Comunicazione e inclusione sociale
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Comunicazione e inclusione sociale
Assistenza e Orientamento È ciò che chiedono i rifugiati appena giunti in Italia Il convegno Comunicazione e inclusione sociale. Possibili strategie di integrazione per richiedenti asilo e rifugiati è stata un’occasione per delineare lo scenario europeo per i rifugiati ed i richiedenti asilo che fanno richiesta nel vecchio continente. L’Europa ospita attualmente circa 4,8 milioni rifugiati e richiedenti asilo che sperano di vivere tranquillamente in un nuovo Paese con la possibilità di ricostruirsi una vita, ma purtroppo, queste persone in fuga dalla persecuzione politica nei loro Paesi, non vengono integrati nei meccanismi di partecipazione della società: le loro capacità non vengono quindi valorizzate, anzi spesso sono vittime di esclusione sociale. Bisogna poi capire che per un’integrazione migliore, l’apprendimento della lingua del paese ospitante è fondamentale, e purtroppo fin quando molti paesi europei non avranno una politica di integrazione per i richiedenti asilo con un incerto status di residenza e non faciliteranno un accesso diretto a corsi di lingua ed alla formazione professionale non ci potranno essere veri sviluppi nell’accoglienza di rifugianti e richiedenti asilo. Prendendo come esempio l’Olanda, qui dal 2006 sono in vigore diverse leggi che considerano l’integrazione un dovere per i cittadini extracomunitari che già vivono nel Paese, sono quindi obbligatori dei corsi di educazione civica e cultura olandesi ad esempio. Dall’altra parte invece i richiedenti asilo sono costretti a seguire un corso di lingua olandese a proprie spese. Ancora più clamorosa è stata sempre nel 2006 la scelta di far visionare un filmato con un bacio tra due uomini, un avvenente ragazza in topless oltre ad altre dimostrazioni di libertà civili e tolleranza agli stranieri che chiedono il visto d'ingresso; tutto questo servirà, nelle intenzioni delle autorità olandesi, a testare la disponibilità degli stranieri ad adattarsi e ad approvare gli usi e costumi del paese. Noi pensiamo ad una progettazione circolare che non abbia fine neanche quando arrivano i risultati è Daniela Di Capua coordinatrice del progetto IntegRARsi ad esprimere in poche parole il modus operandi del progetto, e la comunicazione deve essere un supporto per i rifugiati. E proprio per assolvere a questo loro diritto, è stato creato a Crotone dall’ANCI in collaborazione con il Ministero dell’Interno un numero verde a loro completa disposizione, dove possono consultare avvocati e mediatori che sostengono l’attività di assistenza ai rifugiati. Laura Boldrini portavoce dell’UNCHR ha sottolineato come negli ultimi anni la situazione “pregiudizi” sia drammaticamente peggiorata: 10 anni fa in Italia, la politica e gli stessi italiani erano molto pacati nei confronti dei rifugiati, ora invece non è più così. Adesso con la campagna elettorale si sfrutterà la tolleranza zero sull’immigrazione, ma in realtà questi sono slogan che non spiegano nulla della realtà dei rifugiati. Laura Boldrini ha in seguito sottolineato come i media italiani abbiano puntato fin troppo sugli aspetti pregiudiziali dell’immigrazione, i cittadini quindi tenderebbero a vedere gli stranieri in modo tout court anche per colpa dei media. L’opinione pubblica è quindi impaurita verso l’immigrazione anche perché è stata informata solo sugli aspetti marginali del fenomeno. Sempre secondo la Boldrini l’ordine dei giornalisti dovrebbe avere delle linee guida più precise, ma se non ne sentono il bisogno, significa che non hanno più un senso critico. In seguito Filippo Miraglia responsabile immigrazione ARCI nazionale ha sottolineato come l’Italia sia obbligata ad offrire assistenza ai rifugiati secondo la convenzione di Ginevra, ma che nonostante ciò i passi da fare sono ancora molti. Riccardo Chartroux giornalista del Tg3 ha poi intervistato sei rifugiati politici provenienti da Paesi del continente africano. Dalle loro testimonianze è emerso come la situazione sia per lo più drammatica una volta che queste persone giungono in Italia: sballottati da un luogo all’altro senza la possibilità di avere informazioni, con la prospettiva se mai venga accettata la loro richiesta di asilo di avere molte difficoltà a trovare un lavoro. www.volontariato.lazio.it pubblicato il 13 febbraio 2008 I rifugiati intervistati hanno poi lamentato un diffuso pregiudizio nei loro confronti da parte dei datori di lavoro anche in presenza di titoli di studio ed una conoscenza delle lingue notevolmente superiore alla media. Il tema del convegno si è in seguito spostato sull’aspetto comunicativo di certi spot che dovrebbero sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del sociale. È stata infatti proiettata una pubblicità televisiva contro gli stupri con l’immagin di una ragazza con un occhio nero che prendeva la metropolitana. Paola Manfroni della MARIMO brand designers, ha affermato che i cittadini vedendo la ragazza nella metropolitana percepiscono il problema come più vicino e quindi sono più disponibili ad aiuti e sostegni verso i rifugiati Maurizia Russo Spena ha poi analizzato l’importanza della lingua nella formazione culturale degli immigrati affermando che lo strumento linguistico è un mezzo di inclusione nei processi di partecipazione sociale. Non ci può essere contatto tra due culture senza una mediazione, bisogna sfruttare la ricchezza linguistica e culturale dei rifugiati che spesso conoscono almeno due lingue. L’apprendimento della nuova lingua è essenziale per rifugiati e richiedenti asilo poiché avrebbero solide basi per costruirsi una propria rete di relazioni nella società ospitante, d’altra parte però durante la procedura di richiesta, il motivo per cui i richiedenti asilo dovrebbero sforzarsi di imparare una nuova lingua viene smorzato dal pericolo del rimpatrio e quindi dall’insicurezza e dai dubbi sul proprio futuro. www.volontariato.lazio.it pubblicato il 13 febbraio 2008