Marilena Tamassia - Bildarchiv Foto Marburg

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Marilena Tamassia - Bildarchiv Foto Marburg
Marilena Tamassia:
The photographic documentation of war damage in Florence (1940-1945)
Negli anni 1940-45 le fotografie scattate dal personale interno del Gabinetto Fotografico
documentano prima i lavori di protezione delle opere d’arte, poi la guerra e infine i lavori di
ricostruzione.
Le fotografie sono circa 5000, ma una buona parte, eseguite su pellicola, sono state perdute
nell’alluvione del 1966.
Questa storia si dipana in tre momenti fondamentali: la protezione delle opere d’arte dopo
l’entrata in guerra dello Stato italiano; la testimonianza dei danni subiti dalla città di Firenze e
dalle opere d’arte durante i bombardamenti che si sono succeduti, soprattutto quello della notte
del 4 agosto 1944 e infine la documentazione dei lavori di ricostruzione.
La vicenda della documentazione sulla guerra 1940-45 inizia, per quel che riguarda le registrazioni
delle fotografie negli inventari del Gabinetto Fotografico, dal luglio 1940. Il 10 giugno l’Italia era
entrata in guerra e nei vari musei e nelle varie chiese fiorentine e toscane si rende necessario
adottare misure di protezione delle opere d’arte. Questi lavori vengono documentati a partire dal
luglio 1940.
Le prime e immediate attenzioni sono dedicate alle opere mobili dei musei, delle chiese e delle
collezioni private fiorentine, esposte ai rischi di bombardamenti. Si decide di trasferirle in rifugi
più o meno lontani dalla città.
Abbiamo documentazione, puntuale, dei dispositivi di protezione messi in atto nei più importanti
musei e del distacco di magnifiche opere d’arte come la pala di Duccio da Santa Maria Novella
(neg. 30198-99). Negli inventari del Gabinetto Fotografico sono anche documentate casse di
dipinti che, rimossi da musei e chiese fiorentine, avevano trovato posto nei tanti depositi
approntati in quegli anni.
Esemplare la documentazione fotografica di quelli di Scarperia (neg. 28106) e della villa di Oliveto
dei Guicciardini a Castelfiorentino (neg. 32231 e 32232), che mostrano come ogni villa e ogni
castello fossero adibiti alla conservazione del patrimonio artistico fiorentino.
Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944 furono bombardati i ponti sull’Arno, eccetto Ponte Vecchio.
Fu però bombardata la zona limitrofa.
Di notevole interesse è la campagna fotografica ripresa dall’aereo dall’AMG (Allied Military
Government), che mostra in 28 scatti tutto il corso dell’Arno all’indomani dei bombardamenti. In
queste riprese si vedono con grande chiarezza i ponti abbattuti e le macerie dell’area intorno al
Ponte Vecchio.
Tra il 1944 e il 1945 l’inventario dei negativi del Gabinetto Fotografico documenta che furono
effettuati moltissimi scatti (purtroppo su pellicola, quindi in parte perduti) della zona attorno a
Ponte Vecchio, di Por Santa Maria, lungarno Acciaioli, Borgo San Jacopo, via dei Bardi, via
Guicciardini e delle varie torri.
Subito dopo la liberazione, nell’agosto del 1944, fu avviata una vasta e intensissima attività di
recupero delle opere e di riparazione dei danni che la guerra aveva inferto al patrimonio artistico,
oltre che ai monumenti.
Le opere d’arte sono prelevate dai rifugi e ricollocate nei musei, nelle chiese e nelle piazze della
città. Esemplare, fra le tante, la documentazione dell’uscita dal rifugio sotto la Loggia dei Lanzi sia
del Perseo del Cellini che della statua di Cosimo I del Giambologna. Abbiamo fotogrammi che
seguono l’evento minuto per minuto (neg. 41312-332) e che sono datati 25 giugno 1945.