Grenoble, Megéve, Sallanches, Chamonix, Interlaken, Jungfrau

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Alpi
Ambiente
Convenzione delle Alpi
La mattinata del 30 giugno è iniziata con la
visita al quartiere “Caserne de Bonne”.
Siamo stati accolti da Vincent de Tallandier
dell’Ufficio Turistico di Grenoble e da
Vincent Fristot, Assessore all’Urbanistica,
alla casa e alla trasformazione energetica.
Abbiamo visitato questo intervento di 8,5
ettari che ha recuperato un’area militare
salvaguardando tre edifici preesistenti che
Chamonix
delimitavano la piazza d’armi, che costituisce
il centro del quartiere. L’operazione è stata
lanciata nel 2003 e ha costituito il primo esempio del programma “Une architecture pour la
ville durable” che il governo francese ha replicato in altre città con anche il finanziamento
dell’Unione Europea.
Questo intervento ha realizzato 885 alloggi, residenze per gli studenti, una residenza con 80
posti per persone anziane, 24 alloggi per handicappati, una multisala cinematografica per
film d’arte e d’essai, una trentina di nuovi negozi, 6.000 mq. di superficie calpestabile di
uffici, un albergo 3 stelle con quasi 80 camere e una scuola elementare di 15 classi.
Il 40% degli alloggi (385) sono a locazione sociale con dimensioni adeguate a famiglie con
più di un figlio, mentre il 50% della parte restante è stato messo in vendita a prezzi calmierati
inferiori del 20% a quelli di mercato. In tutti gli edifici sono stati previsti posti obbligatori per
le biciclette.
La realizzazione presenta un’aspetto vario e non ripetitivo riproducendo un’alternanza
architettonica propria, che si connette al centro cittadino senza soluzione di continuità.
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Con un tram abbiamo raggiunto la “Stationmobile” dell’Agence de Mobilité che riunisce in un
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unico edificio tutti gli uffici che si occupano di trasporti e di mobilità per migliorare
progressivamente lo standard di qualità verso la sostenibilità. Il controllo dei semafori per
fluidificare il traffico, il controllo della percorrenza dei mezzi pubblici per verificare la congestione
dei percorsi, il controllo del traffico a tutti i livelli, autostradale, provinciale e comunale, la
gestione del noleggio delle biciclette, la scuola guida pubblica, il tutto con la possibilità di gestire
in modo coordinato gli eventi di crisi in un’apposita sala di coordinamento.
Dall’ottobre 2014 sono disponibili a Grenoble 70 vetturette elettriche con doppia ruota
posteriore sterzante presenti in varie parti della città. Le vetture hanno una autonomia di 35/40
km. ad una velocità massima di 45 km/ora. Per acquisire il tesserino per accedere al servizio è
necessario un corso di circa un’ora e mezzo.
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Questi esempi indicano come sia possibile acquisire una nuova dimensione per la gestione
della politica urbana per contenere il dispendio energetico e razionalizzare l’uso delle risorse.
Con il tram, il treno e il bus di linea in circa due ore e mezzo ci siamo recati a Megéve,
passando per Chambéry e per Sallanches.
Nel pomeriggio a Megéve ci hanno presentato il sistema coordinato di intercettazione delle
acque nei versanti a monte dell’abitato per garantire l’approvvigionamento idropotabile e per
l’utilizzazione invernale delle acque per la produzione di neve artificiale.
Siamo ritornati a Sallanches con il bus per visitare il “Centre de la Nature Montagnarde”,
creato nel 1985 per soddisfare l’interrogativo: “quale montagna/montagne lasceremo in
eredità ai nostri figli?”
Questo centro presenta oltre 600 mq. di esposizioni riguardanti flora, fauna, wilderness,
storie dell’evoluzione delle Alpi, esempi di sviluppo sostenibile, ecc. e ha avuto nel 2014
oltre 33.000 visitatori. La sua struttura ruota attorno a 5 poli: turistico, risorse, scientifico,
pedagogico e promotore di eventi.
Con l’intervento del Sindaco Georges Morand, il Presidente André Ponchaud e il Direttore
Emannuel Schaller ci hanno illustrato le attività del centro.
Mercoledì 1° giugno siamo arrivati in treno a Chamonix, cittadina di 9.400 abitanti che
d’estate supera i 60.000 residenti.
Abbiamo dapprima visitato il centro di ricerca per l’ecosistema alpino CREA, accolti da Irène
Alvarez e da Anne Delestrade direttrice del CREA, che ci hanno illustrato il progetto
Phénoclim.
Il problema principale che occorre affrontare riguarda la difesa delle specie arboree alpine
che sono il 25% del totale europeo in meno del 3% della sua superficie. L’innalzamento della
temperatura di circa 6,5°per oltre 90 giorni oltre il limite superiore della vegetazione
arborea e il variare del limite di altitudine stagionale della superficie innevata influiscono
pesantemente sulla biodiversità del sistema.
http://phenoclim.org
http://www.creamontblanc.org/fr/accueil/
Chamonix: Meno CO2, più mobilità sostenibile
Chamonix-Mont-Blanc è il primo comune ad aver approvato un Piano per il clima nelle Alpi
francesi. Esso si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e i consumi energetici. Così
come l’associazione “Città alpina dell’anno” e altre città ad essa aderenti, Chamonix sostiene
perciò l’iniziativa europea del Patto dei sindaci, che si prefigge di ridurre del 20% il
consumo di energia aumentando al contempo del 20% la percentuale di energie
rinnovabili. Inoltre Chamonix-Mont-Blanc sta elaborando, insieme a Martigny nel Vallese/CH,
uno strumento di pianificazione e di monitoraggio dei consumi energetici. Nel Piano per il clima
assume un ruolo di primo piano la mobilità: l’ambizioso obiettivo è di raddoppiare entro il 2020
le corse effettuate in treno o bus rispetto ad oggi. In questo contesto, nel giugno 2015 è
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rientrata in funzione, dopo lavori di ammodernamento, la linea ferroviaria che collega Chamonix
a Fayet Vallorcine con un servizio di corse con una cadenza di 30 minuti. Da diversi anni la
città e i comuni circostanti collaborano nel settore della mobilità sostenibile. Nel 2013
Chamonix-Mont-Blanc ha ricevuto il riconoscimento “Flocon Vert”, assegnato dall’associazione
Mountain Riders per la politica finora adottata. “Questo titolo ha un grande significato per la città
di Chamomix, perché riconosce gli sforzi compiuti nella politica ambientale” ha affermato
Eric Fournier, sindaco della città. “Sicuramente proseguiremo questa politica che finora ha
dato buoni frutti. Il titolo di ‘Città alpina dell’anno è una motivazione aggiuntiva per il nostro team
all’interno del comune per impegnarsi con slancio a favore di un turismo sostenibile nella valle di
Chamonix”.
Chamonix è visitata da due milioni e mezzo di turisti all’anno. Il turismo è il principale settore
economico della città. Un progetto già in corso dedicato all’ecoturismo proseguirà nell’anno
della Città alpina con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione, gli operatori turistici e i visitatori
per un turismo compatibile con la natura. In particolare, sarà elaborata una Carta, affinché le
manifestazioni organizzate in loco soddisfino i criteri di sostenibilità. Inoltre, i visitatori
possono scoprire il patrimonio naturale e culturale di Chamonix in treno oppure a piedi
attraverso sette percorsi interattivi. A lungo termine la città vuole gettare le basi per
un’economia innovativa e sostenibile in armonia con la tutela delle risorse naturali. Così come in
altre Città alpine dell’anno, il turismo, e in particolare l’alpinismo, è un elemento costitutivo
dell’identità culturale di Chamonix. Nell’anno della Città alpina, Chamonix-Mont-Blanc celebra
anche i 150 anni dell’“Epoca d’oro” dell’alpinismo. Nell’ambito di un’iniziativa comune,
organizzata in collaborazione con Zermatt e Grindelwald in Svizzera e Valtournenche e
Courmayeur in Italia, si svolgeranno una serie di manifestazioni culturali dedicate alle imprese
dei pionieri dell’alpinismo e al rapporto uomo-montagna
Ne abbiamo parlato con Elodie Bavuz Consigliere comunale, con Thierry Billet, vicesindaco di
Annecy e presidente dell’Associazione Città alpina dell’anno e con Nicolas Evrard animatore
dell’associazione europea degli eletti (AEM).
Nel pomeriggio, utilizzando 5 treni, in quasi 4 ore abbiamo raggiunto Interlaken, ai piedi del
massiccio della Jungfrau in Svizzera. Interlaken è una delle 27 località alpine che aderiscono
all’associazione Alpin Pearls.
Siamo stati accolti da Eva Grabenweger (Alpine Pearls Association), e da Antonietta
Grosjean (Interlaken tourism): Alpine Pearls è il network di 27 località turistiche che
propongono vacanze in montagna ecocompatibili, per godere senza stress la bellezza della
natura.
Le 27 Perle delle Alpi si impegnano a promuovere vacanze in mobilità dolce. Queste località
rispettano i più elevati criteri di qualità e forniscono una garanzia assoluta di vacanze
senza stress, all’insegna della tutela del clima e della sostenibilità. Il concetto di mobilità dolce
è il fulcro della filosofia di Alpine Pearls: attività ecocompatibili per il tempo libero, zone
pedonali e una mobilità assicurata grazie a efficaci servizi di trasporto sono i capisaldi
dell’offerta.
Alpine Pearls è stata fondata il 29 gennaio 2006 da 17 località che si sono associate sotto il
nome di "Perle delle Alpi". L’associazione è frutto di due progetti UE denominati Alps Mobility
e Alps Mobility II, entrambi promossi su iniziativa del Ministero Austriaco per agricoltura,
foreste, ambiente e gestione delle acque.
La mattina di giovedì 2 luglio con la guida di Markus Leuenberger (Direttore), Erwin
Flückiger (Presidente), con il famoso treno abbiamo raggiunto l’osservatorio a quasi 3500
metri di quota.
Per l’eccezionale collocazione e l’accessibilità durante tutto l’anno, grazie alla ferrovia dello
Jungfrau e alle eccellenti infrastrutture, lo Jungfraujoch è un centro d’eccellenza per i
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ricercatori ambientali e per gli astrofisici, così come per i meteorologi, i glaciologi e i
ricercatori di scienze fisiche.
Lo Jungfraujoch si è affermato come centro per la ricerca ambientale e ha un ruolo chiave nei
programmi coordinati a livello internazionale, ad esempio il GAW (Global Atmosphere Watch)
e il NDSC (Network for the Detection of Stratospheric Change).
Scienziati appartenenti a oltre 25 gruppi nazionali e internazionali trascorrono in media circa
100 giorni di lavoro all’anno allo Jungfraujoch. Più di 20 progetti di ricerca sono
essenzialmente basati su rilevazioni automatiche. La Fondazione internazionale che gestisce il
centro è “Stazioni di ricerca alpina d’alta quota Jungfraujoch e Gornergrat” (HFSJG)
La Fondazione nacque nel nel 1930. Il suo obiettivo è rendere possibili ricerche scientifiche
in alta quota o in ambienti alpini d’alta quota. Allo Jungfraujoch la fondazione gestisce la
stazione di ricerca e l’osservatorio Sfinx, e al Gornergrat due osservatori astronomici e un
laboratorio container.
Alle 17 di giovedì 2 luglio siamo arrivati in treno a Meiringen dove abbiamo proseguito con
due pulmini per Oberwald per poter vedere una serie di dissesti causati dagli effetti dei
cambiamanti climatici tra Boden e il passo del Grimsel che hanno modificato la stabilità dei
versanti, Ci ha illustrato la situazione Markus Wyss (del Canton Berna).
Dal luglio 2009, ogni anno si stanno verificando scivolamenti dallo Spreitgraben e in tutto il
versante riversando nel letto del fiume Aare circa 100.000 metri cubi di colate detritiche
interessando la strada che raggiunge il Passo del Grimsel nel Bernese orientale e il tracciato del
gasdotto Olanda Italia. L’innalzamento della quota del permafrost è una della cause principali.
Guarda tutte le foto.
Oscar Del Barba
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