. Comunque abbiate pazienza però devo annunciare il mio voto contrario all’approvazione del bilancio. Scusate se ho debordato oltre i cinque minuti”. Il Presidente non essendovi altre richieste di intervento, dichiara chiusa la discussione e passa alle repliche. 30 Prima di iniziare a rispondere agli interventi il Presidente comunica il numero dei presenti in Assemblea: - 2.537 registrati con diritto al voto (74 in proprio, 2.463 per delega). Procede così al rispondere alle varie tematiche trattate dagli intervenienti. Il primo tema è quello dell’Accordo. Il Consiglio lo ha recepito così come redatto, essendo stato precedentemente valutato dalle fonti istitutive come previsto dalla normativa. Il Consiglio di Amministrazione non ha potere su di esso, ha solo il compito di applicarlo. Lo spirito di tale Accordo è quello di evitare, al di là della volontà del singolo, che si realizzino delle sperequazioni, che ci possano essere generazioni di iscritti che possano altre. Per avere tale una prestazione motivo deve superiore esserci rispetto una ad perequazione complessiva. Il bilancio attuariale ci dice che stando alle valutazioni di oggi pensionati potrebbe c’è il rischio addirittura che non l’ultimo vedersi 20% pagare di la pensione. Il principio quindi è fermare tale sperequazione, facendo in modo che tutti abbiano lo stesso tipo di trattamento, che non ci siano soggetti con un trattamento migliorativo rispetto ad altri. Un altro tema Immobiliare, presente tra cui in si vari colloca interventi anche la è quello questione dell’immobile di Viale Tupini. Il Presidente tiene a precisare che il mondo immobiliare è cambiato. L’investimento l’investimento risolutivo. immobiliare Lo scenario non è è più cambiato, gli immobili non si rivalutano più. Ora la gestione immobiliare è altamente problematica, al punto tale che la COVIP obbliga il Consiglio a ridurre immobiliari diretti finanziari, questo il per fare perché la peso spazio gestione degli investimenti agli investimenti immobiliare è una 31 gestione che oggi non è più fonte di quei rendimenti che si era abituati ottenere. La presenza delle plusvalenze nei bilanci, è dovuta al fatto che gli immobili sono stati acquistati prima dell’euro, tanti anni fa e chiaramente oggi producono delle plusvalenze rispetto ai costi storici di acquisto. Quindi è bene non pensare alla gestione immobiliare come baluardo e panacea degli investimenti. Per quanto Presidente concerne tiene a l’immobile ribadire che di Viale nel Tupini, il quando fu 2003, acquistato l’immobile, si era sicuramente di fronte ad un ottimo investimento, in quanto garantiva un rendimento in termini assoluti di molti milioni di euro l’anno di affitto con cui vengono pagate le pensioni. Ora Unicredit ha mandato la disdetta a partire dal 2019, ma è bene sapere che fino al 2019 garantirà un rendimento di tutto rispetto, che è quello che tiene in piedi il rendimento del patrimonio immobiliare oggi. Un ulteriore tema sollevato dagli intervenienti è quello della Governance. Essendo presenti ad oggi più pensionati che attivi, il Presidente giustifica e afferma la normalità della richiesta da parte degli intervenienti di avere una maggiore rappresentatività all’interno del Consiglio. Informa però che, come per l’Accordo, anche in questo caso il Consiglio può avere ruolo propositivo, ma non decisionale, poiché come in una società per azioni, sono i soci ad avere potere decisionale. Quindi il Consiglio può solo dare delle indicazioni. Altro tema sollevato è quello dei conflitti di interesse. Il Presidente precisa che il Fondo, già dal 2012, si è dotato di una procedura ad hoc che disciplina le operazioni in conflitto di interesse con la Banca, con gli esponenti aziendali e soggetti a questi ultimi riconducibili. Circa il tasso di redditività degli immobili, il Presidente precisa che quello riportato in bilancio è un rendimento 32 netto medio mentre quello riportato sulle pubblicità dei giornali è il rendimento specifico del singolo immobile. Si passa poi alla trattazione della questione: Immobiliare Stazione di Cossato. Essa era uno strumento di gestione immobiliare assolutamente inefficiente da un punto di vista fiscale perché, essendo una società di capitali, scontava una aliquota piena sui proventi immobiliari, mentre gli stessi proventi, trasferiti dentro la gestione previdenziale di un fondo pensione, pagano la sola imposta sostitutiva, che è sicuramente migliorativa sotto un profilo fiscale rispetto alla tassazione piena Ires e Irap. Per tali motivi si è ritenuto opportuno chiudere quel tipo di realtà. Il Presidente conclude le risposte, ringrazia tutti per i suggerimenti che saranno tenuti in considerazione e invita a votare per il primo punto all’Ordine del Giorno. Comunica gli esiti della prima votazione inerente all’approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2013. Voti favorevoli: 1733. Voti contrari: 712. Astenuti 92. Il bilancio è approvato. Successivamente si passa alla trattazione del secondo punto all’Ordine del Giorno: Conferimento dell'incarico di revisione legale dei conti per il triennio 2014/2016 su proposta dell'Organo di controllo (art. 13 del decreto legislativo 39/2010). Deliberazioni inerenti e conseguenti. In merito a questo punto il Presidente informa che quest’anno per la prima volta gli iscritti al Fondo sono chiamati anche a deliberare in merito all’incarico da attribuire alla Società di Revisione per l’attività di revisione legale. Tale votazione è una novità positiva rispetto alle precedenti, permettendo di allinearsi con la situazioni prassi delle società di capitali. 33 Il Presidente mandato, tiene sono a precisare intervenute sia che le rispetto novità all’ultimo del decreto legislativo 39 del 2010, che ha innovato completamente la disciplina della revisione legale, che le indicazioni della COVIP che in qualche modo hanno favorito i fondi pensione ad uniformarsi a quella che è la disciplina generale delle società di capitali, che prevede l’affidamento dell’incarico di revisione legale da parte dell’Assemblea su proposta del Collegio Sindacale. A questo punto dà la parola al Presidente del Collegio dei Revisori, il Professor Garzella, per quanto riguarda la proposta per l’affidamento dell’incarico di revisione legale ai sensi del decreto legislativo 39 del 2010. Il Professor Garzella prende parola ed espone la proposta, come segue: “Signori pensionati, signori partecipanti. Premesso che in vista della scadenza per avvenuta decorrenza dei termini dell’incarico a suo tempo conferito all’attuale revisore Deloitte & Touche Spa, il Fondo deve deliberare in merito all’affidamento dell’incarico di revisore legale dei conti, che le più recenti disposizioni normative, qua citate dal Presidente, stabiliscono la proposta motivata dell’organo di controllo. Considerato che: è pervenuta al Collegio dei Revisori la disponibilità e l’offerta della stessa società Deloitte & Touche; la Società Deloitte & Touche e i soggetti che, per essa, sono demandati alla revisione del Fondo hanno maturato nel precedente incarico analitica e specifica conoscenza del Fondo stesso; la società Deloitte & Touche e i soggetti che, per essa, sono demandati alla revisione del Fondo hanno dimostrato adeguate competenze e dedizione all’incarico; ricordato che il costo è a carico della Banca e facendo propria l’opportunità di una revisione coordinata e di Gruppo; Verificato: 34 che il Revisore legale proposto risulta una delle più accreditate società a livello nazionale e internazionale, disponendo di organizzazione e competenze tecnico professionali adeguate alla ampiezza e alla complessità dell’incarico; che le modalità prospettate per lo svolgimento del mandato risultano per qualità e quantità idonee alle esigenze del Fondo, il Collegio dei Revisori propone sulla base delle motivazioni esposte, che l’incarico di revisione legale dei conti per gli esercizi 2014-2016 sia affidato alla società Deloitte & Touche SpA come da manifestazione di offerta ricevuta. Grazie per l’attenzione”. Il Presidente, Professor Di Lazzaro, invita i partecipanti a votare questo secondo punto all’Ordine del Giorno. Viene sollevata interveniente, ora della la questione, mancata asta da per parte la di scelta un della società di revisione. Il Presidente informa che non si è prevista una gara proprio perché non c’era la problematicità del costo e anzi si è ritenuto che l’elemento importante fosse la continuità di controllo visto che a breve ci sarà un cambio anche nella Presidenza dell’Organo disponibilità della di Controllo. Deloitte& Touche Per SpA, cui la con la proposta è andata su quella che è la società che ha strutture adeguate e che si ritiene preferibile proprio perché chi succederà alla presidenza del Collegio potrà avere in essa una continuità comunque di controllo per ogni esigenza. Interviene a tal proposito anche il Presidente del Collegio dei Revisori, affermando proposta motivata pocanzi. Il e le principale che il Collegio motivazioni motivo che ha sono deve fare state spinto alla la esposte scelta nuovamente di Deloitte & Touche SpA è che essa conosce bene le dinamiche di questo Fondo, ha acquisito consapevolezza 35 delle dinamiche attuariali ed è l’unico soggetto che ad oggi assicura Statuto la il continuità di Presidente non controllo, ci sarà proprio più perché nell’organo per di controllo e la società di Audit è cambiata, per tali motivi, avendo dato disponibilità, è quella da preferire. In conclusione il Presidente invita di nuovo a votare il secondo punto all’Ordine del Giorno. Espone i risultati: Voti favorevoli: 2345; Voti contrari:7; Astenuti: 185. L’affidamento alla Società Deloitte & Touche SpA è approvato. Esaurita la trattazione degli argomenti all’Ordine del Giorno e null’altro essendovi da discutere e deliberare, il Presidente dichiara chiusa l’Assemblea alle ore 21. Il Presidente Gli Scrutatori Il Segretario F. Di Lazzaro F. Parisi S. Centi Colella R. Senia M. Barletta 36