Cultural Heritage Innovativo - Sono aperte le iscrizioni all`ISISS “N

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Cultural Heritage Innovativo - Sono aperte le iscrizioni all`ISISS “N
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCUOLE della RETE
IL CASTELLO
Arte e Cultura Digitale
Arte e Cultura Digitale
SCUOLE della RETE
CULTURAL HERITAGE INNOVATIVO
IMPEGNO A COSTITUIRSI IN RETE DA PARTE DELLE SEGUENTI SCUOLE
PUBBLICHE:
1.
I.S.I.S.S. “N. STEFANELLI” di Mondragone, Dirigente scolastico prof.ssa
Giuseppina Casapulla, sede di via Rocca dei Dragoni, 105 – Mondragone.
Ruolo nella Rete: scuola capofila.
2. IPSSAR “MANLIO ROSSI DORIA”, Dirigente scolastico prof.ssa Maria
Teresa Cipriano, sede di via Morelli e Silvati - Avellino. Ruolo nella Rete:
scuola partner.
3. S.M.S. “BUONARROTI-VINCI” di Mondragone, Dirigente scolastico prof.ssa
Lucia Razzino, sede di via Como - Mondragone. Ruolo nella Rete: scuola
partner.
4. Scuola Primaria “Secondo Circolo” di Mondragone, Dirigente scolastico
prof.ssa Giulia Di Lorenzo, sede Rione Amedeo - Mondragone. Ruolo nella
Rete: scuola partner.
5. I.S.I.S.S. “TADDEO DA SESSA” di Sessa Aurunca, Dirigente scolastico prof.ssa Giuseppina Zannini,
sede via Raccomandata snc - Sessa Aurunca. Ruolo nella Rete: scuola partner.
6. I.S.I.S.S. “E. MAJORANA” di Santa Maria a Vico, Dirigente scolastico prof.ssa Maria Giuseppa
Sgambato,
sede via Claudio - S.Maria a Vico. Ruolo nella Rete: scuola partner.
7. I.P.S.E.O.A. « A. FILOSI» di Terracina (LT), Dirigente scolastico prof.ssa Anna Maria Masci, sede via
Roma, 125 - Terracina (LT). Ruolo nella Rete: scuola partner.
8. ISTITUTO di RICERCA SCIENTIFICA e di ALTA FORMAZIONE – polo Universitario UNITELMA
SAPIENZA di ROMA – Legale rappresentante dott. Alessandro Galantuomo, sede via G.Bonelli, n. 40 Roma. Ruolo nella Rete: Istituto di Ricerca e Alta Formazione partner.
9. QUINTO CIRCOLO DIDATTICO « G. PATALUCCI» di Avellino - Dirigente
scolastico: prof.ssa Angela Tucci . Sede: via Scandone, 62 - Avellino.
Ruolo
nella Rete: scuola partner.
10. LICEO STATALE «PUBLIO VIRGILIO MARONE» di Avellino – Dirigente
scolastico: prof.ssa Paola Santulli. Sede: via Tuoro Cappuccini, 75 - Avellino.
Ruolo nella Rete: scuola partner.
11. LICEO CLASSICOCON ANNESSO LICEO SCIENTIFICO “ PIETRO PAOLO
PARZANESE” di Ariano Irpino (AV) – Dirigente scolastico: prof.ssa Manganiello
Alfonsina. Sede: via G. Matteotti - Ariano Irpino (AV). Ruolo nella Rete: scuola
partner
Scuola secondaria
2° Grado
Scuola secondaria
1° Grado
per ragazzi dai 14 ai 19 anni
per ragazzi dagli 11 ai14 anni
PRESENTAZIONE
Scuola dell’Infanzia
per bambini dai 3 ai 6 anni
Scuola Primaria
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA
DIDATTICA
per bambini dai 6 agli 11 anni
PRESENTAZIONE
Arte e Cultura Digitale
Presentazione
Titolo del Curricolo Digitale : < Cultural Heritage Innovativo >
Area di Riferimento: Arte e cultura digitale.
Requisiti di ammissione:
1. L’ISISS “N.Stefanelli” di Mondragone, capofila di questa proposta di Curricolo Digitale, ha costituito una Rete
composta da numerose scuole ( in ogni caso più di quattro);
2. Tutte le Istituzioni scolastiche componenti la Rete di scuole aderenti al nostro progetto <Cultural Heritage
Innovativo>, partecipano solo ed esclusivamente a questa Rete ed in ogni caso la Rete costituita per il nostro progetto
concorre per la sola Area Tematica “Arte e cultura digitale”;
3. La nostra Istituzione scolastica ha già realizzato un progetto a caratura Regionale ed in qualità di istituto
“capofila Regione Campania” ( autorizzato e finanziato dal MIUR) e teso allo sviluppo della didattica digitale e/o
della didattica per competenze: PNSD D.M. n. 762/2014.
Proposta progettuale: La elaborazione di un curricolo disciplinare è un lavoro complesso e denso di consapevolezze:
disciplinari, pedagogiche, didattiche, organizzative, valutative. La elaborazione di un curricolo digitale pretende
competenze informatiche essenziali, ma fondamentali. Il nostro percorso è molto semplice e, riteniamo con questo di
interpretare lo spirito del bando, mediante l’ applicabilità ovunque e in ogni scuola di ogni ordine e grado.
Competenza digitale. Tutti gli allievi coinvolti sono in grado di utilizzare criticamente le nuove tecnologie a scopi
informativi, partecipativi, di studio e in particolare: sanno utilizzare in maniera funzionale i motori di ricerca per
reperire dati e informazioni; distinguere i siti web e le informazioni in essi contenute secondo criteri di affidabilità e
attendibilità; produrre e presentare adeguatamente ad altri il proprio lavoro utilizzando gli strumenti informatici.
Idea progettuale. Il curricolo digitale < Cultural Heritage Innovativo> è un percorso didattico che è :
•
progettato per sviluppare competenze digitali: saranno gli allievi coinvolti a realizzare i “contenuti”
dell’heritage da promuovere e presentare ai turisti o ai cittadini interessati - protagonisti, gruppi di allievi
che, a grappolo, a partire dagli allievi delle scuole della rete e successivamente delle scuole che vorranno
“applicare” il nostro percorso didattico < Digital Cultural Heritage Innovativo > - a sviluppare “contenuti”
che saranno esposti e visionabili attraverso il <pannell> ( sistemato presso il monumento e/o la sala
museale e/o l’opera d’arte e/o la cattedrale) o, in alternativa, attraverso smarthphone o video sistemati
nella location e proposti mediante una “app dedicata”;
•
di facile replicabilità, utilizzo e applicazione ( il nostro percorso didattico ha una struttura semplice, con
il richiamo immediato all’ordine scolastico scelto con un semplice click sull’home page, facilità della struttura e
del percorso e agilità nell’applicazione);
•
necessariamente verticale. Per fasce di età:
-
3/5 anni (scuola dell’Infanzia)
5/10 anni (scuola Primaria)
10/13 anni (scuola media secondaria di I grado)
13/18 anni (scuola media secondaria di II grado);
•
con forti elementi di interdisciplinarità e trasversalità curricolare: è una proposta
interdisciplinare (italiano, informatica, lingue, ecc.) perseguibile attraverso la progettazione di un
percorso ben definito (discipline, strumenti, strategie). Questo è possibile attraverso un insegnamentoapprendimento il più possibile unitario, impostando una didattica di tipo modulare-costruttivista.
interdisciplinarità curricolare: I saperi, frazionati e suddivisi in discipline sono inadeguati ad affrontare
realtà e problemi che sono “multidimensionali”; infatti, le discipline consentono un approccio riduzionista
ai problemi. Ci hanno sempre ripetuto: << Le discipline ci ingiungono di ridurre il complesso al semplice,
cioè di separare ciò che è legato, di scomporre e non di comporre >>. Le discipline, singolarmente, non
sono in grado di dare risposte all’entità globali . In conclusione, grazie all’interdisciplinarità curriculare,
possiamo ritenere che il vero pensiero è quello che interconnette;
trasversalità curricolare: Nella costruzione di un curricolo verticale innovativo, la trasversalità costituisce
l’anima del curricolo, si pone come garanzia dell’unitarietà dei saperi, rappresenta il dispositivo
metodologico tramite il quale le discipline vivono in un rapporto di osmosi continua e reciproca, è la
condizione necessaria per l’interconnessione tra competenze disciplinari e interdisciplinari e tra
competenze cognitive, meta cognitive e di cittadinanza.
- declinato attraverso modalità di apprendimento pratico e sperimentale, metodologie e contenuti a
carattere altamente innovativo;
- teso ad accelerare e aumentare l’impatto verso il rinnovamento delle metodologie didattiche;
scalabile a tutta la scuola e al sistema scolastico: alla luce dei risultati che si raggiungeranno in fase di
sperimentazione presso la scuola capofila e quelle in rete, si fa riferimento alle seguenti piste di lavoro, al fine
di rendere esecutive le decisioni prese in sede di costruzione del curricolo in oggetto:
a. Sostenere iniziative di ricerca-azione in funzione dell’applicazione del “curricolo verticale” (obiettivi, prove,
didattica) da parte dei docenti nelle classi:” cosa voglio che l’alunno impari”, “come lo insegno” e “come verifico
gli apprendimenti”.
b. Prevedere azioni interne a ciascun istituto scolastico della rete che possano facilitare la trasmissione di abilità e
conoscenze acquisite durante il percorso formativo da parte dei docenti ai colleghi che non hanno partecipato.
c. Applicare la costruzione del curricolo verticale per competenze alle altre discipline.
d. Scrivere prove di verifica per ciascuna competenza prevista dal curricolo di ciascuna disciplina. e. Sostenere
l’uso dei criteri di valutazione e delle prove di competenze nella valutazione/certificazione dei risultati di
apprendimento degli alunni. Sarebbe opportuno utilizzare i risultati delle prove per capire come pianificare
interventi didattici di miglioramento (funzione valutativa) e dall’altro per valutare gli esiti in uscita del percorso, in
relazione a criteri di valutazione stabiliti in anticipo (funzione certificativa per ciascun ordine di scuola).
Scuola secondaria
2° Grado
Scuola secondaria
1° Grado
per ragazzi dai 14 ai 19 anni
per ragazzi dagli 11 ai14 anni
PRESENTAZIONE
Scuola dell’Infanzia
per bambini dai 3 ai 6 anni
Scuola Primaria
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA DIDATTICA
per bambini dai 6 agli 11 anni
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA DIDATTICA
Sviluppo e copertura Descrivere la copertura
rispetto ai
cicli scolastici e agli ordini di studio
Tipologie di Competenze Descrivere i traguardi di competenze in merito
alle discipline coinvolte
Articolazione e struttura delle tematiche e delle
competenze Descrivere obiettivi, tematiche ed
unità didattiche previste (sillabo)
L’educazione alla creatività, attraverso l’utilizzo di
strumenti digitali come veicolo espressivo
innovativo, nell’apprendimento delle discipline
artistiche (arte, musica etc) o all’interno di percorsi
di apprendimento trasversali e multisciplinari, noi
intendiamo svilupparlo con un Curriculo Verticale
Extracurriculare
Il sistema scolastico inglese, ad esempio, enfatizza
l’aspetto intracurricolare, evidenziando la presenza
della <cultural heritage> in ogni disciplina; mentre il
sistema francese adotta il modello intercurricolare
con attività aggiuntive laboratoriali e di atelier di
volta in volta obbligatorie e/o facoltative. Nella
nostra proposta didattica si fa riferimento
all’educazione al patrimonio nel curricolo.
Copertura rispetto ai cicli scolastici e agli ordini di
studio.
COMPETENZE DA ACQUISIRE ALLA FINE DELLA
FORMAZIONE: parliamo di una proposta
interdisciplinare (italiano, informatica, lingue, ecc.) perseguibile
attraverso la progettazione di un percorso (discipline, strumenti,
strategie). Questo è possibile attraverso un insegnamentoapprendimento il più possibile unitario, impostando una didattica di tipo
modulare- costruttivista: si organizzano progetti integrati, al cui interno ci
sono uno o più moduli di insegnamento-apprendimento interdisciplinari in
sé compiuti. Le discipline coinvolte vengono segmentate in percorsi
specifici ed esaustivi. I moduli, così, rappresentano una parte significativa,
unitaria ed organica di un percorso formativo disciplinare e
interdisciplinare, che potrà essere sviluppato progressivamente in altri
“step” del progetto integrato. Il compito unitario di prestazione ( o
situazione-problema) ne è lo strumento. Esso, infatti, viene utilizzato
all’inizio dell’unità di lavoro (per stimolare la voglia di apprendere),
durante ( per mettere in atto i propri talenti e le capacità - cognitive, meta
cognitive, relazionali ... ecc - ed apprendere/esercitare nuovi
apprendimenti) e al termine (per certificare la competenza).
Attraverso la sperimentazione, l’interazione con l’insegnante, la personale
elaborazione dei materiali e dati/documento, l’autovalutazione, la
discussione con i compagni, l’approfondimento conseguente, l’alunno
costruisce il <curriculo digitale>.
Il percorso progettato, si è prefisso i seguenti obiettivi :
Livello cognitivo:
Ulteriori obiettivi:
Per fasce di età:
a.3/5 anni
(scuola dell’Infanzia)
b.5/10 anni (scuola Primaria)
c.10/13 anni (scuola media
secondaria di I grado)
d.13/18 anni (scuola media secondaria di II grado)
-competenze di base: acquisizione di conoscenze nell'ambito delle
tematiche proposte, ritenute
propedeutiche e fondamentali per poter acquisire le competenze
specifiche, tecnico- professionali;
-competenze tecnico-professionali: acquisire e/o sviluppare capacità
attraverso laboratori, visite ed
escursioni utili per la qualificazione. Livello operativo:
-capacità operative: svolgere l'attività di catalogazione in ambito
specifico; sviluppare capacità progettuali
•Saper costruire il curricolo verticale per competenze sul
terreno del confronto e dell’elaborazione collegiale
condividendo le cornici culturali di riferimento: - il quadro
europeo ed internazionale in cui si collocano i documenti
ministeriali relativi ai diversi cicli - i rapporti tra
curricolo/autonomia scolastica/POF - i concetti chiave per
la costruzione operativa dei curricoli digitali;
•Saper costruire percorsi di insegnamento/apprendimento
efficaci, adeguatamente progettati, e rigorosamente
<verificati>;
•Saper tradurre nella prassi scolastica quotidiana un
modello didattico che consenta agli alunni di imparare ad
imparare costruendo abilità e conoscenze utili ad agire
adeguatamente e con successo nei diversi contesti;
•Saper costruire strumenti di valutazione che verifichino lo
sviluppo in itinere delle competenze e ne certifichino
l’acquisizione finale.

Concetti di multimedialità, interattività,
ipertestualità.

La narrazione fra testo, immagini, audio, video
( Culture partecipative e fandom. Storytelling e digital
storytelling: le nuove forme della
narrazione)

. Storytelling transmediale e crossmediale.
Storytelling ipertestuale. Il videomaking
digitale e le nuove frontiere della narrazione
video. I videogiochi come nuova forma della
narrazione: principali tipologie di videogioco.

Gli ambienti in realtà virtuale come ambienti
comunicativi e le diverse tipologie di realtà
virtuale.
Metodologie Descrivere le metodologie che si
intende adottare
Metodologia attiva fondata sull’insegnare per
competenze, sulla problematizzazione, sulla
sperimentazione, sulla ricerca, sulla progettualità.
Dal momento che il curricolo digitale richiede
interventi di
revisione – dopo un primo step - possiamo dedurre
che il metodo collaborativo sia funzionale. Una
metodologia di lavoro collaborativo che fa,
necessariamente, leva sulle capacità dei docenti di
riflettere insieme sulle discipline e sulle loro abilità
cooperative è, al momento, una sfida complessa, in
quanto modalità di lavoro nuova e ad oggi mai
sperimentata (soprattutto tra scuole lontane alcune
centinaia di km l’uno dall’altra).
Nello specifico, le metodologie scelte afferiscono a:
didattica attiva e
laboratoriale: dove il lavoro di <creazione digitale>
è il vero cuore dell’attività;
–peer tutoring –
apprendimento tra pari: s’intende tra livelli ed età
diverse, vista l’esigenza di sperimentare un curriculo
verticale;
–didattica inclusiva e per l‘integrazione: altro
elemento determinante è dato
dalla continuità in verticale del lavoro (va da se che
un allievo non incluso o non integrato nei successivi
gradi scolastici, interrompe la sperimentazione);
–problem solving
nel campo del disegno, della riproduzione, della produzione artistica da destinare al
merchandising
museale; utilizzare i nuovi linguaggi multimediali. Livello comportamentale:
-capacità relazionali: favorire il lavoro in équipe;
-atteggiamento professionale: superare la separazione tra scuola, istituzioni culturali e
territorio; stimolare
la curiosità degli allievi ed educarli alla salvaguardia del patrimonio, attraverso
situazioni che
riproducono il mondo del lavoro.
Occorre riferirsi ad interventi di natura interdisciplinare ed interculturale attraverso
cui esaltare la partecipazione e/o lo sviluppo di percorsi e contenuti digitali.
I risultati attesi sul breve periodo sono:
•Elaborazione dei curricoli verticali sulla base di un sistema e un
linguaggio di progettazione e di principi e criteri
di valutazione degli apprendimenti condivisi tra i diversi ordini di
scuola in rete.
I risultati attesi sul medio periodo sono:
•Diffusione di una metodologia attiva fondata sull’insegnare per
competenze, sulla problematizzazione, sulla sperimentazione, sulla
ricerca, sulla progettualità.
•Miglioramento delle competenze professionali dei docenti relative
alla costruzione ed all’uso di strumenti di progettazione, di verifica e
valutazione dei risultati di apprendimento. Il prodotto finale, il
curricolo verticale di italiano e di matematica, viene ora pubblicato e
presentato alla comunità territoriale così da farlo diventare
patrimonio di tutti.
Nel successivo anno scolastico il curricolo potrebbe essere
formalmente adottato dai Collegi delle singole istituzioni scolastiche
in rete e sperimentato così da avviare la valutazione della sua efficacia
in termini di ricaduta sugli esiti formativi degli alunni anche attraverso
il confronto con gli anni precedenti in cui detto curricolo non ha
trovato applicazione.
Contenuti, attività e pratiche didattiche Descrivere i prodotti Articolazione delle classi e dei gruppi classe Descrivere le articolazioni possibili per un
e le attività che si intende realizzare
miglior conseguimento delle competenze
Strumenti
Indicare strumenti (arredi, dispositivi)
per la presentazione e la fruizione dei contenuti
In ordine all’organizzazione dei contenuti della formazione
scolastica, si apre una discussione tra un’impostazione
curricolare, affidata alla solidità dei quadri disciplinari di base
(gli elementi istituzionali delle materie d’insegnamento), e una
visione di tipo reticolare, orientata ad individuare criteri più
mobili di aggregazione delle future conoscenze e competenze
dei giovani. La scuola è l’unica sede in cui si presentano in
forma ordinata e relativamente completa le ‘istituzioni’ dei
vari saperi, diversamente da quanto accade per le
informazioni più o meno occasionali e scoordinate che
vengono fornite da altre sedi. Ma questo stesso ‘disordine’,
che è proprio della società dell’informazione, agisce come
specchio e generatore di una costante revisione dei quadri
istituzionali delle conoscenze. La scuola non può assistere
inerte a questo fenomeno. Le si potrà chiedere di darsi un
assetto culturale all’interno del quale la dimensione
disciplinare e quella reticolare (dei saperi trasversali e dei
collegamenti fra le diverse aree) costituiscano i poli di un
campo di tensioni costruttive, sostenute da un costante
impegno di ricerca e di proposizione. Il progetto prevede la
creazione di una <app> dedicata; il ricorso ad un formato
“digitale” e la creazione di una piattaforma dedicata; siamo
già in possesso di licenze idonee al progetto; i formati saranno
adattabili; gli studenti saranno guidati ad una progettazione
autonoma; è previsto, senza dubbio, il ricorso alle competenze
di esperti; sono programmabili workshop di riprogrammazione delle fasi, se sarà richiesto; molte le uscite
programmate sul territorio, anche alla luce della natura del
progetto; sarà sperimentata una <struttura comunicativa>
esclusivamente online; il soggetto che stiamo predisponendo,
lascerà il passo ad una sceneggiatura ( con un lavoro
esemplificativo di step by step); tutto ciò che
programmeremo, realizzeremo in autoproduzione.
Livello
scolastico
Traguardi per lo sviluppo
delle competenze
Strumenti “tradizionali” saranno i supporti utili al gruppo di lavoro per
ideare, programmare, realizzare e sperimentare i <contenuti>:
computer, stampanti, tastiere, smartphone, ecc.
Circa i <dispositivi>:
scuola
Sviluppa interesse per dell'infanzia
l'osservazione di luoghi
(piazze, giardini, paesaggi) e immagini (illustrazioni, opere d'arte...)
scuola
Conosce alcuni dei principali
primaria
beni artistico - culturali
presenti nel proprio territorio e manifesta sensibilità e rispetto per la loro salvaguardia.
Individua gli elementi essenziali di un'opera d'arte sia antica che moderna,
appartenente alla propria o ad altre culture.
Prove, verifiche e valutazione delle competenze. Descrivere
tipologie di prove, modelli di valutazione e modalità di
mappatura
Prove.
Il ricorso a frequenti somministrazioni di prove può stimolare
una maggiore attenzione alla verifica degli apprendimenti.
Oggi sono molti gli strumenti che uno storyteller digitale ha a L’ approccio: analisi partecipativa e auditing; la tipologia
disposizione per narrare un fatto attraverso una prospettiva delle prove utilizzate:
storica. La nostra scelta è caduta su:
a)tecniche
di osservazione sistematica (check list;
Dipity.
Dipity è una piattaforma che permette
di
creare scale di valutazione; analisi verbale);
gratuitamente timeline divertenti e innovative. È uno strumento,
aperto a tutti, con cui raccontare storie attraverso un filtro
b)colloqui ed interviste (per
conoscere opinioni,
preciso: quello del tempo. In ogni “stazione” della narrazione
è possibile aggiungere foto, video e testi. Tutto avviene in problemi, disagi, elementi di insoddisfazione);
maniera semplice tramite drag and drop, caricamento dal proprio pc
c)test e questionari (che servono
per
conoscere
o inserimento di link.
opinioni, interessi).
Circa il Mapping Online, MindMeister caratteristiche Wunder
consentono di aggiungere automaticamente link
Si utilizzeranno i metodi più idonei rispetto agli sviluppi del
correlati, note, immagini, o anche
progetto per rilevarne la validità.
argomenti mirati sulla didattica per gli argomenti nelle vostre mappe.
Emerge quindi la necessità di incrociare
i
risultati
Diciamo che si sta creando una presentazione mapping online e si
effettivamente ottenuti al fine di fornire indicazioni utili
desidera aggiungere alcune immagini
alla costruzione di un sistema
di
indicatori funzionali
ali argomenti sul tema Artisitco. Si potrebbe caricare immagini dal
verifica, valutazione e regolazione delle iniziative
proprio computer ricercando immagini Oppure si può semplicemente alla
intraprese e di progettazione
dei futuri interventi di
cliccare per utilizzare la funzione WunderBild di MindMeister.
formazione.
La verifica e la valutazione delle competenze:
•rilevare
gli
aspetti
qualitativi
degli
interventi
formativi (caratteristiche
innovative
delle metodologie adottate e ricaduta sulla didattica);
•valutare,
in
stretta collaborazione fra tutti gli
attori coinvolti
(dirigenti
scolastici, docenti, esperti e
genitori) sia l’efficacia
delle
varie
azioni formative
attivate, cioè la loro coerenza interna, sia l’efficienza;
•orientare
e
promuovere
complessivo
il miglioramento
scuola secondaria di I
Grado
scuola secondaria di II
Grado
Legge le opere più significative prodotte nell’arte
antica, medioevale, moderna e contemporanea,
sapendole collocare nei rispettivi contesti storici,
culturali e ambientali; riconosce il valore culturale di
immagini, di opere e di oggetti artigianali prodotti in
paesi diversi dal proprio.
Riconosce gli elementi principali del patrimonio
culturale, artistico e
ambientale del proprio territorio ed è sensibile ai
problemi della sua tutela e conservazione. Analizza e
descrive beni culturali, immagini statiche e
multimediali, utilizzando il linguaggio appropriato.
dell’azione
formativa,
anche attraverso il confronto
tra
le diverse esperienze e la diffusione delle best
practices, per adeguare sempre meglio gli esiti agli
obiettivi.
Legge le opere più significative prodotte nell’arte
antica, medioevale, moderna e contemporanea,
sapendole collocare nei rispettivi contesti storici,
culturali e ambientali; riconosce il valore culturale di
immagini, di opere e di oggetti artigianali prodotti in
paesi diversi dal proprio.
Riconosce gli elementi principali del patrimonio
culturale, artistico e ambientale del proprio territorio
ed è sensibile ai problemi della sua tutela e
conservazione. Analizza e descrive beni culturali,
immagini statiche e multimediali, utilizzando il
linguaggio appropriato.
quantitativo) e valutare
qualità dell’<offerta>.
Modalità di mappatura.
Il
percorso
formativo,
prevede
il monitoraggio
dell’andamento dei lavori ad ogni tappa (mappatura). La
modalità di mappatura consiste in
una
verifica
in
itinere dell’apprendimento dei discenti da un lato, ma anche
della qualità dei servizi
offerti
ai
corsisti
(aula
informatica
non
funzionante, problemi di collegamenti
in rete, ecc.). A fine corso verrà tracciato un bilancio
dell’esperienza svolta, riportando
schede
sui
singoli
allievi, strutture coinvolte, risorse umane partecipanti al
progetto, tempi e modalità di esecuzione del progetto.
Questa
modalità
di mappatura
permetterà
di misurare (in senso non solo
(cioè attribuire un significato) la
Tipologia di prove.
LE PROVE: Costruzione delle prova in funzione della: •
Individuazione competenza/e oggetto della prova • scelta
tipologia/e di prova • stesura
testo con riferimento a -contesto - attività previste ( consegna/
prestazioni richieste ) • indicazione strumenti di supporto
•indicazione durata prova. Compilazione della griglia di
correzione/accertamento (misurazione esiti) Costruire prove: •
Definire l’oggetto della valutazione: competenze, abilità e
conoscenze da accertare • Definire il contesto (situazioni di vita
reale che richiedono
conoscenze/abilità analoghe e che fungono da stimolo) •
Definire la tipologia della prova: coerenza
con ciò che devo accertare (test,
realizzazione del prodotto….) • Individuare i criteri di
correzione • Predisporre gli strumenti (griglie di correzione) •
Individuare i livelli di padronanza della competenza Griglia di
correzione Competenze Abilità Prestazioni Criteri Riferimento
alla prova (item o prodotti)
Accompagnamento, sostenibilità e trasferibilità .
Individuare azioni a supporto
Monitoraggio. Prevedere strumenti elettronici, tempi e modalità del monitoraggio di sistema
dell’intero percorso
della diffusione e adattabilità del percorso nelle altre scuole
Azioni proposte:
Sistema di misurazione e valutazione delle performance organizzative – Camera di commercio
di Firenze
-favorire le azioni di informazione, sensibilizzazione,
approfondimento,dibattito
che pongano le
politiche di supporto della diffusione del percorso progettuale
altri contesti scolastici;
Principi di Riferimento
in
1
.
-attuare in modo organico e concertato una efficace politica di
<trasferibilità>,
sull'intero territorio,
ricorrendo
alla
pubblicazione sui siti delle scuole in Rete tutte le fasi per diffondere i
processi e le buone prassi, sostenendo
l’adattabilità
del
percorso, i procedimenti, le funzioni nelle altre scuole, creando un
“Archivio delle buone prassi”;
-sostenere l'attività di raccolta e di analisi dei
dati allo scopo di
orientare
meglio l'azione
di mainstreaming
nel territorio
nazionale nonché di valorizzazione e comunicazione (ai fini anche
della loro trasferibilità)
delle esperienze positive messe in
essere "Archivio delle buone prassi";
-afforzamento
dell’attività programmatoria
integrata
dei
servizi sul territorio per garantire la
realizzazione
del
sistema
integrato di interventi e iniziative di diffusione delle buone prassi e
delle strategie di applicazione
2
.
Meto dologi a
Str um ent Caratter istiche
o
Consentire la misurazione,
valutazione e, quindi, la
rappresentazion e in modo integrato
ed esaustivo del livello di
performance atteso e realizzato, con
evidenziazione di eventuali
scostamenti
Bench marki ng Pan nell o Esplicita zione di:
Budge t Contr ol Indi cat ori Obiettivi
Indica tori di
Ent e- Are monit oraggi o a / sch ede Indicato ri - Target progr ammi
Obi etti vi Risultat o Realizza to
e Percent uale di
strate gici
realizzaz ione (sui
diversi livelli dell'org
anizzazi one)
Consentire un'analisi approfondita
della cause legate a tali scostamenti,
prevedendo successivi livelli di
dettaglio
Bench marki ng/
Budge t Contr ol
Indica tori di
monit oraggi o
progr ammi
strate gici
Pan nell o
Indi cat ori
Ent e- Are
a / sch ede
Obi etti vi
Logica "a cannocc
hiale" multiliv ello
con analisi degli
scostam enti
-diffusione
di
informazioni corrette e
scientificamente testate sull’applicabilità, accompagnamento, sostenibilità
e trasferibilità .
3
.
Consentire un monitoraggio continuo
della performance dell'Amministraz
ione anche ai fini dell'individuazio ne
degli interventi correttivi in corso di
esercizio
VALUTAZIONE E MODALITÀ DI DIVULGAZIONE DEI RISULTATI
La valutazione del progetto si baserà sull'analisi dell'efficacia delle singole
azioni, prevedendo di
effettuare una verifica sull’andamento del corso, attraverso una
valutazione finale sulla parte
Budge t Contr ol Pan nell o Step di monitor
Indica tori di
Indi cat ori aggio periodic o:
monit oraggi o Ent e- Are Obiettivi
progr ammi
a / sch ede strate gici
Obi etti vi Indicato ri - Target Risultat o Realizza to
e Percent uale di
realizzaz ione (sui
diversi livelli dell'org
anizzazi one) e
feedbac k/assest
amento
contenutistica dei moduli teorico- pratici e dei seminari laboratoriali.
Propedeutico all’inizio delle attività
Proposte di formazione per i docenti Indicare modalità e strumenti per la
formazione dei docenti coinvolti (prima nella sperimentazione e poi come
suggerimento per tutte le scuole).
La scuola italiana, con l‘avvento delle Tecnologie dell‘Informazione e della
Comunicazione (TIC), si confronta con una rivoluzione tecnologica e culturale, una
modifica che è utile pilotare.
Infatti le sollecitazioni sul fronte dell’applicazione dell’innovazione tecnologica nella
didattica sono molteplici. L’introduzione nella scuola di nuovi strumenti digitali
implica la “formazione” dei protagonisti, i docenti, possibile anche considerando
i pareri di tutti gli stakeholder (docenti,
studenti, sistema scolastico, famiglie, editoria, aziende). La scuola si confronta
quotidianamente con problemi gestionali/amministrativi e con problemi
culturali/educativi, e la tecnologia viene utilizzata soprattutto per migliorare
l’efficacia delle azioni su entrambi i fronti: ma per far ciò occorrono sempre più
numerosi incontri di laboratorio. Di conseguenza una delle scelte alla base di questa
proposta progettuale è quella di realizzare la formazione in presenza, riservando alla
parte online la documentazione degli incontri e la disponibilità di risorse per la
preparazione delle discussioni, sperimentando con i corsisti la modalità Flipped
Classroom. Per poter funzionare, i gruppi di lavoro saranno costituiti da un numero
indicativo di 30 corsisti, in modo da riuscire a costruire relazioni personali
significative e sviluppabili attraverso il continuo confronto, anche dopo la
realizzazione dei momenti formativi. Un’altra caratteristica è la territorialità: con
gruppi di ridotte dimensioni è possibile progettare interventi che vengano
raggruppati in zone geografiche limitrofe, in modo da far interagine i “nodi” della
rete presente a livello provinciale e regionale: questo permette di strutturare corsi
condivisi di innovazione didattica digitale. Come scelta organizzativa, per permettere
ai corsisti di sperimentare le metodologie di gestione più adatte all’innovazione
digitale nella didattica, per ogni gruppo è prevista l’attivazione di una classe virtuale
su diversi tipologie di supporti, comprendenti Google Classroom, Edmodo, Claroline
e iTunes U (in classi con dispositivi iOS). Per sostenere l’apprendimento e
stimolare il contatto tra i corsisti, saranno distribuiti i materiali didattici attraverso le
Virtual Classroom e coordinati gruppi di discussione online.
Sperimentazione
Indicare tempi, attori, modalità e strumenti della sperimentazione del
percorso
SPERIMENTAZIONE per : Attivare, con il progetto, un percorso didattico
per competenze pensato e ragionato insieme all’equipe delle altre scuole.
Rivedere, in progress, pregi e difetti del percorso. Documentare
l’esperienza al fine di renderla spendibile in futuro elaborando un
segmento di curricolo che resti stabilmente nell’attività scolastica del
singolo ordine di scuola e di conseguenza nell’Istituto. Per gli alunni la
sperimentazione di questa esperienza, sarà un’opportunità per: Vivere una
sperimentazione che , creando un aggancio forte tra realtà quotidiana ed
esperienze scolastiche , si traduca nella costruzione di un percorso
cognitivo trasversale ai contenuti delle discipline specifiche.
Acquisire abilità e competenze significative e durature sentendosi
protagonisti del proprio processo di scoperta\apprendimento.
Costruire conoscenze all’interno di un clima sociale positivo frutto della
veicolazione di metodologie sperimentali in ambiti diversi.
Migliorare la fiducia nelle proprie possibilità di costruire saperi che, a loro
volta, rafforzeranno le
motivazioni all’apprendimento.
TEMPISTICA.
La Tempistica prevista attiene a tre momenti centrali:
a)teorico-propedeutico:
b)operativo, con fasi di lavoro che possono essere sintetizzati in sei
momenti:
1)l’organizzazione dell’attività, che comprende la spiegazione della
proposta di progetto con gli obiettivi e le finalità educative, la suddivisione
dei corsisti in gruppi di lavoro, e l’assegnazione dei compiti relativi ai temi
da affrontare;
2)la ricerca e la raccolta dei materiali;
3)la stesura delle sintesi scritte e la scelta ed elaborazione delle
sarà la compilazione da parte degli alunni di un questionario
4
.
Assicurare un'immediata e
facile comprensione dello stato
della performance, sia agli
attori interni all'amministrazio
Bench marki Pan nell
ng Budge t o Indi cat
Contr ol
ori Ent eIndica
Produzi one di
Report multide
stinatari omultiliv
ne che agli interlocutori esterni della
stessa
d’ingresso in cui saggiare il livello di
conoscenza dei temi teorici proposti, ed uno conclusivo di verifica finale.
tori di monit
oraggi o progr
ammi strate gici
Are a
/Ob ietti
vi
ello (</> sintesi)
immagini sui temi, da utilizzare poi per le diapositive di power point e per la
sperimentazione, compresi gli elaborati grafico-espressivi;
4) esercitazioni e sperimentazione nel laboratorio di informatica degli
Il processo di apprendimento sarà anche esaminato attraverso i lavori di
ricerca e di organizzazione dei
5
.
dati raccolti che permetteranno di valutare le capacità di analisi e di
rielaborazione degli alunni.
Promuovere la semplificazione e
l'integrazione dei documenti di
programmazione e rendicontazione
della performance
Bench marki ng Pan nell o Diretto collega
Budge t Contr ol Indi cat ori mento Cruscott o Indica tori di
Ent e- Are Report - ulteriori ed
monit oraggi o a / Obi etti eventua li schede di
progr ammi
vi
program mazione e
strate gici
Budget Direzion ale
hardware e software che verranno utizzati: scanner, paint, word, power;
point,,movie maker; acquisizione foto;
5)il lavoro di presentazione con power point, nel laboratorio di informatica,
svolto dai vari gruppi, ciascuno con il proprio compito da svolgere,
riguardante l’argomento assegnato;
L'osservazione del comportamento degli allievi e la puntuale raccolta delle
osservazioni e dei
6)Organizzazione definitiva
commenti a conclusione delle prime due fasi di progetto,
C) conclusivo.
6
.
eseguito dai tutor che compileranno anche
apposite griglie, costituirà parte integrante della valutazione finale.
Le
modalità
e
gli
strumenti
di
individuati, afferiscono a:
valutazione
Esplicitare la responsabilità dei diversi Bench marki ng Pan nell o
attori in merito alla definizione degli
Budge t Contr ol Indi cat ori
obiettivi e al relativo conseguimento
Indica tori di
Are a
della performance attesa e realizzata
monit oraggi o
/Ob ietti
progr ammi
vi
strate gici
Logica "a cannocc
hiale" con Respons
abilizzaz ione su
paramet ri obiettiv o
Rispetto ad una concezione di patrimonio prevalentemente letteraria ed
artistica le principali antinomie che intendiamo mettere in campo
attengono alla
<sperimentazione e modalità di attuazione>:
1.
Conoscenza scolastica che supera
Assicurare un clima
favorevole
all'apprendimento: relativamente all'ambiente fisico,
all'accessibilità
delle
risorse materiali e umane e al clima
umano e interpersonale.
Creare
un
meccanismo per la progettazione comune
interrelazionale: l’aspetto della facilitazione
7
.
Assicurare la trasparenza totale con
indicazione dei soggetti responsabili
Budge t Contr ol Cru sco tto
Indica tori di
Are a
monit oraggi o /Ob ietti vi
progr ammi
strate gici
Logica "a cannocc
hiale" con Respons
abilizzaz ione su
paramet ri obiettiv o
e
la
cooperazione
dell’apprendimento
nella prassi formativa pone al centro il ruolo del corsista nella
pianificazione e nell’utilizzo di un APPRENDIMENTO COLLABORATIVO.
Diagnosticare
i bisogni
di
apprendimento
attraverso l’elaborazione di un modello del comportamento, della
performance o delle competenze desiderate.
Mettere in atto il programma (gestire le attività di apprendimento):
il fattore cruciale per
il
funzionamento
del programma è la
qualità dei docenti.
Valutare
il
programma: inteso come la re- diagnosi di apprendimento da
parte dei soggetti in formazione che
riesaminano
modelli
di
competenze
desiderati
per
Ci sono,poi, varie modalità per impostare un
<action plan>. Immaginandone una relativamente semplice si può dire che si tratta della
pianificazione di una procedura orientata a raggiungere determinati obiettivi (una sorta di compito
auto assegnato, che può consistere anche in una ricerca su un argomento extracurricolare che si
intende approfondire o in un problema da risolvere), dotata di opportuni strumenti per l’autovalutazione e l’eterovalutazione della performance relativa. Tipicamente, è uno strumento gestito
in modo autonomo dagli studenti e valutabile da parte degli insegnanti. Lo studente identifica un
obiettivo da raggiungere e descrive il processo che intende seguire per raggiungerlo, identificando
un certo numero di elementi da introdurre nel processo e dichiarando, in base a quanto appreso
nel percorso formativo, come intende implementarli e quando. L’insegnante, per parte sua, si limita
a valutare se quanto dichiarato dallo studente è stato effettivamente raggiunto secondo quanto
esplicitamente tracciato. Questo strumento può essere utile per
la vecchia idea di “vicinanza” con le istituzioni del
territorio
Il cambiamento innovativo dell’idea di patrimonio
culturale a scuola comporta il passaggio dalla logica dello
studio solipsistico del patrimonio Artistico, come oggetto
di un programma stabilito
relazione con il territorio e le sue componenti, per una conoscenza
partecipata e una progettualità condivisa.
2.Edutainemen, come superamento del learning o apprendimento tramite il
patrimonio
Dalla logica della conoscenza del patrimonio Artistico relegata ai soli
momenti extrascolastici e ludico – turistici alla logica della conoscenza del
patrimonio Artistico come oggetto di senso e di riflessione culturale.
3.Specializzazione, in alternativa alla
rivalutare le discrepanze tra il modello e i loro nuovi riflettere sulle effettive ricadute cognitive della sperimentazione in corso.
livelli di competenze.
Monitoraggio. Prevedere strumenti elettronici, tempi e modalità del monitoraggio di
sistema dell’intero percorso
il monitoraggio può avvenire con videoriprese, seppure non effettuate con regolarità,
degli incontri mensili di verifica in itinere dell’intera equipe di progetto e/o con la
presenza degli allievi: l’inserimento dei video su un Blog dedicato permetterà un
Monitoraggio che Prevedere strumenti elettronici, tempi e modalità del monitoraggio
di sistema dell’intero percorso
le videoriprese saranno basate su dati raccolti attraverso la valutazione in itinere
(focus groups,
interviste, questionari)
cultura generale attenta al patrimonio
Dalla logica dello studio specialistico
disciplinare del patrimonio Artistico a tappe
ordinate per età e tipo di scuola alla
considerazione del patrimonio come elemento
forte di cultura generale scolastica attuata sin
dai primi anni della scolarizzazione.
4.Discipline, invece di pluridisciplinarietà e
progettualità
Dalla logica del patrimonio Artistico come
dominio di specifiche discipline
(prevalentemente umanistiche, con prevalenza
assoluta della storia dell’arte) alla logica dello
studio pluridisciplinare degli oggetti del
patrimonio con progetti mirati.
5.Occasionalità e frammentarietà invece di
organicità e coerenza curricolare
Dalla logica dello studio aggiuntivo dei temi del
patrimonio Artistico rispetto alle discipline del
curricolo di scuola alla previsione di una ipotesi
curricolare integrata, parte del Piano
dell’Offerta Formativa della scuola stessa.
6.Apprendimento libresco superato da un
apprendimento con gli oggetti e in situazione
Dalla logica della comunicazione didattica
narrativa e descrittiva, alla comunicazione
attiva attraverso il rapporto diretto con le
testimonianze (oggetti, testi, documenti) e i siti
del patrimonio.
7.Apprendimento meccanico superato da un
apprendimento significativo e costruttivo
Dalla logica delle nozioni minime essenziali in
materia di patrimonio Artistico alla logica
dell’apprendimento come re- interpretazione di
processi e fenomeni culturali basati
sull’osservazione della realtà.
L’ambiente formativo allargato dalla scuola al
territorio è una acquisizione pedagogica
riconosciuta determinante da tempo, che trova
al patrimonio una specificazione ulteriore.
Gli oggetti del patrimonio sono inseriti nel territorio dove si
trova la scuola come elementi visibili, segni da scoprire,
enfatizza l’aspetto intracurricolare, evidenziando la presenza
del patrimonio in ogni disciplina.
Scuola secondaria
2° Grado
Scuola secondaria
1° Grado
per ragazzi dai 14 ai 19 anni
per ragazzi dagli 11 ai14 anni
PRESENTAZIONE
Scuola dell’Infanzia
per bambini dai 3 ai 6 anni
Scuola Primaria
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA DIDATTICA
per bambini dai 6 agli 11 anni
Scuola dell’Infanzia
per bambini dai 3 ai 6 anni
IL CASTELLO
IL CASTELLO
LA ROCCA
STORIA
Dove siamo ?
STORIA
Il CASTELLO
IL CASTELLO
IL CASTELLO
LA ROCCA
STORIA
Dove siamo ?
IL CASTELLO
IL CASTELLO
IL CASTELLO
LA ROCCA
STORIA
Dove siamo ?
STORIA
IL CASTELLO
Mondragone
Scuola secondaria
2° Grado
Scuola secondaria
1° Grado
per ragazzi dai 14 ai 19 anni
per ragazzi dagli 11 ai14 anni
PRESENTAZIONE
Scuola dell’Infanzia
per bambini dai 3 ai 6 anni
Scuola Primaria
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA DIDATTICA
per bambini dai 6 agli 11 anni
Scuola Primaria
per bambini dai 6 agli 11 anni
IL CASTELLO
LA ROCCA
PERCORSO
MONDRAGONE
DOVE SIAMO ?
La rocca di Mondragone venne costruita tra l’VIII ed il IX secolo dai reduci della città di Sinuessa.
Sorge alla sommità del Monte Petrino. La struttura originaria di quest’edificio non è la stessa che oggi si può immaginare
osservando i ruderi ancora esistenti. Le torri che ancora s’intravedono, alcune quadrate, altre circolari, ci inducono a pensare
che esse furono costruite in epoche differenti e che senza dubbio già esisteva un’antica costruzione prima che si realizzasse
l’imponente rocca.
Le linee architettoniche ci fanno dedurre che sia una costruzione sorta tra l’Alto ed il Basso medioevo, e che ha subito modifiche
nel corso dei secoli. L’attuale castello si presenta come un massiccio edificio quadrato composto da due piani poggiati sulla
parte scoscesa del monte, con le sue fondamenta che seguono l’ondulata roccia viva.
L’entrata principale era posta verso occidente. La rocca venne abbandonata tra il XV e il XVI secolo.
A partire dal 2001 il Comune di Mondragone ha iniziato a finanziare una campagna di scavi archeologici presso la “Rocca
Montis Dragonis”, che sta riportando alla luce un vero e proprio villaggio medievale di particolare interesse archeologico,
richiamando il cd. fenomeno dell’incastellamento di età medievale sul territorio dell’alta Campania. Molti dei resti asportabili
delle campagne di scavo vengono custoditi all’interno del Museo Civico Archeologico della città. Da qualche anno, grazie
all’impegno di alcune associazioni del territorio, il castello viene interamente illuminato durante i giorni della festa di San
Michele Arcangelo, agli inizi di Ottobre.
Le stesse associazioni organizzano escursioni serali durante i mesi estivi, con percorsi di luce all’interno dell’area archeologica.
Presso la sommità della rocca è possibile ammirare un panorama che spazia da Sud, con Ischia ed il Golfo di Napoli, a Nord
con il promontorio del Circeo. Per quanto riguarda il raggiungimento del castello, va specificata l’impossibilità materiale di
raggiungerlo dalla facciata anteriore del monte, visibile da Mondragone, data l’estrema ripidità della salita.
Turisti e abitanti del luogo sono soliti raggiungere la rocca attraverso la parte posteriore del rilievo, raggiungibile attraverso
una strada sterrata – recentemente riqualificata – che conduce sino ad una grande distesa erbosa, a metà del percorso.
Da qui in avanti non è più possibile salire in autovettura e bisogna quindi intraprendere un sentiero pedonale che conduce fino
in cima.
IL CASTELLO
LA ROCCA
PERCORSO
MONDRAGONE
DOVE SIAMO ?
Mondragone
IL CASTELLO
LA ROCCA
PERCORSO
MONDRAGONE
DOVE SIAMO ?
Mondragone
La città di Mondragone,fu fondata nel 296 a.C. anche se nel luogo sembra preesistesse un insediamento di origine greca:
Sinope. E' l'antica Sinuessa colonia marittima, la più meridionale delle città edificate dai Romani.Di Sinuessa ne scrissero
Cicerone, Virgilio, Plinio e Orazio che, in viaggio per Brindisi, vi soggiornò nel 174 a.C.. Sorta con la colonia di
Minturnae, stanziata a circa 10 miglia a nord-ovest, Mondragone aveva l'arduo compito di difendere quel tratto dell'Appia
dai possibili attacchi sanniti.Cesare lo paragonò ai vini greci utilizzandolo, come racconta Plinio, per celebrare i suoi
trionfi.Ma tanto splendore ha attratto naturalmente l'invasore che batteva le sue coste con ferocia. E' Livio a descriverne
la desolazione dopo l'assalto dei cavalieri numidi guidato da Maarbale nel 217 a.C.: fu la prima cruda sofferenza. Durante
le Guerre Puniche, proprio negli anni successivi a quel tremendo attacco, Sinuessa divenne uno dei maggiori porti
dell'esercito romano. Nel 133 a.C. fu epicentro di una rivolta di schiavi: in una sola circostanza furono arrestati e
condannati a morte 4000 uomini che lavoravano nelle terre (ager).Dal I secolo d.C. per la città crebbe la sua fortuna: le
terme e il clima la resero ambita e Sinuessa divenne città di commerci e di svago, di battaglie e di ozi mentre, la sua
fortuna venne consolidata dalla realizzazione della Domitiana, tra le più comode vie romane sorta con lo scopo di
collegare due tra i porti più attivi, Sinuessa e Puteoli (l'odierna Pozzuoli).Malgrado il suo grande dinamismo, come in
epoca traianea molti altri luoghi omologhi, la città fu colpita dalle dure conseguenze della crisi agricola peninsulare.
Dal V sec. Sinuessa andò lentamente scomparendo; il porto andò insabbiandosi; gli impaludamenti, le pestilenze, un calo
demografico incalzante, le incursioni barbariche, la tratta degli schiavi, l'allontanamento delle popolazioni dalla costa
verso le montagne, trasformarono radicalmente la città romana. Crebbero gradualmente piccoli insediamenti sparsi,
villaggi in zone protette, abitati da esigui nuclei di artigiani e contadini. Malgrado le difficoltà, tra il VII e VIII secolo
s'avviò una riorganizzazione sociale e produttiva, mentre col tempo parte dell'ala portuale della città e il suo sito termale
si lasciarono inghiottire dal mare, lasciandosi vibrare dai frequenti bradisismi.Quel luogo però, indifeso e inquieto, passò
più tardi per vicissitudini di potenti, di popoli e di lotte. I Longobardi dall'800 al 1000 divisero il territorio in gastaldati.
Poi arrivarono i Normanni che battezzarono la fortificazione originaria ispirandosi a Rocca, figlia di Dragone e consorte
del principe Riccardo II: il Mons Dragonis non tardò a mutare nell'attuale nome.Con gli Svevi sorsero i primi centri
abitati interni di S. Nicola e di S. Angelo, mentre sulla collina si attivava una nuova vita conventuale fino a quando,
nel 1560, non ci fu una tremenda incursione saracena. Fu fondato il primo villaggio, Cenito, primo passo verso la
creazione della Mondragone tardo-medioevale: quest'ultimo intervallo fu dei Durazzeschi e Aragonesi. Nel 1609 vescovo
e curia si insediarono nel nuovo centro. Il feudo della Rocca - acquistato da Antonio Carafa di Stigliano, consigliere del
re Ferrante d'Aragona, nel 1461 e proprietà della famiglia per duecento anni circa - fu alienato da Marc'Antonio Grillo,
marchese di Clarafuentes, nel 1691.Dopo i francesi, Ferdinando IV venne in possesso del territorio, conservarono fino al
1861, anno d'avvento del Regno d'Italia. Una visione tra il militaresco, lo sfarzoso e il godereccio avviò questa stirpe regia
a promuovere interventi di bonifica, di modernizzazione viaria, di creazione di servizi. Sotto Ferdinando IV di Borbone i
pantani e glia acquitrini del territorio, le cacce reali mondragonesi, rientrarono di diritto fra i luoghi più amati dalla
corte.Provata poi anche dalle guerre di questo secolo, Mondragone è emersa dinamica dall'affanno della storia, convinta
a vivere tutte le sue risorse. La terra, il mare, le terme, il sole e la sua storia.
IL CASTELLO
LA ROCCA
PERCORSO
MONDRAGONE
DOVE SIAMO ?
Mondragone
Scuola secondaria
2° Grado
Scuola secondaria
1° Grado
per ragazzi dai 14 ai 19 anni
per ragazzi dagli 11 ai14 anni
PRESENTAZIONE
Scuola dell’Infanzia
per bambini dai 3 ai 6 anni
Scuola Primaria
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA DIDATTICA
per bambini dai 6 agli 11 anni
Scuola Secondaria 1°Grado
per ragazzi dagli 11 ai 14 anni
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SINOPE
SINUESSA
DOVE SIAMO ?
PERCORSO
MONDRAGONE
La rocca di Mondragone venne costruita tra l’VIII ed il IX secolo dai reduci della città di Sinuessa.
Sorge alla sommità del Monte Petrino. La struttura originaria di quest’edificio non è la stessa che oggi si può immaginare
osservando i ruderi ancora esistenti. Le torri che ancora s’intravedono, alcune quadrate, altre circolari, ci inducono a pensare
che esse furono costruite in epoche differenti e che senza dubbio già esisteva un’antica costruzione prima che si realizzasse
l’imponente rocca.
Le linee architettoniche ci fanno dedurre che sia una costruzione sorta tra l’Alto ed il Basso medioevo, e che ha subito modifiche
nel corso dei secoli. L’attuale castello si presenta come un massiccio edificio quadrato composto da due piani poggiati sulla
parte scoscesa del monte, con le sue fondamenta che seguono l’ondulata roccia viva.
L’entrata principale era posta verso occidente. La rocca venne abbandonata tra il XV e il XVI secolo.
A partire dal 2001 il Comune di Mondragone ha iniziato a finanziare una campagna di scavi archeologici presso la “Rocca
Montis Dragonis”, che sta riportando alla luce un vero e proprio villaggio medievale di particolare interesse archeologico,
richiamando il cd. fenomeno dell’incastellamento di età medievale sul territorio dell’alta Campania. Molti dei resti asportabili
delle campagne di scavo vengono custoditi all’interno del Museo Civico Archeologico della città. Da qualche anno, grazie
all’impegno di alcune associazioni del territorio, il castello viene interamente illuminato durante i giorni della festa di San
Michele Arcangelo, agli inizi di Ottobre.
Le stesse associazioni organizzano escursioni serali durante i mesi estivi, con percorsi di luce all’interno dell’area archeologica.
Presso la sommità della rocca è possibile ammirare un panorama che spazia da Sud, con Ischia ed il Golfo di Napoli, a Nord
con il promontorio del Circeo. Per quanto riguarda il raggiungimento del castello, va specificata l’impossibilità materiale di
raggiungerlo dalla facciata anteriore del monte, visibile da Mondragone, data l’estrema ripidità della salita.
Turisti e abitanti del luogo sono soliti raggiungere la rocca attraverso la parte posteriore del rilievo, raggiungibile attraverso
una strada sterrata – recentemente riqualificata – che conduce sino ad una grande distesa erbosa, a metà del percorso.
Da qui in avanti non è più possibile salire in autovettura e bisogna quindi intraprendere un sentiero pedonale che conduce fino
in cima.
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IL CASTELLO
SINOPE
SINUESSA
DOVE SIAMO ?
PERCORSO
MONDRAGONE
In saltu vestino Synopa dicitur graeca urbs fuisse, Sinuessa deinde ab romanis colonis appellata" .
(Livio, I. X). Molti studiosi hanno ritenuto che prima di Sinuessa, fosse esistita una città greca dettaSinope. Il
poeta latino Livio parlava, infatti, nei suoi scritti, di una città greca chiamata Sinope; ma considerando che i suoi
scritti risalgono a circa due secoli dopo la fondazione di Sinuessa, è quasi certo che, secondo il costume letterario
dell'epoca (vedi l'Eneide di Virgilio), il poeta, volesse nobilitare le origini di Sinuessa. Ricerche archeologiche più
recenti infatti, hanno evidenziato la mancanza di resti, che giustificherebbero la presenza di un centro abitato
antecedente Sinuessa. Inoltre, la colonizzazione greca in Campania è posteriore all'VIII sec. a.C., tanto è vero che la
prima colonia, qui dedotta e storicamente accertata, fu Kyme (Cuma), che risale al 740 a.C.. In
contemporanea, iniziò la colonizzazione degli Etruschi, i quali nel VII sec. a.C. occuparono tutta la valle
del Volturno fondando Capua. Più a Nord vi erano le popolazioni Latinele quali erano sotto l'influenza Etrusca e
proprio la presenza di Etruschi e Greci, ambedue le popolazioni in espansione, determinò uno status quo degli
insediamenti avviati nell'VIII sec. a.C..Fra l'VIII sec. a.C. e il 430 a.C., data in cui gli Etruschi vennero sconfitti e
assimilati ai Sanniti, Greci ed Etruschi, si fronteggiarono in continue guerre senza ne vincitori ne vinti, dunque
nessuna colonia più a Nord di Cuma fu dedotta. Infine il nome: "Synopa". Si è spesso identificato questa presunta
colonia, come città fondata da popolazioni provenienti dal Ponto; ma la Sinope del Ponto, venne fondata nel 630
a.C. e le sue colonie furono concentrate sulle coste del Mar Nero a partire dal secolo successivo. Per le
considerazioni suddette e tenuto conto del fatto che nel VI sec. a.C., in Campania si assiste alla piena ascesa degli
Etruschi, sembra da escludere l'ipotesi che ci sia stata una colonizzazione, da parte delle popolazioni del Ponto, sulle
coste della contrada, anch'essa, sotto il dominio etrusco. Il rigore storico di Livio è poco attendibile a differenza della
qualità letteraria che è eccelsa. Sinope è una deduzione erudita che sfrutta l'assonanza dei termini:
SINUS VESCINUS - SINUESSA - SINOPA.
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IL CASTELLO
SINOPE
SINUESSA
DOVE SIAMO ?
PERCORSO
MONDRAGONE
Nel 296 a.C. venne fondata la colonia Sinuessa, situata a difesa dell'accesso costiero dallaCampania Felix al Latium
adjectum. In un primo momento fu difficile trovare coloni disposti a vivere nella nuova città, viste le continue incursioni
sannitiche. Dopo la sconfitta definitiva dei Sanniti, un altro nemico rese difficoltosa la vita di Sinuessa: nel 217 a.C. la
cavalleria Numida di Annibale, assediò senza successo la colonia e saccheggiò tutto l'agro circostante provocando enormi danni.
Infatti tra il 207 e il 191 a.C., essa rifiutò di fornire militari per la guerra ad Antioco di Siria, adducendo come motivazione la
difesa dell'agro e quindi il recupero economico della contrada. L'importanza della città nel II sec. a.C., è provata
dall'ampliamento delle mura e dalla ristrutturazione del foro nel 174 a.C. ad opera del censore Q. Fulvio Flacco. Questa
importanza scaturiva dalla ricchezza della colonia, dovuta alla produzione vinicola e alle acque termali; i nomi Falerno e Acque
Sinuessane, iniziarono a circolare a Roma e in tutto il territorio della repubblica. Nel 133 a.C. è teatro di una sanguinosa rivolta di
schiavi, domata con l'esecuzione di 4000 rivoltosi. Il I sec. a.C. e il I sec. d.C. rappresentano l'apogeo di Sinuessa. La città
divenne famosissima tra l'aristocrazia romana che vi costruì numerose ville, mentre, i più grandi poeti, decantano il suo Falerno
come tra i vini più pregiati del mondo allora conosciuto. Nel 37 a.C. percorrendo l'Appia, che tagliava in due Sinuessa, vi si
incontrarono Mecenate e Orazio con Virgilio, Plazio Tucca e L. Vario, impegnati nel portare la pace tra Ottaviano e Antonio. Nel
54 d.C. il potente liberto Claudio Narciso visita la città; nel 69 d.C. l'ex prefetto al pretorio di Nerone, Ofonio Tigellino è indotto al
suicidio su ordine del nuovo imperatore Otone, nello stesso anno Vitellio si impadronisce delle rendite della colonia che
dovevano essere notevoli visto che interessavano anche l'imperatore. L'economia sinuessana si avvantaggiò, nel 94 d.C. di un
nuovo sbocco, il porto commerciale più grande del Tirreno meridionale, cioè, Puteoli (l'odierna Pozzuoli), con la costruzione
della Via Domiziana che collegava le due città. Il II sec. d.C., in coincidenza con il massimo sviluppo economico dell'Impero
Romano, rappresenta ancora un periodo di splendore per la città e difatti viene effettuata una nuova sistemazione del Foro e
continua ad essere meta di riposo degli uomini illustri dell'impero. Tra il 161 e il 180 d.C. Rustico, il maestro dell'imperatore
filosofo Marco Aurelio, soggiorna a Sinuessa. Il III sec. a.C. rappresenta l'inizio del declino economico e sociale della
città. Plotino, filosofo neoplatonico, tra il 260 e il 268, alloggia in una villa nei dintorni di Sinuessa appartenente a degli amici.
Poche notizie si hanno per questo periodo che scompaiono del tutto per il secolo successivo. Alcune notizie del IV sec. d.C., ci
vengono da fonti ecclesiastiche. Sotto la persecuzione dei cristiani di Diocleziano, tra il 303 ed il 309 d.C., vennero martirizzati il
prefetto di Roma Cromarioche vi si era rifugiato; il vescovo di Sinuessa San Secondino e quello di Sessa San Casto. In questo caso,
le notizie sono poco affidabili data la mancanza assoluta di documenti episcopali della Diocesi di Sinuessa che certamente
esistette ma della quale nulla ci è pervenuto. Sicuramente falso, è il presunto Concilio Sinuessano. La città dovette subire
certamente il saccheggio dei Visigoti di Alarico nel 410 d.C.; dopo il sacco di Roma, questi scesero la penisola attraverso l'Appia e
quindi era inevitabile l'impatto con Sinuessa. I resti archeologici mostrano un abbandono del sito a partire dalla fine del III
secolo, mentre sono assenti del tutto per il IV sec.
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MONDRAGONE
La città di Mondragone,fu fondata nel 296 a.C. anche se nel luogo sembra preesistesse un insediamento di origine greca:
Sinope. E' l'antica Sinuessa colonia marittima, la più meridionale delle città edificate dai Romani.Di Sinuessa ne scrissero
Cicerone, Virgilio, Plinio e Orazio che, in viaggio per Brindisi, vi soggiornò nel 174 a.C.. Sorta con la colonia di
Minturnae, stanziata a circa 10 miglia a nord-ovest, Mondragone aveva l'arduo compito di difendere quel tratto dell'Appia
dai possibili attacchi sanniti.Cesare lo paragonò ai vini greci utilizzandolo, come racconta Plinio, per celebrare i suoi
trionfi.Ma tanto splendore ha attratto naturalmente l'invasore che batteva le sue coste con ferocia. E' Livio a descriverne
la desolazione dopo l'assalto dei cavalieri numidi guidato da Maarbale nel 217 a.C.: fu la prima cruda sofferenza. Durante
le Guerre Puniche, proprio negli anni successivi a quel tremendo attacco, Sinuessa divenne uno dei maggiori porti
dell'esercito romano. Nel 133 a.C. fu epicentro di una rivolta di schiavi: in una sola circostanza furono arrestati e
condannati a morte 4000 uomini che lavoravano nelle terre (ager).Dal I secolo d.C. per la città crebbe la sua fortuna: le
terme e il clima la resero ambita e Sinuessa divenne città di commerci e di svago, di battaglie e di ozi mentre, la sua
fortuna venne consolidata dalla realizzazione della Domitiana, tra le più comode vie romane sorta con lo scopo di
collegare due tra i porti più attivi, Sinuessa e Puteoli (l'odierna Pozzuoli).Malgrado il suo grande dinamismo, come in
epoca traianea molti altri luoghi omologhi, la città fu colpita dalle dure conseguenze della crisi agricola peninsulare.
Dal V sec. Sinuessa andò lentamente scomparendo; il porto andò insabbiandosi; gli impaludamenti, le pestilenze, un calo
demografico incalzante, le incursioni barbariche, la tratta degli schiavi, l'allontanamento delle popolazioni dalla costa
verso le montagne, trasformarono radicalmente la città romana. Crebbero gradualmente piccoli insediamenti sparsi,
villaggi in zone protette, abitati da esigui nuclei di artigiani e contadini. Malgrado le difficoltà, tra il VII e VIII secolo
s'avviò una riorganizzazione sociale e produttiva, mentre col tempo parte dell'ala portuale della città e il suo sito termale
si lasciarono inghiottire dal mare, lasciandosi vibrare dai frequenti bradisismi.Quel luogo però, indifeso e inquieto, passò
più tardi per vicissitudini di potenti, di popoli e di lotte. I Longobardi dall'800 al 1000 divisero il territorio in gastaldati.
Poi arrivarono i Normanni che battezzarono la fortificazione originaria ispirandosi a Rocca, figlia di Dragone e consorte
del principe Riccardo II: il Mons Dragonis non tardò a mutare nell'attuale nome.Con gli Svevi sorsero i primi centri
abitati interni di S. Nicola e di S. Angelo, mentre sulla collina si attivava una nuova vita conventuale fino a quando,
nel 1560, non ci fu una tremenda incursione saracena. Fu fondato il primo villaggio, Cenito, primo passo verso la
creazione della Mondragone tardo-medioevale: quest'ultimo intervallo fu dei Durazzeschi e Aragonesi. Nel 1609 vescovo
e curia si insediarono nel nuovo centro. Il feudo della Rocca - acquistato da Antonio Carafa di Stigliano, consigliere del
re Ferrante d'Aragona, nel 1461 e proprietà della famiglia per duecento anni circa - fu alienato da Marc'Antonio Grillo,
marchese di Clarafuentes, nel 1691.Dopo i francesi, Ferdinando IV venne in possesso del territorio, conservarono fino al
1861, anno d'avvento del Regno d'Italia. Una visione tra il militaresco, lo sfarzoso e il godereccio avviò questa stirpe regia
a promuovere interventi di bonifica, di modernizzazione viaria, di creazione di servizi. Sotto Ferdinando IV di Borbone i
pantani e glia acquitrini del territorio, le cacce reali mondragonesi, rientrarono di diritto fra i luoghi più amati dalla
corte.Provata poi anche dalle guerre di questo secolo, Mondragone è emersa dinamica dall'affanno della storia, convinta
a vivere tutte le sue risorse. La terra, il mare, le terme, il sole e la sua storia.
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2° Grado
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1° Grado
per ragazzi dai 14 ai 19 anni
per ragazzi dagli 11 ai14 anni
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per bambini dai 3 ai 6 anni
Scuola Primaria
CULTURAL HERITAGE
INNOVATIVO
SCHEDA DIDATTICA
per bambini dai 6 agli 11 anni
Scuola Secondaria 2°Grado
per ragazzi dai 14 ai 18 anni
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La rocca di Mondragone venne costruita tra l’VIII ed il IX secolo dai reduci della città di Sinuessa.
Sorge alla sommità del Monte Petrino. La struttura originaria di quest’edificio non è la stessa che oggi si può immaginare
osservando i ruderi ancora esistenti. Le torri che ancora s’intravedono, alcune quadrate, altre circolari, ci inducono a pensare
che esse furono costruite in epoche differenti e che senza dubbio già esisteva un’antica costruzione prima che si realizzasse
l’imponente rocca.
Le linee architettoniche ci fanno dedurre che sia una costruzione sorta tra l’Alto ed il Basso medioevo, e che ha subito modifiche
nel corso dei secoli. L’attuale castello si presenta come un massiccio edificio quadrato composto da due piani poggiati sulla
parte scoscesa del monte, con le sue fondamenta che seguono l’ondulata roccia viva.
L’entrata principale era posta verso occidente. La rocca venne abbandonata tra il XV e il XVI secolo.
A partire dal 2001 il Comune di Mondragone ha iniziato a finanziare una campagna di scavi archeologici presso la “Rocca
Montis Dragonis”, che sta riportando alla luce un vero e proprio villaggio medievale di particolare interesse archeologico,
richiamando il cd. fenomeno dell’incastellamento di età medievale sul territorio dell’alta Campania. Molti dei resti asportabili
delle campagne di scavo vengono custoditi all’interno del Museo Civico Archeologico della città. Da qualche anno, grazie
all’impegno di alcune associazioni del territorio, il castello viene interamente illuminato durante i giorni della festa di San
Michele Arcangelo, agli inizi di Ottobre.
Le stesse associazioni organizzano escursioni serali durante i mesi estivi, con percorsi di luce all’interno dell’area archeologica.
Presso la sommità della rocca è possibile ammirare un panorama che spazia da Sud, con Ischia ed il Golfo di Napoli, a Nord
con il promontorio del Circeo. Per quanto riguarda il raggiungimento del castello, va specificata l’impossibilità materiale di
raggiungerlo dalla facciata anteriore del monte, visibile da Mondragone, data l’estrema ripidità della salita.
Turisti e abitanti del luogo sono soliti raggiungere la rocca attraverso la parte posteriore del rilievo, raggiungibile attraverso
una strada sterrata – recentemente riqualificata – che conduce sino ad una grande distesa erbosa, a metà del percorso.
Da qui in avanti non è più possibile salire in autovettura e bisogna quindi intraprendere un sentiero pedonale che conduce fino
in cima.
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In saltu vestino Synopa dicitur graeca urbs fuisse, Sinuessa deinde ab romanis colonis appellata" .
(Livio, I. X). Molti studiosi hanno ritenuto che prima di Sinuessa, fosse esistita una città greca dettaSinope. Il
poeta latino Livio parlava, infatti, nei suoi scritti, di una città greca chiamata Sinope; ma considerando che i suoi
scritti risalgono a circa due secoli dopo la fondazione di Sinuessa, è quasi certo che, secondo il costume letterario
dell'epoca (vedi l'Eneide di Virgilio), il poeta, volesse nobilitare le origini di Sinuessa. Ricerche archeologiche più
recenti infatti, hanno evidenziato la mancanza di resti, che giustificherebbero la presenza di un centro abitato
antecedente Sinuessa. Inoltre, la colonizzazione greca in Campania è posteriore all'VIII sec. a.C., tanto è vero che la
prima colonia, qui dedotta e storicamente accertata, fu Kyme (Cuma), che risale al 740 a.C.. In
contemporanea, iniziò la colonizzazione degli Etruschi, i quali nel VII sec. a.C. occuparono tutta la valle
del Volturno fondando Capua. Più a Nord vi erano le popolazioni Latinele quali erano sotto l'influenza Etrusca e
proprio la presenza di Etruschi e Greci, ambedue le popolazioni in espansione, determinò uno status quo degli
insediamenti avviati nell'VIII sec. a.C..Fra l'VIII sec. a.C. e il 430 a.C., data in cui gli Etruschi vennero sconfitti e
assimilati ai Sanniti, Greci ed Etruschi, si fronteggiarono in continue guerre senza ne vincitori ne vinti, dunque
nessuna colonia più a Nord di Cuma fu dedotta. Infine il nome: "Synopa". Si è spesso identificato questa presunta
colonia, come città fondata da popolazioni provenienti dal Ponto; ma la Sinope del Ponto, venne fondata nel 630
a.C. e le sue colonie furono concentrate sulle coste del Mar Nero a partire dal secolo successivo. Per le
considerazioni suddette e tenuto conto del fatto che nel VI sec. a.C., in Campania si assiste alla piena ascesa degli
Etruschi, sembra da escludere l'ipotesi che ci sia stata una colonizzazione, da parte delle popolazioni del Ponto, sulle
coste della contrada, anch'essa, sotto il dominio etrusco. Il rigore storico di Livio è poco attendibile a differenza della
qualità letteraria che è eccelsa. Sinope è una deduzione erudita che sfrutta l'assonanza dei termini:
SINUS VESCINUS - SINUESSA - SINOPA.
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Nel 296 a.C. venne fondata la colonia Sinuessa, situata a difesa dell'accesso costiero dallaCampania Felix al Latium
adjectum. In un primo momento fu difficile trovare coloni disposti a vivere nella nuova città, viste le continue incursioni
sannitiche. Dopo la sconfitta definitiva dei Sanniti, un altro nemico rese difficoltosa la vita di Sinuessa: nel 217 a.C. la
cavalleria Numida di Annibale, assediò senza successo la colonia e saccheggiò tutto l'agro circostante provocando enormi danni.
Infatti tra il 207 e il 191 a.C., essa rifiutò di fornire militari per la guerra ad Antioco di Siria, adducendo come motivazione la
difesa dell'agro e quindi il recupero economico della contrada. L'importanza della città nel II sec. a.C., è provata
dall'ampliamento delle mura e dalla ristrutturazione del foro nel 174 a.C. ad opera del censore Q. Fulvio Flacco. Questa
importanza scaturiva dalla ricchezza della colonia, dovuta alla produzione vinicola e alle acque termali; i nomi Falerno e Acque
Sinuessane, iniziarono a circolare a Roma e in tutto il territorio della repubblica. Nel 133 a.C. è teatro di una sanguinosa rivolta di
schiavi, domata con l'esecuzione di 4000 rivoltosi. Il I sec. a.C. e il I sec. d.C. rappresentano l'apogeo di Sinuessa. La città
divenne famosissima tra l'aristocrazia romana che vi costruì numerose ville, mentre, i più grandi poeti, decantano il suo Falerno
come tra i vini più pregiati del mondo allora conosciuto. Nel 37 a.C. percorrendo l'Appia, che tagliava in due Sinuessa, vi si
incontrarono Mecenate e Orazio con Virgilio, Plazio Tucca e L. Vario, impegnati nel portare la pace tra Ottaviano e Antonio. Nel
54 d.C. il potente liberto Claudio Narciso visita la città; nel 69 d.C. l'ex prefetto al pretorio di Nerone, Ofonio Tigellino è indotto al
suicidio su ordine del nuovo imperatore Otone, nello stesso anno Vitellio si impadronisce delle rendite della colonia che
dovevano essere notevoli visto che interessavano anche l'imperatore. L'economia sinuessana si avvantaggiò, nel 94 d.C. di un
nuovo sbocco, il porto commerciale più grande del Tirreno meridionale, cioè, Puteoli (l'odierna Pozzuoli), con la costruzione
della Via Domiziana che collegava le due città. Il II sec. d.C., in coincidenza con il massimo sviluppo economico dell'Impero
Romano, rappresenta ancora un periodo di splendore per la città e difatti viene effettuata una nuova sistemazione del Foro e
continua ad essere meta di riposo degli uomini illustri dell'impero. Tra il 161 e il 180 d.C. Rustico, il maestro dell'imperatore
filosofo Marco Aurelio, soggiorna a Sinuessa. Il III sec. a.C. rappresenta l'inizio del declino economico e sociale della
città. Plotino, filosofo neoplatonico, tra il 260 e il 268, alloggia in una villa nei dintorni di Sinuessa appartenente a degli amici.
Poche notizie si hanno per questo periodo che scompaiono del tutto per il secolo successivo. Alcune notizie del IV sec. d.C., ci
vengono da fonti ecclesiastiche. Sotto la persecuzione dei cristiani di Diocleziano, tra il 303 ed il 309 d.C., vennero martirizzati il
prefetto di Roma Cromarioche vi si era rifugiato; il vescovo di Sinuessa San Secondino e quello di Sessa San Casto. In questo caso,
le notizie sono poco affidabili data la mancanza assoluta di documenti episcopali della Diocesi di Sinuessa che certamente
esistette ma della quale nulla ci è pervenuto. Sicuramente falso, è il presunto Concilio Sinuessano. La città dovette subire
certamente il saccheggio dei Visigoti di Alarico nel 410 d.C.; dopo il sacco di Roma, questi scesero la penisola attraverso l'Appia e
quindi era inevitabile l'impatto con Sinuessa. I resti archeologici mostrano un abbandono del sito a partire dalla fine del III
secolo, mentre sono assenti del tutto per il IV sec.
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La città di Mondragone,fu fondata nel 296 a.C. anche se nel luogo sembra preesistesse un insediamento di origine greca:
Sinope. E' l'antica Sinuessa colonia marittima, la più meridionale delle città edificate dai Romani.Di Sinuessa ne scrissero
Cicerone, Virgilio, Plinio e Orazio che, in viaggio per Brindisi, vi soggiornò nel 174 a.C.. Sorta con la colonia di
Minturnae, stanziata a circa 10 miglia a nord-ovest, Mondragone aveva l'arduo compito di difendere quel tratto dell'Appia
dai possibili attacchi sanniti.Cesare lo paragonò ai vini greci utilizzandolo, come racconta Plinio, per celebrare i suoi
trionfi.Ma tanto splendore ha attratto naturalmente l'invasore che batteva le sue coste con ferocia. E' Livio a descriverne
la desolazione dopo l'assalto dei cavalieri numidi guidato da Maarbale nel 217 a.C.: fu la prima cruda sofferenza. Durante
le Guerre Puniche, proprio negli anni successivi a quel tremendo attacco, Sinuessa divenne uno dei maggiori porti
dell'esercito romano. Nel 133 a.C. fu epicentro di una rivolta di schiavi: in una sola circostanza furono arrestati e
condannati a morte 4000 uomini che lavoravano nelle terre (ager).Dal I secolo d.C. per la città crebbe la sua fortuna: le
terme e il clima la resero ambita e Sinuessa divenne città di commerci e di svago, di battaglie e di ozi mentre, la sua
fortuna venne consolidata dalla realizzazione della Domitiana, tra le più comode vie romane sorta con lo scopo di
collegare due tra i porti più attivi, Sinuessa e Puteoli (l'odierna Pozzuoli).Malgrado il suo grande dinamismo, come in
epoca traianea molti altri luoghi omologhi, la città fu colpita dalle dure conseguenze della crisi agricola peninsulare.
Dal V sec. Sinuessa andò lentamente scomparendo; il porto andò insabbiandosi; gli impaludamenti, le pestilenze, un calo
demografico incalzante, le incursioni barbariche, la tratta degli schiavi, l'allontanamento delle popolazioni dalla costa
verso le montagne, trasformarono radicalmente la città romana. Crebbero gradualmente piccoli insediamenti sparsi,
villaggi in zone protette, abitati da esigui nuclei di artigiani e contadini. Malgrado le difficoltà, tra il VII e VIII secolo
s'avviò una riorganizzazione sociale e produttiva, mentre col tempo parte dell'ala portuale della città e il suo sito termale
si lasciarono inghiottire dal mare, lasciandosi vibrare dai frequenti bradisismi.Quel luogo però, indifeso e inquieto, passò
più tardi per vicissitudini di potenti, di popoli e di lotte. I Longobardi dall'800 al 1000 divisero il territorio in gastaldati.
Poi arrivarono i Normanni che battezzarono la fortificazione originaria ispirandosi a Rocca, figlia di Dragone e consorte
del principe Riccardo II: il Mons Dragonis non tardò a mutare nell'attuale nome.Con gli Svevi sorsero i primi centri
abitati interni di S. Nicola e di S. Angelo, mentre sulla collina si attivava una nuova vita conventuale fino a quando,
nel 1560, non ci fu una tremenda incursione saracena. Fu fondato il primo villaggio, Cenito, primo passo verso la
creazione della Mondragone tardo-medioevale: quest'ultimo intervallo fu dei Durazzeschi e Aragonesi. Nel 1609 vescovo
e curia si insediarono nel nuovo centro. Il feudo della Rocca - acquistato da Antonio Carafa di Stigliano, consigliere del
re Ferrante d'Aragona, nel 1461 e proprietà della famiglia per duecento anni circa - fu alienato da Marc'Antonio Grillo,
marchese di Clarafuentes, nel 1691.Dopo i francesi, Ferdinando IV venne in possesso del territorio, conservarono fino al
1861, anno d'avvento del Regno d'Italia. Una visione tra il militaresco, lo sfarzoso e il godereccio avviò questa stirpe regia
a promuovere interventi di bonifica, di modernizzazione viaria, di creazione di servizi. Sotto Ferdinando IV di Borbone i
pantani e glia acquitrini del territorio, le cacce reali mondragonesi, rientrarono di diritto fra i luoghi più amati dalla
corte.Provata poi anche dalle guerre di questo secolo, Mondragone è emersa dinamica dall'affanno della storia, convinta
a vivere tutte le sue risorse. La terra, il mare, le terme, il sole e la sua storia.
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La Mozzarella di Bufala
La città da molti è stata definita come la capitale indiscussa della mozzarella di bufala campana. Percorrendo le strade cittadine, si ha
presto la percezione dell'elevato numero di caseifici che stanziano sul territorio. L'attività rappresenta uno dei maggiori sbocchi occupazionali
per i mondragonesi. Durante la stagione estiva, numerosi turisti si riversano nei caseifici per degustare la mozzarella di Mondragone.
Sono vari i rilievi cinematografici che citano la città per la propria mozzarella. Tra questi, l'esplicito riferimento, all'interno del film "Il divo",
ad opera dell'attore Carlo Buccirosso oppure nel film "Gallo cedrone" del 1998, da parte di Carlo Verdone. Durante il Festival di San Remo
del 2015, il comico napoletano Alessandro Siani cita la mozzarella di Mondragone in una battuta rivolta al presentatore del Festival Carlo
Conti.
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Terme
Le acque termali di Mondragone affondano le proprie radici nel tempo dell'antica Roma, quando l'antica Sinuessa (oggi in gran parte sommersa) era un eccellente
luogo di villeggiatura degli antichi romani, come raccontano nei loro scritti Tacito e Plinio. Le sorgenti termali, oggi presenti in Località Levagnole (a Nord di
Mondragone tra le pendici del Petrino e la spiaggia tirrenica), sono pacificamente riconosciute come acque termali di grande qualità. Il grado solfidometrico (151) e la
termalità (52), rendono queste acque uniche in Italia e paragonabili e quelle di Baden ed Acquisgrana. Queste caratteristiche hanno determinato un altissimo grado di
apprezzamento delle sorgenti lungo tutto il percorso storico della città, spesso autentico luogo di pellegrinaggio da parte degli infermi di tutta Italia. Le acque sono
particolarmente adatte per bagni ed inalazioni, specie per soggetti asmatici, affetti da artrismo e malattie cutanee.Le Terme oggi malgrado il grande prestigio delle
terme in epoca romana e l'attualissima presenza di sorgenti termali naturali, l'industria delle terme a Mondragone non è mai completamente decollata nell'epoca
moderna. Lo sviluppo della città negli anni 60' e 70' vide l'emigrazione di molti agricoltori verso il settore del Turismo balneare, tralasciando le forti opportunità termali
che non sono state mai valorizzate a pieno. La città, ancora oggi, è divisa tra agricoltura, commercio e turismo balneare estivo, nonostante le sorgenti termali ancora
potrebbero rivelarsi una ingente possibilità di sviluppo per l'economia locale. Attualmente esiste una sola struttura alberghiera dotata di spa che approfitta delle acque
sulfuree. All'inizio degli anni duemila, una cordata di imprenditori tentò di valorizzare definitivamente questa prestigiosa risorsa, ma il progetto di un grande resort
delle terme non è stato mai portato a compimento, sebbene più della metà della struttura giaccia ancora in attesa di completamento. Di recente la città è stata inserita
all'interno della filiera termale della Regione Campania, nata con lo scopo di promuovere e potenziare le risorse termali campane, in cui Mondragone è stata inserita
alla pari di altre mete rinomate come molti comuni di Ischia, Pozzuoli, Telese Terme, Contursi Terme. Questa ennesima opportunità potrebbe incentivare nuovi
imprenditori ad investire sulle sorgenti che, ancora oggi, sono oggetto di bagni occasionali dei mondragonesi presso alcune delle vasche naturali formatesi nel tempo.
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Venere Sinuessana
Mondragone è una località di notevole interesse turistico ed archeologico, è un frequentato centro termale e
balneare. Notevoli sono anche le strutture di interesse storico tra cui possiamo ricordare il Palazzo Ducale, in fase
di restauro dal 2004, La Rocca Montis Dragonis sul monte Petrino che a circa 500 m d'altezza sovrasta la città e
dalla quale si può godere un panorama unico di tutto il Golfo di Gaeta, la Chiesa di S. Anna a Monte anch'essa
situata in montagna, il Palazzo Tarcagnota, ed il parco archeologico dell'appia antica oggetto di scavi ed
indagini recenti nei pressi del cimitero. Inoltre la città sommersa di Sinuessa situata nella frazione di Le Vagnole
MADONNA S S INCALDANA
andata sotto il livello del mare in seguito ad un bradisismo che spinse la popolazione mondragonese a spostarsi
di pochi chilometri e soprattutto lontano dal mare dove si è sviluppato il quartiere storico medievale di S. Angelo
famoso per le sue tradizioni folcloristiche e per i suoi vicoletti medievali, in questo quartiere è possibile visitare il
palazzo del filosofo Pietro Taglialatela, uomo di cultura di Mondragone.
Sinuessa
L'antica Sinuessa sorge nel 296 a.C. e col passare del tempo divenne una delle città più importanti e floride,
Tomba del Paladino
prima del Latium adiectum e poi dell'Impero Romano. Di qui passava, infatti, la Via Appia, grande arteria di
collegamento viario dell'epoca, che collegava Capua a Roma. Le sue terme erano famosissime tra le matrone ed i
patrizi romani, che giungevano a Sinuessa per bagnarsi nelle calde e salubri acque della zona "Incaldana".
Rinomata, inoltre, per il suo prelibato vino, il Falerno, e per il clima mite. Con la caduta dell'Impero Romano
d'Occidente, anche Sinuessa venne distrutta dalle invasioni barbariche, ma la causa principale del declino fu il
bradisismo, che causò il conseguente abbandono da parte degli abitanti. Le terme precedentemente menzionate.
Via Appia
Santuario della Moadonna
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Santuario del Belvedere
Palazzo Ducale
Monastero di Sant’Anna
Chiesa di San Michele
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tombadel Paladino
Palazzo Ducale
Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Venere di Sinuessa
Il 25 gennaio del 1911 il signor Leopoldo Schiappa faceva eseguire dei lavori di sterro per l'impianto di una vigna
nella zona dell'Incaldana. Durante i lavori, il colono Antonio Guglielmo, e il figlio Giovanni, urtarono col piccone un corpo
grosso e duro: stupiti, videro emergere dalla terra due pezzi di una statua mutila delle braccia e del corpo. Subito si
diffuse la notizia in paese e il ritrovamento fu segnalato al Museo archeologico di Napoli dove la statua fu condotta, il
10 aprile del 1911, dal professor Vittorio Spinazzola.
Questi, facendo riunire i due pezzi ritrovati, ricostruì la famosa statua, che chiamò la “Venere Sinuessana”, attribuendola
a Prassitele, sommo scultore greco del IV secolo a.C. Questo capolavoro di scultura greca adornava un tempo una delle
ville romane di Sinuessa. Si suppone che la villa appartenesse a Marco Tullio Cicerone[senza fonte]. Raffigura una donna
uscita dal bagno, sulla spiaggia, nell'atto di asciugarsi, trattenendo il lenzuolo sui femori. È da evidenziare che la statua
fu acquistata per solo 500 lire dell'epoca, mentre ne valeva almeno cinquecentomila. Praticamente si tratta di una
raffigurazione di una donna nuda senza testa ne braccia
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tombadel Paladino
Palazzo Ducale
Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Via Appia
La via Appia sorse tra il 313 ed il 310 a.C., per ordine di Appio Claudio Cieco.
I Romani costruirono questa famosa arteria non solo allo scopo di espandersi verso sud, ma anche allo scopo di
favorire il commercio con l'oriente e con l'Africa, arrivando l'arteria fino a Brindisi.
Essa attraversa la campagna di Mondragone sul lato settentrionale, da Le Vagnole a Porto di Carro, ai piedi del Col
Petrino, fino al sito dell'odierno Cimurro e, di là, attraverso la zona di Limata, fino al punto suddetto ed oltre, dopo
aver valicato il Ponte Campano. A partire dalla fine dell'Ottocento, lungo questa strada, nei pressi della chiesetta di
San Rocco, si svolgeva, dal 23 al 25 agosto, la fiera del bestiame detta di San Bartolomeo, di antica tradizione.
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tombadel Paladino
Palazzo Ducale
Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Il Monastero di Sant’Anna a Monte
Il monastero di Sant'Anna a Monte, detto "de acquis vivis", fu costruito sul terreno donato dalla regina Agnese ai monaci
del Sacro Specus di Subiaco. Nel 1342, due monaci del sopraccitato monastero, col permesso del loro abate, fondarono
quest'edificio. La sua lenta decadenza comincia circa trecento anni dopo, nel 1500, con le varie incursioni saracene. Verso
la metà del Settecento viene iniziato un primo tentativo di ristrutturazione, ad opera dell'abate Nicola da Salerno.
Il 7 settembre del 2000, gli eredi Lapiello donano il monastero con il circostante terreno al parroco Don Franco Alfieri,
che in collaborazione con l'amministrazione comunale si è adoperato per la realizzazione di una strada in cemento. Il
monastero necessita di lavori di ristrutturazione e valorizzazione. Infine, è da ricordare che grazie ai parrocchiani della
comunità di San Rufino, ogni anno il 26 luglio, vi si festeggia Sant'Anna.
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tomba del Paladino
Palazzo Ducale
Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Tomba del Paladino
Si trova in prossimità della via Appia. Mausoleo del I secolo a.C., probabilmente
costruito da una nobile famiglia del luogo, la Cedicia Gens. L'ingresso è rivolto al
Massico, costruito interamente a blocchi enormi poligonali, dello spessore di due metri
e permette l'accesso alla camera sepolcrale, la quale riproduce le celle funerarie dei
sepolcri di personaggi illustri. La torre si trova all'interno di una proprietà privata.
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tombadel Paladino
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Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Palazzo Ducale
Il Palazzo dimora estiva del Duca Don Domenico Grillo con annessa Torre per dimensioni ed ubicazione
urbana costituisce una suggestiva e forte presenza della città.
Consta di tre livelli ed occupa una superficie di m.2.796,per una superficie complessiva di mq.5.733.La Torre
annessa,ornata sulla sommità con archi sorretti da beccatelli,potrebbe
risalire al sec.XIII.Nei vani terranei si notano volte a crociera ed archi a sesto acuto che testimoniano il gusto
gotico e tardo gotico. Le monofore e bifore invece, sono realizzate più
tardi, intorno al Quattrocento e testimoniano di un gusto Aragonese.
La struttura fu realizzata con pietre di origine vulcanica e di origine sedimentaria ,cementate con malta e
calce,secondo un gusto tardo-gotico-catalano dei secoli XIII-XV
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tombadel Paladino
Palazzo Ducale
Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Chiesa di San Rufino
Costruita nel 1958 per opera dell'Arch.Gaetano Rapisardi, la Chiesa si affaccia su Viale Margherita, la
strada principale della città. A forma trapezoidale, contiene all'interno un mosaico raffigurante San Rufino,
con ai lati dieci finestre istoriate poste al di sotto della cupola centrale. Sia la cupola che la parte esterna
sono stati oggetto di recenti lavori di riqualificazione.
Museo Civico Archeologico Biagio Greco
Il Museo, inaugurato il 20 ottobre del 2000 e riconosciuto Museo d'Interesse Regionale nel 2007, è
composto da cinque sale che raccolgono i materiali rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate nel
territorio e organizzate cronologicamente dalla Preistoria al Medioevo.
Venere di Sinuessa
Chiesa di San Rufino
Via Appia
Santuario del Belvedere
Monastero Sant’Anna
a Monte
Tombadel Paladino
Palazzo Ducale
Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Santuario del Belvedere
Questa struttura sorse intorno al 1200, e non si sa con certezza quali siano stati i primi abitanti. Quel che si sa per certo è
che dal 1569 al 1624 ressero il santuario i Padri Carmelitani, i quali ristrutturarono anche l'adiacente convento. In quel
tempo Mondragone era governata dai signori Carafa, minacciati costantemente dal pericolo turco. Tra il 1542 ed il 1550
si ebbe la totale devastazione del piccolo santuario ad opera dei Saraceni. L'abside che si vede oggi è ancora quello
originale. Durante un incendio procurato dai Turchi, fu data alle fiamme anche l'icona sacra della Madonna Incaldana, di
fattura bizantina, risalente al XII – XIII secolo. Ne uscì illesa.
Il 26 aprile 1624 i Padri Carmelitani, dopo 55 anni di permanenza, dovettero abbandonare il convento a causa delle
incursioni barbariche e per l'eccessiva distanza da Mondragone e da Carinola. Intanto sorse una contesa tra Mondragone
e Piedimonte di Sessa per l'attribuzione dell'icona della Madonna Incaldana, in quanto i padri carmelitani, costretti a
lasciare il luogo, dovettero affidare il pezzo d'arte ad uno dei paesi contendenti. Si pensò ad uno stratagemma: si presero
due buoi, uno per ognuno dei due paesi, e fu affidato ad essi il compito di condurre il quadro. La disputa sarebbe stata
risolta dalla direzione che avrebbero preso gli animali. Essi si diressero per la via Appia verso Mondragone e durante il
tragitto si fermarono presso la cava Iacobucci, in quel punto fu innalzato un oratorio, tutt'oggi visibile. I due animali, una
volta giunti a Mondragone, morirono e si dice che siano stati sepolti sotto il sagrato un Tempio Massimo di Mondragone.
Venere di Sinuessa
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Monumenti
Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Santuario Santa Maria Incaldana
Il Santuario di Santa Maria Incaldana è sicuramente uno degli edifici sacri di maggiore interesse a
Mondragone. Il monumento risale al XIV secolo. Il monumento è stato realizzato nel XIV secolo. L’interno della
struttura è a croce latina, formato da tre navate e un transetto. La navata centrale è coperta da una volta a
botte; le navate laterali hanno copertura con volta a crociera. I bracci del transetto sono coperti da volta a
botte. Nella prima campata della natava centrale è possibile ammirare il fonte battesimale in marmo di
Mondragone. Il fonte battesimale è circondato da una balaustra in marmo. Sulla navata di sinistra è possibile
ammirare un altare dedicato a Gesù Crocifisso. In fondo al braccio sinistro del transetto è possibile ammirare un
sarcofago in vetro che custodisce le reliquie di San Bonifacio. Molto interessante è la Cappella dedicata a
Maria SS Incaldana: su un altare in marmi policromi è presente un’edicola che racchiude la Sacra Effige della
Madonna. La facciata in stile eclettico è il risultato di un rifacimento del XIX secolo.
Venere di Sinuessa
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Santuario Santa Maria
Incaldana
Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
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Chiesa di San Francesco
Situata nel cuore della città, nei pressi di Piazza Umberto I, è una Chiesa con una sola navata dallo
stile essenzialmente romanico. All'ingresso è presente una statua in bronzo di San Francesco d'Assisi
alta 2,50 m. All'interno, l'unica navata si congiunge all'abside, con sei archi a sesto ribassato sul lato.
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Chiesa di San Francesco
Chiesa di San Michele extra
Moenia
Chiesa di San Michele extra Moenia
Situata all'interno dello storico quartiere di Sant'Angelo, risale al XIII secolo. Il suo stile predominante è quello
romano-gotico, pur non mancando altri spunti risalenti alle modifiche successive. All'interno della Chiesa, che si
basa su un piano rialzato rispetto alla strada, vi sono tre navate di cui quella centrale costruita attraverso
delle capriate in legno. Risalente al periodo proto-rinascimento è invece l'affresco raffigurante "La Vergine
col Bambino tra i Santi".
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Falerno
Tra i prodotti tipici locali, spicca il rinomato Falerno. La produzione di questo particolare vino si
estende dal territorio di Mondragone sino ai confinanti comuni di Falciano del Massico, Carinola
e Sessa Aurunca. Sono varie le zone cittadine che, per la loro conformazione geografica,
determinano la particolarità del gusto di questo vino. Tra queste, meritano di essere citate la
zona del "Gaurano", alle pendici del Monte Petrino, con viti poste su terreni influenzati dalla
presenza di un sottosuolo termale. Altra zona di rilievo, è quella che genera il Falerno del cd.
"Levagnano". Per quest'ultima specie, non esistono produttori aziendali, ma solo privati, dato il
ridottissimo numero di viti. Ciò che rende tradizionalmente pregiato questo vino, è la presenza
delle viti su terreno sabbioso, a ridosso del mare. Ciò determina un gradazione alcolica molto
alta del vino. Negli ultimi anni è aumentato il numero di aziende vinicole produttrici del Falerno,
molte delle quali sono in forte espansione.
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Turismo
La Spiaggia di Mondragone costeggia per molti chilometri il lungomare cittadino e possiede un fondo di fine sabbia dorata. Si
tratta di una località particolarmente amata dai turisti, soprattutto gli appassionati di sport acquatici come il surfcasting. La
Spiaggia di Mondragone prevede servizi turistici di ogni tipo oltre ad ampie zone di spiaggia libera
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Scrippèlla
Da non confondere con le scrippelle tipiche di Teramo, è un dolce locale, fritto in olio di oliva, con una tipica forma a spirale. Molto
legato alla tradizione storica della città, in quanto veniva prodotto in casa soltanto in occasione dei matrimoni come omaggio degli
sposi e veniva distribuito, con l'ausilio dei bambini, nelle case di amici e parenti qualche settimana prima delle nozze. Al giorno d'oggi
viene prodotto anche durante le manifestazioni estive locali.
Fagiolini verdi.
Il fagiolino di Mondragone è un prodotto molto ricercato, che viene esportato in tutta Italia. Sul territorio sono presenti numerose
aziende agricole che lavorano questo particolare prodotto.
Guappa
È un liquore fatto con l'utilizzo del latte di bufala, lo stesso che viene utilizzato per la mozzarella. Di colore bianco, viene prodotto da
un'azienda locale di liquori e distillati.
Salsiccia di maiale
La salsiccia di maiale prodotta a Mondragone è fortemente tipizzata dall'utilizzo di aromi e spezie che la rendono di colore rosso vivo,
facendole assumere un sapore molto intenso.
Manifestazioni turistiche
Calici di Stelle e Notte bianca dell'arte
Manifestazione di valorizzazione del Vino Falerno e dei prodotti tipici locali, che si tiene ogni anno durante la prima metà del mese di
Agosto nel centro cittadino
Presentazione
Multimediale
Scuola Digitale
SCUOLA
Webook
IOS ANDROID
Portale Web
Chiedere agli studenti di presentare i risultati di una ricerca condotta in gruppo al termine di un percorso didattico, di illustrare il lavoro di studio
individuale svolto su una specifica tematica( noi abbiamo fatto ricorso ad un < tema esemplificativo >: il Castello o Rocca di Mondragone) o ancora di
esporre la struttura ed i contenuti di un progetto di comunicazione (messaggio pubblicitario, brochure informativa, giornalino scolastico, etc)… sono solo
alcuni degli esempi più comuni di attività che vengono realizzate regolarmente a scuola e, seppure con vari livelli di complessità, sia nella scuola
primaria che nella scuola secondaria di I e II grado. Con questa attività si intende proporre e presentare una serie di strumenti e risorse per
l’introduzione graduale dell’elemento “multimedialità” all’interno di percorsi didattici “tradizionali” come quelli appena descritti.
In una conferenza o in una lezione , per favorire la trasmissione delle informazioni , si fa spesso ricorso al sussidio di materiale grafico . I metodi
tradizionali (carta , lavagna , lucidi o diapositive…)sono state via via sostituiti ,in tutti i settori ,da “Presentazione Multimediale”(utilizzi di vari mezzi di
comunicazione: visiva , sonora, ecc.)
Le informazioni che una presentazione trasmette al pubblico possono essere rese più incisive con il supporto di:
Tabelle ,grafici ,fotografie
Colore (utilizzato come messaggio)
Effetti sonori
Filmati e animazioni
Sequenze passo-passo
Testi e questionari interattivi…
App Android Ios
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Presentazione
Multimediale
Scuola Digitale
SCUOLA
IOS ANDROID
Webook
Portale Web
Seguiamo da sempre con forte interesse l’evoluzione dell ‘’online’’ e l’apertura dei nuovi canali di comunicazione avvenuta grazie alla diffusione
dei dispositivi mobili e degli strumenti ‘’social ‘’ di interazione .Per la realizzazione di app native sulle varie piattaforme tecnologiche:
iphone,ipad,android.Ma abbiamo seguito con interesse anche lo sviluppo di multi-piattaforma ,lo studio di interfacce usabili e ottimizzate a
seconda del device di destinazione.Per realizzare il nostro progetto <Cultural Heritage Innovativo> faremo ricorso a disposizione Tecnici
,Sistemisti,Sviluppatori e Responsabili di Progetto,in generale professionisti in grado di assicurare un presidio applicativo presso le sedi scolastiche
in Rete.
Social Network
Presentazione
Multimediale
Scuola Digitale
SCUOLA
Webook
IOS ANDROID
Portale Web
Realizzare un portale ricco di contenuti, suddiviso in molteplici categorie e pagine, fornito di funzioni e caratteristiche
avanzate.Per fare ciò ricorreremo a un prodotto funzionale, con un design responsive pensato anche per dispositivi
mobile (smartphone e tablet), così da poter offrire a tutte le tipologie di utenti una innovativa esperienza di navigazione
.
Realizzare un portale dinamico per Arte è particolarmente consigliato per scuole e comuni, destinazioni Artistiche , enti
istituzionali come province e regioni, i quali grazie ad un prodotto con caratteristiche così complete possono proporsi in
maniera decisa sul mercato online.
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Presentazione
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SCUOLA
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Portale Web
Per disseminare e promuovere la nostra idea progettuale,<< Cultural Heritage Innovativo >>,abbiamo pensato di promuovere un «Webook
– Catalogo».
Il Webook è l'estensione del libro sul Web: schede di approfondimento, percorsi tematici, presentazioni multimediali, test di autovalutazione,
gallerie di foto e di video, servizi e aggiornamenti accompagnano il volume stampato, arricchendone i contenuti.
All'interno del Webook è possibile trovare varie tipologie di materiali:
contenuti scaricabili, ovvero contributi che è possibile scaricare sul proprio computer. Questi contributi si trovano in cartelle compresse, per
velocizzare i tempi di download; dopo averle scaricate, sarà sufficiente decomprimerle con un programma gratuito, ad esempio il WinRar. Per
leggere i contenuti in formato PDF è necessario invece Acrobat Reader o un altro lettore PDF;
testi on line, ovvero contributi che è possibile visualizzare soltanto on line, generalmente testi di approfondimento corredati da immagini. Nei
testi, alcuni link rimandano ad altri siti in cui è possibile trovare ulteriori informazioni e spunti di riflessione;
contenuti multimediali, ovvero gallerie fotografiche e raccolte di video pertinenti ai contenuti del volume cartaceo;
contenuti per la LIM , ovvero materiali che è possibile utilizzare nelle Lavagne Interattive Multimediale, come presentazioni multimediali,
esercitazioni e test di autovalutazione.
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