Cuore Fratello notizie Anno 9-n°3
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Cuore Fratello notizie Anno 9-n°3
Da Cuore a Cuore Cuore Fratello notizie Anno 9-n°3 Stampe Prop. Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art 1 comma 2, CNS Milano. © Cuore Fratello Notiziario periodico della Associazione Cuore Fratello - Direttore responsabile: Don Claudio Maggioni - Periodico registrato ai sensi della L.47/48 al Tribunale di Milano n°369 del 30 maggio 2006. IL SENSO DEL NOSTRO CAMMINO «Vorrei poterli ringraziare tutti uno ad uno per aver contribuito a salvare il mio bambino». Così, rivolgendosi idealmente ai nostri donatori, si è espressa la mamma di Salah, un bimbo egiziano di sei anni, operato e salvato nei mesi scorsi al Policlinico di San Donato grazie alla generosità di quanti, da anni, non fanno mancare il loro prezioso aiuto a Cuore Fratello. Il sentito grazie di questa donna, uscita con sollievo e trepidazione da quello che sembrava – nel suo Paese – un tunnel senza via d’uscita, è certamente per noi motivo di soddisfazione e mi piace girare a tutti voi le sue belle parole, ma l’aver dato una mano affinché un bambino possa ancora avere un futuro (e la conta, per for- tuna, è lunga anche quest’anno) è ragione di gioia in sé, perché dà il senso all’opera che svolgiamo, con passione, ormai da un decennio, e con l’obiettivo puntato a far sì che il diritto alla salute non resti lettera morta, ma diventi qualcosa di concreto anche fuori dal mondo occidentale. Un’opera, questa, che regala a chi la fa gratuitamente il dono prezioso della relazione e dell’amicizia fraterna; che stanca, certo, ma che allevia le fatiche per il solo fatto di permettere una relazione, spesso un’amicizia, come raccontano assai bene nelle testimonianze di questa Newsletter, sia il dottor Gianfranco Butera, esponente del direttivo di Cuore Fratello, sia il giovane, specializzando in chirurgia, Stefano © Cuore Fratello Editoriale L’ESTATE deL CARDIAC Center N © Cuore Fratello Siboni, alla sua seconda esperienza di volontariato presso l’ospedale Saint Damien del Madagascar, dove Cuore Fratello è impegnato a realizzare un ambulatorio di cardiologia. «Ti accorgi – racconta Siboni - che se il tempo che potresti usare per divertirti lo usi per aiutare gli altri ti ritrovi più contento, ti accorgi che sei fatto per voler bene alle persone…». Dal canto suo Butera, protagonista di tante missioni chirurgiche al Cardiac Center di Shisong, insiste nel suo racconto sull’importanza del contatto umano e dell’incontro per il “miracolo” camerunese: «Le sfide sono state pratiche, ma anche di approccio e strategia: è stato importante cercare di capirsi tra culture e lingue diverse, fidarsi uno dell’altro, correggersi vicendevolmente, comunicare e tanto altro ancora. Non tutto è compiuto e in effetti il fine dell’esperienza umana non sta nell’obiettivo raggiunto, ma nel cammino vissuto e condiviso». Ebbene questo cammino insieme è anche quello che l’Associazione compie da due lustri insieme a voi tutti, passo dopo passo, da un continente all’altro, regalando speranza a quanti credono di non averla e lavorando perché l’uguaglianza fra gli uomini sia davvero tale. E perché nulla sia lasciato al caso, a fine settembre con i soci di Cuore Fratello ci troveremo ancora, insieme, nell’assemblea che dovrà sancire il rinnovo del direttivo, il piccolo motore di una macchina straordinaria, fatta di volontari preziosi e di donatori irrinunciabili. on si sono fermate nemmeno durante l’estate le operazioni chirurgiche al Cardiac Center di Shisong, con le missioni di giugno e agosto, condotte rispettivamente dalla dottoressa Lucia Torracca degli Ospedali Riuniti di Ancona, e dall’equipe del Mozambico guidata dal dottor Adriano Tivane. Sono circa 290 gli interventi effettuati nella struttura dalla sua apertura, a novembre 2009, e molti altri ancora saranno gli interventi prima della fine dell’anno. Il supporto di Cuore Fratello al Cardiac Center non si limita al sostegno degli interventi per i bambini più poveri: a luglio i volontari Mimmo D’Elia, tesoriere, e Lorenza Miragoli, contabile, si sono recati a Shisong, allo scopo di dare una consulenza sulla gestione del bilancio. il gruppo dei pazienti operati a giugno LA GRANDE MOBILITAZIONE PER LA RACCOLTA DEL SANGUE G razie alle attività educative e di sensibilizzazione del “Pelican Blood Donation Program”- promosso dall’Ospedale St.Elizabeth di Shisong con l’aiuto di Cuore Fratello Camerun – sono ormai numerosissimi i donatori regolari e il progetto, sostenuto anche dalle autorità civili, sanitarie e religiose, sta coinvolgendo tutta la comunità. La giornata internazionale dei donatori di sangue del 14 giugno è stata celebrata con una grande manifestazione: oltre 520 donatori e numerosissimi simpatizzanti provenienti dai villaggi intorno alla città, richiamati nei giorni precedenti dalla stazione radio locale, hanno marciato, accompagnati dalla banda locale, da Kumbo fino al piazzale del Cardiac Center, dove le autorità cittadine e il personale dell’ospedale sono intervenuti dando informazioni utili sulla donazione di sangue. Questa attività è indispensabile non solo per il Cardiac Center ma anche per il Saint Elizabeth Catholic General Hospital presso cui sorge e per altri due ospedali della zona. © Cuore Fratello segue dalla prima NEWS DA SHISONG don Claudio Maggioni Presidente Cuore Fratello La marcia di sensibilizzazione: in testa alcuni dei donatori con le magliette gialle donate da Cuore Fratello per l’evento. © Cuore Fratello NEWS DA SHISONG 3 IL DOTTOR JEAN CLAUDE AMBASSA: UNO “SHUFAI” DAL CUORE D’ORO J ean Claude Ambassa, cardiologo del Cardiac Center, è amico di vecchia data di Cuore Fratello. È stato tra i primi a venire in Italia per la formazione: i medici erano rimasti colpiti dalla sua abilità nel diagnosticare correttamente le patologie cardiache usando solo stetoscopio e radiografia. A San Donato, dove è venuto più volte tra il 2001 e il 2006, ha trovato tante persone con cui ha stabilito un legame di amicizia e di affetto: “quante risate ho fatto con gli amici di San Donato” racconta “quando penso a Brunella, la mia ‘mamma italiana’, che mi aveva ospitato per un po’ in casa sua e che ora è scomparsa, mi scende sempre qualche lacrima”. Il dott. Ambassa appartiene alla storia del Centro fin dai primi momenti, quando le difficoltà erano tante e tutto era ancora da costruire. Come quando, per salvare un bambino di Douala che aveva visitato ma di cui si erano perse le tracce, si è recato nella cattedrale della lontana città portuale, per a lanciare dal pulpito un appello ai cittadini affinché lo aiutassero a ritrovare questo piccolo paziente. Alla fine il bambino è stato rintracciato e portato a Shisong giusto in tempo per essere operato nel corso di una delle missioni operatorie, che all’epoca ancora si servivano della chirurgia generale del Saint Elizabeth. “È così importante il sostegno che gli amici di Cuore Fratello danno al Cardiac Center: capita spesso che i genitori a cui comunichiamo che i loro figli devono essere operati scoppino a piangere perché non sanno proprio come pagare. E non c’è il rischio che i soldi dei benefattori vadano a chi non ne ha bisogno perché il Centro si è dotato di un comitato di controllo che verifica la reale situazione finanziaria delle famiglie”. Oltre alle numerose visite, il dott. Ambassa, da quando la sala dell’emodinamica è attiva, pratica cateterismi diagnostici e interventistici e la passione con cui svolge il suo lavoro è tutta nei suoi occhi, che brillano di gioia mentre dice “quando penso a quanti ammalati sono guariti…non posso fare a meno di sorridere!” Nel marzo 2008 il Fon, il capo della tribù locale degli ‘Nso gli ha conferito il titolo di Shufai, carica onorevole che viene attribuita a personalità che in qualche modo portano sviluppo alla popolazione, a testimonianza del grande valore che l’antico potere tradizionale riconosce al suo lavoro e, più in generale, al Cardiac Center. Foto in alto: Il dottor Jean Claude Ambassa con don Claudio e il dottor Gianfranco Butera © Cuore Fratello 4 PROGETTI IN PRIMO PIANO SOS DALL’EGITTO: MISSIONE COMPIUTA uando andiamo a trovarlo in reparto, a distanza di una settimana dall’intervento, Salah, sei anni, comincia appena a recuperare le forze: non si alza mai dal letto, ma ci accoglie con un sorriso timido e uno sguardo dolcissimo; nel letto vicino, Faarooq, due anni, ride come un matto agli scherzi delle volontarie. Nella stanza arriva, in braccio alla mamma, anche Sahar, una bimba di soli 7 mesi, che si guarda intorno, un po’ stra- nita dal nuovo ambiente e da tanti volti sconosciuti. I tre bambini vengono dall’Egitto: segnalatici all’inizio dell’estate per la gravità della loro cardiopatia, sono arrivati subito in Italia con le loro mamme, grazie alla grande generosità degli amici di Cuore Fratello che hanno risposto al nostro appello, permettendoci di fare arrivare velocemente i tre piccoli pazienti. La mamma di Salah è l’unica dopo l’operazione che parla un po’ di inglese e ci aiuta volentieri a comunicare con le altre mamme. È una persona in gamba che riesce a fare un po’ da guida e supporto alle due donne, più spaurite. Ci racconta che si è accorta della malattia del figlio quando aveva solo due mesi, perché tossiva in continuazione. A quattro mesi è stato sottoposto ad un primo intervento, in Egitto: la prima operazione, spiega, era indispensabile per farlo © Cuore Fratello Q Salah nel corridoio dell’ospedale SEMPRE PIÙ SOLIDO IL PONTE DI SPERANZA CON IL KURDISTAN IRACHENO C ontinua la staffetta solidale con Iniziative di Solidarietà onlus, l’associazione senese che opera nel Kurdistan Iracheno, e con la quale abbiamo fatto arrivare in Italia per l’operazione salvavita al cuore già 17 bambini e ragazzi in meno di due anni. Quest’estate, dopo Tara e Nisko, di 5 e 12 anni, abbiamo ospitato e assistito anche Fehrad e Nalîn, di 10 e 4 anni. Nonostante la grande difficoltà della lingua i volontari non si lasciano scoraggiare e dal canto loro i piccoli pazienti, che come tutti i bambini hanno tanta voglia di imparare cose nuove, hanno appreso rapidamente qualche parolina in italiano. Insieme potremo salvare ancora tanti bambini di questa Regione in cui, probabilmente a causa dei bombardamenti chimici del regime di Saddam, le cardiopatie congenite sono particolarmente numerose e non esiste ancora una cardiochirurgia pediatrica. Tara e Nisko giocano nella Casa di Ospitalità LA PAROLA AI VOLONTARI 5 È tornata a casa ad inizio luglio la piccola Annie, 2 anni, la bimba camerunese il cui intervento complesso e la lunga degenza hanno reso necessario il ricovero in Italia. La bimba è rimasta infatti in ospedale per più di due mesi, sempre assistita dalla nonna e dai volontari, che si sono molto affezionati a questa piccolina dal visino simpatico. “La nonna l’ha sempre accompagnata - racconta Luisa, una delle volontarie che durante l’estate ha dedicato molto del suo tempo ai bambini di Cuore Fratello - ma anche per lei era tutto nuovo, difficile; eppure la sua incredibile fede nella provvidenza divina l’ha aiutata passo passo. Mi ha spiegato come anche noi volontari, oltre ai medici e ai benefattori, facciamo parte dell’aiuto che Dio le ha mandato per salvare la sua nipotina”. © Cuore Fratello ANNIE E ASSEFA CE L’HANNO FATTA Annie durante la merenda in ospedale Assefa è invece una bimba etiope arrivata a fine giugno in emergenza. Nonostante anche il suo caso fosse particolarmente grave, Assefa ha dispensato sorrisi a tutti, facendo amicizia con gli altri bambini del reparto e diventando una compagna di giochi insostituibile pur senza parlare una parola di italiano. “Appena tornata in reparto, poco dopo l’intervento - racconta sempre Luisa - l’ho trovata nel suo letto, sorridente come sempre: mi ha mostrato orgogliosamente un braccialetto che le avevano regalato e le unghie, dipinte con lo smalto rosa…a parte la cicatrice e il contesto in quel momento mi è sembrata davvero una bambina come tante, con una vita davanti e con tanta, tanta voglia di vivere”. Sahar, 7 mesi crescere, l’intervento a cui è stato sottoposto ora non poteva essere fatto su un cuore così piccolo. “Questa seconda operazione poteva essere praticata solo all’estero, in Italia: in Egitto sono in grado di capire il problema ma non è facile risolverlo. Ci sono bravi medici ma gli ospedali non sono adeguati per questo tipo di problemi, in particolare manca una terapia intensiva per la prima degenza. Quando i medici mi hanno detto che c’erano delle persone che potevano aiutarci a sostenere i costi delle cure - una cifra davvero troppo alta per noi - e che sarei partita a breve, mi sono sentita felicissima per- ché sapevo Salah sarebbe stato curato al meglio, ma allo stesso tempo ero molto preoccupata perché avrei dovuto affrontare tutto questo da sola… Ma poi ho trovato i volontari di Cuore Fratello che mi hanno accolto in aeroporto, che ci sono venuti a trovare in ospedale, che ci hanno fatto compagnia: è stato tutto meno difficile di quanto mi aspettassi, anche se mi manca molto la mia famiglia: ho altri due bambini piccoli che in questo momento sono a casa con la nonna. Però so che qui Salah può essere curato davvero e rimango volentieri tutto il tempo necessario”. La storia di Salah è molto simile a quella di Faarooq, anche lui alla seconda operazione, e di Sahar: le mamme affrontano con coraggio questa difficile esperienza in un paese straniero, ma l’appoggio e il sostegno dei volontari si rivela sempre fondamentale per loro, che spesso si sentono senza un appiglio. Ora i tre piccoli pazienti, operati al Policlinico San Donato, sono tornati a casa, dalle loro famiglie. Prima di partire la mamma di Salah ci chiede “Mi hanno detto che Cuore Fratello ha pagato per l’intervento, ma mi domando: da dove prende i soldi l’associazione?” Spieghiamo che sono amici, uomini e donne di tutta Italia che ci aiutano a realizzare 2 anni Faarooq, tutto questo, e il suo volto si illumina “Come mi piacerebbe incontrare queste persone per ringraziarle una ad una!” 6 DALLA PARTE DEL DONATORE Siamo pronti ad accogliere a breve, dopo qualche ritardo burocratico, la dottoressa malgascia per la formazione e mentre lavoriamo per realizzare l’ambulatorio di cardiologia ad Ambanja, il Centro Medico Chirurgico Saint Damien presso cui sorgerà - fondato dal frate e chirurgo padre Stefano Scaringella nel 1988 - continua senza sosta le sue attività, mantenendo un livello qualitativo molto alto rispetto agli standard locali. Lo sa bene Stefano Siboni, specializzando in chirurgia generale al Policlinico San Donato e amico di Cuore Fratello, che nel 2010 si è recato per la prima volta proprio nella clinica malgascia, per un periodo di volontariato. “L’impatto con la realtà locale – racconta è stato subito molto forte: la povertà mi si è immediatamente mostrata con il volto di venti, trenta persone che, per guadagnare pochi spiccioli, volevano portarmi la valigia fino alla barca che mi avrebbe portato dall’isoletta turistica di Nosy – Be fino alle coste del Madagascar. Ad Ambanja non ci sono strade asfaltate e la povertà è ovunque intorno a te. Per questo ti colpisce entrare nell’ospedale, dove tutto è molto curato e pulito, dove trovi sempre le signore delle pulizie indaffarate a lavare i pavimenti. Grande è anche l’attenzione data alla professionalità e alla formazione del personale medico, tutto locale ad eccezione di Padre Stefano. La qualità del servizio è nettamente superiore rispetto a quella dell’altro ospedale di Ambanja, per questo molti vengono qui, anche se non hanno bisogno di un intervento chirurgico. La popolazione locale ha perciò ben accolto la struttura, che ha portato con sé anche un po’ di sviluppo, dando lavoro stabile ai dipendenti e favorendo la proliferazione di attività commerciali nelle vicinanze. Non sono mancate, inizialmente, le incomprensioni: il Saint Damien sorge infatti dove un tempo si trovava una capanna adibita al culto dei morti; Padre Stefano, avendo individuato quel terreno come adatto per l’ospedale e ignorando il ruolo della capanna l’ha fatta abbattere, scatenando le ire della popolazione, che ha © Stefano Siboni L’AMBULATORIO AD AMBANJA: UNA SPERANZA PER I BAMBINI DEL MADAGASCAR dovuto placare con il sacrificio di un bue. Ora è tutto superato e Padre Stefano è meglio conosciuto come grand-père, nonno, come lo chiamano i bambini della casa famiglia di cui è fondatore e gestore, che accoglie una trentina di orfani. In questo contesto la mancanza di una cardiologia rappresenta una grave pecca: il Saint Damien è dotato solo di un elettrocardiografo, troppo vecchio e mal funzionante e manca di personale formato per questo tipo di patologie. Attualmente in tutto il nord dell’isola manca questa specializzazione e i pazienti - senza una diagnosi precisa - dovrebbero fare più di 800 km (che con le strade locali richiedono 24 ore di viaggio!) per andare nella capitale e farsi visitare. Un giorno si è presentato un ragazzo, più o meno della mia età, con una cardiopatia dilatativa molto grave; la sua situazione era ormai compromessa ma se avesse avuto la possibilità di una diagnosi anni fa forse si sarebbe potuto curare. L’apertura dell’ambulatorio consentirà di individuare per tempo le cardiopatie, dando così ai pazienti la possibilità di salvarsi. Tornerò a lavorare al Saint Damien come volontario a settembre, durante le mie ferie; molti mi chiedono se non mi pesa rinunciare alle vacanze ma io rispondo di no, perché è un’esperienza che arricchisce molto: il tempo che potresti usare per divertirti lo usi per aiutare gli altri e ti ritrovi più contento, ti accorgi di essere fatto per voler bene alle persone e quando sei consapevole dello scopo per cui ti presti, la fatica passa in secondo piano. Certo in un contesto come quello del Madagascar dove il bisogno è davvero sconfinato c’è il rischio di perdersi nella demoralizzazione o nella rabbia, ma poter contare su persone salde e determinate, ti dà forza e ti aiuta a perseverare nel tuo obiettivo. Stefano Siboni PER CURARE UN BAMBINO CARDIOPATICO SPECIALE 7 BISOGNA METTERCI IL CUORE Il dottor Gianfranco Butera, cardiologo del Policlinico di San Donato Milanese e consigliere di Cuore Fratello, che partecipa regolarmente alle missioni operatorie al Cardiac Center di Shisong dove pratica i cateterismi insieme al collega Jean Claude Ambassa, racconta l’intervento sanitario nei Paesi in Via di Sviluppo secondo la sua prospettiva professionale ed umana. Nel 1960 un bambino con cardiopatia congenita nato in Italia aveva un triste destino davanti a sé: non esistevano prospettive di cura per la maggior parte di questi pazienti e laddove esistevano delle opzioni chirurgiche la mortalità superava il 90 % dei casi. Dopo 50 anni di progressi, sviluppi, approfondimento delle conoscenze, la situazione si è più che invertita con una sopravvivenza di oltre il 95-98 % ed una qualità di vita che è spesso del tutto normale. Esistono però molti paesi del mondo in cui la situazione è ancora simile a quella dell’Italia di 50 anni fa se non peggiore. Questo è il caso di molti stati africani, dove la natalità è elevata e il numero di pazienti con cardiopatie congenite risulta notevole. Si aggiungono poi anche le patologie cardiache acquisite su base infettiva come la malattia reumatica e le altre malattie come l’ipertensione arteriosa e l’ischemia miocardica. Questa situazione associata all’assenza di competenze e strutture ed alla povertà crea un mix molto sfavorevole per i pazienti di queste aree del mondo. Recenti dati della WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno evidenziato che le patologie cardiache rappresentano attualmente la seconda causa di morte nei paesi in via di sviluppo. Questo dato aumenterà con il proseguire dello sviluppo di questi paesi che, ai fattori di rischio pre-esistenti, assoceranno fattori di rischio che sono tipici delle società sviluppate (ipertensione arteriosa, colesterolo, sedentarietà ed altri). Se la disponibilità di cure e competenze è molto ridotta in questi paesi, non è per nulla ridotta l’attenzione ed il dolore del paziente e dei suoi familiari per una vita di sofferenza e senza speranza, ancora più dirompente quando sono i bambini ad essere ammalati. Questa è l’esperienza del Camerun agli inizi del progetto. Una realtà di povertà, di mancanza di competenze e strutture, di assenza di speranza per malattie ampiamente curabili alle nostre latitudini. A questo si univa un dolore profondo ed una disperazione muta negli occhi e forse anche nei cuori dei bambini e dei loro genitori. Ma proprio dove meno te lo aspetti può nascere qualcosa di inatteso e di speciale. Più o meno consci di un disegno provvidenziale, abbiamo iniziato un percorso ricco di sfide ed esperienze che ci ha portato all’inaugurazione del Centro cardiologico e cardochirurgico di Shisong. Le sfide sono state pratiche ma anche di approccio e strategia: è stato importante cercare di capirsi tra culture e lingue diverse, fidarsi uno dell’altro, correggersi vicendevolmente, comunicare e tanto altro ancora. Non tutto è compiuto ed in effetti il fine dell’esperienza umana non sta nell’obiettivo raggiunto ma nel cammino vissuto e condiviso. Nell’ambito della vera amicizia il cammino non si interrompe mai. Richiede umiltà, comprensione e soprattutto la volontà di mantenere viva la relazione. È l’insegnamento che ho imparato da una esperienza molto toccante vissuta qualche anno fa in Camerun, quando i genitori di un bambino operato in Italia due anni prima hanno voluto incontrare me e gli altri medici presenti. Si trattava di un bambino arrivato troppo tardi all’intervento che non aveva superato la chirurgia ed era deceduto. Eravamo un po’ imbarazzati e forse preoccupati, invece i genitori di questo bambino erano venuti per ringraziarci, per conoscere coloro che avevano curato il loro figlio e che erano stati con lui negli ultimi momenti della sua vita cercando di fare il meglio per sottrarlo al suo destino. Pur nel grande dolore avevano apprezzato l’impegno e l’amore che tante persone avevano profuso per il loro bambino. Ci hanno testimoniato nella loro viva carne e nella loro dolorosa esperienza come la cosa più preziosa sia la passione, l’impegno e la condivisione di una porzione di cammino della vita per quanto dolorosa esso possa essere. Gianfranco Butera Cardiologo pediatra e consigliere di Cuore Fratello PER cinque BAMBINI DEL CAMERUN L a vita di Olivia, Clémentine, Flore, Paul e Bernard è appesa ad un filo. Sono piccolissimi, hanno un’età compresa tra i 15 mesi e i 4 anni, eppure nella loro breve vita hanno già conosciuto tanta sofferenza. Vengono da ogni angolo del Camerun, da Douala, Yaoundé, dalle regioni del nord, dall’est. La loro fortuna, dopo una lunga serie di visite e ricoveri in altri ospedali, è stata essere inviati al Cardiac Center dove il dottor Jean Claude Ambassa e il dottor Cabral Tantchou li hanno visitati e li hanno messi in lista per un intervento urgente. Le famiglie però sono molto povere e suor Gertrude ci ha lanciato un nuovo appello per salvare questi piccoli, che vivono in contesti difficili, come la piccola Clémentine, che è stata abbandonata dalla mamma poco dopo il parto, proprio a causa delle sue condizioni di salute. Il padre ha fatto per lei tutto quello che poteva, ma è riuscito a raccogliere solo una piccola parte dei costi necessari per l’intervento della figlia. deve Clèmentine, 4 anni e mezzo, essere operata al più presto Aiutaci a raccogliere la somma necessaria per salvare la vita ai cinque bambini: anche una piccola donazione può fare la dif ferenza! Insieme possiamo salvare la piccola Clémentine e gli altri bambini: dobbiamo raccogliere 31.000 euro per coprire i costi degli interventi. Calendario • 25 settembre: festa cittadina del volontariato, Centro Sportivo di via Caviaga (ex Parco Snam), San Donato Mil.se, ore 11 Settembre: assemblea straordinaria dei soci per il rinnovo del Consiglio Direttivo Cambio sede Ricordiamo che la nuova sede operativa di Cuore Fratello si trova in via della Libertà 53, a San Donato Milanese e risponde allo 02 87384044 (fax 02 92 877501). La sede legale rimane in via Unica Bolgiano 2, 20097 San Donato Milanese. DILLO ALLA TUA AZIENDA Proponi le iniziative solidali all’azienda in cui lavori: con il tuo aiuto potremo garantire le cure a tanti piccoli malati di cuore! Richiedi la brochure informativa, scrivendo a [email protected] o telefonandoci allo 02 87384044. SALUTE PER TUTTI I BAMBINI DEL MONDO. Questo Natale regala la salu te ai piccoli malati di cuor e del Madagascar. aderendo alle iniziati ve solidali per le aziende , promosse da Cuore Fratello, potrai aiutarci ad aprire un ambulat di cardiologia pediatr orio ica in Madagascar. Una tua donazione tramite: • Conto Corrente Bancario (Banca Prossima): IBAN IT83 Z033 5901 600100000009008 • C. C. Postale n. 38242830 • online: www.cuorefratello.org Intestare a “Associazione Cuore Fratello onlus” Da Cuore a Cuore è stampata su Carta Ecologica ottenuta con fibra riciclata al 100%, con processi produttivi a ridotto impatto sull’ambiente e riduzione del contenuto di sostanze pericolose per l’ambiente. RIACCENDI LA SPERANZA © Cuore Fratello 8 CUORI DA ADOTTARE Direttore responsabile: Don Claudio Maggioni - Redattori: Maria Cristina Fugante, Marco Ostoni, Monica Pilone, Franco Villaggi - Grafica e impaginazione: Giacometta Torrente, Daniele Majnardi - Foto: Angela Ponzini, Stefano Siboni - Redazione e amministrazione: Associazione Cuore Fratello onlus, sede legale: via Unica Bolgiano 2, San Donato Mil.se, Mi - sede operativa: Via della Libertà 53, 20097 San Donato Mil. se - Tel 02 87384044 - Fax 02 92877501 - www.cuorefratello.org - email:[email protected] - C. Fiscale 97312830157 - Tipografia: Rotoform. Per tutelare l’identità dei bambini i nomi e le foto non corrispondono necessariamente a quelli reali. 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