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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Mantova NUMERO 2 - 2007 ENERGIA PULITA FONTI RINNOVABILI E RIDUZIONE DELLE EMISSIONI INQUINANTI: SOLUZIONI TECNICHE E AGEVOLAZIONI FISCALI MIFID: COME CAMBIA IL RISPARMIO CON LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SUI MERCATI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI ASOLA SCI CRESCONO LE ADESIONI E IL VENTAGLIO DI INIZIATIVE: CORSI DI SCI E SNOWBOARD ANCHE PER I PIÙ PICCOLI Buon Natale sereno e prospero Anno Nuovo Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale, la Direzione Generale, i Dipendenti e i Collaboratori di Mantovabanca 1896 Credito Cooperativo Sede e Direzione Generale: Viale della Vittoria, 1 - Asola (MN) - Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344 - www.bcconline.it 11 SOMMARIO BANCA Energie rinnovabili e sviluppo sostenibile sono argomenti di primaria importanza: incontri e congressi sul tema vedono Mantovabanca 1896 in prima linea nel proporre soluzioni per la salvaguardia dell’ambiente. 16 NORMATIVE 25 CULTUR A 50 VIAGGI 60 SPORT Come cambia il risparmio con la nuova direttiva europea sui mercati degli strumenti finanziari; inoltre uno sguardo sulle modalità che riguardano l’area unica dei pagamenti in euro. Eventi, rasseg ne, mostre e appuntamenti che caratterizzano il nostro territorio: dal mercato contadino di Mantova alla biennale d’arte di Bozzolo, dalla riscoperta del pittore cinquecentesco conosciuto come il Romanino alla nuova stagione teatrale di Buscoldo. Ermanno Prandini fotografa il Messico delle città coloniali: località fantasma e miniere abbandonate, dove i padroni raccolsero immense fortune lasciando la popolazione locale in estrema povertà. Le novità della nuova stagione sciistica proposte dall’Asola Sci; come introdurre all’attività motoria i più piccoli grazie a GiocoSport; gli arcieri di Bozzolo e le loro numerose medaglie; la nuova squadra di pallavolo asolana si prefigge obbiettivi importanti. LETTERA A SOCI E CLI EN T I DI M A N T OVA B A N C A 1896 A C A R AT T E R E T E C N I C O E I N F O R M AT I VO D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L E - G I U S E P P E R OV E R I Progetto grafico e prestampa: Impatto® - Canneto S/O (MN) Stampa: Tipolitografia Rongoni - Asola (MN) Proprietà: Mantovabanca 1896 Informativa ai sensi del D.Lgs 196/03 - I dati personali in nostro possesso vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per nessun motivo. La informiamo che potrà esercitare i Suoi diritti nei confronti del titolare del trattamento in base al disposto dell’art. 7 del D.Lgs 196/03 “Codice in materia di protezione dei dati personali” (già art. 13 della legge n.675/1996), in particolare Lei ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che la riguardano e la loro comunicazione in forma intelligibile; ha altresì diritto di ottenere l’indicazione dell’origine dei dati personali, delle finalità e modalità del trattamento, della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2; dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati. L’interessato ha diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifi cazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati; la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, l’attestazione che tali operazioni sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi al trattamento di dati personali che lo riguardano ai fi ni dell’invio del periodico CRA Informa o di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Tali diritti potranno esserre esercitati scrivendo al Titolare del trattamento “Mantovabanca 1896 Credito Cooperativo - Società Cooperativa” oppure al Responsabile del trattamento Direttore Generale, nonché al Responsabile del riscontro, Ufficio Legale e Contenzioso, presso la Sede di Asola ( Mn), in Viale della Vittoria n.1 ovvero al numero di fax 0376/722360 ovvero all’indirizzo di posta elettronica [email protected] . L’ A N N O C H E V E R R À : M E S S A G G I O D I PA C E NOI CREDIAMO NELLA BONTÀ NEL GENNAIO DEL 1957 DON PRIMO MAZZOLARI ESPRIME LE SUE CONSIDERAZIONI SULL’USO DELLE PAROLE E IL LORO SIGNIFICATO PROFONDO: PENSIERI E RIGORE MORALE QUANTO MAI ATTUALI ANCORA OGGI. NE L M E S SAG GIO NATA L I Z IO , I L PA PA PA R L AVA DE L L A CON T R A DDI Z ION E DE L L’ UOMO , U NA CON T R A DDI Z ION E I NSA NA BI L E , CH E DI MOST R A QU E L L O CH E V I È DI M I ST E R IOSO I N OGN U NO DI NOI . U NA M A N I F E STA Z ION E DI QU E STA CON T R A DDI Z ION E L A T ROV I A MO A NCH E N E L L A M A N I E R A CON C U I NOI OG GI CI SI A MO SCA M BI AT I E CON T I N U E R E MO A SCA M BI A RCI GL I AUGU R I PE R L’A N NO N UOVO : CHE “B UON A N NO ”. SIGN I F ICATO H A , M I E I CA R I F R AT E L L I , QU E STA PA ROL A BUONO CH E NOI M ET T I A MO DAVA N T I A L L’A N NO CH E N I NCOM I NCI A ? CHE COSA SIGN I F ICA PE R NOI BUONO ? essuno di noi forse ha pensato che, rivolgendo agli amici quest’augurio, facciamo istintivamente una dichiarazione di fede nella bontà. Augurando un anno buono, noi crediamo nella bontà. C’è di più: anche quelli che credono di aver rotto i ponti con la religione, anche quelli che volentieri si sbattezzerebbero, sono tutti, istintivamente, dei credenti e dei cristiani. Quando dite: “Buon anno”, voi fate una dichiarazione cristiana, perché la bontà è un elemento fondamentale della nostra fede religiosa. Istintivamente noi, questa mattina, volendoci bene - o fi ngendo di volerci bene, perché qualche volta anche l’augurio porta il segno della fi nzione, della non verità, della non cordialità affermiamo il valore della bontà, il suo valore umano e cristiano. Di cosa è fatto il nostro augurio segnato dalla parola buono? È molto difficile defi nire in poche parole che cosa è la bontà: sarebbe più facile dirci che cosa non è la bontà. La bontà non è la ricchezza, non è il denaro, non è la salute, non è lo star bene. La bontà non è la possibilità o la capacità di divertirsi, non è il bel posto, la fortuna, tutto quello che voi qualche volta, con un senso paurosamente materialistico, anche se vi sembra molto cordiale, mettete sotto il nome di buono. La bontà non consiste nella prepotenza o nella violenza. Guardate quante cose sono venute meno nel nostro augurio! Eppure molti di noi, dicendo: “Buon anno”, hanno sicuramente pensato a qualcuna almeno di queste cose, che ci sembrano le cose più concrete e 6 CRAINFORMA più utili della vita. Noi fi niamo per avere un senso delle parole unicamente utilitario. Se però avessimo pesato maggiormente la parola “buono”, ci saremmo accorti di aver fatto, in questo modo, degli auguri mancanti e di aver deluso qualcuno dei nostri amici e delle persone care a cui abbiamo augurato il buon anno. Ma è una delusione, questa, che fa piacere, perché documenta qualcosa che nell’uomo è immortale: la sua insopprimibile fede nella bontà. A che cosa serve la bontà? Quando volete riassumere una manchevolezza nella vita di ogni giorno, voi dite: “se ci fosse un po’ più di bontà, se fossimo un pochino più buoni, quante cose andrebbero a posto!”. Non c’è nessun motore che vada avanti senza una forza che lo accenda e lo alimenti, e gli ingranaggi, piccoli o grossi, si sfaldano senza il lubrificante. Ora, senza la bontà, anche questi motori umani, che siamo noi, questi ingranaggi così complessi e delicati non camminano bene, si sfaldano e creano talvolta quei cortocircuiti, da cui nascono spaventosi incendi. Ci vuole un po’ di bontà dentro di me, una bontà che è fatta di onestà, di verità, di lealtà, di rettitudine, di fedeltà ai doveri, di pazienza, di sopportazione di me e dei miei fratelli, dei miei familiari, dei miei compagni di lavoro e di fatica quotidiana. Poiché voi volete mettere tutto sul piano dell’utile, provatevi a pensare quante cose andrebbero a posto, se fossimo un pochino più buoni. Provate a misurare il valore, l’utilità di questa presenza della bontà nella nostra vita per la conquista della nostra pace interiore e della nostra serenità, per il nostro rendimento anche umano. I nostri rapporti, in famiglia e fuori, diventerebbero più sopportabili; scomparirebbero certe asprezze, certi urti ed i cuori si avvicinerebbero. La bontà, in fondo, non é che la negazione di quell’egoismo a cui tutti, quando ragioniamo con un po’ di testa ed un po’ di cuore, diamo giustamente la condanna e la deplorazione massima. Chi è egoista non è buono, e non fa del bene né a se, né agli amici. Chi è egoista non fa posto agli altri, mentre chi è buono è ospitale anche nella sua povertà. Ecco, o miei cari fratelli, alcune indicazioni che ci possono aiutare a capire il senso positivo dell’augurio che noi questa mattina ci siamo scambiati vicendevolmente. La bontà non è ancora completamente svalutata, anche se non sempre ne raccogliamo volentieri il richiamo, anche se qualche volta abbiamo avuto il coraggio, quasi, direi, il sacrilegio di chiamare stupidi i buoni. In certi momenti, abbiamo tentato di giustificare lo spegnimento, dentro di noi, di questa forza divina, che è la bontà; l’abbiamo fatto, forse, per non sentirne il vuoto e la dolorosa assenza. Quando manca la bontà, non sono soltanto gli altri che soffrono, soffriamo anche noi, perché nel deserto della bontà non possiamo sopportare la nostra giornata e non possiamo trovare una ragione alla speranza, al sacrificio, a tutto quello che è il pane quotidiano di una vita onesta e fedele . Vorrei porre ancora un’altra domanda: “Da dove Don Primo Mazzolari al lavoro nel suo studio viene la bontà? Dove si attinge la bontà?”. Da certe predicazioni di odio? Da certe affermazioni spaventosamente egoistiche e da certe maniere di ragionare, che purtroppo stanno diventando così comuni anche tra gli umili? Dov’è che possiamo procacciarla, la bontà? Chi ci parla di bontà? Al caffè, sentiamo parlare di bontà? All’osteria, sentite parlare di bontà? Chi sono i predicatori della bontà? Sono forse questi che vi hanno insegnato, si e no, a capire i vostri diritti, ma non vi hanno insegnato a valutarli e a rivendicarli, come devono essere valutati e rivendicati? Sono quelli forse che aizzano gli istinti più bassi dell’uomo e vi dicono. “Arrangiatevi, perché si vive una volta sola e, se perdete l’occasione, non la trovate più”? Sono quelli che vi dicono: “Guarda che gli anni passano e, se tu non godi oggi, domani, quando sarai sposato ed avrai dei figlioli e dei doveri, sarai legato come un cane alla catena”? Sono quelli che vi insegnano a pensare unicamente a voi, ai vostri istinti di godimento? Sono questi, forse, i profeti della bontà, i custodi della bontà? Non consideratela una vanteria, la mia: se in un paese non ci fosse la Chiesa, se non ci fosse domeni- QUANDO DITE: “BUON ANNO”, VOI FATE UNA DICHIARAZIONE CRISTIANA, PERCHÉ LA BONTÀ È UN ELEMENTO FONDAMENTALE DELLA NOSTRA FEDE RELIGIOSA. CRAINFORMA 7 L’ A N N O C H E V E R R À : M E S S A G G I O D I PA C E Don Primo insieme ai bambini di Bozzolo calmente la parola di un povero prete, chi vi parlerebbe di bontà? Qualcuno forse non ha ancora misurato la funzione anche civilmente importante di una Chiesa e di una parola cristiana, la quale, anche se inascoltata e vilipesa, rappresenta l’unico richiamo a qualche cosa di superiore, l’unico accenno a quello che vi è di più alto nell’uomo e che altrimenti verrebbe portato via da questa ondata di male, che è così prepotente dentro e fuori di noi. Che cosa è in fondo l’insegnamento della Chiesa? Che cosa è il commento del Vangelo nella messa della domenica, se non una scuola di bontà? Qui si insegna a volersi bene, qui si insegna a infrangere l’ondata della nostra tristezza e della nostra cattiveria. Qui ci sentiamo tutti colpevoli e domandiamo perdono a Dio: abbiamo mancato verso la bontà, siamo diventati cattivi, prepotenti, infedeli ai nostri doveri, perché l’egoismo ha preso troppo stanza nel nostro cuore e non c’è più posto per gli altri. Ecco dove si attinge la bontà! Ma vi è qualcosa di più mirabile: il prete, che vi parla di bontà, può anche non essere buono, il prete, che ve la insegna, è anche lui un questuante di bontà. Eppure, vedete, quando egli eleva il calice ed il pane, ha la possibilità di dire: “Ecco la bontà, ecco l’esempio, ecco come ci si dona, ecco come si diventa buoni, ecco il pane della bontà disceso dal cielo”. È per questo che noi incominciamo l’anno qui in chiesa. Ci siamo raccolti davanti ad un altare, dove il Cristo, sorgente e maestro di bontà, ci offre un mistero eucaristico la manifestazione più completa della bontà: l’immolazione della croce. Non c’è maniera più bella per incominciare l’anno. Un’ultima domanda: “Costa la bontà? Quale è il costo della bontà?”. Io non ho che una risposta: “Guardate il crocefisso, ecco cosa costa la bontà”. La bontà non sarebbe quella grande cosa che è, se non costasse come costa. Parlo a gente che ha esperienza e sa come è duro dire di no ai capricci, agli istinti, alle vanità che portiamo dentro, come è difficile saper perdonare, compatire, sopportare. Chi ha provato a contener il proprio egoismo, il proprio interesse, il proprio guadagno, per fare un po’ di posto al proprio fratello, non fa fatica ad am8 CRAINFORMA mettere che la bontà è la cosa che costa di più; è la più cara delle cose e bisogna essere disposti a pagarla e pagarla al suo costo. Non voglio creare in voi delle illusioni; qui non possiamo dire: “Pagherò, quando li avrò”. La bontà non fa credito e bisogna pagarla momento per momento; la si paga di cuore, di animo, di fatica; la si paga con mortificazioni, con rinunce, col mandar giù e non con lo sputare sugli altri – perdonate la parola – il nostro egoismo e la nostra bava. Costa sangue la bontà, costa una testimonianza che è di tutti i momenti e che nessuno apprezza convenientemente. Sulla bocca della gente e nella stima degli uomini ci sono, è vero, i malvagi e non i buoni, ma il sale della terra ed il fermento dell’umanità è dato da questa forza segreta e senza nome. È la bontà che regge e porta il mondo. Chi bada ai buoni? Chi ha l’occhio per tante povere creature, per tante povere mamme, i cui sacrifici qualche volta non vengono notati neanche dai figli? Chi pensa a certe povere creature, che, dal letto della loro sofferenza accettata serenamente dalla mano del Signore, diffondono il senso dell’abbandono e della letizia e fanno la protezione di una famiglia, di un paese, dell’umanità intera? Chi pensa ai galantuomini che dicono di no all’invito non pulito, all’occasione non pulita del guadagno? Chi pensa alla giovane che resiste alla tentazione, la quale, qualche volta, è accompagnata da certe sollecitudini che possono stimolare non soltanto la sua vanità, ma anche qualche cosa di più intimo e di più profondo? Chi pensa al sacrificio di certi poveri uomini che hanno accettato il loro posto umile nella vita, senza imprecare, senza bestemmiare, senza invidiare, senza odiare? Le cronache dei giornali sono piene ogni giorno delle tristezze degli uomini: esaltiamo i malfattori, i grandi avventurieri, quelli che sporcano e corrodono l’umanità. È soltanto alla vigilia di Natale che si pensa ai premi della bontà. Ma io vorrei chiedervi: “L’avete letta voi quella pagina che raccoglieva i nomi umili di povere creature, di buone creature che hanno passato la vita donando?”. Nessuno bada alla bontà e allora il suo costo, già così caro, viene ancora ulteriormente aggravato dalla disattenzione di una opinione che disdegna la bontà e ne allontana i cuori. Il mondo ha paura dei buoni, degli umili, dei mansueti. Ha paura perché la bontà, incarnata nel più umile degli uomini e nella più modesta delle creature, è un tremendo richiamo, è una condanna. È la lucerna accesa. Farebbe molto comodo che non ci fossero al mondo delle anime buone; di fronte all’oscurità che abbiamo creato ed esaltato, come insegna nella nostra vita, noi potremmo allora giustificare tutti i nostri momenti più torbidi e più cattivi. Se siamo uomini, se abbiamo ancora un po’ di rispetto per le parole, dobbiamo sentire che questa mattina, scambiandoci gli auguri, noi abbiamo sottoscritto una tremenda cambiale: buon anno, non denaro; buon anno, non fortuna, buon anno, non odio. Buon anno! BANCA ENERGIE RINNOVABILI E SVILUPPO SOSTENIBILE LO SCORSO 18 OTTOBRE, AL TEATRO SAN CARLO DI ASOLA, SI È TENUTO IL CONVEGNO SULLE ENERGIE SOSTENIBILI PROMOSSO DA MANTOVABANCA 1896 IN COLLABORAZIONE CON BIT FINANZIARIA Sol nergia Programmare un futuro migliore per tutti è un’esigenza che sta diventando sempre più forte. Il dibattito sulle prospettive per le fonti rinnovabili ovvero per tutte quelle risorse non fossili, che per la loro natura si rigenerano o non sono esauribili in una scala temporale umana (solare, eolica, idraulica, geotermica, maremotrice, biomasse) è più che mai aperto. Da sinistra: Marcellina Bertolinelli e Romano Solazzi; nella foto accanto Pieremilio Sbarra STIPULATO L’ACCORDO TRA FEDERCASSE E LEGAMBIENTE PER LA DIFFUSIONE DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI Lo scorso 26 aprile è stata presentata alla stampa nazionale la Convenzione-quadro per la diffusione delle fonti di energia rinnovabili sottoscritta tra Federcasse e Legambiente Onlus. L’accordo si basa sulla possibilità di unire la conoscenza approfondita del territorio e la competenza delle Banche di Credito Cooperativo con l’esperienza di Legambiente, sottolineando la comune e profonda sensibilità con riguardo alle tematiche dell’educazione 10 CRAINFORMA e della sostenibilità ambientali, elementi decisivi per uno sviluppo responsabile e la crescita del bene comune, nel rispetto delle indicazioni contenute nel Protocollo di Kyoto che ha impegnato i diversi Paesi ad adottare nuove politiche in campo energetico. Mantovabanca 1896, sensibile alle tematiche ambientali, ha aderito, per il tramite della Federazione Regionale alla Convenzione. La scelta di Mantovabanca di occuparsi della qualità presente e futura dell’ambiente naturale quale patrimonio incommensurabile della propria comunità locale è una riconferma dei principi statutari che ispirano l’attività della banca, formalmente espressi all’art. 2 dello Statuto Sociale “essa promuove... la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune...”. A tal fine, Mantovabanca si è attivamente impegnata a promuovere, - organizzando convegni e distribuendo materiale informa- A sinistra il tavolo dei relatori: Sergio Piccinini, Marcellina Bertolinelli, Romano Solazzi, Giampaolo Tosoni e Matteo Manica. Sopra, la sala gremita dalla grande affluenza di pubblico. U na riduzione delle emissioni inquinanti, anche attraverso la diversificazione del mercato energetico attuata con la ricerca e l’utilizzo delle alternative energetiche disponibili, è un’esigenza quindi concreta. Mantovabanca1896 è pienamente convinta di questo e vuole offrire il proprio contributo di idee, lavoro, efficienza, per sostenere direttamente, ovunque vi sia bisogno di energia, progetti adeguati ed economicamente convenienti. Il conveg no che si è svolto ad Asola il 18 ottobre scorso “Solenergia, tecnologie sostenibili” rientra dunque in questo percorso, non solo economico ma anche culturale, intrapreso da Mantovabanca1896, come ha spiegato Marcellina Bertolinelli, presidente dell’Ordine dei dottori tivo -, la cultura dello sviluppo sostenibile del proprio territorio attraverso la diffusione più ampia possibile delle energie rinnovabili (mediante impianti solari, fotovoltaici, eolici, mini-idroelettrici, biomasse e mini-cogenerazione). Mantovabanca ha introdotto nei prodotti alla clientela, appropriate forme di sostegno finanziario che consentono di agevolare la diffusione di un’ampia sensibilità intorno alla questione del risparmio energetico e l’utilizzo di energie alternative a condizioni di favore. agronomi e dei dottori forestali di Brescia e consigliere di amministrazione della Banca. Nel coordinare la serata ha evidenziato come “l’energia pulita rappresenti un nuovo approccio, soprattutto culturale, alla problematica delle fonti energetiche e come la possibilità di produrre energia a livello locale, svincolandosi dai grandi monopoli energetici, sia un aspetto molto importante”. Un teatro S. Carlo strapieno, gremito di soci e clienti attenti, ha accolto i relatori della serata, presentati dal presidente del Consiglio di Amministrazione di Mantovabanca1896, Romano Solazzi. Nel suo intervento il Presidente ha sottolineato come il Consiglio di Amministrazione di Mantovabanca1896 sia da sempre particolarmente attento alla promozione e allo sviluppo sostenibile del territorio anche attraverso la diffusione più ampia possibile delle energie rinnovabili. Egli ha ricordato come Mantovabanca1896, in questa ottica, abbia reso disponibile un prodotto a tassi particolarmente agevolati denominato “Mantovabanca Energia Pulita”. Ha concluso citando un antico proverbio indiano, fatto proprio dalle BCC, “abbiamo ricevuto la terra non in eredità dai genitori, ma in prestito dai figli”. La parola è quindi andata ai relatori. Matteo Manica, componente del Polo tecnologico per l’Energia di Trento, ha relazionato su “Opportunità tecnico-economiche delle fonti energetiche rinnovabili”. “Soluzioni tecniche aziendali e sostenibilità della produzione di biogas” è stato il tema sviluppato da Sergio Piccinini del Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia. Gianpaolo Tosoni, tributarista e pubblicista, ha ampiamente ed esaurientemente trattato il tema “Produzione di energia: aspetti e agevolazioni fiscali per privati e imprese”. La partecipazione di pubblico, particolarmente attento, si è espressa anche nelle numerose domande proposte ai relatori nel dibattito che ha concluso la riuscitissima serata. L’incontro di Asola è stato il secondo passo verso l’informazione e lo sviluppo di un dibattito promossi da Mantovabanca1896: i lavori sul progetto Energia Pulita erano stati infatti aperti a Gonzaga durante la Millenaria e un altro incontro importante che si concentrerà sul risparmio energetico è in cantiere. CRAINFORMA 11 BANCA ENERGIE RINNOVABILI E SVILUPPO SOSTENIBILE L’USO INTELLIGENTE DEL SOLE DALLE BIOMASSE AL SOLARE CONVEGNO CON VISITA GUIDATA A CURA DI FRANCESCO DUGONI (AGENZIA A.G.I.R.E.) … Per soddisfare il fabbisogno mondiale di energia basterebbe trasformare in elettricità, anche solo con il rendimento dell’1%, la radiazione solare che incide sui deserti. Questi coprono il 5% della superficie terrestre… da “Tutta la potenza del sole” di Roberto Vacca, Ilsole24ore, 12 luglio 2007 Il tavolo dei relatori Q uesta la citazione riportata sulla locandina d’invito al convegno con visita guidata “L’uso intelligente del sole. Dalle biomasse al solare” tenutosi a Gonzaga il 9 settembre in occasione della Fiera Millenaria, realizzato grazie alla sponsorizzazione di Mantovabanca 1896 e BIT spa, una società nata specificatamente a supporto tecnico e fi nanziario delle BCC, ed all’organizzazione tecnica curata dall’agenzia per l’energia A.G.I.R.E. (Agenzia per la Gestione Intelligente delle Risorse Energetiche) in stretta sinergia con l’Istituto Tecnico Agrario “Strozzi” di Palidano. Il sole come tema centrale della giornata per evidenziare come questa fonte rappresenti una risorsa energetica irrinunciabile per il nostro pianeta a dalle quale ottenere una buona parte di quell’energia necessaria al nostro sistema economico. Il tutto, ovviamente, all’insegna della massima sostenibilità. Il convegno, in particolare, ha voluto focalizzare l’attenzione in merito a due interessanti sistemi di sfruttamento dell’energia solare: uno, legato al concetto di coltivazione di biomasse ad alta efficienza, ha affrontato il tema della coltivazione del miscanthus, l’altro per illustrare le opportunità oggi disponibili (dal conto energia alle forme di fi nanziamento dedicate) in merito all’utilizzo dei pannelli fotovoltaici. Agli “appassionati” saluti del Presidente della 12 CRAINFORMA Provincia di Mantova, prof. Maurizio Fontanili, sempre in prima linea sui temi energetici, e i non meno qualificati interventi del Sindaco di Gonzaga, Antonella Forattini, e del Vice Presidente delle Confcooperative, geom. Maurizio Ottolini, sono seguiti i quattro interventi tecnici. Il primo è stato quello della dott.ssa Patrizia Graziani, dirigente dell’ITAG Strozzi di Palidano, dal titolo “Il ruolo della scuola nella ricerca applicata”. Argomento di non poca rilevanza se si considera che, nel settore dell’energia (e non solo…), l’Italia sconta un notevole gap tecnologico nei confronti di altri Paesi soprattutto del nord Europa (ma anche la Spagna non scherza…). La dott.ssa Graziani alla domanda: “perché la scuola deve occuparsi di ricerca?” risponde affermando che “la ricerca non è solamente un modo per operare, ma rappresenta un modo generale di concepire la scuola ed il sapere. Essa sorge per una necessità avvertita dai soggetti di trovare una risposta ad un problema”. E, fra i tanti, quale problema la scuola ha dovuto affrontare? Occorreva sostituire la vecchia caldaia a gasolio, a supporto della serra sperimentale della scuola, con una più moderna ed in sintonia con la necessità di produrre energia (in questo caso termica) valorizzando le fonti rinnovabili. Grazie dunque al coinvolgimento dell’Istituto Agrario nell’ambito del progetto Fo.R.Agri. (Fonti Rinnovabili in Agricol- Un momento della visita guidata al campo sperimentale dell’ITAG “Strozzi” di Palidano. Il prof. Guidetti (terzo da sinistra) illustra le caratteristiche del miscanthus tura) nato da un Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale tra Regione Lombardia e Provincia di Mantova e coordinato, sotto il profilo tecnico, dall’agenzia per l’energia A.G.I.R.E., è stato possibile raggiungere i seguenti obiettivi: 1. messa a punto di una tecnica di micropropagazione di una coltura molto promettente come pianta per la produzione di biomassa quale il miscanto (Miscanthus x giganteus) e affinamento delle tecniche di coltivazione 2. acquisto di una caldaia funzionante a cippato a supporto della serra della scuola. Per la sua alimentazione è prevista la coltivazione del miscanto, presso i campi di proprietà della scuola, e la raccolta di ramaglie derivanti dalla pulizia del parco di pertinenza della scuola stessa. Ad oggi dunque la scuola sta perfezionando un know-out relativo alla coltivazione del miscanto (dalla riproduzione in laboratorio alla coltivazione in pieno campo) ed ha implementato un mini-filiera per una propria autosufficienza energetica che si traduce in un risparmio di 21.000 litri/anno di gasolio. A seguire, coerentemente con il precedente intervento, la relazione del dott. Francesco Dugoni, direttore dell’agenzia A.G.I.R.E., “La filiera del miscanthus: risultati e prospettive”. I contenuti di questo secondo intervento sono stati ovviamente incentrati sull’approfondimento di questa coltura sia in merito alle sue interessanti caratteristiche botaniche (è una graminacea ad alta efficienza energetica a ciclo poliennale – almeno 15 anni –, produttiva – 200/250 q.li/ha s.s.- con modesti fabbisogni idrici e nutrizionali), sia in merito le tecniche di riproduzione e coltivazione (decisamente alla portata delle nostre aziende di pianura in quanto tutte le operazioni sono meccanizzabili senza ricorrere a particolari attrezzature). Il pubblico nella sala convegni Anche sotto il profilo ambientale vanno considerati alcuni aspetti interessanti. Tra questi ricordiamo gli effetti positivi a favore dell’ambiente naturale e della biodiversità, i significativi benefici in termini di sequestro di carbonio (questo grazie alla non lavorazione annuale - che rilascia carbonio- e lo stoccaggio di carbonio negli organi di riserva). È stato stimato inoltre che se il Miscanthus fosse coltivato sul 10% della superficie della UE verrebbe sequestrato il 9% delle emissioni di CO2 a livello di Comunità Europea. Il terzo intervento ha segnato il cosiddetto “giro di boa” e dalle biomasse si è quindi passati ad affrontare il secondo tema del convegno, quello relativo ai pannelli fotovoltaici. Ad occuparsene è intervenuto il prof. Ciro Gardi del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Parma. Gardi, all’inizio del suo intervento, ha evidenziato il gap tecnologico dell’Italia in questo settore: agli inizi degli anni ’90 l’Italia era il primo produttore euroCRAINFORMA 13 BANCA ENERGIE RINNOVABILI E SVILUPPO SOSTENIBILE Un momento della visita ad un’abitazione presso la quale è stato installato un impianto fotovoltaico peo ed il terzo mondiale di energia da fotovoltaico, per poi essere superata, in modo esponenziale, da altri Paesi europei e non (alla fi ne del 2006 l’Italia aveva 31 MW installati contro i 1.500 MW di Germania e Giappone). A queste prime considerazioni è seguita una dettagliata e precisa illustrazione del “conto energia” secondo i dettami del D.M. del 19 febbraio u.s. ed una stimolante illustrazione di casi studio che, come denominatore comune, presentavano l’installazione di pannelli presso aziende agricole, lasciando dunque intravedere, in questo tipo di investimento, un’interessante opportunità per le aziende stesse. In particolare, le potenze degli impianti descritti erano compresi in un range tra i 5 ed i 50 kW, ad evidenziare dunque un’estrema flessibilità del sistema che può essere dimensionato secondo specifiche esigenze aziendali. A chiusura delle relazioni tecniche è intervenuto Mauro Conti di BIT spa, la società fi nanziaria che, come già evidenziato in apertura, insieme a MantovaBanca 1896, ha sponsorizzato il convegno e la visita guidata del pomeriggio. Nel suo intervento Conti ha illustrato gli scopi di questa società che trovano la propria mission aziendale nell’attenzione ed il sostegno verso le cosiddette “tre A”: Agricoltura, Agroalimentare ed Ambiente. Con questo spirito numerosi e diversificati sono gli interventi di cui BIT spa si è fatta carico, tra questi ricordiamo: • Fattibilità produzione biogas da effluenti zootecnici e colture energetiche (progetto biodiesel), 9 convegni divulgativi, 32 visite aziendali specifiche (Lombardia, Emilia, Veneto, Toscana, Marche, Piemonte) per la realizzazione di 14 CRAINFORMA impianti aziendali e/o consortili, 17 studi di fattibilità proposti al Mipaf; • 5 iniziative divulgative sul solare fotovoltaico e per il risparmio energetico, valutazione di impianti da 1 a 7 MW, sviluppo di numerosi rapporti per fi nanziamenti integrativi conto energia (da 3 a 150 KW); • Verifica tecnica-economica progetto teleriscaldamento di 1.500.000 euro (Pioltello Mi); • Sviluppo iniziative per fi nanziamenti agevolati bioedilizia (Mutuo Verde) (Distretto Treviso, Provincia Milano); • Incentivazione e fi nanziamento certificazione ambientale, di qualità e sicurezza delle imprese; • Valutazione progetto di filiera nel settore vino; • Valutazione progetti di aziende agricole (AO, RM, RE, PC, BO, BS, CN); • Valutazione progetto di ESCO nel solare termico (MI); • Audit energetici per PMI in vari settori (BS, TV). Anche secondo Conti “le energie rinnovabili rappresentano, (…), un settore strategico nel quale investire energie e risorse per far crescere un’economia che fondi le sue radici nella sostenibilità ambientale e nella valorizzazione dei territori”. Coerentemente con questi principi è stato quindi messo a punto un sistema di fi nanziamento che trova il suo punto di forza nell’erogazione di un mutuo a tasso variabile con durata compresa tra i 10 ed i 20 anni, una forma di pre-ammortamento ad 1 anno ed uno spread decisamente contenuto (compreso tra 0,25 e 0,50 a seconda della durata e di altre condizioni). Un segnale dunque decisamente interessante che proviene dal mondo della fi nanza per sostenere concretamente chi vuole investire nel fotovoltaico. Al convegno hanno partecipato oltre un centinaio di persone ed è stata registrata la presenza di una trentina di partecipanti alla visita guidata del pomeriggio presso l’ITAG di Palidano (per approfondire la fi liera energetica del miscanthus) e presso un’abitazione privata dove è stato installato un impianto fotovoltaico integrato ad una pompa geotermica. L’ottimo buffet organizzato presso Villa Strozzi (la sede dell’ITAG) ed un caldo sole di settembre (pare non abbia voluto mancare data l’occasione…) hanno completato il successo della manifestazione. Si ringrazia la Ditta Sogi Energy di Suzzara per aver curato la visita guidata presso l’abitazione privata in località Nuvolato di Quistello. Mantovabanca ENERGIA PULITA Finanziamenti agevolati per la realizzazione di investimenti ad elevato impatto ecologico-ambientale. Beneficiari: privati e aziende, associazioni, cooperative, enti pubblici, consorzi, distretti produttivi. Interventi finanziabili: impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili quali impianti solari, fotovoltaici, eolici, mini-idroelettrici, biomasse, mini-cogenerazione e sistemi di efficienza energetica. Per maggiori informazioni rivolgersi alla fi liale di competenza o visita il sito www.bcconline.it BANCA NUOVE NORMATIVE Come cambia il risparmio con la nuova Direttiva Europea sui mercati degli strumenti finanziari L MIFID Markets in Financial Instruments Directive L’ENTRATA IN VIGORE , A PARTIRE DAL 1° NOVEMBRE 2007, DELLA NUOVA DISCIPLINA DEGLI INTERMEDIARI E DEI MERCATI DISEGNATA DALLA M IFID CONCLUDE UN LUNGO PROCESSO DI INNOVAZIONE NORMATIVA , NEL QUALE SI SONO INTRECCIATI INTERVENTI NORMATIVI SIA DI FONTE NAZIONALE , SIA COMUNITARIA 16 CRAINFORMA a riforma del risparmio e la normativa europea hanno definito un nuovo quadro di regole che si pone l’obiettivo di rispondere, da un lato, ai profondi e continui cambiamenti nelle attività di intermediazione mobiliare, dall’altro, alle nuove esigenze di tutela del risparmio conseguenti sia a tali mutamenti sia ai problemi emersi nelle relazioni tra intermediari e investitori. Tra le principali novità introdotte dal legislatore comunitario occorre considerare l’abolizione dell’obbligo di concentrazione delle negoziazioni sui mercati regolamentati. Gli intermediari non sono più tenuti ad eseguire attraverso i mercati regolamentati gli ordini dei clienti aventi ad oggetto azioni quotate. Essi sono peraltro tenuti a formulare e rendere nota ai clienti la strategia di esecuzione degli ordini (execution policy), che deve essere fi nalizzata ad assicurare al cliente il miglior risultato possibile (c.d. best possibile result). In aggiunta ai mercati regolamentati, la negoziazione degli strumenti fi nanziari può avvenire nei sistemi di scambi multilaterali ed attraverso intermediari che operano quali internalizzatori sistematici o non sistematici di ordini. Il servizio di consulenza in materia di investimenti in strumenti fi nanziari è tornato ad essere qualificato come servizio di investimento, che deve essere prestato in via esclusiva e riservata dagli intermediari finanziari abilitati. L’attività di ricerca ed analisi fi nanziaria è inclusa nella categoria dei servizi accessori e sottoposta a specifica disciplina. Nell’ambito delle disposizioni volte a garantire la protezione degli investitori, particolare attenzione è riservata all’informativa che devono fornire gli intermediari in relazione all’impresa, ai servizi di investimento prestati, al tipo GLOSSARIO DEI TERMINI I SERVIZI DI INVESTIMENTO Quando andiamo in banca e chiediamo di acquistare un’obbligazione o un qualsiasi altro titolo, l’attività che la banca ci presta è un servizio di investimento. Anche se chiediamo di gestire una somma di denaro acquistando e vendendo strumenti finanziari, l’attività che ci viene prestata è un servizio di investimento, così come altre attività fornite dagli intermediari. I servizi di investimento sono dunque attività, prestate da determinati soggetti, attraverso le quali possiamo impiegare, sotto varie forme, i nostri risparmi in attività finanziarie. I servizi di investimento, individuati dalla legge, sono: • esecuzione di ordini per conto dei clienti; • negoziazione per conto proprio; • gestione di sistemi multilaterali di negoziazione; • ricezione di trasmissione di ordini; • sottoscrizione e/o collocamento con o senza assunzione a fermo ovvero assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente; • gestione di portafogli; • consulenza in materia di investimenti. STRUMENTI FINANZIARI Tutti i servizi di investimento hanno ad oggetto strumenti finanziari, termine con il quale ci si riferisce ad azioni, obbligazioni, Titoli di Stato, quote di fondi, contratti e strumenti derivati ecc., ossia quegli strumenti attraverso i quali è possibile effettuare investimenti di natura finanziaria. INTERMEDIARI Con il termine “Intermediari” si intendono i soggetti che possono prestare i servizi di investimento a seguito di una specifica autorizzazione rilasciata, a seconda dei casi, dalla Consob, dalla Banca d’Italia o dalle equivalenti autorità della Comunità europea. Gli Intermediari possono essere: • società di intermediazione mobiliare – SIM (sono le imprese di investimento italiane); • banche italiane; • società di gestione del risparmio (SGR) italiane; • intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’art.107 del Testo Unico Bancario tenuto dalla Banca d’Italia; • banche di Paesi comunitari; • imprese di investimento di Paesi comunitari; • imprese di investimento extra-comunitarie; • banche extra-comunitarie; • agenti di cambio. specifico di strumenti fi nanziari proposti ed ai rischi connessi. La valutazione di adeguatezza che era prevista dall’art. 29 del Regolamento Consob n. 11522/98 si è sdoppiata tra valutazione di adeguatezza e valutazione di appropriatezza a seconda dei servizi di investimento interessati. Gli obblighi informativi sono ridotti in relazione al servizio di investimento di mera esecuzione degli ordini, definito execution only. Gli intermediari sono chiamati a formulare e comunicare agli investitori la loro classificazione tra tre distinte categorie: clienti al dettaglio, clienti professionali e controparti qualificate. È necessario per gli intermediari predisporre e comunicare alla clientela la politica di gestione dei confl itti di interesse. Forti limitazioni sono previste in relazione ai c.d. inducements. Modifiche rilevanti interessano i sistemi di funzionamento dei mercati al fi ne di assicurare una adeguata trasparenza. Importanti novità sono state, infine, introdotte in relazione ai requisiti organizzativi delle imprese di investimento con particolare riferimento alle funzioni di compliance, risk management ed internal audit, nonché in relazione alla esternalizzazione a terzi di funzioni operative rilevanti. Per ogni chiarimento e per maggiori approfondimenti, il personale autorizzato delle nostre Filiali è a disposizione. Visita il nostro sito www.bcconline.it - sezione MIFID CRAINFORMA 17 BANCA IL FUTURO DEI PAGAMENTI SEPASEPASE Il progetto SEPA rappresenta il prossimo grande passo verso una maggiore integrazione europea. La SEPA permetterà alla Clientela di effettuare pagamenti in euro con strumenti alternativi al contante a favore di beneficiari situati in qualsiasi paese dell’area dell’euro, a partire da un singolo conto bancario e utilizzando un unico insieme di mezzi di pagamento. Tutti i pagamenti al dettaglio in euro diverranno quindi “domestici”, venendo meno la distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all’interno dell’area dell’euro. SINGLE EURO PAYMENTS AREA AREA UNICA DEI PAGAMENTI IN EURO LA SEPA È UN’AREA nella quale i consumatori, le imprese e gli altri operatori economici, indipendentemente dalla loro ubicazione, potranno effettuare e ricevere pagamenti in euro all’interno di un singolo paese o al di fuori dei confini nazionali, alle stesse condizioni di base e con gli stessi diritti e doveri. La SEPA include 31 Paesi Europei: • i 15 paesi della UE che utilizzano l’euro (Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Austria, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Slovenia e, da gennaio 2008, anche Cipro e Malta); • i 12 paesi della UE che utilizzano una valuta diversa dall’euro sul territorio nazionale ma effettuano comunque pagamenti in euro (Regno Unito, Svezia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Romania); • altri 4 paesi (Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein) L’OBIETTIVO DELLA SEPA consiste nel promuovere l’integrazione europea attraverso un mercato dei pagamenti al dettaglio dell’area euro concorrenziale e innovativo, in grado di apportare un più elevato livello di servizio, prodotti più efficienti e strumenti alternativi meno costosi per eseguire pagamenti. PAESI EU CHE UTILIZZANO L’EURO PAESI EU CHE NON UTILIZZANO L’EURO ALTRI 4 PAESI I sogni son desideri, che a volte si avverano... C’è chi sogna di diventare milionario, chi vive per la carriera, chi fa del possedere la propria fi losofia di vita, ma per fortuna c’è anche chi sogna, vive e fa per cercare di rendere migliore la vita di chi è solo o in difficoltà. 18 CRAINFORMA È con questo spirito che nel 1992 nasce ad Asola il Gruppo di Volontariato di Asola – Teleassistenza, che oggi vede impegnati circa una ventina di volontari nella gestione di 100 utenti dislocati in 17 comuni della provincia di Mantova e Brescia. I l ser v i z io, per mezzo di una centrale operativa altamente tecnologica ubicata in Viale Brescia e di una piccola apparecchiatura collegata PASEPASEPASEPASEPASEPASEPASEPA LA SEPA È COSTITUITA DA: • moneta unica • un’unica serie di strumenti di pagamento in euro: bonifici, addebiti preautorizzati e carte di pagamento • infrastrutture efficienti per il trattamento dei pagamenti in euro • standard tecnici comuni • prassi operative comuni • una base giuridica armonizzata • nuovi servizi in continua evoluzione orientati alla Clientela. Impatto della SEPA sui soggetti coinvolti: PER I CONSUMATORI I consumatori avranno bisogno di un solo conto bancario, dal quale disporre bonifici e addebiti preautorizzati in euro in qualsiasi luogo dell’area, con la stessa facilità con cui eseguono ora i pagamenti nazionali. Potranno, ad esempio, pagare l’affitto della casa dei figli che studiano all’estero o di un’abitazione per le vacanze, ecc. L’uso delle carte di pagamento sarà più efficiente in quanto i consumatori potranno utilizzare la stessa carta per tutti i pagamenti e avranno meno necessità di munirsi di contante. I consumatori potranno accedere a servizi innovativi indipendentemente dal paese in cui risiedono. Tali servizi comprendono la fatturazione elettronica, le istruzioni di pagamento tramite telefono cellulare o internet, i biglietti aerei elettronici, l’avviso di accreditamento elettronico. PER GLI ESERCENTI Gli esercenti potranno scegliere qualsiasi acquirer nell’area dell’euro per l’elaborazione dei pagamenti con carta. I terminali dei punti di vendita saranno sempre più standardizzati nell’area euro. Pertanto, vi sarà una scelta più ampia di gestori di terminali e gli esercenti potranno accettare una gamma più vasta di carte con un unico terminale. PER LE IMPRESE Le imprese potranno effettuare tutte le transazioni finanziarie denominate in euro in maniera centralizzata da un unico conto bancario, utilizzando gli strumenti di pagamento SEPA. L’elaborazione dei pagamenti sarà semplificata grazie all’uso dello stesso formato sia per quelli in entrata sia per quelli in uscita. I servizi a valore aggiunto, quali la fatturazione e la riconciliazione elettroniche, permetteranno alle imprese di migliorare ulteriormente l’elaborazione dei pagamenti. I SERVIZI DI PAGAMENTO SEPA saranno gradualmente offerti a partire da gennaio 2008. Il primo strumento SEPA ad essere messo a disposizione della Clientela è il bonifico, per il quale si dovrà utilizzare l’IBAN al posto delle vecchie coordinate bancarie ABI/cab. L’IBAN dovrà essere utilizzato anche per i bonifici tradizionali. L’IBAN (International Bank Account Number) è il codice unico bancario che permette di identificare ciascun conto corrente nella SEPA (in particolare il Paese in cui è tenuto il conto, la banca, lo sportello e il numero di conto). È necessario sia corretto. L’utilizzo di un IBAN non corretto infatti potrebbe comportare ritardi e oneri aggiuntivi. È opportuno che tutte le imprese aggiornino i propri archivi, ottenendo dalle controparti (dipendenti, fornitori, clienti...) i rispettivi codici IBAN in sostituzione delle vecchie coordinate. PER RIEPILOGARE, OCCORRE RICORDARE: 1 - Da gennaio 2008 l’IBAN è lo standard per identificare i conti correnti e sostituisce le vecchie coordinate bancarie. A tal proposito, si informa la Spettabile Clientela che il codice IBAN è già riportato su tutti gli estratti conti che la Banca invia periodicamente alla propria Clientela. Per facilitare la ricerca del proprio codice IBAN sull’estratto conto, di seguito se ne riporta un esempio: COORDINATE BANCARIE BBAB IBAN IT 36 BIC ICRAITMM010 T 08001 57440 9999999 T 08001 57440 9999999 2 - Usare l’IBAN è obbligatorio, non solo per i bonifici internazionali, ma anche per i bonifici nazionali 3 - Le imprese dovranno aggiornare i propri archivi e sostituire le vecchie coordinate con l’IBAN 4 - Mantovabanca 1896 offre alle Imprese Clienti il servizio di allineamento elettronico dei loro archivi. Per usufruire del servizio è necessario contattare la Filiale di competenza. Grazie all’intraprendenza e alla tenacia del Gruppo di Volontariato di Asola, oggi le persone bisognose possono disporre di un nuovo e prezioso servizio di trasporto. al telefono dell’utente, veglia su anziani e persone sole ventiquattro ore al giorno. I volontari, purtroppo, sono pochi, ma il gruppo è sempre molto attivo, desideroso di farsi conoscere e attento nell’ascolto dell’utenza. Proprio dalle chiacchierate con gli anziani e i loro famigliari è emersa la necessità di un “servizio di trasporto” legato soprattutto agli spostamenti per visite mediche. La risposta a tale richiesta non è facile da soddisfare: l’automobile in dotazione può infatti esse- re utilizzata solo da persone con un minimo di autonomia e senza problemi di deambulazione. L’acquisto di un nuovo automezzo attrezzato è indispensabile: parte così la raccolta di fondi che vede coinvolti i bambini e le famiglie delle classi quinte della Scuola Primaria di Asola durante i Mercatini di Natale e i volontari in numerose altre manifestazioni. Molte sono le offerte arrivate da associazioni o privati cittadini. Fondamentale è stato però il generoso contributo di Mantovabanca 1896, alla quale rivolgiamo i più sinceri ringraziamenti, per- ché con il suo concreto aiuto ha permesso alla Teleassistenza di raggiungere in breve tempo un ambizioso obiettivo, regalando ad ogni volontario la convinzione che non bisogna mai “mollare”, ma bensì continuare a progettare per cambiare e migliorare. ASSOCIAZIONE ONLUS GRUPPO DI VOLONTARIATO DI ASOLA SERVIZIO TELEASSISTENZA Viale Brescia 20 - 46041 Asola (MN) Tel. 0376 720632 - Fax 0376 720633 Cell. 3337750959 E-mail: [email protected] CRAINFORMA 19 BANCA ANTICHE E NUOVE FILIALI A fianco: la sede di Bozzolo oggi Sotto: Don Leopoldo Mori in un dipinto dip into dei primi del ‘900 DA 100 ANNI INSIEME A VOI Gli anni passano, i valori crescono Il 21 febbraio 1908 nasceva, nella casa Arcipretale in Via Nazionale a Bozzolo, con atto rogato dal Notaio Cirillo Manfredini da Rivarolo Mantovano, la Cassa Rurale di prestiti e risparmi di San Giuseppe. Fu fondata da don Leopoldo Mori, don Ettore Soldi, don Alessandro Pasqualini e da altri sedici soci provenienti dalla realtà artigiana e contadina bozzolese. Nacque quindi negli ambienti cattolici più attenti ai pro- CENTENARIO DELLA blemi sociali per soddisfare i bisogni degli agri- CASSA RURALE DI SAN GIUSEPPE coltori e dei piccoli artigiani. Il primo Presidente della nuova realtà economica e fi nanziaria locale IN BOZZOLO fu l’arciprete don Leopoldo Mori. Oggi, l’antica Cassa Rurale di San Giuseppe, dopo la fusione con la Cassa Rurale di Casalmoro dell’anno 1991, con il nuovo nome di Mantovabanca 1896 Credito Cooperativo continua sotto la guida del presidente Romano Solazzi, e attraverso le proprie fi liali sparse sul territorio, la sua opera di cavallo di traino dell’economia locale. 20 CRAINFORMA APERTURA DELLA NUOVA FILIALE a Gonzaga dal 19 dicembre 2007 Via Fiera Millenaria, 64/A Tel. 0376.588265 SEDE E DIREZIONE GENERALE Gonzaga (MN) Via Fiera Millenaria, 64/A - Tel. 0376.588265 Asola (MN) Viale della Vittoria, 1 Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344 Isorella (BS) Via Zanaboni, 56 - Tel. 030.9529091 FILIALI Levata di Curtatone (MN) Via Caduti del Lavoro, 1 - Tel. 0376.47311 Asola (MN) Viale della Vittoria, 1 - Tel. 0376.7221 Acquanegra sul Chiese (MN) Piazza XXV Aprile, 50 - Tel. 0376.727272 Bancole di Porto Mantovano (MN) Via Cesare Pavese, 1 - Tel. 0376.392625 Bozzolo (MN) Via Matteotti, 56 - Tel. 0376.921100 Casalmoro (MN) Via IV Novembre, 124/A - Tel. 0376.737266 Casatico di Marcaria (MN) Via Baldassarre Castiglioni, 7 - Tel. 0376.950750 Castelnuovo Asolano (MN) Via per Casaloldo - Tel. 0376.748081 Ghedi (BS) Via Matteotti, 54 - Tel. 030.9050585 Mantova Via Arrivabene, 25 - Tel. 0376.469111 Remedello (BS) Via Rossi - Tel. 030.9953931 Rivalta S/M di Rodigo (MN) Strada Francesca Est, c.m. - Tel. 0376.653458 Suzzara (MN) Viale Stelvio Zonta, 5 - Tel. 0376.536961 Viadana (MN) Via Vanoni, 2 - Tel. 0375.782110 SPORTELLI DI TESORERIA Mariana Mantovana (MN) Via Matteotti, 32 - Tel. 0376.735309 CRAINFORMA 21 M E D I C I N A B A N CA A U T O L O G A / A L L O G E N I CA M A N T O VA N A C O R D O N E O M B E L I CA L E Cellule staminali e Bamco, oggi LE CELLULE STAMINALI R ICAVATE DAL SANGUE DEL COR DONE OMBELICALE DEL NEONATO SONO IN GR ADO DI R ICOSTITUIR E IL MIDOLLO OSSEO E QUINDI IL SANGUE ED IL SISTEMA IMMUNITAR IO DI UN INDIVIDUO . A cura della dott.ssa Giovanna Gamba - Presidente Bamco L e prime cellule staminali usate in terapia furono quelle ottenute dal midollo osseo, che venivano donate per i propri parenti o per riceventi anche non consanguinei o per gli auto-trapianti di midollo. Il sangue cordonale è ricco di cellule staminali pluripotenti, che possono rigenerare facilmente il midollo osseo di un bambino ma che, coltivate in laboratorio, possono ulteriormente moltiplicarsi e differenziarsi, fino ad originare cellule di svariati tessuti umani. Gli studi e le ricerche in tal senso sono assidue e promettenti, perché aprono la visione della nuova medicina “rigenerativa”. Nell’ultimo decennio sono così nate in Italia e nel mondo Banche del Sangue Cordonale per raccogliere e conservare le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale dei neonati. Questo tipo di banca considera il cordone ombelicale come un materiale privo di proprietà e di valore, che dopo consenso informato della madre, è conservato in azoto liquido per costituire, sulla base di controlli sierologici (per prevenire la trasmissione di malattie infettive) e previa tipizzazione HLA, un registro di cellule staminali, disponibili per trapianti omologhi in pazienti aventi HLA identico o simile. Raggiunto qualche migliaio di unità selezionate e congelate, con una certa distribuzione di fenotipi HLA, una Banca omologa limita la raccolta del sangue cordonale per mantenere stabile il numero di unità e ricerca solo i fenotipi rari in popolazioni selezionate. Infatti, per aumentare la varietà di fenotipi disponibili bisognerebbe espandere il numero di unità a livelli economicamente insostenibili. Negli ultimi cinque anni la ricerca ha indicato nuove vie per l’impiego terapeutico delle cellule staminali, che vanno ben oltre i trapianti ematopoietici, entrano nel campo della terapia genica, dei vaccini antitumorali, della ricostituzione di tessuti danneggiati (tessuto nervoso, osteo-articolare, muscolo cardiaco, cute) con la rigenerazione selettiva di organi o tessuti. Si diffonde così l’opinione che conservare alla nascita le cellule cordonali di ogni neonato possa avere un valore per ciascuno e per tutti, ma ha anche certamente un costo, che non può certamente esser sostenuto dalle risorse pubbliche. D’altra parte dovrebbe essere riconosciuta, a chi ne ha la volontà ed è disponibile a un impegno economico a questo fine, la possibilità di esercitare il diritto di congelare le cellule del cordone ombelicale del proprio 22 CRAINFORMA neonato. Si tratta di un’occasione unica nella vita di un individuo. NASCE BAMCO Il 5 Marzo 2002 un gruppo di persone sensibili a questi nuovi aspetti della Medicina, fonda BAMCO Onlus, Banca Autologa Mantovana del Cordone Ombelicale, associazione senza scopo di lucro, con finalità di utilità sociale, che immediatamente cerca la massima collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova, per consentire ai genitori dei nati nella Provincia di Mantova che ne facciano richiesta, il congelamento e la conservazione nel tempo delle cellule staminali facilmente del proprio neonato, che altrimenti andrebbero perdute assieme alla placenta. In caso di necessità le unità stoccate sono a disposizione dei genitori o del soggetto stesso, quando sarà maggiorenne. Loro stessi potranno, in condizioni in cui sia garantita la gratuità della donazione, consentire l’utilizzo dell’unità da parte di familiari o, in caso di necessità, di terzi non consanguinei; tuttavia il “bene cellule” del cordone resta di proprietà della persona cui appartiene. Dovessero venire meno il proprietario biologico ed i suoi genitori, l’unità sarebbe ceduta alla Banca cordonale del Policlinico di Milano per l’uso omologo, altrimenti utilizzata a scopo di ricerca oppure distrutta. Il Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale dell’Ospedale Poma possiede apparecchiature, tecnologia e know-how per congelare i cordoni e ne ha già criopreservati con successo un piccolo numero in via sperimentale. Le risorse economiche per il mantenimento della banca sono fornite da donazioni, lasciti, liberi contributi; la struttura pubblica fornisce i locali, le professionalità, il supporto logistico ospedaliero e la copertura assicurativa. Un parere scritto favorevole generale e motivato del Comitato di Etica dell’Ospedale è prodotto il 27 Ottobre 2002 e rinnovato il 19 Aprile 2003. Tali pareri sono espressi alla luce dell’Ordinanza del Ministero della Salute dell’11 Gennaio 2003, reiterata il 9 maggio 2006, che dispone: 1. Il divieto di istituzione di banche per la conservazione di cellule cordonali presso strutture sanitarie private; 2. La possibilità di conservare presso le strutture pubbliche le cellule cordonali per uso autologo, previa autorizzazione regionale; 3. Che la conservazione delle cellule non comporti oneri finan- ziari per il donatore; 4. Le banche devono essere individuate dalla Regione e devono essere accreditate sulla base di programmi definiti e del documentato operare in accordo con le linee guida previste dalle società ed organizzazioni internazionali. In ottemperanza a queste indicazioni BAMCO, su indicazione degli Uffici Regionali, ha modificato la prima versione del suo statuto al fine di non esporre oneri a carico del donatore. Il 22 Settembre 2003 il Direttore Generale Sanità della Regione Lombardia esprimeva parere favorevole alla istituzione presso l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova di una banca autologa per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale, tramite l’attivazione di apposita convenzione con l’Associazione BAMCO Onlus, a condizione che le attività derivate non comportassero alcun onere aggiuntivo per il Sistema Sanitario Regionale. La firma avvenuta il 18 Dicembre 2003 della Convenzione tra Azienda Ospedaliera Carlo Poma e Banca Autologa Mantovana del Cordone Ombelicale (BAMCO) ottiene che le partorienti mantovane possano conservare il proprio sangue cordonale in una Banca autologa. Su richiesta del Dr. Gabrio Zacchè, Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia e in conformità alle indicazioni formulate dal Comitato Etico nella riunione del 19 aprile 2003, viene contestualmente offerta alle mamme mantovane la possibilità della donazione omologa del cordone da avviare alla Banca regionale del Policlinico di Milano. A tal fine il 17 Marzo 2003 l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma formalizzava una convenzione per il trasporto dei cordoni da donazione omologa alla Milano Cord Blood Bank, Banca del cordone ombelicale del Policlinico di Milano. CHE COSA FA BAMCO Dopo la sua costituzione, BAMCO realizza un opuscolo per illustrare il percorso della donazione sia autologa che omologa e inizia l’attività di raccolta: 2004 2005 2006 2007 (9 MESI) RACCOLTE CORDONALI 320 453 892 718 CORDONI CRIOPRESERVATI 182 260 537 446 ANNO SOLARE Dalla primavera del 2006 aumenta l’interesse dei mass media sulle cellule staminali cordonali e quasi non trascorre settimana che una rete televisiva, uno dei quotidiani nazionali od una rivista settimanale o mensile ad ampia tiratura non entri nell’argomento con servizi, reportages, approfondimenti o interviste ad opinion leaders nazionali ed internazionali. Sembra di assistere ad una nuova gara tra le mamme più famose del mondo per raccogliere e conservare per sé e per il proprio neonato le cellule del sangue cordonale. In questo periodo l’informazione nazionale scopre l’esistenza di BAMCO e Report di RAI 3 manda in onda un servizio domenicale, quasi in seconda serata, girato qualche settimana prima all’Ospedale Carlo Poma intervistando i protagonisti BAMCO, sia volontari che tecnici e operatori sanitari. Da allora quotidiani e settimanali proiettano la loro attenzione su quanto si fa anche a Mantova, giustamente visto come caso unico in Italia, essendo l’unica alternativa alla raccolta privata con bancaggio all’estero, a costi almeno 10 volte superiori. E così aumentano le richieste dei singoli cittadini, molte mamme scelgono di partorire a Mantova, Pieve di Coriano e Asola e BAMCO raddoppia la raccolta e la crioconservazione rispetto all’anno precedente, passando dalle 50 raccolte/mese del primo trimestre dell’anno a superare le 100 nel dicembre 2006, con un livello di idoneità alla conservazione che si mantiene sul 60%. Al successo però non si accompagnano altrettante risorse, basate ancora tutte sul contributo volontario, che rimane del tutto insufficiente. Al termine del secondo anno di attività, il costo vivo della singola raccolta è stato di circa 350 euro, da confrontarsi con i 1.500-2.000 euro chiesti dalle banche cordonali private all’estero. Basti questo semplice confronto per sottolineare il valore intrinseco della BAMCO, l’importanza della sinergia tra l’onlus e l’istituzione sanitaria pubblica e la sostenibilità del contributo alla stessa stregua di un qualsiasi ticket sanitario! Per rispondere alla crescente richiesta delle prossime future mamme bisogna aumentare attrezzature e personale, ma con quali risorse? Il contributo dell’Ospedale è fondamentale, ma BAMCO deve sostenerne i costi diretti e pochissime famiglie contribuiscono volontariamente alle spese... A fronte di un grande favore di opinione pubblica, si corre seriamente il rischio di veder naufragare per l’inerzia di alcuni, questa sinergia pubblico-privato autofinanziata e sorge il sospetto che si preferisca favorire il privato e la sua selezione per censo, togliendo alle mamme meno abbienti questa opportunità, unica nella vita di ciascun essere umano. Nell’ottobre 2006 un gruppo di Consiglieri della Regione Lombardia, sostenitori del progetto BAMCO fin dalla sua prima fase sperimentale presso l’Assessore Regionale di allora, Carlo Borsani, si rende interprete del disagio crescente e della grande richiesta che proviene dalla società civile e si fa promotore di un Ordine del Giorno “relativo al riconoscimento di un prelievo economico (ticket) per l’attività di raccolta del cordone ombelicale presso strutture sanitarie accreditate della Regione Lombardia”. Il 26 ottobre, il Consiglio Regionale approva all’unanimità la Deliberazione n. VIII/256, Ordine del giorno concernente il Piano Socio Sanitario Regionale 2007-2009: Ordinanza Ministero della Salute dell’11 gennaio 2003 sulla conservazione del cordone ombelicale, che “Invita la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti del Ministero della Salute per ritirare la suddetta Ordinanza, lasciando alle Regioni la potestà di valutare l’opportunità di indicare una tariffa a carico del cittadino che volesse conservare il proprio cordone ombelicale presso una banca regolarmente autorizzata e convenzionata” (BURL n. 47, 2° suppl. straord. – 23 nov. 2006 - pgg. 101-102). Contemporaneamente anche il Sen. Prof. Ignazio Marino, preCRAINFORMA 23 M E D I C I N A B A N CA A U T O L O G A / A L L O G E N I CA M A N T O VA N A C O R D O N E O M B E L I CA L E sidente della Commissione Sanità del Senato, è investito del problema da alcune Senatrici particolarmente sensibili, fra cui la sen. Silvana Amati, affinché si attivi al fine di rimuovere, come soluzione minimale, l’ultima riga dell’ordinanza ministeriale (prodotta da Sirchia l’11 gennaio 2002 e reiterata da Berlusconi il 9 maggio 2006) che recita ”e non comporta oneri a carico del donatore”. Una tariffa che coprisse i costi permetterebbe di estendere l’esperienza mantovana ad altri capoluoghi di provincia e ad altri Centri trasfusionali d’Italia, consapevoli che la crioconservazione omologa integra e non si contrappone alla raccolta allogenica e ne costituisce una via parallela che non sottrae risorse ai Centri allogenici ed alle Cell factories. La nostra proposta si pone come alternativa solo al momento della scelta iniziale, quella che la mamma, legittima proprietaria del proprio sangue cordonale, ha tutto il diritto di compiere. L’obiettivo della raccolta autologa integra il sistema esistente e la mamma deve poter esercitare il suo potere di scelta sul proprio cordone: può lasciare che sia eliminato, com’è finora avvenuto nella storia dell’umanità; può decidere di donarlo gratuitamente alle banche cordonali allogeniche e infine deve poter scegliere di conservarlo per il futuro del proprio figlio o dei propri familiari. La scelta di congelare le proprie staminali si fonda infatti sulla fiducia nella ricerca scientifica e sui progressi della medicina rigenerativa, che nei Centri di ricerca più avanzati sta compiendo passi da gigante, trasformando gradualmente un sogno in una realtà, oggi solo sperimentale, ma un domani non lontano anche terapeutica. Quasi ogni giorno possiamo leggere sulle riviste scientifiche quanti progressi terapeutici si attendono dall’impiego delle cellule staminali, non solo embrionali e non solo nella cura delle malattie ematologiche, ma anche neurologiche, endocrine, metaboliche, cardiache e nelle lesioni cutanee. Le banche allogeniche hanno l’obiettivo principale d’essere universali, in altre parole di avere a disposizione il massimo numero possibile di fenotipi, per rappresentare non solo le etnie caucasiche, ma anche quelle del resto del mondo. Una banca autologa come la BAMCO invece congela tutte le unità idonee che giungono al centro trasfusionale e le tiene a disposizione dei legittimi proprietari. Mercoledì 8 novembre 2006 le agenzie di stampa battono un comunicato dal titolo dirompente: “Staminali: progetto di legge, cordone in banche private e per uso personale”. In 5 articoli le On. Donatella Poretti (Rnp), Daniela Santanchè (An), Chiara Moroni (Fi), Cinzia Dato (Ulivo-DI), Dorina Bianchi (DI) e Daniela Dioguardi (Prc) propongono di dare alle donne la possibilità di poter conservare per sé, per i propri congiunti o per chi ne abbia necessità, il sangue del proprio cordone ombelicale, scegliendo se donarlo alla collettività o conservarlo per l’uso personale presso banche private accreditate. Tali banche dovranno essere accreditate dalle Regioni, convenzionate con un Centro Immunotrasfusionale, svolgere attività di informazione e contribuire alla ricerca sulle staminali emopoietiche. Il tutto, senza oneri per il SSN. Tutto fa pensare che si possa arrivare ad una legge chiara e precisa, come è avvenuto in altri paesi Europei. Il 4 maggio 2007 un’ordinanza del Ministro della Salute ribadisce la gratuità della conservazione del sangue 24 CRAINFORMA cordonale per uso allogenico o dedicato e riconosce il principio della libera determinazione, al punto da permettere la conservazione delle staminali cordonali a proprie spese in banche operanti all’estero. Nelle more di una legislazione specifica, autorizza la conservazione per uso autologo in presenza di una contestuale disponibilità alla donazione allogenica su base solidaristica. Poiché BAMCO e Azienda Ospedaliera Carlo Poma hanno sempre condiviso la preoccupazione che l’iniziativa mantovana non sottraesse disponibilità anche all’eventuale donazione allogenica, per non contrapporre conservazione autologa e donazione abbiamo creato un nuovo modello operativo. B.A.M.C.O. rinnova lo statuto e cambia nome mantenendo il suo acronimo, che ora vale per Banca Autologa/Allogenica Mantovana del Cordone Ombelicale. Alle mamme mantovane viene così proposta una conservazione autologa a proprie spese secondo un’elaborazione di costi reali e trasparenti. Se il quantitativo del sangue cordonale è sufficiente, si propone la disponibilità a prelevarne una parte per la donazione allogenica. In caso di richiesta del sangue per la cura di un paziente leucemico, verrà lasciata alla mamma la decisione se vuole o meno donare le cellule staminali del proprio cordone. La procedura scelta si propone di dimostrare che anche in Italia è possibile conservare il cordone ombelicale nella disponibilità della mamma e del suo bambino, senza penalizzare la donazione altruistica, ma anzi contribuendo a finanziarla con risorse private. Il progetto non prevede modifiche specifiche della convenzione in atto con l’Azienda Carlo Poma ma un ulteriore autorizzazione di questa esperienza di Banca Autologa/Allogenica alla Regione e pertanto l’11 settembre scorso il Direttore Generale della Sanità Lombarda, Dr. Carlo Lucchina, risponde al quesito del DG dell’Ospedale C. Poma di Mantova confermando la piena disponibilità dell’Azienda Ospedaliera ad assumere qualunque decisione relativa alla collaborazione con BAMCO, purché priva di “oneri a carico del SSR, atteso che la banca regionale di sangue placentare autorizzata è quella individuata dalla dgr 18653/04 nelle due sedi di Milano e Pavia”. Per l’eccellenza di questa iniziativa, modello per tutta ltalia, il 23 giugno scorso i Rotary Club dei Gruppi Gonzaga e Virgilio conferiscono a BAMCO, attraverso la sua Presidente, la massima onorificenza Rotariana, il “Paul Harry Fellow”. PER QUALSIASI INFORMAZIONE Segreteria BAMCO - Tel. 0376.288.810 Aperta tutti i pomeriggi dalle 14.30 alle 17.30 dal lunedì al venerdì in Piazzale Gramsci, 9 - 46100 Mantova. E-mail: [email protected] Per informazioni ed orientamenti, le mamme in attesa sono ricevute dalle donne della BAMCO il 1° e il 3° mercoledì di ogni mese alle ore 15.00 presso il Centro trasfusionale dell’Ospedale Carlo Poma, 1° piano Blocco D, Via Lago Paiolo, Mantova ed inoltre il 2° mercoledì del mese alle ore 15 presso l’Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale di Pieve di Coriano. Specificando il Codice Fiscale 93039020206 nella dichiarazione dei redditi, può essere devoluto a BAMCO-Onlus il 5 per mille della propria IRPEF. C U LT U R A M O N D I N I A RT I S TA S C U LT O R E Alcune delle opere dell’artista erano presenti alla mostra organizzata dall’Avis Asola, in occasione della fiera dei Santi. G I O VA NNI B AT T IS TA MTAGLIO CLASSICO O NE CONCEZIONE D I MODERNA N I M ondini è un professionista, lo è perché ha rischiato, e rischia, sulla sua pelle il voler fare un’unica professione. Mondini non ha un secondo lavoro, egli vive della sua arte e ci riesce pur consapevole delle difficoltà che incontrano gli artisti che vivono in provincia. Quello che c’è da dire su Mondini è poco perché tanto dicono le sue opere, legate alla bellezza del mondo femminile, di taglio classico e di concezione moderna e originale. Opinione di Mondini è che quando si parla troppo di un’opera d’arte è perché non c’è niente da dire. Giovanni Battista Mondini, Orzinuovi classe 1968, nasce scultore per vocazione, si avvicina all’arte, ed in particolar modo alla scultura, bruciando tutte le tappe di chi vuol diventare professionista a tutti i costi. Il curriculum artistico di Mondini è intenso ed invidiabile, egli ha fatto mostre e fiere importanti, ha tenuto seminari di cultura e storia dell’arte, a modo suo, alla sua maniera e con crescenti risultati. In questo periodo, l’artista Mondini, collabora, in un interscambio culturale, con la poetessa Alda Merini e mons. Gianfranco Ravasi, con il regista Fabio Battistini, con i giornalisti Maurizio Costanzo e Vincenzo Mollica e con l’attore Andrea Giordana. L’ultima sua fatica recente è l’installazione presso il municipio del Comune di Manerbio (Bs) del colossale monumento dedicato alla Dea Minerva e simbolo di Manerbio stesso. Citare la cronistoria artistica di Giovanni Battista Mondini può essere noioso e inutile perché frutto del passato, seguitene il presente e prenotatevi per il futuro. GIOVANNI BATTISTA MONDINI Artista Scultore Studio e Galleria d’Arte “Il Solaio” via Ugo Foscolo, 9 - Orzinuovi (BS) Tel. 030.942033 [email protected] CRAINFORMA 25 C U LT U R A I N T E R V E N T I D I R E S TA U R O La chiesa della Disciplina L’oratorio della Beata Vergine della Misericordia, detta della Disciplina è un edificio di origine cinquecentesca, voluto dalla locale confraternita dei disciplini che conserva una tela rappresentante San Francesco da Paola attribuita a Francesco Maria Raineri detto Schivenoglia. A CURA DI NELLO CALANI I lavori di riordino del m a nt o d i c op e r t u ra della chiesa della Disciplina, mediante il risanamento dei sottotetti, il restauro delle strutture lignee, la realizzazione del manto di impermeabilizzazione e la posa in opera di canali di g ronda, eseguiti dalla ditta Maroli Ernesto, sono terminati. L’intervento è parte di un progetto complessivo di recupero per riportare l’ex oratorio dei Disciplini all’antico splendore, epifania di bellezza, in cui è esaltato il contrasto della ricchezza dei dipinti e la pregevole eleganza degli stucchi con la 26 CRAINFORMA semplicità della struttura. La piccola chiesa, non utilizzata comunemente per le celebrazioni parrocchiali, è comunque discretamente frequentata dai Bozzolesi che vi trovano un’oasi di pace e di raccoglimento, nella sua tranquillità quasi irreale, per la preghiera personale. L’e d i f i c i o s a r e b b e s t a t o condannato a un lento degrado, essendo troppo oneroso il recupero per la parrocchia, già impegnata a rendere decorosa la chiesa di san Pietro, nella ricorrenza del cinquantenario dalla morte di don Primo Mazzolari, se non fossero intervenuti, a vario titolo, provvidenziali mecenati. Il consiglio parroc- chiale per gli affari economici, pur focalizzando l’attenzione alle strutture che hanno una valenza pastorale più significativa, non è rimasto insensibile a questa devozione popolare. Il progetto è stato presentato al presidente e a consiglieri di amministrazione di Mantovabanca 1896, sempre sensibili alle iniziative rivolte al patrimonio culturale, artistico e spirituale della nostra parrocchia: l’incontro è stato molto cordiale e collaborativo. Il consiglio di a mminist ra zione dell’ist it uto bancario ha aderito con entusiasmo all’iniziativa proposta, tenendo fede ad una propria caratteristica di presenza viva sul territorio, erogando un contributo consistente di cinquantamila euro, anche in previsione della ricorrenza del centenario di fondazione della “Cassa Rurale di Prestiti e R isparmi di San Giuseppe in Bozzolo”, avvenuta nel 1908, i cui promotori furono l’arciprete di San Pietro don Leopoldo Mori (primo presidente), il prevosto della Trinità don Ettore Soldi (vice presidente), don Alessandro Pasqualini (sindaco capo), il vicario della Trinità don Ubaldo Grossi (segretario-cassiere). Mantovabanca 1896, con questo intervento straordinario, ha voluto proporsi come volano nella speranza di coinvolgere altri sog- getti pubblici e privati. La parrocchia ha successivamente presentato una richiesta alla Fondazione Comunità Mantovana per iniziare il recupero anche del paramento murario settecentesco. La promessa di questo ulteriore contributo e l’impegno generoso di una famiglia bozzolese, sempre molto attenta alle necessità di questo oratorio, hanno reso possibile un primo lotto di lavori riguardanti il restauro dell’altare principale. L’intervento complesso e laborioso, per la non facile interpretazione del testo originale, dov ut o a l le sov rapposi z ion i t i ntor ia l i operate nel tempo e all’umidità di risalita, è stato realizzato dal restauratore Giacomo Brunelli, coordinato dalla competente e appassionata presenza sul cantiere dell’architetto Flavio Cassarino e con l’intelligente supervisione della dottoressa Laura Sala, funzionario della Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesagg io delle province di Brescia, Cremona e Mantova. Scrupolosi tasselli di pulitura hanno permesso di rilevare scarsi lacerti residuali delle cromie originali che sono stati utilizzati per riproporre, con tecniche che consentono la piena legg ibilità degli interventi conservativi, l’assetto cromatico originario delle architetture e degli stucchi, nonché decorazioni e finto marmo quasi completamente perdute. S a r à pres t o es eg u it o u no studio approfondito sull’intero quadro decorativo dell’aula e del presbiterio, onde mettere a punto le metodologie di conservazione e valorizzazione più opportune per il raggiungimento di un risultato filologicamente corretto e durevole nel tempo, in grado di poter essere mantenuto mediante un sistema programmato di manutenzione. CRAINFORMA 27 C U LT U R A C O N S U M O C O N S A P E V O L E Il Mercato Contadino di Mantova ha compiuto un anno a cura di Marco Boschetti Direttore del Consorzio Agrituristico Mantova Consumatori sempre più orientati verso prodotti alimentari di qualità, di provenienza certificata, legati al territorio e alla stagionalità 28 CRAINFORMA I prodotti di fattoria I prodotti di fattoria sono sempre più richiesti dai consumatori, in quanto si va ampliando la fascia dei consumi alimentari orientati alla qualità, alla tradizione, alla sicurezza alimentare, alla certezza della provenienza, alla connessione con il territorio e con il ciclo stagionale, all’espressione di messaggi ambientali, etici e di attenzione al benessere animale. Sono il frutto di antichi saperi e di tecniche di produzione consolidate nel tempo, patrimonio collettivo di famiglie agricole e di comunità locali. La salvaguardia di queste produzioni comporta però l’elaborazione di adeguate strategie di riconoscimento e di commercializzazione. I prodotti industriali, infatti, spesso si propongono “vestiti” da prodotti agricoli, o con una forte immagine rurale e campestre. Spesso, svuotati di ogni significato, il ritorno alla natura e al mangiar sano sono diventati il cavallo di battaglia delle campagne pubblicitarie di grosse aziende alimentari e di numerose multinazionali. L’alimento industriale, ricorrendo alla copertura rurale, si avvale di una generica immagine territoriale e agricola ed esercita una concorrenza spietata proprio su quei prodotti che intende imi- tare. Lo sfruttamento dell’immagine rurale non ha diritti d’autore, è gratuito, alla portata di tutti e perciò è abusato. Per fortuna, molti cittadini sono sempre più consapevoli che la creatività sia una proprietà dell’agricoltura, mentre l’industria si fonda sulla standardizzazione. Questi beni sono la miglior risposta a diffuse esigenze, in quanto presentano una qualità gustativa ed organolettica superiore alla media dei prodotti industriali, un gusto più “vero” e sono genuini nel senso antico del termine, sono integri, non manipolati, e quindi ricchi di proprietà nutritive. Questi prodotti sono migliori perché nascondono altri valori oltre a quelli nutrizionali: la storia, i ricordi familiari, i riferimenti alle nostre origini, la cultura di un territorio. I prodotti di fattoria rispondono alla crescente domanda dei consumatori per prodotti di qualità, affidabili, espressione del territorio e naturali e costituiscono la risposta migliore a diffusi bisogni dei consumatori, in particolare di contatto diretto con i produttori e di garanzia di origine dei prodotti. I prodotti di fattoria sono i protagonisti della vendita diretta che rappresenta, quindi, anche un’importante opportunità per i consumatori, per molteplici aspetti: • contribuisce alla difesa del potere di acquisto dei consumatori; • contribuisce a mantenere stabili i consumi (frutta, verdura carni); • rappresenta, spesso, un servizio sociale per molte persone in difficoltà (anziani); • stimola lo sviluppo di un modo diverso di fare la spesa, con un’informazione personalizzata; • permette di acquistare prodotti ottenuti secondo metodologie tradizionali che ne garantiscono la salubrità e la genuinità; • la qualità dei prodotti posti in vendita diretta è in media superiore; • garantisce una maggiore sostenibilità ambientale perché abbatte le spese di trasporto; • permette di poter contare su prodotti più freschi e più genuini, ovvero non artefatti; • contribuisce, spesso, alla rivitalizzazione dei centri storici. In Italia queste nuove modalità di vendita, seppur a ritmi più lenti rispetto al resto dell’Europa e agli Stati Uniti, si stanno connotando come uno strumento molto efficace per personalizzare il rapporto con i consumatori, consolidandolo nel tempo al fine di rispondere sempre meglio alle attese di una opinione pubblica sempre più consapevole e critica. Il caso mantovano Il mercato contadino di Mantova è nato un anno fa grazie ad un progetto del Consorzio agrituristico mantovano e alla disponibilità degli agricoltori mantovani. L’iniziativa, grazie anche al sostegno di Mantovabanca 1896, ha permesso di portare la campagna in città, nel cuore del centro storico: la sede è infatti il Lungorio IV Novembre, dove ogni sabato le caratteristiche bancarelle arancioni riempiono il tratto del Rio con mille colori e profumi. Al mercato contadino ci si trova a proprio agio per la dimensione familiare che lo caratterizza, per la vivacità con cui anima il centro storico ed è per questo che l’appuntamento fisso del sabato ha registrato, in questo primo anno di vita, un consenso crescente fra i consumatori. Gli acquisti al mercato contadino contribuiscono allo sviluppo dell’economia mantovana con naturali ricadute positive per tutta la popolazione e per l’economia locale. Il mercato contadino è un luogo di confronto e di scambio fra produttori e consumatori e di educazione al gusto. Gli ospiti del mercato possono richiedere consigli e ricette su come cucinare i prodotti della campagna presenti al mercato e visitare, su appuntamento, le corti e le campagne in cui si coltivano e si allevano le risorse agricole portate al mercato. L’iniziativa ha contribuito, infine, a tutelare il potere d’acquisto dei consumatori. Sabato 27 ottobre, in occasione del primo compleanno del mercato contadino, si è festeggiato in compagnia a base di torte preparate dalle aziende agricole mantovane e del buon vino delle nostre cantine. Tutti gli ospiti presenti hanno inoltre ricevuto in omaggio un radicchio e una ricetta per preparare con questo gustoso prodotto un ottimo risotto. Nei prossimi mesi, dato il successo riscosso da questo appuntamento a Mantova, è prevista la nascita di mercati contadini anche a Suzzara e Castiglione delle Stiviere. CRAINFORMA 29 C U LT U R A E V E N T O CA N O R O Quando poesia e musica si fanno preghiera UN FOLTO PUBBL ICO A L R ECITA L “I N ONOR E DI M A R I A” SPONSOR I Z Z ATO DA M A NTOVA BA NCA 1896. M OLTI A PPL AUSI PER L A CA NTA NTE S A R A R OSSI E I L ET TOR I G OBBI , M OR ENI , PA L ASTR EL L I A cura di Giusy Bolther U n pubblico numeroso e non solo asolano ha seguito con molto interesse l’ottavo recital “In onore di Maria”, che si è svolto nella cattedrale di Asola la sera del 14 agosto, vigilia della festa dell’Assunta. In programma passi dei canti del Paradiso di Dante, accompagnati da brani di musica sacra. Una scelta coraggiosa, che i presenti hanno dimostrato di apprezzare. Il pellegrinaggio di Dante nell’oltremondo è metafora dell’esistenza terrena. Nell’Inferno il Poeta prende coscienza di quanto sia tragica per la creatura umana la lontananza da Dio; sulla montagna del Purgatorio ripercorre la via della purificazione in vista dell’unico fine, la visione salvifica nel Paradiso. Là, ove si rivela la più trascendente manifestazione di Dio, di tutte le forme non rimane altro che luce, amore, beatitudine. Gli spiriti si scaldano ai raggi d’amore; la letizia sfavilla negli occhi e fiammeggia nel riso. Luce e musica si fanno melodia in graduale movimento verso l’Empireo, vera sede di Dio, delle corti angeliche e dei beati. Nei vari cieli visitati dal Poeta, i beati sono tenui profili riflessi nell’acqua, poi puri simulacri splendenti, infine luci o gemme trascorrenti in raggianti e grandiosi emblemi geometrici. Maria, l’Assunta in cielo, è la più luminosa. A Dio si può e si deve giungere attraverso di lei, mediatrice sicura tra Dio e l’uomo. Modello ideale, nel quale la femminilità terrestre si integra con la femminilità celeste, è l’oggetto di tutte le preghiere delle anime del Paradiso. La gentile suora Piccarda canta, come fece in terra nella sua cella, il nome di Maria. La ricorda san Francesco ai piedi della 30 CRAINFORMA Croce. È la protagonista che incarna la tenerezza di Dio, è l’espressione della vicinanza di Dio all’uomo, tanto più in questi canti nei quali Dante si sta accostando alla sublimità del mistero. Beatrice invita Dante a guardare il coro dei beati, dove si trova la Vergine con gli Apostoli. Dalle profondità del cielo scende l’arcangelo Gabriele che forma cerchi di luce attorno alla Vergine e canta le sue lodi. Gli altri beati gli fanno coro in un osanna a Maria. Migliaia di angeli festanti le volano intorno e cantano. Bernardo rivolge alla Vergine una preghiera affinché sostenga Dante nell’ultima suprema prova della visione di Dio. Attraverso la lettura attenta ed espressiva i versi del Poeta si rivestono di tutto il loro splendore. Immagini di una bellezza sconfinata, perché sconfinato è il desiderio di Dante di incontrare il Creatore, la fonte di ogni felicità. In lui la teologia si fa poesia. Incisioni di Gustave Doré, proiettate su un grande schermo, hanno contribuito all’intuizione dell’atmosfera sublime e mistica del Paradiso. Calorosamente applauditi i lettori don Riccardo Gobbi, Giorgio Moreni, Manuela Palastrelli. Scroscianti applausi anche per Sara Rossi e Milo Martani. La giovane mezzosoprano asolana che si è esibita (come in occasione del recital 2006) accompagnata sapientemente dal maestro Martani, ha dato prova di una voce coltivata e importante, dal timbro ricco di fascino, capace di modulazioni e variazioni repentine. Ha eseguito un programma decisamente impegnativo, che il pubblico ha apprezzato, anche grazie all’interpretazione sempre coinvolgente della giovane artista. Sara ha aperto il programma con un anthems di Handel, brano inglese virtuosistico sulla magnificenza del Creatore, brillante e dinamico, per poi proseguire con la toccante “Ave Maria” di Caccini, suonata con vibrante intensità. Il celebre “Dolce Sentire” è stato eseguito in versione lirica, graditissima dai presenti, mentre le “Ave Maria” di Saint-Saens e Gounod hanno reso più intimo e partecipe l’ascolto. Ha concluso il programma il “Laudate Dominum” di Mozart, brano caratterizzato dalla soavità della melodia, alla quale la cantante ha aggiunto levigatezza d’espressione e delicatezza di intenzioni, concedendo al pubblico il bis richiesto a gran voce. Il parroco ha infine ringraziato Mantovabanca 1896, sponsor dell’evento. Mutuo Primo tetto e Giovani sposi IL MUTUO PENSATO PER LA PRIMA CASA - Finanziamento fino al 100% dell’importo - Durata fino a 30 anni - Tasso Euribor 3 mesi + 0,70 Per maggiori informazioni rivolgersi alla filiale di competenza o visita il sito www.bcconline.it Esempio: ISC applicabile al finanziamento: 5.463%. L’ Euribor 3 mesi è quello rilevato come media del mese di Agosto 2007 pari a 4,60%. L’ ISC è stato calcolato su un finanziamento a privati della durata di 30 anni e di importo pari a 100.000 Euro, con spese di istruttoria pari a 100 Euro e spese per comunicazione periodica pari a 2,60 Euro ed ipotizzando l’invariabilità delle condizioni. CRAINFORMA 31 C U LT U R A R A S S E G N A D ’ A RT E Trionfo per Sandro Soravia alla terza edizione della rassegna d’Arte Città di Bozzolo. Acquisite anche le opere di Mario Lipreri e Lillo Messina. Grazie al premio-acquisto, le tre opere entreranno a far parte della collezione civica di arte contemporanea. Pittura e scultura contemporanee in mostra a Bozzolo UN A PPU N TA M E N TO BI E N NA L E CH E SI M A N T I E N E A I M A S SI M I L I V E L L I DE L L A PI T T U R A E DE L L A SC U LT U R A CON T E M P OR A N E A . A C U R A DI T U L IO C A SI L L I Sandro Soravia Nati, dannati e condannati - Bronzo a cera persa 32 CRAINFORMA D omenica 21 ottobre ha chiuso i battenti la III Biennale Internazionale d’Arte “Città di Bozzolo” dedicata alla figura di don Primo Mazzolari. Un’edizione questa, la IX in senso storico e la terza in formula biennale, curata da un tecnico d’eccezione: il prof. Renzo Margonari, docente di storia dell’Arte all’Accademia “Cignaroli” di Verona, artista e critico ai massimi livelli europei. La rassegna si è presentata suddivisa in tre sezioni. La prima, denominata Immagini dello Spirito e collocata nella Chiesa palatina di San Francesco, ha presentato le opere dello scultore ceramista bolognese Cesare Ronchi. Quattro sculture di grandissimo pregio e sei bozzetti rappresentanti parte delle sculture esposte. Particolare presa sul pubblico hanno fatto le sculture: “La carità di san Martino”, in bronzo, “L’albero che tende al bene” in bronzo e maiolica e la terracotta “San Petronio presenta il suo progetto”. La seconda e la terza sezione: Omaggio a un Pittore mantovano e Persistenza della figurazione Fantastica, sono state invece ospitate nella galleria del Premio dove hanno trovato collocazione le opere di diciotto maestri della pittura e della scultura nazionale quali: Armodio, Erio Baracchi, Alberto Bertoldi, Dino Buffagni, Stefano Cecchi, Patrizia Comand, Raffaele De Rosa, Vladimiro Elvieri, Dario Lanzetta, Mario Lipreri, Lillo Messina, Romano Notari, Claudio Olivotto, Francesco Parisi, Franco Rinaldi, Edoardo Salvestrini, Emilio Baracco e Sandro Soravia. Per il tributo particolare ad un pittore mantovano o cremonese, caratteristica dell’edizione biennale, il curatore ha reso omaggio alla figura di Renzo Schirolli, pittore mantovano scomparso nel 2000, presentando una grande tela del 1966 dal titolo “Ricordi”. L’esposizione, inaugurata domenica 16 settembre, ha registrato un notevole afflusso di visitatori anche se da deterrente ha agito il calendario “spartano” delle aperture che si sono limitate ai soli prefestivi e festivi di cinque settimane. Durante l’apertura della rassegna si sono tenuti quattro incontri culturali nei venerdi 21 settembre, 5, 12 e 19 ottobre cui va sommata una visita guidata dalla prof. Renata Casarin domenica 30 settembre. Domenica 14 ottobre, il Sindaco di Bozzolo, Piergiorgio Mussini, ha annunciato che una giuria popolare, da lui presieduta, aveva scelto tre opere che il Comune ha acquistato per incrementare il proprio patrimonio artistico con il quale, quanto prima, verrà aperta una Galleria di arte contemporanea formata in prevalenza dalle opere provenienti dai Premi di pittura “città di Bozzolo”. Anche se non c’è stata una graduatoria ufficiale possiamo affermare con tutta tranquillità che la palma del vincitore di questa terza biennale è andata allo scultore milanese Sandro Soravia con una stupenda scultura in legno e bronzo dorato che rappresenta, in uno spaccato, la piccolezza dell’Uomo nel contesto della perfezione del mondo nel quale egli stesso vive. Sandro Soravia è un artista di fama internazionale le cui opere sono presenti in Brasile, Francia, Germania, Giappone, Olanda, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. In Italia i suoi lavori li troviamo oltre che a Roma, nel Palazzo del Senato della Repubblica, anche in numerosissime collezioni pubbliche e private. A lui si deve “L’albero della creatività”, che è l’Oscar con il quale la SIAE, Società Italiana Autori ed Editori, premia annualmente la creatività degli artisti e degli editori italiani. Le altre due opere acquistate sono quelle di Mario Lipreri, artista mantovano, con un una tela dal titolo “Ambiente fossilizzato dalla natura” e quella dell’artista romano Lillo Messina con un olio su tela intitolato “L’ isola delle tre torri “. Una rassegna, questa terza biennale, di eleva- Lillo Messina - L’isola delle tre torri - olio su tela Mario Lipreri - Ambiente fossilizzato della natura to livello artistico, caratterizzata anche dall’elegantissimo catalogo dello studio Ryu Grafic di Mantova e stampato dalle Arti Grafiche Chiribella di Bozzolo, con testi di Renzo Margonari, Mario De Micheli, Lucio Mazzi, Flaminio Gualdoni, Alfonso Gatto, Dino Formaggio, Andrea Polati, Nicola Miceli, Marco Fragonara, Maria Teresa Benedetti e Donato Di Poce. Il prossimo appuntamento del 2009 coinciderà con il 50° anniversario della morte di don Primo Mazzolari. CRAINFORMA 33 C U LT U R A G U S T O E T R A D I Z I O N E Consorzio Vini Garda Colli Mantovani: l’anno della svolta Per i produttori delle colline moreniche mantovane grandi cambiamenti: nuovo marchio, nuova immagine e nuovo sito web 34 CRAINFORMA N uovo look e nuova immagine per una delle zone più belle e caratteristiche d’Italia. Con lo scorso mese di giugno grandi novità e cambiamenti all’interno del Consorzio Vini Garda Colli Mantovani: un nuovo Presidente e, primi in Italia, una signora, nuovo direttivo e nuovo direttore. Inoltre, per i produttori delle colline moreniche mantovane, il 2007 sarà l’anno della svolta: un nuovo marchio, un nuovo sito web, una nuova immagine e... un nuovo vino! Il lavoro che aspetta il nuovo direttivo è tanto e molto impegnativo; ma la voglia di valorizzare e promuovere il territorio, i vini e la gastronomia dell’alto mantovano non spaventa i produttori. Chiara Tuliozi Stefanoni neo-presidente del Consorzio Garda Colli Mantovani, al riguardo afferma: “in anteprima presentiamo il nuovo marchio del Consorzio, a breve verrà realizzato il nuovo portale web, e nel frattempo il consorzio con gli associati ha già prodotto il nuovo vino rappresentativo del territorio, regolarmente caricato sui registri di competenza, il cui nome verrà reso pubblico nei prossimi mesi. Tante e di rilievo saranno le manifestazioni che vedranno il Consorzio impegnato sul territorio locale, nazionale e internazionale. Nuovo look al Vinitaly, presenza a manifestazioni internazionali e nuove manifestazioni enogastronomiche sul territorio che nei prossimi mesi verranno presentate al pubblico. Per ultimo, ma non meno importante, il Consorzio ha intrapreso l’iter per l’ottenimento dell’incarico di vigilanza e l’attuazione dei controlli di filiera erga omnes come previsto da recenti normative. Ad Asola in Sant’Andrea un bel concerto in nome del gemellaggio tra Asola e Leingarten Corali in nome del gemellaggio Le corali “Santa Cecilia” e “Gemischter Chor” hanno offerto una serata indimenticabile al numeroso pubblico presente nella cattedrale di S. Andrea. Il concerto rientrava nelle programmazioni dei Comitati per il gemellaggio di Asola e Leingarten. Mancava il gruppo di Lésigny perché in Francia erano in corso le elezioni politiche. «Sono contento - ha detto il parroco don Riccardo Gobbi in apertura - che questo importante evento si svolga nella nostra cattedrale. Un evento all’insegna dell’amicizia, della cultura, della spiritualità che bene si armonizza con l’atmosfera mistica e la ricchezza artistica della nostra chiesa». «Una esperienza che avvicina sempre di più le nostre comunità», ha affermato l’assessore Fiorenzo Zanella a nome del Comitato e di tutta l’amministrazione. «Un incontro che ci fa crescere come cittadini europei - ha riferito una corista tedesca -. Le nostre lingue sono diverse, ma in nome della musica che amiamo possiamo comunicare emozioni, sentimenti, valori». La corale “Santa Cecilia” diretta dal maestro Claudio Cristani (al pianoforte la prof. Saba Mainardi e il maestro Alessandro Rizzotto) si è esibita in brani polifonici del ‘500 e del ‘600, fra cui l’impegnativo “Sanctus” del compositore asolano Vittorio Raimondi. Un autentico “exploit” l’esecuzione di pagine tratte dal “Nabucco” e da ”I Lombardi alla prima Crociata” di Verdi. Passione, rigore, sensibilità interpretativa hanno riscosso tanti calorosi applausi. Molto ricco il programma della corale tedesca (diretta da Noe Gerhard U. all’organo e al pianoforte Ulrich Stierle jr.), che si è presentata in due diverse formazioni. Il “Gemischter Chor” ha eseguito musiche di Bach, Scarlatti, Purcell, Bruckner. Particolarmente apprezzato il “Regina Coeli” di Mozart, che ha visto la partecipazione della giovane e brava soprano Tabea Schmidt. Il “Kleiner Chor” ha interpretato un’ampia antologia di gospel ed elaborazioni di testi della tradizione popolare. Di grande effetto l’”Ave Verum” di Mozart cantato insieme dalle tre corali. Disinvolte Barbara Piccioli e Sieglinde Monti (una signora austriaca ora asolana) che con simpatia hanno svolto il ruolo di presentatrici-traduttrici. Ha concluso la manifestazione, resa possibile anche dalla sponsorizzazione di Mantovabanca 1896, lo scambio dei doni da parte dei presidenti delle due corali. Gli altri appuntamenti del gemellaggio: gli incontri giovanili di calcio a Leingarten; la trasferta asolana dei dipendenti comunali di Leingarten per uno scambio di esperienze che hanno riguardato anche l’asilo nido e le scuole materne; il torneo di basket settore ragazzi. CRAINFORMA 35 C U LT U R A G E R O L A M O R O M A N I E C L E M E N T E Z A M A R R A Romanino, un artista in rivolta Al San Carlo di Asola, gli studiosi hanno proposto una rilettura del ciclo pittorico. Un gioco di rimandi tra temi classici e nuove sensibilità. R OM A N I NO A D A SOL A È L’OCCA SION E PE R R I SCOPR I R E I L VA L OR E DI U N A RT I STA , G E ROL A MO R OM A N I , DET TO I L ROM A N I NO , CH E OF F R E A L L A NOST R A CH I E SA U NO DE I SUOI CICL I PI T TOR ICI PI Ù SIGN I F ICAT I V I . E S SO V I E N E I L CON V EGNO “I DI PI N T I DE L R E A L I Z Z ATO N E L MOM E N TO DE L L A SUA M AT U R I TÀ E D È I NCOR N ICI ATO DE I PR E Z IOSI A R R E DI L IGN E I , F I N E M E N T E DECOR AT I DA ELEMENTI CLEMENTE ZAMAR A, ST E S SI DE L L A L I T U RGI A . AT T I A CON T E N E R E GL I A cura di Giusy Bolther È il commento di don Riccardo Gobbi che, sabato 27 ottobre, ha introdotto i lavori al teatro San Carlo. L’assessore Francesca Zaltieri ha aggiunto: «Un evento importante: fa parte di un percorso preciso di conservazione e di conoscenza dei beni artistici della nostra città che nel Cinquecento ha vissuto momenti gloriosi». Emilio Sbarra, vicepresidente di Mantovabanca 1896, si è detto lieto che la manifestazione sia stata sponsorizzata dall’Istituto di credito da lui rappresentato, sempre in prima linea nel sostenere iniziative culturali, sociali e umanitarie del territorio in cui opera. Il dottor Ezio Chini, dirigente della Fondazione del Castello del Buon Consiglio e curatore della grande mostra del Romanino del 2006 a Trento, ha illustrato i dipinti di Asola nel percorso dell’artista. Questi, tra la fi ne del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, soggiorna a Brescia, ma tende ad evadere da quell’ambiente provinciale per avvicinarsi alle tendenze pittoriche di Milano e di Venezia, prende il meglio per elaborarlo in maniera personale. In area bresciana si differenzia 36 CRAINFORMA dal Moretto, a lui preferito perché più raffi nato e composto. Si cerca committenze lontano da Brescia; si offre al principe vescovo di Trento, affresca il castello del Buon Consiglio, dove si cimenta in temi profani e mitologici su grandi spazi. Gli aspetti anticonvenzionali della sua pittura sono solo apparentemente sgradevoli. Nel 143940, ormai affermato, lo vediamo nella cattedrale di Cremona, dove dipinge scene della passione di Cristo. In seguito viene sostituito dal Pordenone giudicato più aggiornato. Nelle architetture dipinte delle ante dell’organo, osserva Chini, il Romanino dà esibizione di abilità prospettica. Più libero nella parte interna, ambienta gli episodi in paesaggi ariosi, ma sconcertano la sproporzione tra il sacrificio di Abramo e i servi in primo piano. Assistiamo al rifiuto delle belle forme e al trionfo della goffaggine. Nel basamento dell’organo si rivela grande maestro dell’affresco e mira a cogliere il temperamento dei personaggi Pietro, Paolo, Mosé, Elia. Le sibille e i profeti della cantoria sono figure scomposte, agitate, hanno un piglio popolare. Lo stesso piglio che hanno gli apostoli del pulpito, appena abbozzati. Di grande fascino è la struggente immagine del Cristo sofferente sulla colonna. Il Cristo sofferente è la figura chiave - afferma mons. Roberto Brunelli, direttore del museo diocesano di Mantova - per una lettura teologica dell’intero ciclo. La redenzione compiuta da Gesù deve arrivare a tutti gli uomini. Attorno a Cristo ruotano Nella pagina precedente: alcuni momenti del convegno tenutosi al Teatro San Carlo di Asola. A fianco: un particolare del volto di Isaia. Nella foto in basso: una panoramica dell’organo. i personaggi e gli episodi illustrati nelle for mel le del pulpito e nelle parti dell’organo. I profeti, le sibille, il sacrificio di Isacco, la Madonna con il Bambino, Pietro e Paolo, Andrea ed Erasmo: tutti soggetti non casuali, scelti con oculatezza. I santi testimoniano la redenzione recepita, sono un richiamo al futuro che attende chi fa altrettanto. Il Romanino fa un discorso di avanguardia rivolto ai fedeli asolani del tempo. Con il suo stile popolaresco e sgraziato egli intende presentare persone reali che avvicinano lo spettatore a quegli episodi. L’autoritratto di fianco all’organo è la firma apposta a una lettera che scrive a tutti noi. Anche Antonella Madella, laureata in storia dell’arte e in teologia, ha proposto una lettura approfondita del ciclo, evidenziando come vi si riscontri un grande gioco di rimandi di temi antichi tra echi classici e nuove sensibilità. Il Romanino risente della spiritualità del tempo, frequenta ambienti religiosi. Ad Asola erano presenti francescani, clarisse, agostiniani, canonici importanti, un laicato impegnato. Dell’autore della parte lignea dell’organo, Clemente Zamara, ha parlato don Giuseppe Fusari, conservatore del museo diocesano di Brescia. Ancora oggi la figura di questo artista sfugge a una piena comprensione per lo scarso numero di opere a noi pervenute. Il complesso di Asola, di cui si conserva la documentazione, è importante per capire come agiva la committenza che vedeva in lui soprattutto un intagliatore. La differenza tra lo Zamara scultore e il decoratore è profonda: artista arcaico nelle sculture, è leggiadro e raffinato nelle decorazioni. Nel primo caso si esprime secondo il suo gusto, nel secondo deve seguire disegni proposti dalla committenza. C’è sempre una volontà di rappresentazione ieratica, che segue tutta la sua produzione. Distacco ideale, che nulla concede alla rappresentazione raffinata di altri interpreti. Incomunicabilità dell’elemento divino. Rifiuto cosciente di usare una cifra espressiva che crei coinvolgimento e pathos nello spettatore. Immagini come la Madonna annunciata destinata alla cimasa dell’organo e il Cristo morto bloccano le situazioni: chiedono di essere contemplate. La coordinatrice Lucia Molinari ha concluso i lavori, ringraziando i relatori e lo sponsor e annunciando che gli atti del convegno saranno pubblicati in un prossimo futuro. CRAINFORMA 37 I L R A C C O N T O B O S C H I C U P I E A L L’ A P PA R E N Z A S I L E N Z I O S I F INALMENTE RAGGIUNSERO L’ABITAZIONE . A LFWIN SCOSTÒ LA PORTA CHE NON ERA CHIUSA ED I RAGAZZI SI TROVARONO IN UNA GRANDE CUCINA .... seconda PARTE lle pareti, fatte di pietre di varie misure, erano appesi dei grandi tegami, un largo tavolo occupava lo spazio centrale della stanza e su una rozza credenza stavano impilati ciotole, piatti e bicchieri. Un grosso gatto fulvo, che dormiva acciambellato su uno sgabello, al loro ingresso balzò a terra e cominciò a stiracchiarsi. - Bentornato figliolo - disse una voce che sembrava provenire da un sacco abbandonato presso il fuoco. - Nonna! - Esclamò Alfwin - abbracciando con slancio la persona che aveva parlato. - Sono tornato, hai visto, era tutto vero - continuò il ragazzo che calmo e sicuro sino a quel momento sembrava aver perso all’improvviso tutta la propria disinvoltura. - Calmo ragazzo mio - disse la signora - cosa credi stessi facendo a quest’ora vicino al fuoco? Attendevo il tuo ritorno. Ne ero così certa che vi ho preparato da mangiare, avvicinatevi ragazzi ce n’è per tutti. I quattro amici si accostarono al fuoco un po’ esitanti. La nonna di Alfwin era alta e ben messa, aveva i capelli grigi e gli occhi azzurri, le sue erano mani da vecchia mentre il 38 CRAINFORMA di Emanuela Contessa viso, liscio e tondo, non lasciava indovinare la sua età. Mi chiamo Mathelt - aggiunse la signora - accovacciandosi presso la luce e disponendo su una specie di stuoia dei panini scuri, frutta secca, latte e qualcosa che sembrava marmellata. - Niente patatine immagino - disse Elena - allungando una mano verso un panino. - Buono! - Esclamò - ha il sapore delle castagne. Stefano che era affamatissimo seguì l’esempio di Elena mentre Francesco che non aveva mai tanta fame era un po’ incerto, Noemi invece tese la manina paffuta senza esitazione. - Alfwin puzzi!- disse ridendo la nonna del ragazzo - ma sono contenta che tu sia qui perché è vero che ti aspettavo, che avevo fiducia in Wigbodus, ma fi nchè non ti ho visto non ero certa che sarebbe accaduto davvero. Abbiamo guardato tante volte nel fuoco e nel cielo, ma una nube nera ci impediva di capire dove fossi. Però ci veniva riconfermata la visione avuta tempo fa cioè che qualcuno sarebbe venuto in tuo soccorso dal futuro, qualcuno che non ci sarebbe se tu fossi scomparso. Poi guardò intensamente i ragazzi, quasi volesse leggere sui loro visi qualcosa che non sapevano d’avere. - Sentite i lupi? Chiese la nonna di Alf ai ragazzi? - Nelle notti di luna e di stelle percorrono tanta strada sulla montagna perché è loro. Avete guardato la notte che avete attraversato? Me la sapreste descrivere? - Era scura - disse Francesco - e silenziosa. - Avevo l’impressione che il mondo attorno a me fosse più grande - aggiunse Elena. - E più profondo - intervenne Stefano - come se ci fossero meno cose, non riesco a spiegare bene questa sensazione. - Per me invece c’erano più cose - disse Noemi - Avete ragione tutti - asserì l’anziana signora perchè è una notte densa di mistero, di magia. Se così non fosse, non sareste qui. - Avete mangiato abbastanza ? - continuò - Perché se avete finito vorrei portarvi da Wigbodus, però dobbiamo fare in fretta, abbiamo la necessità di ritornare prima del sorgere del sole. - Ma non sarà troppo tardi per noi? - chiese Noemi - Cominceranno a cercarci. - Non preoccupatevi - rispose Mathelt non se ne accorgerà nessuno. I ragazzi si alzarono prontamente in piedi e seguirono la donna nell’oscurità . Il sentiero che lei aveva scelto si arrampicava sul margine di un pascolo seguendo il corso sinuoso di un torrente. La luce delle stelle si rifletteva sull’acqua che scorreva veloce. La notte era silenziosa, neppure i lupi o gli agnelli volevano turbare la quiete del buio. Solo i loro passi risuonavano nell’ ombra. Arrivarono sulla cima di un crinale, poi si inoltrarono in un bosco. La poca luce che filtrava tra i rami rendeva agevole il cammino anche perché Mathelt e Alfwin procedevano sicuri e gli altri cercavano di rimanergli incollati, nonostante ciò però tutti i ragazzi erano affannati, era proprio sfiancante procedere in salita! Usciti dal bosco si ritrovarono davanti ad un’erta brulla che si stagliava contro il cielo. Cominciarono ad inerpicarsi, procedere richiedeva uno sforzo enorme ed i ragazzi erano stanchi. Noemi che aveva le gambe più corte degli altri ogni tanto chiedeva ai compagni di aspettarla. Ad un certo momento Mathelt e Alfwin sembrarono scomparire dietro un grosso masso. Gli amici li seguirono faticosamente e oltrepassata la sporgenza videro un sentiero ben delineato scendere e fermarsi poco più in basso. Dopo averlo percorso i quattro amici si fermarono ad osservare il luogo insolito in cui erano arrivati. Di forma semicircolare era delimitato da alte rocce lisce che si innalzavano verso l’alto, un varco tra due di esse lasciava indovinare la presenza di un anfratto davanti al quale ardeva un fuoco luminoso. Nonna e nipote erano intenti a parlare con uno sconosciuto. I ragazzi lo squadrarono incuriositi, quando avevano sentito alludere ad un vecchio saggio che abitava in una caverna si erano aspettati di incontrare una persona dimessa, curva dagli anni e magari un po’ sporca, invece l’uomo che videro ergersi davanti a loro era eccezionalmente alto, portava un vestito rosso scuro, i suoi capelli e la sua barba erano bianchi, ma curati e alcuni gioielli gli adornavano il collo ed i polsi. - Avvicinatevi pure, non ho intenzione di mangiarvi- proferì il saggio - sono Wigbodus - aggiunse - e si, vi aspettavo. Siete proprio belli e strani. - Siete proprio alti e tu cosa porti sul naso? chiese guardando Stefano. - Sono degli occhiali - rispose il bambino - togliendoseli e allungandoli al vecchio - servono per correggere i difetti della vista ed io sono miope. - Che meraviglia! - Esclamò l’uomo - chissà quante altre scoperte avete fatto nel corso dei secoli! - Ci sono le auto, la tv, i computer - disse Elena. - I telefoni cellulari, le macchine fotografiche digitali, la lavastoviglie - aggiunse Noemi. - E gli ascensori - sospirò Francesco che era proprio stanco dopo tutto quel camminare. - Devono essere invenzioni fantastiche - osservò - rendendo gli occhiali a Stefano, ma forse non essenziali. Mi farebbe molto piacere rimanere qui e farmi raccontare tutto sul vostro mondo, ma non c’è tempo. Venite vi voglio mostrare qualcosa d’importante e detto questo si inoltrò oltre l’apertura della grotta. ...è una notte densa di mistero e di magia... CRAINFORMA 39 I L R A C C O N T O B O S C H I C U P I E A L L’ A P PA R E N Z A S I L E N Z I O S I ...COSÌ SEGUIRONO IL SAGGIO ALL’IN TERNO DELLA GROTTA CHE SI RIVELÒ MOLTO PIÙ SPAZIOSA DI QUANTO AVE VANO IMMAGINATO... - Ho un po’ di paura - disse Noemi . - Si, cioè non è proprio paura - approvò Elena però sono inquieta. - Anche noi - fecero eco Stefano e Francesco - ma visto che siamo arrivati sino a qui è meglio andare. Così seguirono il saggio all’interno della grotta che si rivelò molto più spaziosa di quanto avevano immaginato. Vari bauli, un letto ed un tavolo costituivano tutto l’arredamento. Dalla parete opposta all’ingresso giungeva un rumore simile a quello dell’acqua, infatti un rigagnolo scendeva tra le rocce e andava a formare una piccola pozza semicircolare il livello della quale era poco più basso rispetto a quello del suolo. Probabilmente l’acqua in eccedenza defluiva altrove fi ltrando tra le pietre. I ragazzi si sedettero lungo la sponda del piccolo bacino vicino ad Alfwin e a Mathelt, Wigbodus li raggiunse reggendo una specie di vassoio rotondo nel quale ardeva del fuoco. Lo fece scivolare sulla superficie dell’acqua e 40 CRAINFORMA istantaneamente la grotta si riempì di luce. Immobili i quattro piccoli guardarono verso l’alto, la luce si muoveva sulle pareti della grotta disegnando strane figure e mentre il suono dell’acqua veniva sostituito da un canto, le sagome sembrarono assumere una forma più concreta. Videro un fiume impetuoso scorrere veloce in una valle,un gruppo di persone camminare lente, con dei pesanti fardelli e attraversare un crinale. Osservarono un’orda minacciosa dilagare tra i boschi sulle tracce di individui biondi e sottili. Scorsero una città cinta di mura soccombere ad un nemico e sotto la luce di molti soli cadere e risorgere molte volte, videro la valle farsi popolosa, una donna ferirsi con un forcone, delle rotaie incidere la terra, alberi cadere, bombe aprire voragini nelle strade, il fumo innalzarsi dalle ciminiere, la linea ferrata scomparire, il buio, poi ancora la fi la silenziosa, immobile, davanti ad un masso dalla forma insolita, in attesa , videro il sole a picco illuminare ogni anfratto, una mano sparire dentro la roccia e quelle stesse persone - Vi salutiamo “amici” - disse la donna - sarete spesso nei nostri pensieri. - Vi salutiamo “amici”aggirarla e svanire, fi nché quattro volti, i loro, non li osservarono dall’interno della miniera. ripetè Alfwin - grazie di essere venuti. - Grazie a voi per averci ospitato - disse Stefano. Non se ne erano accorti, ma il loro respiro era diventato veloce, con gli occhi sgranati avevano E per averci fatto vedere tante cose - aggiunse guardato le immagini materializzarsi nell’aria e Francesco. - Anche noi vi penseremo - confermarono le ragazzine- poi iniziarono a scendere poi scomparire, bolle di sapone dissolte nel temverso il prato. po, avevano intuito l’intreccio che si snodava in Il sasso al quale si erano appoggiati sembrava in tutta la storia, un filo tra il passato ed il presente, attesa così loro si sedettero e iniziarono a comun legame che si svelava in loro. Sorpresi e senza parole si guardarono, la grotta pareva essersi mentare i vari avvenimenti dei quali erano stati testimoni. rimpicciolita e le persone intorno a loro portavaI fatti erano pochi sembrava quasi fossero entrati no sui volti un’imprevista stanchezza. in un sogno, solo che non era un sogno loro. - Cos’è accaduto ?- chiese Francesco. - Avete Intenti a discutere quasi non si accorsero che la visto - disse il mago - quello che fu, ciò che sarà dipenderà da voi. luce era cambiata. Il sole picchiava sulle loro teste scoperte e faceva L’uomo sembrava leggere i loro pensieri e perbrillare i vetri del pullman. Con un sospiro si cepire la traccia dei ricordi, e si accingeva ad alzarono. C’erano meno alberi intorno a loro e interrogarli su quelle immagini che a partire da l’aria aveva un sapore strano. un certo punto gli erano estranee, incomprensiNonostante il rumore dei motori ed il brusio di bili addirittura. tante voci sembrava che ci fosse uno strano silen- Gradirei trattenermi ancora con voi - disse Mazio, come se manthlet che non si era casse qualcosa. La persa una parola di voce del le i nsense quel dialogo - ma gnanti li raggiunse è tardi, dobbiamo ...L’UOMO SEMBRAVA LEGGERE I LORO e li riscosse dai loro proprio andare. PENSIERI E PERCEPIRE LA TRACCIA DEI pensieri. Gli uccelli si miseRICORDI ... - A nd i a mo, a nro improvvisamendiamo, ci aspetta te a cantare anche una miniera tutta se il buio regnava attrezzata, potrete tutt’intorno. calarvi con le funi, indossare le imbracature, I ragazzi salutarono Wigbodus che sembrava recamminare sulle passerelle, dai andiamo! - Li stio a lasciarli andare e desideroso di ricevere inincitava una insegnante. formazioni e risposte, ma gli amici seguirono la La successiva miniera era situata a destra di una nonna ed il nipote che li attendevano impazienti strada tortuosa e stretta ai bordi della quale si fuori dalla caverna. innalzavano delle rocce grigie e fredde tanto da Insieme si incamminarono veloci verso il mattiricevere l’impressione che il sole non riuscisse no. - Non possiamo rallentare un po’? - Chiese mai a scaldarla. Noemi. - Mi spiace ragazzi è proprio indispensaDopo esser scesi dall’autobus si misero a vagabile arrivare alla miniera prima che sorga il sole bondare un po’ attorno dato che erano stati divi- chiarì Mathelt. si in gruppi perchè erano troppi per entrare tutti - Alfwin - ma tu cosa fai di solito ? - chiese Elein una volta sola. na - che pur se era stanca riusciva a mantenere Guardate!- Strillò Noemi - come sono buffe quelun’andatura veloce. le pietre giù in mezzo al prato! Sotto di loro, -Non molto - disse il ragazzo- bado alle pecore, protetto da una palizzata si allargava infatti un aiuto i miei, poi studio, vorrei diventare un saggio. ampio spiazzo erboso, al centro del quale dei grossi massi sembravano essere stati scagliati a Gli amici lo guardarono incuriositi. A loro quella del saggio non pareva proprio una professione, casaccio da un gigante dispettoso. - Andiamo a vedere - propose Stefano che sentiva crescergli però intuivano che in periodi diversi ogni cosa dentro una sensazione singolare d’attesa. doveva essere valutata differentemente. Finalmente arrivarono nei pressi della miniera. - Profe! Profe! - urlo Elena - Possiamo scendere CRAINFORMA 41 I L R A C C O N T O B O S C H I C U P I E A L L’ A P PA R E N Z A S I L E N Z I O S I ...TRA I RESTI DI UNA GROSSA CASSA DI LEGNO LUCCICAVA DELL’ORO, SPILLE , COLLANE ED ALTRI MONILI ... nel prato? Promettiamo di non allontanarci di più. L’insegnate che stava parlando con un addetto alla miniere diede loro il permesso e mentre si allontanavano, i ragazzi poterono sentir dire all’uomo che presto il prato sarebbe in parte scomparso e che i massi erano destinati ad esplodere per far posto ad un parcheggio. Ancora prima di avvicinarsi sapevano cosa avrebbero trovato. In silenzio si avvicinarono e guardarono con attenzione le pietre per cercare di capire quale fosse quella con la fenditura. Erano passati tanti anni e l’acqua ed il vento avevano smussato spigoli e arrotondato forme. - È questa - asserì Francesco - e adesso? - Io le mani lì dentro non le metto - magari ci sono le vipere - dichiarò Elena senza però scomporsi. - Lo facciamo insieme - propose Stefano e cominciò ad arrampicarsi sui sassi. Gli altri lo seguirono. Scorsero la fenditura, ma salirono ancora, dall’altro poterono scrutare al suo interno, era lunga poco più di 60 centimetri e sul fondo rischiarato dai raggi del sole un anello di metallo debolmente brillava. Diversi mani si allungarono per tirare e subito un rumore sinistro, simile a quello di un tuono, risuonò cupo nell’aria. Tornati a terra i ragazzi aggirarono la pietra, tra la base dei massi e il terreno era apparsa una cavità dalla quale usciva un odore freddo e remoto. Un sentiero di pietra leggermente in discesa li attendeva. Si guardarono incerti poi in silenzio mossero qualche passo verso l’entrata. Inaspettatamente l’interno non era buio, la luce del sole rimbalzava sulle pareti lucide e come una lama splendente si proiettava in avanti invitandoli a seguirla. Proseguendo, il condotto si allargava fi no 42 CRAINFORMA a trasformarsi in una stanza circolare; proprio di fronte all’ingresso tre pietre rozzamente squadrate formavano un piccolo dolmen, forse un altare. Non c’erano arredi, solo pietra e luce però sparsi per la vasta sala si scorgevano vari oggetti accatastati gli uni sugli altri. Scudi, spade, crateri, tra i resti di una grossa cassa di legno luccicava dell’oro, bracciali, spille, collane ed altri monili che non riuscirono ad identificare. - Un tesoro! Sussurrò Noemi. - Cosa dobbiamo fare - chiese Francesco che si guardava intorno sbalordito. - Non dobbiamo toccare niente e andare ad avvisare qualcuno - suggerì Stefano. - Non pensi che dovremmo tenerlo nascosto? Domandò Noemi mentre osservava incantata le incisioni sugli scudi che illuminate dal sole sembravano animarsi e rivivere. - Credo anch’io dovremmo dirlo a qualcuno, non avrebbe senso non rivelare a nessuno questa scoperta, anzi sono quasi certa che siamo stati chiamati qui proprio per questo. È vero - approvò Francesco - se non parliamo qui ci faranno un parcheggio! Uscirono di corsa e raggiunsero la strada ansanti. - Profe! Profe! Abbiamo trovato un tesoro! - Su ragazzi non dite sciocchezze, ne avete di fantasia - rispose l’insegnante. - Davvero! È vero! - gridavano i ragazzi- venite a vedere. - Ci sono delle spade. - Degli scudi. - Dei torques! - Dei torques? Chiese l’insegnante che aveva deciso di seguirli benché convinta si trattasse di uno scherzo. - Ma si! Collane celtiche. - Lo so cos’è un torques, ma davvero non state scherzando? Nel frattempo erano giunti nei pressi delle pietre e dell’apertura misteriosa. L’espressione minacciosa che era comparsa sul viso della guida fu sostituita dalla sorpresa - voi rimanete qui - disse al gruppetto di amici ed entrò seguito dall’insegnante nella montagna. Poco dopo i due riemersero dalle tenebre parlando fra loro di Sovrintendenza, di autorità competenti, polizia locale, di sicurezza… - Avete fatto una scoperta incredibile - affermò l’insegnante - ma adesso è necessario che se ne occupino persone competenti. Rimasero per un po’ sul prato a commentare l’accaduto. La signora era molto incuriosita sul modo in cui erano riusciti a trovare l’anello e sbloccare l’apertura. Ovviamente non potendo rivelare le loro fonti i ragazzi insistettero sulla casualità dell’accaduto e sulla fortuna. La guida che era andata a prendere oltre ai rinforzi il necessario per transennare il luogo riferì loro che stranamente in quel momento l’interno della stanza era tutto buio, come se il sole dovesse trovarsi in una posizione particolare per riuscire ad rischiararne l’interno. L’ora del ritorno ormai si approssimava ed il gruppetto si diresse verso l’autobus dove già era riunito il resto dei compag ni. Lontani gli uni dagli altri gli amici non riuscirono a parlare molto dell’accaduto. Nei giorni successivi però la notizia si diffuse, ne parlarono addirittura al telegiornale! Purtroppo però in poco tempo tutto tornò come prima ed il mattino mentre attendevano lo scuolabus sulla piazza i ragazzi giocavano a pallone e le ragazze parlavano tra di loro e si tenevano lontane dagli amici. Qualche volta però i loro sguardi si incrociavano sopra quelli degli altri, in fondo tra loro c’era un seg reto che li legava e li avrebbe uniti ancora. CRAINFORMA 43 C U LT U R A L A N U O VA S TA G I O N E T E AT R A L E TEATRO COMUNALE “GIUSEPPE VERDI” DI BUSCOLDO Inaugurata con successo la nuova Stagione Teatrale i nizia una nuova stagione lirica. Un lungo e ricco programma di spettacoli che ci accompagnerà da ottobre 2007 ad agosto 2008. Il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” si è presentato ufficialmente al pubblico Domenica 14 Ottobre con la descrizione di tutta la Stagione e, come è ormai tradizione in questi ultimi anni, è seguito un suggestivo Concerto Lirico con il famoso Tenore Vincenzo Puma circondato dai vincitori del Concorso internazionale di Canto Lirico “ Ismaele Voltolini”, durante il quale si sono ascoltate le romanze e i duetti più significativi delle Opere in programma durante l’intera Stagione Lirica. Ancora una volta il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” conferma di essere motore culturale del nostro territorio e non solo. Durante la nuova Stagione Lirica, che è stata inaugurata venerdì 19 ottobre con il grande titolo verdiano “Macbeth”, sul palcoscenico si alterneranno momenti tra tradizione e novità, tutti di prestigio e con grandi artisti. Per offrire occa- 44 CRAINFORMA PROGRAMMA Venerdì 19 Ottobre - ore 20.30 Domenica 21 Ottobre - ore 16.30 MACBETH Opera in quattro atti di Giuseppe Verdi Venerdì 16 Novembre - ore 20.30 Domenica 18 Novembre - ore 16.30 RIGOLETTO Opera in tre atti di Giuseppe Verdi Giovedì 27 Dicembre - ore 20.30 CLASSICHE ARMONIE - Gran Galà di Fine Anno con l’Orchestra e il coro di Sibiu - Romania Domenica 27 Gennaio - ore 16.30 Domenica 3 Febbraio - ore 16.30 LA VEDOVA ALLEGRA Operetta in tre Atti di Franz Léhar Domenica 17 Febbraio - ore 16.30 Domenica 24 Febbraio - ore 16.30 AL CAVALLINO BIANCO Operetta in due atti di Ralph Bénatzky Venerdì 7 Marzo - ore 20.30 Domenica 9 Marzo - ore 16.30 FIORE DELLE HAWAII Operetta in tre atti di Paul Abraham sioni di divertimento, di scoperta, ma anche di riflessione e soprattutto di emozione. “La grande e straordinaria risposta, che l’anno scorso il pubblico ci ha riservato, è stata il miglior apprezzamento tangibile delle scelte fatte, spronandoci a proseguire per migliorare sempre più il cammino artistico”. Anche in questa stagione verrà dato spazio ai più piccoli, attraverso la programmazione di “Mantova e il suo Rigoletto” e il famoso Musical “Grease”; le altre Opere in programma: Rigoletto, Tabarro e Suor Angelica, Tosca, sono state scelte per accontentare le esigenze espresse sia dai giovani che dagli anziani, affinché il Teatro possa essere per tutti anche momento di incontro, aggregazione e conoscenza di un bellissimo mondo, quale è quello culturale. Gennaio, febbraio e marzo saranno dedicati alle Operette, con la rappresentazione de “La Vedova Allegra”, “Al Cavallino Bianco” e la novità “Il Fiore delle Hawaii”. Immancabile il Concerto di fine anno con l’Orchestra Filarmonica di Stato di Sibiu - Romania con i famosi Valzer degli Strauss. Domenica 6 Aprile - ore 16,30 TABARRO - atto unico SUOR ANGELICA - atto unico dal Trittico di Giacomo Puccini Con l’augurio che la nuova Stagione Artistica possa rispondere ancora una volta alle aspettative del pubblico, grazie anche al contributo ed all’attenzione riservati al nostro Teatro Comunale da parte di Mantovabanca 1896 Credito Cooperativo, a tutti: buon divertimento! Domenica 17 Agosto - ore 21.00 Basilica Santuario Santa Maria delle Grazie Musica Sacra in Santuario Pietro Mascagni - MESSA DI GLORIA Per soli Coro e Orchestra 8 - 9 - 10 - 11 Maggio XXIV CONCORSO INTERNAZIONALE DI CANTO LIRICO “ISMAELE VOLTOLINI” Sabato 31 Maggio - ore 21.00 Montanara - Palazzo Zanetti CAVALCABÒ ATTILA Opera risorgimentale di Giuseppe Verdi 160° anniversario della Battaglia di Curtatone Montanara Lunedì 14 Luglio - ore 21.15 Buscoldo - Piazza Lombardelli - Lirica d’estate TOSCA Opera in tre atti di Giacomo Puccini CRAINFORMA 45 C U LT U R A E V E N T I A M A N T O VA LO SPLENDIDO SCENARIO DI PALAZZO TE HA OSPITATO IL 6 OTTOBRE SCORSO, UN’IMPORTANTE CONVEGNO DEDICATO ALLA “BUONA” ARCHITETTURA L’Architettura come percorso multidisciplinare Mario Botta, Dante O. Benini, Cesare Maria Casati sono solo alcuni dei grandi architetti italiani che hanno partecipato al convegno mantovano. Prima della chiusura del meeting, alla presenza del sindaco Fiorenza Brioni, è stato consegnato il Vergilius d’Oro 2007, un riconoscimento creato ed istituito per premiare i progetti di architettura più esemplificativi. 46 CRAINFORMA S abato 6 Ottobre 2007 presso Palazzo Te si è svolta una giornata di confronto sul tema dell’Architettura intesa come percorso multidisciplinare cui hanno partecipato, in qualità di relatori, gli architetti di fama internazionale Dante O. Benini e Mario Botta. Moderatore del confronto l’Architetto Cesare Maria Casati, Direttore Responsabile de L’Arca e Arca Plus che aprendo i lavori, ha delineato i “tratti somatici” che contraddistinguono Dante Benini e Mario Botta. Di loro, Cesare Maria Casati, ha detto: “abbiamo la fortuna di avere due amici che nonostante la loro fama, non appartengono allo star system. Ambedue rendono onore alla qualità italiana; Mario Botta pur essendo Svizzero lo consideriamo italiano per gli studi compiuti a Milano e Venezia. Rappresenta l’innovazione nel rispetto della tradizione, nell’uso della materia; non dimenticando però l’epoca in cui viviamo e tutte le opportunità che le scoperte scientifiche mettono a disposizione anche dell’architettura. Dante Benini, ogni suo lavoro è una “sperimentazione azzardata fi no a proporre spazi improponibili”. Due modi differenti, quelli di Botta e di Benini, di interpretare il lavoro di architetto in un’epoca caratterizzata da situazioni incredibili: da una parte la scienza che viaggia a velocità stratosferiche anche nell’offerta di nuovi materiali e componenti, dall’altra le problematiche legate allo sviluppo incontrollabile della popolazione, agli spazi rurali che cedono spazio all’urbanistica per la costruzione di megalopoli. In Italia, l’architettura del futuro dovrà confrontarsi con i temi dell’ambiente, dell’inquinamento, dell’energia; dovrà occuparsi di spazio urbano per rendere vivibili le città. Tutto questo sarà possibile solo se la popolazione e le Istituzioni comprenderanno i reali bisogni e i valori della nostra civiltà: non si può continuamente guardare al passato, l’architettura contemporanea è espressione della nostra civiltà, della nostra epoca, dei nostri tempi. Mario Botta si dichiara per la tradizione. Invita a fare attenzione alle lusinghe del progresso tecnologico. La necessità di abitare dell’uomo è un bisogno primitivo e quindi, nel rispetto dell’epoca in cui si vive, occorre non perdere di vista il bisogno reale. Tra globale e locale, la nostra epoca ha vissuto una trasformazione che mai, nella storia dell’uomo, c’era stata e che ha comportato una complessità di situazioni difficili da gestire; occorre non dimenticare che la velocità di trasformazione porta anche all’oblio della società. Questo lo si riscontra ogni giorno: siamo una società che non è in grado di vivere ai giorni nostri taluni valori primordiali che invece sussistono nella disciplina del costruire. La casa rimane nel subconscio dell’uomo un bisogno primordiale; la casa non è unicamente un modo tecnico di vivere lo spazio ma rappresenta dei valori. In questo contesto il lavoro dell’architetto è quello di colui che trasforma un territorio geografico con memoria del passato e dei valori. La consapevolezza dei valori dell’habitat devono essere necessariamente trovati nel locale, le intuizioni architettoniche devono passare attraverso un vissuto, una storia che ci appartiene: il più povero dei centri storici ha più qualità di vita delle periferie di città perché nei centri storici la gente riconosce la propria identità. Per Mario Botta, l’avanguardia non deve diventare un alibi per non assumere responsabilità nel costruire; si può costruire per l’uomo o per le leggi della speculazione: entrambi sono modi di costruire, ma molto diversi. Dietro ad ogni modo ci sono ragionamenti, dietro a tali ragionamenti ci sono valori etici e non valori. Dante O. Benini, invece, inizia il proprio percorso professionale partendo dall’industria. Nel fare architettura, Benini si chiede come possono i lavoratori passare anche 12 o 13 ore nel medesimo posto e andarsene contenti. La ricerca, l’innovazione, La sala della convention e i partecipanti La consegna del Vergilius d’Oro da parte del sindaco di Mantova all’architetto M. Botta La medaglia simbolo del Vergilius d’Oro la sperimentazione architettonica diventa quindi il mezzo per raggiungere la fi nalità del benessere dei lavoratori, per contenere i consumi energetici. Grande, nel modo di progettare di Benini, è il ricorso all’illuminotecnica, alle trasparenze per permettere alla gente di impossessarsi di ciò che vede. L’occulto crea il disagio. Al termine degli applauditissimi interventi, sono seguiti i pubblici riconoscimenti. Il Sindaco di Mantova, ha offerto agli Architetti un dono quale riconoscenza della città per il loro lavoro e per la speranza trasmessa con le loro parole affi nché Mantova, candidata per CRAINFORMA 47 il 2008 al riconoscimento UNESCO, ce la possa fare, perché la “bellezza” deve essere un diritto che ogni cittadino può esercitare quotidianamente. Il Sindaco di Asola, a nome dell’intera municipalità, manifesta i sentimenti di orgoglio nei confronti di Monotile, azienda ubicata ad Asola che si distingue oltre che per la propria produzione anche per la cultura, per le idee di sviluppo dell’uomo e del suo territorio, come dimostrato nell’organizzazione e promozione di una giornata all’insegna della “buona architettura”. Il Sindaco, Dottor Calcina, ha conferito a Benini e Botta la medaglia d’oro città di Asola per aver apportato, con la loro partecipazione al convegno, un significativo e fondamentale contributo alla crescita dell’azienda asolana Monotile. Un apprezzamento particolare è stato rivolto al Signor Giancarlo Lui, amministratore unico della Società. Il Presidente dell’Associazione Amici di Palazzo Te e Musei Mantovani, dott. Italo Scaietta, conferisce a Benini e Botta il Vergilius d’oro, appositamente istituito per questa occasione, per “aver testimoniato con le proprie opere e il proprio lavoro che l’architettura contemporanea è una sintesi delle riflessioni e delle culture rivolte a migliorare l’umanità. Le loro architetture interpretano la modernità tessendo percorsi multidisciplinari che portano con sé la consapevolezza del progetto, dei luoghi come tramite tra storia e futuro”. L’evento è stato patrocinato da Comune di Asola, ALA Assoarchitetti, IDD Design for all, promosso e organizzato dall’ordine degli Architetti di Mantova in collaborazione con Monotile e con il contributo di Mantovabanca 1896. 48 CRAINFORMA C U LT U R A T R A D I Z I O N I R I S C O P E RT E Dopo un decennio rivive a Isorella il Palio delle Contrade Grazie all’impegno dell’Associazione Pro Loco Isorella si sono svolte numerose iniziative per la comunità tra queste il Palio delle Contrade. N el novembre del lo scorso anno a Isorella è stata fondata l’associazione Pro Loco e ne è stato eletto il consiglio direttivo composto da sette membri che ricoprono le seguenti cariche: Rudy Balzani - Presidente Ilaria Ciocchi - Vice Presidente Gloria Bargigia - Segretaria Claudia Regonaschi - Cassiera Rossella Balzani - Consigliere Alessandra Fioretti - Consigliere Marazzi Luca - Consigliere. Nonostante il breve percorso di vita la Pro Loco Isorella negli ultimi mesi è stata al centro di eventi importanti per la vita della comunità. Lo scorso luglio, in collaborazione con l’Oratorio e grazie al gentile contributo di Mantovabanca 1896, si è impegnata a far rivivere il “Palio delle Contrade”, evento principe di tante estati isorellesi ma trascurato da più di un decennio. La Pro Loco Isorella è stata inoltre fra i protagonisti delle celebrazioni per il trecentenario della Chiesa parrocchiale di Isorella che si sono svolte tra il 19 e il 28 ottobre riscuotendo grande successo e partecipazione. L’associazione isorellese ha già in cantiere nuove iniziative per il 2008 che spera di poter realizzare incrementando il numero di iscritti e confidando sull’appoggio di chi sin dai primi passi si è mostrato nei suoi confronti disponibile e generoso. CRAINFORMA 49 VIAGGI IL MESSICO DELLE CITTÀ COLONIALI Colori e nuvole LA RUTA DE LA PLATA { La strada dell’argento } Il Messico del nord fra basse montagne e città coloniali, alla ricerca del nobile metallo. Un viaggio affascinante e avventuroso fra località fantasma e miniere abbandonate, dove i padroni si arricchirono a spese della povera gente, costruendo in cambio chiese e cattedrali barocche piene d’oro e di santi. Fotografie e testi di Ermanno Prandini 50 CRAINFORMA Real de Catorce Dalla città fantasma di Real si sprigiona un’atmosfera magica. Situata su un’altura di 2.750 metri della Sierra Madre Oriental, la località sta vivendo una seconda vita. Fu a suo tempo una città mineraria, con ben 40.000 abitanti che la abbandonarono quando i fi loni d’argento, d’oro e di altri minerali pregiati si esaurirono, allorché le viscere della terra si resero improduttive come il ventre di una madre che ha partorito troppi figli. La città si spopolò, la febbre dell’oro passò e la località cadde in rovina e nell’oblio. Solo il vento rimase a soffiare, incessante, sui ruderi delle case e sulle arse pietraie. Ed è ancora il vento che soffia ora, strappa i cappelli, percuote le imposte e fa rotolare i barattoli di latta. Porta in alto, nelle notti di luna, il raglio degli asini, i latrati dei cani e la polvere della Plaza de Toros. Arroccata come un nido d’aquila, la città è raggiungibile solo attraverso uno stretto tunnel scavato nella montagna. Fu un passaggio sotterraneo usato dai lavoratori per recarsi in miniera. Simulacri a Real de Catorce Ora i gringos americani hanno fiutato l’affare e, investendo ingenti somme, intendono farla rinascere sotto il profilo turistico: ecco allora che il vecchio tunnel è gestito da guardiani muniti di strumenti per regolare il traffico a senso unico alternato. Nascono negozi, fioriscono ristoranti, anche i colori della bandiera italiana sono esibiti per vendere le pizze e le nostre pietanze. Si riaprono vecchie e polverose osterie, con cigolanti ed arrugginite insegne, con biliardi dai tappeti sbiaditi e consunti. Si esibiscono vistosi cartelli che invitano a scommettere sui galli da combattimento. I luoghi di culto respirano aria nuova. Riaperti e spolverati, i santi vestiti di stoffe nuove sono venerati dai pellegrini che giungono a frotte a scadenze fisse. Pure San Francesco d’Assisi è un santo nato qui, dicono... e il 4 di Ottobre di ogni anno viene festeggiato. Un vecchietto del posto racconta che nelle notti scure e ventose, se tendi l’orecchio si odono i lamenti dei minatori morti per troppo lavoro: le loro voci corrono ancora nel vento che flagella Real de Catorce. Zacatecas A nord ovest di Città del Messico si estende una regione montuosa dal clima secco e temperato. La parte meridionale dell’altipiano centrale è ricca di giacimenti d’argento ed altri metalli nobili. È qui che gli spagnoli dettero sfogo alle loro ambizioni colonialiste. Fecero estrarre dalle viscere della terra il materiale prezioso, sprecando migliaia di vite umane. Indios, Aztechi e Chichimechi, piegati con offerte di cibo ed indumenti, vivendo in schiavitù, morivano come mosche di malattie, stenti e fatiche inenarrabili. I potenti di allora si inchinavano devoti ai pizzi degli altari, ringraziavano Dio di averli fatti arricchire e i meschini, in dono a tanta grazia, costruivano cattedrali sempre più ricche e sontuose. Fecero venire dalla Spagna orde di missionari che, armati di croci e rosari, diffondevano il cattolicesimo e si ingrassavano all’ombra delle chiese. Intanto, convoglio dopo convoglio, l’argento prendeva la via di Città del Messico, dove altri potenti si arricchivano. Più gente moriva per questa causa, più chiese si costruivano. Forse è anche per questo motivo che il Messico è il paese che detiene il primato di maggior possessore di luoghi di culto nel mondo. Nel X I X secolo venti di rivoluzione e di ca mbia mento cominciavano a spirare. Pancho Villa ed Emiliano Zapata, assieme ad altri eroi, diedero vita alla famosa rivoluzione messicana. Zacatecas fu liberata dal dominio spagnolo. La gestione della città passò in mano ai legittimi Notte Insonne cittadini e, da allora, alLe pesanti coperte cune miniere sono rimacoltre di spine, ste in funzione, altre defantasmi di lino finitivamente chiuse ed le bianche lenzuola, la tremula fiamma rischiara utilizzate per allestirvi le antiche ferite del muro. luoghi di divertimento, Un ragno tesse la tela, quali discoteche e bar. il ramo d’edera tenace Il territorio di Zacateallunga i tentacoli sull’intonaco sconnesso. cas, costituito da un’arida ed aspra distesa di È notte, non dormo, terre incoronate da miascolto il vento che, furioso, stanotte spinge nere grasse nuvole lioni di cactus, è situato che smorzano le stelle. ai margini di una delle Brandelli di cielo verniciati regioni semi-desertiche di indaco incerto, sono appesi sopra i tetti e i campanili del Messico. della città. Adagiata in una conca, dominata da un’altura Dalla mia torre di silenzio osservo vaghe lucciole gommate che incombe chiamata muoversi frettolose nel fantastico Cerro de la Bufa, la città caleidoscopio d’asfalto. è collegata da una telefeBianche, capricciose volute di fumo passano oltre la finestra chiusa, rica che parte dall’uscita si sfilaccino più in là della miniera El Eden e contro le barriere del vento. arriva all’apice del proDita sapienti pizzicano le corde di un’arpa montorio sul quale troche snocciolano note musicali come grani di rosario. neggiano alcuni monuLa melodia libera, senza freni menti, quali la scultura trafigge le sconnesse assi del soffitto. in bronzo di Pancho VilLa notte fonda non vuole finire ma l’alba che viene dal monte la, una chiesa bianca ed incalza prepotente, fra poco farà chiaro. un Osservatorio. Il giorno spegnerà le luci della notte, Sotto si stende la città e gli occhi spossati ed arrossati troveranno riposo. vera e propria che lamErmanno Prandini bisce le basse montagne che la circondano: i campanili, i conventi adibiti a musei e tante calli che convergono verso la piazza centrale, il centro storico con palazzi importanti in stile barocco messicano, la cattedrale in pietra rosa nello stesso stile, sfociato poi nella fase Churrigueresca che preceCRAINFORMA 51 VIAGGI IL MESSICO DELLE CITTÀ COLONIALI CHI È ERMANNO PRANDINI? Ermanno Prandini nasce a Ceresara il 26/01/1944. Dopo un ventennio dedicato alla pittura con mostre personali e collettive, negli anni ottanta approda alla fotografia. Nel 1994 entra a far parte del fotoclub Asola, partecipando attivamente al gruppo con mostre e proiezioni collettive. Partecipa a concorsi sia in Italia che all’estero. Nel 1995 vince il primo premio fotografico a Moglia, ripetendosi l’anno successivo. Compie un tris nel 1997 con il secondo premio sempre a Moglia. Nel 1996 mette a punto la prima serata di proiezione personale di cento immagini con l’abbinamento di brani di poesie e musiche al pianoforte dal titolo “La danza della vita”, cui segue nel 1997, la seconda serata dal titolo “Pare salire al cielo”, terminando così un lavoro sognato. Il 31 Maggio 1998, presso la residenza municipale in Asola si è tenuta una terza proiezione di centocinquanta immagini un pò fantastiche intitolata “Il canto delle sirene”. Uscito dal fotoclub Asola, ora fa parte di un nuovo gruppo di fotoamatori denominato “La luna e sei soldi”, con il quale ha realizzato alcune mostre collettive, in provincia di Cremona e di Brescia. Vive e lavora ad Asola in via G. da Asola n° 65. Ha all’attivo numerosi viaggi: Yemen: Sulle orme e con il popolo della Regina di Saba. Baja California: Da Chihuaua al Pacifico. Mexico: Orizzonti Maya e Aztechi. India: Misticismo e realtà. Egitto: All’ombra delle Piramidi. Perù: Un sogno Andino. Tunisia Nord: Dalle isole Kerkenna a Sidi Bou Said. Siberia e Mongolia: Dal lago Baikal alle steppe Mongole. Marocco: Thè alla menta alla Medina. Tunisia Sud: Sabbia e datteri. Cina: La via della seta. Giordania: I colori della Giordania. Anatolia Orientale: Dalle sponde del Tigri alle coste del Mar Nero. Portogallo: Nella Terra del Fado. Libia: Con i Tuareg nel deserto. 52 CRAINFORMA Amore e costruzioni, Zacatecas Mella Calle a Guanajuato Las ñiñas, Guanajuato dette la fine della costruzione. Si incontra poi una piazza con uno splendido mercato coperto, cuore pulsante della città e il museo Rafael Coronèl, con la raccolta di 2.000 maschere utilizzate nei rituali e nelle danze tradizionali messicane. Zacatecas ha anche dei meravigliosi dintorni. La Quemada, sito archeologico che dista dal centro circa 45 chilometri, è situata in collina, al Piovve centro di un’ampia Il cielo ruppe le acque, valle dalla quale si senza dolore partorì domina la campagna molte stelle d’acqua. bagnata da un lago e Piovve forte quella notte, la strada per Guadapiovve la notte intera, lajara. piovve come fa quando l’acqua Fu popolata all’incirscioglie le maschere di gesso. ca fra il 300 ed il 1200 Le rane gonfiarono d.C. dagli Aztechi, i salvagenti e non gracchiarono. durante le pereg riGli uccelli guardiani dei nidi nazioni verso la valle indossarono impermeabili di piume che sgocciolavano acqua dalle ali. del Messico. Le tracce di un vasto incendio Le stelle liquide, regine dei tetti, indicano che la città polverizzarono le punte sulle ondulate tegole che vomitarono acqua in ondeggianti rivoli. ebbe una fine violenUmidi applausi salirono con fragore ta. Da qui, il nome di dal sottostante selciato, Quemada (bruciata). diventato un frettoloso torrente che trascinava con sé fradice piume, Le luci del crepustracci ammuffiti e vecchi promemoria. scolo si accendono, la città indossa l’abito da Un lampione pianse lacrime blu sopra l’ombrello di un incauto passante. sera, splendente sotto Fradici colombi sui davanzali un cielo nero e senza e negli anfratti dei muri stelle. L’aria bassa ansi riassettarono le piume. nuncia il temporale, Insistente la luce di un luna park ammiccò uno di quelli che rovead un cielo nero ed indifferente. scia fiumi d’acqua. Infatti piovve tutta L’alba debole stemperò le tenebre. Sorpreso, il nuovo giorno scoprì la notte... una città slavata e fresca. Il campanile, la chiesa, le case circostanti si frantumarono in grandi occhi umidi tormentati dalla pioggia. Guanajuato Quando le prime luci della sera trasformano Guanajuato in Ermanno Prandini un grande presepe, dentro le chiese barocche immagini di santi dai tratti orgogliosamente spagnoli scivolano lentamente nel buio delle navate, in un’atmosfera velata di sottile malinconia. I suoni attutiti della città sembrano arrivare da un tempo molto lontano e le sontuose decorazioni degli altari raccontano un’altra storia, l’epopea favolosa e drammatica delle città dell’argento della Nueva España. Aggrappata sulle ripide pareti della barranca di Cuanaxhuata, il canyon della collina delle rane che gli indios Taraschi consideravano impraticabile, Guanajuato era periodicamente travolta dalle pie- Maschera popolare, Museo Coronel Zacatecas ne di un fiume che spazzava via uomini e cose. Ma dopo la scoperta della miniera di San Barnabè, nel 1548 gli Spagnoli non si sarebbero separati per nessuna ragione al mondo da questa arida montagna e dalle sue viscere: ben presto, Guanajuato sarebbe diventata la più ricca città mineraria del mondo, la terza metropoli dell’impero spagnolo dopo Città del Messico a La Habana. Un labirinto di gallerie dove un popolo di folli e di schiavi, che spesso risaliva solo per andare al cimitero, estraeva un terzo della produzione mondiale dell’argento. Sopra le loro teste, in una città dove secondo una popolare ballata “la vida no vale nada”, ricchezze smisurate nello spazio di una generazione rivaleggiavano nella costruzione di palazzi in pietra rosata e grandi chiese che, secondo la leggenda popolare, sono state costruite con malta impastata di polvere d’argento. Sicuramente anche con il sangue di generazioni di indios che morivano come le mosche, stroncati da ritmi di lavoro disumani. Esempio tra i più fulgidi di quello stile è la chiesa di San Caetano, con i suoi altari ricoperti di lamine d’oro, costruita nel 1760 per ordine di Don Antonio de Obregon y de Alcocer, Conde de la Valenciana, felice proprietario dell’omonima miniera che da sola produceva un quinto dell’argento in circolazione dell’epoca. Il risultato di questa esuberanza è una città dichiarata dall’Unesco “patrimonio CRAINFORMA 53 VIAGGI IL MESSICO DELLE CITTÀ COLONIALI Taxco, paesaggio dell’umanità”, un pezzo di Spagna con ricordi di Toscana e Provenza, fatta di calleiones, strettissimi vicoli dove i balconi sembrano toccarsi, e scalinate che sbucano su scorci improvvisi dove il sole e l’ombra ridisegnano un’architettura che ricorda le geometrie impossibili di Escher. Un tessuto urbano surreale in cui uno sgangherato camioncino su cui troneggia l’improbabile insegna “un mundo de illusiones” può sbucare all’improvviso da una nera voragine che sembra quasi una magica porta tra il precolombiano inframundo, il mondo di sotto, e il nostro. Ma è solo un’uscita della sub terranea, il labirinto di tunnel che attraversa la città lungo il vecchio percorso del fiume, un passaggio scuro di volte annerite che può aprirsi inaspettatamente su una piazzetta inondata dal sole, dove i bambini giocano a palla tra muri colorati. Qui, in una piccola casa rossa, lungo un vicolo ricoperto di ciotoli, è nato Diego Ribera, il più celebre muralista messicano, che deve aver respirato fin da bambino l’anima di questa città, dove l’allegria si intreccia ad un onnipresente senso di morte. Un’anima che qui ha addirittura una sorta di santuario nel Museo de Las Momias, vera e propria galleria dell’orrore dove serissime guide spiegano che le mummie venivano selezionate da un’apposita commissione che sceglieva i soggetti più curiosi: dal feto più piccolo del Messico, al cadavere del soldato rivoluzionario, all’assassino più efferato. Il tutto in un crescendo che affascina le famigliole che hanno pazientemente atteso il proprio turno tra suonatori di ballate popolari e radio che sparano a tutto volume cronache sportive. 54 CRAINFORMA Intanto sul piccolo zocalo triangolare coperta di alberi, la Plaza de la Uniòn, les estudiantinas, le orchestrine universitarie di tradizione spagnola, suonano tra le colonne doriche del teatro Juarez. All’interno, in una vuota penombra, il sipario cremisi che riproduce un fantasioso corno d’oro, diventa quasi il simbolo di questa città drammatica e intima nello stesso tempo, l’ammaliante sirena da cui non riesci a stare troppo a lungo lontano. (brano tratto dalle note di Enrico Martino) San Miguel de Allende Le più affascinanti città legate ai baroni dell’argento, sono quelle sgranate lungo l’antico Camino Real de la Tierra Adentro, che collegava le ricche miniere di Guanajuato e Zacatecas alla capitale, sorte spesso come posti di tappa lungo le strade dell’arido altipiano, per difendere le carovane di muli carichi d’oro e d’argento da assalti di indiani e banditi. Oggi sonnecchiano all’ombra di grandi angeli di pietra, che sembrano ancora proteggere gli abitanti. A San Miguel de Allende, vera quinta teatrale adagiata lungo il fi anco di una collina, i grandi conventi sono diventati istituti culturali e gli antichi palazzi ospitano antiquari, ristoranti e alberghi. Qui c’è la più forte concentrazione di intellettuali “gringos” a sud del Rio Grande e, tra i ragazzi in piazza che saettano sguardi languidi sulle bellezze locali, si aggira un popolo di pensionati del Michigan e artisti di New York. Su tutti veglia, benevolo, l’assurdo campanile in stile gotico-Disneyland della parrocchia, opera di Zelferino Gutièrres, scalpellino autodidatta del secolo scorso, affascinato dalle stampe europee che mostravano orgogliose cattedrali irte di guglie e pinnacoli. Il fascino di San Miguel de Allende, popolarmente chiamata “Gringolandia”, resiste a tutte e due le culture, che spesso più che incontrarsi si sono scontrate senza conoscersi. Qui riescono a dare il meglio di sé scrittori, pittori e poeti che hanno pensato bene di mettere le radici a San Miguel, o pensano di morirci come Neil Cassidy, protagonista del mitico “On the Road” di Jack Kerouac, travolto da un treno nel 1968 mentre camminava sui binari della ferrovia per Celaya. (brano tratto dalle note di Enrico Martino) Tutto questo fervore artistico gira intorno allo zocalo, il fulcro della città, e all’ombra fresca dei portici dove donne indio cuciono munequitas, bamboline da vendere ai passanti. Sulle verdi panchine di ghisa intorno alla piccola piazza riposa la gente di San Miguel. Q u i si i ncont r a no vend it or i di ogni genere di cose, carichi di ceste e borsoni. “Solo un peso, amigo, solo un pesìto para comèr” chiede una bambina con in braccio la sorellina più piccola. San Miguel, come le altre città, vive alla giornata, Venditore fra le sue chiese, le a Guanajuato strade in salita, le case colorate e le osterie che ricordano i saloon americani. Più distante, fuori città, uno stupendo giardino botanico ospita piante e cactus meravigliosi che si stagliano contro il cielo, gravido di temporale. Quando le stelle tremano nel cielo nero e la luna fa lo slalom fra i nuvoloni, l’aria fresca spazza le vie rese lucide dalla recente pioggia. Regna un’atmosfera veramente particolare, lo è ancora di più se la chitarra di qualche mariacho suona al chiarore della luna. Taxco Le città dell’argento sono tante, con anime molto diverse fra loro, da Zacatecas con le sue grandi miniere perse nell’altitudine dell’altopiano, a Taxco, legata alla leggenda straordinaria di Don Josè de la Borda, gentiluomo francese di belle speranze trasformato in uno degli uomini più ricchi delle Americhe dalla caduta del suo cavallo, letteralmente inciampato in una vena d’argento. Uomo molto pio e geniale, inventore di nuove tecniche estrattive, pensò di sdebitarsi con il buon Dio regalando a Taxco la cattedrale di Santa Prisca, troneggiante fra grappoli di case affacciate su una fitta ragnatela di vicoli. Le miniere dissanguate da generazioni di cercatori, sono esaurite, ma la città ha scoperto un nuovo filone, l’artigianato dell’argento reinventato negli anni Trenta dall’americano William Spratling. (brano tratto dalle note di Enrico Martino) Taxco: las Grutas, nel ventre della balena pietrificata Taxco non è solo argento e taxi bianchi che corrono impazziti come tante cucarache lungo le tortuose calli lastricate di sassi della città. Aggrappata alla montagna come un enorme ragno, Taxco allunga i suoi tentacoli oltre il centro storico, al di là delle sue chiese con campanili appuntiti, per giungere sulle verdi montagne che la incoronano. La località di Cacahuamilpa, famosa per le sue grotte, ci accoglie nella tarda mattinata. Un viaggio nel ventre della montagna simile ad una grossa balena pietrificata, venuta a morire in questo posto lontano dalle acque della Baja California. La grande bocca spalancata con scale dentate ci accompagna all’interno del ventre. Una lunga passatoia bordata da piccole e soffuse luci, ideale spina dorsale, scorre lungo tutto il corpo. Stalattiti e stalagmiti grondanti umidità brillano alla luce delle torce. Immagini immobili ed inquietanti escono dalla penombra per scomparire quasi subito. Un susseguirsi di aggrovigliati intestini, contorti da secolari spasmi, si alternano a teste di fauni, caproni e dèi innominabili che sbucano dalla penombra tiepida e gocciolante, filamenti sottili dai riflessi d’argento, alberi pietrificati, foreste di sasso e di tenebra. Dee diafane con abiti di pizzo traforato e leggero, ricamato a foggia di cristalli di ghiaccio, appaiono sospese nel cerchio di luce della torcia. Il gioco di luci ed ombre trasforma poi i personaggi in enormi bottiglie di birra spumeggiante e viscida. Giacimenti di calcare di salgemma brillano per pochi istanti e poi tornano nelle tenebre. In una grande sala, al centro del cetaceo, un grosso filone d’argento brilla come un cielo con la via lattea. Angeli senza ali sospesi al soffitto, altri assisi tranquilli su propaggini calcaree, ci guardano attoniti dall’alto. Si riduce lo spazio, qualcosa ci fa capire che siamo giunti in coda al mammifero di pietra, non resta che tornare. Grandi ombre ci rincorrono furtive e scompaiono quando, sulle scale dentate, guadagnamo l’uscita. CRAINFORMA 55 SPORT ASOLA SCI L’olimpico Manuel Pietropoli in allenamento Asola Sci: al via la nuova stagione Cresce il numero delle adesioni alle iniziative proposte da Asola Sci. Per la stagione 2007-2008 grandi novità: un corso di snow - freestyle e tante promozioni. D a sempre Asola Sci opera con il principale intento di aggregare gruppi di persone, di qualsiasi età, per un sano divertimento, e avvicinare i giovani ad una attività sportiva diversa e scomoda da praticare nei nostri paesi. L’impegno costante e la condivisione delle idee programmatiche dei dirigenti di Asola Sci ha consentito di inserire nel programma, sempre nuove e importanti attività. Il nuovo progetto è iniziato due anni fa con la stagione 2005/2006 orientando i maggiori sforzi e risorse verso i ragazzi delle scuole elementari e medie con il coinvolgimento delle famiglie già dalla fase organizzativa di inizio stagione. Il corso di Sci e Snowboard per bambini e ragazzi fi no a 14 anni - organizzato presso la scuola sci “Costa 2000” di Folgaria - ha visto, nella stagione 2006/2007, la partecipazione di ben 32 ragazzi, più del doppio rispetto ai 15 della stagione 2005/2006 quando l’iniziativa promozionale rappresentava un’assoluta novità. Gli sforzi organizzativi dei dirigenti dello sto- 56 CRAINFORMA rico sodalizio, con sede presso il centro sportivo Schiantarelli ad Asola, e la fattiva collaborazione intercorsa con l’Istituto Comprensivo e la Direzione Didattica di Asola, il patrocinio dei comuni di Asola e Casalmoro e le preziose sponsorizzazioni dei diversi operatori della zona, stanno riscuotendo notevoli consensi e registrano adesioni anche dai paesi limitrofi. La comitiva in trasferta, raggiunge mediamente il numero di 80 persone. Famiglie intere (genitori, nonni ecc.) trascorrono le giornate sulla neve condividendo con soddisfazione l’organizzazione tecnica e lo spirito aggregativo che caratterizzano il gruppo Asola Sci. Alcuni genitori, stimolati dai bambini stessi e tranquilli per la buona organizzazione, da semplici accompagnatori, hanno scoperto la loro passione per lo sci e iniziano anch’essi a prendere lezioni come principianti. Tant’è che quest’anno è stato programmato un corso di sci specifico riservato ai genitori in contemporanea al corso dei ragazzi. Tutti avranno, poi, la possibilità di migliorare l’apprendimento delle tecniche partecipando al PROGRAMMA GITE 07-08 Folgaria 21/01/08 - 27/01/08 - 10/02/08 - 17/02/08 partenza Asola 7.20 - Casalmoro 7.30 - Acquafredda 7.40 il rientro è previsto ad Asola entro le ore 18.00 Moena - Alpe Lusia 22/12/07 (sabato) Fai della Paganella 05/01/08 (sabato) Pampeago 13/01/08 - 24/02/08 - 02/03/08 - 09/03/08 partenza Asola 6.20 - Casalmoro 6.30 - Acquafredda 6.40 il rientro è previsto ad Asola entro le ore 19.30 Festa sociale 10 maggio 2008 TARIFFE • Tessera sociale con F.I.S.I. 40 euro • Promozione scuola sci Folgaria per bambini - 4 domeniche (20 e 27 gen. 08 - 10 e 17 feb. 08) pullman + 2 ore di maestro 55 euro - 4 domeniche pullman genitori e famigliari accompagnatori (+tessera socio sostenitore non sciatore 15 euro) 50 euro - corso di sci per genitori (obbligo di tessera) 100 euro • Pampeago - scuola sci e snowboard perfezionamento - 3 domeniche (24 feb. 08 - 2 e 9 mar. 08) pullman + 2 ore di maestro 90 euro Folgaria: premio per i ragazzi dopo l’entusiasmante gara di fine corso • Pullman gita domenicale a persona sconto famiglia: 3 persone 4 persone 15 euro 40 euro 50 euro • Abbonamento singolo per gita domenicale 4 domeniche 6 domeniche tradizionale corso di sci, iniziato 20 anni fa, presso la scuola sci di Pampeago. Diversi ragazzini, coordinati dal maestro Riccardo Affò, seguono il corso di snowboard con la speranza di imitare il nostro campione Manuel Pietropoli, ragazzo di 17 anni, nostro associato, che dopo aver partecipato alle olimpiadi invernali di Torino 2006 nella specialità Half Pipe ora è entrato a far parte della nazionale italiana di sport invernali. Il talento di Manuel è stato scoperto all’età di 6 anni, ed è tutt’ora seguito dal maestro nostro compaesano Riccardo Affò che imparò a sciare da bambino con Asola Sci. Altra novità introdotta negli ultimi anni è la festa di chiusura della stagione, consistente in un semplice, ma molto cordiale, incontro conviviale aperto a tutti i soci e simpatizzanti, con la proiezione dei fi lmati che immortalano le immagini delle meravigliose domeniche trascorse sulla neve. La sempre più numerosa partecipazione dimostra l’apprezzamento per questa iniziativa che prolunga e completa, in allegria, la stagione sciistica. 50 euro 75 euro • NOVITÀ! Folgaria - corso snow freestyle Inoltre: convenzioni e sconto sui giornalieri per i soci. Per ulteriori informazioni: Giancarlo 338.1976535 - Franco 333.2093166 Omar 338.4669890 - Riccardo (snow) 335.6990844 Pampeago - Gara Sociale, trofeo 1° assoluto, Stefano Perini Premi per i più piccoli: Cristian Crescini e Arianna Malcisi CRAINFORMA 57 SPORT GIOCOSPORT 2007 GiocoSport 2 0 0 7 A fare una sintesi dell’attività motoria e giocosport dell’annata scolastica conclusasi nei mesi scorsi, si rischia di dare i numeri. Ma una porzione minima, per dovere di cronaca, ci spetta. Sarebbe più semplice ridurre tutto ad una parola: un successo! Il Giocosport è una straordinaria invenzione dell’Ufficio Scolastico di Mantova, felicemente esportata in quasi tutta Italia, in collaborazione con Regione Lombardia, Provincia di Mantova e Coni Provinciale, che da qualche anno coinvolge la quasi totalità delle Scuole Elementari mantovane. La provincia è stata suddivisa in vari distretti tra cui quello locale composto dai Comuni di Asola-Castelnuovo-AcquanegraCanneto-Casalromano-Casalmoro-Mariana M.-Redondesco, facenti capo a tre realtà scolastiche: D.D. Asola, IC Asola, IC Canneto. Per il quarto anno consecutivo, si è assistito ad un susseguirsi di manifestazioni locali, che da Dicembre a Maggio, hanno coinvolto 67 classi, con oltre 1.250 presenze-gara, riguardanti: i Percorsi Motori per classi I e II ad Asola e Canneto, il Ciclismo Ed. Stradale per classi III a Castelnuovo e Casalromano, il Gioco Rugby per classi IV e V ad Asola, il Gioco Pallacanestro per classi III ad Asola e Canneto, il Gioco Pallavolo per classi IV ad Asola e Casalromano, il Palio di Atletica per classi IV e V ad Asola e Acquanegra. Questi eventi sono stati preceduti da una serie di esercitazioni svolte nelle ore di Attività Motorie, con la presenza di esperti e maestre, dove i bambini hanno appreso le basi degli sport in un clima di costruttiva collaborazione fra compagni di classe. All’attività pratica in palestra, è divenuta una gradita consuetudine, abbinare un concorso di disegno in tutte le classi, riguardante il soggetto sportivo “Disegna lo Sport”. Dopo attenta analisi, l’apposita commissione, ha scelto il disegno eseguito da Francesca Ongarini della V C di Asola. Premio per la virtuosa autrice, quello di vedere la propria opera multicolore, raffigurata sulle oltre 1.200 magliette indossate in tutte le gare locali, frutto del munifico contributo di Mantovabanca 1896 e Check Point. Le varie classi vincitrici delle fasi locali, sono state protagoniste delle finali provin- a cura del Prof. Fabrizio Rossi - Referente Territoriale ciali denominate “ 12 giorni del Giocosport”, svoltesi nella seconda metà di maggio. Premesso che tutte le classi in viaggio-premio a Mantova, si sono ottimamente comportate e tutti i bambini/e hanno vissuto una significativa esperienza motoria; vogliamo segnalare un paio di prestazioni particolari. È quasi da Guinness la prestazione della classe III di Castelnuovo Asolano, 1° classificata nel Ciclismo Ed. Stradale. Tre volte sul podio più alto nelle tre edizioni svolte! Grazie in modo particolare alla ditta Emporiosport di Castelnuovo che ha sempre messo a disposizione delle classi ottime biciclette su cui prepararsi, oltre ad una evidente predisposizione dei castelnovesi, per le due ruote. La seconda citazione è per la classe V A di Acquanegra, che nella finale del Grande Palio di Atletica ha saputo conquistarsi un ottimo 5° posto su 16 classi finaliste. Miglior risultato di sempre nella specialità principale della kermesse provinciale. Mentre state leggendo questo articolo, il nuovo anno scolastico è abbondantemente iniziato e potete stare tranquilli che, già più di 1.300 bambini e bambine, nelle palestre scolastiche del territorio, si stanno impegnando con tutta la loro tipica e gioiosa esuberanza, affinché la loro classe sia “brava” a fare questo o quello sport, costruendo inconsapevolmente la loro abilità motoria, utile patrimonio per tutta la vita. CRAINFORMA 59 SPORT TRADIZIONI RISCOPERTE GLI ARCIERI DELLA UNA DISCIPLINA SPORTIVA CHE TRAE LA SUA ORIGINE DA TEMPI ANTICHI, AVVOLTA DALLA LEGGENDA DI PERSONAGGI EPICI 60 CRAINFORMA GIRONDA T ra le innumerevoli discipline sportive che si contendono l’attenzione, la passione, e t alvolt a la devozione, di noi contemporanei, ve ne sono alcune che possono vantare un’ascendenza antica e una storia a tratti ammantata di leggenda. Tra queste il tiro con l’arco ha certamente un posto d’onore, cui aggiunge un’aura particolare il sapore d’avventura e di cavalleria che sembra connaturato a tale antico esercizio. Da mezzo per procacciarsi il sostentamento e strumento bellico a nobile occasione di svago, o addirittura di elevazione spirituale, il tiro con l’arco ha accompagnato il cammino della civiltà (non solo occidentale), arrivando sino ad oggi pressoché integro, pur nella naturale evoluzione delle tecniche costruttive e dei metodi di apprendimento. Lo sviluppo tecnologico ha certamente lasciato tracce evidenti anche in quest’arte, ma in sostanza possiamo dire che imbracciare un arco e scagliare una freccia significa ripetere oggi un gesto ancestrale, giunto sino a noi attraverso una lunga, per quanto non incontrastata, tradizione. Una tradizione che produce risultati agonisticamente sempre più rilevanti, ma che si alimenta soprattutto del felice impegno di molti semplici appassionati. Ne potreste conoscere un piccolo ma attivo manipolo recandovi a Bozzolo. Qui ha sede e svolge la propria attività il gruppo “Arcieri della Gironda”, associato alla Polisportiva Bozzolese. Per prima cosa sciogliamo il piccolo mistero del nome. Santa Maria della Gironda è un’abbazia benedettina di fondazione medievale, pertinenza del Vescovo di Trento, i cui resti sopravvivono nelle immediate vicinanze di Bozzolo. La denominazione vuole così rendere omaggio a un periodo glorioso, se non proprio pacifico, dell’arcieria europea, e insieme manifestare un sincero legame con la storia del territorio. Costituitosi nel 1995, il gruppo conta attualmente 55 iscritti, 30 dei quali agonisti. Nutrita e agguerrita la schiera dei giovanissimi, cosa che fa ben sperare per il futuro della compagnia. Nei mesi più freddi si pratica in palestra, spaziosa e ben illuminata. Ma non appena il clima lo consente ci si sposta all’aperto, in un campo di tiro adeguatamente attrezzato e ben tenuto, posto nel complesso polisportivo di Bozzolo e gentilmente messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale. Com’è noto, la provincia italiana è ricca di iniziative e di fermenti e sa dare buoni frutti. I nostri arcieri ne sono l’ennesima prova. Gli agonisti, affiliati alla “Kappa Kosmos”, prestigiosa società arcieristica roveretana, gareggiano con ottimi risultati, talvolta di assoluta eccellenza. Notevoli soprattutto, grazie al prezioso lavoro degli istruttori, i successi nel settore giovanile, che ha cominciato a raccogliere allori con Alberto Germani, di Casalmaggiore, per poi giungere a qualificare ai campionati italiani del 2006 ben cinque giovani in diverse categorie, ottenendo tre medaglie d’oro e due d’argento. Altri atleti di Bozzolo si sono aggiudicati, in anni recenti, record nazionali e titoli regionali, sia individualmente sia a squadre. Tra i momenti di eccellenza ricordiamo pure la gara annuale che il gruppo organizza con la fattiva collaborazione della Polisportiva Bozzolese, e che è ormai divenuto un appuntamento importante tra gli eventi arcieristici nazionali, frequentato e apprezzato da atleti di ogni livello. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di atleti, tra i quali alcuni volti ben noti sulla scena arcieristica nazionale e internazionale. La prossima edizione sarà certamente l’occasione per rivedere all’opera veri talenti della disciplina, fianco a fianco di giovanissimi e veterani, ben preparati e altrettanto motivati. Ma, eccellenze a parte, nel tiro con l’arco c’è ampio spazio per chi intenda coltivare la propria arte per pura passione e con eguale soddisfazione, perchè il tiro è essenzialmente una sfida con se stessi, che non necessita che di un tiratore e di un bersaglio. Per coloro che intendono avvicinarsi a questa pratica, all’apparenza un poco esoterica, gli arcieri di Bozzolo propongono un percorso formativo per ragazzi e per adulti, ai quali vengono impartiti i primi rudimenti e fornita l’attrezzatura necessaria per le prime esperienze di tiro. Se la passione non manca, il neofita provvederà ben presto a fornirsi dell’occorrente necessario. Quanto al cammino ulteriore, a Bozzolo non mancano le occasioni di apprendimento, e i consigli amichevoli dei colleghi più esperti. In quest’ottica il gruppo lavora anche con le locali Scuole Medie. Disciplina mentale, controllo del gesto, fluidità ed efficacia del movimento: ecco gli elementi essenziali del tiro con l’arco, che lo rendono un ausilio utilissimo nella formazione, oltre che un gioco entusiasmante e un divertente passatempo. Nel lont a no 15 4 5 R og e r Ascham, umanista e precettore della futura Elisabetta I d’Inghilterra, raccomandando il tiro con l’arco come il più onesto degli svaghi, scriveva: “se tra tutti i passatempi ne cerchiamo uno che sia salutare per il corpo, piacevole per la mente, bello per ognuno da praticare, onesto per ogni altro da assistervi, conveniente per ognuno da incoraggiare, irreprensibile, adatto ad ogni età, persona e luogo, noi troveremo soltanto il tiro con l’arco, nel quale possono riunirsi tutte queste caratteristiche”. Se la cosa vi incuriosisce, e amate i sentieri poco battuti, a Bozzolo troverete persone che si danno da fare per dimostrare la validità dell’assunto. PER INFORMAZIONI > Guido Tabaglio Romprezzagno - Tornata Tel. 0375.389979 > Rino Braccaioli Canneto sull’Oglio Tel. 0376.723874 > Alessandro Magni San Giovanni in Croce Tel. 0375.91251 > Nelso Puglia Bozzolo Tel. 0376.91661 - 0376.91498 > Paolo Saviola Bozzolo Tel. 0376.920510 CRAINFORMA 61 SPORT OP VOLLEY ASOLA Grandi progetti per OP Volley Asola Una squadra di giovanissimi completamente rinnovata si appresta alla nuova stagione con entusiasmo e voglia di fare. Un nuovo impegno sociale per la OP Volley Asola grazie alla collaborazione con UNICEF attraverso il Comitato Provinciale di Mantova. Sabato 15 settembre, nella sede di Mantovabanca 1896 di Asola, è stata presentata la squadra di serie C maschile dell’associazione sportiva OP Volley Asola, che da questa stagione sportiva avrà come main sponsor Mantovabanca 1896. Erano presenti il presidente della Banca di Credito Cooperativo Romano Solazzi, il presidente dell’OP Volley Stefano Condina, il vicepresidente della FIPAV regionale Daniele Loda, il direttore della filiale di Casalmoro Enrico Campion, il sindaco di Casalmoro Giovanni Volonghi e, in rappresentanza dell’amministrazione di Asola, l’assessore Francesca Zaltieri. Inizia un connubio importante, con l’intento di portare avanti obbiettivi seri, con un occhio di riguardo ai giovani. Ci siamo! L’inizio di una nuova stagione agonistica è sempre momento di programmi, di speranze e di sogni. Partiamo con tante sfide davanti a noi. La squadra maschile interamente rinnovata nonché giovanissima, si affaccia al Campionato Regionale di serie C con l’intento di togliersi delle soddisfazioni. La voglia di migliorarsi sotto ogni profilo, ricercando quella crescita individuale e di squadra che 62 CRAINFORMA OP VOLLEY ASOLA permetterà di provare a centrare l’obbiettivo promozione nel campionato nazionale cadetto, la serie B. Non sarà facile, ma per questo motivo la società OP Volley Asola ha lavorato nell’estate scorsa per allestire una compagine competitiva, dove spiccano giocatori d’esperienza come Riccardo Chiesa e Pier Mario Nibbio, provenienti dal Correggio (B1) e Diego Soncini, Davide Caleffi e Andrea Bassatto, provenienti dal Remedello (B2). Il resto dell’organico, età media al disotto dei 25 anni, è il frutto del settore giovanile di Asola, sapientemente gestito dal 1972 dal prof. Bonandi Ilario, anima e cuore della pallavolo mantovana. Rinnovato anche lo staff tecnico dove esordisce come primo allenatore Giorgio Nibbio, ex atleta che ha terminato la carriera da giocatore con la promozione in serie A, oggi chiamato a guidare la serie C coadiuvato da Mutti Luca (secondo allenatore), Muchetti Natalino (preparatore atletico) e Rivera Matteo (team manager). Nel rispetto dei propri compiti tutti sono chiamati a dare il massimo. Le difficoltà, i problemi, le sfide, sono parte integrante del gioco: non è possibile realizzare qualcosa di grande, senza dover superare ostacoli. Più cresce l’ambizione, più si hanno obbiettivi importanti e più crescono le difficoltà, ma cresce anche a dismisura l’entusiasmo, la voglia di mettersi a lavorare, di far bene. Inizia così la stagione sportiva 2007/2008, parte il campionato con le sue emozioni da vivere sabato dopo sabato, fino a maggio. Le partite casalinghe si svolgeranno nel Centro Sportivo Schiantarelli di Asola, ore 21.00, mentre la Coppa Lombardia si giocherà nell’impianto comunale di Casalmoro. Collaborazione nel sociale A partire da questa stagione sportiva l’OP Volley Asola, all’interno del Progetto Planet Volley, inizia la collaborazione col Comitato Provinciale di Mantova per l’UNICEF, presieduto dalla sig.ra Edda Caramaschi Gandolfi, con l’intento di richiamare la comunità al rispetto dei diritti dell’ infanzia. Crediamo che l’impegno in ambito sociale sia doveroso, non solo da parte delle istituzioni ma anche dal mondo dello Sport e pertanto in questa stagione sportiva saranno sviluppati programmi ed iniziative che possano portare alla raccolta di fondi per l’UNICEF ed al raggiungimento di obbiettivi comuni. La prima iniziativa sarà devolvere interamente gli incassi delle partite casalinghe, ingresso ad offerta libera, al Comitato Provinciale di Mantova per l’UNICEF. ROSTER SQUADRA BASSOTTO ANDREA BERTUZZI LUCA BUCCELLI LUCA CALEFFI DAVIDE CHIESA RICCARDO FRIGERIO DANIELE FRIGERIO CLAUDIO GHIO ANDREA LENKO ALEXANDER RAVELLI LORENZO NIBBIO PIER MARIO SONCINI DIEGO TANADINI YURI TONONI LUCA UGOLINI LORENZO centrale alzatore centrale libero opposto opposto centrale schiacciatore centro libero alzatore schiacciatore alzatore schiacciatore schiacciatore Il saluto del Presidente Un grande progetto ha bisogno di grandi protagonisti per poter essere sviluppato ed avere successo. Oggi si celebra un grande progetto, quello di una serie C di volley dalle ambizioni di primato, e un grande protagonista, Mantovabanca 1896, che ha scelto questo progetto condividendo con noi lo spirito che ci anima. Con la sponsorizzazione di quest’anno Mantovabanca dimostra il legame che ha con il territorio, con il mondo dello sport e della pallavolo in particolare. L’OP Volley, pur continuando la politica dei giovani che ha portato il sodalizio mantovano ad ideare e promuovere il Progetto Planet Volley, ha voluto allestire una grande squadra che non nasconde le proprie ambizioni di primato. Una squadra costruita per vincere, che è pronta a questa nuova sfida. Main sponsor non poteva essere che una realtà altrettanto viva e dinamica, altrettanto solida e vincente. Mantovabanca appunto. Insieme, da protagonisti. Vincere non è mai facile, ma ci proveremo, impegnandoci sempre con l’augurio che gli sforzi spesi in allenamento siano coronati dalla soddisfazione di un positivo risultato agonistico. Un grazie a Mantovabanca 1896 che ha voluto sostenere l’OP Volley dimostrando sensibilità verso lo sport e i valori che trasmette e per aver creduto nell’idee dell’associazione sportiva che presiedo, collaborando al fine di raggiungere sempre il più ambizioso traguardo possibile. Consapevole che da oggi, 15 settembre, non è più la mia serie C, ma è la Nostra squadra, GRAZIE. Stefano Condina CRAINFORMA 63 MANTOVABANCA 1896 SOSTIENE IL RISPARMIO ENERGETICO KIT DI RISPARMIO ENERGETICO ACCENDIAMO IL RISPARMIO SCOPRI COME ELIMINARE GLI SPRECHI GRAZIE AL KIT IN REGALO Mantovabanca 1896 a testimonianza dell’impegno e della concretezza della propria politica di sviluppo basata sul rispetto dell’ambiente, in occasione delle festività natalizie, offre in dono ai propri Soci e Clienti un kit di risparmio energetico che potrà essere ritirato presso le Filiali. CONTENUTO DEL KIT > 3 lampade fluorescenti compatte > 3 rompigetti aerati da applicare ai rubinetti di casa > 1 riduttore di flusso da applicare alla doccia Sede e Direzione Generale: Viale della Vittoria, 1 - Asola (MN) Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344 www.bcconline.it