La storia. Il giovane William nell`olimpo degli chef
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La storia. Il giovane William nell`olimpo degli chef
E C O N O M I A & L A V O R O 19 Domenica 23 Agosto 2015 pianeta verde Agroalimentare, un secondo trimestre a passo «rallentato» di Andrea Zaghi S empre bene, ma non come prima. Colpa del mercato interno che rallenta nuovamente. Poi ci si è messo il clima ad aggiungere preoccupazioni. L’agroalimentare italiano vive giorni tesi e problematici che trovano conferme nelle analisi condotte da Ismea e da Unioncamere sull’andamento del complesso del comparto nel secondo trimestre dell’anno e rese note pochi giorni fa. Valutazioni che, appunto, distinguono bene fra ciò che comunque corre e ciò che, invece, segna il passo. Stando ai numeri e ai ragionamenti dietro a questi, quindi, l’agroalimentare italiano nel secondo trimestre del 2015, ha «rallentato il passo» dopo l’evoluzione positiva, dice il Rapporto redatto dai due enti, osservata a inizio anno. Mentre l’export continua ad avanzare a ritmi sostenuti, rilevano infatti Ismea e Unioncamere nel consueto appunta- mento di AgrOsserva, la debolezza della domanda interna sta avendo marcati riflessi sull’industria alimentare, le cui vendite dipendono per tre quarti ancora dal mercato domestico. Hanno frenato così sia la produzione che le vendite. Ancora sostenute però le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani che sono migliorate rispetto ai già buoni mesi precedenti. Nei primi 5 mesi del 2015, la crescita è stata del 7,1%, con un contributo particolarmente po- sitivo dell’agricoltura che avanza all’estero dell’11,8% a fronte di un incremento più contenuto dell’industria alimentare (+6%). Il problema vero, tuttavia, rimane quello dei consumi interni. Il primo semestre è stato chiuso con una flessione degli acquisti delle famiglie dello 0,2% su base annua. È in particolare da questo dato che deriva il clima meno positivo che serpeggia nell’industria alimentare per quanto riguarda il mercato interno; nostro mercato interno "allargato", Ismea spiega che le condizioni dell’offerta potrebbero continuare a tenere a freno i listini, ripercuotendosi negativamente sulla redditività delle imprese, alleviate solo in parte da un alleggerimento dei costi di produzione. Tutto senza contare la depressione dei mercati della grandi colture agricole. È sulla scorta di queste analisi che gli imprenditori agroalimentari guardano all’autunno. mentre migliorano le previsioni di chi esporta. Al contrario, le aziende agricole vedono ancora il loro orizzonte in modo negativo, soprattutto quelle zootecniche. Ma cosa accadrà da qui in avanti? Stando alle imprese, potrebbe migliorare ancora l’export verso il resto del mondo eccetto ovviamente la Russia, che ha confermato per un altro anno l’embargo verso i prodotti agroalimentari europei. Per quanto riguarda l’Europa, cioè di fatto il Piccole partecipate locali crescono E fanno il pieno di grandi perdite © RIPRODUZIONE RISERVATA I risultati delle partecipate locali Netto Perdita Differenza 18,4 136,2 Trentino A. A. 137,5 67,6 Friuli V. G. 3,9 0,1 27,6 86,3 5,4 44,7 0,3 0,4 -9,2 49,9 132,1 22,9 3,6 Valle d’Aosta 0,5 Piemonte Lombardia Veneto Emilia R. 63,1 Nel Lazio record dei conti in rosso. Così le tariffe esplodono 36,9 26,2 Marche Umbria PAOLO PITTALUGA MILANO rescono le tariffe – del 9,9% in 3 anni – e cresce il numero delle aziende pubbliche partecipate a livello locale: 1.782 quelle italiane nelle quali spesso le perdite superano gli utili di esercizio. Davvero un bel quadretto quello dipinto dal rapporto di Confartigianato, a triste testimonianza di come il cittadino sia visto alla stregua di un sinonimo di borsellino, da svuotare logicamente. I numeri parlano da soli: da giugno 2012 allo stesso mese del 2015 le tariffe dei servizi pubblici locali, quelli di fatto fondamentali, ossia la raccolta della "spazzatura", i trasporti pubblici, i parcheggi, l’istruzione secondaria, le mense delle scuole, i nidi d’infanzia comunali e persino i certificati dell’anagrafe sono cresciuti del 9,9% mentre, nel Confartigianato: periodo, l’inflaha contein tre anni il prezzo zione nuto l’aumento per i cittadini di ad un 1,7%. Questo in 36 mesi. raccolta rifiuti, Ma l’analisi va trasporti pubblici, più a fondo e mense è lievitato considera gli ultimi 24 mesi con del 9,9% un dato ancora più allarmante: i servizi pubblici hanno avuto un’impennata del 6,2% delle tariffe mentre l’inflazione ha registrato un +0,5%. Non bastasse ecco che lo studio va a "sbirciare" tra le aziende pubbliche partecipate a livello locale. Che hanno raggiunto il ragguardevole numero di 1.782 e che si caratterizzano per una tutt’altro che invidiabile peculiarità: spesso le perdite superano gli utili. "Maglia rosa" nella classifica delle Regioni con questi organismi che hanno le maggiori perdite è il Lazio dove il rosso è di 32 milioni, gli utili di 4,4 milioni quindi un "buco" di 27,6 milioni. Non è da meno l’Umbria: utili a 6,4 milioni, perdite a 32,8, differenza di -26,4. Poi la Campagna che "spreca" 19,8 milioni, il Piemonte in rosso di 9,2 milioni, la Calabria a -6,7 milioni, l’Abruzzo a -5,2 milioni, il Molise a -2,7 milioni e la Sicilia a -2,4 milioni. Per fortuna ci sono anche le Regioni virtuose: il gruppo dei "bravi" è guidato dal Trentino Alto Adige che mette in luce una C Lo studio La storia. IL CASO 6,4 Per la Cgia le tasse nazionali sono tre volte più alte di quelle locali Liguria -26,4 25,1 Le tasse versate allo Stato sono tre volte superiori a quelle pagate agli enti locali. Lo rileva la Cgia di Mestre. Nel 2014 all’erario sono «confluiti» 379,7 miliardi, mentre ai governatori e sindaci «sono stati versati "solo" 106,1 miliardi di euro». Nel totale delle entrate delle amministrazioni centrali, il 60% è riconducibile all’Irpef (161,4 miliardi), all’Iva (97,1 miliardi) e all’Ires (31 miliardi). A livello locale le imposte più «pesanti» sono l’Irap (30,4 miliardi), l’Imu/Tasi (21,1 miliardi), l’addizionale regionale Irpef (10,9 miliardi) e l’addizionale comunale Irpef (4,4 miliardi). Su un totale di 485,8 miliardi di entrate percepite l’anno scorso dal fisco circa il 78% è finito nelle casse dello Stato centrale e solo il 22% circa agli enti locali. Tra ambiente e occupazione incerto futuro delle servitù militari -2,7 Abruzzo 1,8 7 73,1 11,5 61,6 Sardegna Toscana 109,3 42,4 2,5 38,4 106,8 4 TOTALE 716,7 390,7 325,9 Basilicata 0,4 0 0,4 Lazio Campania na ghiotta passione, un obbiettivo chiaro, tanta tenacia. Sono gli ingredienti - è proprio il caso di dirlo - della storia di William Zonfa, chef aquilano che a trent’anni ha già ottenuto una stella Michelin. Oggi che di anni ne ha trentatré continua a proporre un’idea di cucina che va ben oltre la semplice bontà di un piatto: nel ristorante Magione Papale a L’Aquila, o durante uno dei suoi cooking show, o in missione all’estero, chi incontra Zonfa si imbatte in un mix di eleganza suprema, conoscenza maniacale del prodotto, invidiabile tecnica, inarrivabile fantasia, calda accoglienza. In breve, da Zonfa non si va a solo a mangiare: si va a fare un’esperienza globale. «Quando ho iniziato con questa professione – rac- conta – non desideravo solo fare lo chef, ma farlo ad alto livello». E non a caso, subito dopo il diploma all’Alberghiero di Roccaraso, Zonfa inizia a lavorare rigorosamente in ristoranti stellati, dove non basta solo cucinare bene: ci vuole qualcosa in più. Prima a Monaco di Baviera, poi a Mentone in Costa Azzurra, poi ancora a Tokyo, e infine in Italia al Pellicano di Porto d’Ercole e al Mosaico di Casa Miccia a Ischia, ha sempre frequentato cucine di chef stellati. Nel 2010 l’incontro con Dino Serpetti, l’imprenditore che ha scommesso su Zonfa «e che non smetterò mai di ringraziare». Con lui, il giovane chef decide di ristrutturare un vecchio mulino alle porte della città, il Magione Papale, che diventerà un relais elegante, con due ristoranti: quello gourmet diventa il suo "regno", dove ha carta bianca per mettere alla prova tutta la sua classe e maturità. «A sorpresa – spiega – già nel 2011 arriva la stella Michelin, ed è stata una soddisfazione immensa», seguita da altri riconoscimenti come lo "chef dell’anno" per il Gambero Rosso e la vittoria a Masterchef Pechino nel 2013, la nomina ad ambasciatore dello zafferano nel mondo nel 2014, e il "ristorante dell’anno" per la guida Bibenda nel 2015. Come nasce questa passione? «Da bambino mia madre e mia nonna spesso mi lasciavano piatti già pronti da mangiare. Mi stava stretto, così ho scelto di frequentare l’Alberghiero per imparare a cucinare». Oggi di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e Zonfa non è uno chef tra i tanti: «Io faccio innovazione e sperimentazione» dice con convinzione, aggiungendo che «lavoro quotidianamente per comunicare la mia idea di prometterebbe gli attuali assetti occupazionali che, limitandoci esclusivamente al personale civile, registra un migliaio di operatori diretti più l’indotto caratterizzato da centinaia di società del sistema privato». Solo nell’aeroporto interforze di Decimomannu (15 chilometri da Cagliari) operano 86 società satellite con 1290 dipendenti che garantiscono retribuzioni per oltre 100 milioni di /anno. Su Quirra lavorano 4 aziende con 243 addetti, mentre a Teulada le società impiegate sono una decina con 145 lavoratori». Il sindacato invita alla gradualità con una dismissione da far partire quando realmente decolleranno le attività auspicate dalla mozione parlamentare, cioè attinenti, in ambito regionale, alla protezione civile per la formazione e l’addestramento del personale militare destinato a svolgere opera di assistenza alla po- cucina. Ogni piatto lo penso, lo studio, lo testo anche tenendo conto di qualche suggerimento, ma deve convincere me innanzitutto. Chi lo degusta, così, deve sapere che ci sono io in quel piatto e per me è più importante quello che riesco a comunicare delle aspettative di chi assaggia quel piatto». William è un goleador, ma attorno ha una squadra eccezionale. Dal sommelier al cameriere, passando per lo staff di cucina, tutti a Magione Papale parlano una sola lingua: i piatti vengono realizzati e comunicati come lo farebbe lui in persona. Una spiccata attitudine alla comunicazione – indispensabile per fare cucina ai giorni nostri – completano i tratti distintivi di un ragazzo che si è rimboccato le maniche ed è entrato di diritto nell’olimpo degli chef. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sicilia Calabria 4,4 4,6 11,5 0,8 32 24,4 13,9 7,5 -27,6 -19,8 -2,4 -6,7 Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Corte dei conti Sono 350 i chilometri quadrati «espropriati» con 80 km di costa inaccessibili al cittadino e tre grandi poligoni: chiuderli farebbe perdere 1.100 posti di lavoro ma guadagnare nel turismo Poligono di Salto di Quirra, procedendo comunque all’eliminazione di tutte le attività che, sulla base della valutazione dei rischi effettuata ai sensi della legislazione vigente, risultino suscettibili di produrre danni gravi ed irreversibili alla salute umana, animale ed all’ambiente. Un accordo tra ministero della Difesa e Regione, stipulato l’8 gennaio, stabilisce per la prima volta la sospensione delle esercitazioni militari dal primo giugno al 30 settembre. «Un dato sancito – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – che si può riprendere in mano solo per garantire un ulteriore allungamento dei tempi di sospensione». «Fatte salve le ragioni ambientali e sanitarie, quello indicato dalla mozione parlamentare sembra un percorso troppo energico – dice il segretario regionale della Cisl, Ignazio Ganga – in quanto com- Puglia -5,2 MARIO GIRAU F Molise 3 16,8 Sardegna. CAGLIARI 1,3 0,3 8,3 © RIPRODUZIO NE RISERVATA orse solo un uso "duale" delle servitù militari potrà impedire ai sardi di portare sul tavolo dello Stato – con un referendum consultivo – il conto sociale, politico, economico, ambientale di una presenza che ormai interessa 35mila ettari di territorio. Cioè via libera alle "stellette" solo se in grado di attrarre investimenti, soprattutto in ricerca e innovazione e di accrescere la forza lavoro impiegata. In caso contrario «restituiteci le basi», dicono al Governo i movimenti antimilitaristi e un’opinione pubblica sempre più contraria a questo "fardello": 350 chilometri quadrati praticamente espropriati; 80 chilometri di costa inaccessibili alle attività economico-turistiche, ampi spazi aerei e marini interdetti alla navigazione durante le esercitazioni. Qualche numero: il poligono del Salto di Quirra-Perdasdefogu (nella Sardegna orientale) di 12.700 ettari e il poligono di Teulada di 7.200 ettari sono i primi due poligoni italiani per estensione, mentre quello di Capo Frasca (costa occidentale) ne occupa oltre 1.400. Nell’isola è concentrato il 60% delle servitù militari. Lavoratori civili addetti circa 1100 ( erano oltre tremila negli anni Settanta). È tempo di cambiare. Tre anni fa una mozione al Parlamento di un gruppo di senatori ha indicato la rotta: progressiva riduzione delle aree soggette a servitù militare, dismissione dei poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca, e riqualificazione del 32,8 polazione civile nell’ambito delle missioni internazionali di pace; iniziative mirate allo sviluppo tecnologico e all’innovazione nel campo della radaristica, microelettronica e robotica; attività di ricerca e sviluppo di tecnologie e sistemi della filiera delle energie rinnovabili; in campo metereologico; attività collegata agli esperimenti del consorzio Cira (Consorzio italiano ricerche aerospaziali), dell’Asi (Agenzia spaziale italiana) e dell’Esa (European space agency) anche in collegamento con le Università della Sardegna. Da qualche mese è stato riaperto un tavolo di confronto per valutare ipotesi di riequilibrio che riducano il gravame delle servitù militari, soprattutto trovare meccanismi di mitigazione dell’impatto, la definizione di gruppi di lavoro e l’esigenza della trasparenza dei dati intorno alla qualità ambientale e ai costi del mancato sviluppo. «Evitiamo – afferma Ganga – un salto nel buio. La vicenda della riconversione dell’ex arsenale e ospedale di La Maddalena per ospitare nel 2009 il G8, poi trasferito all’Aquila, deve insegnare qualcosa. Si sono spesi 190 milioni di euro pubblici senza produrre effetti positivi per l’economia del territorio. Alla dismissione militare è seguito il declino dell’arcipelago». L’ex arsenale è in stato di abbandono: 150 mila metri quadrati inutilizzati, di cui 40 mila coperti, con banchine deserte, che potrebbero far attraccare 470 imbarcazioni e attrezzature pronte per sviluppare la cantieristica navale. Il giovane William nell’olimpo degli chef PIERGIORGIO GRECO U performance positiva di ben 132,1 milioni. Benone pure la Sardegna con un +106,8 milioni e bene pure la Puglia con utili al netto delle perdite a 61,6 milioni. Secondo l’analisi di Confartigianato nelle otto regioni "in perdita" l’incidenza del costo del personale sul costo della produzione è del 37,2%, superiore di 13,5 punti rispetto a quello delle 13 Regioni "virtuose". Ecco perché, come afferma il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il mercato dei servizi pubblici locali necessita «di una robusta cura di efficienza» perché «le regole di una sana gestione imprenditoriale non possono valere solo per i privati». 9,5 8,2 UNDER 40 Un vecchio mulino alle porte de L’Aquila è il regno del 33enne William Zonfa. Dall’alberghiero di Roccaraso al lavoro nei ristoranti stellati di Monaco di Baviera, Mentone, Tokio, Porto d’Ercole e Ischia per tornare a «casa» e conquistare diversi riconoscimenti di prestigio, compresa la vittoria al Masterchef di Pechino 2013. © RIPRODUZIONE RISERVATA