l`industria chimica in italia

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l`industria chimica in italia
l’industria chimica in italia
Rapporto 2011-2012
Nel momento critico che stiamo vivendo, la lettura di questo Rapporto può essere considerata uno stimolo e una motivazione per guardare al futuro con fiducia.
Le imprese della chimica stanno facendo il massimo per superare
la recessione, con i mezzi migliori cioè l’investimento in ricerca, la
tendenza all’innovazione, il miglioramento continuo verso condizioni di lavoro ottimali per il lavoratore e per l’impresa, con uno specifico impegno alla sostenibilità. Un impegno che non si ferma nemmeno davanti agli ostacoli strutturali (burocrazia, costo dell’energia etc.)
che, purtroppo, sono ben lungi dall’essere superati.
Forte della rappresentatività di un comparto industriale strategico per
la ripresa, Federchimica è impegnata su più fronti, come documenta questa pubblicazione ricca di risultati conseguiti dalle imprese e di
sfide ancora aperte per la chimica e per il nostro futuro.
Il 2011, Anno internazionale della chimica, ha posto le premesse per
superare una visione negativa e stereotipata della chimica e abbiamo iniziato un dialogo nuovo sulla chimica come scienza, materia
di studio, professione, opportunità. Abbiamo cercato di evidenziare come la chimica sia al centro dei moltissimi ambiti che rendono
migliore la qualità della nostra vita.
Riconsiderare il ruolo chiave della chimica, ad esempio nell’alimentazione e nella sfida globale che essa pone, è un modo concreto per
valorizzarne l’indispensabilità lungo tutta la filiera; ecco perché Expo
2015, dedicato proprio al tema: “Feeding the Planet”, potrà rappresentare una ulteriore e determinante tappa nel cammino che porterà alla chimica ulteriore riconoscimento e a una migliore reputazione.
La chimica, nei suoi svariati campi di applicazione, è in realtà alla
base di moltissimi settori industriali, tanto da poter essere considerato
come comparto “sentinella” dell’andamento economico del Paese.
In tempi caratterizzati da forti oscillazioni finanziarie quali quelle cui stiamo assistendo, la ripresa deve fondarsi su una nuova politica industriale, che trovi applicazione anzitutto nella chimica quale comparto virtuoso per tutto il sistema industriale. È questa la nostra ricetta
per tornare a crescere: valorizzare l’industria manifatturiera con rinnovato slancio, nel quale la chimica può giocare un ruolo strategico.
Cesare Puccioni
Presidente
INDICE
Prima parte
L’industria chimica in Italia e nel mondo
Agrofarmaci
54
Principi attivi e intermedi
di chimica farmaceutica
55
Chimica fine e delle specialità
56
Additivi e ausiliari per la detergenza
e prodotti oleochimici
57
L’anno della reputazione
9
Lo scenario economico
13
Lo scenario europeo
21
Sicurezza, salute e ambiente
23
Ingredienti cosmetici,
additivi farmaceutici e fragranze
58
Sicurezza prodotti: le recenti novità
25
Chimica per il settore alimentare
59
Chimica ed energia
27
Oli lubrificanti
60
Logistica e competitività
31
Abrasivi
61
Ricerca e innovazione
35
Smalti per ceramica,
pigmenti inorganici, ossidi metallici
62
Responsible Care: il nostro impegno
per lo sviluppo sostenibile
37
Adesivi e sigillanti
63
Relazioni industriali e risorse umane
41
Pitture e vernici
64
Gas tecnici, speciali e medicinali
65
Detergenti e specialità
per l’industria e per la casa
66
Cosmesi
67
Farmaci di automedicazione
68
Seconda parte
La chimica e i suoi settori
Chimica di base organica,
inorganica e tensioattivi
49
Prodotti per la salute animale
69
Materie plastiche e resine sintetiche
50
Biotecnologie
70
Fonti rinnovabili
51
Prodotti aerosol71
Agricoltura e mercato dei fertilizzanti
52
Gas di petrolio liquefatti
72
Fibre artificiali e sintetiche
53
Servizi ambientali all’industria chimica
73
Appendice
Federchimica:
organizzazione E struttura77
Prima parte
L’Industria chimica in Italia
e nel mondo
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L’anno della reputazione
“La grande
storia della
chimica
dei paperi”
pubblicata dal
settimanale
Topolino in
occasione
dell’Anno
internazionale
della
Chimica.
Il 2011, Anno
internazionale
della chimica, è
stato un’occasione straordinaria per la
reputazione della chimica
e delle organizzazioni che la rappresentano come scienza, come
professione e come settore industriale.
In generale tutti gli organismi promotori delle iniziative svolte nel 2011 si sono
trovati concordi nell’opportunità, offerta da
enti internazionali della massima autorevolezza,
di parlare di chimica in modo ampio, propositivo e non
reattivo. Dopo molti anni si è potuto raccontare la chimica come scienza che contribuisce significativamente
al progresso e al miglioramento della qualità della vita.
Per ottenere un’accoglienza favorevole a questi messaggi sono state compiute scelte di comunicazione strategiche che si sono dimostrate vincenti: anzitutto la costru-
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zione di alleanze,
che ha consentito di produrre messaggi e veicolare strumenti del tutto istituzionali,
senza intenti speculativi e finalità di parte. Una scelta che il pubblico ha compreso e accolto con
favore, interpretando la comunicazione del 2011 con maggiore apertura e fiducia.
Altro snodo strategico di grande significato è stata la disponibilità dei soggetti ad essere
certificati da osservatori rigorosi, che hanno approvato
la gran parte degli strumenti prodotti favorendone decisamente la diffusione.
La presenza e la partecipazione attiva del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, da subito alleato
con Federchimica e Società Chimica Italiana nella promozione dell’Anno della chimica nel nostro Paese, con
la stesura di un Protocollo di Intesa, è stata in sé dimo-
9
Prima parte
strazione dell’ufficialità dei progetti realizzati con intento
comune. La supervisione di UNESCO, sempre coinvolta nelle iniziative, è stata preziosa per conferire ai progetti una validazione di respiro internazionale.
Infine Pubblicità Progresso, che ha dato il proprio patrocinio ai “Minuti di Chimica” prodotti per descrivere la soluzione fornita dalla chimica a problemi di salute e di trasporto, è stato un risultato prestigioso; con questo autorevole endorsement i video sono stati trasmessi gratuitamente all’interno di circuiti pubblici, ovvero le sale dei
principali aeroporti nazionali e di 100 stazioni ferroviarie.
Si stima che in questo modo circa 14 milioni di viaggiatori abbiano potuto prenderne visione.
Anche la risposta dei media alla diffusione di messaggi
istituzionali sulla chimica è stata favorevole. L’attività di
ufficio stampa ha prodotto notevoli risultati anche grazie
a un’accoglienza non pregiudizievole, che ha consentito lo sviluppo dei tanti argomenti proposti in ogni tipo di
mezzo di informazione, dai quotidiani alle TV nazionali,
dalle radio ai siti web.
Il massimo successo a corollario di quanto compiuto si
concretizza nell’iniziativa spontanea da parte di un diffusissimo settimanale per i più giovani, Topolino, che ha
pubblicato una storia a fumetti di 40 pagine sul tema
della chimica e delle sue importanti scoperte. Già dalla
copertina, dedicata all’Anno internazionale della chimica,
si comprende lo spirito costruttivo di informazione che ha
motivato l’attenzione della testata a questo argomento.
Venendo ai progetti più direttamente inerenti l’attività delle imprese, l’edizione speciale di Fabbriche Aperte ha
consentito il rafforzamento del rapporto con le aziende
associate, che si sono interfacciate con la Federazione
per gli aspetti organizzativi, ma anche per individuare la
formula di apertura al territorio più adeguata, individuando i target più indicati in relazione ai prodotti fabbricati e al settore di appartenenza. Inoltre la partecipazione
costante di rappresentanti della Federazione e di parlamentari europei ha rappresentato un ulteriore servizio,
che è stato molto apprezzato dalle imprese.
Soprattutto, l’edizione 2011 di Fabbriche Aperte, con il
corredo di informazioni e strumenti grafici creati appositamente, ha dato modo alle imprese di sperimentare
Sedi degli insediamenti produttivi che
hanno aderito a Fabbriche Aperte
130 stabilimenti chimici associati a Federchimica hanno aderito all’operazione Fabbriche Aperte “Speciale 2011”. I siti produttivi delle aziende chimiche hanno aperto i cancelli ad oltre
700.000 visitatori tra cittadini, scuole e istituzioni, per mostrare il proprio impegno e il rispetto verso la salute e la sicurezza dei lavoratori e la tutela dell’ambiente.
10
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L’anno della reputazione
Il Presidente di Federchimica Cesare Puccioni, il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Giovanni Puglisi e il Ministro
Francesco Profumo, firmano il Protocollo di Intesa. Dicembre 2011.
l’apertura dei propri cancelli a un pubblico vasto, rivelando le grandi potenzialità di questi eventi nell’ottica di
rafforzare il dialogo col territorio, le amministrazioni locali, le famiglie dei collaboratori, le scuole.
Si è quindi andati nella direzione giusta, seminando,
laddove possibile, anche nelle aree adiacenti ai siti produttivi, con alcuni casi di eccellenza, come quello del
distretto di Sassuolo, dove l’apertura degli stabilimenti di coloranti ceramici ha generato un dialogo costante
di approfondimento e formazione con le scuole locali,
anche con l’intento di formare personale specializzato più
facilmente collocabile in futuro nelle aziende del territorio.
Nel 2011, secondo una stima approssimativa, 20 milioni
di Italiani, in forma più o meno approfondita, hanno sentito
parlare di chimica in modo positivo: si tratta di un risultato insperabile, soprattutto considerate le risorse limitate
con le quali è stato conseguito. Si è in sostanza operato non solo per sfruttare una felice congiuntura internazionale, ma soprattutto per porre le basi di un dialogo
nuovo, voltando pagina, acquisendo visibilità con iniziative di ampia portata.
L’impegno da parte del Ministro Profumo, ufficializzato nel
Protocollo firmato nel mese
di dicembre, a proseguire la
promozione di eventi legati
alla chimica e rivolti al mondo scolastico per i prossimi tre anni, è la conferma di
quanto questo approccio sia
stato apprezzato e si intenda
sostenerlo con convinzione
come modello di relazione
del settore.
Il sistema scolastico ricopre
un ruolo determinante come
diffusore delle conoscenze e
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delle competenze indispensabili per la competitività e
lo sviluppo del Paese. La chimica ha trovato nel 2011
il suo amplificatore e, grazie alle numerose iniziative
realizzate per celebrare l’Anno internazionale, abbiamo
avuto la conferma che è possibile costruire un dialogo costante e positivo tra scuola, industria e società.
Attraverso gli oltre 500 eventi realizzati nel corso dell’anno da scuole, Comuni, musei, associazioni scientifiche e
pubblicati sul sito chimica2011.it si è potuta aprire una
finestra inedita su un mondo fatto di passione e impegno verso la scienza. Sono stati oltre 60 mila i visitatori del sito che hanno potuto apprezzare il lavoro dei
numerosi insegnanti, studenti e appassionati che hanno messo la loro creatività e il loro impegno a disposizione della chimica.
Il nuovo Protocollo di Intesa ha dato l’impulso per proseguire le azioni di successo dello scorso anno e, attraverso il nuovo sito: wlachimica.it, si continuerà ad aggiornare il calendario delle manifestazioni e i materiali creati per l’orientamento e la divulgazione.
Homepage del sito wlachimica.it
11
Prima parte
Tra le attività che verranno promosse sul sito direttamente da Federchimica rimane di primaria importanza la diffusione di una corretta visione della scienza
e dell’industria chimica per aumentare gli iscritti alle
facoltà di chimica e rilanciare la figura professionale del chimico.
Con questo obiettivo la Federazione ha aderito al Piano Lauree Scientifiche del MIUR fin dalla sua nascita
realizzando ogni anno materiali e momenti di incontro
per l’orientamento degli studenti dell’ultimo biennio di
scuola superiore.
L’impegno di questi ultimi anni ha portato ad un sensibile successo di iscritti alle facoltà di chimica e scienza dei materiali tanto che dal 2001 al 2012 gli iscritti
sono passati da 1500 a 3700.
12
Di fronte ai cambiamenti epocali che stiamo attraversando, anche il sistema scolastico superiore deve
riferirsi a nuovi valori: tra questi c’è senz’altro il rilancio dell’istruzione tecnica superiore in ambito chimico,
obiettivo che Federchimica, insieme al MIUR, intende
perseguire nei prossimi anni.
Per molto tempo, e con successo, l’istruzione tecnica
ha formato risorse adeguate alla domanda professionale delle imprese chimiche; nel corso degli anni, tuttavia, gli studenti e le famiglie le hanno erroneamente attribuito un ruolo di istruzione secondario. Occorre
dunque rivalutare il percorso di studio negli istituti tecnici chimici, valorizzandoli come importante risorsa per
il nostro sistema industriale, anche alla luce delle significative opportunità occupazionali che il settore offre.
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Lo scenario economico
Il contesto mondiale ed europeo
La chimica mondiale continua a crescere e nel 2011
il valore della produzione ha raggiunto i 2.748 miliardi di euro.
Dopo la crisi del 2008-2009, il volume della produzione chimica mondiale ha raggiunto nuovamente i livelli pre-crisi già nel 4° trimestre 2009, da quel momento
per diversi paesi la ripresa si è trasformata in espansione: è questo il caso di gran parte dei paesi emergenti,
tra cui la Cina e altri paesi dell’Asia emergente.
Dopo il forte rimbalzo del 2010 (+12.4%), la produzione chimica mondiale in volume è cresciuta nel 2011 del
4.4%, ma evidenziando un progressivo rallentamento in
corso d’anno che prelude a un 2012 denso di incertezze a livello macroeconomico.
Evoluzione della produzione chimica
per area geografica (var. %)
2009-2010 2010-2011
Unione Europea
+10.0
+1.3
- Germania
+17.3
+1.3
- Francia
+8.9
+5.9
- Italia
+9.0
-2.3
USA
+10.3
+1.5
+9.0
-3.2
+14.2
+8.0
Giappone
Asia emergente
Mondo
+12.4
+4.4
Evoluzione della produzione chimica
per settore (var. %)
2009-2010 2010-2011
Chimica per l’agricoltura
+10.1
+4.4
Chimica per il consumo
+5.2
+7.2
+15.0
+4.0
+9.4
+4.4
Fibre chimiche
+13.5
+7.2
Chimica
+12.4
+4.4
Chimica di base
Specialità chimiche
Fonte: elaborazioni e stime su dati American Chemistry Council,
Japan Chemical Industry Association, Cefic
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I paesi emergenti proseguono la loro corsa grazie a processi di sviluppo che attivano forte domanda di chimica e vedono affiancarsi ad un’estesa base industriale,
infrastrutture e flussi sempre più consistenti di consumi
di beni, durevoli e non.
Gli USA evidenziano una crescita inferiore alla media
mondiale e pari all’1.5%, condizionata dal rallentamento del manifatturiero e quindi della domanda di chimica. In prospettiva, però, in particolare la petrolchimica
si avvantaggerà della competitività della sua materia prima di base, l’etano, un derivato del gas naturale il cui
prezzo è ormai disallineato dal petrolio grazie alle nuove tecnologie di estrazione.
L’accesso a vaste e nuove disponibilità di gas naturale precedentemente “intrappolate” nei depositi sabbiosi
(shale gas) rappresenta uno degli sviluppi energetici più
importanti degli ultimi 50 anni. Il prezzo relativamente più
basso del gas naturale offre alla manifattura americana un
vantaggio sugli altri competitors mondiali e la crescente
disponibilità di shale gas aiuta a ridurre i prezzi del gas
naturale americano e a creare una nuova e stabile offerta. Tutto ciò significa opportunità per l’industria chimica
americana, sia dal lato dell’offerta - in quanto l’industria
chimica utilizza l’etano come materia prima - sia dal lato
della domanda – poiché il vantaggio di costo favorisce
nuovi investimenti dei clienti manifatturieri.
D’altro canto, va anche tenuto conto che il Medio Oriente – che negli ultimi anni aveva presentato forti vantaggi di costo - vede l’offerta di etano restringersi sempre
più, pertanto l’era dei feedstock a basso costo per questa regione potrebbe presto finire.
L’Unione europea ha chiuso il 2011 con una modesta
espansione dei volumi produttivi, +1.2%. L’anno risulta
diviso nettamente in due, con un primo trimestre molto
dinamico seguito da un deciso indebolimento. In effetti
l’Europa è l’epicentro della nuova fase di crisi, scatenata dal rischio default dei cosiddetti paesi periferici, Italia
compresa. L’adozione di manovre restrittive e un generale clima di sfiducia hanno portato la domanda di chimica in territorio recessivo, anche per effetto della riduzione cautelativa degli stock di intermedi chimici da parte dei clienti industriali.
13
700
600
Prima parte
643
563
486
500
400
Prezzi del petrolio e del gas naturale negli USA
300
(prezzi contratto in E, indice 2000)
140
14
240
120
12
220
100
10
200
80
8
180
60
6
160
40
4
140
20
2
120
0
100
0
1998
2001
2004
2007
2010
2013
60
Gas naturale, Henri Hub
(scala destra, US$/milione di BTU)
Fonte: Globl Insight
Indicatore di competitività all’export
della chimica europea saldo/(export + import)
24.9
40
45.8
24.3
22.7
40.8 41.3
22.0 21.9
37.1
35
42.5
39.1
38.8
39.0
36.9
19.3
25
20
22.2
35.2
34.3
28.2
43.7
22.9
20.3
30
205
192
170
19.4
17.7
16.3
16.9
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Saldo
(milioni di Euro)
112
2007
26
25
24
23
22
21
20
19
18
17
16
2008
2009
2010
2011
2012
…
…
2020
2011 2012
111$ 116$
150$
Prezzo dell’olio di palma
(prezzi in E/tonnellata)
1000
900
809
852
800
700
600
677
643
563
486
500
400
300
Indicatore di competitività (%)
2007
2008
2009
2010
2011
2012
240
Fonte: Cefic Chemdata International, 2012
Fonte: ICIS, EIA, Malaysian Palm Oil Board
In questo contesto la chimica europea (e con essa quella italiana) è chiamata ad affrontare sfide impegnative, innanzitutto per difendere il suo ruolo di primo piano a livello mondiale.
Il settore chimico in Europa evidenzia un surplus commerciale molto rilevante, pari a 43,7 miliardi di euro nel 2011.
Tuttavia esso mostra un arretramento rispetto all’anno
precedente pari a 2 miliardi di euro, a causa del deterioramento nei confronti di Cina, India e di tutta l’area asiatica in generale.
La sua competitività internazionale, misurata come il rapporto tra il saldo commerciale e il totale dei flussi in entrata e in uscita, si è deteriorata negli anni passando dal
22.0% nel 1999 al 16.9% nel 2011. Ciò richiede, da par-
te220
delle imprese chimiche e di tutti gli stakeholder,
un rin205
novato
impegno
per
rilanciare
la
competitività.
200
192
170
180 delle materie
Il costo
prime a livello internazionale – di origine
sia
sintetica,
sia
naturale – è stato
157 in forte aumento
160
per tutta la146
prima metà del 2011, proseguendo il trend ini140nel 2010. La correzione a fine anno si è rivelata solo
ziato
temporanea, infatti i prezzi delle materie prime per l’indu120
stria chimica sono tornati112
a crescere nel 2012 seguendo
i
nuovi
rincari
del
petrolio,
stretto tra tensioni dal lato
100
dell’offerta (scorte ai minimi ed embargo nei confron80
ti dell’Iran)
e una domanda che resta sostenuta da parte
dei60
paesi emergenti.
2007
14
157
146
Petrolio
50
2012
80
Petrolio, prezzo di acquisizione per le raffinerie negli USA
(scala sinistra, US$/ barile)
45
degli2009
organici2010
di base
2007Prezzo
2008
2011
2008
2009
2010
2011
2012
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Lo scenario economico
Anche in prospettiva, il costo delle materie prime rappresenta un fattore di preoccupazione per le imprese in
quanto esso non sembra destinato a rientrare.
A meno di una nuova recessione mondiale, infatti, i prezzi continueranno ad essere sostenuti dalla domanda dei
paesi emergenti, che resta dinamica e – per effetto del
miglioramento del tenore di vita – coinvolge sempre più
materie prime. D’altro canto in Europa la debolezza del
mercato domestico rende difficoltoso il trasferimento degli
aumenti di costo sui prezzi finali, portando a inevitabili tensioni sui margini delle imprese.
La chimica in Italia
L’inversione ciclica dell’economia italiana ha pesantemente colpito l’industria chimica che nel 2011 ha riportato un calo del 2.3% nei livelli produttivi.
Una dinamica dei prezzi vivace ha comunque permesso
una crescita in valore del 5.0% che ha portato la produzione a raggiungere i 53,4 miliardi di euro.
Il clima di incertezza connesso alla crisi dei debiti sovrani europei e in particolare alle specifiche tensioni sull’Italia, ha comportato una netta inversione di tendenza per
l’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2011: al progressivo rallentamento in Italia si è sostituita una decisa caduta della domanda interna, come risultato della
crescente incertezza che si è rapidamente trasferita sui
livelli produttivi.
L’industria chimica ha subito più di altri settori il rallentamento della domanda a causa di una gestione più cauta delle
scorte di materie prime da parte dei clienti (e delle imprese chimiche stesse) e anche perché i suoi più importanti utilizzatori (i settori tradizionali, le costruzioni, i beni durevoli) sono quelli che hanno sofferto maggiormente, mentre alcuni settori ancora dinamici nel 2011 (come quello
dei macchinari) mostrano un basso contenuto di chimica.
La positiva crescita delle esportazioni di chimica – che
aveva caratterizzato tutta la fase di recupero dopo la crisi – è continuata anche nella prima parte del 2011, ma
a fine anno si è indebolita, in parallelo al rallentamento
della domanda mondiale, e nella media settoriale non
è più riuscita (come nella prima parte dell’anno) a compensare la caduta del mercato interno.
Nel 2012 le imprese chimiche hanno di fronte un mercato interno certamente difficile, ma la caduta della domanda sarà meno forte rispetto alla media dell’industria, perché gli effetti sulle scorte di magazzino (e sui livelli produttivi delle imprese chimiche) sono già stati anticipati
in buona parte al 2011. La domanda estera continuerà, dopo una fase di rallentamento a inizio anno a causa dell’assestamento dei magazzini, a offrire opportunità di vendita e sui mercati più dinamici - grazie anche
alla svalutazione dell’euro – di più facile trasferimento a
valle del costo delle materie prime, che sembra destinato a rimanere elevato.
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Pertanto lo scenario per il 2012 è certamente negativo,
ma rimangono alcune opportunità derivanti dalla crescita mondiale per sostenere i livelli produttivi delle imprese chimiche.
Per poter competere ad armi pari, allo sforzo delle imprese sull’internazionalizzazione, sull’innovazione, sulla qualità ambientale e sulla formazione delle risorse umane,
deve aggiungersi al più presto un quadro di sostegno
alla crescita basata sul miglioramento delle condizioni esterne che determinano la competitività delle attività chimiche.
Molte di queste sono migliorabili nel breve e senza costi
per il bilancio pubblico attraverso una coraggiosa politica industriale orientata alla semplificazione normativa,
alla modernizzazione della pubblica amministrazione e
alle liberalizzazioni.
La chimica in italia nel 2010 - 2011
(miliardi di euro, salvo diversa indicazione)
Chimica
2010
2011
Produzione
50,9
53,4
+5.0%
Esportazioni
22,6
24,9
+10.3%
Importazioni
32,1
36,3
+13.1%
Saldo commerciale
-9,5
-11,4
-1.9
Domanda interna
60,4
64,9
+7.3%
Addetti (migliaia)
114
113
-1.1%
Chimica e farmaceutica
2010
Var.
2011
Var.
Produzione
78,2
80,8
+3.4%
Esportazioni
36,5
40,2
+10.1%
Importazioni
49,5
55,5
+12.2%
-12,9
-15,3
-2.4
Domanda interna
91,1
96,1
+5.5%
Addetti (migliaia)
179
177
-1.0%
Saldo commerciale
Fonte: Federchimica, Istat
Caratteristiche strutturali
e trend in atto nella chimica italiana
In Italia sono attive circa 2.800 imprese chimiche, che
occupano 113 mila addetti (177 inclusa la farmaceutica).
L’industria chimica italiana vede la presenza bilanciata
di tre tipologie di attori: i medio-grandi gruppi a capitale italiano (con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di euro) ricoprono il 24% del valore della produzione, le PMI italiane il 39% e le imprese a capitale estero il restante 37%.
15
Prima parte
Dei medio-grandi gruppi a capitale italiano, fanno parte non solo le grandi realtà della chimica di base ma
anche medi gruppi, spesso leader nel loro segmento di specializzazione e dotati di presenza internazionale, come mostrato nella classifica dei primi 50 gruppi chimici italiani.
Il ruolo delle PMI chimiche è rilevante ed esse sono
imprese di qualità. Come avviene per la media delle imprese chimiche, anche le PMI, grazie a innovazione e forti investimenti in risorse umane qualificate, sono
mediamente più produttive delle altre PMI industriali, mostrando un valore aggiunto e spese per addetto
superiori di oltre il 50%.
Anche le imprese a capitale estero hanno un ruolo importante, in quanto la loro localizzazione in Italia non è rivolta
solo alla domanda interna, bensì anche ai mercati esteri.
Distribuzione della produzione in Italia
Imprese
a capitale
estero
37%
Piccole
e medie
imprese
italiane
39%
Medio-grandi
gruppi italiani*
24%
* vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro
Fonte: stime Federchimica, anno 2011
I 50 principali gruppi chimici italiani
Risultati 2011 (milioni di euro)
Versalis
Vendite Produzione
mondiali
in Italia
6.491
5.029 Indena/Gruppo IdB Holding
Vendite Produzione
mondiali
in Italia
162
133
Gruppo Mossi & Ghisolfi
2.227
293 Novamont
160
160
Gruppo Mapei
1.997
723 Reagens
160
82
Radici Group
1.238
693 3V Partecipazioni industriali
157
95
Gruppo Bracco
760
551 Inver
152
109
Gruppo P&R
687
418 ICR ‑ Industrie Cosmetiche Riunite
146
146
Polynt Group
683
530 Gruppo Isagro
144
115
Gruppo COIM
670
388 Sinterama
128
65
Gruppo Colorobbia
577
243 Alcea
125
84
Gruppo SOL
556
309 Index
121
121
Gruppo Aquafil
496
259 Zach System
120
87
Gruppo Sapio
459
443 Gruppo SOL.MAR
118
118
Gruppo SIAD
416
296 SABO
116
116
Gruppo Lamberti
395
266 Silvateam
116
63
Gruppo Sipcam‑Oxon
336
155 Gruppo Chromavis
115
80
Gruppo Zobele
317
56 Gruppo Bozzetto
115
65
ACS Dobfar
300
286 Fluorsid
113
113
Sadepan Chimica
293
208 Dipharma Francis
108
102
Intercos Group
270
145 Paglieri
106
106
Esseco Group
258
162 Deborah Group
103
92
FIS ‑ Fabbrica Italiana Sintetici
223
223 Italmatch Chemicals Group
97
88
Gruppo Desa
220
220 ICAP-SIRA Chemicals&Polymers
95
95
Euticals
214
157 Lechler
94
94
FACI
185
87
87
Montefibre
185
82
72
89 L’Erbolario
0 Valagro
Note: imprese con capitale a maggioranza italiano; i valori si riferiscono ai prodotti chimici (esclusi farmaci); classifica basata sui dati forniti dalle
imprese - associate e non - che hanno aderito all’indagine di Federchimica
Fonte: Federchimica
16
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Lo scenario economico
Le imprese chimiche in Italia si presentano ad un nuovo
difficile momento di crisi per molti versi cambiate rispetto ad alcuni anni fa.
Dieci anni di stagnazione della domanda interna, di dollaro debole, di pressione dal lato delle materie prime,
di crescente concorrenza dei paesi emergenti, di forti
condizionamenti esterni sulla propria competitività, hanno da un lato condizionato le imprese chimiche operanti
in Italia (la redditività si è compressa), ma dall’altro hanno promosso un profondo e diffuso cambiamento, facilitato anche da un clima di relazioni industriali orientato
all’innovazione e alla flessibilità.
Da una recente indagine svolta da Federchimica in collaborazione con Aispec e Avisa, “Imprese chimiche tra
crisi e rinnovamento”, emergono una serie di cambiamenti e innovazioni che le imprese hanno messo in atto
per affrontare la crisi in parte rafforzando e accelerando
trend già in atto prima di essa.
Il 60% delle imprese chimiche italiane segnala i mercati esteri come l’area di radicale riposizionamento nel
corso degli anni Duemila e di ulteriore rafforzamento in
prospettiva.
In alcuni casi è una “scelta obbligata” rispetto a un mercato italiano che tende a ridimensionarsi e a diventare
poco remunerativo (44% delle imprese segnala forte o
moderato ridimensionamento del mercato italiano). È
in ogni caso generale la consapevolezza che bisogna
cercare al di fuori dei confini nazionali opportunità di sviluppo rispetto a un mercato italiano che cresce poco.
Le imprese che hanno realizzato prima e in modo più
deciso l’orientamento ai mercati internazionali, attraverso l’export e/o la presenza produttiva, sono già ora in
condizioni migliori delle altre, perché vedono livelli produttivi simili o poco inferiori a quelli pre-crisi.
L’orientamento ai mercati esteri si è rafforzato in modo
evidente negli ultimi anni e sempre più ha dato luogo a
forme strutturate d’internazionalizzazione.
La quota esportata è aumentata di 8 punti percentuali negli ultimi 5 anni (e di 28 punti negli ultimi 20 anni) e
forse pochi sanno che la chimica è il settore italiano con
la quota più elevata di imprese esportatrici sul totale del
settore (53%, inclusa la farmaceutica).
Le performance dell’export chimico italiano si sono mantenute positive anche nel periodo di crisi, sia rispetto agli
altri settori industriali italiani, sia agli altri paesi europei.
Nel periodo 2008-2011 l’export chimico è cresciuto in
media d’anno del 3.9%, circa quattro volte la media degli
altri settori industriali.
La quota dei BRIC sul totale delle esportazioni è pari al
6.5%, inferiore rispetto a quella della chimica tedesca,
ma comunque raddoppiata rispetto agli anni ’90. Inoltre,
la quota delle esportazioni verso i nuovi paesi emergenti (i cosiddetti CIVETS) è persino superiore (6.1% con-
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Export chimico italiano e dei principali paesi europei
(in valore, indici 2000=100)
190
180
170
160
150
140
130
120
110
100
90
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Germania
Francia
UK
Italia
Quota dell’export chimico per area geografica
%
Italia
Germania
UE27
61.8
61.5
BRIC
6.5
9.5
CIVETS
6.1
4.3
USA
4.9
5.1
GIAPPONE
1.3
2.2
ALTRI
19.4
17.4
MONDO
100
100
Note: BRIC = Brasile, Russia, India, Cina
CIVETS = Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud-Africa
Fonte: elaborazioni su Eurostat
tro 4.3%), grazie soprattutto al contributo delle economie più vicine dell’Area Mediterranea. Questi dati dimostrano lo sforzo compiuto dalle imprese per catturare le
opportunità offerte dai paesi emergenti, ma anche quanta potenziale domanda possa essere ancora colta attraverso il raggiungimento dei mercati più lontani.
I mercati esteri garantiscono migliori condizioni non solo
in termini di volumi, ma anche di redditività, in quanto in
molti casi la vivacità della domanda permette di trasferire più facilmente gli aumenti di costo delle materie prime sui prezzi di vendita.
Nei settori di specializzazione della chimica italiana, le
esportazioni danno vita a saldi commerciali ormai positivi e crescenti da diversi anni: nel 2011 il saldo della detergenza e cosmetica ha raggiunto i 1.410 milioni di euro e quello di vernici, adesivi e inchiostri gli 808
milioni di euro.
17
Prima parte
Saldi settoriali nel periodo 1998-2011
(milioni di euro)
1.600
detergenti
e cosmetici
1.400
1.200
1.000
600
vernici, adesivi
e inchiostri
400
40% Nuovi
modelli organizzativi
21% 25% Competenze
manageriali
17% 25% Imprese con presenza
produttiva estera Autonomia decisionale, agilità
e adattamento alla realtà locale
Garantire ovunque un’unica cultura aziendale
e gli stessi standard di qualità e affidabilità
200
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: elaborazioni su Istat
Funzioni di coordinamento:
sistemi informativi e di controllo
Fonte: Indagine Federchimica
Internazionalizzazione produttiva
delle imprese chimiche a capitale italiano
2000 2009 Var.%
N° imprese investitrici
102
133 +30.4
N° imprese estere partecipate
217
358 +64.9
19,9
23,7 +19.0
6,4
8,1 +27.6
Dipendenti all’estero
(migliaia)
Fatturato all’estero
(miliardi di E)
133
imprese
investitrici
38
Medio
grandi
gruppi
29%
95
Medie e piccole
imprese
71%
Note: sono considerati medio-grandi gruppi quelli con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di euro
Fonte: elaborazioni su Reprint
Un numero rilevante di imprese ha già attuato o sta
attuando il salto di qualità verso una presenza internazionale, attraverso propri stabilimenti o accordi produttivi.
Le imprese chimiche che si sono internazionalizzate
18
50% 27% Nuove
funzioni aziendali
Totale imprese 800
0
35% Snellimento
struttura aziendale
produttivamente sono tante, attualmente circa 150. La
quota delle produzioni realizzate all’estero da queste
imprese è elevata (pari a 8 miliardi di euro, anno 2009)
e occupa circa 24mila addetti. L’internazionalizzazione
non coinvolge più solo i gruppi medio-grandi ma anche
imprese medio-piccole che costituiscono ormai il 71%
degli investitori.
Quasi sempre l’espansione internazionale non comporta la delocalizzazione degli impianti ed è invece spinta
dall’esigenza di affrontare nuovi mercati o servire meglio
mercati tradizionali. La presenza internazionale infatti consente di proporsi come interlocutori verso clienti e fornitori con logiche sempre più globali, permette di mantenere un portafoglio prodotti completo mantenendo in
Italia le produzioni a maggior valore aggiunto e avvalendosi dei vantaggi di costo di paesi esteri e, infine, induce anche importanti cambiamenti a livello organizzativo,
quali la razionalizzazione della struttura aziendale, l’innalzamento delle competenze manageriali e il potenziamento delle funzioni di coordinamento e controllo.
Nei casi in cui le imprese hanno effettivamente delocalizzato alcune produzioni, lo hanno fatto nelle commodities - ormai indifendibili - per concentrarsi in Italia nelle specialties.
Alcune conferme dei risvolti positivi dei processi di internazionalizzazione sui livelli produttivi e di occupazione in
Italia, possono trovarsi nell’analisi condotta da Federchimica su un campione di medio-grandi gruppi chimici
italiani internazionalizzati.
Da questa analisi risulta che il 74% delle imprese ha
recuperato i livelli di vendita mondiali pre-crisi (2007): la
vivacità dei mercati esteri ha permesso peraltro al 55%
delle imprese di ripristinare anche i livelli di valore della produzione effettuata in Italia. A conferma del ruolo di
Torna all’indice
Lo scenario economico
traino dei mercati internazionali, emerge che quasi sempre una dinamica positiva dell’occupazione negli stabilimenti esteri si è accompagnata a una crescita – o per
lo meno alla difesa – dei posti di lavoro in Italia.
L’innovazione e la R&S sono un’altra delle aree in cui si
sono concentrati gli sforzi delle imprese chimiche italia-
tori manifatturieri suoi clienti e in questo modo sostenerne la competitività.
Nella chimica la diffusione dell’attività di ricerca (47%)
è doppia rispetto all’industria (21%) e superiore anche
agli altri settori medium-high tech (34%) perché anche
tante PMI fanno ricerca.
Quota di medio-grandi gruppi italiani
internazionalizzati che nel 2011 hanno
ripristinato i livelli di attività del 2007 (%)
Imprese innovative nel settore chimico
In termini di vendite mondiali
74%
In termini di valore
della produzione in Italia
55%
Note: analisi a campione chiuso sulle imprese che nel 2007
realizzavano vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro
Fonte: elaborazioni sui dati forniti dalle imprese aderenti all’indagine
di Federchimica
Andamento dell’occupazione
dei medio-grandi gruppi italiani internazionalizzati,
in Italia e nel mondo nel 2008-11
140
Var . % 2008-11 nel mondo
120
100
80
40
-60 -40 -20 0
-20
Imprese innovative
Imprese con R&S
intra-muros
Imprese con R&S
intra-muros
continuativa
Imprese con
innovazione nuova
per il mercato
% imprese
Germania
Italia
Francia Spagna
1.508 1.172
820
985
1.323
834
714
675
970
576
523
528
676
571
481
350
industria high tech
medium
high tech
chimica
Con innovazione
66.6% 44.2% 73.0% 54.3%
Con ricerca
intra-muros
47.4% 21.2% 56.1% 33.9%
Spese di innovazione per tipologia
60
0
N. imprese
20
40
60
80 100 120 140
-40
-60
Var . % 2008-11 in Italia
% su spese
chimica industria high tech
di innovazione
R&S intra
67.2% 53.4% 81.9%
ed extra-muros
Acquisto
di tecnologia
1.3% 3.8% 2.7%
non incorporata
in beni capitali
Acquisto
31.5% 42.8% 15.4%
macchinari innovativi
medium
high tech
67.6%
4.3%
28.1%
Note: analisi a campione chiuso sulle imprese che nel 2007
realizzavano vendite mondiali superiori a 100 milioni di euro
Note: totale = imprese con più di 10 addetti dati sul Regno Unito
non disponibili
Fonte: elaborazioni sui dati forniti dalle imprese aderenti all’indagine
di Federchimica
Fonte: Eurostat, Community Innovation Survey, 2000-2008
ne: già a partire dagli anni Duemila si sono avuti diversi
segnali di un forte cambiamento, nella convinzione che
questo sia l’unico modo per crescere nel lungo periodo.
Ad oggi la chimica italiana presenta tante imprese innovative (1.200) e tante imprese impegnate nella ricerca
(800), basti pensare che la loro numerosità in ambito
europeo è seconda solo alla Germania.
Nella chimica la quota di imprese innovative è il 67%
contro il 44% dell’industria manifatturiera italiana.
Inoltre, nella chimica quasi tutte le imprese innovative
fanno innovazione di prodotto (83%). Questo è un dato
importante e che dimostra come la chimica sia in grado di offrire prodotti e soluzioni innovative a tutti i set-
Rispetto all’industria, nella chimica la ricerca assorbe la quota maggioritaria delle spese di innovazione
(67% contro 53%) mentre è molto meno rilevante l’innovazione da semplice acquisto di macchinari innovativi (31% contro 43%).
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Un orientamento forte alla R&S in un momento difficile come quello attuale è faticoso, perché la crisi ha
tagliato i margini e porta anche a selezionare prodotti
e impianti, eliminando quelli meno innovativi. Una spinta molto forte è però venuta proprio dalle tensioni sui
costi degli input e dalla consapevolezza che nei prodotti più innovativi si ha minor condizionamento dai prezzi
19
Prima parte
delle materie prime e più possibilità di trasferirli a valle.
Nonostante un crescente interesse di principio da parte dei clienti, l’industria chimica affronta inoltre un’oggettiva difficoltà a garantire adeguati ritorni all’innovazione.
Dall’indagine Federchimica emerge che il 79% delle
imprese non ha reagito durante la crisi trascurando la
R&S ma al contrario potenziandola e che circa una impresa su tre innova con prodotti nuovi per il mercato, cioè
non si limita all’innovazione di tipo imitativo ma introduce prodotti senza omologhi tra i concorrenti.
Il 39% delle imprese segnala, inoltre, il superamento di
un’innovazione basata sulla richiesta di personalizzazione del prodotto da parte del singolo cliente per adottare un atteggiamento proattivo di anticipazione delle esigenze del mercato.
Il “come” si fa ricerca emerge quale persino più importante del “quanto”. Infatti, a fronte del 26% di imprese che
indica il forte aumento di addetti e investimenti dedicati
alla R&S, ben il 41% segnala l’adozione di un approccio di gestione manageriale della ricerca.
L’identificazione sistematica degli obiettivi e delle risorse, in coerenza con le più generali strategie aziendali,
nonché la valutazione dei risultati consentono di generare attraverso la ricerca valore effettivo per il cliente e
quindi ritorni adeguati.
Nel nuovo contesto competitivo che va delineandosi,
c’è sempre più consapevolezza dell’importanza di raggiungere una dimensione maggiore, che spesso permette di di sostenere più facilmente i processi di internazionalizzazione e innovazione.
Oltre ai casi di crescita per via interna, il 23% delle imprese dell’indagine ha realizzato acquisizioni talvolta anche
traendo vantaggio proprio dalla situazione di crisi.
Ciò favorisce:
la creazione di partnership strategiche con clienti e
fornitori volte a condividere percorsi comuni di innovazione e sviluppo;
20
la gestione della complessità che caratterizza l’attuale scenario competitivo nel quale non è più sufficiente essere forti solo su una determinata area ma bisogna essere efficienti su tutte le aree;
l’internazionalizzazione.
In altri casi, le imprese superano il vincolo dimensionale
realizzando accordi di filiera puntando ad offrire un servizio di eccellenza e completo rispetto ad ogni possibile esigenza del cliente mantenendo nel contempo i vantaggi della specializzazione.
(% imprese)
Espansione di capacità produttiva
in Italia
24%
Acquisizioni
23%
Competenze manageriali
di figure chiave
Gestione manageriale
della ricerca
Partnership
con fornitori
Partnership
con clienti
Totale imprese
17%
33%
41%
33%
54%
42%
58%
58%
Imprese con crescita
dimensionale
GESTIRE UN AMBIENTE COMPETITIVO COMPLESSO:
- non basta più essere forti su un’area, bisogna esserlo su tutte
- responsabilità e competenze specifiche
Diventare partner strategici anche per i fornitori
Fonte: Indagine Federchimica
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Lo scenario europeo
Il 2011 è stato l’anno in cui le istituzioni europee hanno dovuto affrontare una delle crisi più gravi e dirompenti mai conosciute dalla nascita della Comunità economica europea ad oggi. In questo contesto, riuscire a sottolineare il ruolo che l’industria manifatturiera poteva giocare ha rappresentato una vera sfida. L’attenzione dei Capi
di Stato e di governo, degli eurodeputati e della Commissione europea è stata focalizzata sulla redazione di nuove
regole fiscali e sul consolidamento del bilancio comunitario che dovrà essere adottato entro fine 2012. Tuttavia,
sempre più insistentemente, è emersa la volontà politica
di rilanciare l’economia e di elaborare delle iniziative europee volte a stimolare la crescita economica.
Ció premesso, il 2011 è stato l’anno in cui l’industria chimica mondiale, per decisione delle Nazioni Unite, ha potuto comunicare all’esterno gli obiettivi raggiunti in campo
ambientale, per il progresso sociale e di impulso alla crescita sostenibile. L’Anno internazionale della chimica ha,
infatti, fornito l’occasione a Federchimica di coinvolgere
nell’operazione “Fabbriche aperte” la totalità degli eurodeputati italiani, che seguono i dossier legati alla chimica,
e il Vice-Presidente della Commissione europea Antonio
Tajani. Recandosi nelle diverse aziende il mondo politico
europeo ha potuto sfatare diversi pregiudizi (tutt’ora persistenti) e rendersi conto della qualità dell’industria chimica che è motore di sviluppo per molti altri settori industriali. Quest’operazione è stata poi rafforzata da diversi incontri che il vertice di Federchimica ha avuto a Bruxelles con
i più alti rappresentanti italiani della politica europea e, in
altre occasioni, anche con i funzionari italiani della Commissione, del Parlamento e della Rappresentanza permanente italiana.
Eurodemocrazia
Il quadro politico europeo si è arricchito nel 2012 di un
nuovo strumento: il diritto d’iniziativa dei cittadini europei,
che permette la partecipazione diretta dei cittadini, e quindi
anche delle imprese. Questo strumento, definito all’art. 11
del Trattato di Lisbona, prevede che un milione di cittadini
europei, provenienti da almeno sette Stati membri, possa invitare la Commissione a preparare specifiche proposte legislative. Il diritto d’iniziativa dei cittadini europei offre
nuove potenzialità sia alla società civile, sia alle imprese,
Torna all’indice
ma la complessità della procedura richiede una sviluppata
capacità organizzativa e una presenza diffusa in più Stati
europei. Per la prima volta, le imprese potranno organizzarsi per proporre iniziative legislative alla Commissione europea, sottoponendo le loro priorità e le loro problematiche.
Allo stesso tempo anche le organizzazioni non governative (ONG), i gruppi verdi e la società civile potranno attivarsi
per presentare le loro proposte. Verosimilmente, i temi su
cui sarà più facile convogliare l’interesse di un milione di
cittadini in tutta Europa saranno l’ambiente, il cambiamento climatico, gli aspetti sociali, la partecipazione democratica e i diritti dei consumatori e dei lavoratori. Non a caso,
una delle prime iniziative, annunciata dalla Federazione
sindacale europea dei servizi pubblici (EPSU), sarà volta
a definire acqua e servizi igienico-sanitari come un diritto
dell’uomo, escludendoli dalla regolamentazione del mercato interno. Inoltre, in passato, iniziative simili sono state
realizzate contro il nucleare e per bandire i prodotti OGM
dall’Europa. È evidente quindi che il diritto d’iniziativa dei
cittadini europei aprirà grandi potenzialità, ma anche qualche rischio per l’industria europea, che dovrà comprenderne la portata e riuscire a sfruttarlo al meglio.
La strategia rilanciata dalla Commissione europea per
raggiungere l’obiettivo di avere un’economia sostenibile
e competitiva entro il 2020 (cosiddetta Europa2020) si è
concretizzata nel 2011 nel lancio di diverse iniziative quali: la revisione dello Small Business Act, la comunicazione sull’accesso al credito, la relazione sulla riduzione degli
oneri burocratici per le micro imprese e le piccole medie
imprese (PMI) e le tabelle di marcia per un’economia a
basso contenuto di carbonio, sull’efficienza delle risorse e
sull’energia entro il 2050. Sempre in ambito energetico ed
ambientale, nel 2011 sono state pubblicate la proposta di
Direttiva sull’efficienza energetica, la revisione della legislazione sul monitoraggio dei gas ad effetto serra, la revisione delle sostanze prioritarie contenute nell’acqua. Anche
sul fronte della ricerca e dell’innovazione la Commissione
ha prodotto diverse proposte tra le quali quella sul nuovo
programma di R&I Horizon 2020 e ha lanciato i primi partenariati europei per l’innovazione per stimolare la ricerca
pubblico-privata sulle materie prime e sull’invecchiamento della popolazione.
Il preannunciato snellimento amministrativo si è concretizzato in una serie di misure che l’Unione europea ha adot-
21
Prima parte
tato in maniera trasversale all’interno di molteplici iniziative
e che conta di implementare nel corso dei prossimi anni.
La revisione dello Small Business Act, la pubblicazione della comunicazione sull’accesso al credito, la pubblicazione
della Direttiva relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento
da parte delle pubbliche amministrazioni contengono chiari riferimenti alla necessità di limitare gli oneri burocratici in
primis per le PMI, ma anche per le aziende più grandi. Le
istituzioni europee hanno, infatti, adottato le parole chiave
“better and smart regulation” nelle loro iniziative, allo scopo di evitare costose duplicazioni di assetti normativi e di
limitarsi a legiferare laddove un’azione europea può costituire un concreto valore aggiunto. Un ulteriore passo nella direzione della semplificazione per le PMI è stato compiuto con la pubblicazione del rapporto della Commissione europea sulla minimizzazione delle oneri amministrativi, nel quale le istituzioni si impegnano, ogniqualvolta possibile, ad esentare le microimprese e le PMI dagli obblighi
imposti dalla legislazione comunitaria o di introdurre regimi
speciali per ridurre al minimo indispensabile gli oneri normativi che gravano su di esse.
Europa e imprese
Certamente alcune strategie europee, presentate nel corso del 2011 in materia di energia ed efficienza energetica,
continuano a risentire di un approccio più “comand and
control” che non di stimolo verso una crescita maggiormente sostenibile. È sufficiente qui ricordare le Roadmap
sull’efficienza energetica e sull’energia che dettano obiettivi
davvero troppo ambiziosi e soprattutto slegati dal contesto
globale che manifestamente non segue l’esempio europeo.
Economia verde, crescita verde e lotta al cambiamento climatico sono sicuramente obiettivi condivisi dall’industria europea. Tuttavia, tra i policy maker sia in Parlamento
che in Commissione, si sta diffondendo, sotto la pressione incalzante delle organizzazioni ambientali, un approccio
dogmatico che non tiene conto degli sforzi dell’industria e
dei tempi fisiologici per gli investimenti. Le continue proposte di modifica all’European Trading System, agli obiettivi di
efficienza energetica e alle soglie di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra per il 2020 e per gli anni successivi, non contribuiscono a creare il quadro normativo
chiaro ed affabile di cui le imprese hanno bisogno per realizzare i loro investimenti. Alcune recenti proposte in tema
di energia si basano sul presupposto di massicci investimenti in infrastrutture, in rinnovabili, in nuove tecnologie,
senza che sia chiaro a chi spetti tale onere, quali siano le
tempistiche e se siano risultati realisticamente ottenibili. Un
discorso analogo vale anche per il costo dell’energia, così
importante per la competitività dell’industria chimica e che
non sembra essere tenuto sufficientemente in considerazione nelle tabelle di marcia europee.
Il REACH è attualmente nella sua piena fase esecutiva e
si appresta ad essere esaminato con una Comunicazione
che, al momento della redazione di questo capitolo, non
22
dovrebbe prevedere la richiesta di cambiare le regole ma
soltanto di “aggiustare” eventuali errori o vischiosità amministrative che si sono pure riscontrate dall’anno della sua
adozione (dicembre 2006). Quel che appare chiaro è che,
anche in questo caso, l’Unione europea stenta ad imporre
la propria leadership nel mondo poiché pochissime sono
le regioni che hanno deciso di includere nel proprio ordinamento giuridico strumenti simili al REACH.
Le associazioni nazionali della chimica e le associazioni
europee presenti a Bruxelles hanno spesso dato l’immagine (peraltro non veritiera) di mantenere posizioni di difesa
e di non essere in grado di proporre un modello di sviluppo futuro ben preciso al Legislatore europeo. Invece proprio a cavallo tra il 2011 e i primi mesi del 2012, Federchimica, il Cefic (Associazione europea dell’industria chimica)
e diverse altre associazioni di settore hanno elaborato una
visione dello sviluppo sostenibile, anche in vista della Conferenza internazionale di RIO+20. Per la prima volta nella
sua storia, proprio il Cefic, presieduto da Giorgio Squinzi,
ha elaborato non solo una definizione di sviluppo sostenibile ma anche un Rapporto sulla Sostenibilità che è stato
presentato al Parlamento europeo l’8 maggio. Come emerge dalla visione che si è data, l’industria chimica europea
é determinata a giocare un ruolo chiave nell’assicurare la
sostenibilità della vita sul nostro pianeta entro il 2050, con
oltre nove miliardi di persone. Essa orienterà le sue attività
per permettere l’accesso ad una vita sana, alla prosperità
economica e al progresso sociale, investendo in innovazione, nel dialogo con tutti gli attori sociali, nella competitività
e nell’eccellenza del sistema industriale chimico europeo.
In poche parole, l’industria chimica si impegna ad un futuro sostenibile attraverso un’industria sostenibile non solo
nei suoi prodotti, ma anche nei suoi processi produttivi.
Dall’ultimo scoreboard della Commissione europea (febbraio 2012), l’Italia continua a collocarsi in una posizione
non troppo brillante anche se esistono miglioramenti rispetto al passato. L’Italia risulta ancora al primo posto, seguita da Polonia e Francia, per la percentuale di Direttive mal
recepite, 1.9% rispetto alla media europea dello 0.8% e
quindi per numero di procedure aperte nei nostri confronti.
Minore in Italia rispetto ad altri paesi il ritardo nella trasposizione delle Direttive europee, anche se rimane ancora alta
la percentuale di Direttive non ancora trasposte nell’ordinamento nazionale. Per quanto alcuni progressi siano stati compiuti, esistono ancora ampi margini di manovra per
incrementare l’armonizzazione del mercato unico e rendere più semplice investire in Europa.
Il 2012 sarà quindi un anno cerniera. Da un lato verrà infatti
alla luce la possibile soluzione a quella zoppìa che il Presidente Emerito, Carlo Azeglio Ciampi, individuò in una politica monetaria europea, senza una reale convergenza delle economie dei 27 Paesi membri. Dall’altro, con l’approvazione del bilancio comunitario e degli oltre 80 miliardi di
euro per la ricerca e l’innovazione si traccerà una direzione
chiara alla quale le imprese potranno contribuire per vincere le reali sfide del futuro.
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Sicurezza, salute e ambiente
Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
A luglio 2011 il Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali ha pubblicato le prime “indicazioni esplicative” in
merito alle implicazioni dei Regolamenti REACH, CLP e
SDS (Schede Dati Sicurezza) sulla normativa vigente in
materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il documento è stato redatto dal Comitato 9 “Agenti chimici, fisici e biologici” della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, istituita presso il
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per fornire
uno strumento utile alle imprese che devono adempiere agli obblighi relativi alla corretta gestione degli agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro.
Vista l’importanza dell’argomento e la numerosità dei
soggetti interessati coinvolti, lo stesso Comitato, anche
con il supporto di Federchimica, sta realizzando un
manuale che si pone l’obiettivo di approfondire ulteriormente l’argomento. All’interno del documento sarà inoltre affrontato il tema della possibile contemporanea presenza di valori limite di esposizione definiti dalla normativa nazionale e internazionale e quelli derivanti dagli scenari di esposizione predisposti ai sensi del Regolamento REACH; questa problematica sarà oggetto anche di
futuri workshop e posizioni che si stanno preparando a
livello europeo.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha inoltre
concretizzato la sua attenzione verso gli ambienti confinati o sospetti di inquinamento con la pubblicazione
del DPR 177/2011, che definisce le norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che
operano in questo ambito. Il DPR presenta alcuni errori
di trascrizione e dubbi interpretativi e, per questo motivo, è stato annunciato che dovrà essere pubblicata una
Circolare interpretativa del provvedimento. Proprio sulla base dei chiarimenti che saranno forniti, Federchimica provvederà ad aggiornare il materiale a supporto delle imprese.
Come previsto dall’art 37 del D.Lgs. 81/2008, la Conferenza Stato Regioni ha sancito gli accordi per la formazione in tema di salute e sicurezza di lavoratori, preposti,
dirigenti e datori di lavoro che svolgono il ruolo di RSPP.
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Anche in questo caso, facendo seguito alle numerose
richieste di chiarimento da parte delle imprese, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in accordo con le
Regioni, si è impegnato a realizzare un documento che
possa risolvere alcune questioni di importanza basilare per l’avviamento delle attività di formazione previste.
Inoltre, è stato pubblicato l’Accordo Stato-Regioni concernente l’individuazione delle attrezzature di lavoro per
le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori; l’accordo, oltre ad elencare tali attrezzature, indica
le modalità per il riconoscimento dell’abilitazione, l’individuazione dei soggetti formatori, la durata, gli indirizzi e
i requisiti minimi di validità della formazione.
Per quanto riguarda il DM 11 aprile 2011, contenente la disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature, è stato pubblicato il
decreto interministeriale del 20 gennaio 2012 che rinvia
nuovamente il termine di entrata in vigore, fissato per la
fine di maggio 2012.
In un’ottica di snellimento dell’attività amministrativa, nel
settembre 2011 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il DPR 1 agosto 2011, n. 151, sulla “Prevenzione incendi” che individua le attività soggette alla disciplina della prevenzione incendi ed opera una profonda revisione degli adempimenti da ottemperare da parte dei soggetti interessati.
A livello europeo, la Commissione continua a valutare la revisione della Direttiva cancerogeni e mutageni 2004/37/CE riflettendo inoltre sul possibile inserimento degli agenti reprotossici: su questa eventualità anche il Cefic ha pubblicato una posizione, condivisa da Federchimica.
Stanno inoltre iniziando a circolare anteprime di un possibile quarto elenco di valori indicativi di esposizione professionale, mentre a livello nazionale dovrebbero essere recepiti, in tempi rapidi, i valori stabiliti dalla terza lista
(il termine ultimo era fissato per il 18 dicembre 2011).
Ambiente
L’introduzione dei reati ambientali nella normativa nazionale relativa alla protezione dell’ambiente ha rappresen-
23
Prima parte
tato il principale elemento di novità nel panorama normativo del 2011.
La pubblicazione del D.Lgs. 121/2011 ha introdotto,
infatti, i reati ambientali nel campo di applicazione del
D.Lgs. 231/01 inerente la responsabilità amministrativa delle imprese. Oggi, dunque, sono previste sanzioni a carico dell’impresa, che si aggiungono a quelle già
previste da altre norme vigenti, quali il Codice Ambientale (D.Lgs. 152/2006), e che si applicano nel caso in
cui il giudice verifichi che i reati riscontrati rientrino nei
cosiddetti “reati presupposto” previsti dal D.Lgs. 231/01
commessi nell’interesse o a vantaggio dell’impresa e
che quest’ultima non si sia attrezzata adeguatamente,
in precedenza, attraverso l’adozione e l’efficace attuazione di un modello organizzativo idoneo a prevenire reati dello stesso genere.
Con il D.Lgs. 121/2011 rientrano tra i “reati presupposto” illeciti quali:
lo scarico di acque reflue industriali contenenti le
sostanze pericolose oltre i limiti di concentrazione
consentiti;
l’esercizio di attività di gestione di rifiuti senza autorizzazione;
la miscelazione di rifiuti pericolosi;
la non ottemperanza agli obblighi di bonifica in conformità al progetto approvato dall’autorità competente.
Meno pertinente, rispetto a questi reati, pare l’introduzione nel D.Lgs. 231/01 dell’illecito di “trasporto rifiuti senza copia della Scheda Area Movimentazione” (documento che identifica le caratteristiche e le quantità del rifiuto durante il tragitto dal produttore del rifiuto all’impianto
di recupero o smaltimento). Sanzionare tale illecito con
una norma di natura penale, anche se applicata alla sola
impresa, sembra, infatti, allontanarsi molto da quelli che
erano gli obiettivi della Direttiva europea (di cui il D.Lgs.
121/2011 costituisce il recepimento), ossia sanzionare
condotte che “provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità
dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque,
ovvero alla fauna o alla flora”.
Altra criticità riscontrata in questa norma è l’assenza di un
riferimento sulla base del quale le imprese possano essere
messe nelle condizioni di costruire il proprio modello organizzativo e beneficiare, al contempo, di una presunzione
di “idoneità”. In tal senso, un richiamo allo Standard ISO
14001 o al Regolamento EMAS avrebbero potuto offrire
24
qualche certezza in più sulle modalità con cui implementare il D.Lgs. 231/01 per la parte ambientale. Nel frattempo, comunque, le imprese sono partite con le valutazioni
delle proprie attività in relazione a queste novità legislative e Federchimica ha messo a disposizione documenti
di approfondimento e momenti di confronto.
Altro tema centrale, nel panorama della normativa
ambientale, ha continuato ad essere il SISTRI, il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti, che, istituito
nel dicembre 2009, da due anni ormai prosegue la sua
odissea di rinvii e modifiche. Nell’agosto 2011 si è arrivati a vederne l’abolizione, col decreto legge 138/2011,
ma con la Legge di conversione dello stesso decreto
(L.148/2011) il Parlamento ha deciso di far proseguire questo progetto volto a limitare i traffici illeciti di rifiuti: l’abolizione è stata cancellata e si è rinviato al 2012
l’avvio del sistema. Il governo Monti pare intenzionato
a dare continuità al progetto SISTRI, pur riconoscendo
che sono ancora molte le modifiche da apportare, sia
sul piano informatico che normativo.
A livello europeo, il 2011 è iniziato con l’entrata in vigore della Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali,
che abroga e accorpa sette precedenti provvedimenti.
Pubblicata a dicembre 2010, la Direttiva è entrata in vigore a gennaio 2011 e dovrà essere recepita dagli Stati
membri entro il 7 gennaio 2013.
Altra procedura di cui il settore chimico ha seguito con
attenzione gli sviluppi è stata la revisione della Direttiva
“Seveso”, sugli impianti a rischio di incidente rilevante:
la Commissione europea ha presentato la propria proposta di Direttiva nel dicembre 2010, l’iter di approvazione è proseguito per l’intero 2011 e se ne prevede la
conclusione nel 2012.
Sebbene l’obiettivo della revisione fosse solo un allineamento della normativa Seveso alla nuova classificazione delle sostanze e miscele disciplinate, sulla base
del Regolamento CLP (Regolamento UE 1272/2008),
il testo ha suscitato un ampio dibattito fra le istituzioni
europee e gli stakeholder a causa di alcuni appesantimenti proposti rispetto alla normativa vigente, fra i quali,
in primis, la possibilità di un ampliamento di rilievo degli
impianti assoggettati a questa disciplina.
Su questo dossier, come su quello della Direttiva sulle
emissioni industriali, Federchimica ha presentato le proprie posizioni a Bruxelles, in collaborazione con il Cefic.
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Sicurezza prodotti: le recenti novità
Sul fronte del Regolamento REACH (Registration Evaluation Authorization Restriction of Chemicals) il 2011 non è
stato caratterizzato da scadenze riguardanti la registrazione ma ha visto comunque l’attuazione e la modifica
di altre disposizioni sia dello stesso Regolamento che
di altre legislazioni inerenti la sicurezza prodotti quali il
Regolamento CLP (Classification Labelling and Packaging) e la normativa sui biocidi.
Il Regolamento REACH
Il processo di autorizzazione delle SVHC
(Substance of Very High Concern)
L’Autorizzazione è una delle nuove procedure previste dal REACH. Scopo dell’Autorizzazione è quello di
assicurare che i rischi, connessi all’uso delle sostanze estremamente problematiche (Substances of Very
High Concern), siano adeguatamente controllati e che
le stesse siano progressivamente sostituite (ove economicamente e tecnicamente possibile) poiché tali
sostanze hanno effetti che possono essere molto gravi
e spesso irreversibili sulla salute umana e sull’ambiente.
L’Autorizzazione si applica solo ed esclusivamente
alle sostanze incluse nell’Allegato XIV del REACH e
non è vincolata ai quantitativi. In sintesi la procedura
di autorizzazione prevede che una sostanza non possa più essere immessa sul mercato dopo la sua “Sunset date” se non viene presentata all’ECHA (Agenzia
europea delle Sostanze Chimiche), a tempo debito (prima dell’Application date), una domanda di autorizzazione accompagnata dal pagamento di una fee da un
minimo di 7.500 euro ad un massimo di 50.000, per
ogni uso della sostanza, in funzione della dimensione dell’impresa.
L’Allegato XIV (Elenco sostanze soggette alla procedura di autorizzazione), la cui prima pubblicazione è stata
a febbraio 2011, sarà aggiornato nel 2012 con l’inserimento di altre otto sostanze in “Candidate List”, la lista
delle sostanze ad elevata pericolosità candidate all’inclusione. Tale lista attualmente comprende 73 sostanze
(al 15 dicembre 2011) con l’intenzione ormai manifesta
di giungere a circa 100 sostanze per il 2012.
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Attività funzionali relative alla prima revisione del
Regolamento
Nel 2012 la Commissione europea presenterà una serie
di valutazioni inerenti l’attuale stato di applicazione del
Regolamento REACH. In particolare, come previsto dallo
stesso Regolamento, sarà valutato il campo di applicazione, per evitare sovrapposizioni con altre disposizioni
comunitarie; saranno esaminate le prescrizioni (in particolare il Chemical Safety Report) connesse alla registrazione delle sostanze fabbricate o importate in quantitativi pari o superiori ad una tonnellata ma inferiori a 10 tonnellate all’anno per fabbricante o importatore; sarà infine svolto un riesame dell’attività dell’ECHA. Una relazione che raccoglierà queste valutazioni sarà presentata dalla Commissione europea al Parlamento e al Consiglio europeo e sarà, se del caso, accompagnata da
proposte legislative.
Particolare attenzione è stata prestata alla problematica
degli intermedi che, dopo la pubblicazione della linea guida nel dicembre 2010, che ne ha modificato in maniera
più restrittiva le indicazioni specifiche, sta creando grandi difficoltà alle imprese nell’applicazione del REACH.
Normative secondo il REACH
Le aziende chimiche, operando ormai in un contesto globale, non possono prescindere dalla conoscenza “mondiale” della legislazione sui chemicals e dal seguirne l’evoluzione. Per essere competitivi su scala globale è necessario porre attenzione a quei paesi che, sulla scena mondiale, stanno definendo o sviluppando la loro legislazione
sulle sostanze chimiche. In questo senso Federchimica
nel corso del 2011 ha seguito l’evoluzione di tali normative con la conseguente predisposizione, nell’ambito della collana editoriale del Comitato Sicurezza Prodotti, di un
documento di dettaglio sugli inventari esistenti o in progress delle sostanze chimiche in paesi extra Ue.
Il Regolamento CLP
Il 1 dicembre 2010 è entrato in vigore l’obbligo di applicazione, per le sostanze, dei nuovi criteri previsti per la
classificazione e l’etichettatura introdotti dal Regola-
25
Prima parte
mento 1272/2008/CE (cosiddetto Regolamento CLP).
L’applicazione dei criteri di classificazione ed etichettatura CLP per le miscele sarà invece obbligatoria a partire dall’1 giugno 2015. Le imprese hanno quindi dovuto
rivedere le classificazioni delle sostanze in base ai criteri CLP e predisporre etichette di pericolo, nelle quali
sono stati inseriti pittogrammi di pericolo in sostituzione dei simboli previsti dalla precedente normativa, così
come le nuove indicazioni di pericolo e i nuovi consigli di prudenza.
Il CLP prevede inoltre che le imprese, entro 30 giorni
dall’immissione sul mercato, notifichino, all’ECHA tramite il portale REACH-IT, la classificazione e l’etichettatura delle sostanze pericolose o soggette a registrazione REACH prodotte e importate in Europa. La mancanza di una soglia legata al tonnellaggio e l’estensione dell’obbligo anche alle sostanze in ricerca e sviluppo immesse sul mercato, determina il coinvolgimento di
un numero elevatissimo di sostanze soggette a notifica.
All’ECHA sono pervenute, già nei primi mesi del 2011
oltre tre milioni di notifiche, di cui circa 200.000 effettuate da imprese italiane, tali dati consentiranno all’Agenzia di predisporre il primo inventario europeo delle
sostanze pericolose e delle classificazioni armonizzate
che sarà pubblicato nel 2012.
Questo scenario ha ovviamente comportato un notevole sforzo in termini economici dovuto alla preparazione delle etichette e all’utilizzo di nuove stampanti per
la predisposizione delle stesse oltre alla sostituzione di
software per la redazione delle Schede Dati di Sicurezza e all’aggiornamento di queste ultime. Tutto ciò deve
sommarsi all’impiego di personale specializzato che ha
richiesto formazione ad hoc per ottemperare alle nuove disposizioni e applicare i nuovi criteri.
Le nuove Schede Dati di Sicurezza
L’applicazione del Regolamento 453/2010, pubblicato
il 31 maggio 2010, ha comportato da parte delle imprese la revisione delle proprie Schede Dati di Sicurezza
già a decorrere dal 1 dicembre 2010, relativamente alle
sostanze pericolose immesse sul mercato con ulterio-
26
ri oneri burocratici ed economici a carico delle imprese stesse.
Ora la problematica è incentrata sugli utilizzatori a valle che si trovano a dover leggere ed applicare quanto
previsto dalle SDS che ricevono. Al fine di supportare
le imprese nella comprensione e successiva implementazione della nuova normativa, analizzando ed evidenziando i cambiamenti introdotti dal nuovo regolamento,
all’interno del Comitato Sicurezza Prodotti, è stata istituita un’apposita task force che, dopo aver sviluppato
una linea guida specifica a cui è stata dedicata una collana editoriale, disponibile nella banca dati documentale di Federchimica a tutte le imprese associate, ora si
sta occupando di predisporre una parte relativa alla lettura della SDS e, dove previsto, degli scenari espositivi derivanti dalla registrazione REACH.
Biocidi
Nel corso del 2011 sono proseguite le attività che porteranno alla conversione in Regolamento della Direttiva 98/8 riguardante l’immissione sul mercato dei biocidi. In merito, non essendo stato raggiunto un accodo tra Parlamento e Consiglio europei in prima lettura, l’iter legislativo è ora nella fase di seconda lettura. Il
regolamento presenta numerosi aspetti di miglioramento rispetto alla direttiva ma su alcuni temi non si sono
raggiunti i risultati auspicati dall’industria.
Si prevede che il Regolamento verrà adottato nel corso del 2012.
Attività di supporto di Federchimica
Tramite il Comitato Sicurezza Prodotti, Federchimica
oltre ad avviare circa cinque tra gruppi di lavoro e task
force sul tema REACH e CLP, ha realizzato nel corso
del 2011, eventi importanti per le proprie associate che
hanno coinvolto complessivamente un migliaio di partecipanti. Tra questi la VI e la VII “Conferenza Sicurezza
Prodotti”, a febbraio e ottobre, hanno visto la partecipazione dei più importanti soggetti istituzionali coinvolti
nell’implementazione del REACH e del CLP.
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Chimica ed energia
Gli sviluppi significativi del 2011
L’anno trascorso è stato denso di sviluppi, molti dei
quali hanno inciso profondamente sui mercati energetici, modificando completamente gli scenari ipotizzati
solo un anno prima.
L’andamento del prezzo del petrolio, dopo l’impennata del 2008 a 145 dollari al barile è calato bruscamente
nel 2009 a 45$/bl, per riportarsi nuovamente nel 2011
su valori massimi superiori ai 125$/bl, nonostante la crisi
finanziaria ed economica che ha investito i paesi mediterranei dell’Europa.
L’incidente del marzo 2011 alla centrale Giapponese
di Fukushima ed il referendum sul nucleare nel nostro
Paese hanno definitivamente affossato il programma
avviato dal precedente Governo per un ritorno dell’Italia
nella generazione di energia elettrica da fonte nucleare. Anche a livello europeo abbiamo assistito ad un raffreddamento dei programmi (Germania), a questo clima
sicuramente non contribuisce lo slittamento dei tempi
e l’innalzamento dei budget di costo al di là di ogni più
pessimistica previsione, delle due nuove centrali di terza generazione EPR, in costruzione in Finlandia e Francia. Questi avvenimenti hanno contribuito ad un’accelerazione dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili a livello europeo.
Lo sviluppo imponente del fotovoltaico in Italia, supportato da un’incentivazione molto generosa e da una
insolazione particolarmente favorevole, hanno portato
la potenza installata ben oltre l’obiettivo fissato, creando distorsioni sul mercato per la formazione del prezzo dell’energia elettrica, instabilità nelle reti di trasmissione con congestioni locali e, non ultimo, un aumento vertiginoso degli oneri in tariffa pagati dai consumatori finali.
Nel gas abbiamo assistito positivamente all’avvio del
sistema degli stoccaggi dedicati al sistema industriale
che, nonostante una tempistica non ottimale, con l’assegnazione dei volumi fisici avvenuta a campagna di
stoccaggio avviata, ha comunque permesso, unitamente all’avvio nel mese di dicembre del mercato di bilan-
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ciamento gas (PB-Gas), la partenza del percorso di liberalizzazione tanto attesa dagli operatori.
L’industria chimica è un settore che guarda con grande interesse le fonti rinnovabili consapevole dell’importanza e del ruolo che queste rivestiranno nello sviluppo futuro. La trasformazione delle biomasse in sostanze e in prodotti avviene attraverso procedimenti chimici e, di conseguenza, le imprese chimiche sono gli
attori chiave in questo settore di tecnologie emergenti.
Le biomasse, oltre ad essere funzionali alla produzione di biocarburanti (biodiesel additivato al gasolio e
bioetanolo e bioeteri come additivo della benzina) da
tempo sono utilizzate dall’industria chimica anche al
di fuori degli scopi energetici (amidi, biopolimeri). Un
altro esempio di successo è l’industria dell’olechimica presente in Italia.
Il problema di politica energetica che si pone è quello di un sistema nel quale il ruolo delle fonti rinnovabili deve aumentare in modo rilevante, in uno scenario
in cui nessuna fonte può essere esclusa, con un ruolo ancora dominato dai combustibili fossili non sostituibili, se non in maniera parziale, nel breve e medio
termine. Da qui un ruolo importante di mitigatore degli
impatti ambientali può venire dai combustibili alternativi,
come il metano o il GPL specialmente nell’autotrazione.
Il comparto della chimica, nel panorama italiano dei
consumi energetici certificati dal bilancio 2010 pubblicato dal MiSE ad inizio 2012, si pone come il settore
industriale a maggior consumo, subito dopo il settore
di generazione elettrica (milioni di Tep):
Paese
Settore
industriale
Industria
chimica
138,4
32,14
4,58
Come settore forte consumatore di energia ed esposto a scambi commerciali internazionali, l’industria chimica è quindi interessata al percorso per il raggiungimento degli obiettivi di un unico ed efficiente mercato dell’energia a livello continentale, ed è favorevole
ad un accordo internazionale per una efficace politica climatica.
27
Prima parte
Per entrambi questi aspetti sono importanti le politiche
adottate dall’Europa e le osservazioni su alcune criticità.
Mercato dell’energia elettrica
Il mercato dell’energia elettrica è stato fortemente influenzato dagli sviluppi riguardanti le energie rinnovabili e la
loro incentivazione e da una scarsa efficienza di programmazione a livello di sistema nazionale (l’Italia manca di un Piano energetico nazionale da circa un quarto di secolo).
L’energia elettrica da fonti rinnovabili è costantemente
cresciuta da 58,1TWh (Terawattora=miliardi di KWh)
nel 2008 a 84,2TWh nel 2011.
Analoga tendenza di crescita si è registrata per i costi
dell’incentivazione delle fonti rinnovabili, da 1,6 GE
(miliardi di euro) nel 2008 a 7 GE nel 2011.
[Milioni di euro]
Costo degli strumenti di incentivazione
dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili
10.000
9.500
9.000
8.500
8.000
7.500
7.000
6.500
6.000
5.500
5.000
4.500
4.000
3.500
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
Paradossalmente, nel marzo 2011 era stata varata una
correzione in diminuzione degli incentivi per il fotovoltaico (dopo una precedente correzione nel settembre
2010): evidentemente la discesa dei costi di investimento per il fotovoltaico è stata molto più rapida della
capacità della normativa di seguirla.
Da parte del Governo sono in fase di emanazione due
nuovi decreti e saranno inoltre incentivati gli utilizzi delle
rinnovabili termiche, tra l’altro più produttive in termini di
efficienza dei costi di incentivazione.
Bolletta energia elettrica (G€/a, imposte escluse)
Energia
21,1
Incentivi a rinnovabili (A3)
Reti
Dispacciamento
Vendita
Smantell/compensaz. territoriale (A2 + MCT)
Regimi tariffari speciali – F5 (A4)
Altri oneri
TOTALE
9,0
7,3
2,4
0,8
0,6
0,2
0,5
41,9
Beneficiari
2008
2009
2010
2011
2012
Conto energia fotovoltaico
Tariffa fissa onnicomprensiva
Certificati verdi
Cip 6 (solo FER)
Fonte: Autorità per l’energia elettrica ed il gas
Tra le energie rinnovabili, lo sviluppo maggiore ha riguardato il fotovoltaico che è passato da 1,8TWh del 2010,
a 10,9TWh nel 2011, i costi sono esplosi da 0,744
miliardi di euro (2010) a 4 miliardi (2011).
Lo sviluppo del fotovoltaico in Italia non è certamente
coerente con il programma previsto dal Piano Nazionale per le Energie Rinnovabili (luglio 2010), che è stato fortemente anticipato in maniera inutilmente costosa, concentrando in alcuni anni quello che era previsto
per il 2020. Con lo svantaggio di installare gran parte
della potenza con una tecnologia “vecchia” e pagando
un incentivo alto, si sarebbe potuto, diluendo gli inve-
28
stimenti a parità di spesa avere una potenza installata
a fine periodo più che doppia:
Energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili: a fronte di un obiettivo di 100TWh nel 2020, nel 2011
sono stati prodotti 84TWh, ma il valore annuale corrispondente alla potenza installata a fine 2011 è di
ben 94TWh.
Potenza installata da fotovoltaico: a fronte di un obiettivo di 8GW al 2020, a fine 2011 la potenza installata è già superiore ai 13GW
Produttori convenzionali
12,5
Produttori rinnovabili
11,8
Assimilate/CAR (di cui CIP6 0,9 G€)
Distributori
Terna
Altri
Energivori
Soc. di vendita
ESCO
TOTALE
6,3
5,9
1,4
1,0
0,9
0,8
0,3
41,9
Il valore della bolletta elettrica è ormai di circa 42 miliardi di
euro all’anno, a cui la sola componente energia contribuisce solo per la metà (la tabella mostra l’entità delle varie
componenti di costo, e anche i beneficiari di tali costi).
Gli sviluppi descritti hanno avuto conseguenze anche al
di là dell’incremento dei costi per i consumatori di energia.
La stessa struttura del mercato è stata profondamen-
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Chimica ed energia
te influenzata: infatti, l’aumento di disponibilità di energia
dalle cosiddette fonti non programmabili, con priorità di
dispacciamento, e con la caratteristica di non partecipare direttamente alla formazione del prezzo sul mercato,
ha avuto l’effetto di ridurre fortemente il fattore operativo
delle unità di generazione termica, tra le quali le numerose e recenti unità a gas a ciclo combinato.
La riduzione dei precedenti picchi di costo dell’energia
elettrica nelle ore diurne ha prodotto un incremento dei
prezzi nelle ore notturne, nelle quali i produttori di energia tradizionale tentano di recuperare i margini perduti.
Restano comunque da affrontare i problemi di adeguamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia alle nuove esigenze, che già adesso producono perdite di energia rinnovabile che non è dispacciata, ma è comunque remunerata nell’incentivo. Accanto alle proposte di interventi basati sull’utilizzo di batterie per lo stoccaggio, Federchimica propone lo sviluppo della produzione di idrogeno da unità elettrolitiche,
e successivo impiego del gas ottenuto nella rete di trasporto del gas naturale.
L’Italia in questo scenario si è trovata particolarmente penalizzata avendo due soli terminali di cui uno estremamente
piccolo e dovendo continuare ad approvvigionarsi di gas
via tubo a cui si aggiunge il fermo del rifornimento dalla Libia
per la crisi politica che ha investito il paese nordafricano.
Il differenziale tra le piattaforme di mercato del nord Europa TTF (Title Transfer Facility olandese, uno dei più importanti “hub” europei) PSV (Punto di Scambio Virtuale) delle quote gas in Italia (in realtà non un vero mercato) si è
aperto fino a sfiorare i 9E/MWh.
Solo con l’approvazione del decreto liberalizzazioni e l’annunciata separazione di Snam rete Gas, nonché gli altri
interventi annunciati di avvio delle piattaforme di mercato,
abbiamo potuto assistere ad un riallineamento dello spread su valori prossimi al costo del trasporto della molecola nel flusso nord-sud.
L’annuncio di far diventare l’Italia un “hub” per il gas di provenienza dall’area nord africana e mediorientale, dovrebbe, nei prossimi anni, permettere la creazione di un vero
mercato europeo del gas.
L’efficienza energetica
In materia di fiscalità, in particolare sulle accise che sono
collegate ai consumi di energia elettrica, occorre sottolineare che la rimodulazione per mantenere l’invarianza di gettito, introdotta a fine anno con l’eliminazione dell’addizionale provinciale e comunale applicata sui consumi dei primi
200.000 KWh/mese ha portato un aggravio ingiustificato
e particolarmente penalizzante per l’industria che consuma fino a 1200 Megawatt-ora (praticamente tutte le PMI).
Il miglioramento dell’efficienza energetica è uno dei tre
strumenti per raggiungere una riduzione dei consumi di
energia primaria del 20% entro il 2020, rispetto alla proiezione tendenziale per il medesimo anno, auspicata nel
pacchetto Clima Energia della Commissione europea.
Tale obiettivo anche se non vincolante è contenuto nella direttiva 2006/32/CE in fase di revisione e prossima
emanazione.
Il mercato del gas naturale
Il Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica
(PANEE), prevedeva di raggiungere i seguenti target:
Con il 2011 si è avuta piena conferma della rivoluzione che
lo “shale gas”, la cui estrazione iniziata circa un decennio
fa negli USA, ha portato allo scenario internazionale per
quanto riguarda la disponibilità ed i prezzi del gas.
Non a caso l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha indicato nell’anno appena trascorso l’inizio della nuova “Golden age of gas”. Un primo significativo impatto si è avuto
sui prezzi in quanto il mercato USA da importatore netto
di gas è diventato potenziale esportatore con i terminali di rigassificazione inattivi.
Buona parte del gas naturale liquefatto (GNL) prodotta in
Medio Oriente, è stata dirottata a rifornire il mercato Giapponese, poiché a seguito degli eventi di Fukushima, tutte le centrali nucleari sono state fermate per essere sottoposte ai “crisis test” e pertanto la produzione di energia
elettrica al paese è stata assicurata dalle centrali a combustibile fossile.
L’impatto in Europa è stato altrettanto pesante con una
riduzione dei prezzi per quei paesi dotati di impianti di rigassificazione che hanno potuto beneficiare di gas importato
a prezzi decisamente inferiori a quelli dei contratti da tubo,
di tipo “take or pay”.
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2010
35.658 GWh
2016
126.327 GWh
2020
184.672 GWh
Il consuntivo stimato per il 2010 è stato pari a 47.711
GWh mentre il valore stimato per il 2011 è di 72.697
GWh che mette l’Italia perfettamente in linea con l’obiettivo fissato.
Le industrie chimiche a fronte dell’obiettivo –20% al
2020 hanno consuntivato al 2009 già un brillante -41%.
Le politiche climatiche europee
Anche nel campo delle politiche climatiche, gli sviluppi del
2011 non possono essere definiti soddisfacenti.
Come noto, la politica europea è molto decisa sul fronte
della lotta al cambiamento climatico, ma la persistenza
di una situazione in cui l’Europa risulta “isolata” ne riduce fortemente l’efficacia rispetto agli obiettivi dichiarati e
comporta rischi significativi per la competitività, specialmente dell’industria “energy-intensive”.
29
Prima parte
La prospettiva di un accordo internazionale con precisi e vincolanti impegni di riduzione delle emissioni di gas
serra non sembra a portata di mano, e non si è avvicinata con l’ultima Conferenza delle Parti (COP 17, Durban,
dicembre 2011). Il risultato della Conferenza è stato un
impegno a definire entro il 2015 i termini di un accordo
internazionale, i cui aspetti operativi non verrebbero però
applicati prima del 2020.
La situazione della possibile efficacia di un impegno europeo “isolato” è ben illustrata nel grafico.
Gigatonnellate di CO2 equivalenti Sviluppo previsto delle emissioni di gas serra
nelle diverse regioni del mondo
80
Riduzione a zero
delle sole emissioni
dei Paesi dell’Allegato 1
del Protocollo di Kyoto
70
60
50
40
30
Sviluppo delle
emissioni globali
compatibile
con lo scenario 2°C
20
10
0
1990
Resto del mondo
2050
Allegato 1 EU
Fonte: Greenhouse gas reduction pathways in the UNFCCC process up to 2025, CNRS/LEPII-EPE, RIVM/MNP, ICCS-NTUA, CESKUL (2003)
Essa deriva da una recente presentazione di Peter Zapfel,
esponente della DG Climate Action della Commissione
europea, e mostra il peso relativo delle emissioni di gas
serra dell’Europa e quello che sarebbe richiesto, in termini di emissioni, per il raggiungimento degli obiettivi (linea
verde); la figura mostra anche come un teorico azzeramento delle emissioni dei paesi sviluppati sarebbe assolutamente insufficiente.
Nel frattempo in Europa continuano le discussioni attorno allo Schema di Emissions Trading, per il quale la ridotta attività industriale indotta dalla crisi economica ha causato minori emissioni e una caduta dei prezzi delle quote di emissione. Ciò dovrebbe essere considerato come
un fatto non negativo, anche perché l’obiettivo di riduzione stabilito per il 2020 non è messo in discussione. In
realtà tra gli interessi in campo ci sono anche quelli legati ad attività di trading, che in passato hanno determinato
un’eccessiva estensione dello schema, se si pensa che
30
il 95% delle emissioni controllate proviene da un quarto
dei siti soggetti allo stesso.
La varietà di interessi in campo sta producendo una
discussione su come provocare un rialzo dei prezzi delle quote (con un intervento esterno molto ardito, per uno
schema nato per essere uno strumento di mercato).
Alla proposta di messa da parte di un certo numero di
quote (set aside) si attribuisce un aumento dell’incentivo
ad investire in riduzione delle emissioni: da un lato tale
aumento di investimenti non è richiesto per il raggiungimento dell’obiettivo al 2020, dall’altro il set-aside comporterebbe un aumento dell’obiettivo di riduzione, che è
stato esplicitamente escluso dal Parlamento nell’estate del 2011.
Si suppone che il problema del surplus di emissioni, oltre
che dalla crisi economica, sia stato causato dall’ostinato
rifiuto della Commissione di adeguare la disponibilità di
quote di emissione al livello effettivo di attività industriale. Tale adeguamento avrebbe comportato una maggiore complessità delle regole, e per questa ragione, fu rifiutato dalla Commissione: tuttavia, dopo la ben maggiore
complessità introdotta nel sistema con le regole di assegnazione di quote gratuite (benchmark, carbon leakage,
etc), si ritiene che la ragione dell’opposizione all’aggiustamento ex-post sia superata.
A nostro avviso, in vista del livello di complicazione raggiunto dallo schema per tener conto di una sua applicazione non universale, sarebbe utile introdurre criteri di “expost adjustment”, accoppiati ad un forte sfoltimento del
numero di siti soggetti allo schema, che comporterebbe una riduzione molto lieve delle emissioni controllate.
A proposito delle citate complicazioni dello schema, si
ricorda che occorre ancora definire diversi aspetti, tra i
quali la compensazione degli oneri per gli emettitori indiretti, le regole per le aste, e i criteri di destinazione dei proventi delle aste stesse.
Infine, riguardo alla proposta di direttiva sull’efficienza
energetica, del giugno 2011, e ancora in discussione,
Federchimica ritiene che i problemi posti dalla direttiva
derivino essenzialmente dall’adozione degli obiettivi di
miglioramento di efficienza energetica in termini di valore assoluto dei consumi al 2020: si rischia la possibilità di raggiungimento dell’obiettivo attraverso ostacoli alla crescita, ovviamente non auspicabili, e che sono
cosa da ben distinguere dal miglioramento di efficienza energetica.
Inoltre, occorrerebbe tenere adeguatamente in considerazione che spesso gli investimenti in efficienza energetica “competono” con quelli del “core business”, a causa della limitatezza delle risorse finanziarie disponibili.
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Logistica e competitività
Le strategie e gli obiettivi
Nel nostro Paese la scarsità della risorsa “territorio”, la
dispersione produttiva, la forte antropizzazione e la proiezione peninsulare, chiusa a nord dalle Alpi e allungata nel cuore del Mediterraneo, sono caratteristiche che
rendono indispensabile puntare ad una elevata integrazione “comodale” e “intermodale”. L’una e l’altra esigono la transizione delle politiche settoriali da un approccio costruito per tipologia di trasporto ad un approccio
per mercati, più funzionale all’individuazione delle priorità di intervento.
La “comodalità” è un concetto introdotto nel 2006 dall’Unione europea ed esprime l’organizzazione di ciascuna
modalità, tale da favorire il migliore impiego delle risorse,
delle infrastrutture e dei servizi. Essa risponde all’obiettivo di ottimizzare le prestazioni complessive del sistema della mobilità merci, sulla base di un forte orientamento all’integrazione operativa, per realizzare il massimo “risparmio logistico” del sistema.
La “comodalità” è un concetto dinamico, il cui approccio discende da almeno tre fattori:
la crescita dei traffici su reti che, presso le porte di
accesso al territorio, soffrono di condizioni di congestione non risolvibili in tempi immediati;
l’accelerazione delle politiche sovrannazionali che traducono in una penalizzazione economica diretta l’impiego inefficiente delle risorse climatiche, ambientali ed energetiche;
l’organizzazione complessiva del sistema attuale della mobilità che presenta ampi margini di graduale ottimizzazione, utili a sostenere gli obiettivi di crescita e
competitività delle economie europee nel confronto
internazionale.
Parte integrante dell’approccio comodale è “l’intermodalità” che ha implicazioni su più fronti. Sul grado di effettiva integrazione dei servizi offerti incidono, infatti, direttamente, aspetti infrastrutturali e regolatori: l’assetto concorrenziale dei servizi destinati ad interagire, la pianificazione ed effettiva progressione della rete dei “corridoi”,
l’accessibilità dei nodi di integrazione e di scambio modale, l’efficienza dei servizi accessori, la localizzazione delle
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piattaforme di scambio e le relative vocazioni prevalenti.
L’intermodalità consiste in una catena di servizi nella quale ciascuno degli operatori coinvolti risponde a logiche
economiche proprie ma all’interno di un sistema ove le
condizioni di convenienza per i diversi attori della catena, in presenza di un sistema vincolato da “elementi di
rigidità” (distanze minime elevate, simmetria dei flussi,
frequenza e affidabilità del servizio, compatibilità della
disciplina nazionale nei traffici internazionali, etc.), devono comunque ispirarsi a criteri di unitarietà organizzata
per garantire, anche attraverso la creazione di uno sportello unico, tutti i servizi correlati alla catena del trasporto da istituire nei nodi più importanti della rete. Per questo è necessario assicurare un’azione di pluralismo per
il coordinamento degli investimenti nelle diverse piattaforme logistiche.
D’altra parte l’intermodalità presenta “elementi di forza”
rispetto all’alternativa del “tutto strada”:
maggiore vocazione alle lunghissime percorrenze e
al traffico containerizzato in un mercato continentale
progressivamente più integrato;
minore inquinamento atmosferico e acustico;
riduzione della congestione della rete stradale, dei
transiti frontalieri e portuali;
minore consumo delle risorse energetiche;
specializzazione del trasporto per classi di distanza e
tipologia di merci trasportate;
razionalizzazione d’impiego del personale e dei mezzi per l’autotrasporto che se ne avvalga;
migliore gestione degli spazi portuali;
estensione delle fasce orarie (utilizzo delle ore notturne) fino a coprire tutti i giorni della settimana.
Ne deriva un modello organizzativo generale volto ad integrare una rete portante di linee e nodi, tendenzialmente completa nelle sue funzioni, con una rete di impianti
minori e di più elevata specializzazione, funzionali a catene logistiche di area o di filiera.
Il recupero di quote nel trasporto ferroviario che deve
essere incentivato, unitamente al potenziamento delle “autostrade del mare” e del trasporto aereo, rientra in
una logica di riequilibrio dei trasporti per un rilancio del
sistema logistico italiano.
31
Prima parte
Le politiche europee incidono soprattutto sullo sviluppo di una rete di trasporto più sostenibile dal punto di
vista ambientale, sociale ed economico. Questa strategia influenzerà soprattutto i flussi di traffico del nordovest dove si trova il sistema portuale principale del sud
Europa, area di cerniera delle relazioni fra Europa centrale e Mediterraneo.
Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile, il nuovo Libro Bianco, adottato nel marzo 2011, è il
documento di policy di riferimento in quanto dettaglia
una strategia europea di ampio respiro e lungo orizzonte temporale fino al 2050.
Particolare importanza viene data alla crisi climatica, con
l’individuazione di tre obiettivi per abbattere le emissioni di anidride carbonica dell’80-95% rispetto al 1990:
migliorare l’efficienza dei veicoli mediante l’uso di carburanti e sistemi di alimentazione sostenibili;
ottimizzare le prestazioni della catena logistica multimodale;
puntare sull’uso efficiente delle infrastrutture grazie ai
sistemi di gestione informatizzata del traffico.
Le indicazioni per il settore delle merci riguardano il rafforzamento delle possibilità offerte dal trasporto ferroviario con infrastrutture adeguate, fornendo servizi competitivi per prezzi e affidabilità, in modo che il 30% del trasporto delle merci superiore a 300 km sia coperto dalla
ferrovia e dalla modalità marittima. Questa quota dovrebbe raggiungere il 50% entro il 2050.
La pianificazione delle infrastrutture deve, quindi, tener
conto della rilevanza del tema ambientale, elemento che
condiziona tutte le politiche europee dei trasporti sia in
materia infrastrutturale (politiche di riequilibrio modale
attraverso le iniziative TEN-T e i corridoi ferroviari merci
prioritari), sia di tipo regolatorio (Direttiva Eurovignette) o
di incentivo (Programmi di supporto come “Marco Polo”).
Da questo punto di vista è interessante notare come nella revisione del 19 ottobre 2011 della lista dei progetti
europei facenti parte del core network della rete TEN-T,
definito come Programma “Connecting Europe”, il nordovest sia interessato da ben quattro “corridoi” europei:
la tratta ferroviaria Ravenna-Bologna-Venezia-UdineVillach (parte italiana del “Baltic-Adriatic Corridor”);
la tratta ferroviaria Lione-Torino-Milano-VeneziaLjubjana (“Mediterranean-Corridor”);
la tratta ferroviaria Brennero-Verona-Bologna (“Helsinki-Valletta Corridor”);
la tratta ferroviaria Genova-Milano-Novara-confine
svizzero (“Genova-Rotterdam Corridor”).
È da sottolineare come le tratte italiane dei “corridoi” siano parte integrante del network di corridoi merci designati dall’Unione europea in base al Regolamento Ue
32
913/2010 che prevede la costituzione di un Comitato di
gestione con compiti di coordinamento al fine di incrementare il trasporto merci su rotaia su tali percorrenze.
Dal punto di vista strategico generale, la mobilità delle
merci deve essere sostenuta attraverso un processo di
internazionalizzazione delle imprese e da valutazioni di
tipo infrastrutturale e logistico per ridurre i costi dell’import-export attraverso un bilanciamento, il più efficiente possibile dal punto di vista economico e ambientale,
delle modalità di trasporto (gomma, nave, ferrovia, aereo)
che governano i grandi flussi delle merci e la capacità
di attrarli, in osservanza a politiche aziendali in grado di
generare importanti impatti diretti e indiretti su occupazione e reddito.
Il trasporto delle merci pericolose
e le iniziative di Federchimica
Nell’ambito del processo di internazionalizzazione della
disciplina del trasporto delle merci pericolose nelle sue
diverse modalità, con riferimento ai progressivi aggiornamenti che ne conseguono, Federchimica, come già
fatto per l’ADR 2011 (strada) e il RID 2011 (ferrovia), per
facilitare l’utenza nella gestione di questa normativa ha
promosso, con altri partner, l’edizione italiana anche del
Codice IMDG, 35°Emendamento, adottato con Risoluzione MSC.294(87) dell’IMO (International Maritime Organization) ed entrato in vigore l’1 gennaio 2012.
Il Codice si applica, sia in regime nazionale che internazionale, al trasporto per mare in colli e nelle unità di trasporto (veicoli stradali e ferroviari, casse mobili, contenitori cisterna, etc.) di merci classificate pericolose sulla base di criteri mutuati dal Libro Arancio delle Nazioni Unite.
Tra le novità introdotte, quelle relative a: procedure di
spedizione; lista delle merci pericolose (con l’inserimento di nuove rubriche, aggiunta e cancellazione di disposizioni speciali, ecc); possibilità di avvalersi di test in
vitro, in conformità a linee guida dell’OCSE, anziché di
prove dirette sugli animali, per la caratterizzazione delle sostanze corrosive ai fini dell’assegnazione dei gruppi di imballaggio, etc…
Oltre al Codice IMDG, è stato per la prima volta pubblicato
in italiano anche il relativo Supplemento, comprensivo di:
procedure di intervento di emergenza per navi che
trasportano merci pericolose (Guida EmS);
procedure di primo soccorso medico a seguito di
incidenti che coinvolgono merci pericolose (Guida
MFAG);
procedure di notifica degli incidenti coinvolgenti merci pericolose;
linee guida IMO/ILO/ECE per unità di trasporto del
carico;
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Logistica e competitività
Raccomandazioni relative a: utilizzo in sicurezza dei
pesticidi sulle navi; fumigazione delle stive e fumigazione delle unità di trasporto;
Codice internazionale per il trasporto in sicurezza, a
bordo di navi, di combustibile nucleare irradiato di plutonio e di rifiuti altamente radioattivi (Codice INF);
Appendice recante Risoluzioni e Circolari richiamate
nel Codice IMDG e nello stesso Supplemento.
L’anno 2011 segna inoltre un capitolo importante nel trasporto aereo
con la pubblicazione da
parte dell’ENAC (Ente
Nazionale per l’Aviazione Civile), in virtù della
Disposizione 50/GENDISP/DG del 31 ottobre
2011, del Regolamento “Trasporto aereo delle merci pericolose” con il quale anche l’Italia si è finalmente conformata alle disposizioni tecniche contenute nell’Annesso 18 della Convenzione di Chicago ICAO
(International Civil Aviation Organization), a cui si richiama il Manuale IATA (International Air Transport Association) la cui 53° edizione è in vigore dall’1 gennaio 2012.
Da segnalare, in particolare, l’art. 15 del suddetto Regolamento, in vigore dall’1 maggio 2012, relativo a programmi di addestramento, ove, per la prima volta in Italia, viene sancito l’obbligo della formazione anche per
la figura dello “speditore” a cui compete la sottoscrizione della “shipper’s declaration” (documento di trasporto aereo delle merci).
Alla formazione, l’Area Logistica di Federchimica ha sempre dedicato particolare attenzione, esportando i suoi
corsi anche presso le associazioni territoriali o le imprese del sistema confindustriale per
una gestione in loco.
Di significativo interesse sono anche
alcune nuove iniziative editoriali, promosse in sede di Comitato Logistica. Con il contributo di esperti aziendali di settore, è stato realizzato il Quaderno n. 4 “Cargo Securing” recante approfondimenti sulle
migliori pratiche afferenti alle operazioni di assicurazione del carico di
prodotti chimici sui veicoli stradali e
nei container.
Di concerto con la Direzione Affari Legali è stato realizzato
un documento per fornire risposte concrete alle imprese
nella stipulazione dei contratti di trasporto in forma scritta con i vettori stradali.
Questo strumento nasce alla luce della complessità di
questa normativa e soprattutto delle sue pesanti ricadute sulla committenza, per effetto di scelte discutibili del
legislatore quali il riferimento ai “costi minimi” che si configurano come una sorta di “tariffe obbligatorie”, in violazione dei principi di “libero mercato” e “tutela della concorrenza” che ispirano la regolamentazione nazionale e
comunitaria, come denunciato anche dall’Antitrust.
L’Area Logistica di Federchimica è particolarmente impegnata, inoltre, nel campo delle emergenze chimiche nel
trasporto con il Servizio Emergenze Trasporti (S.E.T.).
Il S.E.T. è in fase di totale ripensamento da semplice strumento a disposizione dei Vigili del Fuoco per la soluzione di criticità connesse a eventi incidentali a moltiplicatore di servizi rivolti a un’utenza (ricercatori, responsabili
di logistica, addetti alla sicurezza, formatori, soccorritori,
etc.) diversificata per competenze, esigenze e responsabilità ma comunque chiamata a interfacciarsi, a prescindere dalle problematiche specifiche di settore, con
la gestione del rischio chimico.
Ormai consolidata è infine l’attività di cooperazione di
Federchimica con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
per lo sviluppo di un sistema integrato volto a migliorare
sinergicamente il livello della sicurezza, su base nazionale, nel settore della logistica chimica in funzione della
proprie esperienze e professionalità.
A questo riguardo sono in atto una serie di iniziative, sulla
gestione delle emergenze chimiche nel trasporto, quali: la
promozione di incontri tecnici e workshop; esercitazioni
pratiche condotte congiuntamente da squadre del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco e squadre aziendali; la creazione di una “banca-dati incidenti”
ove raccogliere tutte le informazioni
disponibili e le “lezioni emerse” da
esperienze vissute per un’efficace
politica di prevenzione; la diffusione
in italiano delle EriCards, aggiornate con gli ultimi emendamenti ADR,
L’INIZIATIVA DI COOPERAZIONE NAZIONALE
PER IL MIGLIORAMENTO CONTINUO
indirizzate alle squadre di intervento;
DELLA SICUREZZA LOGISTICA CHIMICA
l’adesione a Progetti finanziati dalla
Commissione europea per realizzare una partnership pubblico-privata
per ciò che attiene a programmi di
ricerca e sviluppo di “Best-Pratices”
nella logistica chimica sostenibile.
Marzo 2012
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Ricerca e innovazione
Il rapporto con la ricerca pubblica
Nonostante il periodo di forte crisi, molte imprese del
settore chimico hanno puntato sull’innovazione per
diversificare i propri prodotti e per emergere nei mercati internazionali.
L’innovazione per il mondo industriale è un processo
complesso, che, a partire dalla ricerca di base, passando dal miglioramento di prodotti e processi, anche
interni, fino alla commercializzazione, coinvolge diversi
attori e costringe i diversi soggetti, lungo tutta la catena del valore, a cooperare e a superare le barriere legate alla diffidenza nella comunicazione delle proprie attività di ricerca.
Molte imprese hanno compreso che la ricerca e l’innovazione sono perciò attività fondamentali per creare valore aggiunto e per migliorare il proprio posizionamento sul mercato. Molte di queste attività sono state messe in atto attraverso collaborazioni con il sistema della ricerca pubblica. Nonostante i diversi problemi che intervengono nelle interazioni tra i due diversi
mondi, grandi passi avanti sono stati fatti da entrambe
le parti e sono nati molti nuovi progetti.
I problemi ancora presenti riguardano soprattutto quelle imprese non strutturate per avere un piano di ricerca
a medio termine e non supportate dal sistema istituzionale, sia dal punto di vista degli investimenti, troppo difficili da richiedere e spesso da ottenere, sia dall’elevata
burocrazia a livello nazionale ed europeo.
Per supportare le imprese, Federchimica prosegue con
un dialogo costruttivo e costante con il mondo della ricerca pubblica e con le istituzioni. Nel primo caso,
rafforzando gli accordi già presenti e cercando di portare avanti azioni che permettano una interazione sempre più semplice tra le imprese, le università e i centri di ricerca. Nel secondo caso, portando all’attenzione delle istituzioni i problemi reali delle imprese e favorendo la nascita di attività concrete per migliorare l’utilizzo da parte dell’industria degli strumenti dei Ministeri
nazionali o della Commissione europea.
Parallelamente è fondamentale un confronto propositivo tra le PMI e le grandi imprese: attraverso un dialogo costruttivo, le PMI possono infatti apprendere le
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strategie di ricerca dei grandi gruppi. Per favorire questi scambi Federchimica ha organizzato diversi incontri
presso i centri ricerca delle grandi imprese: in queste
occasioni, le PMI possono, proponendo le loro attività,
avviare utili collaborazioni su ricerca e sviluppo.
Per incrementare la ricerca e l’innovazione sono fondamentali sia le risorse economiche che le risorse umane qualificate.
Federchimica ha attivato un dibattito con le imprese e
con le università sulla figura dei dottori di ricerca, le prospettive di inserimento nel mondo del lavoro e l’adeguatezza dei percorsi formativi alle esigenze del mondo delle imprese. Questo dibattito ha evidenziato un problema di coerenza tra la professionalità degli attuali dottori di ricerca, strettamente legata alla formazione ricevuta, e le esigenze dei nuovi settori di sbocco. L’assunzione di un dottore di ricerca, anziché di un neo-laureato magistrale, da parte di un’impresa dovrebbe essere basata sul riconoscimento di una superiore professionalità che possa giustificare la maggiore età del candidato e uno stipendio più elevato.
Le caratteristiche professionali premianti sono, oltre alla
preparazione tecnico scientifica, la cultura progettuale e il grado di autonomia che il dottore di ricerca deve
dimostrare su un progetto di ricerca e sviluppo dell’impresa. In altri termini l’impresa può giustificare l’assunzione di un dottore di ricerca anziché di un neo-laureato magistrale, e i maggiori oneri che ne derivano sia in
termini di costi immediati che di aspettative di sviluppo della persona, solo se riconosce di poter affidare al
più presto alla persona stessa un progetto da gestire
con un certo grado di autonomia, con attenzione non
solo agli aspetti scientifici, ma anche a quelli gestionali e organizzativi.
A seguito di una condivisione di questa posizione con
le università, sono nate delle attività in ambito accademico, con la collaborazione delle imprese e di Federchimica, che hanno permesso di migliorare il percorso formativo, ottenendo una miglior valutazione del dottorato
da parte del mondo industriale. Questo dialogo prosegue, proprio perché è fondamentale non lasciar cadere
azioni tali che possano incentivare le attività congiunte
e l’apertura alle collaborazioni tra università e imprese.
35
Prima parte
I finanziamenti europei
Per implementare le attività di ricerca e innovazione
sono poi comunque necessari fondi e incentivi, ottenibili e utilizzabili con regole semplici e uniformi.
A livello europeo, le imprese italiane hanno tuttora difficoltà a partecipare a bandi della Commissione europea:
infatti il successo del Paese nel 7° Programma Quadro per la Ricerca si attesta sempre a un 20% scarso.
Con i lavori di definizione del nuovo programma di finanziamento europeo “Horizon 2020”, che coprirà il periodo 2014-2020, la Comunità europea ha proposto una
serie di azioni di semplificazione che dovrebbero aiutare le imprese, soprattutto le PMI, ad accedere ai fondi. È importante che nel nuovo programma, la Comunità europea metta in atto queste azioni: Federchimica continua il dialogo con le istituzioni in questo senso
per portare in Europa le istanze nazionali.
Per promuovere la partecipazione delle proprie Imprese al 7° Programma Quadro, la Federazione sta proseguendo un’attività di informazione e di supporto alla
presentazione di progetti.
Con l’organizzazione di seminari operativi, Federchimica ha avviato uno specifico servizio attraverso la sua
società controllata SC Sviluppo chimica S.p.A.
Poiché è molto importante che le imprese chimiche partecipino a questi schemi di finanziamento per aumentare la propria competitività sia a livello nazionale che
europeo, Federchimica intende supportare le proprie
associate nell’identificazione di contatti internazionali e
nella gestione dei progetti di ricerca.
Nel nuovo programma di finanziamento si dà molta
importanza alle partnership pubblico-private. È sicuramente fondamentale però tenere vive le Piattaforme
Tecnologiche in quanto strumenti per individuare i settori cui attribuire i fondi: in particolare per il settore chimico è rilevante il ruolo della Piattaforma Tecnologica
Europea “Suschem” (Sustainable Chemistry) e il suo
rapporto con la Commissione europea.
Nanotecnologie e Fedechimica
Sempre più in Europa si parla di nanotecnologie e nanomateriali. Parallelamente allo sviluppo di nuovi prodotti
e di tecnologie altamente innovative, si affianca spesso però una preoccupazione immotivata causata dalla
scarsa conoscenza di questi nuovi materiali.
36
A causa di questo timore, a livello europeo è in corso un grande dibattito sulla possibilità di produrre leggi ad hoc per i nanomateriali, considerandoli così una
classe di prodotti a se stante. Al contrario, i nanomateriali sono da considerare come altri prodotti chimici
per questo le imprese sono già impegnate a valutarne l’impatto seguendo la normativa esistente (REACH,
sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, etc.).
Finalmente l’Europa ha pubblicato una definizione ufficiale di nanomateriale, che potrebbe aiutare i diversi
soggetti a comprendere cosa sia o meno “nanomateriale”. Questa definizione però presenta diversi aspetti
negativi, come l’assenza di metodi di misura standard
da utilizzare in fase di classificazione della sostanza e
ha un campo di applicazione molto ampio che porta
all’inclusione tra i “nano” anche di sostanze finora non
considerate tali.
Nonostante i numerosi dubbi collegati a questa definizione, in molte normative sono state inserite delle
disposizioni specifiche per regolamentare i nanomateriali, seguendo solo il principio di precauzione e senza
una reale esigenza di ulteriori indicazioni.
Federchimica, attraverso lo sviluppo del Programma
“Nanotecnologie nell’Industria Chimica” (PNIC), si è
attivata per coinvolgere le imprese in un dibattito, con
l’aiuto di tutti gli stakeholder che possono essere interessati al settore (imprese, università, centri di ricerca,
parchi scientifici e fondi di venture capital), sia utilizzando metodi di divulgazione, sia preparandosi alla possibilità di intervenire in confronti europei.
Poiché negli Stati Uniti e in Asia il mercato delle nanotecnologie è da anni avviato con un buon successo,
è opportuno che l’Europa, e in particolare l’Italia, continui ad affrontare con vigore questo nuovo campo. Le
nanotecnologie infatti possono migliorare notevolmente
la qualità della vita, la competitività dell’industria europea e lo sviluppo sostenibile.
All’interno del Programma, Federchimica si sta occupando anche della valutazione del biossido di titanio,
secondo le richieste del REACH e dei rischi e opportunità dei nanomateriali, sul fronte della sicurezza negli
ambienti di lavoro, in collaborazione con le Autorità
nazionali.
Un ampio dibattito che coinvolga sia le imprese, sia i
centri di ricerca, sia il pubblico è necessario. Questo
può portare ad un’analisi efficace dei benefici e dei
rischi sia reali che percepiti.
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Responsible Care: il nostro impegno
per lo sviluppo sostenibile
Il Programma Responsible Care
Responsible Care è il Programma volontario dell’industria chimica mondiale con il quale le imprese attraverso le loro federazioni nazionali si impegnano a migliorare
continuamente processi, prodotti e comportamenti nelle aree di sicurezza, salute e ambiente e, più in generale, nell’ambito della responsabilità sociale, in modo da
contribuire in maniera significativa allo sviluppo sostenibile dell’industria, delle comunità locali e delle società.
Il Programma Responsible Care è una delle colonne
portanti dell’impegno dell’industria chimica per lo sviluppo sostenibile.
Infatti, esso rappresenta l’etica che guida il settore verso il miglioramento continuo delle prestazioni, e si applica concretamente all’interno delle imprese attraverso l’adozione di un sistema di gestione integrato di sicurezza, salute e attenzione per l’ambiente.
Con il passare degli anni e con il maturare delle esigenze della società il Programma ha esteso la sua area di
copertura alla gestione responsabile dei prodotti lungo
l’intero ciclo di vita (Product Stewardship) e, più in generale, anche alle problematiche di responsabilità sociale dell’impresa.
In particolare, nell’area della Product Stewardship, l’ICResponsible Care ed i Sistemi di Gestione
Aree
strategiche
di gestione
Standard e schemi volontari
OHSAS
Responsible
ISO14001 EMAS ISO 9001 SA 8000
18001
Care
CA (International Council of Chemical Associations) ha
introdotto all’interno di Responsible Care la Global Product Strategy (GPS) che stabilisce gli standard globali e
le procedure per garantire un’appropriata gestione della sicurezza nell’uso dei prodotti chimici in tutto il mondo e una comunicazione trasparente verso i pubblici
esterni. Tutto questo è destinato a rafforzare la fiducia
nel settore chimico e nei suoi prodotti (per approfondimenti icca-chem.org)
Responsible Care in Italia e i risultati ottenuti
In Italia, il Programma è presente dal 1989 e attualmente
vi partecipano 170 imprese di grande, media e piccola
dimensione di proprietà nazionale ed estera. Esse sono
un campione statisticamente molto significativo dell’industria chimica nel Paese, in quanto ne rappresentano
circa il 55% del fatturato e oltre il 50% dei dipendenti.
I dati che annualmente le imprese aderenti al Programma raccolgono e che vengono pubblicati nel Rapporto annuale Responsible Care dimostrano come l’industria chimica nazionale sia profondamente impegnata
per perseguire la sostenibilità dei suoi processi e dei
suoi prodotti.
Le emissioni in atmosfera sono state ridotte dalle imprese aderenti a Responsible Care, rispetto al 1989, di
valori compresi tra l’85% e il 97% a seconda dei parametri presi in considerazione. Questi risultati sono stati
possibili grazie alle innovazioni di processo, alle nuove
tecnologie e ai sistemi di abbattimento a camino degli
impianti chimici.
Ambiente
Il miglioramento continuo dei processi industriali e la
maggiore efficienza degli impianti di trattamento degli
scarichi sono i due fattori alla base della riduzione delle emissioni inquinanti nei corpi idrici. I cinque principali
parametri presi in considerazione nel 2010 presentano
valori inferiori dal 45% al 80% rispetto al 1989.
Product
Stewardship
Dialogo con gli
Stakeholders
L’industria chimica è poi stata particolarmente efficiente
nella riduzione delle emissioni di Gas Serra. Tale riduzione ha riguardato fondamentalmente due gas: la CO2
derivante dai processi di combustione e l’N2O.
Sicurezza
Salute
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37
Prima parte
30.510
28.527
40
15.039
8,6
3,0
3,0
0
SO2
NOx
Polveri
COV
IPI
Industria
Chimica
2010
1989
Fonte: Federchimica-Responsible Care
60
-45.7%
-45.5%
-79.8%
-74.3%
(indice 1989=100)
80
54,5
43,8
40
25,7
20
20,2
0
COD
N
Metalli
pesanti
1989
P
2010
Fonte: Federchimica-Responsible Care
L’Anidride Carbonica si è ridotta costantemente nel tempo, anche grazie all’incremento dell’efficienza dei processi
di combustione ed al miglioramento del mix di combustibili
negli usi energetici da parte delle imprese. Le emissioni
di Protossido di Azoto si sono abbattute di quasi il 90%
rispetto al 2005 grazie a nuove tecnologie di processo.
Rispetto al 1990, sia l’industria chimica (-64.5%), sia le
imprese aderenti a Responsible Care (-71.0%) hanno
ottenuto risultati migliori degli obiettivi indicati dal Protocollo di Kyoto e sono già in linea con quanto richie-
38
1990
100
2007
2008
2009
109.9 102.5
89.1
2012
2020
Fonte: ISPRA; ISTAT
Emissioni in acqua delle imprese aderenti
a Responsible Care
100
13.237
10.827
15,1
20
24.408
∆-64.5%
60
∆-20%
Obiettivo
Obiettivo
Kyoto
UE
per l’Italia
kt CO2eq.
-91.4%
-97.0%
80
-84.9%
100
-97.0%
(indice 1989=100)
Andamento e struttura delle emissioni di
“Gas Serra” dell’industria chimica in Italia:
confronti con gli obiettivi di Kyoto e dell’UE
∆-6.5%
Emissioni in aria delle imprese aderenti
a Responsible Care
sto dagli obiettivi della Commissione Europea per il post
Kyoto al 2020.
L’industria chimica non solo è rispettosa dell’ambiente
ma dimostra anche una particolare attenzione a garantire la sicurezza dei propri dipendenti all’interno dei luoghi di lavoro: l’indice di frequenza degli infortuni (ossia
il numero di infortuni per milione di ore lavorate), elaborato da dati INAIL per tutti i settori economici, dimostra
come i luoghi di lavoro della chimica siano tra i più sicuri, registrando una performance di 8,7 mentre il valore
mediano dell’industria manifatturiera si attesta a 17,8.
Per ottenere questi risultati sono state impiegate ingenti
risorse finanziare e professionali: infatti, le imprese aderenti Responsible Care hanno investito complessivamente 729 milioni di euro nel 2010 per garantire standard
sempre più elevati di sicurezza salute e tutela dell’ambiente. Anche se si registra un calo nel valore assoluto,
dovuto alle difficoltà economiche del periodo, le spese
per sicurezza, salute e ambiente si confermano quindi ingenti e sono strutturalmente circa il 3% del fatturato complessivamente generato.
Attraverso queste risorse economiche, l’industria chimica ha finanziato investimenti in nuovi impianti e macchinari in grado di migliorare il proprio ciclo produttivo, ha
sviluppato sistemi di gestione formalizzati (che in molti casi hanno ottenuto la certificazione), oltre a garantire
elevati standard di performance.
Inoltre, circa 100 milioni di euro sono stati destinati alla
bonifica dei suoli e delle acque di falda e testimoniano
l’approccio responsabile dell’industria chimica nel voler
sanare eventuali inquinamenti pregressi.
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Responsible Care: il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile
Infortuni sul lavoro:
confronto tra settori economici (2008-2010)
Settori
Imprese aderenti a Responsible Care:
andamento e struttura delle spese in HSE*
N° di Infortuni indennizzati per Milione di Ore Lavorate*
Ind. Metalli
Ind. Trasformazione
Ind. Legno
Ind. Gomma
Ind. Alimentari
Ind. Mezzi Trasporto
Altre Industrie
Ind. Meccanica
Ind. Carta
Ind. Elettrica
Ind. Cuoio e Pelle
Ind. Tessile
Ind. Chimica
di cui Imprese RC
Ind. Petrolio
26,8
24,3
24,0
22,1
19,8
18,7
18,3
17,3
13,0
10,2
10,0
9,7
8,7
8,0
5,9
Milioni di €
898
826
216
(I)
172
(I)
Ripartizione (%) per natura
e per destinazione
729
163
(I)
Ambiente
Sicurezza e Salute
682
(CO)
654
(CO)
566
(CO)
2008
2009
2010
20,7%
19,9%
HSE/
18,5% Investimenti
Investimenti Totali
3.0%
3.5%
2.6% SpeseHSE/
Fatturato
Ambiente
Sicurezza
e Salute
52,1
47,9
76,4
23,6
Valore Mediano
2008-2010
=17,8
2007-2009
=20,2
* Media aritmetica relativa al triennio 2008-2010
* Spese HSE = Investimenti HSE (I) + Costi Operativi HSE (CO)
Fonte: ISPRA; ISTAT
Fonte: Federchimica-Responsible Care
Il contesto nazionale, sempre più fortemente caratterizzato da una domanda di sostenibilità delle attività economiche proveniente da tutti i principali stakeholder (autorità
pubbliche, clienti, consumatori, opinion leader e cittadini),
evidenzia la necessità per l’industria chimica di supportare attivamente la sfida in atto del cambiamento ambientale e sociale. Ciò permetterà alla chimica di superare le
attuali difficoltà e di rimanere un settore strategico per lo
sviluppo economico e sociale del nostro Paese.
diventa sempre più centrale e di fondamentale importanza in tutte le scelte strategiche dell’impresa. Si cresce e si prospera armonicamente solo nel rispetto di
questa intesa. Non ci può essere lo sviluppo sostenibile se l’impresa non si comporta secondo principi etici
nei confronti dell’ambiente, dei propri dipendenti e della comunità. Un tale comportamento etico non può e
non deve però essere solo uno slogan ma deve essere iscritto nei cromosomi aziendali e quindi diventa percorribile nella misura in cui l’azienda lo fa proprio sottoscrivendo una politica d’impegno, come quella di adesione al Programma Responsible Care, che non ha solo
un valore formale, ma diventa un atto altamente significativo, senza il quale difficilmente l’impresa migliora.
A tutti i livelli si sta sempre più affermando la consapevolezza che lo sviluppo armonico di un’impresa non
può prescindere dal rispetto e dal prendersi cura delle
persone e dell’ambiente. Il binomio persona-ambiente
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39
Relazioni industriali e risorse umane
In un momento particolarmente delicato per l’Industria
e per l’intero Paese, ancora una volta il settore ha confermato e rilanciato l’impegno congiunto per lo sviluppo, riconoscendo alle relazioni industriali un ruolo strategico per la competitività, l’occupazione ed il miglioramento continuo della sicurezza, della salute e della tutela dell’ambiente, in un’ottica di responsabilità sociale.
Sostegno e rilancio della competitività
e dell’occupazione
Il secondo semestre del 2011 e la prima parte del 2012
sono stati caratterizzati dall’avvio dei lavori preparatori all’apertura formale delle trattative per il rinnovo del
CCNL in scadenza al 31 dicembre 2012.
Con l’accordo “Modello di Relazioni Industriali chimicofarmaceutico: PATTO per il sostegno e il rilancio della
competitività e dell’occupazione”, sottoscritto il 27 giugno 2011, si è voluto rilanciare, in una fase di profondi
cambiamenti, il positivo modello partecipativo di relazioni industriali settoriale, condividendo con le organizzazioni sindacali un patto finalizzato a migliorare la competitività delle imprese e a delineare, con più di un anno
di anticipo rispetto alla scadenza, gli ambiti del rinnovo
contrattuale del 2012 ovvero la produttività e l’occupabilità. Due temi sui quali le parti sociali hanno deciso di
avviare un percorso congiunto finalizzato ad individuare possibili e opportune convergenze in vista dell’appuntamento negoziale.
Nel patto di giugno si è condiviso con le organizzazioni sindacali che, in un contesto economico molto difficile, solo attraverso il miglioramento complessivo della
loro competitività le imprese possono crescere e conseguire una redditività soddisfacente e tutelare il lavoro, il benessere dei lavoratori, la crescita delle retribuzioni, in particolare della quota di retribuzione variabile, e il mantenimento e lo sviluppo dell’occupazione.
In tal senso, Federchimica si è ulteriormente impegnata con le altre parti sociali per promuovere la produttività del lavoro e per realizzare azioni congiunte nei confronti delle istituzioni per attuare scelte di politica industriale adeguate a migliorare la produttività di sistema.
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Con il patto sottoscritto, si è inteso dunque rilanciare il
ruolo delle relazioni industriali come strumento capace
di cogliere realisticamente le esigenze di parti estremamente diversificate (per diversità merceologiche, dimensionali, economiche, organizzative, culturali, di redditività, di produttività e di esigenze di investimenti) e mutevoli.
Le parti sociali si sono, quindi, impegnate a migliorare alcuni ambiti di criticità che inevitabilmente emergono in un settore composito e in un contesto come
quello attuale. In particolare, si è concordato di realizzare iniziative, anche congiunte, per garantire sempre
e a tutti i livelli:
rispetto delle regole ed etica nei comportamenti;
effettiva e piena disponibilità delle normative previste
dal CCNL;
tempestività nell’affrontare i problemi e nella definizione delle soluzioni negoziali;
coerenza nell’attuazione delle intese realizzate.
In relazione a ciò, si è condivisa la necessità di sviluppare un percorso sempre più partecipativo, attraverso gli Osservatori nazionali, territoriali e aziendali, in
modo da vivere le fasi negoziali a tutti i livelli come un
momento di sintesi su temi già approfonditi e condivisi in tali ambiti.
In vista del prossimo rinnovo del CCNL nel 2012 ed in
funzione degli impegni assunti con l’intesa sottoscritta
a giugno 2011 sui temi della produttività e della occupabilità, nell’ottobre dello stesso anno si è avviato un
dibattito e un percorso interno, nell’ambito dei Comitati Sindacali e di due specifici gruppi di lavoro, a cui si è
affiancato, in dicembre, il confronto e l’approfondimento con le organizzazioni sindacali nelle sessioni allargate dell’Osservatorio nazionale.
Attraverso le scelte del prossimo rinnovo del CCNL si è
assunto l’impegno a dare risposte concrete alle esigenze di produttività e di occupabilità ed il percorso delineato consentirà di arrivare all’apertura formale delle trattative, nel mese di luglio, avendo già condiviso diversi aspetti che serviranno ad agevolare l’individuazione
di modalità e strumenti tecnici idonei a raggiungere gli
obiettivi prefissati.
41
Prima parte
Diffusione e valorizzazione dell’impegno
in tema di SSA
Dando attuazione agli impegni assunti con l’ultimo rinnovo contrattuale e alle successive intese applicative, il 17
ottobre 2011 si è svolta la prima edizione della “Giornata
nazionale Sicurezza Salute Ambiente” (Giornata nazionale SSA) e del Premio “Migliori esperienze aziendali” per
iniziative condivise di responsabilità sociale, assegnato
a tre aziende per la tutela della sicurezza e della salute
sul luogo di lavoro, il rispetto dell’ambiente e altri temi di
welfare contrattuale.
Il settore chimico persegue da tempo l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, inteso come l’integrazione equilibrata e
dinamica dei principi della crescita economica, della protezione ambientale e dell’equità sociale. Per questo è stata elaborata e adottata una strategia basata sull’impegno
e la collaborazione di tutti i soggetti presenti nel settore.
La partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori e
dei loro rappresentanti sui temi della sicurezza, salute e
ambiente è frutto di una scelta strategica di lungo periodo
che ha portato positivi risultati e che si fonda sulla considerazione che il futuro delle imprese chimiche è fortemente condizionato da queste tematiche e le aziende del nostro settore, pur essendo tra le più virtuose sul
fronte della sicurezza, sono particolarmente esposte nel
contesto italiano caratterizzato da scarsa cultura scientifica e da un’opinione pubblica spesso disinformata e
pregiudizialmente ostile.
L’istituzione della Giornata Nazionale SSA è stata convenuta proprio per sostenere e promuovere l’impegno
settoriale e la valorizzazione delle buone prassi aziendali, perseguire con le istituzioni e la comunità un positivo
rapporto, un costruttivo dialogo ed efficaci sinergie basati
su credibilità, comunicazione e trasparenza.
I progetti realizzati in tale ambito, a tutti i livelli, e la divulgazione delle iniziative condivise di responsabilità sociale, attraverso l’istituzione del Premio “Migliori esperienze aziendali”, costituiscono un’occasione utile per rappresentare all’esterno punti di vista congiunti, proporre
costruttive modalità di rapporto a livello aziendale, realizzare strumenti di crescita culturale sulle tematiche SSA
da mettere a disposizione delle parti aziendali.
Le scelte di responsabilità sociale condivise nella contrattazione rappresentano quello che è stato individuato come “welfare contrattuale”, costituito da quelle normative che sono finalizzate a dare risposte a esigenze
dei lavoratori e dei loro familiari in ambiti che hanno una
rilevanza sociale.
Le intese raggiunte, di fatto, hanno saputo coniugare le
più svariate esigenze dei lavoratori con l’impegno delle
singole imprese, come:
iscrizione del nucleo familiare a FASCHIM, totalmen-
42
te o parzialmente a carico dell’impresa;
istituzione di specifici fondi solidaristici, finalizzati alla
erogazione di integrazioni salariali;
programmi di conciliazione che permettano alle persone di coniugare le diverse sfere della propria vita;
tariffe agevolate e convenzioni per l’acquisto di beni
e servizi;
programmi di educazione, prevenzione sanitaria e
counseling su tematiche di natura personale;
permessi retribuiti per lo svolgimento di attività di
volontariato e previsione di contribuzione di impresa e lavoratori a organizzazioni no profit.
Nel 2011, una giuria appositamente costituita da rappresentati delle parti sociali e da un rappresentante del
mondo accademico, ha assegnato il Premio “Migliori
esperienze aziendali” alle seguenti tre imprese: Alcea
S.r.l., Merck Serono S.p.A., 3M Italia S.p.A.
Infine, con l’obiettivo di agevolare la gestione a livello aziendale delle tematiche connesse alla sicurezza e
salute dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente, è stata
anche pubblicata una seconda edizione del “Manuale
sulla Sicurezza, Salute, Ambiente” realizzato nell’ambito dell’Organismo Bilaterale Chimico per la formazione continua (OBC) in distribuzione dalla seconda
metà del 2011.
A fronte delle numerose e rilevanti innovazioni normative, di legge e contrattuali, intervenute successivamente alla pubblicazione della prima edizione del manuale
(2007), le parti sociali hanno, infatti, ritenuto necessario realizzare la nuova edizione del manuale nella quale sono contenuti:
le linee guida sulla gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori e della tutela dell’ambiente a
livello aziendale ed estratti delle norme contrattuali in materia di SSA;
estratti delle discipline legislative relative a tutti i soggetti previsti dal D.Lgs. 81/08, con sintesi ed esempi
delle principali novità normative in materia di comunicazione del pericolo;
sintesi dei principali elementi informativi sul Programma Responsible Care, sulla gestione responsabile del
prodotto (Product Stewardship) e linee guida realizzate dalle parti sociali al fine di agevolare la corretta
partecipazione alle varie fasi del Programma.
Si tratta quindi di una pubblicazione che rappresenta un
aggiornato strumento operativo di particolare utilità per
i datori di lavoro, per i lavoratori e i loro rappresentanti, nonché per tutti coloro che a vario titolo sono impegnati sui temi della sicurezza, salute e dell’ambiente.
Tale pubblicazione potrà, inoltre, costituire un punto di
riferimento per la realizzazione dell’attività formativa in
tema di sicurezza prevista dall’Accordo Stato-Regioni
in vigore dal gennaio 2012.
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Relazioni industriali e risorse umane
L’impegno per la crescita attraverso la
formazione
L’attività di formazione congiunta, tema considerato strategico per il settore, oltre che proseguire con le iniziative
nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza la salute e l’ambiente (RLSSA), ha visto l’avvio del
progetto formativo C.Sei.
Tale progetto, destinato a RSU e funzioni delle risorse
umane aziendali, fa seguito agli impegni contrattuali in
tema di formazione volti a sostenere, agevolare e sviluppare l’impegno delle imprese e dei lavoratori in materia
di formazione finalizzata a rafforzare la competitività delle imprese, attraverso la valorizzazione e l’arricchimento professionale delle risorse umane e dei lavoratori che
svolgono l’importante ruolo di parti sociali a livello aziendale e territoriale.
Il piano formativo, in particolare, ha l’obiettivo di rafforzare l’identità settoriale, attraverso percorsi didattici, specificatamente progettati per chi riveste il ruolo di attore
sociale, attraverso:
conoscenze non solo tecniche;
competenze necessarie per svolgere il ruolo;
comprensione anche del contesto;
consapevolezza del proprio ruolo e sulle scelte del
CCNL;
coerenza nell’applicazione del CCNL;
comportamenti etici e socialmente responsabili.
In questa prima fase il progetto è stato avviato, in via sperimentale, per le imprese situate in Lombardia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e con il finanziamento di Fondimpresa.
Tra dicembre 2011 e giugno 2012 sono state programmate otto edizioni della durata di due giornate ciascuna,
nell’ambito delle quali, con l’intervento di rappresentanti delle parti sociali e docenti universitari, sono state approfondite le aree tematiche: relazioni industriali, sicurezza salute ambiente e responsabilità sociale, caratteristiche dei
mercati e strategia d’impresa, premio di partecipazione.
L’impegno a livello confederale
A livello confederale Federchimica ha garantito il costante
supporto alle attività attraverso la partecipazione attiva a
specifici comitati e gruppi di lavoro coordinati dagli uffici di
Confindustria sulle diverse tematiche legislative nonché
su quelle contrattuali e di relazioni industriali, portando,
al contempo, in tale ambito, il punto di vista settoriale.
Le indagini statistiche
La realizzazione, in collaborazione con la Direzione
Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione,
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dell’indagine retributiva annuale, da più di 20 anni fornisce indicazioni sui livelli retributivi e sulle caratteristiche dell’occupazione nel settore.
Tale indagine quest’anno sarà, anche particolarmente
utile per supportare le scelte del rinnovo contrattuale
in scadenza nel 2012.
Si è ripetuta, inoltre, l’indagine sulle tipologie di assunzioni effettuate, sui flussi dell’occupazione, sull’utilizzo
da parte delle imprese degli strumenti di flessibilità forniti dalla legge di riforma del mercato del lavoro e dalle norme contrattuali e sugli orari e assenze dal lavoro. Tale indagine, che vede impegnato tutto il sistema
Confindustria, consente di disporre di elementi conoscitivi oggettivi utili per rappresentare e confrontare sui
temi indicati la situazione generale e settoriale.
L’attività internazionale
È proseguita la partecipazione al dialogo sociale per il
settore chimico, che si svolge tra ECEG (European Chemical Employers Group), che rappresenta le organizzazioni imprenditoriali dei Paesi membri, EMCEF (European Mine, Chemical and Energy Workers Federation),
in rappresentanza dei lavoratori, e rappresentanti della
Commissione europea.
Quest’anno, tra l’altro, cade il decimo anniversario di
costituzione dell’ECEG, a cui Federchimica ha partecipato sin dall’inizio, supportandone lo sviluppo e le
attività.
Il dialogo sociale europeo è unanimemente riconosciuto come un pilastro del “Modello sociale europeo”. Esso rappresenta lo strumento essenziale con
il quale le parti sociali contribuiscono alla governance dell’Unione europea e alla definizione di standard
sociali europei.
Il dialogo tra le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, a tutti i livelli, risulta essenziale per lo sviluppo sostenibile, la crescita e la creazione di occupazione, la competitività, la qualità del
lavoro, così come per efficienti e produttive relazioni
industriali. Questo dialogo ha consentito anche di definire documenti e posizioni comuni nei confronti delle istituzioni europee, come quelle realizzate in tema
di efficienza energetica e di riscontro al green paper
della Commissione europea in tema di ristrutturazioni aziendali, e progetti condivisi, come quello sull’impatto del cambiamento demografico nell’industria chimica e sulla possibile costituzione di un network sulle competenze professionali utili per il settore chimico a livello europeo.
La partecipazione all’ECEG contribuisce, inoltre, alla
constante ricerca di linee di intervento comuni in merito all’evoluzione normativa in atto a livello comunitario
sui temi del lavoro e consente lo scambio di informazioni sulle situazioni in corso nei diversi paesi.
43
Prima parte
I Fondi settoriali
Fonchim
Il 2011 è stato caratterizzato da un andamento dei mercati a “fasi alterne”: un avvio di anno in cui la crisi dell’eurozona sembrava in via di risoluzione e una seconda
parte in cui i listini azionari sono stati portati in ribasso
dai timori generati dall’area euro. I comparti a componente azionaria hanno in parte risentito dell’andamento internazionale, pur riuscendo a contenere il ribasso.
Stabilità (70% obbligazioni e 30% azioni) -1.25%; Crescita (40% obbligazioni e 60% azioni) -3.99%; Garantito
(100% obbligazioni a breve termine) 1.52%.
Nel 2011 sono stati selezionati i nuovi gestori finanziari i cui mandati decorrono dal 15 gennaio 2012. Con lo
scopo di stabilizzare maggiormente i rendimenti anche
nei periodi di turbolenza dei mercati, sono state introdotte novità di rilievo nella politica di investimento: si è
puntato a un incremento della diversificazione dell’investimento obbligazionario e si è consolidata la gestione
“specialistica” dei mandati.
Il Fondo ha mantenuto una copertura di circa l’80% dei
potenziali associati con circa 152.465 iscritti e circa
2.400 aziende associate.
FASCHIM
Al 31 marzo 2012 il Fondo registra 2.123 imprese associate e 133.479 iscritti (in costante crescita in questi
anni), di cui 93.045 dipendenti e 40.434 familiari. Nel
2011 ha gestito 182.995 richieste di rimborso, circa
44
422.920 prestazioni sanitarie e liquidato oltre 19 milioni di euro.
Nel primo semestre 2011 il Fondo ha effettuato una
analisi di mercato sui propri associati indagando diverse
aree e la valutazione complessiva è stata decisamente soddisfacente: su una scala tra 0 e 10 il punteggio
medio attribuito è stato di 8.15. Anche sulla base delle considerazioni emerse durante la ricerca, FASCHIM
ha introdotto importanti novità a vantaggio degli iscritti,
sia attraverso l’allargamento delle prestazioni rimborsabili, sia con un miglioramento dei servizi offerti: è stato
fatto un importante ampliamento dell’area riservata sul
sito, che oggi permette agli associati di avere la visione di tutta la documentazione presentata e ricevuta e
di seguire le proprie pratiche in tempo reale; inoltre è
stata avviata una campagna di raccolta mail per poter
avere un contatto più diretto e rapido con gli associati.
La vera novità del 2011 è stata l’introduzione del servizio “Ticket online”, che permette, tramite l’area riservata sul sito, di inviare in pochi secondi la scansione delle ricevute di ticket ed avere il rimborso in pochi giorni. Da ottobre 2011, data di attivazione del servizio, a
marzo 2012, su 34 mila persone che hanno inviato
richieste di ticket, circa 12 mila hanno utilizzato il nuovo servizio, che sta riscuotendo un notevole successo tra gli associati.
Da gennaio 2012 il Fondo, oltre ad ampliare le strutture convenzionate, ha inserito due nuove prestazioni, la
campagna di prevenzione e il rimborso al 100% di prestazioni socio sanitarie (fisioterapia, logopedia, servizi
infermieristici, prestazioni socio assistenziali) per persone che hanno subito esiti di gravi malattie.
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Seconda Parte
La chimica e i suoi settori
In Italia operano migliaia di imprese chimiche divise in molti settori che, nel loro insieme, costituiscono una logica di
filiera. Federchimica, attraverso i Gruppi merceologici e le rispettive Associazioni, rappresenta tutti i settori della chimica operanti nel Paese.
Qui presentiamo i settori partendo dalla chimica di base, che produce i costituenti fondamentali della filiera a valle, poi
la chimica fine e specialistica, che acquista gli intermedi dalla chimica di base per tramutarli in prodotti differenziati per
tutti i settori manifatturieri e infine la chimica per il consumo, quella destinata direttamente al consumatore finale.
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La chimica e i suoi settori
CHIMICA DI BASE ORGANICA, INORGANICA E TENSIOATTIVI
La chimica di base organica in Italia ha chiuso il 2011 con
un tasso di crescita di circa il 2%. Nel corso dell’anno,
però, il settore ha mostrato andamenti ben distinti: nei
primi sette mesi, si è beneficiato di una buona domanda complessiva, aiutata anche dai flussi di esportazione, trainati soprattutto dal far east. Nella parte restante dell’anno, la riduzione del mercato dell’export per i
produttori europei, e pertanto anche per l’Italia, ed il clima di grande incertezza economica (crisi del sistema
Europa) hanno fortemente influenzato la confidence dei
consumatori. A ciò, vanno aggiunte le politiche di contenimento degli stoccaggi lungo tutta la filiera e la stretta finanziaria attuata dalle banche, che hanno avuto un
impatto non trascurabile sulla domanda.
Per la chimica inorganica di base, i consumi e le produzioni del cloro a livello europeo sono rimasti stabili. L’Italia ha tratto vantaggio dalla buona domanda di cloroderivati proveniente dai mercati asiatici nella prima metà
dell’anno, mentre nella seconda parte del 2011, la stagionalità della domanda e l’incertezza dei mercati, che
hanno indotto alla prudenza negli acquisti, hanno condizionato le produzioni domestiche.
Per quanto riguarda la soda caustica, a fronte di una stabilità della domanda a livello europeo, si è consolidato il
calo dei consumi locali. Si è confermata, inoltre, sempre
a livello nazionale, la criticità di equilibrio tra domanda e
offerta e la conseguente volatilità del mercato, conseguenza diretta di una eccessiva esposizione all’importazione che ha ormai assunto connotati strutturali.
Nel 2011, il mercato dell’acido solforico in Italia si è chiuso con una produzione annua pari a circa 1.200.000
tonnellate, con un consumo interno attorno alle 950.000
tonnellate. La situazione di grave crisi finanziaria dei
mercati, ha determinato una certa flessione del mercato domestico, con un calo della domanda interna e un
rallentamento della richiesta di acido solforico, permettendo maggiori aperture sul mercato dell’export, in particolare verso la Turchia, il cui incremento di richiesta di
acido solforico ha controbilanciato il calo proveniente
da alcuni paesi del nord Africa, interessati da condizioni di instabilità politica.
La situazione relativa agli approvvigionamenti della materia prima ha continuato a presentare elementi di critici-
tà, connessi al notevole livello di costo dello zolfo e alla
ridotta produzione da parte dei fornitori italiani, anche a
causa di alcuni significativi fermi manutentivi da parte
delle raffinerie presenti sul territorio nazionale.
Il settore dei tensioattivi ha vissuto il 2011 con un andamento irregolare. La prima parte dell’anno è stata caratterizzata da un consumo generalmente comparabile al
2010, se non in lieve crescita. L’ultima parte dell’anno,
invece, ha evidenziato un rallentamento dei consumi;
questo tipo di andamento, è da ricondursi alla grave
incertezza economica generalizzata in tutti i settori industriali. La produzione italiana è stata allineata ai consumi.
Per quanto riguarda le principali criticità del settore della chimica di base, vi è in primo luogo l’eccessivo costo
dell’energia, che rimane, nel nostro Paese, il più alto in
Europa. Per alcune produzioni del comparto, quali ad
esempio il cloro-soda e la chimica organica di base, il
costo energetico diventa una componente così gravosa da metterne a rischio la competitività rispetto a quelle
realizzate negli altri paesi europei o extra europei.
Anche l’Emission Trading System, porterà un ulteriore
aggravio di costi per le aziende del settore, solo in parte
compensato da eventuali facilitazioni sulle quali i singoli
stati dell’Unione Europea dovranno decidere.
Un altro tema importante per il settore è quello delle bonifiche dei siti produttivi, che può, in alcuni casi, comportare un rallentamento delle attività produttive, con oneri
non trascurabili lungo tutta la filiera.
Va ricordato, inoltre, il problema relativo al blocco del
traffico diffuso delle merci pericolose che sta causando gravi ricadute sul sistema logistico di molte imprese.
Gli operatori del settore lamentano, infine, le crescenti
difficoltà, comuni a tutta l’industria, di accesso al credito e i ritardati termini di pagamento dell’amministrazione pubblica.
Per quanto riguarda le attività di comunicazione promosse da Assobase, nel 2011, al Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, in occasione dell’Anno internazionale della chimica,
è stata inaugurata la sezione dedicata all’industria della chimica di base, il progetto ha concorso all’iniziativa
Responsible Care Award del Cefic aggiudicandosi una
menzione speciale.
www.assobase.it
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49
Seconda parte
MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE
Nel 2011 l’andamento del mercato delle materie plastiche in Italia è risultato deludente. Lo scorso anno, infatti, la domanda di polimeri da parte dei trasformatori, pari
a 6.060 Kton, ha fatto segnare un calo del 3% rispetto al 2010.
Tra le commodities, i polimeri che hanno mostrato i maggiori decrementi sono stati il polietilene ad alta densità
(-4.8%), il polietilene a bassa densità e lineare a bassa
densità (-4.7%) e il polivinilcloruro rigido (-3.5%), seguiti
dal polistirene compatto (-2.6%), dal polietilentereftalato (-2.2%) e dal polipropilene (-2.1%). Deludente è stato anche il consumo degli espansi poliuretanici (-2.9%)
e della poliammide (-3.9%).
Le cause di questa contrazione sono da ricercarsi nel
ristagno dell’edilizia, con pesanti ricadute nel settore tubi,
in quello dell’isolamento e del materiale elettrico; nella riduzione dei consumi delle famiglie, soprattutto di beni non
essenziali, (per esempio il monouso); nei tagli alla spesa
pubblica e agli investimenti in infrastrutture; nei forti ritardi
nei pagamenti da parte delle Amministrazioni pubbliche;
nella crisi di importanti comparti industriali, quali quello
dell’automobile e degli elettrodomestici.
le per ciò che riguarda l’efficacia e l’efficienza del Waste
Management degli imballaggi in plastica. Rimane, a livello nazionale, il ritardo per quanto riguarda la valorizzazione dei rifiuti che non possono essere riciclati. Tale ritardo dipende anche dalla mancanza di termovalorizzatori,
soprattutto nel sud del Paese, e contribuisce al rallentamento di quel processo che dovrebbe portare ad un
uso sempre più limitato e vicino allo zero, delle discariche, che, come ampiamente dimostrato, sono la forma
di gestione dei rifiuti non più accettabile in una società
“sostenibile”.
PlasticsEurope, a livello europeo, sta lanciando un programma dal titolo “Zero Landfill by 2020” e ha dichiarato la propria disponibilità a favorire tutte le iniziative aventi tale obiettivo.
Per quanto riguarda le principali criticità relative al settore, va sicuramente citata quella relativa al Waste Management. La questione del riciclaggio e del “fine vita” dei
manufatti in plastica impatta sulla percezione del materiale plastico. Il “littering” trova nella discarica il suo momento di massima visibilità e negatività rispetto all’ambiente e
contribuisce a formare un’immagine della plastica erroneamente negativa; inoltre, tale forma di smaltimento rappresenta, per tutta la società, una mancata opportunità poiché i rifiuti non vengono in alcun modo valorizzati.
La perdita per le nostre comunità appare ben più grave
quando si considera che la plastica può essere facilmente riciclata (non esistono negli imballaggi comuni materie
plastiche non riciclabili) e, quando le operazioni di riciclo
diventano impossibili, può essere utilizzata come ottimo
combustibile, mantenendo inalterato, durante il suo ciclo
di vita, il suo altissimo potere calorifico.
PlasticsEurope Italia, attraverso rappresentanti delle sue
imprese associate, è attivamente coinvolta nella gestione del Consorzio CONAI/COREPLA per la raccolta e il
riciclo degli imballaggi in plastica. Il Consorzio COREPLA
ha raggiunto e superato gli obiettivi di riciclo previsti dalla normativa europea e da quella italiana; inoltre, il Consorzio rappresenta un’eccellenza a livello internaziona-
Tra le attività sviluppate da PlasticsEurope Italia va evidenziata la collaborazione con i cosiddetti stakeholders
volta ad approfondire e mettere a punto procedure e
criteri per migliorare il grado di fiducia di tutti gli utilizzatori nei confronti dei manufatti in plastica, che svolgono
un ruolo importante per rendere la nostra vita più sicura,
per minimizzare lo spreco delle risorse e per salvaguardare l’ambiente che ci circonda.
Altre problematiche che possono avere un impatto sfavorevole sulla competitività del settore sono l’eccessivo
costo dell’energia; l’Emission Trading System; le bonifiche dei siti produttivi e la stretta creditizia per le aziende,
fattori critici per tutto il sistema industriale che PlasticsEurope Italia sta affrontando insieme alle imprese associate.
L’Associazione ha proseguito, infine, il programma di
comunicazione assegnando sei borse di studio a Tesi
di laurea sulle materie plastiche, promuovendo il 16°
“Premio Nazionale Federchimica Giovani” e le attività al
Festival della Scienza di Genova. È proseguita anche la
Campagna “Hey! Sono un Polimero!”, attraverso il sito
sonounpolimero.it.
In coordinamento con PlasticsEurope è stato realizzato a Palermo lo Youth Parliament Debate con il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, di Confindustria
Palermo, dell’Ufficio Scolastico Regionale Siciliano e di
Palermo Scienza, nel corso del quale squadre di liceali hanno discusso di plastica e ambiente seguendo le
regole parlamentari, due dei vincitori Italiani sono risultati nella rosa dei finalisti europei.
www.plasticseuropeitalia.it
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La chimica e i suoi settori
FONTI RINNOVABILI
La trasformazione delle biomasse in sostanze chimiche
per impiego energetico e per impiego industriale è un
processo chimico e da queste trasformazioni si ottengono sostanze che possono essere utilizzate sia per
produrre direttamente energia (biocombustibili), sia per
produrre composti chimici (intermedi) che a loro volta
vengono trasformati in ulteriori prodotti al pari di quanto
già succede con le fonti fossili.
Oggi, la necessità di disporre di prodotti della chimica
che derivano dalle biomasse in alternativa a quelli derivanti dal petrolio è sempre maggiore. Questo a causa
delle politiche climatiche e della ricerca di alternative alle
risorse fossili che non sono inesauribili e possono quindi essere soggette a prevedibili aumenti di costo. Cresce inoltre l’esigenza strategica di affrancarsi dai paesi produttori di petrolio senza tuttavia creare una nuova
dipendenza dai paesi produttori di biomasse, generalmente identificabili con i paesi in via di sviluppo, poiché
i primi sono afflitti da una pericolosa instabilità politica, i
secondi da un crescente fabbisogno di materie prime.
La trasformazione delle biomasse permette lo sviluppo di una “industry”, costituita dai vari attori della risultante filiera con significativi impatti anche occupazionali.
Lo sviluppo di prodotti da materie prime rinnovabili può
rappresentare un importante contributo ad un’economia
sostenibile, in vista della potenziale minore energia coinvolta nella produzione e delle opzioni di smaltimento a
basso impatto ambientale. Rappresenta inoltre un’ottima opportunità per sviluppare sistemi integrati verticali, coinvolgendo attori agricoli e industriali in uno sforzo
di crescita comune.
Il Gruppo fonti rinnovabili di Aispec rappresenta le imprese che operano nella trasformazione di biomasse e che
ne impiegano i derivati. Il Gruppo, costituito in Federchimica in quanto fa riferimento ad attività di natura chimica, promuove le tecnologie per lo sfruttamento delle
biomasse che dimostrano di essere sostenibili e competitive. Questo anche senza necessità di ricorrere a
sussidi, che possono prestarsi, se utilizzati in maniera
errata, a distorsioni di mercato, spreco di risorse pubbliche e alterare le condizioni di concorrenza tra i diversi comparti produttivi. Una corretta programmazione di
filiera e una strategia che prevengano distorsioni della
concorrenza e del mercato sono necessari per applicare in modo oggettivo i criteri di sostenibilità fissati dall’Unione europea.
Un adeguato sviluppo di tecnologie per l’utilizzo di biomasse che non rientrano nell’impiego alimentare umano
e animale ed eventualmente coltivabili anche su terreni
non adatti alle colture classiche, costituirebbe un’ulteriore spinta per la creazione di un circolo virtuoso di rilancio della chimica italiana e per nuove opportunità di reddito degli agricoltori. Inoltre si presenta l’opportunità di
valorizzare biomasse di natura diversa, derivanti da attività agricole o dell’industria alimentare abitualmente considerate come rifiuti e come tali soggetti solo a costi di
smaltimento.
L’agricoltura italiana può ricevere molto dallo sviluppo
delle coltivazioni delle biomasse. Una corretta gestione
di questa filiera potrebbe permettere lo sfruttamento dei
circa 500.000 ettari di suolo coltivabile attualmente inutilizzato, creando un reddito agricolo aggiuntivo, nell’ambito di pratiche di agricoltura sostenibile che si integrano
con un’efficace protezione dell’ambiente.
Per raggiungere questi traguardi serve lo strumento del
sostegno pubblico, nella forma dell’incentivo alla ricerca,
e normative che spingano l’innovazione attraverso l’adozione di standard di prodotto e di sistema sempre più elevati, la cui attuazione dovrà essere incoraggiata attraverso un’adeguata attenzione legislativa. I progetti di ricerca in questo campo sono sulla frontiera tecnologica e
implicano risorse economiche molto rilevanti che devono
trovare nei fondi pubblici un’appropriata considerazione.
Da parte sua Federchimica crede che la chimica delle
biomasse sia un tassello molto importante della chimica
sostenibile ed è fermamente convinta che questo settore debba essere sviluppato in una logica complessiva che unisca biotecnologie, bioraffinerie, biocarburanti e bioprodotti chimici in modo coordinato. Federchimica, tra le prime associazioni chimiche nazionali in Europa
a guardare con interesse alle fonti rinnovabili, è dell’avviso che tutta la chimica europea debba attivarsi a livello centrale in modo coordinato per cogliere le opportunità che questo mondo può offrire nel prossimo futuro.
Non a caso la recente comunicazione degli Organi istituzionali dell’Unione europea in tema di “Strategia bioeconomica per l’Europa” prevede una forte collaborazione e interconnessione tra agricoltura e silvicultura, industria alimentare, industria chimica, industria biotecnologica e comparto energetico nella prospettiva di un’efficace partnership tra pubblico e privato.
www.aispec.it
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Seconda parte
AGRICOLTURA E MERCATO DEI FERTILIZZANTI
Innovazione e sostenibilità in agricoltura sono fondamentali per incrementare la produzione di derrate alimentari
e contribuire a sfamare sette miliardi di persone sul pianeta. I fertilizzanti si presentano quindi come strumenti
indispensabili per ottenere raccolti adeguati, sicuri e a
prezzi accessibili; offrono inoltre la possibilità di aumentare la produzione senza estendere le superfici coltivabili reintegrando il suolo dei suoi elementi nutritivi. Insieme agli altri fattori che hanno determinato la “Rivoluzione
verde”, i fertilizzanti hanno reso possibile il miglioramento
dello stato di nutrizione di diverse popolazioni; in Africa,
ad esempio, stanno favorendo lo sviluppo dell’agricoltura moderna, in particolare nei paesi in cui sono stati
stanziati ingenti finanziamenti per l’innovazione agricola.
L’offerta del settore continua ad essere caratterizzata
da un elevato grado di importazione di prodotti da paesi extra Ue, con un consumo complessivo che si aggira
attorno ai 5,5 milioni di tonnellate di cui circa 4,4 milioni
di concimi per il nutrimento delle specie vegetali e oltre
1 milione di ammendanti/correttivi e substrati destinati rispettivamente al miglioramento delle caratteristiche
del terreno e alla messa a dimora di piante da frutto,
ornamentali e fiori. Il fatturato 2010 è stato poco più di 1
miliardo di euro (2% dell’intero settore chimico italiano).
Secondo i dati Istat, nel 2010 il totale dei concimi, degli
ammendanti/correttivi e dei substrati (i fertilizzanti) per uso
agricolo è diminuito dello 0.9% rispetto al 2009 mentre la quantità dei soli concimi è aumentata dell’1.4%. In
particolare risultano in aumento, del 2.8% e dell’1.2%, i
concimi minerali e gli organici, mentre gli organo-minerali si sono ridotti del 9.8%.
In agricoltura biologica la distribuzione dei fertilizzanti
consentiti è passata da 11,6 a 12,1 milioni di quintali.
Il 52.5% degli ammendanti risulta costituito da prodotti consentiti in agricoltura biologica, in crescita del 3.9%
rispetto al 2009. I correttivi consentiti nel biologico sono
in crescita del 16.5% rispetto al 2009 e corrispondono al 39.5% di quelli distribuiti nel complesso. Tali risultati mostrano certamente come i programmi comunitari
a sostegno dell’agricoltura ecocompatibile e biologica
siano in forte evoluzione e soprattutto come le aziende
produttrici di mezzi tecnici si siano attrezzate per individuare e trasformare le materie prime più idonee per
tale pratica agricola.
L’analisi territoriale evidenzia inoltre che il 64.9% dei fertilizzanti viene distribuito nelle regioni settentrionali, il 14.1%
in quelle centrali e il restante 21% nel mezzogiorno.
Nella produzione di commodities le aziende presenti in Italia che operano nel settore sono multinazionali o
nazionali di media-grande dimensione mentre sono piccole-medie imprese quelle che caratterizzano la produzione di concimi specialistici, organici e organo-minerali.
Il 54% circa del mercato dei concimi minerali è oggi
costituito da prodotti di importazione.
Assofertilizzanti collabora da anni con le forze dell’ordine per garantire la massima qualità dei prodotti. In tale
contesto si inseriscono le attività dell’ICQF (Istituto Controllo Qualità Fertilizzanti), un organismo di autocontrollo
che monitora la qualità dei prodotti in commercio attraverso l’analisi dei campioni.
Nel 2011 Assofertilizzanti ha siglato un accordo con
l’ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) per
promuovere diverse iniziative di formazione volte a rafforzare l’efficacia della lotta alle frodi. Ciò rientra nel più
ampio Progetto Qualità e prevede anche il lancio di un
programma di ricerca per la messa a punto di una tecnica di “caratterizzazione di matrici organiche in ammendanti e concimi organo minerali”, che permetterà di verificare la corrispondenza tra le materie prime dichiarate
nell’etichetta e quelle effettivamente utilizzate.
I fertilizzanti, in quanto sostanze chimiche, ricadono nelle
prescrizioni e negli obblighi di registrazione del REACH,
attuato con il Regolamento CE 1907/2006 e l’Associazione si impegna costantemente, a fornire informazione e assistenza, alle aziende associate, consapevole dell’importanza che tale aspetto riveste in termini di
sicurezza per l’ambiente e per l’uomo.
All’inizio del 2012 la Commissione europea ha iniziato la discussione sulla modifica del Regolamento CE
2003/2003 relativo ai concimi. L’obiettivo è quello di raggruppare sotto un’unica normativa, valida per tutti i paesi della Ue, tutti i mezzi tecnici per la nutrizione. Assofertilizzanti sta partecipando attivamente al tavolo di lavoro della Commissione direttamente attraverso due suoi
rappresentanti ed indirettamente attraverso l’Associazione europea dei produttori (Fertilizers Europe) alla quale
l’Associazione aderisce.
www.assofertilizzanti.it
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La chimica e i suoi settori
FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE
La domanda mondiale di fibre man-made continua a crescere grazie al contributo dei paesi emergenti, dove i redditi e i consumi di beni durevoli (come le auto) e semidurevoli (come l’abbigliamento) sono in rapido aumento.
Nel 2011 il consumo mondiale di fibre man-made è stato di 52,7 milioni di tonnellate: benché in rallentamento
rispetto all’eccezionale crescita sperimentata nel 2010,
i volumi sono cresciuti del 6%, un tasso persino superiore a quello del periodo pre-crisi.
La produzione mondiale di fibre man-made è sempre
più concentrata e trainata dall’area asiatica: nel 2011 la
Cina ha continuato a crescere a ottimi tassi raggiungendo una quota pari al 60% della produzione mondiale e
confermando la sua leadership.
Nel 2011 la produzione di fibre man-made negli USA
è calata del 5.7%, dopo un 2010 di crescita eccezionale (+27.6%).
Allo stesso modo dopo la forte ripresa del 2010 (+14%),
l’industria europea delle fibre man-made ha subito un
calo del 5% dei volumi prodotti: l’acuirsi della crisi del
debito e un rinnovato clima di incertezza economicofinanziaria hanno impattato negativamente sulla domanda di fibre provocando un deciso calo dei livelli di attività nel quarto trimestre del 2011. La domanda europea di fibre man-made ha chiuso il 2011 con una crescita nulla, a fronte di un calo del 2.7% della produzione tessile. Continuando un trend ormai in atto da diversi anni, la quota di consumi europei di fibre man-made
che viene soddisfatta dall’import extra-Ue è cresciuta,
raggiungendo il 49%. Nei prossimi anni questo trend
potrebbe arrestarsi: la crescita dei costi di produzione cinesi avvantaggia le produzioni europee e ci sono
già segnali che i maggiori retailer europei stiano rafforzando la quota di acquisti di tessile-abbigliamento da
produttori locali al fine di garantirsi maggiore sicurezza,
rapidità e stabilità dell’approvvigionamento. D’altra parte si affacciano sulla scena mondiale nuovi paesi asiatici
con costi competitivi. Pertanto, la sfida che i produttori
europei di fibre man-made si trovano ad affrontare non
è facile, ma è importante per continuare a garantirsi un
ruolo di primo piano sullo scenario mondiale.
Nel 2011 l’andamento della domanda europea si è differenziato in base alla destinazione d’uso e alla tipologie di fibra. Hanno tenuto meglio gli usi industriali e per
l’auto, con performance molto positive fino al terzo trimestre, in difficoltà invece gli usi tessili per arredamentoabbigliamento. È aumentata la domanda di fiocco polie-
stere, di filo poliammide e di filo poliestere per uso industriale; in calo la domanda di filo poliestere ad uso tessile, del fiocco di viscosa, acrilico e poliammide.
Livelli di attività ancora bassi caratterizzano l’inizio 2012,
la domanda è debole per tutti gli usi tessili e industriali e
le imprese clienti attuano politiche di controllo sui livelli di
scorte a fronte di uno scenario economico incerto. Nella seconda metà dell’anno la situazione potrà mostrare
un graduale miglioramento, ma non tale da evitare un
ulteriore calo della domanda (-1.6%). I paesi emergenti
continueranno a sostenere la domanda globale e spunti di crescita positivi potranno giungere dall’export diretto e indiretto (dei clienti), sostenuto anche da un euro
in media più debole rispetto al 2011.
Tuttavia, per tornare a tassi di crescita positivi della
domanda bisognerà aspettare il 2013.
In Europa, l’industria italiana delle fibre man-made continua a difendere il secondo posto dietro la Germania
con l’11% delle vendite europee in valore e detiene saldamente la leadership nella produzione di fibra poliammidica. La presenza di un’industria nazionale di fibre
man-made che garantisca prodotti innovativi, sicuri e
con performance sempre migliori, nonché una continuità negli approvvigionamenti rappresenta una condizione indispensabile per mantenere una base produttiva
nell’industria a valle del tessile-abbigliamento. Il settore
è fortemente orientato all’export, che rappresenta oltre
il 70% delle vendite totali (pari a 1,1 miliardi di euro nel
2011). Circa il 70% dell’export è diretto verso altri paesi dell’Ue, il 5% verso la vicina Turchia. Anche in Italia
il settore delle fibre man-made ha chiuso il 2011 con
un calo del 6%, che ha portato i volumi prodotti a circa 300 mila tonnellate. A fronte di un difficile contesto
di domanda, le imprese del settore continuano lo sforzo di ricerca di nuove sinergie (attraverso joint venture
e acquisizioni) e l’avvio di importanti investimenti produttivi in paesi dove la domanda di fibre è in forte crescita. Resta forte l’impegno nella ricerca e innovazione che si accompagna all’importante ruolo che le fibre
man-made sono in grado di ricoprire nell’ambito dello sviluppo sostenibile, sia attraverso l’impegno nella
riduzione dell’impatto ambientale delle loro produzioni,
sia perché a fronte di un costante aumento nei consumi di fibre tessili quelle chimiche permettono - rispetto alle naturali - un notevole risparmio di risorse in tutte
le fasi del ciclo di vita del prodotto, dalla produzione al
trasporto e all’utilizzo.
www.assofibre.it
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Seconda parte
AGROFARMACI
L’industria italiana degli agrofarmaci, rappresentata in
Federchimica da Agrofarma, è un settore produttivo che
con circa 807 milioni di euro realizza l’1.4% del fatturato globale dell’industria chimica italiana. L’Italia si colloca al sesto posto a livello mondiale e al terzo in Europa,
rappresentando circa il 3% del mercato mondiale degli
agrofarmaci. In Italia vengono impiegate nel settore circa 2.500 persone.
Dal 2009 Agrofarma ha anche lanciato in collaborazione
con UNACOMA (Unione Nazionale Costruttori Macchine Agricole) il progetto SOFT (Sustainable Operations in
Fitoiatric Treatments) che prevede la realizzazione di corsi
di formazione in aula e sul campo rivolti a tecnici e operatori del settore sul corretto uso degli agrofarmaci e delle macchine irroratrici. Il progetto s’inquadra nella Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile degli agrofarmaci.
L’industria degli agrofarmaci investe in ricerca il 6% circa del proprio fatturato complessivo (47 milioni di euro
su circa 807 milioni di fatturato 2010). La ricerca e l’introduzione di nuove tecnologie hanno consentito la produzione di molecole sempre più efficienti ed efficaci,
razionalizzando l’impiego degli agrofarmaci. Le imprese
che aderiscono ad Agrofarma tramite l’Associazione si
impegnano ad osservare un severo Codice di autodisciplina e a sottoscrivere il Programma Responsible Care.
In merito alla presenza di residui di agrofarmaci su frutta e
verdura, l’Italia è ancora leader in Europa per la tutela e la
garanzia di sicurezza rivolta al consumatore. L’ultimo rapporto ufficiale relativo all’anno 2009 afferma, infatti, che in
due casi su tre (62.5%) i campioni di frutta e verdura sono
risultati del tutto privi di residui. Il 36.7%, invece, è risultato nei limiti di legge e quindi non costituisce alcun pericolo per il consumatore. In totale sono 99.2% i campioni a norma e solo lo 0.8% è sopra la soglia di legge nel
nostro pese, rispetto ad una media europea pari al 3.5%.
Per quanto riguarda l’andamento delle diverse famiglie
di prodotti, fungicidi ed erbicidi in particolare hanno registrato un consistente decremento in quantità del mercato, essendo di fatto i prodotti più interessati dall’introduzione di molecole innovative a bassi dosaggi d’impiego.
Le trasformazioni più significative per il settore riguardano
attualmente la pubblicazione di due importanti normative europee. Dal 14 giugno 2011 con l’applicazione del
nuovo Regolamento CE N. 1107/2009 viene disciplinata l’immissione in commercio degli agrofarmaci di nuova
registrazione, introducendo nuovi criteri di esclusione sulla base della classificazione di pericolo delle sostanze.
La Direttiva europea 2009/128/CE invece istituisce un
quadro per l’azione comunitaria ai fini di incentivare l’utilizzo sostenibile degli agrofarmaci.
Per quanto riguarda la sicurezza ambientale, l’Associazione è coinvolta nel Progetto europeo Topps (Training
of operators to prevent pollution from point sources),
co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito dei Progetti Life-Ambiente e dall’Associazione europea dei produttori di agrofarmaci (ECPA), con l’obiettivo di sensibilizzare gli agricoltori europei sull’importanza della prevenzione dell’inquinamento puntiforme da agrofarmaci,
e di promuovere contemporaneamente il corretto utilizzo degli stessi prodotti.
In Italia assistiamo anche al diffondersi di un significativo
mercato degli agrofarmaci illegali, stimato in circa 30 milioni
di euro, pari al 4% del mercato complessivo del settore.
L’utilizzo degli agrofarmaci illegali riveste un alto grado di
pericolosità per gli agricoltori e per l’ambiente. Per ridurre il fenomeno Agrofarma ha lanciato la campagna “Stop
agli agrofarmaci illegali”, attivando il numero verde 800913083 a cui si possono rivolgere tutti coloro che riscontrano casi sospetti.
Di fondamentale importanza sono state poi le iniziative
di formazione, come i workshop e i corsi, che l’Associazione ha organizzato e organizza per i Carabinieri dei
NAS, dei NAC e per i diversi attori della catena distributiva degli agrofarmaci.
Agrofarma sostiene infatti l’accordo firmato da Federchimica e dai carabinieri dei NAS volto a intensificare i controlli contro la contraffazione dei prodotti chimici, fornendo un costante supporto alle forze dell’ordine.
Sempre in ambito formativo, dal 2002 ECPA (European Crop Protection) ha lanciato il progetto “Uso sicuro”
per diffondere il corretto impiego dei dispositivi di protezione individuale. In Italia Agrofarma ha quindi elaborato,
con Confagricoltura e 3M, il progetto “Coltiva il tuo futuro” per promuovere la formazione degli operatori agricoli
sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e sull’uso sostenibile degli agrofarmaci.
www.agrofarma.it
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La chimica e i suoi settori
PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDI DI CHIMICA FARMACEUTICA
Il settore italiano dei principi attivi farmaceutici è tra i leader a livello mondiale ed è da decenni un punto di riferimento per quanto riguarda la qualità della sua produzione.
Pur in un momento congiunturale difficile per molti comparti industriali, grazie alla sua propensione all’export, il
settore riesce ad ottenere ancora risultati positivi valorizzando le caratteristiche intrinseche riconosciute dalla clientela internazionale ovvero competenza scientifica, elevata qualità e abilità processistica.
Il 3% del fatturato del settore è destinato alla ricerca ed è
investito nella ricerca applicata allo sviluppo per l’ottimizzazione dei processi. Si può stimare che il settore rappresenti il 10% delle spese in ricerca e sviluppo del totale
dell’industria chimica (includendo anche la farmaceutica).
La qualità del prodotto è ottenuta grazie alle tecnologie
utilizzate, ed è garantita dalla stretta ed obbligatoria osservanza delle GMP (Good Manufacturing Practices). L’osservanza delle GMP, a sua volta, è assicurata da periodici controlli di enti nazionali e internazionali competenti in materia (Agenzia italiana del farmaco e Food & Drug
Administration).
La grande capacità creativa di questo comparto viene
ad essere per lo più correlata ad una specifica competenza nel settore dell’ingegneria, facendo si che i produttori italiani di principi attivi abbiano rinomanza internazionale sia per la loro esclusività processistica, sia per
la loro grande capacità di effettuare lo “scaling-up” della
produzione industriale con grande efficienza, sicurezza,
qualità e rispetto dell’ambiente.
Le imprese italiane aderenti ad Aschimfarma hanno continuato ad intraprendere iniziative finalizzate a mantenere la leadership qualitativa del settore e consentire una
competizione “a parità di condizioni”, in particolare per
quanto concerne il “regulatory”.
La Direttiva sulla contraffazione (2011/62/UE pubblicata in data 1 luglio 2011 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea), che dovrà essere recepita nelle legislazioni
nazionali in 18/24 mesi dalla data di pubblicazione, non
prevede né ispezioni obbligatorie delle autorità regolatorie, né tracciabilità dei siti produttivi che realizzano i principi attivi commercializzati nell’Unione europea. La responsabilità per la verifica della conformità alle norme di buona fabbricazione delle sostanze attive importate è affidata alla “Persona qualificata” dell’azienda farmaceutica.
Pertanto anche la nuova Direttiva non garantirà che ogni
principio attivo utilizzato nella Comunità, prodotto in un
sito extra Ue, sia conforme alle GMP europee.
I produttori italiani di principi attivi si troveranno ancora a
competere in un mercato dove le regole sono differenti
nelle varie aree geografiche. Per contrastare la diffusione
di principi attivi di scarsa qualità (substandard) è opportuno che vengano effettuate ispezioni obbligatorie da parte
di autorità regolatorie europee ai siti di produzione extra
Ue, come già avviene per le unità produttive europee.
Con l’obiettivo di semplificare e snellire le procedure
amministrative tra AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e
imprese, sono stati individuati alcuni interventi di semplificazione prioritari che non impattano con i criteri di sicurezza, garanzia e tutela della salute pubblica. Le richieste di notifica proposte richiedono, in ogni caso, che le
imprese predispongano e facciano pervenire all’AIFA la
documentazione prevista nei relativi modelli autorizzativi. L’introduzione della notifica per i punti indicati consentirebbe, da un lato un rilevante snellimento per l’attività dell’AIFA, che potrebbe utilizzare al meglio le risorse
disponibili per aree più critiche, e dall’altro i produttori di
principi attivi disporrebbero di procedure già da tempo
in vigore in altri paesi europei.
Con l’obiettivo di favorire il trasferimento di cultura all’interno della filiera farmaceutica, l’Associazione ha intensificato i rapporti con AFI (Associazione Farmaceutici Industria) avviando iniziative su temi di comune interesse. Al
riguardo si è svolta una giornata di approfondimento sul
tema “Il contenimento nella lavorazione di sostanze attive e altamente attive”.
In collaborazione con l’Università di Pavia si è realizzato l’evento “cGMP approach and regulatory overview
applied to APIs focused on bio-products and semi-synthesis processes”.
Nel prossimo mese di settembre sarà organizzato un
evento con l’obiettivo di evidenziare l’importanza di considerare la qualità e la sicurezza come assets delle imprese e le relative spese come investimenti che rafforzano
l’immagine del settore.
Il “II Forum Aschimfarma”, che avrà luogo a Roma il prossimo 25 ottobre, servirà ad attirare l’attenzione delle autorità e della stampa sulle criticità del settore.
Nell’ambito delle manifestazioni fieristiche particolarmente
importante per il settore sarà il prossimo “CPhI Worldwide” di Madrid (9-11 ottobre).
www.aschimfarma.it
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Seconda parte
chimica fine e delle specialitÁ
Il comparto degli additivi e ausiliari, della chimica fine e
delle specialità per l’industria, riveste grande importanza nel trasferire nei settori di consumo finale le innovazioni che nascono nella filiera chimica.
L’industria della chimica delle formulazioni assume una
rilevanza fondamentale in Italia perché i settori finali sono
quelli dei distretti manifatturieri del made in Italy, che
costituiscono quel tessuto di piccole imprese che rappresentano i veri mercati trainanti dell’economia italiana.
Di qui una fortissima e crescente specializzazione dell’industria chimica italiana in questi settori, sia di piccole aziende, sia di medie aziende, sia di grandi imprese
a capitale estero che trovano in Italia i cosiddetti “trend
setter” (gli utilizzatori più all’avanguardia).
Quello delle formulazioni è quindi sempre più l’ambito in
cui nella chimica italiana si dà il valore aggiunto, soprattutto nella capacità di fornire risposte “customizzate”,
prodotti su misura, studiati per le esigenze del cliente; in questa capacità, grazie all’imprenditorialità che ci
caratterizza, le imprese italiane sono le migliori al mondo.
Le aziende del settore stanno soffrendo un momento
drammatico di crisi dovuta principalmente all’aggressione
del far east, i cui mercati in salute fanno lievitare i costi
delle materie prime in Europa. L’industria si vede quindi costretta a maggiori sforzi imprenditoriali per passare
da un’innovazione di processo a un’innovazione di prodotto, che si identifica con l’innovazione del contenuto
tecnologico chimico.
Ma in questa fase congiunturale le imprese del comparto stanno sperimentando che questa innovazione non
basta più, sono i clienti a chiedere di più, poiché vogliono vera innovazione. Il forte e duraturo aumento delle
materie prime non riesce più a essere traslato a valle,
a meno che non si parli di vere “specialties”. Le “specialties” di ieri sono sempre più le commodities di oggi,
i clienti sono disposti a pagare di più solo se l’aumento di prezzo causato dagli aumenti delle materie prime
corrisponde a un nuovo contenuto tecnologico che sia
davvero innovativo.
A monte il mercato è concentrato e le imprese hanno
una dimensione medio/grande con una forte presenza di
società multinazionali sul mercato italiano con unità produttive o con uffici commerciali/distributori, mentre risulta più limitata la presenza di società italiane. A valle alcuni settori presentano anche una moltitudine di imprese
medio/piccole che nel complesso ricoprono un ruolo di
grandissima importanza rispetto ai concorrenti europei.
Gli additivi e ausiliari sono prodotti chimici realizzati
“mescolando” opportunamente numerosissime sostanze, diverse sia per natura, sia per provenienza. Le formulazioni ottenute sono quindi utilizzate congiuntamente
per conferire al prodotto finito caratteristiche particolari
richieste dal mercato sugli articoli destinati al consumo.
La gamma di funzioni svolte dai formulati è vastissima e
ogni formulato è estremamente specifico: per questo si
considerano anche come specialità chimiche.
I prodotti di chimica fine, ovvero alcune delle principali
materie prime per l’industria degli additivi e degli ausiliari, sono invece ottenuti prevalentemente per sintesi e,
per similitudine, ricoprono un ruolo affine a quello che
additivi e ausiliari assumono per i settori manifatturieri.
Quindi, la vasta gamma degli additivi e ausiliari specialty, necessaria per soddisfare le esigenze provenienti dai
settori “finali”, a sua volta utilizza innumerevoli intermedi,
principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine, insieme alle materie prime provenienti dalla chimica di base.
L’importanza del comparto è testimoniata dalle dimensioni strutturali; l’industria della chimica fine e quella della chimica delle formulazioni (rappresentate in Aispec dai Gruppi: intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine; additivi e ausiliari per industria tessile, cartaria,
conciaria e per il trattamento delle acque; additivi e ausiliari per materie plastiche, elastomeri, coating e altri) presentano un fatturato di circa 2.800 milioni di euro, impiegando oltre 6.500 addetti in circa 130 imprese associate.
Per i comparti della chimica fine e specialistica che si
rivolgono ai settori industriali, a una prima parte dell’anno moderatamente positiva è seguito un forte e diffuso
ridimensionamento della domanda condizionato anche
da fenomeni di destoccaggio da parte dei clienti.
Nonostante il rallentamento nella parte finale del 2011,
per gran parte dei segmenti l’export è stato e rimarrà un
importante motore di crescita.
Tra gli aspetti di criticità, si evidenzia il rincaro forte e
generalizzato delle materie prime, con conseguenti pressioni sui margini. Permangono inoltre problemi di liquidità nelle varie filiere e situazioni di crisi strutturale tra le
imprese clienti.
www.aispec.it
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La chimica e i suoi settori
ADDITIVI E AUSILIARI PER LA DETERGENZA E PRODOTTI OLEOCHIMICI
È questo un settore della chimica destinato ai prodotti
di largo consumo, infatti ciascun gesto della nostra vita
quotidiana è accompagnato da molti prodotti che contengono sostanze chimiche come gli additivi e gli ausiliari per la detergenza. Ad esempio, in casa al lavoro e
negli ambienti in cui viviamo utilizziamo prodotti chimici
che rendono la nostra vita più semplice e sicura, garantendoci igiene e pulizia, questi sono i prodotti detergenti e le formulazioni contenenti tensioattivi. In particolare,
quest’ultimi, sono molecole molto eclettiche presenti sia nei detergenti per la casa, sia nei prodotti per la
cura della persona, come shampoo e bagnoschiuma.
I tensioattivi per la loro natura chimica e fisica sono in
grado di intrappolare lo sporco e le impurezze da una
superficie (per esempio dalla pelle e dai capelli), queste
molecole infatti sono costituite da due frazioni: una lipofila, che li rende affini allo sporco e al grasso in genere, e
una idrosolubile che gli permette di sciogliersi nell’acqua.
La frazione lipofila può essere di natura petrolchimica o
naturale (vegetale o animale).
I tensioattivi hanno inoltre proprietà disperdenti ed emulsionanti e sono pertanto impiegati in numerosi altri comparti, quali ad esempio il tessile, il cuoio, la carta e la
plastica.
La caratteristica principale di un tensioattivo è quella di
abbassare la tensione superficiale di un liquido, agevolando la “bagnabilità” delle superfici o la miscibilità tra
liquidi diversi. In un prodotto detergente vi è una combinazione di tensioattivi e la presenza di altre sostanze, di
origine sia organica sia inorganica, appositamente studiata, che è in grado di esaltarne il potere detergente.
In generale i tensioattivi possono essere suddivisi, in
base alla loro natura e funzione, in tre categorie: prodotti di detergenza (tensioattivi, betaine, biocidi. etc.), prodotti di polimerizzazione (alcol e acidi carbossilici etossilati, etc.), prodotti tensioattivi (di origine naturale ottenuti dalla condensazione di acidi grassi derivanti da olio di
cocco o palma e idrolizzati proteici cereali, amidi, esteri fosforici, etc.).
Il settore si identifica nel Gruppo ausiliari per la detergenza, tensioattivi e prodotti oleochimici di Aispec, costituito da 33 imprese operanti in Italia, con un fatturato di
540 milioni di euro. Vi sono multinazionali che operano
su larga scala e piccole medie imprese che commercializzano ausiliari per la detergenza (alcoli grassi etossilati, acidi grassi etossilati, etc.) e additivi (sequestran-
ti, chelanti, enzimi, etc.), nonché imprese oleochimiche
che forniscono materie prime di origine naturale per la
catena lipofila del tensioattivo, in particolare derivanti da
olio di palma e grasso animale fuso.
Il settore, a livello normativo, si deve confrontare non solo
con i Regolamenti REACH e CLP, ma anche con normative generali come rifiuti ed emissioni in ambiente e con
disposizioni che l’Europa sta attuando in tema di energia,
in particolare quella prodotta a partire da fonti rinnovabili.
Dal momento che gli oli vegetali e il grasso animale sono
considerati biomasse e l’Europa, attraverso incentivi e
sovvenzioni, ne promuove l’impiego per produrre energia
e biocarburanti, l’industria oleochimica ha meno disponibilità di materia prima e quindi si trova in periodo di crisi.
Tale approccio potrebbe anche essere in contraddizione con altri principi della strategia Europa 2020, volti a
promuovere lo sviluppo di prodotti chimici come i biotensioattivi e bio-solventi. Questa tematica rivestirà nei
prossimi anni grande interesse ed attenzione dell’associazione europea CESIO, alla quale alcune aziende
aderiscono direttamente o attraverso il settore nazionale P.I.T.I.O. (Prodotti Industriali Tensioattivi e Intermedi
Organici), in quanto ad oggi la maggioranza dei tensioattivi disponibile è di sintesi chimica e di origine petrolchimica, e non di origine naturale. L’attività prioritaria del
CESIO sarà quella di monitorare la definizione di bio-tensioattivo nei gruppi di lavoro CEN (European Committee
for Standardization) attraverso la partecipazione attiva dei
propri rappresentanti.
Un’altra attività in cui il Gruppo, a livello nazionale, e il
CESIO a livello europeo, è e sarà coinvolto anche in futuro, riguarda la promozione di classificazioni armonizzate di tensioattivi e intermedi organici. È emerso, infatti,
in seguito alla pubblicazione dell’inventario ECHA delle
classificazioni ed etichettature ai sensi del Regolamento CLP, che per una stessa sostanza, si possono avere diverse proposte di classificazione.
Pertanto, al fine di armonizzare la classificazione delle
sostanze di interesse, il CESIO si farà promotore di divulgare alle imprese associate le classificazioni stabilite dai
consorzi REACH per le sostanze soggette alla prima e
seconda fase di registrazione, e di spiegare, attraverso
pubblicazioni mirate su riviste scientifiche, come si è arrivati all’attuale classificazione CLP per sostanze complesse trattate dal settore (per esempio gli alcool etossilati).
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Seconda parte
INGREDIENTI COSMETICI, ADDITIVI FARMACEUTICI E FRAGRANZE
Un prodotto cosmetico è la formulazione di molti ingredienti e sostanze diverse per natura, per caratteristiche e per proprietà chimico-fisiche e processi produttivi. Tra questi ingredienti troviamo l’acqua, i tensioattivi,
i coloranti, i polimeri, i pigmenti e gli emollienti (sostanze grasse), gli estratti naturali, i filtri solari, i principi funzionali e le fragranze. In particolare, la fragranza è quella molecola che agisce sui recettori olfattivi impartendo
una specifica “nota”, un profumo a moltissimi prodotti, tra cui quelli di cosmetica e profumeria, quelli per la
pulizia della casa, i detersivi, i deodoranti per ambiente
e gli oggetti profumati. Anche in alcune di queste applicazioni, come ad esempio i profumi e i deodoranti per
ambiente, è la fragranza, da sola, che crea l’identità
del prodotto e ne determina il successo commerciale.
In Italia nel campo delle fragranze operano sia imprese di piccola-media dimensione legate al territorio (ma
con importanti rapporti con il mercato internazionale), sia sedi italiane di grandi gruppi multinazionali, che
lavorano su ampia scala. Le imprese di questo settore aderiscono al Gruppo aromi e fragranze di Aispec,
che rappresenta entrambi i comparti, in quanto storicamente molte materie prime erano impiegate con il
duplice scopo di aroma e fragranza (p. e. oli essenziali ed estratti vegetali).
Le materie prime per l’industria cosmetica, incluse le
fragranze, in quanto sostanze chimiche, devono rispettare le normative generali REACH e CLP, nonché le
disposizioni specifiche della Direttiva e del Regolamento Cosmetici 1223/2009/UE. Quest’ultimo verrà adottato completamente e sostituirà la Direttiva cosmetici
a luglio 2013.
Inoltre, le imprese che producono fragranze devono
rispettare il codice di autoregolamentazione dell’IFRA
(International Fragrance Association), associazione a
cui il Gruppo aderisce, al fine di offrire al consumatore
prodotti sempre più sicuri.
Gli ingredienti cosmetici sono continuamente studiati
e valutati a livello europeo dal Comitato Scientifico sulla sicurezza dei Consumatori (SCCS). In particolare, il
nuovo Regolamento pone l’accento anche sul linguaggio pubblicitario dei prodotti finiti e affida alla Commissione europea la redazione di una linea guida che evidenzi i principali criteri da rispettare, in modo da non
confondere i consumatori.
Una delle sfide che il settore cosmetico, in particolare le
materie prime, rappresentato dal Gruppo Mapic di Aispec
(36 aziende, fatturato di 220 milioni di euro) sta affrontando, riguarda l’implementazione del divieto sulla sperimentazione animale.
Da marzo 2009 non è più possibile testare su animali gli
ingredienti cosmetici in Europa e da marzo 2013 il divieto
si estenderà anche alla commercializzazione di cosmetici contenenti ingredienti testati su animali in paesi extraUe. Il Regolamento prevede il divieto assoluto di commercializzare prodotti contenenti ingredienti testati su animali anche per quegli “end-point” più complessi (tossicità a dose ripetuta, tossicocinetica, tossicità riproduttiva
e cancerogenicità). Tuttavia, nonostante gli sforzi fatti e i
progressi ottenuti, non saranno disponibili metodi alternativi per la valutazione di questi end-point tossicologici per marzo 2013.
Il ricorso esclusivo a metodi alternativi richiede, infatti, ancora sviluppo di conoscenze scientifiche per permettere a
queste metodologie di garantire tutti gli aspetti di sicurezza sia del prodotto cosmetico, sia degli ingredienti in esso
contenuti, a tutela della salute dei consumatori, che è una
priorità per il legislatore e per tutto il mondo cosmetico.
Un’altra sfida per il settore è rappresentata dal suo sviluppo in modo sostenibile, in particolare, si pone l’accento sull’uso efficiente delle risorse, sul controllo e riduzione degli impatti sull’ambiente, sulla riduzione della pericolosità e ancora sulla progettazione di processi e sistemi efficienti, promuovendo la ricerca e l’innovazione per
sviluppare processi, prodotti e servizi a sempre minore
impatto ambientale. Alcune imprese associate si stanno già muovendo in questa direzione tramite l’impiego di
biotecnologie innovative (estrazioni standard per ottenere cellule staminali vegetali, catalisi enzimatica e conversione enzimatica) in grado di sostituire la produzione tradizionale, con una diminuzione dei passaggi di produzione, un risparmio d’acqua, una riduzione di solventi organici e di rifiuti ottenendo prodotti con caratteristiche volute e
richieste e con elevati standard di purezza. Per le imprese che si affacciano solo ora a questa nuova opportunità è stato recentemente costituito in Aispec il Gruppo
di lavoro ecologia industriale, strettamente correlato con
quello a livello europeo (WG EFfCI Sustainability and carbon foot printing) che svilupperà una posizione per supportarle, delineando i passi da compiere per muoversi in
questa direzione.
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La chimica e i suoi settori
CHIMICA PER IL SETTORE ALIMENTARE
Il contributo della chimica alla filiera alimentare viene da
particolari ingredienti specialistici: aromi, additivi, coadiuvanti tecnologici, enzimi, amidi, ingredienti nutrizionali.
L’industria alimentare è un settore trainante dell’economia
italiana e le imprese degli ingredienti specialistici hanno
un ruolo importante nel tessuto industriale nazionale. Tali
aziende non sono uniformabili in un’unica tipologia: piccole-medie imprese storicamente presenti o più recenti sono affiancate a filiali di gruppi multinazionali. Queste
realtà operano sul mercato italiano e internazionale, valorizzando tradizione e innovazione del complesso panorama dell’industria alimentare.
Le imprese del settore degli additivi alimentari e coadiuvanti tecnologici in Federchimica sono 25, con un fatturato di circa 350 milioni di euro. Il mercato nell’ultimo periodo presenta cambiamenti importanti nella sua struttura,
con l’uscita di scena di alcune piccole e medie imprese.
L’export è trainante, nonostante ci si aspetti nel 2012 un
calo della domanda da paesi emergenti.
La rinnovata legislazione europea differenzia gli additivi in
categorie funzionali e ciò si rispecchia nell’etichettatura del
prodotto finito, cui il consumatore presta sempre grande
attenzione. L’indicazione della loro presenza è obbligatoria con il cosiddetto “Numero E”, che li identifica univocamente. Le norme europee prevedono un monitoraggio
tossicologico in funzione dell’apporto dalla dieta e sulla
base di tali osservazioni sono adottati provvedimenti che
stabiliscono dosi massime di utilizzo sicuro.
L’opinione pubblica è spesso diffidente nei confronti degli
additivi, soprattutto per scarsa conoscenza. Va sottolineato infatti che il loro utilizzo è permesso dalla legge solo
quando di beneficio al consumatore, tecnologicamente
necessario, alle dosi stabilite, dopo attenti controlli delle
autorità europee preposte.
L’amido, prodotto da cereali, è sia un ingrediente impiegato direttamente nei prodotti alimentari, sia una materia
prima da cui ricavare altri ingredienti specialistici (es. maltodestrine, glucosio e da esso acidi organici, polioli e altri).
Le tre imprese del settore amidi e derivati associate a
Federchimica, hanno un fatturato di oltre 400 milioni di
euro e impiegano più di 500 addetti; attraverso la loro attività trasformano un semplice chicco di mais in una miriade di prodotti chimici specialistici di ampio utilizzo.
Gli aspetti critici del settore riguardano i prezzi delle materie prime cerealicole, influenzati sempre più dal loro impie-
go anche a scopi energetici, nonché il costo dell’energia,
poiché gli impianti di produzione ne necessitano in grande quantità. Il settore è particolarmente attento ai riflessi
della futura revisione della PAC (politica agricola comunitaria), prevista per il 2014.
Gli aromi derivano da materie prime naturali o possono
essere sostanze di sintesi chimica. In ogni caso per legge devono rispondere a requisiti di purezza, sicurezza e
innocuità per il consumatore. Le definizioni riportate sull’etichetta degli alimenti sono legate all’origine dell’aroma in
essi contenuto, soprattutto nella definizione di naturalità
che, mediante diverse denominazioni, permette al consumatore di avere la massima informazione possibile.
La revisione della lista delle sostanze aromatizzanti
ammesse, attesa per la fine del 2012, armonizzerà completamente la situazione europea mettendo tutte le imprese sullo stesso piano di competitività.
Il settore degli aromi ha risentito di una lieve contrazione dei consumi interni negli ultimi mesi del 2011, tuttavia
può contare sull’export alimentare per limitare l’impatto
negativo del calo della domanda interna. Le 40 imprese
del settore associate a Federchimica sono sia sedi italiane di multinazionali, sia PMI locali, con un fatturato di circa 170 milioni di euro.
Il settore delle materie prime per integratori alimentari e
alimenti funzionali è rappresentato in Federchimica da 18
imprese del gruppo Miaf.
L’addizione di vitamine, minerali, probiotici o altri ingredienti nutrizionali mette a disposizione alimenti arricchiti destinati a tutti o a chi ha diverse esigenze nutrizionali. Occorre ricordare però che gli integratori, nonostante la percezione di alcuni consumatori, sono alimenti e non farmaci.
Il regolamento 1924/2006/CE stabilisce che le indicazioni nutrizionali e salutistiche in etichetta degli alimenti devono essere autorizzate e supportate da informazioni scientifiche di alto livello. Le autorità europee però,
con un approccio alle norme più medico che alimentare, rischiano di deprimere un settore dinamico che, negli
anni, garantiva trend positivi in controtendenza con la
congiuntura generale.
Nel 2011 si è presentata tuttavia una contrazione dell’economia che ha rallentato l’entrata di nuovi prodotti sul
mercato e non ci si aspetta un miglioramento imminente. Il panorama estero, soprattutto est europeo, rappresenta un’opportunità di espansione del settore, grazie a
dinamiche più favorevoli e maggiori potenzialità di crescita.
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Seconda parte
OLI LUBRIFICANTI
La funzione fondamentale di un olio lubrificante è ridurre
l’attrito tra organi meccanici in movimento relativo, grazie
all’azione di una pellicola fluida o semifluida.
Vi sono però moltissime altre applicazioni di questi prodotti, che si traducono in una vastissima gamma di formulazioni, tutte costituite “additivando” con sostanze e formulati chimici un olio base, a sua volta ottenuto dalla prima
raffinazione del petrolio o dalla rigenerazione di oli usati.
Per formulare un prodotto finito ad alte prestazioni occorrono una base di elevata qualità e al tempo stesso additivi
in grado di conferire al prodotto la sua specifica funzione.
La competitività del settore è fortemente minata dal pesante regime fiscale cui è sottoposto, caratterizzato da due
imposte pressoché uniche in Europa: la Robin Hood Tax
e l’imposta di consumo.
La Robin Hood Tax, concepita nel 2008 per tassare i maggiori profitti delle compagnie petrolifere e quindi impropriamente applicata agli oli lubrificanti, la cui produzione non è
integrata con il ciclo del petrolio, è stata recentemente inasprita (con la maggiorazione dell’aliquota Ires al 10.5%) ed
estesa anche a imprese di dimensioni medio-piccole con
l’abbassamento della soglia di fatturato a 10 milioni di euro.
Nei principali settori di sbocco del comparto, industria
e autotrazione, la costante ricerca di soluzioni innovative volte al miglioramento di prestazioni ed efficienza non
si concentra più solo sull’aumento della vita media e del
potere lubrificante dell’olio, ma anche su risparmio, efficienza energetica e basso impatto ambientale, in linea
con i requisiti delle recenti normative europee di sicurezza prodotto.
Quasi ogni attività economica necessita di un prodotto di
questo settore, in cui infatti si annoverano le società petrolifere e alcune multinazionali chimiche, orientate a un’ottica
del lubrificante come “large commodity”, oltre a numerose aziende specializzate di piccole e medie dimensioni,
che invece lo concepiscono come una specialty, focalizzandosi sulla ricerca delle soluzioni più soddisfacenti per
una clientela di nicchia.
L’imposta di consumo affligge invece il settore da oltre 60
anni. Oltre ad essere iniqua, è anche altamente inefficiente, in quanto ha generato un intricato sistema di adempimenti e controlli che gravano su ogni fase della produzione e della commercializzazione del prodotto, senza tuttavia impedire i fenomeni di evasione ed elusione fiscale, che sono al contrario molto frequenti soprattutto sulle
importazioni e sui piccoli volumi, riducendo la competitività dei produttori nazionali e creando inaccettabili fenomeni di concorrenza sleale sul mercato interno.
Pertanto, le imprese del settore portano avanti, attraverso Federchimica e l’associazione di categoria di riferimento, il Gail (Gruppo aziende industriali della lubrificazione),
una campagna di sensibilizzazione che mira all’eliminazione dell’imposta di consumo, che potrebbe anche passare, nel breve termine, per una radicale semplificazione
degli oneri amministrativi connessi alla gestione del tributo.
In Italia vi sono un centinaio di operatori, inclusi alcuni distributori che hanno una piccola attività produttiva. Il comparto occupa circa 3.000 addetti, di cui circa 1.800 sono
“blendatori”, mentre gli altri si frammentano fra società
commerciali che ri-etichettano e rappresentanti esclusivi
di marchi stranieri. Nel 2011 si stima che il settore abbia
realizzato un fatturato pari a 1,2 miliardi di euro.
Dopo il parziale recupero del 2010 (con volumi in crescita del 10% rispetto al 2009), nel 2011 i consumi sono
complessivamente calati dell’1%, superando di poco le
430.000 tonnellate. Il calo, molto limitato per quanto riguarda gli oli ad uso autotrazione (-0.5%), è stato invece particolarmente rilevante per gli oli ad uso industriale (-17%),
con un’inversione totale di tendenza rispetto al 2010.
A giudicare dai primi mesi del 2012 purtroppo, il trend
negativo sembra destinato a continuare, soprattutto per
il comparto autotrazione.
Il Gail raggruppa 32 aziende, per oltre 1.100 addetti, la
composizione del Gruppo è estesa e fortemente eterogenea per dimensione e attività, con moltissime realtà medio
piccole accanto ad importanti multinazionali, imprese produttrici di basi lubrificanti da raffinazione e da rigenerazione di oli usati accanto a produttrici di lubrificanti finiti e di
additivi; tutti questi operatori vedono però nell’Associazione
un importante punto di riferimento, luogo di aggregazione
e produttivo confronto sui problemi settoriali.
Il Gail assicura infatti costantemente ai propri associati un’intensa attività di rappresentanza e tutela, servizio
e consulenza sulle svariate tematiche del settore, principalmente di natura fiscale e tecnica, sia attraverso i propri Comitati e gruppi di lavoro, sia attraverso una costante
collaborazione con l’associazione europea di riferimento,
la UEIL (Independent Union of the European Lubricants
Industry), di cui è socio fondatore.
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La chimica e i suoi settori
ABRASIVI
L’Italia rappresenta uno dei maggiori mercati di riferimento per il settore degli abrasivi a livello internazionale ed il
settore è caratterizzato da due principali produzioni: abrasivi flessibili (carte, tele, fibre) e abrasivi rigidi. Gli abrasivi rigidi si suddividono a loro volta in mole convenzionali
vetrificate (a legante inorganico ceramico) e mole troncatrici e a centro depresso (a legante organico resinoide).
Nel panorama nazionale si contano alcune grosse multinazionali e molte realtà medie o medio-piccole italiane. Il
settore vede impegnati una quarantina di operatori, concentrati soprattutto in Lombardia, Piemonte e Veneto, e
dà lavoro a oltre 2.000 addetti.
Nel 2011 il mercato italiano degli abrasivi ha continuato
con un trend positivo (+5%), anche se globalmente meno
accentuato rispetto al forte recupero del 2010 (+18%).
Va però segnalato che, a fronte della sostanziale invarianza del segmento dei flessibili e di una crescita contenuta per le mole a legante organico nel loro complesso (+3.6%), gli abrasivi convenzionali hanno registrato un
forte aumento (+12.6%).
Le vendite di abrasivi in Italia si stimano pari a circa 255
milioni di euro nel 2011. I flessibili rappresentano la quota maggiore (55%), seguiti dai convenzionali (25%) e dalle mole a legante organico (20%).
Anche l’export è cresciuto (+1.7%) ed è pari a circa 124
milioni di euro, più del 30% del fatturato globale, ma la
crescita dipende esclusivamente dagli ottimi risultati del
segmento degli abrasivi convenzionali (+17%), mentre la
quota delle mole a legante organico è rimasta immutata
e i flessibili sono leggermente calati (-2.1%).
I livelli di attività rimangono comunque distanti dai livelli pre-crisi e anche per il 2012 non è pensabile un pieno
recupero. Infatti, le prospettive per i principali settori clienti degli abrasivi, edilizia, meccanica e auto, non appaiono
brillanti, anzi, date la recessione generale e la grave crisi
dei consumi in atto, è in corso per essi una nuova fase
difficile dal lato della domanda.
In questo ambito la raccolta, l’elaborazione e la corretta
diffusione dei dati statistici nazionali del comparto si confermano un servizio da parte dell’Associazione di categoria molto utile agli operatori e un valido strumento per
valutare l’andamento dei mercati di riferimento.
In un contesto di domanda debole come quello attuale desta ancora più preoccupazione il trend delle materie prime, ancora in crescita nel 2011 e inizio 2012. È
proprio l’elevato costo delle materie prime e soprattutto
dell’energia a pesare maggiormente sui costi di produzione, sensibilmente più alti rispetto a quelli sostenuti dai
competitor comunitari.
A questo grave fattore di penalizzazione si somma la concorrenza orientale, che negli ultimi anni ha invaso il mercato europeo con produzioni a basso costo e marchi contraffatti. Attraverso l’associazione europea di riferimento,
la FEPA, l’associazione nazionale di categoria vigila sulle misure di tutela del mercato adottate dall’Ue in tal senso, proponendo, quando necessario, soluzioni alternative: ad esempio l’introduzione di dazi antidumping è uno
strumento da usarsi con cautela, poiché se applicati su
alcune materie prime provenienti dalla Cina finirebbe per
favorire l’ingresso nel territorio comunitario di prodotti finiti cinesi non soggetti a dazi e quindi avvantaggiati nella
concorrenza diretta con i prodotti europei.
Le imprese italiane del comparto presentano però nei confronti della concorrenza estera a basso costo alcuni fattori
di successo importanti: crescenti standard di qualità e sicurezza, innovazione di prodotto, automazione e know how.
Lo sviluppo di prodotti ad alto valore prestazionale si combina cioè sempre con l’impegno per garantire, e se possibile migliorare, la sicurezza del prodotto per l’utilizzatore. A questo scopo si rende necessario un monitoraggio
costante delle attività di normazione di UNI, CEN e ISO,
ovvero dell’aggiornamento degli standard tecnici internazionali che determinano i requisiti di sicurezza, i test e i
metodi di prova dei prodotti.
In questo senso l’Associazione è fondamentale nell’affiancare e assistere le imprese nel controllo delle modifiche ai
testi proposte, nel coordinamento, anche attraverso l’associazione europea FEPA, con gli altri Stati membri, nei
processi di votazione relativi agli standard.
Il Gruppo abrasivi, che raduna ad oggi in Aispec 24 imprese, per un totale di circa 1.600 addetti, raggruppa i maggiori produttori dell’industria nazionale di abrasivi (rigidi e
flessibili) e rappresenta all’incirca l’80% del mercato, per
un fatturato annuo di quasi 380 milioni di euro.
Federchimica continua a giocare un ruolo chiave nell’assistenza e nella rappresentanza delle specifiche necessità del comparto, attraverso la lobby e i rapporti con le istituzioni, l’assistenza sull’applicazione del Contratto sindacale e naturalmente il supporto tecnico nell’applicazione
delle normative di sicurezza prodotto, salute, ambiente,
sicurezza e igiene del lavoro.
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SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI, OSSIDI METALLICI
Il settore comprende la produzione di smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria ceramica (piastrelle,
stoviglieria, sanitari, etc.) e, in misura minore, nell’industria meccanica (soprattutto per finitura superficiale di
elettrodomestici e prodotti per la casa). Esso include
anche alcune aziende produttrici di ossidi metallici che
trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica per la realizzazione di pigmenti e fritte e nella composizione di prodotti
antiruggine e di stabilizzanti.
linea generale esse sono volte allo studio delle problematiche inerenti alla classificazione, all’etichettatura e
all’imballaggio delle sostanze e dei preparati pericolosi.
I colorifici sono prevalentemente ubicati nell’area di
Sassuolo. Il comparto costituisce, insieme ai costruttori di macchinari e ai produttori di piastrelle, il terzo attore necessario alla creazione di piastrelle da pavimento e rivestimento.
Nell’ambito delle attività promosse per l’Anno internazionale della Chimica, il settore dei colorifici ceramici
non ha perso l’occasione di essere protagonista del
progetto “Fabbriche Aperte” che ha permesso l’apertura di ben sette stabilimenti e ha contato più di mille
partecipanti. Tutta la cittadinanza ha così avuto la possibilità di visitare alcuni importanti impianti del distretto, di conoscere i prodotti e il loro contributo alla qualità della vita, così come le tecnologie utilizzate a tutela
dell’ambiente, della sicurezza industriale e della salute.
Le più importanti multinazionali del settore hanno in Italia filiali e stabilimenti che, data la rilevanza strategica del
mercato, rivestono un ruolo spesso determinante per la
stessa capogruppo. Tali aziende sono un significativo
esempio di chimica al servizio della ceramica, alla quale viene fornito il vero valore aggiunto che permette al
prodotto italiano di eccellere su tutti i mercati mondiali. Il processo di studio e ricerca nell’applicazione dello
smalto riveste un ruolo fondamentale per la ceramica.
Questi aspetti sono il vero punto forte dei colorifici, che
effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e
spesso in percentuale superiore a quelli delle aziende
chimiche tradizionali. Tale processo di affinamento dei
prodotti, associati ai necessari servizi forniti per l’applicazione dei medesimi, ha ormai spostato il settore verso le specialità. In effetti il colorificio, quale fornitore di
ricerca ed estetica, spesso all’atto della presentazione
del proprio prodotto propone la piastrella finita e non un
intermedio chimico. Le forti concentrazioni e le acquisizioni tra colorifici avvenuti negli ultimi anni dimostrano che le aziende del settore sono abituate a competere a livello globale. La competitività, soprattutto con
la Spagna, ha avuto un ruolo fondamentale nella riorganizzazione di un settore che, spesso per necessità,
ha dovuto reinventarsi e che ha permesso con la propria ricerca di fare crescere il mondo della piastrella.
Le attività più importanti promosse dall’Associazione,
sono indirizzate in materia ambientale e di sicurezza; in
Nel corso del 2011, Ceramicolor ha proseguito le attività per gestire l’implementazione del REACH e sono
state seguite con estrema attenzione le normative a
valle, tra cui quelle relative alla gestione dei rifiuti, ai
grandi rischi e all’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control).
E, per rendere ancora più efficace l’attività iniziata con
Fabbriche Aperte, è stata promossa un’attività specifica rivolta alle scuole medie inferiori e superiori, per presentare agli studenti il mondo della chimica, l’importanza della scienza chimica nella vita quotidiana e tutte le
opportunità professionali offerte dall’industria chimica in
Italia. Nello specifico, è stato presentato un breve quadro delle attività dei colorifici ceramici, per mostrare ai
ragazzi tutto il percorso di produzione di queste aziende, che operano principalmente nel distretto.
Sempre all’interno della collaborazione con le scuole,
Ceramicolor, in collaborazione con Confindustria Ceramica, ha promosso un corso di formazione dedicato
agli studenti più meritevoli del quarto anno dell’Istituto
Tecnico Industriale “E. Fermi” di Modena con l’obiettivo di contribuire attivamente alla formazione dei giovani per introdurli al mondo del lavoro.
Infine Ceramicolor ha organizzato, in collaborazione con
Confindustria Ceramica, il convegno “A cosa pensano gli architetti quando progettano”, dove ha presentato una ricerca, commissionata dalle due associazioni a GfK Eurisko, sulla figura dell’architetto italiano quale protagonista in molteplici progetti di grandi building
e interior design, nei quali sono presenti le piastrelle di
ceramica e gli altri materiali sostitutivi.
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La chimica e i suoi settori
ADESIVI E SIGILLANTI
Il settore degli adesivi e sigillanti rappresenta produzioni destinate ad una grande varietà di applicazioni:
edilizia, cartotecnica, imballaggio, mezzi di trasporto,
legno e arredamento, calzature, pelletteria e fai-date sono alcuni esempi.
La dinamica di mercato del comparto nel 2011 ha
registrato un andamento negativo, in termini quantitativi, per tutti i settori di destinazione. Il fatturato, su
base annua, è cresciuto, ma si è trattato semplicemente di un parziale, modesto recupero dell’aumento
dei costi delle materie prime. I margini reddituali sono
risultati del tutto insoddisfacenti.
I motivi di preoccupazione, evidenti già a partire dal
2010, si sono acuiti per tutto il 2011: le imprese hanno dovuto misurarsi, ancora una volta, con l’andamento al rialzo delle materie prime ed i casi di shortage registrati per molte di esse.
Il problema dell’accesso al credito, più volte drammaticamente denunciato per tutto il 2011, in particolare
da parte delle piccole e medie imprese, è un fattore che non ha ancora esaurito i suoi effetti potenzialmente devastanti. La carenza di liquidità ha assunto
proporzioni senza precedenti, malgrado gli sforzi della Banca Centrale Europea per arginare il fenomeno.
La situazione estremamente critica in cui le imprese
devono operare è ulteriormente aggravata dal ritardo
dei pagamenti sia da parte delle pubbliche amministrazioni, sia da parte del settore privato.
Il rallentamento dell’economia dei principali paesi europei spinge le imprese a focalizzarsi maggiormente
sui mercati emergenti extra europei quali Cina, India,
Russia e Brasile.
Un ulteriore particolare aspetto del REACH, emerso a
partire dalla fine del 2011, riguarda le attività ispettive
da parte dell’Autorità competente nazionale.
Il Gruppo adesivi e sigillanti a tal riguardo ha organizzato un workshop espressamente dedicato all’illustrazione delle prime esperienze aziendali in materia,
nello spirito di offrire alle imprese associate uno strumento concreto di confronto.
L’attività associativa ha comunque mantenuto il suo
dinamismo, i rappresentanti delle imprese associate hanno periodicamente partecipato alle riunioni del Comitato Tecnico Avisa, l’ambito naturale in
cui si discutono le tematiche di maggiore interesse
di carattere tecnico-legislativo tra cui figurano argomenti quali REACH, CLP, biocidi, nanomateriali, solo
per citarne alcuni.
L’implementazione del Regolamento REACH, in particolare per quanto riguarda le schede dati di sicurezza, ha comportato l’attivazione di una apposita task
force incaricata di redigere schede dati di sicurezza
estese, complete degli scenari di esposizione, per
supportare le imprese associate.
Il settore adesivi e sigillanti per il legno e l’arredamento, nel quadro delle iniziative di formazione e divulgazione tradizionalmente condotte, ha realizzato una
tavola rotonda dal titolo “Sostenibilità: la leva competitiva per lo sviluppo della filiera del legno e arredamento” in occasione del SICAM (Salone Internazionale
Componenti, Semilavorati e Accessori per l’Industria
del Mobile), lo scorso 21 ottobre 2011 a Pordenone.
La tematica relativa al contatto con gli alimenti ha
determinato il riavvio dei lavori del settore adesivi e
sigillanti per cartotecnica e imballaggio. I continui sviluppi di carattere legislativo sull’argomento richiedono ampia attenzione per le implicazioni che ne derivano per le imprese associate attive in tale segmento di mercato.
È proseguito l’impegno di Avisa nel progetto CAST,
condotto sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità. La prima fase del progetto ha
condotto alla redazione di “Linee guida per l’applicazione del Regolamento 2023/2006/CE alla filiera dei
materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti”.
Il cosiddetto CAST2, attualmente in corso, si occupa di predisporre un documento che definisca i comportamenti da adottare e la documentazione da tenere in azienda nel caso di un’ispezione da parte delle
Autorità, mirata a verificare il rispetto del Regolamento 2023/2006/CE.
Sarà, inoltre, predisposto un documento che chiarirà
i requisiti della documentazione di supporto richiesti
dal Regolamento Quadro 1935/2004/CE.
In campo internazionale è stato confermato l’impegno dei delegati italiani negli organi di FEICA (Executive Board, European Technical Board, European
Business Board), l’Associazione europea alla quale il
Gruppo adesivi e sigillanti aderisce.
http://avisa.federchimica.it
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Seconda parte
PITTURE E VERNICI
Il settore delle pitture e vernici rappresenta una componente molto rilevante della chimica italiana. Con un
valore della produzione superiore ai tre miliardi di euro,
l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania. In Italia sono attive sia importanti imprese a capitale
italiano di dimensioni medie e piccole, sia filiali produttive di gruppi internazionali. I prodotti trovano impiego in
svariati settori: i più importanti in termini quantitativi sono
l’edilizia (circa il 60% delle vendite complessive), l’industria metalmeccanica (20%) e il mobile (15%), ma figurano anche l’auto, la protezione industriale, la nautica,
la marina, il “can coatings”. Le imprese di pitture e vernici, attraverso la qualità dei propri prodotti, l’innovazione e la capacità di dare efficacemente risposte alle esigenze dei clienti, sono spesso alla base dei successi
di molte imprese del cosiddetto made in Italy. Una parte significativa e tendenzialmente crescente della produzione è rivolta ai mercati esteri.
Nel 2011 il settore dei prodotti vernicianti ha registrato
performance, in termini quantitativi, in linea con il 2010,
e a valore solo leggermente migliori di quelle dell’anno scorso.
Per tutti i settori continuano a destare enorme preoccupazione le tensioni delle materie prime, sia per i pesanti rincari che si riescono a trasferire a valle solo in parte, sia per i crescenti problemi di approvvigionamento, con conseguenti difficoltà operative e riduzioni delle marginalità.
Il mercato è inoltre caratterizzato da gravi problemi di
liquidità: aumenta l’esposizione creditizia complessiva
e il capitale circolante necessario per finanziarla, cresce il rischio di insolvenza e conseguentemente il rischio
d’impresa, si dilatano i tempi e le difficoltà per far rientrare i crediti.
Con l’entrata in vigore nel 2006 del Decreto Legislativo
di “Attuazione della direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all’uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché
prodotti per carrozzeria” (D.Lgs. 161/2006), sono stati
imposti limiti massimi di contenuto di composto organico volatile (COV) nei prodotti vernicianti utilizzati in edilizia e in carrozzeria. Il Decreto ha avuto pertanto importanti ricadute sulla produzione e sull’attività di ricerca e
sviluppo e le imprese hanno investito significative risorse umane ed economiche per la formulazione di prodotti a basso contenuto di COV.
Il Gruppo pitture e vernici di Avisa ha seguito fin dall’inizio l’iter legislativo e le implicazioni tecnico-normative
conseguenti.
L’impegno dell’Associazione si è concretizzato attraverso una puntuale e tempestiva informazione, circolari di
chiarimento, riunioni interassociative, incontri tra tecnici,
realizzazioni di linee guida e position paper e un continuo confronto con le autorità.
Proprio grazie all’attività associativa di lobby i Ministeri competenti hanno accolto le istanze del settore prorogando al 31 dicembre 2012 il divieto di esportare, in
paesi extra Ue, i prodotti non conformi al decreto e riallineando in questo modo l’Italia alla legislazione degli altri
paesi dell’Unione europea. Tale disposizione ha evitato alle imprese operanti nel Paese, comprese le multinazionali, associate e non, la perdita per il 2012 di un
fatturato pari a circa 100 milioni di euro, 300 milioni di
euro complessivi se si considera che si tratta della terza proroga consecutiva ottenuta.
A seguito della pubblicazione della Norma UNI EN
15824 “Specifiche per intonaci esterni e interni a base
di leganti organici” che prevede la marcatura CE per i
rivestimenti plastici continui, il Gruppo pitture e vernici ha siglato importanti convenzioni con quattro primari laboratori nazionali che riservano tariffe agevolate alle
imprese associate per la realizzazione dei test previsti dalla norma.
Il Gruppo ha inoltre realizzato una linea guida di facile lettura e immediata comprensione che ripercorre la
norma e offre utili indicazioni per la sua corretta applicazione, e una brochure informativa che le imprese associate possono utilizzare per favorire la divulgazione lungo tutta la filiera.
L’industria italiana delle pitture e vernici ha manifestato,
negli ultimi anni, una grande necessità di formazione specifica per i propri tecnici, anche tenuto conto che è scarsa l’offerta di corsi post-diploma o dei corsi universitari.
Per questo il Gruppo pitture e vernici collabora, dal 2005,
con Innovhub-Stazione Sperimentale Oli e Grassi e con
l’Associazione Italiana dei tecnici di industrie di vernici ed
affini nel programma di formazione permanente denominato forVER.
Lo scorso anno sono stati organizzati con successo i
corsi: “Additivi: nuove frontiere” (giugno 2011), “Vernici per legno: la formulazione nei diversi settori applicativi. Componenti, supporti, basi di formulazione e caratterizzazione” (Novembre 2011).
http://avisa.federchimica.it
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La chimica e i suoi settori
GAS TECNICI, SPECIALI E MEDICINALI
I gas tecnici, speciali e medicinali vengono utilizzati in
quasi tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera nazionale.
Ossigeno, azoto, argon, elio e gas rari, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi, aria, gas speciali e miscele di gas, trovano
impiego nell’industria metallurgica, meccanica, alimentare, chimica, del vetro, oltre che in ambito sanitario (in
particolare l’ossigeno, il protossido d’azoto, le miscele
medicinali e i gas dispositivi medici). Questi gas hanno
la necessità di essere prodotti in prossimità dei luoghi
di utilizzo finale, a causa degli elevati costi di trasporto, e, proprio per questo, l’andamento economico del
settore segue abbastanza fedelmente lo stato di salute dell’attività manifatturiera italiana.
Il settore dei gas industriali, rappresentato in Italia da
Assogastecnici, ha chiuso il 2011 mantenendo gli
stessi livelli produttivi dell’anno precedente. Il comparto si è confrontato con settori industriali clienti molto
vulnerabili e dagli andamenti altalenanti. Tra quelli più
trainanti, si distinguono la metallurgia, i settori legati al
recupero ecologico-ambientale, diversi comparti della
lavorazione dei metalli e l’alimentare. Non hanno soddisfatto invece i risultati sul fronte dell’industria dell’automotive e chimica.
Il comparto medicinale è leggermente cresciuto sebbene a ritmi inferiori a quelli cui è abituato. Il settore è
infatti molto meno ciclico di quello industriale e gode
di un proprio trend di costante sviluppo, specie per la
crescente importanza dei servizi accessori forniti insieme ai gas.
Sia per l’area domiciliare che per quella ospedaliera, la
fornitura del gas si accompagna a prestazioni accessorie quali la fornitura di servizi, apparecchi e impianti,
che trainano la crescita del valore del comparto.
Per il settore dei gas in generale si aggiunge poi il problema dei costi energetici, che nel 2011 sono ulteriormente aumentati di oltre il 9%, continuando ad assestarsi su livelli ben superiori a quelli degli altri paesi europei.
A fianco della normale attività istituzionale e progettuale, nel 2011 si sono tenuti importanti momenti di confronto, di coinvolgimento e di formazione degli addetti ai lavori su un tema fondamentale quale la sicurezza: nel maggio 2011, a Vairano di Vidigulfo (PV), presso l’Automotive Safety Centre, si è svolto un Conve-
gno per le imprese di autotrasporto, rappresentate
dai titolari e dai responsabili per la sicurezza. L’evento ha permesso di focalizzare l’attenzione sui molteplici aspetti che riguardano la sicurezza nel trasporto dei
recipienti per gas.
Nel mese di novembre si è poi svolta una seconda
importante iniziativa: l’XI Riunione Nazionale di Sicurezza, tradizionale appuntamento associativo in cui si
presentano gli aspetti più importanti legati alla sicurezza. Nell’edizione 2011, in particolare, si è affrontato il tema dell’errore umano nei suoi ambiti più diversi.
Per quanto riguarda il comparto medicinale prosegue
l’attività di sensibilizzazione e di coinvolgimento degli
operatori della sanità per promuovere il settore dal punto di vista del valore in termini terapeutici, etici, industriali e sociali.
L’evoluzione legislativa degli ultimi anni ha portato i
gas medicinali ad assumere a tutti gli effetti lo status
di farmaci e le aziende che li producono hanno dovuto
dotarsi delle Autorizzazioni all’Immissione in Commercio
(AIC) secondo scadenze concordate con il Ministero
della Salute e l’AIFA: allo stato attuale l’ossigeno medicinale, l’azoto protossido medicinale e l’aria medicinale
possono essere commercializzati esclusivamente dalle
aziende che hanno ottenuto la relativa AIC.
Per adeguarsi al meglio alla fase di evoluzione dalla quale sta emergendo la normativa di riferimento, il Gruppo
gas medicinali sta mantenendo ed intensificando i rapporti con Ministero della Salute, AIFA e Istituto Superiore di Sanità per ottenere un sempre maggiore avvicinamento tra le prassi applicate in Europa e le interpretazioni adottate dagli interlocutori istituzionali sul territorio nazionale, sia per quanto riguarda le questioni relative ai gas Farmaci che per i gas e miscele che vengono utilizzati come Dispositivi Medici.
Prosegue poi la campagna di sensibilizzazione del
Gruppo gas medicinali sull’impiego corretto e sicuro dei gas e in particolare sulle modalità di manipolazione e dispensazione di tali farmaci all’interno delle
strutture sanitarie pubbliche e private: con pubblicazioni sul Sole 24 Ore Sanità, Corsi Regionali accreditati ECM per i farmacisti ospedalieri ed eventi istituzionali a carattere nazionale.
www.assogastecnici.it
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Seconda parte
DETERGENTI E SPECIALITÀ PER L’INDUSTRIA E PER LA CASA
Il settore dei prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti comprende detersivi, saponi da bucato,
coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici “disinfettanti e disinfestanti ambientali” (biocidi), cere, prodotti per la cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti
per la pulizia e la manutenzione in generale.
Si suddivide in due macro aree: detergenti e prodotti per
la manutenzione della casa e analoghi per l’industria, le
comunità e le istituzioni. Le due aree condividono la missione d’impresa di produrre le migliori soluzioni per assicurare pulizia e igiene in ogni ambito.
All’interno del settore operano imprese nazionali e multinazionali con sede in Italia, con un fatturato globale che
supera i tre miliardi di euro. Spesso la sfida più grande
per le imprese del settore è riuscire a conciliare le necessità di una crescita economica e industriale sostenibile
con le esigenze dei consumatori e degli utilizzatori, operando in un panorama normativo, che risulta essere sempre più complesso.
I temi specifici seguiti in tale area sono: la Direttiva Biocidi
che a livello europeo riveste notevole importanza, sia per
il posticipo di quattro anni del periodo transitorio, sia per
la revisione della legislazione in questo campo. A stretto contatto con il Ministero della Salute, è stato attivato
uno specifico tavolo di lavoro per la gestione del periodo
transitorio che porterà quelli che oggi sono definiti PMC
(Presidi Medico Chirurgici) a essere registrati come Biocidi. Per quanto riguarda invece la revisione della normativa, il settore ha operato attivamente per la definizione di
un nuovo Regolamento europeo.
Le aziende della detergenza sono state anche molto coinvolte nell’applicazione della normativa REACH, valutando
con attenzione le implicazioni della norma sui cosiddetti
downstream users. Una delle principali criticità riguarda
la corretta gestione delle informazioni attraverso le Schede Dati di Sicurezza che con le novità proposte nella norma coinvolgono tutta la catena di fornitura.
Infine, l‘entrata in vigore del Regolamento CLP e del suo
adeguamento al progresso tecnico è stata seguita con
grande attenzione, poiché avrà un impatto importante sul
settore con un notevole aggravio degli adempimenti. Si è
quindi reso necessario valutare con particolare attenzione tutte le novità apportate attivando le opportune azioni.
Il settore della detergenza è, inoltre, da tempo impegnato nella realizzazione di progetti volontari legati al concet-
to di sostenibilità, di rilevante interesse per le imprese
e l’utilizzatore finale. Tali iniziative sono volte alla riduzione dell’impatto ambientale del settore e alla massimizzazione della tutela del consumatore.
La crisi del mercato sta accelerando il cambiamento e
sta mutando le esigenze e le richieste dei consumatori;
le imprese e la grande distribuzione organizzata, vedono questa fase come un’opportunità da cogliere più che
come problemi o vincoli. Per tale motivo, la sostenibilità assume oggi una valenza molto più concreta e viene
percepita come leva da utilizzare per avviare una nuova fase di sviluppo dell’economia.
Uno dei progetti più importanti in questo ambito è il Charter A.I.S.E. per una pulizia sostenibile: un programma
volontario, implementato in Italia da Assocasa, che ha l’obiettivo di promuovere il continuo miglioramento nell’ambito della sostenibilità, che si applica a tutti gli stadi del
ciclo di vita del prodotto e si fonda sui tre “pilastri” della
sostenibilità: sociale, ambientale ed economico. Con il
2011 il Charter si è arricchito di una «dimensione di prodotto», ovvero una versione migliorata del logo che può
essere utilizzata su un «prodotto che non solo è realizzato da un membro del Charter, ma che soddisfa anche
alcune caratteristiche avanzate di sostenibilità”. Questa
novità soddisfa le esigenze avanzate dagli stakeholder,
affinché il logo non dicesse solo qualcosa su chi ha realizzato il prodotto, ma anche sul prodotto stesso.
Di pari rilevanza sono inoltre i progetti PREP (Product
Resource Efficiency Project). Dopo quelli dedicati alla
concentrazione dei detergenti in polveri e liquidi per
bucato domestico, si attiverà a breve anche il progetto relativo alla concentrazione degli ammorbidenti. La
concentrazione dei prodotti risulta fornire un importante beneficio ambientale in termini di consumi di materie
prime e materiale da imballaggio oltre che di riduzione
di trasporti e quindi di emissioni di anidride carbonica.
L’associazione di categoria di riferimento per il settore
della detergenza e specialità per l’industria e la casa è
Assocasa, che raggruppa 100 aziende in Italia; a livello europeo, Assocasa si coordina con il proprio network europeo di associazioni gemelle facenti capo
ad A.I.S.E. (Association Internationale de la Savonnerie, de la Détergence et des Produits d’Entretien), che
opera a Bruxelles.
www.assocasa.it
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La chimica e i suoi settori
COSMESI
Anche nel 2011 il mercato cosmetico segna una crescita nonostante le forti tensioni sulla propensione al consumo di ampie fasce di utenti.
Nel 2011 il valore del consumo di cosmetici in Italia ha
toccato i 9.800 milioni di euro, (+1.8%).
Il canale farmacia conferma i recenti trend positivi anche
se il ritmo sembra più rallentato rispetto al passato. Il mercato si approssima ai 1.800 milioni di euro, +1.8%, pari a
oltre il 18% del totale di vendita di tutti i cosmetici in Italia.
Si conferma la fiducia dei consumatori che riconoscono
alla farmacia livelli competitivi di specializzazione e cura
del servizio. I cosmetici venduti nelle parafarmacie sono
il nuovo fenomeno.
Anche nel 2011 i cosmetici venduti in erboristeria confermano il trend positivo, sempre superiore alla media annuale. Il valore delle vendite, prossimo ai 380 milioni di euro,
+3.9%, caratterizza il canale, grazie alle opzioni d’acquisto dei consumatori decise ed orientate a concetti salutistici e naturalistici.
L’andamento dei consumi nelle profumerie nel 2011
segna una sensibile ripresa: +0.7% con un valore delle
vendite pari a 2.290 milioni di euro. Nel canale è in corso una profonda trasformazione a fronte di fasce di consumatori divisi tra fedeli e diradanti, da qui il bisogno di
nuovi interventi per sostenere la selettività del canale. In
profumeria, con una quota del 23.3% sul totale, si spende comunque il secondo valore di mercato cosmetico
dopo la grande distribuzione.
Le imprese che si rivolgono alla grande distribuzione nel
corso del 2011 hanno sviluppato significativi investimenti con l’obiettivo di sostenere la domanda nel canale, che,
occorre ricordare, copre quasi il 44% del mercato, con un
valore che nel 2011 tocca i 4.300 milioni di euro (includendo i valori dell’erboristeria), +2.8%. Il nuovo fenomeno della grande distribuzione specializzata ha condizionato positivamente il canale, all’interno del quale si osserva
un andamento più rallentato delle grandi superfici, calate
dell‘1% per un valore di poco oltre 2.200 milioni di euro.
Prepotente negli ultimi esercizi l’impatto dinamico dei nuovi negozi monomarca.
Una crescita superiore alla media si registra anche per le
vendite porta a porta che nel 2011 superano i 428 milioni di
euro, +3.6%. Le nuove modalità di offerta, unite ad una specializzazione di servizio, spiegano il successo di un canale che copre più del 4% del consumo totale di cosmetici.
Analogamente si assiste alla crescita delle vendite per
corrispondenza, +3.8%, con un valore del mercato di
62,8 milioni di euro. Gli acquisti via internet pesano ancora marginalmente.
Andamento piatto per i consumi di cosmetici nei canali professionali, che raggiungono i 956 milioni di euro.
Prosegue la ripresa del consumo negli istituti di bellezza, +1.5%, per un valore prossimo ai 270 milioni di euro.
Per i saloni di acconciatura, in calo dell’1.5% ed un valore
di 686 milioni di euro, pesa ancora la contrazione delle frequentazioni medie che penalizza il consumo dei cosmetici usati nei saloni e diminuisce la rivendita.
Aumenta il valore della produzione cosmetica nel 2011
con un fatturato prossimo ai 9.000 milioni di euro (+4.1%).
Se il mercato interno, +1.5%, incide marginalmente, è la
significativa performance delle esportazioni a sostenere i fatturati delle imprese nazionali. Le vendite all’estero
sono infatti aumentate dell’11%, per un valore di 2.671
milioni di euro. Tra i canali di sbocco sul mercato interno,
incide marginalmente la flessione dei canali professionali, -0.5%, con un valore di sell-in di 807 milioni di euro: il
rallentamento delle frequentazioni dei saloni d’acconciatura e dei centri estetici è ancora evidente anche se si
attende una ripresa nel 2012.
In crescita i fatturati delle imprese che hanno investito sui
canali tradizionali, +1.8%, con un valore di 5.484 milioni di
euro. In un momento di forte rallentamento dei consumi,
l’erboristeria e la farmacia hanno ancora saputo rispondere alle modificazioni di atteggiamento dei consumatori. La grande distribuzione organizzata ha tenuto, mentre
la profumeria, dopo anni di contrazione, registra segnali di ripresa sui valori.
La ripresa dei mercati internazionali nel 2011 è stata evidente, in alcuni casi con significativi trend positivi cui le
imprese italiane hanno saputo rispondere prontamente. La
bilancia commerciale, per effetto della rinnovata competitività delle imprese, si è ulteriormente ampliata, approssimandosi ai 1.000 milioni di euro. Per effetto della ripresa
dei mercati internazionali, il rapporto export su produzione sale al 30%, una percentuale comunque ancora bassa per un comparto al quale sono riconosciute capacità di servizio e qualità dell’offerta. La ripresa dei consumi
mondiali, anche nel 2012, creerà le opportunità per qualificare ulteriormente queste caratteristiche competitive.
www.unipro.org
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Seconda parte
FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE
Il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione conferma uno scarso dinamismo ovvero consumi in calo
(-2.5%), fatturati stabili (-0.1%) ed un canale farmacia
che, a cinque anni dai processi di liberalizzazione, detiene oltre il 91% delle vendite dei medicinali senza ricetta.
Il settore, che costituisce il 16.9% del mercato farmaceutico complessivo a volumi (poco più di 310 milioni di confezioni) e l’11.6% a valori (2.210 milioni di euro), chiude
il 2011 con trend che riflettono la natura stagionale del
comparto: una primavera fresca con una bassa incidenza dei sintomi delle allergie respiratorie ed un autunno
ed un inizio di inverno con temperature al di sopra delle
medie stagionali, hanno determinato una minore diffusione dei malanni di stagione ed una conseguente contrazione degli acquisti dei farmaci di libera vendita.
Con rifermento alle due categorie di farmaci in cui è suddivisa in Italia, diversamente da quanto stabilito dalla normativa europea, la classe dei farmaci senza obbligo di
prescrizione, quali le specialità di automedicazione o OTC
(Over The Counter) per le quali è consentita la comunicazione al cittadino e i farmaci SOP (Senza Obbligo di
Prescrizione), invece non pubblicizzabili, si osserva che
il numero di confezioni di OTC vendute (233.2 milioni) è
diminuito dell’1.4% per un giro d’affari di oltre 1.675 milioni di euro (+1.1%), mentre i SOP presentano una flessione del 5.8% del numero di confezioni (77.2 milioni) e del
3.7% dei fatturati (534.4 milioni) per effetto, sia di una contrazione dei consumi, che di alcuni passaggi di classe.
Infatti, analizzando i dati dei farmaci senza ricetta, si evidenzia l’effetto di una serie di riclassificazioni di prodotti.
La diminuzione delle confezioni, sia per i SOP che per gli
OTC, risente, in particolare, di alcuni “switch back” di prodotti da “farmaco senza obbligo di prescrizione” a “farmaco di classe C” con ricetta, soprattutto nell’area degli
antinfiammatori per uso topico.
Tuttavia, si evincono anche positivi cambiamenti per il
mercato dell’automedicazione: la commercializzazione
di nuovi prodotti grazie allo switch di alcuni farmaci dallo
status di “prescrizione” a quello di “non prescrizione” (per
esempio nell’area dell’apparato digerente); “extension line”
di prodotti già esistenti ed il passaggio, all’interno dei farmaci senza obbligo di ricetta, di diversi prodotti o confezioni da SOP a OTC, con un andamento in costante
diminuzione del peso dei SOP (meno del 25% sul totale
del mercato senza obbligo di prescrizione).
Questi cambiamenti evidenziano segnali di dinamismo,
sebbene deboli e non sufficienti a segnare una inversione dei trend di medio/lungo periodo: nell’ultimo quinquennio si registra un tasso medio anno di crescita per i non
prescription del -2.0% a volumi e del +0.4% a valori.
I dati mostrano come i processi di cambiamento che hanno interessato il comparto quali la liberalizzazione (Legge 248/2006) delle vendite dei farmaci senza obbligo di
ricetta anche nelle parafarmacie e nei corner della GDO
alla presenza obbligatoria e irrinunciabile di un farmacista, e una più forte concorrenza sui prezzi, liberamente
stabiliti dai titolari dei punti vendita (L. 296/2006), hanno generato vantaggi per i cittadini in termini di diversificazione dell’offerta e calmierazione dei prezzi, ma non
hanno modificato le abitudini di acquisto dei farmaci senza ricetta, né hanno rappresentato un volano di crescita per il settore.
Ad oggi si rileva un mancato “decollo” dei canali “alternativi”, che cumulano meno del 9% del mercato, ed una
erosione dei consumi, legati alla stagionalità e niente
affatto influenzati dalla pubblicità.
Guardando al futuro, le dinamiche demografiche in atto,
la crescente e più complessa domanda di salute, la rapida evoluzione dell’arena competitiva, le tensioni economiche e con esse lo sviluppo di tendenze contrapposte nella ricerca dell’equilibrio tra tutela della salute e
appropriatezza nell’uso delle risorse pubbliche, evidenziano l’opportunità di riconoscere al comparto dei farmaci di automedicazione un ruolo di valore a sostegno
delle politiche del Sistema Sanitario Nazionale.
Un allargamento dell’offerta attraverso l’introduzione di
principi attivi non presenti in automedicazione, un uso
estensivo del marchio, la creazione di una classe unica di farmaci senza obbligo di prescrizione per allinearci all’Europa, rappresentano, al di là di qualunque processo di liberalizzazione, concrete leve per lo sviluppo
prospettico del comparto.
Tale sviluppo passa attraverso il continuo sostegno alla
promozione della cultura dell’automedicazione responsabile, con attività di comunicazione ed educazione al
cittadino, e di progetti di collaborazione con gli stakeholder di riferimento e la diffusione del bollino rosso, obbligatoriamente presente sulle confezioni dei senza ricetta, quale elemento di identificazione e valore aggiunto
di questi farmaci agli occhi di un cittadino sempre più
autonomo nelle proprie scelte di salute.
www.anifa.it
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La chimica e i suoi settori
PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE
Il mercato italiano della salute animale, rappresentato in
Italia da Aisa, nel 2011 si è attestato sui 554,8 milioni di
euro. Rispetto al 2010 è forse azzardato parlare di andamento positivo, ma sicuramente si può confermare una
sostanziale tenuta, considerato il contesto macroeconomico internazionale.
Come ormai accade da diversi anni, a trainare l’interno
comparto sono stati ancora una volta i farmaci per gli animali da compagnia, che hanno chiuso segnando un netto incremento rispetto al 2010, +4% pari a un mercato di
237 milioni; questa crescita è dovuta all’aumento dei prodotti messi a disposizione del veterinario e all’aumentata
responsabilizzazione del proprietario, che si prende sempre più cura dei propri animali.
In segno negativo, invece, gli altri due segmenti del comparto: i farmaci per il settore degli animali produttori di alimenti e le premiscele medicate.
Nel segmento dei farmaci veterinari per animali da compagnia, il 2011 ha confermato il trend positivo per gli antiparassitari esterni, una crescita favorita anche da una stagione particolarmente calda, con temperature elevate e
tempo buono anche in tarda estate e fino ad autunno inoltrato. Si assiste, invece, ad una contrazione nell’ambito
del medicinale veterinario. Tra i motivi più significativi che
determinano una tale tendenza si registrano una maggiore sensibilità al “costo terapia” da parte del medico veterinario e del proprietario, un sensibile calo del comparto
dei farmaci non essenziali, quelli cosiddetti di supporto
(come gli ormoni o i farmaci comportamentali) e, non ultimo, una “genericizzazione” di importanti tipologie di farmaco quali ad esempio gli antinfiammatori non steroidei
e gli antimicrobici.
Le aziende stanno comunque investendo, fornendo nuovi prodotti e nuove soluzioni, assistiamo allo sviluppo di
nuove formulazioni come nel segmento degli antiparassitari esterni; allo stesso tempo molte aziende sono impegnate nel lancio di nuovi vaccini per importanti patologie
zoonotiche.
Di rilevanza non secondaria, nell’ambito dei cosiddetti
nutraceutici, è da registrare l’implementazione delle normative europee che determinano e determineranno anche in
futuro una stringente selezione delle materie prime e degli
additivi alimentari utilizzabili.
Per quanto riguarda gli animali da reddito, nonostante il mercato abbia registrato una leggera flessione (-1.5%) si può
parlare di un quadro leggermente più favorevole rispetto al
biennio precedente nei diversi comparti. Continua l’evoluzione di tecniche di allevamento mirate al raggiungimento
di efficienze produttive, con interventi sulla struttura e l’organizzazione in allevamento, l’utilizzo di prodotti generici,
il miglioramento delle pratiche di profilassi e prevenzione.
Nello specifico, il comparto delle vacche da latte ha beneficiato di prezzi del litro/latte quanto meno sopra il break
even, con una buona marginalità in tutti quei prodotti tipici quali ad esempio il Parmigiano-Reggiano che prevede
la trasformazione del latte.
I prezzi dei suini purtroppo restano stabili pertanto l’aumento del costo delle materie prime non favorisce un recupero
di marginalità accettabile, specie per il tipo di allevamento
italiano che prevede la presenza in stalla per un periodo
molto più prolungato rispetto ad altri paesi europei: in Italia
si produce un suino “pesante” idoneo alla trasformazione
delle cosce in prosciutti tipici, quali Parma e San Daniele.
Stabile anche il mercato dei prodotti destinati all’allevamento avicolo, che ha segnato lunghi periodi positivi nell’arco
degli ultimi 12 mesi, sia nelle uova, sia per quanto riguarda la carne (pollo e tacchino). Con l’entrata in vigore nel
2012 della nuova direttiva sul benessere animale muteranno le condizioni di allevamento per quanto riguarda
soprattutto broiler (pollo da carne) e ovaiole. Vi sarà riduzione del numero di capi allevati per unità di superficie con
incremento dei costi di produzione, che hanno già iniziato
a riflettersi sui prezzi finali al consumatore, soprattutto per
le uova (aumento del 12% negli ultimi sei mesi).
Una netta flessione ha interessato il settore delle premiscele medicamentose (nel 2011 il mercato ha registrato
-6% rispetto all’anno precedente). Queste sono utilizzate per produrre i mangimi medicati per gli animali produttori di alimenti e giocano la parte del leone nel segmento della medicazione orale. Le nuove normative europee
hanno influenzato e stanno influenzando le dinamiche di
mercato: da un lato si assiste alla riduzione del ricorso alla
medicazione orale e dall’altro ad una maggiore attenzione
verso un utilizzo responsabile dei farmaci, con particolare
riferimento agli antibiotici.
Questa scelta condivisibile va perseguita nel medio e lungo termine, ponendo però grande attenzione a non mettere in crisi il comparto allevatori e i veterinari, che si potrebbero trovare di fronte a una drastica riduzione dell’armamentario terapeutico disponibile per la cura degli animali già dai prossimi mesi.
http://aisa.federchimica.it
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Seconda parte
BIOTECNOLOGIE
Il biotech italiano conta un numero sempre maggiore di
imprese e continua a essere competitivo a livello europeo, anche quest’anno infatti il settore delle biotecnologie in Italia si caratterizza per essere un comparto dinamico e promettente, nonostante l’acuirsi della difficile congiuntura con la quale le nostre imprese si devono quotidianamente confrontare.
A fine 2011 sono state rilevate in Italia 394 imprese biotech impegnate in attività di ricerca e sviluppo, di cui ben
248 “pure biotech” (secondo la definizione adottata da
Ernst & Young), attestandoci terzi in Europa, dopo Germania (397) e Regno Unito (282), per numero di imprese pure biotech. Si tratta di un dato importante poiché,
oltre a confermare il trend di crescita dello scorso anno
(+2.5%), si rivela in chiara controtendenza rispetto agli altri
paesi leader europei.
Le biotecnologie per la salute (red biotech) si confermano il settore trainante l’intero comparto, delle 394 imprese individuate, 206 sono attive nel settore della salute
dell’uomo, 61 operano nel segmento delle GPTA (genomica, proteomica e tecnologie abilitanti), 43 si dedicano alle biotecnologie agro-alimentari, 34 sono attive nelle biotecnologie industriali, mentre 50 operano in più settori di applicazione (multi core).
Il 77% delle imprese del settore si caratterizza per essere di micro o piccola dimensione. Considerando le sole
pure biotech, tale percentuale raggiunge l’88%, a conferma del fatto che la maggioranza delle imprese di questo comparto è costituita da piccole imprese innovative,
dedicate soprattutto ad attività di R&S.
I dati economico-finanziari rivelano un settore in crescita
del 4% con un fatturato che ammonta a più di 7 miliardi
di euro rispetto allo scorso anno, che investe in R&S 1,8
miliardi di euro (+ 8%). Le nostre pure biotech evidenziano
un ulteriore aumento dell’incidenza degli investimenti in R&S
sul fatturato (43% vs. 41%), e una percentuale maggiore
di addetti in R&S (30%) rispetto al 10% delle altre biotech.
Il segmento di punta delle biotecnologie italiane opera
nello sviluppo di farmaci e terapie altamente innovative:
si contano ben 319 prodotti per uso terapeutico (+35%),
dei quali 80 in fase preclinica, 43 in Fase I, 98 in Fase II
e 98 in Fase III.
In questo contesto le sole pure biotech italiane contri-
buiscono con 138 prodotti in sviluppo, di cui 63 in fase
preclinica (31%), 22 in Fase I (11%), 38 in Fase II (19%)
e 15 in Fase III (8%). A questi vanno aggiunti 63 progetti di ricerca in early-stage, vale a dire ancora in fase di
discovery, che rappresentano una autentica promessa
per l’intero settore.
Nonostante la crisi di liquidità a livello globale, e la scarsa
disponibilità di cassa che caratterizza le nostre pure biotech, i livelli di eccellenza raggiunti dalle red biotech italiane trovano ulteriore riprova nel loro impegno nei settori degli Orphan Drug e delle Terapie Avanzate (TA), dove
si registrano rispettivamente 32 prodotti con designazione orfana e 30 progetti, di cui 11 in sperimentazione clinica. Anche in Italia, quindi, le TA, che includono la terapie genica, cellulare e la medicina rigenerativa, si confermano come un filone di ricerca estremamente dinamico.
Le biotecnologie sono alla base di un nuovo modello di
sviluppo e, per la loro diffusione e il significativo aumento di produttività che sono in grado di generare trovano applicazione in numerosi comparti: la filiera tessile e
quella cartaria, l’industria agroalimentare e quella chimica, il settore energetico e dell’ambiente, quello informatico e delle costruzioni. Per questo si guarda ormai al
biotech come a un meta-settore.
Sono sempre più numerose le aziende che, pur operando in settori “tradizionali” integrano prodotti e tecnologie
biotech nei propri processi produttivi, al fine di migliorarne la qualità e la resa, o di diminuirne l’impatto ambientale. Nessun processo produttivo risulta, infatti, meno
invasivo sull’ambiente di quello dei processi naturali dai
quali, non a caso, le biotecnologie originano.
Si sta quindi affermando un nuovo modello di sviluppo,
nel quale gli idrocarburi saranno sempre più largamente
sostituiti dai carboidrati, gli zuccheri, con i quali si possono fabbricare moltissime molecole, esattamente come
fanno in natura gli organismi viventi. Già oggi siamo in
grado di produrre biomasse utilizzando gli scarti agricoli e industriali, e di convertirle in energia o in un’ampia
gamma di prodotti industriali.
È questa la bioeconomia: un settore che fattura in Europa più di 2.000 miliardi l’anno, dando lavoro a oltre 22
milioni di persone.
E che può concretizzarsi anche nel nostro Paese, dove
l’attuale impatto del biotech sulle sole filiere chimica, farmaceutica e cartaria incide per oltre lo 0.7% del PIL italiano.
www.assobiotec.it
70
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La chimica e i suoi settori
PRODOTTI AEROSOL
Il settore comprende le imprese interessate ad attività
industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti nel campo dei prodotti aerosol finiti, in conto proprio e in conto terzi, materie prime, gas propellenti
per impiego in prodotti aerosol, imballaggi e accessori, macchine e impianti.
Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto terzi alle grandi multinazionali dei prodotti di largo consumo e per la produzione di bombole e accessori.
Il settore costituisce una nicchia importante e trasversale di prodotti a largo consumo (cosmetici, prodotti per la casa, vernici, prodotti tecnici e per il fai-date, prodotti alimentari e farmaceutici) che ha saputo rinnovarsi nel tempo, affrontando e superando sfide complesse e difficili per la realizzazione di prodotti sempre più affidabili e compatibili con l’ambiente.
Fanno parte dell’Associazione AIA 56 imprese che rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano. I dati relativi alle bombolette aerosol riempite in
Italia nel 2010, differivano dai dati generali di consumo interno nello stesso anno a causa del fatto, molto positivo per il nostro Paese, che grosse produzioni
in conto terzi, per grandi marchi multinazionali e con
destinazione verso l’estero, erano state spostate in
Italia facendo registrare una crescita dell1%.
Nel 2011, invece, i primi dati di consuntivo mostrano una flessione di circa l’1.5%, chiaramente correlata al calo dei consumi interni. Sia i prodotti di uso
personale, sia i prodotti per la casa, fanno registrare
flessioni intorno al 5%, solo parzialmente compensate da una crescita di prodotti legati al fai da te e alle
manutenzioni
Il settore farmaceutico ha mantenuto i volumi: da un
lato vi è un aumento delle patologie di carattere respiratorio legate a stili di vita e a condizioni ambientali (asma, allergie, etc.), dall’altro il comparto dei prodotti veterinari ha tratto benefici dalla sua campagna
di comunicazione su tutta una serie di nuovi prodotti.
Per la prima volta, negli ultimi anni, si registra una flessione nella produzione e vendita di prodotti alimentari
in confezione spray, in linea con una contrazione dei
volumi che ha toccato l’intero comparto alimentare.
Per l’Associazione Italiana Aerosol il 2011 è stato un anno
molto significativo soprattutto per le importanti decisioni che è stata chiamata a prendere, la prima delle quali
rivolta al futuro inquadramento dell’Associazione che ha
portato alla confluenza in Federchimica, proposta approvata dall’Assemblea costituente del 23 febbraio 2012.
L’Associazione ha comunque rivolto l’attenzione su molteplici aspetti tecnici, quali le limitazioni sulle distanze antincendio: la normativa in questione, il cui testo descrive limiti
in linea con il settore del GPL, risultava imporre restrizioni
eccessive per il settore degli aerosol, considerando che
l’attività di riempimento delle bombolette è caratterizzata
da peculiarità che la differenziano notevolmente dal suddetto settore. A questo scopo, si è attivato un positivo
dialogo con i Vigili del Fuoco che si sono resi disponibili ad approfondire l’argomento.
Vi è poi una task force che sta seguendo la tematica dei
rifiuti aerosol, con la finalità di redigere un documento che
illustri come va trattato il rifiuto aerosol, sottolineandone la
non pericolosità, ma evidenziando anche l’attenzione che
è opportuno prestare al momento in cui si vada a comprimere tali tipologie di rifiuti. Per il momento si sono rilevate
problematiche solamente nel trattamento di bombolette
non svuotate, che per essere trattate come rifiuti necessitano di un trattamento preliminare ad hoc.
AIA ha seguito poi un importante progetto per l’introduzione in Italia del metodo alternativo al “bagno caldo”, previsto dall’ADR oltre che dalla Direttiva Aerosol, che vedrà
nei prossimi mesi una fase più operativa in collaborazione
con Certiquality e con il Ministero dei Trasporti.
Molti temi, come l’ulteriore adeguamento tecnico della
Direttiva Aerosol e la revisione della Direttiva Seveso, vengono seguiti in stretta collaborazione con l’Associazione
europea FEA (European Aerosol Federation), della quale
l’Associazione Italiana Aerosol è uno dei principali membri.
Queste sono alcune delle problematiche più importanti per le quali l’Associazione si affida alla competenza del
Comitato Tecnico ed ai Gruppi di lavoro che la rappresentano anche in sede europea, partecipando attivamente alle riunioni organizzate dalla FEA.
Non va infine dimenticata l’attività di comunicazione che
vede l’Associazione impegnata da anni a promuovere la
conoscenza e l’immagine percepita dell’industria italiana
dell’aerosol, con lo scopo di tutelare i consumatori, l’ambiente e di contribuire allo sviluppo dell’attività del settore.
www.associazioneaerosol.it
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Seconda parte
GAS DI PETROLIO LIQUEFATTI
Il mercato del GPL nel 2011 registra un consumo totale
di 3.206.000 tonnellate secondo i dati forniti dal Ministero per lo Sviluppo Economico che, sebbene siano ancora valori provvisori, attestano per il settore combustione
un calo del 11.5% e per l’autotrazione un aumento del
4% rispetto a gennaio/dicembre 2010.
Per il GPL combustione si evidenzia una contrazione dei
volumi di vendita causata principalmente dalla crisi economica e dalla conseguente riduzione di potere di spesa dei consumatori.
Il mercato del GPL autotrazione ha registrato invece una
crescita in linea con quella del parco circolante che è passato da 1.750.000 veicoli nel 2010 a 1.780.000 nel 2011.
Il settore della combustione ha rivolto particolare impegno nell’attuazione delle norme di riordino del comparto, in base al nuovo D.Lgs. 128/06. Grazie al sistema
informatico del Ministero dello Sviluppo Economico, si è
implementato Il sistema di monitoraggio in termini di statistica e di controllo del rispetto delle disposizioni.
Sulla prevenzione incendi, si segnala l’emanazione del
decreto del Presidente della Repubblica 151/11, grazie a cui è stata salvaguardata, a favore delle imprese,
la semplificazione per la gestione delle pratiche inerenti i
piccoli serbatoi di GPL.
Nell’ambito delle attività legate al controllo e alla sicurezza,
prosegue con successo l’utilizzo della tecnica dell’emissione acustica per le verifiche periodiche di piccoli serbatoi, con un crescente interesse del settore ad applicarla anche ai serbatoi di capacità superiore ai 13 m3.
Per quanto riguarda il trasporto merci pericolose via ferrovia, si è aperto un tavolo di confronto con tutta la filiera
per risolvere le problematiche sulla gestione della logistica e sulle relative responsabilità. Sono sorte, poi, complicazioni inerenti il rinnovo dei contratti d’uso dei raccordi ferroviari ed è stato, quindi, formulato un documento
che sottolinea la necessità di un trattamento specifico per
il settore e per l’aspetto strategico del GPL.
Per quanto riguarda la regolamentazione di reti urbane
a GPL, grazie all’azione di Assogasliquidi, l’Autorità per
l’energia elettrica e il gas ha adottato importanti delibere
che delineano un quadro più in linea con i costi sostenuti dalle aziende rispetto al costo di materia prima, trasporto e vendita.
Dalla statistica sugli incidenti da gas, emergono infine segnali positivi riguardo la diminuzione degli incidenti che coinvolgono il GPL rispetto al 2010, grazie anche
al costante impegno di tutta la filiera per garantire sempre più elevati livelli di sicurezza.
Per il comparto del GPL per autotrazione, è da sottolineare che nel corso del 2011 è stato attivo, per soli cinque
mesi, il sistema di incentivazione gestito dal Ministero per
lo Sviluppo Economico per le conversioni a gas, avendo
a disposizione un fondo residuo di circa 25 milioni di euro.
Le vendite di veicoli nuovi hanno subito quindi una battuta d’arresto per la mancanza di nuovi incentivi all’acquisto:
da 280.000 immatricolazioni a 58.000 (-80%).
Per riattivare programmi di incentivazione le Commissioni
industria e trasporti della Camera dei Deputati hanno abbinato proposte di legge volte, in prima istanza, solo all’elettrico, poi estese alle altre motorizzazioni a basso impatto. L’iter del progetto di legge è in attesa di una verifica del
Governo sulle disponibilità economiche.
Relativamente alle normative commerciali per gli impianti
di distribuzione carburanti, sono molte le novità: sulla concorrenza il D.Lgs. 98/11 ha ripreso parte del lavoro svolto
dal Tavolo sul mercato petrolifero coordinato dal MiSE e
sono state introdotte numerose norme finalizzate alla liberalizzazione delle attività non oil, self service e dei modelli contrattuali tra titolari degli impianti e gestori. Inoltre, si è
stabilita una nuova tempistica per la dotazione obbligatoria nei punti vendita stradali di apparecchiature self service
con pagamento anticipato.
Per favorire un allineamento con l’Unione europea il decreto prevede anche diverse misure per la razionalizzazione
della rete tramite fondi di sostegno alla chiusura di stazioni non compatibili con i vincoli stradali.
Dal punto di vista fiscale la Commissione europea ha approvato una proposta di direttiva comunitaria in materia di tassazione dei prodotti energetici. Per entrambi i comparti, tale
proposta comporterebbe un forte ridimensionamento del
mercato a causa della perdita di benefici fiscali oggi applicati per il ruolo sociale ed ambientale che il GPL svolge.
Assogasliquidi continuerà a svolgere un forte pressione,
affinché venga mantenuto l’attuale sistema fiscale.
Anche in merito alla proposta di Direttiva comunitaria in
materia di efficienza energetica, l’Associazione sta lavorando con notevole impegno, a livello sia comunitario sia
nazionale, al fine di evitare che la nuova regolamentazione ponga obblighi al settore, già particolarmente segnato
dalla riduzione dei consumi.
www.assogasliquidi.it
72
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La chimica e i suoi settori
SERVIZI AMBIENTALI ALL’INDUSTRIA CHIMICA
I servizi ambientali altamente specialistici, rivolti in prevalenza all’industria chimica (ma anche a quella petrolifera
e manifatturiera) svolgono un ruolo sempre più importante. Si tratta di circa 20 imprese associate a Federchimica
attraverso il Gruppo Serchim di Aispec che comprende
imprese, sia di grandi dimensioni (con oltre 500 addetti e
oltre 50 milioni di euro annui di fatturato), sia medie e piccole (100 dipendenti e 25/30 milioni di fatturato).
I servizi ambientali per l’industria chimica spaziano dall’ingegneria ambientale alla consulenza ambientale, dalla geologia ai laboratori per le analisi ambientali fino alla
realizzazione della bonifiche vere e proprie. Una stessa
società può operare in più di un’area.
Questa suddivisione di aree corrisponde grosso modo
alle fasi di un intervento di controllo ambientale di un sito,
per verificare se è contaminato da sostanze inquinanti e
in tal caso disporre il piano di bonifica.
Il controllo ambientale ha inizio tramite un “Piano di caratterizzazione” ovvero, in base al Codice ambientale, il documento che, a partire dalla ricostruzione della storia di un
sito potenzialmente contaminato, definisce un piano di
indagini con l’obiettivo di accertare il tipo, l’entità e l’estensione della contaminazione, in modo da ottenere le
informazioni su cui prendere decisioni per la bonifica. In
questa fase si collocano le società di ingegneria ambientale e/o di consulenza.
Successivamente vengono svolte indagini nel suolo e
nell’acqua sotterranea che rappresentano la realizzazione effettiva del piano di caratterizzazione. In quest’area
operano le società di geologia (effettuano i sondaggi) o
di ingegneria ambientale.
Vengono poi effettuate le analisi dei campioni e viene fatto il confronto con i limiti di bonifica stabiliti dalla legge,
ovvero con le CSC, le Concentrazioni Soglia di Contaminazione, da parte dei laboratori di analisi ambientali.
A questa fase segue l’elaborazione dell’analisi di rischio,
che mette in correlazione sorgenti di inquinamento, percorsi di diffusione e bersagli dell’impatto e che accerta
se le concentrazioni in sito siano superiori o no alle CSR
(Concentrazioni Soglia di Rischio, in caso affermativo il
sito è contaminato), da parte della società di consulenza
e ingegneria ambientale.
Se il sito risulta contaminato, si avvia la progettazione ed esecuzione dell’intervento di bonifica vero e proprio con l’intervento della società d’ingegneria ambientale e/o di bonifica.
Comune a tutte queste aziende è l’esigenza di creare maggior certezza ed equilibrio nel campo delle analisi ambientali, in particolare quelle effettuate dai laboratori. Da quest’esigenza è nata la pubblicazione da parte di
Serchim della “Guida alla scelta del laboratorio di analisi”,
che indica ai committenti una serie di criteri per effettuare una scelta corretta del laboratorio cui affidare i campioni prelevati dai siti da indagare, scelta che garantisce
risultati certi e affidabili. Questa certezza dei dati analitici è fondamentale perché da essa dipende la qualificazione del sito.
Le motivazioni principali che hanno spinto alla realizzazione della Guida nascono dal presupposto che nel nostro
Paese molte società committenti (obbligate dalla legge
ad effettuare le analisi) hanno riscontrato in questi anni
risultati diversi affidando lo stesso campione a laboratori diversi. Queste difformità si riscontravano sovente (e si
riscontrano tuttora) anche rispetto ai risultati delle stesse
analisi effettuate dagli enti pubblici di controllo (le Arpa).
L’obiettivo della Guida è perciò quello di favorire l’armonizzazione delle procedure utilizzate, in un ottica di prevenzione di possibili contenziosi con gli organi di controllo.
La pubblicazione, presentata al Remtech, il Salone delle
Bonifiche nel settembre del 2011, è un documento molto pratico, scritto con il contributo degli esperti e distribuito gratuitamente da Federchimica.
Una nuova versione terrà conto dell’imponente novità
legislativa rappresentata dal D.Lgs. 121/2011, di recepimento della Direttiva europea 2008/99 sulla tutela penale
dell’ambiente. Il decreto ha infatti esteso il campo di applicazione del D.Lgs. 231/01 (Responsabilità amministrativa
delle persone giuridiche) ai reati ambientali; in tal modo è
stata introdotta nel nostro ordinamento la responsabilità
di enti e società per i reati ambientali commessi nel loro
interesse o a loro vantaggio.
Tra questi reati rientra anche la non ottemperanza agli
obblighi di bonifica in conformità al progetto approvato
dall’autorità competente. Ma non solo, all’interno della
Guida sono contemplate anche altre fattispecie di reato
introdotte dal Decreto, tra cui: lo scarico di acque reflue
industriali contenenti sostanze pericolose oltre i limiti di
concentrazione consentiti e l’utilizzo del certificato di analisi dei rifiuti falso, o contenente false indicazioni sulla loro
natura e caratteristiche chimico-fisiche. Temi che sono
ulteriormente approfonditi nella nuova edizione.
www.aispec.it
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73
Appendice
Federchimica:
organizzazione e struttura
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Federazione Nazionale
dell’Industria Chimica
Federchimica è la denominazione abbreviata della Federazione nazionale dell’industria chimica.
Attualmente aderiscono oltre 1.400 imprese, con 90 mila
addetti, raggruppate in 17 Associazioni di settore, a loro
volta suddivise in 40 Gruppi merceologici.
Federchimica fa parte di Confindustria e del Cefic, European Chemical Industry Council.
elaborare linee di politica economica, industriale, sindacale, nonché in materia di ecologia e ambiente, sviluppo e innovazione, politica energetica;
promuovere tali politiche verso l’Autorità pubblica, le
Organizzazioni economiche nazionali, le altre Organizzazioni imprenditoriali, le Organizzazioni internazionali
cui la Federazione partecipa, i Sindacati dei lavoratori, le Organizzazioni ambientaliste e dei consumatori;
contribuire alla formazione di una corretta immagine
dell’industria chimica nell’opinione pubblica;
condurre studi e ricerche che ispirino e legittimino le
scelte imprenditoriali;
concorrere alla costante promozione del livello qualitativo delle imprese associate, organizzando in particolare iniziative nel campo dell’innovazione.
Federchimica, i cui obiettivi primari sono il coordinamento e la tutela del ruolo dell’industria chimica che opera
in Italia, nonché la promozione delle proprie capacità di
sviluppo, si prefigge, tra l’altro, di:
L’attività di Federchimica è affidata alla Direzione Generale
e a sei Direzioni Centrali: Analisi Economiche-Internazionalizzazione, Comunicazione-Immagine, Relazioni Industriali,
Relazioni Interne, Relazioni Istituzionali, Tecnico Scientifica.
Costituitasi nel 1916 come Associazione Nazionale di
Industriali chimico-farmaceutici, diventa nel 1920 Federazione Nazionale delle Associazioni fra Industriali Chimici, nel 1945 Aschimici – Associazione Nazionale dell’Industria Chimica – per trasformarsi, nel 1984, nell’attuale Federazione.
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77
Organi Federchimica
Comitato di presidenza
Presidente
Cav. Lav. Cesare Puccioni
Puccioni S.p.A.
Vice Presidenti
Comunicazione e Immagine,
Rapporti Istituzionali
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Sicurezza, Salute, Ambiente e REACH
Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti
Lamberti S.p.A.
Europa e Analisi Economiche
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Relazioni Industriali
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Ricerca e Sviluppo
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Energia e Logistica
Dott. Erwin Rauhe
Basf Italia S.r.l.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Organizzazione e Personale
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Componenti
Dott. Giordano Righini
SPIN S.p.A.
Past president
Tesoriere
Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi
Mapei S.p.A.
Presidente Programma Responsible Care
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
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Dott. Ing. Marco Martinelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Direttore Generale
Dott. Claudio Benedetti
79
Appendice
Consiglio Direttivo
Presidente
Cav. Lav. Cesare Puccioni
Puccioni S.p.A.
Componenti
Dott. Giacomo Archi
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
Dott. Gian Mario Baccalini
Bracco S.p.A.
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Giorgio Basile
Isagro S.p.A.
Dott. Ing. Marco Martinelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Catia Bastioli
Novamont S.p.A.
Dott. Stefano Meloni
Polynt S.p.A.
Dott. Giampiero Bellini
Unichim
Dott. Federico Nazzari
Recordati S.p.A.
Dott. Mario Buzzella
C.O.I.M. S.p.A.
Dott. Ing. Filippo Carletti
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Ing. Alberto Chiarini
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Alberto Donati
O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A.
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Dott.ssa Giorgina Gallo
L’Oréal Italia S.p.A.
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Roberto Gradnik
Stallergenes Italia S.r.l.
Dott. Ing. Patrick Jozon
Air Liquide Italia S.p.A.
Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Past President
80
Vice Presidente
Dott. Carlo Pizzocaro
Olon S.p.A.
Sig. Angelo Radici
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Erwin Rauhe
Basf Italia S.r.l.
Dott. Fulvio Renoldi Bracco
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Giordano Righini
SPIN S.p.A.
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Dott. Massimo Scaccabarozzi
Janssen-Cilag S.p.A.
Dott. Enrico Seccomandi
3V Sigma S.p.A.
Dott. Bernardo Sestini
SIAD S.p.A.
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A.
Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Giuliano Tomassi
Marinangeli
Dow Italia S.r.l.
Prof. Renato Ugo
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Tesoriere
Componente Comitato di Presidenza
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Organi Federchimica
Giunta
Presidente
Cav. Lav. Cesare Puccioni
Puccioni S.p.A.
Componenti
Dott. Giacomo Archi
Henkel Italia S.p.A
Dott. Antonio Argentieri
L’Erbolario S.r.l.
Gr. Uff. Dott. Mario Artali
Sigma Tau S.p.A.
Dott. Gian Mario Baccalini
Bracco S.p.A.
Dott. Ing. Maurizio Bacci
Basell Italia S.r.l.
Dott. Andrea Barella
Sumitomo Chemical Italia S.r.l.
Dott. Ing. Francesco Baretti
Perstorp S.p.A.
Dott. Giorgio Basile
Isagro S.p.A.
Dott.ssa Catia Bastioli
Novamont S.p.A.
Dott. Fabrizio Bellini
Versalis S.p.A.
Dott. Giampiero Bellini
Unichim
Cav. Lav. Dott. Benito Benedini
Cabefin S.p.A.
Dott. Francesco Bertolini
Caffaro Industrie S.p.A.
Sig. Marco Bitossi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Giulio Bonazzi
Aquafil S.p.A.
Dott. Massimo Bononi
CHT Italia S.r.l.
Dott. Davide Calabrò
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Giorgio Cappellari
F.O.M.E.T. S.p.A.
Dott. Ing. Filippo Carletti
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Valerio Carsetti
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Paolo Casoni
Perfetti Van Melle S.p.A.
Dott. Marco Caspani
Centro Sperimentale del Latte S.r.l.
Dott. Francesco Caterini
YARA Italia S.p.A.
Dott. Piercarlo Cavenaghi
Sapio Produzione Idrogeno
Ossigeno S.r.l.
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Renzo Ferrari
Società Elettrochimica Solfuri e
Cloroderivati S.p.A.
Dott. Ugo Filippi
Sait-Abrasivi S.p.A.
Dott. Ing. Attilio Fontana
Ultragas Centro Meridionale S.p.A.
Dott. Fabio Franchina
Framesi S.p.A.
Dott. Alberto Conti
Basf Italia S.r.l.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Paolo Costanzo
Clariant SE Sede secondaria in Italia
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.ssa Nadia Gagliardini
Oxon Italia S.p.A.
Dott. Donato D’Agostino
Chimica Dr. Fr. D’Agostino S.p.A.
Dott.ssa Giorgina Gallo
L’Oréal Italia S.p.A.
Sig. Domenico D’Angelo
F.A.R. - Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.
Dott. Antonio Gandolfi
ICAP Leather Chem S.p.A.
Dott. Paolo Dal Lago
Liquigas S.p.A.
Dott. Ing. Maurizio de Costanzo
CFP Flexible Packaging S.p.A.
Dott. Fabio Deflorian
Sun Chemical Group S.p.A.
Dott. Luigi Della Beffa
Indena S.p.A.
Dott. Paolo Bozzetto
Giovanni Bozzetto S.p.A.
Dott. Alberto Dezza
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Dott. Ing. Antonio Fedele
Totalgaz Italia S.r.l.
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Dott. Luigi Bovera
Rhodia Italia S.p.A.
Dott. Mario Buzzella
C.O.I.M. S.p.A.
Dott. Giorgio Favro
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Sergio Fontana
SIAD S.p.A.
Dott.ssa Marina Del Bue
MolMed S.p.A.
Dott. Stefano Brovelli
Bayer S.p.A.
Dott. Agostino Facchini
Res Pharma Industriale S.r.l.
Dott. Ing. Alberto Chiarini
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Sig. Paolo Bottazzi
SABO S.p.A.
Cav. Lav. Dott.ssa Diana Bracco
Bracco S.p.A.
Dott. Fabrizio Elia
Linde Gas Italia S.r.l.
SIPCAM S.p.A.
Dott. Ing. Guido Donà
Arkema S.r.l.
Dott. Alberto Donati
O.F.I. Off. Farm. Italiana S.p.A.
Dott. Gianluigi Dubbini
Diachem S.p.A.
Dott. Carlo Gazza
Fatro S.p.A.
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Cleanto Giusto
Mapintec S.r.l.
Dott. Roberto Gradnik
Stallergenes Italia S.r.l.
Dott. Ing. Carlo Eligio Gramola
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Cesare Guaita
BP Italia S.p.A.
Dott. Ing. Patrick Jozon
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Fredi P. Kalt
Sued-Chemie Catalysts Italia S.r.l.
Dott. Karl-Heinz Krieg
K+S Agricoltura S.p.A.
81
Appendice
Dott. Vincenzo Maglione
Rottapharm S.p.A.
Dott. Federico Nazzari
Recordati S.p.A.
Dott. Achille Nobiloni
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Ing. Piero Nulli
Esseco S.r.l.
Dott. Giorgio Oberrauch
Farmabios S.p.A.
Dott. Ernesto Oppici
Certiquality S.r.l.
Dott. Ing. Marco Padovani
Crown Aerosols Italia S.r.l.
Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri
Paglieri S.p.A.
Dott. Paolo Manica
Manica S.p.A.
Dott. Riccardo Palmisano
Genzyme S.r.l.
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
Sig. Paolo Parato
Maraschi & Quirici S.p.A.
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Parodi
ALCEA S.r.l.
Az. Lombarda Colori e Affini
Cav. Lav. Dott. Paolo Lamberti
Lamberti S.p.A.
Dott. Angelo Lami
INCO Industria Colori S.r.l.
Dott. Antonio Lazzarinetti
Viscolube S.p.A.
Dott. Matteo Locatelli
Pink Frogs S.r.l.
Sig. Ernesto Lomazzi
Akzo Nobel Chemicals S.p.A.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Gianni Manzetti
Farmen International
Cosmetics Distribution S.p.A.
Dott. Davide Manzoni
Davines Div. Comfort Zone
Dott. Gianni Marini
Z-Cube S.r.l.
Dott. Ing. Marco Martinelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Franco Mazzali
Rivoira S.p.A.
Dott. Ing. Daniele Meldolesi
Cargill S.r.l.
Div. Amidi Derivati Specialità
Dott. Stefano Meloni
Polynt S.p.A.
Dott. Marco Mercenari
Esseco S.r.l.
Dott. Filippo Meroni
S.C. Johnson Italy S.p.A.
Dott. Ing. Jean Luc Michelot
PA.CO.DIS. S.p.A.
Dott. Walter Mirabella
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Moltrasio
Icro Coatings S.p.A.
Dott. Ing. Duilio Mombelli
Flint Group Italia S.p.A.
Dott. Giuseppe Natale
Valagro S.p.A.
82
Dott. Gianfranco Patrucco
Roquette Italia S.p.A.
Sig. Angelo Radici
Radici Chimica S.p.A.
Sig. Maurizio Radici
Radicifil S.p.A.
Dott. Erwin Rauhe
Basf Italia S.r.l.
Dott. Sergio Re
Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l.
Dott. Fulvio Renoldi Bracco
Bracco Imaging S.p.A.
Sig. Vincenzo Rialdi
Vevy Europe S.p.A.
Dott. Giordano Righini
SPIN S.p.A.
Dott. Umberto Risso
Autogas Nord S.p.A.
Sig. Guido Riva
di nomina presidenziale
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Russo
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Arch. Paolo Pellegrini
Colorgraf S.p.A.
Dott. Ing. Roberto Peressutti
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili
Fabbr. Cooperativa Perfosfati
Cerea S.r.l.
Sig. Daniele Petrini
Sabic Italia S.p.A.
Dott. Biagio Savaré
Savaré I.C. S.r.l.
Dott. Federico Petrolini
Goldengas S.p.A.
Sig. Paolo Piana
Sinterama S.p.A.
Sig. Vittorio Pirera
ANDRA S.p.A.
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
Dott. Carlo Pizzocaro
Olon S.p.A.
Dott. Massimo Scaccabarozzi
Janssen-Cilag S.p.A
Dott. Alfredo Polito
Innovhub
Stazioni Sperimentali per l’Industria
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
Dott. Ing. Antonio Protopapa
Versalis S.p.A
Sig. Mario Puccioni
Puccioni S.p.A.
Dott. Luigi Radaelli
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Dott. Bernardo Sestini
SIAD S.p.A.
Dott. Ing. Marcello Sciota
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Gianni Scotti
Saint-Gobain Abrasivi S.p.A.
Dott. Enrico Seccomandi
3V Sigma S.p.A.
Dott. Giuseppe Seccomandi
E.R.C.A. S.p.A.
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A.
Sig. Massimo Signorini
Ilco Industriale S.r.l.
Dott. Maurizio Silvestri
Euticals S.p.A.
Dott. Riccardo Sollini
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
Torna all’indice
Organi Federchimica
Cav. Lav. Dott. Giorgio Squinzi
Mapei S.p.A.
Dott. Marco Squinzi
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Gerardo Stillo
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Emanuele Tagliabue
Versalis S.p.A.
Rag. Luigi Taglioretti
Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A.
Dott. Giovanni Toffoli
Adriatica S.p.A.
Dott. Mario Tomasoni
Giovanni Bozzetto S.p.A.
Dott. Ing. Giuliano Tomassi Marinangeli
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ferruccio Tornaghi
C.T.S. S.r.l.
Dott. Marzio Tozzi
Endura S.p.A.
Prof. Renato Ugo
di nomina presidenziale
Dott. Giovanni Venerucci Manzaroli
ACS Dobfar S.p.A.
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Sig. Arrigo Zanardo
IMPA S.p.A.
Sig. Giovanni Zanchetta
Polyglass S.p.A.
Dott. Ing. Giordano Zappelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Antonio Zoncada
Innovhub
Stazioni Sperimentali per l’Industria
Torna all’indice
Consulta
dei Presidenti
Collegio dei Revisori
Contabili
AGROFARMA
Dott. Andrea Barella
Sumitomo Chemical Italia S.r.l.
AIA
Dott. Ing. Marco Padovani
Crown Aerosols Italia S.r.l.
AISA
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
AISPEC
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
ANIFA
Dott. Stefano Brovelli
Bayer S.p.A.
ASCHIMFARMA
Dott. Gian Mario Baccalini
Bracco S.p.A.
ASSOBASE
Dott. Giorgio Favro
Solvay Chimica Italia S.p.A.
ASSOBIOTEC
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A.
ASSOCASA
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
ASSOFERTILIZZANTI
Dott. Francesco Caterini
Yara Italia S.p.A.
ASSOFIBRE CIRFS ITALIA
Sig. Maurizio Radici
Radicifil S.p.A.
ASSOGASLIQUIDI
Dott. Paolo Dal Lago
Liquigas S.p.A.
ASSOGASTECNICI
Dott. Piercarlo Cavenaghi
Sapio Produzione Idrogeno
Ossigeno S.r.l.
AVISA
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
CERAMICOLOR
Dott. Angelo Lami
INCO Industria Colori S.r.l.
PLASTICSEUROPE ITALIA
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
UNIPRO
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglierii S.p.A.
Presidente
Dott. Antonino Pizzini
Revisori effettivi
Rag. Sandro Bertasi
Rag. Enrico Pian
Revisori supplenti
Dott. Cesare Orsenigo
Rag. Carlo Pecchi
Probiviri
Avv. Carlo Del Pennino
Prof. Avv. Giuseppe Franco Ferrari
Dott. Ing. Giuseppe Rossi
Avv. Claudio Signini
Dott. Vincenzo Vitelli
83
Commissioni Direttive
Associazioni di settore*
AGROFARMA
AIA
AISA
Presidente
Dott. Andrea Barella
Sumitomo Chemical Italia S.r.l.
Presidente
Dott. Ing. Marco Padovani
Crown Aerosols Italia S.r.l.
Presidente
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
Componenti
Dott. Alberto Ancora
Basf Italia S.r.l.
Componenti
Sig.ra Daniela Calefato
Precision Dispensing Solutions
Europe GmbH Filiale
Vice Presidenti
Dott. Carlo Gazza
Fatro S.p.A.
Dott. Lorenzo Bordoni
Dow AgroSciences Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Enrico Ciani
Solchim S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Arianna Bolla
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott. Antonio Cirillo
Kimicar S.r.l.
Dott.ssa Cristina Cellini
Vetoquinol Italia S.r.l.
Dott.ssa Glenda Colzani
Colorpack S.r.l.
Dott.ssa Vittorina Colombatti
Teknofarma S.p.A.
Sig.ra Rosella Cortesi
V.A.R.I. S.p.A.
Dott. Emilio Dabbaghian
Ceva Salute Animale S.p.A.
Sig.ra Manuela Cuzzolin
Akzo Nobel Chemicals S.p.A.
Dott. Roberto Del Maso
Merial Italia S.p.A.
Dott.ssa Eleonora Favalini
Parisienne Italia S.r.l.
Sig. Renato Della Valle
Innovet Italia S.r.l.
Dott. Fulvio Ferrara
Coster Tecnologie Speciali S.p.A.
Dott.ssa Chiara Durio
Pfizer Italia S.r.l.
Sig. Mauro Mattei
Alltub Italia S.r.l.
Dott. Alberto Milani
Formevet S.p.A.
Dott. Massimo Scaglia
Isagro S.p.A.
Dott. Alberto Pollini
Mirato S.p.A.
Dott. Riccardo Romagnoli
Chemifarma S.p.A.
Dott. Paolo Tassani
Cerexagri Italia S.r.l.
Dott. Marco Raviolo
Campweld S.r.l.
Dott. Paolo Sani
Intervet Italia S.r.l.
Dott. Aldo Trombini
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott. Franco Reghenzani
Eurospray S.p.A.
Dott. Flavio Zanellato
Virbac S.r.l.
Dott.ssa Karina von Detten
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Cristiano Siviero
Cosmosol S.r.l.
Dott. Dante Zauli
Gowan Italia S.p.A.
Dott.ssa Alessandra Terzoli
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Alessandro Bugini
Makhteshim Agan Italia S.r.l.
Dott. Liso Ceccobelli
Ital-Agro S.r.l.
Dott. Francesco Ciocca
Oxon Italia S.p.A.
Dott. Alberto Dezza
S.I.P.C.A.M. S.p.A.
Dott. Paolo Dubbini
Diachem S.p.A.
Dott. Paolo Manica
Manica S.p.A.
Dott. Lorenzo Patuzzo
Europhyto T.S.A. S.r.l.
Past President
Dott. Luigi Radaelli
Syngenta Crop Protection S.p.A.
*Aggiornamento al 5 giugno 2012
Dott. Ing. Carlo Castiglioni
Ferrari Meccanica S.p.A.
Dott. Giampiero Vantellino
Bayer S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Zunelli
Scam S.p.A.
Torna all’indice
85
Appendice
AISPEC
Presidente
Dott. Martino Verga
Caglificio Clerici S.p.A.
Vice Presidente
Dott. Valerio Carsetti
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Componenti
Gr. Uff. Dott. Mario Artali
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Massimo Bononi
CHT Italia S.r.l.
Dott. Daniel Campo Voegeli
Basf Italia S.r.l.
Sig. Giovanni Zanchetta
Polyglass S.p.A.
ANIFA
Presidente
Dott. Stefano Brovelli
Bayer S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Gaetano Colabucci
Johnson & Johnson S.p.A.
Dott. Ing. Gianluigi Frozzi
ACRAF S.p.A.
Dott. Paolo Casoni
Perfetti Van Melle S.p.A.
Dott. Giampaolo Girotti
Alfa Wassermann S.p.A.
Dott. Marco Caspani
Centro Sperimentale del Latte S.r.l.
Componenti
Dott. Roberto Antonini
Zambon Italia S.r.l.
Dott. Mauro Caimi
GlaxoSmithKline
Cons. Healthcare S.p.A.
Dott. Gianmarco Carcano
Bouty S.p.A.
Dott.ssa Francesca Cavazza
Avantgarde S.p.A.
Dott. Luigi Cola
Combe Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Colombo
Montefarmaco OTC S.p.A.
Dott. Paolo Costanzo
Clariant SE Sede Secondaria in Italia
Dott. Fausto Ferrazzi
Serichim S.r.l.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Cesare Guaita
BP Italia S.p.A.
Dott. Ing. Fredi P. Kalt
Sued-Chemie Catalyst Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Li Bassi
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Daniele Meldolesi
Cargill S.r.l.
Div. Amidi Derivati Specialità
Dott. Marco Mercenari
Esseco S.r.l.
Dott. Walter Mirabella
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Sig. Paolo Parato
Maraschi & Quirici S.p.A.
Sig. Vittorio Pirera
Andra S.p.A.
Sig. Vincenzo Rialdi
Vevy Europe S.p.A.
Past President
Dott. Giordano Righini
Bracco S.p.A.
Sig.ra Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
86
Dott. Gianni Scotti
Saint-Gobain Abrasivi S.p.A.
Past President
Dott. Sergio Daniotti
Dott. Celestino Di Rollo
Recordati S.p.A.
Dott.ssa Silvia Enock
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Eric Gilliot
Reckitt Benckiser Healthcare
(Italia) S.p.A.
Dott. Albert Manzone
Novartis Consumer Health S.p.A.
Dott. Enrique Manzoni
Boehringer Ingelheim Italia S.p.A.
Dott. Alberto Pelis
Bracco S.p.A.
Dott.ssa Agnés Regnault
Pfizer Italia S.r.l.
Dott. Raffaele Sanguigni
Biofutura Pharma S.p.A.
Dott. Riccardo Zagaria
Sanofi-Aventis S.p.A.
ASCHIMFARMA
Presidente
Dott. Gian Mario Baccalini
Bracco S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Daniele Cardoso
Laboratorio Chimico
Internazionale S.p.A.
Dott. Giorgio Oberrauch
Farmabios S.p.A.
Componenti
Dott. Sergio Albertazzi
Farchemia S.p.A.
Dott. Fulvio Benigni
Industriale Chimica S.r.l.
Dott. Fulvio Carlotti
Gnosis S.p.A.
Dott. Michele Crocetta
ACRAF S.p.A.
Dott. Benedetto Della Beffa
Indena S.p.A.
Dott.ssa Alessandra Gargani
Erregierre S.p.A.
Dott. Guido Gnemmi
Lusochimica S.p.A.
Dott. Gianni Marini
Zach System S.p.A.
Dott. Federico Nazzari
Recordati S.p.A.
Dott. Paolo Oligeri
Chemi S.p.A.
Sig. Adriano Picchiò
Prodotti Chimici e Alimentari S.p.A.
Dott. Carlo Pizzocaro
Olon S.p.A.
Past President
Dott. Paolo Russolo
Cambrex Profarmaco Milano S.r.l.
Dott. Ariel Davide Segre
Pierrel S.p.A.
Dott. Maurizio Silvestri
Euticals S.p.A.
Dott.ssa Giovanna Tromby
Sicor S.r.l.
Dott. Giovanni Venerucci Manzaroli
ACS Dobfar S.p.A.
Dott. Giorgio Vittadini
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Enrico Zodio
Procos S.p.A.
Torna all’indice
Commissioni Direttive Associazioni di settore
ASSOBASE
Presidente
Dott. Ing. Giorgio Favro
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Vice Presidente
Dott. Ing. Emanuele Tagliabue
Versalis S.p.A
Componenti
Dott. Ing. Francesco Carciotto
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Alberto Conti
Basf Italia S.r.l.
Dott. Domenico D’Angelo
F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.
Dott. Ing. Pierluigi Degiovanni
Tessenderlo Italia S.r.l.
Dott. Fabrizio Conicella
BioIndustry Park Silvano Fumero S.p.A.
ASSOCASA
Dott. Gioacchino D’Alò
Takeda Italia Farmaceutici S.p.A.
Dott.ssa Marina Del Bue
MolMed S.p.A.
Dott. Francesco Di Marco
Amgen Dompé S.p.A.
Dott. Sergio Dompé
Biogen Dompé S.r.l.
Vice Presidenti
Dott. Giorgio Dal Prato
Deco Industrie S.coop.p.a.
Dott. Gianluca Fusco
Syngenta Seeds S.p.A.
Dott. Maurizio Guidi
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott. Massimo Gulisano
IOM Ricerca S.r.l.
Dott. Lorenzo Di Donato
Fluorsid S.p.A.
Past President
Dott. Roberto Gradnik
Stallergenes Italia S.r.l.
Dott. Ing. Ottorino Lolini
Nuova Solmine S.p.A.
Dott.ssa Daniela Jabes
Naicons S.c.a.r.l.
Dott. Massimo Maragna
Sabic Italia S.p.A.
Dott. Antonio Messina
Merck Serono S.p.A.
Dott. Sergio Migone
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Ing. Francesco Nulli
Esseco S.r.l.
Dott. Flavio Remonato
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Zaverio Rovea
Vinavil S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Russo
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Federico Nazzari
Recordati S.p.A.
Dott.ssa Maria Luisa Nolli
Areta International S.r.l.
Dott. Alessandro Noseda
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Ennio Ongini
Nicox Research Institute S.r.l.
Dott. Stefano Portolano
Celgene S.p.A.
Dott. Donato Todisco
Caffaro Industrie S.p.A.
Dott. Carlo Roccio
Clonit S.r.l.
ASSOBIOTEC
Dott. Massimo Scaccabarozzi
Janssen-Cilag S.p.A.
Presidente
Dott. Alessandro Sidoli
Axxam S.p.A
Vice Presidenti
Dott. Luca Benatti
Newron Pharmaceuticals S.p.A.
Dott. Riccardo Palmisano
Genzyme S.r.l.
Componenti
Dott. Ugo Capolino Perlingieri
Alexion Pharma Italy S.r.l.
Torna all’indice
Dott. Francesco Senatore
Toscana Life Sciences Foundation
Dott. Luigi Tarenzi
Parco Tecnologico Padano
Dott.ssa Daniela Ubezio
IFOM - Fondazione Istituto FIRC
Oncologia Molecolare
Dott.ssa Karina von Detten
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Arturo Zanni
Sanofi-Aventis S.p.A.
Presidente
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
Cav. Lav. Dott.ssa Debora Paglieri
Paglieri S.p.A.
Componenti
Dott. Sergio Antoniuzzi
I.C.E. FOR S.p.A.
Avv. Alessandro Artom
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott.ssa Paola Aruta
Procter & Gamble S.r.l.
Dott.ssa Cecilia de’ Guarinoni
Henkel Italia S.p.A.
Avv. Enrico De Toma
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
Dott. Maurizio Della Cuna
Madel S.p.A.
Dott. Roberto Ferro
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Federico Guanzini
Copyr S.p.A. - Compagnia del Piretro
Dott. Filippo Meroni
S.C. Johnson Italy S.p.A.
Dott. Mario Morsiani
McBride S.p.A.
Dott. Vittorio Pizzolotto
Pizzolotto S.p.A.
Dott. Maurizio Rigolli
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Paolo Ruozzo
Guaber S.r.l.
Dott. Roberto Silva
ITS Detergenti S.r.l.
Dott. Pierpaolo Zambotto
Zapi Industrie Chimiche S.p.A.
ASSOFERTILIZZANTI
Presidente
Dott. Francesco Caterini
Yara Italia S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Paolo Girelli
ILSA S.p.A.
87
Appendice
Sig. Mario Puccioni
Puccioni S.p.A.
Componenti
Sig. Mirko Bevini
Scam S.p.A.
Sig. Giorgio Cappellari
F.o.m.e.t. S.p.A.
Dott. Roberto Di Majo
Unimer S.p.A.
Dott.ssa Nadia Gagliardini
SIPCAM S.p.A.
Dott. Lorenzo Gallo
Green Has Italia SpA
Dott. Eric Juillet De Saint Lager
Timac Agro Italia S.p.A.
Dott. Gabriele Lippi
Compo Agro Specialities S.r.l.
Dott. Ing. Gianantonio Menin
Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l.
Dott. Giuseppe Natale
Valagro S.p.A.
Dott. Pierluigi Rigatelli
Haifa Italia S.r.l.
Dott. Massimo Rossini
K+S Agricoltura S.p.A.
Past President
Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili
Fabb. Coop. Perfosfati Cerea S.r.l.
Dott. Giovanni Toffoli
Adriatica S.p.A.
Dott. Enrico Villa
Siriac S.r.l.
ASSOFIBRE CIRFS
ITALIA
Presidente
Sig. Maurizio Radici
Radicifil S.p.A.
Vice Presidente
Dott. Giulio Bonazzi
Aquafil S.p.A.
88
Dott. Franco Francalanci
Montefibre S.p.A.
Dott. Ciro Gargiulo
Fidion S.r.l.
Dott. Alberto Maroli
Alcantara S.p.A.
Rag. Dino Menale
Energas S.p.A.
Past President
Sig. Paolo Piana
Sinterama S.p.A.
Dott. Leonardo Pinoca
Meraklon S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Porcellini
Costiero Gas Livorno S.p.A.
Dott. Riccardo Sollini
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
ASSOGASLIQUIDI
Presidente
Dott. Paolo Dal Lago
Liquigas S.p.A.
Dott. Luciano Niccolai
Beyfin S.p.A.
Dott. Marco Pannunzio
Totalgaz Italia S.r.l.
Dott. Umberto Risso
Autogas Nord S.p.A.
Dott. Muzio Salvini
Tecnogas S.r.l.
Dott. Paolo Sparvoli
Antonio Merloni Cylinders
Ghergo Group S.p.A.
Dott. Luciano Valente
Gas Point S.r.l.
Dott. Paolo Zani
Brixia Finanziaria S.r.l.
Vice Presidenti
Dott. Ing. Attilio Fontana
Ultragas Centro Meridionale S.p.A.
Dott.ssa Patrizia Zucchi
Socogas S.p.A
Dott. Federico Petrolini
Goldengas S.p.A.
ASSOGASTECNICI
Componenti
Dott. Aldo Bernardini
Bernardini Impianti S.r.l.
Dott. Marco Cirese
Ultragas Tirrena S.p.A.
Sig. Floriano D’Este
Fiamma 2000 S.p.A.
Dott. Ing. Carlo De Matthaeis
API S.p.A.
Presidente
Dott. Piercarlo Cavenaghi
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Vice Presidente
Dott. Fabrizio Elia
Linde Gas Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Sergio Fontana
SIAD S.p.A.
Rag. Gianfilippo Diamante
Butangas S.p.A.
Dott. Ing. Aldo Fumagalli Romario
SOL S.p.A.
Dott. Giacomo Fabbri
Soc. Italiana Gas Liquidi S.p.A.
Rag. Claudio Grigato
Sico S.p.A.
Past President
Dott. Ing. Antonio Fedele
Totalgaz Italia S.r.l.
Dott. Michele Gritti
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Pietro Frasson
Trivengas S.r.l.
Componenti
Dott. Ing. Arturo Andreoni
Radicifil S.p.A.
Dott. Ing. Gaetano Gradini
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Ing. Fabrizio Calenti
Aquafil S.p.A.
Dott. Stefano Cochis
Filatura di Saluzzo S.r.l.
Rag. Ferdinando Guareschi
Lampogas S.p.A.
Dott. Alberto Licci
Italfiamma S.r.l.
Dott. Ing. Patrick Jozon
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Franco Mazzali
Rivoira S.p.A.
Dott. Ing. Roberto Peressutti
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Roberto Sestini
SIAD S.p.A.
Torna all’indice
Commissioni Direttive Associazioni di settore
AVISA
Presidente
Dott. Aram Manoukian
Lechler S.p.A.
Vice Presidente
Arch. Paolo Pellegrini
Colorgraf S.p.A.
Componenti
Dott. Roberto Leoni
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Maria Parodi
ALCEA S.r.l.
Az. Lombarda Colori Affini
Dott.ssa Dina Laura Roncarolo
Sestriere Vernici S.r.l.
PLASTICSEUROPE
ITALIA
Presidente
Sig. Daniele Ferrari
Versalis S.p.A.
Vice Presidente
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Catia Bastioli
Novamont S.p.A.
Dott. Michele Capolupo
Artenius Italia S.p.A.
Dott. Biagio Savarè
Savarè I.C. S.r.l.
Dott. Didier Carouge
Total Petrochemicals & Refining
SA/NV Sede Seconda
Dott. Fiorello Testa
Huber Italia S.r.l.
Dott. Ing. Antonello Ciotti
Equipolymers S.p.A.
Sig. Arrigo Zanardo
Impa S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Covezzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
CERAMICOLOR
Presidente
Dott. Angelo Lami
INCO Industria Colori S.r.l.
Vice Presidenti
Dott. Daniele Bandiera
Ferro Spain S.A. - Italy Branch
Dott.ssa Antonella Dall’Osto
DSM Composite Resins Italia S.r.l.
Dott. Ing. Guido Donà
Arkema S.r.l.
Dott. Ing. Luigi Gerolla
Radici Novacips S.p.A.
Dott. Ing. Paolo Groppi
Solvin Italia S.p.A.
Sig. Marco Bitossi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Daniele Petrini
Sabic Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Lucio Capiluppi
Sicer S.r.l.
Dott. Ing. Antonio Protopapa
Versalis S.p.A.
Dott. Carlos Ferrer
Esmalglass S.p.A.
Dott. Ing. Enrico Garino
Pemco Emails S.r.l.
Sig. Andrea Giambi
Torrecid Italia S.r.l.
Dott. Carlo Alberto Ovi
Smalticeram Unicer S.p.A.
Dott. Gianfranco Padovani
Vetriceramici S.p.A.
Sig. Rodolfo Pini
DEF di R. Doni S.p.A.
Sig. Gino Romani
Endeka Ceramics S.p.A.
Torna all’indice
Dott. Cino Serrao
Borealis Italia S.p.A.
Dott. Ing. Nicola Voso
NGP S.p.A.
UNIPRO
GIUNTA
Presidente
Dott. Ing. Fabio Rossello
Paglieri S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Luciano Bertinelli
Ferragamo Parfums S.p.A.
Dott.ssa Giorgina Gallo
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Domenico Ganassini
Istituto Ganassini S.p.A.
Dott. Benedetto Lavino
Bottega Verde S.r.l.
Consiglieri incaricati
Dott. Matteo Locatelli
Pink Frogs S.r.l.
Dott. Ing. Gianni Manzetti
Farmen International Cosmetics
Distribution S.p.A.
Dott. Roberto Martone
I.C.R. – Industrie Cosmetiche
Riunite S.p.A.
Dott. Fabio Pastori
GlaxoSmithKline
Consumer Healthcare S.p.A.
Tesoriere
Dott. Decio Masu
Cosmint S.p.A.
Componenti
Dott. Paolo Agostinini
I.C.I.M. International S.r.l.
Dott. Antonio Argentieri
L’Erbolario S.r.l.
Dott.ssa Paola Aruta
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Francesco Baiano
Unilever Italia Mkt. Operations S.r.l.
Dott. Carlo Baiesi
Barex Italiana S.r.l.
Dott. Nicola Barbini
Eudermic S.r.l.
Dott. Paolo Braguzzi
Davines S.p.A.
Dott. Franco Brambilla
I.C.I.M. International S.r.l.
Sig. Giancarlo Bruson
Dermagib S.n.c.
Dott.ssa Serena Caimano
Pidielle S.r.l.
Dott. Massimo Cappini
ITF S.p.A.
Dott. Riccardo Cazzaniga
Firmenich S.p.A.
Avv. Enrico De Toma
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
89
Appendice
Dott. Gennaro Formisano
Avon Cosmetics S.r.l.
Past President
Dott. Fabio Franchina
Framesi S.p.A.
Dott. Fabrizio Locatelli
Lisap Laboratori Cosmetici S.p.A.
Dott. Vincenzo Maglione
Rottapharm S.p.A.
Dott. Davide Manzoni
Davines S.p.A.
Dott. Marco Mazzola
Biokosmes S.r.l.
Dott. Jean Luc Michelot
PA.CO. DIS S.p.A.
Dott. Pierfrancesco Morganti
Mavi Sud S.r.l.
Dott. Marco Oliva
Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A.
Dott. Luigi Pratesi
Cosmeta S.r.l.
Dott. Roberto Ricci
Johnson & Johnson S.p.A.
Dott. Carlo Sarchi
Uniest Soc. Coop.
Dott. Orna Schezen Nofarber
Estee Lauder S.r.l.
Dott. Roberto Tiberi
Dott. Gualtiero Valdo
Beauty San S.p.A.
Dott. Gianfranco Zunino
Mario Zunino & C. S.r.l.
90
Torna all’indice
Responsible Care®
Commissione Direttiva
Presidente
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Vice Presidenti
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Ing. Luca Manzotti
Versalis S.p.A.
Componenti
Dott. Ing. Marco Bozzola
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco S.p.A.
Dott. Filippo Servalli
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Guido Garone
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto
SIPCAM S.p.A.
Dott. Riccardo Giovannini
RGA S.r.l.
Arch. Ernesto Sorghi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Vittore Luberti
Dow Italia S.r.l.
Dott. Federico Tonelli
Scam S.p.A.
Dott. Ing. Salvatore Mesiti
Sasol Italy S.p.A.
Past President
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Vincenzo Camparada
SOL S.p.A.
Dott. Ing. Guido Montanari
Syndial S.p.A. Attività Diversificate
Dott. Franco Cerritelli
Olon S.p.A.
Dott. Ing. Roberto Pecoraro
Versalis S.p.A.
Invitati Permanenti
Dott. Ing. Carlo Ciotti
PVC Forum
Dott. Ing. Guido Chiogna
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Ing. Roberto Peressutti
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Ing. Claudia Gistri
Certiquality S.r.l.
Dott. Ing. Sergio Conni
Polynt S.p.A.
Dott. Stefano Piccoli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Renato Porta
AssICC
Dott. Ing. Antonio Corvino
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott.ssa Roberta Rossi
Filctem-Cgil
Dott.ssa Antonella Dall’Osto
DSM Composite Resins Italia S.r.l.
Dott. Ing. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Dott. Ing. Stefano Ruvolo
Femca-Cisl
Dott. Domenico D’Ottavio
Puccioni S.p.A.
Dott. Ing. Virginio Sarto
Basf Italia S.r.l.
Sig. Sandro Santicchia
UILCEM UIL
Dott. Ing. Cristian Furiosi
S.A.P.I.C.I. S.p.A.
Dott. Ing. Sandro Scaravaggi
Bayer S.p.A.
Torna all’indice
91
Servizio Emergenza Trasporti (S.E.T.)
Commissione Direttiva
Presidente
Dott. Ing. Gerardo Stillo
Versalis S.p.A.
Vice Presidente
Sig. Michele Paruzzi
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei
Versalis S.p.A.
Sig. Fabio Giani
Basf Italia S.r.l.
Invitati Permanenti
Dott. Ing. Furio Bombardi
Trenitalia S.p.A.- Divisione Cargo
Dott. Ing. Carlo Meregaglia
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Francesco Carciotto
Dow Italia S.r.l.
Dott. Stefano Mussini
Dow Italia S.r.l.
Dott. Cosimo Franco
Endura S.p.A.
Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto
Sipcam S.p.A
Dott. Ing. Antonio Corvino
Henkel Italia S.p.A.
P. Ch. Piero Luigi Tagliabue
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Andrea Ferro
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Edoardo Tomei
PPG Industries Italia S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco S.p.A.
Torna all’indice
Dott. Ing. Antonio Monaco
Dip. Reg. Vigili del Fuoco
Lombardia
Dott. Marco Terranova
SBB CARGO Italia S.r.l.
Dott. Mauro Pastorino
Serfer Servizi Ferroviari S.r.l.
93
Comitati Federchimica
Direzione Centrale
Direzione Centrale
Analisi EconomicheInternazionalizzazione
Comunicazione
Immagine
Comitato Fiscale
Comitato Comunicazione
e Immagine
Presidente
Dott. Antonino Pizzini
Componenti
Dott. Cesare Antoniazzi
Sorin S.p.A.
Rag. Pietro Mascherpa
Bracco S.p.A.
Dott. Marco Massa
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Alessandro Avignolo
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Angelo Migliore
3M Italia S.p.A.
Sig. Nino Avogadri
Beiersdorf S.p.A.
Dott. Andrea Milone
Bayer S.p.A.
Dott.ssa Manuela Belloni
Totalerg S.p.A.
Dott. Carlo Bongiorni
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Andrea Camerinelli
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Giancarlo Dalbesio
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Pierluigi Orlandi
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Cesare Orsenigo
Rag. Vincenzo Riva
Novartis Farma S.p.A.
Dott. Luca Massimo Trentani
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Presidente
Dott. Mauro Chiassarini
Bayer S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Maria Teresa Agazzani
Isagro S.p.A.
Dott.ssa Raffaella Baiardi
Euticals S.p.A.
Dott. Filippo De Caterina
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott.ssa Loredana Elia
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Giuliano Faliva
Bracco S.p.A.
Dott.ssa Laura Fino
Roquette Italia S.p.A.
Dott.ssa Maria Grazia De Feo
Syngenta Crop Protection S.p.A.
Dott. Ing. Luca Gaggero
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Fabrizio Francani
Roquette Italia S.p.A.
Dott.ssa Patrizia Laporta
Syndial S.p.A. - Attività Diversificate
Dott. Vincenzo Gioffré
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
Dott. Fabio Novelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Nicolò Gulotta
Esso Italiana S.r.l.
Dott.ssa Chiara Pellegrini
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott. Alain Jouet
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Teresa Petronelli
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Chantal Macau
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Sabine Robert
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Guido Marzorati
Assolombarda
Dott. Daniele Rosa
Bayer S.p.A.
Torna all’indice
95
Appendice
Dott.ssa Enrica Rossi
Dow Italia S.r.l.
Dott. Luca Scanavini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Marco Scotti
Basf Italia S.r.l.
Sig. Filippo Servalli
Radici Chimica S.p.A.
Dott.ssa Adriana Spazzoli
Mapei S.p.A.
Direzione Centrale
Relazioni Industriali
Comitato Permanente
Sindacale
Presidente
Dott. Ing. Luigi Mansi
Nuova Solmine S.p.A.
Componenti
Dott. Gustavo Alonso*
Basf Italia S.r.l.
Dott. Federico Amietta
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Fabrizio Aramini
Arkema S.r.l.
Dott.ssa Raffaella Baiardi
Euticals S.p.A.
Dott. Annibale Baldari*
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott. Antonio Barge
Boehringer Ingelheim Italia S.p.A.
Dott. Marco Battaini
Bayer S.p.A.
Dott. Marco Benvenuti
Eli Lilly Italia S.p.A.
Dott. Fabrizio Bellini*
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Carla Bernabè
Bayer S.p.A.
Dott. Marcello Bianchi
Mapei S.p.A.
Dott. Andrea Bobbio
Assolombarda
Dott. Francesco Bonvicini
Alfa Wassermann S.p.A.
Sig. Roberto Bosia
Butangas S.p.A.
Dott. Massimo Bottelli*
Assolombarda
Rag. Francesco Bova
Sun Chemical Group S.p.A.
Dott. Stefano Brigato
Liquigas S.p.A.
Dott. Luchino Cairoli
Bracco S.p.A.
Dott. Davide Calabrò*
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott. Carmelo Cannella
Fater S.p.A.
Rag. Sergio Capuzzi
Clariant SE
Sede Secondaria in Italia
Dott.ssa Lorenza Carrà
Lamberti S.p.A.
Dott. Paolo Casatti
Saint Gobain Abrasivi S.p.A.
Dott. Renato Colurcio
Versalis S.p.A.
Dott. Massimo Consonni
Sealed Air S.r.l.
Dott. Ing. Paolo Corsi
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Concettina Costanza
Boehringer Ingelheim Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Cottura
Sorin S.p.A.
Dott. Alberto Cozzi
Politex S.a.s
di Freudenberg Politex S.r.l.
Rag. Giuliano Cremonesi
Huntsman Surface Sciences Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe D’Agostino
Kedrion S.p.A.
Dott. Gianni De Angelis
Yara Italia S.p.A.
Dott. Mario De Girolamo
Johnson & Johnson S.p.A.
Sig.ra Olga Doneda
Conqord Oil S.r.l.
Dott.ssa Michela Donesana
C.O.I.M. S.p.A.
Dott.ssa Patrizia Fabricatore
Astra Zeneca S.p.A.
Dott. Giacomo Facchinetti
Rivoira S.p.A.
Dott. Ing. Giovanni Fusco
Tioxide Europe S.r.l.
Dott. Antonio Gaudenzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.ssa Franca Gay
Polynt S.p.A.
Dott. Fabrizio Gazzani
Industria Chimica
Reggiana I.C.R. S.p.A.
* Componenti il Comitato Ristretto Sindacale
96
Torna all’indice
Comitati Federchimica
Dott. Ing. Stefano Ghisoni
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Francesco Messina
Ecolab S.r.l.
Dott. Stefano Silli
Basf Italia S.r.l.
Dott. Gian Luca Giannetti
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Duilio Mombelli
Flint Group Italia S.p.A.
Dott. Antonio Sparavigna
Soc. It. Brit. Manetti & Roberts S.p.A.
Dott. Paolo Giazzi
Confindustria Federvarie
Dott. Marco Morbidelli*
Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A.
Dott. Giovanni Strapazzon
Zambon Italia S.p.A.
Dott. Danilo Greco
Unilever Italia Manufacturing S.r.l
Dott. Andrea Moscatelli
Az. Chim. Riun. Angelini Fsco S.p.A.
Dott. Stefano Svetoni
Farmindustria
Dott. Nicola Gritti
Radici Chimica S.p.A.
Sig. Alberto Moschetti
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Testuzza
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Alberto Gullotta
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Emanuela Negri
Lamberti S.p.A.
Dott. Roberto Tocci
Pfizer Italia S.r.l.
Avv. Maria Rita Iorio
Farmindustria
Dott. Niccolò Nitti
Novartis Consumer Health S.p.A.
Dott. Ennio Troiano
Menarini Biotech S.r.l.
Dott. Andrea Isaia
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Marcello Orifici
Unindustria-Confindustria Roma
Dott. Maurizio Turci
Italmatch Chemicals S.p.A
Dott.ssa Remigia Laganà
Procter & Gamble S.r.l.
Sig.ra Rossana Pelosi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Aldo Urru
Isagro S.p.A.
Dott. Gianluca Liotta
3M Italia S.p.A.
Dott. Carlo Perone
Novartis Farma S.p.A.
Dott.ssa Alexia Jean Vergani
ACS Dobfar S.p.A.
Dott. Roberto Lombardi
Dow Italia S.r.l.
Dott. Alberto Ponti
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott. Carmine Visone
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Raffaella Lorenzut
Bracco S.p.A.
Dott.ssa Liliana Principe
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Gianluca Magnani
Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l.
Dott. Fabrizio Proietti
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott.ssa Loredana Maiocco
Tazzetti S.p.A.
Dott. Ing. Marta Mancini
Linde Gas Italia S.r.l.
Dott. Alessandro Marchini
GlaxoSmithKline
Consumer Healthcare S.p.A.
Rag. Paolo Mari
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Andrea Marinucci
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Roberto Mariotti
SOL S.p.A.
Rag. Ruggero Masciotti
Ultragas Centro Meridionale S.p.A.
Dott. Massimo Mazzetta
Colgate Palmolive Italia S.r.l.
Dott. Sandro Mazzucchelli
Novartis Farma S.p.A.
Dott. Alessandro Merlino
Bristol Myers Squibb S.r.l.
Torna all’indice
Sig. Gian Domenico Quadrone
Autogas Nord S.p.A.
Rag. Carlo Raise
Sapio Produzione Idrogeno
Ossigeno S.r.l.
Dott. Ing. Francesco Ricci
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Roberto Romero
Unione Industriale Torino
Dott.ssa Roberta Russo
Farmigea S.p.A.
Dott. Pietro Santoro
Janssen Cilag S.p.A.
Dott. Franco Scalcinati
Aquafil S.p.A.
Sig. Massimiliano Schiavi
Polynt S.p.A.
Dott. Bruno Serra
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
97
Appendice
Direzione Centrale
Tecnico Scientifica
Comitato Affari Legali
Presidente
Avv. Roberto Frigerio
Basf Italia S.r.l.
Componenti
Dott. Claudio Valerio Aggio
Croda Italiana S.p.A.
Avv. Stefano Aldini
Certiquality S.r.l.
Avv. Alessandro Artom
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott.ssa Alice Artom
Bolton Manitoba S.p.A.
Avv. Andrea Barra
Carestream Health Italia S.r.l.
Avv. Sara Biscardini
Basf Italia S.r.l.
Dott.ssa Antonella Bonomi
3M Italia S.p.A.
Avv. Massimiliano Caforio
Artsana S.p.A.
Dott. Gian Luca Castellani
Roquette Italia S.p.A.
Avv. Matteo Cimenti
Butangas S.p.A.
Dott. Sergio Conni
Polynt S.p.A.
Dott. Gianfranco Cutelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Elisa d’Amico
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Aldo Repeti
Abiogen Pharma S.p.A.
Dott. Cosimo Lomartire
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Massimo Rigamonti
Kodak S.p.A.
Dott.ssa Anna Longo
Procter & Gamble S.r.l.
Avv. Giovanni Rizzo
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott. Nicola Lopez
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Armando Romaniello
Certiquality S.r.l.
Dott. Alessandro Losso
Amonn Fire S.r.l.
Avv. Paolo Roncelli
Arkema S.r.l.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Avv. Maria Sala
Bracco S.p.A.
Dott. Vincenzo Marchetti
Endura S.p.A.
Dott.ssa Valeria Scasciamacchia
Versalis S.p.A.
Avv. Roberto Mariotti
SOL S.p.A.
Dott. Luca Scanavini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Avv. Edoardo Marroni
Nuova Solmine S.p.A.
Avv. Angelo Schiavi
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Paolo Mignone
Infineum Italia S.r.l.
Avv. Giuseppe Monaco
Bracco S.p.A
Dott. Paolo Musicco
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Paola Nocerino
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott.ssa Barbara Noyer
Versalis S.p.A.
Avv. Angelo Oniga
Clariant SE
Sede Secondaria in Italia
Avv. Riccardo Pagani
Reach & Colours Italia S.r.l.
Dott. Domenico Pappalettera
Beiersdorf S.p.A.
Dott. Paolo Devalba
Infineum Italia S.r.l.
Avv. Claudia Pasqualini Salsa
Sued-Chemie Catalyst Italia S.r.l.
Dott.ssa Caterina di Valentino
Bayer S.p.A.
Dott. Marco Pecchiari
Chemisol Italia S.r.l.
Dott.ssa Susanna Fasolis
Bayer S.p.A.
Dott. Francesco Pedilarco
Paglieri S.p.A.
Avv. Cinzia Gaeta
Procter & Gamble S.r.l.
Dott.ssa Mariagrazia Perego
3M Italia S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco S.p.A.
Dott. Alberto Porcu
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott.ssa Emanuela Gallo
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
98
Avv. Gianluca Liotta
3M Italia S.p.A.
Avv. Valentina Ranno
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott.ssa Francesca Scorretti
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott.ssa Monica Soldini
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Ing. Lorenzo Tagliani
Chemisol Italia S.r.l.
Dott. Cristian Tessari
Henkel Italia S.p.A.
Dott.ssa Valeria Vacchiano
Versalis S.p.A.
Dott. Amleto Zucchi
Sapio
Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Avv. Gian Paolo Zuccotti
3M Italia S.p.A.
Comitato Ambiente
e Territorio
Presidente
Dott. Ing. Sandro Scaravaggi
Bayer S.p.A.
Componenti
Dott. Gianni Abbruzzese
Bracco S.p.A.
Dott. Claudio Valerio Aggio
Croda Italiana S.p.A.
Dott. Pier Maria Arzuffi
Bayer S.p.A.
Torna all’indice
Comitati Federchimica
Dott. Ing. Domenico Barone
RGA S.r.l.
Dott. Andrea Ferro
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Lorenzo Palvarini
Idena S.p.A.
Dott.ssa Ing. Gloria Bava Pilone
Tazzetti S.p.A.
Sig. Guido Fornari
Ecol Studio S.r.l.
Dott.ssa Giuseppina Papagno
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Bergamasco
3V Sigma S.p.A.
Dott. Ing. Edoardo Galatola
Sindar S.r.l.
Dott. Arturo Petrosillo
Olon S.p.A.
Dott. Valter Bertani
Indena S.p.A.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco S.p.A.
Sig. Renato Pilli
Basf Italia S.r.l.
Dott. Luigi Bocconi
Reichhold S.r.l.
Dott. Francesco Gallo
Viscolube S.p.A.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott.ssa Marina Bozzolasco
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Errico Gasbarro
Basf Italia S.p.A.
Dott.ssa Cecilia Presutti
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Ing. Stefano Brivio
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Canti
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Vittorio Caria
Tioxide Europe S.r.l.
Dott. Giuseppe Gravina
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott.ssa Anna Longo
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Vittore Luberti
Dow Italia S.r.l.
Dott. Alfonso Raiola
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Sig. Aldo Repeti
Abiogen Pharma S.p.A.
Dott. Ing. Marco Macciò
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Massimo Rigamonti
Kodak S.p.A.
Dott. Stefano Maggi
LAB Analysis S.r.l.
Dott. Antonello Rota
Perstorp S.p.A.
Dott. Ing. Luca Manzotti
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Danilo Schiavina
Roquette Italia S.p.A.
Dott.ssa Livia Cavallito
Theolab S.p.A.
Dott. Ing. Paolo Marabotti
Syndial S.p.A
Attività Diversificate
Dott. Ing. Riccardo Slavik
3V Sigma S.p.A.
Dott. Roberto Cerreta
Sanofi-Aventis S.p.A
Dott. Gualtiero Marangone
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Franco Cerritelli
P. & R. S.p.A
Dott. Marzio Marziani
Italmatch Chemicals S.p.A.
Sig. Salvatore Ciraulo
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Ing. Giovanni Matarrese
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Fabrizio Cocquio
Yara Italia S.p.A.
Dott. Salvatore Mesiti
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott.ssa Maria Milicia
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Giorgio Carimati
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Alessandro Castelli
SOL S.p.A.
Dott. Ing. Giambattista Cavalli
C.O.I.M. S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Conzi
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Marco Cravetta
Tessenderlo Italia S.r.l.
Dott.ssa Dolores De Felice
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Avv. Paolo Devalba
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Orazio Di Paolo
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott. Ing. Luca Emaldi
Polynt S.p.A.
Torna all’indice
Dott. Ing. Gianfranco Soffiotto
Sipcam S.p.A.
Dott. Francesco Spini
Giovanni Bozzetto S.p.A.
Dott. Ing. Patrizio Stecconi
Vinavil S.p.A.
Dott. Ing. Gerardo Stillo
Versalis S.p.A.
Dott. Giovanni Tedesco
Mirato S.p.A.
Dott. Enrico Torre
VTG Italia S.r.l.
Dott. Claudio Monici
Reichhold S.r.l.
Dott.ssa Giovanna Tromby
Sicor S.r.l.
Dott. Giancarlo Montorfano
Lechler S.p.A.
Dott. Ing. Domenico Valentini
Eni S.p.A.
Div. Refinig & Marketing
Dott. Gianni Nattero
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Giulia Nencioni
Colortex S.p.A.
Dott. Ing. Maurizio Orsi
Syndial S.p.A
Attività Diversificate
Dott.ssa Carolina Vojtisek
Equipolymers S.r.l
Dott. Ing. Luciano Zaninetta
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
99
Appendice
Comitato Energia
Presidente
Dott. Ing. Filippo Carletti
Sasol Italy S.p.A.
Componenti
Dott.ssa Katia Abondio
Keminova Italiana S.r.l.
Dott. Ing. Alessandro Angelini
Cargill S.r.l.
Div. Amidi Derivati Specialità
Dott. Ing. Michele Annunziata
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Massimo Baggini
Yara Italia S.p.A.
Dott. Ing. Vittorio Balsamo
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Fermo Banfi
Liquigas S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Barbato
Arkema S.r.l.
Dott.ssa Gloria Bava Pilone
Tazzetti S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Bianchessi
Mapei S.p.A.
100
Dott. Ing. Gabriele D’Alessandro
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
Dott.ssa Ing. Laura De Nardo
Versalis S.p.A.
Dott. Massimo De Petro
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Roberto Di Marco
Linde Gas Italia S.r.l.
Dott. Ing. Sebastiano Durante
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Ing. Luca Emaldi
Polynt S.p.A.
Dott. Flavio Falezza
SOL S.p.A.
Dott. Andrea Fedriga
Keminova Italiana S.r.l.
Dott. Ing. Ivan Ferina
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Giuseppe Fiorentino
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Fornari
Ecol Studio S.p.A.
Dott. Ing. Silvano Garbarino
Ferrania Technologies S.p.A.
Sig. Giuseppe Bonizzi
Sipcam S.p.A.
Dott.ssa Ing. Claudia Gistri
Certiquality S.r.l.
Dott. Pietro Canova
Sinterama S.p.A.
Sig. Paolo Gronchi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Ing. Davide Carrara
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Ing. Luigi Guarracino
Miteni S.p.A.
Dott. Ing. Fabio Castano
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Tiziano Lanzarini
Basf Italia S.r.l.
Dott.ssa Livia Cavallito
Theolab S.p.A.
Dott. Ing. Alessandro Maestri
Ottana Polimeri S.r.l.
Dott. Ing. Guido Chiogna
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Ing. Luca Manzotti
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Sandro Cobror
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Ing. Marco Martinelli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Ing. Emanuele Colangelo
Chemisol Italia S.r.l.
Dott.ssa Ornella Martinelli
Linde Gas Italia S.r.l.
Sig. Giovanni Corti
ACS Dobfar S.p.A.
Dott. Massimo Marzupini
Ultragas Tirrena S.p.A.
Dott. Ing. Antonio Corvino
Henkel Italia S.p.A.
Sig. Pierluigi Mazzoleni
Calor Systems S.p.A.
Dott. Ing. Gianluca Cremonesi
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Meregaglia
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Raoul Milesi
Dow Italia S.r.l.
Dott. Ing. Claudio Mingozzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott.Ing. Walter Mirabella
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Andrea Monti
SOL S.p.A.
Sig. Rodolfo Moriconi
Rivoira S.p.A.
Dott. Ing. Gianni Paci
Yara Italia S.p.A.
Dott. Ing. Daniele Pallini
Nuova Solmine S.p.A
Dott.ssa Astrid Palmieri
Basf Italia S.r.l.
Dott. Ing. Mauro Pesce
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Roberta Pizzocaro
Olon S.p.A.
Dott. Giuseppe Quartarone
BP Italia S.p.A.
Dott. Ing. Valerio Raiani
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Massimo Romagnoli
Versalis S.p.A.
Dott. Andrea Rosso
Sapio Produzione Idrogeno Ossigeno S.r.l.
Dott. Ing. Franco Rusmini
Politex S.a.s. di Freudenberg
Politex S.r.l.
Dott. Narciso Salvo di Pietraganzili
Fabbrica Cooperativa
Perfosfati Cerea S.r.l.
Sig. Pierluigi Savio
Miteni S.p.A.
Dott. Ing. Danilo Schiavina
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Ing. Filippo Sola
Basf Italia S.r.l.
Dott. Ing. Salvina Stagnitta
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Adriano Torchiana
ITS Detergenti S.r.l.
Dott.ssa Ing. Carolina Vojtisek
Dow Italia S.r.l.
Torna all’indice
Comitati Federchimica
Comitato Igiene
Industriale
Dott. Ing. Fabiano Ferrari
Croda Cremona S.r.l.
Dott. Antonello Rota
Perstorp S.p.A.
Dott.ssa Fiorenza Fogale
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott. Lorenzo Tagliani
Chemisol Italia S.r.l.
Presidente
Dott. Alfonso Gelormini
Eni S.p.A.
Div. Refining & Marketing
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco S.p.A.
Dott. Luca Tatti
Promox S.p.A.
Dott.ssa Giovanna Tromby
Teva P.F.C S.r.l.
Componenti
Dott. Ing. Fabio Allasia
Gum Base Co. S.p.A.
Dott. Riccardo Ghini
Sanofi-Aventis S.p.A.
Dott. Fulvio Lattuada
Indena S.p.A.
Dott. Michele Barbaro
Versalis S.p.A
Dott. Mario Lazzaro
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Gianluca Barco
Basf Poliuretani Italia S.p.A
Dott. Paolo Leghissa
Bayer CropScience S.r.l.
Dott.ssa Leyla Bigdeli
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Roberto Leoni
Mapei S.p.A.
Dott. Luigi Bocconi
Reichhold S.r.l.
Dott. Gabriele Lion
Salchi Metalcoat S.r.l.
Dott. Massimo Broi
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Giovanna Malaguti
Beiersdorf S.p.A.
Dott.ssa Daniela Candivi
Euticals S.p.A.
Dott. Marzio Marziani
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Giambattista Cavalli
C.O.I.M. S.p.A.
Dott. Gabriele Minotti
Promox S.p.A.
Dott. Franco Cerritelli
P. & R. S.p.A.
Dott. Claudio Monici
Reichhold S.r.l.
Dott. Giorgio Chierico
Basf Italia S.r.l.
Dott. Ing. Davide Moruzzi
Fratelli Ricci S.r.l.
Dott. Dante Cidaria
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Giulia Nencioni
Colortex S.p.A.
Sig. Salvatore Ciraulo
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Maurizio Orsi
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott.ssa Alessandra Colombo
Versalis S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott. Oscar Colonetti
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Ing. Alberto Consolo
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Cracco
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Orazio Di Paolo
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott.ssa Anna Farolfi
Esso Italiana S.r.l.
Direzione Vendite Prodotti Chimici
Torna all’indice
Dott. Michele Troni
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Dott. Ing. Iacopo Vaja
Casteggio Lieviti S.r.l.
Dott.ssa Simona Villa
CHT Italia S.r.l.
Comitato Logistica
Presidente
Dott. Ing. Francesco Carciotto
Dow Italia S.r.l.
Componenti
Dott. Ing. Andrea Alberio
Lechler S.p.A.
Dott.ssa Daniela Aschieri
Azotal S.p.A.
Dott. Ing. Fabio Giovanni Atzei
Versalis S.p.A.
Dott. Ing. Giovanni Baiardi
Conqord Oil S.r.l.
Sig.ra Roberta Banfi
DSM Composite Resins Italia S.r.l.
Dott. Claudio Bettin
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Guglielmo Paganetto
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Marco Boscolo
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Lorenzo Palvarini
Indena S.p.A.
Dott. Ing. Federico Bottone
Infineum Italia S.r.l.
Dott. Mauro Panichi
Nuova Solmine S.p.A.
Sig. Maurizio Buizza
PPG Industries S.r.l.
Dott. Francesco Perone
Bracco S.p.A.
Sig. Davide Cavallo
Clariant Servizi (Italia) S.p.A.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott. Giovanni Chiaramonte
Roquette Italia S.r.l.
Dott. Giovanni Reggio
Dow Italia S.r.l.
Sig. Giovanni Chimisso
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Dott. Gaetano Conti
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
101
Appendice
Sig. Pietro D’Alessandro
Polynt S.p.A.
Dott. Mario De Luca
Torggler Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Massimo De Mola
Rivoira S.p.A.
Dott. Lorenzo Di Donato
Fluorsid S.p.A.
Sig. Lorenzo Fani
Henkel Italia S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Favaro
Zapi Industrie Chimiche S.p.A.
Dott. Ing. Diego Fiore
Ecolab S.r.l.
Sig. Vittorio Gatti
SBB Cargo - ChemOil Logistics AG
Dott. Ing. Massimo Genoni
Solvay Specialty Polymers Italiy S.p.A.
Dott. Riccardo Ghini
Sanofi-Aventis S.p.A.
Sig. Fabio Giani
Basf Italia S.r.l.
Dott. Ing. Lorenzo Gorla
Lechler S.p.A.
Dott. Ing. Cristina Guarnieri
Basf Italia S.r.l.
Dott. Davide Italia
Air Liquide Italia Service S.r.l.
Sig. Maurizio Lombardi
Montefibre S.p.A.
Dott. Ing. Marco Lupi
Bracco Imaging S.p.A.
Sig.ra Enrica Malvestiti
Synthomer S.r.l.
Sig. Diego Marconi
Giusto Faravelli S.p.A.
Dott. Ing. Carlo Meregaglia
Mapei S.p.A.
Dott. Ing. Sergio Migone
Sasol Italy S.p.A.
Sig.ra Vittoria Militello
Eigenmann & Veronelli S.p.A.
Dott. Gianni Orgero
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott.ssa Isabella Padovani
Sherwin-Williams Italy Coatings S.r.l
Dott. Ing. Daniele Pallini
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Michele Palumbo
Bayer S.p.A.
Sig. Mauro Panichi
Nuova Solmine S.p.A.
Dott. Silvio Parnisari
Tioxide Europe S.r.l.
Sig. Michele Paruzzi
Solvay Chimica S.p.A.
Dott. Ing. Gabriele Pazzagli
Nuova Solmine S.p.A.
Sig. Paolo Pendoli
Basf Italia S.r.l.
Dott. Gianni Perticaroli
Arkema S.r.l.
Dott. Luca Plakopitis
Fluorsid S.p.A.
Sig. Andrea Poppi
Rhodia Italia S.p.A.
Dott. Mauro Provezza
Bayer CropScience S.r.l.
Dott. Ing. Dario Rossi
Lamberti S.p.A.
Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Sig. Renato Rudmann
Infineum Italia S.r.l.
Dott.ssa Erika Saccoccia
Zapi Industrie Chimiche S.p.A.
Sig. Sandro Statti
BP Italia S.p.A.
Sig. Piero Luigi Tagliabue
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Comitato Ricerca,
Sviluppo e Innovazione
Presidente
Cav. Lav. Vittorio Ghisolfi
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Maurizio Anastasio
Promox S.p.A.
Dott. Vincenzo Arcella
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Pierpaolo Babini
Radici Chimica S.p.A.
Dott. Giovanni Baldi
Colorobbia Italia S.p.A.
Dott. Nicola Barbini
Eudermic S.r.l.
Dott. Giovanni Bazzocchi
Ferbi S.r.l.
Dott. Massimo Beccalli
SOL S.p.A.
Dott. Giorgio Bissolotti
SIAD S.p.A.
Dott. Valerio Borzatta
Endura S.p.A.
Dott. Maurizio Cambieri
Novachem Aromatici S.p.A
Dott. Antonuccio Cepparrone
Colortex S.p.A.
Dott. Sandro Cobror
M & G Polimeri Italia S.p.A.
Dott. Enrico Colombo
Selerant S.r.l.
Dott. Esterino Conca
Sued Chemie Catalysts Italia S.p.A.
Dott.ssa Carlotta Cortelli
Polynt S.p.A.
Dott. Enrico Costantini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Sig. Enrico Torre
VTG Italia S.p.A.
Dott. Ing. Andrea Cracco
Roquette Italia S.p.A.
Dott. Edoardo Vanni
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott.ssa Dolores De Felice
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Sig. Mauro Vercellesi
Recordati S.p.A.
Dott. Roberto De Giovannini
Ferbi S.r.l.
Sig.ra Marina Molteni
Bracco S.p.A.
Sig.ra Arcangela Vitobello
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Sergio De Masi
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Mussini
Dow Italia S.r.l.
Dott. Mario Volpicelli
3M Italia S.p.A.
Dott. Ing. Davide De Vita
Air Liquide Italia S.p.A.
Dott. Ing. Claudio Mingozzi
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Roberto Minozzi
Procter & Gamble S.r.l.
102
Geom. Angelo Negroni
Syndial S.p.A.
Attività Diversificate
Torna all’indice
Comitati Federchimica
Dott. Pietro Delogu
Serichim S.r.l.
Dott.ssa Alessia Di Sandro
Università di Bologna
Dott.ssa Cristina Emanuel
L’Oréal Italia S.p.A.
Dott. Roberto Ferro
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott.ssa Giulia Gregori
Novamont S.p.A.
Prof. Antonio Guarna
Università degli Studi di Firenze
Dott. Piotr Kociolek
Golder Associates S.r.l.
Dott. Roberto Leanza
Polynt S.p.A.
Dott. Giuseppe Li Bassi
Lamberti S.p.A.
Dott. Ing. Ottorino Lolini
Nuova Solmine S.p.A.
Dott.ssa Micaela Lorenzi
Greenchemicals S.r.l.
Dott. Giuseppe Malinverno
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Simone Margheritis
Selerant S.r.l.
Dott. Francesco Menconi
Versalis S.p.A.
Dott. Massimo Migliavacca
Politex S.a.s.
di Freudenberg Politex S.r.l.
Dott. Pierfrancesco Morganti
Mavi Sud S.r.l.
Dott. Maurizio Moscatelli
Confindustria Como
Dott. Alessandro Munari
Momentive Speciality Chemicals S.p.A.
Dott. Renato Paludetto
Dow Italia S.r.l.
Dott. Giuseppe Pecci
Sigma-Tau S.p.A.
Dott. Franco Pellacini
Isagro Ricerca S.r.l.
Prof.ssa Patrizia Perego
Università degli Studi di Genova
Dott. Francesco Pignataro
Mapei S.p.A.
Dott. Paolo Giulio Predieri
ACME S.r.l.
Dott. Marco Banfi
Lubra S.p.A.
Prof. Vittorio Ragaini
Università di Milano
Dott. Carlo Banzatti
Bolton Manitoba S.p.A.
Dott. Carlo Roccio
Clonit S.r.l.
Dott. Gianpietro Basetti
E.R.C.A. S.p.A.
Dott.ssa Maria Assunta Rossi Odello
Tazzetti S.p.A.
Dott. Silvio Bassi
Flint Group Italia S.p.A.
Dott.ssa Elisabetta Russo
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Ing. Massimiliano Benso
Roquette Italia S.p.A.
Prof. Saverio Russo
Università di Genova
Dott. Fabio Bosetti
Dow Italia S.r.l.
Dott. Virginio Sarto
Basf Italia S.r.l.
Dott.ssa Antonella Bernardi
Versalis S.p.A.
Dott. Luca Scanavini
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Andrea Bienati
ICAP Leather Chem. S.p.A.
Dott.ssa Laura Sonzogni
Selerant S.r.l.
Dott.ssa Silvia Boracchi
Ager S.r.l.
Dott. Marco Suardi
Sasol Italy S.p.A.
Dott. Massimiliano Branchini
S.C. Johnson Italy S.p.A.
Dott.ssa Eva Teruzzi
Fiera Milano S.p.A.
Dott.ssa Simona Bussi
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Fulvio Uggeri
Bracco Imaging S.p.A.
Dott.ssa Ing. Giulia Cabella
Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A.
Dott. Mauro Usai
S.A.P.I.C.I. S.p.A.
Dott.ssa Daniela Candivi
Euticals S.p.A.
Dott. Marco Vanzi
Confindustria Bergamo
Dott. David Carden
Valagro S.p.A.
Dott. Aurelio Viglia
AIDIC
Dott. Pietro Casti
Diachem S.p.A.
Dott.ssa Sabrina Zambotti
Greenchemicals S.r.l.
Prof. Gaetano Zecchi
Università dell’Insubria
Comitato Sicurezza
Prodotti
Presidente
Dott. Giuseppe Malinverno
Solvay Chimica Italia S.p.A.
Dott. Giorgio Chierico
Basf Italia S.r.l.
Dott.ssa Graziella Chiodini
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott.ssa Silvana Ciceri
Bayer S.p.A.
Dott.ssa Alessandra Colombo
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Ilaria Colombo
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott. Maurizio Colombo
Lamberti S.p.A.
Dott.ssa Francesca Pischedda
Henkel Italia S.p.A.
Componenti
Dott. Fulvio Anzani
Euticals S.p.A.
Dott. Ing. Stefano Constantinescu
3M Italia S.p.A.
Dott. Emanuele Pivotto
Sinterama S.p.A.
Dott. Antonio Arzu
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Manuela Corazza
Intertek Service Testing (Italy) S.r.l.
Torna all’indice
103
Appendice
Dott.ssa Anna Lucia D’Orazio
Procter & Gamble S.r.l.
Dott. Enrico Dallara
Sasol Italy S.p.A.
Dott.ssa Dolores De Felice
Unilever Italia Manufacturing S.r.l.
Dott. Orazio Di Paolo
Performance Additives Italy S.p.A.
Dott. Alessandro Fantoni
Clariant Masterbatches (Italia) S.p.A.
Dott.ssa Anna Farolfi
Esso Italiana S.r.l.
Direzione Vendite Prodotti Chimici
Dott. Ing. Renzo Ferrari
Società Elettrochimica Solfuri
e Cloroderivati S.p.A.
Dott. Ing. Giuseppe Finocchiaro
Kiter S.r.l.
Dott. Claudio Fontana
Lanxess S.r.l.
Dott.ssa Anna Maria Frascaria
Dow Italia S.r.l.
Avv. Roberto Frigerio
Basf Italia S.r.l.
Dott.ssa Anna Fumagalli
Lusochimica S.p.A.
Dott.ssa Patrizia Fusi
Kiter S.r.l.
Dott.ssa Ing. Alessia Galbiati
Bracco S.p.A.
104
Dott.ssa Cinzia Maggi
ALCEA S.r.l.
Az. Lombarda Colori e Affini
Dott. Narciso Salvo Di Pietraganzili
Fabbrica Cooperativa Perfosfati
Cerea S.r.l.
Dott. Marzio Marziani
Italmatch Chemicals S.p.A.
Dott. Rudi Savi
Isagro S.p.A.
Dott. Alessandro Medri
Basell Poliolefine Italia S.r.l.
Dott. Ing. Sandro Scaravaggi
Bayer S.p.A.
Dott. Gabriele Minotti
Promox S.p.A.
Dott. Luca Segato
P. & R. S.p.A.
Dott. Ing. Davide Moruzzi
Fratelli Ricci S.r.l.
Dott.ssa Rossella Silvani
Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Dott.ssa Laura Muller
ICAP Leather Chem. S.p.A.
Dott.ssa Chiara Simondi
Bayer S.p.A.
Dott.ssa Marcella Murru
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Luca Tatti
Promox S.p.A.
Dott.ssa Giulia Nencioni
Colortex S.p.A.
Dott.ssa Daniela Tolentino
Versalis S.p.A.
Dott.ssa Paola Pappalepore
Bioindustry Park Silvano Fumero S.p.A.
Dott. Edoardo Tomei
PPG Industries Italia S.p.A.
Dott. Ezio Pedroni
Salchi Metalcoat S.r.l.
Dott. Stefano Trezzi
Esseco S.r.l.
Dott.ssa Chiara Pellegrini
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott. Agostino Tricella
F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine S.p.A.
Dott. Stefano Piatti
Clariant Prodotti (Italia) S.p.A.
Dott. Joannis Tzovanas
Bayer Healthcare Manufacturing S.r.l.
Dott. Roberto Pirotta
Mapei S.p.A.
Dott. Fulvio Uggeri
Bracco Imaging S.p.A.
Dott. Fulvio Piselli
Cambrex Profarmaco Milano S.r.l.
Dott.ssa Simona Villa
CHT Italia S.r.l.
Dott. Leo Giannantonio
Valagro S.p.A.
Dott. Luciano Pizzato
Reckitt Benckiser Italia S.p.A.
Dott. Paolo Giannerini
Basf Italia S.r.l.
Sig.ra Paola Pozzi
TFL Italia S.p.A.
Dott. Ing. Claudio Greco
Du Pont De Nemours Italiana S.r.l.
Dott. Giovanni Reggio
Dow Italia S.r.l.
Dott.ssa Silvia Grillo
Clariant Prodotti (Italia) S.p.A.
Dott. Pasquale Relvini
Arkema S.r.l.
Dott. Stefano Gusi
Reagens S.p.A.
Dott.ssa Katia Rezzonico
Lechler S.p.A.
Dott.ssa Sonia Khandjian
Dow Italia S.r.l.
Dott. Massimo Rigamonti
Kodak S.p.A.
Dott. Maurizio Leonardi
Polynt S.p.A.
Dott. Marco Rota
Bayer Materialscience S.r.l.
Dott. Roberto Leoni
Mapei S.p.A.
Dott. Angelo Sacchi
VWR International S.r.l.
Dott.ssa Laura Lovera
BP Italia S.p.A.
Dott. Ing. Reza Saee
Totalgaz Italia S.r.l.
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Struttura organizzativa
della Federazione
Direzione Generale
Direttore Generale
Claudio Benedetti
Vice Direttore Generale
Andrea Lavagnini
[email protected]
Delegazione Bruxelles
Direzione Affari Legali
Assistente della Direzione Generale
Direttore
Direttore
lucia lanzini
[email protected]
Marcello Accorsi
[email protected]
lorenzo faregna
[email protected]
Segreterie
Area Legislazione Comunitaria
e Rapporti Istituzionali UE
Tel. +39 02 34565.411
Fax +39 02 34565.404
Tel. +39 02 34565.409/415/405
Fax +39 02 34565.404/400
[email protected]
[email protected]
La Direzione Generale sovraintende e assicura il coordinamento tra
le Direzioni Centrali di Federchimica
e le sue Associazioni di settore per
la realizzazione degli obiettivi fissati
dagli Organi Direttivi.
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[email protected]
Tel. +322 2861235
Fax +322 2306908
La Delegazione promuove e gestisce
il rapporto tra il sistema Federchimica
e le istituzioni comunitarie.
La Direzione fornisce assistenza al
sistema Federchimica per i temi di
natura legale.
105
Appendice
DIREZIONE CENTRALE ANALISI ECONOMICHE-INTERNAZIONALIZZAZIONE
Direttore Centrale
Vittorio Maglia
[email protected]
Area Centro Studi
[email protected]
[email protected]
Area Commercio Estero
[email protected]
Area Promozione
Internazionalizzazione
[email protected]
Area Università e Scuola
[email protected]
Tel. +39 02 34565.337
Fax +39 02 34565.459
[email protected]
La Direzione Centrale Analisi Economiche-Internazionalizzazione
concentra la sua attività nella realizzazione di scenari di tipo macroeconomico, settoriale o focalizzati
su specifici comparti chimici, che
sono sempre più richiesti anche da
parte di singole aziende.
A ciò si affianca la realizzazione di
studi e rapporti sulle tematiche di
maggior interesse per l’industria
chimica, per i quali vengono talvolta realizzate indagini ad hoc con la
collaborazione delle imprese associate.
Gli ultimi studi si sono concentrati sui processi innovativi, sul ruolo
delle imprese a capitale estero in
Italia e sull’internazionalizzazione
delle imprese chimiche italiane, sui
cambiamenti a seguito della recente crisi.
Sono di responsabilità della Direzione Centrale l’elaborazione e lo
studio delle statistiche riguardanti
il settore chimico e la stima delle
principali variabili economiche, la
raccolta delle informazioni congiunturali internazionali, il confronto
continuo con gli operatori.
Tale attività assume particolare rilevanza per la realizzazione, due
volte l’anno, del Panel Congiunturale Federchimica e per l’aggiornamento periodico de “L’industria
chimica in cifre” che, affiancando
le statistiche ai commenti qualitativi, descrive il settore, il suo ruolo
e le sue problematiche. Vengono,
inoltre, periodicamente aggiornate
e rese disponibili sul sito internet di
106
Federchimica un compendio delle
statistiche settoriali e le analisi degli
effetti dello scenario sull’industria
chimica e sui suoi settori.
Con riferimento alle associazioni di
settore il Centro Studi gestisce in
outsourcing numerose statistiche e
si occupa dello sviluppo di analisi
economiche e scenari utilizzati nel
corso delle riunioni.
Il Centro Studi supporta la Direzione Centrale Relazioni Industriali, sia
con riferimento alla gestione delle
indagini statistiche, sia nelle attività
di analisi e valutazione economica.
La Direzione collabora con la Direzione Centrale ComunicazioneImmagine sui temi della formazione
e della scuola, occupandosi delle
analisi statistiche e contribuendo
attivamente alla creazione di guide
e presentazioni per studenti e professori.
Sono più direttamente indirizzate
alle imprese le altre attività, come
quella sulla promozione, sviluppata
in particolare con la collaborazione
di Confindustria e degli Istituti preposti, che propone opportunità di
partecipazione a manifestazioni
fieristiche, missioni di operatori da
paesi ritenuti commercialmente interessanti e studi di mercato.
Anche la normativa del Commercio estero è oggetto di particolare
attenzione, soprattutto per quanto
riguarda la nomenclatura doganale,
i dazi, le sospensioni e i contingenti
tariffari, le preferenze tariffarie e le
problematiche antidumping.
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Direzioni
DIREZIONE CENTRALE COMUNICAZIONE-IMMAGINE
L’attività della Direzione Centrale
Comunicazione-Immagine consiste principalmente nell’assicurare
un’ampia e corretta rappresentazione dell’industria chimica in Italia
verso il mondo esterno.
Direttore Centrale
Fabio Minoli
[email protected]
Area stampa
[email protected]
Area immagine
[email protected]
Tel. +39 02 34565.279
Fax +39 02 34565.328
[email protected]
L’obiettivo richiede, in modo sinergico, la gestione dei rapporti con i
media e lo sviluppo di tutti i mezzi di
comunicazione, con particolare riferimento al sito internet e alla diffusione dei messaggi on line. Con lo
stesso scopo la Direzione produce
strumenti su vari supporti (pubblicazioni, video, siti specializzati etc).
La Direzione svolge inoltre attività di
relazioni pubbliche comprendenti
tutte le iniziative finalizzate a incrementare la conoscenza reciproca
con gli opinion leader, l’opinione
pubblica, la scuola e l’università e
la comunità scientifica, generando
così dialogo, confronto, collaborazione e legittimazione.
In tale ottica rientrano i progetti e le
iniziative di comunicazione sull’impegno dell’industria chimica a favore dello sviluppo sostenibile, che
contribuiscono a riaffermare la funzione, la responsabilità e la credibilità dell’industria chimica nel con-
Torna all’indice
testo socio-economico del Paese.
Ai messaggi sulla compatibilità
ambientale si affianca una comunicazione più ampia e articolata sul
contributo della chimica alla qualità della vita dei cittadini e l’impulso
innovativo che essa offre a tutto il
settore manifatturiero.
Questi messaggi, messi a punto
anche con le associazioni di settore, prevedono una puntuale e
coordinata informazione ai pubblici
esterni sui prodotti, raccontando il
ruolo, spesso sottinteso o addirittura sconosciuto, che la chimica ha
negli oggetti di ogni giorno.
In questo modo i messaggi inerenti
i prodotti della chimica si integrano
con la comunicazione della Federazione, basata su grandi tematiche trasversali (ambiente, innovazione, relazioni industriali).
I contenuti di comunicazione sviluppati sono utilizzati per un’opportuna sensibilizzazione delle nuove
generazioni alla conoscenza e agli
studi scientifici: una premessa necessaria per lo sviluppo di nuove
professionalità e di progresso culturale nel nostro Paese.
107
Appendice
DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI INDUSTRIALI
Direttore Centrale
Andrea Piscitelli
[email protected]
Area Contrattuale/Sindacale
Area Legislazione Sociale
e del Lavoro
Area Rilevazioni e Studi Sindacali
[email protected]
[email protected]
Tel. +39 02 34565.286
Fax +39 02 34565.322
[email protected]
Sono di competenza della Direzione Centrale Relazioni Industriali: la
tutela degli interessi delle imprese
associate in materia di lavoro; la
difesa dei diritti e delle prerogative
della libera imprenditoria nel rispetto della dignità dei lavoratori, della
tutela della loro sicurezza e salute
nonché la salvaguardia dell’ambiente; il supporto e lo sviluppo
della produttività delle imprese; la
promozione della cultura industriale
e della crescita professionale dei
lavoratori; la creazione di relazioni
che rendano possibile la realizzazione dei principi enunciati in un
contesto di responsabilità sociale;
la promozione della Previdenza integrativa settoriale (Fonchim) e del
Fondo di assistenza sanitaria settoriale (FASCHIM).
Per il conseguimento di tali obiettivi
la Direzione opera principalmente attraverso: la stipula e gestione
del Contratto Collettivo Nazionale
di Lavoro, l’attività dell’Osservatorio
chimico contrattuale, l’orientamento della politica sindacale delle imprese, la presenza attiva nelle sedi
internazionali per l’area di competenza, il costante e stretto collegamento con le imprese e il sistema
imprenditoriale, la rilevazione di
elementi conoscitivi e dati statistici
inerenti, tra l’altro, il costo del lavo-
108
ro, le retribuzioni, gli inquadramenti,
l’occupazione.
La Direzione assiste le imprese
sugli aspetti normativi, giuridico
interpretativi, previdenziali e di formazione connessi con la disciplina
legislativa e contrattuale che regola
i rapporti di lavoro; elabora e promuove linee guida sulla contrattazione integrativa aziendale finalizzate a rendere la stessa coerente
con le scelte realizzate a livello settoriale.
La Direzione inoltre:
svolge un ruolo proattivo per lo
sviluppo culturale e professionale delle risorse umane mediante
la realizzazione e gestione di corsi per manager;
realizza specifiche pubblicazioni
e iniziative congiunte relative alla
formazione continua dei lavoratori nell’ambito sia dell’Organismo
Bilaterale Chimico per la formazione continua (OBC) sia di Fondimpresa;
promuove, progetta e attua un’attività formativa congiunta con
le Organizzazioni sindacali per i
Rappresentanti dei Lavoratori per
la Sicurezza, Salute e Ambiente
(RLSSA), supportata dagli elementi conoscitivi forniti dall’Anagrafe RLSSA.
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Direzioni
Direzione centrale relazioni interne
Direttore Centrale
Andrea Lavagnini
[email protected]
Area Controllo,
Amministrazione e Finanza
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Area Organizzazione
e Marketing Associativo
[email protected]
Area Servizi Generali
(in outsourcing a Accademia S.p.A.)
[email protected]
Area Sistemi Informativi
[email protected]
Tel. +39 02 34565.405/410
Fax +39 02 34565.404
[email protected]
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L’attività della Direzione Centrale
Relazioni Interne è dedicata al coordinamento e alla gestione dell’intera struttura federativa, nonché
alle relazioni con le imprese associate e con le altre organizzazioni
imprenditoriali nazionali ed internazionali.
Ad essa sono anche affidati i compiti di garantire un equilibrato rapporto di rappresentanza tra le diverse imprese associate, agendo
come organismo centrale di controllo e di studiare ed analizzare le
esigenze delle aziende aderenti,
verificando che i servizi offerti da
Federchimica siano costantemente
adeguati e, anche in collaborazione
con le associazioni di settore, definirne di nuovi.
È affidata alla Direzione la gestione, l’amministrazione, il controllo e
la finanza dell’intero sistema federativo, oltre alla gestione delle società partecipate. Rientra nelle sue
competenze la responsabilità del
personale.
È compito della Direzione la designazione di rappresentanti Federchimica nell’ambito di associazioni, fondazioni, istituzioni pubbliche
e private – comprese le istituzioni
specializzate – consorzi, società,
enti, organizzazioni nazionali, estere e sovranazionali, con particolare
attenzione a Cefic e Confindustria.
Spetta inoltre alla Direzione l’area
attinente il sistema informativo che
assicura assistenza e consulenza
in materia all’intero sistema, analizza e propone soluzioni informatiche
in linea con le esigenze organizzative della Federazione, assicura la
gestione e l’ottimizzazione delle risorse hardware.
Sono affidati alla Direzione il coordinamento e la gestione del Repertorio dell’industria chimica, che riporta i dati anagrafici ed il “portafoglio
prodotti” delle imprese aderenti alla
Federazione; inoltre, è responsabilità della Direzione l’aggiornamento
e l’implementazione della Banca
Dati Documentale, strumento di
informazione per le imprese associate.
Anche la gestione degli acquisti
per la Federazione e le società partecipate nonché l’organizzazione
interna dei servizi, oltre che quella
di convegni e manifestazioni, rientra tra le competenze della Direzione ed è affidata in outsourcing ad
Accademia S.p.A.
109
Appendice
DIREZIONE CENTRALE RELAZIONI ISTITUZIONALI
Direttore Centrale
Andrea Cortesi
[email protected]
Area Relazioni
con il Parlamento
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Compito della Direzione Centrale
Relazioni Istituzionali è quello di fornire supporto agli Organi Statutari
di Federchimica e alle associazioni
di settore nella decisione e attuazione delle iniziative volte alla rappresentanza, tutela e assistenza
delle imprese associate nei rapporti
con le Autorità, amministrazioni ed
enti collegati.
A tal fine, la Direzione Centrale promuove e gestisce il rapporto tra la
Federazione e le istituzioni pubbliche legislative nazionali, le pubbliche amministrazioni centrali e regio-
nali e gli enti collegati di ogni livello.
La Direzione promuove e coordina la partecipazione delle diverse
componenti della Federazione al
dibattito che si svolge nelle sedi
istituzionali; assicura un flusso informativo costante sull’attività legislativa nazionale, approfondendo la
normativa in formazione d’interesse
diretto o indiretto per le imprese
associate; definisce ed esprime
il punto di vista della Federazione
nelle competenti sedi istituzionali,
anche promuovendo approfondimenti e incontri.
Area Relazioni
con Pubblica Amministrazione
Centrale e Regionale
[email protected]
[email protected]
Sede di Roma
Tel. +39 06 54273.1
Fax +39 06 54273.240
[email protected]
110
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Direzioni
DIREZIONE CENTRALE TECNICO SCIENTIFICA
La Direzione Centrale Tecnico
Scientifica ha la missione di tutelare la competitività dell’industria chimica in Italia, contribuendo al suo
sviluppo sostenibile.
Direttore Centrale
Sergio Treichler
[email protected]
Area Energia, Cambiamenti
Climatici e Responsible Care
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Area Ambiente e Sicurezza Impianti
[email protected]
[email protected]
Le aree di intervento sono: la sicurezza dei prodotti e l’igiene industriale; le normative tecnico-giuridiche degli impianti, dei processi e
dei rifiuti; la logistica; l’energia.
Gestisce inoltre il Programma Responsible Care e il Servizio Emergenze Trasporti.
Su queste problematiche la Direzione fornisce informazioni sul sistema
normativo, tecnico e scientifico; ne
interpreta l’evoluzione e l’impatto
sull’industria chimica; fornisce pareri alle imprese associate e alle
associazioni di settore; supporta
le attività delle imprese associate
nei confronti delle amministrazioni
pubbliche; contribuisce a definire
la politica socio-ambientale per la
crescita dell’industria chimica.
La Direzione assicura l’interfaccia
con le imprese associate attraverso 63 Comitati, Commissioni,
Gruppi di lavoro e task forces; organizza seminari e corsi di formazione; produce circolari interpretative, posizioni, rapporti periodici,
fra cui il “Rapporto Mensile Tecnico
Scientifico”. A tal fine la Direzione
coopera con istituzioni nazionali,
europee e internazionali.
Area Logistica
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Area R&S e Finanziamenti
[email protected]
Area Sicurezza Prodotti
e Igiene Industriale
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Tel. +39 02 34565.267
Fax +39 02 34565.329
[email protected]
[email protected]
[email protected]
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111
Associazioni di settore
e gruppi merceologici*
agrofarma
Associazione nazionale imprese agrofarmaci
Presidente
Direttore
Andrea barella
marco rosso
[email protected]
Agrofarma rappresenta le imprese
di agrofarmaci, prodotti per la difesa delle colture dai parassiti animali
e vegetali. Tali prodotti si possono
suddividere nelle seguenti famiglie:
insetticidi, fungicidi, erbicidi, microrganismi e virus, prodotti biologici.
Ad Agrofarma aderiscono 34 imprese, con un fatturato in Italia di
circa 807 milioni di euro, pari al
95% del fatturato del comparto. Gli
agrofarmaci rappresentano l’1.4%
del fatturato annuo della chimica in
Italia.
Gli obiettivi dell’Associazione sono:
promuovere l’utilizzo ottimale degli
agrofarmaci, integrato con gli altri
fattori della produzione agricola,
diffondendo così anche una cultura dell’agricoltura sostenibile;
favorire la ricerca, la produzione e
la commercializzazione di prodotti e tecnologie efficaci e sicuri;
promuovere, come valore fondamentale, la correttezza del comportamento industriale e commerciale delle imprese associate;
contribuire alla formazione di una
Tel. +39 02 34565.334
Fax +39 02 34565.456
[email protected]
www.agrofarma.it
corretta e migliore conoscenza
della realtà e delle problematiche
del comparto presso l’opinione
pubblica;
costituire un valido punto di riferimento per gli organismi normativi, esecutivi, di controllo, scientifici e simili;
promuovere obiettivi comuni al
comparto e sviluppare gli interessi a livello delle diverse realtà
associate, attraverso un’attività di
consulenza, informazione e coordinamento costante.
AIA
*Aggiornamento al 5 giugno 2012
Associazione italiana aerosol
Presidente
Direttore
MARCO PADOVANI
andrea fieschi
[email protected]
L’Associazione Italiana Aerosol rappresenta tutte le imprese interessate ad attività industriali, commerciali, di ricerca e di servizi operanti
nel campo dei prodotti aerosol nei
seguenti settori:
prodotti finiti in conto proprio;
prodotti finiti in conto terzi;
materie prime per aerosol;
gas propellenti;
imballaggi e accessori;
macchine e impianti.
Il contesto spazia quindi dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di riempimento per conto
terzi alle grandi multinazionali dei
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prodotti di largo consumo e per la
produzione di bombole e accessori.
Fanno parte di AIA 56 imprese che
rappresentano circa il 70% del comparto produttivo italiano del settore.
L’Associazione aderisce alla FEA
(European Aerosol Federation). AIA
collabora con le Autorità nazionali approfondendo e diffondendo la
normativa sulla qualità e la sicurezza; promuove, come valore fondamentale, la correttezza nel comportamento industriale e commerciale
delle imprese associate, nel rispetto
delle norme vigenti. All’Associazione
è affidato il compito di rappresen-
Tel. +39 02 34565.391
Fax +39 02 34565.261
[email protected]
www.associazioneaerosol.it
tare a livello nazionale ed internazionale gli interessi e l’immagine
dell’aerosol, elaborare le linee guida tecniche e giuridiche attinenti
la produzione, assistere sul piano
tecnico normativo le imprese associate, promuovere iniziative in Italia
e all’estero finalizzate allo sviluppo
dell’industria dal punto di vista tecnico, scientifico e commerciale. AIA
promuove inoltre iniziative rivolte a
garantire la qualità e la sicurezza dei
prodotti aerosol, con lo scopo di
tutelare i consumatori, informarli e
contribuire allo sviluppo dell’attività
del settore.
113
Appendice
AISA
Associazione nazionale imprese salute animale
Presidente
Direttore
PAOLO GIULIO PREDIERI
ROBERTO CAVAZZONI
[email protected]
Aisa associa le imprese della salute
animale. Ad essa aderiscono 21
imprese operanti nel mercato dei
medicinali veterinari, con un fatturato di circa 560 milioni di euro, pari
a circa l’85% dell’intero settore.
Scopi primari di Aisa sono:
promuovere la crescita del mercato dei prodotti della salute animale;
favorire la ricerca e la crescita
scientifica;
migliorare la produzione e la
commercializzazione di prodotti efficaci e sicuri a tutela del
benessere degli animali, dell’ambiente e del consumatore;
promuovere il progresso scientifico e tecnologico volto a migliorare costantemente la qualità dei
suoi prodotti.
Tel. +39 02 34565.226
Fax +39 02 34565.457
[email protected]
http://aisa.federchimica.it
Aisa promuove regole di comportamento eticamente sostenibili per
quanto riguarda la politica sia industriale sia commerciale delle imprese associate, nel rispetto degli
interessi dei cittadini e a difesa del
patrimonio zootecnico, con l’obiettivo della sicurezza e della qualità
delle derrate alimentari di origine
animale.
Anifa
Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione
Presidente
Direttore
stefano brovelli
enrico allievi
[email protected]
Tel +39 02 34565.324
Fax +39 02 34565.621
[email protected]
www.anifa.it
pubblico previa autorizzazione da
parte del Ministero della Salute.
Le aziende associate ad Anifa rappresentano la quasi totalità del fatturato del settore, pari a circa 1,7
miliardi di euro.
Sostenere, sviluppare e diffondere la cultura dell’automedicazione
responsabile sono tra i principali
obiettivi dell’Associazione.
L’Associazione elabora linee guida tecniche ed economiche per
le imprese, volte al perseguimento
degli obiettivi associativi; promuove tali linee guida presso l’autorità sanitaria, le organizzazioni del
mondo sanitario, le associazioni
dei consumatori e le organizzazioni
internazionali del settore farmaceutico; conduce studi e ricerche in
campo sanitario; contribuisce alla
formazione di un’immagine corretta
del farmaco per l’automedicazione
nell’opinione pubblica e promuove
campagne di educazione nei confronti del cittadino.
Anifa rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione, ovvero, i
medicinali senza obbligo di ricetta
medica e completamente a carico
del cittadino, che si acquistano in
farmacia, parafarmacia e nei corner
salute della grande distribuzione,
sempre alla presenza del farmacista. Per i farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso sulla confezione che riporta la
scritta “Farmaco senza obbligo di
ricetta”, è ammessa la pubblicità al
114
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
Aispec
Associazione nazionale imprese chimica fine e settori specialistici
Presidente
Direttore
martino verga
vittorio maglia
[email protected]
Gruppo abrasivi
Gruppo additivi, ausiliari e
specialità per l’industria
Gruppo additivi e coadiuvanti per
alimenti
Gruppo amidi e derivati
Gruppo aromi e fragranze
Gruppo ausiliari per la detergenza,
tensioattivi e prodotti oleochimici
Gruppo aziende industriali della
lubrificazione - Gail
Gruppo fonti rinnovabili
Gruppo imprese finanziarie,
dei servizi, ingegneria e ricerca
dell’industria chimica - Serchim
Gruppo intermedi, principi attivi,
catalizzatori e prodotti di chimica
fine
Gruppo materie prime per
integratori alimentari e alimenti
funzionali - Miaf
Gruppo materie prime per
l’industria cosmetica e additivi
per l’industria cosmetica e
farmaceutica – Mapic
Gruppo prodotti sensibili
Gruppo produttori membrane
bitume polimero – MBP
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Aispec rappresenta 310 imprese di
chimica fine, prodotti specialistici e
servizi per l’industria chimica, con
oltre 15.500 addetti e un fatturato
complessivo di circa 9 miliardi di
euro.
È organizzata in 14 Gruppi merceologici.
Si distinguono quattro aree, relative
sia alle materie prime sia ai prodotti
finiti:
chimica fine e specialità chimiche;
prodotti cosiddetti “specialistici”;
fonti rinnovabili;
servizi per l’industria chimica.
L’area della chimica fine e delle
specialità chimiche attiene a principi attivi, formulati, additivi e ausiliari,
enzimi e ingredienti funzionali, aromi e fragranze, prodotti dell’agroindustria destinati a molteplici settori
dell’industria manifatturiera.
Questo comparto della chimica,
caratterizzato da una fortissima
specializzazione e da un alto contenuto tecnologico, svolge un ruolo
“nascosto” ma fondamentale nella
vita quotidiana.
Infatti, tutti i beni di largo consumo
oggi in commercio, sicuri, confortevoli, sempre più innovativi, esistono grazie alla chimica fine: dagli
abiti alle calzature, dagli imballaggi
Tel. +39 02 34565.225
Fax +39 02 34565.349
[email protected]
www.aispec.it
in plastica ai contenitori multiuso,
dai generi alimentari ai detersivi e ai
detergenti per uso personale, tutto
quel che oggi usiamo abitualmente
non può far a meno di questa parte
della chimica.
Nell’area dei cosiddetti prodotti
“specialistici” sono rappresentati
prodotti finiti, molto eterogenei fra
loro: gli oli e i grassi lubrificanti, le
membrane impermeabilizzanti per
l’edilizia, gli abrasivi rigidi e flessibili
e infine i supporti “fotosensibili” per
le immagini radiografiche.
Nell’area delle fonti rinnovabili si
collocano le imprese che trasformano le biomasse in sostanze chimiche per uso sia energetico sia
industriale e le imprese che utilizzano queste sostanze chimiche per
produrre altri beni industriali o che
producono energia da fonti rinnovabili destinata ad uso industriale
e/o civile.
Completa l’Associazione il Gruppo imprese finanziarie, dei servizi,
ingegneria e ricerca dell’industria
chimica – Serchim che rappresenta le società che forniscono servizi
altamente specialistici nelle aree
dell’ingegneria, della ricerca, delle
analisi e delle bonifiche ambientali
della sicurezza.
115
Appendice
Aschimfarma
Associazione nazionale produttori principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica
Presidente
Direttore
GIAN MARIO BACCALINI
enrico allievi
[email protected]
Tel. +39 02 34565.246
Fax +39 02 34565.364
[email protected]
www.aschimfarma.it
miliardi di euro e producono sostanze chimico-organiche ottenute con processi industriali caratterizzati da un elevato contenuto
tecnologico, nella fase sia di sviluppo sia di realizzazione.
L’Italia detiene una posizione di
primo piano nel mercato mondiale
ed esporta oltre l’85% della produzione in più di 90 paesi. Le imprese associate ad Aschimfarma
si caratterizzano per la rigorosa
applicazione delle Norme di Buona Fabbricazione che consente
loro di raggiungere i più elevati livelli di qualità ed affidabilità.
Aschimfarma associa le imprese appartenenti al settore delle
materie prime farmaceutiche, in
particolare dei principi attivi e intermedi.
Ad Aschimfarma aderiscono 62
imprese italiane e multinazionali,
che generano un fatturato di 2,7
Assobase
Associazione nazionale imprese chimica di base inorganica ed organica
Presidente
Direttore
giorgio favro
giuseppe riva
[email protected]
Gruppo chimica inorganica
Gruppo chimica organica
Gruppo tensioattivi e materie prime
per la detergenza
116
Assobase rappresenta le imprese
di chimica di base organica, inorganica e materie prime per la detergenza.
Assobase associa 41 imprese nazionali e multinazionali operanti in
Italia, con un fatturato complessivo
pari ad oltre il 90% dei circa 7 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale.
Tel. +39 02 34565.309
Fax +39 02 34565.311
[email protected]
www.assobase.it
L’Associazione sviluppa le sue attività attraverso tre Gruppi merceologici.
Tra i compiti principali dell’Associazione vi sono la tutela degli interessi del settore sia dal punto di
vista economico sia dell’immagine
e l’attenzione all’evoluzione della
normativa.
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
Assobiotec
Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie
Presidente
Direttore
ALESSANDRO SIDOLI
leonardo vingiani
[email protected]
Assobiotec è l’Associazione della bioindustria che opera in Italia.
Rappresenta oltre 120 imprese attive in tutti i campi applicativi delle
biotecnologie: farmaceutica, diagnostica, chimica, agro-alimentare,
impiantistica, strumentale e ambientale nonché i parchi scientifici
e tecnologici.
In più di vent’anni di attività, grazie
al contributo determinante delle
imprese associate, Assobiotec ha
collaborato con le istituzioni locali,
nazionali e comunitarie nella definizione delle politiche finanziarie e fiscali finalizzate all’innovazione e alla
regolamentazione delle attività biotecnologiche (ricerca e sviluppo,
produzione, commercializzazione e
utilizzo dei prodotti, proprietà intellettuale).
L’Associazione, tra i vari impegni
Tel. +39 02 34565.306
Fax +39 02 34565.284
[email protected]
www.assobiotec.it
istituzionali, siede nel Comitato per
la Biosicurezza, le Biotecnologie e
le Scienze della Vita istituito presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, e partecipa ai lavori del
Tavolo sulla Farmaceutica presso
il Ministero della Salute, lavorando
affinché il tema dell’innovazione
biotecnologica diventi un punto
fermo nell’agenda degli organi di
governo nazionali e locali.
Assocasa
Associazione nazionale detergenti e specialità per l’industria e per la casa
Presidente
Direttore
LUCIANO PIZZATO
giuseppe abello
[email protected]
Assocasa rappresenta le imprese
produttrici di prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti: detersivi per la casa,
le comunità e le industrie, saponi
da bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medico-chirurgici “disinfettanti e disinfestanti ambientali” (biocidi), cere, prodotti per la
cura delle auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e
la manutenzione in generale.
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Ad Assocasa aderiscono circa
100 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un
fatturato globale che supera i 3
miliardi di euro, pari alla quasi totalità del mercato.
L’Associazione costituisce un
punto di riferimento per le attività
del settore in un ambiente regolatorio sempre più complesso e
promuove il suo sviluppo, con l’obiettivo di conciliare le necessità
Tel. +39 02 34565.236
Fax +39 02 34565.320
[email protected]
www.assocasa.it
di una crescita economica e industriale sostenibile da parte degli associati, con le esigenze dei
consumatori e degli utilizzatori.
Dal punto di vista normativo l’Associazione, oltre a fornire servizi
di consulenza sulle normative
italiane ed estere che regolano
il settore, offre la propria esperienza scientifica in fase di studio
preliminare delle normative stesse.
117
Appendice
ASSOFERTILIZZANTI
Associazione nazionale produttori di fertilizzanti
Presidente
Direttore
FRANCESCO CATERINI
marco rosso
[email protected]
Gruppo concimi minerali
Gruppo fertilizzanti
organo-minerali, organici,
ammendanti e substrati
Gruppo fertilizzanti specialistici
Assofertilizzanti rappresenta le imprese del settore dei fertilizzanti: imprese produttrici in Italia di concimi,
ammendanti, correttivi, concimi idrosolubili e fogliari, meso e microelementi, concimi per giardinaggio ed
uso hobbistico.
Il volume di affari complessivo, rappresentato dalle aziende associate
ad Assofertilizzanti, identificate come
produttrici ed importatrici ammonta a
Tel. +39 02 34565.383
Fax +39 02 34565.331
[email protected]
www.assofertilizzanti.it
circa 1.000 milioni di euro relativo al
mercato Italia e a circa 410 milioni di
euro per le importazioni.
Assofertilizzanti elabora le linee tecniche, giuridiche e normative attinenti la produzione e l’impiego di
fertilizzanti e promuove tali linee nei
confronti dei decisori pubblici, delle organizzazioni imprenditoriali, del
mondo della comunicazione e della
comunità scientifica.
ASSOFIBRE CIRFS ITALIA
Associazione nazionale fibre artificiali e sintetiche
Presidente
Direttore
MAURIZIO RADICI
vittorio maglia
[email protected]
Assofibre Cirfs Italia rappresenta le
imprese produttrici di fibre artificiali e sintetiche. Il fatturato totale del
settore nel 2011 è stato di circa
1.100 milioni di euro.
Un’intensa ed efficace collaborazione con il CIRFS, l’Associazione europea dei produttori di fibre
man-made, permette lo sviluppo di
iniziative comuni, dotate della necessaria massa critica per ottenere
risultati concreti.
Tra gli interventi che caratterizza-
118
no l’attività di Assofibre Cirfs Italia
si segnalano: il monitoraggio delle
importazioni di fibre promuovendo,
se necessario, specifiche azioni
antidumping; l’attività di normazione e standardizzazione delle fibre;
lo sviluppo di proposte di politica
industriale e di specifici progetti
di interesse settoriale quali quelli
nell’ambito della ricerca industriale.
Di particolare importanza è la partecipazione ad Associazione Tessile
e Salute che ha promosso lo spe-
Tel. +39 02 34565.242
Fax +39 02 34565.317
[email protected]
www.assofibre.it
cifico Osservatorio, nato nel 2010
e sostenuto dal Ministero, con il
compito di monitorare sia gli aspetti
che legano i prodotti tessili alla salute, sia le problematiche connesse
ai prodotti di importazione che non
rispecchiano le normative europee.
Particolarmente intensa l’attività
associativa nell’ambito della sostenibilità con iniziative volte a combattere gli stereotipi che possono
danneggiare l’immagine delle fibre
man-made.
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
ASSOgasliquidi
Associazione nazionale imprese gas di petrolio liquefatti
Presidente
Direttore
PAOLO DAL LAGO
rita caroselli
[email protected]
Gruppo GPL autotrazione
Gruppo GPL combustione
Assogasliquidi rappresenta le imprese della distribuzione di gas
di petrolio liquefatti (GPL) per uso
combustione e/o autotrazione e le
imprese che costruiscono apparecchiature ed impianti per GPL, o
che forniscono servizi connessi o
comunque attinenti sempre al settore. Attualmente i soci aderenti
sono 92.
Obiettivo dell’Associazione è la
rappresentatività del settore a livello nazionale, come autorevole
interlocutore nei confronti della
Tel. +39 06 54273213/215
Fax +39 06 5919633/5913901
[email protected]
www.assogasliquidi.it
pubblica amministrazione, nonché
a livello internazionale per la tutela
degli interessi e dell’immagine del
settore, aderendo ad associazioni
a carattere europeo ed internazionale. Assogasliquidi collabora
proficuamente con le amministrazioni e gli enti pubblici nella preparazione di nuove norme, informa
e orienta gli operatori sulle innovazioni tecnico/legislative e sulla loro
pratica attuazione, promuovendo,
quindi, anche l’immagine del settore.
ASSOgastecnici
Associazione nazionale imprese gas tecnici, speciali e medicinali
Presidente
Direttore
piercarlo cavenaghi
andrea fieschi
[email protected]
Gruppo gas medicinali
Gruppo gas tecnici e speciali
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Assogastecnici associa le imprese del settore gas tecnici, speciali e medicinali, quali: ossigeno, azoto, argon, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa,
idro/cloro/fluorocarburi. Ad Assogastecnici aderiscono 24 imprese, con
un fatturato di circa 2,5 miliardi di
euro, pari ad oltre il 95% del mercato nazionale.
I gas tecnici entrano, in modo estremamente diffuso, in tutti i processi
industriali, dai più importanti a quelli
relativi a nicchie tecnologiche tradizionali o avanzate.
Tel. +39 02 34565.242
Fax +39 02 34565.458
[email protected]
www.assogastecnici.it
I gas medicinali sono di primaria
importanza in ambito terapeutico
e diagnostico, per essi il Gruppo
promuove i più elevati standard di
qualità e sicurezza nella loro produzione e distribuzione.
Questa diffusione viene continuamente accresciuta dall’attività delle imprese associate impegnate
nel ricercare e proporre ai propri
clienti nuove tecnologie che consentano il miglioramento dei processi produttivi e della qualità dei
prodotti nel pieno rispetto dell’ambiente.
119
Appendice
Avisa
Associazione nazionale vernici, inchiostri, sigillanti e adesivi
Presidente
Direttore
aram manoukian
matteo aglio
[email protected]
Tel. +39 02 34565.256
Fax +39 02 34565.350
[email protected]
http://avisa.federchimica.it
Ad Avisa aderiscono un centinaio di
imprese che rappresentano il 65%
del mercato in termini di fatturato,
occupando circa 9.000 addetti.
L’Associazione rappresenta le imprese operanti nei settori:
adesivi per calzature, cartotecnica e imballaggio, legno; adesivi
e sigillanti per dettaglio, edilizia,
mezzi di trasporto; materie prime
per adesivi e sigillanti;
inchiostri da stampa e serigrafici;
pitture e vernici per auto e mezzi di trasporto, carrozzeria, industria, legno, navale, nautica, edilizia; vernici in polvere; protective
coatings.
Compiti primari dell’Associazione
sono: favorire il progresso dell’industria del settore; assistere e
tutelare le imprese associate; rappresentare le imprese stesse negli
organismi nazionali ed internazionali.
Gruppo adesivi e sigillanti
Gruppo inchiostri da stampa
e serigrafici
Gruppo pitture e vernici
CERAMICOLOR
Associazione nazionale colorifici ceramici e produttori di ossidi metallici
Presidente
Direttore
angelo lami
giuseppe abello
[email protected]
A Ceramicolor aderiscono 18 imprese italiane e multinazionali produttrici di fritte, smalti, coloranti e
ausiliari per ceramica, pigmenti
inorganici e ossidi metallici, con un
fatturato di oltre 500 milioni di euro.
Le aziende di Ceramicolor sono un
importante esempio di chimica al
servizio della ceramica alla quale
viene fornito il vero valore aggiunto
che permette al prodotto italiano di
eccellere su tutti i mercati mondiali.
Il processo di studio e ricerca
nell’applicazione dello smalto riveste un ruolo fondamentale per
120
la ceramica. Questi aspetti sono il
vero punto forte dei colorifici che
effettuano annualmente investimenti molto rilevanti e spesso in
percentuale superiore a quelli delle
aziende chimiche tradizionali.
L’Associazione rappresenta i seguenti settori:
colorifici ceramici: tradizionalmente comprendono la produzione di
smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati in tutta l’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari,
etc.) e in misura minore nell’industria meccanica (soprattutto per
Tel. +39 02 34565.237
Fax +39 02 34565.320
[email protected]
www.ceramicolor.it
finiture superficiali di elettrodomestici e prodotti per la casa);
produttori di ossidi metallici: tali
prodotti trovano diffusione, per
ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica intesi all’ottenimento di pigmenti e fritte. Sono presenti, grazie alle loro intrinseche qualità di
tipo reologico, anche nella composizione di prodotti antiruggine e
di stabilizzanti. Tra gli altri, si annoverano in questa famiglia gli ossidi di piombo, di ferro e il biossido
di titanio.
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Associazioni di settore e gruppi merceologici
PLASTICSEUROPE ITALIA
Associazione italiana dei produttori di materie plastiche
Presidente
Direttore
DANIELE FERRARI
giuseppe riva
[email protected]
Gruppo resine
e sistemi termoplastici
Gruppo resine
e sistemi termoindurenti
Gruppo compounds e ausiliari
per materie plastiche, plastificanti
e altri prodotti affini
Gruppo materiali avanzati
PlasticsEurope Italia rappresenta
le imprese delle materie plastiche
(termoplastiche,
termoindurenti,
materiali avanzati, compounds e
ausiliari per materie plastiche).
PlasticsEurope Italia associa 45
imprese nazionali e multinazionali
operanti in Italia, con un fatturato
complessivo pari ad oltre il 90% dei
circa 10 miliardi di euro relativi all’intero mercato nazionale.
Tel. +39 02 34565.309
Fax +39 02 34565.311
[email protected]
www.plasticseuropeitalia.it
L’Associazione promuove e tutela
l’immagine del settore.
Svolge un ruolo rilevante in rapporto alle tematiche ambientali, ai
progetti e alle iniziative che contribuiscono a rafforzare e sviluppare
la centralità e l’insostituibilità della
plastica nella società attuale e nel
suo futuro, nell’ambito di una visione equilibrata dei limiti e delle risorse del pianeta
Unipro
Associazione italiana delle imprese cosmetiche
Presidente
Direttore
fabio ROSSELLO
maurizio crippa
[email protected]
Gruppo cosmetici in farmacia
Gruppo cosmetici per estetiste
Gruppo prodotti professionali
per acconciatori
Gruppo produzioni conto terzi
Gruppo vendite in erboristeria
Gruppo vendite in profumeria
Unipro è l’Associazione di rappresentanza del sistema industriale
italiano della cosmesi.
Di questo settore fanno parte 500
imprese produttrici e distributrici di
prodotti cosmetici. Unipro rappresenta oltre il 95% del fatturato delle
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imprese legate alla specifica filiera
della chimica di consumo, particolarmente attente alla “cultura del
benessere”.
Da oltre quarant’anni Unipro affianca le aziende che operano in Italia e
ne stimola la crescita e lo sviluppo
attraverso una qualificata assistenza in materia tecnica, normativa, fiscale, economica e promozionale.
Promuove e favorisce all’estero e
in Italia iniziative tese allo sviluppo
dell’industria sul piano tecnico-normativo e commerciale.
Tra queste vi sono le più importanti
e prestigiose rassegne a livello internazionale nel settore cosmetico:
Cosmoprof Worldwide a Bologna,
Cosmoprof Asia a Hong Kong, e
Cosmoprof North America a Las
Vegas.
Via Accademia, 33 - 20131 Milano
Tel. +39 02 281773.1
Fax +39 02 281773.95
[email protected]
www.unipro.org
Completa il panorama del “pianeta
Unipro”, la società Unipro Servizi che
ha per scopo primario la formazione
specialistica di settore e l’erogazione
di servizi specifici per le imprese.
Unipro ha dato origine ad “Accademia del Profumo” che promuove l’esclusività della profumeria selettiva
in collaborazione con CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato
e della piccola e media impresa),
Confartigianato e CIA (Camera Italiana dell’Acconciatura, che sostiene la filiera dell’acconciatura).
Infine, Unipro sostiene l’Associazione “La Forza e il Sorriso”, impegnata nella realizzazione di laboratori di
bellezza gratuiti a favore delle donne
in trattamento oncologico, sull’esempio del progetto internazionale
“Look Good… Feel Better”.
121
Società controllate, partecipate
e istituti collegati
Accademia S.p.A.
Presidente
Amministratore Delegato
Direttore
claudio benedetti
andrea lavagnini
simona di giusto
Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 34565.233 - 02 34565.657
[email protected]
Accademia S.p.A. è interamente
controllata da Federchimica attraverso SC Sviluppo chimica S.p.A.
La società con un capitale sociale di 200.000 euro, opera fondamentalmente nel campo immobiliare fornendo tutti i servizi collegati alla
gestione degli immobili.
Per gli stessi cura anche l’aspetto relativo alla corretta applicazione
delle norme di sicurezza e, al fine di
mantenere sempre alti gli standard
dei servizi resi, si occupa in particolare della manutenzione degli stabili di proprietà. Accademia assicura il supporto logistico necessario
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in occasione di incontri, convegni e
corsi organizzati dalla Federazione o
da altri soggetti collegati al sistema
Federchimica e per gli stessi gestisce tutti gli aspetti relativi al servizio
di “Travel Business” tramite la contrattazione diretta con gli operatori di settore.
mente all’avanguardia, ma soprattutto adeguato alle esigenze del sistema e delle imprese associate, che
sempre più spesso ne fanno uso.
Provvede, nell’ambito di budget definiti, all’approvvigionamento dei beni
e dei servizi.
La società dispone, inoltre, di un
attrezzato centro stampa, per la
realizzazione e stampa di locandine, brochure, cataloghi e quant’altro necessario per lo svolgimento
dell’attività della Federazione e degli
enti ad essa collegati.
L’Auditorium sito presso la sede
stessa della società può ospitare
fino a 150 persone. Inaugurato nel
2002, rappresenta ormai un punto
di incontro prestigioso, tecnologica-
Oltre che per Federchimica, Accademia cura in outsourcing tutti i servizi anche per altre realtà quali Centro REACH, Fonchim, FASCHIM, SC
Sviluppo chimica.
123
Appendice
Centro Reach S.r.l.
Presidente
Coordinatore
Direttore
giorgio squinzi
bruno brianzoli
Sergio treichler
Via Giovanni da Procida, 11 - 20149 Milano - Tel. 02 87245901 - Fax 02 34565.631
[email protected] - www.centroreach.it
Centro REACH S.r.l. è una società a
responsabilità limitata costituita il 20
febbraio 2007, su iniziativa di Federchimica e di Assolombarda.
Ad oggi, la compagine societaria
comprende anche altre nove istituzioni, in rappresentanza delle imprese operanti in ogni settore produttivo
del Paese (Confindustrie Regionali di
Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e
Veneto e Confapi).
Nel 2011 Centro REACH ha offerto i propri servizi consulenziali a circa 300 clienti di grande, media e
soprattutto piccola dimensione, nelle seguenti aree:
Consulenza alle imprese
SDS service: Centro REACH supporta l’impresa nella revisione/
redazione delle proprie Schede di
sicurezza, sulla base della normativa vigente, sia per i Paesi Ue che
extra Ue;
Registration service: comprende
l’assistenza nelle seguenti attività:
• Effettuazione della pre-registrazione tardiva;
• verifica/ricerca su banche dati delle informazioni esistenti e mancanti;
• predisposizione del fascicolo tecnico;
• preparazione della Relazione sulla Sicurezza Chimica (definizione
degli scenari di esposizione e delle
appropriate misure di gestione del
rischio e valutazione della sicurezza chimica);
• inserimento dei dati in IUCLID5 e
trasmissione all’ECHA del Dossier
di Registrazione;
• preparazione ed invio della procedura Inquiry all’ECHA.
124
REACH e CLP audit: prevede un
intervento di un esperto presso l’impresa per la valutazione delle proprie implicazioni nel REACH e nel
CLP; la definizione del piano di attività; la gestione delle comunicazioni con fornitori e clienti.
REACH e CLP help desk: con l’adesione a questo servizio, l’impresa può sottoporre quesiti e/o richieste di assistenza.
Audit per ispezioni REACH: Centro
REACH, unitamente a Certiquality,
prevede un audit presso le imprese per verificare/implementare il
sistema di gestione delle normative al fine di affrontare le ispezioni
da parte delle autorità competenti.
C&L notification: Centro REACH
effettua, per conto dell’impresa, la
procedura di notifica − ai sensi del
CLP − all’Inventario europeo delle
Classificazioni ed Etichettature.
Formazione
Nel 2011 sono stati realizzati 55 Corsi di formazione a catalogo o presso
i clienti per un totale di oltre 850 partecipanti, sulle seguenti tematiche:
• procedura di registrazione (preparazione del Dossier e del CSA/
CSR);
• Schede Dati di Sicurezza (SDS);
• Ispezioni REACH;
• valutazione della sicurezza chimica e D. Lgs. 81/2008;
• SIEF e consorzi;
• strumenti informatici nel REACH
(IUCLID5 e REACH-IT);
• ruolo e compiti degli utilizzatori a
valle e dei produttori e importatori
di articoli;
• Regolamento CLP;
• metodi alternativi alla sperimentazione animale;
• trasporto di merci pericolose via
strada, via mare, via aereo.
Il Centro REACH ha inoltre supportato le imprese chimiche su come prepararsi alle ispezioni, che sono state
avviate nel 2011, da parte delle autorità competenti.
SIEF (Substance Information
Exchange Forum) e consorzi
Supporto di Centro REACH nella
fase di condivisione delle informazioni sulle sostanze chimiche e nella definizione della propria posizione all’interno dei SIEF.
Assistenza nella formazione, nella
gestione e nella partecipazione a
consorzi, con eventuale assegnazione di mandato.
Nel 2011 il Centro REACH ha gestito e coordinato sette Consorzi per la
registrazione di sostanze chimiche,
composti da 45 imprese, di cui sette
anche di altri Paesi dell’Unione Europea e tre extra Ue, per la registrazione
di circa 27 sostanze chimiche.
R&S e metodologie
Identificazione e gestione di programmi di ricerca & sviluppo per
la messa a punto di:
• test alternativi al sacrificio di animali
di laboratorio;
• modelli Q-SAR;
• approcci Read-Across;
• metodologie di analisi socioeconomica di sostanze chimiche.
Queste attività hanno permesso di
realizzare una piattaforma informatica per i modelli basati su simulazioni
computerizzate (così detti “metodi insilico” o “QSAR”) delle proprietà tossicologiche ed ecotossicologiche di
sostanze chimiche nonché lo studio
su un nanomateriale.
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Società controllate, partecipate e istituti collegati
Certiquality s.r.l. Istituto di certificazione della qualità
Presidente
Direttore Generale
ERNESTO OPPICI
umberto chiminazzo
[email protected]
Certiquality è un organismo specializzato nella certificazione dei sistemi
di gestione per la qualità, l’ambiente, l’energia, la sicurezza sul lavoro,
nella certificazione di prodotto e nella formazione.
Certiquality è stato fondato nel 1989
da Federchimica ed Assolombarda e oggi occupa una posizione di
assoluto rilievo nel campo della certificazione, con oltre 14.000 siti certificati in tutti i settori dell’industria e dei
servizi e in oltre 50 schemi. A livello
internazionale, Certiquality aderisce
al circuito IQNet (International Certification Network), che riunisce i più
prestigiosi organismi di certificazione di 36 paesi del mondo.
Tra i temi che maggiormente hanno
visto impegnato l’Istituto si evidenzia
quello della sicurezza sul lavoro che
si esplica nelle attività di certificazione secondo le norme BS OHSAS
18001, UNI 10617 e in un’importante e capillare attività di informazione e formazione su queste tematiche. Certiquality ha inoltre definito
un nuovo schema di verifica basato su una lista di riscontro completa e dettagliata sui temi relativi alla
sicurezza, alla salute e all’ambiente: il Technical Audit. Il risultato del
Technical Audit è rappresentato da
un giudizio sintetico, corredato da
report analitici a disposizione del
management aziendale. Certiquality ha anche messo a punto un servizio di audit dei modelli organizzativi previsti dal D. Lgs. 231/01 sulla
responsabilità amministrativa delle
imprese e servizi di compliance sui
principali obblighi normativi.
Un’altra importante area di attività
dell’Istituto interessa il tema dell’ambiente e della sostenibilità. In aggiunta all’attività di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale secondo
gli standard ISO 14001/EMAS, sono
stati sviluppati nuovi servizi quali la
certificazione dei Sistemi di Gestione
dell’Energia secondo la recente nor-
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ma ISO 50001, gli audit energetici,
la verifica dei bilanci di sostenibilità
e dei bilanci ambientali, la certificazione ambientale di prodotto (FSC
e PEFC, EPD, AISE CHARTER),
anche in riferimento alla tematica
degli acquisti verdi, e in particolare
al Green Public Procurement (GPP).
Un’altra importante attività riguarda
la Direttiva Emissions Trading: Certiquality è riconosciuto dal Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio per effettuare l’attività di verifica delle emissioni di gas ad effetto serra.
Recente è il nuovo servizio di verifica e validazione della “carbon footprint” (quantità di carbonio emessa
da una particolare attività/processo
o da una organizzazione) e quello di
certificazione della “product carbon
footprint” (la quantificazione di tutte
le emissioni di gas ad effetto serra
coinvolte nel ciclo di vita di un prodotto o di un servizio).
A seguito degli obblighi imposti dal
REACH, Certiquality ha sviluppato, in collaborazione con Centro
REACH, una gamma di servizi volti
a supportare le imprese nelle attività
di pianificazione, attuazione, monitoraggio del sistema di gestione dei
requisiti richiesti dal Regolamento sia nella fase di avviamento sia
nel tempo: assessment e verifiche
periodiche di conformità e gestione degli adempimenti REACH; formazione REACH/CLP, formazione operativa per l’interpretazione
e l’utilizzo delle Schede di Sicurezza Reach; valutazione Reach dei
fornitori.
Anche nel campo della logistica e
dei trasporti sono intervenute novità normative e in aggiunta alle certificazioni ISO 9001, già molto diffuse, si sono sviluppati nuovi standard di certificazione. Il “Codice di
Pratica” è la norma tecnica deliberata dal Comitato per l’Albo dei Trasportatori per la certificazione della
Via G. Giardino 4
20123 Milano
Tel. +39 02 8069171
Fax +39 02 86465295
[email protected]
www.certiquality.it
gestione della sicurezza nell’autotrasporto e Certiquality è stato il primo organismo di certificazione ad
ottenere l’accreditamento da parte del Ministero per il rilascio della
certificazione del Codice di Pratica
(SSA). Certiquality opera inoltre in
due schemi specificamente sviluppati per le aziende che si occupano di distribuzione, trasporto, stoccaggio e gestione di prodotti chimici: SQAS ed ESAD, valutando le
prestazioni in materia di sicurezza,
salute e ambiente.
Un altro importante ambito è rappresentato dal comparto delle costruzioni ed in particolare dai materiali da costruzione. Norme specifiche
richiedono una garanzia di qualità
per i prodotti di uso strutturale, per
la sicurezza nei cantieri, per il rendimento energetico degli edifici e per
la tutela dei consumatori. Certiquality è autorizzato ad operare per la
marcatura Ce dei prodotti da costruzione ed il controllo di produzione
in fabbrica (FPC) del calcestruzzo.
Certiquality opera anche nella filiera
agroalimentare e in tutti i settori industriali e di servizi ad essa collegati,
in particolare per quanto concerne
gli schemi per la certificazione della sicurezza alimentare: ISO 22000,
BRC e BRC/IOP per gli imballaggi,
IFS, Rintracciabilità di filiera e Specifiche Tecniche a fronte di Disciplinari Tecnici di Prodotto.
Infine, nel settore cosmetico, Certiquality effettua verifiche per il rilascio
degli attestati di conformità a fronte della norma ISO 22716:2007 Cosmetics GMP (il primo documento internazionale che fissa le linee
guida per le pratiche di buona fabbricazione da applicare alle imprese
che producono prodotti cosmetici)
ed a fronte delle linee guida EFfCI
- GMP “Guide for cosmetic ingredients”, specifiche per le aziende
produttrici di materie prime per il
settore cosmetico.
125
Appendice
SC Sviluppo chimica S.p.A.
Presidente
Amministratore Delegato
claudio benedetti
andrea lavagnini
SC Sviluppo chimica S.p.A. è una
società di servizi, costituita nel 1983
e interamente controllata da Federchimica.
SC offre un supporto professionale specializzato alle imprese nelle
seguenti aree:
geografiche a vocazione chimica (poli
industriali, distretti tecnologici, aree
con potenzialità di crescita locale), al
fine di assicurare lo sviluppo sostenibile dell’industria chimica e dei settori di utilizzo a valle.
Sicurezza, Gestione prodotti
e Igiene Industriale
Ricerca e sviluppo e Venture
Capital
Promuove l’eccellenza professionale
nella gestione della sicurezza e della
salute delle persone nei luoghi di lavoro; della sicurezza dei prodotti chimici; della protezione dei consumatori.
Sostiene la nascita e lo sviluppo di attività innovative da parte delle imprese,
con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile e la riduzione degli
impatti ambientali associati alle rispettive filiere, e migliorare il posizionamento delle imprese all’interno del mercato globale in cui esse competono.
Collabora con fondi di Venture Capital, nazionali ed esteri e con istituzioni
finanziarie, pubbliche e private per: l’individuazione; lo sviluppo; la gestione;
la realizzazione della strategia di uscita, di spin off, di start up e di imprese in fase di first expansion, nell’industria chimica.
Logistica e Trasporti
Supporta il miglioramento della
sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale delle attività logistiche
delle imprese chimiche, assicurandone al tempo stesso la competitività economica in un contesto sempre più globalizzato.
In particolare gestisce, per conto di
Federchimica, il “S.E.T. – Servizio
Emergenze Trasporti” che assiste gli
interventi delle autorità pubbliche in
caso di incidenti nei trasporti chimici su strada, su ferrovia e via mare.
Energia e Sviluppo Sostenibile
È al fianco delle imprese chimiche
nel raggiungimento dei loro obiettivi di
sostenibilità ambientale, anche assistendole nell’individuazione di interventi di miglioramento nell’efficienza
energetica, nonché nell’ottenimento di risorse per finanziarli come ad
esempio quelle previste dallo schema
di agevolazione dei Certificati Bianchi.
Promuove la riqualificazione di aree
126
Relazioni industriali e CCNL di
settore
Supporta le imprese offrendo strumenti formativi e informativi utili per
lo sviluppo delle relazioni industriali e
per la gestione delle risorse umane in
coerenza con le previsioni del CCNL
Chimico – Farmaceutico.
IT Support
Offre consulenza per la progettazione e la realizzazione di progetti informatici fino all’outsourcing globale del
sistema informativo di piccole e medie
imprese.
Via Giovanni da Procida 11
20149 Milano
Tel. +39 02 34565.1
Fax +39 02 34565.312
[email protected]
Servizi amministrativi in
outsourcing
Garantisce uno standard professionalmente qualificato nella fornitura di
servizi contabili
In particolare SC offre i suoi servizi
alle imprese attraverso:
Consulenze professionali.
Pubblicazioni e Software.
I prodotti editoriali spaziano dalla pubblicazione del “Contratto
Collettivo Nazionale dell’Industria
Chimica”, ai volumi scientifici, ai
manuali operativi, alle linee guida
e software per la gestione degli
adempimenti tecnico-normativi.
Formazione.
Attraverso la realizzazione di corsi di formazione, la società fornisce un continuo aggiornamento sui contenuti e novità normative; offre inoltre percorsi formativi modulari, componibili ed integrabili, al fine di individuare soluzioni personalizzate rivolte a specifiche figure aziendali.
Solo nel 2011 sono stati organizzati:
• 18 corsi di formazione frequentati da 316 partecipanti di imprese
associate e non a Federchimica;
• 5 corsi “Crisis Management” per
un totale di 60 partecipanti;
• 27 corsi “Six Sigma” per più di
200 manager;
• 1 corso “Consulente trasporti”.
Servizi di locazione operativa.
Attrezzature informatiche di supporto all’attività di Federchimica e
degli enti ad essa collegati.
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Società controllate, partecipate e istituti collegati
unichim Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica
Ente federato all’UNI
Presidente
Direttore Generale
giampiero bellini
giovanni perego
[email protected]
UNICHIM – Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica – è l’ente di normazione tecnica operante nel settore chimico,
federato all’UNI, la cui fondazione
risale al 1947 e di cui Federchimica è socio fondatore.
L’attività di normazione tecnica nel
settore chimico comporta l’emissione di documenti di riferimento (norme) riguardanti per lo più specifiche
di prodotto, metodi di controllo di
materie prime e prodotti finiti, controlli di tipo ambientale. Tali norme,
la cui applicazione può avere carattere cogente oppure volontario,
costituiscono un ausilio nella commercializzazione dei prodotti, nella
definizione dei contratti di compravendita e nelle controversie legali.
UNICHIM provvede alla stesura di
queste norme in ambito nazionale attraverso proprie Commissioni
Tecniche, delle quali sono chiamati a far parte rappresentanti di riconosciuta competenza provenienti
dall’industria, da enti pubblici e da
organizzazioni private.
Inoltre, designa esperti che parteci-
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pano ai lavori di Commissioni CEN
ed ISO per la stesura di norme in
ambito internazionale.
UNICHIM è attiva anche sul fronte
dell’applicazione delle norme.
Laddove esistano particolari criticità
o complessità a livello normativo (è il
caso, ad esempio delle problematiche in campo ambientale), le Commissioni Tecniche elaborano linee
guida per facilitare una corretta ed
armonica applicazione delle norme.
Un altro filone di attività è quello della formazione, rivolta soprattutto a laboratori di prova, pubblici e privati, interessati all’adozione
di un Sistema Qualità conforme alla
norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.
UNICHIM organizza i corsi sia presso la propria sede, sia presso sedi
di organizzazioni che ne facciano richiesta, attingendo al patrimonio tecnico scientifico che deriva
dall’attività delle proprie Commissioni Tecniche.
Una ulteriore attività, che sta avendo uno sviluppo crescente, è
P.le R. Morandi 2 - 20121 Milano
Tel. +39 02 76004450
Fax +39 02 76014176
[email protected]
www.unichim.it
quella delle Prove Interlaboratorio,
organizzate e gestite in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC
17043:2010, con cadenza regolare e a beneficio esclusivo dei propri associati.
Tali prove, che costituiscono il
principale strumento di verifica
esterna per i laboratori che operano in conformità alla norma UNI
CEI EN ISO/IEC 17025 e che rientrano tra gli adempimenti principali della norma stessa, riguardano controlli analitici (inclusi quelli
di tipo microbiologico) sulla qualità di acque destinate al consumo umano, di acque di scarico, di
prodotti destinati all’alimentazione,
di prodotti petroliferi e lubrificanti,
di fertilizzanti, oltre alla determinazione di inquinanti organici (diossine, IPA, PCB, idrocarburi) ed inorganici (metalli pesanti) in matrici
ambientali (suoli, rifiuti).
A queste prove partecipano attualmente più di quattrocento laboratori nazionali, inclusi quelli di tutte
le Agenzie Regionali per l’ambiente
(ARPA). Gran parte di questi laboratori è in possesso dell’accreditamento rilasciato da ACCREDIA.
127