conferenza tunisia mobilità

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conferenza tunisia mobilità
L’ECO DI BERGAMO
8 Quadrante
LUNEDÌ 7 LUGLIO 2014
La raccolta del Cesvi
Abiti da sposa
per aiutare
le donne
del Tagikistan
Un’imbarcazione partita dalla Tunisia entra nel porto di Lampedusa FOTO ANSA
Le migrazioni viste
dall’altra sponda
del Mediterraneo
A Tunisi conferenza sulla mobilità verso l’Europa
«Correggere il sistema dei visti: troppe difficoltà
Va costruito insieme un futuro di democrazia»
NOSTRO SERVIZIO
GIADA FRANA
TUNISI
Il «problema migratorio», che è tornato alla ribalta con
le elezioni a livello locale ed europeo, non è in realtà una questione
su cui si discute solo sulla sponda
nord del Mediterraneo.
Se ne è parlato a Tunisi, anche
se sotto una luce totalmente diversa, alla conferenza «La mobilità delle persone Tunisia–Europa», organizzata dall’associazione
«Françaisdumonde–adfe–Tunisie», che ha visto la partecipazione
di diversi rappresentanti dell’am-
ministrazione tunisina, francese,
italiana, tedesca, di istituzioni internazionali e del mondo associativo. «La questione della mobilità
ci riguarda ogni giorno - ha detto
in apertura Marie Bouazzi, presidente dell’associazione organizzatrice -: siamo tutti a conoscenza
dei drammi di chi si imbarca verso
l’Italia in cerca di un futuro migliore e spesso non arriva a destinazione». «L’Italia ha un passato
di migrazione – ha sottolineato
Silvia Finzi, direttrice della fondazione Dante Alighieri di Tunisi -,
ma è come se questo periodo fosse
stato dimenticato dalla popola-
Un barcone con migranti tunisini
zione. Bisognerebbe insegnare
storia delle migrazioni a scuola,
per fare in modo che i popoli prendano coscienza del proprio vissuto. Il percorso dei tunisini di oggi
presenta diverse similitudini con
quello degli italiani che in passato
sono emigrati in Tunisia». Che la
questione migratoria sia un tema
centrale per entrambe le rive del
Mediterraneo, l’ha ricordato Pierre Henry, direttore di France Terre d’Asile: «Bisogna riequilibrare
questo rapporto, fare convergere
gli sforzi e costruire insieme un
futuro euro-mediterraneo. Non
credo ai progetti di ritorno che
aiutino i migranti, ma alla democrazia della mobilità, per un mondo di pace e umanità». Il problema
dei documenti rimane sempre un
punto caldo: «La questione per i
migranti – ha sottolineato Tarek
Ben Hiba, presidente della
Fédération des Tunisiens pour
une citoyenneté de deux rives –
non è tanto essere senza documenti, quanto la difficoltà nell’ottenerli. Perché è così difficile ottenere un visto? In Francia si utilizza la paura dell’altro, del nero, del
musulmano: è facile attaccare l’altro e usarlo come capro espiatorio.
Ma non basta ottenere la cittadinanza per risolvere i problemi: i
migranti che la ottengono sono
chiamati “français de papier”
(“francesi sulla carta”, ndr) e vivonoancorailrazzismosullapropria
pelle». Omeyya Seddik, presidente dell’associazione Al-Muquad-
Il Giappone ora corre alle armi
E tra i vicini scatta l’allarme
Il governo liberaldemocratico di Shinzo Abe ha avviato il processo di riforma costituzionale cominciando proprio dall’articolo 9, considerato la pietra angolare della nuova
politica pacifista del dopoguerra di
Tokyo. L’articolo, il quale afferma che
«non saranno mantenute forze di terra, di mare e d’aria e neppure altri
mezzi bellici» era stato imposto dagli
Stati Uniti per evitare eventuali rigurgiti coloniali e, al tempo stesso, costringere l’arcipelago a dipendere militarmente dal Pentagono.
Era dal 2007 che Abe, appoggiato dai nazionalisti di destra come l’ex governatore di Tokyo, il
popolarissimo Shintaro Ishihara, tentava di riformare la Costituzione per permettere al Giappone di dotarsi di regolari forze
armate e partecipare a missioni
militari lontane dal proprio territorio. Sull’interpretazione
dell’articolo 9 si sono spese battaglie politiche anche all’interno della sinistra giapponese. Il
Partito comunista, all’inizio appoggiato dai socialisti, contestava addirittura le Forze di autodifesa (così sono chiamate le forze
armate giapponesi), reclamando che solo delle milizie popolari avrebbero garantito la neutralità e la non belligeranza della nazione.
Negli anni Novanta, con il
governo di coalizione tra Partito
socialista e Partito liberal democratico, la sinistra cominciò
a spaccarsi sulla costituzionalità delle Forze di autodifesa, ora
accettate dai socialisti e dal
maggiore partito dell’opposizione, il Partito democratico.
Anche il Komeito, il partito della
scuola buddista Sokka Gakkai,
appoggia l’attuale governo nella
Proteste a Tokyo contro la riforma della Costituzione FOTO ANSA
dima e consigliere per l’Africa del
Nord al centro di Ginevra per il
dialogo umanitario, ha evidenziato come al giorno d’oggi si possano
distinguereduetipidimigrazione:
«Vi è la migrazione scelta, in cui i
migranti sono qualificati e quella
massiccia della manodopera non
qualificata. La clandestinità sembra essere fatta espressamente
per rendere funzionale questa
struttura bipartita. Per la migrazione della manodopera non qualificata la selezione avviene “con
il ferro e con il sangue”, attraverso
le politiche migratorie di protezione delle frontiere e la selezione
naturale dei viaggi per mare».
Per fare sì che i migranti possano migliorare la propria situazione, bisognerebbe evitare l’utilizzo
di un linguaggio in cui si fa leva
sulla paura dell’altro e dell’invasione: «L’apertura delle frontiere
– ha concluso Ramy Khouily,
membro della rete euro-mediterranea dei diritti dell’uomo – non
porterà alla colonizzazione del
nero sul bianco o del musulmano
sul cristiano, spauracchio che
molti utilizzano, né a un numero
massiccio di partenze. Il risultato
sarà semplicemente una diminuzione delle persone morte durante queste traversate della speranza. Aprire le frontiere non porterà
beneficio solo alle popolazioni
della riva sud, ma anche a quelle
della riva nord: la migrazione è
sempre stata una soluzione per
riequilibrare le ricchezze». 1
campagna di riforma della Costituzione.
Del resto il Giappone ha abbandonato da anni la politica del
non coinvolgimento militare. Il
budget destinato alla difesa è
cresciuto sempre più sino a raggiungere il sesto posto nel mondo. La marina nipponica si è
dotata di sofisticati sommergibili, di una portaelicotteri e di
sistemi antimissile, mentre
l’aviazione ha aerei F-86 e F-104
prodotti dalla Mitsubishi ed ha
in acquistato 28 F-35. Abe ha
recentemente anche raddoppiato gli aiuti militari al Vietnam ed alle Filippine in funzione anticinese. Infine truppe
giapponesi sono già state dispiegate in missioni di pace dell’Onu
in Cambogia, Timor Est, Iraq e
Afghanistan.
Il maggiore sponsor del cambiamento dell’articolo 9 sono
proprio gli Stati Uniti, gli stessi
cioè, che l’avevano imposto nel
1947. La crisi economica che impone al Pentagono tagli alla Difesa, ha indotto le amministrazioni Bush e Obama a chiedere
al Giappone un maggior impegno in campo internazionale
partecipando alla difesa degli
Il giorno più importante della tua vita
puòdiventaredoppiamentespeciale.
Grazie all’iniziativa del Cesvi, il tuo
abito da sposa aiuterà una donna tagika a realizzare il suo matrimonio da
sogno.
InTagikistanilcostoperilnoleggiodel
vestito nuziale varia tra i 50 e 300 dollari,mentreilcostodell’interacerimonia si aggira intorno ai 3.000 dollari.
Un costo elevato, se si pensa che lo
stipendio mensile a Dushanbe (capitale del Tagikistan) in media non supera gli 83 dollari.
Perimatrimonilefamigliedellespose
si indebitano per anni, soprattutto
quelle dei villaggi, che oltre al costo
per la cerimonia sono costrette a sostenere anche le spese del viaggio per
raggiungere la città.
«L’idea è quella di portare i vestiti che
le spose italiane ci doneranno in Tagikistan, per poi rimetterli a modello
nelle nostre cooperative femminili»
spiega Enrico Baccioni, responsabile
Cesvi per il Tagikistan. «Con questo
progetto vogliamo aiutare le spose
tagike che vivono nei villaggi a noleggiare un abito da sposa di qualità evitando il costo del lungo viaggio verso
la città, e al tempo stesso puntiamo a
sostenereledonnechelavoranonelle
cooperative» termina Baccioni.
Il progetto si inserisce in un percorso,
iniziato nel 2001, per migliorare le
condizioni di vita delle donne in Tagikistan. In questi anni, all’interno di
un ampio programma di sviluppo socio-economico finanziato dalla Commissione europea, Cesvi ha dato vita,
in tre province tagike a tre centri per
l’empowermentfemminile.Attraverso il miglioramento del livello di istruzione e la promozione di attività generatrici di reddito, è stata rafforzata
la consapevolezza del ruolo della
donna anche al di fuori della sfera familiare.
Per partecipare basta portare/inviare il proprio vestito da sposa al Cesvi:
viaBroseta68/a–24128Bergamo.Per
maggiori informazioni basta inviare
una mail a [email protected].
La prima spedizione di vestiti è in programma per sabato 2 agosto, giorno
di partenza del progetto Silk Road Race:unviaggiosolidaleditresettimane
alla scoperta della via della seta.
alleati contro la Cina e la Corea
del Nord. Il nazionalismo è ancora vivo nell’animo dei giapponesi, come è evidente dai cortei
che, sempre più frequentemente, riportano in auge ideologie
anteguerra e definendo il periodo colonialista una missione civilizzatrice. Recentemente sono apparse anche bandiere naziste, mentre le visite annuali al
santuario di Yasukuni, dove sono sepolti anche 14 ufficiali
giapponesi accusati di crimini
di guerra, sono ormai una prassi
normale per i primi ministri
nipponici.
La rivisitazione dell’articolo
9 terrorizza anche per il senso
di legittimazione che viene dato
a questi movimenti nostalgici.
E da qui a richiedere un riarmo
anche nucleare del Giappone, il
passo è breve. Sono già diversi
i politici che hanno espresso
opinioni favorevoli in questo
senso, suscitando le comprensibili reazioni di Cina, Corea del
Sud, Corea del Nord e Taiwan,
i Paesi che, storicamente, si sentono più minacciati da un rigurgito nazionalista del Sol Levante. 1
Piergiorgio Pescali