117
Transcript
117
DETERMINAZIONE DEGLI IDROCARBURI C≤12 e C>12 NEI TERRENI Dr. Marcello Morello - Dr. Fabio Sandri- Dr. Massimiliano Pereno- Dera Bosco ARPA Piemonte - Dipartimento di Torino Premessa La metodica analitica che si propone nasce dalla necessità imposta dalla normativa nazionale, Decreto 471/99, di esprimere gli idrocarburi nei terreni sulla frazione passante il vaglio a 2 mm e secca a 105°C nelle loro componenti con catena C≤12 e C>12. Questa richiesta normativa determina le seguenti difficoltà: − Possibilità di perdita delle frazioni idrocarburiche più volatili nelle attività preparative. − Compromissione nella efficacia di estrazione di idrocarburi nel terreno legata all'umidità presente. − Ridotta riproducibilità nella preparazione dell'aliquota da utilizzare nell'analisi, mediante sistemi di setacciatura. − Difficoltà di reperire standard di riferimento adeguati utilizzabili con tecniche analitiche strumentali, in grado di identificare e quantificare le due frazioni C≤12 e C>12. Valutazione delle tecniche analitiche disponibili: Gravimetrica: E' adatta alla determinazione degli idrocarburi totali ad eccezione di quelli più volatili, non distingue le frazioni ≤ e > C 12, ha il vantaggio di essere una determinazione assoluta che non necessità di standard di riferimento. FTIR: E' adatta alla determinazione degli idrocarburi totali, non distingue le frazioni ≤ e > C 12 e presenta i seguenti svantaggi: Necessita di uno standard di riferimento affine al contaminante, uno standard inadatto può comportare errori significativi sia in difetto sia in eccesso, anche del 100%; Per la scelta dello standard idoneo è necessaria un'analisi gascromatografica dell'estratto; Richiede l'impiego del freon; E' necessaria una doppia analisi per verificare l'assenza di bande dei grassi vegetali (utilizzando pastiglia di KBr o di cella idonea). Gascromatografia: E' adatta alla determinazione degli idrocarburi con catena fino a C<100 (iniettore on-colomn e colonne simdist), distingue le frazioni C≤12 e C>12 ma presenta i seguenti svantaggi: Necessita di uno standard di riferimento affine al contaminate, uno standard inadatto può comportare errori significativi sia in difetto che in eccesso; Ciascuna di queste tecniche analitiche è singolarmente insufficiente alla determinazione degli idrocarburi nei terreni con le modalità richieste dalla normativa italiana, ne consegue la necessità di integrarle opportunamente al fine di sfruttarne le singole potenzialità. Principio della determinazione della metodica proposta Ottenuto l'estratto d'idrocarburi dal terreno e portato a volume noto, si separano due frazioni: La prima destinata alla determinazione gravimetrica mediante evaporazione del solvente in condizioni controllate, che pur causando una alterazione della composizione del contaminante per la parziale perdita delle componenti più volatili, permette successivamente la preparazione di uno standard di riferimento simile alla composizione idrocarburica dell'estratto utilizzabile sia all'IR che in GC. La seconda frazione di estratto, la cui composizione non è stata alterata, è utilizzata per la quantificazione degli idrocarburi totali, se si usa l'IR, e/o per la quantificazione degli idrocarburi C≤12 o C>12 mediante gascromatografia, utilizzando come riferimento lo standard ottenuto dall'analisi gravimetrica. Preparazione del campione da estrarre La preparazione della aliquota di terreno da estrarre incide notevolmente sull'incertezza di misura. Si propongono a tal fine 3 preparative differenti in base alle caratteristiche della matrice e della frazione idrocarburica da determinare. 1. Se la matrice tal quale presenta una granulometria inferiore ai 2 mm o caratteristiche che ne permettono la disgregazione e setacciatura a 2 mm, si opera fino ottenere almeno 100 grammi di campione, successivamente suddivisi in due aliquote da 50 grammi. Con questo grado di vagliatura le aliquote di circa 50 grammi sono fra loro omogenee entro una variabilità massima dello 0.5% (determinata sull'umidità). Sulla prima aliquota si determina l'umidità del campione necessaria per esprimere il risultato sul secco a 105°C. Sulla seconda aliquota si procede all'estrazione e successiva quantificazione con il principio precedentemente descritto. 2. Se la matrice presenta una granulometria superiore ai 2 mm e non permette la setacciatura diretta (umidità eccessiva) e la frazione idrocarburica d'interesse non è volatile, si procede all'essiccazione all'aria del campione, macinazione in mortaio, setacciatura a 2mm e successivamente come indicato al punto 1. 3. Se matrice presenta una granulometria superiore ai 2 mm e la componente volatile è presente è necessario procedere all'estrazione dell'inquinante sul campione umido tal quale. Questa scelta può essere condotta anche solo per la determinazione della componente volatile preferendo le preparazioni precedenti per le componenti non volatili. Al fine di rendere l'aliquota di campione analizzata, circa 100 grammi, rappresentativa, si propone una setacciatura a 5 mm, (fattibile nel 95% dei casi) e successiva correzione del risultato con approccio statistico che si basa su due ipotesi: a) che l'umidità presente nella frazione 2-5 mm sia trascurabile rispetto a quella presente nella frazione <2 mm; b) che l'analita sia distribuito sulla superficie di particelle sferiche, non porose e con una distribuzione di massa omogenea in ciascun intervallo di granulometria considerata. La setacciatura deve essere protratta fino ad ottenere circa 400 grammi di terreno setacciato a 5 mm. Da questa aliquota si ottengono due sotto campioni di circa 200 grammi, fra loro omogenei entro un variabilità massima dello 1 % (determinata sull'umidità). Il primo sottocampione viene essiccato a 105°C per la determinazione dell'umidità, macinato in mortaio con pestello in gomma ed utilizzato per una caratterizzazione granulometrica con setacci a 5 mm, 2mm, 05mm 0.25 mm. Il secondo sottocampione viene utilizzato per la preparazione dell'estratto in solvente e quantificato come precedentemente descritto, previa miscelazione di un agente disidratante come il solfato di sodio anidro.