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NUMERO 2 - 2007
ENERGIA PULITA
FONTI RINNOVABILI E RIDUZIONE DELLE
EMISSIONI INQUINANTI: SOLUZIONI
TECNICHE E AGEVOLAZIONI FISCALI
MIFID: COME CAMBIA IL RISPARMIO
CON LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA SUI
MERCATI DEGLI STRUMENTI FINANZIARI
ASOLA SCI
CRESCONO LE ADESIONI E
IL VENTAGLIO DI INIZIATIVE:
CORSI DI SCI E SNOWBOARD
ANCHE PER I PIÙ PICCOLI
Buon Natale
sereno e prospero Anno Nuovo
Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione,
il Collegio Sindacale, la Direzione Generale,
i Dipendenti e i Collaboratori di Mantovabanca 1896 Credito Cooperativo
Sede e Direzione Generale: Viale della Vittoria, 1 - Asola (MN) - Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344 - www.bcconline.it
11
SOMMARIO
BANCA
Energie rinnovabili e sviluppo sostenibile sono
argomenti di primaria importanza: incontri e
congressi sul tema vedono Mantovabanca 1896 in
prima linea nel proporre soluzioni per la salvaguardia
dell’ambiente.
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NORMATIVE
25
CULTUR A
50
VIAGGI
60
SPORT
Come cambia il risparmio con la nuova direttiva
europea sui mercati degli strumenti finanziari;
inoltre uno sguardo sulle modalità che riguardano
l’area unica dei pagamenti in euro.
Eventi, rasseg ne, mostre e appuntamenti che
caratterizzano il nostro territorio: dal mercato
contadino di Mantova alla biennale d’arte di
Bozzolo, dalla riscoperta del pittore cinquecentesco
conosciuto come il Romanino alla nuova stagione
teatrale di Buscoldo.
Ermanno Prandini fotografa il Messico delle città
coloniali: località fantasma e miniere abbandonate,
dove i padroni raccolsero immense fortune lasciando
la popolazione locale in estrema povertà.
Le novità della nuova stagione sciistica proposte
dall’Asola Sci; come introdurre all’attività motoria i
più piccoli grazie a GiocoSport; gli arcieri di Bozzolo
e le loro numerose medaglie; la nuova squadra di
pallavolo asolana si prefigge obbiettivi importanti.
LETTERA
A SOCI E CLI EN T I DI
M A N T OVA B A N C A 1896
A C A R AT T E R E T E C N I C O E I N F O R M AT I VO
D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L E - G I U S E P P E R OV E R I
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Stampa: Tipolitografia Rongoni - Asola (MN)
Proprietà: Mantovabanca 1896
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L’ A N N O C H E V E R R À : M E S S A G G I O D I PA C E
NOI CREDIAMO NELLA BONTÀ
NEL GENNAIO DEL 1957 DON PRIMO MAZZOLARI ESPRIME LE SUE CONSIDERAZIONI SULL’USO DELLE PAROLE
E IL LORO SIGNIFICATO PROFONDO: PENSIERI E RIGORE MORALE QUANTO MAI ATTUALI ANCORA OGGI.
NE L
M E S SAG GIO NATA L I Z IO , I L
PA PA
PA R L AVA DE L L A
CON T R A DDI Z ION E DE L L’ UOMO , U NA CON T R A DDI Z ION E
I NSA NA BI L E , CH E DI MOST R A QU E L L O CH E V I È DI M I ST E R IOSO
I N OGN U NO DI NOI .
U NA
M A N I F E STA Z ION E DI QU E STA
CON T R A DDI Z ION E L A T ROV I A MO A NCH E N E L L A M A N I E R A CON
C U I NOI OG GI CI SI A MO SCA M BI AT I E CON T I N U E R E MO A
SCA M BI A RCI GL I AUGU R I PE R L’A N NO N UOVO :
CHE
“B UON
A N NO ”.
SIGN I F ICATO H A , M I E I CA R I F R AT E L L I , QU E STA PA ROL A
BUONO CH E NOI M ET T I A MO DAVA N T I A L L’A N NO CH E
N
I NCOM I NCI A ?
CHE
COSA SIGN I F ICA PE R NOI BUONO ?
essuno di noi forse ha pensato che, rivolgendo agli amici quest’augurio, facciamo
istintivamente una dichiarazione di fede
nella bontà. Augurando un anno buono,
noi crediamo nella bontà. C’è di più:
anche quelli che credono di aver rotto
i ponti con la religione, anche quelli che
volentieri si sbattezzerebbero, sono tutti,
istintivamente, dei credenti e dei cristiani. Quando
dite: “Buon anno”, voi fate una dichiarazione cristiana, perché la bontà è un elemento fondamentale
della nostra fede religiosa. Istintivamente noi, questa
mattina, volendoci bene - o fi ngendo di volerci bene,
perché qualche volta anche l’augurio porta il segno
della fi nzione, della non verità, della non cordialità affermiamo il valore della bontà, il suo valore umano
e cristiano.
Di cosa è fatto il nostro augurio segnato dalla parola buono? È molto difficile defi nire in poche parole
che cosa è la bontà: sarebbe più facile dirci che cosa
non è la bontà. La bontà non è la ricchezza, non è il
denaro, non è la salute, non è lo star bene. La bontà
non è la possibilità o la capacità di divertirsi, non è il
bel posto, la fortuna, tutto quello che voi qualche volta, con un senso paurosamente materialistico, anche
se vi sembra molto cordiale, mettete sotto il nome di
buono. La bontà non consiste nella prepotenza o nella
violenza. Guardate quante cose sono venute meno nel
nostro augurio! Eppure molti di noi, dicendo: “Buon
anno”, hanno sicuramente pensato a qualcuna almeno
di queste cose, che ci sembrano le cose più concrete e
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più utili della vita. Noi fi niamo
per avere un senso delle parole
unicamente utilitario. Se però
avessimo pesato maggiormente
la parola “buono”, ci saremmo
accorti di aver fatto, in questo
modo, degli auguri mancanti e
di aver deluso qualcuno dei nostri amici e delle persone care a
cui abbiamo augurato il buon
anno. Ma è una delusione, questa, che fa piacere, perché documenta qualcosa che nell’uomo è immortale:
la sua insopprimibile fede nella bontà.
A che cosa serve la bontà? Quando volete riassumere una manchevolezza nella vita di ogni giorno,
voi dite: “se ci fosse un po’ più di bontà, se fossimo
un pochino più buoni, quante cose andrebbero a posto!”. Non c’è nessun motore che vada avanti senza
una forza che lo accenda e lo alimenti, e gli ingranaggi, piccoli o grossi, si sfaldano senza il lubrificante.
Ora, senza la bontà, anche questi motori umani, che
siamo noi, questi ingranaggi così complessi e delicati
non camminano bene, si sfaldano e creano talvolta
quei cortocircuiti, da cui nascono spaventosi incendi.
Ci vuole un po’ di bontà dentro di me, una bontà che
è fatta di onestà, di verità, di lealtà, di rettitudine, di
fedeltà ai doveri, di pazienza, di sopportazione di me
e dei miei fratelli, dei miei familiari, dei miei compagni di lavoro e di fatica quotidiana.
Poiché voi volete mettere tutto sul piano dell’utile,
provatevi a pensare quante cose andrebbero a posto,
se fossimo un pochino più buoni. Provate a misurare
il valore, l’utilità di questa presenza della bontà nella
nostra vita per la conquista della nostra pace interiore e della nostra serenità, per il nostro rendimento
anche umano. I nostri rapporti, in famiglia e fuori, diventerebbero più sopportabili; scomparirebbero certe asprezze, certi urti ed i cuori si avvicinerebbero. La
bontà, in fondo, non é che la negazione di quell’egoismo a cui tutti, quando ragioniamo con un po’ di testa
ed un po’ di cuore, diamo giustamente la condanna e
la deplorazione massima. Chi è egoista non è buono,
e non fa del bene né a se, né agli amici. Chi è egoista
non fa posto agli altri, mentre chi è buono è ospitale
anche nella sua povertà.
Ecco, o miei cari fratelli, alcune indicazioni che ci possono
aiutare a capire il senso positivo
dell’augurio che noi questa mattina ci siamo scambiati vicendevolmente. La bontà non è ancora
completamente svalutata, anche
se non sempre ne raccogliamo
volentieri il richiamo, anche se
qualche volta abbiamo avuto il
coraggio, quasi, direi, il sacrilegio di chiamare stupidi i buoni.
In certi momenti, abbiamo tentato di giustificare lo spegnimento,
dentro di noi, di questa forza divina, che è la bontà; l’abbiamo fatto, forse, per non sentirne il vuoto e la dolorosa assenza. Quando
manca la bontà, non sono soltanto gli altri che soffrono, soffriamo
anche noi, perché nel deserto della bontà non possiamo sopportare
la nostra giornata e non possiamo
trovare una ragione alla speranza, al sacrificio, a tutto quello che
è il pane quotidiano di una vita
onesta e fedele . Vorrei porre ancora un’altra domanda: “Da dove
Don Primo Mazzolari al lavoro nel suo studio
viene la bontà? Dove si attinge la
bontà?”. Da certe predicazioni di
odio? Da certe affermazioni spaventosamente egoistiche e da certe maniere di ragionare, che purtroppo stanno diventando così comuni
anche tra gli umili? Dov’è che possiamo procacciarla,
la bontà? Chi ci parla di bontà? Al caffè, sentiamo
parlare di bontà? All’osteria, sentite parlare di bontà?
Chi sono i predicatori della bontà? Sono forse questi che vi hanno insegnato, si e no, a capire i vostri
diritti, ma non vi hanno insegnato a valutarli e a rivendicarli, come devono essere valutati e rivendicati? Sono quelli forse che aizzano gli istinti più bassi
dell’uomo e vi dicono. “Arrangiatevi, perché si vive
una volta sola e, se perdete l’occasione, non la trovate
più”? Sono quelli che vi dicono: “Guarda che gli anni
passano e, se tu non godi oggi, domani, quando sarai
sposato ed avrai dei figlioli e dei doveri, sarai legato
come un cane alla catena”? Sono quelli che vi insegnano a pensare unicamente a voi, ai vostri istinti di
godimento? Sono questi, forse, i profeti della bontà, i
custodi della bontà?
Non consideratela una vanteria, la mia: se in un
paese non ci fosse la Chiesa, se non ci fosse domeni-
QUANDO DITE: “BUON ANNO”,
VOI FATE UNA DICHIARAZIONE
CRISTIANA, PERCHÉ LA BONTÀ È
UN ELEMENTO FONDAMENTALE
DELLA NOSTRA FEDE RELIGIOSA.
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L’ A N N O C H E V E R R À : M E S S A G G I O D I PA C E
Don Primo insieme ai bambini di Bozzolo
calmente la parola di un povero prete, chi vi parlerebbe di bontà? Qualcuno forse non ha ancora misurato la funzione anche civilmente importante di una
Chiesa e di una parola cristiana, la quale, anche se
inascoltata e vilipesa, rappresenta l’unico richiamo a
qualche cosa di superiore, l’unico accenno a quello
che vi è di più alto nell’uomo e che altrimenti verrebbe portato via da questa ondata di male, che è così
prepotente dentro e fuori di noi.
Che cosa è in fondo l’insegnamento della Chiesa?
Che cosa è il commento del Vangelo nella messa della
domenica, se non una scuola di bontà? Qui si insegna a volersi bene, qui si insegna a infrangere l’ondata della nostra tristezza e della nostra cattiveria. Qui
ci sentiamo tutti colpevoli e domandiamo perdono a
Dio: abbiamo mancato verso la bontà, siamo diventati cattivi, prepotenti, infedeli ai nostri doveri, perché
l’egoismo ha preso troppo stanza nel nostro cuore e
non c’è più posto per gli altri. Ecco dove si attinge la
bontà!
Ma vi è qualcosa di più mirabile: il prete, che vi
parla di bontà, può anche non essere buono, il prete,
che ve la insegna, è anche lui un questuante di bontà.
Eppure, vedete, quando egli eleva il calice ed il pane,
ha la possibilità di dire: “Ecco la bontà, ecco l’esempio, ecco come ci si dona, ecco come si diventa buoni,
ecco il pane della bontà disceso dal cielo”.
È per questo che noi incominciamo l’anno qui in
chiesa. Ci siamo raccolti davanti ad un altare, dove
il Cristo, sorgente e maestro di bontà, ci offre un mistero eucaristico la manifestazione più completa della
bontà: l’immolazione della croce. Non c’è maniera
più bella per incominciare l’anno. Un’ultima domanda: “Costa la bontà? Quale è il costo della bontà?”.
Io non ho che una risposta: “Guardate il crocefisso,
ecco cosa costa la bontà”. La bontà non sarebbe quella grande cosa che è, se non costasse come costa. Parlo a gente che ha esperienza e sa come è duro dire di
no ai capricci, agli istinti, alle vanità che portiamo
dentro, come è difficile saper perdonare, compatire,
sopportare.
Chi ha provato a contener il proprio egoismo, il
proprio interesse, il proprio guadagno, per fare un
po’ di posto al proprio fratello, non fa fatica ad am8
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mettere che la bontà è la cosa che costa di più; è la
più cara delle cose e bisogna essere disposti a pagarla
e pagarla al suo costo. Non voglio creare in voi delle
illusioni; qui non possiamo dire: “Pagherò, quando
li avrò”. La bontà non fa credito e bisogna pagarla
momento per momento; la si paga di cuore, di animo,
di fatica; la si paga con mortificazioni, con rinunce,
col mandar giù e non con lo sputare sugli altri – perdonate la parola – il nostro egoismo e la nostra bava.
Costa sangue la bontà, costa una testimonianza che è
di tutti i momenti e che nessuno apprezza convenientemente.
Sulla bocca della gente e nella stima degli uomini
ci sono, è vero, i malvagi e non i buoni, ma il sale della terra ed il fermento dell’umanità è dato da questa
forza segreta e senza nome. È la bontà che regge e
porta il mondo. Chi bada ai buoni? Chi ha l’occhio
per tante povere creature, per tante povere mamme,
i cui sacrifici qualche volta non vengono notati neanche dai figli? Chi pensa a certe povere creature, che,
dal letto della loro sofferenza accettata serenamente
dalla mano del Signore, diffondono il senso dell’abbandono e della letizia e fanno la protezione di una
famiglia, di un paese, dell’umanità intera? Chi pensa
ai galantuomini che dicono di no all’invito non pulito, all’occasione non pulita del guadagno? Chi pensa alla giovane che resiste alla tentazione, la quale,
qualche volta, è accompagnata da certe sollecitudini
che possono stimolare non soltanto la sua vanità, ma
anche qualche cosa di più intimo e di più profondo?
Chi pensa al sacrificio di certi poveri uomini che
hanno accettato il loro posto umile nella vita, senza
imprecare, senza bestemmiare, senza invidiare, senza
odiare?
Le cronache dei giornali sono piene ogni giorno
delle tristezze degli uomini: esaltiamo i malfattori, i
grandi avventurieri, quelli che sporcano e corrodono
l’umanità. È soltanto alla vigilia di Natale che si pensa
ai premi della bontà. Ma io vorrei chiedervi: “L’avete
letta voi quella pagina che raccoglieva i nomi umili di
povere creature, di buone creature che hanno passato
la vita donando?”. Nessuno bada alla bontà e allora
il suo costo, già così caro, viene ancora ulteriormente aggravato dalla disattenzione di una opinione che
disdegna la bontà e ne allontana i cuori. Il mondo ha
paura dei buoni, degli umili, dei mansueti. Ha paura
perché la bontà, incarnata nel più umile degli uomini
e nella più modesta delle creature, è un tremendo richiamo, è una condanna. È la lucerna accesa.
Farebbe molto comodo che non ci fossero al mondo delle anime buone; di fronte all’oscurità che abbiamo creato ed esaltato, come insegna nella nostra
vita, noi potremmo allora giustificare tutti i nostri
momenti più torbidi e più cattivi. Se siamo uomini,
se abbiamo ancora un po’ di rispetto per le parole,
dobbiamo sentire che questa mattina, scambiandoci
gli auguri, noi abbiamo sottoscritto una tremenda
cambiale: buon anno, non denaro; buon anno, non
fortuna, buon anno, non odio. Buon anno!
BANCA ENERGIE RINNOVABILI E SVILUPPO SOSTENIBILE
LO SCORSO 18 OTTOBRE, AL TEATRO SAN CARLO DI ASOLA, SI È
TENUTO IL CONVEGNO SULLE ENERGIE SOSTENIBILI PROMOSSO
DA MANTOVABANCA 1896 IN COLLABORAZIONE CON BIT FINANZIARIA
Sol nergia
Programmare un futuro migliore per tutti è un’esigenza che sta
diventando sempre più forte. Il dibattito sulle prospettive per
le fonti rinnovabili ovvero per tutte quelle risorse non fossili,
che per la loro natura si rigenerano o non sono esauribili in una
scala temporale umana (solare, eolica, idraulica, geotermica,
maremotrice, biomasse) è più che mai aperto.
Da sinistra: Marcellina Bertolinelli e Romano Solazzi; nella foto accanto Pieremilio Sbarra
STIPULATO L’ACCORDO TRA FEDERCASSE E LEGAMBIENTE PER LA DIFFUSIONE DELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI
Lo scorso 26 aprile è stata presentata alla
stampa nazionale la Convenzione-quadro
per la diffusione delle fonti di energia rinnovabili sottoscritta tra Federcasse e Legambiente Onlus.
L’accordo si basa sulla possibilità di unire la
conoscenza approfondita del territorio e la
competenza delle Banche di Credito Cooperativo con l’esperienza di Legambiente, sottolineando la comune e profonda sensibilità
con riguardo alle tematiche dell’educazione
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e della sostenibilità ambientali, elementi
decisivi per uno sviluppo responsabile e la
crescita del bene comune, nel rispetto delle
indicazioni contenute nel Protocollo di Kyoto
che ha impegnato i diversi Paesi ad adottare
nuove politiche in campo energetico.
Mantovabanca 1896, sensibile alle tematiche ambientali, ha aderito, per il tramite della Federazione Regionale alla Convenzione.
La scelta di Mantovabanca di occuparsi della
qualità presente e futura dell’ambiente naturale quale patrimonio incommensurabile
della propria comunità locale è una riconferma dei principi statutari che ispirano l’attività della banca, formalmente espressi all’art.
2 dello Statuto Sociale “essa promuove... la
crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La società si distingue
per il proprio orientamento sociale e per la
scelta di costruire il bene comune...”.
A tal fine, Mantovabanca si è attivamente
impegnata a promuovere, - organizzando
convegni e distribuendo materiale informa-
A sinistra il tavolo dei relatori: Sergio Piccinini, Marcellina
Bertolinelli, Romano Solazzi, Giampaolo Tosoni e Matteo Manica.
Sopra, la sala gremita dalla grande affluenza di pubblico.
U
na riduzione delle emissioni inquinanti, anche
attraverso la diversificazione del mercato energetico
attuata con la ricerca e l’utilizzo
delle alternative energetiche disponibili, è un’esigenza quindi
concreta.
Mantovabanca1896 è pienamente convinta di questo e vuole offrire il proprio contributo di
idee, lavoro, efficienza, per sostenere direttamente, ovunque vi sia
bisogno di energia, progetti adeguati ed economicamente convenienti.
Il conveg no che si è svolto ad Asola il 18 ottobre scorso
“Solenergia, tecnologie sostenibili” rientra dunque in questo
percorso, non solo economico
ma anche culturale, intrapreso
da Mantovabanca1896, come ha
spiegato Marcellina Bertolinelli,
presidente dell’Ordine dei dottori
tivo -, la cultura dello sviluppo sostenibile
del proprio territorio attraverso la diffusione
più ampia possibile delle energie rinnovabili
(mediante impianti solari, fotovoltaici, eolici, mini-idroelettrici, biomasse e mini-cogenerazione). Mantovabanca ha introdotto
nei prodotti alla clientela, appropriate forme
di sostegno finanziario che consentono di
agevolare la diffusione di un’ampia sensibilità intorno alla questione del risparmio
energetico e l’utilizzo di energie alternative
a condizioni di favore.
agronomi e dei dottori forestali di
Brescia e consigliere di amministrazione della Banca. Nel coordinare la serata ha evidenziato
come “l’energia pulita rappresenti
un nuovo approccio, soprattutto
culturale, alla problematica delle
fonti energetiche e come la possibilità di produrre energia a livello
locale, svincolandosi dai grandi
monopoli energetici, sia un aspetto molto importante”.
Un teatro S. Carlo strapieno,
gremito di soci e clienti attenti, ha
accolto i relatori della serata, presentati dal presidente del Consiglio di Amministrazione di Mantovabanca1896, Romano Solazzi.
Nel suo intervento il Presidente
ha sottolineato come il Consiglio
di Amministrazione di Mantovabanca1896 sia da sempre particolarmente attento alla promozione e allo sviluppo sostenibile del
territorio anche attraverso la diffusione più ampia possibile delle
energie rinnovabili. Egli ha ricordato come Mantovabanca1896,
in questa ottica, abbia reso disponibile un prodotto a tassi particolarmente agevolati denominato
“Mantovabanca Energia Pulita”.
Ha concluso citando un antico
proverbio indiano, fatto proprio
dalle BCC, “abbiamo ricevuto la
terra non in eredità dai genitori,
ma in prestito dai figli”. La parola
è quindi andata ai relatori.
Matteo Manica, componente
del Polo tecnologico per l’Energia
di Trento, ha relazionato su “Opportunità tecnico-economiche
delle fonti energetiche rinnovabili”. “Soluzioni tecniche aziendali
e sostenibilità della produzione di
biogas” è stato il tema sviluppato da Sergio Piccinini del Centro
Ricerche Produzioni Animali di
Reggio Emilia. Gianpaolo Tosoni, tributarista e pubblicista, ha
ampiamente ed esaurientemente
trattato il tema “Produzione di
energia: aspetti e agevolazioni fiscali per privati e imprese”.
La partecipazione di pubblico, particolarmente attento, si è
espressa anche nelle numerose
domande proposte ai relatori nel
dibattito che ha concluso la riuscitissima serata.
L’incontro di Asola è stato il
secondo passo verso l’informazione e lo sviluppo di un dibattito
promossi da Mantovabanca1896:
i lavori sul progetto Energia Pulita erano stati infatti aperti a Gonzaga durante la Millenaria e un
altro incontro importante che si
concentrerà sul risparmio energetico è in cantiere.
CRAINFORMA
11
BANCA ENERGIE RINNOVABILI E SVILUPPO SOSTENIBILE
L’USO INTELLIGENTE DEL SOLE
DALLE BIOMASSE AL SOLARE
CONVEGNO CON VISITA GUIDATA
A CURA DI FRANCESCO DUGONI (AGENZIA A.G.I.R.E.)
… Per soddisfare il fabbisogno mondiale di
energia basterebbe trasformare in elettricità,
anche solo con il rendimento dell’1%, la
radiazione solare che incide sui deserti.
Questi coprono il 5% della superficie terrestre…
da “Tutta la potenza del sole” di Roberto Vacca,
Ilsole24ore, 12 luglio 2007
Il tavolo dei relatori
Q
uesta la citazione riportata sulla locandina d’invito al convegno con visita guidata
“L’uso intelligente del sole. Dalle biomasse
al solare” tenutosi a Gonzaga il 9 settembre
in occasione della Fiera Millenaria, realizzato grazie alla sponsorizzazione di Mantovabanca
1896 e BIT spa, una società nata specificatamente a
supporto tecnico e fi nanziario delle BCC, ed all’organizzazione tecnica curata dall’agenzia per l’energia A.G.I.R.E. (Agenzia per la Gestione Intelligente delle Risorse Energetiche) in stretta sinergia con
l’Istituto Tecnico Agrario “Strozzi” di Palidano.
Il sole come tema centrale della giornata per evidenziare come questa fonte rappresenti una risorsa
energetica irrinunciabile per il nostro pianeta a dalle
quale ottenere una buona parte di quell’energia necessaria al nostro sistema economico. Il tutto, ovviamente, all’insegna della massima sostenibilità.
Il convegno, in particolare, ha voluto focalizzare
l’attenzione in merito a due interessanti sistemi
di sfruttamento dell’energia solare: uno, legato al
concetto di coltivazione di biomasse ad alta efficienza, ha affrontato il tema della coltivazione
del miscanthus, l’altro per illustrare le opportunità
oggi disponibili (dal conto energia alle forme di
fi nanziamento dedicate) in merito all’utilizzo dei
pannelli fotovoltaici.
Agli “appassionati” saluti del Presidente della
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Provincia di Mantova, prof. Maurizio Fontanili,
sempre in prima linea sui temi energetici, e i non
meno qualificati interventi del Sindaco di Gonzaga, Antonella Forattini, e del Vice Presidente delle
Confcooperative, geom. Maurizio Ottolini, sono
seguiti i quattro interventi tecnici. Il primo è stato
quello della dott.ssa Patrizia Graziani, dirigente
dell’ITAG Strozzi di Palidano, dal titolo “Il ruolo
della scuola nella ricerca applicata”. Argomento di
non poca rilevanza se si considera che, nel settore
dell’energia (e non solo…), l’Italia sconta un notevole gap tecnologico nei confronti di altri Paesi
soprattutto del nord Europa (ma anche la Spagna
non scherza…). La dott.ssa Graziani alla domanda:
“perché la scuola deve occuparsi di ricerca?” risponde affermando che “la ricerca non è solamente
un modo per operare, ma rappresenta un modo
generale di concepire la scuola ed il sapere. Essa
sorge per una necessità avvertita dai soggetti di
trovare una risposta ad un problema”. E, fra i tanti,
quale problema la scuola ha dovuto affrontare?
Occorreva sostituire la vecchia caldaia a gasolio, a
supporto della serra sperimentale della scuola, con
una più moderna ed in sintonia con la necessità di
produrre energia (in questo caso termica) valorizzando le fonti rinnovabili. Grazie dunque al coinvolgimento dell’Istituto Agrario nell’ambito del
progetto Fo.R.Agri. (Fonti Rinnovabili in Agricol-
Un momento della visita guidata al campo
sperimentale dell’ITAG “Strozzi” di Palidano.
Il prof. Guidetti (terzo da sinistra) illustra le
caratteristiche del miscanthus
tura) nato da un Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale tra
Regione Lombardia e Provincia
di Mantova e coordinato, sotto
il profilo tecnico, dall’agenzia
per l’energia A.G.I.R.E., è stato possibile
raggiungere i seguenti obiettivi:
1. messa a punto di una tecnica di
micropropagazione di una coltura
molto promettente come pianta per
la produzione di biomassa quale il
miscanto (Miscanthus x giganteus)
e affinamento delle tecniche di coltivazione
2. acquisto di una caldaia funzionante a cippato a supporto della serra
della scuola. Per la sua alimentazione
è prevista la coltivazione del miscanto, presso i campi di proprietà della
scuola, e la raccolta di ramaglie derivanti dalla pulizia del parco di pertinenza della scuola stessa.
Ad oggi dunque la scuola sta perfezionando un know-out relativo alla coltivazione del
miscanto (dalla riproduzione in laboratorio alla
coltivazione in pieno campo) ed ha implementato un mini-filiera per una propria autosufficienza
energetica che si traduce in un risparmio di 21.000
litri/anno di gasolio.
A seguire, coerentemente con il precedente intervento, la relazione del dott. Francesco Dugoni,
direttore dell’agenzia A.G.I.R.E., “La filiera del
miscanthus: risultati e prospettive”. I contenuti di
questo secondo intervento sono stati ovviamente
incentrati sull’approfondimento di questa coltura
sia in merito alle sue interessanti caratteristiche botaniche (è una graminacea ad alta efficienza energetica a ciclo poliennale – almeno 15 anni –, produttiva – 200/250 q.li/ha s.s.- con modesti fabbisogni idrici e nutrizionali), sia in merito le tecniche
di riproduzione e coltivazione (decisamente alla
portata delle nostre aziende di pianura in quanto
tutte le operazioni sono meccanizzabili senza ricorrere a particolari attrezzature).
Il pubblico nella sala convegni
Anche sotto il profilo ambientale vanno considerati
alcuni aspetti interessanti. Tra questi ricordiamo
gli effetti positivi a favore dell’ambiente naturale e
della biodiversità, i significativi benefici in termini
di sequestro di carbonio (questo grazie alla non
lavorazione annuale - che rilascia carbonio- e lo
stoccaggio di carbonio negli organi di riserva). È
stato stimato inoltre che se il Miscanthus fosse coltivato sul 10% della superficie della UE verrebbe
sequestrato il 9% delle emissioni di CO2 a livello
di Comunità Europea.
Il terzo intervento ha segnato il cosiddetto “giro di
boa” e dalle biomasse si è quindi passati ad affrontare il secondo tema del convegno, quello relativo
ai pannelli fotovoltaici. Ad occuparsene è intervenuto il prof. Ciro Gardi del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Parma. Gardi,
all’inizio del suo intervento, ha evidenziato il gap
tecnologico dell’Italia in questo settore: agli inizi
degli anni ’90 l’Italia era il primo produttore euroCRAINFORMA
13
BANCA ENERGIE RINNOVABILI E SVILUPPO SOSTENIBILE
Un momento della visita ad un’abitazione presso la
quale è stato installato un impianto fotovoltaico
peo ed il terzo mondiale di energia da fotovoltaico,
per poi essere superata, in modo esponenziale, da
altri Paesi europei e non (alla fi ne del 2006 l’Italia
aveva 31 MW installati contro i 1.500 MW di Germania e Giappone). A queste prime considerazioni
è seguita una dettagliata e precisa illustrazione del
“conto energia” secondo i dettami del D.M. del 19
febbraio u.s. ed una stimolante illustrazione di casi
studio che, come denominatore comune, presentavano l’installazione di pannelli presso aziende agricole, lasciando dunque intravedere, in questo tipo
di investimento, un’interessante opportunità per
le aziende stesse. In particolare, le potenze degli
impianti descritti erano compresi in un range tra
i 5 ed i 50 kW, ad evidenziare dunque un’estrema
flessibilità del sistema che può essere dimensionato
secondo specifiche esigenze aziendali.
A chiusura delle relazioni tecniche è intervenuto
Mauro Conti di BIT spa, la società fi nanziaria che,
come già evidenziato in apertura, insieme a MantovaBanca 1896, ha sponsorizzato il convegno e la
visita guidata del pomeriggio. Nel suo intervento
Conti ha illustrato gli scopi di questa società che
trovano la propria mission aziendale nell’attenzione ed il sostegno verso le cosiddette “tre A”:
Agricoltura, Agroalimentare ed Ambiente. Con
questo spirito numerosi e diversificati sono gli interventi di cui BIT spa si è fatta carico, tra questi
ricordiamo:
• Fattibilità produzione biogas da effluenti zootecnici e colture energetiche (progetto biodiesel), 9 convegni divulgativi, 32 visite aziendali
specifiche (Lombardia, Emilia, Veneto, Toscana, Marche, Piemonte) per la realizzazione di
14
CRAINFORMA
impianti aziendali e/o consortili, 17 studi di
fattibilità proposti al Mipaf;
• 5 iniziative divulgative sul solare fotovoltaico e per il risparmio energetico, valutazione
di impianti da 1 a 7 MW, sviluppo di numerosi rapporti per fi nanziamenti integrativi conto
energia (da 3 a 150 KW);
• Verifica tecnica-economica progetto teleriscaldamento di 1.500.000 euro (Pioltello Mi);
• Sviluppo iniziative per fi nanziamenti agevolati
bioedilizia (Mutuo Verde) (Distretto Treviso,
Provincia Milano);
• Incentivazione e fi nanziamento certificazione
ambientale, di qualità e sicurezza delle imprese;
• Valutazione progetto di filiera nel settore
vino;
• Valutazione progetti di aziende agricole (AO,
RM, RE, PC, BO, BS, CN);
• Valutazione progetto di ESCO nel solare termico (MI);
• Audit energetici per PMI in vari settori (BS,
TV).
Anche secondo Conti “le energie rinnovabili rappresentano, (…), un settore strategico nel quale
investire energie e risorse per far crescere un’economia che fondi le sue radici nella sostenibilità
ambientale e nella valorizzazione dei territori”.
Coerentemente con questi principi è stato quindi
messo a punto un sistema di fi nanziamento che trova il suo punto di forza nell’erogazione di un mutuo
a tasso variabile con durata compresa tra i 10 ed
i 20 anni, una forma di pre-ammortamento ad 1
anno ed uno spread decisamente contenuto (compreso tra 0,25 e 0,50 a seconda della durata e di
altre condizioni). Un segnale dunque decisamente
interessante che proviene dal mondo della fi nanza
per sostenere concretamente chi vuole investire nel
fotovoltaico.
Al convegno hanno partecipato oltre un centinaio di persone ed è stata registrata la presenza
di una trentina di partecipanti alla visita guidata
del pomeriggio presso l’ITAG di Palidano (per approfondire la fi liera energetica del miscanthus) e
presso un’abitazione privata dove è stato installato
un impianto fotovoltaico integrato ad una pompa
geotermica.
L’ottimo buffet organizzato presso Villa Strozzi (la
sede dell’ITAG) ed un caldo sole di settembre (pare
non abbia voluto mancare data l’occasione…) hanno completato il successo della manifestazione.
Si ringrazia la Ditta Sogi Energy di Suzzara per aver
curato la visita guidata presso l’abitazione privata in
località Nuvolato di Quistello.
Mantovabanca
ENERGIA PULITA
Finanziamenti agevolati per la realizzazione di
investimenti ad elevato impatto ecologico-ambientale.
Beneficiari: privati e aziende, associazioni, cooperative, enti pubblici, consorzi, distretti produttivi.
Interventi finanziabili: impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili quali impianti solari,
fotovoltaici, eolici, mini-idroelettrici, biomasse, mini-cogenerazione e sistemi di efficienza energetica.
Per maggiori informazioni rivolgersi alla fi liale di competenza o visita il sito www.bcconline.it
BANCA NUOVE NORMATIVE
Come cambia il
risparmio con la
nuova Direttiva
Europea sui mercati
degli strumenti
finanziari
L
MIFID
Markets in Financial Instruments Directive
L’ENTRATA IN VIGORE , A PARTIRE DAL
1° NOVEMBRE 2007, DELLA NUOVA DISCIPLINA
DEGLI INTERMEDIARI E DEI MERCATI DISEGNATA
DALLA
M IFID
CONCLUDE UN LUNGO PROCESSO
DI INNOVAZIONE NORMATIVA , NEL QUALE SI
SONO INTRECCIATI INTERVENTI NORMATIVI SIA
DI FONTE NAZIONALE , SIA COMUNITARIA
16
CRAINFORMA
a riforma del risparmio
e la normativa europea
hanno definito un nuovo quadro di regole che si pone
l’obiettivo di rispondere, da un
lato, ai profondi e continui cambiamenti nelle attività di intermediazione mobiliare, dall’altro,
alle nuove esigenze di tutela del
risparmio conseguenti sia a tali
mutamenti sia ai problemi emersi
nelle relazioni tra intermediari e
investitori.
Tra le principali novità introdotte dal legislatore comunitario
occorre considerare l’abolizione
dell’obbligo di concentrazione
delle negoziazioni sui mercati
regolamentati. Gli intermediari
non sono più tenuti ad eseguire
attraverso i mercati regolamentati gli ordini dei clienti aventi
ad oggetto azioni quotate. Essi
sono peraltro tenuti a formulare
e rendere nota ai clienti la strategia di esecuzione degli ordini
(execution policy), che deve essere fi nalizzata ad assicurare al
cliente il miglior risultato possibile (c.d. best possibile result). In
aggiunta ai mercati regolamentati, la negoziazione degli strumenti fi nanziari può avvenire nei
sistemi di scambi multilaterali ed
attraverso intermediari che operano quali internalizzatori sistematici o non sistematici di ordini.
Il servizio di consulenza in materia di investimenti in strumenti fi nanziari è tornato ad essere
qualificato come servizio di investimento, che deve essere prestato in via esclusiva e riservata dagli intermediari finanziari
abilitati. L’attività di ricerca ed
analisi fi nanziaria è inclusa nella
categoria dei servizi accessori e
sottoposta a specifica disciplina.
Nell’ambito delle disposizioni volte a garantire la protezione degli
investitori, particolare attenzione
è riservata all’informativa che devono fornire gli intermediari in
relazione all’impresa, ai servizi
di investimento prestati, al tipo
GLOSSARIO DEI TERMINI
I SERVIZI DI INVESTIMENTO
Quando andiamo in banca e chiediamo di acquistare un’obbligazione
o un qualsiasi altro titolo, l’attività che la banca ci presta è un servizio
di investimento. Anche se chiediamo di gestire una somma di denaro
acquistando e vendendo strumenti finanziari, l’attività che ci viene
prestata è un servizio di investimento, così come altre attività fornite dagli
intermediari. I servizi di investimento sono dunque attività, prestate da
determinati soggetti, attraverso le quali possiamo impiegare, sotto varie
forme, i nostri risparmi in attività finanziarie. I servizi di investimento,
individuati dalla legge, sono:
• esecuzione di ordini per conto dei clienti;
• negoziazione per conto proprio;
• gestione di sistemi multilaterali di negoziazione;
• ricezione di trasmissione di ordini;
• sottoscrizione e/o collocamento con o senza assunzione a fermo ovvero
assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente;
• gestione di portafogli;
• consulenza in materia di investimenti.
STRUMENTI FINANZIARI
Tutti i servizi di investimento hanno ad oggetto strumenti finanziari, termine
con il quale ci si riferisce ad azioni, obbligazioni, Titoli di Stato, quote di
fondi, contratti e strumenti derivati ecc., ossia quegli strumenti attraverso i
quali è possibile effettuare investimenti di natura finanziaria.
INTERMEDIARI
Con il termine “Intermediari” si intendono i soggetti che possono prestare
i servizi di investimento a seguito di una specifica autorizzazione rilasciata,
a seconda dei casi, dalla Consob, dalla Banca d’Italia o dalle equivalenti
autorità della Comunità europea.
Gli Intermediari possono essere:
• società di intermediazione mobiliare – SIM (sono le imprese di
investimento italiane);
• banche italiane;
• società di gestione del risparmio (SGR) italiane;
• intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’art.107 del Testo
Unico Bancario tenuto dalla Banca d’Italia;
• banche di Paesi comunitari;
• imprese di investimento di Paesi comunitari;
• imprese di investimento extra-comunitarie;
• banche extra-comunitarie;
• agenti di cambio.
specifico di strumenti fi nanziari
proposti ed ai rischi connessi. La
valutazione di adeguatezza che
era prevista dall’art. 29 del Regolamento Consob n. 11522/98
si è sdoppiata tra valutazione di
adeguatezza e valutazione di appropriatezza a seconda dei servizi di investimento interessati. Gli
obblighi informativi sono ridotti
in relazione al servizio di investimento di mera esecuzione degli
ordini, definito execution only.
Gli intermediari sono chiamati
a formulare e comunicare agli
investitori la loro classificazione
tra tre distinte categorie: clienti al dettaglio, clienti professionali e controparti qualificate.
È necessario per gli intermediari predisporre e comunicare alla
clientela la politica di gestione dei
confl itti di interesse. Forti limitazioni sono previste in relazione
ai c.d. inducements. Modifiche
rilevanti interessano i sistemi di
funzionamento dei mercati al
fi ne di assicurare una adeguata
trasparenza. Importanti novità
sono state, infine, introdotte in
relazione ai requisiti organizzativi delle imprese di investimento
con particolare riferimento alle
funzioni di compliance, risk management ed internal audit, nonché in relazione alla esternalizzazione a terzi di funzioni operative
rilevanti.
Per ogni chiarimento e per
maggiori approfondimenti, il
personale autorizzato delle nostre Filiali è a disposizione.
Visita il nostro sito
www.bcconline.it - sezione MIFID
CRAINFORMA
17
BANCA IL FUTURO DEI PAGAMENTI
SEPASEPASE
Il progetto SEPA rappresenta il prossimo grande passo verso una maggiore integrazione europea. La SEPA
permetterà alla Clientela di effettuare pagamenti in euro con strumenti alternativi al contante a favore di beneficiari
situati in qualsiasi paese dell’area dell’euro, a partire da un singolo conto bancario e utilizzando un unico insieme di
mezzi di pagamento. Tutti i pagamenti al dettaglio in euro diverranno quindi “domestici”, venendo meno
la distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all’interno dell’area dell’euro.
SINGLE EURO PAYMENTS AREA
AREA UNICA DEI PAGAMENTI IN EURO
LA SEPA È UN’AREA nella quale i consumatori, le imprese e gli altri operatori
economici, indipendentemente dalla loro ubicazione, potranno effettuare e ricevere
pagamenti in euro all’interno di un singolo paese o al di fuori dei confini nazionali, alle
stesse condizioni di base e con gli stessi diritti e doveri. La SEPA include 31 Paesi
Europei:
• i 15 paesi della UE che utilizzano l’euro (Italia, Germania, Francia, Spagna,
Portogallo, Grecia, Austria, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo,
Slovenia e, da gennaio 2008, anche Cipro e Malta);
• i 12 paesi della UE che utilizzano una valuta diversa dall’euro sul territorio nazionale ma effettuano comunque pagamenti in euro (Regno Unito, Svezia,
Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia,
Ungheria, Bulgaria, Romania);
• altri 4 paesi (Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein)
L’OBIETTIVO DELLA SEPA consiste nel promuovere l’integrazione europea attraverso un mercato dei pagamenti al dettaglio dell’area euro concorrenziale e innovativo, in
grado di apportare un più elevato livello di servizio, prodotti più efficienti e strumenti
alternativi meno costosi per eseguire pagamenti.
PAESI EU CHE UTILIZZANO L’EURO
PAESI EU CHE NON UTILIZZANO L’EURO
ALTRI 4 PAESI
I sogni son desideri, che a volte si avverano...
C’è chi sogna di diventare milionario, chi vive per la carriera, chi
fa del possedere la propria fi losofia di vita, ma per fortuna c’è
anche chi sogna, vive e fa per cercare di rendere migliore la vita di
chi è solo o in difficoltà.
18
CRAINFORMA
È con questo spirito che nel 1992
nasce ad Asola il Gruppo di
Volontariato di Asola – Teleassistenza, che oggi vede impegnati circa una ventina di volontari
nella gestione di 100 utenti dislocati in 17 comuni della provincia di Mantova
e Brescia.
I l ser v i z io, per
mezzo di una centrale operativa altamente tecnologica ubicata in Viale
Brescia e di una
piccola apparecchiatura collegata
PASEPASEPASEPASEPASEPASEPASEPA
LA SEPA È COSTITUITA DA:
• moneta unica
• un’unica serie di strumenti di pagamento in euro: bonifici, addebiti
preautorizzati e carte di pagamento
• infrastrutture efficienti per il trattamento dei pagamenti in euro
• standard tecnici comuni
• prassi operative comuni
• una base giuridica armonizzata
• nuovi servizi in continua evoluzione orientati alla Clientela.
Impatto della SEPA sui soggetti coinvolti:
PER I CONSUMATORI
I consumatori avranno bisogno di un solo conto bancario, dal quale
disporre bonifici e addebiti preautorizzati in euro in qualsiasi luogo dell’area, con la stessa facilità con cui eseguono ora i pagamenti nazionali.
Potranno, ad esempio, pagare l’affitto della casa dei figli che studiano
all’estero o di un’abitazione per le vacanze, ecc.
L’uso delle carte di pagamento sarà più efficiente in quanto i consumatori potranno utilizzare la stessa carta per tutti i pagamenti e avranno
meno necessità di munirsi di contante.
I consumatori potranno accedere a servizi innovativi indipendentemente dal paese in cui risiedono. Tali servizi comprendono la fatturazione
elettronica, le istruzioni di pagamento tramite telefono cellulare o internet, i biglietti aerei elettronici, l’avviso di accreditamento elettronico.
PER GLI ESERCENTI
Gli esercenti potranno scegliere qualsiasi acquirer nell’area dell’euro
per l’elaborazione dei pagamenti con carta.
I terminali dei punti di vendita saranno sempre più standardizzati nell’area euro. Pertanto, vi sarà una scelta più ampia di gestori di terminali
e gli esercenti potranno accettare una gamma più vasta di carte con un
unico terminale.
PER LE IMPRESE
Le imprese potranno effettuare tutte le transazioni finanziarie denominate in euro in maniera centralizzata da un unico conto bancario, utilizzando gli strumenti di pagamento SEPA. L’elaborazione dei pagamenti
sarà semplificata grazie all’uso dello stesso formato sia per quelli in
entrata sia per quelli in uscita.
I servizi a valore aggiunto, quali la fatturazione e la riconciliazione
elettroniche, permetteranno alle imprese di migliorare ulteriormente
l’elaborazione dei pagamenti.
I SERVIZI DI PAGAMENTO SEPA saranno gradualmente offerti a partire
da gennaio 2008.
Il primo strumento SEPA ad essere messo a disposizione della Clientela
è il bonifico, per il quale si dovrà utilizzare l’IBAN al posto delle vecchie
coordinate bancarie ABI/cab. L’IBAN dovrà essere utilizzato anche per i
bonifici tradizionali.
L’IBAN (International Bank Account Number) è il codice unico bancario
che permette di identificare ciascun conto corrente nella SEPA (in particolare il Paese in cui è tenuto il conto, la banca, lo sportello e il numero
di conto).
È necessario sia corretto. L’utilizzo di un IBAN non corretto infatti potrebbe comportare ritardi e oneri aggiuntivi.
È opportuno che tutte le imprese aggiornino i propri archivi, ottenendo
dalle controparti (dipendenti, fornitori, clienti...) i rispettivi codici IBAN in
sostituzione delle vecchie coordinate.
PER RIEPILOGARE, OCCORRE RICORDARE:
1 - Da gennaio 2008 l’IBAN è lo standard per identificare i conti
correnti e sostituisce le vecchie coordinate bancarie. A tal proposito, si
informa la Spettabile Clientela che il codice IBAN è già riportato su tutti
gli estratti conti che la Banca invia periodicamente alla propria Clientela.
Per facilitare la ricerca del proprio codice IBAN sull’estratto conto, di
seguito se ne riporta un esempio:
COORDINATE BANCARIE
BBAB
IBAN
IT
36
BIC
ICRAITMM010
T
08001
57440
9999999
T
08001
57440
9999999
2 - Usare l’IBAN è obbligatorio, non solo per i bonifici internazionali,
ma anche per i bonifici nazionali
3 - Le imprese dovranno aggiornare i propri archivi e sostituire le
vecchie coordinate con l’IBAN
4 - Mantovabanca 1896 offre alle Imprese Clienti il servizio di allineamento elettronico dei loro archivi. Per usufruire del servizio è necessario
contattare la Filiale di competenza.
Grazie all’intraprendenza e alla tenacia del Gruppo di Volontariato di Asola,
oggi le persone bisognose possono disporre di un nuovo e prezioso servizio di trasporto.
al telefono dell’utente, veglia su
anziani e persone sole ventiquattro ore al giorno.
I volontari, purtroppo, sono pochi, ma il gruppo è sempre molto
attivo, desideroso di farsi conoscere e attento nell’ascolto dell’utenza.
Proprio dalle chiacchierate con
gli anziani e i loro famigliari è
emersa la necessità di un “servizio di trasporto” legato soprattutto agli spostamenti per visite
mediche.
La risposta a tale richiesta non è
facile da soddisfare: l’automobile in dotazione può infatti esse-
re utilizzata solo da persone con
un minimo di autonomia e senza
problemi di deambulazione.
L’acquisto di un nuovo automezzo attrezzato è indispensabile:
parte così la raccolta di fondi che
vede coinvolti i bambini e le famiglie delle classi quinte della
Scuola Primaria di Asola durante
i Mercatini di Natale e i volontari
in numerose altre manifestazioni.
Molte sono le offerte arrivate da
associazioni o privati cittadini.
Fondamentale è stato però il generoso contributo di Mantovabanca 1896, alla quale rivolgiamo
i più sinceri ringraziamenti, per-
ché con il suo concreto aiuto ha
permesso alla Teleassistenza di
raggiungere in breve tempo un
ambizioso obiettivo, regalando
ad ogni volontario la convinzione
che non bisogna mai “mollare”,
ma bensì continuare a progettare
per cambiare e migliorare.
ASSOCIAZIONE ONLUS
GRUPPO DI VOLONTARIATO DI ASOLA
SERVIZIO TELEASSISTENZA
Viale Brescia 20 - 46041 Asola (MN)
Tel. 0376 720632 - Fax 0376 720633
Cell. 3337750959
E-mail: [email protected]
CRAINFORMA
19
BANCA ANTICHE E NUOVE FILIALI
A fianco: la sede di Bozzolo oggi
Sotto: Don Leopoldo Mori in un
dipinto
dip
into dei primi del ‘900
DA 100 ANNI INSIEME A VOI
Gli anni passano,
i valori crescono
Il 21 febbraio 1908 nasceva, nella casa Arcipretale in Via Nazionale
a Bozzolo, con atto rogato dal Notaio Cirillo Manfredini da Rivarolo
Mantovano, la Cassa Rurale di prestiti e risparmi di San Giuseppe.
Fu fondata da don Leopoldo Mori, don Ettore Soldi, don Alessandro
Pasqualini e da altri sedici soci provenienti dalla
realtà artigiana e contadina bozzolese. Nacque
quindi negli ambienti cattolici più attenti ai pro-
CENTENARIO DELLA
blemi sociali per soddisfare i bisogni degli agri-
CASSA RURALE DI SAN GIUSEPPE
coltori e dei piccoli artigiani. Il primo Presidente
della nuova realtà economica e fi nanziaria locale
IN BOZZOLO
fu l’arciprete don Leopoldo Mori.
Oggi, l’antica Cassa Rurale di San Giuseppe, dopo la fusione con
la Cassa Rurale di Casalmoro dell’anno 1991, con il nuovo nome di
Mantovabanca 1896 Credito Cooperativo continua sotto la guida del
presidente Romano Solazzi, e attraverso le proprie fi liali sparse sul territorio, la sua opera di cavallo di traino dell’economia locale.
20
CRAINFORMA
APERTURA
DELLA NUOVA
FILIALE
a Gonzaga
dal 19 dicembre 2007
Via Fiera Millenaria, 64/A
Tel. 0376.588265
SEDE E DIREZIONE GENERALE
Gonzaga (MN)
Via Fiera Millenaria, 64/A - Tel. 0376.588265
Asola (MN)
Viale della Vittoria, 1
Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344
Isorella (BS)
Via Zanaboni, 56 - Tel. 030.9529091
FILIALI
Levata di Curtatone (MN)
Via Caduti del Lavoro, 1 - Tel. 0376.47311
Asola (MN)
Viale della Vittoria, 1 - Tel. 0376.7221
Acquanegra sul Chiese (MN)
Piazza XXV Aprile, 50 - Tel. 0376.727272
Bancole di Porto Mantovano (MN)
Via Cesare Pavese, 1 - Tel. 0376.392625
Bozzolo (MN)
Via Matteotti, 56 - Tel. 0376.921100
Casalmoro (MN)
Via IV Novembre, 124/A - Tel. 0376.737266
Casatico di Marcaria (MN)
Via Baldassarre Castiglioni, 7 - Tel. 0376.950750
Castelnuovo Asolano (MN)
Via per Casaloldo - Tel. 0376.748081
Ghedi (BS)
Via Matteotti, 54 - Tel. 030.9050585
Mantova
Via Arrivabene, 25 - Tel. 0376.469111
Remedello (BS)
Via Rossi - Tel. 030.9953931
Rivalta S/M di Rodigo (MN)
Strada Francesca Est, c.m. - Tel. 0376.653458
Suzzara (MN)
Viale Stelvio Zonta, 5 - Tel. 0376.536961
Viadana (MN)
Via Vanoni, 2 - Tel. 0375.782110
SPORTELLI DI TESORERIA
Mariana Mantovana (MN)
Via Matteotti, 32 - Tel. 0376.735309
CRAINFORMA
21
M E D I C I N A B A N CA A U T O L O G A / A L L O G E N I CA M A N T O VA N A C O R D O N E O M B E L I CA L E
Cellule staminali
e Bamco, oggi
LE
CELLULE STAMINALI R ICAVATE DAL SANGUE DEL COR DONE OMBELICALE DEL NEONATO SONO IN GR ADO DI
R ICOSTITUIR E IL MIDOLLO OSSEO E QUINDI IL SANGUE ED IL SISTEMA IMMUNITAR IO DI UN INDIVIDUO .
A cura della dott.ssa Giovanna Gamba - Presidente Bamco
L
e prime cellule staminali usate in terapia furono quelle ottenute dal midollo osseo, che venivano donate per i propri
parenti o per riceventi anche non consanguinei o per gli
auto-trapianti di midollo.
Il sangue cordonale è ricco di cellule staminali pluripotenti,
che possono rigenerare facilmente il midollo osseo di un
bambino ma che, coltivate in laboratorio, possono ulteriormente
moltiplicarsi e differenziarsi, fino ad originare cellule di svariati
tessuti umani. Gli studi e le ricerche in tal senso sono assidue
e promettenti, perché aprono la visione della nuova medicina
“rigenerativa”.
Nell’ultimo decennio sono così nate in Italia e nel mondo Banche del Sangue Cordonale per raccogliere e conservare le cellule
staminali del sangue del cordone ombelicale dei neonati. Questo
tipo di banca considera il cordone ombelicale come un materiale
privo di proprietà e di valore, che dopo consenso informato della
madre, è conservato in azoto liquido per costituire, sulla base di
controlli sierologici (per prevenire la trasmissione di malattie infettive) e previa tipizzazione HLA, un registro di cellule staminali,
disponibili per trapianti omologhi in pazienti aventi HLA identico
o simile.
Raggiunto qualche migliaio di unità selezionate e congelate, con
una certa distribuzione di fenotipi HLA, una Banca omologa limita
la raccolta del sangue cordonale per mantenere stabile il numero
di unità e ricerca solo i fenotipi rari in popolazioni selezionate.
Infatti, per aumentare la varietà di fenotipi disponibili bisognerebbe espandere il numero di unità a livelli economicamente
insostenibili.
Negli ultimi cinque anni la ricerca ha indicato nuove vie per
l’impiego terapeutico delle cellule staminali, che vanno ben oltre
i trapianti ematopoietici, entrano nel campo della terapia genica,
dei vaccini antitumorali, della ricostituzione di tessuti danneggiati
(tessuto nervoso, osteo-articolare, muscolo cardiaco, cute) con la
rigenerazione selettiva di organi o tessuti.
Si diffonde così l’opinione che conservare alla nascita le cellule
cordonali di ogni neonato possa avere un valore per ciascuno e
per tutti, ma ha anche certamente un costo, che non può certamente esser sostenuto dalle risorse pubbliche. D’altra parte dovrebbe essere riconosciuta, a chi ne ha la volontà ed è disponibile
a un impegno economico a questo fine, la possibilità di esercitare
il diritto di congelare le cellule del cordone ombelicale del proprio
22
CRAINFORMA
neonato. Si tratta di un’occasione unica nella vita di un individuo.
NASCE BAMCO
Il 5 Marzo 2002 un gruppo di persone sensibili a questi nuovi
aspetti della Medicina, fonda BAMCO Onlus, Banca Autologa
Mantovana del Cordone Ombelicale, associazione senza scopo
di lucro, con finalità di utilità sociale, che immediatamente cerca
la massima collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma
di Mantova, per consentire ai genitori dei nati nella Provincia di
Mantova che ne facciano richiesta, il congelamento e la conservazione nel tempo delle cellule staminali facilmente del proprio neonato, che altrimenti andrebbero perdute assieme alla placenta.
In caso di necessità le unità stoccate sono a disposizione dei
genitori o del soggetto stesso, quando sarà maggiorenne. Loro
stessi potranno, in condizioni in cui sia garantita la gratuità della
donazione, consentire l’utilizzo dell’unità da parte di familiari o, in
caso di necessità, di terzi non consanguinei; tuttavia il “bene cellule” del cordone resta di proprietà della persona cui appartiene.
Dovessero venire meno il proprietario biologico ed i suoi genitori,
l’unità sarebbe ceduta alla Banca cordonale del Policlinico di
Milano per l’uso omologo, altrimenti utilizzata a scopo di ricerca
oppure distrutta.
Il Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale dell’Ospedale
Poma possiede apparecchiature, tecnologia e know-how per
congelare i cordoni e ne ha già criopreservati con successo un
piccolo numero in via sperimentale. Le risorse economiche per il
mantenimento della banca sono fornite da donazioni, lasciti, liberi
contributi; la struttura pubblica fornisce i locali, le professionalità,
il supporto logistico ospedaliero e la copertura assicurativa.
Un parere scritto favorevole generale e motivato del Comitato di
Etica dell’Ospedale è prodotto il 27 Ottobre 2002 e rinnovato il 19
Aprile 2003. Tali pareri sono espressi alla luce dell’Ordinanza del
Ministero della Salute dell’11 Gennaio 2003, reiterata il 9 maggio
2006, che dispone:
1. Il divieto di istituzione di banche per la conservazione di cellule cordonali presso strutture sanitarie private;
2. La possibilità di conservare presso le strutture pubbliche le
cellule cordonali per uso autologo, previa autorizzazione regionale;
3. Che la conservazione delle cellule non comporti oneri finan-
ziari per il donatore;
4. Le banche devono essere individuate dalla Regione e devono essere accreditate sulla
base di programmi definiti e del documentato
operare in accordo con le linee guida previste
dalle società ed organizzazioni internazionali.
In ottemperanza a queste indicazioni BAMCO,
su indicazione degli Uffici Regionali, ha modificato la
prima versione del suo statuto al fine di non esporre oneri
a carico del donatore.
Il 22 Settembre 2003 il Direttore Generale Sanità della Regione
Lombardia esprimeva parere favorevole alla istituzione presso
l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova di una banca autologa per la conservazione delle cellule staminali del cordone
ombelicale, tramite l’attivazione di apposita convenzione con
l’Associazione BAMCO Onlus, a condizione che le attività derivate
non comportassero alcun onere aggiuntivo per il Sistema Sanitario Regionale.
La firma avvenuta il 18 Dicembre 2003 della Convenzione tra
Azienda Ospedaliera Carlo Poma e Banca Autologa Mantovana
del Cordone Ombelicale (BAMCO) ottiene che le partorienti mantovane possano conservare il proprio sangue cordonale in una
Banca autologa. Su richiesta del Dr. Gabrio Zacchè, Direttore
della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia e in conformità alle indicazioni formulate dal Comitato Etico nella riunione
del 19 aprile 2003, viene contestualmente offerta alle mamme
mantovane la possibilità della donazione omologa del cordone da
avviare alla Banca regionale del Policlinico di Milano. A tal fine il
17 Marzo 2003 l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma formalizzava
una convenzione per il trasporto dei cordoni da donazione omologa alla Milano Cord Blood Bank, Banca del cordone ombelicale del
Policlinico di Milano.
CHE COSA FA BAMCO
Dopo la sua costituzione, BAMCO realizza un opuscolo per
illustrare il percorso della donazione sia autologa che omologa e
inizia l’attività di raccolta:
2004
2005
2006
2007
(9 MESI)
RACCOLTE
CORDONALI
320
453
892
718
CORDONI
CRIOPRESERVATI
182
260
537
446
ANNO SOLARE
Dalla primavera del 2006 aumenta l’interesse dei mass media
sulle cellule staminali cordonali e quasi non trascorre settimana
che una rete televisiva, uno dei quotidiani nazionali od una rivista
settimanale o mensile ad ampia tiratura non entri nell’argomento
con servizi, reportages, approfondimenti o interviste ad opinion
leaders nazionali ed internazionali. Sembra di assistere ad una
nuova gara tra le mamme più famose del mondo per raccogliere
e conservare per sé e per il proprio neonato le cellule del sangue
cordonale.
In questo periodo l’informazione nazionale scopre l’esistenza di
BAMCO e Report di RAI 3 manda in onda un servizio domenicale,
quasi in seconda serata, girato qualche settimana prima all’Ospedale Carlo Poma intervistando i protagonisti BAMCO, sia volontari
che tecnici e operatori sanitari.
Da allora quotidiani e settimanali proiettano la loro attenzione
su quanto si fa anche a Mantova, giustamente visto come caso
unico in Italia, essendo l’unica alternativa alla raccolta privata con
bancaggio all’estero, a costi almeno 10 volte superiori.
E così aumentano le richieste dei singoli cittadini, molte mamme scelgono di partorire a Mantova, Pieve di Coriano e Asola e
BAMCO raddoppia la raccolta e la crioconservazione rispetto
all’anno precedente, passando dalle 50 raccolte/mese del primo
trimestre dell’anno a superare le 100 nel dicembre 2006, con un
livello di idoneità alla conservazione che si mantiene sul 60%.
Al successo però non si accompagnano altrettante risorse,
basate ancora tutte sul contributo volontario, che rimane del tutto
insufficiente.
Al termine del secondo anno di attività, il costo vivo della
singola raccolta è stato di circa 350 euro, da confrontarsi con i
1.500-2.000 euro chiesti dalle banche cordonali private all’estero.
Basti questo semplice confronto per sottolineare il valore intrinseco della BAMCO, l’importanza della sinergia tra l’onlus e
l’istituzione sanitaria pubblica e la sostenibilità del contributo alla
stessa stregua di un qualsiasi ticket sanitario!
Per rispondere alla crescente richiesta delle prossime
future mamme bisogna aumentare attrezzature e personale, ma con quali risorse?
Il contributo dell’Ospedale è fondamentale, ma BAMCO deve
sostenerne i costi diretti e pochissime famiglie contribuiscono
volontariamente alle spese...
A fronte di un grande favore di opinione pubblica, si corre seriamente il rischio di veder naufragare per l’inerzia di alcuni, questa
sinergia pubblico-privato autofinanziata e sorge il sospetto che si
preferisca favorire il privato e la sua selezione per censo, togliendo alle mamme meno abbienti questa opportunità, unica nella vita
di ciascun essere umano.
Nell’ottobre 2006 un gruppo di Consiglieri della Regione Lombardia, sostenitori del progetto BAMCO fin dalla sua prima fase
sperimentale presso l’Assessore Regionale di allora, Carlo Borsani, si rende interprete del disagio crescente e della grande richiesta che proviene dalla società civile e si fa promotore di un Ordine
del Giorno “relativo al riconoscimento di un prelievo economico
(ticket) per l’attività di raccolta del cordone ombelicale presso
strutture sanitarie accreditate della Regione Lombardia”.
Il 26 ottobre, il Consiglio Regionale approva all’unanimità la
Deliberazione n. VIII/256, Ordine del giorno concernente il Piano
Socio Sanitario Regionale 2007-2009: Ordinanza Ministero della
Salute dell’11 gennaio 2003 sulla conservazione del cordone ombelicale, che “Invita la Giunta regionale ad attivarsi nei confronti
del Ministero della Salute per ritirare la suddetta Ordinanza, lasciando alle Regioni la potestà di valutare l’opportunità di indicare
una tariffa a carico del cittadino che volesse conservare il proprio
cordone ombelicale presso una banca regolarmente autorizzata
e convenzionata” (BURL n. 47, 2° suppl. straord. – 23 nov. 2006
- pgg. 101-102).
Contemporaneamente anche il Sen. Prof. Ignazio Marino, preCRAINFORMA
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M E D I C I N A B A N CA A U T O L O G A / A L L O G E N I CA M A N T O VA N A C O R D O N E O M B E L I CA L E
sidente della Commissione Sanità del Senato, è investito del problema da alcune Senatrici particolarmente sensibili, fra cui la sen.
Silvana Amati, affinché si attivi al fine di rimuovere, come soluzione minimale, l’ultima riga dell’ordinanza ministeriale (prodotta
da Sirchia l’11 gennaio 2002 e reiterata da Berlusconi il 9 maggio
2006) che recita ”e non comporta oneri a carico del donatore”.
Una tariffa che coprisse i costi permetterebbe di estendere
l’esperienza mantovana ad altri capoluoghi di provincia e ad altri
Centri trasfusionali d’Italia, consapevoli che la crioconservazione
omologa integra e non si contrappone alla raccolta allogenica e
ne costituisce una via parallela che non sottrae risorse ai Centri
allogenici ed alle Cell factories.
La nostra proposta si pone come alternativa solo al momento
della scelta iniziale, quella che la mamma, legittima proprietaria
del proprio sangue cordonale, ha tutto il diritto di compiere.
L’obiettivo della raccolta autologa integra il sistema esistente e
la mamma deve poter esercitare il suo potere di scelta sul proprio
cordone: può lasciare che sia eliminato, com’è finora avvenuto
nella storia dell’umanità; può decidere di donarlo gratuitamente
alle banche cordonali allogeniche e infine deve poter scegliere di
conservarlo per il futuro del proprio figlio o dei propri familiari.
La scelta di congelare le proprie staminali si fonda infatti sulla
fiducia nella ricerca scientifica e sui progressi della medicina
rigenerativa, che nei Centri di ricerca più avanzati sta compiendo
passi da gigante, trasformando gradualmente un sogno in una
realtà, oggi solo sperimentale, ma un domani non lontano anche
terapeutica.
Quasi ogni giorno possiamo leggere sulle riviste scientifiche
quanti progressi terapeutici si attendono dall’impiego delle cellule
staminali, non solo embrionali e non solo nella cura delle malattie
ematologiche, ma anche neurologiche, endocrine, metaboliche,
cardiache e nelle lesioni cutanee.
Le banche allogeniche hanno l’obiettivo principale d’essere universali, in altre parole di avere a disposizione il massimo numero
possibile di fenotipi, per rappresentare non solo le etnie caucasiche, ma anche quelle del resto del mondo.
Una banca autologa come la BAMCO invece congela tutte le
unità idonee che giungono al centro trasfusionale e le tiene a
disposizione dei legittimi proprietari.
Mercoledì 8 novembre 2006 le agenzie di stampa battono un
comunicato dal titolo dirompente: “Staminali: progetto di legge,
cordone in banche private e per uso personale”.
In 5 articoli le On. Donatella Poretti (Rnp), Daniela Santanchè (An), Chiara Moroni (Fi), Cinzia Dato (Ulivo-DI),
Dorina Bianchi (DI) e Daniela Dioguardi (Prc) propongono
di dare alle donne la possibilità di poter conservare per
sé, per i propri congiunti o per chi ne abbia necessità,
il sangue del proprio cordone ombelicale, scegliendo se
donarlo alla collettività o conservarlo per l’uso personale
presso banche private accreditate.
Tali banche dovranno essere accreditate dalle Regioni,
convenzionate con un Centro Immunotrasfusionale, svolgere attività di informazione e contribuire alla ricerca sulle staminali emopoietiche. Il tutto, senza oneri per il SSN.
Tutto fa pensare che si possa arrivare ad una legge
chiara e precisa, come è avvenuto in altri paesi Europei.
Il 4 maggio 2007 un’ordinanza del Ministro della Salute ribadisce la gratuità della conservazione del sangue
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CRAINFORMA
cordonale per uso allogenico o dedicato e riconosce il principio
della libera determinazione, al punto da permettere la conservazione delle staminali cordonali a proprie spese in banche operanti
all’estero.
Nelle more di una legislazione specifica, autorizza la conservazione per uso autologo in presenza di una contestuale disponibilità
alla donazione allogenica su base solidaristica.
Poiché BAMCO e Azienda Ospedaliera Carlo Poma hanno sempre condiviso la preoccupazione che l’iniziativa mantovana non
sottraesse disponibilità anche all’eventuale donazione allogenica,
per non contrapporre conservazione autologa e donazione abbiamo creato un nuovo modello operativo.
B.A.M.C.O. rinnova lo statuto e cambia nome mantenendo il suo
acronimo, che ora vale per Banca Autologa/Allogenica Mantovana
del Cordone Ombelicale.
Alle mamme mantovane viene così proposta una conservazione
autologa a proprie spese secondo un’elaborazione di costi reali e
trasparenti. Se il quantitativo del sangue cordonale è sufficiente,
si propone la disponibilità a prelevarne una parte per la donazione
allogenica.
In caso di richiesta del sangue per la cura di un paziente leucemico, verrà lasciata alla mamma la decisione se vuole o meno
donare le cellule staminali del proprio cordone.
La procedura scelta si propone di dimostrare che anche in Italia
è possibile conservare il cordone ombelicale nella disponibilità
della mamma e del suo bambino, senza penalizzare la donazione
altruistica, ma anzi contribuendo a finanziarla con risorse private.
Il progetto non prevede modifiche specifiche della convenzione
in atto con l’Azienda Carlo Poma ma un ulteriore autorizzazione
di questa esperienza di Banca Autologa/Allogenica alla Regione
e pertanto l’11 settembre scorso il Direttore Generale della Sanità Lombarda, Dr. Carlo Lucchina, risponde al quesito del DG
dell’Ospedale C. Poma di Mantova confermando la piena disponibilità dell’Azienda Ospedaliera ad assumere qualunque decisione
relativa alla collaborazione con BAMCO, purché priva di “oneri a
carico del SSR, atteso che la banca regionale di sangue placentare autorizzata è quella individuata dalla dgr 18653/04 nelle due
sedi di Milano e Pavia”.
Per l’eccellenza di questa iniziativa, modello per tutta ltalia,
il 23 giugno scorso i Rotary Club dei Gruppi Gonzaga e Virgilio
conferiscono a BAMCO, attraverso la sua Presidente, la massima
onorificenza Rotariana, il “Paul Harry Fellow”.
PER QUALSIASI INFORMAZIONE
Segreteria BAMCO - Tel. 0376.288.810
Aperta tutti i pomeriggi dalle 14.30 alle 17.30 dal lunedì al venerdì in
Piazzale Gramsci, 9 - 46100 Mantova. E-mail: [email protected]
Per informazioni ed orientamenti, le mamme in attesa sono ricevute dalle
donne della BAMCO il 1° e il 3° mercoledì di ogni mese alle ore 15.00 presso
il Centro trasfusionale dell’Ospedale Carlo Poma, 1° piano Blocco D, Via
Lago Paiolo, Mantova ed inoltre il 2° mercoledì del mese alle ore 15 presso
l’Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale di Pieve di Coriano.
Specificando il Codice Fiscale 93039020206 nella dichiarazione dei redditi,
può essere devoluto a BAMCO-Onlus il 5 per mille della propria IRPEF.
C U LT U R A M O N D I N I A RT I S TA S C U LT O R E
Alcune delle opere
dell’artista erano presenti
alla mostra organizzata
dall’Avis Asola, in occasione
della fiera dei Santi.
G I O VA NNI B AT T IS TA
MTAGLIO CLASSICO
O NE CONCEZIONE
D I MODERNA
N I
M
ondini è un professionista,
lo è perché ha rischiato, e
rischia, sulla sua pelle il
voler fare un’unica professione. Mondini non ha un
secondo lavoro, egli vive della sua arte
e ci riesce pur consapevole delle difficoltà che incontrano gli artisti che vivono in provincia. Quello che c’è da
dire su Mondini è poco perché tanto
dicono le sue opere, legate alla bellezza del mondo femminile, di taglio classico e di concezione moderna e originale. Opinione di Mondini è che quando
si parla troppo di un’opera d’arte è
perché non c’è niente da dire. Giovanni
Battista Mondini, Orzinuovi classe
1968, nasce scultore per vocazione, si
avvicina all’arte, ed in particolar modo
alla scultura, bruciando tutte le tappe
di chi vuol diventare professionista a
tutti i costi. Il curriculum artistico di
Mondini è intenso ed invidiabile, egli
ha fatto mostre e fiere importanti, ha
tenuto seminari di cultura e storia dell’arte, a modo suo, alla sua maniera e
con crescenti risultati. In questo periodo, l’artista Mondini, collabora, in un
interscambio culturale, con la poetessa Alda Merini e mons. Gianfranco Ravasi, con il regista Fabio Battistini, con
i giornalisti Maurizio Costanzo e Vincenzo Mollica e con l’attore Andrea
Giordana.
L’ultima sua fatica recente è l’installazione presso il municipio del Comune
di Manerbio (Bs) del colossale monumento dedicato alla Dea Minerva e
simbolo di Manerbio stesso.
Citare la cronistoria artistica di Giovanni Battista Mondini può essere
noioso e inutile perché frutto del passato, seguitene il presente e prenotatevi per il futuro.
GIOVANNI BATTISTA MONDINI
Artista Scultore
Studio e Galleria d’Arte “Il Solaio”
via Ugo Foscolo, 9 - Orzinuovi (BS)
Tel. 030.942033
[email protected]
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C U LT U R A I N T E R V E N T I D I R E S TA U R O
La chiesa della
Disciplina
L’oratorio della Beata Vergine della
Misericordia, detta della Disciplina è un
edificio di origine cinquecentesca, voluto
dalla locale confraternita dei disciplini
che conserva una tela rappresentante San
Francesco da Paola attribuita a Francesco
Maria Raineri detto Schivenoglia.
A CURA DI NELLO CALANI
I
lavori di riordino del
m a nt o d i c op e r t u ra della chiesa della
Disciplina, mediante il risanamento dei
sottotetti, il restauro
delle strutture lignee,
la realizzazione del manto di
impermeabilizzazione e la posa
in opera di canali di g ronda,
eseguiti dalla ditta Maroli Ernesto, sono terminati.
L’intervento è parte di un progetto complessivo di recupero
per riportare l’ex oratorio dei
Disciplini all’antico splendore,
epifania di bellezza, in cui è
esaltato il contrasto della ricchezza dei dipinti e la pregevole eleganza degli stucchi con la
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CRAINFORMA
semplicità della struttura. La
piccola chiesa, non utilizzata
comunemente per le celebrazioni parrocchiali, è comunque
discretamente frequentata dai
Bozzolesi che vi trovano un’oasi
di pace e di raccoglimento, nella sua tranquillità quasi irreale,
per la preghiera personale.
L’e d i f i c i o s a r e b b e s t a t o
condannato a un lento degrado, essendo troppo oneroso il
recupero per la parrocchia, già
impegnata a rendere decorosa
la chiesa di san Pietro, nella
ricorrenza del cinquantenario
dalla morte di don Primo Mazzolari, se non fossero intervenuti, a vario titolo, provvidenziali
mecenati. Il consiglio parroc-
chiale per gli affari economici,
pur focalizzando l’attenzione
alle strutture che hanno una valenza pastorale più significativa, non è rimasto insensibile a
questa devozione popolare.
Il progetto è stato presentato al presidente e a consiglieri
di amministrazione di Mantovabanca 1896, sempre sensibili
alle iniziative rivolte al patrimonio culturale, artistico e spirituale della nostra parrocchia:
l’incontro è stato molto cordiale
e collaborativo. Il consiglio di
a mminist ra zione dell’ist it uto
bancario ha aderito con entusiasmo all’iniziativa proposta,
tenendo fede ad una propria caratteristica di presenza viva sul
territorio, erogando un contributo consistente di cinquantamila euro, anche in previsione
della ricorrenza del centenario
di fondazione della “Cassa Rurale di Prestiti e R isparmi di
San Giuseppe in Bozzolo”, avvenuta nel 1908, i cui promotori
furono l’arciprete di San Pietro
don Leopoldo Mori (primo presidente), il prevosto della Trinità don Ettore Soldi (vice presidente), don Alessandro Pasqualini (sindaco capo), il vicario
della Trinità don Ubaldo Grossi
(segretario-cassiere). Mantovabanca 1896, con questo intervento straordinario, ha voluto
proporsi come volano nella speranza di coinvolgere altri sog-
getti pubblici e privati.
La parrocchia ha successivamente presentato una richiesta
alla Fondazione Comunità Mantovana per iniziare il recupero
anche del paramento murario
settecentesco. La promessa di
questo ulteriore contributo e
l’impegno generoso di una famiglia bozzolese, sempre molto
attenta alle necessità di questo
oratorio, hanno reso possibile un primo lotto di lavori riguardanti il restauro dell’altare
principale.
L’intervento complesso e laborioso, per la non facile interpretazione del testo originale,
dov ut o a l le sov rapposi z ion i
t i ntor ia l i operate nel tempo
e all’umidità di risalita, è stato realizzato dal restauratore
Giacomo Brunelli, coordinato
dalla competente e appassionata presenza sul cantiere dell’architetto Flavio Cassarino e con
l’intelligente supervisione della
dottoressa Laura Sala, funzionario della Soprintendenza ai
Beni Architettonici e per il Paesagg io delle province di Brescia, Cremona e Mantova.
Scrupolosi tasselli di pulitura hanno permesso di rilevare scarsi lacerti residuali delle
cromie originali che sono stati
utilizzati per riproporre, con
tecniche che consentono la piena legg ibilità degli interventi
conservativi, l’assetto cromatico originario delle architetture
e degli stucchi, nonché decorazioni e finto marmo quasi completamente perdute.
S a r à pres t o es eg u it o u no
studio approfondito sull’intero
quadro decorativo dell’aula e
del presbiterio, onde mettere a
punto le metodologie di conservazione e valorizzazione più opportune per il raggiungimento
di un risultato filologicamente
corretto e durevole nel tempo,
in grado di poter essere mantenuto mediante un sistema programmato di manutenzione.
CRAINFORMA
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C U LT U R A C O N S U M O C O N S A P E V O L E
Il Mercato Contadino di Mantova
ha compiuto un anno
a cura di Marco Boschetti
Direttore del Consorzio Agrituristico Mantova
Consumatori
sempre più orientati
verso prodotti
alimentari di qualità,
di provenienza
certificata, legati
al territorio e
alla stagionalità
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CRAINFORMA
I prodotti di fattoria
I prodotti di fattoria sono sempre
più richiesti dai consumatori, in
quanto si va ampliando la fascia
dei consumi alimentari orientati
alla qualità, alla tradizione, alla
sicurezza alimentare, alla certezza della provenienza, alla connessione con il territorio e con
il ciclo stagionale, all’espressione
di messaggi ambientali, etici e di
attenzione al benessere animale.
Sono il frutto di antichi saperi e
di tecniche di produzione consolidate nel tempo, patrimonio
collettivo di famiglie agricole e di
comunità locali. La salvaguardia
di queste produzioni comporta
però l’elaborazione di adeguate
strategie di riconoscimento e di
commercializzazione. I prodotti
industriali, infatti, spesso si propongono “vestiti” da prodotti
agricoli, o con una forte immagine rurale e campestre. Spesso,
svuotati di ogni significato, il
ritorno alla natura e al mangiar
sano sono diventati il cavallo di
battaglia delle campagne pubblicitarie di grosse aziende alimentari e di numerose multinazionali. L’alimento industriale, ricorrendo alla copertura rurale, si
avvale di una generica immagine
territoriale e agricola ed esercita
una concorrenza spietata proprio
su quei prodotti che intende imi-
tare. Lo sfruttamento dell’immagine rurale non ha diritti d’autore, è gratuito, alla portata di tutti
e perciò è abusato. Per fortuna,
molti cittadini sono sempre più
consapevoli che la creatività sia
una proprietà dell’agricoltura,
mentre l’industria si fonda sulla
standardizzazione.
Questi beni sono la miglior risposta a diffuse esigenze, in quanto
presentano una qualità gustativa
ed organolettica superiore alla
media dei prodotti industriali,
un gusto più “vero” e sono genuini nel senso antico del termine,
sono integri, non manipolati, e
quindi ricchi di proprietà nutritive. Questi prodotti sono migliori
perché nascondono altri valori oltre a quelli nutrizionali: la storia,
i ricordi familiari, i riferimenti
alle nostre origini, la cultura di
un territorio.
I prodotti di fattoria rispondono
alla crescente domanda dei consumatori per prodotti di qualità,
affidabili, espressione del territorio e naturali e costituiscono la
risposta migliore a diffusi bisogni
dei consumatori, in particolare
di contatto diretto con i produttori e di garanzia di origine dei
prodotti.
I prodotti di fattoria sono i protagonisti della vendita diretta
che rappresenta, quindi, anche
un’importante opportunità per
i consumatori, per molteplici
aspetti:
• contribuisce alla difesa del potere di acquisto dei consumatori;
• contribuisce a mantenere stabili
i consumi (frutta, verdura carni);
• rappresenta, spesso, un servizio sociale per molte persone in
difficoltà (anziani);
• stimola lo sviluppo di un modo
diverso di fare la spesa, con un’informazione personalizzata;
• permette di acquistare prodotti ottenuti secondo metodologie
tradizionali che ne garantiscono
la salubrità e la genuinità;
• la qualità dei prodotti posti in
vendita diretta è in media superiore;
• garantisce una maggiore sostenibilità ambientale perché abbatte le spese di trasporto;
• permette di poter contare su
prodotti più freschi e più genuini,
ovvero non artefatti;
• contribuisce, spesso, alla rivitalizzazione dei centri storici.
In Italia queste nuove modalità
di vendita, seppur a ritmi più lenti rispetto al resto dell’Europa e
agli Stati Uniti, si stanno connotando come uno strumento
molto efficace per personalizzare il rapporto con i consumatori,
consolidandolo nel tempo al fine
di rispondere sempre meglio alle
attese di una opinione pubblica
sempre più consapevole e critica.
Il caso mantovano
Il mercato contadino di Mantova
è nato un anno fa grazie ad un
progetto del Consorzio agrituristico mantovano e alla disponibilità degli agricoltori mantovani.
L’iniziativa, grazie anche al sostegno di Mantovabanca 1896, ha
permesso di portare la campagna
in città, nel cuore del centro storico: la sede è infatti il Lungorio
IV Novembre, dove ogni sabato
le caratteristiche bancarelle arancioni riempiono il tratto del Rio
con mille colori e profumi.
Al mercato contadino ci si trova
a proprio agio per la dimensione
familiare che lo caratterizza, per
la vivacità con cui anima il centro
storico ed è per questo che l’appuntamento fisso del sabato ha
registrato, in questo primo anno
di vita, un consenso crescente fra
i consumatori.
Gli acquisti al mercato contadino
contribuiscono allo sviluppo dell’economia mantovana con naturali ricadute positive per tutta
la popolazione e per l’economia
locale.
Il mercato contadino è un luogo di confronto e di scambio fra
produttori e consumatori e di
educazione al gusto.
Gli ospiti del mercato possono
richiedere consigli e ricette su
come cucinare i prodotti della
campagna presenti al mercato e
visitare, su appuntamento, le corti e le campagne in cui si coltivano e si allevano le risorse agricole
portate al mercato. L’iniziativa
ha contribuito, infine, a tutelare
il potere d’acquisto dei consumatori. Sabato 27 ottobre, in occasione del primo compleanno del
mercato contadino, si è festeggiato in compagnia a base di torte
preparate dalle aziende agricole
mantovane e del buon vino delle nostre cantine. Tutti gli ospiti
presenti hanno inoltre ricevuto
in omaggio un radicchio e una
ricetta per preparare con questo
gustoso prodotto un ottimo risotto. Nei prossimi mesi, dato il successo riscosso da questo appuntamento a Mantova, è prevista la
nascita di mercati contadini anche a Suzzara e Castiglione delle
Stiviere.
CRAINFORMA
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C U LT U R A E V E N T O CA N O R O
Quando poesia e musica
si fanno preghiera
UN FOLTO PUBBL ICO A L R ECITA L “I N ONOR E DI M A R I A” SPONSOR I Z Z ATO DA
M A NTOVA BA NCA 1896. M OLTI A PPL AUSI PER L A CA NTA NTE S A R A R OSSI E I
L ET TOR I G OBBI , M OR ENI , PA L ASTR EL L I
A cura di Giusy Bolther
U
n pubblico numeroso e non
solo asolano ha seguito con
molto interesse l’ottavo recital “In onore di Maria”, che
si è svolto nella cattedrale di Asola la
sera del 14 agosto, vigilia della festa dell’Assunta. In programma passi dei canti
del Paradiso di Dante, accompagnati da
brani di musica sacra. Una scelta coraggiosa, che i presenti hanno dimostrato
di apprezzare. Il pellegrinaggio di Dante
nell’oltremondo è metafora dell’esistenza
terrena. Nell’Inferno il Poeta prende coscienza di quanto sia tragica per la creatura umana la lontananza da Dio; sulla
montagna del Purgatorio ripercorre la via
della purificazione in vista dell’unico fine,
la visione salvifica nel Paradiso. Là, ove
si rivela la più trascendente manifestazione di Dio, di tutte le forme non rimane
altro che luce, amore, beatitudine. Gli
spiriti si scaldano ai raggi d’amore; la
letizia sfavilla negli occhi e fiammeggia
nel riso. Luce e musica si fanno melodia
in graduale movimento verso l’Empireo,
vera sede di Dio, delle corti angeliche e
dei beati. Nei vari cieli visitati dal Poeta,
i beati sono tenui profili riflessi nell’acqua, poi puri simulacri splendenti, infine
luci o gemme trascorrenti in raggianti e
grandiosi emblemi geometrici.
Maria, l’Assunta in cielo, è la più luminosa. A Dio si può e si deve giungere
attraverso di lei, mediatrice sicura tra
Dio e l’uomo. Modello ideale, nel quale
la femminilità terrestre si integra con la
femminilità celeste, è l’oggetto di tutte le
preghiere delle anime del Paradiso. La
gentile suora Piccarda canta, come fece
in terra nella sua cella, il nome di Maria.
La ricorda san Francesco ai piedi della
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CRAINFORMA
Croce. È la protagonista che incarna la
tenerezza di Dio, è l’espressione della
vicinanza di Dio all’uomo, tanto più in
questi canti nei quali Dante si sta accostando alla sublimità del mistero.
Beatrice invita Dante a guardare il coro
dei beati, dove si trova la Vergine con
gli Apostoli. Dalle profondità del cielo
scende l’arcangelo Gabriele che forma
cerchi di luce attorno alla Vergine e canta
le sue lodi. Gli altri beati gli fanno coro
in un osanna a Maria. Migliaia di angeli
festanti le volano intorno e cantano. Bernardo rivolge alla Vergine una preghiera
affinché sostenga Dante nell’ultima suprema prova della visione di Dio.
Attraverso la lettura attenta ed espressiva i versi del Poeta si rivestono di tutto il
loro splendore. Immagini di una bellezza
sconfinata, perché sconfinato è il desiderio di Dante di incontrare il Creatore,
la fonte di ogni felicità. In lui la teologia
si fa poesia.
Incisioni di Gustave Doré, proiettate su
un grande schermo, hanno contribuito all’intuizione dell’atmosfera sublime
e mistica del Paradiso. Calorosamente
applauditi i lettori don Riccardo Gobbi,
Giorgio Moreni, Manuela Palastrelli.
Scroscianti applausi anche per Sara
Rossi e Milo Martani. La giovane mezzosoprano asolana che si è esibita (come
in occasione del recital 2006) accompagnata sapientemente dal maestro Martani, ha dato prova di una voce coltivata
e importante, dal timbro ricco di fascino, capace di modulazioni e variazioni
repentine. Ha eseguito un programma
decisamente impegnativo, che il pubblico ha apprezzato, anche grazie all’interpretazione sempre coinvolgente della
giovane artista.
Sara ha aperto il programma con un anthems di Handel, brano inglese virtuosistico sulla magnificenza del Creatore,
brillante e dinamico, per poi proseguire
con la toccante “Ave Maria” di Caccini,
suonata con vibrante intensità. Il celebre “Dolce Sentire” è stato eseguito in
versione lirica, graditissima dai presenti,
mentre le “Ave Maria” di Saint-Saens e
Gounod hanno reso più intimo e partecipe l’ascolto. Ha concluso il programma
il “Laudate Dominum” di Mozart, brano
caratterizzato dalla soavità della melodia, alla quale la cantante ha aggiunto
levigatezza d’espressione e delicatezza
di intenzioni, concedendo al pubblico il
bis richiesto a gran voce. Il parroco ha
infine ringraziato Mantovabanca 1896,
sponsor dell’evento.
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Primo tetto
e Giovani sposi
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- Durata fino a 30 anni
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Esempio: ISC applicabile al finanziamento: 5.463%. L’ Euribor 3 mesi è quello rilevato come media del mese di Agosto 2007 pari a 4,60%.
L’ ISC è stato calcolato su un finanziamento a privati della durata di 30 anni e di importo pari a 100.000 Euro, con spese di istruttoria pari a
100 Euro e spese per comunicazione periodica pari a 2,60 Euro ed ipotizzando l’invariabilità delle condizioni.
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C U LT U R A R A S S E G N A D ’ A RT E
Trionfo per Sandro Soravia
alla terza edizione della rassegna d’Arte
Città di Bozzolo. Acquisite anche le
opere di Mario Lipreri e Lillo Messina.
Grazie al premio-acquisto, le tre opere
entreranno a far parte della collezione
civica di arte contemporanea.
Pittura e scultura
contemporanee
in mostra
a Bozzolo
UN
A PPU N TA M E N TO BI E N NA L E
CH E SI M A N T I E N E A I M A S SI M I
L I V E L L I DE L L A PI T T U R A E DE L L A
SC U LT U R A CON T E M P OR A N E A .
A C U R A DI
T U L IO C A SI L L I
Sandro Soravia
Nati, dannati e condannati - Bronzo a cera persa
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CRAINFORMA
D
omenica 21 ottobre ha chiuso i battenti
la III Biennale Internazionale d’Arte
“Città di Bozzolo” dedicata alla figura
di don Primo Mazzolari. Un’edizione
questa, la IX in senso storico e la terza in formula biennale, curata da un tecnico d’eccezione: il
prof. Renzo Margonari, docente di storia dell’Arte all’Accademia “Cignaroli” di Verona, artista e
critico ai massimi livelli europei. La rassegna si è
presentata suddivisa in tre sezioni.
La prima, denominata Immagini dello Spirito e
collocata nella Chiesa palatina di San Francesco,
ha presentato le opere dello scultore ceramista
bolognese Cesare Ronchi. Quattro sculture di
grandissimo pregio e sei bozzetti rappresentanti
parte delle sculture esposte. Particolare presa sul
pubblico hanno fatto le sculture: “La carità di
san Martino”, in bronzo, “L’albero che tende al
bene” in bronzo e maiolica e la terracotta “San
Petronio presenta il suo progetto”.
La seconda e la terza sezione: Omaggio a un Pittore mantovano e Persistenza della figurazione Fantastica, sono state invece ospitate nella galleria del
Premio dove hanno trovato collocazione le opere
di diciotto maestri della pittura e della scultura
nazionale quali: Armodio, Erio Baracchi, Alberto Bertoldi, Dino Buffagni, Stefano Cecchi, Patrizia Comand, Raffaele De Rosa, Vladimiro Elvieri, Dario Lanzetta, Mario Lipreri, Lillo Messina,
Romano Notari, Claudio Olivotto, Francesco Parisi, Franco Rinaldi, Edoardo Salvestrini, Emilio
Baracco e Sandro Soravia.
Per il tributo particolare ad un pittore mantovano o cremonese, caratteristica dell’edizione
biennale, il curatore ha reso omaggio alla figura
di Renzo Schirolli, pittore mantovano scomparso
nel 2000, presentando una grande tela del 1966
dal titolo “Ricordi”.
L’esposizione, inaugurata domenica 16 settembre, ha registrato un notevole afflusso di visitatori anche se da deterrente ha agito il calendario “spartano” delle aperture che si sono limitate
ai soli prefestivi e festivi di cinque settimane.
Durante l’apertura della rassegna si sono tenuti
quattro incontri culturali nei venerdi 21 settembre, 5, 12 e 19 ottobre cui va sommata una visita guidata dalla prof. Renata Casarin domenica
30 settembre. Domenica 14 ottobre, il Sindaco
di Bozzolo, Piergiorgio Mussini, ha annunciato
che una giuria popolare, da lui presieduta, aveva
scelto tre opere che il Comune ha acquistato per
incrementare il proprio patrimonio artistico con
il quale, quanto prima, verrà aperta una Galleria
di arte contemporanea formata in prevalenza
dalle opere provenienti dai Premi di pittura “città
di Bozzolo”. Anche se non c’è stata una graduatoria ufficiale possiamo affermare con tutta tranquillità che la palma del vincitore di questa terza
biennale è andata allo scultore milanese Sandro
Soravia con una stupenda scultura in legno e
bronzo dorato che rappresenta, in uno spaccato,
la piccolezza dell’Uomo nel contesto della perfezione del mondo nel quale egli stesso vive.
Sandro Soravia è un artista di fama internazionale le cui opere sono presenti in Brasile,
Francia, Germania, Giappone, Olanda, Regno
Unito, Spagna e Stati Uniti. In Italia i suoi lavori
li troviamo oltre che a Roma, nel Palazzo del
Senato della Repubblica, anche in numerosissime collezioni pubbliche e private. A lui si deve
“L’albero della creatività”, che è l’Oscar con il
quale la SIAE, Società Italiana Autori ed Editori,
premia annualmente la creatività degli artisti e
degli editori italiani.
Le altre due opere acquistate sono quelle di
Mario Lipreri, artista mantovano, con un una
tela dal titolo “Ambiente fossilizzato dalla natura” e quella dell’artista romano Lillo Messina con
un olio su tela intitolato “L’ isola delle tre torri “.
Una rassegna, questa terza biennale, di eleva-
Lillo Messina - L’isola delle tre torri - olio su tela
Mario Lipreri - Ambiente fossilizzato della natura
to livello artistico, caratterizzata anche dall’elegantissimo catalogo dello studio Ryu Grafic di
Mantova e stampato dalle Arti Grafiche Chiribella di Bozzolo, con testi di Renzo Margonari,
Mario De Micheli, Lucio Mazzi, Flaminio Gualdoni, Alfonso Gatto, Dino Formaggio, Andrea
Polati, Nicola Miceli, Marco Fragonara, Maria
Teresa Benedetti e Donato Di Poce. Il prossimo
appuntamento del 2009 coinciderà con il 50° anniversario della morte di don Primo Mazzolari.
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C U LT U R A G U S T O E T R A D I Z I O N E
Consorzio Vini Garda Colli Mantovani:
l’anno della svolta
Per i produttori delle colline moreniche mantovane grandi
cambiamenti: nuovo marchio, nuova immagine e nuovo sito web
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N
uovo look e nuova immagine per una delle
zone più belle e caratteristiche d’Italia.
Con lo scorso mese di giugno
grandi novità e cambiamenti all’interno del Consorzio Vini Garda Colli Mantovani: un nuovo
Presidente e, primi in Italia, una
signora, nuovo direttivo e nuovo
direttore. Inoltre, per i produttori
delle colline moreniche mantovane, il 2007 sarà l’anno della svolta:
un nuovo marchio, un nuovo sito
web, una nuova immagine e... un
nuovo vino!
Il lavoro che aspetta il nuovo direttivo è tanto e molto impegnativo; ma la voglia di valorizzare e
promuovere il territorio, i vini e la
gastronomia dell’alto mantovano
non spaventa i produttori.
Chiara Tuliozi Stefanoni neo-presidente del Consorzio Garda Colli
Mantovani, al riguardo afferma:
“in anteprima presentiamo il nuovo marchio del Consorzio, a breve
verrà realizzato il nuovo portale
web, e nel frattempo il consorzio
con gli associati ha già prodotto
il nuovo vino rappresentativo del
territorio, regolarmente caricato sui registri di competenza, il
cui nome verrà reso pubblico nei
prossimi mesi. Tante e di rilievo
saranno le manifestazioni che vedranno il Consorzio impegnato
sul territorio locale, nazionale e
internazionale. Nuovo look al Vinitaly, presenza a manifestazioni
internazionali e nuove manifestazioni enogastronomiche sul territorio che nei prossimi mesi verranno presentate al pubblico.
Per ultimo, ma non meno importante, il Consorzio ha intrapreso l’iter per l’ottenimento
dell’incarico di vigilanza e l’attuazione dei controlli di filiera
erga omnes come previsto da recenti normative.
Ad Asola in Sant’Andrea
un bel concerto in nome
del gemellaggio tra Asola
e Leingarten
Corali
in nome del gemellaggio
Le corali “Santa Cecilia” e “Gemischter Chor” hanno offerto una serata indimenticabile al numeroso pubblico presente nella cattedrale di S.
Andrea. Il concerto rientrava nelle programmazioni dei Comitati per il gemellaggio di Asola e Leingarten. Mancava il gruppo di Lésigny perché in
Francia erano in corso le elezioni politiche.
«Sono contento - ha detto il parroco don Riccardo Gobbi in apertura - che
questo importante evento si svolga nella nostra cattedrale. Un evento
all’insegna dell’amicizia, della cultura, della spiritualità che bene si armonizza con l’atmosfera mistica e la ricchezza artistica della nostra chiesa». «Una esperienza che avvicina sempre di più le nostre comunità», ha
affermato l’assessore Fiorenzo Zanella a nome del Comitato e di tutta
l’amministrazione. «Un incontro che ci fa crescere come cittadini europei
- ha riferito una corista tedesca -. Le nostre lingue sono diverse, ma in
nome della musica che amiamo possiamo comunicare emozioni, sentimenti, valori».
La corale “Santa Cecilia” diretta dal maestro Claudio Cristani (al pianoforte la prof. Saba Mainardi e il maestro Alessandro Rizzotto) si è esibita
in brani polifonici del ‘500 e del ‘600, fra cui l’impegnativo “Sanctus” del
compositore asolano Vittorio Raimondi. Un autentico “exploit” l’esecuzione di pagine tratte dal “Nabucco” e da ”I Lombardi alla prima Crociata”
di Verdi. Passione, rigore, sensibilità interpretativa hanno riscosso tanti
calorosi applausi. Molto ricco il programma della corale tedesca (diretta
da Noe Gerhard U. all’organo e al pianoforte Ulrich Stierle jr.), che si è
presentata in due diverse formazioni. Il “Gemischter Chor” ha eseguito
musiche di Bach, Scarlatti, Purcell, Bruckner. Particolarmente apprezzato
il “Regina Coeli” di Mozart, che ha visto la partecipazione della giovane e
brava soprano Tabea Schmidt.
Il “Kleiner Chor” ha interpretato un’ampia antologia di gospel ed elaborazioni di testi della tradizione popolare. Di grande effetto l’”Ave Verum” di
Mozart cantato insieme dalle tre corali.
Disinvolte Barbara Piccioli e Sieglinde Monti (una signora austriaca ora
asolana) che con simpatia hanno svolto il ruolo di presentatrici-traduttrici.
Ha concluso la manifestazione, resa possibile anche dalla sponsorizzazione di Mantovabanca 1896, lo scambio dei doni da parte dei presidenti
delle due corali.
Gli altri appuntamenti del gemellaggio: gli incontri giovanili di calcio a
Leingarten; la trasferta asolana dei dipendenti comunali di Leingarten
per uno scambio di esperienze che hanno riguardato anche l’asilo nido e
le scuole materne; il torneo di basket settore ragazzi.
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C U LT U R A G E R O L A M O R O M A N I E C L E M E N T E Z A M A R R A
Romanino, un artista in rivolta
Al San Carlo di Asola, gli studiosi hanno proposto una rilettura del ciclo
pittorico. Un gioco di rimandi tra temi classici e nuove sensibilità.
R OM A N I NO A D A SOL A È L’OCCA SION E PE R R I SCOPR I R E I L
VA L OR E DI U N A RT I STA , G E ROL A MO R OM A N I , DET TO I L ROM A N I NO , CH E OF F R E A L L A
NOST R A CH I E SA U NO DE I SUOI CICL I PI T TOR ICI PI Ù SIGN I F ICAT I V I . E S SO V I E N E
I L CON V EGNO
“I
DI PI N T I DE L
R E A L I Z Z ATO N E L MOM E N TO DE L L A SUA M AT U R I TÀ E D È I NCOR N ICI ATO DE I PR E Z IOSI
A R R E DI L IGN E I , F I N E M E N T E DECOR AT I DA
ELEMENTI
CLEMENTE ZAMAR A,
ST E S SI DE L L A L I T U RGI A .
AT T I A CON T E N E R E GL I
A cura di Giusy Bolther
È
il commento di don Riccardo Gobbi che, sabato 27 ottobre, ha introdotto i lavori al teatro San Carlo. L’assessore Francesca Zaltieri
ha aggiunto: «Un evento importante: fa parte di un
percorso preciso di conservazione e di conoscenza
dei beni artistici della nostra città che nel Cinquecento ha vissuto momenti gloriosi». Emilio Sbarra,
vicepresidente di Mantovabanca 1896, si è detto
lieto che la manifestazione sia stata sponsorizzata
dall’Istituto di credito da lui rappresentato, sempre
in prima linea nel sostenere iniziative culturali, sociali e umanitarie del territorio in cui opera.
Il dottor Ezio Chini, dirigente della Fondazione
del Castello del Buon Consiglio e curatore della
grande mostra del Romanino del 2006 a Trento,
ha illustrato i dipinti di Asola nel percorso dell’artista. Questi, tra la fi ne del Quattrocento e i primi
decenni del Cinquecento, soggiorna a Brescia, ma
tende ad evadere da quell’ambiente provinciale
per avvicinarsi alle tendenze pittoriche di Milano
e di Venezia, prende il meglio per elaborarlo in
maniera personale. In area bresciana si differenzia
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dal Moretto, a lui preferito perché più raffi nato e
composto. Si cerca committenze lontano da Brescia; si offre al principe vescovo di Trento, affresca
il castello del Buon Consiglio, dove si cimenta in
temi profani e mitologici su grandi spazi.
Gli aspetti anticonvenzionali della sua pittura
sono solo apparentemente sgradevoli. Nel 143940, ormai affermato, lo vediamo nella cattedrale
di Cremona, dove dipinge scene della passione di
Cristo. In seguito viene sostituito dal Pordenone
giudicato più aggiornato.
Nelle architetture dipinte delle ante dell’organo,
osserva Chini, il Romanino dà esibizione di abilità
prospettica. Più libero nella parte interna, ambienta gli episodi in paesaggi ariosi, ma sconcertano
la sproporzione tra il sacrificio di
Abramo e i servi in primo piano.
Assistiamo al rifiuto delle belle forme e al trionfo della goffaggine.
Nel basamento dell’organo si rivela grande maestro dell’affresco
e mira a cogliere il temperamento
dei personaggi Pietro, Paolo, Mosé,
Elia. Le sibille e i profeti della cantoria sono figure scomposte, agitate, hanno un piglio popolare. Lo
stesso piglio che hanno gli apostoli
del pulpito, appena abbozzati. Di
grande fascino è la struggente immagine del Cristo
sofferente sulla colonna.
Il Cristo sofferente è la figura chiave - afferma
mons. Roberto Brunelli, direttore del museo diocesano di Mantova - per una lettura teologica dell’intero ciclo. La redenzione compiuta da Gesù deve
arrivare a tutti gli uomini. Attorno a Cristo ruotano
Nella pagina precedente: alcuni momenti del convegno tenutosi al Teatro San Carlo di Asola.
A fianco: un particolare del volto di Isaia. Nella foto in basso: una panoramica dell’organo.
i personaggi e
gli episodi illustrati nelle
for mel le del
pulpito e nelle
parti dell’organo. I profeti, le
sibille, il sacrificio di Isacco,
la Madonna con il Bambino, Pietro e Paolo, Andrea ed Erasmo: tutti soggetti non casuali, scelti
con oculatezza. I santi testimoniano la redenzione
recepita, sono un richiamo al futuro che
attende chi fa altrettanto.
Il Romanino fa un discorso di avanguardia rivolto ai fedeli asolani del tempo.
Con il suo stile popolaresco e sgraziato egli intende presentare persone reali
che avvicinano lo spettatore a quegli
episodi. L’autoritratto di fianco all’organo è la firma apposta a una lettera che
scrive a tutti noi.
Anche Antonella Madella, laureata in
storia dell’arte e in teologia, ha proposto una lettura approfondita del ciclo,
evidenziando come vi si riscontri un
grande gioco di rimandi di temi antichi
tra echi classici e nuove sensibilità. Il
Romanino risente della spiritualità del
tempo, frequenta ambienti religiosi. Ad
Asola erano presenti francescani, clarisse, agostiniani, canonici importanti, un
laicato impegnato.
Dell’autore della parte lignea dell’organo, Clemente Zamara, ha parlato don
Giuseppe Fusari, conservatore del museo diocesano di Brescia. Ancora oggi
la figura di questo artista sfugge a una
piena comprensione per lo scarso numero di opere a noi pervenute. Il complesso di Asola, di cui si conserva la documentazione, è importante per capire
come agiva la committenza che vedeva
in lui soprattutto un intagliatore. La differenza tra lo Zamara scultore e il decoratore è profonda: artista arcaico nelle
sculture, è leggiadro e raffinato nelle
decorazioni. Nel primo caso si esprime
secondo il suo gusto, nel secondo deve
seguire disegni proposti dalla committenza.
C’è sempre una volontà di rappresentazione ieratica, che segue tutta la
sua produzione. Distacco ideale, che
nulla concede alla rappresentazione raffinata di
altri interpreti. Incomunicabilità dell’elemento divino. Rifiuto cosciente di usare una cifra
espressiva che crei coinvolgimento e pathos nello
spettatore. Immagini come la Madonna annunciata destinata alla cimasa dell’organo e il Cristo
morto bloccano le situazioni: chiedono di essere
contemplate.
La coordinatrice Lucia Molinari ha concluso i
lavori, ringraziando i relatori e lo sponsor e annunciando che gli atti del convegno saranno pubblicati in un prossimo futuro.
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I L R A C C O N T O B O S C H I C U P I E A L L’ A P PA R E N Z A S I L E N Z I O S I
F INALMENTE
RAGGIUNSERO L’ABITAZIONE .
A LFWIN SCOSTÒ LA PORTA CHE NON ERA CHIUSA
ED I RAGAZZI SI TROVARONO IN UNA GRANDE CUCINA ....
seconda PARTE
lle pareti, fatte di pietre
di varie misure, erano
appesi dei grandi tegami, un largo tavolo occupava lo spazio centrale
della stanza e su una rozza credenza stavano impilati ciotole, piatti e bicchieri. Un grosso gatto
fulvo, che dormiva acciambellato su uno sgabello, al loro ingresso balzò a terra e cominciò
a stiracchiarsi. - Bentornato figliolo - disse una
voce che sembrava provenire da un sacco abbandonato presso il fuoco.
- Nonna! - Esclamò Alfwin - abbracciando con
slancio la persona che aveva parlato. - Sono tornato, hai visto, era tutto vero - continuò il ragazzo che calmo e sicuro sino a quel momento sembrava aver perso all’improvviso tutta la propria
disinvoltura.
- Calmo ragazzo mio - disse la signora - cosa
credi stessi facendo a quest’ora vicino al fuoco?
Attendevo il tuo ritorno. Ne ero così certa che vi
ho preparato da mangiare, avvicinatevi ragazzi
ce n’è per tutti. I quattro amici si accostarono
al fuoco un po’ esitanti. La nonna di Alfwin era
alta e ben messa, aveva i capelli grigi e gli occhi
azzurri, le sue erano mani da vecchia mentre il
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di Emanuela Contessa
viso, liscio e tondo, non lasciava indovinare la
sua età. Mi chiamo Mathelt - aggiunse la signora
- accovacciandosi presso la luce e disponendo su
una specie di stuoia dei panini scuri, frutta secca,
latte e qualcosa che sembrava marmellata.
- Niente patatine immagino - disse Elena - allungando una mano verso un panino.
- Buono! - Esclamò - ha il sapore delle castagne.
Stefano che era affamatissimo seguì l’esempio di
Elena mentre Francesco che non aveva mai tanta
fame era un po’ incerto, Noemi invece tese la
manina paffuta senza esitazione.
- Alfwin puzzi!- disse ridendo la nonna del ragazzo - ma sono contenta che tu sia qui perché è vero
che ti aspettavo, che avevo fiducia in Wigbodus,
ma fi nchè non ti ho visto non ero certa che sarebbe accaduto davvero.
Abbiamo guardato tante volte nel fuoco e nel
cielo, ma una nube nera ci impediva di capire
dove fossi. Però ci veniva riconfermata la visione
avuta tempo fa cioè che qualcuno sarebbe venuto
in tuo soccorso dal futuro, qualcuno che non ci
sarebbe se tu fossi scomparso.
Poi guardò intensamente i ragazzi, quasi volesse
leggere sui loro visi qualcosa che non sapevano
d’avere. - Sentite i lupi? Chiese la nonna di Alf ai
ragazzi? - Nelle notti di luna e di stelle percorrono tanta strada sulla montagna perché è loro.
Avete guardato la notte che avete attraversato?
Me la sapreste descrivere?
- Era scura - disse Francesco - e silenziosa.
- Avevo l’impressione che il mondo attorno a me
fosse più grande - aggiunse Elena.
- E più profondo - intervenne Stefano - come se
ci fossero meno cose, non riesco a spiegare bene
questa sensazione.
- Per me invece c’erano più cose - disse Noemi
- Avete ragione tutti - asserì l’anziana signora perchè è una notte densa di mistero, di magia. Se
così non fosse, non sareste qui.
- Avete mangiato abbastanza ? - continuò - Perché se avete finito vorrei portarvi da Wigbodus,
però dobbiamo fare in fretta, abbiamo la necessità di ritornare prima del sorgere del sole.
- Ma non sarà troppo tardi per noi? - chiese
Noemi - Cominceranno a cercarci.
- Non preoccupatevi - rispose Mathelt non se ne
accorgerà nessuno.
I ragazzi si alzarono prontamente in piedi e seguirono la donna nell’oscurità .
Il sentiero che lei aveva scelto si arrampicava sul
margine di un pascolo seguendo il corso sinuoso
di un torrente. La luce delle stelle si rifletteva
sull’acqua che scorreva veloce.
La notte era silenziosa, neppure i lupi o gli agnelli volevano turbare la quiete del buio.
Solo i loro passi risuonavano nell’ ombra. Arrivarono sulla cima di un crinale, poi si inoltrarono
in un bosco. La poca luce che filtrava tra i rami
rendeva agevole il cammino anche perché Mathelt
e Alfwin procedevano sicuri e gli altri cercavano
di rimanergli incollati, nonostante ciò però tutti
i ragazzi erano affannati, era proprio sfiancante
procedere in salita! Usciti dal bosco si ritrovarono
davanti ad un’erta brulla che si stagliava contro
il cielo. Cominciarono ad inerpicarsi, procedere
richiedeva uno sforzo enorme ed i ragazzi erano
stanchi. Noemi che aveva le gambe più corte degli
altri ogni tanto chiedeva ai compagni di aspettarla. Ad un certo momento Mathelt e Alfwin sembrarono scomparire dietro un grosso masso. Gli
amici li seguirono faticosamente e oltrepassata la
sporgenza videro un sentiero ben delineato scendere e fermarsi poco più in basso. Dopo averlo
percorso i quattro amici si fermarono ad osservare
il luogo insolito in cui erano arrivati.
Di forma semicircolare era delimitato da alte rocce lisce che si innalzavano verso l’alto, un varco tra
due di esse lasciava indovinare la presenza di un
anfratto davanti al quale ardeva un fuoco luminoso. Nonna e nipote erano intenti a parlare con uno
sconosciuto. I ragazzi lo squadrarono incuriositi,
quando avevano sentito alludere ad un vecchio
saggio che abitava in una caverna si erano aspettati di incontrare una persona dimessa, curva dagli
anni e magari un po’ sporca, invece l’uomo che
videro ergersi davanti a loro era eccezionalmente
alto, portava un vestito rosso scuro, i suoi capelli
e la sua barba erano bianchi, ma curati e alcuni
gioielli gli adornavano il collo ed i polsi.
- Avvicinatevi pure, non ho intenzione di mangiarvi- proferì il saggio - sono Wigbodus - aggiunse - e
si, vi aspettavo. Siete proprio belli e strani. - Siete
proprio alti e tu cosa porti sul naso? chiese guardando Stefano. - Sono degli occhiali - rispose il
bambino - togliendoseli e allungandoli al vecchio
- servono per correggere i difetti della vista ed io
sono miope. - Che meraviglia! - Esclamò l’uomo
- chissà quante altre scoperte avete fatto nel corso
dei secoli! - Ci sono le auto, la tv, i computer - disse
Elena. - I telefoni cellulari, le macchine fotografiche digitali, la lavastoviglie - aggiunse Noemi.
- E gli ascensori - sospirò Francesco che era proprio stanco dopo tutto quel camminare.
- Devono essere invenzioni fantastiche - osservò
- rendendo gli occhiali a Stefano, ma forse non
essenziali. Mi farebbe molto piacere rimanere
qui e farmi raccontare tutto sul vostro mondo, ma
non c’è tempo. Venite vi voglio mostrare qualcosa
d’importante e detto questo si inoltrò oltre l’apertura della grotta.
...è una notte densa di
mistero e di magia...
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I L R A C C O N T O B O S C H I C U P I E A L L’ A P PA R E N Z A S I L E N Z I O S I
...COSÌ SEGUIRONO IL SAGGIO ALL’IN TERNO DELLA GROTTA CHE SI RIVELÒ
MOLTO PIÙ SPAZIOSA DI QUANTO AVE VANO IMMAGINATO...
- Ho un po’ di paura - disse Noemi .
- Si, cioè non è proprio paura - approvò Elena però sono inquieta.
- Anche noi - fecero eco Stefano e Francesco - ma
visto che siamo arrivati sino a qui è meglio andare. Così seguirono il saggio all’interno della
grotta che si rivelò molto più spaziosa di quanto
avevano immaginato. Vari bauli, un letto ed un
tavolo costituivano tutto l’arredamento.
Dalla parete opposta all’ingresso giungeva un
rumore simile a quello dell’acqua, infatti un rigagnolo scendeva tra le rocce e andava a formare
una piccola pozza semicircolare il livello della
quale era poco più basso rispetto a quello del
suolo. Probabilmente l’acqua in eccedenza defluiva altrove fi ltrando tra le pietre. I ragazzi si
sedettero lungo la sponda del piccolo bacino vicino ad Alfwin e a Mathelt, Wigbodus li raggiunse
reggendo una specie di vassoio rotondo nel quale
ardeva del fuoco.
Lo fece scivolare sulla superficie dell’acqua e
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istantaneamente la grotta si riempì di luce. Immobili i quattro piccoli guardarono verso l’alto,
la luce si muoveva sulle pareti della grotta disegnando strane figure e mentre il suono dell’acqua
veniva sostituito da un canto, le sagome sembrarono assumere una forma più concreta. Videro un fiume impetuoso scorrere veloce in una
valle,un gruppo di persone camminare lente,
con dei pesanti fardelli e attraversare un crinale.
Osservarono un’orda minacciosa dilagare tra i
boschi sulle tracce di individui biondi e sottili.
Scorsero una città cinta di mura soccombere ad
un nemico e sotto la luce di molti soli cadere e
risorgere molte volte, videro la valle farsi popolosa, una donna ferirsi con un forcone, delle rotaie
incidere la terra, alberi cadere, bombe aprire
voragini nelle strade, il fumo innalzarsi dalle
ciminiere, la linea ferrata scomparire, il buio, poi
ancora la fi la silenziosa, immobile, davanti ad un
masso dalla forma insolita, in attesa , videro il
sole a picco illuminare ogni anfratto, una mano
sparire dentro la roccia e quelle stesse persone
- Vi salutiamo “amici” - disse la donna - sarete
spesso nei nostri pensieri. - Vi salutiamo “amici”aggirarla e svanire, fi nché quattro volti, i loro,
non li osservarono dall’interno della miniera.
ripetè Alfwin - grazie di essere venuti.
- Grazie a voi per averci ospitato - disse Stefano.
Non se ne erano accorti, ma il loro respiro era
diventato veloce, con gli occhi sgranati avevano
E per averci fatto vedere tante cose - aggiunse
guardato le immagini materializzarsi nell’aria e
Francesco. - Anche noi vi penseremo - confermarono le ragazzine- poi iniziarono a scendere
poi scomparire, bolle di sapone dissolte nel temverso il prato.
po, avevano intuito l’intreccio che si snodava in
Il sasso al quale si erano appoggiati sembrava in
tutta la storia, un filo tra il passato ed il presente,
attesa così loro si sedettero e iniziarono a comun legame che si svelava in loro. Sorpresi e senza
parole si guardarono, la grotta pareva essersi
mentare i vari avvenimenti dei quali erano stati
testimoni.
rimpicciolita e le persone intorno a loro portavaI fatti erano pochi sembrava quasi fossero entrati
no sui volti un’imprevista stanchezza.
in un sogno, solo che non era un sogno loro.
- Cos’è accaduto ?- chiese Francesco. - Avete
Intenti a discutere quasi non si accorsero che la
visto - disse il mago - quello che fu, ciò che sarà
dipenderà da voi.
luce era cambiata.
Il sole picchiava sulle loro teste scoperte e faceva
L’uomo sembrava leggere i loro pensieri e perbrillare i vetri del pullman. Con un sospiro si
cepire la traccia dei ricordi, e si accingeva ad
alzarono. C’erano meno alberi intorno a loro e
interrogarli su quelle immagini che a partire da
l’aria aveva un sapore strano.
un certo punto gli erano estranee, incomprensiNonostante il rumore dei motori ed il brusio di
bili addirittura.
tante voci sembrava che ci fosse uno strano silen- Gradirei trattenermi ancora con voi - disse Mazio, come se manthlet che non si era
casse qualcosa. La
persa una parola di
voce del le i nsense quel dialogo - ma
gnanti
li
raggiunse
è tardi, dobbiamo
...L’UOMO SEMBRAVA LEGGERE I LORO
e li riscosse dai loro
proprio andare.
PENSIERI E PERCEPIRE LA TRACCIA DEI
pensieri.
Gli uccelli si miseRICORDI ...
- A nd i a mo, a nro improvvisamendiamo, ci aspetta
te a cantare anche
una miniera tutta
se il buio regnava
attrezzata, potrete
tutt’intorno.
calarvi con le funi, indossare le imbracature,
I ragazzi salutarono Wigbodus che sembrava recamminare sulle passerelle, dai andiamo! - Li
stio a lasciarli andare e desideroso di ricevere inincitava una insegnante.
formazioni e risposte, ma gli amici seguirono la
La successiva miniera era situata a destra di una
nonna ed il nipote che li attendevano impazienti
strada tortuosa e stretta ai bordi della quale si
fuori dalla caverna.
innalzavano delle rocce grigie e fredde tanto da
Insieme si incamminarono veloci verso il mattiricevere l’impressione che il sole non riuscisse
no. - Non possiamo rallentare un po’? - Chiese
mai a scaldarla.
Noemi. - Mi spiace ragazzi è proprio indispensaDopo esser scesi dall’autobus si misero a vagabile arrivare alla miniera prima che sorga il sole
bondare un po’ attorno dato che erano stati divi- chiarì Mathelt.
si in gruppi perchè erano troppi per entrare tutti
- Alfwin - ma tu cosa fai di solito ? - chiese Elein una volta sola.
na - che pur se era stanca riusciva a mantenere
Guardate!- Strillò Noemi - come sono buffe quelun’andatura veloce.
le pietre giù in mezzo al prato! Sotto di loro,
-Non molto - disse il ragazzo- bado alle pecore,
protetto da una palizzata si allargava infatti un
aiuto i miei, poi studio, vorrei diventare un saggio.
ampio spiazzo erboso, al centro del quale dei
grossi massi sembravano essere stati scagliati a
Gli amici lo guardarono incuriositi. A loro quella
del saggio non pareva proprio una professione,
casaccio da un gigante dispettoso. - Andiamo a
vedere - propose Stefano che sentiva crescergli
però intuivano che in periodi diversi ogni cosa
dentro una sensazione singolare d’attesa.
doveva essere valutata differentemente.
Finalmente arrivarono nei pressi della miniera.
- Profe! Profe! - urlo Elena - Possiamo scendere
CRAINFORMA
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I L R A C C O N T O B O S C H I C U P I E A L L’ A P PA R E N Z A S I L E N Z I O S I
...TRA
I RESTI DI UNA GROSSA CASSA DI
LEGNO LUCCICAVA DELL’ORO, SPILLE ,
COLLANE ED ALTRI MONILI ...
nel prato? Promettiamo di non allontanarci di più. L’insegnate che stava parlando
con un addetto alla miniere diede loro il permesso e mentre si allontanavano, i ragazzi poterono
sentir dire all’uomo che presto il prato sarebbe in
parte scomparso e che i massi erano destinati ad
esplodere per far posto ad un parcheggio. Ancora prima di avvicinarsi sapevano cosa avrebbero
trovato.
In silenzio si avvicinarono e guardarono con
attenzione le pietre per cercare di capire quale
fosse quella con la fenditura. Erano passati tanti
anni e l’acqua ed il vento avevano smussato spigoli e arrotondato forme.
- È questa - asserì Francesco - e adesso? - Io le
mani lì dentro non le metto - magari ci sono le
vipere - dichiarò Elena senza però scomporsi.
- Lo facciamo insieme - propose Stefano e cominciò ad arrampicarsi sui sassi. Gli altri lo seguirono. Scorsero la fenditura, ma salirono ancora,
dall’altro poterono scrutare al suo interno, era
lunga poco più di 60 centimetri e sul fondo rischiarato dai raggi del sole un anello di metallo
debolmente brillava. Diversi mani si allungarono
per tirare e subito un rumore sinistro, simile a
quello di un tuono, risuonò cupo nell’aria.
Tornati a terra i ragazzi aggirarono la pietra, tra
la base dei massi e il terreno era apparsa una
cavità dalla quale usciva un odore freddo e remoto.
Un sentiero di pietra leggermente in discesa li
attendeva. Si guardarono incerti poi in silenzio
mossero qualche passo verso l’entrata. Inaspettatamente l’interno non era buio, la luce del sole
rimbalzava sulle pareti lucide e come una lama
splendente si proiettava in avanti invitandoli a seguirla. Proseguendo, il condotto si allargava fi no
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CRAINFORMA
a trasformarsi in
una stanza circolare; proprio di fronte all’ingresso tre pietre rozzamente squadrate formavano un piccolo dolmen,
forse un altare. Non c’erano arredi, solo pietra e
luce però sparsi per la vasta sala si scorgevano
vari oggetti accatastati gli uni sugli altri. Scudi,
spade, crateri, tra i resti di una grossa cassa di
legno luccicava dell’oro, bracciali, spille, collane
ed altri monili che non riuscirono ad identificare.
- Un tesoro! Sussurrò Noemi. - Cosa dobbiamo
fare - chiese Francesco che si guardava intorno
sbalordito. - Non dobbiamo toccare niente e andare ad avvisare qualcuno - suggerì Stefano.
- Non pensi che dovremmo tenerlo nascosto?
Domandò Noemi mentre osservava incantata le
incisioni sugli scudi che illuminate dal sole sembravano animarsi e rivivere.
- Credo anch’io dovremmo dirlo a qualcuno, non
avrebbe senso non rivelare a nessuno questa scoperta, anzi sono quasi certa che siamo stati chiamati qui proprio per questo.
È vero - approvò Francesco - se non parliamo qui
ci faranno un parcheggio! Uscirono di corsa e
raggiunsero la strada ansanti.
- Profe! Profe! Abbiamo trovato un tesoro! - Su
ragazzi non dite sciocchezze, ne avete di fantasia
- rispose l’insegnante. - Davvero! È vero! - gridavano i ragazzi- venite a vedere. - Ci sono delle
spade.
- Degli scudi. - Dei torques! - Dei torques? Chiese
l’insegnante che aveva deciso di seguirli benché
convinta si trattasse di uno scherzo. - Ma si! Collane celtiche.
- Lo so cos’è un torques, ma davvero non state
scherzando? Nel frattempo erano giunti nei pressi delle pietre e dell’apertura misteriosa.
L’espressione minacciosa che era comparsa sul
viso della guida fu sostituita dalla sorpresa - voi
rimanete qui - disse al gruppetto di amici ed entrò seguito dall’insegnante nella montagna.
Poco dopo i due riemersero dalle tenebre parlando fra loro di Sovrintendenza, di autorità competenti, polizia locale, di sicurezza…
- Avete fatto una scoperta incredibile - affermò
l’insegnante - ma adesso è necessario che se ne
occupino persone competenti.
Rimasero per un po’ sul prato a commentare
l’accaduto. La signora era molto incuriosita sul
modo in cui erano riusciti a trovare l’anello e
sbloccare l’apertura. Ovviamente non potendo
rivelare le loro fonti i ragazzi insistettero sulla
casualità dell’accaduto e sulla fortuna.
La guida che era andata a prendere oltre ai rinforzi il necessario per transennare il luogo
riferì loro che stranamente in quel momento
l’interno della stanza era tutto buio, come se
il sole dovesse trovarsi in una posizione particolare per riuscire ad rischiararne l’interno.
L’ora del ritorno ormai si approssimava ed il
gruppetto si diresse verso l’autobus dove già
era riunito il resto dei compag ni. Lontani
gli uni dagli altri gli amici non riuscirono a
parlare molto dell’accaduto.
Nei giorni successivi però la notizia si diffuse, ne parlarono addirittura al telegiornale!
Purtroppo però in poco tempo tutto tornò
come prima ed il mattino mentre attendevano lo scuolabus sulla piazza i ragazzi giocavano a pallone e le ragazze parlavano tra di
loro e si tenevano lontane dagli amici. Qualche volta però i loro sguardi si incrociavano
sopra quelli degli altri, in fondo tra loro c’era
un seg reto che li legava e li avrebbe uniti
ancora.
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C U LT U R A L A N U O VA S TA G I O N E T E AT R A L E
TEATRO COMUNALE “GIUSEPPE VERDI” DI BUSCOLDO
Inaugurata con successo
la nuova Stagione Teatrale
i
nizia una nuova stagione lirica. Un lungo e ricco
programma di spettacoli che ci accompagnerà da
ottobre 2007 ad agosto 2008.
Il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” si è presentato
ufficialmente al pubblico Domenica 14 Ottobre con
la descrizione di tutta la Stagione e, come è ormai
tradizione in questi ultimi anni, è seguito un suggestivo Concerto Lirico con il famoso Tenore Vincenzo
Puma circondato dai vincitori del Concorso internazionale di Canto Lirico “ Ismaele Voltolini”, durante
il quale si sono ascoltate le romanze e i duetti più
significativi delle Opere in programma durante l’intera Stagione Lirica.
Ancora una volta il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” conferma di essere motore culturale del nostro territorio e non
solo.
Durante la nuova Stagione Lirica, che è stata inaugurata
venerdì 19 ottobre con il grande titolo verdiano “Macbeth”,
sul palcoscenico si alterneranno momenti tra tradizione e
novità, tutti di prestigio e con grandi artisti. Per offrire occa-
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CRAINFORMA
PROGRAMMA
Venerdì 19 Ottobre - ore 20.30
Domenica 21 Ottobre - ore 16.30
MACBETH
Opera in quattro atti di Giuseppe Verdi
Venerdì 16 Novembre - ore 20.30
Domenica 18 Novembre - ore 16.30
RIGOLETTO
Opera in tre atti di Giuseppe Verdi
Giovedì 27 Dicembre - ore 20.30
CLASSICHE ARMONIE - Gran Galà di Fine Anno con
l’Orchestra e il coro di Sibiu - Romania
Domenica 27 Gennaio - ore 16.30
Domenica 3 Febbraio - ore 16.30
LA VEDOVA ALLEGRA
Operetta in tre Atti di Franz Léhar
Domenica 17 Febbraio - ore 16.30
Domenica 24 Febbraio - ore 16.30
AL CAVALLINO BIANCO
Operetta in due atti di Ralph Bénatzky
Venerdì 7 Marzo - ore 20.30
Domenica 9 Marzo - ore 16.30
FIORE DELLE HAWAII
Operetta in tre atti di Paul Abraham
sioni di divertimento, di scoperta, ma anche di riflessione e
soprattutto di emozione.
“La grande e straordinaria risposta, che l’anno scorso il
pubblico ci ha riservato, è stata il miglior apprezzamento
tangibile delle scelte fatte, spronandoci a proseguire per
migliorare sempre più il cammino artistico”.
Anche in questa stagione verrà dato spazio ai più piccoli, attraverso la programmazione di “Mantova e il suo Rigoletto”
e il famoso Musical “Grease”; le altre Opere in programma:
Rigoletto, Tabarro e Suor Angelica, Tosca, sono state scelte
per accontentare le esigenze espresse sia dai giovani che
dagli anziani, affinché il Teatro possa essere per tutti anche
momento di incontro, aggregazione e conoscenza di un
bellissimo mondo, quale è quello culturale.
Gennaio, febbraio e marzo saranno dedicati alle Operette,
con la rappresentazione de “La Vedova Allegra”, “Al Cavallino Bianco” e la novità “Il Fiore delle Hawaii”.
Immancabile il Concerto di fine anno con l’Orchestra Filarmonica di Stato di Sibiu - Romania con i famosi Valzer degli
Strauss.
Domenica 6 Aprile - ore 16,30
TABARRO - atto unico
SUOR ANGELICA - atto unico
dal Trittico di Giacomo Puccini
Con l’augurio che la nuova Stagione Artistica possa rispondere ancora una volta alle aspettative del pubblico,
grazie anche al contributo ed all’attenzione riservati al
nostro Teatro Comunale da parte di Mantovabanca 1896
Credito Cooperativo, a tutti: buon divertimento!
Domenica 17 Agosto - ore 21.00
Basilica Santuario Santa Maria delle Grazie
Musica Sacra in Santuario
Pietro Mascagni - MESSA DI GLORIA
Per soli Coro e Orchestra
8 - 9 - 10 - 11 Maggio
XXIV CONCORSO INTERNAZIONALE
DI CANTO LIRICO “ISMAELE VOLTOLINI”
Sabato 31 Maggio - ore 21.00
Montanara - Palazzo Zanetti CAVALCABÒ
ATTILA
Opera risorgimentale di Giuseppe Verdi
160° anniversario della Battaglia di Curtatone
Montanara
Lunedì 14 Luglio - ore 21.15
Buscoldo - Piazza Lombardelli - Lirica d’estate
TOSCA
Opera in tre atti di Giacomo Puccini
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C U LT U R A E V E N T I A M A N T O VA
LO SPLENDIDO SCENARIO DI PALAZZO TE HA OSPITATO IL 6
OTTOBRE SCORSO, UN’IMPORTANTE CONVEGNO DEDICATO ALLA
“BUONA” ARCHITETTURA
L’Architettura
come percorso
multidisciplinare
Mario Botta, Dante O. Benini, Cesare Maria
Casati sono solo alcuni dei grandi architetti
italiani che hanno partecipato al convegno
mantovano. Prima della chiusura del
meeting, alla presenza del sindaco Fiorenza
Brioni, è stato consegnato il Vergilius d’Oro
2007, un riconoscimento creato ed istituito
per premiare i progetti di architettura più
esemplificativi.
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S
abato 6 Ottobre 2007 presso Palazzo Te si è svolta una giornata di
confronto sul tema dell’Architettura intesa come percorso multidisciplinare cui hanno partecipato, in
qualità di relatori, gli architetti di
fama internazionale Dante O. Benini e Mario Botta. Moderatore del
confronto l’Architetto Cesare Maria
Casati, Direttore Responsabile de
L’Arca e Arca Plus che aprendo i lavori, ha delineato i “tratti somatici” che contraddistinguono Dante
Benini e Mario Botta. Di loro, Cesare Maria Casati, ha detto: “abbiamo la fortuna di avere due amici
che nonostante la loro fama, non appartengono
allo star system. Ambedue rendono onore alla qualità italiana; Mario Botta pur essendo Svizzero lo
consideriamo italiano per gli studi compiuti a Milano e Venezia. Rappresenta l’innovazione nel rispetto della tradizione, nell’uso della materia; non
dimenticando però l’epoca in cui viviamo e tutte le
opportunità che le scoperte scientifiche mettono a
disposizione anche dell’architettura. Dante Benini,
ogni suo lavoro è una “sperimentazione azzardata
fi no a proporre spazi improponibili”.
Due modi differenti, quelli di Botta e di Benini,
di interpretare il lavoro di architetto in un’epoca
caratterizzata da situazioni incredibili: da una parte la scienza che viaggia a velocità stratosferiche
anche nell’offerta di nuovi materiali e componenti, dall’altra le problematiche legate allo sviluppo
incontrollabile della popolazione, agli spazi rurali
che cedono spazio all’urbanistica per la costruzione di megalopoli. In Italia, l’architettura del
futuro dovrà confrontarsi con i temi dell’ambiente,
dell’inquinamento, dell’energia; dovrà occuparsi
di spazio urbano per rendere vivibili le città. Tutto
questo sarà possibile solo se la popolazione e le
Istituzioni comprenderanno i reali bisogni e i valori della nostra civiltà: non si può continuamente
guardare al passato, l’architettura contemporanea
è espressione della nostra civiltà, della nostra epoca, dei nostri tempi.
Mario Botta si dichiara per la tradizione. Invita a
fare attenzione alle lusinghe del progresso tecnologico. La necessità di abitare dell’uomo è un bisogno
primitivo e quindi, nel rispetto dell’epoca in cui si
vive, occorre non perdere di vista il bisogno reale.
Tra globale e locale, la nostra epoca ha vissuto una
trasformazione che mai, nella storia dell’uomo,
c’era stata e che ha comportato una complessità
di situazioni difficili da gestire; occorre non dimenticare che la velocità di trasformazione porta
anche all’oblio della società. Questo lo si riscontra
ogni giorno: siamo una società che non è in grado
di vivere ai giorni nostri taluni valori primordiali
che invece sussistono nella disciplina del costruire. La casa rimane nel subconscio dell’uomo un
bisogno primordiale; la casa non è unicamente un
modo tecnico di vivere lo spazio ma rappresenta
dei valori. In questo contesto il lavoro dell’architetto è quello di colui che trasforma un territorio
geografico con memoria del passato e dei valori. La
consapevolezza dei valori dell’habitat devono essere necessariamente trovati nel locale, le intuizioni
architettoniche devono passare attraverso un vissuto, una storia che ci appartiene: il più povero dei
centri storici ha più qualità di vita delle periferie
di città perché nei centri storici la gente riconosce
la propria identità. Per Mario Botta, l’avanguardia non deve diventare un alibi per non assumere
responsabilità nel costruire; si può costruire per
l’uomo o per le leggi della speculazione: entrambi
sono modi di costruire, ma molto diversi. Dietro
ad ogni modo ci sono ragionamenti, dietro a tali
ragionamenti ci sono valori etici e non valori.
Dante O. Benini, invece, inizia il proprio percorso professionale partendo dall’industria. Nel fare
architettura, Benini si chiede come possono i lavoratori passare anche 12 o 13 ore nel medesimo posto e andarsene contenti. La ricerca, l’innovazione,
La sala della convention e i partecipanti
La consegna del Vergilius d’Oro da parte del sindaco di
Mantova all’architetto M. Botta
La medaglia simbolo del Vergilius d’Oro
la sperimentazione architettonica diventa quindi
il mezzo per raggiungere la fi nalità del benessere
dei lavoratori, per contenere i consumi energetici. Grande, nel modo di progettare di Benini, è
il ricorso all’illuminotecnica, alle trasparenze per
permettere alla gente di impossessarsi di ciò che
vede. L’occulto crea il disagio. Al termine degli
applauditissimi interventi, sono seguiti i pubblici
riconoscimenti. Il Sindaco di Mantova, ha offerto
agli Architetti un dono quale riconoscenza della
città per il loro lavoro e per la speranza trasmessa
con le loro parole affi nché Mantova, candidata per
CRAINFORMA
47
il 2008 al riconoscimento UNESCO, ce la possa
fare, perché la “bellezza” deve essere un diritto che
ogni cittadino può esercitare quotidianamente.
Il Sindaco di Asola, a nome dell’intera municipalità, manifesta i sentimenti di orgoglio nei confronti di Monotile, azienda ubicata ad Asola che si
distingue oltre che per la propria produzione anche
per la cultura, per le idee di sviluppo dell’uomo e
del suo territorio, come dimostrato nell’organizzazione e promozione di una giornata all’insegna
della “buona architettura”.
Il Sindaco, Dottor Calcina, ha conferito a Benini
e Botta la medaglia d’oro città di Asola per aver
apportato, con la loro partecipazione al convegno,
un significativo e fondamentale contributo alla crescita dell’azienda asolana Monotile.
Un apprezzamento particolare è stato rivolto al
Signor Giancarlo Lui, amministratore unico della
Società.
Il Presidente dell’Associazione Amici di Palazzo
Te e Musei Mantovani, dott. Italo Scaietta, conferisce a Benini e Botta il Vergilius d’oro, appositamente istituito per questa occasione, per “aver testimoniato con le proprie opere e il proprio lavoro
che l’architettura contemporanea è una sintesi delle
riflessioni e delle culture rivolte a migliorare l’umanità. Le loro architetture interpretano la modernità
tessendo percorsi multidisciplinari che portano
con sé la consapevolezza del progetto, dei luoghi
come tramite tra storia e futuro”.
L’evento è stato patrocinato da Comune di Asola, ALA Assoarchitetti, IDD Design for all, promosso e organizzato dall’ordine degli Architetti di
Mantova in collaborazione con Monotile e con il
contributo di Mantovabanca 1896.
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CRAINFORMA
C U LT U R A T R A D I Z I O N I R I S C O P E RT E
Dopo un decennio rivive a Isorella
il Palio delle Contrade
Grazie all’impegno
dell’Associazione
Pro Loco Isorella si
sono svolte numerose
iniziative per la
comunità tra queste il
Palio delle Contrade.
N
el novembre del lo
scorso anno a Isorella
è stata fondata l’associazione Pro Loco e
ne è stato eletto il consiglio direttivo composto da sette membri che ricoprono le seguenti cariche:
Rudy Balzani - Presidente
Ilaria Ciocchi - Vice Presidente
Gloria Bargigia - Segretaria
Claudia Regonaschi - Cassiera
Rossella Balzani - Consigliere
Alessandra Fioretti - Consigliere
Marazzi Luca - Consigliere.
Nonostante il breve percorso
di vita la Pro Loco Isorella negli
ultimi mesi è stata al centro di
eventi importanti per la vita della comunità.
Lo scorso luglio, in collaborazione con l’Oratorio e grazie
al gentile contributo di Mantovabanca 1896, si è impegnata a
far rivivere il “Palio delle Contrade”, evento principe di tante
estati isorellesi ma trascurato da
più di un decennio.
La Pro Loco Isorella è stata
inoltre fra i protagonisti delle
celebrazioni per il trecentenario
della Chiesa parrocchiale di Isorella che si sono svolte tra il 19 e
il 28 ottobre riscuotendo grande
successo e partecipazione.
L’associazione isorellese ha già
in cantiere nuove iniziative per il
2008 che spera di poter realizzare incrementando il numero
di iscritti e confidando sull’appoggio di chi sin dai primi passi
si è mostrato nei suoi confronti
disponibile e generoso.
CRAINFORMA
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VIAGGI IL MESSICO DELLE CITTÀ COLONIALI
Colori e nuvole
LA RUTA DE LA PLATA
{ La strada dell’argento }
Il Messico del nord fra basse
montagne e città coloniali, alla
ricerca del nobile metallo.
Un viaggio affascinante e avventuroso fra
località fantasma e miniere abbandonate,
dove i padroni si arricchirono a spese della
povera gente, costruendo in cambio chiese e
cattedrali barocche piene d’oro e di santi.
Fotografie e testi di
Ermanno Prandini
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CRAINFORMA
Real de Catorce
Dalla città fantasma di Real si sprigiona un’atmosfera magica. Situata su un’altura di 2.750 metri
della Sierra Madre Oriental, la località sta vivendo
una seconda vita. Fu a suo tempo una città mineraria, con ben 40.000 abitanti che la abbandonarono
quando i fi loni d’argento, d’oro e di altri minerali
pregiati si esaurirono, allorché le viscere della terra
si resero improduttive come il ventre di una madre
che ha partorito troppi figli. La città si spopolò, la
febbre dell’oro passò e la località cadde in rovina e
nell’oblio. Solo il vento rimase a soffiare, incessante, sui ruderi delle case e sulle arse pietraie.
Ed è ancora il vento che soffia ora, strappa i cappelli, percuote le imposte e fa rotolare i barattoli
di latta. Porta in alto, nelle notti di luna, il raglio
degli asini, i latrati dei cani e la polvere della Plaza
de Toros.
Arroccata come un nido d’aquila, la città è raggiungibile solo attraverso uno stretto tunnel scavato nella montagna. Fu un passaggio sotterraneo
usato dai lavoratori per recarsi in miniera.
Simulacri a Real de Catorce
Ora i gringos
americani hanno fiutato l’affare e, investendo
ingenti somme,
intendono farla
rinascere sotto il
profilo turistico:
ecco allora che il
vecchio tunnel è
gestito da guardiani muniti di
strumenti per regolare il traffico a senso unico alternato. Nascono
negozi, fioriscono ristoranti, anche i colori della
bandiera italiana sono esibiti per vendere le pizze e
le nostre pietanze. Si riaprono vecchie e polverose
osterie, con cigolanti ed arrugginite insegne, con
biliardi dai tappeti sbiaditi e consunti. Si esibiscono vistosi cartelli che invitano a scommettere sui
galli da combattimento.
I luoghi di culto respirano aria nuova. Riaperti e
spolverati, i santi vestiti di stoffe nuove sono venerati dai pellegrini che giungono a frotte a scadenze
fisse. Pure San Francesco d’Assisi è un santo nato
qui, dicono... e il 4 di Ottobre di ogni anno viene
festeggiato.
Un vecchietto del posto racconta che nelle notti
scure e ventose, se tendi l’orecchio si odono i lamenti dei minatori morti per troppo lavoro: le loro
voci corrono ancora nel vento che flagella Real de
Catorce.
Zacatecas
A nord ovest di Città del Messico si estende una
regione montuosa dal clima secco e temperato. La
parte meridionale dell’altipiano centrale è ricca di
giacimenti d’argento ed altri metalli nobili. È qui
che gli spagnoli dettero sfogo alle loro ambizioni
colonialiste. Fecero estrarre dalle viscere della terra il materiale prezioso, sprecando migliaia di vite
umane. Indios, Aztechi e Chichimechi, piegati con
offerte di cibo ed indumenti, vivendo in schiavitù,
morivano come mosche di malattie, stenti e fatiche
inenarrabili. I potenti di allora si inchinavano devoti ai pizzi degli altari, ringraziavano Dio di averli
fatti arricchire e i meschini, in dono a tanta grazia,
costruivano cattedrali sempre più ricche e sontuose. Fecero venire dalla Spagna orde di missionari
che, armati di croci e rosari, diffondevano il cattolicesimo e si ingrassavano all’ombra delle chiese.
Intanto, convoglio dopo convoglio, l’argento prendeva la via di Città del Messico, dove altri potenti
si arricchivano. Più gente moriva per questa causa,
più chiese si costruivano.
Forse è anche per questo motivo che il Messico è
il paese che detiene il primato
di maggior possessore di luoghi di culto nel
mondo.
Nel X I X secolo venti di rivoluzione e di
ca mbia mento
cominciavano a
spirare. Pancho
Villa ed Emiliano Zapata, assieme ad altri eroi, diedero vita alla
famosa rivoluzione messicana.
Zacatecas fu liberata dal dominio spagnolo. La
gestione della città passò in mano ai legittimi
Notte Insonne
cittadini e, da allora, alLe pesanti coperte
cune miniere sono rimacoltre di spine,
ste in funzione, altre defantasmi di lino
finitivamente chiuse ed
le bianche lenzuola,
la tremula fiamma rischiara
utilizzate per allestirvi
le antiche ferite del muro.
luoghi di divertimento,
Un ragno tesse la tela,
quali discoteche e bar.
il ramo d’edera tenace
Il territorio di Zacateallunga i tentacoli
sull’intonaco sconnesso.
cas, costituito da un’arida ed aspra distesa di
È notte, non dormo,
terre incoronate da miascolto il vento che, furioso,
stanotte spinge nere grasse nuvole
lioni di cactus, è situato
che smorzano le stelle.
ai margini di una delle
Brandelli di cielo verniciati
regioni semi-desertiche
di indaco incerto,
sono appesi sopra i tetti e i campanili
del Messico.
della città.
Adagiata in una conca,
dominata da un’altura
Dalla mia torre di silenzio
osservo vaghe lucciole gommate
che incombe chiamata
muoversi frettolose nel fantastico
Cerro de la Bufa, la città
caleidoscopio d’asfalto.
è collegata da una telefeBianche, capricciose volute di fumo
passano oltre la finestra chiusa,
rica che parte dall’uscita
si sfilaccino più in là
della miniera El Eden e
contro le barriere del vento.
arriva all’apice del proDita sapienti pizzicano le corde di un’arpa
montorio sul quale troche snocciolano note musicali
come grani di rosario.
neggiano alcuni monuLa melodia libera, senza freni
menti, quali la scultura
trafigge le sconnesse assi del soffitto.
in bronzo di Pancho VilLa notte fonda non vuole finire
ma l’alba che viene dal monte
la, una chiesa bianca ed
incalza prepotente, fra poco farà chiaro.
un Osservatorio.
Il giorno spegnerà le luci della notte,
Sotto si stende la città
e gli occhi spossati ed arrossati troveranno riposo.
vera e propria che lamErmanno Prandini
bisce le basse montagne che la circondano:
i campanili, i conventi adibiti a musei e tante calli
che convergono verso la piazza centrale, il centro
storico con palazzi importanti in stile barocco messicano, la cattedrale in pietra rosa nello stesso stile,
sfociato poi nella fase Churrigueresca che preceCRAINFORMA
51
VIAGGI IL MESSICO DELLE CITTÀ COLONIALI
CHI È ERMANNO PRANDINI?
Ermanno Prandini nasce a Ceresara il
26/01/1944. Dopo un ventennio dedicato
alla pittura con mostre personali e
collettive, negli anni ottanta approda alla
fotografia. Nel 1994 entra a far parte del
fotoclub Asola, partecipando attivamente al
gruppo con mostre e proiezioni collettive.
Partecipa a concorsi sia in Italia che
all’estero. Nel 1995 vince il primo premio
fotografico a Moglia, ripetendosi l’anno
successivo.
Compie un tris nel 1997 con il secondo
premio sempre a Moglia. Nel 1996 mette
a punto la prima serata di proiezione
personale di cento immagini con
l’abbinamento di brani di poesie e musiche
al pianoforte dal titolo “La danza della
vita”, cui segue nel 1997, la seconda
serata dal titolo “Pare salire al cielo”,
terminando così un lavoro sognato.
Il 31 Maggio 1998, presso la residenza
municipale in Asola si è tenuta una terza
proiezione di centocinquanta immagini
un pò fantastiche intitolata “Il canto delle
sirene”. Uscito dal fotoclub Asola, ora fa
parte di un nuovo gruppo di fotoamatori
denominato “La luna e sei soldi”, con
il quale ha realizzato alcune mostre
collettive, in provincia di Cremona e di
Brescia. Vive e lavora ad Asola in via G. da
Asola n° 65.
Ha all’attivo numerosi viaggi:
Yemen: Sulle orme e con il popolo della
Regina di Saba.
Baja California: Da Chihuaua al Pacifico.
Mexico: Orizzonti Maya e Aztechi.
India: Misticismo e realtà.
Egitto: All’ombra delle Piramidi.
Perù: Un sogno Andino.
Tunisia Nord: Dalle isole Kerkenna a Sidi
Bou Said.
Siberia e Mongolia: Dal lago Baikal alle
steppe Mongole.
Marocco: Thè alla menta alla Medina.
Tunisia Sud: Sabbia e datteri.
Cina: La via della seta.
Giordania: I colori della Giordania.
Anatolia Orientale: Dalle sponde del Tigri
alle coste del Mar Nero.
Portogallo: Nella Terra del Fado.
Libia: Con i Tuareg nel deserto.
52
CRAINFORMA
Amore e costruzioni, Zacatecas
Mella Calle a Guanajuato
Las ñiñas, Guanajuato
dette la fine della costruzione. Si incontra poi una
piazza con uno splendido mercato coperto, cuore
pulsante della città e il museo Rafael Coronèl, con
la raccolta di 2.000 maschere utilizzate nei rituali e
nelle danze tradizionali messicane.
Zacatecas ha anche dei meravigliosi dintorni. La
Quemada, sito archeologico che dista dal centro
circa 45 chilometri, è
situata in collina, al
Piovve
centro di un’ampia
Il cielo ruppe le acque,
valle dalla quale si
senza dolore partorì
domina la campagna
molte stelle d’acqua.
bagnata da un lago e
Piovve forte quella notte,
la strada per Guadapiovve la notte intera,
lajara.
piovve come fa quando l’acqua
Fu popolata all’incirscioglie le maschere di gesso.
ca fra il 300 ed il 1200
Le rane gonfiarono
d.C. dagli Aztechi,
i salvagenti e non gracchiarono.
durante le pereg riGli uccelli guardiani dei nidi
nazioni verso la valle
indossarono impermeabili di piume
che sgocciolavano acqua dalle ali.
del Messico. Le tracce
di un vasto incendio
Le stelle liquide, regine dei tetti,
indicano che la città
polverizzarono le punte sulle ondulate tegole
che vomitarono acqua in ondeggianti rivoli.
ebbe una fine violenUmidi applausi salirono con fragore
ta. Da qui, il nome di
dal sottostante selciato,
Quemada (bruciata).
diventato un frettoloso torrente
che trascinava con sé fradice piume,
Le luci del crepustracci ammuffiti e vecchi promemoria.
scolo si accendono, la
città indossa l’abito da
Un lampione pianse lacrime blu
sopra l’ombrello di un incauto passante.
sera, splendente sotto
Fradici colombi sui davanzali
un cielo nero e senza
e negli anfratti dei muri
stelle. L’aria bassa ansi riassettarono le piume.
nuncia il temporale,
Insistente
la luce di un luna park ammiccò
uno di quelli che rovead un cielo nero ed indifferente.
scia fiumi d’acqua.
Infatti piovve tutta
L’alba debole stemperò le tenebre.
Sorpreso, il nuovo giorno scoprì
la notte...
una città slavata e fresca.
Il campanile, la chiesa, le case circostanti
si frantumarono
in grandi occhi umidi
tormentati dalla pioggia.
Guanajuato
Quando le prime
luci della sera trasformano Guanajuato in
Ermanno Prandini
un grande presepe,
dentro le chiese barocche immagini di santi dai tratti orgogliosamente spagnoli scivolano lentamente nel buio delle
navate, in un’atmosfera velata di sottile malinconia. I suoni attutiti della città sembrano arrivare da
un tempo molto lontano e le sontuose decorazioni
degli altari raccontano un’altra storia, l’epopea favolosa e drammatica delle città dell’argento della
Nueva España.
Aggrappata sulle ripide pareti della barranca di
Cuanaxhuata, il canyon della collina delle rane che
gli indios Taraschi consideravano impraticabile,
Guanajuato era periodicamente travolta dalle pie-
Maschera popolare, Museo Coronel Zacatecas
ne di un fiume che spazzava via uomini e cose. Ma
dopo la scoperta della miniera di San Barnabè, nel
1548 gli Spagnoli non si sarebbero separati per nessuna ragione al mondo da questa arida montagna e
dalle sue viscere: ben presto, Guanajuato sarebbe
diventata la più ricca città mineraria del mondo, la
terza metropoli dell’impero spagnolo dopo Città
del Messico a La Habana.
Un labirinto di gallerie dove un popolo di folli
e di schiavi, che spesso risaliva solo per andare al
cimitero, estraeva un terzo della produzione mondiale dell’argento. Sopra le loro teste, in una città
dove secondo una popolare ballata “la vida no vale
nada”, ricchezze smisurate nello spazio di una generazione rivaleggiavano nella costruzione di palazzi in pietra rosata e grandi chiese che, secondo la
leggenda popolare, sono state costruite con malta
impastata di polvere d’argento.
Sicuramente anche con il sangue di generazioni
di indios che morivano come le mosche, stroncati
da ritmi di lavoro disumani.
Esempio tra i più fulgidi di quello stile è la chiesa
di San Caetano, con i suoi altari ricoperti di lamine
d’oro, costruita nel 1760 per ordine di Don Antonio
de Obregon y de Alcocer, Conde de la Valenciana,
felice proprietario dell’omonima miniera che da
sola produceva un quinto dell’argento in circolazione dell’epoca. Il risultato di questa esuberanza è una città dichiarata dall’Unesco “patrimonio
CRAINFORMA
53
VIAGGI IL MESSICO DELLE CITTÀ COLONIALI
Taxco, paesaggio
dell’umanità”, un pezzo di Spagna con ricordi di
Toscana e Provenza, fatta di calleiones, strettissimi
vicoli dove i balconi sembrano toccarsi, e scalinate che sbucano su scorci improvvisi dove il sole e
l’ombra ridisegnano un’architettura che ricorda le
geometrie impossibili di Escher.
Un tessuto urbano surreale in cui uno sgangherato camioncino su cui troneggia l’improbabile
insegna “un mundo de illusiones” può sbucare
all’improvviso da una nera voragine che sembra
quasi una magica porta tra il precolombiano inframundo, il mondo di sotto, e il nostro.
Ma è solo un’uscita della sub terranea, il labirinto
di tunnel che attraversa la città lungo il vecchio
percorso del fiume, un passaggio scuro di volte
annerite che può aprirsi inaspettatamente su una
piazzetta inondata dal sole, dove i bambini giocano
a palla tra muri colorati. Qui, in una piccola casa
rossa, lungo un vicolo ricoperto di ciotoli, è nato
Diego Ribera, il più celebre muralista messicano,
che deve aver respirato fin da bambino l’anima
di questa città, dove l’allegria si intreccia ad un
onnipresente senso di morte. Un’anima che qui ha
addirittura una sorta di santuario nel Museo de Las
Momias, vera e propria galleria dell’orrore dove
serissime guide spiegano che le mummie venivano
selezionate da un’apposita commissione che sceglieva i soggetti più curiosi: dal feto più piccolo del
Messico, al cadavere del soldato rivoluzionario, all’assassino più efferato. Il tutto in un crescendo che
affascina le famigliole che hanno pazientemente
atteso il proprio turno tra suonatori di ballate popolari e radio che sparano a tutto volume cronache
sportive.
54
CRAINFORMA
Intanto sul piccolo zocalo triangolare coperta di
alberi, la Plaza de la Uniòn, les estudiantinas, le
orchestrine universitarie di tradizione spagnola,
suonano tra le colonne doriche del teatro Juarez.
All’interno, in una vuota penombra, il sipario cremisi che riproduce un fantasioso corno d’oro, diventa quasi il simbolo di questa città drammatica
e intima nello stesso tempo, l’ammaliante sirena da
cui non riesci a stare troppo a lungo lontano.
(brano tratto dalle note di Enrico Martino)
San Miguel de Allende
Le più affascinanti città legate ai baroni dell’argento, sono quelle sgranate lungo l’antico Camino
Real de la Tierra Adentro, che collegava le ricche
miniere di Guanajuato e Zacatecas alla capitale,
sorte spesso come posti di tappa lungo le strade
dell’arido altipiano, per difendere le carovane di
muli carichi d’oro e d’argento da assalti di indiani
e banditi.
Oggi sonnecchiano all’ombra di grandi angeli di
pietra, che sembrano ancora proteggere gli abitanti. A San Miguel de Allende, vera quinta teatrale
adagiata lungo il fi anco di una collina, i grandi
conventi sono diventati istituti culturali e gli antichi palazzi ospitano antiquari, ristoranti e alberghi.
Qui c’è la più forte concentrazione di intellettuali
“gringos” a sud del Rio Grande e, tra i ragazzi in
piazza che saettano sguardi languidi sulle bellezze
locali, si aggira un popolo di pensionati del Michigan e artisti di New York. Su tutti veglia, benevolo,
l’assurdo campanile in stile gotico-Disneyland della parrocchia, opera di Zelferino Gutièrres, scalpellino autodidatta del secolo scorso, affascinato
dalle stampe europee che mostravano orgogliose
cattedrali irte di guglie e pinnacoli.
Il fascino di San Miguel de Allende, popolarmente chiamata “Gringolandia”, resiste a tutte e due le
culture, che spesso più che incontrarsi si sono scontrate senza conoscersi. Qui riescono a dare il meglio di sé scrittori, pittori e poeti che hanno pensato
bene di mettere le radici a San Miguel, o pensano
di morirci come Neil Cassidy, protagonista del mitico “On the Road” di Jack Kerouac, travolto da un
treno nel 1968 mentre camminava sui binari della
ferrovia per Celaya.
(brano tratto dalle note di Enrico Martino)
Tutto questo fervore artistico gira intorno allo
zocalo, il fulcro della città, e all’ombra fresca dei
portici dove donne indio cuciono munequitas,
bamboline da vendere ai passanti.
Sulle verdi panchine di ghisa intorno alla piccola
piazza riposa la
gente di San Miguel.
Q u i si i ncont r a no vend it or i
di ogni genere di
cose, carichi di ceste e borsoni.
“Solo un peso,
amigo, solo un pesìto para comèr”
chiede una bambina con in braccio
la sorellina più piccola. San Miguel,
come le altre città,
vive alla giornata,
Venditore
fra le sue chiese, le
a Guanajuato
strade in salita, le
case colorate e le
osterie che ricordano i saloon americani.
Più distante, fuori città, uno stupendo giardino
botanico ospita piante e cactus meravigliosi che si
stagliano contro il cielo, gravido di temporale.
Quando le stelle tremano nel cielo nero e la luna
fa lo slalom fra i nuvoloni, l’aria fresca spazza le vie
rese lucide dalla recente pioggia. Regna un’atmosfera veramente particolare, lo è ancora di più se
la chitarra di qualche mariacho suona al chiarore
della luna.
Taxco
Le città dell’argento sono tante, con anime molto
diverse fra loro, da Zacatecas con le sue grandi miniere perse nell’altitudine dell’altopiano, a Taxco,
legata alla leggenda straordinaria di Don Josè de
la Borda, gentiluomo francese di belle speranze
trasformato in uno degli uomini più ricchi delle
Americhe dalla caduta del suo cavallo, letteralmente inciampato in una vena d’argento. Uomo molto
pio e geniale, inventore di nuove tecniche estrattive, pensò di sdebitarsi con il buon Dio regalando
a Taxco la cattedrale di Santa Prisca, troneggiante
fra grappoli di case affacciate su una fitta ragnatela
di vicoli. Le miniere dissanguate da generazioni di
cercatori, sono esaurite, ma la città ha scoperto un
nuovo filone, l’artigianato dell’argento reinventato
negli anni Trenta dall’americano William Spratling.
(brano tratto dalle note di Enrico Martino)
Taxco: las Grutas, nel ventre della balena
pietrificata
Taxco non è solo argento e taxi bianchi che corrono impazziti come tante cucarache lungo le tortuose calli lastricate di sassi della città. Aggrappata
alla montagna come un enorme ragno, Taxco allunga i suoi tentacoli oltre il centro storico, al di là
delle sue chiese con campanili appuntiti, per giungere sulle verdi montagne che la incoronano.
La località di Cacahuamilpa, famosa per le sue
grotte, ci accoglie nella tarda mattinata.
Un viaggio nel ventre della montagna simile
ad una grossa balena pietrificata, venuta a morire in questo posto lontano dalle acque della Baja
California. La grande bocca spalancata con scale
dentate ci accompagna all’interno del ventre. Una
lunga passatoia bordata da piccole e soffuse luci,
ideale spina dorsale, scorre lungo tutto il corpo.
Stalattiti e stalagmiti grondanti umidità brillano
alla luce delle torce. Immagini immobili ed inquietanti escono dalla penombra per scomparire quasi
subito. Un susseguirsi di aggrovigliati intestini,
contorti da secolari spasmi, si alternano a teste di
fauni, caproni e dèi innominabili che sbucano dalla
penombra tiepida e gocciolante, filamenti sottili
dai riflessi d’argento, alberi pietrificati, foreste di
sasso e di tenebra. Dee diafane con abiti di pizzo
traforato e leggero, ricamato a foggia di cristalli
di ghiaccio, appaiono sospese nel cerchio di luce
della torcia. Il gioco di luci ed ombre trasforma poi
i personaggi in enormi bottiglie di birra spumeggiante e viscida. Giacimenti di calcare di salgemma brillano per pochi istanti e poi tornano nelle
tenebre. In una grande sala, al centro del cetaceo,
un grosso filone d’argento brilla come un cielo con
la via lattea. Angeli senza ali sospesi al soffitto, altri
assisi tranquilli su propaggini calcaree, ci guardano attoniti dall’alto. Si riduce lo spazio, qualcosa ci
fa capire che siamo giunti in coda al mammifero di
pietra, non resta che tornare. Grandi ombre ci rincorrono furtive e scompaiono quando, sulle scale
dentate, guadagnamo l’uscita.
CRAINFORMA
55
SPORT ASOLA SCI
L’olimpico Manuel Pietropoli
in allenamento
Asola Sci: al via la nuova stagione
Cresce il numero delle adesioni alle iniziative proposte da Asola Sci. Per la
stagione 2007-2008 grandi novità: un corso di snow - freestyle e tante promozioni.
D
a sempre Asola Sci opera con il principale intento di aggregare gruppi di
persone, di qualsiasi età, per un sano
divertimento, e avvicinare i giovani
ad una attività sportiva diversa e scomoda da praticare nei nostri paesi.
L’impegno costante e la condivisione delle idee
programmatiche dei dirigenti di Asola Sci ha consentito di inserire nel programma, sempre nuove e
importanti attività.
Il nuovo progetto è iniziato due anni fa con la
stagione 2005/2006 orientando i maggiori sforzi e
risorse verso i ragazzi delle scuole elementari e medie con il coinvolgimento delle famiglie già dalla
fase organizzativa di inizio stagione.
Il corso di Sci e Snowboard per bambini e ragazzi fi no a 14 anni - organizzato presso la scuola sci
“Costa 2000” di Folgaria - ha visto, nella stagione
2006/2007, la partecipazione di ben 32 ragazzi, più
del doppio rispetto ai 15 della stagione 2005/2006
quando l’iniziativa promozionale rappresentava
un’assoluta novità.
Gli sforzi organizzativi dei dirigenti dello sto-
56
CRAINFORMA
rico sodalizio, con sede presso il centro sportivo
Schiantarelli ad Asola, e la fattiva collaborazione
intercorsa con l’Istituto Comprensivo e la Direzione Didattica di Asola, il patrocinio dei comuni di
Asola e Casalmoro e le preziose sponsorizzazioni
dei diversi operatori della zona, stanno riscuotendo
notevoli consensi e registrano adesioni anche dai
paesi limitrofi.
La comitiva in trasferta, raggiunge mediamente
il numero di 80 persone. Famiglie intere (genitori, nonni ecc.) trascorrono le giornate sulla neve
condividendo con soddisfazione l’organizzazione
tecnica e lo spirito aggregativo che caratterizzano
il gruppo Asola Sci.
Alcuni genitori, stimolati dai bambini stessi e
tranquilli per la buona organizzazione, da semplici
accompagnatori, hanno scoperto la loro passione
per lo sci e iniziano anch’essi a prendere lezioni
come principianti. Tant’è che quest’anno è stato
programmato un corso di sci specifico riservato ai
genitori in contemporanea al corso dei ragazzi.
Tutti avranno, poi, la possibilità di migliorare
l’apprendimento delle tecniche partecipando al
PROGRAMMA GITE 07-08
Folgaria 21/01/08 - 27/01/08 - 10/02/08 - 17/02/08
partenza Asola 7.20 - Casalmoro 7.30 - Acquafredda 7.40
il rientro è previsto ad Asola entro le ore 18.00
Moena - Alpe Lusia
22/12/07 (sabato)
Fai della Paganella
05/01/08 (sabato)
Pampeago 13/01/08 - 24/02/08 - 02/03/08 - 09/03/08
partenza Asola 6.20 - Casalmoro 6.30 - Acquafredda 6.40
il rientro è previsto ad Asola entro le ore 19.30
Festa sociale 10 maggio 2008
TARIFFE
• Tessera sociale con F.I.S.I.
40 euro
• Promozione scuola sci Folgaria per bambini
- 4 domeniche (20 e 27 gen. 08 - 10 e 17 feb. 08)
pullman + 2 ore di maestro
55 euro
- 4 domeniche pullman genitori e famigliari accompagnatori
(+tessera socio sostenitore non sciatore 15 euro) 50 euro
- corso di sci per genitori (obbligo di tessera) 100 euro
• Pampeago - scuola sci e snowboard perfezionamento
- 3 domeniche (24 feb. 08 - 2 e 9 mar. 08)
pullman + 2 ore di maestro
90 euro
Folgaria: premio per i ragazzi dopo l’entusiasmante
gara di fine corso
• Pullman gita domenicale a persona
sconto famiglia:
3 persone
4 persone
15 euro
40 euro
50 euro
• Abbonamento singolo per gita domenicale
4 domeniche
6 domeniche
tradizionale corso di sci, iniziato 20 anni fa, presso
la scuola sci di Pampeago.
Diversi ragazzini, coordinati dal maestro Riccardo Affò, seguono il corso di snowboard con
la speranza di imitare il nostro campione Manuel
Pietropoli, ragazzo di 17 anni, nostro associato,
che dopo aver partecipato alle olimpiadi invernali di Torino 2006 nella specialità Half Pipe ora è
entrato a far parte della nazionale italiana di sport
invernali.
Il talento di Manuel è stato scoperto all’età di
6 anni, ed è tutt’ora seguito dal maestro nostro
compaesano Riccardo Affò che imparò a sciare da
bambino con Asola Sci.
Altra novità introdotta negli ultimi anni è la festa di chiusura della stagione, consistente in un
semplice, ma molto cordiale, incontro conviviale
aperto a tutti i soci e simpatizzanti, con la proiezione dei fi lmati che immortalano le immagini delle
meravigliose domeniche trascorse sulla neve. La
sempre più numerosa partecipazione dimostra l’apprezzamento per questa iniziativa che prolunga e
completa, in allegria, la stagione sciistica.
50 euro
75 euro
• NOVITÀ!
Folgaria - corso snow freestyle
Inoltre: convenzioni e sconto sui giornalieri per i soci.
Per ulteriori informazioni:
Giancarlo 338.1976535 - Franco 333.2093166
Omar 338.4669890 - Riccardo (snow) 335.6990844
Pampeago - Gara Sociale, trofeo 1° assoluto, Stefano Perini
Premi per i più piccoli: Cristian Crescini e Arianna Malcisi
CRAINFORMA
57
SPORT GIOCOSPORT 2007
GiocoSport
2 0 0 7
A
fare una sintesi dell’attività motoria
e giocosport dell’annata scolastica
conclusasi nei mesi scorsi, si rischia
di dare i numeri. Ma una porzione
minima, per dovere di cronaca, ci
spetta. Sarebbe più semplice ridurre tutto
ad una parola: un successo!
Il Giocosport è una straordinaria invenzione dell’Ufficio Scolastico di Mantova, felicemente esportata in quasi tutta Italia, in
collaborazione con Regione Lombardia,
Provincia di Mantova e Coni Provinciale,
che da qualche anno coinvolge la quasi totalità delle Scuole Elementari mantovane.
La provincia è stata suddivisa in vari distretti tra cui quello locale composto dai
Comuni di Asola-Castelnuovo-AcquanegraCanneto-Casalromano-Casalmoro-Mariana
M.-Redondesco, facenti capo a tre realtà
scolastiche: D.D. Asola, IC Asola, IC Canneto. Per il quarto anno consecutivo, si è assistito ad un susseguirsi di manifestazioni
locali, che da Dicembre a Maggio, hanno
coinvolto 67 classi, con oltre 1.250 presenze-gara, riguardanti: i Percorsi Motori per
classi I e II ad Asola e Canneto, il Ciclismo
Ed. Stradale per classi III a Castelnuovo e
Casalromano, il Gioco Rugby per classi IV e
V ad Asola, il Gioco Pallacanestro per classi
III ad Asola e Canneto, il Gioco Pallavolo per
classi IV ad Asola e Casalromano, il Palio di
Atletica per classi IV e V ad Asola e
Acquanegra. Questi eventi sono stati preceduti da una serie di esercitazioni svolte nelle ore di Attività Motorie, con la presenza di
esperti e maestre, dove i bambini hanno
appreso le basi degli sport in un clima di
costruttiva collaborazione fra compagni di
classe. All’attività pratica in palestra, è divenuta una gradita consuetudine, abbinare
un concorso di disegno in tutte le classi, riguardante il soggetto sportivo “Disegna lo
Sport”. Dopo attenta analisi, l’apposita
commissione, ha scelto il disegno eseguito
da Francesca Ongarini della V C di Asola.
Premio per la virtuosa autrice, quello di vedere la propria opera multicolore, raffigurata sulle oltre 1.200 magliette indossate in
tutte le gare locali, frutto del munifico contributo di Mantovabanca 1896 e Check
Point.
Le varie classi vincitrici delle fasi locali,
sono state protagoniste delle finali provin-
a cura del Prof. Fabrizio Rossi - Referente Territoriale
ciali denominate “ 12 giorni del Giocosport”,
svoltesi nella seconda metà di maggio. Premesso che tutte le classi in viaggio-premio
a Mantova, si sono ottimamente comportate e tutti i bambini/e hanno vissuto una significativa esperienza motoria; vogliamo
segnalare un paio di prestazioni particolari.
È quasi da Guinness la prestazione della
classe III di Castelnuovo Asolano, 1° classificata nel Ciclismo Ed. Stradale. Tre volte
sul podio più alto nelle tre edizioni svolte!
Grazie in modo particolare alla ditta Emporiosport di Castelnuovo che ha sempre
messo a disposizione delle classi ottime
biciclette su cui prepararsi, oltre ad una
evidente predisposizione dei castelnovesi,
per le due ruote.
La seconda citazione è per la classe V A
di Acquanegra, che nella finale del Grande
Palio di Atletica ha saputo conquistarsi un
ottimo 5° posto su 16 classi finaliste. Miglior risultato di sempre nella specialità
principale della kermesse provinciale. Mentre state leggendo questo articolo, il nuovo
anno scolastico è abbondantemente iniziato e potete stare tranquilli che, già più di
1.300 bambini e bambine, nelle palestre
scolastiche del territorio, si stanno impegnando con tutta la loro tipica e gioiosa
esuberanza, affinché la loro classe sia “brava” a fare questo o quello sport, costruendo
inconsapevolmente la loro abilità motoria,
utile patrimonio per tutta la vita.
CRAINFORMA
59
SPORT TRADIZIONI RISCOPERTE
GLI
ARCIERI
DELLA
UNA DISCIPLINA
SPORTIVA CHE TRAE LA
SUA ORIGINE DA TEMPI
ANTICHI, AVVOLTA
DALLA LEGGENDA DI
PERSONAGGI EPICI
60
CRAINFORMA
GIRONDA
T
ra le innumerevoli discipline sportive che
si contendono l’attenzione, la passione, e
t alvolt a la devozione, di noi contemporanei, ve ne
sono alcune che possono vantare
un’ascendenza antica e una storia a tratti ammantata di leggenda. Tra queste il tiro con l’arco
ha certamente un posto d’onore,
cui aggiunge un’aura particolare
il sapore d’avventura e di cavalleria che sembra connaturato a
tale antico esercizio. Da mezzo
per procacciarsi il sostentamento
e strumento bellico a nobile occasione di svago, o addirittura di
elevazione spirituale, il tiro con
l’arco ha accompagnato il cammino della civiltà (non solo occidentale), arrivando sino ad oggi
pressoché integro, pur nella naturale evoluzione delle tecniche costruttive e dei metodi di apprendimento. Lo sviluppo tecnologico ha certamente lasciato tracce
evidenti anche in quest’arte, ma
in sostanza possiamo dire che imbracciare un arco e scagliare una
freccia significa ripetere oggi un
gesto ancestrale, giunto sino a noi
attraverso una lunga, per quanto
non incontrastata, tradizione.
Una tradizione che produce
risultati agonisticamente sempre
più rilevanti, ma che si alimenta
soprattutto del felice impegno di
molti semplici appassionati. Ne
potreste conoscere un piccolo
ma attivo manipolo recandovi
a Bozzolo. Qui ha sede e svolge
la propria attività il gruppo “Arcieri della Gironda”, associato
alla Polisportiva Bozzolese. Per
prima cosa sciogliamo il piccolo
mistero del nome. Santa Maria
della Gironda è un’abbazia benedettina di fondazione medievale,
pertinenza del Vescovo di Trento, i cui resti sopravvivono nelle
immediate vicinanze di Bozzolo. La denominazione vuole così
rendere omaggio a un periodo
glorioso, se non proprio pacifico,
dell’arcieria europea, e insieme
manifestare un sincero legame
con la storia del territorio.
Costituitosi nel 1995, il gruppo
conta attualmente 55 iscritti, 30
dei quali agonisti. Nutrita e agguerrita la schiera dei giovanissimi, cosa che fa ben sperare per il
futuro della compagnia.
Nei mesi più freddi si pratica
in palestra, spaziosa e ben illuminata. Ma non appena il clima lo
consente ci si sposta all’aperto, in
un campo di tiro adeguatamente
attrezzato e ben tenuto, posto nel
complesso polisportivo di Bozzolo e gentilmente messo a disposizione dall’Amministrazione
Comunale.
Com’è noto, la provincia italiana è ricca di iniziative e di fermenti e sa dare buoni frutti.
I nostri arcieri ne sono l’ennesima prova. Gli agonisti, affiliati
alla “Kappa Kosmos”, prestigiosa società arcieristica roveretana,
gareggiano con ottimi risultati,
talvolta di assoluta eccellenza.
Notevoli soprattutto, grazie al
prezioso lavoro degli istruttori,
i successi nel settore giovanile,
che ha cominciato a raccogliere
allori con Alberto Germani, di
Casalmaggiore, per poi giungere
a qualificare ai campionati italiani del 2006 ben cinque giovani in
diverse categorie, ottenendo tre
medaglie d’oro e due d’argento.
Altri atleti di Bozzolo si sono aggiudicati, in anni recenti, record
nazionali e titoli regionali, sia individualmente sia a squadre.
Tra i momenti di eccellenza
ricordiamo pure la gara annuale che il gruppo organizza con la
fattiva collaborazione della Polisportiva Bozzolese, e che è ormai
divenuto un appuntamento importante tra gli eventi arcieristici
nazionali, frequentato e apprezzato da atleti di ogni livello. La
scorsa edizione ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di
atleti, tra i quali alcuni volti ben
noti sulla scena arcieristica nazionale e internazionale. La prossima edizione sarà certamente
l’occasione per rivedere all’opera
veri talenti della disciplina, fianco a fianco di giovanissimi e veterani, ben preparati e altrettanto
motivati.
Ma, eccellenze a parte, nel tiro
con l’arco c’è ampio spazio per
chi intenda coltivare la propria
arte per pura passione e con eguale soddisfazione, perchè il tiro è
essenzialmente una sfida con se
stessi, che non necessita che di
un tiratore e di un bersaglio. Per
coloro che intendono avvicinarsi
a questa pratica, all’apparenza un
poco esoterica, gli arcieri di Bozzolo propongono un percorso formativo per ragazzi e per adulti,
ai quali vengono impartiti i primi
rudimenti e fornita l’attrezzatura necessaria per le prime esperienze di tiro. Se la passione non
manca, il neofita provvederà ben
presto a fornirsi dell’occorrente
necessario. Quanto al cammino
ulteriore, a Bozzolo non mancano le occasioni di apprendimento, e i consigli amichevoli dei colleghi più esperti. In quest’ottica il
gruppo lavora anche con le locali
Scuole Medie. Disciplina mentale, controllo del gesto, fluidità ed
efficacia del movimento: ecco gli
elementi essenziali del tiro con
l’arco, che lo rendono un ausilio
utilissimo nella formazione, oltre
che un gioco entusiasmante e un
divertente passatempo.
Nel lont a no 15 4 5 R og e r
Ascham, umanista e precettore
della futura Elisabetta I d’Inghilterra, raccomandando il tiro con
l’arco come il più onesto degli
svaghi, scriveva: “se tra tutti i passatempi ne cerchiamo uno che sia
salutare per il corpo, piacevole
per la mente, bello per ognuno da
praticare, onesto per ogni altro da
assistervi, conveniente per ognuno da incoraggiare, irreprensibile, adatto ad ogni età, persona e
luogo, noi troveremo soltanto il
tiro con l’arco, nel quale possono
riunirsi tutte queste caratteristiche”. Se la cosa vi incuriosisce,
e amate i sentieri poco battuti, a
Bozzolo troverete persone che si
danno da fare per dimostrare la
validità dell’assunto.
PER INFORMAZIONI
> Guido Tabaglio
Romprezzagno - Tornata
Tel. 0375.389979
> Rino Braccaioli
Canneto sull’Oglio
Tel. 0376.723874
> Alessandro Magni
San Giovanni in Croce
Tel. 0375.91251
> Nelso Puglia
Bozzolo
Tel. 0376.91661 - 0376.91498
> Paolo Saviola
Bozzolo
Tel. 0376.920510
CRAINFORMA
61
SPORT OP VOLLEY ASOLA
Grandi progetti per
OP Volley Asola
Una squadra di giovanissimi completamente
rinnovata si appresta alla nuova stagione con
entusiasmo e voglia di fare.
Un nuovo impegno sociale per la OP Volley Asola
grazie alla collaborazione con UNICEF
attraverso il Comitato Provinciale di Mantova.
Sabato 15 settembre, nella sede di Mantovabanca 1896 di
Asola, è stata presentata la squadra di serie C maschile dell’associazione sportiva OP Volley Asola, che da questa stagione
sportiva avrà come main sponsor Mantovabanca 1896. Erano
presenti il presidente della Banca di Credito Cooperativo Romano Solazzi, il presidente dell’OP Volley Stefano Condina, il vicepresidente della FIPAV regionale Daniele Loda, il direttore della
filiale di Casalmoro Enrico Campion, il sindaco di Casalmoro
Giovanni Volonghi e, in rappresentanza dell’amministrazione di
Asola, l’assessore Francesca Zaltieri. Inizia un connubio importante, con l’intento di portare avanti obbiettivi seri, con un
occhio di riguardo ai giovani. Ci siamo! L’inizio di una nuova
stagione agonistica è sempre momento di programmi, di speranze e di sogni. Partiamo con tante sfide davanti a noi. La
squadra maschile interamente rinnovata nonché giovanissima,
si affaccia al Campionato Regionale di serie C con l’intento di
togliersi delle soddisfazioni. La voglia di migliorarsi sotto ogni
profilo, ricercando quella crescita individuale e di squadra che
62
CRAINFORMA
OP VOLLEY ASOLA
permetterà di provare a centrare l’obbiettivo promozione nel
campionato nazionale cadetto, la serie B. Non sarà facile, ma
per questo motivo la società OP Volley Asola ha lavorato nell’estate scorsa per allestire una compagine competitiva, dove
spiccano giocatori d’esperienza come Riccardo Chiesa e Pier
Mario Nibbio, provenienti dal Correggio (B1) e Diego Soncini,
Davide Caleffi e Andrea Bassatto, provenienti dal Remedello
(B2). Il resto dell’organico, età media al disotto dei 25 anni, è
il frutto del settore giovanile di Asola, sapientemente gestito
dal 1972 dal prof. Bonandi Ilario, anima e cuore della pallavolo
mantovana. Rinnovato anche lo staff tecnico dove esordisce
come primo allenatore Giorgio Nibbio, ex atleta che ha terminato la carriera da giocatore con la promozione in serie A,
oggi chiamato a guidare la serie C coadiuvato da Mutti Luca
(secondo allenatore), Muchetti Natalino (preparatore atletico) e
Rivera Matteo (team manager). Nel rispetto dei propri compiti
tutti sono chiamati a dare il massimo. Le difficoltà, i problemi, le sfide, sono parte integrante del gioco: non è possibile
realizzare qualcosa di grande, senza dover superare ostacoli.
Più cresce l’ambizione, più si hanno obbiettivi importanti e più
crescono le difficoltà, ma cresce anche a dismisura l’entusiasmo, la voglia di mettersi a lavorare, di far bene. Inizia così la
stagione sportiva 2007/2008, parte il campionato con le sue
emozioni da vivere sabato dopo sabato, fino a maggio. Le partite casalinghe si svolgeranno nel Centro Sportivo Schiantarelli
di Asola, ore 21.00, mentre la Coppa Lombardia si giocherà
nell’impianto comunale di Casalmoro.
Collaborazione nel sociale
A partire da questa stagione sportiva l’OP Volley Asola, all’interno del Progetto Planet Volley, inizia la collaborazione col Comitato Provinciale di Mantova per l’UNICEF, presieduto dalla
sig.ra Edda Caramaschi Gandolfi, con l’intento di richiamare la
comunità al rispetto dei diritti dell’ infanzia.
Crediamo che l’impegno in ambito sociale sia doveroso, non
solo da parte delle istituzioni ma anche dal mondo dello Sport
e pertanto in questa stagione sportiva saranno sviluppati programmi ed iniziative che possano portare alla raccolta di fondi
per l’UNICEF ed al raggiungimento di obbiettivi comuni.
La prima iniziativa sarà devolvere interamente gli incassi delle
partite casalinghe, ingresso ad offerta libera, al Comitato Provinciale di Mantova per l’UNICEF.
ROSTER SQUADRA
BASSOTTO ANDREA
BERTUZZI LUCA
BUCCELLI LUCA
CALEFFI DAVIDE
CHIESA RICCARDO
FRIGERIO DANIELE
FRIGERIO CLAUDIO
GHIO ANDREA
LENKO ALEXANDER
RAVELLI LORENZO
NIBBIO PIER MARIO
SONCINI DIEGO
TANADINI YURI
TONONI LUCA
UGOLINI LORENZO
centrale
alzatore
centrale
libero
opposto
opposto
centrale
schiacciatore
centro
libero
alzatore
schiacciatore
alzatore
schiacciatore
schiacciatore
Il saluto del Presidente
Un grande progetto ha bisogno di grandi protagonisti per
poter essere sviluppato ed avere successo. Oggi si celebra
un grande progetto, quello di una serie C di volley dalle
ambizioni di primato, e un grande protagonista, Mantovabanca 1896, che ha scelto questo progetto condividendo con noi lo spirito che ci anima. Con la sponsorizzazione di quest’anno Mantovabanca dimostra il legame
che ha con il territorio, con il mondo dello sport e della
pallavolo in particolare. L’OP Volley, pur continuando
la politica dei giovani che ha portato il sodalizio mantovano ad ideare e promuovere il Progetto Planet Volley,
ha voluto allestire una grande squadra che non nasconde
le proprie ambizioni di primato. Una squadra costruita per vincere, che è pronta a questa nuova sfida. Main
sponsor non poteva essere che una realtà altrettanto viva
e dinamica, altrettanto solida e vincente. Mantovabanca
appunto. Insieme, da protagonisti. Vincere non è mai
facile, ma ci proveremo, impegnandoci sempre con l’augurio che gli sforzi spesi in allenamento siano coronati
dalla soddisfazione di un positivo risultato agonistico.
Un grazie a Mantovabanca 1896 che ha voluto sostenere l’OP Volley dimostrando sensibilità verso lo sport e i
valori che trasmette e per aver creduto nell’idee dell’associazione sportiva che presiedo, collaborando al fine di
raggiungere sempre il più ambizioso traguardo possibile.
Consapevole che da oggi, 15 settembre, non è più la mia
serie C, ma è la Nostra squadra, GRAZIE.
Stefano Condina
CRAINFORMA
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MANTOVABANCA 1896
SOSTIENE IL RISPARMIO ENERGETICO
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GRAZIE AL KIT IN REGALO
Mantovabanca 1896 a testimonianza dell’impegno e della
concretezza della propria politica di sviluppo basata sul
rispetto dell’ambiente, in occasione delle festività natalizie,
offre in dono ai propri Soci e Clienti un kit di risparmio
energetico che potrà essere ritirato presso le Filiali.
CONTENUTO DEL KIT
> 3 lampade fluorescenti compatte
> 3 rompigetti aerati da applicare
ai rubinetti di casa
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alla doccia
Sede e Direzione Generale:
Viale della Vittoria, 1 - Asola (MN)
Tel. 0376.7221 - Fax 0376.722344
www.bcconline.it