I costi dell`Alta Velocità in Italia ()
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I costi dell`Alta Velocità in Italia ()
I COSTI DELL'AV IN ITALIA La realizzazione del progetto per l’Alta Velocità Ferroviaria ha avuto il suo formale avvio il 7 AGOSTO 1991. Prevedeva la realizzazione delle linee Milano-Napoli, TorinoVenezia e Genova-Milano. Il costo complessivo previsto era di 26.180 miliardi di vecchie lire (pari 14.156 milioni di euro). VOCI DI COSTO 7 AGOSTO 1991 MILIARDI DI LIRE OGGETTO DEI CONTRATTI TRATTE 18.100 Progettazione esecutiva e costruzione: MI-BO; BO-FI; FIRM(solo adeguamento);RO-NA; TO-MI; MI-VR; VR-VE; GEMI. NODI 2.080 Progettazione esecutiva e costruzione dei nodi di: Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano, Torino, Verona, Venezia, Genova. MATERIALE ROTABILE 4.800 Fornitura di 100 ETR 500, treni a composizione fissa con 2 motrici e 12 carrozze. INFRASTRUTTURE AEREE 1.200 Realizzazione delle linee elettriche e del sistema di controllo e segnalamento per tutte le tratte ed i nodi. INTERESSI INTERCALARI 1.500 Interessi durante la esecuzione dell'opera fino all'entrata in esercizio. TOTALE 27.680 (COSTI DELLE SINGOLE VOCI DEL PROGETTO TAV PRESENTATO IL 7 AGOSTO 1991) Ad oltre 20 anni dall’avvio, il costo del progetto è lievitato ad oltre 90.000 milioni di euro. All’aumento abnorme del costo del progetto, più che quintuplicato, occorre aggiungere la beffa della assenza totale di investimenti privati millantati per oltre un decennio. LE TRATTE FERROVIARIE La realizzazione delle infrastrutture a terra fu affidata a TAV spa con un contratto avente come oggetto la “Concessione della progettazione, costruzione e SFRUTTAMENTO ECONOMICO delle infrastrutture per il treno ad Alta Velocità”. La stessa TAV SpA, senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, ha affidato sette contratti, ad altrettante imprese o consorzi di imprese, aventi ad oggetto la progettazione esecutiva e la sola costruzione con la totale esclusione della gestione. I sette contratti sono stati affidati da TAV spa a trattativa privata e senza la minima verifica di mercato, né il minimo controllo di un qualsiasi organo pubblico competente. Nessun contratto al momento è stato chiuso, nemmeno quelli relativi alle tratte in esercizio (To-Mi, Mi-Bo, Bo-Fi, Ro-Na), mentre gli altri contratti non sono ancora aggiornati in via definitiva. Le stime per la conclusione dei lavori delle sette tratte segnalano un costo di 47.750 milioni di euro, pari ad un valore unitario di 519 rispetto al valore 100 del 1991, con un aumento dei costi di oltre il 400%. TRATTE CONTRATTO 1991 (milioni di €) DATI UFFICIALI 2006 (milioni di €) STIME INDIPENDENTI 2013 (milioni di €) Torino-Milano 1.074 7.788 8.300 Milano-Bologna 1.482 7.150 7.950 Bologna-Firenze 1.074 5.954 6.700 Roma-Napoli 1.994 6.235 7.200 Milano-Verona 1.125 5.735 6.400 Verona-Venezia 869 5.455 5.900 Terzo valico (ex Ge-Mi) 1.585 4.979 5.500 Totale costi 9.203 43.296 47.950 100 470 521 Variazione unitaria (Dati ufficiali e stime indipendenti dei costi delle tratte AV contrattualizzate nel 1991) Tutti i finanziamenti per il progetto sono stati forniti o garantiti dallo Stato, mentre ad oggi non si registra un solo euro del millantato investimento privato. I NODI La realizzazione dei nodi, e cioè delle tratte ferroviarie di penetrazione nelle stazioni ferroviarie delle città interessate, era inizialmente prevista a carico di TAV spa. L’inerzia e la mancanza di competenze hanno successivamente indotto FS spa a scorporare questo compito dal contratto e di affidarlo ad RFI. In questo caso le variazioni dei costi rispetto a quanto comunicato nel 1991 sono altrettanto clamorosi e tutt’altro che definitive. Milioni di euro Costo dei “Nodi” Variazione unitaria Valori ufficiali 1991 Dati ufficiali 2006 Stime indipendenti 2013 1.064 5.752 8.400 100 540 789 (Costi delle tratte di penetrazione nei nodi delle stazioni delle città intessate) Nessun nodo delle stazioni delle città interessate (Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Genova, Verona, Venezia) è al momento risolto in via definitiva e proprio il ritardo con il quale si è avviata questa parte del progetto è la causa principale dei disservizi indotti nel cosiddetto servizio ferroviario universale. Con l’entrata in esercizio delle nuove linee e senza la soluzione dei nodi (ancora per qualche anno) l’effetto imbuto nelle stazioni è diventato e resterà ancora per qualche anno particolarmente critico. LE INFRASTRUTTURE AEREE Per la realizzazione delle infrastrutture aeree (linee elettriche e segnaletica) di tutte le linee, tratte e nodi, l’attività è stata affidata ad un unico consorzio di imprese, il Consorzio SATURNO scrl. Anche in questo caso l’affidamento del contratto non ha seguito alcuna procedura ad evidenza pubblica e nessuna verifica di mercato. La stessa composizione societaria ha subito, come nel caso dei consorzi affidatari delle tratte, significative modificazioni nel corso del tempo ed in questo caso addirittura a favore di imprese multinazionali straniere senza alcun controllo dei modi e tempi con i quali questo ingresso si è prodotto. Dati ufficiali 1991 Stime indipendenti 2013 Costo “Infrastrutture aeree” 614 3.200 Variazione unitaria 100 520 Milioni di euro (Costi delle linee elettriche e delle infrastrutture connesse) Mentre il costo annunciato nel 1991 era pari a 614 milioni di euro (in questo caso va sottolineata la totale assenza di dati e comunicazione ufficiali sui costi sostenuti per la realizzazione di questa parte essenziale del progetto), fonti indipendenti fornisco un stima di 3.200 milioni di euro. GLI INTERESSI INTERCALARI All’aumento straordinario dei costi (che TAV Spa copre interamente, con finanziamenti dello Stato e prestiti garantiti dallo stesso, a favore dei 7 consorzi di imprese cosiddetti general-contractor) debbono essere sommati gli oneri finanziari, direttamente a carico dello Stato, per i prestiti attivati da o per TAV Spa (Infrastrutture Spa, RFI spa). Nel progetto presentato il 7 agosto 1991, tali oneri, cosiddetti interessi intercalari, erano stati quantificati in 1.500 miliardi di lire (770mila euro), mentre oggi sono stimati da fonti tecniche indipendenti in 8.700 milioni di euro. Valori ufficiali 1991 Stime indipendenti 2013 Interessi intercalari 770 8.700 Variazione unitaria 100 1.130 Milioni di euro (Costo degli interessi sui prestiti prima dell’avvio del servizio) Gli oneri finanziari dunque fino alla chiusura dei cantieri passerebbero da un valore unitario 100 stimato da FS nel 1991 ad un valore oggi stimato pari a 1130, con un aumento di oltre il 1000 per cento. I COSTI COMPLESSIVI DEL PROGETTO AV DEL 1991 Il costo del progetto presentato il 7 agosto 1991, stimato con una cifra complessiva pari a 14.156 milioni di euro, è oggi (considerando anche i costi delle società pubbliche coinvolte a diverso titolo nella gestione del progetto e le opere compensative o indotte per la specifica realizzazione delle linee di AV e non contabilizzati dalle fonti ufficiali) lievitato a 96.850 milioni di euro. VOCE DI COSTO PROGETTO AV 1991 COSTI UFFICIALI STIME INDIPENDENTI (MILIONI DI EURO) 1991 2013 TRATTE 9.254 48.700 NODI 1.064 8.400 MATERIALE ROTABILE (ETR 500) 2.454 8.200 INFRASTRUTTURE AEREE 614 3.200 INTERESSI INTERCALARI 770 8.700 14.156 77.400 100 547 non quantificato 6.350 Costi diretti e spese di FS, RFI, TAV, SISTAVItalferr, Italferr non quantificato 3.900 Opere indotte e/o compensative connesse non quantificato 9.200 14.156 96.850 100 684 TOTALE PROGETTO TAV 1991 Variazione unitaria progetto Tav 1991 Studi, progettazione e realizzazione delle nuove stazioni per l'Alta Velocità con finanziamenti pubblici TOTALE COSTI PROGETTO TAV 1991 Variazione unitaria progetto TAV 1991 (Variazione dei costi del progetto AV presentato e contrattualizzato nel 1991) Fatto 100 il costo stimato e contrattualizzato nel 1991 oggi siamo ad un costo stimato pari a 684 e, comunque, anche non includendo le tre voci di costo non considerate nel progetto presentato nel 1991 si è passati da un valore unitario 100 del 1991 ad un valore unitario di 547 con un aumento percentuale del 447%. IL CONFRONTO CON ALTRI PAESI L’amministratore delegato di FS Spa, in una audizione alla commissione VIII del Senato nel marzo del 2007, ha consegnando ai Senatori dati sui costi delle infrastrutture per l’AV nel nostro paese confrontati con quelli di altri Paesi. I dati forniti da FS Spa ai Senatori Italiani indicano un costo medio per le tratte italiane in esercizio di 32 milioni di euro a km (564 km per le tratte Torino-Novara, Roma-Firenze, NapoliRoma), rispetto ai 10 della Francia (1.548 km di linee) ed ai 9 per la Spagna (1.030 km di linee). Nel caso di Francia e Spagna il costo medio a km includeva tutte le infrastrutture (comprese quelle aeree, quelle delle interconnessioni e quelle per la mitigazione degli impatti). Nel caso italiano invece veniva considerato solo il costo delle infrastrutture a terra delle sole tratte. Non solo, nel calcolo del costo medio delle linee realizzate, veniva inclusa anche la tratta di 241 km Firenze-Roma (realizzata molti anni prima con una architettura contrattuale completamente diversa), mentre nei costi delle tratte RomaNapoli e Torino-Novara ed in tutte le altre (in progettazione o in realizzazione) non viene considerato l’onere finanziario degli interessi intercalari pagati o da pagare per tutta la durata dei cantieri e fino all’avvio del servizio. I dati effettivi del costo medio a km in Italia, confrontabili con quelli degli altri Paesi, sono invece quelli elaborati da fonte indipendente e indicati nella seguente tabella. TRENO AV (Paese) KM TGV (Francia) 417 AVE (Spagna) 470 TAV (Italia) 589 FORMA DI REALIZZAZIONE Appalti della Società ferroviaria nazionale Appalti della Società ferroviaria nazionale Affidamenti a contraente generale a trattativa privata Linea Tratta COSTO A KM (MILIONI DI EURO) Linea Parigi-Lione 10,2 Linea Madrid-Siviglia 9,8 Linea Torino-Napoli (esclusa Fi-Ro) 60,7 (Confronto omogeneo dei costi per la infrastrutture per il treno AV con linee dedicate) I COSTI E GLI ONERI FINANZIARI FUTURI I costi per la realizzazione delle infrastrutture descritti non tengono conto degli oneri futuri che i prestiti attivati proietteranno nelle casse dello Stato e nelle tasche dei cittadini. I costi infatti sostenuti e da sostenere fino alla chiusura dei cantieri sono per circa un terzo coperti da “prestiti” e dunque da restituire alle banche con relativi interessi. Mentre, infatti, gli “interessi intercalari” (già considerati come voce di costo) sono coperti annualmente dal bilancio dello Stato, la copertura della quota di capitale, e relativi interessi, da restituire sarà da valutare dal momento della attivazione a regime di tutto il “servizio AV/AC” (secondo il progetto del 1991) e cioè dal 2009 in avanti. Anche in questo caso dati ufficiali e attendibili non sono stati mai forniti. Le stime indicano in un importo di circa 1.700 milioni di euro, la quota media annua, per circa 30 anni, necessaria per la estinzione dei debiti contratti con gli istituti bancari, non coperta dagli utili prodotti dalla gestione del servizio AV. DEBITI PUBBLICI OCCULTATI CON IL MODELLO TAV Nonostante quanto fin qui evidenziato, proprio il cosiddetto “modello TAV” è stato assunto come riferimento per la realizzazione delle grandi opere della “legge obiettivo” (legge n. 443/2001). Proprio con tale legge si sono avviate in questi anni altre opere che stanno creando ulteriori voragini nel bilancio dello Stato. In questo modo l'Italia continua a nascondere nella contabilità di società di diritto privato (ad esempio Stretto di Messina spa o Quadrilatero spa) presunti investimenti privati che a tutti gli effetti sono debiti pubblici. Già solo questi dati motiverebbero ampiamente un radicale ripensamento sia sulle parti del progetto di fatto ancora sulla carta (le tratte Milano-Venezia e GenovaMilano contrattualizzate nel 1991) e ancor più sulle nuove linee con progetti solo preliminari (Torino-Lione e Venezia-Trieste) ed altre ancor meno definite. L'effetto devastante sui conti pubblici futuri del modello TAV però non riguarda solo le grandi opere. Il “project-financing” senza rischi per i privati e la “società di diritto privato” con proprietà pubblica sono ormai in Italia replicati in modo diffuso, grazie a norme sui contratti pubblici (in contrasto o derogatorie rispetto a quelle contenute nelle direttive europee) e alle politiche di privatizzazione dei servizi pubblici (senza liberalizzazioni e con Spa pubbliche). Si tratta ormai di un fenomeno straordinario e scarsamente analizzato dagli economisti e letteralmente sconosciuto nel confronto fra le forze politiche. I project-financing modello TAV sono oggi in Italia pratica diffusa anche per opere promosse dagli Enti Locali: la stima degli investimenti realizzati con questo modello sono ad oggi stimati in circa 200 miliardi di euro. La diffusione delle Spa controllate direttamente o indirettamente da soggetti pubblici sono cresciute con progressione geometrica: La stima è di circa 20.000 spa o srl direttamente o indirettamente controllate dallo Stato, Regioni ed Enti Locali. Ivan Cicconi